Rappresentare il mondo

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Diego Rosato

Rappresentare il mondo Breve trattato di semiotica visiva



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Indice Prefazione..................................................................................9 Introduzione.............................................................................11 Significante e significato.....................................................13 Prima parte Semiotica figurativa.............................................25 Semiotica.............................................................................27 Semiotica figurativa........................................................29 Naturalismo vs Convenzionalismo.................................31 Spazio e tempo............................................................... 35 Significato della immagini..................................................40 Iconografia......................................................................41 Iconologia.......................................................................45 Denotazione e connotazione...........................................47 Figure retoriche.............................................................. 50 Strutture narrative................................................................57 Schema narrativo............................................................58 Percorso generativo........................................................ 63 Modello attanziale.......................................................... 67 Strutture discorsive.........................................................70 Enunciazione visiva.............................................................73 DĂŠbrayage.......................................................................75 Guardare ed essere guardato...........................................80 Osservatore e spettatore..................................................81 Una finestra opaca sul mondo........................................ 83 Seconda parte Semiotica plastica.............................................89 Psicologia della percezione.................................................91 Psicologia della Gestalt.................................................. 91 Leggi di unificazione figurale........................................ 95 Sfondo e buona forma.................................................... 98 Equilibrio e direzione................................................... 101 Linguaggio plastico e struttura..........................................109 Categorie plastiche........................................................110 Simbolismo plastico..................................................... 114


Un semplice logo..........................................................117 Sistemi semisombolici..................................................119 Glossario................................................................................125 Riferimenti.............................................................................129 Bibliografia........................................................................129 Sitografia...........................................................................129 Per approfondire................................................................129 Indice delle illustrazioni.........................................................133 Indice analitico.......................................................................141 Postfazione.............................................................................145




Diego Rosato - Rappresentare il mondo

Prefazione Tempo fa ho scritto un articolo sulla semiotica visiva, senza mai menzionare la parola “semiotica”, per vedere di nascosto l’effetto che fa. Devo dire che ho avuto dei buoni riscontri di visualizzazioni e così ho deciso di scrivere in maniera un po’ più strutturata sull’argomento. Non sono certo la fonte più autorevole in materia, ma sono comunque riuscito a Illustrazione 1: Diego Rosato condensare in una serie di articoli quel poco che so e che può essere d’aiuto a chi vuole andare un po’ più in profondità nello studio della fotografia. Ho inserito quel primo articolo, “Significante e significato”, come introduzione e poi ho messo insieme gli altri sei articoli sull’argomento e ho creato questo eBook, che, spero, non vi annoi troppo e vi lasci qualche nozione in più sull’argomento che non sarà fondamentale, ma è comunque affascinante e ricco di spunti. Buona lettura

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Introduzione



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Significante e significato Nella società di oggi le immagini hanno una notevole importanza. Tale importanza spesso è data dal loro significato, perché un’immagine è come un messaggio, con la sua sintassi e la sua semantica. Le fotografie, ovviamente, non sfuggono a questa regola e, per essere sicuri di mandare il messaggio giusto, dobbiamo sapere cosa vogliamo esprimere e a chi, nonché quale sia il modo migliore per farlo.

Illustrazione 2: Anche una foto semplice come questa può rendere al meglio grazie a un po’ di tecnica

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Naturalmente occorre partire dalla tecnica. Alle volte basta cambiare un colore, spostare un po’ l’inquadratura o ingrandire un dettaglio, per stravolgere il senso di un’immagine. Basti pensare alla differenza che ha un’immagine in bianco e nero e una a colori, oppure alle tante sfumature che si possono applicare della regola dei terzi (foss’anche per la foto di un semplice gatto).

Illustrazione 3: Spostando l’inquadratura sulla mia destra ho dato un significato diverso a questa foto: cosa sta guardando il mio soggetto? Certo, la composizione ha anche un suo lato artistico e non è detto che ogniqualvolta decidiate di aprire l’otturatore sia per Pagina 14 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo comporre un’immagine che trasmetta una realtà filosofica universale: anche un semplice “guardate quanto era bello questo tramonto” è un messaggio degno di essere registrato e le regole di composizione possono aiutarci a esprimerlo al meglio.

Illustrazione 4: Quest’immagine ha un valore solo artistico, un gioco di luce sul corpo del pugile Diciamo che la composizione è quella parte del linguaggio fotografico che ricade nell’ambito del significante, ovvero di ciò che è utilizzato per trasmettere un significato, di accompagnarlo, di dargli peso. Pensate, per esempio, a un’allitterazione (figura retorica del significante): Pagina 15 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo “… dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge” scriveva Ugo Foscolo e quella sequenza di erre dà enfasi al ruggito nel suo animo. Esistono tuttavia dei fattori esterni al nostro processo fotografico che possono modificare il significato delle nostre fotografie. Fattori culturali, perlopiù. Possiamo controllare relativamente tali fattori (per esempio, possiamo decidere di escluderli, in alcuni casi), ma non sempre: talvolta capita che dobbiamo tenerceli così come sono.

Illustrazione 5: Quando si scatta in esterna non si possono decidere le condizioni climatiche che troveremo sul set Uno dei fattori più influenti nella fotografia è la notorietà. Se un ambiente, un oggetto o qualsiasi altra caratteristica è ben Pagina 16 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo nota per un determinato aspetto, quell’aspetto modificherà il significato della vostra fotografia, arrivando anche a soverchiare quello del contesto in cui si trova. Consideriamo per esempio la seguente fotografia:

Illustrazione 6: Una veduta panoramica dal castello di Rocca Calascio Ho scattato questa foto a Rocca Calascio, in Abruzzo e, vedendola sul mio sito, nessuno dubiterebbe del fatto che sia stata scattata in Italia. Ora immaginate la stessa fotografia con un paio di elementi in piĂš: un uomo vestito da nativo americano appostato sulla roccia che osserva un cowboy che cavalca in lontananza e ci troveremo catapultati in Arizona. E Pagina 17 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo infatti a Rocca Calascio sono stati girati alcuni film western, come “Lo chiamavano Trinità”.

Illustrazione 7: Alcuni dei film girati a Rocca Calascio Un significato può variare e anche molto a distanza di tempo. Pensate solo all’evoluzione nel mondo occidentale del rapporto con la nudità, considerata la norma nell’arte e comunque ampiamente tollerata in altri contesti in epoca classica, poi demonizzata con l’arrivo della morale cristiana e poi sempre più presente in epoca contemporanea. Come esempio possiamo considerare la famosa foto che Nadar scattò a Sarah Bernhardt, coperta da un pesante drappo che lasciava scoperta la spalla. Alla sua epoca, era considerata una foto Pagina 18 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo erotica, per alcuni addirittura scandalosa: cosa avrebbero pensato di una qualunque foto di Helmut Newton?

Illustrazione 8: In fotografia si ha tutt’oggi una sensibilità diverso verso il nudo, anche rispetto ad altre forme d’arte, come la pittura Anche il contesto influisce fortemente sul significato di un certo elemento. Per chiarire meglio questo concetto, pensiamo ad alcuni colori, per esempio il verde. Il colore verde nell’immaginario collettivo è associato alla natura, alla (ri)nascita, quindi alla speranza. Però, se lo utilizziamo in ambito ospedaliero o industriale, rappresenta la malattia (una persona con un colorito verdognolo non dà l’idea di essere Pagina 19 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo molto in salute) o la tossicitĂ (avete fatto caso che nei film sostanze velenose e tossiche sono quasi sempre verdi?). Insomma, non esiste solo il verde speranza, ma anche il verde veleno.

Illustrazione 9: Il molto versatile, difficile da gestire immaginate quella

E restando in tema di veleno, possiamo usare le mele come esempio del prossimo caso, la variazione di significato per accostamento. Accostare un elemento a un altro, può infatti cambiare totalmente il suo significato. Pensiamo, perlappunto, alle mele: una mela al giorno leva il verde è un colore medico di torno, ma anche molto siamo soliti dire. Beh, ora stessa mela, in mano a una vecchina, Pagina 20 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo vestita di nero, che la porge a Biancaneve: vi sembra ancora cosĂŹ salutare?

Illustrazione 10: No, Biancaneve, non mangiare quella mela! Anche un gesto o un’espressione possono cambiare il significato della vostra fotografia: quasi tutte le mie amiche mi dedicano spesso gestacci e minacce, ma il fatto che lo facciano sorridendo o guardandomi come se fossi uno scemo, ma in modo affettuoso, mi fa sperare ogni volta che non stiano per uccidermi.

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Illustrazione 11: Una vera foto di moda, davanti alla Cloaca maxima, sarebbe un oltraggio, ma lo sguardo della modella rende evidente ciò che è: uno scherzo Pagina 22 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Ultimo, ma non meno importante, espediente per modificare il senso di un’immagine è una didascalia o una scritta. Proprio per questo, fate attenzione, quando scattate una foto, a eventuali scritte sullo sfondo, magari su graffiti, manifesti o insegne. E, se mi è concesso scomodare un altro grande artista, vorrei proporre come esempio il celeberrimo quadro di René Magritte “La Trahison des images”.

Illustrazione 12: Sempre in vena di scherzi, questa foto cambia di significato, grazie a una citazione di Star Wars

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Prima parte Semiotica figurativa



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Semiotica Per l’enciclopedia Treccani, la semiotica è la scienza generale dei segni, della loro produzione, trasmissione e interpretazione, o dei modi in cui si comunica e si significa qualcosa, o si produce un oggetto comunque simbolico. Resa celebre in Italia dagli studi di Umberto Eco, che fu molto piĂš pop di quanto probabilmente avrebbe voluto, nasce fin dai tempi di John Locke come studio del linguaggio, inteso esclusivamente come linguaggio verbale, fino a indirizzarsi sullo studio formale dei codici di linguaggio e dei segni che li compongono.

Illustrazione 13: Non solo parole, ma anche immagini Pagina 27 di 148


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Illustrazione 14: Dove c'è del /fumo/ (significante, indicato con la nomenclatura / /), ci dev'essere del "fuoco" (significato, indicato con la nomenclatura " ") Pagina 28 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo In seguito, però, la semiotica ha esteso i suoi orizzonti, applicandosi anche alle altre forme di linguaggio, non verbali, come le arti figurative. Anche per questo tale scienza ha spostato il suo interesse dal singolo segno al testo. Nella semiotica, un testo è qualsiasi insieme coerente di elementi che, combinati insieme, assumono un particolare significato. Come e cosa un testo riesca a comunicare è uno dei due obiettivi fondamentali della semiotica. L’altro è comprendere il meccanismo con cui interpretiamo il linguaggio da cui il testo è composto. Noi, in quanto fotografi, siamo interessati perlopiù all’aspetto visivo della semiotica, alla struttura di un’immagine e di come gli elementi che la compongono interagiscano tra di loro (semiotica strutturale) e ai meccanismi che si attivano nella nostra mente per interpretarne il significato o, se preferite, quali espedienti abbiamo a disposizione per attivare quei meccanismi (semiotica interpretativa).

Semiotica figurativa Esistono fondamentalmente due grandi scuole di semiotica visiva, quella interpretativa o figurativa e quella generativa o plastica. La prima studia le immagini in quanto rappresentazione del mondo e si pone l’obiettivo di stabilire come quella rappresentazione riesca a trasmetterne il significato, mentre la seconda studia gli equilibri delle Pagina 29 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo composizioni visive, indipendentemente da ciò che vogliono rappresentare, gli effetti di insiemi di forme e linee sui nostri sensi, indipendentemente dal significato che vogliono trasmettere.

Illustrazione 15: Anche uno sguardo, una forma di linguaggio non verbale, può essere oggetto di studio della semiotica Per il momento, ci concentreremo sulla semiotica figurativa, il cui quesito fondamentale riguarda il come riusciamo a riconoscere in un’immagine una rappresentazione di qualcosa di reale, ovvero del rapporto tra significante e significato. Pagina 30 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Ovviamente ci dev’essere una qualche somiglianza tra l’immagine, l’icona o segno visivo che dir si voglia, ma una somiglianza è sempre arbitraria e non può essere accettata in uno studio scientifico.

Illustrazione 16: L’attore che interpreta il Grillo parlante gli assomiglia abbastanza, finché si trova nel suo contesto, ma in una rappresentazione diversa sapremmo riconoscere il personaggio?

Naturalismo vs Convenzionalismo La questione che è stata dibattuta per decenni e ancora è dibattuta riguarda due ipotesi contrastanti, una naturalista e Pagina 31 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo una convenzionalista: la prima presuppone che un simbolo sia naturalmente collegato al suo significato, mentre la seconda considera il loro rapporto una semplice convenzione. Se questo ultimo concetto può essere vero per il linguaggio verbale (la parola “mela” non assomiglia in alcun modo a una mela, che, se anche si chiamasse “pera”, non cambierebbe la sua natura di una virgola), per il linguaggio visivo più verosimilmente rientra in gioco la somiglianza di cui accennavo prima e probabilmente sulla relazione tra entità e simboli visivi concorrono anche aspetti naturalisti.

Illustrazione 17: Quanto un uomo stilizzato assomiglia a un uomo e quanto riconosciamo come tale questo simbolo solo per convenzione? Pagina 32 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Per questo Uberto Eco coniò il termine ipoicona, che sottolineava la natura incompleta dei simboli e la necessità di una interpretazione basata sull’esperienza e sulla cultura di chi osserva l’immagine. L’idea è che la rappresentazione visiva di un oggetto, per quanto fedele possa essere, non avrà mai lo stesso livello di dettaglio dell’originale e la nostra mente andrà a colmare, in base all’esperienza individuale, tutte le sue carenze. È un po’ quello che accade a chi non sente molto bene: recepisce solo parzialmente ciò che gli si dice e

Illustrazione 18: Gli sposi non ci sono, eppure è quasi ovvio che sia una scena di un matrimonio Pagina 33 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo tenta di ricostruire il messaggio, spesso travisandolo completamente. E, a proposito di fraintendimenti uditivi, come esempio, citerò “le canzoni travisate” del Trio Medusa: chi non conosce bene una lingua straniera, ascolta una canzone in quella lingua e crede di sentire parole nella sua lingua madre, travisandone il significato. Il motivo è che nella nostra vita ci creiamo in testa un database di suoni, che associamo ai singoli fonemi e, quando ascoltiamo qualcuno parlare o

Illustrazione 19: Quando dico a Emanuela che è una duchessina, non intendo questo Pagina 34 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo cantare, il nostro cervello, cerca quei suoni in archivio, finché non trova il più simile, portandoci, nel caso sia un fonema sconosciuto, sulla cattiva strada.

Spazio e tempo Un altro esempio possiamo trovarlo in un altro mio articolo di qualche tempo fa, quello sulla tridimensionalità. Ricordate cosa ho detto della prospettiva nell’antica arte figurativa orientale? In una rappresentazione bidimensionale, ciò che era in alto era considerato più lontano e questa impostazione

Illustrazione 20: La bambina è più lontana e, inquadrata dall'alto, si trova nella parte superiore dell'immagine Pagina 35 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo mentale era radicata a tal punto che il regista Kurosawa ne faceva largo uso anche in epoca moderna, mentre per noi occidentali questa lettura è meno intuitiva. Ciò nondimeno questa convenzione è almeno parzialmente mutuata dalla realtà: basta osservare una scena da un punto sopraelevato, per avere davvero la sensazione che ciò che è più lontano sia al di sopra di ciò che è più vicino. E, se da un lato ci può essere difficoltà a rappresentare con una simbologia adeguata una forma tridimensionale in un’immagine bidimensionale, dall’altro anche l’analisi di come rappresentiamo figurativamente il tempo presenta interessanti spunti di riflessione. Diciamo che in fotografia l’unico vero mezzo per rappresentare il tempo è il movimento. È ovvio che in fotografia il modo più semplice per rappresentare un movimento è quello di congelarlo, ma quando? Possiamo scegliere se fissarlo nel pieno del suo svolgimento, cogliendone l’aspetto durativo, se fissarlo al momento del suo inizio o quello immediatamente precedente, suggerendo solo un movimento, cogliendone l’aspetto incoativo, oppure se fissarlo nella sua fase finale o immediatamente successiva, ricostruendo il movimento dalle sue conseguenze, cogliendone l’aspetto terminativo. Proprio

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo perché legato fortemente al suo aspetto, questo concetto è detto aspettualizzazione.

Illustrazione 21: Questa foto rappresenta il tempo di un’azione tramite l’aspetto terminativo. Il soggetto, a destra, scatta una foto dopo aver inquadrato prima ciò che è a sinistra Altra strategia può essere quella di contrarre due fasi dello stesso movimento o due movimenti diversi (magari l’ultima fase del primo e la prima del secondo) nella stessa azione. Concetto un po’ più estremo del movimento contratto è quello del movimento articolato, che consiste nel creare più immagini che rappresentino le varie fasi di un movimento. Pagina 37 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Basti pensare a un fumetto o a un reportage per avere un’idea. In realtà, anche se è una pratica decisamente meno ortodossa, si può anche usare una doppia esposizione o, anche se è una pratica oggi molto meno diffusa, una luce stroboscopica e articolare un movimento in un singolo scatto.

Illustrazione 22: La fine dell’azione di un pugile (una finta) dà il via all’inizio dell’azione di un altro pugile (una schivata) E, se invece di un movimento, di una singola azione, volessimo rappresentarne più d’una, con una singola immagine? In tal caso, ci viene in aiuto Ruggero Eugeni con la sua teoria del racconto iconico. Per il professore di semiotica dei media, si possono rappresentare più azioni o una catena Pagina 38 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo di azioni in una singola immagine che ne illustri le conseguenze. In alternativa si possono rappresentare una sequenza di azioni nella stessa immagine, cosa non rara in pittura, solitamente disponendo la sequenza temporale da sinistra a destra della rappresentazione. In fotografia, anche in questo caso, si può usare una doppia esposizione.

Illustrazione 23: Mi sono ammalato e mi sono cullato leggendo un libro leggero e rilassante

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Significato della immagini Ovviamente i tentativi di studiare e analizzare le immagini sono nati ben prima dell’avvento della semiotica, principalmente con lo studio dell’iconografia e dell’iconologia, due argomenti affini alla scienza che studia i segni e la loro codifica e aiuta a comprendere come un’immagine si denota e si connota.

Illustrazione 24: A livello iconografico, questa immagine è molto semplice: un ritratto di una giovane ragazza in un costume punk

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Iconografia In epoca rinascimentale gli artisti e gli studiosi cominciarono a codificare le raffigurazioni dei soggetti, perlopiù sacri, da inserire nei quadri, ma, in realtà, un’iconografia esisteva già in epoca classica, basti pensare a una Minerva, rappresentata sempre con elmo e lancia e un Ercole raffigurato spesso ricoperto da una pelle di leone. Possiamo dunque definire l’iconografia la scienza che studia l’interpretazione di ciò che è raffigurato in un’opera d’arte.

Illustrazione 25: Su un ring con la felpa col cappuccio e i bendaggi alle mani: il soggetto di questa immagine è ben riconoscibile come pugile Pagina 41 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Può sembrare banale, ma considerate cosa avveniva in epoca medievale, quando l’arte sacra era l’unica forma di trasmissione delle sacre scritture fruibile dalla maggior parte delle persone, incapaci di leggere e scrivere: era fondamentale che personaggi ed eventi fossero caratterizzati in modo riconoscibile.

Illustrazione 26: Questo Mercuzio, per via del costume punk, non è immediatamente riconoscibile: la sua iconografia non è quella convenzionale Non solo un personaggio, ma anche lo schema con cui vengono disposte le azioni che compie, le caratteristiche che lo descrivono e gli attributi che lo completano. Pensate a una Pagina 42 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo qualsiasi rappresentazione dell’Olimpo: Zeus sarà sempre posizionato in alto, al centro, al di sopra delle altre divinità, in uno schema che lo rende subito riconoscibile come il padre degli dei. Avrà poi delle caratteristiche ben precise, ovvero delle particolarità che non possono essere slegate dal personaggio, che riguardano il suo aspetto, come la lunga barba, il fisico possente, seppure non più giovane, e degli attributi che si aggiungono a tali caratteristiche, come il fulmine pronto a essere scagliato dalla sua mano.

Illustrazione 27: Un paio di denti finti bastano per cambiare l’iconografia di una foto e trasformarmi in un vampiro

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo A distanza di migliaia di anni questa iconografia è ancora perfettamente riconoscibile, perlomeno da chi abbia un minimo di dimestichezza con la cultura classica, tanto che le figure delle mitologia greca sono usate anche dalla pubblicità in televisione. Ciononostante, le iconografie possono cambiare col tempo o anche in relazione alla geografia. Anche in questo caso, possiamo prendere in esame una rappresentazione sacra, quella di Cristo sulla croce. In varie epoche e in vari luoghi, questo soggetto è stato rappresentato

Illustrazione 28: Una rappresentazione del mondo, riconoscibile solo per chi ha una conoscenza dei tarocchi Pagina 44 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo beato (Christus triumphans), sofferente (Christus patiens) o morto (Christus dormiens). Le iconografie si possono anche creare, come fanno alcuni artisti che usano gli stessi codici nelle loro opere e finiscono per creare degli schemi riconoscibili che rendono al pubblico maggiormente fruibile tutta la sua produzione artistica o, restando su temi più pop, pensate all’immagine del supereroe: un mantello e una maschera sono più efficaci di qualsiasi altro attributo per caratterizzarlo.

Iconologia Più di recente nascita, l’iconologia si occupa invece dello studio del significato profondo di un’immagine, del suo tema intrinseco, rappresentato tramite motivi noti, che però possono essere un’allegoria di ciò che realmente vogliono rappresentare. Si pensi alle rappresentazioni della mitologia classica, utilizzate come rappresentazioni di vizi e virtù umani nelle opere d’arte.

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Illustrazione 29: Dopo il successo della saga di “Ritorno al futuro”, una DeLorean DMC-12 vuol dire una sola cosa: macchina del tempo Per Umberto Eco iconografia e iconologia sono strumenti di cui la semiotica può avvalersi, delle scienze incluse in essa, ma altri studiosi contestano questa posizione, considerandole troppo legate alla storia dell’arte e interessate allo specifico momento storico, che a un approccio generale. Basti pensare che l’iconografia spesso è un utile strumento per collocare un’opera nello spazio e nel tempo, oltre che per attribuirla correttamente a un autore o a una corrente. Per Omar

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Calabrese, d’altro canto, la semiotica può essere uno strumento per completare e arricchire iconografia e iconologia. Tutti questi saperi concorrono alla creazione di ciò che Eco chiamava un’enciclopedia, che potremmo definire come l’insieme delle conoscenze a disposizione di un singolo individuo o un gruppo di individui, anche un’intera società, conoscenze tra loro collegate e reciprocamente influenzate. L’enciclopedia del fruitore è importante per la comprensione di un’immagine e il modo in cui se ne ricostruisce il significato.

Denotazione e connotazione Quando osserviamo un’immagine, come prima cosa ne osserviamo gli elementi che la compongono e li riconosciamo. Questa operazione è detta denotazione, per quanto più oggettiva, non è comunque indipendente da fattori culturali dell’osservatore. Questa prima fase è afferente alla sfera dell’iconografia, perché abbiamo un simbolo che ci riporta a un tema esplicito. La fase successiva, quella della connotazione, richiede un ulteriore livello di approfondimento, un’implicazione logica basata sull’enciclopedia dell’osservatore, per cui quella figura in realtà ci richiama un concetto per noi ben noto. Pensiamo per esempio a una raffigurazione di un triangolo rosso. Chiunque

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo abbia una patente di guida o abbia anche solo circolato su una strada, pensa immediatamente a un pericolo.

Illustrazione 30: Quella X rossa è abbastanza eloquente Ora, mentre quel triangolo rosso sarà per chiunque un triangolo rosso, per un uomo vissuto prima che tale simbolo, \triangolo rosso\, fosse scelto per segnalare un “pericolo”, probabilmente quell’immagine avrebbe avuto ben poco senso e sarebbe stata considerata una semplice rappresentazione geometrica, un motivo decorativo. Ciò ovviamente può portare a una serie pressoché infinita di connotazioni per una singola immagine. Quante volte ci siamo trovati a guardare una fotografia e averne un’impressione diversa da quella di chi Pagina 48 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo accanto a noi stava facendo lo stesso? Per Roland Barthes la questione può essere risolta almeno parzialmente con quello che il filosofo francese definisce ancoraggio, ovvero l’aggiunta di un livello testuale all’immagine, che sia un titolo, una didascalia o un testo più ampio.

Illustrazione 31: L’immagine ha per me una connotazione particolare, che l’osservatore non può cogliere, della mia ultima colazione prima di un certo evento. Il titolo “Last normal morning” aggiunge qualcosa di questa connotazione

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Figure retoriche Abbiamo visto come le figure retoriche influenzino il significato di un testo, anche inteso come immagine. Possiamo usare un’allitterazione in una poesia, come possiamo usare una ripetizione di elementi in un’immagine per dare un verso e un ritmo di lettura. Possiamo anche utilizzare, sempre nelle immagini, delle similitudini, mostrando un elemento che ne richiami un altro, cosÏ come accade comunemente nella connotazione.

Illustrazione 32: Pupazzi di animali, ma Kira non è un giocattolo Parlando di un nostro amico non particolarmente brillante, potremmo definirlo una zucca vuota, o, se al contrario fosse Pagina 50 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo particolarmente assennato, potremmo dire che ha sale in zucca. In questo esempio, stiamo usando una metafora in cui il codice \zucca\ in realtà assume il significato di “testa” (se pensate che in latino la testa era un vaso di terracotta, potete capire come una metafora col tempo possa radicarsi a fondo in una lingua, arrivando a cambiare il significato di una parola).

Illustrazione 33: Una metafora del farsi a pezzi per la fotografia Siamo nel campo della retorica, che oggi è considerata l’arte di abbellire un discorso, ma che in realtà ha un campo di Pagina 51 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo applicazione ben più ampio, essendo in realtà l’arte della persuasione tramite il discorso. Secondo un antico trattato di retorica, forse di Cicerone, basato sulle teorie di Aristotele e Crisippo, la retorica si compone infatti di cinque elementi: • inventio (in greco εὕρησις, ricerca), cioè la ricerca di idee e argomenti che supportino la tesi da svolgere; • dispositio (in greco τάξις, disposizione), cioè l’organizzazione degli argomenti nel discorso;

Illustrazione 34: Una semplice narrazione sul gioco d’azzardo. Il giocatore prenderà quella carta? Pagina 52 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo • elocutio (in greco λέξις, linguaggio), cioè la rifinitura stilistica, con la scelta del lessico, del registro linguistico e dei mezzi retorici; • memoria (in greco μνήμη, memoria), cioè l’arte di memorizzare tanto il proprio discorso, quanto le possibili obiezioni alle posizioni degli avversari; • actio o pronunciatio (in greco ὑπόκρισις, recitazione), cioè la vera e propria declamazione del discorso, con impostazione della voce e scelta della gestualità di supporto.

Illustrazione 35: Il punto di forza di questa foto è la metafora di due genitori che accudiscono un bambino Pagina 53 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Ciò che nel linguaggio comune definiamo retorica è in realtà una parte dell’elocutio detta ornatus, cioè, per l’appunto, l’arte di abbellire un discorso. Tornando alla metafora, possiamo sostituire in un’immagine un elemento (detto tenore) con un altro (detto veicolo), sfruttandone la somiglianza, ma anche elementi di distacco.

Illustrazione 36: Un esempio di portrait en creux, di metonimia Un esempio più semplice di sostituzione è rappresentato dalla metonimia, in cui si usa un termine che ne rappresenti un altro con cui ha una relazione stretta, invece di una somiglianza. Pagina 54 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Pensate a quando dite di aver acquistato un Rosato originale: non avete acquistato me, ma una mia fotografia. Questa è una metonimia. E nelle immagini? Beh, quante volte in un’immagine pubblicitaria avete visto il prodotto? Molto di rado. Il più delle volte, avete visto la confezione. Per esempio, nelle pubblicità di compagnie telefoniche, ciò che vedete è una persona che telefona. E che dire nelle pubblicità dei profumi? Oppure potete cimentarvi nel portrait en creux, chiaro esempio di metonimia, in cui sostituiamo un soggetto con degli oggetti a loro ben riconducibili.

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Strutture narrative Siamo abituati a raccontare storie con immagini, oggi più che mai. Reportage, fumetti, fotoromanzi, ma anche una singola immagine può raccontare una storia… sì, sto per scomodare di nuovo Cartier-Bresson e il suo “istante decisivo”. In questo articolo vedremo dunque quali meccanismi narrativi si celano dietro la realizzazione di una immagine… pardon, di una fotografia, e per farlo ci concentreremo sugli studi di Algirdas Julien Greimas e sul lavoro di George Walton Lucas Jr.

Illustrazione 37: Geppetto prova a più riprese a essere un buon Destinante per Pinocchio, che però raramente arriva alla modalità del “voler fare”, fermandosi perlopiù al “dover fare” e, quindi, arrendersi e finire nei guai

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Schema narrativo Per il linguista lituano, le narrazioni, per quanto possano variare tra loro, hanno sempre una struttura composta da quattro fasi distinte: manipolazione (o contratto), competenza, performanza e sanzione. Nella prima fase, quella della manipolazione, un Destinante induce un Destinatario a svolgere un determinato compito. Ciò può avvenire tramite la promessa di un beneficio o la minaccia di un danno, o con un’adulazione o una provocazione (“solo tu puoi farcela” / “tu non ce la faresti mai”). Per esempio, possiamo considerare La saga originale di Star Wars. Obi-Wan Kenobi, il Destinante, convince Luke Skywalker a salvare la Galassia e distruggere i Sith (bene superiore), ma anche Leila convince Obi-Wan a intervenire, in quanto sua sola speranza (adulazione) e Luke convince Han Solo a salvare la Principessa in cambio di una forte ricompensa (beneficio). Il Destinatario a questo punto diventa il Soggetto della nostra narrazione. La seconda fase, quella della competenza, prevede che il Soggetto acquisisca i mezzi, definiti modalità, che gli permettono di portare a compimento la missione che si è assunto. I mezzi in questione possono essere un oggetto o delle capacità, per esempio Luke deve imparare le “vie della Forza” per affrontare il viaggio che gli si prospetta. Il motivo Pagina 58 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo per cui si parla di modalità e di modalizzazione del soggetto è che questo processo avviene sulla base dei quattro verbi modali principali: volere, potere, dovere e sapere.

Illustrazione 38: Tebaldo è un personaggio davvero difficile da modalizzare Nel caso di Obi-Wan, egli viene modalizzato da Leia con il “dover fare”, perché il vecchio maestro Jedi sa che quello è il suo dovere, mentre Han viene modalizzato da Luke con il “voler fare”, per guadagnarsi una ricca ricompensa. A questo punto inizia la fase della competenza. Pensate a Luke che è mandato da Obi-Wan sul pianeta Dagobah per completare l’addestramento da Jedi e, quindi, “saper fare”. Finché non Pagina 59 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo raggiunge la modalità del “poter fare”, cioè quella in cui può sconfiggere Darth Vader. Va detto che il Soggetto potrebbe anche non raggiungere tutte e quattro le modalità (e infatti Luke non ha ancora acquisito tutte le competenze necessarie per sconfiggere il Signore dei Sith al loro primo incontro ed è facilmente battuto), ma ci possono essere casi in cui il soggetto sente di dover fare, ma non vuole fare, per esempio Han non vuole combattere contro la Morte nera, ma poi capisce che è suo dovere.

Illustrazione 39: L’arbitro che assegna un richiamo ufficiale è un Destinante che sanziona il Destinatario

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo La performanza è il culmine della narrazione, quella fase in cui il Soggetto svolge il compito assegnato, come Luke che distrugge la Morte nera, affronta la prima volta Darth Vader e infine lo salva dal Lato Oscuro. Questo ultimo esempio ci dà lo spunto anche per un’altra osservazione: ci possono essere casi in cui più funzioni coincidono, come Destinatario e Destinante. È infatti Luke che decide da solo di salvare suo padre, mentre tutti gli consigliano di non farlo, se non addirittura di ucciderlo.

Illustrazione 40: Opponente e Opponente/Aiutante L’ultima fase, la sanzione, è quella in cui il Destinante giudica l’operato del Destinatario e quest’ultimo riceve la ricompensa per il suo successo o il castigo per il suo fallimento. Per esempio, Leila consegna una medaglia a Luke, Pagina 61 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Han e Chewbacca dopo la distruzione della prima Morte nera, mentre Obi-wan e Yoda compaiono sorridenti a Luke dopo la distruzione della seconda.

Con le nostre fotografie possiamo decidere di rappresentare solo una fase di questa narrazione o più di una. Volendo usare la pittura come esempio, possiamo considerare il trittico su san Matteo, realizzato da Caravaggio, conservato nella cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Il primo quadro, la Vocazione di san Matteo, è un chiaro esempio di manipolazione, in cui il Soggetto è modalizzato per il dover fare e il voler fare.

Il secondo quadro, l’Ispirazione di san Matteo (noto anche come “san Matteo e l’angelo”) rappresenta la fase della competenza, ma al contempo anche di performanza: l’angelo ispira l’evangelista, modalizzandolo per il saper fare e il poter fare e, in effetti, il santo fa ciò che gli è stato assegnato, scrive il suo vangelo, diffondendo la parola di Dio. Il terzo e ultimo quadro, il Martirio di san Matteo, descrive, infine, la fase della sanzione.

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Illustrazione 41: Anche un Opponente può modalizzare un Destinatario: il Gatto e la Volpe stanno cercando di abbindolare Pinocchio

Percorso generativo Nella semiotica greimasiana si distinguono tre livelli di percorso generativo, dal più profondo e astratto al più discorsivo e generico. Pensate alla lotta tra bene e male, che è rappresentata al contrasto tra Lato Chiaro e Lato Oscuro della Forza e poi sfocia nella lotta tra Luke e l’Imperatore. Ovviamente nessun narratore, e tanto meno fotografo, progetta la sua narrazione partendo da una struttura semiotica profonda come “Bene contro Male”, ma partirà già Pagina 63 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo definendo personaggi e situazioni, ma i vari livelli convivono e si influenzano reciprocamente.

Illustrazione 42: Per esempio un contrasto generazionale, “Gioventù contro Vecchiaia” può dare il la a una narrazione A proposito di strutture semiotiche profonde, per Greimas ogni narrazione parte da un conflitto tra forze contrapposte, Bene contro Male, Ragione contro Sentimento, Fede contro Conoscenza e simili. Questi contrasti sono poi rappresentati da elementi concreti della narrazione, oggetti o personaggi. In un’immagine, per esempio, possiamo avere una serie di più elementi che formano coppie in contrasto o in affinità tra loro, così come la rappresentazione di un singolo contrasto possa essere espresso su più livelli degli stessi due elementi, per esempio cromatico e prospettico. Pagina 64 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Secondo lo studioso lituano, infatti, l’importanza di un elemento è data dalla contrapposizione con un suo contrario o una sua assenza. Se c’è il Bene, deve anche esserci il Male o, perlomeno, un Non-Bene. Proprio per questo si parla di quadrato semiotico.

Illustrazione 43: Schematizzazione di un quadrato semiotico In un quadrato semiotico, non sono mai presenti solo due termini contrapposti, ma anche i loro contraddittori, ovvero tutti quei termini che tra loro si negano, ma non negano uno dei suoi contrari. Per esempio una statua non può essere morta, cionondimeno non è viva. Nel caso di Vita e Morte abbiamo un quadrato semiotico formato da Vita, Morte, Non-Vita e NonPagina 65 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Morte (per esempio zombie, vampiri o fantasmi di Forza, per restare nella galassia lontana, lontana).

Illustrazione 44: Giocare al vampiro, ovvero al non-morto In una narrazione i quadrati semiotici sono utilizzati per analizzarne e spiegarne le trasformazioni. Ogni azione è in realtà uno spostamento da un polo a un altro, seguendo una delle frecce disponibili. Abbiamo cosÏ affermazioni, se ci spostiamo da un contraddittorio a un contrario (per esempio da Non-Vita a Morte) e una negazione se invece ci spostiamo da un termine alla sua negazione (per esempio da Vita a NonVita).

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo E nel caso di Star Wars ci viene sempre in aiuto Darth Vader, che all’inizio si presenta come Cattivo, poi come Non-Cattivo (salva Chewbacca da Boba Fett, quando quest’ultimo sta per sparargli), infine come Buono, decidendo di uccidere Palpatine, diventando in qualche modo una metonimia di se stesso.

Illustrazione 45: Opponente o Aiutante? Darth Vader è un personaggio complesso che evolve

Modello attanziale Esistono poi strutture semio-narrative più superficiali, che ci portano a un livello meno astratto, ma non ancora Pagina 67 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo discorsivo della narrazione. Cominciano a questo livello a comparire elementi più concreti come Soggetto, Aiutante e Opponente, che sono di volta in volta associati ai poli del quadrato semiotico, ma la narrazione in sé è definita ancora solo come struttura. Per esempio, poiché i Soggetti non sono ancora definiti come personaggi, si preferisce al termine attore, che solitamente definisce questi ultimi, quelli di attanti, che si collega a un concetto più generico di entità che agisce.

Illustrazione 46: Soggetto e Opponente, un perfetto esempio di contrasto In base al modello attanziale, si definiscono gli elementi in gioco, che possono anche suddividersi un compito o cambiare Pagina 68 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo funzione nel corso della narrazione. Obi-Wan Kenobi in Star Wars è prima Destinatario, quando Leila gli chiede aiuto, poi Destinante, quando coinvolge Luke e Han e infine Aiutante, quando li guida e li consiglia; Leila inizia come Destinante e dopo sembra solamente essere l’Oggetto, per poi diventare gradualmente a sua volta Soggetto; il già citato Darth Vader comincia come Opponente e finisce con essere Aiutante. Tutto in base a modalità che si aggiungono via via agli elementi della trama e ne modificano le funzioni.

Illustrazione 47: Lo stesso personaggio può assumere più funzioni nel corso della narrazione

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Strutture discorsive Nel terzo livello del modello generativo abbiamo le strutture discorsive, quelle in cui abbiamo finalmente a che fare con attori in carne e ossa e azioni ben definite. Abbiamo finalmente abbandonato qualsiasi forma di astrazione, dunque.

Illustrazione 48: La testualizzazione di una narrazione può anche essere una singola immagine, ma non per questo ne deve risultare sminuita Il fulcro di questo passaggio è il concetto di tema narrativo, per esempio “guerra” o “amore”, che raggruppa dei personaggi Pagina 70 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo cui sono associati dei ruoli tematici (o, se preferite, tipi iconografici, che abbiamo già discusso) e delle figure, cioè degli oggetti. Una narrazione può avere più temi che si intrecciano. Per esempio, quando Luke decide di salire sulla seconda Morte Nera, rappresenta un tema, quello della redenzione, mentre i suoi amici Han, Leila e Chewbacca rappresentano il tema della guerra, come pure Lando Calrissian, seppur in un filone tematico separato. Va detto che non siamo ancora alla fase della testualizzazione, ovvero alla traduzione di questi schemi in un testo, sia esso una sceneggiatura di un film, un romanzo o una serie di immagini per un fotoromanzo o un fumetto, anzi questa fase è di per sé comune a ciascuna di questi linguaggi e indipendente da essi.

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Enunciazione visiva Nella linguistica riveste grande importanza il concetto di enunciazione, ovvero la produzione di un messaggio univocamente interpretabile in una specifica lingua, cioè in un sistema astratto e condiviso di segni. Nella semiotica visiva, questo concetto si estende anche alle immagini e in questo caso parliamo per l’appunto di enunciazione visiva.

Illustrazione 49: Il carabiniere dice a Pinocchio: “Geppetto è preoccupato per te” In un’enunciazione abbiamo sempre un enunciatore o enunciante, colui che emette l’enunciato, e un enunciatario, Pagina 73 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo ovvero colui cui l’enunciato è diretto. Un po’ come in un messaggio avete mittente e destinatario, i soggetti dell’enunciazione. Ovviamente l’enunciato può riguardare dei soggetti, che saranno dunque i soggetti dell’enunciato. Consideriamo la seguente immagine: Possiamo schematizzare i soggetti e l’enunciato come segue:

Enunciazione Soggetti dell’enunciazione Enunciante

Enunciatario

Soggetto dell’enunciato

Enunciato

Geppetto è preoccupato Nella fotografia occorre considerare un aspetto non secondario della conoscenza della realtà: quando un fotografo scatta una foto (un enunciatore produce un enunciato) sa che chi vedrà la foto (l’enunciatario) si aspetta di trovare in essa una parvenza di realtà, pertanto l’enunciatore deve conoscere cosa intende il suo pubblico per realtà. Sappiamo bene che una foto non necessariamente rappresenta la realtà, anzi spesso non lo fa o ne mostra solo una parte, ma non si può prescindere, nel processo di produzione fotografica, da questa aspettativa del pubblico. Carabiniere

Pinocchio

Geppetto

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Débrayage Ogni enunciato prevede la proiezione in esso di luoghi, tempi e persone, ovvero di quelle che in semiotica si chiamano categorie spaziali, temporali e personali. In pratica, un enunciato parla di (almeno) un luogo, un tempo e una persona. Greimas chiamava questo fenomeno débrayage (letteralmente “disinnesco”).

Illustrazione 50: Nel pugilato una fotografia dal basso fa che sì osservatore e spettatore coincidano, aumentando il coinvolgimento Tale fenomeno può essere definito in base alla qualità delle categorie che sono proiettate sull’enunciato che interessa. Pagina 75 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Per esempio, se dico “verso la fine della Terza Era Gandalf ordinò a Frodo di lasciare la Contea per recarsi a Brea”, in questo caso, nell’enunciato sono contenuti dei riferimenti ben precisi a situazioni e persone diverse da quelle che riguardano l’enunciante. Stiamo, per dirla in modo più semplice, parlando in terza persona. In questo caso, siamo soliti definire il débrayage enunciativo. Nel caso contrario in cui i riferimenti presenti nell’enunciato siano validi solo relativamente all’enunciato stesso, cioè se parliamo in prima o seconda persona, si dice che il débrayage è enunciazionale. Come esempio, rivediamo l’enunciato precedente e immaginiamo Gandalf che dice a Frodo “I Nazgûl sono sulle tue tracce da ieri. Fuggi da qui, prima che ti trovino!”: ora abbiamo bisogno di sapere chi sta parlando a chi, dove e quando, per poter avere piena contezza dell’enunciato.

débrayage enunciativo Persona Verbi

débrayage enunciazionale

Terza Persona (es. “Mario”, “I due piloti”, Prima/Seconda persona “Il mio gatto”, “La (es. “Io”, “Tu”, “Noi”, nazionale italiana di “Voi”) calcio”) Passato remoto (più Presente, Imperfetto (più frequente) frequente)

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Tempo

Luogo

Deittici temporali (es. Riferimenti temporali “Tra un anno”, “La precisi (es. una data, settimana scorsa”, “Ora”, una ricorrenza) “Ieri”, “Domani”) Riferimenti spaziali precisi (es. un Deittici spaziali (es. toponimo, la casa di un “Laggiù”, “Qui”, “Lì personaggio ben dov’è”, “Casa mia”) definito)

Noi fotografi, però, come pure pittori, scrittori e altri produttori di testi che non riguardino situazioni reali (persone che si incontrano e parlano, enunciante ed enunciatario empirici), perdiamo la situazione enunciazionale, perché ci troviamo di fronte a una simulazione e l’io e il tu del testo sono solo simulacri. Ciò porta, tuttavia, il lettore a una maggiore identificazione, quando la utilizziamo, invece di una più impersonale situazione enunciativa.

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Illustrazione 51: Lo sguardo è un potente strumento enunciativo. Uno specchio può complicarne l’interpretazione Tutto ciò si riflette nelle nostre immagini, per esempio, quando scattiamo un ritratto. Meyer Schaphiro infatti ha analizzato la direzione dello sguardo dei personaggi nei dipinti, constatando che anche nella stessa immagine possono essere rappresentate persone di fronte e di profilo.

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Se da un lato lo storico americano propone l’ipotesi che questo serva a sottolinearne la diversa funzione narrativa, dall’altro suggerisce che lo sguardo laterale nelle immagini sia una forma di terza persona, un mezzo per dare obiettività alla scena, con un débrayage enunciativo visivo, mentre lo sguardo in macchina rappresenterebbe un “io” che si rivolge a un “tu” osservatore, non presente, ma comunque chiamato in causa e, quindi maggiormente coinvolto. Non a caso il

Illustrazione 53: Riflessione e opacità non sono mutuamente esclusive, anzi convivono in una fotografia Pagina 79 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo débrayage enunciazionale visivo è di larghissimo uso nella pubblicità e molto meno presente nei reportage.

Guardare ed essere guardato Il fatto è che la questione non è così netta e bisogna considerare tutte le possibili opzioni. Quando parliamo di sguardo frontale, come lo intendiamo di preciso? Se il corpo è perfettamente frontale all’osservatore, ma gli occhi sono rivolti lateralmente, a quale tipo di débrayage ci troviamo di fronte? E se il soggetto è di spalle, ma con la testa e gli occhi ruotati verso l’osservatore? Omar Calabrese specifica che un soggetto può essere tanto un osservatore, quanto un osservato e usa il quadrato semiotico per definire quattro possibili casi per ciascuna azione (guardare ed essere guardato), identificando sedici possibili combinazioni:

Guardare

Essere guardato

Azione

Significato

Azione

Significato

Voler guardare

Il soggetto vuole guardare Il soggetto non ha interesse a guardare Il soggetto non vuole rivolgere lo sguardo

Voler essere guardato Non voler essere guardato Voler non essere guardato

Il soggetto vuole essere guardato Il soggetto non ha interesse a essere guardato Il soggetto non vuole che lo si guardi

Non voler guardare Voler non guardare

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Guardare Azione

Significato

Essere guardato Azione

Significato

Il soggetto non ha Il soggetto non Non voler interesse a ha interesse a non essere rivolgere lo non essere guardato sguardo altrove guardato Per esempio un soggetto nascosto dietro un muro, che spia altri soggetti, vuole guardare (sta spiando), ma vuole non essere guardato (non vuole essere visto da chi spia), mentre un bambino che gioca con un giocattolo vuole non guardare (ha interesse solo per il suo giocattolo) e non vuole non essere guardato (non gli interessa se qualcuno lo guarda o meno). Non voler non guardare

Osservatore e spettatore Per la fruizione di un’opera è molto importante il punto di vista, inteso principalmente per noi fotografi come il punto di ripresa, ovvero quello in cui posizioniamo la nostra macchina fotografica rispetto al soggetto in fase di scatto, il punto in cui si trova l’entità astratta detta osservatore, ma non solo. Molto importante sarà anche il punto in cui sarà lo spettatore (soggetto empirico che fruisce dell’immagine), cioè chi effettivamente guarderà la nostra immagine. Pensate, per esempio, a un cartellone pubblicitario 6×4 metri. Potreste scattare l’immagine tenendo la macchina fotografica ad altezza del soggetto con inclinazione a zero gradi, ma poi il cartellone Pagina 81 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo potrebbe essere affisso in alto, per aumentarne la visibilità. In questo caso l’osservatore sarebbe ad altezza del soggetto, ma gli spettatori sarebbero molto più in basso. D’altro canto, nell’affrescare una volta, l’artista potrebbe tener conto del fatto che gli spettatori le saranno sempre sotto, con lo sguardo rivolto in alto e quindi potrebbe rappresentare la scena come se anche l’osservatore la guardasse da quella posizione, in modo da aumentare il coinvolgimento degli spettatori.

Una terza figura a metà strada tra osservatore e spettatore e quello che Greimas definisce astante. Un astante è un

Illustrazione 54: Gli spettatori a un evento sportivo possono assumere il ruolo di astanti Pagina 82 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo personaggio rappresentato nell’atto di osservare la scena. Mezzo utile per conferire coinvolgimento alla scena e guidare lo spettatore offrendogli una direzione di lettura, un astante può trovarsi in una posizione diversa, rispetto all’osservatore e può anche compiere altre azioni, oltre al semplice osservare, come indicare, commentare, richiamare l’attenzione di altri astanti (per questo Leon Battista Alberti li chiamava commentatori). Ciò può aumentare il livello di coinvolgimento dello spettatore, cui l’astante può rivolgersi direttamente, magari con un’espressione emotivamente attiva, invece di una neutra.

Una finestra opaca sul mondo Questo coinvolgimento è possibile perché, quando osserviamo un’immagine, tendiamo a percepirla come reale, come la “finestra sul mondo” di cui parlava il già citato Alberti, e ciò è ancor più vero, quando l’immagine è una fotografia. Proprio per questo, possiamo considerare le immagini come dotate di una loro trasparenza (il vetro di una finestra, per l’appunto), che lascia che lo spettatore osservi uno spazio reale e tridimensionale. Per lo studioso Louis Marin, però, questo è solo uno dei due livelli di lettura, perché lo spettatore ben presto inizia a percepire di trovarsi di fronte non a un oggetto reale, ma a una sua rappresentazione più o meno fedele.

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Insomma, l’opera acquista una certa capacità di riflessione o opacità.

Illustrazione 55: L’uso del mosso è un esempio di come introdurre l’opacità che un artista può ricercare per rendere più evidente che si tratta si una sua opera Ovviamente, per il filosofo francese, questi due livelli convivono e chi fruisce dell’opera, anzi, tende a passare dall’uno all’altro, ora stupendosi della verosimiglianza dell’opera con il mondo reale, ora mettendo questa ultima da parte per ammirare la tecnica con cui essa è realizzata. È anzi spesso interesse dell’autore che la trasparenza non adombri l’opacità, perché questa permette di mettere in risalto la sua Pagina 84 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo abilità e ricordare allo spettatore che sta ammirando un’opera del suo ingegno, tanto che alcuni arrivano a inserire piccoli errori nell’opera, per sottolinearne la natura artificiale.

Per questo pittori, disegnatori e fotografi non di rado aggiungono quinte e cornici alle loro finestre sul mondo, un artificio metapittorico che sottolinea l’opacità dell’opera, pur permettendo una perfetta trasparenza del soggetto ritratto. Ovviamente non sto parlando della cornice che fisicamente aggiungiamo alle nostre stampe o pitture, ma di quelle direttamente riprese o dipinte nell’opera stessa. Così possiamo avere la rappresentazione di una finestra che racchiuda un paesaggio o di una porta che lasci lo spettatore sbirciare una scena di vita quotidiana o una vera e propria cornice.

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Illustrazione 56: In alcuni casi la stessa cornice (o finestra) può diventare soggetto Ulteriore passo metapittorico è l’inclusione nell’opera del suo autore, ovvero l’inserimento dell’enunciatore nell’enunciato per sottolinearne l’attività enunciativa. Possiamo inserire nell’opera un nostro autoritratto, come faccio io nella prefazione dei miei eBook, semplice, ma poco funzionale in una fotografia. Certo, sempre meglio della testualizzazione del nostro volto, pratica comune tra i miniaturisti medievali che spesso inserivano il loro autoritratto nel capolettera delle loro opere. In alternativa possiamo sempre valutare l’ipotesi di Pagina 86 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo regalarci un autoritratto a sé: se vogliamo una foto ben fatta, facciamocela da soli.

Illustrazione 57: Quando mi annoio, compro un accessorio da pochi euro e mi improvviso modello per i miei autoritratti In definitiva possiamo aggiungere noi stessi nei nostri lavori come uno (o più) dei personaggi che prendono attivamente parte all’enunciazione o semplicemente come osservatore. Usare noi stessi come attori di una scena costruita può sembrare un po’ narcisista, ma anche essere molto divertente.

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Seconda parte Semiotica plastica



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Psicologia della percezione Conclusa l’analisi della semiotica figurativa, passiamo ad analizzare la semiotica plastica, quindi, dopo aver studiato le configurazioni visive come rappresentazioni del mondo reale e le strutture narrative per la realizzazione di testi visivi, ci soffermeremo sul linguaggio plastico, cioè su come forme, colori e disposizioni possono creare Illustrazione 58: In fotografia avviene effetti sulle nostre sempre di riprodurre in due percezioni dimensioni oggetti tridimensionali indipendentemente dagli aspetti iconografici e iconologici di un’opera.

Psicologia della Gestalt Fondamentalmente in questo articolo riscopriremo alcuni aspetti della composizione che sono influenzati della semiotica, con particolare attenzione alla psicologia della Pagina 91 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Gestalt e agli effetti sulla percezione delle immagini. Prendiamo per esempio la seguente immagine:

Illustrazione 59: Una semplice natura morta che, a livello plastico, contiene dei motivi geometrici A livello figurativo si tratta di una natura morta, dei pomodori in un piatto, su una tavola con una tovaglia. A livello plastico, però, l’immagine di compone di quattro cerchi, inclusi in un cerchio più grande, poggiato su un rettangolo decorato con altri cerchi. Questo linguaggio plastico è indipendente dall’aspetto figurativo dell’immagine. Potremmo ottenere lo stesso effetto con delle biglie disposte nel tappo di un barattolo, così come avremmo potuto disporre quei pomodori in mille altri modi. Il linguaggio plastico rappresenta dunque Pagina 92 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo un vero e proprio livello separato dell’opera, lo dimostrano alcune opere astratte, come i quadri di Jackson Pollock che non hanno un vero e proprio livello figurativo, ma solo quello plastico, eppure riescono a trasmettere allo spettatore delle emozioni.

Illustrazione 60: Questa immagine ha valenza quasi solo esclusivamente a livello plastico Ma come possono delle configurazioni visive creare degli effetti di senso cosĂŹ ben definiti, tanto da essere simili se non identici su chiunque le osservi? Domande come questa Pagina 93 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo ricadono nell’ambito della psicologia della percezione e in particolare nella sua più illustre branca, la psicologia della Gestalt. L’idea di base è che forme, linee, raggruppamenti e disposizioni possano creare reazioni elementari nell’osservatore e che ciò avviene perlopiù perché l’occhio umano tende a vedere gli elementi di un’immagine come raggruppamenti di entità che interagiscono tra loro. Tale tendenza è così forte che un osservatore tende a considerare in prima battuta la visione d’insieme e solo successivamente i singoli elementi, si pensi a quando osserviamo una tramatura.

Illustrazione 61: Anche nell’osservare un getto d’acqua non tendiamo mai a considerarlo un insieme di singole gocce Pagina 94 di 148


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Leggi di unificazione figurale Il modo in cui ciò accade è codificato da una serie di leggi, dette leggi di unificazione figurale: •

Vicinanza: il primo criterio che prendiamo in esame è quello, probabilmente più semplice, per cui elementi che sono tra loro vicini sono percepiti come un gruppo;

• Orientamento: anche elementi che hanno lo stesso orientamento sono percepiti come un gruppo, anche se mescolati con altri elementi; • Somiglianza: così come elementi simili per colore, forma o qualsiasi altro aspetto formano nella nostra percezione un gruppo; • Destino comune: anche elementi che si somigliano nel movimento, inteso sempre come rappresentazione di un movimento, dato che di immagini statiche stiamo parlando, seguono le regole di raggruppamento; • Direzionalità: tale movimento sarà inoltre rafforzato, così come il raggruppamento, da una forma particolare dell’immagine, per esempio un rettangolo orizzontale che accentui un movimento orizzontale; • Persistenza dell’organizzazione iniziale: se, però, il movimento tende a separare degli elementi, il nostro occhio tende a mantenere intatta la percezione del movimento; Pagina 95 di 148


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Illustrazione 62: Delle quinte o cornici possono bilanciare elementi di forte peso visivo e dare equilibrio all’immagine Pagina 96 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo • Direzione e buona continuazione: se diversi elementi convergono in un punto, sono considerati come un raggruppamento, soprattutto se quegli elementi sono sulla stessa direttrice, anche se con versi diversi; • Chiusura: così come gli elementi racchiusi da un elemento che fa loro da cornice;

Illustrazione 63: Nessuno penserebbe mai di soffermarsi sui singoli attori in questa scena • Esperienza passata: ovviamente, come in tutte le cose, anche la nostra esperienza ci influenza nella creazione di raggruppamenti. Per esempio, nel vedere cinque Pagina 97 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo pecore sparse su un prato, penseremo immediatamente a un gregge; Ovviamente queste regole, come in generale quelle della composizione possono anche essere in contrasto tra loro e, sebbene si sia tentato di creare una gerarchia, non vi è possibilità di stabilire quali reazioni prevarranno sullo spettatore, nel caso in cui più regole in contrasto convivano nella stessa immagine.

Sfondo e buona forma La psicologia della Gestalt non si è limitata, tuttavia, ha studiare solo i raggruppamenti delle figure sulla scena, ma anche del rapporto stesso tra figure e scena, anzi, tra figure e sfondo. Conosciamo bene l’importanza dello sfondo, tale che esso può diventare un vero e proprio personaggio. Nel linguaggio plastico è stato analizzato il concetto stesso di sfondo e come questo ultimo si differenzia dalla figura. Sono stati, infatti, individuati alcuni criteri di massima che caratterizzano la figura (e quindi non lo sfondo).

Figura

Sfondo

Oggettuale La

figura di Evanescente solito è una cosa o persona, di solida Pagina 98 di 148

Lo sfondo è spesso inconsistente, evanescente,


Diego Rosato - Rappresentare il mondo consistenza e dai bordi ben definiti La figura è quasi sempre dotata di un colore Epifanica epifanico, Diafanico materiale, compatto, quasi tangibile

tende a sparire. Talvolta è solo uno spazio vuoto Lo sfondo ha solitamente un colore diafanico, immateriale, sfumato, tendente alla trasparenza

La figura solitamente è Lo sfondo è percepita come solitamente ciò Vicina Lontano più vicina, che sta dietro rispetto allo alla figura sfondo Da tutto ciò potrebbe sembrare che lo sfondo assuma una importanza secondaria nel linguaggio plastico e, più in generale, nella composizione, ma sappiamo che non è così. La fotografia è selezione e, se c’è qualcosa di non importante, andrebbe tolta. Lo sfondo invece riveste una sua importanza anche e soprattutto perché spesso definisce meglio la figura. Essa inoltre occupa solitamente uno spazio più piccolo nell’immagine, ha un orientamento orizzontale o verticale (non diagonale, meno in linea con la nostra esperienza quotidiana), è inclusa in uno spazio includente (che per Pagina 99 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo l’appunto è lo sfondo), ha più di frequente bordi convessi, che ne risaltano il distacco dallo sfondo. Infine anche una simmetria, un parallelismo delle linee e una larghezza costante, seppur caratteristiche non necessarie, aiutano a percepire un elemento come figura (le linee di prospettiva sullo sfondo tendono, invece, a convergere). Anche in questo caso, possono esserci caratteristiche in contrasto, il che può portare ad ambiguità figura-sfondo.

Illustrazione 64: In alcuni casi lo sfondo ha un’importanza addirittura maggiore della figura

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Altro concetto importante nella Gestalt è quello della buona forma, detto anche pregnanza. Una buona forma è una forma semplice, perlopiù simmetrica, regolare o, per usare un termine più forte, stabile. Queste forme finiscono per essere termine di paragone per tutte le altre forme che il linguaggio plastico contempla: un’ellissi è quasi un cerchio, per esempio, come un rettangolo con i lati in proporzione 2:1 è un mezzo quadrato. Anche dal punto di vista dell’informazione pura, una buona forma è quella che richiede minor sforzo per essere percepita. Pensiamo a ciò che accade quando facciamo un disegno di qualcosa di tridimensionale: il nostro occhio cerca prima di percepirlo come una figura bidimensionale e, solo quando non la percepisce come armoniosa, tenta di correggerne la percezione leggendola in tre dimensioni.

Equilibrio e direzione Gli ultimi due concetti che vediamo della psicologia della Gestalt riguardano l’equilibrio e la direzione, due concetti che richiamano la nostra esperienza comune e che si applicano solo metaforicamente alle immagini, perché le figure che rappresentiamo, sono ben stabili e immobili: ciò che possiamo ottenere è la percezione di un movimento o di un dis/equilibrio. È importante ricordare che equilibrio non significa necessariamente assenza di dinamismo. In fisica si distinguono tre condizioni in merito: Pagina 101 di 148


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Illustrazione 65: Un esempio di contrasto cromatico tra verde e rosso Pagina 102 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo • Equilibrio statico. La condizione in cui le forze si bilanciano perfettamente e, se anche interviene un’ulteriore forza a perturbarlo, gli elementi in gioco, non appena tale forza cessa di agire, tenderanno a tornare nella situazione di equilibrio iniziale. Pensate a una pallina sul fondo di una ciotola, spingetela mentalmente con un dito sul bordo della ciotola e poi lasciatela: rotolerà giù e continuerà ad oscillare, prima di rifermarsi sul fondo del recipiente. • Equilibrio dinamico. La condizione in cui in cui le forze si bilanciano, ma in caso di una qualsiasi perturbazione, gli elementi si muoveranno fino a una diversa situazione di equilibrio. Per esempio, la stessa pallina in equilibrio sul bordo della ciotola: se la si spinge giù, si riporterà sul fondo. • Disequilibrio: La condizione in cui alcune forze vincono su altre. Pensate ora quella pallina su un piano inclinato: la gravità vince sull’attrito e sulla resistenza viscosa dell’aria e la pallina rotola sempre più velocemente. Ciò è dovuto anche al fatto che la nostra mente tende a ricostruire i dettagli di un’immagine financo aggiungendo elementi che di fatto non ci sono, come una direttrice di lettura o un centro nell’immagine. Quando usiamo la regole dei terzi e spostiamo un soggetto su un lato dell’immagine, in Pagina 103 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo alcuni casi con la mente non facciamo altro che cercare di rimettere al centro quella figura, dove ci aspettiamo di trovarla, abituati al nostro sguardo, che mette sempre al centro ciò che è di nostro interesse. Di fatto noi aggiungiamo un aspetto fenomenico non realmente presente nell’immagine.

Illustrazione 66: La regola dei terzi accentua la direttrice di lettura data dalle linee dello sfondo, anche con una semplice foto di un gattino che gioca Così come puramente fenomenica è la nostra tendenza a considerare delle linee, reali o suggerite, come direttrici di lettura, come vettori, dotati di direzione e verso, che rappresentino le forze che si muovono nella (percezione della) Pagina 104 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo nostra immagine. E questa nostra abitudine è tanto radicata che tendiamo ad attribuire direzione e verso anche a oggetti come gli alberi e figure geometriche come i triangoli.

Illustrazione 67: L’atmosfera disforica di un evento drammatico (la morte di Mercuzio) può essere accentuata da una composizione che sposti le figure sulla destra L’equilibrio è inoltre influenzato dalla disposizione verticale degli elementi. A causa della nostra familiarità con la forza di gravità, tendiamo a percepire come più pesante, anche nel senso di dotato di maggior peso visivo, ciò che sta più in basso o che si muove verso il basso, basti pensare a un albero Pagina 105 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo che si staglia in alto, con le sue fronde leggere e il tronco pesante. In realtà ciò vale anche in senso orizzontale: ciò che è a destra è solitamente percepito come più pesante.

Illustrazione 68: Un pugno sferrato da destra verso sinistra è percepito come maggiormente violento Questo probabilmente accade perché siamo abituati a leggere le immagini da sinistra verso destra e a percepire come più fluidi e naturali i movimenti in questa direzione. Ovviamente ciò vale non solo per i movimenti iconografici, ma anche quelli puramente plastici dei vettori e delle forme. Ci sono Pagina 106 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo stati diversi tentativi di ricondurre la cosa alla divisione del cervello in due emisferi, ma più probabilmente la questione è culturale. La nostra tendenza a leggere i testi dall’alto in basso e da destra a sinistra, insomma, gioca un ruolo importante anche nei testi visivi. Non a caso, nelle culture orientali, come quella giapponese, sono più frequenti i movimenti da destra a sinistra.

Illustrazione 69: Qual è lo spazio rappresentante in questa opera?

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Linguaggio plastico e struttura L’approccio della semiotica figurativa della struttura a più livelli si riflette anche nel linguaggio plastico: linee, colori e disposizioni rappresentano a livello più profondo trasformazioni e contrasti che rendono più pregnanti le nostre immagini. In questo ultimo articolo sulla semiotica, vediamo le implicazioni di tutto questo per la fotografia.

Illustrazione 70: I fotografi usano la luce e le ombre per creare forme

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Categorie plastiche Linee, forme, colori e tutti gli altri elementi visivi formano l’espressione plastica e come tali possono essere inclusi in categorie che ci aiutino ad analizzarle. Le categorie plastiche, insomma, sono i tratti distintivi dell’espressione plastica: combinandole tra loro è possibile formare e definire una figura dell’espressione plastica. Esistono vari tipi di categorie che possiamo utilizzare per descrivere una figura plastica, per esempio quelle relative alla forma, dette categorie eidetiche: ci troviamo di fronte a una linea (dritta, curva, continua, ecc.) o a una figura geometrica (quadrata, circolare, rettangolare)? Come sono i suoi bordi (netti, frastagliati, ecc.)? Tutti questi esempi rappresentano categorie. Bisogna tenere presente che nel linguaggio visivo non sempre (anzi spesso è vero il contrario) è possibile definire una categoria in senso assoluto. Basti pensare al concetto di lunghezza e applicarlo a una semplice linea: quando una linea è lunga e quando è corta? Per saperlo, dobbiamo fissare un termine di paragone, accostando per esempio, una linea a un’altra di diversa lunghezza.

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Illustrazione 71: Per stabilire quanto sia grande qualcosa, dobbiamo trovare un termine di paragone Anche il colore è una caratteristica (anzi un insieme di caratteristiche) che può essere usato per definire una serie di categorie plastiche. Nella nostra esperienza quotidiana il colore è qualcosa di molto semplice: un maglione è rosso o giallo, per qualcuno può essere magenta o paglierino, ma difficilmente andiamo oltre. In realtà ciò che comunque chiamiamo colore è solo uno dei suoi tre aspetti principali, il tono o radicale cromatico, per esempio rosso, verde e blu. Ogni tonalità, inoltre può avere diversi gradi di purezza o di intensità, ovvero diversi livelli di saturazione. Pagina 111 di 148


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Infine una tonalità potrebbe riflettere più o meno luce, quindi avere vari gradi di luminosità. Non a caso, uno dei sistemi utilizzati in ambito tecnologico per descrivere un colore è quello composto da questi tre valori, detto sistema HSB (Hue, Saturation and Brightness). Definire un colore infatti non è una cosa semplice: considerate solo tutte le differenze linguistiche esistenti sull’argomento. Eppure, diversi studi antropologici permettono di individuare undici toni presenti in quasi tutte le culture note: bianco, nero, grigio, rosso, verde, blu, giallo, marrone, viola, rosa e arancione. Dicevo, per l’appunto, quasi tutte le culture, dato che, per esempio, gli antichi romani non distinguevano l’arancione dal rosso (da cui l’uso di definire rossi o gialli i gatti arancioni). Questi undici toni possono comunque essere usati come categorie di base, dalla cui classificazione è possibile ottenere ulteriori informazioni. Per esempio possiamo definire bianco, nero e grigio come toni acromatici, mentre tutti gli altri sono cromatici, a eccezione del marrone, che, come combinazione degli altri, è detto semicromatico. Possiamo, poi, definire una classificazione basata sulla luminosità, per esempio, ponendo su due estremi bianco e nero e diverse gradazioni di grigio nel mezzo. Infine anche la saturazione può servire allo scopo, dato che il rosa non è altro

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo che una forma meno satura (più diluita con il bianco) del rosso.

Illustrazione 72: La luce rossa è uno strumento di simbolismo plastico per trasmettere la drammaticità della scena Un discorso a sé meritano i quattro toni detti primari psicologici: rosso, giallo, verde e blu. Tali colori concorrono alla formazione di tutti gli altri, ponendosi come i quattro cardini della ruota dei colori, così l’arancione si colloca tra giallo e rosso, come il viola tra rosso e blu, mentre le coppie

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo blu/giallo e rosso/verde, ai lati opposti della ruota colore, sono dette antonimi. Abbiamo poi a disposizione per la nostra analisi anche le categorie topologiche, ovvero quelle che definiscono lo spazio di un’immagine. Per la precisione, tali categorie sono utilizzate per descrivere lo spazio rappresentante, la tavola bidimensionale che contiene le nostre figure, invece dello spazio rappresentato nell’opera. Esse, per esempio, si utilizzano per categorizzare posizioni e orientamenti delle figure dell’immagine. Possiamo considerare delle categorie lineari o rettilinee che riguardano disposizioni di elementi tra loro in asse, orizzontale o verticale che sia, oppure planari o circolari che si concentrano attorno a un nucleo (centrale, periferico, circoscritto, ecc.). Queste tre grandi famiglie di categorie non sono tuttavia esaustive. È praticamente impossibile creare un elenco completo delle possibili categorie del linguaggio plastico, ma possiamo aggiungerne di volta in volta di nuove, in base all’immagine in esame e alle necessità che comporta. Basti pensare alle caratteristiche relative alla tessitura, per esempio.

Simbolismo plastico Usiamo, dunque, le categorie plastiche per descrivere l’espressione plastica di un testo visivo, ma scopo della Pagina 114 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo semiotica è analizzare come le espressioni, quindi in questo caso forme, colori e disposizioni, rimandino a un contenuto. A

Illustrazione 73: Orizzontale/verticale, Immobile/mosso, Proteso/ritratto: ci sono, a livello plastico e figurativo, diversi contrasti che rafforzano il contenuto di questa immagine parte gli effetti di senso, di cui abbiamo già parlato, grande importanza rivestono gli aspetti culturali e l’influsso reciproco tra di loro. Per esempio, all’interno di una cultura un valore plastico, come una forma o un tono cromatico, può essere legato indissolubilmente a un certo significato, tanto da esserne il simbolo: si parla per l’appunto in questo caso di simbolismo. Un po’ come avviene nel meccanismo della connotazione, in cui, però, un elemento figurativo è collegato Pagina 115 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo a un significato. Sempre, ovviamente, su base fortemente culturale.

Illustrazione 74: I tarocchi sono un chiaro esempio di simbolo il cui significato è dovuto solo a fattori culturali A dire il vero, nel caso del simbolismo plastico, occorre prestare maggiore attenzione. Se infatti la scelta di una connotazione figurativa è sempre una scelta consapevole, l’uso di un valore plastico può essere inconsapevole, legato solo a un fine estetico (per esempio, scelgo un certo colore solo perché ben si lega alla scena, non per il suo significato Pagina 116 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo implicito). Il pericolo è quello di vedere dei simboli dove non ci sono e, per scongiurarlo, dobbiamo cercare delle coerenze testuali, dette anche isotopie. Per esempio, pensiamo al colore verde, che in prima battuta ci porta alla mente la natura, tanto che utilizziamo il termine “Verde” come antonomasia per la natura. Eppure in un contesto industriale o ospedaliero tale tono assume tutt’altra valenza: malattia, chimica, tossicità, putrefazione. Ovviamente, se si utilizza l’ancoraggio, se si associa un testo verbale all’immagine, il tutto diventa più semplice.

Un semplice logo Consideriamo ora un’immagine molto semplice, il logo del mio sito web:

Illustrazione 75: Il logo di questo sito web, nelle sue due tonalità più utilizzate Pagina 117 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Si tratta di un sito che parla di fotografia, qualcosa di decisamente più legato alla sfera emotiva e artistica, che a quella del professionismo e della tecnica (in realtà non è del tutto vero, ma nell’immaginario collettivo è così, perciò, così i fotografi cercano di presentarsi). Abbiamo pertanto una configurazione più armoniosa, costituita da una ripetizione di figure geometriche (pseudo)triangolari a formare un cerchio. Scelto perché a livello figurativo questo dovrebbe richiamare il diaframma di un obiettivo fotografico, dimostra la sua valenza anche a livello plastico. Così come forte a livello plastico è la diagonale formata dalla struttura ternaria delle lettere DRP.

Illustrazione 76: Un fotografo cerca sempre di apparire più come un artista che come un tecnico Pagina 118 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Dal punto di vista cromatico, la monocromia ben si concilia con il senso di semplicità , di ordine che voglio trasmettere, senza considerare che la monocromia, nelle arti visive, è ormai appannaggio della sola fotografia. Da non trascurare il fatto che un logo monocromatico meglio si adatta a essere sovrimpresso su una fotografia. Tutto questo per il semplice logo, sicuramente migliorabile, di un piccolo sito di un modesto fotografo. Provate solo a immaginare quanti valori plastici ci sono e come si combinano nel logo di una grande azienda con un ufficio marketing dedicato.

Sistemi semisombolici In realtà il simbolismo acquista maggior valenza in caso di contrasti, su cosiddette opposizioni plastiche. In particolare, quando siamo in presenza di un forte contrasto tra due categorie di elementi, anche se basato su conoscenza enciclopedica, siamo soliti parlare di sistema semisimbolico. Se in un sistema simbolico una categoria del livello dell’espressione si collega a una del livello plastico, con una corrispondenza uno a uno, in un sistema semisimbolico una coppia di valori opposti, afferenti alla stessa categoria plastica (bianco/nero, lungo/corto, ecc.) corrispondono a due significati opposti sul piano del contenuto.

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Illustrazione 77: La linea sinuosa della mano, come l’ellisse formata dal vestito, sottolinea l’aspetto etereo della fotografia Solitamente il livello visivo offre un livello di demarcazione anche più netto, rispetto a quello verbale. Per esempio, quando siamo soliti affermare qualcosa, diciamo di sì, mentre quando vogliamo negare qualcosa diciamo di no: i due suoni \si\ e \no\ non hanno nulla in comune, ma, sebbene rappresentino due concetti diametralmente opposti, nemmeno sono poi così in contrasto. Diverso è il caso in cui vogliamo ricorrere al linguaggio gestuale. Per dire di sì, scuotiamo la testa in verticale, mentre per dire di no in senso orizzontale. Va detto che questo simbolismo si può attuare anche nel linguaggio Pagina 120 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo verbale, contrapponendo due registri linguistici, o musicale, contrapponendo due ritmi, per esempio. O più sistemi insieme. Non di rado più tipi di categorie plastiche sono usate nello stesso testo per rafforzare uno stesso concetto. In questo caso si parla di sincretismo, come pure si possono usare più valori della stessa categoria (due toni cromatici, due forme affini) per dare maggiore enfasi a un concetto e in tal caso si parla di ridondanza. La difficoltà può sopraggiungere quando il simbolismo scelto ha un ambito ristretto di comprensione, come può essere quello delle opere di un singolo autore, a differenza dei gesti per sì/no che fanno parte della cultura comune, almeno nel mondo occidentale. Questa universalità fa anche sì che entrambi i valori plastici siano ben identificabili anche quando solo uno dei due è presente, mentre nel caso di un sistema semisimbolico ristretto a un singolo testo è fondamentale che entrambi gli elementi in contrasto siano presenti, affinché lo spettatore riesca a percepirlo. Se entrambi i termini di una categoria (ma anche di un’espressione) sono presenti, abbiamo un contrasto. Perché ci sia un sistema semisimbolico locale, c’è bisogno che in un testo ci sia almeno un contrasto dell’espressione che rifletta un contrasto del contenuto. Consideriamo un contrasto tra euforia e disforia rappresentato in un’immagine tramite i toni cromatici bianco e nero e figure curve e dritte: non

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo sarebbe mai percepibile se nell’immagine non fossero presenti entrambi i colori ed entrambi i tipi di figure. Inoltre, usando entrambi i simbolismi, abbiamo un sincretismo. Quindi, mettendo in corrispondenza elementi del piano simbolico con quello del contenuto, un sistema semisimbolico rafforza notevolmente questo ultimo. Tanto che in alcune opere, perlopiù astratte, il livello plastico, magari con l’ancoraggio di un testo, basta da solo a trasmettere il senso che l’autore vuole dare al testo visivo. Nelle altre opere, quelle più figurative, contribuisce comunque a rafforzarne il senso e talvolta ne dissipa le possibili ambiguità di lettura.

Illustrazione 78: Alcune immagini possono risultare ambigue: in questa non è evidente che si tratti della morte di Romeo Pagina 122 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Questi sistemi semisimbolici sono di larghissimo uso nel mito, anzi ne rappresentano il meccanismo narrativo più comune: il contrasto. A ben vedere, la maggior parte dei miti include, a onor del vero, un terzo elemento che svolge i compiti di mediazione e riconciliazione tra gli elementi in contrasto. Sapere ciò può esserci utile per ricreare nelle nostre immagini una struttura che richiami il meccanismo del mito e, quindi, ne riproduca gli effetti di senso sullo spettatore. Se riusciamo a inserire nelle nostre immagini un sistema semisimbolico,

Illustrazione 79: Il contrasto tra l’immobilità della roccia e la fluidità dell’acqua può essere risolto dal letto di un fiume che si muove con essa Pagina 123 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo mediato da un terzo elemento, soprattutto nel caso in cui riusciamo a raggruppare i tre elementi grazie alle regole di unificazione della Gestalt, oppure inglobare i due elementi in contrasto in un terzo che li riconcili, otterremo un effetto di narrazione e di armonia maggiore.

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Glossario Aspettualizzazione: processo di rapresentazione della temporalità in un’opera visiva. Il tempo può essere rappresentato nel suo aspetto incoativo (inizio dell’azione), durativo (durante l’azione) o terminativo (termine dell’azione) Astante: figura dell’immagine che assiste all’enunciazione conferendo enfasi su di essa, eventualmente interagendo con lo spettatore Attante: figura dell’immagine, animata o meno, che compie una qualche azione Composizione: l'insieme delle scelte effettuate del fotografo per determinare il soggetto della foto e la sua relazione con l'ambiente Connotazione: fase della lettura di un’immagine in cui l’enciclopedia dell’osservatore determina delle associazioni logiche tra iconografia e significato Débrayage: Il processo con cui si rende un testo autonomo dalla sua enunciazione tramite l’uso delle categorie personali, spaziali e temporali Denotazione: fase della lettura di un’immagine in cui ne osserviamo i vari elementi e li riconosciamo

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Enciclopedia: insieme delle conoscenze disponibili. Può riferirsi a una singola persona, a un gruppo di persone o un’intera società Enunciante (o Enunciatore): chi produce un enunciato Enunciatario: il destinatario di un enunciato Enunciato: qualsiasi forma di testo, verbale, musicale, visivo o di altra forma che contenga un messaggio Enunciazione: l’atto di produrre un enunciato Figura retorica: qualsiasi artificio retorico volto a creare un particolare effetto di significante o di significato Iconografia: ramo della storia dell'arte che si occupa della descrizione delle immagini presenti in un'opera d'arte Iconologia: è una branca della storia dell'arte che si occupa di ricercare la spiegazione delle immagini, dei simboli e delle figure allegoriche dell'arte Pregnanza: detta anche buona forma, è una forma abbastanza semplice da essere usata come termine di paragone per le altre forme (es. l’ellisse è un cerchio un po’ schiacciato) Quadrato semiotico: metodo di classificazione di contrapposizioni di oggetti che mette in relazione gli oggetti (contrari) e i loro contraddittori Pagina 126 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Retorica: arte del parlare in pubblico e del persuadere il pubblico. Spesso confusa con l’arte di abbellire i discorsi, che ne è solo una parte Semiotica: disciplina che studia i segni e il modo in cui questi abbiano un senso (significazione)

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Riferimenti Bibliografia Che cos’è la semiotica visiva. Piero Polidoro. Carocci editore Le forme dell’impronta. Jean Marie Floch. Meltemi La camera chiara. Roland Barthes. Einaudi L’ovvio e l’ottuso. Roland Barthes. Einaudi Il linguaggio dell’arte. Omar Calabrese. Bompiani Per una semiotica del linguaggio visivo. Meyer Schaphiro. Meltemi

Sitografia Sito web dell’autore

Per approfondire Oltre agli articoli da cui sono stati tratti i capitoli di questo manuale, sul mio sito sono disponibili i seguenti articoli correlati: Significante e significato - Alcune considerazioni sul significato delle immagini e sugli aspetti che possono sfuggire al nostro controllo

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Educare lo sguardo - Alcune considerazioni sulla visione in fotografia Composizione applicata ai gatti - Anche una semplice foto a un gatto può essere occasione per mettere in pratica le regole di composizione Un po’ di colore - Alcune informazioni sui colori Visione e previsualizzazione - Alcune considerazione sull’importanza dell’osservazione in fotografia Tridimensionalità - Come rendere la tridimensionalità dello spazio in un’immagine in due dimensioni Principi di costruzione - Vediamo alcuni principi generali da cui derivano le più comuni regole di composizione Attivazione neuronale - Una fotografia efficace stimola la risposta del nostro cervello. Vediamo i processi che stimolano la percezione visiva Oltre la regola dei terzi - La regola dei terzi è semplice ed efficace. Vediamo, però, come possiamo spingerci un pochino più in là con la composizione delle nostre immagini Questioni di fondo - Il contesto è un elemento fondamentale delle nostre foto

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Script fotografici - Alle volte un buono scatto necessita di organizzazione. Vediamo come si fa Diamoci una mossa - Sul movimento nelle immagini statiche Portrait en creux - Come usare lo still life per rappresentare una persona

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Indice delle illustrazioni

Indice delle illustrazioni Illustrazione 1: Diego Rosato....................................................9 Illustrazione 2: Anche una foto semplice come questa può rendere al meglio grazie a un po’ di tecnica.............................13 Illustrazione 3: Spostando l’inquadratura sulla mia destra ho dato un significato diverso a questa foto: cosa sta guardando il mio soggetto?...........................................................................14 Illustrazione 4: Quest’immagine ha un valore solo artistico, un gioco di luce sul corpo del pugile............................................15 Illustrazione 5: Quando si scatta in esterna non si possono decidere le condizioni climatiche che troveremo sul set.........16 Illustrazione 6: Una veduta panoramica dal castello di Rocca Calascio....................................................................................17 Illustrazione 7: Alcuni dei film girati a Rocca Calascio.........18 Illustrazione 8: In fotografia si ha tutt’oggi una sensibilità diverso verso il nudo, anche rispetto ad altre forme d’arte, come la pittura..........................................................................19 Illustrazione 9: Il verde è un colore molto versatile, ma anche molto difficile da gestire..........................................................20 Illustrazione 10: No, Biancaneve, non mangiare quella mela! ..................................................................................................21 Illustrazione 11: Una vera foto di moda, davanti alla Cloaca maxima, sarebbe un oltraggio, ma lo sguardo della modella rende evidente ciò che è: uno scherzo......................................22 Illustrazione 12: Sempre in vena di scherzi, questa foto cambia di significato, grazie a una citazione di Star Wars...................23 Illustrazione 13: Non solo parole, ma anche immagini..........27

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Illustrazione 14: Dove c'è del /fumo/ (significante, indicato con la nomenclatura / /), ci dev'essere del "fuoco" (significato, indicato con la nomenclatura " ").............................................28 Illustrazione 15: Anche uno sguardo, una forma di linguaggio non verbale, può essere oggetto di studio della semiotica.......30 Illustrazione 16: L’attore che interpreta il Grillo parlante gli assomiglia abbastanza, finché si trova nel suo contesto, ma in una rappresentazione diversa sapremmo riconoscere il personaggio?............................................................................31 Illustrazione 17: Quanto un uomo stilizzato assomiglia a un uomo e quanto riconosciamo come tale questo simbolo solo per convenzione?............................................................................32 Illustrazione 18: Gli sposi non ci sono, eppure è quasi ovvio che sia una scena di un matrimonio.........................................33 Illustrazione 19: Quando dico a Emanuela che è una duchessina, non intendo questo................................................34 Illustrazione 20: La bambina è più lontana e, inquadrata dall'alto, si trova nella parte superiore dell'immagine..............35 Illustrazione 21: Questa foto rappresenta il tempo di un’azione tramite l’aspetto terminativo. Il soggetto, a destra, scatta una foto dopo aver inquadrato prima ciò che è a sinistra...............37 Illustrazione 22: La fine dell’azione di un pugile (una finta) dà il via all’inizio dell’azione di un altro pugile (una schivata)...38 Illustrazione 23: Mi sono ammalato e mi sono cullato leggendo un libro leggero e rilassante.....................................39 Illustrazione 24: A livello iconografico, questa immagine è molto semplice: un ritratto di una giovane ragazza in un costume punk...........................................................................40

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Illustrazione 25: Su un ring con la felpa col cappuccio e i bendaggi alle mani: il soggetto di questa immagine è ben riconoscibile come pugile........................................................41 Illustrazione 26: Questo Mercuzio, per via del costume punk, non è immediatamente riconoscibile: la sua iconografia non è quella convenzionale................................................................42 Illustrazione 27: Un paio di denti finti bastano per cambiare l’iconografia di una foto e trasformarmi in un vampiro..........43 Illustrazione 28: Una rappresentazione del mondo, riconoscibile solo per chi ha una conoscenza dei tarocchi......44 Illustrazione 29: Dopo il successo della saga di “Ritorno al futuro”, una DeLorean DMC-12 vuol dire una sola cosa: macchina del tempo.................................................................46 Illustrazione 30: Quella X rossa è abbastanza eloquente........48 Illustrazione 31: L’immagine ha per me una connotazione particolare, che l’osservatore non può cogliere, della mia ultima colazione prima di un certo evento. Il titolo “Last normal morning” aggiunge qualcosa di questa connotazione..49 Illustrazione 32: Pupazzi di animali, ma Kira non è un giocattolo..................................................................................50 Illustrazione 33: Una metafora del farsi a pezzi per la fotografia..................................................................................51 Illustrazione 34: Una semplice narrazione sul gioco d’azzardo. Il giocatore prenderà quella carta?...........................................52 Illustrazione 35: Il punto di forza di questa foto è la metafora di due genitori che accudiscono un bambino...........................53 Illustrazione 36: Un esempio di portrait en creux, di metonimia................................................................................54 Illustrazione 37: Geppetto prova a più riprese a essere un buon Destinante per Pinocchio, che però raramente arriva alla Pagina 135 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo modalità del “voler fare”, fermandosi perlopiù al “dover fare” e, quindi, arrendersi e finire nei guai.......................................57 Illustrazione 38: Tebaldo è un personaggio davvero difficile da modalizzare..............................................................................59 Illustrazione 39: L’arbitro che assegna un richiamo ufficiale è un Destinante che sanziona il Destinatario..............................60 Illustrazione 40: Opponente e Opponente/Aiutante................61 Illustrazione 41: Anche un Opponente può modalizzare un Destinatario: il Gatto e la Volpe stanno cercando di abbindolare Pinocchio..................................................................................63 Illustrazione 42: Per esempio un contrasto generazionale, “Gioventù contro Vecchiaia” può dare il la a una narrazione. .64 Illustrazione 43: Schematizzazione di un quadrato semiotico 65 Illustrazione 44: Giocare al vampiro, ovvero al non-morto....66 Illustrazione 45: Opponente o Aiutante? Darth Vader è un personaggio complesso che evolve..........................................67 Illustrazione 46: Soggetto e Opponente, un perfetto esempio di contrasto...................................................................................68 Illustrazione 47: Lo stesso personaggio può assumere più funzioni nel corso della narrazione..........................................69 Illustrazione 48: La testualizzazione di una narrazione può anche essere una singola immagine, ma non per questo ne deve risultare sminuita......................................................................70 Illustrazione 49: Il carabiniere dice a Pinocchio: “Geppetto è preoccupato per te”..................................................................73 Illustrazione 50: Nel pugilato una fotografia dal basso fa che sì osservatore e spettatore coincidano, aumentando il coinvolgimento........................................................................75 Illustrazione 51: Lo sguardo è un potente strumento enunciativo. Uno specchio può complicarne l’interpretazione78 Pagina 136 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Illustrazione 52: Nella pubblicità il contatto visivo diretto è quasi d’obbligo.........................................................................79 Illustrazione 53: Riflessione e opacità non sono mutuamente esclusive, anzi convivono in una fotografia.............................79 Illustrazione 54: Gli spettatori a un evento sportivo possono assumere il ruolo di astanti......................................................82 Illustrazione 55: L’uso del mosso è un esempio di come introdurre l’opacità che un artista può ricercare per rendere più evidente che si tratta si una sua opera......................................84 Illustrazione 56: In alcuni casi la stessa cornice (o finestra) può diventare soggetto.............................................................86 Illustrazione 57: Quando mi annoio, compro un accessorio da pochi euro e mi improvviso modello per i miei autoritratti.....87 Illustrazione 58: In fotografia avviene sempre di riprodurre in due dimensioni oggetti tridimensionali....................................91 Illustrazione 59: Una semplice natura morta che, a livello plastico, contiene dei motivi geometrici..................................92 Illustrazione 60: Questa immagine ha valenza quasi solo esclusivamente a livello plastico..............................................93 Illustrazione 61: Anche nell’osservare un getto d’acqua non tendiamo mai a considerarlo un insieme di singole gocce.......94 Illustrazione 62: Delle quinte o cornici possono bilanciare elementi di forte peso visivo e dare equilibrio all’immagine. .96 Illustrazione 63: Nessuno penserebbe mai di soffermarsi sui singoli attori in questa scena....................................................97 Illustrazione 64: In alcuni casi lo sfondo ha un’importanza addirittura maggiore della figura...........................................100 Illustrazione 65: Un esempio di contrasto cromatico tra verde e rosso.......................................................................................102

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Illustrazione 66: La regola dei terzi accentua la direttrice di lettura data dalle linee dello sfondo, anche con una semplice foto di un gattino che gioca....................................................104 Illustrazione 67: L’atmosfera disforica di un evento drammatico (la morte di Mercuzio) può essere accentuata da una composizione che sposti le figure sulla destra................105 Illustrazione 68: Un pugno sferrato da destra verso sinistra è percepito come maggiormente violento.................................106 Illustrazione 69: Qual è lo spazio rappresentante in questa opera?.....................................................................................107 Illustrazione 70: I fotografi usano la luce e le ombre per creare forme......................................................................................109 Illustrazione 71: Per stabilire quanto sia grande qualcosa, dobbiamo trovare un termine di paragone..............................111 Illustrazione 72: La luce rossa è uno strumento di simbolismo plastico per trasmettere la drammaticità della scena..............113 Illustrazione 73: Orizzontale/verticale, Immobile/mosso, Proteso/ritratto: ci sono, a livello plastico e figurativo, diversi contrasti che rafforzano il contenuto di questa immagine.....115 Illustrazione 74: I tarocchi sono un chiaro esempio di simbolo il cui significato è dovuto solo a fattori culturali...................116 Illustrazione 75: Il logo di questo sito web, nelle sue due tonalità più utilizzate..............................................................117 Illustrazione 76: Un fotografo cerca sempre di apparire più come un artista che come un tecnico......................................118 Illustrazione 77: La linea sinuosa della mano, come l’ellisse formata dal vestito, sottolinea l’aspetto etereo della fotografia ................................................................................................120 Illustrazione 78: Alcune immagini possono risultare ambigue: in questa non è evidente che si tratti della morte di Romeo. .122 Pagina 138 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo Illustrazione 79: Il contrasto tra l’immobilità della roccia e la fluidità dell’acqua può essere risolto dal letto di un fiume che si muove con essa......................................................................123 Illustrazione 80: Ricordate: l'importante è divertirsi............145

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo Indice analitico

Indice analitico Algirdas Julien Greimas...........................................................57 allitterazione.......................................................................15, 50 aspettualizzazione....................................................................37 Aspettualizzazione.................................................................125 astante................................................................................82, 83 Astante...................................................................................125 Attante....................................................................................125 attanti........................................................................................68 Caravaggio...............................................................................62 Cartier-Bresson........................................................................57 categorie eidetiche..................................................................110 categorie plastiche........................................110 e seg., 114, 121 Categorie plastiche.................................................................110 categorie topologiche.............................................................114 colore..........................14, 19, 95, 99, 111 e seg., 114, 116 e seg. competenza..................................................................58, 59, 62 composizione...................................14 e seg., 91, 98 e seg., 130 Composizione................................................................125, 130 connotazione....................................................47, 50, 115 e seg. Connotazione.........................................................................125 Convenzionalismo....................................................................31 débrayage.......................................................75 e seg., 79 e seg. Débrayage........................................................................75, 125 débrayage enunciativo.......................................................76, 79 débrayage enunciazionale..................................................76, 80 denotazione..............................................................................47 Denotazione.....................................................................47, 125 Pagina 141 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo direzione.................................................78, 83, 101, 104 e segg. Direzione..................................................................................97 doppia esposizione.............................................................38, 39 enciclopedia...............................................................27, 47, 125 Enciclopedia...........................................................................126 enunciante................................................................73, 76 e seg. Enunciante........................................................................74, 126 enunciatario..............................................................73 e seg., 77 Enunciatario.....................................................................74, 126 Enunciato...............................................................................126 enunciatore...................................................................73, 74, 86 Enunciatore............................................................................126 enunciazione................................................................73, 74, 87 Enunciazione..........................................................73 e seg., 126 enunciazione visiva..................................................................73 Enunciazione visiva.................................................................73 equilibrio................................................................101, 103, 105 Equilibrio.......................................................................101, 103 Figura retorica........................................................................126 figure retoriche.........................................................................50 Figure retoriche........................................................................50 fonemi......................................................................................34 George Walton Lucas Jr...........................................................57 greimas.....................................................................................63 Greimas..................................................................57, 64, 75, 82 iconografia...............................................40 e seg., 44, 46 e seg. Iconografia.......................................................................41, 126 iconologia...............................................................40, 45 e segg. Iconologia........................................................................45, 126 ipoicona....................................................................................33 Pagina 142 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo isotopie...................................................................................117 Jackson Pollock........................................................................93 leggi di unificazione figurale...................................................95 Leggi di unificazione figurale..................................................95 Leon Battista Alberti................................................................83 linguaggio plastico.....................91, 92, 98 e seg., 101, 109, 114 Linguaggio plastico................................................................109 Louis Marin..............................................................................83 manipolazione....................................................................58, 62 metonimia....................................................................54, 55, 67 Meyer Schaphiro......................................................................78 modalizzazione........................................................................59 modello attanziale....................................................................68 Modello attanziale....................................................................67 monocromia............................................................................119 movimento...............................................37 e seg., 95, 101, 131 Naturalismo..............................................................................31 Omar Calabrese..................................................................46, 80 osservatore.................................................47, 79 e segg., 87, 94 Osservatore..............................................................................81 percorso generativo..................................................................63 Percorso generativo..................................................................63 performanza.................................................................58, 61, 62 pregnanza...............................................................................101 Pregnanza...............................................................................126 psicologia della Gestalt........................................91, 94, 98, 101 Psicologia della Gestalt............................................................91 quadrato semiotico.......................................................65, 68, 80 Quadrato semiotico................................................................126 radicale cromatico..................................................................111 Pagina 143 di 148


Diego Rosato - Rappresentare il mondo retorica...............................................................15, 51 e seg., 54 Retorica..................................................................................127 Roland Barthes.........................................................................49 Ruggero Eugeni.......................................................................38 sanzione...................................................................58, 61 e seg. Schema narrativo.....................................................................58 semiotica....1, 9, 27, 29 e seg., 38, 40, 46 e seg., 63, 73, 75, 91, 109, 115 Semiotica........................................................25, 27, 29, 89, 127 semiotica figurativa....................................................30, 91, 109 Semiotica figurativa...........................................................25, 29 semiotica plastica.....................................................................91 Semiotica plastica....................................................................89 simbolismo plastico................................................................116 Simbolismo plastico...............................................................114 sincretismo...................................................................121 e seg. sistema semisimbolico.......................................119, 121 e segg. sistemi semisimbolici.............................................................123 Sistemi semisombolici...........................................................119 spazio....................................................................46, 83, 99, 114 Spazio.......................................................................................35 spettatore....................................81 e segg., 85, 93, 98, 121, 123 strutture discorsive...................................................................70 Strutture discorsive..................................................................70 tempo..................................18, 35, 37, 39, 44, 46, 51, 62, 75, 77 Tempo...................................................................................9, 77 Umberto Eco......................................................................27, 46

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Diego Rosato - Rappresentare il mondo

Postfazione Siamo giunti alla fine di questo breve viaggio in un mondo decisamente vasto e complesso, che non può essere spiegato a fondo in queste poche pagine. Tuttavia spero che questo breve riassunto vi abbia dato qualche strumento in piÚ per analizzare e costruire le immagini fotografiche e le basi per, qualora lo vogliate, approfondire la materia. Come sempre vi invito a contattarmi tramite il modulo Contatti del mio sito o la mia pagina Facebook per qualsiasi commento. Buona fotografia

Illustrazione 80: Ricordate: l'importante è divertirsi

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“La fotografia è una traccia di realtà” (André Bazin)


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