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Piercarlo Rossi

Sicalis flaveola o canário-da-terra

testo di PIERCARLOROSSI, foto AUTORIVARI

Il Botton d’oro (Sicalis flaveola), è un uccello canoro neotropicale, molto comune nelle aree aperte e nelle grandi pianure del Sud America. Ha una distribuzione molto ampia che comprende la Colombia, il Venezuela settentrionale (dove è chiamato “canario de tejado” ossia “canarino dei tetti”), l’Ecuador occidentale, il Perù occidentale, il Brasile orientale e meridionale (dove è chiamato “canárioda-terra” o “canarino nativo”), Bolivia, Paraguay, Uruguay, Argentina settentrionale e Trinidad e Tobago.

A causa del suo particolare canto, sono spesso tenuti in cattività come uccelli canori in molte zone del suo areale

Grazie alla sua rusticità e grande adattabilità, è stato introdotto nel 1960 con successo nelle isole Hawaii, Giamaica e Porto Rico e si è diffuso rapidamente lungo le pianure costiere.A causa del suo particolare canto, sono spesso tenuti in cattività come uccelli canori in molte zone del suo areale, anche se questo è considerato un reato in molte nazioni del continente sudamericano. Grazie all’azione delle autorità e alla sensibilizzazione della popolazione, negli ultimi anni le catture sono sensibilmente diminuite.

Ottimo primo piano di Botton d'oro, all. Domenico Cautillo

Nido a cassetta con prezioso contenuto, foto e all. Gianni Sassi

La Nidiata appena schiusa, foto e all. Gianni Sassi

Pulli di alcuni giorni, foto e all. Domenico Cautillo Descrizione In passato il Botton d’oro, conosciuto anche con il nome di fringuello zafferano, era stato ascritto alla famiglia degli Emberizidi, ma spostato negli ultimi anni nella famiglia dei Thraupidae. Misura circa 13,5 centimetri (la stessa varia in base alle diverse sottospecie), con un peso di circa 20 grammi. Il maschio ha fronte e vertice di colore arancio dorato molto brillante che si riduce di intensità ai lati del collo. Petto e ventre hanno colore giallo zafferano, mentre il dorso è giallo oliva con strie brunastre longitudinali. Remiganti e timoniere brune con bordature giallastre; zampe corte, solide, di colore bruno carnicino; occhio grande e scuro. II dimorfismo sessuale è abbastanza accentuato. La femmina, infatti, manca della colorazione arancio dorato sulla fronte e vertice, ma conserva toni di colore verde oliva sul dorso e giallo zafferano scuro molto intenso nelle parti inferiori. A 4-6 mesi di età, i giovani maschi risultano essere già degli ottimi cantori, ma ci vogliono circa 18 mesi per acquisire il piumaggio adulto.

Sottospecie Esistono cinque sottospecie riconosciute, due delle quali presenti in Brasile. Sicalis flaveola brasiliensis (Gmelin,

Un arcobaleno di colori: pulli mutati ed ancestrali, foto e all. Gianni Sassi 1789) - si trova a Maranhão, Piauí, Ceará, Pernambuco, Bahia, Espírito Santo, Rio de Janeiro, Minas Gerais e San Paolo. I maschi presentano la parte superiore della testa arancione brillante, che supera la regione orbitale, dorso olivastro, con poche striature; il giallo sul ventre è molto acceso. Remiganti e timoniere marrone scuro, con il bordo esterno giallo. Femmine e giovani con striature sottili sulla testa e sulla schiena ed una collana gialla striata sul petto, che divide la gola e il ventre, che sono biancastri. Le femmine più anziane tendono ad avere un petto ed una pancia più giallastre e possono assomigliare a giovani maschi. Si trova in quasi tutto il Brasile, anche se risulta essere poco presente nella regione amazzonica; questa specie ha dato alla nazionale di calcio brasiliana

Il Botton d’oro, conosciuto anche con il nome di fringuello zafferano, era stato ascritto alla famiglia degli Emberizidi, ma spostato negli ultimi anni nella famiglia dei Thraupidae

Due piccoli Sicalis appena usciti dal nido, foto e all. Gianni Sassi

il soprannome di ‘Seleção Canarinho’. Gli esemplari maschili del Nordest sono di un giallo più brillante e luminoso, con una corona rosso-arancio e più grande, dorso con poche striature sottili e leggermente verdastro (invece che olivastro). Le femmine, oltre ad essere più gialle, hanno anche una macchia rosso-arancio sulla sommità della testa, anche se più piccola che nei maschi. Alcuni studiosi preferiscono trattare questa forma come una sottospecie distinta. Sicalis flaveola pelzelni- Questa sottospecie è presente in Bolivia, a est delle Ande, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul. I maschi hanno la testa striata di scuro e il colore arancione non si estende oltre la regione orbitale. Il dorso è maggiormente striato del S. f. brasiliensis. Ventre di colore giallo in generale più tenue, principalmente sul collo. Ali e coda simili alla forma precedente, ma con molto meno giallo sulle coperture delle ali. Femmine con striature della testa e del dorso più larghe rispetto alla sottospecie brasiliensis. Regione pettorale densamente striata in cui si intravede appena il collarino. Poche striature nella regione ventrale e pancia biancastra. Sicalis flaveola flaveola - Lo si trova in Colombia, Venezuela, Guyana e Trinidad. Introdotto a Panama, Porto Rico e Giamaica. Corona arancione. Dorso leggermente verdastro e con poche striature sottili, quasi impercettibili. Parti inferiori giallo limone, di taglia maggiore di S. f. brasiliensis. Sicalis flaveola valida- È presente in Perù ed Ecuador, è la sottospecie più grande. Il giallo è leggermente più scuro della sottospecie nominale. Corona rossastra. Più verde sul dorso rispetto alla forma nominale, che si estende fino alla nuca. Becco più grande e più forte. Zampe rosa. Maschi e femmine molto simili. Sicalis flaveola koenigi- Questa sottospecie si può osservare nell’Argentina nord-occidentale, nella regione di Salta e Jujuy. Simile a S. f. brasiliensis, ma il becco è più corto e largo.

Botton d’oro mutato (diluito), foto Domenico Cautillo all. Gianni Sassi

La madre e 4 piccoli, i due centrali sono mutati, foto e all. Gianni Sassi

Una Coppia molto affiatata all ingresso del nido, foto e all. Domenico Cautillo I soggetti divisi in gabbie singole, foto e all. Gianni Sassi

Botton d’oro ad occhio rosso, foto del gruppo Criador Amador de canario da terra

Soggetto ad occhio rosso, molto docile, foto ed all.Fabiano Souza

Habitat Abitualmente vive nelle pianure aperte ricche di erbe prative di cui ricerca i semi immaturi; lo si può osservare ai margini di foreste nei pascoli abbandonati, del semi-arido Sud America e nelle zone cespugliose di media altitudine. Non disdegna di frequentare frutteti e giardini nelle vicinanze di centri urbani. Al di fuori della stagione riproduttiva, forma piccoli gruppi di non meno di una decina di individui. Il maschio ha un canto mattutino molto ampio e ruvido, diverso dalla canzone diurna. Nel canto, il Botton d’oro emette una serie di note singole e doppie con un breve trillo occasionale, effettuato anche durante il volo; questi finiscono solo quando atterra sui pali posti per delimitare i confini o su di un ramo.

Alimentazione Si nutre prevalentemente sul terreno ed è specie prettamente granivora. La conformazione del becco non è molto “specializzata”; questo gli permette di appetire semi di diverso calibro. Occasionalmente si nutre di insetti, soprattutto nel periodo riproduttivo, per avere un maggior apporto proteico nell’allevamento della prole. Lo si può osservare anche su mangiatoie pubbliche poste nei giardini o nei parchi dei centri abitati. Riproduzione Durante l’inverno forma stormi che, con l’arrivo del caldo in tarda primavera, si disperdono alla ricerca di una compagna per poter procreare. Il fringuello zafferano è capace di affrontare tenacemente uccelli di altre specie, anche più grossi di lui, per difendere il suo territorio, che “segna” con il suo potente canto. Solitamente non costruisce nidi, ma si avvale di quelli abbandonati da altri uccelli, specialmente i costruttori di argilla come l’ittero capocastano. A volte nidifica in buche di alberi o piante, nidi in legno e persino nidi di pappagalli; non risulta essere molto selettivo nell’ubicazione del nido e infatti ne sono stati trovati anche all’interno di un teschio di bue o nel bambù forato. Nel caso non riuscisse a trovare nessuna ubicazione idonea è in grado di costruire un nido a forma di coppa in piante epifite (orchidee e bromelie), negli incavi dei muretti a secco e in altri luoghi che offrono protezione. La femmina depone in media 4 uova, di colore verde chiaro o crema con macchie marroni e grigie distribuite su tutta la superficie. Li incuba lei stessa per circa 14 giorni e poi si avvale dell’aiuto del maschio per l’allevamento dei pulcini; in quest’ultimo periodo accentua la propria territorialità. Essendo un uccello comunemente allevato in Sudamerica, gli amici d’oltreoceano affermano di aver ottenuto ibridi con il canarino ventre giallo (Serinus flaviventris), il canarino domestico (S. canaria), a mio modesto parere cosa molto improbabile, con l’ittero capocastano (Chrysomus ruficapillus) e il fringuello dorato della prateria (Sicalis luteola). Come in diverse altre specie allevate in ambiente controllato, anche nel S. flaveola sono apparse alcune mutazioni che hanno coinvolto un numero sempre maggiore di appassionati sudamericani, come la “diluito”, a trasmissione libera dominante, che ci ha permesso di poter osservare il singolo ed il doppio fattore (come accade anche nel lucherino europeo, nel cardinalino e nel verdone); la “bruno”, mutazione recessiva legata al sesso, nella quale l’eumelanina viene bloccata nella catena di sintesi e la polimerizzazione si ferma ad uno stadio precoce, trasformando il colore nero in bruno, ben visibile su remiganti e timoniere; una forma ad occhio rosso denominata “feo”, mu tazione recessiva che elimina completamente l’eumelanina nera, mantenendo intatta la feomelanina. Inoltre, viene selezionata una forma pezzata, denominata “arlecchino”. Vorrei ringraziare Fabiano Suoza, Criadouro Pardal Souza, gli amici di Criatório Pena Dourada per avermi

donato le foto di soggetti mutati allegate all’articolo ed aiutato a capire meglio le nuove mutazioni. Dopo questa breve descrizione della “vita in natura”, vorrei divulgare qualcosa in più dell’allevamento in ambiente controllato, svolto sul nostro territorio. Le importazioni copiose di un tempo sono un lontano ricordo, ma alcuni bravi allevatori del nord Europa sono riusciti a fissare ceppi, ormai consolidati, di questo affascinante Sicalis; inoltre, le mutazioni apparse negli ultimi tempi daranno sicuramente un ulteriore input in questo ambizioso progetto. Questa specie fiera e combattiva ha ammaliato diversi allevatori: tra questi, vorrei citare Carlos Bento, tra i primi a cimentarsi in questa impresa, e poi l’amico e collega giudice Domenico Cautillo e Gianni Sassi, grande appassionato di uccelli del Sudamerica, oltre che di Botton d’oro. Proprio a quest’ultimo allevatore ho rivolto alcune domande per sapere qualcosa in più sull’allevamento del Sicalis flaveola; - Come ti sei avvicinato al mondo dell’ornitologia? La passione dell’ornitologia ce l’ho da sempre; infatti, mia nonna mi raccontava che da piccolo allevavo cocorite e qualche canarino. Con il passare degli anni questa passione è aumentata sempre più e ho conosciuto la F.O.I e tanti appassionati che mi hanno introdotto in questo splendido mondo. - Quali Specie ha allevato negli anni? Una delle mie prime passioni furono gli Agapornis, soprattutto roseicollis e personata, che ho allevato in tutte le loro mutazioni con ottimi risultati espositivi; dopo tanti anni di allevamento di questa specie, mi sono avvicinato al mondo dei fringillidi ed ho incominciato ad allevare i Carpodachi Messicani. - Ti ricordi ancora la prima mostra a cui hai partecipato? E con quali soggetti? Per ragioni lavorative, non sempre ho potuto partecipare alle mostre ornitologiche, ma ricordo che la prima mostra che ho fatto è stata a Cesena con gli Agapornis ed a Faenza con i Carpodachi Messicani, sempre con ottimi risultati. Inoltre, ho partecipato ai mondiali a Cesena nel 2018 conquistando il terzo posto con i Botton d’oro, risultato di cui vado molto fiero. - Come ti sei avvicinato ai Sicalis e quanti anni sono che li allevi? La prima volta li ho visti su internet e mi hanno subito colpito. Mi sono quindi attivato nella loro ricerca, ma era una specie poco allevata e difficile da reperire. Un giorno, visitando un mercato in Germania con l’amico Domenico Cautillo, mi sono trovato davanti una coppia di Botton D’oro e li ho comprati immediatamente. Tutti i miei compagni di viaggio mi dissero che erano bellissimi, ma difficili da riprodurre. Arrivato a casa molto soddisfatto dell’acquisto, misi i due soggetti in una gabbia da 120 cm ma, notando che litigavano, decisi di separarli. Quelli furono i miei capostipiti e da allora non ho mai smesso di allevarli, sono passati ormai 10 anni. - Raccontaci qualche tuo piccolo segreto nella metodologia di allevamento. Negli anni ho notato che al di fuori del periodo riproduttivo tutti gli esemplari è meglio che siano posti in gabbie singole, senza la possibilità di vedersi tra di loro. Ho provato, inoltre, a mettere le uova a balia utilizzando coppie di Carpodaco Messicano, sempre con ottimi risultati; infatti, quest’ultimi hanno svezzato i pulli in maniera egregia. - Che dimensioni hanno le tue voliere? Ho alcune voliere all’esterno dove ho inserito qualche coppia nel periodo primaverile, ma allevo normalmente in un locale interno, ponendo le coppie in gabbie da 90 o 120 cm.

Un bel mix di mutazioni, foto e all. Thiago Lazaro

- Quale materiale poni sul fondo? Io uso in tutte le mie gabbie un fondo anticoccidico naturale che trovo fantastico. - Similitudini con specie allevate in precedenza? Non ho rilevato nessuna similitudine con le specie da me allevate in precedenza. - Passiamo all’alimentazione: riposo, precova, allevamento… Nel periodo di riposo li alimento con una miscela da me creata, composta da 60% scagliola, 40% miglio, panico e grano decorticato. Una o due volte alla settimana fornisco il cetriolo e verdura a foglia verde scura (cicoria, spinaci ecc..). Nel periodo precova, una miscela composta da scagliola, miglio giallo, bianco, rosso con l’aggiunta di erbe prative come panico selvatico, sorgo fresco, foglie e capolini del dente di leone ed altre, senza mai far mancare osso di seppia e grit. Due-tre volte alla settimana, in una linguetta metto un pastoncino con perle ammollate in acqua, a cui aggiungo un buon multivitaminico; in questo periodo fornisco, inoltre, piselli, mais immaturo, qualche bigattino, camole della farina e qualche camola del miele. Alla nascita dei pulli, per i primi 5/6 giorni sono quasi esclusivamente insettivori e hanno bisogno di tantissima proteina. In questo periodo utilizzo le perle al 30% di proteine, piselli e mais immaturo aumentando il quantitativo di bigattini, camole ecc… - Hai notato che prediligono un alimento rispetto a un altro… alimenti che li mandano in estro? Ho notato che sono molto golosi di tutte le semenze immature e con l’aggiunta di insetti vanno in estro velocemente. - Che tipo di nido adoperi e quale materiale per la costruzione? Io utilizzo un nido a cassetta di legno simile a quello degli inseparabili a foro tondo, mentre come materiali per l’imbottitura utilizzo fibra di cocco e juta. - Quante ore di luce hanno nei vari periodi? Nel periodo di riposo le ore di luce

Il maschio collabora alla costruzione del nido e allo svezzamento dei piccoli

variano dalle 7 alle 8, mentre verso la fine di febbraio comincio ad aumentarle fino ad arrivare ad Aprile ad avere 13/14 ore di luce. - Com’è generalmente la crescita dei novelli? La crescita dei novelli risulta essere abbastanza veloce, anche se questa specie raggiunge la propria livrea definitiva al compimento del secondo anno di vita. - In che modo il maschio collabora nel periodo riproduttivo? Il maschio collabora alla costruzione del nido e allo svezzamento dei piccoli. - Dopo quanti giorni escono dal nido e dopo quanti giorni sono indipendenti? Escono dal nido dopo 12 giorni e diventano indipendenti dopo 30-35 giorni. I fratelli, se crescono assieme non sono aggressivi; invece, se nel gruppo viene aggiunto un soggetto estraneo, viene subito aggredito. - Che tipo di anello occorre? Il diametro ti sembra appropriato? Il tipo di anello è il B ed è appropriato.

Il compianto Gianni Sassi - Parlaci delle nuove mutazioni: come ne sei entrato in possesso, il comportamento ereditario, gli accoppiamenti consigliati. Essendomi molto appassionato a questa specie, ho incominciato a visitare siti internet sui Sicalised ho notato che in Brasile sono state fissate molte mutazioni, così me ne sono subito innamorato; ho scoperto inoltre che un allevatore tedesco possedeva Sicalismutati e ne aveva da cedere. Mi misi in contatto con lui e scoprii che sarebbe sceso alla mostra mercato di Reggio Emilia, così ritirai due coppie che gli avevo prenotato; lui definiva “diluito” quella mutazione (in Brasile vengono chiamati “opalino”) e sono geneticamente liberi dominanti (come la mutazione presente nel lucherino e nel verdone). I soggetti da me acquistati erano di struttura minuta e decisi di accoppiarli con degli ancestrali del mio ceppo più strutturati, da cui sono riuscito ad ottenere, quest’anno, dei Sicalismutati di ottima struttura. Quest’anno proverò ad accoppiare diluito x diluito, il che mi dovrebbe permettere di ottenere il 25% di soggetti a doppia diluizione. - Quali progetti hai per il futuro? In futuro continuerò a cercare altre mutazioni di Sicalis; nel frattempo (innamorato delle specie allevate in Brasile) ho già acquistato due coppie di Azulao (Cyanoloxia brissonii) che quest’anno ho riprodotto con successo. Un altro sogno nel cassetto è una coppia di Sporophila angolensis, anche questa specie molto rara in allevamento, almeno in Italia. Ringrazio Gianni per averci permesso di conoscere meglio questa splendida specie.

Commiato Nei giorni scorsi, purtroppo, ho appreso dall’amico Cautillo della prematura scomparsa dell’amico Gianni; la cosa mi ha segnato molto, lascia un vuoto immenso nei suoi familiari e nelle persone che lo conoscevano e con lui condividevano questa nostra grande passione. La tua gioia e il tuo entusiasmo continueranno ad alimentare il tuo ricordo nella nostra quotidianità.

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