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1.7.3. Il Canale della Corsa e il Bosco della Pantiera

Foto 29 La Casa del Guardia vista dallo Stradone delle Pavoniere (attuale Viale dei Lecci), con il contiguo ponte, che consente l’accesso all’edificio. Foto 30 Il piccolo ponte esistente in prossimità della Casa del Guardia che, un tempo, consentiva di attraversare il canale delle Pavoniere e di andare nell’estesa area di fronte, fino a pochi decenni fa, coltivata a seminativo e ora rimboschita impropriamente. paesaggio dei suoi connotati originari, che lo hanno reso riconoscibile e chiaramente identificabile. Gli interventi ambientali contemporanei, compresi nel progetto Urban Jungle promosso dal Comune di Prato, si sono quindi imposti sui flebili segni dell’organico disegno mediceo-lorenese, creando un bosco informe, dove, in futuro, non si distingueranno più le geometrie dell’impianto storico dalla mixitè di alberature, indistintamente piantumate (Foto 31). In tale zona, sono anche presenti dei sistemi per il deflusso delle acque meteoriche (rilevabili nella parte nord, tra la vegetazione erbacea) e un canale secondario (privo di acqua), che attraversa il nucleo boscato centrale e la radura di fronte alla Casa del Guardia. L’angolo sud-est dello spazio recinto è invece caratterizzato dalla Rimessa delle Barche, recentemente restaurata per creare un centro destinato ad attività espositive e convegnistiche, in parte già funzionante. L’area ovest delle Pavoniere è invece connotata, come sopra indicato, da un grande prato, da cui emerge la sopra citata Casa del Guardia con colombaia, situata lungo il viale principale (Viale dei Lecci), in prossimità dell’ingresso sud al recinto. La zona a prato era originariamente occupata da un sistema boscato, di forma geometrica, analogo a quello ancora esistente ad est, tagliato per rendere produttiva l’area annessa alla contigua Casa del Guardia (diventata casa colonica con podere). Il complesso architettonico, fulcro edificato all’interno del recinto, è stato parzialmente restaurato agli inizi dello scorso decennio, anche se attualmente si trova in stato di abbandono, circondato da spazi pertinenziali in fase di rinaturalizzazione.

1.7.3 Il canale della Corsa e il Bosco della Pantiera

L’ambito ha una forma molto stretta ed allungata; è caratterizzato da un’importante fascia boscata, cresciuta ai lati del canale della Corsa, larga 100 m circa, lunga 1.000 m circa, e situata in posizione baricentrica rispetto alla originaria Tenuta medicea. Essa risulta

Foto 31 L’attuale radura di fronte alla Casa del Guardia, un tempo facente parte del suo podere e coltivata a seminativo. Il rimboschimento, del tutto casuale e inappropriato, realizzato all’interno del progetto Urban Jungle, promosso dal Comune di Prato, ha banalizzato e semplificato la complessa spazialità attribuita a questo luogo dal Poccianti (1818 circa). Foto 32 La vegetazione sempreverde lungo la via della Macchia Traversa, che si intravede sulla sinistra. Sulla destra emerge invece il fosso con muretto di contenimento in pietra, dove scorreva la gora del Palasaccio/Grignano, detta anche gora del Mulino della Cascina. In questo spazio, un tempo, si estendeva il Prato delle Carrozze, realizzato in prossimità dell’ingresso alla Corsa de’ Daini, il famoso spettacolo che veniva periodicamente organizzato dai Medici.

direttamente collegata al contiguo Bosco della Pantiera, rilevabile nelle carte storiche a partire da quella di Michele Gori del 1691 (fig. 25). Al suo interno è presente un piccolo bacino di acqua, la cui forma curvilinea è rilevabile sia nella mappa IGM del 1904 (fig. 66), che nel Catasto d’impianto del 1936/40 (fig. 68); è approvvigionato dal canale della Corsa e ha lo scarico a sud, tramite un fosso secondario, parallelo allo stesso canale. Tale bacino, situato all’interno del Bosco, serviva ad attrarre gli uccelli sullo specchio d’acqua e nel suo intorno, in modo da catturarli con le reti (“pantiera” significa infatti rete per la cattura dell’uccellagione o “vivaio” per l’allevamento di specie ittiche). Questo luogo boscato, ricco di acqua, ha quindi un rilevante valore culturale e ambientale; attualmente è invece lasciato in stato di abbandonato e risulta difficilmente accessibile a causa della vegetazione infestante. Lo stesso canale della Corsa è asciutto, come i fossi presenti all’interno delle Pavoniere, e invaso dalla vegetazione spontanea. L’ampio Stradone lungo il canale è ridotto in larghezza, sempre a causa della vegetazione che è andata ad occupare parte della sua sede viaria (Foto 33, 34). Il

Foto 33 Veduta aerea zenitale con evidenziati la fascia arborata lungo il canale della Corsa e il contiguo Bosco della Pantiera, di forma rettangolare, con bacino centrale, ancora ben evidente tra la vegetazione. Tale invaso fa defluire le sue acque verso sud, lungo la fascia arborata, attraverso un canale secondario. Foto 34 Il canale della Corsa e il contiguo Stradone, il cui tracciato veniva utilizzato, in epoca mediceolorenese, per la Corsa de’ Daini; il canale, asciutto e rinaturalizzato, si trova in stato di degrado. percorso, dopo gli interventi ottocenteschi, è stato reso accessibile da un sentiero, contiguo al ponte alla Curva e situato in posizione marginale rispetto a quello originario, che, in epoca medicea, garantiva l’accesso diretto al famoso Corso de’ Daini dalle Pavoniere, dove erano allevati gli animali esotici. Il ponte alla Curva, sopra citato, rappresenta anche il punto di raccordo tra il canale delle Pavoniere e il canale della Corsa, garantendo il passaggio delle imbarcazioni e la navigabilità di quest’ultimo, fino alla Darsena meridionale. La sua realizzazione rientra nell’ambito degli interventi della prima metà dell’Ottocento, frutto dell’iniziale progetto del Poccianti e dei successivi miglioramenti rivolti al sistema dei corsi d’acqua artificiali presenti all’interno della Tenuta. Si può inoltre rilevare dalla cartografia sei-settecentesca, che la fascia boscata in quel periodo era caratterizzata da ben tre canali, che sono stati successivamente riuniti nel canale della Corsa, ancora oggi esistente; i corsi d’acqua originari erano separati da arginature dove correvano dei percorsi: tra questi vi era il Corso de’ Daini o Stradone coperto. Tali canali erano alimentati sia dalla derivazione della gora del Palasaccio/Grignano, proveniente da est, che dal fosso Chiaro delle Tinche e dal canale delle Pavoniere, provenienti

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