10 minute read

13. La rappresentazione per il design d’interni

Studio di un interno, camera da letto Sara Porzilli Università degli Studi di Firenze sara.porzilli@unifi.it

Nell’ambito dell’interior design il progettista è chiamato a confrontarsi con un tipo di rappresentazione tecnica legata all’uso di convenzioni grafiche e segni normalizzati. Come è stato infatti descritto nel capitolo 3, la progettazione architettonica sottostà a una serie di regole che hanno lo scopo di rendere leggibile e comprensibile il progetto da parte di numerose altre figure tecniche coinvolte nel processo. Nell’architettura di interni, così come in qualsiasi progetto di architettura, è necessario conoscere la normativa di base che da prescrizioni sull’uso di specifici formati di fogli, uso di margini e squadrature, indicazioni sulla presentazione del progetto, piegatura dei fogli di progetto e elaborazione del cartiglio, disposizione e organizzazione dei disegni all’interno del foglio, definizione delle scale grafiche da utilizzare e conseguente livello di dettaglio da rispettare, convenzioni grafiche per la rappresentazione di elementi architettonici e non. Un aspetto fondamentale nella progettazione di interni è la conoscenza dello stato di fatto. Nell’interior design infatti spesso la progettazione avviene in un ambiente fisico già esistente. Si pensi al caso della progettazione di un allestimento per una mostra o dello stand all’interno di un negozio. In queste circostanze è fondamentale prima di tutto eseguire tutti i sopralluoghi necessari per conoscere e comprendere lo spazio che accoglierà il progetto stesso. Per questo motivo è fondamentale eseguire dei rilievi geometrici e delle documentazioni fotografiche capaci di restituire uno stato di fatto aggiornato dell’ambiente da progettare. Il rilievo ha lo scopo di definire o verificare le dimensioni di un ambiente attraverso l’uso di metodologie e tecniche proprie dell’ambito del rilievo dell’archietttura. La documentazione fotografica ha lo scopo di consentire al progettista di avere a disposizione un bagaglio di informazioni che durante la fase progettuale sicuramente serviranno per fare scelte o definire degli aspetti del progetto stesso. Le fotografie, quando eseguite volutamente per tale fine, possono servire anche per eseguire dei foto inserimenti, ovvero per realizzare solo in maniera squisitamente grafica, delle rappresentazioni del proprio progetto inserite nel contesto reale di destinazione.

Fig. 1 Il disegno architettonico, inquadramento generale, planimetrie, sezioni, dettagli costruttivi.

pagina a fronte Fig. 2 Studio dei dettagli. Analisi di una porta finestra con analisi del meccanismo di apertura e struttura telaio infisso. Nel disegno per l’architettura di interni è possibile distinguere due livelli indipendenti: • il disegno architettonico delle strutture portanti e degli elementi di completamento; • il disegno dell’arredo. Di seguito sono riportate le caratteristiche di queste macro categorie.

13.1. Il disegno architettonico Il disegno per l’architettura, sia delle strutture che delle parti di completamento, si compone di una serie di convenzioni grafiche che riguardano principalmente: • gli elementi architettonici; • le campiture; • i tipi e spessori di linea; • le scritture sui disegni e i relativi documenti di supporto al disegno. Per elementi architettonici si intendono principalmente: strutture di copertura, murature portanti e non, orizzontamenti (solai, piani di calpestio), pilastri e setti, fondazioni. Gli elementi di completamento sono invece parti fisse che completano la finitura dell’ambiente caratterizzandolo in maniera precisa. Sono in genere infissi di finestre e porte, ringhiere, parapetti e balaustre, orditure di pavimentazioni e rivestimenti, elementi decorativi fissi (cornici, trabeazioni e simili). La gerarchia degli elementi e il loro ruolo determinano nel disegno architettonico un preciso trattamento del segno grafico che varia

al variare della scala metrica, che è generalmente più semplice e approssimato nelle scale metriche piccole (per esempio se si disegna nelle scale 1:500 / 200 / 100), mentre diventa più preciso e completo di elementi di dettaglio man mano che la scala aumenta (ad esempio per 1:50 / 20 / 10). A paritre da una scala metrica del tipo 1:10 si parla di elaborati di dettaglio esecutivi nei quali vengono riportati elementi con una precisione millimetrica. Un esempio pratico è il disegno di un infisso in pianta; alla scala 1:100 è sufficiente segnalarlo con una doppia linea. Se si disegna in scala 1:50/20 sarà invece necessario aggiungere il disegno del telaio oltre a specificare come avviene l’apertura (una, due ante o altro). Se la scala arriva a 1:10/5 allora è richiesto anche il disegno delle eventuali maniglie, il sistema di chiusura e incastro delle ante, disegno delle diverse linee che compongono il vetro (se sono vetri semplici accoppiati, o un unico vetro camera, ecc.). Le stesse considerazioni valgono nella definizione del livello di dettaglio per gli altri elementi citati.

pagina a fronte Fig. 3 Descrizione di un'abitazione di campagna. Inquadramento generale attraverso disegni a mano libera e fotografie, Planimetrie tecniche e sezioni architettoniche. Anche per quanto riguarda le campiture esiste una normativa di base che guida e predispone i retini (ovvero la texture della campitura) in maniera precisa a seconda del materiale rappresentato. Esistono campiture specifiche se si rappresentano elementi aereiformi, liquidi o solidi, ma anche se si devono fare distinzioni fra elementi in legno, pietra, conglomerato, ecc. Campiture diverse servono anche per evidenziare diversi tipi di stato di degrado o le aree precise sulle quali intervenire. Nel disegno architettonico le parti sezionate devono essere campite possibilmente non con campitura piena nera ma attraverso un tratteggio in diagonale o, per motivi anche estetici, eventualmente con campiture molto chiare di colori pieni. Gli spessori di linea, come accennato precedentemente variano al variare della scala metrica e seguono il sistema gerarchico degli elementi architettonici. In genere si usano: • linee più spesse per i profili sezionati, in maniera tale da evidenziare con precisione le parti architettoniche sezionate e come si organizza di conseguenza l’ambiente studiato; • linee meno spesse per il disegno degli elementi architettonici non sezionati; • linee sottili per il disegno dell’arredo ed elementi secondari (eventuali zone verdi, presenza di piante, alberi o simili). Nel caso per esempio di un disegno in scala 1:50 si potrà usare uno spessore di 0.4-0.35 mm per le linee di sezione, 0.18-0.13 per gli elementi architettonici non sezionati, 0.090.05 per elementi di finitura come arredo, 0.00 per tutto il resto che arricchisce il disegno senza riempirlo eccessivamente. Nelle convenzioni grafiche il tipo di linea ha una funzione ben precisa, ovvero da informazioni su ciò che viene rappresentato. In linea generale le linee continue vengono usate per la rappresentazione di ciò che esiste e che è stato misurato o progettato, il tratteggio indica un punto di interruzione, isola ciò che viene disegnato in maniera accurata da un resto che invece risulta di secondaria importanza se non trascurabile (si tratteggiano aree che non sono state misurate o che non sono state rilevabili per esempio). Le interruzioni del disegno vengono invece segnalate con il tratto-punto (per indicare per esempio l’interruzione di una linea di sezione). La terza categoria sottoposta a regole normate è quella dei testi. Non è possibile infatti utilizzare un font o un lettering personale, ma, nell’ottica di rendere il disegno comprensibile a tutti i possibili utenti coinvolti in un processo progettuale, è fondamentale usare una scrittura di facile comprensione. La dimensione dei testi varia al variare del formato di stampa adottato, e in base all’importanza dell’informazione riportata. In genere si predilige l’uso di tre livelli di importanza, in maniera tale da consentire all’occhio dell’interlocutore la possibilità di individuare i testi principali, i secondari e quelli meno importanti ma comunque utili a completamento della descrizione del lavoro.

Fig. 4-5 Analisi di interni rappresentati in foto. L'esercizio proposto ha lo scopo di ricostruire la spazialità degli ambienti scelti attraverso la conoscenza delle misure degli elementi di arredo presenti. È un ridisegno qualitativo che consente di prendere dimestichezza con le dimensioni reali di oggetti ed elementi di uso comune.

13.2. Il disegno dell’arredo Anche la progettazione, il disegno e rappresentazione dell’arredo richiede la conoscenza e l’utilizzo di standard prefissati. Quando si deve progettare un elemento di arredo o realizzare l’allestimento di un ambiente solo attraverso il suo arredamento infatti non è possibile decidere in maniera personale le dimensioni dei mobili che si devono o vogliono inserire, poichè questi hanno, generalmente, delle dimensioni già stabilite. Nei manuali tecnici, come il manuale dell’architetto, sono infatti riportate tutte le dimensioni che caratterizzano ogni singolo elemento d’arredo, complete di tutte le informazioni necessarie anche su eventuali distanziamenti da considerare per il loro collocamento. Nel caso di una cucina, per esempio, è noto che genericamente i mobili hanno una larghezza di 60-80 cm, la profondità di un piano da lavoro è di 65-60 cm, i pensili vengono

posti a un’altezza dal piano di lavoro mai inferiore a 50 cm, e così via. Se si pensa agli ambienti delle nostre case è facile rendersi conto che i mobili che abbiamo hanno delle dimensioni precise proprio per garantirne il miglior utilizzo e comfort. Un tavolo da pranzo ha dimensioni precise in base alla sua possibilità di accogliere quattro, sei, otto o più persone, così come per un divano. Infine, elementi quali il letto, seppur presenti in una vasta varietà di dimensioni, sono comunque caratterizzati da lunghezze precise che variano da 80 cm per un letto singolo, a 120140 cm per quelli da una piazza e mezzo (french size), per arrivare a 160 cm della doppia piazza (letto matrimoniale) sino alla versione detta king size che raggiunge i 180-200 cm. Il disegno e la progettazione dell’arredo non è quindi da considerarsi come un’attività totalmente libera dalla necessità di soddisfare regole e requisiti ma, al contrario, è molto guidata e definita da tali standard.

Fig. 6-7 Nella descrizione di un interno anche la tecnica grafica di rappresentazione adottata concorre nel trasmettere un messaggio preciso, un'intenzione, un'atmosfera e una qualità dello spazio stesso.

Il progettista che si approccia a un lavoro di interior design dedicato alla realizzazione di un arredamento deve assolutamente avere una conoscenza approfondita di tali dimensioni e prescrizioni che dovranno comunque essere via via verificate per evitare che certi formati non esistino più sul mercato. Nell’ambito della progettazione d’autore (ovvero per tutti quegli elementi d’arredo realizzati con l’esplicito scopo di eseguire un pezzo eccezionale caricato anche di una valenza artistica) ovviamente tali requisiti dimensionali potrebbero non essere rispettati. Per questo motivo, il progettista dovrà comunque sempre appurare le dimensioni specifiche dell’arredo che sceglie ed essere consapevole degli oggetti inseriti nel progetto. Un esercizio molto utile per poter iniziare a prendere dimestichezza con le dimensioni degli arredi è, anche in questo caso, la pratica, ovvero la possibilità di misurare e ridisegnare il proprio arredo. Attraverso l’uso di una fettuccia metrica o ruzzola è spesso richiesto agli studenti di verificare di persona le misure di tutto

ciò che compone i propri spazi di vita quotidiana. In questo modo l’apprendimento è di gran lunga facilitato e la memorizzazione di certe dimensioni avverrà in maniera molto più intuitiva e veloce rispetto alla lettura di lunghissime tabelle da prontuario. Per quanto riguarda il disegno tecnico dell’arredo oggigiorno si ricorre all’uso dei software CAD, che mettono a disposizione dei cataloghi di arredo, eventualmente già predisposti alle diverse scale metriche, all’interno dei quali sono riproposte numerosissime versioni dei vari elementi (per esempio si possono trovare varie opzioni di lavandino da cucina o sanitari per il bagno). Oppure, ricorrere al disegno a mano libera, spesso richiesto anche in studi e aziende avviate, proprio perchè il disegno a mano conserva ancora quell’unicità e stile che spesso può risultare vincente nell’approvazione di un lavoro. A differenza quindi di un disegno vettoriale, nelle tavole rappresentate a mano, il progettista-disegnatore, avrà anche a disposizione tutte le tecniche grafiche e i supporti legati alla rappresentazione, grazie ai quali personalizzare il proprio lavoro.

This article is from: