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Presentazione

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Postfazione

Postfazione

Francesca Tosi Università degli Studi di Firenze francesca.tosi@unifi.it

Il Design ha conosciuto in questi ultimi anni un fortissimo sviluppo legato all’ampliarsi dei suoi ambiti di ricerca e dei suoi contenuti teorici e metodologici, così come dei suoi settori di intervento, portando a estendere il suo tradizionale significato di ‘capacità di dar forma al prodotto’1 a quello, oggi riconosciuto a livello internazionale, di ‘risorsa strategica di innovazione essenziale allo sviluppo dei sistemi produttivi e sociali’, e di ‘fattore di connessione tra le differenti competenze e specificità disciplinari e professionali’ con le quali è chiamato a collaborare2 . In ambito accademico3 il Design viene definito come capacità progettuale basata su teorie e metodi di intervento specificatamente rivolti ad operare nella complessità dei sistemi produttivi e sociali e viene declinato in base alle sue diverse specializzazioni, tradizionalmente identificate nel Design del prodotto, il Design degli interni e dell’allestimento, il Design della comunicazione, il Design della moda.

1 “Il disegno industriale è un’attività progettuale che consiste nel determinare le proprietà formali degli oggetti prodotti industrialmente. Per proprietà formali non si devono intendere solo le caratteristiche, ma soprattutto le relazioni funzionali e strutturali che fanno di un oggetto un’unità coerente sia dal punto di vista del produttore che dell’utente. Poiché, mentre la preoccupazione esclusiva per le caratteristiche esteriori di un oggetto spesso nasconde il desiderio di farlo apparire più attraente o anche di mascherarne le debolezze costitutive, le proprietà formali di un oggetto – per lo meno come lo intendo io qui – sono sempre il risultato dell’integrazione di diversi fattori, siano essi di tipo funzionale, culturale, tecnologico o economico. Detto altrimenti, mentre le caratteristiche esteriori riguardano qualcosa come una realtà estranea, cioè non legata all’oggetto e che non si è sviluppata con esso, al contrario le sue proprietà formali costituiscono una realtà che corrisponde alla sua organizzazione interna, a esso vincolata e che con esso si è sviluppata” (Maldonado, 1961). 2 Vedi il programma EU Design for Europe e i numerosi documenti pubblicati su questi temi pubblicati dalla Commissione Europea a partire dal 2013, tra i quali Implementing an Action Plan for Design-Driven Innovation e Design as a driver of user-centred innovation e Design for Innovation Service design as a means to advance business models. 3 “Nel campo del design, i contenuti scientifico-disciplinari riguardano teorie, metodi, tecniche e strumenti del progetto di artefatti – materiali e virtuali – con riferimento ai loro caratteri morfologici nelle loro relazioni con: bisogni e comportamenti d’uso degli utenti; caratteri produttivi, costruttivi, prestazionali, di sicurezza e qualità propri dei sistemi industriali; requisiti funzionali, ergonomici e di sostenibilità economica, sociale e ambientale; linguaggi visivi, prassi artistiche, significati estetici e culturali. I contenuti scientifici riguardano lo statuto teorico e storico-critico degli artefatti e le forme proprie del pensiero progettuale come prassi interdisciplinare e momento di sintesi dei molteplici saperi che intervengono nella progettazione degli artefatti nel loro ciclo di vita, nonché come attività di prefigurazione strategica di scenari socio-tecnici e configurazione di nuove soluzioni attraverso l’applicazione e il trasferimento di innovazione tecnologica. Gli ambiti di ricerca e di applicazione riguardano il design del prodotto, della comunicazione, degli interni, della moda e delle loro integrazioni sistemiche” (Cfr. Declaratoria DM 30-10-2015 n. 855 Rideterminazione dei macrosettori e dei settori concorsuali)..

A queste, si sono andate affiancando nel corso degli anni specializzazioni trasversali, oggi identificabili nel Design per la sostenibilità, lo Human-Centred Design/User Eperience, l’Inclusive Design, il Design dei Servizi, il Design dell’interazione, ecc. che costituiscono aree di ricerca e di sperimentazione caratterizzate dalla specificità dei contenuti teorici, degli obiettivi e degli strumenti metodologici utilizzati, e applicabili nei diversi settori di intervento. Dal punto di vista professionale, le competenze dei designer sono oggi richieste non solo in una pluralità di settori produttivi – dal prodotto e sistema prodotto fisico o virtuale all’arredo e all’illuminazione, dai mezzi di trasporto all’elettronica di consumo, dalla moda all’Exhibit Design, alla creazione di prodotti per la valorizzazione dei beni culturali, alla progettazione di prodotti e complementi per la moda nelle sue differenti declinazioni, fino alle macchine utensili e a settori tradizionalmente no-design oriented – ma anche e sempre più diffusamente all’interno delle aziende pubbliche e private, includendo i campi emergenti più strettamente legati all’innovazione tecnologica. Il designer professionista, e più in generale il Design come ambito di ricerca e di intervento, operano all’interno di un sistema di competenze generalmente molto articolato, all’interno di processi di produzione avanzati e/o in contesti sociali complessi, nei quali al Design, e ai designer, è richiesto uno stretto rapporto con i vincoli tecnologici e produttivi, con la loro costante evoluzione tecnologica e, parallelamente, con la molteplicità delle figure professionali coinvolte nello sviluppo di nuovi prodotti, sistemi prodotto, servizi, fisici o virtuali. È in questo quadro di costante sviluppo ed evoluzione del ruolo del designer che risulta essenziale, e forse ancor più che in passato, la capacità di ‘elaborare e comunicare il progetto’ con le forme più appropriate del suo linguaggio e, in particolare, attraverso il ‘disegno e la rappresentazione del progetto’ dai primi schizzi alla restituzione del progetto finito. Il disegno è in questo senso linguaggio del progetto e, allo stesso tempo, metodo di ragionamento e di elaborazione dell’idea progettuale e della sua espressione compiuta. Il disegno, in tutte le sue forme – a mano libera o geometrico – e realizzato nelle diverse modalità - manuali o digitali – rappresenta il fondamento della capacità espressiva del designer e, più in generale del progettista, che trova nel disegno una delle componenti essenziali della sua formazione culturale e della sua capacità professionale. Come scrive Stefano Bertocci nell’introduzione a questo volume, il disegno risponde alla ‘necessità di comunicare un pensiero critico, tecnico, operativamente eseguibile’ ed è ‘linguaggio universale attraverso il quale si esprimono le capacità artistiche e progettuali, soprattutto per quanto ci riguarda, nel campo dell’architettura e del design’. Questo tratta il tema

del ‘Disegno per il design’ proprio dal punto di vista della completezza e pertinenza della rappresentazione del progetto come linguaggio con il quale il progetto, in questo caso di Design, si esprime dalla fase di formazione dell’idea sino a tutte le successive fasi di sviluppo e realizzazione esecutiva. Il volume, nato dall’esperienza didattica nei Corsi di studio di Design dell’Università di Firenze, porta un contributo di grande valore alla formazione e alla cultura del progettista, caratterizzato dalla completezza con la quale vengono trattate le diverse modalità espressive del ‘disegno per il design’ e dalla capacità di approfondimento e di esposizione attraverso un linguaggio a un tempo accurato e semplice attraverso il quale l’apprendimento del ‘disegno’ diventa una guida concreta ed essenziale all’azione progettuale e alla formazione del progettista.

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