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S.E. Capuzzi mons. Giacomo
STUDI E DOCUMENTAZIONI
NECROLOGI
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S.E. Capuzzi mons. Giacomo
Nato a Manerbio il 14 agosto 1929. Ordinato a Manerbio il 29 giugno 1952. Studente a Roma (1950-1954). Vicario parrocchiale festivo nella parrocchia di S. Benedetto abate in Brescia (1955-1964); Insegnante in Seminario (1954-1977); Aggiunto nella parrocchia di S. Lorenzo in Brescia (1966-1974); Parroco di Leno (1975-1989); Eletto Vescovo di Lodi il 7 marzo 1989; Consacrato a Brescia il 30 aprile 1989; Entra in sede il 10 giugno 1989; Vescovo emerito di Lodi dal 2005. Deceduto a Brescia il 26 dicembre 2021. Funerato e sepolto nella Cattedrale di Lodi il 29 dicembre 2021.
Mons. Giacomo Capuzzi, Vescovo emerito di Lodi, si è spento il 26 dicembre del 2021, nel clima luminoso del Natale. Aveva 92 anni, compiuti il 14 agosto scorso. Nato a Manerbio nel 1929, proveniva da una famiglia contadina. Entrò in Seminario da ragazzo e nel 1950, quando ancora era studente di teologia, fu inviato a Roma per perfezionare gli
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studi che terminò nel 1954, ormai sacerdote da due anni. Don Giacomo Capuzzi, infatti, nel 1952 non venne ordinato coi suoi compagni in Cattedrale ma ricevette l’ordinazione presbiterale a Manerbio, nella sua chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo. Di ritorno da Roma fu subito destinato all’insegnamento della teologia dogmatica in Seminario. E questo incarico durò per ben 23 anni fino al 1977.
Gran parte dei presbiteri bresciani lo ricorda come docente vivace, dallo sguardo intelligente e acuto, dalla battuta arguta e ironica, dalla sapiente capacità di comprendere sbagli ed errori; un docente che ha vissuto con serenità e spirito critico il passaggio dall’insegnamento classico preconciliare all’insegnamento basato sui documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Divenne un esperto della ecclesiologia delineata dalla Lumen Gentium. Le sue lezioni erano seguite con serenità e non di rado coi suoi alunni affrontava anche le spinose questioni, anche sociali, dovute al vento di cambiamento che soffiava in quegli anni, rivelandosi un docente attento ai segni dei tempi. Né mancava di ricordare argutamente, con intento pedagogico, fatti di vita diocesana del passato.
Ma il ministero sacerdotale di don Giacomo Capuzzi non era limitato alla cattedra: la sua attività pastorale ha riguardato fin da giovane la presenza e il confronto con la concretezza della vita delle comunità parrocchiali. Per nove anni fu prezioso collaboratore festivo nella parrocchia di San Benedetto, allora in un nuovo quartiere operaio di periferia. A questa esperienza seguì quella, durata otto anni, nella parrocchia di San Lorenzo in centro storico. Nel 1975 venne nominato parroco abate di Leno. Guidò la popolosa e laboriosa parrocchia per quattordici anni nei quali cercò di far recepire alla comunità lo spirito conciliare, dividendo il territorio in venti zone con i relativi Centri di ascolto per riportare la Parola di Dio al cuore della vita cristiana. Per i lenesi fu un parroco paterno, che ha dato fiducia ai sacerdoti collaboratori, ha guardato con ottimismo la realtà giovanile dentro e fuori l’Oratorio. Ha accompagnato con dedizione la vita ordinaria di Leno, ma ha voluto anche iniziative straordinarie quali la grande Missione popolare all’inizio degli anni Ottanta, il rifacimento del tetto e la tinteggiatura dell’ampia chiesa abbaziale.
Il 7 maggio del 1989 venne eletto Vescovo di Lodi. Ricevette l’ordinazione episcopale da mons. Bruno Foresti nella Cattedrale di Brescia il 30 aprile seguente e fece il suo ingresso nella diocesi lodigiana il 10 giugno. Scelse come motto episcopale “In fide et novitate vitae”, facendone un programma del suo episcopato. Nel suo stemma campeggia il sole della fede
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e le conchiglie che richiamano il santo del suo nome: l’apostolo Giacomo.
Mons. Giacomo Capuzzi guidò la diocesi di Lodi per sedici anni. Fu un pastore sensibile, tollerante, paterno, sollecito. Anche da Vescovo, come da presbitero bresciano, non mancava di avere momenti di aperto e palese nervosismo di fronte a contrarietà o cose storte, ma il suo animo si pacificava presto. I suoi anni a Lodi sono stati intensi, caratterizzati dal passaggio del millennio. Durante il suo episcopato ci sono stati momenti straordinari come la visita di Giovanni Paolo II nel 1992. Significativo il fatto che, grazie alla sua sensibilità, il settimanale diocesano Il Cittadino di Lodi divenne un quotidiano. E pure carico di significato è il fatto che su invito del Vescovo una rete di laici portò la Diocesi di Lodi ad essere, in proporzione agli abitanti, fra le prime in Italia per le firme a favore dell’otto per mille alla Chiesa cattolica e le libere offerte deducibili per il clero italiano.
Nel 2005, dopo l’accettazione da parte della Santa Sede della rinuncia a Vescovo di Lodi per raggiunti limiti di età, mons. Giacomo Capuzzi si ritirò a Manerbio dove poteva contare sull’aiuto di una sorella. In quegli anni non mancò di essere disponibile per incarichi richiesti in diocesi e fuori: amministrazione di cresime, funzioni religiose, momenti liturgici straordinari eucaristici, mariani o in onore di santi patroni.
Dopo la morte della sorella iniziò anche il declino della sua salute e accettò il ricovero a Brescia nella Rsa per sacerdoti “Don Pinzoni”. Con un poco di malinconia ma con grande bontà e realismo si adattò alla vita di una casa di riposo e presiedeva volentieri la concelebrazione eucaristica quotidiana. Il declino fisico lo portò, nelle ultime settimane, alla condizione di allettato, fino a quando spirò serenamente nel Signore.
Nella mattinata di lunedì 27 dicembre la parrocchiale di San Lorenzo di Manerbio divenne camera ardente. In molti resero omaggio al Vescovo concittadino che rimase sempre orgogliosamente legato al suo paese di origine. Dopo la celebrazione eucaristica di suffragio a Manerbio la salma di mons. Capuzzi venne portata nella cattedrale di Lodi dove la sera di martedì 28 molti lodigiani parteciparono alla messa.
La mattina di mercoledì 29 dicembre nella Cattedrale di Lodi furono celebrati i funerali del Vescovo emerito. A presiederli l’Arcivescovo di Milano e Primate delle Chiese di Lombardia mons. Mario Delpini, concelebranti l’attuale Vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti, l’emerito Giuseppe Merisi, il Vescovo di Mondovì Egidio Miragoli, nativo del luogo, altri sette Vescovi Lombardi, numerosi sacerdoti del clero lodigiano e di tutta la Lombardia. Folta la rappresentanza dei bresciani. Assente il Vescovo di
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Brescia mons. Pierantonio Tremolada per motivi precauzionali dovuti alla situazione pandemica. Presenti anche le autorità civili, diaconi, religiose e religiosi, seminaristi, uomini e donne che insieme a ragazzi e giovani mons. Capuzzi aveva avvicinato negli anni del suo episcopato lodigiano.
Nell’omelia funebre mons. Malvestiti ha espresso parole di ricordo e gratitudine nei confronti del predecessore, interpretando i sentimenti di tutta la comunità diocesana. Ha ricordato le parole di mons. Capuzzi il giorno dell’ingresso in diocesi il 10 giugno del 1989 e quelle del congedo la sera del 7 dicembre 2005. “La mia esperienza di vita – disse mons. Capuzzi – fu faticosa, complessa, riduttiva ma divenne semplice, gratificante, luminosa quando si è fatta cristiana. Cristo si è fatto avanti nella mia vita: dalla fede cristiana autentica, una vita umana in pienezza”.
Queste parole richiamate con grata commozione hanno costituito anche il filo rosso di tutto il magistero episcopale di mons. Capuzzi e prima ancora del suo insegnamento ai giovani seminaristi e alle persone che incontrava: aveva fatto suo il grande contenuto del Vaticano II e insegnava che “Cristo è la vita dell’uomo e la fede è la sorgente della pienezza umana”. Mons. Capuzzi, Vescovo conciliare, ha sempre proposto il ritorno alla essenza del cristianesimo: “la vita umana è con Cristo in Dio”.
Con tanti altri pastori del nostro tempo mons. Capuzzi è stato un assertore che il cristianesimo è la forma più alta e completa dell’umanesimo.
Mons. Delpini ha voluto ricordare, prima della benedizione di congedo, mons. Capuzzi richiamando alla memoria i “cordiali incontri” durante le Conferenze episcopali lombarde. L’Arcivescovo di Milano ha sottolineato che mons. Capuzzi ha sempre partecipato con costanza agli incontri come pure agli esercizi spirituali del Vescovi lombardi.
Anche papa Francesco ha ricordato mons. Giacomo Capuzzi attraverso un messaggio del Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin: poche righe che ben sintetizzano il ministero di mons. Capuzzi definito “parroco vicino alla gente e attento alle urgenze sociali, valido docente, generoso presbitero, pastore sollecito e paterno”.
Al termine della messa esequiale mons. Giacomo Capuzzi è stato sepolto nella cripta della Cattedrale di Lodi, accanto ai suoi predecessori, a partire dai santi patroni Bassiano e Alberto.