ANNO III - Agosto 2009
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di là dal ponte
è un periodico multimediale amatoriale, non ufficiale e completamente gratuito dedicato a Claudio Baglioni
Ho scelto il mio piccolo grande uomo di Martina Ruotolo pagina 3
Lo staff: Responsabile pubblicazione: Enrico Avagliano Coordinamento editoriale: Fabio Conti Designer: Gianluca Sorrentino Segreteria organizzativa: Roberta Massaro - Pasquale Picone Hanno collaborato a questo numero: Martina Ruotolo - Elena Rossetti - Gianni D’Ambra Angiola Sorrentino - Dago - Dina Cucaio Gilda Verdelli - Una Švigir - Carmine Ugon
Tutti i fan di Claudio Baglioni possono collaborare a questa rivista! Invia articoli, foto e materiale a: info@tuttiqui.net info@radiocucaio.it
Disegnando Claudio
Ricordando Giorgio, nostro amico e compagno di percorso
di Angiola Sorrentino
pagina 8
pagina 4 Psicanalisi del Baglioniano
di Dina Cucaio
A te Grand’Uomo
di Elena Rossetti
pagine 10 e 11
pagina 4 Letto per voi…
pagina 11
Le sue note nella mia vita
di Gianni D’Ambra
pagina 5
Festa in una notte di note
di Gilda Verdelli
pagina 12
Un inno da Mondiale
pagina 12
Un incontro davvero speciale
di Angiola Sorrentino
pagina 7
Sviluppi viluppi amorevoli… a quattro zampe pagina 8
di Dago
Una storia blu
di Una Švigir
pagina 13
Le foto di questo numero sono tratte da www.fotografieneltempo.net
Puoi scaricare gratuitamente la rivista da questi siti:
http://serenatainsolxte.spaces.live.com
Questo numero della rivista è stato chiuso il 29 luglio 2009. La precedente fanzine è stata scaricata 2.204 volte. L’appuntamento con la prossima rivista è per fine settembre 2009! www.tuttiqui.net
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di là dal ponte
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Ho scelto il mio piccolo grande uomo di Martina Ruotolo Sembra incredibile, eppure alcune persone riescono ad entrarti nel cuore, a bucarti l'anima e a prendere parte nella tua vita così all'improvviso. A volte compaiono ad un tratto nel corso della tua vita, non rendendola più la stessa, altre volte invece si muovono a piccoli passi al tuo fianco, trasformandosi da semplici compagni di viaggio ad uniche ragioni di vita. E così, da quel momento non sarai più la stessa… Ti ritroverai a parlare di loro e a pensare a loro sempre, anche quando l'ossessione apparente sembra essere un'altra. Ma in realtà per quanto tu tenti di nasconderlo e di evitare, loro sono lì sempre con te e dentro di te… Sanno in maniera inspiegabile sostenerti quando sei giù e regalarti un sorriso quando invece hai voglia di gridare al mondo quanto sei felice… Sanno sempre scegliere le parole giuste da dire e i momenti giusti per farlo… Sono piccoli grandi maghi.... Il loro essere speciali sta nel donarsi senza chiedere nulla in cambio, nel vivere per te e per le tue emozioni...sono lì col riso, col pianto...con te! Sono parte di te, radicati tra i più profondi desideri, di cui tuttavia non hai l'esclusiva. Non sei la sola infatti a vivere per lui, ad averlo come compagno di viaggio...ma finisci per essere come una tessera di un puzzle, che non ha senso con un solo tassello, ma neppure privo di esso. E così ogni loro gesto, parola finisce per scandire come le lancette di un orologio, ogni istante della tua vita, ogni momento buio e sereno… Mai avrai la possibilità di ripagarlo per quanto ti ha donato, per quanto ha rappresentato nella tua vita… Ognuno sceglie un proprio lui, secondo la propria sensibilità, secondo i propri gusti… Io ho scelto te....questo piccolo grande uomo.
foto di Roberta Massaro
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L’ARTE DEI FANS
disegnando Claudio
A te Grand’Uomo Mi sembra impossibile che io mi emozioni per le tue canzoni a questa età. Avere quindici anni e ascoltare Claudio può sembrare, per alcuni, un po' prematuro,e significa scontrarsi con i comuni gusti musicali che si ascoltano usualmente in questa fascia di età. Mi è capitato di dover difendere Claudio da persone che diffamavano la sua carriera per il semplice fatto che le canzoni classiche e poetiche di Claudio, andavano contro i loro “ principi” musicali. Ho girato e rigirato ascoltando le poesie di questo grand'uomo, che con il tempo ha rapito le mie emozioni. Sono stata colpita dal virus “Baglioniano” circa tre anni fa e grazie alla mia passione non sono più riuscita a liberarmene. Faccio parte di una generazione di sognatori;sogni di fuggire via lontano lontano, e acquistare l'indipendenza dal regime familiare, dimenticandoci il bene che vogliamo ai nostri genitori. In molti testi di Claudio compare il fattore del futuro, e dei sogni. Ascoltando le sue canzoni del tipo Strada facendo, Avrai, La vita è adesso, ho imparato a sognare, a credere nei miei sogni e a sfruttare questa vita che è fatta di attimi. L'azione di leggere le canzoni di Claudio può essere paragonata alla lettura di un libro. Un'autobiografia. Ogni testo è un pezzo di vita. Un puzzle da costruire. Parti di un lungo viaggio. Molti confondono la passione di noi 'clabbers' per una malattia,ma non credo sia il modo giusto per definire la mia, la nostra stima, e il grande affetto che muoviamo verso lui. Hai descritto, Claudio, quell'amore che non dura tutta la vita ma te la cambia per sempre, facendo innamorare molti di noi. Hai descritto il rapporto tra un genitore e un figlio, spesso fatto di incomprensioni, e affetti nascosti. Hai augurato a tuo figlio e molti bambini di avere una radio per sentire che la guerra è finita. Ci hai perfino augurato un buon viaggio della vita, ed è ciò che tutti noi 'clabbers' dedichiamo a te. Grazie Claudio di tutto ciò che hai fatto, che fai e che farai. Tutto in un abbraccio. Elena Rossetti
Disegni di CARMINE UGON
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SPAZIO ALL’AUTORE - Le sensazioni di Gianni D’Ambra
Le sue note nella mia vita di Gianni D’Ambra Ringrazio lo spazio di “Di là dal ponte” per potervi raccontare, snocciolare, questa passione lunga una vita per il maestro Claudio Baglioni e di me, di dove in un modo o in un altro, proprio Claudio mi ha spinto – involontariamente – ad andare. Non sarei quello che sono, se in una qualche maniera non avessi mai attraversato tutto questo tempo in sua compagnia. Ricordo ancora benissimo quando quasi trent’anni fa con gambette corte e paffutte, mi muovevo in cerca di coordinazione sulle note di “Porta Portese”. Ancora meglio, ricordo la sensazione posticcia di occhi bassi e malinconici, quando ho sentito tristemente mia, non ancora ventenne, le parole di quella poesia che è “tamburi Lontani”. Alcune canzoni sono un po’ come gli amori, rimangono dentro di noi per sempre. Gianni, comunque, piacere di conoscervi. Ho avuto la fortuna di poter scambiare idee e pensieri con molti di voi attraverso Reginella, con altri ci conosciamo personalmente da anni, altri ancora incrociati fra le varie community che infarciscono il web dell’universo Cucaio, ed è incredibile pensare a quanto quest’uomo con la sua dolcezza, interiorità e con quella voce roca nelle parti più basse, sia riuscito a muovere. Le sue percezioni, la sensibilità che gli è propria, non è la stessa per tutti, ed è per questo che credo in un certo senso possiamo ritenerci fortunati per come siamo, per riuscire a cogliere sfumature che altri bypassano con incolpevole superficialità. Certamente, questa sensibilità spiccata, non è sinonimo di felicità, anzi. Quando le cose non vanno come dovrebbero – e purtroppo questo avviene spesso – si finisce per avvertire in maniera più acuta il disagio del contesto, del periodo, del momento. Il cosiddetto dolore. Una vittoria per noi ha un sapore in più, ma lo ha anche una sconfitta, un fallimento. Prendiamo l’esempio dell’amore, croce e delizia di questo nostro viaggio. Quando i sentimenti sono ricambiati, quando avvertiamo che le nostre esigenze emotive sono completamente appagate, siamo felici, lo siamo davvero. Tuttavia, quando una storia finisce nonostante il nostro impegno, nonostante tutta la nostra buona volontà, ci sentiamo desolati, abbandonati, distrutti. Avvertiamo ogni piega di quel male che molte altre persone subiscono senza annaspare. Pro e contro. Prevalentemente per questo ammiro Claudio, per la sua naturale attitudine nel cogliere quelle pieghe quasi
indistinguibili nel bello e nel brutto, quel suo modo così vicino al mio/nostro essere che ha di raccontare, fotografare la vita. Affascinato dal concetto della parola abbinata alla musica, ho provato a coltivare anche io questo aspetto, dapprima con qualche frase spicciola inchiostrata su un quaderno, più tardi trasformando questi appunti in vere e proprie canzoni. Chi mi conosce un po’ meglio, avrà senz’altro ascoltato alcune mie demo come “eccomi qui” o “dimmi”. Il processo che c’è dietro ad una canzone però, per quanto io ne sia ammaliato, è costoso e in alcune circostanze limitante. Tra l’altro, c’è anche bisogno di una certa conoscenza dietro, vocale e musicale e per quanto la mia voce sia intonata, non ho fatto quegli anni di scuola che sarebbero serviti per arrivare a ad una tecnica di un certo livello. Chi si improvvisa cantate/cantautore dal giorno alla notte, deve anche considerare quanti altri fanno altrettanto senza alcun background dietro, e di quanto il mercato invece richieda qualcosa di particolare per dare spazio a delle new entry. Seguire in maniera così appassionata Claudio inoltre, complica le cose, si tende – nelle peggiori delle ipotesi - a volerlo imitare o – nella migliori – ad impiegare il suo stile vocale. Personalmente, si è trattata di una sconfitta, il palesamento di un desiderio non realizzabile. Tangibile, insieme a tutte quelle altre più o meno grandi che la vita mi aveva riservato. Non sarei potuto essere un altro grande mago. Evidentemente non era la mia strada, ma non c’è mai fine al viaggio anche se un sogno cade. Una sera di un giorno qualunque, incapace di colmare questa mia sete di esternare, di dire, ho cominciato a scrivere un romanzo. Un romanzo autobiografico. Ho scritto una cinquantina di pagine e l’ho fatto leggere alle più disparate persone. Non volevo pubblicarlo, soltanto capire se ero davvero in grado di trasmettere qualcosa, di far arrivare quello che io anelavo arrivasse. Incitato da pareri favorevoli sulla mia tipologia di scrittura, mi sono lanciato davvero nella costruzione di un romanzo,
che oggi, nonostante io sia un perfetto sconosciuto, ha venduto più di quattrocento copie. Non è stato semplice, non poteva essere altrimenti. Scrivere di se stessi agevola i passaggi, facilita i contesti descrittivi, raccontare invece di personaggi vivi solamente nella tua testa, no, è un enorme lavoro. Immaginare visi, voci, caratterizzazioni, riflessioni, dettagli, luoghi e una trama che regga per tutte le pagine di cui il libro è composto, sì, è laborioso, ma quando poi si digita il punto che chiude tutto, si prova una sensazione di soddisfazione indescrivibile. “Tutto quello che resta”, questo il titolo del romanzo, è stato una grande scommessa, una scommessa soprattutto con me stesso. Molte volte, anche dopo centinaia di pagine, si hanno dubbi enormi sul come proseguire, sul come ovviare a certi inconvenienti che capitano durante la stesura. Quante volte cominciamo a fare qualcosa in cui crediamo enormemente e poi non lo portiamo a termine? Ecco, mi è successo diverse volte, ma non questa . Una vittoria personale al di là degli attestati di stima da amici e amici presunti che mi sono tornati indietro una volta che hanno saputo che l’avevo pubblicato ed addirittura venduto. Peccato che le grandi case editrici non diano spazio. In questi mesi ho avuto modo di apprezzare molte opere prime di autori emergenti come me ed è un vero peccato che non ci sia una sorta di tam tam per aiutare chi è più nell’ombra, chi non è figlio di questo o quello nonostante delle oggettive capacità. Tutto ciò per dire che senza Claudio, probabilmente, non avrei mai intrapreso questa strada, non avrei mai tentato di dare voce a quella parte dentro che sembrava costretta a dover rimanere muta. Tra le altre fortune, quella di avervi trovato, lo scoprire che non si è soli insieme, che siamo tutti insieme, ancorati a questo nostro modo di vivere e, talvolta, sopravvivere. Perché forse la paura più grande che fortunatamente è sempre rimasta sullo sfondo in questi trent’anni suonati, è stata la paura di essere solo. Non essere compreso, capito davvero. Claudio è un po’ come una cometa, con noi insieme che ne formiamo la scia. Sosteniamo lui e lui sostiene noi. Personalmente vi ringrazio per il calore che molti di voi mi hanno dimostrato in questi mesi, nei momenti migliori e ancora di più in quelli peggiori. Ci sentiamo presto, magari in una prossima occasione vi racconterò della trama di “tutto quello che resta”, sempre dietro ad un sogno per non smettere mai di andare avanti. Buon viaggio della vita. Blog ufficiale: www.appuntidivita.it Casa editrice: www.boopen.it Tutto quello che resta: www.appuntidivita.it/?page_id=1494
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UN INCONTRO DAVVERO SPECIALE di Angiola Sorrentino Miei cari amici, ancora una volta sto qui a raccontarvi della mia piccola esperienza con Claudio. Ero appena arrivata a Lecco da mia figlia. Accendo il pc, mi collego su internet per vedere le news di Roberta Massaro (la nostra Robbosa) e leggo che il giorno dopo a Milano, presso la Sala dell’Orologio a Palazzo Marino, ci sarebbe stata la conferenza stampa di Claudio per presentare l’evento del “Gran ConcertoQ.P.G.A.” che non veniva più svolto al Vigorelli il 5 giugno come inizialmente annunciato, ma all’Arena Civica il 17 giugno. Questo è un colpo di fortuna! Ovviamente non posso mancare. Annoto tutti i dettagli e mi attivo per essere presente il giorno dopo a Milano armata della mia digitale che non abbandono quasi mai come il mio mp3, fornito di tutta la discografia del nostro mago, e della nostra rivista “Di là dal ponte”, che guarda caso avevo stampato e portato con me, perché forse sono solo molto previdente… o forse perché Claudio è il mio chiodo fisso e spero sempre di scontrarmi con lui in ogni angolo di ogni città! Alle 11 sono sotto Palazzo Marino insieme ad un gruppetto di fans; si fa amicizia, ci si scambia opinioni ed emozioni e si cerca di entrare nel Comune, ma purtroppo sono ammessi solo i fotografi e i giornalisti con tanto di tesserino. Io provo a spiegare che sono una “specie” di giornalista, faccio vedere l’articolo che ho scritto sulla nostra rivista e con tono dolce ma deciso recito la parte, disperata, di quella che distrattamente ha dimenticato il tesserino, ma, ahimè, non la bevono e non mi fanno salire. Aspettiamo e restiamo deluse quando vediamo, attraverso l’inferriata, che Claudio è già salito da un’entrata secondaria e non siamo neanche riuscite a vederlo passare. Ci consigliano di andar via, ma insieme alle altre
fans ci rechiam o
all’ingresso laterale dove Claudio sicuramente uscirà, almeno per vederlo andare via! Manca più o meno un quarto d’ora alle 13 e scende dalla Sala dell’Orologio un fotografo il quale ci chiede perché non siamo salite. Noi gli spieghiamo che ci abbiamo provato, ma è stato impossibile. Allora il ragazzo, forse intenerito dalla nostra costanza nell’attesa, ci annuncia ( e noi con gli occhi sgranati e languidi a scrutarlo pendendo dalle sue labbra) che almeno una di noi può salire con lui spacciandosi per una sua aiutante. Il gruppetto a cui si è rivolto inizialmente è composto da 5 persone e sarebbero volute salire tutte, quindi loro sono da scartare, mentre io, sola, ho potuto seguirlo insieme ad altre due che si sono accodate. Al portierato ci fermano per controllare se i nostri nomi sono tra l’elenco degli invitati, ma il fotografo afferma, indicandoci, di avere al seguito il suo staff(noi due!!!). Ci guardano sorridendo e chiudono un occhio: ce l’abbiamo fatta!!!! Quel ragazzo ci accompagna alla prima scala e ci indica dove dobbiamo andare e mentre saliamo ci voltiamo per ringraziarlo, ma lui è sparito così come è arrivato: ci è sembrato un Angelo che è venuto a recuperarci per condurci nel luogo tanto ambito e poi, assolto il suo compito, è svanito nel nulla!!!!Se solo Dante fosse stato lì con me, certo non a Beatrice avrebbe dedicato la sua Commedia… semmai al nostro Divino!!! Non smetterò mai di ringraziare quel giovane Virgilio, che mi ha condotto dinanzi le porte del Paradiso! Entro nella Sala dell’Orologio e Claudio è lì che sta per terminare la sua conferenza stampa. Comincio a fare fotografie (e non smetto più!). Appena termina mi avvicino e gli chiedo di autografarmi l’articolo
che ho scritto per lui sulla fanzine, lui mi chiede come mi chiamo e gli raccomando di non sbagliare il mio nome che di solito sbagliano tutti; così prende la fanzine, la consegna a Sandrone e mi dice che dopo l’avrebbe autografata. Intanto lo ringrazio e gli stringo la mano, lui continua le varie interviste e, ad un certo punto mi ritrovo attaccata a lui in un pericoloso incontro ravvicinato, lo guardo dal basso in alto(che bella visione!) e sì che sono bassina, ma tu Claudio quanto sei alto!!!! Dopo aver scambiato ancora qualche battuta con tutti noi, si accinge ad andare via, allora io gli dico: “Claudio, ci vediamo a Cava!” e lui mi prende la mano e mi risponde “Ci vediamo a CCCava!?!” sorridendo sulla mia C carica e verace…. A quel punto mi sciolgo e già penso che non laverò più quella mano. Ho ancora impressa la sua stretta vigorosa: che emozione!!!!! Lui va via in una saletta interna e quando mi portano la mia rivista autografata sono convinta che Claudio abbia sbagliato a scrivere il mio nome e invece con grande meraviglia mi accorgo che è stato molto attento: è stato uno dei pochi a scrivere con esattezza Angiola!!!!! Sono ultrafelice, giro, salto e ballo come un orso ammaestrato, telefono a Robbosa e le dico del mio incontro, mi telefona Enrico Avagliano che ha saputo e si complimenta con me e la mia giornata continua così… Con la mia testa in una nuvola e il mio cuore in una stretta di mano! Di sera le mie foto sono già pubblicate su “Fotografie nel tempo”… Che grande soddisfazione! Ma non finisce qui… Due giorni dopo incontro a Piazza del Duomo a Milano Roberta Massaro (Robbosa) e Gianluca Martinenghi di Cucaio TV (Gialenas) che conoscevo solo virtualmente e telefonicamente. Abbiamo trascorso un pomeriggio molto allegro, parlando quasi sempre di Claudio, delle nostre emozioni e dei progetti futuri di noi “rimbaglioniti” . Sembrava che ci conoscessimo da sempre ed abbiamo potuto appurare concordi che, se tutto ciò accade, dobbiamo ringraziare solo chi riesce ad unire varie generazioni con le sue canzoni e con le sue emozioni: il nostro grande Claudio!!!! Buon Q.P.G.A. a tutti!!!!
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Il ricordo di un cane terremoto, dispettoso ma dolcissimo, per lasciare un sorriso a chi lo leggerà e a chi gli ha voluto bene
Sviluppi amorevoli… a quattro zampe PREMESSA Le pene d'amore sono sofferenze che sembrano lacerino il cuore. Il grande cane ''autore'' dell' articolo che segue non soffriva però d'amore , piuttosto ne gioiva, lieto di essere l'orgoglio della sua famiglia e lo spirito allegro della casa. Eppure il suo cuore era lacerato, turbato da una malattia che gli ha impedito di essere presente alla pubblicazione di questo articolo...l'ultimo! Un ''soffio'' ha deciso di portarlo via dalla sua vita spezzando il cuore a chi più l'ama. D'amore si soffre, ma è una pena sopportabile. La sua assenza no, non si sopporta! Si spera che questo articolo, nel ricordo di un cane terremoto, dispettoso ma dolcissimo, possa lasciare un sorriso a chi lo leggerà e a tutti quelli che gli hanno voluto bene... SVILUPPI AMOREVOLI (Seconda puntata!) …..io sono vivo e sono quiiiiiiiii……. Ben ritrovati rincaniglioniti di Baglioni….. Nonostante i miei piccoli svenimenti il mio cuore regge ancora!!! Ho pensato di aggiornarvi sul mio status attuale…. Vi ricordate di Carmelina da Gragnano, la bella barboncina che avevo conosciuto su “facedog”? Ebbene si, l’ho incontrata!
Ragà è bellissima, non mi sono sbagliato : ha i ricci che sembrano molle a scatto, gli occhi languidi color verde croccantino alle verdure, un musetto dolce tutto da leccare che sa di biscottini al miele, il portamento regale come Lassie quando ritorna a casa, e ogni volta che agita quel suo codino arricciato perché è felice mi fa emozionare a tal punto che devo ricorrere alle mie gocce d’emergenza per il mio povero cuore malato… d’amore; come sbatte le sopracciglia lei non lo fa nessuna, neanche Bambi quando vede avanzare Faline al suo cospetto nella foresta!!!!! Il nostro primo incontro è stato nel parco dietro casa di Carmelina, ci siamo dati appuntamento con un messaggio di posta di “facedog”. Lei si è presentata con un fiocchetto rosso che troneggiava sulla sua testolina profumata di lillà, ma, ahimè… non sola: per compagnia si era portata sua sorella cucciola di nome Sisina, una deliziosa cagnolina di un anno e mezzo che aveva solo voglia di giocherellare e quindi ci ha dato fastidio per tutto il pomeriggio (Claudio non si offenderà quando saprà che in quel momento ho pensato “il triangolo no, non l’avevo considerato!!!’’)! Intimità ZERO!!!!! Ci siamo rincorsi per il parco, abbiamo abbaiato e saltato sul prato e i nostri bisognini li abbiam fatti l’uno sulle tracce dell’altro... Che romanticheria!!!! Abbiamo consumato un piccolo pasto insieme, una porzione della pastiera napoletana che la mia mamma (Angiola) mi ha fatto per l’occasione, per poter prendere per la gola la mia Carmelina; abbiamo leccato dalla stessa scodella, i nostri musi si sono
sfiorati, ma purtroppo non siamo potuti andare oltre per via di Sisina, perché….. “lei, lei ci guardava con sospettoooooo…” ma Carmelina, sono certo, è stracotta di me ed io di lei… Al momento del saluto ho sussurrato nelle sue orecchie delicate che mi ha rapito il cuore e che la prossima volta dobbiamo incontraci da soli per stabilire una certa intimità… Lei ha ammiccato maliziosamente! Credo proprio che la prossima volta Carmelina e io ce ne andremo giù al faro dove Claudio portò quella della maglietta fina… pare che lì succedano cose proibite... Bau bau a tutti!!!! Dago (Angiola Sorrentino)
RICORDANDO GIORGIO, NOSTRO AMICO E COMPAGNO DI PERCORSO... Due anni fa il nostro amico e compagno di percorso Giorgio Giovanni Lai ci ha lasciati: è andato via in punta di piedi lasciando un vuoto nei nostri cuori e uno spazio libero nella nostra rivista! Oggi Giorgio sarebbe orgoglioso dei grandi passi che abbiamo fatto e di tutto ciò che continuiamo a realizzare per rendere la nostra rivista sempre più completa ed esauriente! Caro Giorgio noi non ti dimenticheremo mai, ricorderemo sempre i tuoi preziosi consigli e la tua enfasi che mettevi in ogni tuo gesto, in ogni tuo progetto. Sarai il nostro riferimento nei nostri giorni "plebei"... Con affetto! Angiola Sorrentino
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Psicanalisi del baglioniano
di Dina Cucaio
Inconscio" [S.A.I.], costui si ritrova ripetutamente a "farsi male" con le sue canzoni più tragiche. Il soggetto affetto da S.A.I. [1] inizia così a modificare il proprio vocabolario; ritocca saluti, formula auguri, intitola e-mail, facendo riferimento a versi estrapolati da canzoni o espressi direttamente da Claudio Baglioni, come: ”Tutto in un abbraccio, Buona vita, Un abbraccio lungo un sogno, ecc.”
Si trova poi a dover reggere un duro Autentico sognatore, innamorato dell'ashock di fronte alla sfortunata ipotesi che more, tende frequentemente ad identificarsi cancelli disgraziatamente una suoneria di nelle canzoni di Claudio Baglioni. Baglioni dal proprio telefono… Sono riportati casi di alcuni che hanno dimenticato il Il baglioniano è generalmente donna, in proprio cognomedia colto, di buona istruzione e spesso me in seguito gode di un discreto inserimento sociale. alla sostituzione Talvolta la sua non è una semplice e sana apparentemenpassione ma spesso si tratta di una vera pa- te inconscia tologia cronica. Si tratta del soggetto VITTI- dell’appellativo MA di FANATISMO. La filosofia di vita di CLAB. Questi Claudio Baglioni viene fatta oggetto di ado- individui si ritrorazione senza tuttavia rendersene conto,in vano a identifiquanto il fanatico-baglioniano di per sé ten- carsi spesso con de a percepire la realtà circostante attraver- il loro nome so le sue canzoni ed ogni suo gesto e parola. seguito dal Si arriva quindi a dedurre che ogni benchè “ c o g n o m e ” minima parola detta da Claudio assuma va- CLAB appunto. lori "assoluti" e talvolta il soggetto tende a Ci sono così in sopravvalutare anche una possibile frase c i r c o l a z i o n e detta tanto per dire, del tipo-"un giorno bel- Marioclab, Alelissimo per mille e mille e mille altri giorni"- clab, Robyclab e via dicendo… Si pensa che che può diventare per costui anche materia- in questo modo ci si possa sentire “tutti frale da inserire nei più grandi archivi di testi telli e sorelle”… L’amore è cieco e questo sacri… vale anche per chi è “perso per Claudio B. ”C’e chi non si addormenta se non ascolta Senza che la minima idea che una perdi- una sua ultima canzone, chi ha fatto odiare il zione mentale stia cavalcando a ritmi rapi- “Grande Mago” al proprio coniuge a forza di dissimi attraversi la mente del soggetto af- ascoltarlo tra le mura domestiche, chi cerca fetto da "Sindrome da Abbaglionamento di “baglionizzare” i propri figli, chi al lavoro è
oggetto di “persecuzione” e intolleranza da parte di colleghi che considerano il baglioniano un “palloso”… In occasioni particolari,come concerti ma soprattutto raduni, il soggetto affetto da S.A.I. può raggiungere la punta massima del delirio; il solipsismo [2] avvolge totalmente il baglioniano che inizia a vedere i suoi simili come dei presunti ostacolatori della sua missione: quella di avere un contatto diretto, anche se minimo, con l'oggetto del desiderio, Claudio. Situazioni come cavalcate pazze [3] alla ricerca dei posti nelle prime file non curandosi di sgomitare o schiacciare
sulla cancellata altre persone [4], o oscuramento della visuale del palco durante il concerto alle file retrostanti con ogni sorta di pretesto, non sono rare [5]. In queste situazioni può anche esserci la tendenza del baglioniano di percepire il suo "confratello" con animo competitivo nella ricerca di un saluto, abbraccio, bacio, autografo, dedica, foto o qualsivoglia "contatto" con il Medico delle Anime, Claudio. Il baglioniano che riesce in quest'impresa tra l'altro, tende a farne spesso oggetto di discussione per suscitare, anche se non l'ammetterà mai, una certa forma di invidia… Una parte di baglioniani spesso soffre di una certa forma di “depressione” che si riscontra con un eccessiva tendenza ad essere nostalgico, malinconico e a considerarsi vittima della "durezza della vita". Taluni soggetti comunque frequentemente nascondono meglio di altri questa sofferenza ingranando la marcia
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segue da pagina 10 opposta e cioè tirando fuori tutto il patrimonio musicale di testi ottimisti di cui si è a disposizione; vengono quindi citati versi di poesie presenti nell'album “La vita é adesso” che pare essere ancor oggi a 19 anni di distanza, il miglior palliativo disponibile per la cura del “Mal di vivere”. Il baglioniano medio quando non affetto da S.A.I. risulta tuttavia essere molto sensibile ed acuto verso la sofferenza in generale. Grande sentimentalista, è molto romantico e tende con difficoltà a smaltire una delusione amorosa. Ha comunque eccessi di altruismo che controbilancia con un sano egoismo per quanto riguarda la conservazione di materiale RARO inerente a Claudio Baglioni. Il baglioniano equilibrato ha generalmente degli alti valori morali che lo rendono prezioso in un mondo dove regna l’immoralità e l’indifferenza, e stringere ogni tipo di relazione con taluni soggetti può essere molto positivo. A tal proposito sono note esperienze di alcuni individui che si spacciavano per abbaglionati solo per acquistare l’immagine sociale di grandi sognatori sentimentalisti. In genere il mascheramento dura poco, perché l’essere baglioniano è una condizione di cuore e non un ruolo da recitare… [1]
La sigla SAI non ha nulla a che vedere con la compagnia assicuratrice.
LETTO PER VOI…
Claudio Baglioni di Anna Puricella (da Repubblica del 25/07/2009) Della Puglia adora la luce, perché “ha una filigrana particolare, forse perché è lì che Orientee Occidente si danno appuntamento per mischiarsi”. Claudio Baglioni subisce l’ incanto dei colori della regione, una “miscela che stordisce”: «Ogni volta che riparto, prendo lo sguardo e il respiro più lunghi e profondi che posso e poi chiudo gli occhi per trattenere l’ incanto il più a lungo possibile. Riaprirli significa precipitare nella nostalgia».
[2]
Solipsismo: in filosofia,l’atteggiamento di chi nega ogni esistenza fuori della sua esistenza personale.
[3]
Il soggetto in questo caso può essere vittima di una sottosindrome da centometrista nella distanza che intercorre tra l’ingresso e la prima fila.
[4]
spiegabilmente e non per sua volontà in ritardo e si trova nell'intento di dover recuperare la miglior posizione possibile nella fila che si è nel frattempo già formata,posizione che pensa gli spetti di diritto. [5]
Talvolta queste persone precedono la normale fila,ma al momento dell'apertura dei cancelli si riscoprono magicamente come ultimi arrivati,vedendosi passare davanti l'impossibile. In realtà chi lo ignora è solo uno dei tanti soggetti affetti da SAI che è arrivato in-
Una dichiarazione d’ amore in perfetto stile Baglioni. Il cantautore romano attraversa la Puglia con quattro concerti: il primo stasera al teatro Mediterraneo di Foggia, seguito domani da Noci, il 12 agosto da Barletta e il 13 da Lecce. Gli aggettivi fanno la differenza. «Non è un concerto, ma un “Gran concerto”. Un’ opera popolare moderna». Il titolo può risultare criptico, ma “Qpga” sta per “Questo piccolo grande amore”, tormentone che sembra resistere al tempo. Ma non è un amarcord. Baglioni ha pensato in grande e “Qpga” è un progetto innovativo:è stato un film uscito in inverno, poi un romanzo, ora un concerto. Sarà un album. «Di solito è il tour che segue il disco. Questa volta, invece,è il
live ad anticipare il doppio cd in uscita in autunno. I primi ad ascoltare nuove canzoni saranno quelli che assisteranno ai concerti». La “maglietta fina” di più di 30 anni fa colpisce ancora. E si trasforma in una storia d’ amore tra Giulia, alla vigilia della maturità, e Andrea, matricola di Architettura. Due ragazzi che vivono intensamente la loro passione, sulla scia del “Semina bellezza, raccoglierai bellezza”. Le immagini del loro amore si accompagnano alle note e scivolano su uno schermo di 250 metri quadri. Le vicende hanno il sapore dei figli dei fiori – “Questo piccolo grande amore” è del 1972 – ma il messaggio di Giulia e Andrea è universale: «È un amore che non dura tutta la vita, ma la cam-
In effetti pare che il baglioniano in questo caso non riesca a capire che la seguente proporzione sT:S=sT:P sia sempre valida. In altri termini stando TUTTI SEDUTI si ha una VISUALE DEL PALCO che è Pari a quella che si ottiene stando TUTTI in PIEDI! Lo stesso vale salendo TUTTi sulle SEDIE!!
bia per sempre. È anche il sogno di un’ intera generazione. La generazione giovane. La prima che ha provato a lasciare le proprie impronte sul marciapiede della storia. Una storia che invita a non lasciarsi soffocare dal presente, ma a guardare il futuro con nuova energia». Ci teneva, Baglioni, a “Qpga”: quando presentò il progetto, era un esordiente e la casa discografica non volle rischiare. Le canzoni furono limitate a 15, il resto rimase nel cassetto. «Poi arrivò il grande successo. Da allora l’ idea di rimettere mano al progetto per liberarlo dallo “strapotere” di una sola canzone ha continuato a stuzzicarmi». Gran Concerto QPGA Claudio Baglioni teatro Mediterraneo, Foggia, ore 21.
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Un programma e un menù tutto baglioniano
Un inno da Mondiale
Festa in una notte di note Nel dicembre 2003 Claudio ha cantato ad Arezzo, la mia città. A metà novembre mi sembrava non dovesse passare mai il tempo restante... Allora ho inventato una festa. Il titolo era "FESTA IN UNA NOTTE DI NOTE aspettando dicembre". E questo era l'invito: FESTA IN UNA NOTTE DI NOTE ....ASPETTANDO DICEMBRE non la NOTTE DI NATALE ...Ci basta arrivare al 13. Per questo troviamoci SULLA VIA DI CASA MIA, di questa RAGAZZA DI CAMPAGNA, a partire da SABATO POMERIGGIO, per continuare per tutta una NOTTE DI NOTE.... e VIA! 70/80/90/100..... Senza fermarvi STRADA FACENDO, fino a che non mi direte "VOGLIO ANDAR VIA". Non suoneremo nessuna NINNANANNA, tuttalpiù una SERENATA IN SOL, sentiremo musica di CARRILLON o TAM TAM DI TAMBURI LONTANI. potremo stringerci TUTTI IN UN ABBRACCIO. Potremo decidere se essere ATTORI O SPETTATORI, nessuno sarà SOLO, perché cerca di ricordare, che LA VITA E' ADESSO!!!! Allora IO SONO QUI AD ASPETTARE.... E TU? Menù: OLIVE DOLCI E MANDORLE AMARE CIOCCOLATINI NELLA BOCCA SENZA MAI MANDARLI GIU' IL PANE APPENA COTTO QUATTRO SPICCIOLI DI PESCE SCOGLI DI CARBONE DOLCE UNA COCA E UN PANINO Da bere: ACQUA DALLA LUNA PORTA SOLO UNA CAREZZA PER PARLARE COL MIO CANE Gilda Verdelli ragazza di campagna della provincia di Arezzo
o un secondo Aveva già scritto la colonna sonora sempre o forse mai dello stesso evento nel lontano 1994 e Clauprima o poi dio Baglioni ha voluto dare dimostrazione e parte il tempo di un tempo a parte delle sue capacità di autore e interprete ane parte di quel tempo è per noi che per i Mondiali di Nuoto 2009. L’artista ha presentato il suo pezzo allo Stadio dei Mar- nell’arte di una vita o appena di un frammento mi del Foro Italico di Roma, sabato 18 luglio. in cui siamo ormai In tutte le radio dal 19 luglio, “Un solo mondo” è un brano che parla d’ora in poi se lanci il cuore impavido dell’uomo e della vita attraverso una doppia e indovini l’angolo metafora, l’acqua e il nuoto. Una canzone puoi provare il brivido dell’infinito d’altra parte che rappresenta la disciplina del un tuffo senza termine nuoto in tutte e sue forme. in un fermo immagine Il pezzo sarà nella tracklist del nuovo doppio cd di Baglioni. Ecco il testo: per sfidare il turbine del grande abisso gambe forti come pale Un solo mondo che disegnano le scie sguardo sul finale intorno Se chiudi gli occhi un attimo nel traguardo delle boe petti gonfi come suoni e respiri l’anima di tamburi nelle vie puoi sentire il battito dell’universo storie di campioni un giorni un salto verso verso il culmine oltre la vertigine nella gloria di un eroe c’è solo un mondo ed è un solo mondo solo per sfiorare il margine dell’orizzonte e un solo mondo saremo noi fiati immensi come venti in volo per un secolo fino alle ultime energie o un secondo graffio d’onde ardenti d’aria sempre o forse mai dentro il soffio delle apnee prima o poi braccia grandi come ali sopra il blu delle corsie e parte il tempo di un tempo a parte e parte di quel tempo è per noi dove urlare uguali all’acqua nell’arte di una vita o appena un frammento quando muove le maree c’è solo un mondo ed è un mondo solo in cui siamo ormai e un solo mondo saremo noi ora e mai un solo mondo noi in volo per un secolo
di là dal ponte
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Racconto ispirato alla canzone “Poster” - di Una Švigir
Una storia blu Una storia blu. Una giovane vita vestita in blu. Un senno blu. Pensieri blu. Lacrime blu. Sogni di una vita lontana. Diversa. Sogni di una via d’uscita da un melanconico, soffocante mondo blu. Un’anima persa, stanca, circondata dalle vite inconsce, dai dettagli reali, vivi. I dettagli che raccontano le loro storie tragiche a chi le vuole ascoltare, e dipingono questa anima in un blu ancor piu’ profondo. Un’anima poco visibile. Ignorata. Questo blu cosi triste ma consolante. Morbido come la notte senza luna. Spaventoso come la consapevolezza di non sapere che cosa c’è nel cammino di fronte. E si amino queste due sensazioni agganciate una all’altra come due amanti maledetti per l’eternita’. Uniti nel blu. Blu sincero. Blu puro. Blu onorevole. La sua anima è dolente. Piangente. Nello stesso tempo felice per la sua diversita’. Piccola nella sua grandezza. Divora le sensazioni intorno a lei. Divora i cuori, gli specchi dell’anima, i movimenti…tutto ciò nascosto sotto le maschere di questo immense palco scenico satirico chiamato vita. Invisibile. Blu diverso di tutti gli colori nel mondo. Lei persa nelle onde dei propri sentimenti e nel proprio esistere. Trasparente nel mare del blu dei corpi senza anime. Delle facce senza emozioni. Del blu freddo, intollerante, chiuso dai cadaveri che camminano per le strade vuote della vita.
E il suo caldo, dolce blu sogna. Sogna di vivere. Di respirare un po’ di aria pura. Di volare lontano. Sempre piu’ lontano. Dove le stelle nascono e muoiono. Dove i colori entrano nella pelle e non uccidono. Dove la diversita’ e’ una benedizione. Dove lo spazio la abbracciera’, come mamma a un figlio tornato vivo dalla guerra. Dove potra’ inspirare il tempo, lo spazio, la vita. Sogna la liberta’. Lei s’affoga. Questi blu perversi la soffocano. Non si ricorda più come respirare. I violini piangono. Si lamentano. Chiamano tutti i dei del mondo, e gli pregano di rovesciare tutto il mondo per salvare questa innocente anima blu. Chiamano la pietà. Supplicano la pietà. Il lamento sveglia i tamburi, le chitarre, il piano… E questa schiera di strumenti divini grida, piange, alza gli occhi e le mani verso i cieli uniti in una voce sola, in una voce che rompe i confine della realtà. Un urlo si rompe e strilla: “Pietà!!!” Nessuno lo sente. O forse non lo vuole sentire. Ne il strillo della musica, ne il piccolo pianto della fragile vita blu. Lei piange le brillanti lacrime invisibili. Sospira… I violini mantengono il respiro…. Gli occhi blu si avvicinano al bordo… I tamburi mantengono il respire… La testa blu si china per vedere cosa c’è sotto… La chitarre mantengono il sospiro… Le sue orecchie aspettano il suono nero del treno che si avvicina… Il piano mantiene il sospiro… Lo vede. Lo sente.
Lo respira. Il nero che vicino. E salta. Salta come non ha saltato mai prima. Salta come se volesse toccare le morbidi nuvole con le sottili dita. Trema. Si riempie con suo blu. Sente come corre per le sue vene. Sente il sapore blu. Il profumo blu. Il suono blu. Una esplosione si suoni musicali. Dei gridi, lamenti e pianti. Un caos delle melodie. Una distonia che duole grida: “NO!”, e rompe i muri. Tutto trema. Una calda luce blu rompe l’oscurità e illumina il delicato corpo blu. L’aria si riempie con agonia. La sangue esce dall’aria e sfoga il dolce blu che lei ha lasciato uscire. Alza la testa verso la luce. Il suo blu sorride. Lei sorride. Sta volando verso l’universo. Per la prima volta lei capisce il senso della liberta’. Mentre il nero corpo metallico spezza il suo bellissimo corpo blu, i strumenti, gli angeli dei dei sordi, tacciono. Il silenzio blu copre il suo piccolo corpo morto. Tutti cominciamo a bagnare il suo blu con le lacrime vuote. Lei vola nel universo blu, respirando la dolce aria blu, sulle ali blu della libertà. E pensa: “La libertà ha il sapore blu”. Sorride. Il blu tace e il mondo continua a girare. Una Švigir (cattleya862@gmail.com)