DALL'ANALOGICO AL DIGITALE Gli StrUmenti del dj
Libera Accademia Di Belle Arti di Firenze Corso di Laurea di Graphic Design | Corso di Linguaggi Multimediali II - Prof. Mi Anno Accademico 2011-2012 | Studente: Diletta Franchi
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0.0 INTRODUZIONE 1.0 evoluzione dall’analogico al digitale
2.0 le origini la figura del dj • strumenti del dj
INDEX
3.0 reactable a new touch synth • multi touch light table
4.0 interfacce database interfaccia culturale • traktor
5.0 dj “avanguardisti”
nascita dei primi artisti • alva noto • koch robot & amon tobin • aphex twin • jeff mills
6.0 conclusioni il futuro è caos
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INTRODUZIONE OGOL LED INOIZROPORP
L’evoluzione postumanistica trasforma il corpo dell’uomo in un grande palcoscenico capace di accogliere l’espressione libera di una technè che esorbita l’ispirazione umana e la porta in territori incogniti. Si aprono spazi profondi per fraseggi ibridi mai programmabili, emergenze di cooptazioni caotiche che possiamo solo lasciare emergere. La tecnopoetica fa così implodere l’esecutore nello spettatore, entra nella carne quale rete neurale e la fa battere su ritmi e armonie non umane. Roberto Marchesini
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INTRODUZIONE PROPORZIONI DEL LOGO
La tesina intende offrire innanzitutto una panoramica sulle principali teorie del digitale in campo musicale, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche e i linguaggi dei Nuovi Media utilizzati da DJ e musicisti, così come sono stati analizzati da Lev Manovich nel suo libro. I protagonisti di questo percorso sono coloro che amano la musica e che, essendo essi stessi compositori e creativi, hanno sentito l’esigenza di costruire strumenti e dispositivi tecnologicamente più avanzati per ottenere una perfetta riproduzione del suono da loro concepito. L’idea di fondo del presente lavoro consiste nel proporre una
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INTRODUZIONE OGOL LED INOIZROPORP
ricostruzione storica di quelle esperienze che, nel XX secolo, hanno avuto in comune la ricerca di un linguaggio sinfonico sperimentale al fine di trasformare in musica qualsiasi suono, sintetico o naturale che sia. La tesi è stata suddivisa in diverse sezioni per dare uniformità ed ordine alla struttura dell’esposizione. La prima tematica affrontata è la storia dello sviluppo digitale nel campo della musica; quindi, a partire dai primi strumenti che producevano suoni elettricamente, come il Telharmonium di Taddheus Cahill o l’Eterofono di Leon Termen, fino ad arrivare ai primi sintetizzatori, al sistema M.I.D.I di Woody e Steina Vasulka, e, in seguito, alle prime interfacce software e ai primi controller. La seconda sezione i ntroduce la figura del DJ come artista e musicista; racconta le sue origini americane a Detroit, con i primi esperimenti radiofonici, ed elenca tutte le attrezzature analogiche e digitali che sono state
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INTRODUZIONE PROPORZIONI DEL LOGO
inventate e perfezionate durante questi anni, dai primi piatti, ai campionatori, ai sintetizzatori, ai cdj ed ai software, fino all’era delle applicazioni e del touching table. La terza sezione, infatti, è dedicata alle applicazioni per iPad e iPhone che stanno prendendo sempre più piede anche in live perfomance, ed alle interfacce software per il mixaggio (Traktor), che simulano le azioni reali immergendo il DJ in un mondo parallelo. Un’altra sezione è dedicata interamente alle nuove interfacce come il Multi Touch Light Tabe
(nato
inizialmente
come
progetto
per una tesi di laurea di uno studente del Kansans City Art Istitute di San Francisco) o come il Reactable uno dei primi progetti tabletop realizzato partendo dall’idea di esplorazione delle applicazioni musicali, che verrà utilizzato da diversi artisti nelle loro live performance, come quella di Bjork nel 2007, presso il Coachella Valley Music and Arts Festival. Un’ultima sezione è dedicata invece a tutti quegli artisti che hanno contribuito all’evoluzione della musica elettronica, con le loro concezioni teoriche nel campo della strumentazione e le loro performance: parliamo di Alva Noto, Aphex Twin, Jeff Mills, Amon Tobin e molti altri.
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1.0 evoluzione dall’analogico al digitale
Musica: da sempre è considerata un’espressione artistica al pari della letteratura o della scultura. Forma di creatività le cui origini risalgono a quando, sin dalla preistoria, si percuotevano oggetti per ottenere ritmi tribali, per sostenere l’animo dei guerrieri prima di una battaglia o per creare atmosfere durante le cerimonie. L’arte in genere, musica compresa, ha sempre fatto parte della vita dei popoli di ogni epoca. Oggi siamo arrivati, con l’era della digitalizzazione, ad una concezione più ampia della musica e ci sono alcuni artisti che propongono le loro opere con approccio diverso; non creano musica solo per il piacere della melodia, ma la compongono attraverso l’unione di diversi elementi: fisici, naturali, sintetici, per ottenere un collage di suoni, melodie, rumori che generano emozioni. L’artista cerca di esprimersi con tutto ciò che lo circonda, inventando anche strumenti per ottenere ciò che ha in mente. Nell’ultimo secolo, quindi, è cambiato radicalmente il modo di comporre, eseguire, riprodurre, ascoltare, nonché quello di concepire la musica. Ciò che ha contribuito a questo cambiamento risale ai primi studi sulla fisicità del suono. Il Telharmonium fu il primo strumento a produrre dei suoni elettricamente; costruito nel 18951 da Taddheus Cahill, 07
“Il medium è ogni estensione di noi stessi” Marshall McLuhani
1.0 Evoluzione dall’analogico al digitale
si avvaleva per il suo funzionamento della tecnologia allora emergente e legata fondamentalmente allo sviluppo della trasmissione telefonica, perché non esistevano ancora né radio né altoparlanti. Pochi anni prima, invece, era stato inventato da Edison il Fonografo: con un sistema puramente meccanico riusciva a registrare i suoni, incidendoli su di uno strato di cera. Ancora non possiamo parlare di Musica Elettronica, ma l’invenzione del fonografo ha permesso di fissare su un supporto, al pari della fotografia per le immagini, il suono, e ha sconvolto così sia il concetto spaziale della musica (ascoltarla con un procedimento svincolato dall’esecutore), sia quello temporale
(ascoltarla
in
un
momento
differente
da
quello
dell’esecuzione). Negli anni ‘20 - ’30 del Novecento vennero inventati i primi strumenti musicali elettronici, che producevano segnali elettrici che venivano, successivamente, trasformati in suoni. Tra questi, il primo fu il Theremin, ideato da Léon Theremin, la cui particolarità consisteva nell’interfaccia uomo/macchina, che tutt’oggi risulta davvero innovativa, essendo costituita, infatti, da due antenne che
Leon Theremin playing his own instrument
interpretavano i movimenti del musicista per tradurli in dinamica e altezza del suono. Negli anni ‘40 vengono messe a punto due invenzioni che avranno grande influenza sulla musica attuale: 08
1.0 evoluzione dall’analogico al digitale
l’amplificazione sonora e la registrazione su nastro magnetico; l’avvento degli amplificatori permetterà, infatti, non solo un migliore ascolto della musica registrata, ma porterà ad un nuovo modo di concepire la musica stessa, elevando strumenti come la chitarra al ruolo di solista e contribuendo alla
"L'azione sperimentale è il risultato di ciò che non è previsto"
diffusione degli strumenti elettronici. Nel 1948 nasce
John Cage
e si sviluppa, attorno alla figura carismatica di Pierre Schaeffer, la Musica Concreta, la quale si basava su esperimenti sul suono e sul rumore: “Noi abbiamo chiamato la nostra arte <Musica Concreta> poiché essa è costituita da elementi preesistenti, presi in prestito da un qualsiasi materiale sonoro, sia esso rumore o musica tradizionale”. Quindi la Musica Concreta adotta come materiale di base per le proprie composizioni l’oggetto sonoro, cioè un evento opportunamente isolato attraverso il processo della registrazione e successivamente manipolato con tecniche elettroniche. La Musica Concreta non trovò diffusione tra il grande pubblico, come d’altronde 09
1.0 Evoluzione dall’analogico al digitale
la musica contemporanea oggi, e venne utilizzata sopratutto per effetti sonori radiofonici. È importante sottolineare che con Schaeffer, per la prima volta si ha l’utilizzo dei mezzi tecnologici in maniera creativa, anticipando di più di 40 anni l’avvento dei campionatori e di una serie di generi musicali che utilizzano come base per le loro composizioni rumori come oggetti sonori (campionamenti). Con gli anni ‘60 nasce la Musica Elettronica, per opera di Karlheinz Stockhausen e Erbert Eimert, che operavano in uno studio equipaggiato con strumenti in grado di generare elettronicamente i suoni. Da qui la distinzione tra Musica Concreta (suoni o rumori registrati e in seguito montati) e Musica Elettronica (suoni e rumori prodotti da generatori di suono elettronici e in seguito registrati e montati). Il primo approccio dei compositori tedeschi con la musica elettronica fu molto rigoroso, in quanto lo scopo era quello di superare la concezione dodecafonica di Schönberg attraverso l’eliminazione del
Karlheinz Stockhausen
sistema tonale e dell’esplorazione di tutto lo spettro sonoro. Solo successivamente, con il progresso della tecnologia e la progettazione di strumenti elettronici a larga diffusione, 10
1.0 evoluzione dall’analogico al digitale
la Musica Elettronica è entrata a far parte della Musica Pop, perdendo però completamente il suo aspetto sperimentale di ricerca e diventando un sistema per emulare strumenti acustici
o
per
la
realizzazione
di
scopi
effettistici.
Negli anni ‘70 arrivano i primi Sintetizzatori portatili a basso prezzo e l’ utilizzo di questi dispositivi si diffonde in molti campi: dalla musica leggera alle colonne sonore per i film. Vengono inoltre sviluppati in questo periodo i primi Sistemi
Digitali
per
il
controllo
dei
Synth
Analogici
e i primi Sequencer. Arrivano gli anni ‘80-’90 e viene messo a punto il protocollo M.I.D.I, ideato da Steina e Woody Vasulka, in seguito adottato anche da tutti gli altri costruttori di strumenti musicali elettronici. La Computer Music si diffonde nello stesso periodo, nel momento in cui iniziava la diffusione dei personal computer e, da lì a poco, collegando un PC ad uno strumento MIDI, attraverso un Software adeguato,
comporre
musica
sarebbe
diventato
un
procedimento alla portata di tutti. Nello stesso periodo si ha l’avvento dei Sintetizzatori Digitali, dei Campionatori, e dei primi Sistemi HD Recording. 11
Dall’analogico al digitale
1.0 Evoluzione dall’analogico al digitale
Negli anni ‘90 l’utilizzo del computer nella musica diventa una pratica ordinaria; i programmi musicali con gestione del midi integrano l’audio digitale attraverso l’HD Recording, permettendo, grazie ad un singolo Software, di gestire contemporaneamente e nello stesso modo audio e MIDI. Nasce, per integrare tutte le potenzialità che i diversi strumenti già avevano in sé, l’effettistica, cioè l’uso di Sintetizzatori Virtuali, processi di mixaggio ed equalizzazione del suono (Plug-In). Infine, con l’avvento di Internet e dei nuovi formati audio ad alta compressione (mp3) la distribuzione e la stampa discografica si avviano ad essere soppiantate dal download diretto dalla rete dei file musicali. La dematerializzazione porterà ad una musica senza corpo, senza confezione, ad una musica liquida. Una volta c’era il vinile, superato poi dal cd ed oggi senza supporto fisico ci rimane altro che l’mp3.
Sneak Peek
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2.0 LE origini La figura del dj
L’elaborazione del materiale sonoro, nei nuovi media elettronici, avviene mediante la trasformazione dello stesso in segnali elettrici e il loro successivo passaggio attraverso una varietà illimitata di filtri che ne modificano a piacimento le caratteristiche estetiche. Con l’uso dei filtri e dei trasduttori elettronici, le modifiche possibili non conoscono limiti: il nuovo oggetto mediale, infatti, è qualcosa che può esistere in tante forme e versioni diverse. Questa svolta culturale è stata accompagnata dalla nascita di una nuova figura artistica, che esprime un nuovo tipo di autore: il DJ, colui che crea musica in tempo reale mixando tracce musicali preesistenti e operando con vari strumenti elettronici. L’ascesa di questa figura si può collegare direttamente al progredire della cultura del computer. Il DJ, infatti, ne esemplifica al meglio la nuova logica, basata sulla selezione e sulla combinazione di elementi preesistenti. La vera arte, come afferma Lev Manovich, risiede nel MIXING. Questa teoria è condivisa anche da Paul D.Miller a.k.a DJ Spooky, artista concettuale, DJ e filosofo, che individua nel paradigma del remixing e della post-produzione introdotto dai nuovi media, la chiave di lettura della creatività contemporanea. 13
Dj Spooky
2.0 Le origini la figura del dj
Il materiale che viene manipolato non è più primario, non è più materiale grezzo, ma si lavora con oggetti che sono già in circolazione sul mercato dell’arte. I concetti di originalità e di creazione svaniscono lentamente nel nuovo panorama culturale caratterizzato dalle figure del DJ e del programmatore, entrambe col compito di selezionare oggetti e includerli in nuovi contesti. Il DJ contribuisce a modificare la storia della musica facendo interagire suoni già registrati, copiando e assemblando loop. Secondo Manovich, le operazioni rese possibili dai nuovi media - tecniche convenzionali e comuni a ogni programma come copiare, incollare, selezionare, comporre, trasformare, filtrare, etc... rispecchiano
fedelmente
alcuni
modelli
culturali
della
società
postindustriale e postmoderna. Le operazioni fatte con qualsiasi software di mixaggio ereditano le norme culturali dei vecchi strumenti analogici. Quella che era una serie di pratiche e di convenzioni sociali ed economiche viene ora trasferita e codificata nel software. Queste operazioni, parzialmente automatizzate in algoritmi, sono di solito comuni ai DJ, che si ritrovano a dover selezionare brani prelevati
Magix Digital Dj
da database e library. In particolare, viene fatto uso principalmente di tre operazioni: SELEZIONE – COMPOSIZIONE – TELEAZIONE, operazioni tipiche e proprie dei new media. 14
2.0 LE origini La figura del dj
La figura del DJ sta assumendo sempre più considerazione e negli ultimi anni ha visto salire le sue quotazioni, dimostrando che si può creare e suonare musica non solamente con i canonici strumenti musicali. La nascita del personaggio del DJ viene fatta risalire ai primi esperimenti radiofonici, dove i pionieri della trasmissione radio collegavano dei grammofoni a dei trasmettitori, mandando in onda i primi dischi in vinile. L’affermarsi della figura del DJ, tuttavia, viaggia di pari passo con l’apertura delle prime discoteche in Francia (sotto la dominazione nazista); in quel periodo si mixavano dischi jazz e blues provenienti dagli Stati Uniti. Fu proprio nel nuovo continente che venne coniato il termine con il quale si indica ancora oggi colui che sceglie e seleziona brani musicali, mixandoli in modo da unirli in un unico flusso sonoro. Successivamente arrivò “la febbre del sabato sera” e con essa la Disco Music. Il DJ e i suoi accessori acquisirono sempre più prestigio, diventando i responsabili della buona riuscita o del fallimento di un evento musicale. Il DJing è considerato oggi una vera e propria arte che 15
2.0 LE origini La figura del dj
richiede esperienza, come quella di qualsiasi musicista. Arrivarono anche i tempi del Loft e la discoteca divenne luogo di culto per la musica, dove la gente entrava per lasciarsi trasportare da atmosfere surreali. Arrivò anche la fama; i primi divi furono Frankie Knuckles, Larry Levan, Nicky Siano, Francois Kevorkian e Larry Heard. Costoro furono gli inventori del movimento House Music, che dette il “la” a tutto un immenso filone di Musica Elettronica, prodotta dal DJ stesso, che a sua volta assunse il ruolo di sperimentatore sonoro, nonché funambolo del mixaggio, inventando il mixaggio “in battuta”, cioè la tecnica di far combaciare perfettamente la velocità (BPM) dei due dischi, per creare un filo musicale armonico. Carl Cox fu il primo ad usare tre piatti in una serata, di cui due per mixare e il terzo per generare effetti o inserire nella selezione versioni “a cappella” per realizzare dei veri e propri remix dal vivo. Intanto nei ghetti del Bronx nasceva un’altra interpretazione dell’arte del DJing: il TURNTABLISM, che trasformava il giradischi un
Carl Cox
vero e proprio strumento musicale, capace di riprodurre suoni e melodie muovendo manualmente il disco sul platter (SCRATCH). Negli anni ‘90 i DJ divennero gli idoli dei clubbers, i quali presero a muoversi da una città all’altra solo perseguire il proprio DJ preferito.
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2.1 Le origini Strumentazione del dj
Il DJ inizia, dunque, la sua ascesa negli anni ’70, con una strumentazione costituita da un giradischi e dalla propria libreria musicale di dischi in vinile. Per una serata media di un DJ sono dunque necessarie diverse “valigette” contenenti ciascuna centinaia di dischi, con un ingombro e un peso notevoli. La musica è analogica e i dischi sono sottoposti ad un continuo stress, che viene amplificato esponenzialmente nel caso
Disco Vinile, conosciuto come LP (Long Plain)
Compact Disc (CD)
in cui il DJ utilizzi tecniche come lo scratching. Negli anni ’80 iniziano a vedere la luce i primi compact disc, anche se ci vorrà del tempo prima che vengano utilizzati dalla maggior parte dei DJ mondiali. Nei CD la musica registrata è digitale; ciò comporta la totale assenza dei fruscii tipici dell’analogico. Un CD, inoltre, può essere riprodotto migliaia di volte e ripulito dalla polvere in pochi istanti, senza intaccare minimamente la qualità del suono. Essendo infine notevolmente più piccolo di un vinile a 33 giri (LP), sarà più semplice per un DJ recarsi nei locali con al seguito una scelta ancor più ampia di brani. Con l’avvento della musica digitale occorreranno dei nuovi apparecchi per i DJ, poiché non è fisicamente possibile applicare tecniche come lo scratching su un compact disc. 17
Compact Disc (CD)
2.1 Le origini Strumentazione del dj
Ecco dunque che nascono nuovi mixer e lettori CD: questi ultimi prenderanno il nome di CDJ, sigla nata dalla contrazione degli acronimi CD e DJ. Con i CDJ sarà possibile agire sui compact disc quasi come fossero dei dischi in vinile, applicando effetti come il cross-fading o lo scratching; tutto però è ormai digitale. Da alcuni anni, intanto, si sta diffondendo una nuova strumentazione che ha iniziato ad affiancarsi ai CDJ e ai mixer, ma in alcuni casi addirittura a sostituirli: stiamo parlando del comunissimo personal
Consolle Pioneer Cdj
computer. Con la diffusione del formato MPEG Layer 3 (più semplicemente MP3) e di software quali Virtual DJ o Traktor, è ora possibile disporre di una console virtuale su monitor, collegata ad un hard disk contenente anche decine di migliaia di brani. Tutto questo, unito ad un mixer che permetta di applicare effetti sui brani stessi, ha portato alla comparsa di computer portatili nelle discoteche di tutto il mondo. La versatilità di questatecnologia non ha pari. Parallelamente, si è largamente diffusa la pratica di integrare anche la strumentazione del DJ con iPod e Mini Disc.
Classic iPod
Virtual Dj
Traktor
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2.1 Le origini Strumentazione del dj
Recentemente, con lo sviluppo del Web e delle nuove tecnologie di storage, ognuno può disporre di qualsiasi brano e portarlo con sé ovunque vada, ad esempio con una semplice chiavetta USB; il lavoro del DJ è dunque facilitato dalla tecnologia in continua e
rapida
diffusione
evoluzione. di
sistemi
A
seguito
operativi
della
distribuiti
(Cloud Computing) forse anche la musica si sposterà in questa direzione; si potrebbe così ipotizzare il futuro DJ alle prese con un
Cloud Computing
terminale collegato ad Internet per mixare i brani, mediante l’uso di un collegamento a banda larga e di un database specializzato centralizzato. Un esempio già in commercio è AudioTool che assembla online mixer, synth, cablaggi, effetti, drum machines, condividendo tutto con artisti e produttori in tempo reale.
AudioTool
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2.1 Le origini la strumentazione del dj
I New Media sono basati sul computer e sulle tecnologie digitali; sono rivoluzionari più di ogni altro media che li ha preceduti, perché la rivoluzione da essi compiuta investe tutte le fasi della comunicazione (acquisizione - manipolazione - archiviazione e distribuzione). L’evoluzione della musica e dei suoi strumenti ne è un esempio lampante e si differenzia radicalmente rispetto alle altre forme d’arte per tre caratteristiche fondamentali, tipiche dei New Media: • MULTIMEDIALITÀ: essi riqualificano ogni media preesistente,
FMOL (Softare Sintetizzatore) in azione
digitalizzandolo o coinvolgendolo in un unico meta-medium, il computer. • INTERATTIVITÀ: l’opera d’arte che utilizza i New Media è naturalmente
aperta
e
interattiva,
in
quanto
richiede
la
collaborazione personale dell’utente (ad esempio il DJ) e non implica, perciò, una fruizione passiva. • VARIABILITÀ: la New Media Art è continuamente riconfigurabile, perché gli strumenti che usa sono variabili e allo stesso codice possono corrispondere diverse interfacce.
Connessioni di diversi oggeti in Reactable
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3.0 reactable a new touch synth
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un proliferare di interfacce musicali di tipo Tabletop Tangible; ci sono molti prototipi ma solo alcuni riescono a soddisfare le esigenze dei nuovi
“ to bring into play the full bandwidth of communication there seems to be no substitute, for mammals at least, than the playing of music live.” Bischoff
artisti, che presuppongono la riuscita di una performance musicale live attraverso le HCI (Human Computer Interaction), garantendo una ricerca che si avvalga di multidisciplinarietà e sperimentazione. I primi esempi di sinergia tra HCI e musica risalgono alle ricerche di William Buxton degli anni ‘70 - ’80, ma ci furono altri personaggi che studiarono il controllo del suono; coloro, ad esempio, che poi fonderanno la Computer Music: un ambito complicato, in cui non si analizza soltanto l’aspetto fisico della musica, ma si pone attenzione anche al dialogo che si crea tra musicista e strumento, in un mondo parallelo virtuale. Le performance musicali live, nonostante presuppongano necessariamente conoscenza delle regole e studi severi alle spalle, rappresentano un’attività totalmente creativa, un continuo flusso multidimensionale di 21
Reactable @ Sonar Barcelona
3.0 reactable a new touch synth
hyperlinking e metafore, che opera di fantasia, creando musica in gran parte improvvisata con l’ausilio di strumenti digitali. Con l’idea di superare certe limitazioni di alcuni strumenti già progettati, nel 2003 è iniziato il progetto Reactable, pensato per installazioni con utenti occasionali, ma anche per artisti professionisti. Esso cerca di combinare l’accesso immediato ed intuitivo in un ambiente rilassato e immersivo, con la flessibilità e la potenza del suono digitale generato da algoritmi di composizione. Reactable è uno di quei progetti che a prima vista provocano un misto di stupore ed incredulità, tuttavia, esso è un qualcosa di reale e tangibile, molto più che un semplice prodotto del mercato: è nuovo modo di pensare ed esibirsi in live-mode. Il progetto Reactable ha cominciato a prendere lentamente forma presso i laboratori dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona e, dopo un periodo di sperimentazione e di sviluppo, è stato presentato all’International Computer Music Conference, 2005, di Barcellona. L’esposizione al ICMC gli procurò un enorme successo e, con grande sorpresa dello stesso team dei suoi progettisti, l’interesse di artisti eminenti, che si dimostrano attratti dall’idea di integrare lo strumento nei loro concerti e tour; Björk, infatti, lo porterà con sé al Coachella Valley Music and Arts Festival già nel 2007. Bjork @ Coachella Valley Music and Arts Festival_ Live Performance with Reactable
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3.0 reactable a new touch synth
La struttura di ReacTable è quella di un vero e proprio tavolo, luminoso e rotondo, sul quale simultaneamente si possono muovere e spostare numerosi dadi, producendo una gamma pressoché infinita di suoni e variazioni musicali. L’interfaccia utente è, quindi, costituita da un touch screen posizionato sul piano superiore di un tavolo. Il funzionamento, che sta alla base di questo particolare strumento musicale, prevede una videocamera, sistemata al di sotto della superficie del tavolo, che registra la posizione, le dimensioni e la forma dei dadi che vengono posati sul tavolo, nonché la relazione spaziale tra gli stessi, in modo tale da produrre dei suoni che hanno una corrispondenza con i dati rilevati. La relazione fra questi oggetti emula la struttura di un sintetizzatore analogico modulare,
e
il
loro
movimento
genera una serie complessa di mutazioni nei parametri dei diversi moduli sonori, simultaneamente a un movimento luminoso sincronizzato. Oltre a poter essere suonato da più persone contemporaneamente (anche in remoto, via Internet, etc.) si presta ad essere utilizzato in performance live multimediali e le contaminazioni con il mondo dell’arte e del teatro saranno una conseguenza naturale. Reactable
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3.1 reactable multi touch light table
Un vero e proprio esempio di New Media che ha all’interno di sè tutte le carattestiche fondamentali che uniscono l’uomo alla macchina, l’analogico al digitale, il naturale al virtuale. Sempre per quanto secerne la simulazione virtuale del lavoro del Dj un altro esempio è il Multi Touch Light Table, presentato da Gerg Kaufman come sua tesi di laurea presso la Kansas City Art Istitute di San Francisco. Si tratta di un’interfaccia digitale touch screen per Djs, dotato di uno schermo sensibile su di cui viene proiettata l’interfaccia grafica che permette all’utente di controllare i vari parametri della musica usando un diverso movimento delle mani. Le registrazioni sono rappresentate come forme fluide e primordiali, le quali vengono disturbate e modificate dai movimenti delle mani che danno vita a specifiche funzioni come cambiare il
Multi Touch Light Table
tempo, il volume, passare da una traccia all’altra, etc.. tutte le azioni che un DJ compie per suonare.
Multi Touch Light Table
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4.0 interfacce DATABASE e interfaccia culturale
Le considerazioni di Manovich, per quanto riguarda i componenti principali dei Nuovi Media, corrispondono agli elementi e alle strumentazioni utilizzate dalla nuova figura artistica propria del DJ. Con i nuovi media, il contenuto dell’opera e l’interfaccia diventano entità separate; è possibile, ad esempio, creare un mix utilizzando tracce prelevate da un DATABASE musicale, inteso come una raccolta strutturata di dati, ossia di brani, organizzati in modo da consentire una ricerca rapida, ed unirle attraverso un software (programma di riproduzione). In altre parole, possono essere prodotti nuovi oggetti multimediali utilizzando una o più interfacce che prelevano elementi da un database di materiale multimediale. In termini semiotici, l’interfaccia di un software è una sorta di codice che porta messaggi culturali in una varietà di media, e condiziona non solo la concezione che l’utente ha del software, ma anche il suo modo di pensare ed operare, imponendogli la propria logica (SELEZIONA - COPIA - TAGLIA -INCOLLA). Virtual Dj live
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4.1 interfacce traktor
Negli anni ‘80 ci fu una rivoluzione dei sintetizzatori con la nascita dell’interfaccia MIDI e, poco dopo, fu lanciato sul mercato il primo vero computer musicale su
cui
venne
implementata
la
prima
piattaforma
musicale: questo software prese il nome di Cubase (tutt’oggi è ancora utilizzato). Nel corso degli anni ‘90, l’introduzione del PC compatibile offrì una miriade di software (es.: Tractor) più o meno professionali, in grado
di
simulare
sintetizzatori digitali, sequencer
multitraccia e campionatori, e di produrre musica senza utilizzare alcuno strumento. Fu possibile simulare il comportamento di decine di strumenti reali basandosi sul loro modello matematico (algoritmico), in modo da creare
suoni
nuovi
e
non
esistenti
fra
i
timbri
strumentali, e soprattutto grazie ai campionatori digitali, si
espansero
ulteriormente
le
possibilità
New Traktor Pioneer DDJ-T1 Edition
creative.
Infatti, grazie a queste caratteristiche, la musica elettronica oggi è fortemente orientata alla ricerca di nuovi accordi, di nuovi suoni e alla ricerca timbrica piuttosto che alla composizione musicale vera e propria. 26
4.0 Dj “avanguardisti” nascita dei primi artisti
Gli anni ‘90 sono di
grandi
Street
raduni
Parade
di
stati caratterizzati soprattutto dalla nascita come
la
Zurigo;
e
Love Parade di Berlino
eventi
in
grado
di
la
coinvolgere
più di un milione di persone, nei quali i musicisti elettronici erano capaci di suonare in live per ore. Alcuni degli artisti più all’avanguardia
sono: Alva Noto, Aphex Twin, Robot Koch,
Chemical Brothers, Jeff Mills e molti altri che hanno dato vita a diversi generi, innescando movimenti giovanili
e musicali
legati anche ai singoli club od eventi. A questi artisti e creativi va riconosciuto il merito di voler seguire le evoluzioni della musica
elettronica
nelle
sue
più
colorate
sfaccettature,
dai
movimenti di tendenza agli
Love Parade @ Berlin 1996
estremi
dell’avanguardia, dalla drum’nbass alla techno, passando per l’house l’electro
sperimentale
trance più ipnotica.
Dubfire Live playng with Traktor
27
fino
alla
4.0 Dj “avanguardisti” nascita dei primi artisti
Dopo aver analizzato il percorso storico della musica elettronica e delle sue strumentazioni, occorre fare alcune considerazioni su personaggi, artisti, musicisti, DJ che hanno
contribuito
all’evoluzione
di
questo
genere
musicale. Nella maggior parte degli ambiti in cui c’è stato un progresso tecnologico si è portati a pensare che l’ultima generazione di prodotti sia generalmente la migliore, ma non è il caso del mondo musicale. A seconda delle proprie preferenze e della propria sensibilità, ogni artista produce e mixa musica con gli strumenti che gli sembrano più adatti, senza preclusioni verso i vecchi strumenti
Duft Punk
analogici e, tuttavia, non astenendosi dallo sperimentare costantemente le nuove tecnologie digitali. Un CD ha sicuramente vantaggi pratici di costo e di ingombro rispetto ad un disco in vinile e presenta una pulizia di suono superiore, eppure la maggior parte dei DJ continua ad utilizzare i piatti, ritenendo che producano un timbro più caldo e corposo; lo stesso vale per altre strumentazioni, riguardo alle quali ciascun artista sceglie la propria strada. Remote Dj
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4.0 dj d’avanguardia ALVA NOTO
La post-modernità è patrimonio comune, ma la differenza che fa grande un artista sta nel saperla interpretare, nel rendersi egli stesso strumento di decodifica, oggetto e soggetto, sperimentatore ed elemento della sperimentazione. A tal proposito, Carsten Nicolai, alias Alva Noto, è sicuramente una delle figure artistiche mondiali che, spaziando in diversi ambiti di espressione, ha saputo interpretare la modernità in una maniera del tutto particolare e autonoma. Con l’avvento del personal computer, Alva Noto si confronta con esso e crea un nuovo modo di concepire l’arte: egli immagina, cioè,
non
più
opere
destinate
a
rimanere
invariate
nel tempo ma composizioni, installazioni da costruire e disfare, in un continuo gioco di incastri (deframmentazione compulsiva), esplorando il suono con un approccio totalmente attuale,
fatto
di suoni glitch,
sfondi
ambientali,
cortine
algebriche. La musica di Alva Noto si genera e si auto-riproduce, è matrice. Le sue perfomance musicali
nascono
da
una
campionatura
di
suoni
ripresi
dal
reale
con
cui
realizza
un primo nucleo, attorno al quale crea un sistema di eventi sonori autonomi ma a cui aggiunge l’elemento errore, che provoca cambiamenti di suono e frequenza, determinando così infiniti altri nuclei, infinite via di fuga, infinite soluzioni. 29
Alva Noto live @ Mutek
4.0 dj d’avanguardia ROBOT KOCH & amon tobin
Robot Koch, artista berlinese, proveniente da un ambiente hip-hop e reggae, ha superato questi generi musicali ed ha dimostrato qualità artistiche notevoli, inoltrandosi nel mondo del dubstep, contaminando il suo stile con l’estetica neofolk e dark ambient, sulle orme dei Radiohead e di Aphex Twin. Il producer berlinese, già mente ritmica del progetto Jahcoozi (scuderia Bpitch), riprende brani preesistenti per remixarli in un nuovo sound hip hop più avanguardista, con un inconfondibile gusto soul, funk, e jazz.
Amon Tobin, musicista londinese di origine brasiliane, mixa pezzi jazz, hip-hop
e
breakbeat
fondendoli
con
musiche
del
suo
paese
d’origine;
quindi si apre gradualmente a ritmi più sottili ed a melodie più sofisticate, a volte molto vicini al jazz puro e duro. Nel 2007, con il suo album “Foley Room”, conquistò la Ninja Tune e, quando il brano venne eseguito in live al GRM di Parigi (centro mondiale della musica concrète), rasentò la
sperimentazione
più
ardita
fino
ad
allora
conosciuta,
attirando
la
curiosità di numerosi artisti di musica sperimentale. “Isam” fu un album più denso e scomposto, cut up e bricolage ne caratterizzarono i brani, incastrando meravigliosamente samples rifatti di jazz e dance, con una sfumatura
più
genetica: creazione nici”,
organica mirava
di
strutture
e alla
“insetti socerebrali
elettriche, sonorità che riproducessero
primi
spa-
smi di vita; mutando però continuamente
tra
jazz,
pop, french touch e horror acid.french touch e horror acid. Robot Koch
Amon Tobin “ISAM” live
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4.0 dj d’avanguardia aphex twin
La tecnologia in campo musicale ricopre un ruolo di massima rilevanza: non solo nella rivoluzione dei supporti per l’ascolto, ma anche nello sviluppo di strumentazioni e dispositivi in grado di rispondere alle esigenze di spettacolarizzazione proprie della musica contemporanea. Richard D. James, alias Aphex Twin, è uno stimato musicista e produttore di beat elettronici di estrazione irlandese. Recatosi in Polonia nel settembre del 2011 per un progetto insieme ai Radiohead, ha preso parte all’European Culture Progress, dove ha tenuto una strabiliante esibizione, dirigendo
un’orchestra in
modalità
di
controllo
remoto.
Aphew Twin ha dimostrato l’effettiva possibilità di controllare una grande formazione a distanza, dicendo addio agli obsoleti strumenti dell’esecuzione orchestrale (spartiti e bacchetta del direttore); la tecnologia può supplire alla mancanza di questi oggetti tradizionali attraverso l’uso di computer, tastiere, controller midi, cuffie e schermi di ultima generazione. James ha condotto l’orchestra in accesso remoto; egli ha fatto della sperimentazione
musicale
il
suo
trasformando una profezia in realtà.
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marchio
di
fabbrica,
Aphex Twin - Remote Orchestra
4.0 dj d’avanguardia jeff mills
Jeff Mills, artista di fama mondiale, pioniere del Detroit techno sound con Juan Atkins, Derrick May, Robert Hood, Kevin Saunderson, attualmente suona in tutti i club e rave party più importanti del mondo. Numerose sono le sue produzioni dai primi anni ‘90 a oggi con la sua etichetta Axis Records. Alchimista, genio manipolatore, inventivo, originale, sperimentatore sonoro, inconfondibile il suo stile sulle consolle. Dopo 20 anni di carriera indiscussa, Jeff Mills propone ancora novità e sperimentazione all’avanguardia come agli inizi della sua carriera. Carezze orchestrali in progressione si fondono con l’elettronica delle macchine di Mills in qualcosa che ha del surreale, quasi dell’incredibile. Si tratta del concerto che ha tenuto in Francia a Le Pont du Gard nel 2005, dove ha partecipato all’esecuzione di brani con la Montpellier Philharmonic Orchestra, ottenendo un gran successo da parte del pubblico, meravigliato e ammirato.
Jeff Mills the begin
Jeff Mills with the Montpelier Philharmonic Orchestra
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4.0 conclusioni
“L’arte della postproduzione sembra rispondere al caos proliferante della cultura globale nell’età dell’informazione, che è caratterizzata dall’incremento di forme ignorate e disprezzate fino ad ora e dalla loro annessione al mondo dell’arte. Inserendo nella propria opera quella di altri, gli artisti contribuiscono allo sradicamento della tradizionale distinzione tra produzione e consumo, creazione e copia, readymade e opera originale. Il materiale manipolato non è più primario. Non si tratta più di elaborare una forma sulla base di materiale grezzo, ma di lavorare con oggetti che sono già in circolazione sul mercato culturale, vale a dire, oggetti già informati da altri oggetti. I concetti di originalità (essere all’origine di) e di creazione (creare qualcosa dal nulla) svaniscono lentamente nel nuovo panorama culturale segnato dalle figure gemelle del deejay e del programmatore, entrambe con il compito di selezionare oggetti culturali e includerli in nuovi contesti.” E ancora: “L’invenzione di percorsi attraverso la cultura è la configurazione del sapere che accomuna la pratica del Dj, l’attività del web surfer e quella degli artisti che si dedicano alla postproduzione. Sono tre esempi di semionauti che producono soprattutto percorsi originali tra i segni. Ogni opera deriva da uno scenario che l’artista proietta sulla cultura, considerata a sua volta come cornice narrativa che produce nuovi possibili scenari in un movimento senza fine. Il Dj attiva la storia della musica facendo interagire suoni già registrati, copiando e assemblando loop. Gli artisti abitano attivamente forme culturali e sociali. L’utente internettiano crea il proprio sito, la propria homepage, manipolando le informazioni ottenute, inventa percorsi che potrà annotare tra i suoi bookmark e riprodurre quando vuole.” Nicolas Bourriaud
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4.0 conclusioni Le nuove tecnologie, i Nuovi Media, con il loro bagaglio innovativo, hanno portato forti cambiamenti nei comportamenti e nella mentalità della società, ponendone in evidenza gli aspetti e le attitudini più nascosti e meno conosciuti. Ci troviamo di fronte a una profonda rivoluzione culturale, capace di affascinare taluni e sconcertare altri, che richiede, però, un’attenta riflessione sui suoi aspetti paradigmatici e sui suoi innumerevoli risvolti. Il mutare della concezione di interazione nel rapporto uomo/macchina, inteso più come condivisione che come dominio dell’uno sull’altra, è stato colto dagli autori di musica sperimentale, che sono riusciti ad andare oltre gli aspetti tradizionali, ottenendo risultati prima impensabili. La tecnica non è più strumento di realizzazione, ma diviene partner di nuove avventure verso dimensioni incognite, ove la creatività non è più un atto di volontà ma un lasciarsi trasportare. La ricerca artistica contemporanea è immersa in un sistema mediale che ne modifica dunque i linguaggi, le strutture, le poetiche. Oggi, quindi, viviamo quotidianamente la simultaneità e la moltiplicazione della nostra presenza; tale situazione modifica le modalità di percezione e conoscenza ed è per questo che gli artisti affrontano il tema della relazione fra arte e tecnologia a partire dalla propria esperienza artistica, pratica o teorica. Il DJ è una figura emblematica della evoluzione tecnologica, in quanto, immergendosi totalmente in questa nuova concezione di vita, è riuscito al meglio ad esprimersi attraverso i media, strumenti e apparecchiature sperimentali, regalando al pubblico una sorta di estensione dei sensi e coinvolgendolo nel proprio viaggio sinfonico.
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www.wikipedia.it www.suonoelettrico.com
SITOGRAFIA
www.traktor.com www.ondarock.it/elettronica/alvanoto www.outsidermusica.it www.comunicazione.uniroma1.it/musica www.pampaolino.org www.noemalab.org www.cameo.com www.ipaditalia.com www.native-instrument.com www.noise-pad.com
Bibliografia “Il Linguaggio dei nuovi media” di Lev Manovich “Remediation” di Jay David Bolter, Richard Grusin “Le arti multimediali digitali” di Balzola Monteverdi “New Media Art” di Mark Tribe Reena Jana 36§