Migranti cristiani sotto il cielo di Bergamo

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ACLI BERGAMO

RICERCA 2012

Migranti cristiani sotto il cielo di Bergamo

MOLTE

FEDI SOTTO LO

STESSO

CIELO


Il gruppo di lavoro, coordinato da Daniele Rocchetti, è stato composto da: Silvia Beretta, Antonella Bonetti, Enzo Catini, Emanuela Esposito. Solo la loro dedizione e cura ha permesso che questo libro, aggiornamento di un precedente lavoro pubblicato dalle ACLI di Bergamo nell'ottobre del 2008, potesse essere pubblicato. La ricerca è stata resa possibile dal concorso fattivo di molti. In particolare, siamo grati per l'amicizia e la generosa disponibilità e collaborazione a don Massimo Rizzi, responsabile del Segretariato Migranti della Diocesi di Bergamo, a Eugenio Torrese, Direttore dell'Agenzia per l’Integrazione di Bergamo, a don Mario Marossi, responsabile della Missione Santa Rosa da Lima. Grazie anche a: don Patrizio Rota Scalabrini, Delegato della Diocesi di Bergamo per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso, padre Georghe Velescu, responsabile della comunità ortodossa rumena in Bergamo, don Davide Rota, Superiore del Patronato San Vincenzo, Bruno Goisis, della comunità Ruah, don Mathieu Malick Faye, suor Franca Stevanato, a don Pietro Biaggi, per la scheda sui catecumeni e a Piero Stefani, per la magnifica riflessione e il permesso di pubblicarla. Un grazie speciale a tutti i responsabili delle comunità cristiane incontrate e a Ernest Hackman. Grazie a Giangabriele Vertova per l’editing del testo, a Federica Fenili e Adriano Marconi che hanno pazientemente riletto e corretto il testo. Da ultimo, sentiamo importante ringraziare la Banca di Credito Cooperativo di Ghisalba che ha sostenuto e finanziato la pubblicazione. Nei prossimi mesi sarà attivo un sito dove troverete il testo della ricerca e gli aggiornamenti successivi. Potrete trovare informazioni anche sul sito delle ACLI di Bergamo (www.aclibergamo.it) e di Molte fedi sotto lo stesso cielo (www.moltefedisottolostessocielo.it). Chi avesse informazioni da offrire, persone e contatti da aggiornare, cambiare o segnalare, può scrivere a: info@aclibergamo.it.

Progetto grafico di Ivano Castelli Stampa, Tipolitografia Gamba Verdello Febbraio 2012


Rigenerare comunità per ricostruire il Paese

Rosa Gelsomino

Presidente Provinciale Acli Bergamo

Le Acli provinciali si trovano, in questo momento, ad affrontare il 26° congresso della loro storia e il tema su cui sono chiamate a riflettere è quello sopra evocato: “rigenerare comunità per ricostruire il Paese”. Quale comunità vogliamo? Quali comunità accogliamo? Quale Paese intendiamo ricostruire? Sono solo alcuni degli interrogativi che le Acli si pongono a partire da oggi e per i prossimi quattro anni. Per la verità, sono interrogativi che accompagnano da sempre l’operato delle Acli; la preoccupazione e il desiderio di operare per costruire comunità hanno caratterizzato la vita di questa associazione sin dalla nascita. I mutamenti nel tempo e nella storia ci hanno insegnato ad accogliere “forse” una diversa idea di comunità. L’idea di comunità degli anni ’60’70, per alcuni aspetti, non può certo essere quella dei giorni nostri. La dimensione globale in cui siamo chiamati a vivere oggi cambia il nostro modo di cogliere l’identità di una comunità. Gli ultimi quattro anni di crisi economica ci hanno insegnato e “segnato” rispetto al fatto che ciò che accade in America o in Cina o in qualunque altro Stato del pianeta, oggi ha ripercussioni immediate sul nostro vivere quotidiano e che la comunità di un qualunque paese della bergamasca, quelli più produttivi in particolare, risente immediatamente dei cambiamenti che accadono in Paesi distanti. Ho scritto che “forse” abbiamo una diversa idea di comunità perché ho l’impressione, parlando con gli aclisti non più giovanissimi e con amici che hanno guardato la storia di questa associazione da vicino pur non aderendovi, che nel passato come nel presente non abbiamo rinunciato all’ingrediente essenziale per costruire comunità: la relazione con l’altro. La fragilità del tempo che viviamo certamente influenza la stabili3


tà delle relazioni che costruiamo; la paura per un futuro incerto e non definito influenza altrettanto la capacità di tessere relazioni con chi è diverso da noi. Ciò non toglie che non siamo disposti a concepire una comunità che non sia fatta di relazioni quanto più possibile autentiche, a prescindere dall’appartenenza linguistica o culturale o religiosa di chi è parte della relazione. Dobbiamo costruire relazioni non solo con chi già appartiene a questa comunità ma anche con chi bussa alle porte di questo Paese e chiede di farne parte. Una comunità escludente non è la comunità che desideriamo né che auspichiamo per questo Paese. Una comunità coesa e fondata sul rispetto e sulla convivenza tra persone portatrici di diverse appartenenze culturali e religiose è quella che auspichiamo per questo Paese. Non v’è dubbio che chi migra da un Paese straniero per abitare il nostro, è portatore di culture e abitudini differenti dalle nostre; la sfida che dobbiamo vincere crediamo sia quella di costruire legami che, fondate sul rispetto reciproco, delineino una comunità fatta di “diversi” che si parlano, che insieme generano comunità e che insieme ricostruiscano questo Paese. È pure questa la ragione per la quale le Acli promuovono insieme a molte altre associazioni, la campagna “l’Italia sono anch’io” . Può ancora questo Paese ignorare la presenza di persone che pur contribuendo alla vita dello stesso, sono tenute ai margini della vita democratica del Paese stesso? Può ancora questo Paese fingere d’essere popolato solo da “italiani doc” e ignorare che già oggi, leggendo anche solo le statistich e dei nati nella nostra Provincia negli ultimi anni, la comunità che abitiamo appartiene anche a chi italiano non è? Sostenere la campagna “L’Italia sono anch’io” significa, per noi, dare una risposta alle domande che prima ho posto. Significa altresì rispondere “Io non ho paura” (altra campagna contro il razzismo sostenuta dalle Acli) a chi si fa sovrastare dagli accadimenti della storia pensando di poterli correggere costruendo un recinto per gli italiani doc piuttosto che assumere i cambiamenti per governarli nel rispetto della dignità di ogni uomo per, magari, scoprire che la maggioranza degli stranieri che abita i nostri territori e che chiede di partecipare alla vita delle nostre comunità è un fratello in Cristo. La ricerca che pubblichiamo è una risposta a chi ci chiede di abitare il nostro Paese per costruirne insieme il futuro.

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Mio padre era un arameo errante.

Daniele Rocchetti Membro di Presidenza delle ACLI di Bergamo, curatore del volume.

Da cristiani nel mondo plurale.

Gli immigrati “non sono numeri”, ma «uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace». Ce lo ha ricordato, poco tempo fa, papa Benedetto, in occasione della Giornata Mondiale 1 del Migrante e del Rifugiato. Ce lo hanno ricordato le storie e i racconti, nei decenni passati, di migliaia di italiani che per necessità decisero di cercare fortuna fuori dalle proprie terre. Come è spesso ripetuto, l'emigrazione è stata il fenomeno più impetuoso e complesso della società italiana tra la fine dell'800 e il primo decennio del '900. Nel 1909 ben cinque milioni di italiani (su una popolazione totale di circa 35 milioni di abitanti) risiedevano all'estero. Le cause dell'esodo erano essenzialmente economiche e sociali ed affondavano le loro radici nella profonda miseria delle comunità e degli uomini che vi abitavano, sia che lavorassero la terra o nelle fabbriche che cominciavano a riempire il panorama dei paesi e delle città. Dopo un crescendo, durante il fascismo il fenomeno diminuì, ma riprese al termine della seconda guerra mondiale. Oggi nei tre Stati principali dove si diressero gli emigranti italiani (Stati Uniti, Brasile e Argentina) vi sono circa 65 milioni di discendenti di italiani. Vale la pena di osservare che la grande emigrazione ebbe modalità e forme diverse a seconda dei paesi di destinazione. Se alcuni furono impegnati nell'agricoltura, altri dovettero offrire la mano d'opera in cantieri per la costruzione di strade, edifici, acquedotti; altri ancora si inventarono 'mestieri' non ancora sperimentati. Dopo essere stati taglieggiati 1. Papa Benedetto, Angelus Domenica 16 gennaio 2012. 5


e raggirati in patria dagli agenti di emigrazione, gli emigranti dovettero subire umiliazioni di ogni genere, non ultimo l'essere additati come 2 responsabili dell'aumento della delinquenza ed essere oggetto di episodi di xenofobia. Dopo le Americhe, gli Italiani costretti ad emigrare si diressero verso i Paesi europei, soprattutto la Francia, la Svizzera, il Belgio e la Germania. Partiti per una emigrazione temporanea, molti decisero di rimanere. Una recente statistica fa ammontare a 650.000 i cittadini italiani attualmente presenti in Germania, e a oltre 500.000 quelli residenti in Svizzera (prevalentemente siciliani, calabresi, abruzzesi, pugliesi, veneti ed emiliani). Un Vademecum per chi parte. Nel 1911. Partirono da ogni parte d'Italia e in tanti partirono anche da Bergamo e dalle nostre valli. Ed è singolare che quando emigrare era un fatto all'ordine del giorno, che non destava più sorprese tra la popolazione ed era per molti una soluzione quasi scontata, come un evento comune e generalizzato nella prospettiva futura di molti valligiani, anche nei paesi di montagna, si producevano guide e strumenti operativi che avevano l'obiettivo di facilitare l'espatrio dei lavoratori. A San Pellegrino, il Comitato locale della Società Dante Alighieri, che dalla sua fondazione e per statuto si era sempre preoccupata di difendere la lingua e la cultura italiana nel mondo, aveva pensato bene, nel lontano 1911, di pubblicare 3 e diffondere un articolato Vademecum, contenente una serie di informazioni e di consigli rivolti a quei valligiani che si apprestavano ad emigrare nei paesi di lingua tedesca. Il bacino idrografico della Valle Brembana ha fatto da culla a migliaia di emigranti e di persone che nascevano e vivevano con poco, sino alla prima età da lavoro fuori casa, la quale si faceva presto avanti non oltre la terza o la quarta classe elementare, quando i ragazzi si trovavano improvvisamente a preparare la loro prima valigia

2. Val sempre la pena rileggere il testo di Gianantonio Stella, L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi, BUR. 3. Società Dante Alighieri, Vademecum dell'emigrante, Centro Studi Valle Imagna. 6


(tempo addietro, però, c'era però ancora la cassetta di legno, o il semplice fagotto), in partenza soprattutto per Francia, Svizzera e Belgio, assieme al papà, il nonno, lo zio. Emigrare, ancora sino ai più recenti anni Sessanta, era, da quelle parti, come una legge di natura, una sorta di traversia obbligatoria per i più: alcuni, poi, fecero ritorno, ma la maggioranza si stabilì definitivamente nella nuova terra adottiva. A tutte queste persone, quelli della "Dante" di San Pellegrino auguravano ogni fortuna, una salute di ferro, cuore generoso, ma soprattutto serietà e costanza di propositi. E, insieme, offrivano un testo che avrebbero reso meno difficile l'arrivo in una terra sconosciuta. Non solo: i lettori venivano anche informati sulle leggi di assicurazione e di immigrazione vigenti in Svizzera, Austria e Germania, con l'invito ad avvalersi del loro naturale, legittimo protettore ed amico, il Console, al quale rivolgersi per ottenere assistenza e protezione, ma anche per esercitare i propri diritti nazionali e ottenere utili informazioni in materia di stato civile, leva militare, elettorato. Due specifici capitoli erano anche riservati alle modalità per poter effettuare le rimesse in denaro in Italia, con la descrizione della valuta delle monete estere, e per l'utilizzo al meglio del servizio postale, con l'indicazione di tasse e bolli per lettere e pacchi. Altri capitoletti invece illustravano i compiti e le funzioni del Regio Ufficio dell'Emigrazione nella Svizzera, del Consorzio per la tutela dell'Emigrazione temporanea in Europa e dei vari Segretariati dell'Opera di Assistenza degli Operai Italiani Emigrati in Europa e nel Levante. Il singolare Vademecum - recentemente ripubblicato dal Centro Studi Valle Imagna riportava in lingua tedesca e italiana anche un elenco di parole e frasi più comuni e necessarie per il primo viaggio dell'emigrante, per ciascuna delle quali era indicato "Come si scrive" e "Come si pronuncia": parole e frasi per chiedere da mangiare e da bere, per cercare alloggio, per cambiare moneta, per ottenere informazioni, per indicare malanni. La guida non mancava di rivolgere un pensiero a coloro che, al termine della stagione lavorativa all'estero, facevano ritorno al paese, dove passavano il Natale in famiglia: “Se le vicende della vita vi saranno avverse, cercate di lasciare il paese estero prima di avere consumate tutte le vostre risorse, perché anche dove vi sono Società italiane di mutuo soccorso e di beneficenza, non potrete avere molto e per molto tempo: anch'esse sono povere, pur troppo! Poi non è bello vivere di ele7


mosine e specialmente in paese straniero! L'uomo che si rispetta deve procurare di bastare a sé stesso, più che può ed oltre! […].Se invece la fortuna vi ha sorriso, e avete lavorato, e giunge il momento in cui finiscono i lavori ordinari e straordinari per attendere ai quali siete partiti, salutate con gioia e benedite l'aurora che vi conduce ai vostri cari. Il nostro paesetto nativo, sia il più povero, sia il più piccolo, è sempre il più bello del mondo, perché là vi sono ad aspettarci le persone più care e più sante. […] A casa vostra sarà benedetto il gruzzolo, frutto del vostro sudore e della vostra saggia economia. Godetelo in pace, nel vostro casolare, siate sani, siate forti, siate buoni, ed il nuovo anno vi apporti lavoro fortuna entro i confini segnati dalle Alpi e dal mare nostro.” Da paesi di emigranti a terra per immigrati. Da tutto il mondo. Ciò che è avvenuto in breve tempo è sotto gli occhi di tutti. Un cambiamento improvviso e radicale che ha trasformato la nostra terra da paesi 4 di emigranti a luogo di arrivo di migranti. L'Europa, un continente dalle tradizioni millenarie, è ormai stabilmente abitata da persone provenienti da altri paesi e portatrici di altre culture. Gli immigrati sono attualmente 32 milioni con percentuali diverse nei Paesi.5 Anche l'Italia ha fatto conti, forse più rapidamente di altri, con questo scenario inedito. Che piaccia o meno, l'immigrazione sta cambiando il nostro Paese, strutturalmente. La stima di oltre cinque milioni di persone - metà dei quali provenienti da 40 Paesi dell'orbita europea (53,4%), e l'altra metà dall'Africa (21,6%), dall'Asia (16,8%), dall'America (8,1) e 4. Anche se non dobbiamo dimenticare che con il tempo l'emigrazione italiana si è notevolmente ridotta, ma non è mai cessata e, anzi di recente ha registrato una ripresa. Tuttavia il carattere della nostra emigrazione è profondamente mutato. I nuovi emigrati sono solo marginalmente lavoratori poco qualificati. A lasciare il nostro paese non solo per determinati periodi, ma definitivamente, sono spesso brillanti laureati e ricercatori, tecnici, imprenditori, personale altamente qualificato. Questa emorragia di talenti rappresenta allo stesso tempo una perdita per il nostro paese e un segnale di debolezza del nostro sistema scientifico e produttivo, della sua capacità di mettere a frutto risorse umane, di selezionare e promuovere in base al merito. 5. Fatto 100 il totale degli stranieri nella Ue, in Germania ce ne sono 22, in Spagna 17, in Gran Bretagna 13, in Italia 12 e in Francia 11. Se invece osserviamo le percentuali rispetto alle rispettive popolazioni, in Germania sono l'8,8%, in Spagna il 12,3%, in Gran Bretagna il 6,8%, in Italia il 6,5% e in Francia il 5,8%. 8


solo pochissimi dall'Australia (0,1%) -, ha fatto ormai diventare l'Italia uno dei Paesi europei e del mondo a più forte pressione migratoria. La crisi economica negli ultimi anni ha rallentato, ma non ha fermato l'immigrazione in Italia. La mobilità, che sta cambiando i luoghi quotidiani della nostra vita - famiglia, lavoro, scuola -, trasforma profondamente anche la vita religiosa e le relazioni ecclesiali. Al 31 dicembre 2010, tra i 4.570.317 stranieri residenti in Italia vi erano 2.465.000 cristiani (53,9%), 1.505.000 musulmani (32,9%), 120.000 induisti (2,6%), 89.000 buddhisti (1,9%), 61.000 fedeli di altre religioni orientali (1,3%), 46.000 che fanno riferimento alle religioni tradizionali, per lo più dell'Africa (1,0%), 7.000 ebrei (0,1%) e 83.000 (1,8%) appartenenti ad altre religioni. 196.000 immigrati (4,3%) si dichiarano atei o non religiosi, in prevalenza provenienti dall'Europa e dall'Asia (dalla Cina in particolare). I numeri delle diverse confessioni cristiane sono così suddivisi: 1.405.000 ortodossi, 876.000 cattolici, 204.000 protestanti e 33.000 che fanno parte di altre comunità cristiane. Nel 2010, rispetto all'anno precedente, i cristiani sono aumentati di 4 punti percentuali, i musulmani dello 0,9% e i fedeli di religione orientale appena dello 0,4%. Se guardassimo da dove provengono i nuovi fedeli in Italia troveremmo la seguente suddivisione: gli ortodossi provengono soprattutto da Romania 841.000, Ucraina 168.000, Moldavia 122.000, Macedonia 49.000 e Albania 42.000. I cattolici sono originari delle Filippine 109.000, Polonia 105.000, Ecuador 84.000, Perù 80.000, Albania 77.000, Romania 71.000, Macedonia 49.000, Albania 42.000, Brasile 34.000, Francia 25.000 e circa 20.000 per Rep. Dominicana, Croazia e Colombia. Dei cristiani riformati appartengono alla Romania oltre 50.000, Germania e Regno Unito 15.000, Ghana, Nigeria e Perù 10.000, Filippine e Brasile 7.000. I musulmani sono soprattutto originari del Marocco 448.000, Albania 364.00, Tunisia 106.000, Senegal 75.000, Pakistan 73.000, Bangladesh 71.000, Macedonia 30.000, Algeria 25.000, Kosovo 21.000. Gli induisti e gli appartenenti alle religioni orientali provengono soprattutto dall'India e dalla Cina.

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E a Bergamo? L'immigrazione è una realtà in continua e rapida evoluzione, anche nella provincia di Bergamo: alla fine dell'anno 2002 secondo i dati Istat le persone straniere presenti a Bergamo erano 32.228, pari al 3,3% del totale della popolazione; alla fine dell'anno 2009 si è giunti ad una presenza “ufficiale” di 111.083 persone, pari al 10,2% del totale degli abitanti la nostra Provincia. Oggi chi lavora a Bergamo con gli immigrati stima in 140 mila le persone straniere presenti nella Provincia di Bergamo, comprensive delle persone con presenza regolare, ma non ancora registrate in anagrafe, e delle persone residenti irregolarmente. La presenza di immigrati nella Bergamasca è aumentata in modo impressionante: gli stessi dati di queste rilevazioni sono “superate”: molte situazioni si sono modificate dopo il 31 dicembre 2009, basti pensare solo al tema delle cosiddette “badanti” e all'incidenza dei ricongiungimenti familiari, oppure della conseguenza della crisi occupazionale che ha influito sui continui cambiamenti demografici. Inevitabile che accoglienza e integrazione pongano interrogativi molto impegnativi alle comunità civili ed ecclesiali che fanno fatica (ancora dopo molti anni!) a prendere coscienza del carattere irreversibile dell'immigrazione e a superare l'incertezza della scelta tra “integrazione o sopportazione”, “accoglienza o paura”, “rispetto o sfruttamento”: invece non ci è dato di scegliere, ma di interpretare con pazienza e intelligenza l'unica scelta possibile, quella dell'integrazione e dell'interculturalità. Chi si occupa di numeri e di statistiche afferma che nella nostra terra bergamasca gli immigrati cristiani sono circa il 43% del totale complessivo, una percentuale leggermente più bassa rispetto ad una presenza di persone di fede musulmana. I dati regionali e/o nazionali indicano al contrario una presenza complessiva di cristiani pari rispettivamente al 45,4% e al 49,8%. In ogni caso, una presenza significativa e importante. Insomma, anche nelle nostre terre, un tempo, non troppo lontano, omogenee dal punto di vista delle confessioni religiose, l'immigrazione, piaccia o meno, ha sempre più, inesorabilmente, i caratteri della pluralità di culture, di genti e di fedi. Siamo di fronte all'emergenza del pluralismo religioso, un fatto tradizionale di altri paesi europei, una novità del pano10


rama italiano. Il pluralismo religioso, come mostrano i dati, è molto ampio e coinvolge non solo altre religioni non cristiane, come le diverse forme di induismo o di buddhismo, per limitarci a due esempi, ma lo stesso Cristianesimo attraverso le confessioni ortodossa e protestante. Dalla metà degli anni '90 i prevalenti flussi dall'Est Europa hanno incrementato considerevolmente le presenze cristiane: il fatto che siano solo parzialmente cattoliche ci permette di prendere coscienza che anche il Cristianesimo è plurale e che l'ecumenismo è un impegno necessario. Un compito: abitare il pluriverso L'irruzione di altre persone sta portando, inevitabilmente, scompiglio e diffidenza. L'altro - proprio perché “altro” - chiede di definire continuamente ad ognuno, in modo non ideologico, la propria identità e, magari, mette in evidenza un vuoto di senso e di valori che non sempre si è disposti a riconoscere. Certo, il cammino per imparare ad abitare il “pluriverso” si preannuncia lungo e faticoso. Cavalcare le paure - non sempre immotivate - della gente, seguire le scorciatoie - di grande effetto mediatico - sono, molte volte, il modo con cui la politica cerca di gesti-re questo complesso problema. A volte si ha perfino l'impressione che l'identità debole della nostra civiltà chieda di essere “determinata” a partire dall'individuazione di avversari, di nemici. Non è un caso che quando accadono fatti di violenza si intraveda nel pregiudizio albanese prima, rumeno poi e comunque sempre extracomunitario, il primo alibi per tentare di coprire la follia omicida. Crediamo, come ACLI, sia estremamente urgente lavorare per costruire “terre di mezzo”, imparare a conoscere la differenza, a cogliere il valore della diversità, a continuare la ricerca, mai conclusa, della propria identità che si costruisce sempre nella relazione con l'altro, a ritessere, giorno dopo giorno, nell'impegno feriale, il senso e le ragioni della convi6 venza tra diversi. Senza fughe o scorciatoie. Per la comunità ecclesiale 6. Per queste ragioni le Acli di Bergamo insieme a moltissime realtà e associazioni del territorio hanno promosso e sostenuto la campagna «L’Italia sono anch’io». L’iniziativa, a cui ha aderito anche mons. Francesco Beschi, è volta a sostenere due proposte di legge di iniziativa popolare per riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia e il diritto di voto ai cittadini immigrati che risiedono in Italia da almeno cinque anni. 11


anch'essa interrogata alla radice da quanto sta accadendo 7- crediamo urgente il compito di riconoscere, anzitutto, che, nonostante nel nostro paese fatichi a scomparire l'assioma di Benedetto Croce, spesso frainteso, per cui non possiamo non dirci cristiani (che stava, beninteso, rigorosamente per cattolici), abbiamo ormai alle spalle la stagione del passaggio dalla religione degli italiani all'Italia delle religioni. Siamo immersi cioè in quel mosaico delle religioni che obbliga i cristiani a rendere ragione della loro fede (1 Pt 3). Ma il nostro sforzo di coerenza nella fede non è in opposizione all'impegno per la conoscenza, il rispetto, il dialogo. Anzi, l'obbligo al dialogo deriva dalla nostra fede. Siamo convinti che le stesse differenze religiose, vissute nel rispetto delle regole societarie, possono essere un'occasione per purificare e rafforzare il proprio credo e testimoniare insieme l'importanza della fede in Dio. La sfida e la chance dell'Italia plurale sta nella capacità - per i credenti tutti ma per i cristiani in particolare - di andare al cuore della propria esperienza spirituale: è solo la maturità spirituale e la sapienza con cui si vive la propria fede che aprono al dialogo interreligioso. Il credente sarà pronto al dialogo non quando o perché diviene esperto di una o più religioni, ma nella misura in cui raggiunge la profondità della propria fede. E lì scoprire che il Dio Unico non azzera le distinzioni tra le fedi, ma mostra, insieme alla differenza, ciò che tutte le religioni hanno in comune, da sempre, con la sapienza più profonda dell'uomo: la lotta contro gli idoli e gli assoluti, la compagnia fraterna degli uomini, lo sguardo buono e vigile sulla storia. Per questo crediamo importante riconoscere e accogliere gli immigrati di fede cristiana che abitano, lavorano e vivono nelle nostre comunità. Che, abbiamo visto, sono una parte significativa e consistente della popolazione immigrata. Certo, non sono tutti cattolici ma, dentro un qua-

7. Non è da sottovalutare la sfida che chiese pentecostali stanno lanciando alle chiese storiche, sia cattoliche che evangeliche. ll movimento pentecostale è sorto a Los Angeles nel 1906, ad opera di un gruppo di afroamericani convinti di essere stati visitati dallo Spirito Santo, e si è diffuso rapidamente in tutti i continenti, soprattutto a spese della Chiesa cattolica. Oggi gli aderenti sono da 500 a 600 milioni, divisi però in oltre 30.000 denominazioni, e costituiscono circa il 25% dei cristiani presenti nel mondo Si legga al riguardo l'articolo “Cattolici e pentecostali. Riflessioni di una storia travagliata” di Thomas P. Rausch S.I. apparso su Civiltà Cattolica - Quaderno N°3877 del 07/01/2012. 12


dro variegato e plurale anch'esso da conoscere, hanno in comune molti elementi essenziali della fede cristiana. È un mondo cristiano e religioso straordinario, che chiede un dialogo ecumenico e religioso rinnovato nella quotidianità, costruito su esperienze di studio, di ricerca, di incontro e di dialogo con i nostri "fratelli", come ha invitato a fare il Concilio Vaticano II (pensiamo all'attualità di documenti conciliari che andrebbero ripresi in mano e maggiormente approfonditi come Unitatis redintegratio, Nostra Aetate). La coniugazione di Migrazioni e Nuova Evangelizzazione presente nel messaggio per la 98a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2012, che è stata celebrata il 15 gennaio scorso, regala una chiave interpretativa della vita di fede oggi, ma anche invita a costruire una "Chiesa di Chiese", un'esperienza ecclesiale ricca del valore della differenza e della diversità. Migranti cristiani sotto il cielo di Bergamo Per queste ragioni, le ACLI di Bergamo hanno promosso e aggiornato la ricerca che qui viene presentata. È una fotografia - parziale e limitata che vuole portare allo scoperto una realtà ancora poco conosciuta. 8 Siamo consapevoli del fatto che, già dalle prossime settimane, l'immagine presentata sarà già sbiadita e richiederà ulteriori e più sofisticati 9 10 approfondimenti. La si offre alle parrocchie, a quanti generosamente nelle nostre comunità lavorano e si impegnano nel servizio della carità, ai circoli aclisti sparsi sul nostro territorio, agli immigrati cristiani che cercano luoghi dello spirito, a tutti coloro che colgono l'urgenza di raccogliere la sfida epocale dell'immigrazione. La si offre a quanti hanno a cuore il destino degli uomini che abitano la nostra città e i nostri territori. La ricerca è stata realizzata in sinergia e in collaborazione con quanti da anni e seriamente - stanno lavorando su questi temi con l'obiettivo di attivare una “strategia dell'attenzione” che renda tutti ma in particolare le 8. La precedente ricerca è stata pubblicato nell'ottobre del 2009. 9. È in cantiere, nei prossimi mesi, l'apertura di un sito dove aggiornare i dati e presentare testi audio e video delle diverse comunità cristiane qui presentate. 10. “Una Chiesa sollecitata a rivedere i suoi metodi, le sue espressioni e il suo linguaggio»: monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, 25 ottobre 2011. 13


nostre comunità ecclesiali - da sempre impegnate su questo tema capaci di cogliere sempre più il fenomeno immigratorio come "evento" che interpella il cammino ordinario della pastorale. E per questo capaci di dare nome, volto e parola a tante donne e uomini che condividono la stessa fede nel Dio di Gesù Cristo. È in gioco la nostra umanità ed anche la nostra stessa fede. Che, in realtà, sono davvero la stessa cosa.

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Premesse di metodo

La presente ricerca aggiorna un progetto realizzato dalle Acli di Bergamo e pubblicato nell’ottobre 2008. Il campione delle persone intervistate è per lo più costituito dai leaders delle varie associazioni a carattere nazionale e dei vari gruppi religiosi presenti sul territorio bergamasco. Per questo la ricerca non può e non intende avere un carattere scientifico, ma vuole solo essere una fotografia istantanea del fenomeno dell'immigrazione in Bergamo e comuni limitrofi tra il 2010 e il 2011, focalizzata sui bisogni religiosi e spirituali, in particolare degli immigrati cristiani, e sulle risposte che gli stessi hanno elaborato o che hanno trovato sul territorio. Poiché si tratta di una realtà in continuo divenire, è probabile che alcune delle informazioni raccolte nell'arco di questi mesi non corrispondano più a verità o che altri gruppi o associazioni di immigrati e rispettivi luoghi d'incontro siano nel frattempo nati e di conseguenza non siano riportati in questa pubblicazione. Il lavoro è stato strutturato per schede relative a quattro grandi aree continentali d'origine degli immigrati: America Latina, Africa, Asia ed Europa dell'Est. All'interno di queste aree sono state prese in esame solo alcune nazioni secondo due criteri di scelta: la presenza numericamente significativa sul territorio bergamasco di persone originarie di quella data nazione e/o l'esistenza di gruppi religiosi o di associazioni aventi scopi aggregativi rappresentanti determinate nazionalità. All'inizio di ogni scheda per nazione d'origine degli immigrati sono riportati i dati numerici relativi al territorio, al governo, alla ricchezza pro capite, e alla popolazione residente in patria. Seguono i dati ufficiali dell'Istat 15


aggiornati al 31/12/2010, dell'ISMU aggiornati al 1/07/2010 e, laddove ci sono, dell'Ufficio Scolastico Provinciale relativi ai minori immigrati residenti a Bergamo e Provincia; poi sono indicati i dati ufficiosi relativi alle presenze reali sul territorio forniteci da fonti informali nei casi in cui questi si discostano significativamente da quelli ufficiali. Solo per alcune nazionalità, la cui presenza sul territorio bergamasco è numericamente importante o ha caratteristiche particolari rispetto al resto della Lombardia o dell'Italia, è stata fatta una premessa per mettere in risalto tali peculiarità. Sono quindi state prese in considerazione alcune voci ritenute significative per la ricerca: - da dove vengono, ovvero da quali aree o città specifiche della nazione d'origine provengono e l'eventuale motivazione; - dove vivono a Bergamo e Provincia, ovvero se e dove gli immigrati di una data nazione tendono a concentrarsi, ad es. in un quartiere particolare della città o in un comune o area specifica della Provincia, e perché; - caratteristiche: come è distribuita la presenza per genere (maschi / femmine), la situazione lavorativa, il rapporto fra irregolari e regolari, la presenza numerica rispetto al resto della Lombardia o dell'Italia; - dove si ritrovano: i luoghi di aggregazione e le associazioni di riferimento, con relativi responsabili, aventi principalmente fini sociali o culturali; - la galassia religiosa: breve excursus sulle confessioni religiose più diffuse nella terra d'origine, la rappresentanza percentuale sul territorio bergamasco ed eventuali varianze o nuove espressioni religiose che gli immigrati manifestano nella terra d'arrivo; - dove e quando si ritrovano per il culto religioso: i luoghi, gli orari e i referenti per il culto; - feste religiose: le ricorrenze, oltre a quelle tradizionali del Natale e della Pasqua, della terra d'origine che riescono a festeggiare anche a Bergamo; in qualche caso sono segnalate anche feste civili che per alcune nazionalità assumono una particolare importanza. Al termine della ricerca sono state aggiunte le schede su due realtà particolari: la Missione Santa Rosa da Lima e la Fabbrica dei Sogni.

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Confessioni cristiane PROTESTANTESIMO 1. VICENDE STORICHE Anticipata e “preparata” da movimenti di dissenso (catari, valdesi, lollardi e hussiti), la Riforma protestante inizia “ufficialmente” il 31 ottobre 1517, quando il monaco agostiniano Martin Luther affigge le sue “tesi di discussione” alla porta della cattedrale di Wittemberg, la città della Sassonia dove era professore. In esse sono già contenuti i principali punti di dissenso con la chiesa romana: la critica nei confronti dell'apparato ecclesiastico (il sacerdozio, i sacramenti, il valore delle opere pie, le preghiere alla Madonna e ai santi, la gerarchia, lo stesso papato), la negazione del potere salvifico della Chiesa, la riaffermazione che solo la grazia di Dio può salvare e che Gesù Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli esseri umani. Per ragioni politiche, sociali e culturali, la Riforma non solo non venne repressa, ma nel giro di pochi decenni si diffuse in diverse regioni d'Europa: Germania, Svizzera (con Huldrych Zwingli e Giovanni Calvino), Francia, Paesi Bassi (Menno Simons), Inghilterra (Enrico VIII), Scandinavia, mentre in Italia i valdesi nel 1532 decisero di unirsi alla riforma svizzera, organizzandosi come una chiesa riformata. Furono poi i Puritani inglesi (di matrice calvinista), e successivamente i Battisti e i Quaccheri, ad esportare il protestantesimo nella Nuova Inghilterra (i futuri Stati Uniti). Nel XVII e XVIII secolo nacquero due importanti movimenti, cosiddetti “risvegliati”: 17


a. in Germania si sviluppò il pietismo, un movimento sorto all'interno del luteranesimo che intendeva risvegliare le coscienze religiose assopite. Il nome deriva dall'opera Pia Desideria (1675) di Philipp Jacob Spener. b. in Inghilterra nacque il metodismo (coloro che studiano la Bibbia con “metodo”), fondato dal pastore anglicano John Wesley (1703-1791), il quale indirizzò la sua predicazione alle classi più colpite dalla rivoluzione industriale. La predicazione evangelica andava di pari passo con un'intensa azione sociale a favore dei ceti più deboli, tanto che questa caratteristica del metodismo si trasferì anche nella società civile, con la nascita dei sindacati e con un forte impegno antischiavista. Dal metodismo trasse origine un'organizzazione particolarmente strutturata e impegnata nell'azione sociale qual è l'Esercito della Salvezza. 2. I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA RIFORMA PROTESTANTE Più che affermare principi nuovi, la riforma protestante riscopre alcune affermazioni che rappresentano il cuore dell'annuncio cristiano. a. Sola grazia e sola fede. Si sottolinea l'assoluta “gratuità” dei doni di Dio (la vita, la felicità, la pace, la giustizia, la libertà) nei confronti delle sue creature. Ciò significa che l'essere umano non può pretendere di appropriarsi di Dio, ma deve accogliere il suo abbassamento in Cristo. La salvezza non è una conquista umana, ma un dono divino gratuito. Vivere la salvezza significa credere in Gesù Cristo. Questo atto di fede non è tanto l'adesione a una religione, quanto una trasformazione della vita stessa, così che il suo centro sia Dio. Il dono della grazia spinge il credente a operare in base all'insegnamento di Gesù, ricercando la volontà di Dio e rispondendo con amore al suo amore. b. Sola Scrittura. Dal momento che la Bibbia è il racconto di tutto ciò che Dio ha fatto per la vita e per il bene degli esseri umani, essa, e solo essa, è la base e la regola della fede. Non è possibile conoscere Dio se non attraverso la testimonianza, o rivelazione di sé, che egli ha voluto donare: non vi sono altri mezzi (il ragionamento, l'osservazione della natura, la spiritualità svincolata dalla Bibbia, ecc.). Per un cristiano, la Bibbia è l'unica autorità. Ne consegue che l'autorità della chiesa, della tradizione e di ogni aspetto religioso deve essere sottoposta alla Bibbia. 18


È la Bibbia che interpreta la Chiesa, non la Chiesa che interpreta la Bibbia. Più che “maestra” e “madre”, la Chiesa è “figlia” della Parola. c. Solo Cristo. Dio ha voluto incontrare l'umanità assumendone in pieno la corporeità (cioè incarnandosi) fino a giungere a prendere su di sé un ingiusto giudizio di condanna e di morte sulla croce. La piena e completa compartecipazione di Dio al livello più basso della condizione umana non si conclude però con la vittoria della morte: la risurrezione di Cristo è il “sì” di Dio alla vita e apre la vita stessa alla speranza. Per un cristiano, quindi, Gesù è l'unico maestro, l'unico esempio, l'unica autorità. Egli è stato riconosciuto come il Cristo (cioè l'Unto, il Messia) soprattutto quando è apparso come il Risorto: per la sua vittoria sulla morte è chiamato “Signore”, l'unico Signore per i credenti. Per questo Gesù Cristo è l'unica via che permette di giungere al Padre, l'unico intermediario (mediatore) tra Dio e le sue creature. d. Sacerdozio universale dei credenti. Affermare che Gesù Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli esseri umani implica il fatto che ogni credente è “sacerdote”, cioè ha uno “speciale” rapporto con Dio. Con Cristo infatti si realizza la promessa di Dio, contenuta nell'Antico Testamento, che il suo popolo in futuro sarebbe stato composto tutto da sacerdoti. Se tutti sono sacerdoti, non sono più necessarie persone (i sacerdoti ordinati) che abbiano lo specifico compito di intermediazione. L'eguaglianza tra i credenti nel loro rapporto con Dio fa sì che non possano esserci autorità umane assolute: tutti sono responsabili di se stessi e gli uni verso gli altri. L'eguaglianza non significa tuttavia che tutti svolgano le stesse funzioni: i vari doni vengono riconosciuti dalla Chiesa e posti al suo servizio. Il pastore (o la pastora, nelle chiese che prevedono il pastorato femminile) svolge il servizio della predicazione, ma è un membro di Chiesa come tutti gli altri, non appartenendo ad un ordine sacro o a una casta sacerdotale. e. “Ecclesia reformata semper reformanda” («la Chiesa riformata deve sempre rinnovarsi»). La Chiesa è la “comunità dei credenti”, cioè l'insieme di coloro che vivono per sola grazia, seguono solo Cristo, hanno come autorità la sola Scrittura e mettono in pratica il sacerdozio uni19


versale. In quanto “discepola” di Cristo, il suo unico compito è di annunciare l'evangelo al mondo. Come è noto, nel Nuovo Testamento non esiste un unico modello di Chiesa: se il suo fine è la predicazione dell'evangelo, la Chiesa non può avere strutture immutabili o sacre, ma deve trovare i modi migliori per rispondere al compito al quale è chiamata. La Chiesa deve sapersi adattare alla predicazione e alla testimonianza, non viceversa. Di conseguenza, essa deve continuamente guardare a se stessa con occhio critico, pronta a rinnovarsi e a riformarsi. In ciò la Chiesa è aiutata dal fatto che è per sua stessa definizione un'assemblea di credenti che vivono la loro condizione di eguaglianza di fronte a Dio. Nessuna autorità umana e nessuna gerarchia possono imporsi e nessuna tradizione può essere così forte da immobilizzare la Chiesa o da privarla della sua carica dirompente e innovativa. 3. LE ORGANIZZAZIONI ECCLESIASTICHE Vista la particolare concezione della Chiesa, è inevitabile che in ambito protestante vi sia una pluralità di organizzazioni ecclesiastiche, riconducibili sostanzialmente a tre modelli. a. il modello episcopaliano: oltre al pastore e al Consiglio di chiesa, vi è la presenza di un vescovo, la cui funzione, sebbene diversa a seconda delle chiese, è di sovrintendere a un determinato territorio. Tale struttura è tipica della Chiesa anglicana, luterana e metodista americana. b. il modello presbiteriano valorizza il ministero degli “anziani” (presbiteri), cioè persone “preparate” che, insieme al pastore (ma non a lui subordinate), dirigono la comunità locale facendo parte del Concistoro (o Consiglio di chiesa) dopo essere state eletti dall'assemblea di chiesa. Nel modello presbiteriano vige una struttura che si potrebbe definire “gerarchia di assemblee”: la massima autorità della chiesa locale e di quella nazionale non è una persona, ma una assemblea eletta democraticamente. La Chiesa valdese e metodista sono un esempio, in Italia, del modello presbiteriano. c. nel modello congregazionalista (tipico soprattutto dei Battisti e dei Pentecostali) si pone in risalto la centralità della comunità locale (con20


gregazione) che è del tutto autonoma e indipendente. Pur essendoci degli organismi di collegamento tra le comunità, ogni congregazione rappresenta la chiesa universale. La Chiesa Battista in Italia ha un'assemblea generale e una struttura regolata da un libero patto associativo (Unione della chiese battiste in Italia - UCEBI). 4. L'ARCIPELAGO PROTESTANTE Come detto, il protestantesimo non ha mai avuto un'unica struttura ecclesiastica (sarebbe quindi più corretto parlare di «protestantesimi»); ciò dipende dalla convinzione, biblicamente fondata, che i credenti sono chiamati a ubbidire non a una gerarchia, ma al Signore nel tempo e nel luogo dove vivono. Ciò ha fatto sì che le chiese nate dalla Riforma si organizzassero prevalentemente su base territoriale, senza un'autorità centrale se non quella di una assemblea generale (il “Sinodo”). Nel suo complesso, il protestantesimo mondiale è suddiviso in cinque grandi famiglie (o «denominazioni», come sarebbe più corretto dire). È ovvio che tutte condividono i principi fondamentali della Riforma. I Luterani costituiscono la chiesa derivante dalla Riforma di Lutero; viene chiama anche «chiesa augustana» (dalla confessione di fede di Augusta del 1530). I Riformati appartengono alle chiese che si rifanno a Zwingli e a Calvino. In Italia, la chiesa valdese, pur derivando dal movimento dei “poveri di Lione” fondato nel XII sec. da Valdo di Lione, è una chiesa riformata, dopo l'adesione, nel 1532, alla Riforma calvinista. La chiesa Anglicana, nata come chiesa nazionale nell'Inghilterra del XVI secolo, è una sorta di via di mezzo tra il cattolicesimo (per struttura e liturgia) e il protestantesimo (per teologia). I Battisti, più che dal movimento anabattista del XVI sec., derivano dal movimento puritano inglese del XVII sec.: la loro caratteristica è la struttura congregazionalista (cfr. sopra) e il battesimo amministrato a coloro che lo richiedono espressamente (quindi gli adulti). I Metodisti nascono come movimento “risvegliato” sorto all'interno della chiesa anglicana nel XVIII sec. Tutte queste denominazioni costituiscono il cosiddetto «protestantesimo storico», ma non esauriscono un panorama più variegato e al quale vanno aggiunti altre chiese: la chiesa avventista (caratterizzata 21


da una forte attesa del ritorno di Cristo, dall'osservanza del sabato e da una particolare attenzione per la salute), le chiese pentecostali (di lontana origine metodista, caratterizzate dalla forte sottolineatura dei doni dello Spirito, soprattutto la guarigione e il “parlare in lingue”), la chiesa dei fratelli (nata nell'Italia risorgimentale e collegata al movimento dei “Fratelli di Plymouth”), la chiesa apostolica (sorta all'inizio del XX sec. e caratterizzata dalla sottolineatura della varietà di ministeri conosciuti nel Nuovo Testamento). In Italia, dal 1979 la chiesa valdese e quella metodista hanno stretto un patto di integrazione (infatti il Sinodo è unico). Entrambe queste chiese, insieme alle chiese battiste, luterane, l'Esercito della Salvezza, alcune chiese libere, apostoliche e pentecostali, fanno parte della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI), costituta nel 1967.

Bibliografia minima

BOUCHARD G., Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo, Claudiana, Torino 2006 FERRARIO F. GAJEWSKI P., Il Protestantesimo contemporaneo. Storia e attualità, Carocci, Roma 2007. FIUME E., Il protestantesimo. Un'introduzione, Claudiana, Torino 2006. GIRARDET G., Protestanti e cattolici: le differenze, Claudiana, Torino 2003. ID., Protestanti perché, Claudiana, Torino 1996. GOUNELLE A., I grandi princípi del protestantesimo, Claudiana, Torino 2000. TOURN G., I protestanti: una rivoluzione: dalle origini a Calvino (1517-1564), Claudiana, Torino 1993. ID., I protestanti. Una società: da Coligny a Guglielmo d'Orange, Claudiana, Torino 2007. ID., I valdesi. La singola vicenda di un popolo-chiesa, Claudiana, Torino 2008.

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PENTECOSTALISMO

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«Entro il 2025 metà della cristianità del mondo sarà pentecostale. In Usa, Brasile, e Africa i pentecostali stanno già superando i cattolici. I dati dicono che i cittadini italiani di fede pentecostale sono 250 mila. Numeri che non tengono conto del fenomeno delle chiese etniche. Con gli immigrati, i fedeli arrivano a 400 mila». Cosi, in un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 1 febbraio del 2011 afferma Alessandro Iovino, referente per la Campania del «Centro studi delle nuove religioni» (CESNUR) e lui stesso membro della chiesa evangelica pentecostale. Quello che è certo è che in Italia, grazie agli immigrati, sono state censite più di 600 chiese pentecostali africane per nigeriani e ghanesi e si rilevano realtà religiose di questo tipo dove sono presenti immigrati cinesi. Il futuro del cristianesimo è nel pentecostalismo? Nel suo libro The Next Christendom, Philip Jenkins fa riferimento alla incredibile espansione delle comunità pentecostali nell'emisfero meri12 dionale come a una “nuova riforma” . Alcuni - tra questi il cardinal 13 Kasper - parlano di una terza ondata nella storia del cristianesimo . Se la prima era caratterizzata dalle Chiese storiche del primo millennio, la seconda è costituita dalle Comunità confessionali nate dalla Riforma, mentre la terza è rappresentata dalle Comunità evangelicali, carismatiche e soprattutto pentecostali. Nel processo di tale espansione del pentecostalismo, buona parte del dinamismo cristiano si muove verso l'emi14 sfero meridionale . Secondo lo storico pentecostale Cecil M. Robeck jr., il movimento oggi nelle sue varie espressioni-denominazioni pentecostali classiche, carismatici della seconda ondata e neopentecostali, tra 11. Il testo riprende un lungo articolo recentemente pubblicato da «La Civiltà Cattolica». 12. La terza Chiesa. Il cristianesimo nel XXI secolo, Roma, Fazi, 2004, 12 (The next Christendom, Oxford - New York, University Press 2002, 7). 13. Walter Kasper usa questo termine per descrivere evangelici, carismatici e pentecostali nella sua prolusione nell'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'unità dei cristiani (Roma, 13-18 novembre 2006), cfr Il Regno, 2006, n. 21, 727. 14. Cfr. R. J. SCHREITER, “The World Church and Its Mission. A Theological Perspective” Proceedings of the Canon Law Society of America 59 (1997) 49 s. 23


cui le Comunità africane riconosciute - costituisce circa il 25% della popolazione cristiana mondiale15. Le stime di coloro che sono collegati al pentecostalismo oscillano tra i 500 e i 600 milioni16. Dei due miliardi e cento milioni di cristiani presenti nel mondo, i cattolici sono oltre un miliardo. Questo significa che cattolici, pentecostali e carismatici insieme equivalgono a circa il 75% del numero totale dei cristiani nel mondo. E i pentecostali continuano a crescere. La missione di Azusa Street Il moderno movimento pentecostale ha origine a Los Angeles nel 1906 da un risveglio spirituale nato in seno a un gruppo di preghiera composto per la maggior parte da afroamericani, anche se c'erano state precedenti manifestazioni di doni spirituali pentecostali nel Movimento della Santità wesleyano, nonché in Inghilterra, Galles, India e Corea. Il 9 Aprile, un gruppo guidato da William Seymour e riunito al numero 214 di North Bonnie Brae Street di Los Angeles improvvisamente cominciò a parlare e a cantare in lingue diverse. I presenti erano convinti di essere stati visitati dallo Spirito Santo. Seymour, afroamericano, nato nel 1870, figlio di schiavi liberati e battezzato nella Chiesa Cattolica, nel periodo della crescita aveva subìto l'influenza di varie tradizioni. Il gruppo cominciò a reclutare nuovi membri e pochi giorni più tardi si trasferì in una chie17 sa episcopale metodista africana abbandonata, al 312 di Azusa Street . In questo modo nacque la Missione di Azusa Street, un'esperienza inte-

15. Cfr C. M. ROBECK, jr., “The Holy Spirit, the Church. The Challenge of Pentecostal, Charismatic, and Independent Movements”, in D. DONNELLY - A. DEANAUX - J. FAMEREE (eds), The Holy spirit, the Church, and Christian Unity. Proceedings off the Consultation Held at the Monastery of Bose, Italy (1420 October 2002), Leuven, Leuven University Press, 2005, 354; cfr anche D. B. BASSETT - T. M. JOHNSON, and “Global Statistics”, in S. M. BURGESS 8ed.), The New International Dictionary of Pentecostal Charismatic Movements, Gran Rapids (MI), Zondervan, 2002, 286 s. 16. La cifra di 600 milioni è presa dal Commentary on the Report “On Becoming a Christian: Insights from the Sctipture and the Patristic Writing with Some Contemporary Reflections (Report of the Fifth Phase of The International Dialogue Between Some Classical Pentecostal Churches and The Catholic Church 1998-2006)”, in ww.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/christuni/sub-index/index. 17. Cfr. C. M. ROBECK jr, The Azusa Street Mission and Revival. The Birth of the Global Pentecostal Movement, Nashville (TN), Nelson reference & electronic, 2006, 64-69. 24


ressante per diverse ragioni. Benché avesse origine in un raduno di preghiera afroamericano in una Los Angeles dove ancora vigeva la segregazione, ben presto la comunità divenne interrazziale, con bianchi e neri che pregavano e cantavano insieme. Il Movimento si diffuse subito a un incredibile velocità. In sei mesi, i membri e i simpatizzanti della Missione di Azusa avevano fondato diverse nuove comunità a Los Angeles e nei dintorni, che spesso si riunivano all'interno di tende o di negozi affittati. Dopo due anni, il movimento si era esteso agli Stati Uniti, al Messico, al Canada, all'Europa, all'Africa e persino alla Russia settentrionale. Sin dall'inizio, a causa dell'enfasi posta sulle guarigione miracolose, la profezia e il dono delle lingue, esso fu oggetto di controversie. L'influenza del movimento si è fatta sentire in tutto il mondo, con apice in America Latina, dove centinaia di migliaia di cattolici hanno aderito alle sue comunità. In Sudafrica, all'epoca dell'apartheid, i neri e i coloreds guardavano all'uguaglianza razziale della Missione di Azusa (anche se, purtroppo, la sua attuazione fu di breve durata). Oggi molte Comunità africane, nella pratica, sono pentecostali o carismatiche. Molte Comunità africane hanno fondatori pentecostali o sono ramificazioni di Comunità nate nel periodo coloniale nella tradizione pentecostale classica. Per quanto riguarda l'Asia, le Comunità che si sviluppano più rapidamente nell'India Meridionale, in Indonesia, Cina, Corea del Sud e nelle Filippine sono pentecostali18. Man mano che cresceva, il movimento si differenziava. La prima ondata dei pentecostali, rappresentata dalle classiche denominazioni pentecostali come le Assemblee di Dio, dava priorità alla conversione, al battesimo nello Spirito Santo e ai doni carismatici, soprattutto le lingue, tradizionalmente considerati come una “prova iniziale” del battesimo dello Spirito. La seconda ondata è costituita da cristiani provenienti da denominazioni non pentecostali legate al Movimento carismatico, a cominciare dalle influenze pentecostali che si sono manifestate in alcune delle principali Comunità protestanti negli anni Cinquanta e poi con la nascita del Rinnovamento carismatico cat-

18. Cfr. A. ANDERSON - E. TANG, Asian and Pentecostal. The Charismatic Face of Christianity in Asia, Sheffield (England), Sheffield Academic press, 2003, 13. 25


tolico nel 1967 19. Senza respingere la conversione e i doni carismatici, la secondata ondata dei carismatici pone una maggiore enfasi sulle guarigioni e - soprattutto in America Latina - sugli esorcismi. Inoltre ha una spiccata propensione all'attivismo politico. La terza ondata, definita neopentecostale o neocarismatica, comprende gli evangelici e altri cristiani che non si identificano più con i Rinnovamenti pentecostali o carismatico, ma sottolineano il potere conferito dallo Spirito e altri fenomeni pentecostali; include inoltre le Comunità indipendenti e indigene che non si riconoscono né nei pentecostali né nei carismatici. Interessate alla lotta contro gli spiriti del male e del demonio, esse pongono in primo piano le guarigioni miracolose, gli esorcismi e molte predicano il “vangelo della prosperità”, cioè l'idea che credere in Gesù Cristo comporti la ricchezza economica come ricompensa e segno di benedizione. Un certo numero di teologi sostiene che questi “neo-pentecostalismi” che si stanno diffondendo in America Latina hanno poco a che fare con il pentecostalismo classico o con la tradizione storica protestante, poiché danno poco o nessun risalto ai princìpi della Riforma come la sola Scrit20 tura, la sola grazia o la giustificazione soltanto attraverso la fede . Jean Pierre Bastian li definisce “una trasformazione religiosa del protestantesimo che ha assunto la forma di una religione popolare di tipo emotivo”21. Donald Miller e Tetsunao Yamamori, dopo aver studiato per quattro anni il pentecostalismo mondiale, mettono in discussione tre miti che lo riguardano. Innanzitutto, i servizi di culto pentecostali non sono per la maggior parte espressioni disordinate di entusiamo ma in genere sono orchestrati con cura. In secondo luogo, malgrado il pentecostalismo abbia origine tra le classi più povere ed emarginate, oggi richiama anche 19. Sul Rinnovamento carismatico cattolico cfr T. P. RAUSCH, “The Azusa Street Revival and the Historic Churches” in H. D. HUNTER – C. M. ROBECK, jr, (eds), The Azusa Street Revival and Its Legacy, Cleveland (TN), Pathway Press, 2006, 350 s; e anche E.L: CLEARY, “The Catholic Charismatic Renewal. Revitalization Movements and Conversion”, in T.J. STEIGENGA - E. L. CLEARY (eds), Conversion of a Continent. Contemporary Religious Change in Latin America, New Brunswick (NJ), Rutgers University Press, 2007, 153-173. 20. M. ACOSTA, “Power Pentecostalisms”, in Christianity Today 53/8 (August 2009) 40-42. 21. J. P. BASTIAN, “De Los Protestantismos Historicos a los Pentecostalismos Latino-Americanos. Analisis de una Mutacion Religiosa”, in Revista de Ciencias Sociales 16 (2006) 38. 26


persone benestanti e istruite. Infine, Miller e Yamamori ritengono che un gruppo emergente di Comunità pentecostali con all'interno una classe media in ascesa sia interessato al ministero sociale a base comunitaria, anche se i due ricercatori non hanno concentrato l'attenzione su quelle Comunità che fanno parte del movimento del vangelo della prosperità o che si oppongono ai Governi di destra. Essi sostengono, con una certa probabilità, che i pentecostali progressisti possono riempire almeno in parte il vuoto lasciato dal moribondo movimento del vangelo sociale e dal calo di influenza della teologia della liberazione. Riportano un commento che si ascolta spesso in America Latina, che “la teologia della liberazione ha optato per i poveri mentre i poveri optavano per il pentecostalismo” 22.

22. D. E. MILLER - T. YAMAMORI, Global Pentecostalism. The New Face of Christian Social Engagement, Los Angeles, University of California Press, 2007, n. 215.

Bibliografia minima E. Pace - A. Butticci, Le religioni pentecostali, Carocci, Roma 2010 E. Pace, Raccontare Dio. La religione come comunicazione, Il Mulino, Bologna 2008, Credere Oggi, Movimenti pentecostali e carismatici, n.186, nov-dic 2011 Arnaldo De Vidi, Né angeli né demoni, ma post-moderni. Il pentecostalismo contemporaneo visto da un missionario, Pazzini, 2011

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ORTODOSSIA Storicamente, per "ortodosse" si intendono le Chiese di origine, o di area, bizantina. Esse sono "autocèfale" (indipendenti), e dunque regolano ciascuna autonomamente la propria vita interna, e le nomine dei vescovi e del patriarca o dell'arcivescovo-capo. In linea di principio, in ciascuna Chiesa l'autorità è esercitata collegialmente. Il patriarca di Costantinopoli non è il "papa" degli ortodossi, ma solo il "primus inter pares" tra i gerarchi ortodossi. Pur nella loro reciproca e rispettata libertà di azione (che però talora - come, negli anni novanta, nel caso dell'Estonia - apre aspri contenziosi per definire lo status canonico di una Chiesa ortodossa locale), le Chiese ortodosse sono legate tra loro da saldi vincoli di comunione eucaristica ed ecclesiale, avendo come base comune di fede e di disciplina le Scritture, i Concili ecumenici del primo millennio e poi la tradizione gelosamente custodita. Come autocoscienza ecclesiale, le singole Chiese ortodosse, e tutte insieme come "sorelle" formanti l'Ortodossia, considerano se stesse la Chiesa "una, santa, cattolica e apostolica" proclamata nel Credo niceno-costantinopolitano - cioè formulato nel Concilio ecumenico di Nicea (325) e di Costantinopoli (381). Nel primo millennio Roma (latini) e Costantinopoli (bizantini) rimasero in comunione anche se la separazione tra i due mondi geografici, culturali e spirituali si andava accentuando sempre di più. L'irreparabile divisione avvenne nel 1054, con la reciproca scomunica a proposito dell'inserimento, da parte della Chiesa cattolica, all'interno del Credo, del filioque. L'espressione latina filioque significa "e dal figlio" e deve la sua importanza perché è stata inserita come un'aggiunta al Credo niceno-costantinopolitano, in riferimento allo Spirito Santo: qui ex patre (filioque) procedit, cioè "che procede dal Padre (e dal Figlio)". Tale aggiunta fu condannata come eretica dal patriarca di Costantinopoli. Nel Credo, parlando della Trinità, si dice che il Figlio è generato dal Padre; si dice invece che lo Spirito Santo procede dal Padre (nella redazione senza filioque) oppure che procede dal Padre e dal Figlio (nella redazione con il filioque). L'aggiunta del filioque modifica pertanto la relazione tra le persone della Trinità, aggiungendo alla precedente dottrina per cui lo Spirito Santo procede solamente dalla persona del 28


Padre, quella secondo cui invece procede anche dalla persona del Figlio. Lo strappo si rafforzò, psicologicamente, dopo che nel 1204, in occasione della IV crociata, i latini - i veneziani, tra essi - saccheggiarono Costantinopoli. Paolo VI, e il patriarca Athenagoras con il suo sinodo, solo nel 1965 abolirono le scomuniche di nove secoli prima. Tuttavia le due parti non hanno ristabilito la comunione eucaristica. Dal punto di vista dottrinale, il problema di fondo che divide l'Ortodossia dalla Chiesa cattolica è la questione del papato: gli ortodossi rifiutano i dogmi sul primato pontificio e l'infallibilità papale sanciti dal Concilio Vaticano I nel 1870; e ritengono il Concilio ecumenico la massima autorità nella Chiesa. Al vescovo di Roma riconoscono solo un primato di onore. Oggi, ad avvelenare i rapporti tra Ortodossi e Cattolici vi è soprattutto la questione degli "uniati". Con tale aggettivo gli Ortodossi qualificano quei gruppi di vescovi, preti e semplici fedeli che, in circostanze varianti da caso a caso, dal secolo XVI al secolo XIX lasciarono la Chiesa-madre ortodossa per "unirsi" a Roma, riconoscendo l'autorità papale. I Cattolici di rito orientale sostengono di essere nati da motivazioni religiose e non politiche, e si considerano quasi una Chiesa-ponte tra Roma e l'Orto-dossia; e, in Europa orientale - Ucraina, Romania - chiamano se stessi greco-cattolici. Ma gli Ortodossi ritengono che l'"uniatismo" fu un mezzo subdolo escogitato dai papi, appoggiati da potenze politiche cattoliche, per minare dall'interno l'Ortodossia. Tuttavia, i rapporti tra il patriarcato ortodosso di Antiochia (con sede a Damasco) e il patriarcato melkita ("uniate", sorto in Siria dall'altro nel Settecento) sono oggi più che buoni. Dal punto di vista numerico, la Chiesa ortodossa più potente è oggi quella russa, con 80-100 milioni di fedeli. Il patriarcato di Costantinopoli, in Turchia, ha oggi meno di diecimila fedeli, mentre a esso fanno diretto riferimento circa due milioni di Ortodossi in Europa occidentale e nelle due Americhe. Nell'insieme, oggi l'Ortodossia conta circa duecento milioni di fedeli. In Italia la presenza più numerosa è data, evidentemente, dai rumeni di rito ortodosso. All'inizio del 2008 i rumeni nella penisola hanno toccato quota un milione. Nello stesso anno 2008 è stata creata la prima diocesi della Chiesa ortodossa rumena in Italia. Alla sua guida è stato posto il

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vescovo Siluan Span, che è stato “intronizzato” a Lucca, in Toscana. Fanno parte della diocesi 76 parrocchie, dal Nord al Sud, e due monasteri: uno a Benevento e un altro (ancora in formazione) a Bivongi, in Calabria.

Bibliografia minima

Non c'è molto, se non a livello specialistico, sull'ortodossia. Per iniziare consigliamo la sintesi di E. Morini: Gli ortodossi, Il Mulino, 2002 e il bel testo di Basilio Petra, La Chiesa dei Padri. Breve introduzione all'ortodossia, EDB, 1998. Sull'importanza del culto dei santi e dell'immagine religiosa in generale, si segnalano due testi molto utili: M. Niola, I Santi Patroni, Il Mulino, 2007 e P. Bernardi, I colori di Dio, Bruno Mondatori, 2007. Nel quasi generale silenzio sull'argomento ci sia consentito segnalare l'antologia Le Sante Stolte, Città Nuova, 2006. Una vera e propria chicca su un fenomeno da noi quasi sconosciuto: il profetismo femminile nell'ortodossia. Sulle icone, bellissimo è il catalogo di una mostra svoltasi qualche tempo fa a Torino: Icone, Mistero del Volto di Cristo, Biblos, 2007. Non possiamo non ricordare P. Evdokimov, L'ortodossia, EDB, 2010, pubblicato nel 1965 e ristampato nel 2010, il saggio costituisce un quadro completo dell'Ortodossia russa, nel quale i molteplici aspetti - l'uomo e il suo rapporto con Dio, l'ecclesiologia, la mariologia, il diritto canonico, la liturgia, i sacramenti, l'escatologia - sono equilibrati e fusi in una costruzione omogenea. Tra i volumi più recenti segnaliamo: G. Battaglia, L' ortodossia in Italia: le sfide di un incontro, 2011. Il volume presenta una visione d'insieme del retroterra storico e spirituale delle varie presenze ortodosse in Italia e una disamina dei principali nodi del dialogo tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse. Il testo si configura anche come il necessario approfondimento storico-teologico che motiva e sostiene le indicazioni contenute nel Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici, pubblicato a cura dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e dell'Ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI e riproposto in appendice. Infine, V. Zelinskij, Mistero cuore speranza. Elementi della spiritualità ortodossa, 2010. Questo libro scritto da un sacerdote ortodosso - cittadino russo e italiano - presenta in modo comprensibile i tesori della teologia, della liturgia, della spiritualità, dell'arte e della tradizione delle comunità ortodosse. Un testo unico nel suo genere. Un efficace contributo al cammino ecumenico.

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Immigrazione e religione

Eugenio Torrese Direttore dell'Agenzia per l'integrazione di Bergamo

La lettura dei dati elaborati dall'Osservatorio Regionale per l'Integrazione e la Multietnicità (ORIM), il confronto con quelli forniti dall'Istat e le informazioni ed i dati raccolti dalle fonti bergamasche presentano concordanze e discordanze. Secondo l'Osservatorio, infatti, al 1° luglio del 2010 è stimata una presenza di popolazione straniera proveniente dai Paesi a forte pressione migratoria pari a 138 mila unità. In questo universo sono inseriti residenti, regolari non residenti e irregolari. Secondo l'Istat al 31/12/2010 la popolazione residente è pari a 120.807 24 23 stranieri. Le fonti locali consentono di affermare che le stime dell'Osservatorio non tengono in conto l'effettiva presenza di Boliviani di 9 10.000 presenze in più. In altre parole per l'ORIM i Boliviani presenti a Bergamo arrivano a 6.000 - 6.500 unità (l'Istat 6.099 al 31/12/2010), mentre in provincia ne vivono 15.000. Una bella differenza, che non viene intercettata perché a prevalere è la presenza irregolare. L'effetto principale è relativo quindi al saldo, ma ne risente anche la “graduatoria” per nazioni che vede i Boliviani dopo i Marocchini ed i Rumeni e l'effetto si allunga su tutte le elaborazioni che vengono realizzate a partire dai dati raccolti. Nell'edizione precedente (2008) era stata proposta una elaborazione che tenesse conto di questa “assenza” che continua ad essere “presente” nelle elaborazioni regionali e non viene colta dall'Istat che elabo23. L'istituto nazionale conta i residenti (regolari) e tutti gli stranieri, senza distinzioni tra i paesi di origine o partenza Secondo l'Istituto le prime 5 nazionalità sono il Marocco (21.143), la Romania (14.758), l'Albania (13.179), il Senegal (10.223), l'India (9.302). 24. Caritas, Consolato della Bolivia, Sportelli territoriali, Missione Santa Rosa da Lima. 31


ra i dati a partire dai regolari. Sembra più utile oggi prestare attenzione ai fattori che hanno rallentato il flusso in entrata, dal momento che tale flusso comincia ad essere sempre più significativo. Da un anno all'altro l'Osservatorio Regionale ha rilevato un forte rallentamento, passando dai + 19.000 arrivati tra il 1° luglio del 2008 e la stessa data del 2009 ad un flusso inferiore alle 4.000 unità al 1° luglio del 2010. Se a questi dati aggiungiamo quelli (difficilmente calcolabili) relativi a rientri in patria temporanei o quasi definitivi di familiari di immigrati allora il quadro è più completo e manifesta con maggior chiarezza gli effetti della crisi economica. Solo tra qualche tempo si riuscirà ad elaborare dati certi, che permetteranno di individuare nuove dinamiche e/o di confermarne altre. In attesa, è possibile concentrare l'attenzione sul rapporto tra dati e appartenenza religiosa per offrire un quadro generale sui temi affrontati dalla pubblicazione. È necessario però richiamare quanto esposto in precedenza ed avvertire il lettore che, in assenza di una ricerca ad hoc sul tema dell'appartenenza, occorrerà non solo adottare qualche accorgimento, ma soprattutto essere consapevoli che l'appartenenza religiosa non è un dato scontato e non è facilmente “misurabile”. A conferma basta tenere a mente i risultati di ricerche che hanno interessato la 25 popolazione italiana e l'appartenenza alla religione cattolica. Utilizzare in modo automatico le stesse metodologie e i medesimi approcci non solo è riduttivo, ma è sbagliato. Lo conferma il sociologo Stefano Allievi che nel passare in rassegna le ricerche europee e quelle italiane mette in evidenza come il nostro “occhio investigativo” non sia in grado di 26 cogliere i cambiamenti innescati dalla presenza degli immigrati. 25. F. Garelli, Forza della religione e debolezza della fede, Il Mulino, Bologna, 1996, F. Garelli, G. Guizzardi, E. Pace, Un singolare pluralismo, Il Mulino, Bologna, 2003, F. Garelli, L'Italia cattolica nell'epoca del pluralismo, Il Mulino, Bologna, 2006, R. Cartocci, Geografia dell'Italia cattolica, Il Mulino, Bologna, 2011 e F. Garelli, Religione all'italiana, Bologna, Il Mulino, 2011. 26. “Ci domandiamo tuttavia se i dati qui esposti, con i loro limiti, non occultino anziché rilevare una modificazione che l'occhio forse troppo sensibile dello studioso di immigrazione o dell'esperto di religioni minoritarie sembra vedere con maggiore ampiezza” Allievi in F. Garelli, G. Guizzardi, E. Pace, Un singolare…, pag. 283.

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Questo limite può essere superato con un'indagine avvertita ed approfondita che ormai sembrerebbe matura a livello nazionale, anche solo per cercare di tracciare contorni più precisi dell'appartenenza religiosa, come provano a fare le ACLI Provinciali per i Cristiani in terra orobica con questa edizione aggiornata ed ampliata. Per contribuire al risultato del lavoro è parso utile delineare un quadro 27 generale delle appartenenze, utilizzando un indicatore “grossolano”. È stata cioè utilizzata la variabile della nazionalità degli stranieri collegandola alle fedi professate nel territorio di origine. Si tratta di un dato statico, che non tiene conto dei cambiamenti propri dei flussi in uscita ed in entrata e che “ingessa” la presenza in terra di arrivo a quella della terra di partenza. Viene qui proposta invece una classificazione in categorie diverse che 28 prova a ridurre il potere di visioni statiche ed unificanti ed invita a pensare ai mondi religiosi (cristiano, musulmano ecc.), come a realtà attraversate da forti differenze, che nel caso degli immigrati, si intrecciano con il viaggio, con la vita nel paese di arrivo e permanenza, con la relazione con i connazionali e con cittadini che professano religioni diverse oppure in modo diverso le stesse fedi.

27. B. Salvarani, Lo stato delle religioni. Una penisola a mosaico, in P. Naso e B. Salvarani, Il muro di vetro, l'Italia delle religioni. Primo rapporto 2009, EMI, Bologna, 2009. 28. Un esempio può essere rappresentato dall'Italia che è considerato paese cattolico, operando così una riduzione della complessità della geografia religiosa nazionale ed accogliendo come valida una visione unificante dei cattolici e delle relative pratiche di fede, che non è confermata da nessuna indagine. 33


La suddivisione proposta punta a mettere in relazione la provenienza nazionale con la situazione dell'appartenenza. È evidente che la maggioranza degli immigrati proviene da Paesi in cui il pluralismo religioso è presente. Per quanto riguarda i Musulmani si tratta in buona parte di Sunniti, ma anche l'esperienza in terra di arrivo degli immigrati dall'Albania permette di dire che l'appartenenza registrata attraverso le fonti va necessariamente verificata sul banco delle pratiche (diffuse o meno) e dell'adesione (forte o blanda). Oppure l'appartenenza si esprime attraverso l'adesione a confraternite, come nel caso dei Senegalesi. La seconda tabella prova a dare la consistenza numerica delle appartenenze, facendo i conti con i limiti già evidenziati e cercando di andare oltre le elaborazioni regionali, che riguardano gli intervistati con la survey annuale e le loro risposte.

29. Il curatore dell'Annuario A. Menonna nell'appendice statistica chiarisce che “…vengono riportate le distribuzioni di frequenza relative ai caratteri rilevati nel corso dell'indagine...” Cfr. Annuario 2010. 34


La configurazione che emerge è la seguente:

La “geografia” religiosa provinciale, soprattutto se intreccia la realtà degli italiani e quella degli stranieri, presenta differenze significative che reclamano attenzione ed iniziativa. Ambedue necessitano però, come fa questa pubblicazione con il mondo cristiano, della consapevolezza che le differenze attraversano gli universi religiosi e che anche all'interno delle differenze ci sono pratiche diverse e modi diversi di professare le appartenenze. Lasciare quanto detto nel campo delle dichiarazioni o delle buone intenzioni non solo è un errore, ma un danno anche solo per una conoscenza degna di questo nome. L'analisi diventa più complicata quando si ritorna nel campo dei dati e delle elaborazioni.

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In questa occasione è necessario porsi la seguente domanda: si è immigrati a vita? Una risposta ragionevole è negativa. E ha come effetto immediato il fatto di non continuare a sommare gli immigrati, ma di iniziare a sottrarre non solo chi acquista la cittadinanza, ma anche chi nasce nel Paese di arrivo e permanenza dei genitori e chi è da molti anni emigrato/immigrato (la percentuale passerebbe dal 10,9 al 4,5 sottraendo quelli arrivati prima del 2005). In altre parole oggi si continua a sommare utilizzando come variabile principale la cittadinanza a cui si associa in modo automatico la condizione sociale di immigrato/a. Insomma, chi è arrivato negli anni '80 e '90 continua ad essere immigrato? Ed i figli nati qui continuano ad essere inseriti nella contabilità degli osservatori di settore? Gli effetti si riversano anche nell'appartenenza religiosa e nelle pratiche di fede anche se facciamo molta fatica a “vederle”. La contabilità sociale dell'immigrazione deve quindi essere elaborata ed utilizzata sapendo che mostra limiti importanti e soprattutto deve essere considerata parte della compagine sociale. Le attività osservatorili e gli studi specialistici continuano infatti, in nome delle specificità e diversità evidenti, a generare rapporti e studi sull'immigrazione come popolazione a parte, studiata in perenne confronto con quella italiana: due popolazioni quindi. Il campo di studi è diventato cioè un orizzonte, che separa invece di unire. Se invece, dopo tanti anni, si inizia a pensare all'immigrazione come parte della società, allora diventa evidente che gli immigrati, ma non solo, hanno contribuito ad accelerare un cambiamento già presente nella società italiana e che è possibile riassumere con l'espressione: l'Italia è un Paese multiculturale, multilinguistico e multireligioso. Ma per smorzare l'enfasi a vantaggio del rigore è necessario aggiungere che l'Italia e Bergamo erano già realtà multiculturali, multilinguistiche e multireligiose. L'immigrazione ha contribuito a irrobustire questo cambiamento innervandolo con le sue specificità e diversità. Esserne consapevoli è il primo passo; agire di conseguenza è il secondo e questa pubblicazione è certamente un contributo in tal senso. Facciamone tesoro.

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Est Europa L'emigrazione dai Paesi dell'Europa dell'Est verso l'Italia è motivata, oltre che dalla fuga dalla povertà, derivata da un collasso delle economie amministrate, dalla vicinanza geografica, storica, culturale e religiosa con il nostro Paese. La vicinanza per certi versi favorisce l'integrazione, ma per altri la rende più fragile: si nota infatti la tendenza di molti immigrati di quest'area del mondo a sentirsi solo di passaggio e a tornare periodicamente nelle terre d'origine ove lasciano gli affetti e le relazioni più stabili. In particolare ciò riguarda nazioni come la Romania, entrata a far parte dell'Unione Europea nel 2007, i cui cittadini hanno potuto togliersi la denominazione di “extracomunitari” ed eventualmente di “clandestini”. Grazie all'apertura delle frontiere si sono sentiti più liberi di spostarsi sul territorio europeo e di rientrare in patria con frequenza, rendendo quindi più labili i legami con il territorio di approdo. Negli ultimi anni il numero degli immigrati di origine romena è raddoppiato, così come è cresciuto notevolmente l'esodo dei migranti albanesi e ucraini. A seconda del Paese di provenienza si notano caratteristiche diverse nel modo del fenomeno migratorio: infatti gli albanesi hanno la tendenza a stabilirsi stanzialmente mentre per gli ucraini lo stanziamento non è stabile. La migrazione ucraina riguarda prevalentemente il genere femminile, impiegato nel lavoro domestico e di assistenza alla persona. Pochissimi immigrati di origine ucraina hanno acquistato casa, a differenza degli albanesi per i quali l'acquisto della casa rimane la forma abitativa privilegiata, in quanto le donne immigrate ucraine convivono solitamente con i datori di lavoro e si spostano a seconda delle esigenze 37


lavorative. Nonostante la notevole presenza di immigrati originari dell'est europeo non emerge un significativo sviluppo di loro associazioni. Questa minore esigenza di associarsi e di creare circuiti solidaristici potrebbe essere spiegata con la relativa distanza geografica tra il Paese di partenza e quello di arrivo, ma forse anche con la consapevolezza di appartenere ad una cultura per certi aspetti simile a quella del Paese ospitante. Secondo il rapporto ABI-CESPI del 2010, gli immigrati trasferiscono somme all'estero attraverso i principali operatori di Money Transfert (MTO) del mercato italiano, attraverso le poste e le banche, soprattutto quando gli importi superano il migliaio di euro; inoltre il 25% dei migranti utilizza canali informali. Tra i primi Paesi verso cui gli istituti di credito canalizzano i maggiori flussi di rimesse dall'Italia ci sono Romania, Moldavia, Albania e Ucraina. Benché la crisi economica abbia avuto conseguenze negative anche sul mercato delle rimesse italiano, comportando una diminuzione delle risorse inviate dai migranti nei Paesi di provenienza, nel 2009 il sistema bancario italiano ha intermediato un volume complessivo di rimesse pari a 210,05 milioni di euro. Dal rapporto ABICESPI del 2009 emerge la posizione dominante dei MTO nel mercato delle rimesse, questo per diversi fattori tra cui la distribuzione capillare degli sportelli sia nel territorio italiano, sia nei Paesi d'origine dei migranti, che permette una maggiore rapidità di consegna del denaro; a questi motivi si aggiunge il fatto che il segmento migrante presenta ancora una fascia consistente di non bancarizzati (che non possiedono un conto corrente bancario) ed è necessaria la titolarità di un conto corrente per effettuare la rimessa tramite il canale bancario.30

30. Secondo il rapporto ABI-CESPI 2009, per i MTO il core business è rappresentato dai trasferimenti di ammontare compreso tra i 300 e i 350 Euro, per il canale bancario la media è invece di 1.364 Euro a invio. 38


Albania

Forma di governo: Repubblica parlamentare Capitale: Tirana Popolazione: 2.994.667 ab. (stima al luglio 2011) Superficie: 28.748 km² Lingua ufficiale: albanese PIL pro capite: 8.000 $ (stima 2010) Età media: 30 Aspettativa di vita: 77

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Premessa Dal 1945 al 1991 l'Albania è stata governata dal regime comunista di Enver Hoxha. La dittatura, durata quasi mezzo secolo, elaborò una costituzione di forte stampo stalinista, bandendo la proprietà privata e la possibilità di professare una fede, portando il paese ad un forte isolamento. Il 29 Aprile 1991 il primo Parlamento pluralistico dichiarò la nascita della Repubblica Parlamentare d'Albania che portò gradualmente all'affermazione della democrazia e a un riavvicinamento economico e politico con l'Occidente. Il Paese soffriva però di molti problemi legati al limitatissimo sviluppo socio-economico e di conseguenza, in questa difficile fase di transizione, la parte più povera ed esasperata della popolazione cominciò a prendere la strada dell'espatrio, inizialmente soprattutto verso Italia e Grecia. Dopo quell'anno gli esodi dall'Albania sono continuati in maniera più o meno spontanea senza raggiungere però le proporzioni del 1991. Solo nel 1997, anno del crollo delle società finanziarie, il flusso migratorio ha ripreso ad assumere dimensioni allarmanti. Nonostante gli sforzi fatti dal governo albanese per superare la crisi del '97 e ridare fiducia alla popolazione, la situazione è, ancora oggi, molto difficile. La mancanza di sicurezza, di istituzioni efficienti e democratiche, la sfiducia nella classe politica dirigente e soprattutto la mancanza di lavoro, porta molti albanesi ad emigrare, soprattutto verso Occidente. Vale la pena di ricordare però come, nonostante questa situazione di disagio, alla fine degli anni '90, durante la guerra in Kosovo, Kukes, piccola cittadina di frontiera a Nord est dell'Albania, sia stata invasa da decine di migliaia di profughi serbi, che trovarono riparo nelle povere case della cittadina, prima ancora che venissero messi in moto gli aiuti umanitari. Gli Albanesi sono al tempo stesso europei, mediterranei, ammiratori della nostra lingua, cultura e società e, fra i migranti, i più vicini a noi sotto molti aspetti. Non vanno dimenticati i nuclei di minoranze etniche giunte secoli fa in Italia e ormai perfettamente integrate, gli Arbëreshë, ossia gli Albanesi d'Italia, noti anche come Greco-albanesi o Italoalbanesi, stanziati nell'Italia meridionale tra il XV e il XVIII secolo. Nonostante questo gli Albanesi subiscono in certi casi l'ostacolo del pregiudizio etnico che si frappone tra il loro inserimento lavorativo e

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l'integrazione sociale: il pregiudizio dipinge l'albanese come lo straniero pericoloso, con un carattere difficile e ben poche possibilità di inserimento. Se si analizzano, però, i dati relativi alla presenza e all'inserimento lavorativo degli immigrati albanesi, ci si trova di fronte a dati positivi, tanto in forme tipiche di lavoro dipendente quanto in alcune esperienze imprenditoriali di lavoro autonomo. Gli albanesi impiegati nel settore agricolo, secondo i dati della provincia, per l'anno 2010 sono il 2% sul totale degli immigrati residenti sul territorio bergamasco; per quanto riguarda il commercio la percentuale degli albanesi impiegati in questo settore è 31 del 7%, nell'industria dell'8% e nel settore delle costruzioni sale al 21%. Per quanto riguarda il genere maschile per l'anno 2010, in Lombardia, si registra una percentuale dell'11% di occupati come operai generici nell'industria e dell'8,2% nel terziario; gli operai specializzati rappresentano, invece, l'11%. Gli operai edili e gli occupati in mestieri artigianali rappresentano la percentuale più alta sul totale degli immigrati delle diverse nazionalità presenti sul territorio bergamasco, i primi con una 32 percentuale del 26,6% e i secondi del 21,3%. Il 10,1% delle donne è invece impiegato nel settore industriale, l'11,3% è addetto alle pulizie, il 13,3% è impiegato in lavori di concetto e il 17,3% in attività intellettuali. Le addette alla ristorazione rappresentano il 9,8% delle occupate e il 10,9% svolge lavori domestici.33 L'emigrazione in Italia è favorita dal fatto che la lingua italiana contemporanea è la lingua più conosciuta, dopo la lingua materna albanese, dagli albanesi di ogni generazione e gruppo etnico sociale, anche grazie alla trasmissione di diversi canali radio televisivi italiani, i quali raggiungono la maggior parte del territorio albanese via satellite o terrestre. DA DOVE VENGONO Gli immigrati di nazionalità albanese provengono maggiormente dal Nord dell'Albania, dalle province di Scutari, di Kukes e, anche se in 31. Primo Rapporto dell'Osservatorio del Territorio 2011 a cura dell'Assessorato all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Sicurezza sul lavoro della Provincia di Bergamo. 32. Decimo Rapporto ORIM 2010. 33. Decimo Rapporto ORIM 2010. 41


QUANTI SONO Dati ufficiali Istat 31/12/2010 Provincia di Bergamo Maschi 7.031 Femmine 6.148 Totale 13.179 Comune di Bergamo Maschi 473 Femmine 516 Totale 989 ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo Regolari 14.320 Irregolari 1.930 Totale 16.250

misura minore, da Tirana, Valona e Durazzo; da queste ultime due cittĂ partono i traghetti per i porti italiani. Per arrivare in Italia ci si sposta o in macchina passando per i Balcani, o in traghetto con le tratte Ancona/Durazzo della durata di 24 ore, Bari/ Durazzo ( 10ore) e Bari/Valona (4ore), oppure via aerea. La linea aerea Belle Air compie la tratta Orio al Serio/ Tirana (1h e 40). DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Gli immigrati di origine albanese risiedono per la stragrande maggioranza, oltre che in Bergamo cittĂ , in provincia e in particolare nei comuni di Romano di Lombardia, Treviglio, Alzano Lombardo, Seriate, Villongo, Dalmine, Sarnico, Caravaggio. Il grafico rappresenta i cinque comuni della bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine albanese.

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CARATTERISTICHE Secondo i dati ufficiali gli albanesi sono la terza comunità di immigrati più numerosa sul territorio bergamasco. Negli ultimi anni il numero di questi immigrati è cresciuto passando dai 13.140 del 2007 ai 16.250 del 34 2010. Secondo il rapporto ABI-CESPI 2009, tra i 14 Paesi che nell'anno 2008 hanno ricevuto circa l'80% del totale delle rimesse inviate dall'Italia, l'Albania occupa il nono posto, con un totale di transizioni pari a euro 143.199 e una percentuale del 2,2% sul totale. Secondo il rapporto ABICESPI 2010, per l'anno 2009 i migranti albanesi risultano invece la quinta nazionalità che ricorre alla Banca Italiana per trasferire le rimesse ai parenti rimasti in patria. I volumi complessivi che risultano trasferiti attraverso questo canale corrispondono a Euro 8.409.698 per un volume medio per transizione di 4.953, che risulta essere il volume più alto rispetto alla media. Per quanto riguarda i dati relativi alla presenza e all'inserimento lavorativo nella bergamasca emerge che, come nel resto d'Italia, molti albanesi sono assunti regolarmente come dipendenti nel settore dell'edilizia e dei servizi, ma sono presenti anche alcune esperienze imprenditoriali di lavoro autonomo: infatti le imprese individuali con titolare albanese sul territorio bergamasco, per l'anno 2010, sono 433, con una variazione 34. Dati ISMU al 1/07/2007 e al 1/07/2010. 43


percentuale di crescita di queste ultime dal 2005 al 2010 di +99,5%.35 Per l'anno 2010 gli immigrati di origine albanese presenti sul territorio bergamasco rappresentano, dopo romeni e marocchini, il terzo maggior gruppo di presenze straniere avvitate al lavoro con una percentuale del 10%.36 Questi immigrati vogliono integrarsi nel “migliore dei modi” sul territorio. Soprattutto i giovani esprimono l'intenzione di non voler tornare a vivere nel Paese d'origine preferendo stanziarsi stabilmente. Tale tendenza è confermata dal fatto che molti acquistano casa sul territorio bergamasco privilegiando questa formula, se ne hanno la possibilità economica, rispetto all'affitto. Sono diversi i giovani che si trasferiscono in Italia per motivi di studio e una volta laureati e specializzati vi rimangono, incentivati dal fatto che nelle Università Albanesi gli studenti più meritevoli hanno la possibilità di vincere delle Borse di Studio per specializzarsi all'estero. Presso l'Università di Bergamo, per l'anno 2010, si contano 37 quasi 200 studenti albanesi, il 30% degli universitari stranieri presenti. Dalla fine di dicembre 2010 gli albanesi non hanno più bisogno dei visti turistici, nello Spazio Schengen, per soggiorni fino a tre mesi. ASSOCIAZIONI E LUOGHI DI RITROVO Associazione Italo-Albanese ALBA Galleria Fanzago,32 Bergamo 035.4227862 Info@associazionealba.com - www.associazionealba.com Gli associati si incontrano il mercoledì e il venerdì dalle 14.30 alle 18.30 in via Borgo Palazzo 169/A dove la Coldiretti mette a disposizione un ufficio per l'associazione. Soci fondatori: Silvia Ferruzzi, Siro Ferrari, con il contributo di Carlo Scotti Foglieni. Presidente Kola Leda 349.6121695 interprete. L'Associazione si propone sostanzialmente di favorire l'integrazione sociale, promuovere la cultura albanese, la reciproca conoscenza e 35. Fonte: CCIAA Bergamo. 36. Primo Rapporto dell'Osservatorio del Territorio 2011 a cura dell'Assessorato all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Sicurezza sul lavoro della Provincia di Bergamo. 37. Università, passa lo straniero, 655 iscritti, il 30% dall'Albania in “L'Eco di Bergamo”, 18 Agosto 2010. 44


l'amicizia tra il popolo italiano e quello albanese, dare assistenza di qualsiasi tipo agli immigrati e agevolare il dialogo tra cittadini e le istituzioni del territorio. Attualmente gli iscritti sono 500 ed è previsto una sorta di mutuo soccorso: ognuno versa quanto può al mese e il denaro serve per risolvere pratiche burocratiche, per aiutare altri albanesi in difficoltà, e anche sostenere chi viene in Italia per cure mediche.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Per comprendere il panorama complesso delle appartenenze religiose degli albanesi nei Balcani bisognerebbe risalire all'origine delle questioni religiose e politiche che lo hanno generato. A seguito dell'occupazione dell'Impero Ottomano dal XV secolo fino ai primi anni del Novecento, in modo graduale e talvolta repressivo, le autorità turche hanno contribuito alla conversione degli albanesi all'Islam: questo spiega, sia pure parzialmente, il fatto che oggi il 70% della popolazione si dichiara musulmana. Dopo il disfacimento dell'Impero Ottomano e la formazione dello Stato Indipendente Albanese nel 1912, il governo si proclamò laico. Da quel momento la società albanese, da sempre caratterizzata dal pluralismo religioso, riuscì a superare le relative difficoltà della convivenza tra religioni diverse. Dopo la vittoria del comunismo nel 1945, però, le confessioni religiose diffuse in Albania furono represse e interdette dal regime al potere fino al 1990. Con il crollo del regime monopartitico nel 1991 fu abolita l'interdizione delle pratiche religiose e ci fu una rinascita graduale della religiosità, che comportò il restauro e la ricostruzione dei luoghi di culto. Oggi la professione di fede è consentita e vi è un aumento di fedeli di varie religioni. La popolazione religiosa si suddivide secondo le seguenti percentuali: - Religione Musulmana (70%) - Religione Cattolica (10%) 38 - Religione Ortodossa (20%) 38. Fonte: CIA The World Factbook, dal sito www.cia.gov/library. 45


Tra gli albanesi immigrati a Bergamo un buon numero, specie tra coloro che si dichiaravano atei, si è convertito al cattolicesimo. Dai dati della Diocesi risulta che dal 2008 al 2011 26 albanesi adulti hanno ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana.39 Una volta ricevuti i sacramenti gli iniziati vengono “inviati” alle loro parrocchie di riferimento (cfr. scheda sui catecumeni). La decisione di professare una religione piuttosto che un'altra rimane qualcosa di estremamente personale, legata a motivazioni e fattori diversi da persona a persona. Il fatto che gli ambienti cristiani si siano maggiormente prestati a favorire l’inserimento degli immigrati albanesi, fin dai loro primi arrivi a Bergamo negli anni Novanta, può aver facilitato il passaggio al cattolicesimo. In diversi racconti di persone di nazionalità albanese la frequentazione della chiesa risulta un'esperienza legata alle prime fasi del proprio arrivo a Bergamo e alla ricerca di nuove relazioni. Questa esperienza positiva ha spinto a voler approfondire anche le conoscenze religiose.

FESTE RELIGIOSE E CIVILI I convertiti al cattolicesimo di origine albanese festeggiano le festività secondo i calendari delle parrocchie locali di residenza. In particolare va segnalata la festa di Indipendenza dell'Albania che si festeggia il 28-29 novembre che, pur essendo una festa civile, assume un importante significato per tutti gli albanesi, anche non credenti, presenti sul territorio bergamasco. Poiché non ci sono specifici luoghi di ritrovo o incontro, nelle occasioni di festa come compleanni, battesimi, matrimoni ecc.. solitamente gli immigrati di origine albanese si riuniscono nelle diverse abitazioni private, tra conoscenti e amici.

39. Dal 1996 al 2007 erano stati 74. 46


Romania

Forma di governo: Repubblica parlamentare Capitale: Bucarest Popolazione: 21.904.551 ab. (stima luglio 2011) Superficie: 238.391 km² Lingua ufficiale: Rumeno PIL pro capite: 11.600 $ (stima 2010) Età media: 39 Aspettativa di vita: 74

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PREMESSA Dopo la Seconda guerra mondiale, la Romania divenne una nazione comunista nell'orbita dell'Unione Sovietica. Nel 1948 venne abolita la monarchia e varata la costituzione della Repubblica Popolare Romena. Negli anni Sessanta i contrasti con l'Unione Sovietica, di natura principalmente economica, portarono ad una politica estera indipendente e, nel 1965, al varo della nuova Costituzione della Repubblica Socialista di Romania. Nel 1965 iniziò il governo dittatoriale del presidente Nicolae Ceauşescu che ebbe termine nel 1989 a seguito di una rivolta popolare. Da allora la Romania è un paese democratico, la cui Costituzione si ispira ai modelli occidentali. Nonostante i primi anni di instabilità politica e di crisi, l'economia romena si è lentamente avviata ad una ripresa nel periodo 1993-1996, accompagnata però da un'inflazione elevatissima. Nel febbraio 1997 una radicale riforma economica orientata verso il mercato ha avuto forti ripercussioni immediate sul tasso di crescita e sull'inflazione (150%). L'insieme di questi fenomeni, qui descritti in modo necessariamente sommario, favorì, dalla fine della anni Novanta, l'emigrazione di molti rumeni che cercarono all'estero opportunità di lavoro in modo da «compensare» il progressivo impoverimento dovuto agli effetti delle riforme. La forte emigrazione verso l'estero è stata un elemento importante per lo sviluppo economico della Romania; l'ultima impennata si è avuta dal gennaio 2007 con l'ingresso del Paese nell'Unione Europea. È da segnalare l'importante presenza dei rumeni in tutti i segmenti produttivi italiani. Per quanto riguarda la provincia di Bergamo vi è una prevalenza di immigrati rumeni impiegati nel settore commerciale prevalgono con il 16% degli avviamenti sul totale degli stranieri. Nel settore delle costruzioni sono ancora loro ad avere una quota maggioritaria con il 26% del totale, mentre nel settore agricolo la percentuale dei rumeni impiegati è dell' 8% e nel settore industriale raggiungono la percentuale maggiore 40 pari al 18%.

40. Primo Rapporto dell'Osservatorio del Territorio 2011 a cura dell'Assessorato all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Sicurezza sul lavoro della Provincia di Bergamo. 48


Nonostante il mercato interno rumeno offra attualmente diverse possibilità e la Romania abbia un tasso di disoccupazione sotto la media europea,41 in molti continuano ad andarsene in cerca di un lavoro più redditizio. Secondo il rapporto ABI-CESPI del 2009, la Romania ha ricevuto il 12% sul totale delle rimesse nell'anno 2008, per un totale di 767.836 Euro, ponendosi così al terzo posto tra i Paesi che hanno ricevuto una percentuale maggiore di rimesse dall'Italia. Il raddoppio della presenza romena dal 2006 al 2007 non ha avuto ripercussioni visibili nei dati ufficiali sulle rimesse, a riprova del fatto che, la gran parte dei rumeni, in seguito regolarizzati, era già presente sul territorio italiano ed inviava denaro in patria (senza dimenticare l'esistenza di canali informali di trasferimento del denaro, resi possibili dalla prossimità geografica con l'Italia). Secondo i dati del rapporto, l'invio medio pro-capite di denaro transitato dall'Italia in patria nell'anno 2007, per i rumeni corrisponde a QUANTI SONO Dati ufficiali Istat 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 7.563 Femmine 7.195 Totale 14.758 Comune di Bergamo: Maschi 867 Femmine 963 Totale 1.830 ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 16.900 Irregolari 0

Totale 16.900

41. Il tasso di disoccupazione in Romania per l'anno 2011 è dell' 8,2 % ; la media europea per l'anno 2011 è di 9,9%. 49


1.259 euro, l'invio di maggiore portata dopo cinesi e filippini. Secondo il rapporto ABI-CESPI 2010, i migranti ricorrono alla Banca Italiana per trasferimenti di ammontare elevato, prevalentemente oltre i 1.000 euro. Nel 2009, la Romania si pone al secondo posto, dopo il Marocco, per il totale dei volumi complessivi transitati, pari a euro 22.313.137 con un volume medio per transizione di euro 1.718. È difficile stabilire il numero dei rumeni presenti sul territorio italiano dal momento che, con l'entrata della Romania nell'Unione Europea, grazie alla quale non esiste più il fenomeno della presenza irregolare dei rumeni in Italia, molti di loro escono e rientrano in Italia con maggiore frequenza. DA DOVE VENGONO Gran parte degli immigrati rumeni provengono dalle regioni della Moldavia romena, quindi dal nord-est del paese (la zona economicamente più povera) e dalla Valacchia situata nell'area meridionale. Fulcro della mappa dei voli Romania-Bergamo è Bucarest, la capitale, collegata direttamente a Orio al Serio da alcune compagnie low cost. Città di quasi 2 milioni di abitanti, senza analoghi concorrenti sul piano dei traffici economici, sociali, politici, Bucarest è punto di convergenza per i quasi 8 milioni di romeni che vivono nel sud del Paese. La seconda città di partenza per i rumeni che vengono a Bergamo, dopo Bucarest, è Timisoara, grande collettore di viaggiatori per l'area occidentale della Romania. A seguire l'importante città industriale di Bacau, origine del primo flusso storico dell'immigrazione romena in Italia. Il mercato per le rotte Romania-Italia era già affollato, ed è cresciuto notevolmente dopo l'entrata dal 1°gennaio 2007 della Romania nell'Unione Europea. Ciò ha comportato l'adozione da parte dei cittadini neo-comunitari rumeni delle attuali disposizioni di diritto comunitario in materia di libera circolazione all'interno del territorio UE. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Gli immigrati di origine rumena sono stanziati su tutto il territorio bergamasco, cosa che connota l'omogeneità della presenza rumena. 50


I Comuni con la maggiore presenza di residenti rumeni sono i principali centri urbani e le zone industriali della provincia (sostanzialmente per motivi lavorativi); oltre a Bergamo risiedono a Romano di Lombardia, Seriate, Trescore Balneario, Caravaggio, Martinengo, Treviglio, Dalmine, Carobbio degli Angeli, Cologno al Serio, Costa Volpino.

CARATTERISTICHE L'entrata della Romania nella Comunità Europea, il primo gennaio 2007, determina sicuramente un cambiamento. Per molti romeni questa data ha significato la possibilità di intraprendere progetti meno definitivi e più centrati su obiettivi temporaneamente definiti. L'aumento della presenza degli immigrati di origine rumena degli ultimi anni è chiaramente dovuta all'emersione della clandestinità, grazie all'ingresso del Paese nell'Unione Europea. Questo significa molto: tutela sanitaria, libera circolazione nell'UE, equipollenza dei titoli di studio. Non sempre, tuttavia, significa emersione dal lavoro nero. Secondo i dati dell'Osservatorio del territorio della Provincia di Bergamo, i Rumeni rappresentano per l'anno 2010 il maggior numero di presenze straniere avviate al lavoro con una percentuale del 18%. Spesso gli uomini svolgono lavori nel settore dell'edilizia come manovali nei cantieri, come operai nelle fabbriche e fonderie e come impiegati nel 51


settore commerciale ; per quanto riguarda la Regione Lombardia emerge infatti che, gli uomini occupati come operai generici nel terziario rappresentano una percentuale pari al 10,4%, mentre gli operai specializzati e gli addetti ai trasporti rappresentano rispettivamente il 15,7% e il 23,8%, primeggiando in questi settori sugli altri immigrati presenti sul territorio. Le donne romene sono occupate primariamente come operaie generiche nelle industrie 17,4%, come impiegate di concetto 13,7% e come addette alla ristorazione 16,4%. Le addette alle pulizie rappresentano il 10,5% delle occupate, le incaricate nel settore delle vendite e dei servizi sono il 13,5%, mentre le domestiche e le assistenti domiciliari contano rispettivamente il 14,6% e il 17,9% delle lavoratrici. Le donne 43 impiegate in mestieri intellettuali rappresentano invece l'8,3%. Sul territorio bergamasco, inoltre, si contano 519 imprese individuali con 44 titolare rumeno, con un incremento dal 2005 al 2010 di + 253,1% . 42

ASSOCIAZIONI E LUOGHI DI RITROVO Associazione Italo-Romena DACIA c/o CISL - Unione Sindacale Territoriale di Bergamo via Carnovali 88/a, Bergamo associazionedacia@alice.it Presidente Emilia Stoica 339.7577320 emilia.stoica@alice.it L'obiettivo dell'Associazione è coltivare le affinità tra italiani e rumeni, promuovere iniziative che approfondiscano le relazioni culturali tra i due Paesi, in ogni caso favorire l'incontro tra i popoli e le culture con l'ambizione di dare un impulso deciso all'integrazione. Attualmente sono iscritte 102 persone anche se il numero è destinato a crescere. La prima iniziativa prevista e attualmente in via di costruzione è la coltivazione di rapporti per un gemellaggio tra la città di Bergamo e Brasov, città rumena della Transilvania. 42. Primo Rapporto dell'Osservatorio del Territorio 2011 a cura dell'Assessorato all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Sicurezza sul lavoro della Provincia di Bergamo. 43. Decimo Rapporto ORIM 2010. 44. Fonte: CCIAA Bergamo. 52


LA “GALASSIA RELIGIOSA” Per la maggior parte i rumeni appartengono alla Chiesa Ortodossa Rumena. Il cattolicesimo di rito latino è praticato soprattutto dagli ungheresi e dai Csango che, in gran parte, vivono in Transilvania e nella Moldavia rumena. Il cattolicesimo di rito bizantino è principalmente praticato dai romeni di Transilvania, fedeli della Chiesa greco-cattolica romena. Il protestantesimo è invece professato, per la maggior parte, dalla popolazione di origine tedesca e ungherese della Transilvania. In Dobrugia, regione situata sulle coste del Mar Nero, vi è una piccola minoranza islamica. La comunità ebraica, che fu una delle più consistenti d'Europa, subì la persecuzione per mano dei nazisti e poi di Ion Antonescu (Primo Ministro rumeno durante la Seconda guerra mondiale); la stragrande maggioranza dei sopravvissuti è emigrata in Israele. La popolazione religiosa si suddivide secondo le seguenti percentuali: - Religione Ortodossa: 86,8% - Religione protestante (riformati e pentecostali): 7,5% - Cattolici di rito latino: 4,7% 45 - Altre religioni: 0,10% DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Ortodossi Chiesa vecchia di Longuelo a Bergamo. Sacra liturgia: domenica dalle ore 8.00 alle 12.00 in rumeno e in italiano mercoledì e giovedì alle ore 10.00. Il lunedì è il giorno dedicato all'unzione dei malati. Sabato sera si recitano i vespri e viene celebrata la Liturgia della Parola senza la Celebrazione Eucaristica. Sabato sera e domenica mattina dopo la celebrazione liturgica ci sono le confessioni. Celebrante: padre Gheorghe Velescu, di origine moldava, da dodici anni in Italia. Cell. 389.6728857. 45. Fonte: CIA The World Factbook, dal sito www.cia.gov/library. 53


Il numero dei partecipanti alla Sacra Liturgia della domenica, anche se difficile da definire, è stimato intorno alle 400 persone; mentre per quanto riguarda le celebrazioni infrasettimanali il numero dei fedeli si riduce notevolmente a causa degli impegni lavorativi. Di questa comunità religiosa fanno parte, oltre ad immigrati di origine rumena e moldava, ucraini, russi, greci, serbi e bulgari, pur se in numero minore. La comunità è composta principalmente da famiglie giovani (20/40 anni) con i loro bambini che sono numerosi; una quarantina di loro la domenica partecipa alla Comunione (al momento del Battesimo, infatti, i bambini ricevono anche il sacramento della Comunione e della Cresima); periodicamente sono presenti anche alcuni anziani che vengono dai Paesi d'origine per passare un periodo di tempo con la famiglia. La Messa viene celebrata sia in rumeno che in italiano perché ci sono diverse famiglie miste (sono soprattutto le donne rumene a sposarsi con uomini italiani, il contrario è raro). La chiesa ortodossa rumena della città di Bergamo è punto di riferimento anche per gli immigrati che vengono dalla provincia; la presenza di quest'ultima è importante per i connazionali presenti sul territorio ed è vista anche come risorsa in caso di bisogno; infatti dopo la celebrazione c'è un momento di ritrovo dove i fedeli possono confrontarsi e scambiarsi informazioni anche su possibili occasioni di lavoro e così questi momenti diventano spazi di incontro e socializzazione. È padre Gheorghe che celebra tutti i sacramenti; nell'anno 2010 vi sono stati 152 battesimi e 19 matrimoni. La comunità è in continuo mutamento, soprattutto a causa delle possibilità lavorative che i vari territori offrono; gli immigrati infatti si spostano in funzione delle offerte di lavoro. Attualmente questa comunità è alla ricerca di un terreno edificabile dove poter costruire una chiesa che sia di sua proprietà e dove poter celebrare senza i vincoli logistici e temporali nei quali incorrono essendo attualmente ospiti del Parroco di Longuelo; poiché è una comunità numerosa, essa ha bisogno di spazi aggiuntivi per vivere gli aspetti educativi e formativi legati alla vita comunitaria. A questo scopo è stata fatta una richiesta al Comune di Bergamo nel luglio del 2010 per la concessione di un terreno nella zona della circoscrizione 2 (nei pressi dell'Auchan vecchia). 54


Come tutte le altre Chiese ortodosse rumene presenti sul territorio italiano (130), anche quella di Bergamo considera come sua guida il Vescovo Siluan Span (nato nel 1970), attualmente residente nella diocesi ortodossa rumena a Roma, la cui nascita risale al 2008. Chiesa vecchia di Cassano È la vecchia chiesa parrocchiale che viene utilizzata dagli ortodossi per il culto. Sacra liturgia: domenica dalle ore 10.30 alle ore 11.30 Celebrante: padre Traian Stepco. I fedeli che partecipano alla liturgia domenicale sono circa un centinaio, tra cui alcune famiglie di Bergamo. La liturgia viene celebrata in rumeno. Una domenica al mese si tiene un incontro pomeridiano nella chiesa di Cassano per riflessioni sul tema biblico. Riflessioni bibliche Tutte le domeniche dalle 16.00 alle 19.00 circa 80-100 fedeli di nazionalità rumena, anche quelli che la domenica partecipano alla liturgia a Longuelo, si ritrovano all'oratorio di Sant'Anna per riflessioni sulle letture bibliche. Referente di questo gruppo è il Sig. Gigi. Protestanti Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale rumena Via dei Cabrini 12, Bergamo 46 Culto: Domenica dalle ore 9.00 a 12.00 e dalle ore 18.00 alle 20.00 Giovedì dalle ore 20.00 alle 21.30. Celebrante: pastore Dan Pop cell. 348.3814895 email: danpop1172@yahoo.com 46. La comunità, fa parte di una delle undici associazioni religiose (perlopiù cristiane) che si riunivano nello stabile di via Cabrini, ex fonderia Cortinovis, quartiere della Malpensata. L'edificio è stato messo sotto sequestro in data 28 settembre 2011, a causa della proteste dei residenti della zona per rumori molesti e per la gestione delle sale e degli spazi, con l'ipotesi di reato di abuso edilizio per non aver chiesto l'autorizzazione all'amministrazione cittadina al cambiamento di destinazione d'uso dell'edificio a luogo di culto. I diversi gruppi religiosi sono, ancora oggi, alla ricerca di una sede per svolgere le proprie attività, incontrarsi, creare momenti di scambio e condivisione, celebrare e pregare. La questione, pare a noi, non riguarda soltanto loro ma la città nel suo insieme. 55


Sono presenti alla liturgia della mattina circa 300 persone adulte, mentre la sera il numero dei fedeli aumenta. Le famiglie che partecipano sono circa 120 e quasi tutte giovani. I fedeli sono di nazionalità rumena anche se in certe occasioni vi partecipano anche italiani. Il giovedì dalle 20.00 alle 21.30 i giovani si incontrano per imparare i canti religiosi della domenica e il venerdì allo stesso orario accompagnano i canti con strumenti musicali e incontri formativi di preghiera. Il coro si ritrova per la preparazione musicale il sabato dalle 19.00 alle 21.00. Alla domenica mattina un centinaio di bambini, negli orari della Sacra liturgia degli adulti, partecipa ad una “scuola domenicale” per una spiegazione adattata a loro della parola di Dio; questa formazione è affidata ai fratelli e alle sorelle della Comunità. Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale rumena “Biserica crestina evangelica romana maranatà delle Assemblee di Dio in Italia” Via Serassi, 6B Bergamo. Culto: domenica dalle ore 9.00 alle ore 10.00 e dalle ore 18.00 alle ore 20.00 Lunedì, Giovedì e Venerdì dalle ore 20.00 alle 22.00 ritrovo in chiesa per uno studio biblico e preghiere comunitarie. Celebrante: pastore Ciuciu Mircea, cell. 320.1668860 email: mirceaciuciu@yahoo.it La comunità religiosa è giovane e in crescita: nel 2010 sono state celebrate 20 benedizioni di bambini piccoli e 18 battesimi (il battesimo viene fatto per immersione in acqua dei credenti e solo a coloro che, in età adulta e spontaneamente, fanno professione di fede). Partecipano alle celebrazioni liturgiche domenicali circa 200 fedeli di nazionalità rumena e dopo la funzione religiosa ci sono momenti di preghiera, testimonianze, canti e poesie. I fedeli che abitano lontani da Bergamo e faticano a raggiungere la chiesa durante la settimana si incontrano nelle diverse abitazioni private dove ci si riunisce per riflettere sul testo biblico e meditare sulla Parola di Dio, fondamento della loro fede.

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FESTE RELIGIOSE Ortodossi Santa Teofania e Battesimo del Signore (6 gennaio), Ingresso al Tempio del Signore (2 febbraio), Santa Annunciazione (25 marzo), Ingresso del Signore a Gerusalemme, Ascensione del Signore, Pentecoste, Santa Trasfigurazione (6 agosto), Esaltazione della Croce del Signore (14 settembre), Domenica delle Palme, Pasqua, NativitĂ di Cristo (25 dicembre), Circoncisione del Signore e festa di San Basilio il Grande (1 gennaio), NativitĂ di San Giovanni Battista (24 giugno), Santi Pietro e Paolo (29giugno), Decapitazione di San Giovanni Battista (29 agosto).

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Ucraina

Forma di governo: Repubblica semipresidenziale Capitale: Kiev Popolazione: 45.134.707 ab. (stima luglio 2011) Superficie: 603.550 km² Lingua ufficiale: Ucraino, in Crimea anche il russo PIL pro capite: 6.700 $ (stima 2010) Età media: 40 Aspettativa di vita: 68

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 821 Femmine 3.478 Comune di Bergamo: Maschi 254 Femmine 948

Totale 4.299 Totale 1.202

ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 3.970 Irregolari 380 Totale 4.350

DA DOVE VENGONO Gli ucraini che risiedono a Bergamo provengono soprattutto dalla zona occidentale in particolare dalle province di Chernivtsi, Ternopil, ma anche dalle città di Leopoli (L'viv) e Ivano-Frankivsk, situata nell'Ucraina centrale e dotata di un aeroporto internazionale con voli diretti per Orio al Serio. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA La maggioranza degli immigrati ucraini è residente in città, ma il loro stanziamento non è stabile poiché svolgendo prevalentemente lavori nel settore di cura come badanti e colf e convivendo con i datori di lavoro (specialmente anziani) si spostano a seconda delle necessità lavorative. Pochissimi immigrati ucraini hanno acquistato casa.

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Il grafico rappresenta i cinque comuni della bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine ucraina.

CARATTERISTICHE La popolazione di origine ucraina residente a Bergamo è per la maggior parte composta da donne con un'età anche superiore ai 45 anni. Il motivo di un'ampia presenza femminile è da ricercarsi nelle maggiori opportunità di lavoro domestico(colf e badanti). Alcune donne ucraine possiedono titoli di studio elevati, ma, una volta giunte in Italia, si adattano a lavori più umili; molte di loro lasciano figli e marito nel Paese d'origine e inviano parte del loro stipendio per permettere loro un tenore di vita migliore dal momento che in Ucraina il costo della vita continua a crescere, ma gli stipendi sono ancora molto bassi. Per molte di queste donne Bergamo non è la prima tappa italiana raggiunta, né la meta definitiva della loro permanenza, poiché si spostano a seconda delle esigenze lavorative. L'emigrazione di madri e mogli ha portato alla rottura degli equilibri familiari tradizionali: il rischio di separazione coniugale è alto e i figli sono sempre più emotivamente deboli e fragili. Si parla di “orfani sociali” cioè di bambini benestanti grazie alle rimesse del parente emigrato, ma incapaci di gestire il denaro che ricevono. Tra i 14 Paesi che nell'anno 2008 hanno ricevuto circa l'80% del totale delle rimesse inviate dall'Italia, l'Ucraina occupa il tredicesimo posto, per un totale di transizioni di 109.947 Euro, che corrisponde all'1,7% del 47 totale . Secondo il rapporto ABI-CESPI 2010, i migranti ucraini risultano 47. Working Papers 63/2009, Le rimesse dall'Italia in tempo di crisi, CESPI. 60


invece la sesta nazionalità che ricorre alla banca italiana per trasferire rimesse ai parenti rimasti in patria. I volumi complessivi che risultano trasferiti attraverso questo canale corrispondono a € 5.895.196 per un volume medio per transizione di € 1.948.48 Sul territorio bergamasco non sono presenti associazioni ucraine. Dal febbraio 2011, su proposta della CISL di Bergamo, sono stati messi a disposizione nel giorno di riposo domenicale degli spazi all'interno del Patronato San Vincenzo per dare la possibilità alle badanti di incontrarsi, di chiacchierare e di pranzare insieme non più all'aperto. I Giardini di Porta Nuova continuano però a rimanere un luogo d'incontro e di scambio di informazioni, soprattutto per coloro che non hanno lavoro. Nel pomeriggio della domenica la comunità Ruah organizza per loro dei corsi di italiano nelle strutture del Patronato. ASSOCIAZIONI E LUOGHI DI RITROVO Patronato San Vincenzo Il numero delle badanti ucraine che si ritrova per condividere il pranzo domenicale varia dalle 100 alle 300; molte di loro si fermano nel pomeriggio per seguire i Corsi di Italiano organizzati dalla Coop. Ruah dalle ore 14.00/14.30 alle ore 16.00/16.30. Tali corsi sono stati seguiti con costanza e partecipazione. Le iscritte all’ultimo corso sono 106, tutte di nazionalità ucraina tranne 5 donne bielorusse. I corsi si sono avviati nel febbraio 2011 e sono proseguiti fino a maggio; vista la massiccia richiesta e data l'impossibilità di poter accogliere tutte le domande per la mancanza di insegnanti disponibili, alcune richieste sono state respinte. Sono presenti in tutto cinque classi divise su tre livelli: un Livello basso, tre Livelli base e un Livello alto; questi sono gestiti da cinque insegnanti e tre sostituti, tutti volontari. Alla fine del corso è stato rilasciato loro un atte-stato di frequenza, il quale non ha però valore ai fini istituzionali. Per l'anno 2011/2012 l'idea è quella di ripartire alla fine di settembre e proseguire con il corso per l'intero anno scolastico, anche se questo 48. Banche: immigrati, in Italia 1.500 euro per rimessa, 7 volte la media globale, ABI, comunicato stampa, Settembre 2010 61


dipenderà dagli insegnanti che si renderanno disponibili. Coordinatrice del progetto è Laura Resta della Coop. Ruah tel. 035 4592548 La signora Olha Vdovychenko, presidente dell'Associazione Nadiya (speranza) di Brescia, è stata contattata dalla CISL di Bergamo per cercare di riportare la realtà dell'esperienza bresciana in quella bergamasca. La signora Olha è reperibile presso gli uffici della CISL di Bergamo il giovedì pomeriggio e il sabato mattina. La sua mail è: unione11@hotmail.com tel. 393.1419388. Giardini di Porta Nuova rimangono un punto di ritrovo importante, soprattutto per lo scambio di informazioni e per coloro che non hanno lavoro. Area del parcheggio antistante l'Ispettorato della Motorizzazione Civile via Martin Luther King 2, Bergamo Giorni e orari di ritrovo: sabato dalle 12.00 alle 18.00 e domenica mattina dalle 7.30 alle 13.00. Il parcheggio è il luogo di ritrovo e scambio delle merci tra gli autotrasportatori e le donne dell'Est; sono presenti un centinaio di furgoni e ognuno di questi arriva da una località ucraina ed è diretto alla medesima zona. La merce che le donne ucraine rimaste in Italia spediscono ai parenti in patria è di ogni genere: alimentare, vestiario, oggettistica, ecc. Questi prodotti vengono pesati e in base al peso viene stabilito il prezzo per il trasporto; il costo della spedizione parte da 1 euro al kg. Il viaggio verso l'Ucraina conta 2000 km e dura 24 ore ininterrotte, grazie al cambio dei due autisti alla guida; oltre alla merce si trasportano anche, qualora ci sia la richiesta, alcune persone che prenotano il viaggio la settimana precedente alla partenza. I costi dei viaggi aerei sono spesso alti e molti immigrati preferiscono questa soluzione; la frequenza del ritorno a casa varia a seconda delle possibilità di ognuna. Il costo del viaggio per i passeggeri regolari, aventi perciò il permesso di soggiorno, è di circa 200 Euro A/R. Nel pomeriggio di sabato e nella mattina di domenica sono esposte anche alcune modeste bancarelle con prodotti originari dell'Ucraina, che vengono venduti ai connazionali residenti in Italia.

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Prima di aprile 2008 il luogo di ritrovo era il piazzale della Malpensata, ma, a seguito della decisione della Giunta comunale di regolamentare meglio gli scambi di merci, è stato spostato al parcheggio della Motorizzazione. Molti immigrati ucraini lamentano però la scomodità del nuovo posto di ritrovo rispetto al vecchio, più vicino alla stazione ferroviaria e a quella degli autobus.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” In Ucraina la religione prevalente è quella cristiana. La maggioranza della popolazione del Paese è cristiana ortodossa. Tuttavia, gli ortodossi sono divisi in tre giurisdizioni: - la Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Kiev, che conta il 50,4% della popolazione religiosa - la Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, che conta il 26,1% dei fedeli - la Chiesa Autocefala ortodossa d'Ucraina con il 7,2% La chiesa ortodossa del Patriarcato di Kiev e quella Autocefala, non sono riconosciute dalle chiese ortodosse canoniche. I cattolici fanno capo alla Chiesa greco-cattolica ucraina( 8%) ed alla Chiesa cattolica di rito latino (2,2%). I protestanti rappresentano il 2,2% dei fedeli e gli ebrei lo 0,6%; il 3,2% della popolazione religiosa appartiene ad altre confessioni.49

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Greco-Cattolici Chiesa piccola dell'oratorio di San Tommaso a Bergamo Messa: domenica alle ore 11.00. Dopo la Celebrazione alcuni fedeli si fermano fino alle 13.00 per incontri di preghiera. Celebrante: Don Andriy Kushnir tel 329.0736618 e-mail: intusiast@gmail.com 49. Fonte: CIA The World Factbook, dal sito www.cia.gov/library. 63


Don Andriy è di nazionalità ucraina e svolge temporaneamente il ministero di cappellano presso la clinica Gavazzeni, oltre ad essere il sacerdote di riferimento per la comunità ucraina greco-cattolica nella città di Bergamo dal settembre 2010. La Liturgia viene celebrata in ucraino e vi partecipano circa 100/150 persone. Per le feste di Natale e di Pasqua i fedeli aumentano fino a raggiungere le 400/ 500 unità. Per prepararsi a queste occasioni ci sono incontri formativi e di preghiera comunitaria. Nei giorni di Pasqua e di Natale vengono organizzati pranzi comunitari e momenti di festa nell'Oratorio di San Tommaso oppure al Patronato San Vincenzo. Sono presenti alla Messa domenicale in maggioranza persone adulte e circa 10-15 famiglie. Nell'anno 2010 sono stati celebrati 4 Battesimi. Non vengono celebrate liturgie settimanali. Don Andriy vorrebbe potersi spostare liberamente nella Diocesi, andando incontro ai fedeli impossibilitati a frequentare la chiesa della città, ma i suoi impegni alla Clinica Gavazzeni, per ora, non glielo permettono. Fino all'autunno scorso il sacerdote celebrante veniva da Milano e celebrava la Messa in San Tommaso una domenica al mese. Referente della comunità ucraina greco-cattolica è la signora Oksana Babiychuk residente a Villa di Serio tel. 035.657153. Oksana si occupa anche dell'organizzazione della messa. Ortodossi Chiesa dell'oratorio di Sant'Anna in Bergamo Sacra liturgia: domenica dalle 10.00 alle 12.00/13.00 Celebrante: dopo la morte di padre Giovanni Vaccaro nel gennaio 2011, questo ministero è stato affidato a padre Ivan Smoshu (Tel. 327.0038319), di nazionalità ucraina, che attualmente vive a Milano ma è in attesa di trovare lavoro a Bergamo per poter stare vicino alla sua comunità. Partecipano alla liturgia religiosa 30/40 persone circa, ma in certe circostanze il numero dei fedeli aumenta fino a raggiungere le 300 unità, come in occasione della Santa Pasqua. Il S. Natale, invece, non ha un richiamo così forte perché viene celebrato il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano, che in Italia è giorno lavorativo. La comunità desidera fortemente una chiesa propria, con spazi che permettano di organizzare incontri formativi e luoghi di scambio e di con64


fronto per i fedeli; ad oggi, infatti, dipendono dalla Parrocchia di Sant'Anna e nelle occasioni di festa comunitaria chiedono in affitto delle sale all'interno dello stesso oratorio, ma non sempre le trovano disponibili. Per questo motivo la comunità si sta muovendo per la richiesta in Comune di un terreno dove poter costruire una chiesa propria. I fedeli che partecipano alla liturgia sono di nazionalità russa, ucraina e moldava. Durante la stagione estiva spesso, dopo la celebrazione liturgica, le badanti di nazionalità ucraina condividono un pranzo all'aperto prima di tornare al lavoro. La comunità vorrebbe poter mantenere economicamente padre Ivan per dargli la possibilità di svolgere il suo ministero in modo completo e a pieno tempo, ma attualmente mancano i mezzi necessari per poterlo fare. Referenti per la comunità religiosa ortodossa sono: - signora Ekaterina (lingue conosciute Italiano/ Russo) tel. 035.945430, - signor Serghiy (lingue conosciute Italiano/Ucraino) tel. 320.9024432 - signor Yanek (lingue conosciute Italiano/Moldavo) tel. 320.5541852. Protestanti Chiesa Cristiana Emanuil Via dei Cabrini12, Bergamo* Culto: domenica dalle 14.00 alle 17.00 e Giovedì dalle 18.00 alle 19.30. Il lunedì alcuni dei fedeli si incontrano per le prove di canto e il venerdì ci sono incontri formativi e di preghiera dalle ore 20.00. Il pastore celebrante è Andriy Morozov (Tel. 329.9842453 e-mail: pastorandrea@mail.ru), di nazionalità ucraina e residente a Villa di Serio. I fedeli che frequentano la comunità sono una cinquantina e di nazionalità ucraina, moldava, bulgara e russa; la funzione religiosa è celebrata in lingua russa. La comunità è sempre aperta per accogliere le persone bisognose di aiuto e si sta muovendo per avere una chiesa propria poiché l'attuale spazio usato come chiesa è condiviso con un'altra comunità religiosa che celebra il culto la domenica mattina.

* Vedi nota a pagina 55. 65


FESTE RELIGIOSE Greco-Cattolici Festeggiano il Natale e la Pasqua secondo il calendario Giuliano, quindi le date sono posticipate di 13 giorni rispetto alle festivitĂ del calendario latino-cattolico. Ortodossi Festeggiano il Natale e la Pasqua secondo il calendario Ortodosso.

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Bosnia Erzegovina

Forma di governo: Repubblica federale Capitale: Sarajevo Popolazione: 4.622.163 ab. (stima al luglio 2011) Superficie: 51.197 km² Lingua ufficiale: bosniaco, serbo, croato PIL pro capite: 6.600 $ (stima 2010) Età media: 41 Aspettativa di vita: 79

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Premessa Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Bosnia ha costituito una delle sei Repubbliche della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (1945 1991), guidata per un lungo periodo da Josip Broz Tito. Durante questi anni di dittatura del regime socialista le diverse etnie presenti sul territorio, non avendo nessuna libertà di espressione, hanno convissuto forzatamente senza conflitti espliciti, ma sotto il predominio dell'etnia serba. Anche se la Bosnia Erzegovina veniva proposta come esempio di Paese multietnico in cui si era raggiunto un sereno equilibrio tra le diverse comunità, la convivenza di etnie musulmane accanto a quelle cristiane non era facile, e i problemi solo sopiti si manifestarono con la violenza delle armi nel conflitto nazionalista scoppiato nel 1991. In seguito allo scioglimento della RSFJ e all'indipendenza della Bosnia-Erzegovina nel 1992, le tensioni interne tra le tre etnie costituenti la Bosnia (croata, bosniaco-musulmana, serba), che prima venivano represse anche con la forza, cominciarono ad emergere, portando allo scontro più pesante registrato sul suolo europeo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La guerra si concluse alla fine del 1995 con l'intervento dell'ONU e della NATO insieme a quello dell' Unione Europea. Il bilancio della guerra fu spaventoso: la capitale del Paese, Sarajevo, fu assediata dalle truppe serbo-bosniache per 43 mesi. Ciascuno dei tre gruppi nazionali si rese protagonista di crimini di guerra e di operazioni di pulizia etnica. Il Centro di ricerca e documentazione di Sarajevo ha diffuso le cifre documentate (ma non definitive) sui morti della guerra in Bosnia-Erzegovina: 93.837 accertati (fino al dicembre 2005), di cui 63.687 Bosniaci (67,87%), 24.216 Serbi (25,8%), 5.057 Croati (5,39%) e 877 dichiaratisi Jugoslavi al censimento del 1991 o stranieri (0,93%). Con gli accordi di pace l'Ex Repubblica Jugoslava della Bosnia-Erzegovina ha mantenuto il carattere di stato unitario, ma è stata praticamente spartita in due zone: la Federazione croato-musulmana (51% del territorio) e la Repubblica serba (il restante 49%). Ciascuna di esse ha un proprio ordinamento che prevede una complessa gerarchia di ruoli e responsabilità, volta a garantire il mantenimento di buoni rapporti di convivenza tra le etnie presenti. Le due entità create sono dotate di poteri autonomi in vasti settori, ma sono inserite in una cornice statale unitaria.

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Alla Presidenza collegiale del Paese siedono un serbo, un croato e un musulmano, che a turno, ogni otto mesi, si alternano nella carica di Presidente. La guerra nazionalista ha distrutto l'economia e le infrastrutture della Bosnia, provocando un incremento della disoccupazione e un crollo della produzione dell'80%, oltre a causare la morte di migliaia di persone e ad aver reso profuga metà della popolazione. Dalla ricerca effettuata sugli immigrati etnicamente serbi presenti sul territorio bergamasco, ne emerge che sono quasi tutti di nazionalità bosniaca (ragione per cui nella scheda ci riferiamo alla Bosnia-Erzegovina) anche se nel gruppo religioso individuato si possono trovare persone di nazionalità serba, le quali però risiedono in maggior numero a Milano. DA DOVE VENGONO I serbi di Bosnia residenti a Bergamo provengono, nella maggior parte dei casi, dalle grandi città di Banja Luca, la seconda città della Bosnia Erzegovina, da Prijedor e da Bosanski Brod. QUANTI SONO Dati ufficiali Istat 31 dicembre 2010 Provincia di Bergamo: Maschi 839 Femmine 583 Totale 1.422 Comune di Bergamo: Maschi 32 Femmine 28

Totale 60

ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 1.600 Irregolari 200

Totale 1.800

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DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Sul territorio bergamasco gli immigrati di origine serbo-bosniaca sono stanziati soprattutto nei comuni di Costa Volpino, Sovere, Romano di Lombardia, Pumenengo, Osio Sotto, Chiuduno, Calusco d'Adda e Bergamo. Il grafico rappresenta i cinque comuni della bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine bosniaca.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Secondo il censimento del 1991, la Bosnia-Erzegovina è per il 44% etnicamente bosniaco-musulmana (bosgnacchi), per il 31% serba e per il restante 17% croata. Esiste una forte correlazione tra identità etnica e religione; l'88% dei croati è cattolico, il 90% dei bosgnacchi pratica l'Islam, e il 99% dei serbi è ortodosso. Le percentuali della popolazione religiosa sul totale degli abitanti sono le seguenti: - Religione Musulmana: 40% - Religione Ortodossa: 31% - Cattolici di rito latino: 15% 50 - Altre religioni: 14% 50. Fonte: CIA The World Factbook, dal sito www.cia.gov/library. 70


CARATTERISTICHE A metà degli anni '90, dopo la guerra nazionalista, c'è stato un forte esodo dalla Bosnia Erzegovina verso Italia, Svizzera, Germania e Austria dovuta ad una forte inflazione, che continua tuttora nel Paese. Gli immigrati di origine bosniaca provengono soprattutto dalle grandi città, dove è presente una condizione di maggior disagio, perché in campagna si ha la possibilità di avere della terra da coltivare e degli animali da allevare per provvedere così al proprio sostentamento. Non ci sono associazioni bosniache sul territorio bergamasco; in compenso è attiva una rete di solidarietà tra le famiglie che offrono aiuto e appoggio ai connazionali appena giunti in Italia, in cerca di lavoro. Benchè ci sia una buona integrazione degli immigrati bosniaci sul territorio, rimane forte per molti di loro il desiderio di tornare al Paese d'origine. Durante e in seguito alla guerra degli anni '90 si è registrata in tutta la nazione una situazione di penuria alimentare. I bombardamenti hanno causato gravi conseguenze sulla salute della popolazione; infatti, si sono registrati diversi casi di tumore al seno dovuti alle bombe all'uranio, utilizzate durante gli scontri armati. In Bosnia convivono diverse etnie e diverse religioni, ma nella Bosnia musulmana permangono tensioni interne.51 Come gli immigrati di nazionalità albanese anche i bosniaci, dal dicembre 2010, non hanno più bisogno del visto turistico per soggiorni fino a tre mesi per entrare nell'area Schengen.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Ortodossi Chiesa di Santa Maria del Campo, Cavenago. Fino al 2008 i serbi di confessione ortodossa si incontravano a domeniche alterne nella Chiesa vecchia di Campagnola a Bergamo e nella Chiesa dell'Istituto delle suore Orsoline a Milano; ora il loro luogo di ritrovo domenicale è la vecchia Chiesa parrocchiale di Cavenago, cedu51. Per informazioni la signora Nena (tel. 380.4336430) è disponibile per ulteriori chiarimenti. 71


ta agli Ortodossi per il culto. Sacra liturgia: domenica dalle 10.00 a 12.00. Celebrante: padre Dalibor Djukic tel.380.4340776. e-mail: dalibor_djukic@hotmail.com Padre Dalibor è il riferimento per i Serbi ortodossi che vivono tra Milano, Bergamo e Brescia. È di origine serbo-bosniaca, ha 31 anni, vive a Trezzo sull'Adda e svolge il ministero ricevuto dal Patriarca di Serbia nel 2007 a seguito della rilevante e decennale presenza dei serbi di Bosnia nella nostra zona. La Sacra liturgia della domenica viene celebrata in lingua serba e vi partecipano circa 40 fedeli tra cui diverse famiglie, ma anche giovani emigrati venuti in Italia per lavorare. Al termine della celebrazione i bambini imparano canti e preghiere. In settimana non viene celebrata la liturgia perché i fedeli, lavorando, non riuscirebbero ad essere presenti; infatti, quando una ricorrenza religiosa particolare cade in settimana, la festa nella comunità viene spostata solitamente alla domenica successiva e in queste occasioni il numero dei partecipanti aumenta. Sono i fedeli che contribuiscono al sostentamento della comunità con delle offerte per il sacerdote e per la chiesa. Il 27 Gennaio in occasione della festa di San Sava, Santo protettore delle scuole, in chiesa vengono lasciati dei doni per i bambini che durante la liturgia vengono benedetti. Nelle famiglie serbe di confessione ortodossa si festeggia tradizionalmente il proprio Santo protettore; in quest'occasione, durante la liturgia, vengono benedetti il pane e il vino che la famiglia porterà a casa per il pranzo a cui sono invitati amici e parenti ospitati per tutta la giornata. A volte la festa prosegue anche il giorno successivo. FESTE RELIGIOSE Pasqua: seguono il calendario giuliano del VI secolo. Natale: 7 gennaio. Santo Stefano: 9 gennaio. San Sava (Santo Nazionale di Serbia): 27 gennaio. 72


San Giorgio: 6 maggio. San Marco: 9 maggio. Santa Petka: 27 ottobre. Mitrovdan: 8 novembre. Arhangel Mihail: 21 novembre. San Nicola: 19 dicembre.

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Federazione Russa

Forma di governo: Repubblica semipresidenziale federale Capitale: Mosca Popolazione: 138.739.892 ab. (stima al luglio 2011) Superficie: 17.098.242 km² Lingua ufficiale: russo PIL pro capite: 15.900 $ (stima 2010) Età media: 9 Aspettativa di vita: 66

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 102 Femmine 356 Totale 458 Comune di Bergamo: Maschi 28 Femmine 65 Totale 93 ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 540 Irregolari 60 Totale 600

QUANTI SONO E DOVE VIVONO A BERGAMO Gli immigrati di origine russa sono sparsi su tutto il territorio provinciale bergamasco, ma sono presenti in misura maggiore in cittĂ . II grafico rappresenta i cinque comuni della Bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine russa.

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CARATTERISTICHE La popolazione di origine russa presente sul territorio bergamasco possiede generalmente titoli di studio elevati; per questa ragione molti di loro ricoprono ruoli lavorativi qualificati (medici, interpreti, ecc.), ma quando ciò non è possibile si accontentano anche di mansioni più umili. Vengono spesso confusi con immigrati di origine ucraina che prevalentemente, invece, si occupano di assistenza alla persona. Ci sono alcuni studenti universitari russi che scelgono l'Università di Bergamo per l'esperienza dell'Erasmus e qualcuno di loro nel periodo di permanenza presso la nostra città si avvicina alla comunità ortodossa. Benché ci sia un'ottima integrazione degli immigrati di origine russa con la popolazione locale (i frequenti matrimoni misti ne sono la prova), permane l'esigenza di incontrarsi con i propri connazionali, durante cene e momenti di ritrovo organizzati a questo scopo. L'associazione Italia-Russia è molto attiva sul territorio; tra le varie iniziative interessante è l'organizzazione di serate con film in lingua russa e la formazione di un coro composto da donne e ragazze russe che si esibisce in occasioni di festa e permette a tutti di conoscere le canzoni e il folklore russo. Nel paese di Mozzo è attiva una “scuola russa per bambini bilingui” organizzata dall'associazione culturale “Nash Mir” ( Nostro Mondo) rivolta ai bambini di età compresa tra i 4 e gli 11 anni con almeno un genitore nativo dell'ex-Unione Sovietica. Le lezioni si svolgono il fine settimana nei locali dell'oratorio e l'iniziativa va incontro alle esigenze di madri russe residenti nella Bergamasca, desiderose di trasmettere ai figli le basi della cultura russa con un approccio duraturo ed efficace mediante percorsi legati alla letteratura, matematica e alla musica. La lezione si svolge esclusivamente in lingua russa, attraverso la proposta di favole, giochi e attività motorie.52 ASSOCIAZIONI E LUOGHI DI RITROVO RUSSIA-CRISTIANA Via Tasca 36, Villa Ambiveri, Seriate (Bg) www.russiacristiana.org - tel. 035.294021 Presidente Giovanna Parravicini. 52. Fonte delle informazioni: signora Ekaterina, referente per la comunità religiosa ortodossa. 76


Russia Cristiana è stata fondata nel 1957 da padre Romano Scalfi, allo scopo di far conoscere in Occidente la ricchezza della tradizione spirituale, culturale e liturgica dell'ortodossia russa, favorire il dialogo ecumenico sulla base del contatto vivo di esperienze e contribuire alla presenza cristiana in Russia. Esiste poi una omonima Fondazione, che cura l'aspetto culturale di Russia Cristiana: una biblioteca specializzata con oltre 27.500 volumi, un centro di documentazione, il convegno internazionale annuale, vari incontri di studio. ASSOCIAZIONE ITALIA-RUSSIA Associazione Italiana per i Rapporti Culturali e di Amicizia con la Russia. Via Bonomelli 15, Bergamo. Tel. 035.4592230 - 035.296893 Sito web: www.italiarussia.org e-mail:info@italiarussia.org Presidente: Valentina Lanfranchi; segretario: Alfio Noris. L'associazione Italia-Russia (ex Italia-URSS) opera da venticinque anni sul territorio bergamasco e si propone, come attività principali: incontri con esponenti della cultura e della vita sociale russa, dibattiti, conferenze, proiezioni di film e documentari, corsi di lingua russa e di altre lingue dell'Est Europa, corsi per la certificazione internazionale della lingua russa TRKI-TORFL, corsi di lingua italiana per parlanti russo, viaggi turistici e culturali; vacanze-studio a Mosca, visite guidate a mostre. Oltre ad aver promosso il gemellaggio con Tver', ex Kalinin, l'Associazione, unitamente all'Università di Bergamo e, in particolare, all'Istituto di Slavistica, è attiva nella diffusione della lingua, della cultura e della letteratura russa. Va sottolineato che è un'associazione costituita da persone di nazionalità italiana . ASSOCIAZIONE CULTURALE NASH MIR Scuola russa per bambini bilingui a Mozzo Nash Mir è un'associazione di carattere familiare-culturale fondata per iniziativa della signora Natalliya Prokopenko con il sostegno e la collaborazione dell'Associazione Italia Russia. L'Associazione è registrata dal settembre 2009 presso l’oratorio di Mozzo perché agli inizi fu sostenuta anche da Don Davide Rota e di Don Andrea Pedretti, allora 77


preti della comunità. L’Associazione ha dato vita ad una Scuola Russa per bambini bilingui, rivolta ai bambini di età compresa tra i 4 e gli 11 anni; le lezioni si svolgono il sabato dalle 9.00 alle 12.00 nei locali dell'Oratorio. Gli obiettivi di questa iniziativa sono molteplici: lo sviluppo e il mantenimento delle capacità comunicative in lingua russa, fornire le basi per acquisire le materie di studio nella lingua madre e arricchire il lessico e la grammatica attraverso lo studio interattivo dei classici russi, della letteratura e della musica per l'infanzia. Attualmente i bambini iscritti sono 27, divisi su due classi con due differenti livelli. Gli insegnanti sono pedagogisti laureati presso le Università della Federazione Russa e delle Repubbliche dell'ex Unione Sovietica. La programmazione didattica si basa su programmi approvati dal Ministero dell'Istruzione e della Scienza della Federazione Russa. Per informazioni: signora Nataliya Prokopenko Tel. 392.9396504 Associazione Italia-Russia - Tel. 035.4592230. Presidente e coordinatrice del progetto: Nataliya Prokopenko e-mail: nataliya_prokopenko@fastwebnet.it Vice Presidente: Lilia Iliana. Segretaria: Marjana Reemet.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Il cristianesimo ortodosso, rappresentato dalla Chiesa ortodossa russa, è la religione tradizionale del popolo russo e quella attualmente più diffusa (15-20%). La seconda religione per diffusione è l'Islam (10-15%), presente soprattutto tra i gruppi etnici turchi, ma riguardante anche alcuni slavi convertiti. Sono presenti anche significative minoranze di protestanti, cattolici, buddhisti, induisti. Anche in conseguenza dell'ateismo di stato del passato regime comunista sovietico sono particolarmente dif53 fusi ateismo e agnosticismo.

53. Fonte: CIA The World Factbook, dal sito www.cia.gov/library. 78


DOVE E QUANDO SI RITROVANO PER IL CULTO Cattolici Presso la Cappella di Russia Cristiana via Tasca 36, Villa Ambiveri Seriate (Bg) Divina Liturgia: ogni prima domenica del mese alle ore 11.30 secondo il rito bizantino-slavo. Celebrante: padre Romano Scalfi. Partecipano alla liturgia circa 150-180 fedeli, gran parte di loro sono italiani, ma vi partecipano anche persone di nazionalità russa e ucraina, anche se in numero minore. Prima della liturgia domenicale dalle ore 10.00 alle 11.00 ci sono degli incontri formativi per adulti e in contemporanea si svolge un catechismo bizantino per bambini. Fino al 2007 la liturgia della Settimana Santa e quella del Natale venivano celebrate a Milano, ora invece queste funzioni religiose si svolgono presso la cappella di Russia Cristiana, così come la Pasqua. Ortodossi Chiesa dell'oratorio di Sant'Anna in Bergamo Sacra liturgia: domenica dalle 10.00 alle 12.00/13.00 Celebrante: dopo la morte di padre Giovanni Vaccaro nel gennaio 2011, questo ministero è stato affidato a padre Ivan Smoshu (Tel. 327. 0038319), di nazionalità ucraina, che attualmente vive a Milano ma è in attesa di trovare lavoro a Bergamo per poter stare vicino alla sua comunità. Partecipano alla liturgia religiosa 30/40 persone circa, ma in certe circostanze il numero dei fedeli aumenta fino a raggiungere le 300 unità, come in occasione della Santa Pasqua. Il S. Natale, invece, non ha un richiamo così forte perché viene celebrato il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano, che in Italia è giorno lavorativo. La comunità desidera fortemente una chiesa propria, con spazi che permettano di organizzare incontri formativi e luoghi di scambio e di confronto per i fedeli; ad oggi, infatti, dipendono dalla Parrocchia di Sant'Anna e nelle occasioni di festa comunitaria chiedono in affitto delle sale all'interno dello stesso oratorio, ma non sempre le trovano disponibili. Per questo motivo la comunità si sta muovendo per la richiesta in Comu79


ne di un terreno dove poter costruire una chiesa propria. I fedeli che partecipano alla liturgia sono di nazionalità russa, ucraina e moldava. Spesso, dopo la celebrazione liturgica, le badanti di nazionalità ucraina durante la stagione estiva, condividono un pranzo all'aperto prima di tornare al lavoro. La comunità vorrebbe poter mantenere economicamente padre Ivan per dargli la possibilità di svolgere il suo ministero in modo più totalizzante, ma attualmente mancano dei mezzi necessari per poterlo fare. Referente per la comunità religiosa ortodossa sono: Signora Ekaterina (lingue conosciute Italiano/ Russo) tel. 035.945430 Signor Serghiy (lingue conosciute Italiano/Ucraino) tel. 320.9024432 Signor Yanek (lingue conosciute Italiano/Moldavo) tel. 320.5541852. Protestanti: Chiesa Cristiana Emanuil Via dei Cabrini 12, Bergamo*. Culto: domenica dalle 14.00 alle 17.00 e giovedì dalle 18.00 alle 19.30. Il lunedì alcuni dei fedeli si incontrano per le prove di canto e il venerdì ci sono incontri formativi e di preghiera dalle ore 20.00. Il Pastore celebrante è Andriy Morozov (Tel. 329.9842453 e-mail: pastorandrea@mail.ru), di nazionalità ucraina e residente a Villa di Serio. I fedeli che frequentano la comunità sono una cinquantina e di nazionalità ucraina, moldava, bulgara e russa; la funzione religiosa è celebrata in lingua russa. La comunità è sempre aperta per accogliere le persone bisognose di aiuto e si sta muovendo per avere una chiesa propria; l'attuale chiesa è condivisa con un'altra comunità religiosa che celebra il culto la domenica mattina. Trinity Baptist Church Via dei Cabrini 12, Bergamo* Culto: domenica dalle ore 9.00 alle ore 12.00 Celebrante: pastore Saviour Koju - Tel. 320 9539956 La funzione religiosa è celebrata in parte in lingua inglese e in parte in *Vedi nota di pagina 55. 80


italiano; i fedeli che partecipano al culto sono circa sessanta e di nazionalità ghanese e nigeriana, ma tra loro è presente una famiglia rumena. Nei giorni di martedì, venerdì e sabato la comunità si incontra per pregare.

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Sinti e Rom

È difficile stabilire la consistenza numerica di Sinti e Rom. I dati qui proposti, sicuramente parziali e in parte lacunosi, provengono da Suor Franca Stevanato del Segretariato Migranti di Bergamo, incaricata diocesana per la pastorale della mobilità umana nel mondo degli Zingari e dei Lunaparkisti (molte persone di quest'ultimo gruppo hanno origini Sinte). Suor Franca incontra queste persone nei campi nomadi autorizzati del bergamasco, nei terreni propri o negli spazi pubblici, predisposti per le fiere e le feste, ascolta con rispetto le loro richieste e problematiche e si attiva per dare loro qualche aiuto.

CHI SONO Coloro che vengono comunemente chiamati “zingari” comprendono persone di origine ROM e SINTI, figli di uno o entrambi i genitori Rom o Sinti. Costituiscono un insieme non omogeneo di gruppi; li unisce però la coscienza di un identità profonda, che li distingue da noi “gagè” o “non-zingari”. Nella nostra società tendono a collocarsi come “altri”, avendo entrambi l'India come terra di origine e una lingua unica, la lingua romaní o romanes, una lingua indoeuropea parlata quasi esclusivamente in Europa, fin dal Medioevo e che ha subito molte variazioni: studi di linguistica hanno individuato moltissimi termini della lingua romanì che derivano dal persiano, dal curdo, dall'armeno, dal greco, il che testimonierebbe il tragitto percorso dalle popolazioni rom, dal subcontinente indiano fino in Europa, in un periodo storico compreso tra l'VIII ed il XII secolo d.C. 82


Sinti e Rom sono gelosi custodi della propria lingua, che tramandano, intuendo in essa il carattere distintivo della propria “ziganità”. La caratteristica comune di tutte le comunità, che si attribuiscono la denominazione ROM, è di parlare dialetti variamente comprensibili, che gli studi affermano derivare da varianti popolari del sanscrito e che hanno, nelle attuali lingue dell'India del Nord Ovest, la parentela più prossima. Tale origine indiana è testimoniata anche dalle caratteristiche somatiche, fisiche e culturali. Si presume che pure l'origine dei SINTI sia da collocarsi nelle regioni a Nord dell'India e che questo popolo sia giunto in Europa e in Italia tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XV secolo. Ci sono ROM e SINTI, nomadi e ex nomadi, che vivono in Italia da secoli sparsi su tutto il territorio nazionale e che tuttavia si sentono etnicamente legati a quelli che vivono nel resto dell'Europa e del mondo. I Rom e i Sinti non conoscono frontiere: sono dappertutto in Europa e nel Mondo: sono insomma veri Europei e veri cittadini del mondo! Questi gruppi si sentono etnicamente legati con altri sparsi per l'Europa e per il mondo, siano essi Rom o Sinti, o Manush o Karokanè, o Kalè o Kaoliè… In tutte le comunità dovunque sparse si trovano elementi comuni che, nonostante le distanze e il tempo, sorprendono e denunciano inequivocabilmente l'adesione ai valori comuni della “ziganità”. Comune a tutti gli zingari è la duttilità, la permeabilità nel modo di far cultura: facilmente, infatti essi si appropriano di elementi relativi alla lingua, alla religione della società ospitante, assumendoli con libertà e tramandandoli come propri. In conseguenza a questo troviamo tra noi molti Rom e Sinti cristianocattolici, presso le popolazioni cattoliche e cristiano-ortodossi o musulmani presso i gruppi provenienti dalla ex-Jugoslavia.

QUANTI SONO Si conoscono dati attendibili - risultati da una ricerca del 2007 promossa dal Consiglio d'Europa e dal Centro Studi Zingari di Roma per gli altri Paesi del mondo. 83


Le cifre pubblicate sono certamente approssimative per difetto, in quanto non derivano da effettivi censimenti, ma spesso da valutazioni di presenze censite dalla polizia dei vari Paesi e dalle richieste di permessi e di autorizzazioni. In Italia, secondo le stime fornite dal Ministero degli Interni, nell'agosto 2007, tale popolazione è di 160.000 nomadi, ma c'è chi ritiene che possano essere almeno 300.000, il doppio. Un censimento non è mai stato fatto, perciò tali numeri si ricavano attraverso le presenze nei campi regolari, ma occorre considerare il gran numero di insediamenti abusivi e di chi si sposta frequentemente da una Regione all'altra. Nella Provincia di Bergamo alcuni ricercatori ipotizzano che ci siano 1.500 - 2.000 Rom e Sinti, ma va ribadito che è difficile stabilire il numero esatto, appartenendo essi a etnie sociali sempre mobili, poco propense e sensibili a fissare una dimora, a iscriversi a un'anagrafe territoriale. È infatti possibile censire solo quelli stanziali in case, in terreni propri, in campi autorizzati o quelli stabiliti in case delle Istituzioni, che si ipotizza siano oltre un migliaio.

ROM 300/400 sono quelli di provenienza della ex Jugoslavia, prima residenti nei campi e ora situati in case comunali o ecclesiali. 300/400 quelli di antica residenza in Italia e quindi Italiani, che vivono in case e terreni propri dei paesi bergamaschi e delle province limitrofe. Si ipotizza che quelli stanziati in case o terreni propri, in campi autorizzati, o stabilitisi in case assegnate dalle Istituzioni possano essere più di un migliaio.

SINTI Sono circa 150 i Sinti lombardi stanziali che vivono nei campi nomadi comunali, autorizzati del territorio bergamasco. 300/400 sono, invece, i Sinti lombardi che vivono in spazio propri, sparsi in più paesi del Bergamasco, del Bresciano, Milanese… 84


LUNAPARKISTI 4.000 circa sono i Lunaparkisti, dei quali la metà sono Sinti che, svolgendo l'attività dello Spettacolo Viaggiante, attraversano il territorio bergamasco, bresciano, milanese… lungo l'anno ed anche nei mesi invernali sostano in molti dei nostri Paesi.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA I ROM sono di due “tipologie”: - I Rom “di vecchia data”, presenti in più province Lombarde. Sono molto “mimetizzati” nel Bergamasco (ma anche nel Milanese, Bresciano...) e risulta quindi difficile “individuarli” perché si rendono “invisibili” nei vari territori. Ora sedentari, ora stanziali, occupano terreni e case proprie, soprattutto nella zona di Trescore, Gorlago, S. Paolo d'Argon, Montello, Cavernago, Osio, Dalmine e altre zone. Sono rom di antico insediamento e quindi iscritti agli uffici anagrafici del territorio italiano da lungo tempo, anche da secoli (italiani quindi a tutti gli effetti); - I Rom arrivati in Italia, a causa dello spostamento delle frontiere alla fine della prima guerra mondiale, i Rom giunti alla fine degli anni '60 dai paesi dell'Est, dalla Polonia e i Korakanè, così chiamati perché musulmani, provenienti dalla ex Jugoslavia. Così infine, quelli giunti in Italia negli anni Novanta, a causa dell’ultimo grave conflitto balcanico, come movimento di profughi provenienti dall’ex-Jugoslavia, dalla Serbia, dalla Bosnia, dalla Croazia, dal Kosovo... Questi ultimi gruppi, arrivati a Bergamo, vennero stabiliti nei due spazi, considerati campi nomadi di Via Rovelli (zona Celadina). Entrambi i campi furono dimessi (nel 2000/2001 e nel 2006/2007) grazie allo sforzo e all'impegno sinergici della Chiesa e dei Comuni, che intesero collocare i Rom in abitazioni in varie zone della città ed in diversi paesi del Bergamasco, per meglio integrarli. Ora rappresentano una realtà piuttosto frazionata.

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I SINTI, con uno sforzo di semplificazione, possono distinguersi in due categorie: - I Sinti nomadi, che stanziano in 3 campi strutturati-autorizzati del territorio bergamasco a: Romano, Treviglio, Trescore. Questi Sinti sono detti impropriamente nomadi, perché sono ormai stanziali da molti anni, vivono nei campi autorizzati non essendo loro più permesso spostarsi. Vivono sempre secondo il loro stile nomade nel campo di residenza, ma si spostano altrettanto facilmente con le loro case sulle ruote. Sono circa 50/60 persone per ciascun campo, ma il loro numero può variare a seconda delle situazioni, degli eventi (legati a nascite, malattie, lutti...) o a stagioni particolari come l'estate, in cui familiari e parenti, provenienti da varie zone, giungono anche numerosi. - I lunaparkisti sinti. Molti Sinti in Italia e altrove praticano da sempre lo spettacolo viaggiante, come principale professione. Attualmente queste attività sono praticate nei circhi e nei Luna Park da imprenditori zingari o di origine zingara, come le grandi famiglie circensi italiane. Queste attività sono ora in difficoltà sia per la concorrenza delle grandi imprese, sia per le restrizioni dei Comuni a concedere licenze, oltre che per le diverse e molteplici modalità di divertimento di piccoli e grandi nell'ultimo decennio. Questi gruppi sinti, che si spostano sul nostro territorio lombardo sono piuttosto consistenti: circa 2.000 - 2. 500 persone.

CARATTERISTICHE In Provincia, come altrove, un problema grave, trasversale a nomadi e lunaparkisti è quello di non usufruire di spazi di transito o di sosta, messi a disposizione da Comuni e Province. Mancano, infatti, veri e propri campi di sosta temporanea che favoriscano il bisogno impellente di molti Rom o Sinti Lunaparkisti di ritrovarsi insieme per Convegni religiosi, caratterizzati completamente con peculiarità proprie, zingare. Questi gruppi chiedono insistentemente alle istituzioni statali e ai Prefetti di realizzare questi spazi, assolutamente necessari in tutti i periodi 86


dell'anno, per sostare e permettere l'aggregazione tra familiari e parenti o anche per favorire la propria attività lavorativa nello spettacolo viaggiante. In quasi tutte le regioni italiane si riscontrano molta indifferenza e diffidenza nei loro confronti. Nel mondo dei Rom e dei Sinti non esistono gerarchie: si può, a volte, fare riferimento a qualche figura saggia, carismatica, emergente, ma solitamente non riconoscono tra loro alcuna autorità ‘‘leader’’. La famiglia è la struttura di base della comunità. Oltre essa si pone la famiglia estesa, che comprende i parenti con i quali vengono sovente mantenuti i rapporti di convivenza nello stesso gruppo, con comunanza di interessi e di affari. Aspetti culturali da tener presenti: - forte senso di libertà, fierezza; - importanza fondamentale della famiglia e sua sacralità; - forte senso di identità, di appartenenza alla propria cultura e stile di vita. - gli ambiti culturali della nostra società e, in particolare la scuola, sono considerati spesso poco utili o avversi. Da parte di alcune famiglie Sinte, negli ultimi anni si avverte una maggiore attenzione al valore dell'istruzione dei figli e una maggior fiducia e apertura nei confronti della scuola.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” La non assimilabilità degli Zingari in forme di ortodossia cattolica, accanto alla non integrazione nella società - per la loro tenace difesa della propria identità ed autonomia - spingeva nei secoli scorsi la Chiesa al sospetto di eresia, di corruzione morale. Di fatto essi si trovarono confermati in “uno status” di esclusi, in quanto pericolosi per la comunità cristiana. Questa discriminazione ha favorito il porrajmòs, che nella lingua dei Rom significa "divoramento" e indica la persecuzione e lo sterminio che il Terzo Reich attuò nei loro confronti (si stimano più di 500.000 vittime). 87


Il Concilio Vaticano II segna la svolta decisiva della Chiesa nel suo rapporto con gli Zingari. Paolo VI, nel 1965, si recò pellegrino a Pomezia incontro agli zingari là convenuti come pellegrini da tutta Europa. Il gesto e il discorso del Papa fu un forte richiamo a tutta la comunità cristiana per realizzare concretamente la solidarietà e la fraternità nei confronti di coloro che in passato erano stati misconosciuti e disprezzati. L'aspetto religioso nei Rom e Sinti può essere considerato innato: essi, infatti, non hanno bisogno di cercare prove dell'esistenza di Dio, avvertono un forte senso della sua presenza, sentita e vissuta senza schemi, senza culto, senza sacerdozio, vivono una forte dipendenza dal Creatore, dal Padre, e avvertono un forte senso della precarietà e della provvisorietà. Questi sono aspetti positivi, ma tuttavia mancanti dei contenuti teologici che per la nostra cultura sono costitutivi di una religione. Non vivono, infatti, pratiche religiose e si pongono quasi completamente fuori dai riti proposti dalla Chiesa istituzionalizzata. A Dio il Rom si rivolge quando benedice o quando maledice, quando vuole allontanare la sofferenza o quando chiede aiuto e speranza. Dio è Devel è potente e buono. Lo Zingaro accetta il mistero e quello che dal mistero viene a lui: la vita, la morte, l'amore… La devozione alla Madonna, la Madre di Dio, rispecchia certamente la grande importanza, che essi danno alla maternità. Così la venerazione di alcuni Santi, si manifesta in pellegrinaggi imponenti o modesti, che giustificano viaggi e incontri con implicazioni familiari o economiche. I fastosi funerali con fiori e bande musicali, che onorano i loro morti, sono anche dimostrazione di prestigio familiare e occasione di coesione della famiglia estesa e del gruppo. A Bergamo, i Sinti si dichiarano in prevalenza cristiano cattolici; vi è anche però una piccola presenza di Rom ortodossi. Da circa 10/15 anni stanno prendendo forte posizione e potere tra i Sinti e Rom i Vangelisti, alcune persone al loro interno diventano guide e pastori molto seguiti dai propri gruppi etnici. Tali Guide zingare si pongono in forte contrapposizione nei confronti della Chiesa cattolica (imponendo ai pro-pri fedeli di togliere nelle proprie abitazioni ogni simbolo sacro di riferi-mento alla Chiesa, a Maria e ai Santi). I Vangelisti 88


zingari si ritengono dottrinalmente dentro gli alvei del Protestantesimo, ma di fatto non vi si ritrovano e dai Protestanti sono piuttosto lontani. Si assiste ultimamente, per un forte, tenace proselitismo, ma anche per impreparazione, al passaggio di molti zingari dal cristianesimo cattolico al Vangelismo gitano.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Da quanto è stato esplicato sopra si intuisce che questi gruppi non facciano alcun riferimento ad alcuna parrocchia. Si riferiscono a qualche chiesa locale, dove è per loro più facile essere esauditi nelle richieste. Sono pochi i Sinti e i Rom che, in ambito cristiano cattolico, chiedono i sacramenti dell'iniziazione cristiana. Oltre al Battesimo, forse solo il 30-40% chiede l'Eucarestia e accetta di perseguire una preparazione minima. La preparazione ai sacramenti non avviene comunque nelle Parrocchie, ma mediante degli Incaricati preposti alla loro specifica pastorale, che vanno in mezzo a loro: nei campi, i bambini ascoltano la Parola di Dio nei propri campi e seguono il catechismo. Si chiede soprattutto il Battesimo, che viene celebrato nelle parrocchie, ma in modo piuttosto privato, senza fare un cammino, una celebrazione comunitaria, un'esperienza di Chiesa. Si cerca, invece, di effettuare la celebrazione delle prime Comunioni e delle Cresime insieme ai coetanei della parrocchia con i quali si riesce a vivere qualche momento di incontro e di preghiera. Rom e Sinti non partecipano alla celebrazione della Messa, ma frequentano la chiesa solo in occasione di funerali, nei quali si vede una straordinaria partecipazione di tutta la comunità, che richiama un forte numero di parenti, amici, conoscenti. Il matrimonio come rito civile o religioso quasi non esiste: è una convivenza che, per tradizione, nasce da una fuga. Si ipotizza che solo il 10% dei matrimoni venga celebrato religiosamente. Si assiste anche a matrimoni tra ragazze “gagè”, cioè del nostro mondo, non appartenenti alla categoria sinta, e lunaparkisti sinti. Per gli eventi come nascite, battesimo, o Prime Comunioni si fanno 89


sempre grandi feste, molto partecipate da parte della famiglia allargata, di amici, conoscenti…

FESTE RELIGIOSE Il Natale e la Pasqua sono grandi feste, celebrate con grandi pranzi ma senza alcuna celebrazione religiosa. I Rom e i Sinti cattolici sono molto devoti alla Madonna e ai Santi. È loro tradizione, ogni anno, darsi appuntamento a grandi e famosi santuari per ritrovarsi in moltissimi insieme a lodare il Signore, Maria o i Santi. Frequenti sono i loro pellegrinaggi verso i luoghi della cristianità, che ricordano la vita di alcuni santi, quali S. Antonio da Padova, S Francesco di Paola, S. Rita da Cascia, S. Padre Pio, o luoghi legati al culto della Madonna come i santuari di Santa Maria de La Mer, Fatima, Lourdes, Montichiari, Medjugorie…

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Africa

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L'Africa è da sempre un continente in evoluzione e in costante movimento: la sua popolazione, nel corso dei secoli, è stata protagonista di movimenti migratori di diverso genere. A partire dal XVI secolo l'Africa fu terra colonizzata, per l'evidente disponibilità di risorse naturali e per la manodopera a basso costo: ne derivarono enormi vantaggi ai paesi colonizzatori, ma soprattutto danni economici e contraddizioni sociali per le popolazioni africane. Raggiunta l'indipendenza, molti stati africani conobbero diversi periodi di instabilità, spesso caratterizzate da lotte violente e guerre civili, giudicate eredità del periodo coloniale, ma che comunque resero difficile in molti stati una amministrazione autonoma e uno sviluppo graduale regolare. Gravi crisi socio-economiche, guerre civili e instabilità politiche, dagli anni '80 in avanti, hanno intensificato i flussi migratori, che sono stati interni ed esterni al continente e caratterizzati da un'estrema eterogeneità: migranti per ragioni economiche, lavoratori transfrontalieri, rifugiati politici. Tutto ciò ha contribuito a rendere il fenomeno dell'emigrazione complesso e frammentato. Molte sono le rotte transahariane che negli ultimi anni hanno reso ancora più percorribile la migrazione verso i paesi del nord, soprattutto Libia (fino alla guerra del 2011), Algeria e Marocco, che talvolta da luoghi di transito sono diventati luoghi di residenza. Ancor più rilevante è il numero di coloro che scelgono l'Europa come una delle mete predilette con la speranza di condizioni di vita migliori, ma anche per la memoria dei “legami”già esistenti con paesi ex colonizzatori. Per raggiungere questi ultimi molti migranti si affidano a quei meccanismi illegali delle tratte marittime verso Italia, Spagna e altri paesi del Mediterraneo che favoriscono talvolta esiti terribili: ricordiamo le tragiche immagini di incidenti mortali causati da imbarcazioni fatiscenti, spesso sovraccariche, o dalla scelta criminale di scafisti senza scrupoli, che pur di non essere sorpresi dalla guardia costiera abbandonano i clandestini in mare. Complicati e decisamente rischiosi sono i viaggi che molti degli africani compiono e altrettanto difficoltoso è il loro processo di integrazione. L'Italia diviene patria di emigranti provenienti soprattutto dal Magreb e da zone subsahariane perché facilitati nei loro percorsi migratori interni che sfociano direttamente sui Paesi mediterranei. Dei quasi 5 milioni di Africani nell'Unione Europea, circa un quinto si è 92


insediato in Italia. Dagli anni Novanta fino ad oggi, gli africani sono passati da quasi un terzo a poco più di un quinto della presenza straniera totale nel Paese: erano il 30,5% dei titolari di permesso di soggiorno alla fine del 1990, il 30% dei residenti stranieri alla fine del 2002, il 26% alla fine del 2005, il 22,4% all'inizio del 2009. Si tratta di almeno 1 milione di persone, considerando quelle in attesa di registrazione nei registri anagrafici. Circa mezzo milione di persone originarie del continente africano sono inserite come lavoratori dipendenti nel sistema produttivo italiano, e costituiscono quasi un quinto (17,6%) del totale degli occupati nati all'estero registrati dall'Inail, inclusi quelli che svolgono occupazioni stagionali. In generale, si può dire che gli africani realizzano una buona presenza nell'industria (41,7%), il settore che in Italia ha subito maggiormente gli effetti negativi della crisi mondiale. Consistente è ancora il numero di coloro che svolgono lavori decisamente umili e in condizioni di sfruttamento. Non vanno dimenticati i numerosi casi di sfruttamento sessuale delle donne, come ad esempio le nigeriane vittime della tratta. Questi aspetti mettono in evidenza come le condizioni di vita per una parte consistente degli immigrati sono sostanzialmente precarie e indegne. L'emigrazione rimane comunque per molti africani la principale strategia di sopravvivenza. Se inizialmente fu prerogativa soprattutto degli uomini, negli ultimi anni ha coinvolto anche le donne, sempre più autonome nelle attività di commercio ambulante e di assistenza domestica. Caratteristica degli africani di origine subsahariana è la tendenza a mantenere legami sociali, economici e culturali con i paesi d'origine e con i connazionali migrati altrove, rapportandosi con molteplici contesti e realtà socioculturali diverse. È così che molti di loro conducono una vita “multi-situata”, o dalla “doppia partecipazione”: questo in alcuni casi rende ancor più difficile il loro adattamento e inserimento nel nostro Paese, perché divisi fra due realtà (e due prospettive) estremamente differenti. Le rimesse hanno una consistente incidenza sul Pil, specialmente in alcuni Paesi (28% nel Lesotho, 10% nel Senegal e nel Togo, 9% in Capo 93


Verde). La Nigeria, da dove proviene un quinto dei migranti africani, è il principale ricettore di rimesse (9,5 miliardi di dollari nel 2008), seguita da Egitto (7,8 miliardi) e Marocco (5,7 miliardi). Dagli immigrati africani in Italia nel 2008 è stato inviato quasi 1 miliardo di euro (930 milioni, di cui la metà verso il Nord Africa). La tendenza, che però deve fare i conti con la crisi, è l'aumento della “bancarizzazione” degli immigrati africani, cioè del numero di coloro che intrattengono un rapporto con le banche. Nei casi presi in considerazione per questa ricerca abbiamo potuto conoscere vissuti segnati da dissimili processi di integrazione: è stato interessante soffermarsi sugli aspetti religiosi che alcune volte hanno facilitato l'instaurarsi di rapporti tra connazionali e con italiani. Nonostante la maggioranza degli africani che vivono sul territorio bergamasco sia di religione islamica, non è da trascurare la presenza in qualche caso consistente di cristiani, divisi tra cattolici, protestanti e copti ortodossi. Emerge subito la manifesta difficoltà nel poter trovare luoghi di culto o anche solo d'aggregazione: la mancanza di questi luoghi rende difficile l'auspicato dialogo interreligioso e il confronto culturale. Non è stato sempre semplice stabilire rapporti e individuare queste comunità perché molto frammentate o poco organizzate, ma grazie alla preziosa partecipazione e alla disponibilità di alcuni leaders abbiamo potuto tener conto di stati come l'Eritrea, l'Etiopia, l'Egitto, il Ghana, la Nigeria, la Costa D'Avorio e anche il Senegal che, pur essendo prevalentemente di religione musulmana, presenta una esigua minoranza di cristiani cattolici.54

54. Fonti dei dati (dove non diversamente indicato): CIA - The worldfact book 2010; Istat al 31/12/2010; Ismi al 01/07/2010. 94


Eritrea

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Asmara Popolazione: 5.939.484 ab. (stima 2011) Superficie: 117.600 km² Lingue ufficiali: tigrino, arabo, inglese Pil procapite: 600 $ (stima 2010) Età media: 19 Aspettativa di vita: 62

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 144 Femmine 114 Comune di Bergamo: Maschi 61 Femmine 50

Totale 258 Totale 111

Ismu aggiornati al 1/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 350 Irregolari 50 Totale 400

DA DOVE VENGONO E DOVE STANNO IN ITALIA Da fonti ufficiose emerge che provengono prevalentemente da Asmara. La grande maggioranza degli Eritrei in Italia vive a Roma e Milano, ma esistono tuttavia anche altre comunità eritree, di dimensioni meno significative, a Torino, Bologna, Genova, Verona, Varese, Bergamo, etc.

DOVE VIVONO IN ITALIA A BERGAMO E PROVINCIA La comunità di Eritrei, nella Provincia di Bergamo, è composta da più di 250 persone. Circa il 45% risiede in città (111), seguita da Zogno (18), Alzano Lombardo (14), Albino (11), Stezzano (11), Seriate /10). Negli altri paesi la loro presenza è frastagliata in poche unità.55

55. Fonte: ISTAT al 31/12/2010. 96


Il grafico illustra la presenza eritrea nei primi cinque comuni della bergamasca.

CARATTERISTICHE La storia dell'emigrazione eritrea è tra le più antiche rispetto ad altre presenti in Italia. I primi immigrati sono arrivati a partire dagli anni '60: di conseguenza la presenza di una seconda generazione adulta costituisce un tratto molto interessante che distingue questa comunità di immigrati eritrei da altre residenti in Italia. La storia dell'emigrazione eritrea verso il nostro Paese potrebbe essere suddivisa in quattro fasi. Nella prima fase, il periodo che va dall'inizio degli anni '60 a metà degli anni '70, si assiste ad un'emigrazione soprattutto femminile, la cui occupazione prevalente è il lavoro domestico. Nella seconda fase la guerra contro l'Etiopia crea nuove, difficili condizioni di natura economica e soprattutto politica e spinge gli eritrei ad emigrare verso Paesi, come il nostro, che possano offrire opportunità migliori. Questa fase, che va dalla metà degli anni '70 all'inizio degli anni '90, arricchisce la componente migratoria maschile ma suscita anche un'emigrazione dovuta a scopi di ricongiungimento familiare. Una terza fase, è quella che va dal 1991 fino al 1998, lasso di tempo in cui alcuni degli immigrati decidono di rientrare nel paese “liberato” per periodi limitati o definitivi. La quarta fase inizia intorno al 1998 con l'inizio della seconda guerra con l'Etiopia e prosegue fino ad oggi. Sono infatti ancora molti coloro che 97


arrivano a Bergamo chiedendo asilo per ragioni politiche. Anche se nel 2000 è stata firmata la tregua, il clima politico è rimasto teso e instabile e la pace risulta molto precaria. Il percorso migratorio degli Eritrei che hanno deciso di venire a vivere in Italia spesso non è casuale. Essendo l'Eritrea un ex colonia italiana, molti cittadini eritrei sono venuti in Italia per proseguire gli studi già iniziati in patria o per lavorare come domestici in famiglie italiane, per le quali già prestavano servizio. La presenza eritrea nella bergamasca è una delle più consolidate. I primi Eritrei sono arrivati a Sorisole e a Clusone già negli anni settanta. Le donne hanno iniziato a lavorare come domestiche, gli uomini - molti dei quali parlavano correttamente la lingua italiana - hanno trovato lavoro come muratori, meccanici e operai. La comunità eritrea, secondo fonti ufficiose, ha saputo integrarsi nella città di Bergamo, rispettando al tempo stesso la propria dignità e le norme e i valori culturali del paese ospitante. Alcuni di loro hanno potuto ottenere qualifiche professionali di maggior livello, guadagnandosi più indipendenza e miglior inserimento lavorativo. Forte è il legame mantenuto con la propria patria come dimostra l'impegno in progetti per sostenere i connazionali rimasti in Eritrea. DOVE SI RITROVANO Associazione Eritrei a Bergamo Aseb Presidente Andom Habtè. Cell. 329.7742573 Tel. 035.299276 e-mail: a.habte@alice.it Nata da soci fondatori eritrei e da soci sostenitori italiani, l'associazione, pur avendo perso una sede ufficiale, rimane integra e porta avanti i suoi obiettivi che sono quelli di sostenere la ricostruzione dell'Eritrea. Si ritrovano in media una volta al mese presso il Patronato San Vincenzo. Negli anni si sono realizzati micro progetti in Eritrea e ultimamente si è “adottata” una scuola tecnica professionale di Asmara, preoccupandosi del sostentamento economico e professionale di quest’ultima e creando 98


un network con altre scuole professionali di Bergamo. Circa una volta l'anno è previsto un convegno con il Console della sede di Milano che coinvolge anche il Comune di Bergamo, la Provincia e il territorio bergamasco. Molti membri dell'associazione si spostano nelle diverse città della Lombardia per incontri con le varie comunità eritree.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Le principali religioni praticate in Eritrea sono quella Islamico-Sunnita musulmana 50%, quella Cristiano-Ortodossa copta 45%, quella Cattolica e quella Protestante 5%, in aggiunta ad una piccola minoranza Animista. L'Eritrea si convertì al cristianesimo nel IV secolo d.c., entrando nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente. Per i forti legami con l'Egitto la Chiesa di Eritrea ha seguito quella copta. Tra il '400 e il '500 l'Eritrea settentrionale e la zona costiera finirono sotto il dominio ottomano e divennero islamiche. L'altipiano centrale e la linea dietro la costa rimasero invece cristiani. Gli immigrati che arrivano in Italia sono in gran parte di tradizione ortodossa. La Chiesa ordodossa eritrea è la più giovane tra le chiese orientali ortodosse, ed è sorta nel 1993, dopo il raggiungimento dell'indipendenza dell'Eritrea dall'Etiopia. La Chiesa conta circa due milioni di fedeli che vivono in Eritrea, Europa e Nord America. Vi sono anche cattolici e protestanti evangelici. Purtroppo tutti i rapporti sulla libertà religiosa, compreso l'ultimo del dipartimento di Stato americano, quelli di Christian Solidarity Worldwide e di Human Rights Watch denunciano che l'Eritrea è il Paese con il maggior numero di prigionieri di coscienza, 40.000, e lo Stato africano con il maggior numero di cristiani, 3.000, perlopiù evangelici, incarcerati a causa della fede.56

56. “Avvenire” 26/05/2011. 99


DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Cattolici Suore Orsoline di Gandino in via Masone 25, Bergamo Celebrazione: seconda domenica del mese dalle 9.00 messa in rito jiz, alla quale partecipano circa 80/100 persone. Celebrante: frate Valentino Woldemariam, cappuccino della parrocchia interna degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Per calendario celebrazioni: Don Massimo Rizzi, Direttore Segretariato Migranti della diocesi di Bergamo Tel. 035.4598470 Referente: Hagos Eyasu. Cell. 340.5088028 Copti ortodossi Chiesa ortodossa Eritrea Via Ippocrate, 45 Milano Liturgia: domenica dalle 7.00 alle 12.00 Evangelici - Pentecostali Pastore Salomon Getaneh, etiope residente ad Albino, Tel. 035.754164. Parrocchia di S. Anna a Bergamo Culto: domenica 10.00 - 13.00 Studio Bibbia: mercoledĂŹ e sabato 18.00 - 20.00 Gruppo di circa 25 persone tra eritrei ed etiopi. FESTE RELIGIOSE Cattolici Gli eritrei cattolici seguono lo stesso calendario gregoriano uguale a quello dei copti, in base al quale festeggiano: Natale: 7 gennaio. Pasqua: la data varia ogni anno, ma ogni quattro anni coincide con la Pasqua cattolica. Immacolata: nel mese di novembre. Madonna della Misericordia: nel mese di febbraio. Festa dei Santi: nel mese di maggio. Queste festivitĂ solitamente vengono celebrate dalle Suore Orsoline di via Masone o nelle case private. 100


Etiopia

Forma di governo: Repubblica Federale Capitale: Addis Abeba Popolazione: 90.873.739 ab. (stima 2011) Superficie: 1.104.300 km² Lingua ufficiale: Amarico e tigrino Pil procapite: 1000 $ (stima 2010) Età media: 17 Aspettativa di vita: 56

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 105 Femmine 135 Totale 240 Comune di Bergamo: Maschi 39 Femmine 55 Totale 94 Ismu aggiornati al 1/07/2010 Provincia di Bergamo Regolari 270 Irregolari 30 Totale 300 DA DOVE VENGONO Difficile è stabilire la provenienza dei flussi migratori etiopi, si sa però che molti di loro, secondo fonti ufficiose, provengono dalla capitale Addis Abeba. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA La comunità etiope in tutta la provincia di Bergamo è composta ufficialmente da 240 persone la maggior parte delle quali risiede in città (94). Gruppi meno consistenti vivono in provincia, particolarmente a Seriate (26), Nembro (13), Osio Sotto (9), Treviolo (8). Il grafico illustra la presenza etiope nei primi cinque comuni della bergamasca.

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CARATTERISTICHE Nello scenario italiano, sempre più caratterizzato da una compresenza etnica consistente, la comunità etiope costituisce una piccola collettività. Fino agli anni Novanta l'Italia ha rappresentato per gli Etiopi solo una terra di passaggio, un luogo facilmente raggiungibile nel quale avviare le pratiche per una successiva partenza verso mete privilegiate (Canada, USA e Nord Europa) che offrivano maggiori garanzie di stabilità e inserimento lavorativo e sociale. Vari motivi (le ridotte possibilità economiche, le vicende delle guerre, problemi politici, la nascita di figli etc) hanno avviato il graduale stanziamento di gruppi etiopi in Italia. Fin dall'inizio i flussi migratori furono caratterizzati da una prevalenza femminile alla quale si aggiunse in seguito quella maschile. La stragrande maggioranza delle donne giunge in Italia per la crescente richiesta di manodopera nel settore domestico; il più delle volte l'impiego come badante, baby sitter o come collaboratrice domestica viene vissuto dalle donne etiopi come un'occupazione di passaggio per poi intraprendere altre attività, per le quali spesso hanno svolto un percorso formativo in patria, oppure come mezzo di sostentamento al fine di continuare gli studi. Quasi sempre i progetti iniziali sono costretti ad essere riveduti alla luce degli alti costi della vita in Italia. Proprio a causa di ciò le donne etiopi finiscono per lavorare a tempo pieno, riducendo drasticamente il proprio tempo libero. DOVE SI RITROVANO La comunità etiope ha difficoltà nel trovare un luogo di culto o d'aggregazione nella città di Bergamo o nelle cittadine limitrofe. La mancata disponibilità di spazi costringe loro a spostarsi a Milano per celebrare la Messa o per festeggiare eventi religiosi particolari. Per feste di compleanno o occasioni simili si ritrovano in case private.

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LA “GALASSIA RELIGIOSA” Per quanto riguarda la diffusione delle fedi religiose in Etiopia (secondo il censimento del 2007) i musulmani costituiscono il 33,9%, gli ortodossi di rito etiopico (copti) il 43,5%, i protestanti il 18,6%, gli animisti il 2,6%, i cattolici lo 0,7%, altre confessioni lo 0,7%. I cristiani ortodossi sono predominanti nell'Etiopia centrale e settentrionale, quelli protestanti compongono larga parte della popolazione dell'Etiopia meridionale e occidentale, insieme ad una minoranza di cristiani ortodossi. Una piccola e antica comunità di ebrei, i Falascia, vivono nel nord ovest dell'Etiopia, anche se molti appartenenti alla comunità si sono trasferiti in Israele negli ultimi decenni. Recentemente anche l’Etiopia, finora una sorta di oasi di convivenza tra le diverse religioni, è stata protagonista di scontri religiosi. Nell'ovest del Paese si sono verificate distruzioni di chiese protestanti, di case di predicatori evangelici e di diverse abitazioni ad opera di un gruppo di estremisti islamici.57 Sia in Etiopia che sul territorio italiano vi è una forte prevalenza di copti ortodossi. La Chiesa copta etiope nacque nel 640 d.C e fu legata fino al 1948 alla Chiesa copta egiziana. Tale Chiesa presenta evidenti influssi della tradizionale fede ebraica, come la circoncisione, la celebrazione della festività settimanale del Sabato, la separazione della carne pura ed impura, la presenza dell'Arca dell'Alleanza ad Axum. Per quanto riguarda il territorio bergamasco, secondo fonti del tutto ufficiose, vi è la percezione che gli Etiopi qui presenti siano per lo più evangelici, copti ortodossi e cattolici, mentre solo una esigua minoranza sia musulmana.

57. “La stampa” 29/03/2011. 104


DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Cattolici I cattolici dovrebbero partecipare con gli Eritrei alla messa presso le Suore Orsoline di Gandino in via Masone 25 a Bergamo, ma in realtà molti frequentano la celebrazione degli evangelici c/o Oratorio di Sant’ Anna in Bergamo. Copti ortodossi I copti etiopi non hanno un luogo di culto a Bergamo e neppure a Milano.58 Evangelici - Pentecostali Oratorio di S. Anna in Bergamo Pastore Salomon Getaneh, etiope, residente ad Albino Tel. 035.754164 Culto: domenica 10.00 - 13.00. Studio Bibbia: mercoledì e sabato 18.00 - 20.00.

FESTE RELIGIOSE Cattolici e evangelici Festeggiano Natale e Pasqua. I cattolici etiopi festeggiano anche i patroni S. Frumentios e S. Georges. Copti Quasi tutta la comunità copta fa riferimento ad un proprio calendario, denominato alessandrino, utilizzato dalla Chiesa copta ortodossa in Egitto e in Etiopia. Tale calendario è costituito da 12 mesi di 30 giorni ciascuno, seguito da un “mese” intercalare alla fine dell'anno, della durata di 5 o 6 giorni (in base all'anno bisestile). Il primo dell'anno corrisponde con l'11 settembre del nostro calendario gregoriano e con il 12 settembre negli anni bisestili. 58. Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano. 105


A seconda di questo calendario variano anche le festività religiose che sono: Natale (Genna): 7 gennaio. Epifania (Timkat): 19 gennaio. L’Epifania è la festa del Battesimo, nella quale i fedeli ricordano il battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano e nella quale ciascuno rinsalda i vincoli del primo Battesimo. Durante questa occasione, le processioni (in patria a Lalibella), traslano le Tabot, che sono delle tavolette in legno fatte ad immagine di quelle che dovrebbe contenere l'Arca dell'Alleanza. Il rito termina quando il primo raggio di sole valica le cime delle montagne ed illumina l'acqua di un pozzo a forma di croce: allora l'Abuna immerge una croce nell'acqua e, subito dopo, vi immerge una candela consacrata in modo da santificare l’acqua. Pasqua (Fasika): ad aprile o maggio. Festa della Madonna: ad agosto. Festa dei Santi: viene celebrata ogni mese a seconda del Santo. Nel caso di Milano viene festeggiato San Gabriele due volte l'anno, il 26 luglio e il 29 dicembre e San Giorgio l'1 maggio. Festa della Croce (Meskal): 27 settembre. Per gli Etiopi copti è di grande rilevanza festeggiare i Santi e in occasioni particolari vengono organizzate comitive che raggiungono altri capoluoghi italiani, come per la festa di San Michele a Torino, o per la festa di Sant'Antonio a Padova, e la festa della Madonna (Santa Maria) a Roma.

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Egitto

Forma di Governo: Repubblica presidenziale (sotto governo militare) Capitale: Cairo Popolazione: 82.079.636 ab. (stima 2011) Superficie: 1.001.450 km² Lingua ufficiale: arabo Pil procapite: 6.200 $ (stima 2010) Età media: 24 Aspettativa di vita: 73

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 1.931 Femmine 823 Totale 2.754 Comune di Bergamo: Maschi 120 Femmine 37 Totale 157 Ismu aggiornati al 1 /07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 2.830 Irregolari 420

Totale 3.250

DA DOVE VENGONO Non ci sono luoghi principali di provenienza: gli Egiziani presenti a Bergamo provengono da ogni parte dell'Egitto, da Alessandria a Luxor. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA La maggiore comunità egiziana risiede a Treviglio (676) seguita da Caravaggio (308), Bergamo città (157), Pontirolo Nuovo (108) e Verdellino (105). Queste sono le comunità più numerose, ma possiamo constatare che gli Egiziani sono sparsi su tutto il territorio provinciale: la loro presenza è rilevata in ben 125 comuni bergamaschi. Il grafico illustra la presenza egiziana nei primi cinque comuni della bergamasca.

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COSA LI CARATTERIZZA L'emigrazione egiziana è caratterizzata da diverse ondate migratorie distribuite dagli anni '60 fino ai nostri giorni. Durante la prima fase e soprattutto negli anni '70 a seguito della politica delle “porte aperte” adottata da Sadat come valvola di sfogo per la disoccupazione e fonte di rimesse dall'estero, gli Egiziani iniziarono ad emigrare verso l'Italia, in città come Roma e Milano, in attesa di spostarsi verso altri paesi europei. È dalla seconda metà degli anni '70 che venne a costituirsi a Milano, una comunità egiziana stabile, con l'arrivo di giovani prevalentemente maschi e con buon livello di scolarizzazione che vennero occupati nel settore dell'edilizia. Dalla fine degli anni '80 il flusso migratorio aumentò sia per una nuova ondata di emigrati a cui vennero precluse le mete tradizionali dei Paesi arabi del Golfo, sia per effetto dei ricongiungimenti familiari resi più facili con le leggi della sanatoria. In questa fase crebbe il numero di scienziati e tecnici rispetto al numero complessivo di emigrati, mentre diminuì la quota dei lavoratori non qualificati. Dagli anni '90 ai giorni nostri il flusso è continuato a crescere moderatamente. A Bergamo come nel resto d'Italia, gli Egiziani presentano medi e alti livelli di scolarizzazione alla ricerca di un lavoro stabile e di una migliore qualità della vita. La stabilizzazione e la regolarizzazione porta al ricongiungimento dei nuclei familiari. Rispetto alle altre comunità nordafricane la percentuale di donne e minori è più alta e numerosi bambini sono nati in Italia. Dal punto di vista dell'inserimento nel mondo del lavoro a una prima fase di occupazione più o meno precaria e transitoria segue una fase di stabilizzazione in diversi settori di attività: ristorazione e settore alberghiero, servizi alle persone e lavoro dipendente nella piccola industria manifatturiera e nell'edilizia. Il buon livello di istruzione, assieme ad una cultura islamica più “moderna” e ad una capacità di interazione con il contesto locale, hanno consentito un'integrazione attiva e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali. Si rivela in particolare una rilevante capacità imprenditoriale nel gestire piccole aziende di servizi (pulizia, trasporti, importexport, ristoranti e tavole calde). 109


Il decimo rapporto regionale ORIM evidenzia che in Lombardia al 1 luglio 2010 c'è una presenza di Egiziani uomini occupati nei mestieri artigianali per il 17,4%, occupati come operai edili per il 13,9% e di addetti alle pulizie per il 10,5%. Dal “Nono rapporto sull'immigrazione straniera nella provincia di Bergamo” si rileva che il 76,8% degli Egiziani risulta occupato o in cassa integrazione a fronte di un 11,5% di disoccupati. Da notare inoltre un aumento, da marzo 2005 a marzo 2010, del 137,5% di imprese individuali con titolari di nazionalità egiziana.59 DOVE SI RITROVANO La presenza di Egiziani a Bergamo risale agli inizi dell'immigrazione, quindi molti sono pienamente integrati nel contesto sociale di residenza. Non sono state individuate, pertanto, associazioni o luoghi di aggregazione degli immigrati egiziani a Bergamo. La “GALASSIA RELIGIOSA” In Egitto circa il 90% della popolazione egiziana è di fede musulmana, mentre il rimanente 9% è costituito da cristiani copti e l'1% da cristiani cattolici. I cristiani sono sempre più in diminuzione e lamentano crescenti discriminazioni da parte dei musulmani e del governo egiziano che li inducono ad emigrare. Tali discriminazioni continuano anche dopo la destituzione di Mubarak agli inizi del 2011che ha determinato un aumento di violenze contro i cristiani ortodossi copti con aggressioni e distruzioni di chiese con morti e feriti. La Chiesa Ortodossa copta è la più importante e rilevante minoranza cristiana del Paese con un maggior numero di fedeli, mentre il Patriarcato di Alessandria è una delle più antiche e storicamente importanti sedi apostoliche. La Chiesa copta è erede del millenario monachesimo egiziano - in questa terra sono vissute figure come san Paolo di Tebe (c. 230-c. 335), considerato dalla tradizione cristiana il primo eremita; sant’Antonio abate (c. 251-357), reputato il fondatore del monachesimo cristiano; e

59. CCIAA Bergamo 110


san Pacomio (292-348), celebrato come padre del cenobitismo -, di cui mantiene ancora le antiche istituzioni monastiche, ed è sede di istituzioni teologiche e accademiche, con una presenza diffusa in una diaspora a livello mondiale. La valutazione del numero dei copti è un compito di una certa difficoltà: tale numero è tenuto forzatamente basso dalle statistiche ufficiali egiziane; il censimento del 1986, per esempio, ne dichiara 3.300.000. Di fronte alle manipolazioni degli addetti al censimento, e alle strategie di riservatezza degli stessi copti per assicurare la protezione dell’anonimato, gli stessi studi specialistici sulle minoranze cristiane in Medio Oriente non riescono a trovare un accordo e presentano cifre che oscillano fra i cinque e i nove milioni, ovvero fra il sei e il dieci per cento della popolazione egiziana. La Chiesa copta in Italia ha trovato un ambiente non ostile che permette dialogo e incontri ecumenici con altre religioni cristiane; vede la presenza oggi di due vescovi copti residenti, un monastero a Lacchiarella (MI), più una decina di parrocchie funzionanti in tutta Italia. DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Copti Ortodossi Chiesa piccola vicino oratorio di S. Tomaso de' Calvi Via S. Tomaso de' Calvi Bergamo Celebrante: padre Domadios Youssef Culto: sabato 9.30 - 12.30 I frequentanti sono circa 200 persone, non tutte sempre presenti perchè il sabato per molti è un giorno lavorativo. Il giorno di sabato è stato necessario per permettere la presenza di Padre Domadios che viene da Milano. I copti egiziani di Bergamo sono alla ricerca di un luogo di culto proprio. Monastero di San Shenuda Via Garibaldi, 3 Lacchiarella (MI) tel. 02.90030004 Messa: da lunedi a sabato 7.00 - 8.30, domenica 6.00 - 8.30 Chiesa copta di Santa Maria e di Sant'Ambrogio Via per Bresso, 4 Cinisello Balsamo (MI) tel. 02.66010507 Messa: sabato, mercoledi, venerdì 7.00 - 8.30 / domenica: 7.00 - 9.30 111


Catechesi e vespri: sabato 16.00 - 20.00 / domenica 17.00 - 20.00 Lodi e canti: martedi 19.00 - 20.00. Nel mese di giugno messa tutti i giorni 8.00 - 9.30 fino alla festa di S. Pietro e S. Paolo. Riferimento per copti di Bergamo e Milano: padre Raffaele 338.4661005

FESTE RELIGIOSE Copti Natale copto: 7gennaio. Pasqua copta: la cui data varia ogni anno, ma ogni quattro anni coincide con la Pasqua cattolica. Festa della Madonna: 22 agosto. Festa del Santo celebrata secondo il calendario di festeggiamento del Santo. Altre feste sono simili ai copti etiopi / eritrei.

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Ghana

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Accra Popolazione: 24.931.300 (stime 2011) Superficie: 238.500 Km² Lingua ufficiale: Ethnologue ha classificato nello Stato ben 79 lingue; tra le quali le più diffuse (dopo ovviamente la lingua inglese, ufficiale) sono akan, mole-dagomba, ewe, ga ed infine twi. PIL pro capite: 2.500 $ (stima 2010) Età media: 21 Aspettativa di vita: 61

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PREMESSA Il Ghana è stato il primo Paese dell'Africa nera a raggiungere il traguardo dell'indipendenza in modo pacifico nel 1957. Sotto il regime coloniale inglese il termine Costa d'Oro passò a indicare l'intero Ghana attuale. La Costa d'Oro era considerata la colonia inglese dell'Africa occidentale più sviluppata dal punto di vista economico e culturale. Vennero costruite infrastrutture e impianti industriali. Si sviluppò una borghesia africana liberale ed istruita. Tra il 1919 e il 1927 il Ghana ebbe la fortuna di essere governata da Sir Frederick Gordon Guggisberg, uno dei migliori amministratori coloniali del periodo, che promosse lo sviluppo sociale e introdusse i primi timidi elementi di partecipazione politica nel Paese. La fine della seconda guerra mondiale vide in Ghana la nascita nel 1947 dell'United Gold Coast Convention (UGCC), primo partito politico del paese, espressione dell'elite colta e benestante. Grazie al carisma del segretario del partito, Kwame Nkrumaha e all'abilità politica dei suoi sostenitori si arrivò all'indipendenza. Da allora, su proposta di Nkrumah, fu adottato il nome di Ghana. Da tempo è una Repubblica Presidenziale con una forte stabilità politica, che è situazione anomala rispetto alle altre nazioni confinanti, spesso tormentate da guerre civili interne. Questa caratteristica è stata riconosciuta dagli organismi mondiali che hanno affidato alti incarichi a personalità ghanesi (per esempio Kofi Atta Annan ex segretario dell'ONU) e hanno finanziato importanti progetti, non solo umanitari, in Ghana. Grazie a questi aiuti il Ghana è il Paese con l'aumento del PIL maggiore tra i Paesi africani. Il dottor Marcello Moro, attuale Assessore al personale, servizi anagrafici e cimiteriali ed innovazione tecnologica del Comune di Bergamo è stato nominato dal 2002 Console Onorario del Ghana.

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 1.078 Femmine 857 Totale 1.935 Comune di Bergamo: Maschi 224 Femmine 166 ISMU aggiornati al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 2.200 Irregolari 250

Totale 390

Totale 2.450

DA DOVE VENGONO Non disponiamo di informazioni statistiche riguardo le zone di provenienza. In base alle informazioni raccolte Accra risulta essere la località di partenza di un gran numero di persone, ma molte provengono anche dalle zone costiere del Ghana. In minor misura sembrano provenire dalle regioni del Nord. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio provinciale, i Ghanesi sembrano prediligere Bergamo (390) con il suo hinterland, Seriate (165) e Ponte San Pietro (84). Si registrano però presenze in ben 119 Comuni bergamaschi.

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Il grafico illustra la presenza ghanese nei primi cinque comuni della bergamasca.

COSA LI CARATTERIZZA I Ghanesi sono il secondo collettivo sub-sahariano più numeroso presente in Lombardia (preceduti dai Senegalesi) e il quinto di tutto il continente africano. Si stima che i Ghanesi ultra quattordicenni presenti in 60 Lombardia tra regolari e irregolari siano 15.050 persone. Il tasso di irregolarità è uno dei più bassi tra i principali gruppi immigrati: l'1,3% circa, corrispondente a 1.480 persone senza permesso di soggiorno. Dai dati della questura di Bergamo risulta essere molto bassa la percentuale di denunce a carico di Ghanesi per reati vari. Le stime sulle presenze ghanesi, regolari e irregolari, in Lombardia a luglio 2010 confermano l'accentramento maggioritario nella provincia di Brescia (6.800), seguito a netta distanza dalla provincia di Bergamo (2.450) e poi da Como (1.600) e Mantova (11.600). Per quanto riguarda le forme di lavoro sembra venga privilegiato il rapporto di lavoro dipendente. La maggioranza è costituita da addetti senza qualifica, seguiti dai qualificati, e da un esiguo numero di specializzati. Tra i settori si nota una netta prevalenza di occupati in quello delle pulizie, seguito da quello dell'industria metalmeccanica. 60. Decimo rapporto regionale ORIM, 2010. 116


Per quanto riguarda, invece, il mondo del lavoro autonomo e delle piccole imprese, la maggioranza delle attività sono avviate nel settore del Commercio all'ingrosso e al dettaglio, seguiti da quello delle costruzioni. DOVE SI RITROVANO Associazione Ghanese Via Torquato Tasso, 55 Bergamo Presidente: Anim Andrews tel 035.235126 cell. 389.0914086 mail: andrewsanim@hotmail.com LA “GALASSIA RELIGIOSA” La costituzione del Ghana garantisce la libertà di religione. Il censimento del 2002 indica che le principali confessioni religiose praticate in Ghana sono il Cristianesimo (68,8%), l'Islam (15,9%) e la religione tradizionale animista (8,5%). Una percentuale significativa (6,1%) non ha alcuna appartenenza religiosa. I cristiani sono concentrati soprattutto nelle regioni meridionali, terra dei primi insediamenti coloniali, dove è stanziata la maggior parte della popolazione; tuttavia va precisato che spesso molti ghanesi che si dichiarano cristiani mantengono parallelamente alcuni culti animisti. La religione Islamica è diffusa principalmente nell'entroterra più settentrionale. In generale il cittadino ghanese sente molto l'importanza della religione nella propria vita: non esiste un incontro pubblico o privato che non prenda avvio e termini con una preghiera legata all'avvenimento. L'elemento più caratteristico dei Ghanesi a Bergamo, è la frammentazione della comunità nelle varie confessioni religiose cristiane. Questo implica che la vita sociale degli immigrati ghanesi ruota soprattutto attorno a molte, piccole comunità religiose (a prescindere dai legami delle realtà di provenienza) che si costituiscono nel nuovo contesto bergamasco in base alla disponibilità di spazi per i raduni e alla vicinanza delle loro residenze. Nelle varie funzioni religiose è evidente lo stretto legame tra il rito e la vita quotidiana dei fedeli. Molte funzioni terminano con il pranzo comune della comunità religiosa e ogni avvenimento personale è motivo per far festa. Spesso questi festeggiamenti sono allietati da canti e danze. 117


DOVE E QUANDO SI RITROVANO PER IL CULTO Protestanti Chiesa Evangelica di Bergamo Via Roma 2/B, Bergamo Culto: domenica ore10.45 Referente Anim Andrews tel. 035.235126 cell. 389.0914086 e-mail: andrewsanim@hotmail.com Fanno capo a questa chiesa circa circa 200 persone oltre che ghanesi anche della Costa d'Avorio, del Sud America e italiani. Christ Redemption Church Christian Followship International (evangelica) Centro Sportivo Costa di Mezzate (Bg) Pastore Asare cell. 329.4635879 asarejnr@yahoo.com Culto: domenica 10.00 -13.00. Nessun altro incontro per problemi di costo di affitto della sala. Fanno capo a questa chiesa circa 35 persone tutte provenienti dal Ghana. Peace & Love Evangelistic's Church (protestante) Via Toniolo, Gorle (Bg) Pastore Francis Opoku cell. 339.1008687 Culto: domenica 10.00 -13.30. Studio Bibbia: martedì 19.00 - 20.00 Preparazione messa: Venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 100 persone di diversi paesi africani: Ghana, Nigeria, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Camerun. Church of Pentecost (pentecostale) Chiesa Beata Vergine del Buonconsiglio Chiesa piccola di fronte comune di Seriate (in estate) Oratorio Villaggio Sposi (durante l’anno scolastico) Referente: Elder Antwi Charles Via G. Rossa 13, Treviolo cell. 328.4671376 Culto: domenica 9.00 - 13.00 Studio Bibbia: mercoledì e venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 200 persone ghanesi e nigeriane. 118


Berean Baptist Church (evangelica) Oratorio di Colognola, via S Sisto 6, Bergamo Pastore: Korsah Alexander cell. 320.2681579 Culto: domenica 10.30 -12.30 Incontri: venerdì e sabato 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 30 persone ghanesi e nigeriane. The Apostolic Church (evangelica) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Elder Ayisi cell. 389.8937702 Culto: domenica 9.30 -13.00 / 15.00 -18.00 Studio Bibbia: mercoledì - venerdì 20.30 - 21.30 Preghiera: ultimo venerdì del mese 21.30 - 24.00 Prove musicali: sabato 16.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone tutte ghanesi. Christ Victory Church (evangelica-pentecostale) Centro Sportivo di Seriate, Corso Roma 1 Pastore: Tetteh Sam cell. 329.9299512 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Fanno capo a questa chiesa circa 60 persone ghanesi e nigeriane. Apostolic Church of Christ (evangelica) Parrocchia di Campagnola, Bergamo Pastore: Micheal Abe cell. 320.9508555 Culto: domenica 10.00 - 13.30 Prove coro: giovedì o sabato Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone ghanesi e nigeriane. Trynity Baptist Church (evangelica-pentecostale) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Saviour Koju Cell. 320.9539956 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Studio Bibbia: Martedì. Preghiera: venerdì. *Vedi nota a pagina 55. 119


Fanno capo a questa chiesa circa 60/65 persone di diverse nazionalità (Ghana, Nigeria, Camerun, Kenya, Romania e Italia). Christ apostolic Church W.O.S.E..M Via IV Novembre 67, Ponteranica (Bg) Corso Italia 79, Darfo (Bs) Pastore Babalola Famuyide cell. 320.3186081 e-mail: cacwosembg@cheapnet.it Culto: domenica 9.30 - 13.30 Incontri: mercoledì 10.00 -12.00 / venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 200 persone di nazionalità ghanese e nigeriana. Christ centered Church (protestante) c/o Hotel Maxxi, Treviolo (Bg) Pastore Charles Ofori cell. 328.1808780 Culto: domenica 10.30 - 12.00 Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone di nazionalità ghanese, nigeriana, ivoriana e italiana. Christ Ambassadors Ministry (evangelica) Via Dossi, Villa di Serio (Bg) c/o Centro Sociale Pastore Isaac Appah cell. 329.9415960 Culto: domenica 11.00 - 13.00 Fanno capo a questa chiesa circa 20 persone ghanesi e nigeriane. Family Prayer Fellowship (evangelica) Via Corridoni 85/b, Bergamo Pastore Henry Omagu cell. 393.6358077 e-mail: familyprayerfellowshipbgitaly@yahoo.com Culto: domenica: 9.00 -12.00. Prove: sabato: 14.00 -17.00. Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone ghanesi, nigeriane e italiane.

*Vedi nota a pagina 55. 120


Calvary victory international ministry (evangelica) Via S.Francesco 63, Cividino (Bg) Pastore Joe Decker cell. 320.7254124 mail: desmondjoedecker@gmail.com Culto: domenica 9.00 - 12.00. Studio Bibbia: mercoledì 19.30 - 21.30 Preghiera: venerdì 19.30 - 21.30 Fanno capo a questa chiesa circa 100/120 persone ghanesi, nigeriane, della Sierra Leone, del Kenya e delle Seycelles. Assemblies of God (evangelica) Via Pascoli 7, Pedrengo (Bg) Pastore Israel cell 320.6312554 Culto: domenica 10.30 - 13.0. Studio Bibbia: mercoledì Incontro preghiera: Venerdì. Preparazione messa: sabato Fanno capo a questa chiesa circa 80/100 persone provenienti dal Ghana, dalla Nigeria, dal Togo, dal Kenya e dall’Italia. Solid Believers Ministry (evangelica) Oratorio Colognola, Via S. Sisto 6 Bergamo Pastore Eric Ameyibor cell. 327.2323232 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Incontri: venerdì e sabato 18.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 35 persone ghanesi, nigeriane e italiane. Power & Soul winner ministry (evangelica-pentecostale) Via Piave 16, Treviglio (Bg) Pastore Frank Hajie Kamara cell. 320.3464590 / 389.0276451 mail: borbor208@yahoo.com Referente: Obilo Shepherd cell 327.0105488 mail: obilosheperd@yahoo.com Culto: domenica 9.00 - 12.00 Fanno capo a questa chiesa circa 70 persone provenienti dal Ghana, dalla Sierra Leone, dalla Nigeria e dall’Italia.

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Gospel Power Ministries solution center (evangelica) Via Sardegna, Bergamo Pastore Osay Patrick cell. 380.6849781 mail: gospelpowermini@yahoo.com Culto: domenica 10.00 -13.00 Studio Bibbia: mercoledĂŹ 18.00 - 19.30 Preghiera: venerdĂŹ 18.00 - 19.30 Prove musicali: sabato 16.00 -18.00 Fanno capo a questa chiesa circa 150 persone ghanesi e nigeriane. Divine Assurance Ministry (evangelica-pentecostale) Via Furietti 21, Bergamo* Pastore Rotimi Oteniya cell 320.7696790 e-mail: rotimioteniya@hotmail.com Culto: domenica 10.00 -13.30 Durante la settimana si incontrano nelle rispettive case. Fanno capo a questa chiesa circa 20/25 persone ghanesi e nigeriane. Unique Christian Pentecostal Assembly (protestante) Via Locatelli 8, Villa di Serio (Bg) c/o chiesa piccola dell'oratorio Pastore Christian cell. 329.5490943 Preparazione e celebrazione: domenica 10.00 - 12.30 Studio Bibbia: martedĂŹ 18.00 -19.00 Fanno capo a questa chiesa circa 20/25 persone ghanesi e nigeriane. Christ Heritage Church (evangelica) Via dei Carpinoni, 20 Bergamo Referente Paul Bio cell. 329.9479615 Culto: domenica 9.30 - 12.30 Fanno capo a questa chiesa circa 20 persone tutte ghanesi. Faith Gospel Center Church (pentecostale) Via Corridoni 85, Redona Bergamo Pastore Frank Agyemang cell. 389.7846263 *Vedi nota a pagina 55. 122


Culto: domenica 10.30 - 13.30 Preghiera: lunedĂŹ19.00 - 21.00 Studio Bibbia: mercoledĂŹ 19.00 - 21.00 Fanno capo a questa chiesa circa 40 persone ghanesi, nigeriane e ivoriane. Christ Apostolic Church international (pentecostale) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Elder Isaac Nsiah cell. 333.5770417 Culto: domenica 9.00 -12.30 Preparazione culto: sabato 20.00 - 21.30 Fanno capo a questa chiesa circa 12 persone tutte ghanesi. Sacred Action Church of Italy (evangelica) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Billy Jean Acquah cell. 389.7846263 Culto: domenica 9.00 - 12.30 Incontro: sabato 21.00 - 22.00 Fanno capo a questa chiesa circa 30/35 persone ghanesi, ivoriane e italiane. Chiesa cristiana avventista del settimo giorno (protestante) Via Morali 8, Bergamo Pastore Badica Vincenzo cell. 328.5414938 VenerdĂŹ al tramonto 19.30 - 20.00 ritrovo+cena / Culto: 20.30 - 22.00 Sabato: Scuola del sabato divisione in gruppi 9.30 - 10.45 Culto: 10.45 - 11.30 Sermone: 11.30 - 12.30 (Agape) Condivisione cibo: 13.00 - 14.00 aperto a tutti Gruppi di studio con diversi argomenti: 15.00 - 16.30 Gruppo scout per i giovani (AISA): 15.00 - 16.30 Ritrovo conviviale: 16.30 Cena: 20.00 - 22.30

*Vedi nota a pagina 55. 123


Sono iscritti a questa chiesa circa 185 persone di 15 nazionalità diverse anche se le presenze sono circa 220. Le principali nazionalità sono: Italia, Ghana, Romania, Ucraina, Russia, Svizzera, Inghilterra, Ecuador, Perù, Brasile, Cuba, Mauritius The New Life Mission Via Cabrini 12, Bergamo* Pastora Akosua Adu Elizabeth cell. 329.3278057 Culto: domenica 14.00 - 16.30 Preghiera: sabato 18.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 20 persone tutte ghanesi. Word of faith Church Sala Comunale Valtesse, Bergamo Pastore Isaac Aye cell. 347.0378971 Fanno capo a questa chiesa circa 100 persone ghanesi e nigeriane. FESTE RELIGIOSE Tutte le chiese protestanti festaggiano Natale e Pasqua.

*Vedi nota a pagina 55. 124


Nigeria

Forma di governo: Repubblica Federale Capitale: Abuja Popolazione: 155.215.573 (stime 2011) Superficie: 923.768 km² Lingua ufficiale: Inglese (ufficiale), Hausa, Yoruba, Igbo , Fulani, e oltre 500 lingue indigene PIL pro capite: 2.500 $ (stime 2010) Età media: 19 Aspettativa di vita: 48

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2009 Provincia di Bergamo: Maschi 574 Femmine 731 Totale 1.305 Comune di Bergamo: Maschi 44 Femmine 67 Totale 111 ISMU aggiornati al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 1.290 Irregolari 210 Totale 1.500 DA DOVE VENGONO Non disponiamo di statistiche riguardanti le zone di provenienza dei cittadini nigeriani a Bergamo. Sulla base delle informazioni raccolte è emerso che i Nigeriani provengono indifferentemente da tutti gli stati che compongono la Nigeria senza una predominanza significativa. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA I dati ISTAT al 31/12/2010 segnalano che i Nigeriani sono residenti per la maggior parte a Bergamo città (111) o nei comuni limitrofi. Una buona presenza si registra a Ponte S. Pietro (92) e Verdellino (79). Molti altri paesi bergamaschi 128 ospitano migranti nigeriani. Il grafico illustra la presenza nigeriana nei primi cinque comuni della bergamasca.

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COSA LI CARATTERIZZA Le stime sulle presenze di nigeriani, regolari e irregolari, in Lombardia a luglio 2010 confermano l'accentramento maggioritario nella provincia di Brescia (2.400), seguita dalla provincia di Milano (1550) dalla provincia di Bergamo (1500) e poi da Mantova (1.300). Dai dati Istat al 31/12/2009 risulta che tra gli immigrati nigeriani la popolazione femminile supera quella maschile. La maggior parte dei maschi lavora come operaio nelle industrie metalmeccaniche, mentre molte donne vengono ancora sfruttate e avviate alla prostituzione. DOVE SI RITROVANO Associazione donne nigeriane Referente Hassamav Mohamed cell. 328.8075935 Associazione culturale Igbo Via Marconi 8, Grassobbio (Bg) Associazione Nigeriana Via F. Baracca 15, S. Paolo D'Argon (Bg) Referente Alebiousu Fun cell. 338.6748934 Referente Johnson cell. 320.9660166

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Circa il 50% degli abitanti è di religione musulmana e vive nelle aree degli Hausa, dei Fulani e dei Kanuri nel nord del paese. Tra i cristiani, che sono circa il 40% della popolazione, i cattolici sono concentrati nel sud-est, mentre i metodisti e altri gruppi hanno un forte seguito sia nel sud-est che nel sud-ovest. Il 10% è di religione animista. Nel corso delle ultime elezioni presidenziali del 2011, in cui è stato rieletto il presidente uscente Goodluck Jonathan, cristiano, si sono verificate violenze e molte persone sono state uccise nel nord della Nigeria. Chiese e case di cristiani sono state incendiate, migliaia le persone in fuga. 127


Disordini sono scoppiati anche nel tormentato Stato della Nigeria centrale, teatro negli ultimi anni di scontri e massacri interetnici che hanno assunto anche connotazioni religiose, contrapponendo in sanguinosi scontri cristiani e musulmani.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Protestanti Peace & Love Evangelistic's Church (protestante) Via Toniolo, Gorle (Bg) Pastore Francis Opoku cell. 339.1008687 Culto: domenica 10.00 -13.30 Studio Bibbia: martedì 19.00 - 20.00 Preparazione messa: venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 100 persone di diversi paesi africani: Ghana, Nigeria, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Camerun. Church of Pentecost (pentecostale) Chiesa Beata Vergine del Buonconsiglio Chiesa piccola di fronte comune di Seriate (in estate) Oratorio Villaggio Sposi (durante l’anno scolastico) Referente: Elder Antwi Charles, via G. Rossa 13, Treviolo cell. 328.4671376 Culto: domenica 9.00 - 13.00 Studio Bibbia: mercoledì e venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 200 persone ghanesi e nigeriane. Berean Baptist Church (evangelica) Oratorio di Colognola Via S Sisto 6, Bergamo Pastore Korsah Alexander cell. 320.2681579 Culto: domenica 10.30 - 12.30 Incontri: venerdì e sabato 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 30 persone ghanesi e nigeriane.

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Christ Victory Church (evangelica-pentecostale) Centro Sportivo di Seriate, Corso Roma 1 Pastore Tetteh Sam cell. 329.9299512 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Fanno capo a questa chiesa circa 60 persone ghanesi e nigeriane. Apostolic Church of Christ (evangelica) Parrocchia di Campagnola, Bergamo Pastore Micheal Abe cell. 320.9508555 Culto: domenica 10.00 - 13.30 Prove coro: giovedì o sabato Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone ghanesi e nigeriane. Trynity Baptist Church (evangelica-pentecostale) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Saviour Koju cell. 320.9539956 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Studio Bibbia: martedì Preghiera: venerdì Fanno capo a questa chiesa circa 60/65 persone di diverse nazionalità come Ghana, Nigeria, Camerun, Kenya, Romania e Italia. Christ apostolic Church W.O.S.E.M. (protestante) Via IV Novembre 67, Ponteranica (Bg) Corso Italia 79, Darfo (Bs) Pastore Babalola Famuyide cell. 320.3186081 e-mail: cacwosembg@cheapnet.it Culto: domenica 9.30 -13.30 Incontri: mercoledì 10.00 -12.00 / venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 200 persone di nazionalità ghanese e nigeriana.

*Vedi nota a pagina 55. 129


Christ centered Church (protestante) c/o Hotel Maxxi, Treviolo (Bg) Pastore Charles Ofori cell. 328.1808780 Culto: domenica 10.30 - 12.00 Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone di nazionalità ghanese, nigeriana, ivoriana e italiana. Christ Ambassadors Ministry (evangelica) Via Dossi, Villa di Serio (Bg) c/o Centro sociale Pastore Isaac Appah cell. 329.9415960 Culto: domenica 11.00 - 13.00 Fanno capo a questa chiesa circa 20 persone ghanesi e nigeriane. Family Prayer Fellowship (evangelica) Via Corridoni 85/b, Bergamo Pastore Henry Omagu cell. 393.6358077 e-mail: familyprayerfellowshipbgitaly@yahoo.com Culto: domenica: 9.00 -12.00 Prove: sabato: 14.00 -17.00 Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone ghanesi, nigeriane e italiane. Calvary victory international ministry (evangelica) Via S. Francesco 63, Cividino (Bg) Pastore Joe Decker cell. 320.7254124 mail: desmondjoedecker@gmail.com Culto: domenica 9.00 - 12.00 Studio Bibbia: mercoledì 19.30 - 21.30 Preghiera: venerdì 19.30 - 21.30 Fanno capo a questa chiesa circa 100/120 persone ghanesi, nigeriane, della Sierra Leone, del Kenya e delle Seycelles. Assemblies of God (evangelica) Via Pascoli 7, Pedrengo (Bg) Pastore Israel cell 320.6312554 Culto: domenica 10.30 - 13.00 130


Studio Bibbia: mercoledì Incontro preghiera: venerdì Preparazione messa: sabato Fanno capo a questa chiesa circa 80/100 persone provenienti dal Ghana, Nigeria, Togo, Kenya e Italia Solid Believers Ministry (evangelica) Oratorio Colognola, via S. Sisto 6, Bergamo Pastore Eric Ameyibor cell. 327.2323232 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Incontri: venerdì e sabato 18.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 35 persone ghanesi, nigeriane e italiane. Power & Soul winner ministry (evangelica-pentecostale) Via Piave 16, Treviglio (Bg) Pastore Frank Hajie Kamara cell. 320.3464590 / 389.0276451 e-mail: borbor208@yahoo.com Referente: Obilo Shepherd cell 327.0105488 Mail: obilosheperd@yahoo.com Culto: domenica 9.00 - 12.00 Fanno capo a questa chiesa circa 70 persone provenienti dal Ghana, dalla Sierra Leone, dalla Nigeria e dall’Italia. Gospel Power Ministries solution center (evangelica) Via Sardegna, Bergamo Pastore Osay Patrick cell. 380.6849781 e-mail: gospelpowermini@yahoo.com Culto: domenica 10.00 -13.00 Studio Bibbia: mercoledì 18.00 - 19.30 Preghiera: venerdì 18.00 - 19.30 Prove musicali: sabato 16.00 - 18.00 Fanno capo a questa chiesa circa 150 persone ghanesi e nigeriane.

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Divine Assurance Ministry (evangelica-pentecostale) Via Furietti 21, Bergamo* Pastore Rotimi Oteniya cell. 320.7696790 e-mail: rotimioteniya@hotmail.com Culto: domenica 10.00 -13.30 In settimana si incontrano in alcune case. Fanno capo a questa chiesa circa 20/25 persone ghanesi e nigeriane. Unique Christian Pentecostal Assembly (pentecostale) Via Locatelli 8, Villa di Serio (Bg) c/o chiesa piccola dell'oratorio Pastore Christian cell. 329.5490943 Preparazione e celebrazione: domenica 10.00 - 12.30 Studio Bibbia: martedì 18.00 -19.00 Fanno capo a questa chiesa circa 20/25 persone ghanesi e nigeriane. Faith Gospel Center Church (pentecostale) Via Corridoni 85, Redona Bergamo Pastore Frank Agyemang cell. 389.7846263 Culto: domenica 10.30 - 13.30 Preghiera: lunedì19.00 - 21.00 Studio Bibbia: mercoledì 19.00 - 21.00 Fanno capo a questa chiesa circa 40 persone ghanesi, nigeriane e ivoriane. The disciples city ministries (evangelica-pentecostale) Piazza Mercato, Treviglio Pastore Rotimi cell. 389.1813777 e-mail: thedisciples@rocketmail.com Culto: domenica 10.00 -12.00 Studio Bibbia: martedì 18.00 - 19.00 Prove musicali: sabato 17.30 - 19.00 Fanno capo a questa chiesa circa 35 persone nigeriane, ivoriane, eritree e italiane.

*Vedi nota a pagina 55. 132


Unique Believers Ministry (protestante) Via Furietti 21, Bergamo* Pastore Monday cell. 320.0122987 Culto: domenica 10.00 - 12.30 Inconto: sabato 15.30 - 18.00 Fanno capo a questa chiesa circa 25 persone tutte nigeriane. Redeem Christian Church of God (evangelica) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Ifeany Princewill cell. 320.9627093 Culto: domenica 10.00 - 12.30 Preghiera serale: venerdÏ sera Fanno capo a questa chiesa circa 50/60 nigeriani e circa 40 ucraini. The Lord exalted Ministry (evangelica) Via Furietti 21, Bergamo c/o circoscrizione 1 Pastore Silvester Osighali cell. 328.2797038 Culto: domenica 10.00 -13.30 Vorrebbero avere piÚ incontri, ma non è possibile in assenza di una sede fissa. La celebrazione viene fatta con pastore Rotimi Otenya della Divine Assurance Ministry. Fanno capo a questa chiesa circa una quindicina di persone della Nigeria e della Sierra Leone. Word of faith Church Sala comunale Valtesse, Bergamo Pastore Isaac Aye cell. 347.0378971 Fanno capo a questa chiesa circa 100 persone ghanesi e nigeriane.

FESTE RELIGIOSE Tutte le chiese protestanti festeggiano Natale e Pasqua.

*Vedi nota a pagina 55. 133


Senegal

Forma di governo: Repubblica Democratica Capitale: Dakar Popolazione: 12.643.799 ab. (stime 2011) Superficie: 196.722km² Lingua ufficiale: francese. PIL pro capite: 1.900 $ (stima 2010) Età media: 18 Aspettativa di vita: 60

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 7.252 Femmine 2.971 Totale 10.223 Comune di Bergamo: Maschi 299 Femmine 179 Totale 478 ISMU aggiornati al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 10.160 Irregolari 1.390

Totale 11.550

DA DOVE VENGONO I primi immigrati provenivano dalle regioni rurali centro-occidentali del Senegal, in seguito le migrazioni si sono sviluppate da tutto il Senegal, con un aumento della provenienza urbana nelle ultime migrazioni. In genere le regioni di provenienza dei Senegalesi che emigrano verso l'Italia risultano essere il Baol (Regione di Diourbel), in particolare, Touba, città meta di pellegrinaggi, il Djambour e il Kajor (Regione di Louga.). Il più importante centro di provenienza degli immigrati è Dakar. Tuttavia molti dei senegalesi presenti a Bergamo sembra provengano dalla Valle del Senegal e, più precisamente, dalla regione del Matam, zona etnicamente plurale e di antica emigrazione, già caratterizzata da numerose attività di co-sviluppo transnazionale con la Francia. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA I Senegalesi nella provincia di Bergamo costituiscono la collettività subsahariana più numerosa, la quarta sul totale di tutti gli immigrati e rappresentano più dell'8% della popolazione immigrata. Per quanto concerne la distribuzione sul territorio provinciale, la maggior parte dei Senegalesi si concentra nei comuni di Villongo (484), di Verdellino (480) e nel Comune di Bergamo (478) in ragione della variegata offerta occupazionale e abitativa, ma la loro presenza è distribuita in ben 179 paesi della Bergamasca. Specifica è la zona di Zingonia, che viene definita: “un Senegal nella provincia di Bergamo”. 135


Il grafico illustra la presenza senegalese nei primi cinque comuni della bergamasca.

COSA LI CARATTERIZZA L'immigrazione senegalese verso l'Italia inizia durante gli anni '80 ed è legata alla crisi del settore agricolo. In genere gli immigrati sono di origine rurale e poco scolarizzati. A partire dagli anni '90 la migrazione comprende sia le aree rurali che urbane con il coinvolgimento di diversi gruppi etnici. Le relazioni di parentela costituiscono un nuovo canale di richiamo migratorio. Negli anni 2000 si assiste ad una nuova ondata di migranti, di provenienza urbana, con livelli di istruzione medio-alti, con maggiore mobilità in funzione delle politiche migratorie dei Paesi ospitanti e del mercato del lavoro che rimane il motivo principale di emigrazione. Per gli immigrati il Senegal rimane il luogo di sicuro ritorno e il futuro. Per questo motivo il legame con la comunità di origine è molto forte e le rimesse degli emigranti senegalesi rappresentano un mezzo di sviluppo locale. Il volume finanziario delle rimesse senegalesi rappresenta il quinto importo complessivo che equivale al 4,1% sul totale delle rimesse dall'Italia e mostra un progressivo rallentamento (dal +21% al +4,2% tra 2007 e 2008), ma non è facile valutare gli effetti della presente crisi economica. La Lombardia rappresenta la seconda regione, dopo il Lazio, di provenienza delle rimesse con una media procapite di Euro 5.337,00 per 136


Milano ed Euro 2.711 per Bergamo.61 L'obiettivo futuro del possibile ritorno in patria costituisce una delle cause della scarsa presenza femminile senegalese in Italia. Secondo la decima indagine regionale sull'immigrazione al 1 luglio 2010, si stima che i Senegalesi presenti in Lombardia siano 36.050 con un tasso di irregolarità del 4,4% pari a 4940 persone a livello regionale. La maggioranza dei Senegalesi vive nelle province di Bergamo (11.560) e Brescia (9.050) seguita con una certa distanza dalla provincia di Milano (5.650). A Bergamo la percentuale dei non regolari è del 12%, pari a 1.390 persone (in diminuzione di 10 unità rispetto al 1 luglio 2009). Per quanto riguarda i dati relativi all'occupazione il 62,8% trova un lavoro, ma si registrano in questo periodo di crisi economica un 5,3% di occupati in cassa integrazione.62 Le principali occupazioni dei Senegalesi sono nel settore della ristorazione (16,9%), del commercio (14,5%) oppure come operai generici 63 nell'industria o nel terziario (10,7%). Da notare inoltre un aumento, da marzo 2005 a marzo 2010, del 41,9% 64 di imprese individuali con titolare di nazionalità senegalese. DOVE SI RITROVANO L'associazionismo per i Senegalesi è una forma essenziale per manifestare la propria identità in modo comunitario e mantenere reti sociali transnazionali. Esse rappresentano notevoli potenzialità di sviluppo per i villaggi di origine. Oltre alle associazioni provinciali è opportuno prendere in considerazione le numerose associazioni etniche e di villaggio. Queste ultime tendono a svilupparsi nelle province in cui si riuniscono molti migranti provenienti da uno specifico villaggio e spesso si impegnano in vari tipi di micro-progetti di sviluppo nel contesto di partenza, come la costruzione di scuole e ambulatori. Le associazioni etniche si riferiscono, invece, a minoranze linguistico-culturali del Senegal. 61. Banca d'Italia e Istat 2009. 62. Nono rapporto sull'immigrazione straniera della provincia di Bergamo, Anno 2010. 63. Decimo Rapporto ORIM 2010. 64. CCIAA Bergamo. 137


Numerosa è la presenza di associazioni senegalesi in Provincia di Bergamo. Le principali associazioni contattate sono: Associazione Senegalesi Bergamaschi Corso Europa 55, Zingonia (Bg) Referente: Hamath Diagne cell. 347.0027643 e-mail: hamath.diagne@libero.it A.S.C.I. Associazione dei Senegalesi cattolici d'Italia Via Delle Fosse, 4 Mapello referente: Dembelè Georges, presidente per la Lombardia tel. 035.908202 cell. 388.1117871 Associazione AFI Foulbè Senegalesi c/o CGIL via Garibaldi, Bergamo Referente: Amadou Demé cell. 339.8195131 e-mail: deme.amadou@virgilio.it Associazione Taiba via Roma 32, Terno d'Isola (Bg) referenti: Thiam Abdou cell. 328.9820816 Diagne Sidy cell. 328.5891670 Circa 50 persone che si ritrovano ogni 3° settimana del mese. Obiettivo è aiutare il villaggio in Senegal. Associazione Touba Bergamo via Verona, 7 Ciserano Referente: Ousmana Gaye Bara tel. 035.884565 Ritrovo sabato pomeriggio. Associazione di confraternita ed aiuto n° 51 Corso Asia 40, Verdellino (Bg) Referente: Sy Birane cell. 339.4092936

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A.V.D. Ass. Volontariato "DIAPPO" Via Marconi, 12, Verdello (Bg) Referente: Diop Mamadou cell. 347.0069239 e-mail: volontariatodiappo@libero.it Obiettivo è il segretariato sociale e accompagnamento immigrati. Associazione Diokko Via Birolini 45/b, Gazzaniga (Bg) Referente: Diop Mustapha cell. 339.4029109 Associazione Solidaritè Developpement de Mbacke Referente: Papa Oumar cell. 320.9772141 Associazione ASGRI c/o Associazione Il Porto via Fossa 4, Dalmine (Bg) Presidente: Sidy Ballos cell. 346.5909899 Vicepresidente: BaAmadou cell. 339.8108614 Associazione ASSPRODIAS Via Carso 3, Bergamo Referente: NiangAbdoullay cell. 333.6954784 Circa 400 associati, confluiti anche dall'ass. ASISAR, via Costantina 9 Bergamo. Associazione Jappoo Benno-Ligeey Via Pascoli 2, Montello Referente: Cisse Ousmane cell. 347.0069538

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LA “GALASSIA RELIGIOSA” La popolazione senegalese è composta per il 94% da musulmani, il 5% da cristiani principalmente cattolici e l'1% da animisti. Molti senegalesi che si professano musulmani o cattolici, in realtà sono legati a forme di religiosità ancestrali. Il Cristianesimo in Senegal arriva nel XV sec. con i Portoghesi e trova forti resistenze perché vista come la religione dei conquistatori. La sua diffusione avviene soprattutto grazie ai frati missionari canadesi che edificano chiese e scuole.

Luogo simbolo per i senegalesi cristiani è il Santuario Mariano di Popenguine (a sud di Dakar) edificato nel 1888 con una statua della Vergine nera (Sainte Dame de la Délivrance) benedetta da papa Giovanni Paolo II durante la visita nel 1992. È un importante luogo di pellegrinaggio soprattutto il lunedì di Pentecoste in cui migliaia di cattolici vanno in pellegrinaggio da Dakar a Popenguine in un giorno. Oggi in Senegal la convivenza di cristiani e musulmani è ben accetta, i matrimoni tra coniugi di religione diversa sono molto frequenti e i figli hanno la possibilità di conoscere entrambe le religioni e di fare liberamente le loro scelte. La laicità dello stato senegalese è un principio condiviso e difeso da tutti, è forse per questa ragione che in Senegal non ci sono stati finora conflitti religiosi. 140


DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO La maggior parte dei Senegalesi presenti a Bergamo sono di religione musulmana, ma esiste una piccola comunità di religione cattolica che fa riferimento all' A.S.C.I. (Associazione dei Senegalesi Cattolici d'Italia). Cattolici Chiesa di S. Giuseppe Via G. Marconi, Seriate (Bg) Don Mathieu Malick Faye tel. 329.3991638 Messa: 4° domenica del mese ore 10.00 Al termine della Messa si svolge il pranzo comunitario e l'incontro per la conoscenza reciproca: oltre a Senegalesi partecipano infatti migranti di diverse nazionalità: Benin, Burkina Faso, Camerun, Congo, Costa d'Avorio e Togo. Chiesa di S. Leonardo Piazza Pontida, Bergamo Messa: 1° domenica del mese ore 12.00 Celebrazione eucaristica di tutti i cattolici migranti a Bergamo. Messa internazionale in italiano/ francese / inglese / spagnolo / tagalog. FESTE RELIGIOSE Principalmente Natale e Pasqua.

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Costa d’Avorio

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Yamoussoukro Popolazione: 21.504.162 (stime 2011) Superficie: 322.463 km² Lingua ufficiale: francese. PIL pro capite: 1800 $ (stime 2010) Età media: 20 Aspettativa di vita: 57

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 1081 Femmine 805 Totale 1.886 Comune di Bergamo Maschi 150 Femmine 94 Totale 244 ISMU aggiornati al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 2.230 Irregolari 270

Totale 2.500

DA DOVE VENGONO Sembra che gli ivoriani cristiani presenti a Bergamo provengano principalmente dalla Regione delle Lagune, geograficamente situata nel centro della Costa d'Avorio, e in particolar modo dalla città di Abidjan. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA La maggioranza degli ivoriani risiede in città (244), ma sono consistenti anche le comunità presenti a Dalmine (105), Seriate (79), Cisano Bergamasco (72), Stezzano (69). Altri Ivoriani in numero inferiore sono sparsi su tutta la provincia (in 109 Comuni). Il grafico illustra la presenza ivoriana nei primi cinque Comuni della bergamasca.

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COSA LI CARATTERIZZA La popolazione odierna della Costa d'Avorio appartiene a circa 60 gruppi etnici, raggruppabili in cinque grandi ceppi accomunati da caratteristiche socio-culturali o etno-linguistiche: Akan, i Gur o Voltaici (come i Senufo), Kru, Mandé del Nord e Mandé del Sud. Dagli anni quaranta, agli autoctoni del paese si aggiunsero i lavoratori provenienti dai paesi limitrofi, che si installarono nelle piantagioni di caffè e di cacao. Oggi gli stranieri ammontano a circa il 25% della popolazione ivoriana. Di questi, circa il 50% è nato nel paese. A seguito delle contestate elezioni presidenziali del 28 novembre 2010, il Paese ha attraversato una profonda crisi politico-istituzionale, degenerata in violenti scontri armati tra le opposte fazioni dei sostenitori del precedente presidente Gbagbo e quelle del nuovo presidente Ouattara. Dopo il recente arresto del presidente Laurent Gbagbo perdura una situazione di estrema insicurezza con possibili nuovi scontri e tensioni. Numerosi sono gli sfollati e circa 27.000 persone in gran parte di etnia guerè (sostenitori dell'ex Presidente Ggagbo) si sono rifugiate nella piccola missione cattolica della parrocchia di Duèkouè nell'ovest della Costa d'Avorio. Il problema reale è che queste persone non hanno più una casa dove rientrare perché le loro abitazioni sono state saccheggiate, distrutte e date alle fiamme. La grave situazione umanitaria sta favorendo la diffusione del colera, anche nella capitale, con il rischio di epidemia ormai concreto, e di altre malattie endemiche nel Paese. DOVE SI RITROVANO Associazione degli Ivoriani di Bergamo Via F.lli Calvi 50, Brembate (Bg) Referente: Sanogo Valy cell. 329.6048379 Associazione Migranti CDA Via Monaco 5, Ciserano (Bg) Associazione degli Ivoriani della Regione di Soubrè Via S.G. Bosco 47, Bergamo Referenti: Anoi Niniba, Charles Leopold 144


Associazione Badegna dei Nordisti Ivoriani Torre Boldone accanto a Palazzetto dello Sport referente: Diabate Simbou Tel. 035.361620 cell. 348.7799399 LA “GALASSIA RELIGIOSA” La religione maggiormente diffusa è la musulmana: 38,6% circa della popolazione, seguita dalla cristiana, con il 32,8% circa, il 11,9% è dedita a vari culti animisti e il 16,7% non si identifica in nessuna religione. La maggioranza dei migranti sono musulmani (70%) e cristiani (20%). DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Cattolici Chiesa di S. Giuseppe Via G. Marconi, Seriate (Bg) Don Mathieu Malick Faye tel. 329.3991638 Messa: quarta domenica del mese ore 10.00 Al termine della Messa si svolge il pranzo comunitario e l'incontro per la conoscenza reciproca: oltre a Senegalesi partecipano infatti migranti di diverse nazionalità: Benin, Burkina Faso, Camerun, Congo, Costa d'Avorio e Togo. Chiesa di S. Leonardo Piazza Pontida, Bergamo Messa: 1° domenica del mese ore 12.00 Celebrazione eucaristica di tutti i cattolici migranti a Bergamo. Messa internazionale in italiano/ francese / inglese / spagnolo / tagalog. Protestanti Ministere Evangelique la revelation prophetique (evangelica-pentecostale) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Florent Akre cell. 329.1552113

*Vedi nota a pagina 55. 145


Culto: domenica 14.00 -17.00 Studio Bibbia: lunedì 19.00 - 20.00 Preghiera: giovedì 19.00 - 20.30 Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone ivoriane e italiane. Peace & Love Evangelistic's Church (protestante) Via Toniolo, Gorle (Bg) Pastore Francis Opoku cell. 339.1008687 Culto: domenica 10.00 -13.30 Studio Bibbia: martedì 19.00 - 20.00 Preparazione messa: venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 100 persone di diversi paesi africani: Ghana, Nigeria, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Camerun. Christ centered Church (protestante) c/o Hotel Maxxi, Treviolo (Bg) Pastore Charles Ofori cell. 328.1808780 Culto: domenica 10.30 - 12.00 Fanno capo a questa chiesa circa 50 persone di nazionalità ghanese, nigeriana, ivoriana e italiana. Faith Gospel Center Church (pentecostale) Via Corridoni 85, Redona Bergamo Pastore Frank Agyemang cell. 389.7846263 Culto: domenica 10.30 - 13.30. Preghiera: lunedì19.00 - 21.00 Studio Bibbia: mercoledì 19.00 - 21.00 Fanno capo a questa chiesa circa 40 persone ghanesi, nigeriane e ivoriane. Sacred Action Church of Italy (evangelica) Via Cabrini 12, Bergamo* Pastore Billy Jean Acquah cell. 389.7846263 Culto: domenica 9.00 - 12.30 *Vedi nota a pagina 55. 146


Incontro: sabato 21.00 - 22.00 Fanno capo a questa chiesa circa 30/35 persone ghanesi, ivoriane e italiane. The disciples city ministries (evangelica-pentecostale) Piazza Mercato, Treviglio Pastore Rotimi cell. 389.1813777 e-mail: thedisciples@rocketmail.com Culto: domenica 10.00 -12.00 Studio Bibbia: martedĂŹ 18.00 - 19.00 Prove musicali: sabato 17.30 - 19.00 Fanno capo a questa chiesa circa 35 persone nigeriane, ivoriane, eritree e italiane.

FESTE RELIGIOSE Cattolici e protestanti festeggiano principalmente Natale e Pasqua.

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Sierra Leone

Forma di governo: Repubblica Capitale: Freetown Popolazione: 5.363.669 (stime 2011) Superficie: 71.740 km² Lingua ufficiale: inglese, Mende, Temne, Krio PIL pro capite: 900 $ (stime 2010) Età media: 19 Aspettativa di vita: 56

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat aggiornati al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 69 Femmine 82 Totale 151 Comune di Bergamo: Maschi 4 Femmine 6

Totale 10

DA DOVE VENGONO Non è stato possibile reperire informazioni sulla provenienza.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Sono sparsi in 40 Comuni del territorio bergamasco, con comunità un po' più numerose a Brignano Gera d'Adda (16), Pontirolo Nuovo (14), Calcio, Romano di Lombardia e Bergamo (10). Il grafico illustra la presenza nei primi cinque comuni della bergamasca.

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COSA LI CARATTERIZZA La Sierra Leone raggiunge l'indipendenza nel 1961 e adotta un sistema parlamentare facente parte del Commonwealt britannico. Diversi partiti e governi militari si susseguono. Nel 1991 un centinaio di uomini armati dell'Unità Fronte rivoluzionario (RUF) cominciano ad attaccare i villaggi al confine con la Liberia ottenendo il controllo delle miniere di diamanti: inizia così la guerra civile che durerà fino al 2002. Questo lungo periodo buio ha colpito tutta la popolazione lasciando 50.000 morti, centinaia di migliaia di sfollati e rifugiati, feriti, donne abusate e orfani. Durante gli anni della guerra, in Sierra Leone è stato fortissimo il fenomeno che ha visto bambini e adolescenti coinvolti nella immane tragedia dei bambini-soldato. Molte scuole del Paese sono state distrutte, incendiate, e generazioni di bambini hanno perso anni di scuola e sono stati rapiti e reclutati nelle formazioni antagoniste al governo. Secondo l'Unicef sono stati 5.000 i bambini soldato. Anche forze paragovernative hanno arruolato bambini per proteggere i villaggi dagli assalti della guerriglia. Dopo 11 anni di guerra civile terminata nel 2002, si sono tenute nell'agosto 2007 le prime elezioni pubbliche su scala nazionale. La nuova amministrazione guidata dal presidente Ernest Bai Koroma ha indicato l'agricoltura come settore-chiave per guidare la ricostruzione economica del Paese.

DOVE SI RITROVANO Comunità della Sierra Leone Referente: Assan Abdul cell. 327.4494593 L'incontro dei membri della comunità avviene in sale messe a disposizione dai Comuni, principalmente nella bassa bergamasca. Obiettivo è l'aiuto dei membri dell'associazione nell'integrazione, assistenza per pratiche amministrative e incontri conviviali.

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LA GALASSIA RELIGIOSA La Sierra Leone è composta per il 60% da musulmani, dal 10% di cristiani e dal 30% di popolazione che si dedica a vari culti animisti. La prima evangelizzazione della Sierra Leone inizia già nel XV secolo ad opera di alcuni missionari portoghesi. Nel 2007 la chiesa cattolica della Sierra Leone gestiva 711 istituti scolastici e 43 istituti di beneficenza con la presenza di 62 parrocchie. Nonostante il difficile periodo seguito alla guerra civile, non sono presenti conflitti o intolleranze inter-etniche e religiose. A Bergamo gli immigrati cristiani della Sierra Leone sono principalmente di religione protestante.

DOVE SI RITROVANO PER IL CULTO Protestanti Peace & Love Evangelistic's Church (protestante) Via Toniolo, Gorle (Bg) Pastore Francis Opoku cell. 339.1008687 Culto: domenica 10.00 - 13.30 Studio Bibbia: martedì 19.00 - 20.00 Preparazione messa: Venerdì 19.00 - 20.00 Fanno capo a questa chiesa circa 100 persone di diversi paesi africani: Ghana, Nigeria, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Camerun. Calvary victory international ministry (evangelica) Via S. Francesco 63, Cividino (Bg) Pastore Joe Decker cell. 320.7254124 e-mail: desmondjoedecker@gmail.com Culto: domenica 9.00 - 12.00 Studio Bibbia: mercoledì 19.30 - 21.30 Preghiera: venerdì 19.30 - 21.30 Fanno capo a questa chiesa circa 100/120 persone ghanesi, nigeriane, della Sierra Leone, del Kenya e delle Seycelles.

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Power & Soul winner ministry (evangelica-pentecostale) Via Piave 16, Treviglio (Bg) Pastore Frank Hajie Kamara cell. 320.3464590 / 389.0276451 e-mail: borbor208@yahoo.com Culto: domenica 9.00 - 12.00 Fanno capo a questa chiesa circa 70 persone provenienti dal Ghana, Sierra Leone, Nigeria e Italia. The Lord exalted Ministry (evangelica) Via Furietti 21, Bergamo* c/o circoscrizione 1 Pastore Silvester Osighali cell. 328.2797038 Culto: domenica 10.00 - 13.30 Vorrebbero poter fare pi첫 incontri, ma non hanno una sede fissa. La celebrazione viene fatta con Pastore Rotimi Otenya della Divine Assurance Ministry. Fanno capo a questa chiesa una decina di persone della Nigeria e della Sierra Leone.

FESTE RELIGIOSE Tutte le chiese protestanti festeggiano Natale e Pasqua.

*Vedi nota a pagina 55. 152


America latina

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L'emigrazione dai Paesi dell'America Latina verso l'Italia ha avuto un'impennata a seguito della chiusura delle frontiere degli Stati Uniti dopo l'11 settembre 2001 e dopo la crisi argentina. L'Italia, seconda solo alla Spagna, è stata individuata come meta europea dagli emigranti latino americani che pensavano avrebbero avuto meno difficoltà nell'uso di una lingua simile alla loro. L'emigrazione dal Brasile e dall'Argentina, inoltre, ha riguardato per lo più chi poteva vantare rapporti di discendenza da parenti italiani e poteva richiedere la cittadinanza italiana perdendo pertanto la qualifica di straniero in Italia. La familiarità linguistica e sicuramente anche la comune religione cristiana, in gran parte cattolica, sono stati elementi che hanno facilitato l'accoglienza degli immigrati latino americani in Italia e quindi anche nella Provincia di Bergamo. Ciò che invece ha creato problemi è stato l'alto tasso di irregolarità che caratterizza in particolare modo l'immigrazione dalla Bolivia. Questo è un fenomeno specifico della realtà bergamasca. Nella nostra indagine si è tenuto conto solo delle nazionalità più significativamente presenti sul territorio del comune di Bergamo, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Ci siamo basati sia sui dati forniti dalle fonti statistiche, sia dai contatti personali. Le nazioni di maggiore presenza sono la Bolivia, il Perù, l'Ecuador, l'Argentina, il Brasile, la Colombia. Vi è anche una significativa presenza di immigrati da Cuba che recentemente hanno costituito in Bergamo una loro associazione.

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Bolivia

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Sucre (costituzionale), La Paz (amministrativa) Popolazione: 10.118.683 ab. (stima a luglio 2011) Superficie: 1.098.581 Km² Lingua ufficiale: spagnolo, quechua, aymara PIL pro capite: 4.800 $ (al 2010) Età media (anni): 22 Aspettativa di vita (anni): 67

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Premessa La presenza massiccia di boliviani è una realtà che caratterizza in modo particolare l'immigrazione sul territorio bergamasco rispetto al resto d'Italia: a Bergamo è presente la più numerosa comunità boliviana in Italia, seconda in Europa solo a Madrid. Tale presenza si caratterizza però per un alto tasso di irregolarità, dovuto anche al fatto che fino a giugno 2007 non esisteva per i boliviani che venivano in Italia l'obbligo del visto consolare per l'espatrio: pertanto molti sono arrivati con il semplice permesso di soggiorno, che spesso è stato lasciato scadere. L'arrivo in massa dei boliviani a Bergamo è iniziato nel 2000 ed è proseguito in maniera progressiva, incentivato nel 2001-2002 dalla chiusura delle frontiere da parte degli Stati Uniti e dalla crisi economica dell'Argentina. Un ultimo flusso piuttosto numeroso si è avuto poi da ottobre 2006 ad aprile 2007, quando ormai si era diffusa la notizia che di lì a breve per emigrare dalla Bolivia ci sarebbe voluto il visto. Dal 2007 il fenomeno migratorio si è arrestato e i boliviani presenti a Bergamo stanno cercando se possibile di regolarizzare la loro posizione, in particolare coloro che desiderano ricongiungere la famiglia. Le presenze irregolari, che in quanto tali non sono quantificate dalle fonti statistiche ufficiali, rendono difficoltosa ed incerta l'elaborazione e l'attuazione di politiche locali di accoglienza e integrazione. Le Amministrazioni non vengono dotate delle risorse economiche necessarie, dato che l'erogazione da parte dello Stato tiene conto solo dei dati ufficiali (ufficialmente queste persone non esistono sul territorio, anche se di fatto ci vivono, lavorano, mandano i figli a scuola, usufruiscono dei servizi sanitari ecc…). Si profila così un vero e proprio gap tra situazione reale e situazione ufficiale, e allo stesso tempo tra necessità e disponibilità di risorse. Senza contare poi che è soprattutto sulla massa sommersa di irregolari che vengono compiuti abusi di varia natura da parte di connazionali e di Italiani disonesti. È del 2009 la legge 102 che permetteva la sanatoria delle situazioni di irregolarità soprattutto per chi svolgeva ruoli di cura quali badanti e colf e che in Bergamo avrebbe dovuto in particolar modo riguardare la donne boliviane. Tale legge ha consentito la legalizzazione della presenza di tutte quelle situazioni che sia da parte del datore di lavoro che da parte del lavoratore rientravano nelle condizioni poste dalla legge stessa. Sul 156


territorio bergamasco però il numero di regolarizzazioni è risultato molto inferiore rispetto al numero di persone che erano già di fatto occupate nei lavori di cura in diretta risposta ai bisogni reali della popolazione. Questo è successo perché non tutti i datori di lavoro hanno accettato di assumere regolarmente le colf o badanti che già lavoravano presso di loro: la regolarizzazione infatti comportava dei costi (che alcuni hanno addirittura addossato agli stessi lavoratori stranieri) e c'era il timore di perdere contributi quali gli assegni di accompagnamento. Tutto ciò ha limitato molto la possibilità di usufruire della sanatoria. Così il tasso di irregolarità della presenza boliviana a Bergamo si è abbassato solo di pochi punti in percentuale. Attualmente le possibilità di mettersi in regola per gli immigrati extracomunitari sono limitate agli annuali decreti flussi, in cui sono favoriti innanzitutto coloro che provengono da nazioni che hanno stipulato accordi con l'Italia: tra queste non c'è la Bolivia. Grazie alla regolarizzazione degli ultimi tre anni comunque è emerso, stando ai dati ufficiali, che la presenza dei Boliviani nella provincia di Bergamo dalla fine del 2007 alla fine del 2010 è raddoppiata. In realtà pensiamo che sia rimasta sostanzialmente stabile, attestandosi intorno alle 15.000 persone. Di queste si può dire che il 50% sia tuttora irregolare. È utile però fare una precisazione: non è detto che il gap fra i numeri ufficiali e quelli ufficiosi sia dato totalmente dall'irregolarità. I dati Istat infatti sono costruiti rifacendosi soprattutto a quelli provenienti dagli uffici anagrafe dei Comuni, ma non tutti i boliviani, seppur regolari, presenti a Bergamo sono andati fisicamente a far registrare la loro residenza nei rispettivi uffici comunali, dato che non hanno una “cultura della residenza” stabile. Si registra comunque la tendenza a ritornare in patria di un numero significativo di boliviani, sia per la crisi che ha investito l'Italia e la conseguente difficoltà a reperire lavoro, sia perchè il nuovo corso politico in Bolivia, che ha incentivato grandi opere pubbliche soprattutto a livello di infrastrutture e di edilizia, offre maggiori opportunità a livello occupazionale e ha determinato un deciso innalzamento del Pil pro capite (anche se contemporaneamente si è notevolmente alzato il costo della vita). La Bolivia sta conoscendo una positiva rinascita e chiede manodopera specializzata: proprio i migranti dopo anni di esperienza all'estero pos157


sono rappresentare una risorsa importante per lo sviluppo. D'altra parte però il numero di coloro che sono tornati in patria è stato compensato dai ricongiungimenti parentali di coloro che si sono messi in regola e hanno preferito rimanere a Bergamo. Va segnalato inoltre che coloro che sono rientrati in patria erano per lo più persone che, dopo anni all'estero, avevano raggiunto risorse economiche sufficienti per aprire in patria delle proprie attività (piccoli negozi, laboratori, officine…); alcuni di loro purtroppo sono dovuti ritornare a Bergamo dopo avere avuto l'amara esperienza di venire derubati del loro piccolo, ma sudato, patrimonio dalla delinquenza presente in forma diffusa nel loro Paese. Per tutte queste considerazioni la raccolta di informazioni e dati, pur partendo dalle fonti statistiche ufficiali, si è dovuta basare anche su fonti di carattere ufficioso, utilizzando e valorizzando le conoscenze dei soggetti contattati, in particolare di coloro che operano sul campo e delle persone di riferimento della comunità boliviana. Tra le fonti ufficiali e/o pubbliche annoveriamo l'ISTAT, l'ISMU, la Caritas bergamasca e i centri d'ascolto che ad essa fanno capo, il consolato della Bolivia a Bergamo; tra le ufficiose don Mario Marossi che presiede la Missione S. Rosa da Lima, la signora Pinuccia Fadda presidente della Casa dei Boliviani e diverse persone contattate, nonché l'Agenzia per l'Integrazione. Nel caso specifico della Bolivia le fonti ufficiose si sono rivelate più vicine alla realtà di quelle ufficiali, pur rimanendo comunque approssimative per loro natura. Da maggio 2007, inoltre, è riconosciuta la presenza a Bergamo di un console onorario della Bolivia, nella figura di Giuseppe Crippa. La sede è in via Borgo S. Caterina 1. Il console onorario svolge la funzione di intermediario con l'ambasciata e con l'amministrazione boliviana ed è la fonte primaria dei dati relativi alle nascite, alle morti e ai matrimoni dei boliviani presenti a Bergamo a partire dalla suddetta data. Il consolato si occupa principalmente di passaporti, certificazioni e iscrizioni all'anagrafe, salvacondotti e altre pratiche. Prima dell'apertura del Consolato a Bergamo invece i boliviani dovevano spostarsi fino a Torino o fino a Genova.

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QUANTI SONO Dati ufficiali Comune di Bergamo: Maschi 1.600 Femmine 2.317

Totale 3.917

ISMU aggiornati al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 5.450 Irregolari 1.300

Totale 6.750

Dati ufficiosi Casa dei Boliviani aggiornati a gennaio 2008 Provincia: Regolari 3.800 Irregolari 13.575 Totale 17.375 Minori a scuola: Dati ufficiali dell'Ufficio scolastico Provinciale relativi all'a. s. 2007/08: infanzia 80 primaria 398 secondaria di primo grado 252 secondaria di secondo grado 268 Totale 998 Dati del Consolato della Bolivia a Bergamo: Atti registrati da maggio 2007 ad aprile 2011 Nascite 965 Matrimoni 318 Morti 14 DA DOVE VENGONO Dati ufficiosi, 70% da Cochabamba, 10% da Santa Cruz, altri da diverse città tra cui La Paz. Nel corso del XX secolo la popolazione boliviana si è quintuplicata passando da 1.555.818 abitanti agli inizi del novecento agli 8.274.325 abitanti censiti nel 2001 e parallelamente si è creato un processo di urbanizzazione: il 62% della popolazione nazionale vive in città. Questo fenomeno interessa soprattutto le aree “metropolitane” delle tre principali città: La Paz, Santa Cruz, Cochabamba. In queste aree urbane la 159


popolazione è prevalentemente giovane e con prospettive sociali alquanto incerte data la mancanza di case, la mancanza di acqua e di servizi igienici, la bassa scolarità. La recente storia migratoria boliviana ha assistito prima di tutto ad un processo di mobilità interna dalle zone rurali alle città. Il dipartimento di Cochabamba risulta essere un centro di attrazione e di partenza per un numero consistente di persone che decidono di emigrare da una regione all'altra della Bolivia o all'estero. La maggior parte dei boliviani che arriva a Bergamo proviene infatti da Cochabamba anche se negli ultimi anni sta aumentando la presenza di nativi residenti in altre città.61 Va aggiunto inoltre il fatto che proprio nelle tre aree urbane citate, e in particolare a Cochabamba, sono presenti le missioni della diocesi di Bergamo.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA I dati ISMU provinciali aggiornati al 1/7/2010 e i dati Istat al 31/12/2010 dicono che più del 50% dei boliviani vive nel Comune di Bergamo. Le fonti ufficiose confermano che i boliviani sono residenti per il 70-80% a Bergamo città o nei comuni limitrofi (Seriate, Ponte San Pietro, Stezzano, Scanzo); rispetto ai primi anni sta aumentando la distribuzione dei boliviani sul territorio provinciale dove chi ha scelto di non rimpatriare può anche acquistare un'abitazione a prezzi più bassi. Non ci sono dati precisi riguardo qualche altro centro, sembra ci sia qualche insediamento nella zona di confine tra Bergamo e Dalmine. Per quanto riguarda l'insediamento nell'ambito del territorio comunale di Bergamo risulta una concentrazione in particolare nei quartieri di quella che era la Circoscrizione 1, che comprende il centro cittadino attorno alla zona della Stazione fino alle “Cinque Vie” e al Borgo S. Leonardo.

61. Cfr. Rota-Torrese o.c. 160


L'arrivo in massa dei boliviani nella città di Bergamo negli ultimi dieci anni è stato sicuramente favorito dai contatti da loro mantenuti nel tempo con alcuni bergamaschi che sono passati a diverso titolo nelle missioni della diocesi di Bergamo presenti in Bolivia da più di 40 anni. Quello dei missionari è stato un ponte di collegamento che, con l'aumento delle richieste di soccorso e sostegno, ha migliorato la capacità di far arrivare aiuti efficaci: così è stata trasmessa una rappresentazione positiva di Bergamo e della sua gente come realtà in grado di assicurare disponibilità di risorse economiche e lavoro. L'aiuto materiale dato ai boliviani, e ai Cochabambini in particolare, facendoli emigrare ed assicurando una rete di accoglienza e protezione all'arrivo a Bergamo, ha poi contribuito ad alimentare un “passaparola” che ha orientato la scelta del luogo di emigrazione. I primi boliviani arrivati hanno trovato accoglienza in città presso persone conosciute in Bolivia e a loro volta hanno poi accolto altri connazionali allargando il fenomeno in poco tempo in maniera esponenziale. Grazie alle conseguenti possibilità relazionali il collettivo dei boliviani ha creato una sorta di “rete etnica”, all'interno della quale le persone si muovono per trovare risposte ai bisogni, per avere informazioni utili, per migliorare la propria condizione. Queste stesse reti però hanno potuto assicurare solo camere a prezzi elevati o appartamenti sovraffollati, spesso con l'obbligo di una restituzione in termini economici o di riconoscimento di potere ai fornitori degli aiuti.62 62. Cfr. Rota-Torrese o.c. 161


COSA LI CARATTERIZZA Dai dati del rapporto provinciale sull'immigrazione aggiornati al 1 luglio 2010 e dai dati Istat al 31.12.2010 risulta che tra gli immigrati boliviani la popolazione femminile è sempre predominante anche se la percentuale in seguito ai ricongiungimenti si è abbassata dal 60% al 57%. Le fonti ufficiose dicono che la maggior parte delle donne boliviane è tuttora impiegata principalmente nei lavori di cura e di assistenza come colf, baby sitter o badanti, ma nel corso degli ultimi anni il loro servizio si è qualificato grazie alla partecipazione a corsi per assistenti Asa o Oss. Gli uomini sono inseriti nel settore edilizio come dipendenti in qualità di muratori o posatori delle coperture dei tetti; in piccola parte sono inseriti nel mondo dell'industria come operai e nelle ditte di pulizia. Diversi sono ora gli uomini boliviani regolari che, pur rimanendo nell'ambito del settore edilizio, sono passati dal lavoro dipendente a quello autonomo in qualità di artigiani (soprattutto come muratori, posatori, falegnami, elettricisti ecc.) ed alcuni hanno aperto delle proprie imprese di pulizie. Va segnalato il fatto che l'alto tasso di irregolarità si accompagna ad un'ampia area di lavoro nero, ma al tempo stesso che è notevole la capacità di queste persone di inserirsi nel sistema economico bergamasco. Molti di loro riservano parte delle loro entrate per i familiari che hanno lasciato nella terra d'origine: le rimesse dei boliviani all'estero costituiscono ormai una parte rilevante della ricchezza in Bolivia con i vantaggi e gli svantaggi che ciò comporta per la possibilità di sviluppo economico di questo paese. In genere coloro che sono venuti a Bergamo sono di classe sociale e di cultura media; l'80% ha il diploma di maturità; non mancano i laureati.

DOVE SI RITROVANO Luoghi di aggregazione, contatti e associazioni di riferimento: Centro sociale S. Lazzaro, via S. Lazzaro 18, Bergamo (accanto alla chiesa di S. Lazzaro); riferimento don Mario Marossi tel. 035.247132. Ci si ritrova presso i locali del Centro tutti i mercoledì sera alle 20.30. Rete Interculturale “Madre Tierra”, referente Julio Cesar Soto. cell. 333.4225564 grupomadretierra@hotmail.it 162


Centro socio-culturale Casa dei Boliviani Piazza Risorgimento 14, Bergamo Presidente: Pinuccia Fadda tel. 035.253438 pinuccia.shopf@virgilio.it Associazione Cultural Folklorico Bolivia Via Quarenghi 52, Bergamo c/o l'abitazione della referente Clara Torrez tel. 035.320902, cell. 348.4099248 clarita t@hotmail.com info@boliviaculturalitalia.org ACISBOL, c/o Cisl via Carnovali 88 Referente: Martha Segalini, cell. 338.7673352 / 339.5275708 acisbol@latinmail.com Associazione Folkloristica Mi Tierra Bolivia Via Galmozzi 10, Bergamo c/o l'abitazione della referente Julieta Pardo tel. 035.4519843 Proyecto Yanapakuna Bolivia Via Prato Bello 50, Gandino (Bg) Referente: Sergio Valda tel. 035.733143 Gruppo Kantutita Sede legale via Gavazzeni 9, Bergamo Luogo di ritrovo Oratorio S. Giovanni della Parrocchia di S. Nicolò di Zanica, tel. 035.533701. Asociacion Deportiva Cultural Boliviana c/o Centro S. Lazzaro Via S. Lazzaro 8, Bergamo Referente: Miriam Orihuela cell. 348.8049516. L'associazione si ritrova il giovedÏ sera e si occupa principalmente dell'organizzazione di tornei sportivi tra squadre. Consolato onorario della Bolivia Via Borgo Santa Caterina n.1/C, Bergamo. Per gli appuntamenti è indispensabile contattare il numero 035.428163


4057. È aperto il lunedì, mercoledì e venerdì, al mattino dalle 10.00 alle 12.00 e il pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00. Da segnalare il portale aperto dall'Eco di Bergamo nell'aprile 2011 per i boliviani in Italia e gli italiani in Bolivia www.tuttobolivia.com.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” La maggior parte della popolazione è cattolica (75%) ma sono in forte crescita culti genericamente definiti protestanti e movimenti cristiani detti sette, molto popolari nei quartieri periferici delle città. Si stanno riproponendo con forza anche gruppi che fanno riferimento a rituali religiosi ancestrali preispanici. La religione in Bolivia è un insieme di credo e di tradizioni che mescolano la fede in Dio e in Gesù con altri culti di tipo anche animistico come quello della Pachamama, la Madre Terra. Il 60-70% di coloro che risiedono a Bergamo si dicono cattolici, anche se molti non frequentano più la chiesa. I boliviani cattolici che ancora vivono soli in Bergamo o provincia si ritrovano per motivi di culto, ma anche a scopo aggregativo-culturale, presso la Missione S. Rosa da Lima di via S. Lazzaro in Bergamo, fortemente voluta dalla diocesi per le esigenze pastorali delle persone arrivate a Bergamo da paesi latino-americani. Responsabile della missione è don Mario Marossi che ha lavorato parecchi anni in Bolivia. Le famiglie che si inseriscono nella rispettive parrocchie di residenza sono decisamente aumentate negli ultimi anni (anche se in percentuale sono ancora poche). Chi ha figli manda i bambini a catechismo per la preparazione ai sacramenti e di conseguenza anche i genitori iniziano a frequentare la parrocchia. Recentemente lo sforzo pastorale di don Mario Marossi si è concentrato nella creazione di comunità ecclesiali di base in modo che famiglie di Latino-Americani che abitano nella stessa zona possano ritrovarsi tra di loro e inserirsi gradualmente nella parrocchia di appartenenza. Diversi boliviani, nell'ordine del 20% circa, appartengono a chiese protestanti o perché già ne facevano parte o per nuova adesione. Tra le chiese protestanti prevale l'adesione alle pentecostali. In Bergamo gli 164


immigrati boliviani di religione cristiana evangelica non si sono inseriti nella chiesa protestante valdese già presente storicamente in città, ma hanno creato diverse nuove piccole chiese di cui a volte si improvvisano pastori. Il fenomeno della nascita ed adesione a piccoli gruppi evangelici sembra sia in costante diffusione, anche se non tutte le chiese sono facilmente individuabili. Un altro 10% di boliviani, per appartenenza precedente, o nuova dopo l'emigrazione, è membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (o gruppi Mormoni) o dei Testimoni di Geova: questi ultimi si incontrano nelle case private a gruppi di 10-12 persone una volta la settimana. La scelta religiosa è talvolta orientata e condizionata dalle possibilità di aiuto, di solidarietà e di relazione.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Cattolici Missione S. Rosa da Lima in via S. Lazzaro a Bergamo Referente: don Mario Marossi. Domenica mattina ore 12.00 messa in lingua spagnola; lunedì ore 18.00 - 19.30 corso biblico; mercoledì ore 18.00 - 19.00 orazione ore 19.00 20.30 coro; sabato ore 18.00 - 19.30 catechesi sacramentale per adulti. Prima domenica di ogni mese: Messa per tutti gli immigrati cattolici alle ore 12.00 nella chiesa di S. Leonardo a Bergamo (Piazza Pontida). Nelle rispettive parrocchie. Protestanti Chiesa Verbo di Dio via Dei Cabrini 12, Bergamo* Pastore Milson Peña cell. 327.9253203 / 327.2069545 Culto: domenica ore 10.30 - 13.00 Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00; gruppo giovani: sabato 18.30. *Vedi nota a pagina 55. 165


Fanno capo a questa chiesa circa 60-70 persone di diversi paesi latinoamericani: Bolivia Perù, Ecuador, Argentina, Brasile, Cuba, Rep. Dominicana, Messico, Venezuela. Chiesa evangelica pentecostale, Via XXIV Maggio 63, Bergamo Pastore Antolin Ayaviri tel. 348.0536410 Culto: domenica 10.00 - 13.00 Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00 Fanno capo a questa chiesa circa 30-40 persone della Bolivia, Perù ed Ecuador. Chiesa del Movimento Missionario Mondiale (chiesa evangelica pentecostale), Via Canovine 26, Bergamo Pastore Leonel Cedeño tel. 347.2494682 Culto: domenica 10.30 - 12.30 Riflessione biblica e preghiera: domenica 17.00 - 19.00 Fanno capo a questa chiesa un centinaio circa di persone di diversi paesi latino americani: Bolivia, Ecuador, Perù, Brasile, Cuba, Santo Domingo e alcuni italiani. Assemblea cristiana evangelica pentecostale di Seriate Via Libertà 39, Seriate (Bg) Pastore Tino Di Domenico tel. 035.303021 evangelobg@virgilio.it Culto: domenica 10.30 Gruppo biblico: giovedì 19.30 Gruppo bambini: sabato 16.00 Gruppo adolescenti e giovani: sabato 19.00. Questa chiesa è frequentata da italiani e da immigrati di diverse nazionalità, tra cui 60/70 latinoamericani provenienti da Bolivia, Ecuador ed Argentina. Chiesa Cristiana Evangelica Libera Via Provinciale 21, Dalmine (Bg) Referente: pastore Roberto Guerini tel. 328.4731782 166


e-mail: roberto.guerini@libero.it Sono alla ricerca di un nuovo pastore. Culto: domenica 10.00 - 12.00 Studio biblico donne: mercoledì 20.00 - 21.30 Studio biblico e preghiera: giovedì 20.00 - 22.00 Incontro adolescenti: sabato 17.30 Incontro giovani: sabato 20.00. Questa chiesa è frequentata da italiani e da immigrati tra cui circa 40 latinoamericani soprattutto provenienti dalla Bolivia, dall'Ecuador e una famiglia dalla Repubblica Dominicana.

FESTE RELIGIOSE I cattolici celebrano anche a Bergamo alcune feste religiose caratteristiche a livello nazionale, a cui se ne aggiungono altre per favorire l'incontro con i cattolici locali o con gli immigrati appartenenti ad altre nazioni o confessioni cristiane: Madonna di La Paz (Virgen de Copacabana): 16 luglio. Madonna di Cochabamba (Virgen de Urcupiña): 15 agosto. Defunti: 2 novembre, S. Messa in spagnolo a Mozzo. 26 dicembre: S. Messa seguita da festa a cui partecipano circa quattrocento persone, a Mozzo. Epifania: 6 gennaio. Festa dei Popoli (insieme agli immigrati di altre nazionalità sia cattolici che ortodossi) presso una comunità parrocchiale ospitante che varia ogni anno. Giornata dei Migranti: seconda domenica di gennaio presso una parrocchia della Diocesi che varia ogni anno.

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Argentina

Forma di governo: Repubblica federale Capitale: Buenos Aires Popolazione:41.769.726 ab. (stima luglio 2011) Superficie: 2.780.400 Km² Lingua ufficiale: spagnolo PIL pro capite: 14.700 $ (stima 2010) Età media: 30 Aspettativa di vita: 77

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QUANTI SONO Dati ufficiali Comune di Bergamo: Maschi 46 Femmine 45

Totale 91

ISMU aggiornati al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 310 Irregolari 40 Totale 350 Gli Argentini a Bergamo sono praticamente tutti italo-argentini, e sono arrivati proprio in virtù del fatto che, vantando antenati di origine italiana, potevano avere la cittadinanza italiana con molta facilità. Molti quindi non rientrano più nei dati riguardanti gli stranieri residenti in Italia perché sono ormai cittadini italiani. Con tutta probabilità è per questo motivo che si registra una lieve diminuzione numerica degli Argentini sul nostro territorio dal 2007 al 2010. DA DOVE VENGONO Non è possibile definire città o aree specifiche di provenienza. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Sono sparsi su tutto il territorio provinciale, in prevalenza a Bergamo e a Dalmine. COSA LI CARATTERIZZA Sono in genere figli di Italiani emigrati e cresciuti in Argentina. Con la crisi economica che ha colpito l’Argentina a partire dagli anni Novanta, ma che è esplosa nel 2001 determinando una situazione disperata, molti hanno deciso di lasciare tutto e di rientrare in Italia portando con sè solo i documenti. In Italia l'attesa per la trascrizione della loro posizione è durata anche quattro mesi, nei quali non potevano lavorare. Per dare una mano a quanti avevano deciso di ripercorrere al contrario il viaggio dei propri avi è sorta in Lombardia l'associazione "Ritornare" che ha avviato una collaborazione con la Regione, aprendo uffici nelle pro169


vince di Milano, Brescia, Bergamo, Lecco e Cremona. Il suo intento era quello di fornire un supporto a quanti giungevano in Italia. Col tempo tutti sono stati regolarmente assunti e gradualmente si sono reintegrati nella società italiana. Gli Argentini giungono in Italia portando con sè una tradizione culturale che ha profonde affinità con quella italiana. Va tenuto presente che in Argentina esiste un'industrializzazione significativa, realizzata soprattutto dagli Italiani emigrati: gli Argentini immigrati hanno in genere una formazione professionale elevata e sono per lo più operai altamente specializzati, infermieri, medici, ingegneri. In terra bergamasca alcuni sono venuti per lavorare alla Tenaris-Dalmine, soprattutto chi aveva ruolo di quadro o di dirigente, potendo contare sul riferimento della famiglia Rocca. Da qualche anno l'emigrazione di ritorno degli italo-argentini si è fermata, registrando una diminuzione delle presenze rispetto al 2007. Attualmente infatti l'Argentina sta godendo di un periodo di alta crescita economica e di un miglioramento della stabilità politica. DOVE SI RITROVANO Centro sociale S. Lazzaro Via S. Lazzaro, Bergamo (accanto alla chiesa di S. Lazzaro) Referente don Mario Marossi tel. 035.247132. Non hanno un gruppo o associazione di riferimento di tipo nazionale.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” In Argentina la religione ufficiale è quella cattolica (92%) anche se, di fatto, esiste una totale libertà religiosa e i praticanti sono meno del 20 %. I Protestanti assommano al 2% così come gli Ebrei, ma si pratica anche l'islamismo, la regione greco ortodossa, quella russa ortodossa e altre. In Argentina la religione cattolica, religione ufficiale dello stato, è impregnata di credenze popolari più o meno distanti dalla dottrina ufficiale. Per esempio, lo spiritismo e il culto dei morti sono molto diffusi e sono frequenti veri e propri pellegrinaggi nei luoghi in cui sono seppelliti parenti o personaggi famosi. Gli immigrati dall'Argentina presenti a Bergamo appartengono per lo più 170


alla generazione di coloro che attualmente hanno 30/40 anni e che, pur dichiarandosi credenti, non sono praticanti. Permane soprattutto una certa diffidenza nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche cattoliche che in Argentina hanno avuto legami di connivenza con il regime dittatoriale. Anche per questo non manifestano l'esigenza di specifici luoghi di culto. DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Cattolici Missione S. Rosa da Lima in via S. Lazzaro a Bergamo Referente: don Mario Marossi. Messa in lingua spagnola; domenica mattina 12.00, lunedì 18.00-19.30 Corso biblico; mercoledì ore 18.00 - 19.00 Orazione; 19.00 - 20.30 Coro; sabato ore 18.00 - 19.00 gruppo lettori Nelle rispettive parrocchie. Protestanti Chiesa Verbo di Dio Via Dei Cabrini 12, Bergamo* Pastore Milson Peña cell. 327.9253203 / 327.2069545 Culto: domenica 10.30-13.00. Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30-21.00. Gruppo giovani: sabato 18.30. Fanno capo a questa chiesa circa 60-70 persone di diversi paesi latinoamericani: Bolivia Perù, Ecuador, Argentina, Brasile, Cuba, Rep. Dominicana, Messico, Venezuela. Assemblea cristiana evangelica pentecostale di Seriate via Libertà 39, Seriate (Bg) Pastore Tino Di Domenico 035.303021 * Vedi nota di pagina 55. 171


Culto: domenica ore 10.30 Gruppo biblico: giovedì ore 19.30. Gruppo bambini: sabato ore 16.00. Gruppo adolescenti e giovani: sabato ore 19.00. Questa chiesa è frequentata da italiani e da immigrati di diverse nazionalità, tra cui 60/70 latinoamericani provenienti da Bolivia, Ecuador ed Argentina. FESTE RELIGIOSE Non si celebrano feste religiose nazionali.

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Brasile

Forma di governo: Repubblica presidenziale federale Capitale: Brasilia Popolazione: 203.429.773 (stima luglio 2011) Superficie: 8.514.876 Km² Lingua ufficiale: portoghese PIL pro capite: 10.800 $ (al 2010) Età media: 29 Aspettativa di vita: 72

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QUANTI SONO IN PROVINCIA DI BERGAMO Comune di Bergamo: Maschi 86 Femmine 125

Totale 211

ISMU al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 1.000 Irregolari 100

Totale 1.100

Non ci sono state variazioni significative dal 2007 ad oggi nella presenza numerica dei brasiliani. È comunque difficile fare una stima precisa dei brasiliani presenti a Bergamo e provincia perché quasi tutti arrivano in qualità di discendenti di antenati bergamaschi o, per quanto riguarda le donne, per sposarsi con un italiano. In entrambi i casi hanno la precisa intenzione di ottenere in breve tempo la cittadinanza italiana: ovviamente, dal momento in cui la ottengono, non compaiono più nelle statistiche relative agli stranieri. Il tempo medio per chi vanta una discendenza per l'ottenimento della cittadinanza è di qualche mese. Dopo averla ottenuta però, nel 50% dei casi, non rimangono a Bergamo o in Italia, ma migrano verso un altro Paese europeo nel quale trovano più facilmente lavoro (soprattutto nel campo della ristorazione, dei trasporti o come pony express) e nel quale la vita costa meno. Il Paese europeo per loro maggiormente attrattivo è l'Inghil-terra.

DA DOVE VENGONO In Brasile attualmente i discendenti di Italiani sono concentrati per il 70% nella zona di S. Paolo. Dato l'alto numero di richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana il consolato di S. Paolo lavora molto lentamente. Ci vogliono diversi anni perché una pratica venga risolta positivamente. In altre città sedi di consolati, quali Brasilia, ci sono meno problemi, ma possono distare anche migliaia di chilometri dai luoghi di abitazione e non tutti possono spostare lì la residenza. Così, quando il 174


governo italiano ha iniziato a pubblicizzare il fatto che, venendo direttamente in Italia, si poteva ottenere la cittadinanza più velocemente molti sono partiti. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Non sono localizzati in un'area definita, ma sparsi su tutto il territorio provinciale, con prevalenza in Bergamo e poi Dalmine, Treviglio e Seriate.

COSA LI CARATTERIZZA Il 70% dei brasiliani presenti a Bergamo è di sesso femminile. Molti sono occupati nel campo della ristorazione.In genere gli italo-brasiliani che arrivano in Italia provengono da famiglie agiate economicamente e di buon livello culturale; molti sono laureati e figli di imprenditori. Del resto è necessaria una certa disponibilità economica per pagare le pratiche, gli interpreti, l'affitto di un appartamento in Italia e occorre cultura e in la conoscenza delle lingue per sbrigare le pratiche velocemente. DOVE SI RITROVANO Centro sociale S. Lazzaro, via S. Lazzaro a Bergamo Riferimento don Mario Marossi tel. 035.247132 Il gruppo dei brasiliani si ritrova la prima domenica di ogni mese nel pomeriggio. 175


Associazione Brasiliana in Lombardia ASSOBRASIL Via P. Ruggeri 45, Bergamo Presidente Zenaide da Silva, cell. 388.7525243 e-mail: itaipava2010@yahoo.it; info@assobrasil.org

LA “GALASSIA RELIGIOSA” La religione predominante è quella cattolica (73,6%), il che rende il Brasile il Paese con il maggior numero di Cattolici del mondo; assai più modeste percentuali praticano confessioni e culti diversi, come Protestantesimo 15,4%, Ortodossia, Buddhismo, Ebraismo, Islamismo, ecc. Anche se il Cattolicesimo continua ad esser la religione ufficiale, la sua popolarità è in forte calo. Questo è dovuto al diffondersi del sincretismo e delle numerose sette e religioni presenti sul territorio, capaci di soddisfare i bisogni dei loro seguaci con grande flessibilità. Tra queste, possiamo ricordare i riti Candomblè. Il Candomblé è una religione afrobrasiliana praticata prevalentemente in Brasile, ma anche in stati vicini e consiste in una mescolanza di riti indigeni, credenze africane e Cristianesimo. Questa religione è giunta in Brasile dall'Africa, portata da sacerdoti africani e dai fedeli che erano stati deportati come schiavi e si basa sulla fede in un'anima propria della natura e nel culto degli Orixa, divinità di origine totemica e familiare, associati ciascuno ad un elemento naturale. Benché originariamente la sua diffusione fosse limitata alla popolazione ridotta in schiavitù, fosse bandito dalla Chiesa cattolica e perfino criminalizzato da alcuni governi, il Candomblé è sopravvissuto per secoli, e si è diffuso considerevolmente dopo la fine della schiavitù nel XIX secolo. Ora è una religione ampiamente praticata, con appartenenti di tutte le classi sociali. Durante un recente censimento circa due milioni di Brasiliani (1,5 % della popolazione) si sono detti seguaci del Candomblé. Nella cultura brasiliana le religioni non sono avvertite come esclusive, pertanto molte persone che praticano abitualmente altre confessioni partecipano a rituali del Candomblé anche regolarmente. Le divinità, i riti, e le festività del Candomblé sono ora parte integrante del folklore brasiliano. 176


DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Cattolici Missione S. Rosa da Lima in via S. Lazzaro a Bergamo Riferimento don Mario Marossi. Domenica mattina ore 12.00 messa in lingua spagnola. Lunedì ore18.00 -19.30 corso biblico. Mercoledì ore 18.00 -19.00 orazione; ore 19.00 - 20.30 coro. Sabato ore 18.00 -19.00 gruppo lettori. Nelle rispettive parrocchie. Protestanti Chiesa Evangelica Assemblea di Dio Missionaria Treviolo (Bg); pastore Fernando Rodrigues cell. 388.7526751 Leide Barbalho cell. 340.6762867. Si ritrovano per il culto: mercoledì ore 20.00; sabato ore 20.30; domenica ore 18.30. Chiesa Verbo di Dio Via Dei Cabrini12, Bergamo* Pastore Milson Peña cell. 327.9253203 / 327.2069545 Culto: domenica ore 10.30 -13.00. Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00. Gruppo giovani: sabato 18.30. Fanno capo a questa chiesa circa 60-70 persone di diversi paesi latinoamericani: Bolivia, Perù, Ecuador, Argentina, Brasile, Cuba, Rep. Dominicana, Messico, Venezuela. Chiesa del Movimento Missionario Mondiale (chiesa evangelica pentecostale) Via Canovine 26 A, Bergamo Pastore Leonel Cedeño cell. 347.2494682 cristovive@hotmail.it

*Vedi nota a pagina 55. 177


Culto: domenica ore 10.30 -12.30. Domenica ore 17.00 riflessione biblica e preghiera. Fanno capo a questa chiesa un centinaio circa di persone di diversi paesi latino americani: Bolivia, Ecuador, Per첫, Brasile, Cuba, Santo Domingo e alcuni italiani.

FESTE RELIGIOSE Cattolici Nossa Senhora de Aparecida: 12 ottobre. A Bergamo si festeggia la seconda domenica di ottobre nella messa delle ore 12.00 presso la chiesa di S. Lazzaro.

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Cuba

Forma di governo: Repubblica socialista Capitale: L'Avana Popolazione: 11.087.330 Superficie: 110.860 Km² Lingua ufficiale: spagnolo PIL pro capite: 9.900 $ (stima 2010) Età media: 38 Aspettativa di vita: 78

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat al 31/12/2010 Provincia di Bergamo Maschi 120 Femmine 385

Totale 505

Comune di Bergamo: Maschi 19 Femmine 41

Totale 60

ISMU al 1/7/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 540 Irregolari 60

Totale 600

DA DOVE VENGONO I Cubani presenti nella Provincia di Bergamo non vengono da un'area definita di Cuba. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Sono sparsi su tutto il territorio provinciale con prevalenza nel Comune di Bergamo e nell'hinterland (Seriate, Stezzano, Dalmine).

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COSA LI CARATTERIZZA Gli abitanti di Cuba, dopo l'avvento al potere di Fidel Castro, per cinquant'anni hanno potuto uscire da Cuba solo con visti turistici per un massimo di 90 giorni a seguito di invito da parte di qualcuno all'estero che ne garantisse il mantenimento e con presentazione di una serie di autorizzazioni e del biglietto aereo pagato di andata e ritorno. Di conseguenza i cubani presenti in Italia, come in tutte le altre zone del mondo, sono arrivati quasi tutti su invito di qualcuno che si era recato a Cuba in qualità di turista. In molti casi questi legami si sono trasformati in matrimoni che hanno permesso loro di rimanere stabilmente nella nazione del coniuge. Anche i cubani presenti a Bergamo e provincia sono in gran parte mogli o mariti di bergamaschi/e ed in quanto tali sono perfettamente inseriti nella realtà locale nella quale vivono e lavorano. Sono rari i casi di coloro che sono venuti a Bergamo esclusivamente per motivi di lavoro. È recente (maggio 2011) la decisione del governo cubano di autorizzare i viaggi turistici all'estero dei propri cittadini senza inviti o permessi. Ciò rappresenta una svolta che avrà sicure ripercussioni anche sull'emigrazione. Va segnalato che a partire dal 1999 operano a Cuba dei sacerdoti bergamaschi che hanno dato vita, data l'inesistenza di vere parrocchie, a più di 200 comunità di base. Attualmente la Chiesa di Bergamo continua ad essere vicina alla Chiesa cubana e si sta impegnando nel sostenere la ricostruzione della cattedrale di Baracoa. L'arrivo di cittadini cubani nella bergamasca non è tuttavia in alcun modo legato a relazioni instaurate con i missionari bergamaschi. I cubani presenti nella Bergamasca sono per lo più impiegati nel campo della ristorazione, ma anche nel settore sanitario come medici o infermieri. I cittadini cubani hanno, in genere, un buon livello di istruzione: molti possiedono diplomi di laurea, che in Italia non vengono riconosciuti. Le statistiche parlano di circa 500 cubani presenti sul territorio provinciale bergamasco, di cui due terzi circa costituito da donne. Fino a poco tempo fa, forse proprio perché non hanno avuto particolari problemi di integrazione, non era emersa da parte loro l'esigenza di ritrovarsi o di organizzare iniziative come comunità cubana. Recentemente invece si è costituita anche a Bergamo un'associazione di cubani, già esistente a Brescia, con l'intento di creare momenti di conoscenza fra le 181


famiglie italocubane e tutti gli amici e simpatizzanti, creando eventi socioculturali che permettano soprattutto alle nuove generazioni di riscoprire le tradizioni e le radici cubane.

DOVE SI RITROVANO Asociaciòn de Cubanos via A. Maj 2e, Bergamo Referente William Edwards cell. 334.1112100 www.cubanos.it info@cubanos.it

LA GALASSIA RELIGIOSA La Repubblica di Cuba è uno Stato laico: infatti l'ateismo di Stato è stato abolito nel 1992. Circa il 30% dei cubani si professa ateo. Seguono la Chiesa Cattolica Romana, praticata da circa il 10% e le religioni Cristiano-Afrocubane come i riti di Santeria (una miscela sincretica di riti religiosi nativi africani e di cattolicesimo romano), che raccolgono un totale di circa il 20%. Questi riti hanno la caratteristica di avere gran parte della gerarchia costituita da donne. I membri della gerarchia si vestono di bianco nelle occasioni pubbliche.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Cattolici I Cubani presenti in provincia di Bergamo che si dichiarano cristiani cattolici frequentano le parrocchie di appartenenza. Protestanti Chiesa Verbo di Dio Via Dei Cabrini 12, Bergamo* Pastore Milson Peña cell. 327.9253203 / 327.2069545 *Vedi nota a pagina 55. 182


Culto: domenica ore 10.30 -13.00 Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00 Gruppo giovani: sabato 18.30. Fanno capo a questa chiesa circa 60-70 persone di diversi paesi latinoamericani: Bolivia Perù, Ecuador, Argentina, Brasile, Cuba, Rep. Dominicana, Messico, Venezuela. Chiesa del Movimento Missionario Mondiale (chiesa evangelica pentecostale) Via Canovine 26 A, Bergamo Pastore Leonel Cedeño cell. 347.2494682 Culto: domenica ore 10.30 - 12.30 Riflessione biblica e preghiera: domenica 17.00 - 19.00. Fanno capo a questa chiesa un centinaio circa di persone di diversi paesi latino americani: Bolivia, Ecuador, Perù, Brasile, Cuba, Santo Domingo e alcuni italiani.

FESTE RELIGIOSE L'Associazione dei Cubani sta cercando di organizzare, per la prima volta a Bergamo, in collaborazione con la Missione Santa Rosa da Lima, per il mese di settembre la Festa della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba, che si celebra il 12 dello stesso mese.

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ECUADOR

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Quito Popolazione: 15.007.343 ab. (stima luglio 2011) Superficie: 283.560 Km² Lingua ufficiale: spagnolo PIL pro capite: 7.800 $ (stima 2010) Età media: 26 Aspettativa di vita: 76

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat al 31/12/2010: Provincia di Bergamo: Maschi 688 Femmine 1.030 Comune di Bergamo: Maschi 206 Femmine 296

Totale 1.718 Totale 502

ISMU al 1/7/2010: Provincia di Bergamo: Regolari 1.760 Irregolari 290

Totale 2.050

Dati ufficiali dell'Ufficio scolastico Provinciale relativi all'a. s. 2007/08: infanzia 22 primaria 138 secondaria di primo grado 95 secondaria di secondo grado 77 Totale 332

DA DOVE VENGONO Gli Ecuadoriani presenti nella provincia di Bergamo provengono da centri urbani diversi. Va segnalato che nella città di Genova esiste una numerosa presenza di Ecuadoriani provenienti in gran parte dalla regione di Guayaquil, mentre un numero significativo di originari della capitale Quito è presente nel Lazio.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Un quarto dei presenti è residente nel Comune di Bergamo; i restanti sono distribuiti nella provincia con prevalenza nei comuni dell'hinterland e della bassa pianura (soprattutto Caravaggio, Treviglio e Dalmine). 185


COSA LI CARATTERIZZA La presenza di ecuadoriani in Provincia di Bergamo è leggermente aumentata dal 2007 e tra i latino americani sono secondi, preceduti solo dai Boliviani. La percentuale delle donne, per lo più colf e badanti, all'interno della comunità ecuadoriana è passata dal 70% al 60% circa, il che significa che i nuovi arrivi sono dovuti soprattutto ai ricongiungimenti parentali di figli e mariti. Va sottolineato che a livello nazionale sul territorio italiano le persone provenienti dall'Ecuador costituiscono quantitativamente la prima comunità latinoamericana. L'Ecuador ha sviluppato negli ultimi anni un'attenzione politica particolare alla questione dell'emigrazione e all'opinione pubblica: soprattutto gli operatori sociali hanno iniziato ad analizzarne con preoccupazione gli effetti e i cambiamenti sulla struttura sociale del paese e soprattutto delle famiglie. Le partenze delle donne come “primo-migrante” mettono in crisi il modello tradizionale di famiglia e si assiste alla diffusione di un certo allarme sociale per “l'abbandono” dei figli e la disgregazione famigliare. Da qualche anno in Ecuador sta prevalendo l'idea che le difficoltà vissute dalle famiglie ecuadoriane e la presenza di una serie di problemi sociali (alcolismo, gravidanze precoci, presenza di bande, infedeltà coniugale, divorzi ecc.) sia dovuta principalmente alla migrazione e le donne migranti sono stigmatizzate come principali responsabili. Lo stereotipo negativo si ripercuote poi anche sui figli lasciati in patria visti come potenziali “soggetti a rischio”. Nella quasi 186


totalità dei casi i figli vengono lasciati a parenti, per lo più ai nonni che in genere non sono molto anziani. La popolazione ecuadoriana è infatti molto giovane con un'età media di 26 anni e tassi sia di natalità che di mortalità molto elevati. Le rimesse inviate dai migranti ai familiari: vengono utilizzate per comprare servizi di base, necessari soprattutto ai bisogni dei figli e degli anziani (scuole private, alimentazione, abbigliamento, cure mediche…) insieme a spese per il miglioramento o costruzione di nuove abitazioni. Non si tratta certo di ingenti quantità di denaro, ma ogni famiglia riceve cifre che vanno dai 150 ai 250 dollari mensili, appena sufficienti per pagare le suddette spese. Poiché i servizi pubblici in Ecuador, soprattutto istruzione e sanità, sono alquanto scadenti, si è sviluppata la tendenza ad accedere ai numerosi servizi privati che si sono diffusi negli ultimi anni proprio a seguito dell'ampliarsi di un mercato esclusivo dedicato ai familiari dei migranti, tra i pochi ad avere denaro sufficiente. L'invio di rimesse comunque garantisce un migliore tenore di vita alle famiglie dei migranti, ma non è stato finora in grado di creare un significativo sviluppo e di dare origine ad attività produttive autonome in patria. Di fatto le rimesse hanno introdotto una serie di problemi, primo dei quali la nascita di un nuovo tipo di dipendenza esterna: il consumo interno infatti viene mantenuto soltanto attraverso il denaro proveniente dal'esterno.63

DOVE SI RITROVANO Centro sociale S. Lazzaro Via S. Lazzaro a Bergamo (accanto alla chiesa di S. Lazzaro) Riferimento don Mario Marossi tel. 035.247132 Il gruppo dell'Ecuador si ritrova l'ultima domenica di ogni mese nel pomeriggio: referente Patricio cell. 329.9415807.

63. Per approfondimenti cfr. Francesca Lagomarsino, “Migrazione ecuadoriana e bisogni insoddisfatti di cura. Uno sguardo iniziale” (è una pubblicazione del MIDLA, Migranti per lo sviluppo in America Latina). 187


LA “GALASSIA RELIGIOSA” La religione cristiana cattolica è la più diffusa con percentuali che variano a seconda delle fonti dal 70 al 95 %. La restante minoranza è costituita da cristiani protestanti o da aderenti ad altre religioni. DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Cattolici Missione S. Rosa da Lima, via S. Lazzaro a Bergamo Riferimento don Mario Marossi. Domenica mattina ore 12.00 messa in lingua spagnola. Lunedì ore18.00 -19.30 corso biblico. Mercoledì ore 18.00 -19.00 orazione e ore 19.00 - 20.30 coro; Sabato ore 18.00 -19.00 gruppo lettori. Inoltre si ritrovano nelle rispettive parrocchie. Protestanti Chiesa Verbo di Dio Via Dei Cabrini 12, Bergamo* Pastore Milson Peña cell. 327.9253203 / 327.2069545 Culto: domenica ore 10.30 -13.00. Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00. Gruppo giovani: sabato 18.30. Fanno capo a questa chiesa circa 60-70 persone di diversi paesi latinoamericani: Bolivia, Perù, Ecuador, Argentina, Brasile, Cuba, Rep. Dominicana, Messico, Venezuela. Chiesa evangelica pentecostale Via XXIV Maggio 63, Bergamo Pastore Antolin Ayaviri cell. 348.0536410 Culto: domenica ore 10.00 -13.00. Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00. Fanno capo a questa chiesa circa 30-40 persone della Bolivia, Perù ed Ecuador. *Vedi nota a pagina 55. 188


Chiesa del Movimento Missionario Mondiale (chiesa evangelica pentecostale) Via Canovine 26a, Bergamo Pastore Leonel Cedeño cell. 347.2494682 Culto: domenica 10.30 -12.30. Riflessione biblica e preghiera: domenica 17.00 -19.00. Fanno capo a questa chiesa un centinaio circa di persone di diversi paesi latino americani: Bolivia, Ecuador, Perù, Brasile, Cuba, Santo Domingo e alcuni italiani. Assemblea cristiana evangelica pentecostale di Seriate Via Libertà 39, Seriate (Bg) Pastore Tino Di Domenico tel. 035.303021 evangelobg@virgilio.it Culto: domenica ore 10.30. Gruppo biblico: giovedì ore 19.30. Gruppo bambini: sabato ore 16.00. Gruppo adolescenti e giovani: sabato ore 19.00. Questa chiesa è frequentata da italiani e da immigrati di diverse nazionalità, tra cui 60/70 latinoamericani provenienti da Bolivia, Ecuador ed Argentina. Chiesa Cristiana Evangelica Libera Via Provinciale 21, Dalmine (Bg) Referente (già pastore) Roberto Guerini cell. 328.4731782 e-mail: roberto.guerini@libero.it Sono alla ricerca di un nuovo pastore. Culto: domenica ore 10.00 -12.00. Studio biblico donne: mercoledì ore 20.00 - 21.30. Studio biblico e preghiera: giovedì 20.00 - 22.00. Incontro adolescenti: sabato ore 17.30. Incontro giovani: sabato ore 20.00. Questa chiesa è frequentata da italiani e da immigrati tra cui circa 40 latinoamericani soprattutto provenienti dalla Bolivia, dall'Ecuador e una famiglia dalla Repubblica Dominicana.

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FESTE RELIGIOSE Cattolici Festa del Nino Jesus: a Bergamo viene festeggiata nel pomeriggio della seconda domenica di dicembre presso la chiesa di S. Lazzaro. Il gruppo degli Ecuadoriani (una settantina circa) si riunisce ogni ultima domenica del mese alle ore 18.00 e tutte le nove domeniche che precedono la festa del Nino Jesus per momenti di preghiera nel pomeriggio presso il Centro S. Lazzaro. Referente Susana cell. 333.4339034. Festa della Virgen del Quinche, protettrice degli immigrati, si svolge a Peschiera Borromeo (MI), l'ultima o la penultima domenica di novembre: è prevista una Messa, la processione con la statua della Madonna e a seguire una festa popolare che richiama Ecuadoriani da tutta la Lombardia.

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PERÙ

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Lima Popolazione: 29.248.943 ab. (stima luglio 2011) Superficie: 1.285.220 Km² Lingua ufficiale: spagnolo, quechua PIL pro capite: 9.200 $ (al 2005) Età media: 26 Aspettativa di vita: 72

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat al 31/12/2010: Provincia di Bergamo: Maschi 432 Femmine 873

Totale 1.105

Comune di Bergamo: Maschi 166 Femmine 246

Totale 412

ISMU al 1/7/2010: Provincia di Bergamo: Regolari 1.120 Irregolari 130

Totale 1.250

Minori a scuola Dati ufficiali dell'Ufficio scolastico Provinciale relativi all'a.s. 2007/08: infanzia 17 primaria 38 secondaria di primo grado 28 secondaria di secondo grado 64 Totale 147

DA DOVE VENGONO Provengono da centri urbani diversi.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA La maggioranza dei presenti è residente nel Comune di Bergamo. È aumentato il numero di coloro che hanno acquistato casa nei comuni limitrofi a Bergamo (Ponte S. Pietro, Stezzano, Seriate) o nella bassa (Treviglio). Purtroppo a seguito della crisi economica chi aveva acquistato con mutui a tasso variabile si è ritrovato in difficoltà.

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COSA LI CARATTERIZZA La stragrande maggioranza dei peruviani in Italia (93,8%) risiedono in Lombardia, il 78% di loro vivono in provincia di Milano e in particolare (70%) nella città capoluogo; seguono i Comuni più popolosi a nord e nord-est di Milano. Secondo i dati forniti dal Consolato, tale dislocazione si deve probabilmente alla vicinanza degli ospedali e delle case di riposo per anziani . In crescita il numero di iscrizioni di figli nati in Italia da cittadini peruviani o da coppie italo-peruviane; il 92% dei figli di peruviani registrati presso il Consolato Generale di Milano sono nati in Lombardia, il 6% in Emilia Romagna e il restante 2% in altre 11 regioni italiane. In Lombardia, il 78% delle nascite sono avvenute nella provincia di Milano, seguita da quelle di Monza e Brianza (7%), Varese (5%), Bergamo (3%), Como (2%), Brescia (1%) e dall'insieme delle restanti province lombarde (4%). Sin dall'inizio quella peruviana in Italia è stata un'immigrazione composta prioritariamente da donne (circa il 60%), impiegate come collaboratrici domestiche, infermiere, cameriere o commesse. La motivazione prevalente che spinge le donne peruviane ad emigrare è il desiderio di migliorare la propria posizione economica, cogliendo un'occasione e spesso avendo altri familiari o amici già residenti in Italia. Il prolungarsi della permanenza nel nuovo Paese fa mutare i progetti originari. Il lavoro domestico, rispetto ad altri impieghi diffusi tra gli immigrati, offre una relativa stabilità, ma poca possibilità di cambiare collocazione lavorativa 193


La comunità peruviana, come emerge da recenti studi della Fondazione Ismu, è una comunità giovane e dinamica, ben integrata e che mantiene forti legami con il territorio con una spiccata tendenza al transnazionalismo. Con questo termine si intende una tendenza che sta emergendo in questi anni ed è la capacità che hanno queste persone di vivere simultaneamente in due contesti diversi. Grazie alle nuove tecnologie, ad esempio, possono dirigere piccoli-grandi business nel Paese d'origine, pur partecipando attivamente alla vita sociale della città in cui vivono. Queste relazioni si estendono anche verso altri paesi di insediamento dell'emigrazione peruviana nelle Americhe, in Europa e in Giappone. In tutta la Lombardia i Peruviani sono persone che, in generale, hanno un buon livello di istruzione: il 69% ha un diploma di scuola superiore. Erano alti anche i livelli di occupazione fino alla crisi economica del 2009 dopo la quale molti sono rientrati in patria a seguito della perdita di lavoro, mentre coloro che sono nel frattempo arrivati nella bergamasca spesso si sono dovuti adattare a lavorare in nero.

DOVE SI RITROVANO Centro sociale S. Lazzaro Via S. Lazzaro a Bergamo (accanto alla chiesa di S. Lazzaro) Riferimento don Mario Marossi tel. 035.247132. Il gruppo del Perù si ritrova l'ultimo sabato di ogni mese alla sera e fanno capo all'Associazione Hermandad del Senor de Los Milagros, referente Isidora Vejarana cell. 333.1106873 e-mail: hermandadbergamo@yahoo.com. Associazione dei Peruviani presenti in Bergamo e provincia Via San Bernardino 25, Bergamo Referente Almir San Martin tel. 035.219544 cell. 328.8648161 e-mail: almirsanmartin@tin.it. Associazione culturale e di cooperazione internazionale a cui fanno capo circa 120 persone.

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LA “GALASSIA RELIGIOSA” Si considerano cristiani cattolici l' 89% della popolazione, protestanti il 7% ; il restante 4% appartiene ad altre religioni. In Perù, a partire dal secolo XVI, convivono con il Cattolicesimo espressioni di una religione nativa basata sul culto del Sole, della Pachamama (Madre Terra) e degli elementi della natura in generale. È difficile capire se si tratta di due religioni molto differenti in un processo di fusione oppure un parallelismo di credenze. Recentemente sono comparse chiese molto differenti, come chiese protestanti frutto del lavoro di missionari nordamericani ed europei. Inoltre troviamo Testimoni di Geova, Mormoni, Avventisti, Buddisti, Musulmani, Indù, etc. Sono sorte anche religioni "nuove" come il gruppo peruviano Israeliti del nuovo Patto (che ha la particolarità di partecipare sempre alle elezioni politiche), il Movimento della Nuova Era (che ha la particolarità di fondere religione, filosofia, costumi tradizionali, etc.) e altri gruppi. In generale si può affermare che i peruviani sono ancora molto religiosi e che la percentuale di atei e agnostici dichiarati é molto bassa. Tra i presenti a Bergamo coloro che abbiamo incontrato si dichiarano cristiani; i praticanti sono a grande maggioranza cattolici, ma sono presenti anche in alcune chiese evangeliche.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Cattolici Missione S. Rosa da Lima in via S. Lazzaro a Bergamo Riferimento don Mario Marossi. Domenica mattina ore 12.00 messa in lingua spagnola. Lunedì ore18.00 -19.30 corso biblico. Mercoledì ore 18.00 -19.00 orazione e ore 19.00 - 20.30 coro. Sabato ore 18.00 -19.00 gruppo lettori. Inoltre si incontrano nelle rispettive parrocchie.

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Protestanti Chiesa Verbo di Dio Via Dei Cabrini 12, Bergamo* Pastore Milson Peña cell. 327.9253203 / 327.2069545 Culto: domenica 10.30 -13.00. Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 - 21.00. Gruppo giovani: sabato 18.30. Fanno capo a questa chiesa circa 60-70 persone di diversi paesi latinoamericani: Bolivia Perù, Ecuador, Argentina, Brasile, Cuba, Rep. Dominicana, Messico, Venezuela. Chiesa evangelica pentecostale Via XXIV Maggio 63, Bergamo Pastore Antolin Ayaviri tel 348.0536410 Culto: domenica ore 10.00 -13.00. Gruppi biblici: martedì e giovedì 19.30 -21.00. Fanno capo a questa chiesa circa 30-40 persone della Bolivia, Perù ed Ecuador. Chiesa del Movimento Missionario Mondiale (chiesa evangelica pentecostale) Via Canovine 26 A, Bergamo Pastore Leonel Cedeño cell. 347.2494682 Culto: domenica ore 10.30 -12.30. Riflessione biblica e preghiera: domenica 17.00 -19.00. Fanno capo a questa chiesa un centinaio circa di persone di diversi paesi latino americani: Bolivia, Ecuador, Perù, Brasile, Cuba, Santo Domingo e alcuni italiani. FESTE RELIGIOSE Cattolici El Señor de los Milagros: 18 ottobre. A Bergamo viene festeggiata la terza domenica di ottobre alla messa delle 12.00 presso la chiesa di S. Lazzaro.

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COLOMBIA

Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Bogotà Popolazione: 44.725.543 ab. (stima luglio 2011) Superficie: 1.138.910 Km² Lingua ufficiale: spagnolo PIL pro capite: 9.800 $ (stima 2010) Età media: 28 Aspettativa di vita: 74

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat al 31/12/2010 : Provincia di Bergamo: Maschi 115 Femmine 209 Comune di Bergamo: Maschi 34 Femmine 62 ISMU al 1/7/2010: Provincia di Bergamo: Regolari 360 Irregolari 40

Totale 324 Totale 96

Totale 400

DA DOVE VENGONO Provengono da centri urbani diversi. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Quasi un terzo risiede nel comune di Bergamo; i rimanenti sono distribuiti su tutto il territorio provinciale, con prevalenza nella Pianura.

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COSA LI CARATTERIZZA Il gruppo dei Colombiani a Bergamo denota una forte presenza femminile, per lo più di donne sposate con italiani. L'immigrazione dei Colombiani in Provincia di Bergamo non è avvenuta con le ultime ondate migratorie, ma è stata un'immigrazione graduale e progressiva che si è consolidata nel corso di diversi anni. Negli ultimi anni, in seguito alla crisi economica e a causa della difficoltà di trovare lavoro anche a Bergamo, diversi colombiani sono ritornati in patria, mentre si sono verificati ricongiungimenti parentali di chi è rimasto. DOVE SI RITROVANO Associazione Folkor y Cultura Colombiana Via Provinciale 72, Urgnano (Bg) presso l'abitazione della presidente Amanda del Carmen Estrada Castello, tel. 035.892498 cell. 333 8066250 aso.todosporcolombia@tiscali.it amanda.estrada@libero.it. L'associazione organizza eventi di carattere folkloristico e culturale in collaborazione anche con enti culturali bergamaschi e con enti colombiani e si occupa di fornire informazioni utili agli immigrati colombiani. Associazione Colombia Viva Onlus Via Mazzini 14, Breno (Bs) Referente Flor Angela Saenz cell. 348.7384930 tel. 0364.321097 email: colombiaviva@emil.it. LA “GALASSIA RELIGIOSA” La religione predominante in Colombia è il cattolicesimo, praticato dal 95% della popolazione; sono altresì presenti piccole minoranze di Protestanti e di Ebrei. DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO RELIGIOSO Gli immigrati di origine colombiana sono presenti sul territorio della Provincia di Bergamo da diversi anni e già da prima che venisse istituita la Missione S. Rosa da Lima; per questo i praticanti, quasi esclusivamente cattolici, frequentano le rispettive parrocchie di residenza e festeggiano le feste tradizionali locali. 199


Asia

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CINA

Forma di governo: Repubblica Popolare Capitale: Pechino Popolazione: 1.336.718.015 ab. (stima al luglio 2011) Superficie: 9.596.961 km² Lingua ufficiale: cinese mandarino PIL pro capite: 7.600 $ (stima 2010) Età media: 36 Aspettativa di vita: 75

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 1.524 Femmine 1.564 Comune di Bergamo: Maschi 392 Femmine 437

Totale 3.088

Totale 829

ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 3.060 Irregolari 490 Totale 3.550

DA DOVE VENGONO La migrazione dei Cinesi in Italia inizia a partire dagli anni 70. Provengono in particolare dalle zone di Zhejiang, Guangdong, Haebei e Shandong. Sono la maggior collettività asiatica in Italia.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA Secondo i dati ISTAT del 31/12/2009 in Italia i cinesi immigrati sono 188.352. Le Regioni con maggior presenze sono Lombardia e Toscana. In Lombardia sono presenti 55.800 cinesi, le città con maggiori presenze sono: Milano, Brescia, Mantova (dati ISMU maggio 2010). In provincia di Bergamo le località con le presenze maggiori sono: Bergamo, Ponte San Pietro, Dalmine, Sant'Omobono Terme, Seriate. Il grafico rappresenta i cinque comuni della bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine cinese.

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CARATTERISTICHE Per superare nel miglior modo possibile le difficoltà dell'emigrazione in un paese lontano e così diverso i cinesi contano sulla presenza di connazionali già presenti in Italia che creano un’importante rete etnica di solidarietà interna. In questa rete è decisivo il gruppo famigliare, rafforzato dai ricongiungimenti, che tende a configurarsi come una famigliaimpresa. I Cinesi tendono a mantenere comunque un profondo legame con il paese d'origine e le rimesse in denaro presso i famigliari sono consistenti. Svolgono attività lavorative soprattutto nel settore della ristorazione e del commercio, anche nei mercati rionali, e tendono a creare attività imprenditoriali autonome rendendo così la loro presenza territorialmente visibile. In alcune città si formano anche vie o ampie zone con prevalente presenza cinese, e spesso vi è contiguità tra casa e luogo di lavoro. La conoscenza della lingua italiana rimane ancora difficoltosa 64 soprattutto per la prima generazione di emigranti. DOVE SI RITROVANO Non si è a conoscenza di associazioni di cinesi nella provincia di Bergamo. 64. Cfr. Atlante dell'emigrazione a Bergamo: la diaspora cinese, a cura di Emanuela Casti e Giuliano Bernini, Il lavoro Editoriale, Università 2008. 203


LA “GALASSIA RELIGIOSA” La parte della popolazione appartenente a confessioni religiose comprende trecento milioni di persone di cui una netta maggioranza (l'80%) è fedele alla tradizionale associazione di Buddhismo e Taoismo. Seguono le due principali religioni minoritarie del Paese, ovvero il Cristianesimo (3,0%) e l'Islam (1,5%). La Repubblica Popolare di Cina è ufficialmente atea e il governo controlla l'attività religiosa. La legge vieta anche l'attività religiosa dei cristiani al di fuori del controllo statale. Durante la Rivoluzione culturale cinese la libertà religiosa, e in particolare la pratica del cristianesimo, fu notevolmente osteggiata dal regime. In questi ultimi anni il regime ha cambiato la propria posizione, permettendo una sostanziale libertà di culto ai cristiani delle Chiese ufficiali (sia cattolici che protestanti) controllate dal Governo che nomina i sacerdoti e i pastori religiosi. Invece le comunità che praticano la loro religione al di fuori dei vincoli sanciti in via ufficiale hanno continuato a incorrere in vessazioni, detenzioni arbitrarie, carcerazioni e altre gravi restrizioni alla loro libertà di religione. I preti e i vescovi cattolici che si rifiutavano di riconoscere l'Associazione cattolica patriottica cinese (la comunità cattolica riconosciuta dal regime) hanno continuato a essere detenuti e trattenuti in segregazione e isolamento per periodi prolungati o sottoposti a sparizione forzata. Nel rapporto annuale di Amnesty 2010 si sottolinea come della sorte del settantacinquenne monsignor James Su Zhimin, vescovo ordinario della città di Baoding, provincia di Hebei, non si sia più saputo nulla dal momento del suo arresto per mano della polizia nel 1996. La polizia ha percosso e detenuto membri delle chiese cristiane locali, che praticano il culto al di fuori delle istituzioni ufficialmente riconosciute, spesso demolendo le loro chiese e condannandoli alla Rtl (rieducazione-tramitelavoro) o al carcere. Si è particolarmente inasprita la campagna del governo contro il Falun Gong, un movimento spirituale fondato da Li Hongzhi (la parola falun indica la Ruota della Legge nel buddhismo cinese, ma Li Hongzhi la usa anche per indicare un centro di energia spirituale, che è situato nel basso addome e che deve essere "risvegliato" tramite una serie di esercizi 204


chiamati Xiu Lian). Vi sono stati arresti su vasta scala, processi iniqui terminati con pene a lungo termine, sparizioni forzate e decessi in 65 detenzione a seguito di torture e maltrattamenti. Nonostante queste politiche repressive i vari movimenti religiosi, anche malvisti dal regime, continuano ad operare e risultano in espansione.

CHIESA CRISTIANA EVANGELICA ED ESPANSIONE CINESE IN ITALIA Le prime comunità cristiane evangeliche sorsero in Cina verso la fine del 1800 fondate da missionari provenienti dall'Europa e dagli Stati Uniti. Alle origini i primi cristiani si formavano nei piccoli paesi e si ritrovavano nelle proprie case, per questo furono chiamati “cristiani famigliari”. Con l'emigrazione cinese degli anni '70 si sono formate le prime comunità religiose cristiane cinesi in Europa. Questa chiesa cristiana non è riconosciuta e controllata dallo stato cinese, ma è una chiesa cristiana evangelica libera e autonoma. In Italia questa chiesa si è formata a Roma con il primo gruppo che intraprese studi biblici (1981) e le prime celebrazioni del culto (1984) con la presenza di Predicatori venuti dalla Cina. Nello stesso anno si formò un altro gruppo a Pisa. Nel settembre del 1984 fu fondata a Pisa la Chiesa Cristiana Evangelica Cinese in Italia, che oggi è presente in numerose altre città italiane. Le Chiese delle varie città italiane si ritrovano fra loro in varie occasioni durante l'anno.

IN PROVINCIA DI BERGAMO In provincia di Bergamo la Chiesa Evangelica Cinese è presente da circa otto anni. I primi fedeli costituivano un piccolo gruppo e si trovavano in case private. La gran parte delle persone della comunità provengono soprattutto da Zhejiang, provincia orientale costiera della Cina. 65. Amnesty International ha denunciato il caso di Chen Zhenping, una praticante del Falun Gong, condannata a otto anni di carcere nel corso di un processo segreto nell'agosto 2008 e accusata di "essersi servita di un'organizzazione eretica per sovvertire la legge". Prima, durante e dopo il processo, le è stato negato la possibilità di ricorrere al suo avvocato. A settembre, le guardie carcerarie hanno detto alla sua famiglia che era stata trasferita in un'altra località, ma si sono rifiutate di dire dove. 205


Risiedono in città e in vari paesi della Provincia; non vi è un luogo di particolare concentrazione residenziale. Alcuni lavorano come operai, altri nel commercio e nella ristorazione. L'assemblea di culto della domenica è un momento importante, non solo per l'approfondimento della fede religiosa, ma anche per rafforzare la coesione della comunità e il senso di identità, per altro già molto presente nella comunità cinese. Non hanno un responsabile ufficiale, ma alcune persone, in grado di parlare bene l'italiano, si sono mostrate gentili e disponibili. Molti di loro, soprattutto i più anziani, hanno difficoltà con la lingua italiana, meglio parlata dai giovani nati o scolarizzati in Italia. La comunità non ha organizzato finora attività di tipo culturale o ricreativo, ma alcuni giovani hanno manifestato recentemente l'intenzione di creare un'associazione culturale cinese. Le persone della comunità sono circa un centinaio, quelli che frequentano abitualmente le attività della domenica sono circa cinquanta. Ci sono persone di tutte le età e una buona parte di giovani. Vi sono molti gruppi famigliari e ciò comporta la presenza di figli, fanciulli e adolescenti: alcuni rimangono insieme ai genitori nella sala dove si svolge l'assemblea religiosa, altri giocano all'esterno negli spazi dell'oratorio. La comunità risulta in crescita.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Bergamo oratorio della Parrocchia delle Grazie Via Galliccioli 3, Bergamo (fino al mese di settembre 2011) Adunanza di culto: domenica dalle ore 14.30 alle ore 17.30 Referenti: Giovanni Dong cell. 331.876203 Fu Qiudi cell. 338.1775771 fuqiudi@gmail.com Anna cell. 338.3682200 caiwei1964@126.com Durante l'Adunanza pregano, cantano lodi a Dio, accompagnati dal suono di una pianola elettronica; leggono e commentano la Bibbia. L'Adunanza è condotta da membri del gruppo che possono cambiare di domenica in domenica in base alle disponibilità. La comunità non ha un Pastore locale e non prevede incarichi di responsabilità ufficiali. Tutti i 206


servizi alla comunità sono su base volontaria e gratuita e vengono decisi settimanalmente in base alle disponibilità delle persone e alla loro esperienza. Quando è possibile arriva un pastore dalle città vicine. Fino a qualche tempo fa, nel giorno di martedì nel tardo pomeriggio si svolgevano incontri tra i giovani singoli e giovani coppie che ringraziavano e invocavano Gesù con canti e preghiere. Al termine i partecipanti dialogavano per scambiarsi riflessioni personali. Questo incontro attualmente non si svolge più.

FESTE RELIGIOSE Celebrano il Natale e la Pasqua. In queste occasioni il numero dei fedeli che partecipano è maggiore e vi è la presenza di un pastore che proviene da Milano o da Brescia o da altra città. Durante questi periodi sono previsti raduni nazionali che si svolgono in una città del centro-sud per le comunità di quei territori e in una località del centro-nord per le comunità del centro-nord.

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FILIPPINE

Forma di governo: Repubblica Capitale: Manila Popolazione:101.833.938 (stima luglio 2011) Superficie: Kmq 300.000 Lingua ufficiale: Tagalog, Inglese PIL pro capite: 3500 $ (stima 2010) EtĂ media (anni): 23 Aspettativa di vita (anni): 71

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QUANTI SONO Dati ufficiali Istat 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 406 Femmine 483 Comune di Bergamo: Maschi 171 Femmine 206

Totale 889 Totale 377

ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 940 Irregolari 110 Totale 1.050

DA DOVE VENGONO La migrazione filippina è un fatto rilevante. Nel 2004 più del 10% della popolazione lavorava all'estero. Emigrare è un desiderio diffuso e positivo e il governo facilita il processo sforzandosi di tutelare i migranti. Le rimesse di denaro a favore dei famigliari rimasti in patria sono consistenti e contribuiscono allo sviluppo dell'economia interna. Destinazioni principali dei migranti filippini sono: Stati Uniti, Giappone, Hong Kong, Medio Oriente. In Italia sono 123.584, le Regioni con maggior presenze sono Lombardia e Lazio (dati ISTAT del 31/12/2009). In Lombardia sono presenti 57.950 filippini, le città con maggiori presenze sono: Milano, Brescia, Como (dati ISMU maggio 2010).

DOVE VIVONO A BERGAMO E IN PROVINCIA Nella Provincia di Bergamo le località con le presenze maggiori sono: Bergamo, Seriate, Verdello, San Paolo d'Argon, Calcinate (dati ISTAT del 31/12/2010). Il grafico rappresenta i cinque comuni della Bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine filippina.

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CARATTERISTICHE Il flusso di Filippini in Italia cominciò prevalentemente negli anni Settanta e fu soprattutto femminile, favorito anche dalla presenza di religiosi italiani presenti nella varie missioni. L'Italia è Paese cattolico e i filippini (cattolici al 90%) furono ben accolti e apprezzati per le loro prestazioni lavorative. Negli anni successivi è aumentata la presenza maschile, si sono formate famiglie e si è costituita una seconda generazione. La presenza in Italia è nella maggior parte dei casi pensata come transitoria. Molti desiderano ritornare in patria o spostarsi nel Nord America. Svolgono attività lavorative nel settore domestico, nell'assistenza di bambini e anziani; altri lavorano nel settore delle pulizie, nell'edilizia e nel terziario. I filippini sono ben inseriti nella società italiana, ma in genere non sono molto proiettati verso la realtà esterna, e privilegiano il raf66 forzamento della propria identità. DOVE SI RITROVANO Associazione Maynilad (Maynilad è antico nome della capitale Manila) Presidente Estrella Tabay cell. 320.7427957 Vice-presidente Michel Pascua Segretario Glyn Rodrigo cell. 380.6832840 L'associazione è apolitica, non ha fini di lucro ed è laica, anche se attualmente i suoi membri e le persone e gli enti con cui interagisce sono 66. Cfr. L. Zanfrini, M.B. Maruja Asis, Orgoglio e pregiudizio, Franco Angeli 2006. 210


soprattutto dell'area cattolica. Promuove lo spirito di identità filippino e favorisce il rapporto tra la cultura filippina e quella italiana e con tutte le altre comunità esistenti nel territorio italiano. Svolge attività culturali, sociali, sportive, ricreative. L'Associazione ha origine nelle Filippine e in Italia è presente in varie province. A Bergamo è presente dal 2001 ed oggi è alla quarta presidenza (si rinnova ogni tre anni). Numerose sono state le iniziative che ha promosso direttamente o iniziative del territorio a cui ha partecipato, come quelle organizzate dal Segretariato Migranti o dalle ACLI o dalle Parrocchie, come, per esempio, feste multietniche o tornei di basket. L'Associazione è anche presente nell'impegno per la tutela dei diritti, per esempio ha partecipato al rinnovo del Consiglio Migranti di Bergamo e alla regolarizzazione della legge Bossi-Fini.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Fra le religioni presenti nelle Filippine i fedeli Cattolici costituiscono l'81%, i Musulmani il 5%, gli Evangelici il 2,8%, gli Iglesiani in Cristo sono il 2,3%, altri cristiani sono il 4,5% La presenza cristiana nella Provincia di Bergamo si aggira intorno alle duecento persone.

Cattolici I filippini cattolici sono numerosi, più di un centinaio, e condividono una storia religiosa radicata nel nostro territorio da circa dieci anni, hanno associazioni e varie attività con relativi responsabili molto collaborativi, che si relazionano con le varie Agenzie del territorio. Sono ospitati in una chiesa e nei rispettivi locali dell'oratorio, sono in rapporto con la Diocesi di Bergamo e seguono il programma pastorale. Sono assistiti da un sacerdote italiano. La prima presenza dei Filippini a Bergamo risale ormai a più di vent’anni fa. Si trattava di singole persone che probabilmente vivevano la loro fede nelle rispettive parrocchie, ma mantenevano un legame particolare tra loro. Questi cattolici filippini hanno tenuto vivo il desiderio di coltivare la propria fede, con la possibilità di celebrare l'Eucarestia nella propria 211


lingua. A partire dall'anno 2000 un piccolo gruppo iniziò ad incontrarsi all'oratorio di San Alessandro in Croce in via Pignolo, saltuariamente un sacerdote filippino veniva da Milano per celebrare la Santa Messa nella lingua filippina, “il tagalog”. Dopo alcuni mesi, in seguito all’incontro con fra Stefano Dubini il gruppo si trasferì nella chiesetta di San Fermo, nella parrocchia di S. Anna, dove saltuariamente veniva celebrata la Messa. Il gruppo religioso “El-Shaddai” si ritrovava per momenti di riflessione sul proprio percorso di fede. Nell'anno 2006, aiutata sempre da Fra Stefano, la comunità trovò ospitalità nella parrocchia della Malpensata e a partire dal 3 settembre di quell'anno iniziò a celebrare la Messa regolarmente ogni domenica alle 13.30. Le letture venivano pronunciate in inglese oppure in tagalog, mentre durante l'omelia il celebrante fra Stefano si faceva aiutare dai partecipanti per tradurre alcuni passaggi in modo da poter essere compreso nel migliore dei modi. La crescita della comunità è avvenuta gradatamente e si è formato anche un piccolo coro. All'interno della comunità formata da famiglie e singoli si rafforzarono due gruppi di impegno religioso, “El-Shaddai” e “Couples for Christ”, che dopo la Messa si ritrovavano o in oratorio o presso il Patronato San Vincenzo per riflettere sul loro cammino religioso e per momenti di socializzazione. In questo periodo saltuariamente un prete filippino residente a Milano veniva a Bergamo, per celebrare la Messa in “tagalog”. In queste occasioni la partecipazione fu più numerosa e vivace. Dal marzo 2007 si decise di partecipare, la prima domenica del mese, alla Messa parrocchiale delle ore 12.00: voleva essere il tentativo di proporre una sorta di integrazione con la comunità della Malpensata. Nel 2008 alla fine del mese di maggio, in accordo con la parrocchia, venne organizzata una processione mariana: fu la testimonianza della devozione particolare dei Filippini alla Madonna e fu la prima volta che la comunità filippina di Bergamo celebrava Santa Cruzan - Flores de Mayo, una Messa particolare, dedicata alla Madonna del Santo Rosario, durante la quale prima della benedizione finale si svolge una processione per le vie del quartiere. Con la partenza di fra Stefano e l'arrivo di don Massimo Rizzi si tentò un maggior inserimento nella comunità della Malpensata. La Messa veniva celebrata la seconda, la terza e la quarta domenica del mese alle ore 12.00 con la comunità parrocchiale; durante la celebrazione don Massi212


mo leggeva il Vangelo anche in lingua inglese ed alla fine dell'omelia in italiano veniva pronunciato un breve commento in inglese. La scelta provocò una diminuzione della partecipazione sia da parte degli italiani che dei filippini. Venne quindi deciso di ritornare alla Messa delle 13.30 in lingua inglese. Grazie all'impegno di don Massimo da ottobre del 2009 iniziò anche la celebrazione della messa in “tagalog”, la terza domenica del mese, con l'arrivo di un sacerdote filippino da Roma Fr. Ericson Tio, che anche oggi è presente nella comunità. Lungo tutto l'anno pastorale 2009-2010 si mantennero queste occasioni di incontro, tuttavia si notò che le relazioni con la comunità della Malpensata andavano diminuendo. Per questo si accettò la proposta che provenne dalla Curia di trasferire la Comunità dei Filippini a San Giorgio. La prima Messa nella nuova Chiesa fu celebrata la seconda domenica di luglio del 2010. In questo periodo si aggregò alla comunità anche una suora filippina, suor Marilù Libut, delle suore Sacramentine di Somasca che tuttora collabora durante il family-day per i momenti di incontro con i bambini e aiuta nella preparazione dei canti durante la Messa. Da allora la comunità si ritrova nella Chiesa di S. Giorgio. Gruppi religiosi cattolici Couples for Christ Couples for Christ (Coppie per Cristo) nasce a Manila nelle Filippine nel 1981 da un gruppo di 16 nuclei familiari. È una comunità cattolica, evangelizzatrice e missionaria, con l'obiettivo di un rinnovamento spirituale delle famiglie nello Spirito di Gesù. Per poter far parte dell'associazione è necessario che la coppia sia unita dal sacramento del matrimonio cristiano e partecipi a diversi eventi formativi che si distribuiscono in otto domeniche consecutive. Durante questi momenti i leaders della formazione insegnano ai nuovi membri la storia, le finalità e gli insegnamenti del movimento. Dopo che la coppia è diventata membro del movimento incontra due volte al mese per sei mesi altre tre famiglie nelle rispettive case, per pregare e raccontare le proprie esperienze famigliari. Terminato il periodo di formazione si organizzano due volte l'anno raduni di vari gruppi per comunicare e scambiarsi riflessioni ed esperienze. Chi ha raggiunto un adeguato livello formativo può diventare leader della 213


formazione. Le famiglie già formate diventano guida spirituale per le altre famiglie. Vi sono leaders per i vari gruppi in cui vengono suddivisi gli aderenti in base ai vari stadi di appartenenza; vi è infine un leader dell'intero movimento della città. Ogni membro del nucleo familiare appartiene ad un livello, da 0 a 12 anni si è “kids for Christ” (bambini per Cristo), da 13 a 18 ”youth for Christ” (giovani per Cristo), da 18 a 21 anni “single for Christ”. Chi è donna sposata ma senza marito perché morto o vive ancora nelle Filippine appartiene al “handmaid of the Lord”, chi è uomo sposato ma senza moglie perché morta o vive all'estero è “servants of the Lord”. A capo di tutti i livelli vi è una coppia sposata simbolo dell'unione familiare e del futuro per l'umanità. A Bergamo il movimento è presente dal 2003. Al gruppo partecipano circa 138 persone. Nella prima domenica si trovano i leader dei vari gruppi nel “Fraternal meeting” dove si stabilisce il calendario dei vari impegni del mese. Nella seconda domenica (o sabato) i singoli gruppi si incontrano separatamente alla sera per recitare il rosario, cantare inni, riflettere sul Vangelo e scambiarsi esperienze personali. Nella quarta domenica si svolge l'Assemblea Generale di tutti i gruppi, dopo la messa delle 13.30. Il movimento organizza attività di socializzazione: gite, colazioni all'aperto, gare sportive; organizza il “Cristmas party”, la festa dell'anniversario del movimento. Queste iniziative sono rivolte a tutta la comunità. Responsabile Rene Navarro cell. 327.4411382 rene-gie@hotmail.it El Shaddai El Shaddai (nome biblico che significa Dio Onnipotente) è un movimento carismatico che nasce nelle Filippine da brother Mike Velarde, un businessman convertitosi nel 1978 che ha diffuso la propria proposta religiosa soprattutto attraverso propri mezzi di comunicazione e canali radio-tv. In origine di orientamento protestante, aderì poi alla Chiesa Cattolica e con la sua predicazione raccolse intorno a sé più di un milione di persone durante vari meetings. La crescente popolarità ha conferito al movimento, che ha forti radici nella classe medio filippina, un 214


importante peso sociale e politico. L'assistenza spirituale è affidata al Vescovo ausiliare di Manila, Mons. Teodoro Bacani. Oggi il movimento, diffuso dalla migrazione filippina, conta circa 8 milioni di membri in tutti i paesi del mondo. A Bergamo il movimento è presente da otto anni, dal 2003, con un'interruzione nel 2008. Il gruppo è costituito da circa 30 persone. Tra loro si chiamano Bro (brother-fratello) e Sis (sister-sorella). In questi ultimi anni il luogo di ritrovo è stata la chiesa di san Fermo della Parrocchia di S. Anna a Bergamo la domenica verso le 14.00 dopo la partecipazione alla Messa che si svolge nella chiesa di san. Giorgio. L'incontro è chiamato “prayer meeting”, “incontro di preghiera”. Si innalzano canti, ringraziamenti e lodi a Dio Onnipotente (El Shaddai). Dopo i canti e le preghiere vi è un momento di condivisione dei propri bisogni o ringraziamenti personali a Dio. In alcune domeniche vi può essere la presenza di persone che hanno maggiori conoscenze della Bibbia che commentano alcuni brani. Questi incontri a S. Fermo non hanno una scadenza regolare, anche perché certe domeniche il gruppo di Bergamo partecipa agli incontri nazionali in altre città, in particolare in occasione degli “anniversari” di fondazione dei gruppi locali, con la presenza anche di gruppi provenienti da città europee. Le città italiane dove il movimento è più numeroso e organizzato sono Roma, Milano e Torino. Una frase cara al gruppo è: “uno più uno fa tre, perché Gesù è con noi”. Referenti Bro. Carandang Manolo junior cell. 327.1377419 Sis. Gloria De Los Reyes cell. 320.2343141 Evangelici I due gruppi evangelici sono di formazione molto recente e non hanno locali propri e adeguati per il culto e le riunioni. Sono seguiti da pastori che provengono da Milano e si trovano solo di domenica per il culto. Non vi sono per ora associazioni e responsabili locali.

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DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Cattolici La Comunità cattolica ha come punto principale di riferimento la Chiesa di San Giorgio in via S. Giorgio, angolo via Quarenghi, e gli spazi dell'oratorio di San Giorgio, in Bergamo. La prima domenica del mese la comunità filippina partecipa presso la chiesa alla Messa delle ore 12.00 insieme alle altre comunità dell'America latina che fanno riferimento al Segretariato Migranti. Durante ogni terza domenica nel periodo dell'anno scolastico, alle ore 13.15 c’è celebrazione della Messa in lingua tagalog; il celebrante è Fr. Ericson Tio che viene da Roma. Partecipano dalle 70 alle 150 persone. La seconda e la quarta domenica di ogni mese alle ore 13.15 vi è la celebrazione della Messa in lingua inglese; celebrata da don Massimo Rizzi alla quale partecipano dalle 40 alle 100 persone. La terza domenica di ogni mese si svolge da ottobre a maggio il FamilyDay, iniziativa nata quest'anno (2011) e inserita nella pastorale della diocesi di Bergamo. Si pranza insieme, si socializza, e nel pomeriggio si svolgono attività di formazione e attività culturali. Responsabile è don Massimo Rizzi cell. 366.4032714 dmaxrna@gmail.com Ronnie Lacanienta cell. 327.3536331 ronn3000@hotmail.com Rosario. Ogni settimana da sabato a sabato o da domenica a domenica una statua della Madonna chiamata “Mamma Mary” viene portata in una casa privata presso una famiglia. Questa famiglia recita ogni giorno il rosario. Ad essa si possono affiancare altre famiglie. Al termine della settimana la statua viene portata nella chiesa di san Giorgio e qui viene consegnata ad un'altra famiglia. Responsabile Dori Umali. Coro. Svolge l'attività durante la celebrazione della Messa. Responsabile Tony De Los Reyes.

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Evangelici Jesus is Lord Church Via Galgario 11, Bergamo (autorimessa del condominio) Assemblea di culto: domenica dalle 9.00 alle 15.00 Pastore Alfred Dimaano cell. 3893424012 Movimento pentecostale fondato da Eddie Villanueva nel 1978 nelle Filippine. A Bergamo sono presenti dal 2008. Un gruppo di circa dieci persone adulte si ritrova per l'Assemblea di Culto. I partecipanti pregano, cantano lodi a Dio e svolgono attività di studio biblico in lingua filippina e inglese. Assemblea di Dio in Italia Missione evangelica filippina Via Furietti 21, Bergamo* Assemblea di culto: domenica dalle 14.00 alle 19.00. Pastore Marcelino Galapon cell. 320.78555107 e-mail: mpgalapon@gmail.com Sono un gruppo di circa venticinque persone adulte presenti a Bergamo dal 2009. Alcuni abitano in città, altri nei paesi limitrofi come Dalmine e San Paolo d'Argon. I partecipanti pregano, cantano lodi a Dio, e svolgono studio biblico predicato. Usano la lingua filippina e inglese. L'assemblea è guidata dal Pastore Marcelino Galapon, che è assistito dalla consorte signora Marieta Galapon, e viene da Milano per questo servizio domenicale.

FESTE RELIGIOSE Cattolici ed evangelici Natale, Pasqua. Nel periodo Pasquale si celebra la Via Crucis in lingua inglese e tagalog. Cattolici Santa Cruzan: ultima domenica di maggio. Una statua della Madonna viene portata nella chiesa, poi condotta all'esterno per le vie del *Vedi nota a pagina 55. 217


quartiere dove si svolge una processione durante la quale si recita il rosario in varie lingue. La processione termina con il ritorno in chiesa. Presso la statua della Madonna vengono portati fiori freschi e fiori realizzati con la carta dai bambini. Questo gesto ricorda la festa di “flores de mayo� che nelle Filippine si svolge per tutto il mese di maggio.

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PAKISTAN

Forma di governo: Repubblica federale Capitale: Islamabad Popolazione: 187.342.721 (stima luglio 2011) Superficie Kmq: 796.095 Lingua ufficiale: Urdu, Inglese PIL pro capite: 2.500 $ (stima 2010) EtĂ media: 22 Aspettativa di vita: 66

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QUANTI SONO Dati ufficiale Istat al 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 2.344 Femmine 1.340 Totale 3.684 Comune di Bergamo: Maschi 156 Femmine 38

Totale 194

ISMU aggiornati al 01/07/2010 Provincia di Bergamo: Regolari 3.600 Irregolari 450

Totale 4.050

DA DOVE VENGONO Non si hanno informazioni certe sulla provenienza. DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA In Italia sono 64.859 e le Regioni con maggior presenze sono Lombardia e Emilia Romagna (dati ISTAT del 31/12/2009). In Lombardia sono presenti 37.050 pachistani, le presenze piĂš numerose si contano a Brescia, Milano, Bergamo (dati ISMU maggio 2010). Nella Provincia di Bergamo sono presenti 4.050 pachistani (dati ISMU maggio 2010). Le localitĂ con le presenze maggiori sono Verdellino, Verdello, Treviglio, Bergamo, Osio sotto (dati ISTAT del 31/12/2010). Il grafico rappresenta i cinque comuni della Bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine pachistana.

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CARATTERISTICHE La destinazione preferita dell’emigrazione dei pachistani, fin dalla seconda guerra mondiale, è la Gran Bretagna, sia per le migliori condizioni economiche che per la lingua, dal momento che in Pakistan l'inglese è la seconda lingua ufficiale. Negli anni ‘70 un consistente flusso di emigranti è diretto nei paesi del Golfo Persico. Verso gli anni ‘90 alcuni flussi di migranti sono indirizzati in Italia. La maggior parte degli immigrati pachistani proviene da piccoli paesi e villaggi situati nel Punjab settentrionale e nella parte sud del Kashmir, al confine con l'Afghanistan. La migrazione è favorita dalla famiglia di origine alla quale ritornano le rimesse dei migranti migliorandone notevolmente lo stato di benessere. Diversi Pakistani ricostruiscono la propria famiglia in Italia riuscendo a ricongiungersi con il proprio nucleo famigliare. Sono impegnati nei settori agricolo, industriale tessile e metalmeccanico, turistico. La tendenza 67 all'imprenditoria commerciale è in aumento.

DOVE SI RITROVANO Associazione Takeene Watan Italy Onlus Il nome significa “Fuori dal paese”, “migranti”. Takeene significa infatti “fuori da”; Watan “paese”. Presidente Mohammed Arshad Arshad Shagufta segretario cell. 333.3118876 e-mail: shagufta12@hotmail.com Agli inizi del 2000 Arshad Shagufta e suo marito Mohammad Arshad nel loro paese di residenza, Verdello, si organizzano per aiutare i migranti nei loro problemi quotidiani. Shagufta si occupa delle donne e dei minori, Mohammad degli uomini. Organizzano corsi di lingua italiana, aiutano i bambini con uno spazio compiti, preparano feste, aiutando non solo persone pachistane, ma migranti di tutte le nazionalità e affrontando le varie situazioni della vita quotidiana, dalle più semplici a quelle più

67. E. Brumana Pakistani a Bergamo Provincia di Bergamo settore politiche sociali 221


complesse. La loro casa è sempre aperta. Mohammad ama dire che la solidarietà è una piccola e una grande parola che si vive nelle piccole e nelle grandi iniziative. L'associazione cerca di migliorare l'integrazione dei migranti con gli abitanti e gli enti locali della provincia bergamasca, con particolare attenzione a Verdello, Verdellino, Zingonia e Ciserano. L'Associazione nasce ufficialmente nel 2006; è laica, apolitica, aperta a tutte le confessioni religiose. È formata solo da volontari che autofinanziano le proprie iniziative. A livello organizzativo può contare sull'apporto di circa duecento persone in gran parte pachistane, ma anche italiane e di altre nazionalità, l'Associazione infatti non vuole connotarsi solo come pachistana, ma come multietnica. I suoi obiettivi sono sviluppare l'integrazione tra migranti e italiani migranti di seconda generazione che conservano con orgoglio e dignità la propria cultura, ma si sentono anche italiani.

LA “GALASSIA RELIGIOSA” La religione presente in Pakistan è soprattutto quella Musulmana ( 95%: 75% sunniti e 20% sciiti), le altre religioni insieme rappresentano solo il 5%. Ci sono vari tipi di minoranze in Pakistan: etnico-linguistiche e religiose. I cristiani sono circa 3 milioni su una popolazione totale di 150 milioni. Oltre ai cristiani ci sono 3 milioni di indù. Inoltre ci sono gli ahmadi (qadiani), che in Pakistan sono dichiarati non musulmani, e gli zoroastriani, conosciuti con il nome di parsi perché originari della Persia (Iran). Infine esistevano undici tribù nel Kalash, discendenti dell'esercito di Alessandro Magno ed installatisi nell'aria settentrionale del Pakistan. Nove di queste tribù sono diventate musulmane nel periodo dell'islamizzazione del Pakistan, durante il governo del dittatore militare Zia-ulHaq. La loro religione riprende qualche elemento della religione greca antica. La maggior parte dei cristiani (metà dei quali protestanti), fu convertita più di 150 anni fa alle classi degli "intoccabili", chiamati "harijans" dal Mahatma Gandhi, ma oggi noti in India con il nome di "dalits". Per oltre quattro millenni queste persone furono schiavi dei ricchi possidenti terrieri indù, buddisti e più tardi musulmani. Dopo l'arrivo degli Inglesi, i 222


missionari comperarono dei terreni sui quali insediare questi intoccabili, organizzandoli in villaggi cristiani; ne esistono circa 34 in tutto il Paki68 stan, sia cattolici sia protestanti. Libertà di culto La Costituzione del Pakistan garantisce la libertà di culto, nonostante la shariah (legge islamica) sia la legge suprema dello stato. Nel Paese è in vigore una legge sulla blasfemia che riguarda tutti i cittadini, ma le minoranze religiose cristiane sono discriminate dal "sistema dell´elettorato separato". Diversi avvenimenti testimoniano la grave persecuzione dei cristiani, come distruzioni di luoghi di culto e abitazioni e uccisioni di fedeli. Tra questi ricordiamo: Mons. John Joseph, vescovo di Faisalabad, si tolse la vita come supremo atto di protesta per il caso del cristiano Ayub Masih, condannato a morte per applicazione della legge sulla blasfemia. Il 6 maggio 1998 stessa condanna per Asia Bibi[6] (giugno 2009). Il governatore del Punjab Salman Taseer, sostenitore della revisione della legge sulla blasfemia , è stato ucciso da un estremista il 4 gennaio 2011. Anche Asif Ali Zardari, Ministro per le minoranze religiose è stato ucciso il 2 marzo 2011. Il sito del Pakistan Christian Post è stato oscurato da un gruppo di hacker islamici che si chiamano 'Dragoni'. Al suo posto campeggia l'immagine di un angelo insanguinato.69 La presenza cristiana in Provincia di Bergamo Si aggira intorno alla cinquantina di persone. Circa quindici persone abitano nelle zone di Chiuduno, Montello e Casazza: sono due famiglie e una persona singola; non formano una comunità ma frequentano le rispettive parrocchie di residenza. Circa trenta persone abitano nella media Val Seriana, risiedono a Cerete, Onore e Songavazzo, sono adulti tra i quaranta e cinquant'anni, e diciassette minori. Alcuni sono rifugiati come perseguitati religiosi, la maggior parte di loro sono venuti in Italia per trovare lavoro. I primi arrivi 68. Cfr. Anthony Lobo, La dura legge dei rapporti di forza , «Oasis» 1 | Gennaio 2005, on line il 12 Maggio 2009. 69. Fonte: RaiNews 223


risalgono al 1980. Si trovano insieme nelle grandi feste cattoliche e per i Battesimi, le Comunioni e le Cresime. Alcune famiglie si frequentano durante le festività e nel fine settimana. Durante l'anno 2009 per tre giorni nel mese di agosto l'Amministrazione Comunale di Songavazzo, insieme alle famiglie pachistane, ha organizzato una serie di attività di socializzazione con gli abitanti del Comune. La manifestazione ha avuto un buon successo. Nel mese di novembre dello stesso anno è arrivato a Songavazzo il Vescovo Joseph Coutts di Faisalab, in visita a Roma, e vi ha trascorso una giornata celebrando la Messa. Questi Pakistani sono ben inseriti nel territorio. Quasi tutti i maschi lavorano, anche se vengono sostenuti socialmente dall'Amministrazione Comunale per servizi quali il trasporto e la mensa scolastica. Non hanno altre attività in comune e associazioni, ma c'è un rappresentante molto attivo e disponibile all'incontro e alla comunicazione.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO Cattolici La comunità cattolica si trova presso la Parrocchia di Songavazzo. Referente Sultan Mushtaq (James) cell. 380.7992196 e-mail: mushtaq.sultan26@gmail.co Seguono le Messe e frequentano le attività della parrocchia e le feste cattoliche, fanno parte a tutti gli effetti della parrocchia di Songavazzo e ne sono frequentatori assidui. Altre famiglie fanno invece riferimento alla Parrocchia di Chiuduno, in via G. Marconi, tel. 035.838189.

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SRI LANKA

Forma di Governo: Repubblica Capitale: Colombo Popolazione :21.283.913 (stima lug 2011) Superficie Kmq: 65.610 Lingua ufficiale: Sinhala, Tamil PIL pro capite: 5.000 $ (stima 2010) EtĂ media: 31 Aspettativa di vita: 76

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QUANTI SONO Dati ufficiale Istat 31/12/2010 Provincia di Bergamo: Maschi 268 Femmine 184 Comune di Bergamo: Maschi 52 Femmine 32

Totale 452 Totale 84

ISMU aggiornati al 01/07/2010 Regolari 490 Irregolari 60

Totale 550

DA DOVE VENGONO Diversi migranti provengono dalla costa occidentale che ha una popolazione a maggioranza cattolica.

DOVE VIVONO A BERGAMO E PROVINCIA In Italia sono 75.343, le Regioni con maggior presenze sono Lombardia e Lazio (dati ISTAT del 31/12/2009). In Lombardia sono 31.700, Milano, Brescia, Varese sono le cittĂ con maggiori presenze (dati ISMU maggio 2010). Nella Provincia di Bergamo sono presenti 550 (dati ISMU maggio 2010). Le localitĂ con le presenze maggiori sono: Bergamo, Ponte San Pietro , Bonate Sopra,Terno d'Isola, Curno (dati ISTAT del 31/12/2010)

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Il grafico rappresenta i cinque comuni della bergamasca con la maggior presenza di residenti di origine singalese.

CARATTERISTICHE L'arrivo in Italia dei primi migranti avvenne durante gli anni 70, sostenuta dai rapporti fra le istituzioni cattoliche italiane e quelle srilankesi. La migrazione è continuata negli anni 80 e 90, con i primi congiungimenti famigliari, incrementata dai visti turistici e da buona parte di irregolari. I migranti mantengono un importante legame con i parenti in Sri Lanka dove fanno giungere consistenti aiuti economici per migliorare la situazione abitativa e l'istruzione dei minori.70 DOVE SI RITROVANO Associazione Bergamo Gagaaddara Sri Mituru Kala Il nome nasce dall'abitudine che alcuni singalesi hanno di trovarsi alla domenica lungo il fiume e significa Amici dello Sri Lanka vicino al fiume (Gagaaddara significa vicino al fiume, Sri indica Sri Lanka, Mituru Kala Amici). Nasce nel luglio del 2007. L'associazione è laica, apolitica e intende rivolgersi a tutti i migranti srilanghesi sia singalesi che tamil ed a tutte le

70. L. Bacciocchi, Il caso della migrazione tra Sri Lanka e Italia, Trickster (Rivista del Master in Studi Interculturali, n. 10) 2011. 227


confessioni religiose. Attualmente però le persone coinvolte sono singalesi di orientamento cattolico. L'associazione nacque con intenti etnico folkloristici (la prima iniziativa si svolse presso il teatro comunale di Zanica con uno spettacolo di balli e musica dello Sri Lanka), ma subito dopo decise di indirizzare la propria attività verso una finalità sociale per aiutare i bambini dello Sri Lanka, soli, abbandonati od orfani della guerra, aiutarli nel loro percorso scolastico dai sei ai sedici anni, fornendo materiale scolastico e borse di studio. Si tratta di un aiuto ben organizzato e trasparente rispetto al denaro versato e che prevede un rapporto diretto con il bambino beneficiario e la sua scuola. I minori aiutati scolasticamente sono passati dai sei iniziali agli attuali trentasei. In questi ultimi anni si è aggiunta un'altra iniziativa rivolta ad aiutare i soldati dell'esercito governativo reduci della guerra che hanno perso gli arti, fornendo loro protesi. Nel 2011 l'Associazione ha organizzato un torneo di Cricket, sport nazionale dello Sri Lanka, per festeggiare il quarto anno di vita dell'associazione. L'Associazione prevede, accanto alle iniziative di aiuto sociale, di affiancare iniziative culturali per far conoscere la tradizione dello Sri Lanka e migliorare l'integrazione con tutte le persone che vivono nel territorio bergamasco. Via Roma 14/A Zanica (BG) www.bergamogagaaddarasri.weebly.com perera.bonipas@gmail.com Kuranaghe Perera Bonipas Cell. 3288976753

LA “GALASSIA RELIGIOSA” Le religioni presenti nel territorio dello Sri Lanka sono: Buddhismo 69%, Islam 7,6 %, Induismo 7%, Cristianesimo 6%. Libertà di culto Nello Sri Lanka dove i Buddisti sono quasi il 70 %, il Cristianesimo è percepito come un'imposizione coloniale e la condizione dei Cristiani sta peggiorando. La reazione anticristiana di Buddisti estremisti si esprime 228


con cortei di protesta, ma anche in forme violente con incendi e saccheggi di chiese, scuole con minacce e assalti alle persone, fedeli, sacerdoti e pastori evangelici e pentecostali. Nell'agosto del 2003 la corte suprema ha stabilito che la costituzione vieti il proselitismo. In settembre, il governo ha ordinato di chiudere tutte le scuole cattoliche di formazione superiore. Questa situazione drammatica dei cristiani è all'interno di una situazione di tensione che permane tra la maggioranza dei Singalesi e il popolo Tamil che si sono combattuti in una trentennale guerra civile terminata nel 2009. La presenza cristiana nella Provincia di Bergamo si aggira intorno alle duecento persone. Molto importante è la presenza di entrambi i rappresentanti delle due comunità, Tamil e Singalese, nel Segretariato Migranti della Diocesi di Bergamo, auspicio per un percorso di piena riconciliazione per i migranti srilankesi residenti in territorio italiano. Comunità cattolica singalese a Bergamo La comunità singalese, numerosa, è composta da un centinaio di persone. Sono gruppi famigliari e anche maschi singoli, tra i quali alcuni sposati, ma con famiglie in Sri Lanka. Gli adulti sono giovani, con età media tra i venti e cinquant'anni. Abitano in Bergamo e in vari paesi vicino alla città. Svolgono lavoro da operai, addetti carico-scarico in aeroporto, imprese di pulizia, ristorazione. Gli adulti hanno una buona padronanza della lingua italiana, soprattutto i più giovani e naturalmente quelli nati e scolarizzati in Italia. Tra di loro parlano singalese. Come seconda lingua conoscono l'inglese, ma lo usano poco. La comunità è ben socializzata e disponibile a migliorare la propria integrazione nel territorio. Collaborano con le ACLI di Mozzo con cui hanno organizzato momenti di socializzazione con le persone della Parrocchia di Mozzo-Dorotina. Comunità cattolica Tamil La comunità cattolica Tamil è formata da circa un centinaio di fedeli, gli adulti hanno un'età compresa fra i 20 e 50 anni, vi sono circa 30 minori. La maggior parte di loro forma gruppi famigliari, alcuni uomini vivono da soli. Abitano nei paesi di Terno d'isola, Bonate Sopra, Chignolo d'Isola, 229


Bonate Sotto, Mapello. Molti svolgono lavori da operai metalmeccanici. Gli adulti di prima generazione, in particolare le donne, hanno qualche difficoltà con la lingua italiana, a differenza dei giovani nati o scolarizzati in Italia che la parlano bene. Tra loro parlano la lingua tamil. La loro seconda lingua è l'inglese, ma è poco usata. La comunità inizia la sua storia con le prime Messe nel mese di gennaio del 2005 a Terno d'Isola; si ritrova sempre per la Messa e nelle grandi feste di Natale e Pasqua. Anche i Battesimi e i Matrimoni sono occasione di incontro della comunità. Le persone della comunità si conoscono quasi tutte e cercano di aiutarsi ed essere solidali tra loro. Non hanno finora associazioni culturali, ma alcuni stanno pensando di doverne formare una per far meglio conoscere la storia del popolo Tamil. Soffrono per le vicende della lunga guerra civile e per le condizioni di discriminazione e violenza che il loro popolo subisce attualmente in Sri Lanka. Desidererebbero che gli Italiani conoscessero queste informazioni sulla storia del popolo Tamil. Questa loro drammatica storia rende i rapporti con la comunità singalese presente nella provincia di Bergamo rispettosi, ma ancora freddi e diffidenti.

DOVE E QUANDO SI TROVANO PER IL CULTO CATTOLICI Comunità cattolica singalese presso Chiesa Parrocchiale Mozzo-Dorotina Via S. Pellico, locali dell'oratorio. Celebrazione della messa: ogni seconda domenica del mese alle ore 17.30 Referente: Kuranaghe Perera Bonipas cell. 328.8976753 perera.bonipas@gmail.com Alla Messa e all'incontro mensile partecipano generalmente circa quaranta persone. La Messa è celebrata in lingua cingalese da don Priankara che viene da Milano. Dopo la Messa i partecipanti si ritrovano nei locali dell'oratorio e nella sala della comunità della parrocchia, per socializzare. Alcune volte una 230


famiglia della comunità, nel pomeriggio della domenica stessa, invita il celebrante don Priankara e Don Massimo Rizzi, del Segretariato Migranti, nella propria casa per favorire una miglior conoscenza e per la benedizione. Comunità cattolicaTamil Celebrano la Messa in due Chiese di Terno d'Isola, nella Chiesa di san Rocco nel periodo invernale, nella Chiesa di san Donato nel periodo estivo. Probabilmente dal 2011 la Chiesa di san Donato sarà dotata di riscaldamento e diventerà l'unica Chiesa di riferimento per tutto l'anno. Ogni quindici giorni (domenica alle 10.30) viene celebrata la Messa a cui partecipano abitualmente circa cinquanta persone. Nelle grandi feste di Natale e Pasqua la partecipazione è maggiore, fino a un centinaio di persone. Dopo la Messa si trattengono in chiesa per socializzare e discutere delle loro problematiche. La Messa è celebrata in lingua tamil da un prete Tamil, don Nicholas Mathias Chandrakanthan che viene appositamente da Como e vi fa subito ritorno dopo la celebrazione. Non sempre frequentano le Messe in italiano celebrate nelle rispettive chiese parrocchiali e non sono inseriti nelle varie attività parrocchiali. Tuttavia per i Sacramenti (Battesimi, Comunioni, Cresime, Matrimoni) ogni persona fa riferimento alla propria Parrocchia di residenza. Una persona della comunità Tamil è stata eletta come rappresentante della comunità stessa nel Consiglio Pastorale della Parrocchia di Terno d'Isola. Attualmente è Anthonipillai David Vitner George. Referente: Anthonipillai David Vitner George cell. 348.6597051 e-mail: dericsan7@hotmail.it.

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Missione Santa Rosa da Lima Presso la Chiesa di San Lazzaro in Bergamo è stata costituita la Missione con cura d’anime “Santa Rosa da Lima” per i fedeli latino-americani presenti sul territorio della diocesi. Essa ha lo scopo di favorire l’accoglienza in diocesi, la graduale integrazione e l’inserimento nelle varie comunità parrocchiali, dei fedeli immigrati. La missione costituisce un segno di cura e attenzione pastorale che merita di essere adeguatamente valorizzato e conosciuto, non solo all’interno della pastorale cittadina, ma di quella dell’intera diocesi. (37° Sinodo della Diocesi di Bergamo - 2007) La storia della comunità La “Missione Santa Rosa da Lima”, dedicata appunto alla prima santa dell'America Latina, è iniziata nel settembre del 2003 come risposta da parte della Diocesi di Bergamo ai bisogni della pastorale dei popoli dell'America Latina a seguito dell'arrivo in massa a Bergamo di boliviani, dovuta anche alla presenza di missioni della diocesi in Bolivia. Dando una risposta ai loro bisogni religiosi e spirituali si voleva portare avanti anche il discorso dell'integrazione sociale, civile, culturale. A tal fine si è cercato un luogo accogliente che favorisse l'interrelazione tra i latinoamericani delle diverse nazionalità, nel rispetto della propria identità culturale. A tal fine la Missione ha trovato sede, grazie ad una donazione, in uno stabile di via S. Lazzaro a Bergamo. Nella chiesa attigua di S. Lazzaro ogni domenica viene celebrata la messa in lingua spagnola. Coloro che frequentano la Missione sono soprattutto boliviani, poi c'è qualcuno che viene dall'Ecuador, dal Perù, dal Brasile, dall'Argentina, 232


dalla Colombia, dalla Costa Rica, dal Venezuela. Il Centro S. Lazzaro, che rispetto alla Missione S. Rosa da Lima è un po' come se fosse l'oratorio rispetto alla parrocchia, è aperto tutti i pomeriggi dalle 15.00 alle 21.00 o 22.00 per lo svolgimento di diverse attività: laboratori che servono per insegnare delle tecniche, corsi d'italiano o corsi di formazione su tematiche sociali, culturali educative e di prevenzione. Ci sono naturalmente poi attività pastorali e religiose: iniziative di preghiera, corsi biblici e di catechesi, animazione liturgica. I laboratori e le varie attività sono rivolte agli adulti. Le famiglie con bambini sono invitate a frequentare le rispettive parrocchie. La domenica dopo la messa c'è la possibilità del pranzo nelle sale del centro: ogni domenica ci sono circa 100/120 persone. A volte i pranzi o le cene servono per finanziare alcune iniziative di solidarietà. Importante è la presenza presso il Centro S. Lazzaro, di diverse associazioni di immigrati con diverse finalità, da quelle soprattutto folkloristiche ad altre più culturali. Altro grande campo d'impegno da parte della Missione è la sensibilizzazione delle parrocchie e dei vicariati sul fenomeno e sul tema delle immigrazioni. Ogni anno viene scelta una parrocchia dove animare la Festa dei Popoli, nel giorno dell'Epifania, e una vicaria per la Festa delle Migrazioni che è la domenica successiva di gennaio. Inoltre si festeggiano le feste dei patroni legati ad ogni singola nazione nelle diverse parrocchie della città. Non sono solo momenti di festa ma anche occasioni per incontrare gruppi, centri di ascolto ecc. Altro obiettivo è quello di informare i latinoamericani e farli partecipare alle iniziative che ci sono sul territorio, organizzate da enti o associazioni locali. La cura e la responsabilità della Missione è affidata a don Mario Marossi. Per contatti: via San Lazzaro 10, Bergamo, tel. 035.247132.

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Fabbrica dei sogni

Associazione Fabbrica dei Sogni - Onlus Via S. Giorgio, 1 Bergamo tel. 035 320527 www.fabbricasogni.it

La fabbrica dei Sogni si può definire come il punto di arrivo di un percorso iniziato nell'anno 2000 all'interno della Comunità del Centro giovanile S. Giorgio, in stretta collaborazione con l'Associazione delle Famiglie della Parrocchia di S. Alessandro e diversi volontari del vicino oratorio dell'Immacolata. Nasce come risposta a un bisogno presentato dalle numerose famiglie provenienti da varie parti del mondo e ora domiciliate o residenti nelle vie del quartiere: un aiuto chiesto dalle famiglie nell'accompagnare nella crescita i loro figli, sia per le difficoltà iniziali legate al mondo scolastico, ma anche per altre possibili problematiche dovute alla diversità. La comunità, percependo questo fenomeno come una sfida, decise allora di aprire le porte del centro giovanile, che da diversi anni era sempre meno frequentato dai ragazzi italiani del quartiere, per creare occasioni di accoglienza e solidarietà verso i nuovi venuti, convinta che persone diverse per storia, etnia e culture possano convivere e costruire relazioni significative e solidali. I Padri Gesuiti sostennero questa iniziativa garantendo l'apertura in tutti i pomeriggi del centro giovanile attraverso la presenza retribuita di un laico responsabile. Da quel primo tentativo (nel 2000 solo 22 ragazzi frequentavano il Centro) iniziato con un aiuto ai ragazzi per lo svolgimento dei compiti, nel corso degli anni il continuo incremento delle presenze dei bambini e dei ragazzi, convince i volontari a organizzarsi in un'associazione riconosciuta. Nasce cosi il 26 maggio del 2003 la "Fabbrica dei Sogni onlus". Oggi sono iscritti alle attività promosse dall'associazione circa 140 ragazzi di diverse religioni provenienti da 23 diversi paesi del mondo, tra 234


cui i maggiormente rappresentati sono la Bolivia e il Marocco, quindi il Bangladesh, il Ghana, il Pakistan, il Burkina Faso, il Senegal, l'Ecuador, la Costa d'Avorio, la Romania, la Nigeria, l'Argentina, il Perù, il Brasile, l'Etiopia. Operano presso la struttura piú di 50 volontari studenti delle scuole superiori e circa 15 volontari esperti. Inoltre collaborano quasi a tempo pieno due educatori professionali e a part-time cinque assistenti ai compiti. L'Associazione, aperta ad accogliere i valori di tutte religioni, si ispira ai valori cristiani e ai principi universali sanciti dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del fanciullo. Essa sceglie, senza preclusione di alcuna razza, nazionalità o professione religiosa, di prendere le parti dei minori e delle loro famiglie che, per ragioni diverse, si trovano in situazioni di bisogno e disagio, per farsene concretamente carico con diverse forme di intervento e di integrazione nei vari ambiti della vita sociale. In particolare, l'associazione si propone di contribuire alla promozione a livello individuale, sociale e spirituale, della dignità umana dei minori in età scolare e delle loro famiglie, con lo scopo di contribuire alla loro crescita completa, equilibrata e serena, e di prevenire la dispersione scolastica, la solitudine familiare, la devianza minorile e la vita di strada. L'assistenza scolastica ai bambini e ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie è stata fin dall'inizio la principale attività con cui l'associazione si è presentata sul territorio. Da alcuni mesi l'Associazione ha iniziato un percorso di spiritualità in contesti interreligiosi dopo che alcuni adolescenti e giovani hanno esplicitato il bisogno di confrontarsi in modo più strutturato sulla dimensione valoriale e spirituale. Gli obiettivi del percorso sono l'offrire un contesto tutelato per esplorare la propria dimensione valoriale ed interiore, l'offrire occasioni di riflessione personale e di gruppo per individuare riferimenti e valori comuni alle diverse esperienze religiose e l'individuare ipotesi sostenibili per la realizzazione di incontri interreligiosi a livello spirituale, valoriale e relazionale. Tra le tematiche finora affrontate vi sono i gesti e le usanze religiose del proprio paese, la dimensione del “credere”, la dimensione valoriale della propria famiglia e della propria religione, i testi sacri e i leaders spirituali. La Fabbrica dei sogni è uno degli enti aderenti alla Fondazione San Giorgio, costituitasi nel maggio 2006. 235


Catecumeni

Don Pietro Biaggi

I Sacramenti dell'iniziazione cristiana agli adulti L'arrivo nella Diocesi di Bergamo di immigrati di religione diversa da quella cristiana cattolica o provenienti da paesi ex comunisti dove non era consentito alcun tipo di culto religioso, ha comportato in questi anni la crescita della conversione al cattolicesimo di un significativo numero di adulti. Essi non sono i soli: anche da alcune famiglie italiane sempre più frequentemente si assiste al rinvio del Battesimo dall'età infantile a quella adulta. Le persone che ricevono i Sacramenti dell'iniziazione cristiana da adulti (sopra i 14 anni) sono prima chiamati a seguire un cammino di formazione spirituale della durata di due anni: nel primo i catecumeni sono seguiti nelle loro comunità da catechisti degli adulti e già vivono alcune celebrazioni liturgiche secondo il RICA (Rito Iniziazione Cristiana degli Adulti); con il secondo anno si affianca l'itinerario diocesano che prevede ogni mese un incontro a cui partecipano tutti i catecumeni della Diocesi. Il Vescovo ed il Responsabile diocesano del catecumenato seguono questo secondo anno sino alla celebrazione unitaria dei tre Sacramenti (Battesimo, Confermazione, Eucarestia), la Notte di Pasqua, in Cattedrale. I minori, figli di immigrati che si sono convertiti alla fede cattolica, seguono normalmente i cammini dell'iniziazione cristiana nelle rispettive parrocchie di residenza, secondo gli usi ed i tempi di ciascuna.

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QUALCHE DATO Dal 1996 al 2011 hanno ricevuto i Sacramenti 277 catecumeni, di cui 67 italiani. La maggior parte di essi sono albanesi, anche se si stanno avvicinando persone di altre nazionalitĂ . Come emerge dal grafico, la maggior parte dei catecumeni sono di sesso femminile:

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ANNO 2008: Tot. 22

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ANNO 2009: Tot. 17

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ANNO 2010: Tot. 20

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ANNO 2011: Tot. 23

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Dacci oggi la nostra Assisi quotidiana

Piero Stefani

Il principio guida della giornata di preghiera mondiale per la pace di Assisi del 27 ottobre 1986 fu: «Assieme per pregare» e non «pregare assieme» (cf. Regno-att., 10, 2011, 344). Allora non si formulò una preghiera in comune; ogni gruppo pregò separamene per lo stesso scopo: la pace. Quel giorno si ebbe evento eccezionale soprattutto in virtù della presenza di una voce convocante, in quel caso Giovanni Paolo II. Essa fece radunare nella città di San Francesco uomini e donne di religioni diverse provenienti dai quatto angoli del pianeta.Tuttavia, oggi, ogni nostra città è, de facto, una Assisi potenziale, anche se manca chi convoca. Ogni giorno molte preghiere si elevano le une accanto alle altre. A partire dallo stesso luogo esse si innalzano verso lo stesso cielo. Eppur e i vari oranti tendono a ignorarsi. Le monache benedettine quando pregano difficilmente pensano che, forse pochi isolati più in là, nella sala di preghiera islamica, un gruppo di musulmani, nello stesso momento, sta compiendo gesti e formulando parole rivolte ad Allah. La stessa osservazione, ben s’intende, vale a parti rovesciate. Non è neppure frequente che i pentecostali, quando formulano le loro vibranti e spontanee preghiere, abbiano in mente la prefissata liturgia sinagogale che si sta svolgendo nella stessa città. Il discorso si potrebbe allargare a chi medita in silenzio volgendo il proprio animo a oriente, a chi innalza nel suo cuore una preghiera a Gesù, a chi fa passare sotto il polpastrelli delle dita i grani del rosario e così via. Innumerevoli preghiere (o atti a essi paragonabili), sono formulate le une accanto alle altre. In genere ciò avviene senza che ci sia alcun riconoscimento reciproco. Non fa parte della coscienza consueta dell’orante aver pre sente quanto scritto dal com242


pianto vescovo! di Lione card. Billé, «ogni volta che un credente si rivolge verso Dio, gli altri credenti non possono che rallegrarsene». Ci sono preghiere universali. Anzi è assai frequente, per esempio, udire nel corso delle domenicali preghiere dei fedeli, invocazioni che, oltre a intenzioni particolari, chiedano qualcosa rivolto al mondo intero. Lo sguardo si estende verso tutti; i nostri orecchi, però, non hanno mai udito una formulazione che chiede al Padre di ogni creatura di accogliere, benigno, la voce delle preghiere pronunciate dalla moltitudine di esseri umani che, ogni giorno, sulla faccia della terra si rivolgono a Dio (o a qualche realtà considerata in qualche modo divina). Non è affatto arduo pensare alla preghiera in chiave di antropologia culturale. Né mancano antologie che raccolgono, l’una accanto all’altra, preci provenienti da ogni tempo e luogo. Tuttavia resta quasi inedito interrogarsi su quale sia il profondo senso spirituale connesso al fatto che nella propria città, o quanto meno nella grande megalopoli planetaria, altri, con altri linguaggi e spesso con altre intenzioni, stiano anch’essi ugualmente pregando. Qui il relativismo non c’entra nulla. La domanda, infatti, non può sorgere che all’interno di una tradizione religioso specifica. Se ci fosse un punto di osservazione super partes l’interrogativo non si porrebbe neppure, si sarebbe, infatti, già nell’ambito della risposta. Ad Ali, il quarto califfo ben diretto della tradizione sunnita, è attribuito l’invito rivolto al governatore dell’Egitto Malik ibn Harik di vedere nei sudditi che credono in Dio dei fratelli secondo la fede e di trattare tutti gli altri come suoi pari a motivo della creazione. In questa posizione è molto chiaro il fatto che sia la fede islamica nella creazione, non universalmente condivisa da tutti i sudditi, a fondare l’uguaglianza fra tutti. Se così si potesse dire, si è di fronte a una paradossale “uguaglianza di parte”. Non ci si muove affatto nell’ambito di una bilateralità dialogica. Un discorso analogo vale per il pregare. La domanda teologica sulla preghiera può essere formulata soltanto partendo da una determinata religione. Per la fede cristiana il salto qualitativo rispetto a questo tema si ha quando si avanza un interrogativo a cui è impossibile dare una risposta piena. Esso si affaccia quando non ci si limita a porre la domanda rivolta al senso da attribuire alla presenza, gli uni accanto agli altri, di molti oranti. L’interrogazione, infatti, prende consistenza quando ci si chiede come il Padre del nostro Signore Gesù 243


Cristo accolga le preghiere a lui non esplicitamente dirette. Non era il suo il nome apparso sulla bocca degli oranti, tuttavia Egli è anche padre loro, né può essere estraneo a quanto alberga nelle profondità dello spirito umano Che significato attribuire a tutto ciò? Che si tratti di un interrogativo cristiano è semplicemente ovvio; anche qui ci troviamo di fronte a un’“universalità di parte” ed è proprio essa a sostanziare una domanda che travalica ogni risposta. La più propria attestazione al riguardo sta nel comprendere che pure la nostra preghiera diviene davvero tale soltanto quando non è più in senso proprio nostra; in essa, infatti, è presente lo Spirito che è al di là di ogni umana parola. Le frasi con cui Giovanni Paolo II, alla fine del 1986, rievocò la giornata di Assisi rappresentano la traccia di risposta - universale e parziale a un tempo che la fede cristiana può dare alla domanda relativa alle molte preghiere presenti nella bocca e nel cuore degli esseri umani: “Ogni preghiera autentica si trova sotto l’influsso dello Spirito ‘che intercede con insistenza per noi, poiché nemmeno sappiamo cosa è conveniente domandare’ ma egli prega in noi ‘con gemiti inesprimibili’ e ‘colui che scruta i cuori sa quali sono i segreti dello Spirito’ (Rm 8,26-27). Possiamo ritenere infatti che ogni autentica preghiera è suscitata dallo Spirito Santo, il quale è misteriosamente presente nel cuore di ogni uomo” (Regno-doc, 5,1987, 136).

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