Orizzonti 3 2010

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NUMERO 3 ANNO 9

DICEMBRE 2010

ORIZZONTI FEDERLUS

PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

SPECIALE CONVEGNO 2010

PEDRETTI DIRETTORE GENERALE BANCA IMPRESA LAZIO

FOCUS AGRICOLTURA

SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO



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SOMMARIO PAG. 3

EDITORIALE DEL PRESIDENTE GOVERNO SOCIETARIO E FUNZIONE MUTUALISTICA

PAG. 4-6

APPUNTI DEL DIRETTORE LE BCC ALLA SFIDA DEL DOMANI: COME COSTRUIRE UN NUOVO MODELLO PER LO SVILUPPO

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SPECIALE CONVEGNO É GIÀ DOMANI L’AUTOREGOLAMENTAZIONE PER UNO SVILUPPO EQUILIBRATO E SOSTENIBILE DELLE BCC

ESPERIENZE LABORATORIO GIOVANI SOCI BCC ROMA PAG. 37

DONNE DEL CREDITO COOPERATIVO 7° CONVENTION DI IDEE CAMBIARE È POSSIBILE SERVONO EROI PER SCONFIGGER LE MAFIE?

PAG. 38-40

DALLA FEDERAZIONE PROGETTO WEB PIENA OPERATIVITÀ PER LA NUOVA PIATTAFORMA ON-LINE PROGETTO MICROFINANZA CAMPESINA NUOVO FINANZIAMENTO IN POOL DELLA FEDERAZIONE

LA VOCE DELLE BCC PAG. 18

PAG. 20-21

CONOSCIAMOCI MEGLIO I SERVIZI FEDERLUS SI PRESENTANO DONATELLA MAZZEI CONSULENZA E FORMAZIONE PRIMO PIANO STUMENTI PER LO SVILUPPO BANCA IMPRESA LAZIO S.P.A. CONVENZIONE BIL-FEDERLUS INTERVISTA A ENRICO PEDRETTI DIRETTORE GENERALE BANCA IMPRESA LAZIO

PAG. 22-27

PAG. 41-42

IL PUNTO CONGIUNTURALE FOCUS AGRICOLTURA TRA LUCI E OMBRE

DAL MOVIMENTO LEASING LA NUOVA AUTONOMIA BCC CONVENZIONE NAZIONALE CON LEGAMBIENTE

PAG. 43-48

NOTIZIE DALLE ASSOCIATE NUOVI DIRETTORI GENERALI PALMIERI - TONIOLO PASTORE - ROMA IANNICCARI - TUSCOLO BCC ROMA PALAZZO MARGHERITA CERTIFICATO DI QUALITÀ

LA PAROLA AI PRESIDENTI BALDI - PONTINIA SGARBOSSA - ARBOREA PIERMARINI - SPELLO E BETTONA PAG. 28-31

AREA BANCA C’ERA UNA VOLTA LA FILA ALLO SPORTELLO...

ATTIVITÀ SOCIALI/1 BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO ROMANO CONVEGNO SU PMI E BCC ATTIVITÀ SOCIALI/2 BCC DI RIANO PER UNA DRAMMATURGIA GIOVANE

IL MERCATO DI MASSA NON ESISTE PIÙ PAG. 33-34

PAG. 35-36

AREA PROGETTI - FORMAZIONE INVESTIRE NEL FUTURO: I GIOVANI COME RISORSA PER LE BCC SPECIALE GIOVANI SOCI BCC LA BANCA DEI GIOVANI

ATTIVITÀ SOCIALI/3 BCC TONIOLO FESTA DEL SOCIO ATTIVITÀ SOCIALI/4 BCC UMBRE E FEDERAZIONE JOB DAY UNIVERSITÀ DI PERUGIA


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DIRETTORE RESPONSABILE: MAURIZIO ALETTI IMMAGINI: ARCHIVIO EDICOM, ARCHIVIO FEDERLUS, FABRIZIO BURELLI, SIMONE PAGANO, MICROIMAGES FOTOLIA REDAZIONE: ALESSANDRO CECCARELLI GRAFICA ED IMPAGINAZIONE: ROBERTA CAPIZZI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: FABRIZIO BURELLI, SERGIO CONTI, DONATELLA MAZZEI, STEFANO DE RENZI, GIUSEPPINA MELIA STAMPA: IGER, VIA C.T. ODESCALCHI, 67/A - ROMA EDITORE: EDICOM SRL, ISCRITTA AL R.O.C. N째 8961

FINITO DI STAMPARE: FEBBRAIO 2011 TIRATURA: 2.000 COPIE


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EDITORIALE

Governo societario e funzione mutualistica

di Francesco Liberati

Dopo la grande crisi il mondo intorno a noi è cambiato. Il contesto operativo si è fortemente modificato, in un mercato dove la competitività è divenuta a volte parossistica. La crisi, tra gli altri effetti, ha indotto una revisione delle regole che governano i mercati finanziari e creditizi con l’intervento dei diversi organismi sopranazionali. Tali orientamenti sono stati recepiti a livello nazionale e sono stati alla base di un ampio dibattito in ambito Federcasse, dando luogo a un’articolata proposta di modifica dello statuto tipo che, dopo il vaglio della Banca d’Italia, saremo chiamati a recepire in occasione delle prossime assemblee sociali. Si tratta di un passaggio molto importante che rappresenta un’occasione per migliorare i livelli di governance interna, ampliare la partecipazione informata dei soci alla vita cooperativa e, più in generale, garantire sempre più le nostre banche da ogni tipo di rischio. Questa revisione dello statuto va interpretata come opportunità di crescita nella stabilità e, allo stesso tempo, di richiamo ai soci per un maggiore condivisione e partecipazione nella vita e nello sviluppo aziendale.

Parallelamente ai soci, un significativo salto di qualità nel proprio ruolo è richiesto agli amministratori, che debbono essere contraddistinti da indipendenza e professionalità, nella consapevolezza della funzione di garanzia e trasparenza che rivestono nei confronti delle compagini sociali di cui sono espressione. Con il nuovo statuto diviene più difficile e selettivo essere consigliere d’amministrazione di una banca di credito cooperativo: il consigliere dovrà meritare la fiducia di cui è stato investito con il proprio mandato di rappresentanza. Oltretutto, saranno più stringenti i requisiti per divenire amministratore e la composizione dei consigli dovrà rispecchiare sotto il profilo socio-economico, territoriale e professionale, le compagini sociali. Altro fattore fondamentale saranno i criteri più stringenti sul conflitto di interessi nelle operazioni degli esponenti aziendali e delle parti correlate, con l’introduzione di nuovi criteri nelle obbligazioni assunte nei confronti dell’azienda e precisi limiti di concentrazione dei rischi. Viene sancito d’altro canto un preciso solco che delimita i rapporti con la politica e gli amministratori locali.

In questo rinnovato assetto societario, diviene ancora più importante la figura del Presidente, che aggiunge ai suoi compiti quello di essere garante del buon funzionamento del governo aziendale. Infine, sempre nell’ottica della promozione del controllo e della prevenzione di ogni rischio, diviene esplicito il riferimento nello statuto al D.lgs 231/01 riguardante la responsabilità amministrativa degli enti e agli adempimenti conseguenti a questa normativa di ampio spettro. Nell’autunno 2010 il Governatore Draghi affermava che “una gestione improntata a criteri di efficienza, l’attenzione ai rischi, un efficace governo societario sono i presupposti affinché la mutualità delle BCC possa essere stabilmente al servizio delle comunità locali”. Non possiamo non essere d’accordo col Governatore considerando ormai il governo societario come fattore chiave per rinnovare la nostra funzione mutualistica. Una funzione che si arricchisce nel continuo e per la quale siamo tutti chiamati a dare il nostro personale e sempre più responsabile contributo. Giorno per giorno.


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APPUNTI DEL DIRETTORE

Le BCC alla sfida del domani:

come costruire un nuovo modello per lo sviluppo di Paolo Giuseppe Grignaschi

A partire da questo numero la rivista Orizzonti apre lo spazio “Appunti del Direttore” alla riflessione sul futuro del Credito Cooperativo, che sarà oggetto del XIV° Convegno Nazionale che avrà luogo a Roma nel prossimo dicembre. Il nostro IV° Convegno annuale, cui è dedicato questo numero della rivista, è stato, come riconosciuto da più parti, un importante momento di riflessione e di confronto, per tutto il sistema del Credito Cooperativo, con le maggiori autorità di riferimento - Banca d’Italia ed Antitrust, rappresentate ai massimi livelli, affrontando tutti i nodi da sciogliere, quali gli assetti di governan-

ce, l’adeguatezza patrimoniale, l’efficienza organizzativa, il sistema a rete, e facendo emergere come, per uno sviluppo equilibrato e sostenibile, sia ineludibile la capacità di dotarsi di un’adeguata regolamentazione, che sostenga la necessaria evoluzione organizzativa delle BCC per contenere i costi e diversificare le fonti di ricavo attraverso una crescita verticale, la quale comporta l’intensificazione dei rapporti con la base sociale e la valorizzazione di quelli con il territorio; ciò con la consapevolezza di operare sempre in ottiche di sistema utilizzandone al meglio le risorse. L’ampiezza, la profondità, la complessità e l’interrelazione tra tutte queste sfide richiede la capacità di saper pensare ad un nuovo modello organizzativo e di business del sistema del Credito Cooperativo. Le brevi riflessioni che seguono sono, quindi, dedicate ad un possibile percorso per l’elaborazione di un “modello” di Credito Cooperativo e prendono spunto da studio pubblicato nell’ultimo numero di Harvard Business Review.1 L’approccio è evidentemente teorico e di matrice internazionale ma, come potrete notare, estremamente coerente con il tipo di riflessione

che il nostro Sistema è chiamato quest’anno a sviluppare, nell’ambito del Congresso Nazionale in cui si getteranno le basi per la costruzione del Credito Cooperativo del prossimo decennio. Il primo passo è l’individuazione degli elementi costitutivi di un modello organizzativo e di business che integri i seguenti 4 elementi: 1) 2) 3) 4)

La proposizione di valore La formula della redditività I processi chiave Le risorse chiave

Dalla definizione della proposizione di valore, su cui si tornerà più avanti, si possono prendere direzioni diverse, a seconda che si voglia competere sulla base della differenziazione oppure soltanto sulla base del prezzo. In quest’ultimo caso si dovranno fissare in via prioritaria gli aspetti relativi alla formula della redditività, cioè la struttura dei costi, il modello dei ricavi, eventualmente la loro diversificazione, gli obiettivi in termine di margini unitari e la velocità di rotazione delle risorse impiegate, nel nostro caso gli aspetti legati alla gestione dell’attivo e del passivo, con particolare riguardo alla liquidità ed al funding.


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APPUNTI DEL DIRETTORE Nel caso, invece, della competizione sulla base della differenziazione, saranno le risorse chiave ad essere determinate in via prioritaria e, quindi, il marchio, le persone, la tecnologia, le partnership ed i canali distributivi. Il punto di passaggio, in un senso e nell’altro, sarà la definizione dei processi chiave, la ricerca e sviluppo, i processi produttivi – nel nostro caso innanzitutto il processo creditizio e il processo di governo – la gestione delle risorse umane, la gestione della base sociale ed i sistemi informativi.

Fig. 1

Nella figura 1 si propone una rappresentazione grafica del modello. Trovo che, nel caso del Credito Cooperativo, questo approccio teorico, presenti i seguenti vantaggi: 1) Prende in considerazione tutte le variabili chiave della nostra attività 2) È compatibile con una soluzione che contempli una sistema a rete o comunque multilivello 3) Evidenzia chiaramente il conflitto “amletico” delle nostre BCC tra la volontà di competere sulla base del-

la differenziazione del proprio modo di essere rispetto alle altre Banche e la necessità, invece, di competere su variabili che sono prettamente di efficienza, bisogno, questo, dettato dalle emergenze quotidiane 4) E’ incentrato sulle problematiche aziendali e, quindi, può essere costruito dal basso 5) Assume come punto di partenza la proposizione di valore ed è, quindi, coerente con le caratteristiche distintive delle BCC sancite dall’art.2 dello Statuto.


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APPUNTI DEL DIRETTORE Rimanendo su quest’ultimo punto, definire la proposizione di valore significa costruire un sistema d’offerta allargato, dove ai prodotti ed ai servizi si aggiungono tutti i fattori per i quali la BCC vorrebbe essere scelta dalla propria clientela, inclusi anche gli aspetti relazionali o connessi al ruolo che si vuole assumere all’interno dei propri territori di riferimento, con un approccio scientifico che consenta di apprezzare i singoli elementi, definendone il beneficio in termini di valore nei confronti sia dell’azienda, che dei propri clienti. Nel caso delle BCC, la definizione della proposizione di valore è, in realtà, la definizione del proprio mercato di riferimento. Se infatti le BCC, che, come noto, hanno un mercato definito territorialmente, considerano la clientela in maniera indistinta, in termini di puri bisogni finanziari, è evidente che la competizione debba essere spostata sul terreno del prezzo. Per poter, invece, spostare la competizione sul terreno del valore, si deve partire da una proposizione di valore che presupponga la definizione del proprio mercato di riferimento in termini anche di bisogni sociali. In un mercato definito in tal senso, il modello organizzativo e di business dovrebbe essere volto al raggiungimento dell’obiettivo della creazione di un valore comune o di un valore condiviso, secondo la definizione di shared value data da Porter e Kramer 2, e cioè come politiche e pratiche operative che sviluppano la competitività di un’azienda, mentre contemporanea-

mente migliorino le condizioni economiche e sociali delle comunità in cui òa stessa opera. La creazione di valore comune si focalizza sull’identificazione e l’espansione del progresso economico e del progresso sociale, in una definizione che, come si vede, corrisponde perfettamente alla nostra missione statutaria, con la specificazione che il progresso sia economico, che sociale deve essere misurato utilizzando il concetto di valore, definito come benefici in rapporto

ai costi, e non solo come benefici a sé stanti. Si tratta, quindi, di legare il nostro ruolo di buone cooperative all’interno dei territori di riferimento con quello di buone Banche capaci di generare valore economico nello svolgimento dell’attività di intermediazione creditizia. Un siffatto approccio metodologico, tra l’altro, consentirebbe di dare più concretezza alla strategia di verticalizzare lo sviluppo, definendone precisi riferimenti quantitativi. Si tratterebbe, quindi, di aumentare la propria redditività agendo sulla creazione di valore condiviso all’interno dei territori in cui si è presenti, piuttosto che creare nuovo valore in nuovi territori. In termini di “chi fa cosa”, è immediato concentrare nel prossimo

congresso la definizione delle importanti scelte di posizionamento con dati, fatti e relative riflessioni. Conseguentemente, spetterà alle BCC costruire la proposizione di valore, nei territori, coadiuvati dai partner che verranno selezionati, adeguando le risorse e i processi come conseguenza. Evitare la competizione sul prezzo, confrontarsi con i propri stakeholders, ricercare un posizionamento di mercato “allargato” – nei termini in cui è stato esposto – adeguare le risorse a quanto definito. Non c’è nulla di nuovo e di rivoluzionario in tutto ciò, è solo l’incipit di un possibile percorso metodologico, che possa portare a precise indicazioni concrete. Si tratta semplicemente di una strada per valorizzare quanto fin qui fatto ed i 7+ delle BCC Federlus, così come sono stati presentati nel nostro ultimo Convegno annuale, definendo nuove linee di sviluppo strategico, che evitino di finire nelle paludi dell’eccessiva sovrapposizione territoriale o della ricerca di una dimensione critica comunque irraggiungibile a livello di singole BCC, in cui il nostro Movimento rischia di impantanarsi con gravi conseguenze per tutti.

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“New business models in emerging mar-

kets” - a cura di, Innosight, società di consulenza e di investimento in innovazione strategica. 2

Porter and Kramer, Strategy & Society

The Link between Competitive Advantage and Corporate Social Responsibility.


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SPECIALE CONVEGNO

L’autoregolamentazione

per uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle BCC

Il 2 dicembre a Roma, si è tenuto il convegno annuale della Federazione delle BCC del Lazio Umbria Sardegna. “In uno scenario economico e finanziario che rimane caratterizzato da marcate incertezze, le BCC di Lazio, Umbria e Sardegna sono chiamate a intensificare il proprio impegno al servizio delle comunità locali, rispondendo nel contempo alle sfide che si profilano all’orizzonte anche in rela-

zione al recepimento delle nuove normative di derivazione internazionale”. Lo ha affermato il Presidente della Federazione Francesco Liberati all’apertura dei lavori del convegno, che si è tenuto nel Palazzo della Cooperazione in Via Torino alla presenza di un folto pubblico e importanti ospiti istituzionali, con il coordinamento di Angela Maria Scullica, direttrice del mensile Banca Finanza. Le sfide fondamentali di rinnovamen-

to che il Credito Cooperativo è chiamato a realizzare – ha aggiunto Liberati – riguardano gli assetti di governance, l’adeguatezza patrimoniale, l’efficienza organizzativa e il rilancio del sistema a rete con il varo definitivo del Fondo di Garanzia Istituzionale. La capacità di dotarsi di un’adeguata autoregolamentazione è un fattore ineludibile per uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle BCC. Il tutto intensificando sempre più le sinergie di Gruppo.

È già domani


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SPECIALE CONVEGNO C’è voglia di Credito Cooperativo Paolo Giuseppe Grignaschi, Direttore Generale Federlus, ha poi delineato il quadro di riferimento del Credito Cooperativo nelle tre regioni: “C’è voglia e bisogno di Credito Cooperativo e arriviamo al nostro domani essendo più presenti nei mercati locali, dove stiamo crescendo come numero di banche, numero di sportelli e volumi intermediati”. Ma come sarà la BCC del domani? Su questo, quindi, ha aperto una riflessione a partire dalla solida situazione attuale delle BCC associate, nonchè sulla qualità del credito e degli assetti patrimoniali. Obiettivo è quello di affrontare le sfide future in uno scenario che rimane veramente difficile, come ricordato dal professor Giacomo Vaciago nel suo intervento, ricordando la genesi

della crisi mondiale innestata dalla bolla speculativa immobiliare americana, con la successiva caduta della produzione industriale su scala planetaria. In Italia è in atto una ripresina e, se tutto va bene, si toccheranno i livelli pre-crisi nel 2015. Nel frattempo, bisogna che si decida se l’Italia debba rimanere un Paese industriale e quindi promuovere una politica economica coerente. Quanto al sistema bancario sarebbe bene tornare a una netta separazione tra l’attività creditizia in senso stretto e la pura intermediazione finanziaria e speculativa. Da questo punto di vista è auspicabile un nuovo sistema di regole.

Il ruolo delle Federazioni locali E a proposito di regole, Salvatore Maccarone, Presidente di Banca Fi-

deuram e di Sef Consulting, ha ricordato come in realtà ce ne siano molte ma anche molto non applicate. In ogni caso l’applicazione delle regole ha un costo altissimo per le banche, soprattutto per quelle di più piccole dimensioni. Le BCC, in particolare, hanno già avviato la via dell’autoregolamentazione attraverso i Fondi di Garanzia. Molto importante a tale proposito è il Fondo di Garanzia Istituzionale, di cui si attende a breve l’entrata in operatività, come anche importante è il ruolo delle Federazioni locali. In generale, ha quindi sottolineato come sia necessaria una semplificazione delle regole proprio nell’interesse degli utenti finali: in particolare va evitato un eccesso di informazione, informazione che quando è sovrabbondante può divenire controproducente, basti pensare al caso della MiFid.


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SPECIALE CONVEGNO Una crescita al servizio del Paese Per Antonio Catricalà, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nonostante alcune pregiudiziali iniziali, ora superate, sulle regole interne tipiche delle BCC che ne limiterebbero la contendibilità, va dato atto al sistema BCC di una crescita sana e del ruolo al servizio del Paese soprattutto in questo periodo di crisi. Detto questo, bisogna fare attenzione all’autoregolamentazione: se questa non influisce sulle scelte strategiche e commerciali e sulla tutela dei consumatori ben venga. Quanto al progetto del Fondo di Garanzia Istituzionale, si tratta di un’iniziativa lungimirante pensata in tempi non sospetti. Tuttavia van-

Sostenere la redditività

Più sviluppo verticale

Maurizio Trifilidis, Direttore Superiore, Titolare dell’Unità di Coordinamento d’area e collegamento filiali della Banca d’Italia, ha sottolineato il lavoro in corso con Federcasse riguardo sia al Fondo di Garanzia Istituzionale, strumento per rafforzare solidità ed efficienza, sia allo statuto tipo per le BCC in corso di rivisitazione. Quindi ha evidenziato la necessità di intervenire per sostenere la redditività delle Bcc, in primo luogo con la riduzione dei costi, anche prevedendo una maggiore concentrazione aziendale, o con economie di scala a livello di sistema. L’altro fattore d’attenzione è l’espansione del credito, fattore su cui Banca d’Italia sta approfondendo le diverse sfumature. Si tratta di un fatto positivo, ma esistono margini di miglioramento nel processo di erogazio-

Alessandro Azzi, dopo aver ricordato i numeri di un sistema in crescita, è tornato sull’importanza dell’autoregolamentazione e sulla necessità di diversificare le fonti di ricavo in un contesto di redditività decrescente. Poi c’è il tema dei costi. In questi anni le BCC si sono espanse: basti pensare alla crescita del numero degli sportelli con i relativi costi aggiuntivi. Ora bisogna concentrarsi sullo sviluppo verticale. “Ora che abbiamo allargato la rete operativa, fermiamoci e consolidiamo – ha detto Azzi – pensando a nuove sinergie e a un’operatività comune per abbattere i costi operativi”. Questo riguarda anche le Federazioni regionali che possono collaborare tra loro con la possibilità di valorizzare i centri di eccellenza al servizio di tutti. Quanto al Fondo di Garanzia istituzionale, siamo vicini al risultato. Infine il tema della governance, dove abbiamo lavorato proattivamente: al riguardo, è stato già varato il nuovo statuto tipo e siamo in attesa del parere della Banca d’Italia per poi passare all’approvazione assembleare nelle singole BCC. Punti salienti sono la qualità degli amministratori, la partecipazione dei soci alla vita sociale, l’attenzione alle parti correlate nel processo creditizio. “Il Credito Cooperativo del 2020 – ha concluso Azzi – dobbiamo costruirlo oggi con quattro elementi perno: cultura, controllo, consenso e coesione”. Si tratta in definitiva di “camminare per precedere i problemi” come ricordato da mons. Francesco Rosso nel suo intervento di saluto all’apertura dei lavori.

Luigi Marino, Presidente Confcooperative e Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse no salvaguardati i principi di concorrenza, evitando un’eccessiva integrazione di sistema che possa limitare la concorrenza tra le BCC sul territorio. Per evitare tali rischi vanno configurati adeguati assetti di governance del Fondo.

ne del credito. Terzo aspetto focale è quello dell’organizzazione e del controllo, con assetti di governo aziendali tali che ogni soggetto possa svolgere il proprio ruolo alimentando una sana dialettica interna. Ben venga il nuovo statuto a rafforzare tali assetti.

Fabrizio Burelli


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SPECIALE CONVEGNO

Sintesi degli interventi Francesco Liberati PRESIDENTE FEDERLUS

La nostra autonomia come valore sociale Come osservato da autorevoli fonti, le BCC hanno dimostrato, anche durante questa crisi, un’importante funzione nell’assicurare stabilità e radicamento sul territorio. Le BCC hanno continuato a erogare credito anche nei momenti di maggiore difficoltà. Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (nella Indagine conoscitiva sulla governance delle banche), le BCC “mostrano effettivamente una realtà radicata territorialmente e strettamente connessa con l’attività di erogazione dei finanziamenti ai soci e all’area locale”. Ed ancora: “E’ confermato che le BCC operano in una prospettiva effettivamente mutualistica e che la loro attività è svolta significativamente nei confronti dei soci“. Possiamo essere più che soddisfatti per quello che abbiamo fatto e che potremo ancora fare, al servizio

del paese e dei cittadini in questi anni difficili. Ma per continuare in questo compito dobbiamo guardare al domani come se fosse già oggi, operando sempre più in ottica di sistema e utilizzando al meglio le risorse di sistema. E dobbiamo farlo migliorando l’efficienza e adeguandoci, anzi anticipando le nuove regole che stanno arrivando. Pensiamo in primo luogo alle nuove indicazioni del Comitato di Basilea che entreranno in vigore a partire dal 2013. La risposta a queste sfide è ancora una volta di carattere organizzativo e nel Gruppo. Dobbiamo organizzarci meglio, e non dobbiamo aspettare di subire le nuove regole ma autoproporci con un’autoregolamentazione organica e previdente. Dobbiamo attivarci per adeguare i nostri assetti patrimoniali alle sempre più impegnative esigenze di copertura dei rischi ampliando gli strumenti per qualificare patrimonio e capitale sociale. Per questo, ancora una volta non possiamo prescindere dalla forza del sistema, del gruppo bancario. Non possiamo prescindere da quelli che sono i nostri valori fondanti, dal ruolo prevalentemente sociale delle nostre banche. Un ruolo che oggi trova sempre più attuale e consapevole conferma da più parti e che non fa che rafforzare il senso della nostra missione. In particolare, dobbiamo difendere l’autonomia delle nostre banche, rimanendo fedeli alla nostra dimensione di soggetti espressione della società civile locale. Dobbiamo rimanere lontani dalla

politica, ancorandoci alla nostra autonomia come valore sociale e affinando i meccanismi di governance a garanzia di un corretto, trasparente e partecipato funzionamento delle banche . A tale proposito, sono pronte le proposte di modifiche statutarie che dovranno essere sottoposte alle assemblee. Sono molte e rilevanti le novità proposte volte a promuovere la partecipazione dei soci alla vita cooperativa, che riguardano il funzionamento dei consigli di amministrazione e il tema del conflitto di interesse degli amministratori. In generale si può dire che le modifiche hanno l’obiettivo di garantire meccanismi di governo sempre più funzionali a una sana, prudente, trasparente gestione.

Paolo Grignaschi DIRETTORE GENERALE FEDERLUS

Come ci arriviamo In uno scenario difficile come quello che stiamo vivendo, è opportuno che guardiamo dentro di noi per dare il meglio, con un'analisi oggettiva di quella che è la situazione di partenza, per poterci poi traguardare su nuovi obiettivi ambiziosi e cercando di capire in che condizioni


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SPECIALE CONVEGNO siamo rispetto alla capacità di continuare a perseguire la nostra missione. In questa direzione “i 7+” delle BCC Federlus sono:

Giacomo Vaciago PROF. ORDINARIO ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO

1 + numerosi: - 28 BCC associate, 1 nuova BCC costituita lo scorso settembre (BCC di Frascati), - nuovi comitati promotori

2 + presenti: - sul territorio (+52% gli sportelli nel periodo 2005-2009) - sul mercato con quote in crescita - nelle comunità (+33% i soci nel periodo 2005-2009)

3 + apprezzati: - visibilità pubblica - immagine e valore del marchio - nelle singole relazioni di clientela

4 + solidi: - dotazione patrimoniale (Tier 1 pari al 16,45%, 14,2% BCC Italia, 9,4% Unicredit, 8,9% Intesa), - qualità degli attivi (rapporto sofferenze/impieghi pari a 3,7%, 3,9% BCC Italia, 3,7% sistema bancario)

5 + competitivi: - Mission e modello di business (apprezzamento generalizzato e rilancio nella crisi)

6 + organizzati: - Una BCC è tanto più organizzata quanto più è focalizzata sul core business … di converso, quanto più esternalizza attività non core

7 + uniti e coesi.

Come sarà Per 10 anni Grecia, Spagna, Irlanda, Italia, si sono indebitate a tassi tedeschi: lo spread che pagavano sul bund decennale era pochi decimi di punto. I mercati non se ne erano accorti: i mercati sono perfetti sempre dopo, mai prima. I mercati non si erano accorti che ci si stava indebitando a tassi tedeschi per tirare a campare (noi italiani) e per speculare in edilizia, in prestiti balordi, eccetera, quelli che facevano finta di essere americani - cioè gli irlandesi, i greci, gli spagnoli e i portoghesi - che si sono indebitati a tassi tedeschi, non per fare cose che contribuiscono alla crescita del paese, ma per inseguire bolle speculative e quant'altro. Un bel giorno i mercati si sono accorti che era una finta pensare che siamo tutti tedeschi, e naturalmente hanno enormemente sbandato dalla parte opposta. Perché gli spread che oggi applicano a paesi come Grecia e Irlanda, sono da paesi che stanno per fallire. (…) Il governatore della Bank of England, non manca occasione per

ribadire che le banche too big too fail vanno fatte a pezzi prima e non dopo il fallimento, cioè non devono esistere. Se una banca è too big too fail l'azzardo morale è che “posso correre qualunque rischio, tanto mi salveranno”…Al momento le too big too fail sono state salvate, cioè sono banche quasi pubbliche, a Londra come a New York. Come ne usciamo? Facendole a pezzi e rimettendole sul mercato, o no? L'altro grande quesito, che rimane irrisolto, è se torniamo a ciò che avevamo imparato negli anni ’30, cioè che la cosa pericolosa non è il banchiere quando fa fidi, ma è quando la mattina fa fidi e il pomeriggio prende posizioni sui mercati. Quindi, quando gioca sui due tavoli, del credito all'impresa che conosce e del mercato su cui usa altre informazioni, per prendere posizioni speculative. Il Glass-Steagal Act negli anni ’30 separò la banca di credito commerciale, la normale banca come le BCC, da chi prende posizioni sui mercati, come Lehman, Goldman Sachs o altri bei nomi che prendono posizioni speculative. L'idea del Glass-Steagall è stata però abolita in tutto il mondo, cioè noi siamo tornati negli anni ‘90 a rimettere sotto lo stesso tetto - con muraglie cinesi sottilissime e perforabili - il direttore di filiale che dà credito all'impresa, di cui ben conosce pregi e difetti ed è in grado di valutare quel credito per la probabilità che ha di portarlo a casa, e i ragazzotti di trent'anni che hanno voglia di avere la Porsche a Natale speculando per gli istituti per cui lavorano e facendo profitti enormi.


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SPECIALE CONVEGNO Salvatore Maccarone PRESIDENTE BANCA FIDEURAM E SEF CONSULTING

Il ruolo delle Federazioni Le BCC a livello di sistema hanno un ruolo e un posto particolare, perché il loro legame con il territorio e quindi anche la potenziale limitatezza della loro capacità di espansione, necessariamente richiede delle strutture di sistema. Sono strutture che integrano la capacità delle banche e creano la rete, di cui tante volte voi avete sentito parlare, che è indispensabile perché queste banche possano svolgere la loro funzione. Questa rete si manifesta a vari livelli, attraverso le federazioni regionali, in primo luogo, e le strutture centrali, sia imprenditoriali che istituzionali. I fondi di garanzia sono la manifestazione normativa di questa diversità, di questo assetto, di queste esigenze particolari della categoria, perché, come sapete, sono fondi diversi da quelli del resto del sistema. Anzi, il resto del sistema ne ha uno solo, il Credito Cooperativo ne ha già due e ne sta studiando un terzo fondamentale, che probabilmente assorbirà uno dei due e che avrà una rilevanza straordinaria: il Fondo di Garanzia Istituzionale. È uno strumento di garanzia della solidità del

sistema e fa applicazione proprio dei principi della mutualità: la capacità dell’insieme di sostenere le singole parti del sistema. Se le caratteristiche del Credito Cooperativo in generale sono queste, devono anche produrre poi delle valutazioni e dei giudizi diversi rispetto a quelli che si applicano alle altre banche. Credo che le iniziative di autoregolamentazione del Credito Cooperativo debbano essere valutate in modo diverso da quello in cui si valuterebbero le iniziative di altre categorie di intermediari. Questo

non perché si richiede un trattamento di favore, ma perché c'è una scelta ordinamentale a monte: le Banche di Credito Cooperativo sono disciplinate dal nostro sistema in un modo diverso da quello delle altre banche. Quindi, se non si creasse questa distinzione sul piano dell'interpretazione e dell'applicazione delle regole, si creerebbe una situazione di contrasto con l'ordinamento primario. Le Federazioni regionali, in particolare, hanno un ruolo essenziale in questa assistenza delle singole BCC; ricor-

HANNO PARTECIPATO Banca d’Italia Fabio Bernasconi – Direttore Settore Collegamento Filiali. Unità di Coordinamento d’Area e Collegamento Filiali Christian Ricciuti – Servizio Rapporti Esterni e Affari Generali Paolo Galiani – Direttore della Sede di Roma Paolo Pasca – Direttore della Sede di Perugia Roberto Caramanica – Direttore dell’Ufficio Supervisione Intermediari Finanziari – Sede di Roma

Confcooperative Luigi Marino – Presidente Paolo Galante – Direttore Generale di Fondo Sviluppo

Società ed Enti Centrali del Credito Cooperativo Giulio Magagni – Presidente di Iccrea Holding Francesco Carri – Presidente di Iccrea Banca Serafino Bassanetti – Presidente di Banca Agrileasing Sergio Gatti – Direttore Generale di Federcasse Federico Cornelli – Direttore Generale del Fondo di Garanzia Istituzionale Roberto di Salvo – Direttore Generale del Fondo di Garanzia dei Depositanti Roberto Mazzotti – Direttore Generale di Iccrea Holding Enrico Duranti – Direttore Generale di Banca Agrileasing Paolo De Angelis – Direttore Generale di Sef Consulting Claudio Brazzolotto – Direttore Generale di Iside S.p.A.


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SPECIALE CONVEGNO dava il Direttore Paolo Grignaschi quanto si fa in sede di Federazione con l'esternalizzazione di funzioni essenziali, come quelle dei controlli interni - audit, compliance - e il contributo delle Federazioni è un contributo che deve essere salvaguardato, perché altrimenti le BCC che vi appartengono non riuscirebbero a svolgere la loro funzione. Un settore nel quale a mio parere le Federazioni dovrebbero poter esercitare la loro capacità di assistenza e di consiglio delle BCC, è anche quello dell'aiuto nelle loro scelte sull'insediamento territoriale. Le Federazioni hanno una visione complessiva e approfondita del territorio, quindi potrebbero essere di grande ausilio per evitare scelte non sufficientemente meditate.

Antonio Catricalà PRESIDENTE ANTITRUST

Fare impresa

nell’interesse del cliente I rapporti tra l'Antitrust e il mondo del Credito Cooperativo, sono stati finora caratterizzati da una vivace dialettica; non ruvida, ma vivace. (…) Ma quelle che sono molte delle idee pregiudiziali dell'Antitrust, possono lasciare il campo a un colloquio che può portare a mi-

gliori risultati. Basta dire che nel periodo della crisi i finanziamenti delle BCC sono saliti in maniera superiore rispetto al resto del mondo bancario sia a favore delle famiglie consumatrici sia a favore delle imprese. Parliamo di una media dell'8%, laddove il sistema bancario nel suo complesso in quel periodo di crisi cresceva solamente dello 0,3%: vuol dire che allora questo localismo, questo attaccamento al territorio, non è poi una scelta così sbagliata. Di questo bisogna rendersi conto, i dati parlano da soli. (…) Il mondo delle Banche di Credito Cooperativo è un mondo particolarmente affascinante, perché ha dimostrato di essere fortemente aziendalista, imprenditoriale, ma nello stesso tempo con una forte ispirazione sociale e molto legato al territorio. Cioè ha dimostrato, direi, un'etica della propria strutturazione e della propria cultura che è apprezzabile e che, anzi, potrebbe essere anche un esempio. Noi pensiamo che, pur non essendo le BCC grandi imprese bancarie, pur non essendo i principali attori del mercato, esse possano svolgere quel ruolo di “mosca cocchiera”, quel modello da seguire nell’individuazione di una serie di regole di trasparenza, di buoni rapporti con la clientela. In altre parole parliamo di una visione della banca imprenditrice ma che abbia a cuore gli interessi anche del cliente, anche del cliente piccolo, del cliente che qualche volta va in rosso, ma che però alla fine risponde, è fedele e alla fine fa di tutto per pagare. Perché la verità è che gli italiani sono persone che pagano i loro debiti, e questo dobbiamo riconoscerlo in quanto Autorità e in quanto operatori del mercato.

Maurizio Trifilidis DIRETTORE SUPERIORE BANCA D’ITALIA

Avanti con consapevolezza ed efficacia Siamo in presenza di una situazione congiunturale molto incerta e quindi le banche sono più vulnerabili. Le situazioni di necessità su cui Bankitalia è intervenuta nel 2009 sono state superiori a quelle del 2008, e quelle su cui siamo intervenuti quest'anno sono di più della somma del periodo 2008-2009: alcuni di questi interventi sono ovviamente sfociati in operazioni di rigore. In questa situazione di difficoltà devo dire che è sicuramente aumentata la relazione tra la Banca d'Italia e gli organi del sistema cooperativo. Quando ci siamo incontrati con il Presidente Alessandro Azzi siamo stati perfettamente d'accordo sul fatto che l'obiettivo è quello di avere un sistema cooperativo sano, potente ed efficace. Sono problemi su cui il mondo BCC è molto attento: lo siamo anche noi e quindi c’è perfetta identità di vedute. Devo dare anche atto che c'è una crescente consapevolezza da parte degli organi del mondo BCC dei problemi che dovranno essere affrontati. Ci sono - aggiungo poi - due


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SPECIALE CONVEGNO momenti fondamentali, e lo hanno ricordato più persone: il nuovo Statuto-tipo e il Fondo di Garanzia Istituzionale. E’ un tema su cui c'è interlocuzione, c'è convergenza, c'è identità di vedute: noi speriamo di portare avanti questi due punti insieme in maniera efficace.

Alessandro Azzi PRESIDENTE FEDERCASSE

Il Credito Cooperativo nel 2020 Sappiamo di essere posizionati in uno scenario difficile, caratterizzato da incertezze marcate. Ci è stato riconosciuto, e tutti hanno apprezzato, l'impegno che abbiamo sviluppato in questi due-tre anni di crisi, continuando ad erogare credito alle nostre imprese e dando prova di flessibilità: penso alle diverse forme di moratoria messe in campo ancor prima di quelle dell'ABI. Penso alle centinaia di iniziative di concreta attenzione alle situazioni delle singole persone, ai tanti accordi di microcredito che abbiamo sviluppato sul territorio nazionale. Oggi ci è riconosciuto un ruolo che può posizionarsi da protagonista nel sistema bancario: cito solo i 4300 sportelli,

ma penso anche al numero dei soci che ha superato il milione, ai clienti, alle masse di raccolta e di impieghi. Ricordo anche il dato patrimoniale: un dato di assoluta rilevanza, oltre 19 miliardi di euro, che si è incrementato anche nel periodo della crisi e che rappresenta nel complesso del Credito Cooperativo una componente solida. Certo, essendo quattrocento i soggetti che contribuiscono a comporre complessivamente il dato, non mancano anche momenti e situazioni di particolare problematicità. Sappiamo anche che la scelta di esserci, di dare risposte, non è stata indolore. La coerenza ha avuto un prezzo: abbiamo gestito - direi anche consapevolmente - una maggior pressione del credito in sofferenza. A giugno 2010 il rapporto sofferenza/impieghi era pari al 3,9%, in crescita di sette decimi di punto rispetto allo stesso periodo del 2009; nello stesso periodo il sistema bancario è arrivato al 3,6%, in crescita di un punto percentuale su base d'anno. Abbiamo detto in assemblea, meno di una settimana fa, che il futuro non si riproduce per replica. Il futuro che cerchiamo di immaginare e che cerchiamo di co-

struire, richiede di accrescere la prudenza e di accentuare la lungimiranza ed il coraggio. In tutto questo, io credo che si inserisca bene il tema dell'autoregolamentazione per la costruzione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile. (…) Io sono convinto che il Credito Cooperativo del 2020 dobbiamo costruirlo oggi partendo dalle nostre identità di banche del territorio, di banche capaci anche di autoregolarsi prima che altri ci regolino. Sarà necessario basarsi su quattro elementi determinanti: cultura, controllo, consenso, coesione. La cultura dovrà essere quella del servizio, delle competenze e dell’identità. Non siamo differenti dagli altri perché siamo più piccoli, siamo differenti dagli altri perché abbiamo dei valori e abbiamo una missione da compiere, ma dobbiamo farlo con il controllo, perché sappiamo bene quanto sia difficile e quanti rischi si corrono. Il consenso è quello che si è capaci di suscitare tra i propri soci, coinvolgendoli nel proprio territorio. Infine, non possiamo scappare: coesione. Coesione nei valori, nel disegno organizzativo, nell'operatività, coesione che produce concrete sinergie.


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SPECIALE CONVEGNO DOPO I LAVORI

La voce delle BCC Il convegno annuale della Federazione è stato un importante momento di riflessione sulle prospettive di evoluzione a breve e medio termine della governance delle nostre BCC. Riflessione arricchita dal contributo dei molti rappresentanti delle principali Autorità e Istituzioni di settore. Alla luce di quanto emerso, abbiamo chiesto ad alcuni esponenti delle BCC associate di parlarci dell’utilità di questo convegno e di cosa hanno riportato in BCC.

Maurizio Capogrossi PRESIDENTE BCC TONIOLO DI GENZANO

Guardare con ragionevole fiducia al futuro Già nel titolo "È già domani" dato all'iniziativa si trova conferma della impostazione che contraddistingue questo tipo di appuntamenti che la

Federazione annualmente organizza. Vi è la scelta di promuovere una riflessione prospettica sull'attività delle BCC in modo da costruire un quadro, per quanto possibile scientifico, sulla base del quale orientare le scelte imprenditoriali delle singole banche aderenti a Federlus. Il tutto anche attraverso contributi di grande spessore che consentono di considerare e mettere in relazione dinamiche globali e banche locali. Da più parti recentemente vengono indicazioni al Credito Cooperativo a guardare ad una crescita non più orizzontale intesa come affannosa rincorsa all'ampliamento della rete delle agenzie sul territorio, ma verticale quale impegno ad un presidio ed a un radicamento più profondo nei luoghi ove si opera. Ciò sia per una questione di saturazione del territorio con il conseguente rischio di una concorrenza intra moenia, sia soprattutto per non disperdere ma anzi valorizzare il rapporto con i soci ed i clienti che fa della BCC le banche di relazione per eccellenza. Ebbene, in questo quadro tengo a sottolineare come sulla questione la nostra Federazione sia stata antesignana nel sostenere che sviluppo e conquista di spazio non sono sinonimi. All'orizzonte si profilano nuove sfide. Siamo chiamati a gestire le difficoltà di un periodo di crisi senza precedenti, a proseguire in un'attività di accorta penetrazione del mercato, ad affrontare con consapevolezza gli accresciuti rischi, ad assumere scelte più rigorose che mai nella politica del contenimento costi.

Questo credo sia l'essenza del nostro convegno. E tutto ciò sarebbe impensabile se non si ragionasse in un'ottica di gruppo in cui le banche minori possono sviluppare grandi prospettive e gestire insieme scelte di sistema. Questa è la strada che consente di guardare con ragionevole fiducia al futuro nella rinnovata consapevolezza che il futuro si costruisce adesso.

Luciano Eufemi PRESIDENTE BCC NETTUNO

Chiare regole di comportamento Le Banche di Credito Cooperativo si trovano ad operare, oggi più che mai, in una economa caratterizzata da imprevedibilità e turbolenza; il contesto normativo, di riflesso, è divenuto complesso e stringente, senza presentare significative divergenze tra gli operatori del settore in base alla loro dimensione. Naturale conseguenza è l’incremento dei costi fissi di gestione, l’innalzamento dei livelli di break even e, conseguentemente, della più generale rischiosità operativa. Risultare conformi alla totalità delle diverse disposizioni normative risulta sempre più faticoso!


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SPECIALE CONVEGNO Tutto ciò mal si coniuga con le ridotte dimensioni, a volte monocellulari, che caratterizzano le banche di credito cooperativo. Sul fronte del rapporto con la clientela, invece, le BCC stanno facendo egregiamente il loro dovere. Sfruttando i propri vantaggi competitivi rappresentati da una ottimale conoscenza della clientela e da una radicale presenza sul territorio, stanno continuando a finanziare la parte sana dell’economia reale attraverso indispensabili e continue iniezioni di liquidità tese a coprire il fabbisogno finanziario delle numerose piccole e micro imprese che costituiscono la principale fonte di lavoro e ricchezza del nostro paese. E’ evidente che per poter continuare a svolgere questa funzione in ambiente di riferimento sempre più complesso e dinamico, dobbiamo puntare necessariamente sul nostro movimento! Davanti ai nostri clienti

dobbiamo restare piccoli, interlocutori privilegiati in grado di soddisfare tutte le loro esigenze finanziarie; davanti al sistema e alla concorrenza dobbiamo evidenziare tutta la forza del nostro stare insieme, del nostro patrimonio e della capillarità della nostra presenza sul territorio. Per stare insieme, però, non possiamo esimerci dall’individuare chiare regole di comportamento che, se da un lato costituiscono un elemento di riduzione del grado di autonomia, costituiscono un elemento indispensabile di unità e correlazione. Il sistema non deve essere una società di mutuo soccorso, che interviene in presenza di patologia a carico dell’una o dell’altra BCC; deve costituire, invece, il principale riferimento in termini di struttura organizzativa, gestione del sistema informativo, prodotti, servizi e soluzioni offerte alla clientela, il tutto ad adeguati livelli di

competitività, produttività ed efficienza. Senza l’ausilio di un sistema informativo comune e fortemente competitivo in termini di rapporto costi/benefici, senza federazioni locali che prestano servizi di alto livello o società prodotto che sono in grado di farci piazzare sul mercato soluzioni fortemente competitive, non abbiamo futuro e speranza. Siamo l’unica realtà che potrebbe operare sul mercato in modo da godere di un rapporto elastico e privilegiato con clientela e in grado di usufruire, mediante il sistema, dei benefici delle grandi dimensioni. Davanti a ciò ben venga una sana autoregolamentazione che individui, nei diversi settori, i parametri di una corretta operatività e degli standard minimi di efficienza e arrivi finanche a stabilire delle forme più o meno invasive di tutoraggio per le realtà meno performanti o ad alto rischio.


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CONOSCIAMOCI MEGLIO I SERVIZI FEDERLUS SI PRESENTANO

Consulenza e formazione Dopo aver conseguito la laurea in Economia Bancaria presso l’università degli studi di Siena è iniziata, nel settembre del 2005, la mia attività lavorativa in Federazione, nell’area Assistenza e Verifica in cui mi sono occupata dell’assistenza sotto il profilo legale e sindacale. Sono poi passata nell’Area Consulenza e Formazione in cui, inizialmente, mi sono dedicata all’attività di supporto alle Associate nella redazione di documenti relativi alla pianificazione strategica, alle richieste di apertura di nuove Filiali, al controllo di gestione. L’alluvione normativa che si è avuta in questi anni è stata spesso penalizzante nei confronti delle BCC, soprattutto le più piccole, in termini di costi e difficoltà pratiche per l’attivazione di processi di riorganizzazione ed allineamento al nuovo contesto evolutivo all’interno delle organizzazioni aziendali; per far fronte alle sempre crescenti richieste provenienti dalle Associate, la Federazione ha fornito un sempre crescente supporto per il raggiungimento di tali obiettivi. Ciò, ha reso necessario la mia focalizzazione su attività di consulenza afferenti l’adeguamento della regolamentazione interna e dello sviluppo organizzativo. Nel corso degli ultimi due anni le profonde modifiche/integrazioni delle normative di riferimento hanno determinato la necessità di revisionare l’organigramma e funzionigramma aziendale, struttu-

rando o adeguando interi processi operativi con l’assegnazione di ulteriori e specifiche mansioni in capo ai vari uffici e predisponendo dei manuali operativi sulle

Donatella Mazzei

principali normative (antiriciclaggio, trasparenza). Inoltre, supportata da professionalità esterne, ho avuto l’opportunità di coordinare il progetto per l’adeguamento del Sistema dei controlli interni, realizzato anche grazie alla partecipazione attiva ai gruppi di lavoro dei risk manager di alcune BCC, che hanno portato sul tavolo le loro esperienze e problematiche specifiche.

Il progetto ha permesso alle Associate di sistematizzare le attività di controllo di diversa natura svolte in azienda dal risk manager e da altre funzioni interne e/o esternalizzate, evitando duplicazioni e sovrapposizioni di attività. Allo scopo, è stata introdotta una metodologia e degli strumenti di lavoro, con approccio quali-quantitativo, che garantiscano al risk manager di uniformare gli interventi, peraltro coordinandoli nel continuo con le fasi del processo ICAAP, razionalizzando inoltre i flussi informativi rivolti ai vertici aziendali e alle Autorità di Vigilanza. Altro progetto, in corso di svolgimento, riguarda la revisione della regolamentazione interna in merito al processo incassi e pagamenti, recentemente impattato dal recepimento nel nostro ordinamento della Payment Services Directive (PSD) che ha comportato per le Banche la necessità di rivedere le procedure interne idonee a recepire i nuovi obblighi così da mitigare rischi di non conformità, reputazionali e di credito, “stravolgendo” prassi ormai consolidate negli anni sia dei collaboratori che dei propri clienti. Il percorso lavorativo finora svolto è stato molto impegnativo ma è stato soprattutto un’opportunità per la mia crescita professionale e personale, grazie anche al continuo confronto con i colleghi della Federazione e delle Associate.


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PRIMO PIANO STRUMENTI PER LO SVILUPPO

Banca Impresa Lazio S.p.A. CONVENZIONE BIL-FEDERLUS Siglato lo scorso mese di dicembre l’accordo quadro con la nostra Federazione volto a supportare lo sviluppo delle PMI clienti delle BCC Federlus Si intensificano i rapporti di collaborazione tra la nostra Federazione e la Banca di emanazione regionale. Dopo le intese che hanno permesso a quest’ultima di usufruire dei servizi tecnici federativi - Compliance e Formazione in primis - parte la prima iniziativa volta a permettere alle Associate di utilizzare gli strumenti di co-partecipazione al rischio emessi e gestiti da Banca Impresa Lazio. L’obiettivo è favorire l’efficiente allocazione del capitale delle BCC continuando a supportare le imprese clienti nell’attuale momento di forte discontinuità. Nel dettaglio l’intesa, siglata dalla Federazione per conto delle Banche di Credito Cooperativo Associate, prevede l’impegno da parte di Banca Impresa Lazio (BIL) a garantire i finanziamenti in via di erogazione da parte di ciascuna BCC nell’ ambito di attuazione di un intervento di garanzia individuale a carico del “Fondo per il sostegno del credito alle imprese del Lazio” - istituito dalla Regione Lazio e per il quale BIL risulta

affidataria in via esclusiva della gestione - e, in caso di in capienza del Fondo, a valere sul proprio patrimonio. Le banche aderenti possono aderire al programma disciplinato dalla Convenzione mediante sottoscrizione di un atto di adesione conforme ai documenti di cui all’Allegato D della Convenzione stessa. Ciascun Finanziamento erogato da una Banca verrà garantito da BIL nella misura del 60% del suo valore nominale; BIL si impegna altresì a richiedere al Gestore del Fondo di Garanzia nazionale (FGN) che ogni Finanziamento garantito sia controgarantito dal FGN stesso nella misura del 90% del valore dell’importo assistito dalla garanzia da essa prestata. BIL infatti, ha inteso convenzionarsi con il Gestore del Fondo di Garanzia nazionale ex Legge 662/96 (di seguito anche il “FGN”) per l’attivazione di operazioni di controgaranzia a carico del FGN medesimo in relazione alla protezione del credito rilasciata nel contesto del Programma. Per il testo della Convenzione e la documentazione allegata: www.federlus.it/area riservata/ Comunicazione e Marketing/ Convenzioni/ Alessandro Ceccarelli

Intervista a Enrico Pedretti

DIRETTORE GENERALE BANCA IMPRESA LAZIO Con l’arrivo della nuova convenzione BIL-Federlus abbiamo ritenuto di approfondire alcuni aspetti dell’attività BIL con il suo direttore Enrico Pedretti. Direttore, ci presenti brevemente Banca Impresa Lazio: qual è la sua origine, cosa fa, come opera? Banca Impresa Lazio (BIL) è una banca di emanazione regionale che opera nella strutturazione di programmi di garanzia a valere su fondi pubblici. L’obiettivo che BIL si pone è quello di agevolare l’accesso al credito da parte delle PMI offrendo garanzie qualificate (ovvero Basel-compliant) al sistema bancario. Dal 2007 BIL ha stipulato convenzio-


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PRIMO PIANO ni sia con la Regione Lazio che con Roma Capitale e ha attualmente attive campagne di finanziamento con quattordici banche presenti sul territorio. Il credito globalmente garantito da BIL nel quadro dei programmi attivati ammonta a circa 380 milioni di Euro, tutti per finanziamenti a medio-lungo termine. Grazie alla protezione rilasciata, oltre 1.000 imprese hanno potuto trovare adeguate forme di finanziamento per supportare la propria attività anche nel periodo di congiuntura negativa di mercato che si è verificata negli ultimi anni. BIL non si sostituisce alle banche, che rimangono il canale univoco di interfaccia con la clientela. Facendo leva sulle risorse pubbliche, invece, BIL offre un adeguata riassicurazione del credito, tale da consentire alle banche di concedere finanziamenti alle PMI a condizioni migliori in termini di costo ed accessibilità.

dito accordato alle imprese. Il moltiplicatore del credito che BIL realizza nel quadro dei programmi si aggira generalmente intorno a 1:15;

Rispetto ad altri strumenti simili, in cosa si caratterizzano quelli offerti da BIL?

Trasparenza - la standardizzazione delle procedure di valutazione delle richieste di finanziamento (che si basano su modelli accreditati a livello internazionale) fa sì che le banche trovino in BIL un soggetto affidabile in grado di mediare in maniera trasparente le informazioni fornite dalle imprese richiedenti la garan-

La garanzia di BIL si distingue per le seguenti caratteristiche: Qualità - la protezione offerta da BIL è perfettamente conforme agli standard di Basilea 2 e consente al sistema del credito un considerevole abbattimento del requisito di capitale da accantonare a fronte dei finanziamenti concessi. Tale risultato viene ulteriormente migliorato grazie al ricorso a strumenti e metodi di ingegneria finanziaria (quali la segmentazione dei rischi di portafoglio) e la sinergia con altri soggetti pubblici (e.g. il Fondo di Garanzia Nazionale ex L. 662/96); Efficienza - la garanzia di BIL permette di massimizzare la leva tra le risorse pubbliche impiegate ed il cre-

Ampio impatto - le operazioni assistite da BIL non sono mirate soltanto ad investimenti produttivi, ma anche al consolidamento delle passività a breve termine, al finanziamento dell’attivo circolante, alla provvista di liquidità e alla capitalizzazione. In tal modo, è possibile realizzare un intervento di sostegno a 360 gradi che assolva le esigenze contingenti delle PMI; Effettività - nell’ambito dei programmi di BIL, le banche sottoscrivono a priori un impegno specifico in termini di plafond di credito da erogarsi entro una scadenza definita, e sono quindi particolarmente incoraggiate a generare nuovi finanziamenti;

zia. L’effetto della presenza di BIL è quello di migliorare la capacità di interfaccia del tessuto produttivo con il sistema bancario operando come trait d’union. Le BCC delle nostre regioni operano in misura modesta, sia con le garanzie prestate dai Confidi che, d’altro canto, con quelle derivanti dal Fondo di Garanzia Nazionale: quale è la sua lettura a riguardo? E’ un fenomeno nazionale? L’applicazione di Basilea 2 ha portato a significativi cambiamenti del sistema delle garanzie, che peraltro non sono ancora completati. La valutazione di contenuto e qualità delle garanzie disponibili richiede uno sforzo da parte delle banche la cui gravosità aumenta con il diminuire della loro dimensione. Per questo riteniamo che iniziative come quella di Federlus, in grado di selezionare le iniziative più interessanti per le BCC del territorio, contribuiscano a diffondere meccanismi di co-partecipazione al rischio destinati ad un maggiore utilizzo in un sistema bancario sempre più attento all’efficiente utilizzo del capitale.


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IL PUNTO CONGIUNTURALE FOCUS AGRICOLTURA

Tra luci e ombre Il punto della situazione per l’agricoltura e il settore agroalimentare Il 2010 si rivela come un anno decisamente “in chiaroscuro” per l'agricoltura italiana. Cominciato in salita a gennaio, in questi ultimi mesi si sono avvertiti i primi timidi segnali di miglioramento che fanno ben sperare per il 2011. Purtroppo però, al contrario del settore industriale che finalmente chiude il 2010 con il segno più, l’agricoltura

italiana, sul fronte della produzione, continua a rimanere in negativo. Complessivamente, negli ultimi sei anni, si sono persi 2 miliardi di euro di valore aggiunto, cioè circa il 7% di arretramento dal 2004, in base a stime INEA; pertanto, la strada da percorrere per recuperare è ancora lunga. Negli ultimi due trimestri del 2010, l'Istat ha confermato un calo congiunturale del valore aggiunto in termini reali del 3,1% e dell'1,2%; tuttavia, nelle ul-

time settimane del 2010 si è registrato un andamento dei prezzi dei prodotti agricoli positivo, cresciuti da settembre di circa il 3-4% ogni mese; parallelamente, però, anche i costi di produzione sono aumentati, anche se ad un tasso decisamente inferiore (0,5% al mese). L'andamento dell'occupazione nel settore registra una leggera flessione (-0,3%), mentre è in forte crescita l'occupazione di manodopera straniera (+5%). La tenuta occupazionale, non-


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IL PUNTO CONGIUNTURALE ostante la crisi, è un segnale positivo che va sottolineato così come il carattere inclusivo dell'agricoltura rispetto ai lavoratori di altri Paesi. Nel 2010 si stima che il calo della produzione agricola totale ammonti a circa il -2%, dovuto soprattutto alla riduzione delle colture vegetali (-5%) bilanciato dalla crescita delle produzioni zootecniche (+2% circa). L'ortofrutta appare come il settore più penalizzato (in particolare per quanto riguarda pere, mele, pesche, kiwi, agrumi, patate e pomodoro industriale), ma anche i cereali invernali, il mais e il riso, non se la passano meglio. L'unico prodotto che non ha il segno negativo tra i dati Istat è l'olio di oliva (elaborazione ISTAT su dati ISMEA). In aggiunta, secondo dati Eurostat pubblicati di recente, nel 2010 il reddito degli agricoltori italiani è calato del 3,3%, in controtendenza con quello dei colleghi europei che, in media, è aumentato del 12,3%. In merito a questo, il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, ha dichiarato in sintesi che “Il nostro Paese stenta ad uscire dalla crisi”. La concorrenza sui mercati mondiali, associata agli elevati standard di qualità, sicurezza e benessere (quest’ultimo per il settore zootecnico) richiesti dal consumatore e dal mercato, portano l'agricoltore a dover sostenere sforzi economici che, in molti casi, non trovano riscontro in termini di valore aggiunto sulle produzioni. Volatilità dei prezzi, diminuzione del potere di negoziazione degli imprenditori agricoli di filiera e instabilità dei mercati hanno creato, negli ultimi quattro anni, una contingenza negativa sul fronte dei prezzi sia per l'agricoltura europea che per quella italiana. Tuttavia, la Commissione Europea indica che,

a medio termine, le prospettive per i mercati agricoli sono favorevoli e, le tematiche sopracitate hanno inciso sulla definizione della PAC 2014-2020. Nel Lazio, su una superficie di 1milione di ettari, circa 730mila sono destinati all’agricoltura, con oltre centomila aziende attive e 65.000 addetti; questi numeri testimoniano l’importanza di un settore che, dopo anni di declino, sta cominciando a vivere una nuova stagione. I prodotti di eccellenza, i marchi tipici regionali, i distretti agro-energetici, gli agriturismo e il turismo rurale, costituiscono parte del patrimonio agroali-

Si può affermare che anche per il 2010 permane la situazione di crisi generale nel settore primario, caratterizzato da forte polverizzazione aziendale, frammentazione poderale, produttività inferiore rispetto ai principali concorrenti europei mentare laziale. Il Lazio è settimo in Italia per numero di produzioni riconosciute, con 16 prodotti a denominazione, di cui 10 DOP e 6 IGP. Fra questi spiccano gli oli extravergini di oliva, gli ortofrutticoli, i prodotti della filiera carne e i prodotti tipici tradizionali (oltre 350); una buona percentuale di questi prodotti sono concentrati nell’area pontina. Il polo di filiera agro-industriale pontino può contare su una presenza agro-industriale rilevante e ormai consolidata, che si concentra specialmente nel Capoluogo, a Cisterna di Latina e nel triangolo composto da Sezze, Pontinia (es. Plasmon, Francia e Ottaviani) e Priverno. La Regione Lazio sostiene gli agricolto-

ri che vogliono specializzarsi in questo settore, come dimostrano i circa 6 milioni di euro stanziati per la realizzazione di distretti produttivi dedicati alle colture di pregio e i progetti di tracciabilità e assistenza alle aziende, che coinvolgono più di 100 comuni, per la creazione una filiera corta e controllata della qualità. Vi sono poi diversi marchi di qualità ideati dall’assessorato regionale. Per il Lazio, anche nel 2010, come già era accaduto negli anni precedenti, la campagna agraria si è chiusa all’insegna della negatività: produzione in calo (-2,1%), perdita del valore aggiunto (-2,5%), calo dei prezzi all’origine (-4,5%) e aumento dei costi di produzione (+3,8%), calo degli investimenti (-3,5%). La perdita stimata del reddito degli agricoltori si attesterà intorno al 6-7%. Un 2010 “in chiaroscuro” anche per l'agricoltura umbra e sarda. In Umbria, probabilmente il 2010 sarà ricordato come una delle annate migliori per quanto riguarda l’andamento produttivo che ha premiato la qualità di vino, olio, grano e tabacco; purtroppo però non si può dire la stessa cosa per i risultati economici delle imprese agricole, che hanno visto assottigliarsi ancora di più i loro redditi a causa dei prezzi in ribasso e, anche nei pochi casi in cui questi sono aumentati (grano, girasole), non sono stati in grado di compensare il vertiginoso incremento dei costi di produzione. Se a queste considerazioni aggiungiamo le difficoltà in cui versano comparti fondamentali dell’economia agricola regionale, come il suinicolo e il tabacchicolo, viene delineato un quadro ancora di incertezza generale. Situazione analoga anche in Sardegna, altro territorio nel quale calano i prezzi pagati ai produttori; ad esem-


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IL PUNTO CONGIUNTURALE

pio, il latte ovino rimane sotto i 60 centesimi, nonostante la nota lotta effettuata recentemente dai pastori, mentre il grano rimane a 13 euro al quintale. In generale, i prezzi all'origine sono in frenata continua (-5%) per tutto il 2010, nonostante i decisi cali avvenuti già negli anni precedenti. Nel contempo, sono aumentati i costi produttivi, contributivi e burocratici. Il reddito degli agricoltori sardi subisce tra il 2009 ed il 2010 un decremento che sfiora il 30% (analisi ISMEA). A fronte di questa situazione, sono stati stanziati dalla Giunta Regionale quasi 11milioni di euro che andranno a beneficio di diversi comparti dell’agricoltura sarda.

Si parla dunque di risorse ingenti per il comparto mai viste in precedenza. In sintesi, dunque, si può affermare che anche per il 2010 permane la situazione di crisi generale nel settore primario, caratterizzato da forte polverizzazione aziendale, frammentazione poderale, produttività inferiore rispetto ai principali concorrenti europei, redditività degli investimenti più bassa rispetto agli altri settori dell’economia, forte rigidità del mercato fondiario che registra, soprattutto nel Lazio ma, vale anche per altre regioni italiane, un valore del terreno agricolo troppo lontano dalla sua produttività e redditività. Questi dati evidenziano un quadro di criticità che va affrontato, senza ulteriori sottovalutazioni, ma che può essere ancora ribaltato. Pertanto, si reputano necessarie azioni mirate e a breve termine per innovare e dare competitività al settore. Un grosso aiuto è arrivato e arriverà anche per il prossimo futuro da svariate iniziative a livello comunitario, nazionale e regionale. Per le imprese agricole odierne è fortemente cambiato lo scenario competitivo e si sono moltiplicati gli ambiti operati-

vi: non solo produzione ma, anche, commercio e turismo (multifunzionalità). L’analisi delle potenzialità e dei rischi dell’attività agricola si è ampliata con il crescere di aspetti come la rispondenza della produzione ai requisiti qualitativi, l’attenzione per la difesa dell’ambiente e della salute del consumatore, gli investimenti nel comparto delle energie rinnovabili. Per il Credito Cooperativo, che mantiene una leadership di radicamento e vicinanza al settore (oltre 7,2miliardi di euro di impieghi del sistema BCC nel 2010), la conoscenza del settore e la presenza di personale con competenze di credito specializzato (capacità di valutare le prospettive industriali delle singole aziende, consulenza sull’evoluzione della normativa e dei finanziamenti in ambito UE, ecc.), diventano fattori strategici per facilitare lo sviluppo di prodotti adeguati alle esigenze del cliente e per l’esercizio delle proprie funzioni, ovvero: selezione del merito di credito ed efficiente allocazione dei capitali. Mauro Conti Direttore BIT Spa

IL RUOLO DI BIT PER LE BCC BIT Spa, società partecipata da Federlus, BCC Roma e BCC Palestrina, con i propri servizi per agricoltura e agroalimentare è in grado di supportare le BCC e le aziende clienti per specifiche analisi aziendali e per progetti d’investimento in tutte le filiere agroalimentari.

BIT SPA - SERVIZI PER L’INVESTIMENTO SUL TERRITORIO Indirizzo: Via L. Gambara, 2 43125 Parma - Telefono: 0521/494389 Ufficio Agricoltura e Agroalimentare Responsabile: Corrado Moalli (e-mail: cmoalli@bit-spa.it); Ufficio Ambiente e Fonti Rinnovabili Responsabile: Giovanni Giusiano (e-mail: ggiusiano@bit-spa.it).


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IL PUNTO CONGIUNTURALE

La parola ai Presidenti Nell’ambito della nostra Federazione vi sono alcune BCC che operano su territori caratterizzati da una particolare vocazione agricola. Lo è sicuramente la Cassa Rurale e Artigiana dell’Agro Pontino – BCC, la cui zona di influenza rientra proprio nelle fertili zone rivenienti dalla bonifica pontina realizzata nella prima metà del ‘900. Lo è la BCC di Spello e Bettona, i cui territori vantano ottime produzioni di vino, olio, grano e tabacco. Lo è altrettanto la BCC di Arborea, sede della omonima cooperativa che costituisce il principale polo produttivo del comparto lattiero – vaccino in Sardegna. Ascoltiamo la voce dei Presidenti di queste Associate, per capire dalla loro visuale territoriale le tendenze in atto, le problematiche e le prospettive del settore agricolo. Settore di antica tradizione che potrebbe tornare a svolgere un ruolo di eccellenza facendo leva sulle produzioni tipiche del nostro paese. LE DOMANDE 1 Le analisi dell’andamento recente (2010) e delle prospettive di sviluppo del settore agricolo fanno emergere per le imprese di questo settore problemi legati alla produttività e, soprattutto, alla redditività delle produzioni. Conferma queste dinamiche a livello locale, nel rapporto quotidiano con le imprese agricole?

2 Quali istanze specifiche gli agricoltori portano sul tavolo della BCC (ex Cassa Rurale) e con quali strumenti state rispondendo alle loro difficoltà? 3 Quali sono secondo lei i punti di forza/debolezza delle BCC su cui puntare/lavorare per rilanciarsi quali partner delle aziende agricole nello scenario competitivo così in evoluzione?

Gianfranco Baldi PRESIDENTE CASSA RURALE E ARTIGIANA DELL’AGRO PONTINO

L’aggregazione come scelta vincente 1 Ritengo di poter confermare solo in

parte il risultato dell’analisi se circoscritta al territorio sul quale insistono le nostre Succursali che possiamo suddividere in tre fasce: 1) fascia costiera; 2) fascia intermedia compresa tra la fascia costiera ed i Monti Lepini; 3) fascia pedemontana e montana. La prima ha, ormai da anni, una vocazione produttiva di ortaggi sotto

serra. Dai dati in nostro possesso e riferiti alla imprese clienti, registriamo un costante aumento dei volumi aziendali e la scelta vincente è stata quella dell’aggregazione in cooperative che provvedono al confezionamento, conservazione e commercializzazione dei prodotti principalmente nei mercati esteri (zona U.E.) con una propria rete di vendita, ottenendo così una migliore remunerazione della produzione ai propri associati. Vincente sembra anche essere la scelta fatta da alcuni agricoltori che da qualche anno hanno convertito le proprie aziende dalla colture di ortaggi a quelle floro-vivaistiche, effettuando importanti investimenti negli anni passati, investimenti che oggi si ripercuotono positivamente sui volumi aziendali e sulla redditività e per le quali non si riscontrano difficoltà nel far fronte agli impegni assunti. La seconda fascia è caratterizzata, almeno per le zone di nostra competenza, da produzione di latte vaccino e bufalino, allevamenti di bovini da carne e coltivazioni a campo aperto di frumenti (mais e grano) ed ortaggi. Le attività dedite alla produzione del latte hanno risentito, negli anni passati, delle difficoltà economiche e finanziarie di alcune aziende alle quali conferivano la produzione. Ciò ha portato, unitamente al costante aumento dei costi di produzione non compensato da analogo incremento del prezzo di vendita, all’abbandono dell’attività da parte delle piccole imprese. Alla luce dello scarso rendimento delle attività alcune imprese di medie dimensioni hanno fatto la scelta di trasformare e commercializzare direttamente la produzione mediante piccoli caseifici aziendali e/o iniziando attività di agriturismo, avendo particolare attenzione alla qualità dei prodotti venduti ed alla ricettività delle aziende di agriturismo.


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IL PUNTO CONGIUNTURALE Relativamente alle colture in campo aperto, non destinate all’alimentazione dei capi bovini e bufalini, permane uno scarso rendimento delle stesse. Dopo il periodo di crisi vissuto negli anni precedenti, si rileva un consolidamento dei volumi aziendali mentre difficile appare la quantificazione della redditività, visto il particolare regime tributario. Possiamo comunque ritenere che vi sia un’adeguata redditività tenendo conto che l’indice di insolvenza del settore è quasi nullo. La fascia pedemontana e montana è destinata, in gran parte, alla produzione di olive destinate alla produzione di olio. Man mano che avviene il ricambio generazionale all’interno delle imprese agricole si riscontra una costante tendenza al miglioramento della qualità che si trasforma in una maggiore redditività ottenuta anche grazie al confezionamento ed alla commercializzazione diretta del prodotto. 2 Rileviamo che non vi sono richieste diverse da quelle degli anni precedenti. Allorquando ci vengono sottoposte problematiche di difficoltà inerenti alla gestione aziendale o personali, cerchiamo di rispondere con gli strumenti in nostro possesso ponendo, comunque, attenzione nel proporre l’operazione più confacente alla risoluzione del problema sulla base delle potenzialità del richiedente. 3 Punto di forza è senz’altro la conoscenza del territorio e di tutte le problematiche legate allo stesso mentre i punti di debolezza scaturiscono dalle dimensioni della Cassa che ci limitano in termine di assunzione del rischio e di valutazione di particolari operazioni la cui complessità deriva dal tipo di investimento finanziato e dalla valutazione degli eventuali sviluppi prospettici dello stesso in termini di redditività. A tale carenza riuscia-

mo, comunque, a supplire adeguatamente avvalendoci del supporto finanziario e di consulenza da parte di Agrileasing Spa.

Luciano Sgarbossa PRESIDENTE BCC ARBOREA

Supportare la ristrutturazione 1 Devo, purtroppo, confermare che i

rie che ne permettano la prosecuzione operativa. Come già accennato sono in crescita le richieste di interventi per finanziare gli impianti fotovoltaici. A tutto questo abbiamo risposto con la stipula di convenzioni con Consorzi Fidi che hanno permesso e permettono di ristrutturare i debiti e di effettuare nuovi investimenti sia negli impianti logistici e produttivi sia nel fotovoltaico. 3 Il nostro punto di forza è la consulenza “disinteressata”, cioè con l’unico scopo di cercare soluzioni convenienti e sostenibili dal socio/cliente. I risultati che abbiamo conseguito nell’ ultimo triennio – di non facile gestione per i noti motivi – danno conferme alle mie parole.

Franco Piermarini PRESIDENTE BCC SPELLO E BETTONA

problemi di produttività e, soprattutto, di redditività sono presenti e, al momento, non si intravedono soluzioni se non parziali e legate agli investimenti nel comparto delle energie rinnovabili. 2 Sul nostro territorio di competenza è preponderante la presenza di allevatori del comparto vaccino che quotidianamente si confrontano con produzioni estere, specie dell’ Europa dell’ Est, immesse sul mercato a prezzi decisamente inferiori; la Cooperativa di Arborea, cui viene conferito il 95% del latte vaccino sardo, da anni è impegnata nel creare valore aggiunto con l’ampliamento del catalogo prodotti ed i risultati, pur apprezzabili, non sono sufficienti ad ammortizzare il crescente lievitare dei costi di produzione. Le aziende sono quindi impegnate in ristrutturazioni logistiche e finanzia-

Un patrimonio da difendere 1 Certamente sì, purtroppo. Il settore

agricolo in Umbria come in Italia rappresenta un patrimonio storico economico e culturale. Un settore, quello del cosiddetto “primario”, che nel tempo è stato condizionato e influen-


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IL PUNTO CONGIUNTURALE zato dalla “concorrenza” di altre attività o altri impieghi percepiti come “più facili”, “sicuri” e “remunerativi” nonché da politiche urbanistiche territoriali non sempre elaborate a difesa dell’ambiente. E’ un settore dove paradossalmente si può verificare un andamento inversamente proporzionale fra produttività e redditività a causa della rilevante incidenza dei costi dei fattori produttivi e della difficoltà a creare adeguato valore aggiunto sul prodotto finale. Vi sono diversi elementi che concorrono in questa direzione: la disponibilità dei beni, gli investimenti necessari per la promozione, filiere destrutturate, la concorrenza “globale” anche spesso fatta di confronto economico ma non qualitativo. In Umbria poi abbiamo diversi aspetti che si prestano ad una valutazione in “chiaroscuro”: all’eccellenza delle colture dell’olio, del vino e del biologico, si contrappongono le difficoltà già conclamate di alcuni tipi di allevamenti come il suinicolo ovvero quelle prospettiche come quella della coltura del tabacco. Ecco poi che si manifestano tentazioni e fenomeni, oserei dire anche distorsivi per la difesa della nostra tradizionale bellezza paesaggistica, che minacciano di trasformare ampie superfici “verdi” in distese di pannelli fotovoltaici , con a volte evidenti scopi speculativi prevalenti rispetto a quelli di “facciata” ambientalista derivante dalla produzione di energia rinnovabile. 2 Le istanze presentate dagli Imprenditori Agricoli sono finora state molto trasversali: l’esigenza di mezzi finanziari a supporto di investimenti “strutturali”, spesso rientranti in piani di investimento sostenuti da contribuzioni pubbliche per effetto delle diverse e periodiche “misure” previste dal Piano di Sviluppo Regio-

nale, l’anticipazione dei contributi prevista dalla Politica Agricola Comunitaria, il sostegno a iniziative di valorizzazione del prodotto mediante partecipazione a eventi promozionali di rilievo nazionale e internazionale (fiere, concorsi ecc), l’affiancamento per i tradizionali prestiti di conduzione. Ma ci sono anche esigenze che tradiscono le difficoltà congiunturali e che in questo periodo siamo riusciti a fronteggiare con grande attenzione e sensibilità grazie ad alcuni provvedimenti legislativi straordinari come la “moratoria sulle rate mutui/leasing” o con sostegni finanziari di liquidità . Nello specifico, vorrei ricordare alcune attività concrete che la nostra BCC ha promosso per supportare le esigenze espresse dal mondo agricolo. Sono due anni che affianchiamo con finanziamenti agevolati la partecipazione in forma consorziata di circa 40 “cantine” locali a “Vinitaly”; promuoviamo i finanziamenti agevolati in convenzione fra BCC/ICCREA e i più importanti costruttori di macchinari agricoli; abbiamo Convenzioni specifiche per il rilascio di Garanzie per favorire l’accesso al credito con strutture Re-

gionali come la Gepafin attraverso lo specifico “Fondo Agricoltura” e “Co.sefi.r. Green”, ma anche strette relazioni con tutte le Associazioni di Categoria allo scopo di migliorare la qualità e l’interpretazione dei dati aziendali e percepire tempestivamente criticità e opportunità settoriali. 3 Le BCC nascono come Casse Rurali ed Artigiane. E’ ovvio quindi che la partnership con il mondo agricolo è nel proprio DNA non solo per vocazione storica ma anche territoriale. La nostra forza è la nostra differenza: siamo realmente rimaste le uniche Banche che promuovono un modello di sviluppo che tutela “in modo autoctono” l’identità locale, la valorizzazione del territorio e la crescita economica sostenibile. Probabilmente bisogna crederci di più e ancor più svolgere una funzione non solo finanziaria ma anche direttamente o indirettamente “consulenziale”, per consentire la necessaria e continua evoluzione culturale che come in tutti i settori, anche nel mondo dell’agricoltura, crea i presupposti per una esistenza professionale competitiva e gratificante.


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AREA BANCA

C’era una volta la fila allo sportello…

L’evoluzione dei canali e dei servizi di pagamento “C’era una volta la fila allo sportello…”: apparentemente una presa in giro per molti dei clienti delle banche che spesso frequentano gli sportelli per la gestione della finanza quotidiana. Sottilmente ironica se confrontata con il 40% di clienti che nell’Europa Continentale ancora si affidano in via esclusiva allo sportello e con la recente notizia sui programmi di apertura di filiali di Ing Direct in Italia. In realtà, affermazioni queste, che finiscono inevitabilmente per scontrarsi con dati di tendenza che evidenziano una ben più complessa trasformazione del mix di canali e dei servizi di pagamento. Relativamente a questi ultimi, secondo i dati raccolti dall’ABI, aumentano gli ATM evoluti che, oltre al tradizionale prelievo di contante consentono di fare numerose operazioni: consultare il conto titoli (+4%), controllare i movimenti delle carte di credito (+11%), versare contanti e assegni (+40%). Secondo l’ABI, gli ATM evoluti sono in Italia oltre 46.000 e circa la metà è web based, ovvero basata su protocolli Internet. Nel 2009 le carte utilizzate alme-

no una volta agli sportelli erano 37 milioni per un totale di 1 miliardo di operazioni (28 per carta). L’ammontare complessivo delle transazioni agli ATM nel 2009 ha raggiunto 131 miliardi di euro. Di questi, 122 miliardi sono prelievi, 1,9 pagamenti, 2,6 ricariche di prepagate, ed 1,9 ricariche telefo-

niche. A livello di Sistema BCC, nel 2010, erano circa 2.000.000 le carte bancomat/pago bancomat euro (il 5,12% del mercato), circa 1.350.000 le carte di credito emesse (3,29% del mercato) con un transato medio per operazione pari a circa 80 euro. Le carte prepagate di Sistema in circolazione costituiscono invece circa il 7% del mercato, mentre il totale degli ATM rappresenta l’8,33%.

Se pensiamo poi allo sviluppo dell’operatività sugli smartphone (per inciso, l’Italia è il leader europeo nella distribuzione dei telefonini next generation: li possiede il 26% della popolazione sopra i 13 anni), la riflessione sulla centralità dello sportello si fa più complessa. L’ABI ha stimato, a fine 2010, che i conti abilitati all’operatività via mobile phone sono già arrivati a quota 6,2 milioni, anche se il numero di utenti attivi, dal 2008, è cresciuto del 31%. Secondo Berg Insight, la società di ricerche di mercato statunitense, i conti abilitati all’utilizzo via mobile arriveranno nel 2015 a 894 milioni in tutto il mondo, crescendo ad un tasso annuale composito del 59,2%, rispetto ai 55 milioni del 2009. Mentre solo in Europa raggiungeranno la soglia dei 115 milioni. Per non parlare dei mobile payments: l’ultima notizia (dicembre 2010) riguarda l’accordo tra Banca Popolare di Sondrio , Movincom e Siteba per comprare via sms o applicazioni ad hoc, biglietti di trasporto, ticket per spettacoli, parcheggi, hotel, assicurazioni, skipass, etc.


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AREA BANCA

In questo senso, le potenzialità connesse con gli sviluppi della monetica e dei servizi di pagamento in generale si mostrano tuttora immense, soprattutto nei rapporti con le nuove generazioni e con le abitudini di fruizione di prodotti e servizi che caratterizzano nativamente questo target. Cosa lega allora la centralità dello sportello alle tendenze “emergenti”? Il disorientamento sulle strategie in merito ai canali, a ben vedere, deriva dal fatto che sino ad oggi “multicanalità” è stata sinonimo di affiancamento dei canali diretti a quelli fisici, con logiche che partivano da molto lontano rispetto alla mente e alle esperienze dei consumatori: legate in via generale alla riduzione del cost to serve, e alla riduzione, per l’appunto, della fila allo sportello … Se è vero infatti che lo sportello rimane centrale nei processi distributivi delle nostre banche, è altrettanto inconfutabile che la redditività è in calo, il break even si allontana nel tempo, le sovrapposizioni territoriali aumentano. Da qui la

corsa agli sportelli leggeri e ai presidi specializzati. Provando a finalizzare il ragionamento, considerando che oltre il 50% dei clienti al dettaglio risulta multibancarizzato, emerge che in realtà i clienti adottano approcci diversi, e specifici, sia sotto il profilo dei prodotti che dei canali, magari attraverso l’utilizzo di più intermediari caratterizzati da modelli di business diversi: banca diretta, banca di prossimità, banca per il mutuo, banca per il trading online, ricercando la migliore esperienza in tutti gli ambiti di operatività. Le grandi banche rispondono alle esigenze specifiche dei clienti, sino a creare banche di gruppo specializzate nei singoli segmenti di business. Si pensi per es. a IW

Bank per UBI Banca, Fineco per Unicredit, We Bank per BPM. E noi? Non è detto che dovremmo seguire certe strade e continuare a far tutto, non è detto d’altro canto che dovremmo specializzarci in qualche segmento. E’ certamente detto che dovremmo iniziare a capire come operano i nostri clienti - soprattutto i più giovani -, a quali altre banche si rivolgono, come ci vedono, cosa ci chiedono. Non solo discutendone tra di noi durante i seminari o i convegni, ma scendendo in filiale e sentendo la loro voce.

Alessandro Ceccarelli


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AREA BANCA

Il mercato di massa

non esiste più

Il mondo del sistema dei pagamenti è in forte evoluzione. Carte, ATM, canali distributivi cambieranno ancora con nuove opportunità per la clientela ma anche sfide per le BCC. Ne parliamo con Antonio Galiano capo del servizio e-bank di ICCREA Banca Non solo i recenti dati a livello nazionale distribuiti dall’ABI ma anche le evidenze riscontrabili nel nostro Sistema con riferimento a carta BCC evidenziano un forte sviluppo degli ATM evoluti, di nuovi servizi accessori e di nuove tipologie di carte: in che modo lo sviluppo dei sistemi di pagamento, e della monetica in generale, inciderà sull’evoluzione dei canali distributivi delle banche e dunque sul “consumo” dei prodotti bancari da parte dei clienti? Il network delle Banche di Credito Cooperativo esprime 2,5 milioni di carte di pagamento attive, che hanno movimentato nel corso del 2010 un totale di 4,8 miliardi di euro. Questi positivi risultati sono stati raggiunti nell’ambito di un contesto di mercato caratterizzato da una forte contrazione dei consumi e dalla tendenza delle famiglie e delle imprese a razionalizzare l’utilizzo degli strumenti di pagamento a loro disposizione. Il settore delle carte di pagamento denota un’instancabile vitalità e la CartaBCC tende a recepire i cambiamenti più significativi, come quelli sintetizzati nella CartaBCC

Beep! che, in virtù di una rete di accettazione compatibile, velocizza i tempi del pagamento perché non richiede la firma fino ad un certo importo. Gli impatti sulla vita quotidiana di ognuno di noi di un prodotto del genere potrebbero essere davvero sorprendenti. Se effettivamente le banche favoriranno l’implementazione della rete POS, potremmo trovarci a non dover cercare gli spicci nelle tasche per pagare il taxi o i giornali in edicola. Esistono già comuni come Alba che stanno sperimentando questa nuovissima soluzione ed io ne ho una in tasca. Aggiungo che è necessario avere bene in mente che il mercato di massa non esiste più, ma si è trasformato in una “massa di nicchie”, ciò che motiva lo sviluppo di numerosi prodotti tailor-made, come la carta Tasca Socio Attivo della BCC di Roma, o la Albarella Card distribuita agli ospiti dell’isola o Carta Ateneum personalizzabile in funzione delle esigenze delle singole università. Questa virata sta facendo discutere economisti e comunicatori e finalmente consente di valorizzare appieno la peculiarità strutturale delle nostre banche locali che hanno da sempre eluso ogni tentativo di standardizzazione. L’elemento più importante è che

una fascia sempre più ampia di pubblico tende a stare al passo con le nuove tecnologie e comprende che i vantaggi che derivano dall’utilizzo dei nuovi strumenti sono superiori ai rischi che ogni sistema comporta. E’ il motivo per cui anche l’utilizzo dei sistemi di pagamento evoluti si sta diffondendo con sempre maggiore capillarità e le aziende stanno investendo sempre di più in sicurezza (vedi box). Abbiamo visto Iccrea Banca rivisitare il proprio sistema di offerta sulla monetica lanciando, al contempo, il nuovo portale di carta BCC: in questo settore così dinamico, su quali cantieri di sviluppo si sta lavorando?


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AREA BANCA Il web è il canale che gli operatori di settore tenderanno a privilegiare sempre di più perché consente di sviluppare una relazione con i clienti molto trasparente, flessibile e interattiva a basso costo. Con il nuovo sito abbiamo cercato di migliorare l’esperienza di contatto che i titolari e i curiosi hanno con la CartaBCC, attraverso una migliore fruibilità, che pone le informazioni chiave sempre in primo piano. La navigazione è più intuitiva e permette di individuare con chiarezza e approfondire i contenuti che sono ricchi e vari e vanno dalle protezioni ai servizi di assistenza. Nel 2011 il sito web www.cartabcc.it sarà il canale principale attraverso il quale i titolari parteciperanno al programma loyalty, ispirato alla responsabilità sociale e alla speciale relazione che le BCC hanno con il territorio. Il programma, in corso di definizione, prevede la valorizzazione di realtà locali, che saranno indicate dalle stesse BCC. Saranno coinvolte associazioni no profit e comuni, con progetti eticamente sostenibili e realtà agro-alimentari clienti. Il meccanismo premiante adottato sarà quello dell’instantwin. Ancora attraverso il sito sarà valorizzata la rete dei partner commerciali che privilegeranno i titolari di CartaBCC con sconti e vantaggi. Nell’ambito della monetica di Sistema – e in termini commerciali – quale sarà secondo lei il “prodotto del 2011”? Il prodotto 2011 sarà senza dubbio la CartaBCC 4YOU, la nostra carta IBAN che sarà a brevissimo lanciata sul mercato. E’ una carta che abbina ai servizi di una prepagata standard altre funzionalità tipiche di un conto corrente, co-

me bonifici in entrata e uscita, accrediti e RID. La nostra 4YOU però punta ai giovani. E’ infatti un prodotto con alcuni elementi di effettiva distinzione rispetto ad analoghe offerte della concorrenza. La nostra 4YOU include infatti anche l’accesso - a condizioni vantaggiose - a PayPal, la modalità di pagamento utilizzata dai giovani navigatori in Internet. Attualmente in Italia sono oltre quattro milioni

gli aficionados che utilizzano abitualmente PayPal per pagamenti “peer to peer”, cioè tra privati, sui più importanti siti di commercio elettronico, quali Ebay, Itunes e Amazon. Il meccanismo di ricarica del Conto PayPal può avvenire sia tramite una carta di credito/prepagata oppure a mezzo di un bonifico disposto dal conto corrente dell’utente interessato.

Si registra la tendenza alla diminuzione della spesa unitaria (ticket) media, a conferma della sempre maggiore confidenza e abitudine ad utilizzare le carte di pagamento.


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AREA PROGETTI - FORMAZIONE INVESTIRE NEL FUTURO

I giovani come risorsa per le BCC Quale atteggiamento hanno le giovani generazioni nei confronti del lavoro? Come è possibile attrarre efficacemente le migliori risorse giovani? Quali implicazioni si presentano per i ruoli manageriali e di governo rispetto alle politiche di gestione dedicate alle nuove risorse? Come avviene il loro processo di socializzazione all’interno delle organizzazioni e quali strumenti si possono utilizzare per la loro crescita? Perché e come far acquisire e condividere, ai giovani, i valori tipici del sistema BCC? Queste le domande alle quali la miniconferenza del 19 e 20 novembre scorso, organizzata da Sef a Bardolino, sul lago di Garda, ha cercato di dare una risposta.

e innovative. Rispetto alle generazioni passate, i giovani “della Y” sono definiti “individualisti”, maggiormente staccati dalle problematiche sociali e raggiungono l’autonomia economica più avanti negli anni. La ricerca del posto di lavoro è orientata in primo luogo all’acquisizione di professionalità. Un posto di lavoro che consenta loro di crescere, di fare esperienza, di sperimentare, di mettersi in gioco, di acquisire competenze spendibili, il che vuol dire anche costruire un percorso di carriera e conseguentemente avere possibilità di guadagno, è senza dubbio l’elemento discriminante nella scelta dell’invio della propria candidatura. I giovani, però, non intendono rinunciare al proprio tempo libero, per questo ricercano costantemente l’equilibrio tra vita professionale e vita sociale, nell’ambito comunque di un

I giovani che entrano nel mondo del lavoro oggi, appartengono alla cosiddetta “generazione Y”, ovvero quella generazione che, essendo nata negli anni ‘80, è la prima ad essere cresciuta in un mondo globalizzato, con forme di conoscenza diversificate

posto di lavoro “sicuro”, soprattutto in un periodo come questo di crisi economica i cui effetti nel mercato del lavoro, sono ancora maggiori per coloro che un lavoro devono ancora trovarlo. Ma quando i giovani possono sce-

gliere, quali sono i criteri della scelta? Le ricerche presentate nel corso delle giornate studio di Bardolino hanno fatto emergere che la decisione ricade sui seguenti fattori: • Integrazione con l’organizzazione e valorizzazione del dipendente; • Valorizzazione delle diversità e della creatività; • Varietà di contenuti; • Riconoscimento del merito; • Reputazione e prestigio dell’azienda; • Sicurezza; • Responsabilità sociale. Ovvero i giovani ricercano un posto di lavoro che consenta loro di esprimere le proprie capacità affinchè possano contribuire attivamente alla realizzazione della mission aziendale. Hanno però bisogno di essere apprezzati per le energie spese e guidati nel fare meglio. Il bisogno di sicurezza, infatti, non va interpretato solo come sicurezza della stabilità del posto di lavoro, ma piuttosto come bisogno di “rassicurazione”. Fondamentale è per i giovani lavoratori avere un modello di riferimento, un esempio da seguire sia nella vita professionale che nello sviluppo della propria persona. Ma perché per un’organizzazione è così importante investire sui giovani? Perché le BCC dovrebbero puntare sulle nuove generazioni? Le risorse giovani che entrano nelle aziende portano con sè un patrimonio di conoscenze, abilità, capacità, valori e cultura da plasmare e valorizzare. Sono dei formidabili sensori del cambiamento culturale nel territorio e quindi contribuiscono alla lettura dell’evoluzione del mercato. Come qualsiasi altro investimento, ha una componente di rischio che non deve essere sottovalutata: senza l’adeguato controllo, le nuove risorse


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AREA PROGETTI - FORMAZIONE potrebbero subire l’appiattimento sulle abitudini consolidate e, senza adeguata tutorship alla crescita professionale, potrebbero essere demotivate. Per questo è opportuno individuare delle precise strategie di gestione delle giovani risorse. Il sistema del Credito Cooperativo è un sistema “giovane” con circa un terzo del personale di età inferiore ai 35 anni e un trend degli organici in continua crescita rispetto all’andamento medio del mercato. L’inserimento e la formazione delle nuove generazioni debbono essere considerati un investimento per la creazione di valore all’interno delle BCC e per il sistema nel suo insieme. Sostenere l’apprendimento continuo e lo sviluppo del loro capitale intellettuale contribuisce ad assicurare il vantaggio competitivo attuale, ma soprattutto a costruire basi solide per quello futuro. Le Federazioni locali, in questo, possono svolgere un ruolo centrale nel presidio dei processi di selezione, inserimento, formazione e sviluppo delle risorse che sono espressione del territorio e delle comunità di riferimento delle BCC. In tale direzione FederLus ha avviato un progetto di formazione integrato rivolto ai giovani delle BCC associate, nell’ottica di gettare le basi per un sistema di formazione permanente che possa, nel tempo, divenire una best practice da condividere all’interno del Sistema. Il progetto nasce anche dalla rinnovata attenzione riservata dal contratto di lavoro integrativo interregionale che prevede, per i giovani neo-assunti, un percorso formativo della durata di due anni (pari ad almeno 8 giornate annue) che li aiuti a comprendere il contesto, l’operatività e l’organizzazione delle BCC e del Credito Cooperativo, a sviluppare

competenze utili per il proprio percorso di crescita e ad acquisire uno stile fortemente connotato dal punto di vista dell’identità. Il progetto ha come obiettivo primario la messa in atto di un percorso di formazione e sviluppo che, attraverso un’articolazione multidisciplinare integrata e sistematizzata, metta in condizione i Giovani inseriti nelle BCC di: • comprendere a fondo il contesto, l’operatività e l’organizzazione delle BCC e del Credito Cooperativo;

• sviluppare competenze utili e contestualizzate per un efficace percorso di crescita tecnico-professionale; • acquisire uno stile fortemente connotato dal punto di vista dell’identità per “conoscere e riconoscersi nel sistema del Credito Cooperativo e nel suo modello valoriale”; • sviluppare modalità relazionali a supporto dell’efficacia personale. Il percorso sarà impostato secondo una formula blended che prevede l’utilizzo integrato di metodologie e supporti diversificati al fine di mas-

simizzare l’efficacia didattica dell’iniziativa nel suo complesso. Accanto ai momenti di aula tradizionale da realizzare, in linea di massima, in modalità “residenziale” saranno previste sessioni in autoistruzione ed in e-learning. Le sessioni formative saranno supportate da laboratori interattivi e gruppi di progetto orientati a sperimentare e contestualizzare i contenuti appresi. Ai partecipanti potrà essere assegnato un project work che porteranno a termine in BCC nell’arco temporale del percorso formativo. É prevista una tutorship didattica e verrà chiesto alle BCC di provenienza dei partecipanti di individuare e nominare dei tutor aziendali che svolgano l’attività di supporto/sostegno ai neo assunti impegnati nel progetto. Negli intervalli intercorrenti tra i moduli d’aula saranno inserite sessioni di animazione on-line e forum di discussione, coordinati dal tutor didattico e supportati con il contributo degli esperti di contenuto. Sempre nell’ottica di una maggiore contestualizzazione dell’apprendimento potranno essere realizzate sessioni di affiancamento e training on the job presso le BCC di appartenenza sui differenti settori di attività che man mano verranno affrontati dal punto di vista formativo. Obiettivo è quindi quello di creare una scuola giovani della Federlus, una scuola che li accompagni nello sviluppo della vita professionale e nella crescita della propria persona, affinché possano sentirsi appartenenti non solo ad una “banca differente” ma a un “sistema di banche differenti”.

Martina Bonaldo


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SPECIALE GIOVANI SOCI

BCC, la banca dei giovani A seguito del primo forum dei giovani soci – momento propulsivo di animazione, condivisione e diffusione delle esperienze a livello nazionale – prosegue il cantiere di sviluppo di iniziative e di costruzione di forme aggregative tra i giovani soci delle BCC italiane. In prima battuta, nell’ambito del progetto “BCC. La banca dei Giovani”, è stato allestito un blog all’indirizzo internet www.giovanisocibcc.it, con il quale la redazione propone iniziative delle singole BCC e temi di approfondimento legati al mondo dei giovani che con essa si relazionano. Obiettivo è favorire il confronto e il dialogo tra varie esperienze e specifiche vedute. E’ in via di stampa, inoltre, la prima puntata della rubrica giovanisocibcc.it sulla rivista Credito Cooperativo, in cui si presentano i cinque collaboratori volontari che si sono candidati ad animarla. Altra iniziativa scaturita nel Forum nazionale è l’Atlante delle buone pratiche intraprese a livello locale per sostenere i giovani del territorio, per reclutare nuove generazioni di soci e costruire forme di rappresentanza e di aggregazione all’interno dei singoli Istituti. Scorrendo l’Atlante si evidenzia subito

come le banche stiano cercando di avviare azioni e iniziative volte a favorire un miscelamento generazionale all’interno delle compagini sociali, soprattutto per il mezzo di attività rivolte ai figli di soci. In molti casi si favorisce l’entrata nella compagine sociale attraverso la riduzione del numero minimo e sovrapprezzo delle singole azioni. Emergono inoltre iniziative sempre più ampie per diffondere informazione e formazione per i giovani del territorio, valorizzando al contempo i “talenti” – soprattutto soci – con le “classiche” borse di studio. Molte iniziative sono nate, in particolare, per l’educazione finanziaria, approfondendo e coltivando la cultura economica e finanziaria attraverso l’organizzazione di eventi specifici, accordi con le scuole, incontri con le associazioni giovanili o con le associazioni di giovani imprenditori. Ultima, ma non meno importante, la diffusione della promozione all’interno delle BCC dell’associazionismo tra i giovani soci: si va dalle sezioni dei

Comitati giovani soci alle Consulte dei giovani soci, dalle associazioni giovani soci ai Club a loro riservati. Nell’ambito della nostra Federazione, nel precedente numero di Orizzonti abbiamo conosciuto

l’Associazione “Giovani Toniolo”, in questa sede conosciamo l’altra iniziativa organizzata già avviata in ambito federativo: la Consulta giovani soci della BCC di Roma (www.bccroma.it/Laboratorio giovani Soci BCC di Roma ).


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SPECIALE GIOVANI SOCI

ESPERIENZE LABORATORIO GIOVANI SOCI BCC ROMA Dopo aver sentito nel numero scorso la voce dei giovani della Bcc di Toniolo, adesso è la volta del Laboratorio Giovani Soci Bcc Roma. A parlarci è un suo rappresentante, Piergiorgio Liberati. Come è nata questa realtà e come siete attualmente strutturati? A giugno del 2010 la BCC di Roma ha deciso di chiamare a raccolta un gruppo di giovani soci, circa venti, ponendo loro delle semplici domande, quali ad esempio: cosa vi aspettate che la Banca faccia per voi? Un modo diretto per iniziare a coinvolgere gli oltre 4mila under 40 che formano la compagine sociale, chiedendo loro di convogliare progetti futuri, desideri, ma anche senso di responsabilità e amicizia, in un contenitore che facesse da megafono a questi sentimenti, ne raccogliesse altri e li tramutasse in iniziative concrete. Così è nato il Laboratorio giovani soci della BCC di Roma, una struttura totalmente “easy”, senza scale gerarchiche, che si riunisce circa due volte al mese, generalmente il sabato mattina, per organizzare eventi che possano progressivamente coinvolgere i giovani soci della Banca. Quale potrà essere a tuo avviso il ruolo futuro di queste consulte nelle banche e nei rispettivi territori d’origine? Oggi, più che in passato, si avverte la necessità di diffondere una sana cultura della cooperazione, da contrapporre ad un dilagante individualismo. In questo le consulte possono giocare un ruolo centrale, non solo nel supportare le banche nella diffusione di quei valori che purtroppo oggi sembrano sopiti, ma anche nel costituire una cerniera tra la banca e il territorio. È come se si trattasse di un reciproco scambio: la Banca, attraverso le consulte, diffonde principi e valori sani (carenti nel settore della finanza) nel territorio, per poi raccoglierne i frutti. E si badi, non si tratta di banale marketing. Quest’ultimo, se non riempito con principi etici, rischia di rimanere un contenitore vuoto, arido, che non dà frutti. Attraverso le consulte, infine, la banca può agevolare il ricambio generazionale tra i soci, come si trattasse di una tradizione che si tramanda di padre in figlio. Quali sono le iniziative che state mettendo in campo? Il Laboratorio ha iniziato a muovere i primi passi ora. Abbiamo organizzato una serata di debutto lo scorso 17 febbraio, alla quale hanno partecipato oltre 100 giovani soci. In calendario ci sono già altri eventi, in seguito ai quali organizzeremo incontri su tematiche chieste dai soci stessi: energia, ambiente, finanza, ma anche musica, sport e cultura. Puoi fare un appello ai giovani di altre realtà che ancora non si sono organizzati o non hanno intenzione di farlo? Perché dovrebbero? Uscite dagli schemi tradizionali che i mass media ci impongono. Spegnete per un attimo i social network e impegnatevi in un nuovo modo, sano, di conoscere altre persone. Riscoprite il contatto umano, la stretta di mano, cercate di parlare non protetti dallo schermo di un computer e vedrete che alla lunga ne trarrete un vantaggio senza uguali, prima di tutto interiore e poi chissà.


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DONNE DEL CREDITO COOPERATIVO

7° Convention di iDEE Cambiare è possibile. Servono eroi per sconfiggere le mafie? I recenti fatti di cronaca, riportati da tutti i media, riguardanti il brutale assassinio di un uomo delle Istituzioni che cercava coraggiosamente di far rispettare la legalità, ci pongono ancora una volta di fronte ad un drammatico interrogativo: quale strada percorrere per ripristinare nel nostro paese il concetto della legalità. Si tratta di un valore calpestato dalla dilagante corruzione, che nelle sue più svariate applicazioni, trova forse terreno fertile nell’assenza di un condiviso concetto del bene e della legalità come patrimonio da difendere strenuamente, al di là del proprio credo politico e religioso, un’assenza pericolosa, che lasciando spazio ad un generale sentimento di rassegnazione, ha aperto nel tempo un varco alla cultura della sopraffazione e della violenza come scorciatoia per la risoluzione di ogni problema. Si tratta di una realtà della quale tutti sono a conoscenza, pur sentendosi estranei di fronte ad un diretto senso di responsabilità. Interrogarsi sulla genesi di questo drammatico malessere

e su quanto ognuno di noi possa anche nel quotidiano interagire ai fini di un possibile mutamento, è il tema dell’incontro organizzato da iDEE

– l’Associazione delle donne del Credito Cooperativo – a Gerace, lo scorso 29, 30 e 31 ottobre. Un incontro per riflettere e confrontarsi anche con chi, con grande coraggio, è in prima linea nella lotta contro le organizzazioni criminali. Oltre a Alessandro Azzi - Presidente della Federazione Italiana delle BCC - e Marco Reggio - Segretario Generale della Fondazione Tertio Millennio - hanno dato il loro contributo di riflessione nella Convention: • Mons. Giancarlo Maria Bragantini, dal 1994 al 2007 vescovo di Locri - Gerace e padre fondatore del Progetto Policoro, promosso dalla CEI e sostenuto dalla Fondazione Tertio Millennio. • Nicola Gratteri, noto magistrato in prima linea contro la ‘Ndrangheta. • Vincenzo Linarello, Presidente del Consorzio GOEL, iniziativa nata nell’ambito della Diocesi Locri - Gerace contro la disoccupazione e per il cambiamento.


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DALLA FEDERAZIONE PROGETTO WEB

Piena operatività per

la nuova piattaforma on-line

Dallo scorso 20 dicembre è partita la piena operatività sulla nuova piattaforma on line della Federazione. In particolare, è cessata la tradizionale modalità di invio delle nuove circolari emesse tramite posta elettronica, avviando la catalogazione on line e le notifiche per ruolo. Nuova operatività anche per l’invio degli alert normativi e della reportistica in formato elet-

tronico rivolta alle singole BCC. Contestualmente, nello stesso mese di dicembre si è concluso il giro di incontri presso le singole banche volto all’approfondimento dei contenuti operativi dello strumento e, soprattutto, al recepimento delle istanze di evoluzione e miglioramento avanzate dal personale dipendente delle stesse BCC. Un passo importante, che ha posto

le basi per la costituzione di un cantiere di sviluppo teso all’efficientamento dei rapporti operativi e alla massima condivisione dell’informazione. Velocità, Facilità, Sostenibilità ed Efficienza sono i benefici attesi da un siffatto cantiere di sviluppo. Gli stessi valori sono stati posti alla base di un secondo progetto che sarà indirizzato a migliorare alcuni


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DALLA FEDERAZIONE

ambiti e a far evolvere taluni processi della prima versione. Nel dettaglio, gli add-on principali riguarderanno la formazione: al termine di questa seconda fase, l’intero processo informativo e amministrativo della formazione si chiuderà on line: dalla consultazione del calendario annuale dei corsi, sino alla valorizzazione dei libretti formativi dei partecipanti, passando per la compilazione dei questionari di valutazione e la certificazione degli eventi formativi – attraverso gli attestati di partecipazione – direttamente dal singolo utente. Sarà possibile stampare il proprio libretto formativo, così come il proprio attestato di partecipazione. Il responsabile della formazione della BCC potrà avere una visione d’insieme delle iscrizioni ai corsi dei propri dipendenti e dei relativi libretti formativi, con la possibilità di aggiungere attività formative svolte all’esterno del contesto federativo, avendo così la situazione globale del singolo dipendente. Del tutto spariti, dunque, archivi elettronici sulla formazione dei di-

pendenti in remoto, di natura amministrativa, la spedizione degli attestati cartacei, i fax di iscrizione ai corsi, i questionari di valutazione cartacei. Con evidenti guadagni di efficienza ed economie di costo legate all’utilizzo del tempo, al consumo della carta, alla condivisione dell’informazione. Le nuove implementazioni non riguarderanno però solo la formazione. A seguire, si lavorerà per sviluppare un pannello anagrafico in cui i responsabili (organizzazione, ICT, o personale) delle sin-

gole BCC potranno gestire in autonomia i profili e le abilitazioni dei dipendenti e degli amministratori, oltre all’aggiornamento dei dati anagrafici e strutturali della banca (indirizzi, filiali, ATM, personale, etc.). Tutti dati che in automatico aggiorneranno gli archivi interrogabili dall’utente che ricercherà tali informazioni nella parte pubblica del sito. Altra novità su cui si andrà a lavorare non appena terminate le evoluzioni della formazione, riguarda l’accentramento, la sistematizzazione e la valorizzazione dei dati economici, finanziari e di mercato relativi alle BCC della Federazione e ai territori su cui verte la loro operatività. Ciò sarà realizzato facendo evolvere la sezione “Analisi e dati” dell’area riservata, inserendo in particolare benchmark personalizzati per BCC, dati andamentali, dati di sintesi del mercato di riferimento; con possibilità di interrogare ed analizzare tali dati da qualsiasi posto, connessione ad internet permettendo. Su questo sentiero, in sintesi, si continuerà a lavorare, con lo sguardo ben rivolto al futuro.


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DALLA FEDERAZIONE PROGETTO MICROFINANZA CAMPESINA

Nuovo finanziamento

in pool della Federazione Prosegue l’impegno della nostra Federazione nell’ambito del Progetto Microfinanza Campesina, rappresentato dalla collaborazione tra le strutture locali di finanza popolare dell’Ecuador sostenute da Codesarollo - una cooperativa di risparmio e credito diretta dal-

l’italiano Bepi Tonello e fondata dall’ong FEPP-Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio - ed il Credito Cooperativo italiano. All’iniziativa realizzata nel corso del 2005/2007, sostanziatasi nell’erogazione di un prestito di 1 milione di dollari a CODESAROLLO, sta facendo seguito un nuovo finanziamento in pool costituito tra alcune BCC Associate, per un impegno pari a ca. 1,5 mln di dollari. Il finanziamento - cui hanno dato la loro pre-adesione la BCC di Roma (Capofila), la BCC “G. Toniolo”, la Cassa Rurale e Artigiana dell’Agro Pontino – BCC, la BCC di Bellegra, la BCC del Garigliano, la BCC di Arborea - sarà destinato alla costituzione del fondo di credito di due nuove succursali di Codesarollo, in corso di apertura nei quartieri popolari poveri del Sud e dell’Est di Quito, dove ancora arrivano molti emigranti dalle campagne. Codesarrollo è infatti una realtà bancaria che sta costituendo un sistema finanziario etico alternativo in Ecuador. L'erogazione del credito agli strati marginali della popolazione, ai campesinos, agli indios, il sostegno al sorgere di attività produttive di trasformazione dei prodotti agricoli, l'impulso a creare imprese comunitarie ne rappresentano i punti cardine. A livello di Sistema, il supporto finanziario ad oggi stanziato dal Credito Cooperativo si sostanzia in circa 27,5 milioni di dollari.


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DAL MOVIMENTO LEASING

Nel 2011 la nuova “Autonomia BCC” a disposizione di tutte le banche di Credito Cooperativo

Da gennaio 2011 Banca Agrileasing mette a disposizione la nuova ”Autonomia BCC” a tutte le Banche di Credito Cooperativo interessate. Il Progetto Autonomia BCC, unitamente al Progetto Semplificazione, è partito nel primo trimestre del 2010 ed ha visto un periodo di sperimentazione, prima dei rilasci, attraverso un Test Pilota che ha coinvolto 7 BCC consentendo a Banca Agrileasing la messa a punto di sistemi e processi. L’obiettivo del progetto è quello di rendere più snella e veloce la lavorazione delle operazioni standardizzabili offrendo alle BCC la possibilità di un maggiore presidio sull’intero processo, sia in termini di qualità del servizio sia di rispetto delle tempistiche. Contestualmente la nuova operatività offre alle BCC la possibilità di concentrazione solo su alcune fasi di lavorazione, considerate a valore aggiunto. Le novità più importanti sono state il PAF semplificato e una modulistica contrattuale più snella. La nuova modalità semplificata consente di realizzare un’offerta finanziaria al cliente in maniera facile e velo-

ce. Il nuovo sistema guida agevolmente l’utente BCC su politiche di credito, su aspetti fiscali e assicurativi, permette di concentrare l’attenzione e di impostare il piano finanziario sulla base dell’importo del canone che il cliente è disposto a pagare. La nuova modalità di perfezionamento della operazione di leasing semplifica l’inserimento dei dati necessari alle stampe, guidati e quasi completamente automatizzati, e la modulistica da stampare è organizzata in set e cartelle logiche in fronte retro e con un numero inferiore di fogli e firme. La nuova autonomia alla quale la BCC può aderire è suddivisa su 2 livelli: per fasi di lavorazione (trattativa commerciale, istruttoria, stipula)

e completa (tutte e tre le fasi). Le BCC potranno scegliere il grado di autonomia e il livello di convenzionamento, in funzione della propria struttura organizzativa interna e degli obiettivi territoriali ed economici di sviluppo. I livelli di delega e convenzionamento sulla fase istruttoria saranno attribuiti sulla base di una analisi del portafoglio in essere originato dalla BCC. La convenzione è correlata ad un sistema di incentivazione personalizzato e prevede una remunerazione per singola fase lavorata e incentivi mirati sullo sviluppo autonomia. A partire da gennaio il Progetto Autonomia verrà presentato in occasione dei Comitati Commerciali e all’interno di incontri info-formativi appositamente organizzati dai Centri Impresa in collaborazione con le Federazioni locali e i Direttori Area Mercato. Il percorso di comunicazione verrà affiancato a seminari formativi e addestramento sui nuovi strumenti. Per qualsiasi approfondimento potete rivolgervi a Gabriella Ficarella - Resp. Formazione BCC - BL Mobiliare.


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DAL MOVIMENTO

Convenzione nazionale

con Legambiente

Rinnovato l’accordo per la diffusione delle energie rinnovabili La comune e profonda sensibilità verso le tematiche dell’educazione e della sostenibilità ambientali ha portato Federcasse, nel 2006, a firmare con Legambiente O.N.L.U.S. una prima “Convenzione-quadro nazionale per la diffusione dell’uso delle energie rinnovabili”. I risultati conseguiti a livello nazionale nei primi tre anni di validità dell’accordo (2007-2009), davvero lusinghieri, spingono a credere che sia possibile, attraverso piccoli interventi, raggiungere obiettivi di

grande portata, contribuendo a diminuire fortemente le emissioni climalteranti e favorendo al tempo stesso lo sviluppo della green economy. Con la consapevolezza della centralità dei temi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità, valori recentemente richiamati anche nell’enciclica Caritas in Veritate di Papa Benedetto XVI, Federcasse e Legambiente hanno voluto rinnovare la Convenzione, sviluppandola su ulteriori direttrici. Il testo della nuova Convezione

prevede dunque un ampliamento degli interventi finanziabili ed una suddivisione di questi in “linee di prodotti” (Linea Rinnovabili ed Efficienza, Linea Casa Ecologica, Linea Risparmio Idrico, Linea Mobilità Sostenibile) che potranno essere adottate in toto o in parte dalle singole Federazioni Locali e BCC. La nostra Federazione ha aderito all’accordo associativo nazionale e ha messo a disposizione delle Banche Associate il testo dell’accordo. Le singole Banche potranno – anche in sede federativa – declinare l’accordo a livello regionale o territoriale, concordando anche eventuali attività di animazione e pubblicizzazione da valorizzare in termini di comunicazione e dunque di immagine. Anche questa iniziativa infatti confluirà, concettualmente, all’interno dell’apposito brand creato a livello nazionale: “La Banca dell’energia pulita”

Alessandro Ceccarelli


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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE

NUOVI DIRETTORI GENERALI BCC TONIOLO

BCC ROMA

BCC DEL TUSCOLO

Alessandro

Mauro Pastore

Amedeo

Dal 2 luglio 2010 la BCC Giuseppe Toniolo ha un nuovo Direttore generale. E’ Alessandro Palmieri, che è subentrato a Valentino Libanori collocato in quiescenza per raggiunti limiti di età. Quarantatrè anni, dottore commercialista, dal 1998 ricopriva il ruolo di Presidente del Collegio sindacale della Banca.

Dal 1° dicembre 2010 Mauro Pastore è il nuovo Direttore Generale di BCC Roma. Pastore ha sostituito Enrico Falcone, che dopo dieci anni come Direttore Generale ha lasciato la Banca mantenendo la presidenza di Banca Sviluppo. Pastore è persona molto conosciuta dalle BCC associate essendo stato Direttore Generale di Federlus fino al 2004.

Palmieri

BCC ROMA/1

Pubblicato un volume su Palazzo Margherita, edificio simbolo dell’Aquila In vista del via libera al progetto di restauro di Palazzo Margherita, BCC Roma ha finanziato la pubblicazione del volume Il Palazzo di Margherita d’Au-

stria a L’Aquila, curato da Walter Capezzali, Presidente della Deputazione abruzzese di Storia Patria (pp. 160, Carsa Edizioni). Si tratta di un importante lavoro, riccamente illustrato, che fa il punto sulla storia di questo edificio, da circa sette secoli fulcro della vita cittadina aquilana. I brevi saggi che compongono il libro danno conto delle complesse vicende architettoniche e storiche del Palazzo. In origine sede del Capitano Regio, nella seconda metà del Cinquecento Margherita d’Austria se ne appropriò e vi stabilì la sua corte principesca. Il Palazzo conobbe così un lungo periodo di splendore che

Ianniccari Romano, 48 anni compiuti a febbraio, coniugato con 4 figli, è Dottore Commercialista e Revisore Contabile. Dopo esperienze lavorative in Procter & Gamble Italia Spa e Confcommercio, è poi approdato, con ruoli di primaria responsabilità, in ambito bancario. Giunto nel 2009 alla Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo come Vice Direttore Generale, dal 1° gennaio 2011 ha sostituito il Direttore Generale, andato in pensione.


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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE coincise con l’ascesa della città, al centro di una rinascita culturale e politica. L’edificio fu poi la residenza del Magistrato aquilano. In seguito divenne il Palazzo dei Tribunali e, infine, nel ‘900, sede del Comune dell’Aquila. Si tratta di tappe che il volume analizza dettagliatamente e che coincidono con successive opere di ristrutturazione e ampliamento del Palazzo (testimoniate da accurati rendering delle fasi evolutive). Ricca la documentazione, in gran parte inedita, della presenza di Margherita d’Austria e della sua numerosa corte, di cui viene illustrata la vita di palazzo e lo straordinario amalgama tra le diverse culture di provenienza (spagnola, fiamminga, piacentina, fiorentina), un amalgama che agì anche tra queste e il patriziato aquilano. I testi, densi di notizie inedite sulla storia del Palazzo, sono curati da importanti studiosi aquilani, mentre le illustrazioni comprendono una lettura fotografica pre e post-sisma del complesso architettonico e una documentazione degli arredi e delle suppellettili.

BCC ROMA/2

Ottenuta la certificazione di qualità Det Norske Veritas ha rilasciato alla Banca di Credito Cooperativo di Roma l’attestato di certificazione di qualità secondo gli standard della qualità UNI EN ISO 9001:2008, per quanto attiene il processo di “Progettazione ed erogazione dei servizi di tesoreria e cassa per enti pubblici e privati”. Tale risultato si colloca nell’ambito delle iniziative aziendali volte a migliorare la qualità dei servizi di Tesoreria e Cassa offerti agli Enti pubblici e privati, nonché alla luce dei mutamenti normativi e dell’evoluzione del mercato di riferimento.

Det Norske Veritas, in qualità di Ente terzo di Certificazione, ha potuto apprezzare l’impegno della struttura organizzativa aziendale, supportato da PK Consulting, volto a consolidare nel miglioramento continuo l’esperienza più che ventennale della banca nel campo dei servizi di tesoreria per gli enti. L’introduzione e l’applicazione dei nuovi standard, riconosciuti a livello internazionale, consente alla Banca di conseguire molteplici risultati, tra cui: 1 miglioramento della soddisfazione dei clienti finali fruitori di un servizio con elevati standard qualitativi; 2 miglioramento della propria competitività e valenza commerciale sul territorio di riferimento nell’offrire i servizi di Tesoreria e Cassa in un mercato sempre più competitivo e selettivo, dato che la certificazione è uno dei requisiti fondamentali che vengono valutati nei bandi di gara banditi dagli enti pubblici; 3 benefici di tipo organizzativo e gestionale legati al miglioramento dell’efficacia, efficienza e qualità del processo di erogazione dei servizi di Tesoreria e Cassa.

ATTIVITÀ SOCIALI/1 BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO ROMANO

Le Piccole e

Medie Imprese e la BCC, una strategia comune che guarda al futuro

Il 12 novembre scorso si è tenuto nella zona industriale di Formello un convegno sul rapporto tra piccole e medie imprese e Credito Cooperativo. Si è trattato di un’iniziativa della BCC di Formello e Trevignano Romano, in collaborazione con la Federazione. Si è registrata la partecipazione di oltre trecento persone, tra cui numerosi esponenti del nostro sistema bancario interregionale e dell’imprenditoria laziale. I lavori hanno preso avvio con i saluti dei rappresentanti istituzionali dei comuni in cui operano le agenzie della Banca, seguiti dall’introduzione da parte del Presidente Gino Polidori, il quale, rivolgendosi agli imprenditori presenti, ha rimarcato l’elemento differenziante del Credito Cooperativo, la propria mission: l’educazione al risparmio, l’ascolto continuo, la conoscenza diretta e gli intenti di miglioramento delle condizioni economiche, morali e culturali delle comunità. A seguire l’auspicio sul futuro del nostro Paese da parte del Presidente della Federazione, Francesco Liberati, in particolare relativo al “coinvolgimento di un numero sempre maggiore di cittadini tendenti alla produzione di nuova ricchezza, in un contesto più consapevole di solidarietà”. Per il versante imprenditoriale sono intervenuti Roberto Mannato, Presi-


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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE dente del Consorzio Industriale Roma Nord e Giorgio Merli, Presidente dell’Area Consulenza di Confindustria. Il primo ha rimarcato l’importanza di “fare gruppo” tra le imprese e del confronto continuo con le BCC sul tema – ritenuto centrale – del credito alle PMI. Per Giorgio Merli “l’innovazione sarà una delle principali leve per reagire con successo alla crisi, con focus su aree di crescita della domanda e sullo sviluppo di competenze distintive delle imprese, su una organizzazione più flessibile e sul governo dei costi operativi”. Per il nostro Sistema, inoltre, sono intervenuti Enrico Duranti, Direttore Generale di Banca Agrileasing e Paolo Giuseppe Grignaschi, Direttore Generale della nostra Federazione. Per il primo “occorre trovare un nuovo equilibrio rispetto al recente eccesso di strumenti finanziari a buon mercato. In questo senso, Banca Agrileasing finanzia gli investimenti delle imprese clienti delle BCC venendo incontro anche ad esigenze aggiuntive delle imprese, quale per es.

la copertura dal rischio dell’aumento del tasso di interesse su mutui e leasing.” Per il Direttore della Federazione, Paolo G. Grignaschi, “la storica interdipendenza tra Credito Cooperativo e imprese a livello locale è stata confermata anche dai numeri usciti dalla crisi. Le BCC hanno continuato a sostenere le imprese, ben oltre i tassi di crescita della produzione a livello nazionale. Su queste solide basi le imprese italiane potranno continuare ad essere protagoniste anche nel futuro”.

ATTIVITÀ SOCIALI/2 BCC DI RIANO

Premio

Michele Mazzella per una drammaturgia giovane

Contributo della BCC di Riano al concorso organizzato presso le scuole medie con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. La BCC di Riano ha partecipato come sponsor all’organizzazione dell’evento, la cui serata finale si è svolta lo scorso 25 ottobre a Roma, presso il Teatro Argentina. Il “Premio Michele Mazzella per una drammaturgia giovane” è nato nell’anno 2002, per ricordare un giovane operatore teatrale scomparso a soli 25 anni nell’esercizio della sua attività professionale. Questo premio ha una sua caratteristica particolare, che lo distingue da tutti

gli altri Premi teatrali esistenti in Italia: si rivolge esclusivamente ai giovani delle Scuole italiane di I e II grado. Esso tende ad incoraggiare gli studenti a scrivere per il Teatro, recuperando gli usi e le tradizioni locali e dibattendo temi legati alla condizione giovanile e all’attualità. Il Bando del Concorso, spedito nel mese di Ottobre di ogni anno a tutte le Scuole di I e II grado esistenti sul territorio, prevede l’invio dei testi entro il 15 Giugno dell’anno di riferimento. Una giuria, formata da rappresentanti di primo piano del Teatro Italiano - tra gli altri, Alessandro Gassman, Virginio Gazzolo, Anna Mazzamauro, Aldo Miranda Mariano Rigillo, Tato Russo Max Tortora - e dal Presidente del Premio, il regista e drammaturgo Guido Mazzella, sceglie i testi vincitori, ai quali vanno premi in danaro (per complessivi 8.750 Euro). E’ dal 2004 che il Premio si fregia di una Targa del Presidente della Repubblica. All’ VIII Concorso, bandito nel 2010, hanno aderito 152 Scuole con 162 tra testi e DVD. La Cerimonia di consegna dei Premi si è tenuta al Teatro Argentina di Roma il 25 Ottobre


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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE 2010. Ad essa hanno partecipato 610 tra alunni e docenti provenienti da tutta Italia ed in particolare dalla Regione Lazio. Alla consegna dei premi ha partecipato anche un rappresentante della Banca di Credito Cooperativo. La consegna dei premi si è alternata con brevi scene di lavori presentati dalle scuole di Roma e da brani dei testi vincitori, letti dagli attori facenti parte della giuria. Per le superiori, sono entrati in finale: sei licei scientifici, quattro licei classici, un istituto tecnico, un istituto magistrale e un istituto di istruzione superiore. Il primo Premio, è andato a pari merito all’Istituto di Istruzione superiore di Fano, con “Agonia e Trionfo di due emigrati italiani”, e al Liceo Scientifico “Tedone” di Ruvo di Puglia con “Uguale è…diverso”. A quest’ultima scuola è stato assegnata anche la Targa del Presidente della Repubblica.

ATTIVITÀ SOCIALI/3 BCC TONIOLO DI GENZANO

Settima

edizione della festa del socio Lo scorso 19 dicembre 2010 a Genzano di Roma si è tenuta la tradizionale Festa del Socio della Banca di Credito Cooperativo Giuseppe Toniolo. Il Palazzo dello Sport “Gino Cesaroni”, elegantemente allestito per l’occasione, ha accolto 3000 soci provenienti dai comuni dei Castelli Romani, in particolare da Ariccia, Frascati, Genzano e Lanuvio.

La Festa del Socio è un evento oramai immancabile per i soci della Banca, un felice appuntamento per scambiarsi gli auguri di Natale e trascorrere un piacevole pomeriggio in una gioiosa atmosfera natalizia. Sulle note della Turandot e del Rio Blu ha avuto inizio l’emozionante concerto classico della Banda Musicale Augusto Panizza della città di Frascati. L’incontro è proseguito con la pregevole esibizione delle voci bianche dell’associazione culturale Diapason di Genzano di Roma. Il Presidente Capogrossi, nel rivolgere i suoi saluti a tutti i presenti, ha sottolineato i risultati positivi ottenuti dalla Banca in questo anno di crisi e ha rinnovato l’impegno della BCC Giuseppe Toniolo nel portare avanti gli obiettivi prefissati ed a mantenere viva e solida la presenza accanto a soci e clienti. Nel corso della manifestazione è stato premiato il Sig. Orlando Pesoli, socio della BCC Toniolo dal 1948, che quest’anno con i suoi 100 anni di età, si è aggiudicato la qualifica di socio... più maturo della compagine sociale. Una riconoscenza particolare è andata anche a Parvin

Gabbarini che con i suoi 18 anni appena compiuti è il socio più giovane della banca. Nel tardo pomeriggio si è svolta la consueta lotteria che da sette anni assegna ricchi premi ai più fortunati e al termine della serata è avvenuta la consegna dei tradizionali omaggi che la BCC Toniolo predispone ogni anno per i suoi soci. Una cascata di coriandoli colorati ha concluso la festa in uno speciale augurio di buone feste e di buon 2011 a tutti i presenti.


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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE ATTIVITÀ SOCIALI/4 BCC UMBRE E FEDERAZIONE

Job-Day,

costruire il futuro dei giovani

Concreto e mirato. Sono questi gli aggettivi che dovranno caratterizzare il nuovo concetto di lavoro. Un obiettivo senz’altro ambizioso ma che si avvale di uno strumento nuovo e dalle grandi capacità: Job-Day. Una giornata ideata e organizzata dalla Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, con lo scopo di fornire una reale possibilità di avviamento al lavoro dove le numerose aziende del panorama globale, nazionale e locale si sono interfacciate con i protagonisti del mondo di domani. L’evento si è tenuto lo scorso 28 ottobre presso Palazzo Murena, nella sede del Rettorato, con la partecipazione delle nostre Banche umbre - la Banca di Mantignana - Credito Cooperativo, la BCC di Spello e Bettona e la BCC di Perugia - e con il contributo e la presenza della nostra Federazione. Consegna di curricula e incontri con gli studenti sono stati gli scopi più immediati della giornata. Ma in realtà è stata un’occasione importante per il Credito Cooperativo Umbro per presentarsi alla platea dei giovani, al fianco delle principali realtà imprenditoriali del Paese, con la possibilità di importanti guadagni di immagine. Elemento differenziante, e sicura-


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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE mente di valore strategico, rispetto ad analoghe iniziative organizzate a livello locale, è stato il presentarsi unitariamente come sistema interregionale – BCC e Federazione – e, soprattutto, come parte organica del più importante network cooperativo bancario del Paese. In questo senso, l’interesse manifestato dagli studenti – certamente attratti dalle eventuali prospettive di inserimento – in merito all’organizzazione di sistema e alle modalità organizzative e Istituzionali del nostro Movimento nazionale, ne è stato un segno tangibile, da prendere a riferimento nelle future iniziative rivolte alle nuove generazioni, sia a livello locale che nazionale.




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