IL GRANELLO DI SENAPE per gli sposi di mons. Ezio Morosi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
acerdozio e matrimonio sembrano due sacramenti distanti tra loro,ma SNell’elenco non è così. catechistico sono messi accanto: sono entrambi sacramenti “sociali” perché orientati da un bene comune non solo personale e privato. Gli sposi, pur non ricevendo il sacramento dell’Ordine che apre al servizio del sacerdozio ministeriale, in quanto battezzati, portano in sé nella vita della loro famiglia il sacerdozio comune che li rende capaci di illuminare il loro ambiente umano con la reciproca testimonianza della fede, con la preghiera, l’offerta a Dio del loro amore, delle loro gioie, delle loro fatiche, delle loro sofferenze, del loro impegno per l’educazione cristiana dei figli. E pregare ed offrire al Signore quanto fa parte della nostra vita quotidiana è un atto sacerdotale.
15 luglio 2012
Un barbiere... di qualità!
Ecco il servizio Caritas «DACCI UN TAGLIO»
La storia di Carmine Ferlizzo: 56 anni con le mani nei capelli Quella del barbiere: una vera e propria «arte» donata gratuitamente per ridare dignità a tanti
Carmine Ferlizzo all’opera nel giardino del Porto di Fraternità, mentre taglia i capelli a due amici della Caritas.
DI
CHIARA DOMENICI
armine Ferlizzo aveva solo 5 anni quando iniziò a frequentare la bottega del barbiere ad Ariano Irpino in provincia di Avellino. «Prima si cominciava presto ad imparare il mestiere – racconta - Si iniziava facendo il garzone di bottega e piano piano si imparava…» Ma l’arte di Carmine non era destinata alla terra dell’Irpinia e negli anni ’60, un po’ a causa del terremoto, un po’ per amore, visto che la sua ragazza era di Castagneto Carducci, si trasferì a Livorno. All’inizio non fu facile ambientarsi, in una città dove non conosceva praticamente nessuno, ma la costanza e le sue capacità gli diedero la forza per introdursi nell’ambiente e così fu preso come dipendente da una barbiere in via del Leone. Poi nel 1975 la svolta: un negozio tutto suo in via Terrazzini, dove ancora oggi lavora. «Quella del barbiere – rivela con soddisfazione – è una professione particolare e molto bella. Incontri tantissima gente, un’umanità che entra nel tuo negozio, chiede di tagliarsi i capelli e poi magari inizia a raccontarti i problemi, le gioie… la vita insomma, al punto che spesso diventi anche un confidente. Ci sono i clienti occasionali, e quelli abituali, quelli che si affacciano anche solo per un saluto….e ora ci
C
sono anche gli ospiti della Caritas, anche loro così diversi e così fragili, ma allo stesso tempo così bisognosi di essere ascoltati». Da qualche tempo infatti Carmine è diventato il barbiere ufficiale del Porto di Fraternità: la struttura della Caritas diocesana in via delle Cateratte. Ogni lunedì mattina, quando il suo negozio è chiuso, Carmine si mette a disposizione per questo servizio (l’altro tempo libero lo dedica ai suoi due nipotini!).
«Mi è sempre piaciuto fare del volontariato – racconta - prima lo facevo attraverso l’Accademia Nazionale degli Acconciatori Maschili (ANAM): mettevamo la nostra arte a disposizione degli apprendisti e a turno organizzavamo dei corsi gratuiti per far imparare i più giovani. Avevo riunito tutti i parrucchieri di Livorno ed era un bel gruppo davvero, abbiamo insegnato a tanti ragazzi questo mestiere e poi con soddisfazione li abbiamo visti farsi strada e aprire
una propria attività in città; poi con mio grande dispiacere, per diversi motivi, l’Accademia su Livorno non ha avuto seguito e così il mio impegno di volontario è terminato. Tempo fa, una signora, collaboratrice della Misericordia, mi ha proposto di “rimettere in gioco” la mia voglia di aiutare gli altri e ci siamo inventati questo servizio». Così grazie al progetto «Dacci un taglio», Carmine su appuntamento, taglia i capelli a coloro che lo richiedono attraverso gli operatori Caritas. Sono persone che hanno difficoltà economiche e che certo non pensano ad andare dal parrucchiere, ma che sicuramente possiedono una dignità e nella cura della propria persona, nell’uso dei servizi per le semplici pratiche igieniche (grazie all’uso delle docce della struttura e del servizio guardaroba), possono sentirsi accolti e accuditi, e magari ritrovare anche la forza per riprendere in mano la propria vita. Insomma un servizio quello del barbiere che potrebbe sembrare superfluo, ma che in realtà non lo è, e se a portarlo avanti è un uomo che lo fa con amore, può diventare un’opera ancora più importante. E poi basta vedere le prenotazioni: nonostante sia appena iniziato, il carnet di appuntamenti è già pieno anche per le prossime settimane: Carmine qui, Carmine là, e bravo Carmine… barbiere di qualità!
L’INDIZIONE E I PRIMI APPUNTAMENTI DIOCESANI L’Anno della Fede o scorso 16 ottobre il Santo Padre, Benedetto XVI, annunciava l’Anno della Fede Ldi tutta con le seguenti parole: Proprio per dare rinnovato impulso alla missione la Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza, (..) ho deciso di indire un "Anno della Fede". Questo "Anno della Fede" inizierà l’11 ottobre 2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re dell’Universo. Sarà un momento di grazia e di impegno per una sempre più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede in Lui e per annunciarLo con gioia all’uomo del nostro tempo. Con la Lettera apostolica "Porta fidei" dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è "l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva". Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. "Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare", perché il Signore "conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani". L’inizio dell’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo II (11 ottobre 1992). Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ponendosi in questa linea, da una parte è un "autentico frutto del Concilio Vaticano II", e dall’altra intende favorirne la recezione. Il Concilio, secondo il Papa Giovanni XXIII, ha voluto "trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti", impegnandosi affinché "questa dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che corrisponda alle esigenze del nostro tempo". ECCO I PROSSIMI APPUNTAMENTI DIOCESANI DI QUESTO ANNO SIGNIFICATIVO. In occasione dell’annuale Pellegrinaggio diocesano a Montenero l’8 SETTEMBRE il Vescovo consegnerà la Lettera Pastorale "Se Cristo non fosse risorto vana è la nostra fede". DOMENICA 7 OTTOBRE si svolgerà il Convegno missionario in preparazione all’anno della Fede -"Chiamati a far risplendere la Parola di verità" (Lett. ap. Porta fidei, 6)Una comunità si ripensa alla luce della LG per annunciare Gesù Cristo. DOMENICA 4 NOVEMBRE in cattedrale sarà aperto solennemente l’anno della fede. A questo momento parteciperanno insieme alla Comunità diocesana anche i delegati dell’Assemblea che si riunirà subito dopo. La riflessione del clero e dei laici per l’anno pastorale che verrà sarà incentrata proprio sul cuore della fede: la resurrezione e la vita eterna.
II
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
15 luglio 2012
La parola alla... CARITAS
Un piccolo aiuto
Continuano le raccolte per i terremotati
Chiesa, Carità e Comunione
opo la colletta nazionale che si è D tenuta in tutte le chiese domenica 10 giugno, solennità del Corpus Domini e il contributo di tre milioni di euro messi a disposizione dalla CEI per l’emergenza terremoto, continua la raccolta per le popolazioni colpite dal sisma. In questa fase di emergenza Caritas Italiana, in attesa di poter definire l’importo effettivo dei fondi raccolti che man mano vengono trasferiti, ha finora messo a disposizione complessivamente tre milioni di euro per le 7 diocesi colpite: Bologna, Ferrara-Comacchio, ModenaNonantola, Carpi, Reggio EmiliaGuastalla, Adria-Rovigo, Mantova. In attesa di poter concordare con le diocesi stesse le modalità dei successivi interventi per la ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie, le progettualità al momento riguardano in particolare il potenziamento dei servizi di ascolto, incontro, socializzazione, animazione delle comunità e la realizzazione di strutture per spazi di aggregazione. Naturalmente si sta provvedendo anche all’aiuto nei Centri di accoglienza (tendopoli, scuole, palestre) in risposta ai bisogni primari (generi alimentari, vestiario, letti, coperte, igienico-sanitari), come pure alla cura e presa in carico di anziani, ammalati, disabili e minori, e all’assistenza nel disbrigo delle pratiche amministrative. In Emilia è stato attivato un Centro di coordinamento per facilitare l’incontro con i bisogni rilevati delle disponibilità di risorse materiali e di volontari, consentendo risposte mirate ed evitando iniziative improvvisate. Il tutto in stretto collegamento con le diocesi e le delegazioni Caritas dell’Emilia Romagna e delle altre regioni coinvolte. Entro fine mese verranno definite forme di gemellaggio anche per attività di animazione estiva. Gli interventi Caritas, dopo la prima fase di emergenza, vedranno, come sempre, un affiancamento duraturo, nel medio e lungo termine, nella fase più difficile della ricostruzione materiale e del tessuto sociale con attenzione alla ricostruzione socioeconomica. In particolare si curerà: - l’accompagnamento della popolazione, con presenza di volontari, attività di ascolto e animazione nei luoghi di accoglienza, sostegno alle attività pastorali, rilevazione continua dei bisogni... - la ricostruzione, con "Centri di comunità" (strutture polifunzionali per attività. liturgiche, sociali e ricreative), strutture per servizi sociali e caritativi, servizi in risposta alle vecchie e nuove povertà... - la progettazione sociale per la riabilitazione socio-economica del territorio, con sostegno al reddito ed accesso al credito per famiglie e piccole imprese, borse lavoro per giovani...
Come contribuire
Chi vuole sostenere gli interventi in atto tramite Caritas Italiana (causale: “Terremoto Nord Italia 2012”) può versare il proprio contributo attraverso i seguenti canali: * /c postale n. 347013 * Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113 * UniCredit, via Taranto 49, Roma Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119 * Banca Prossima, via Aurelia 796, Roma Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474 * Intesa Sanpaolo, via Aurelia 396/A, Roma Iban: IT 95 M 03069 05098 100000005384 * CartaSi (VISA e MasterCard) telefonando al n. 06 66177001 orario di ufficio
e Caritas della nostra regione durante l’anno si incontrano mensilmente per condividere le esperienze e confrontarsi sulle problematiche emergenti. Nel mese di giugno si fermano due giorni insieme per fare il punto delle attività e programmare l’anno successivo. Quest’anno l’ospitalità è toccata alla nostra Caritas diocesana, con il contributo delle Figlie della Carità nella loro Casa di Quercianella.
L
A Quercianella due giorni di verifica e programmazione dei Direttori delle Caritas della Toscana insieme ai loro collaboratori e ai referenti dei gruppi regionali e nazionali
LE PRESENZE Alla due giorni hanno partecipato i Direttori di quasi tutte le Caritas diocesane toscane (solo una assenza), guidati, nella prima giornata, da mons. Riccardo Fontana, vescovo incaricato della CET. Hanno portato il loro saluto il Presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e l’Assessore al Sociale del Comune di Livorno Gabriele Cantù. Il secondo giorno ha visto la presenza del nostro Vescovo, che ha celebrato l’Eucaristia, ringraziando i Direttori per la presenza e per il servizio che svolgono con grande disponibilità e indubbia competenza. IL TEMA DI APPROFONDIMENTO Mons. Fontana, vescovo di Arezzo, ha introdotto la sua riflessione sul Ruolo della Caritas per una educazione sociopolitica. Le ragioni di questo ruolo nascono nella storia, che ha visto la Chiesa sempre impegnata per un rapporto corretto con il mondo e le sue cose. In questo quadro storico ha posto numerose citazioni, partendo dalla Lettera a Diogneto, per ricordare le ragioni della nostra speranza e S. Benedetto e poi ancora fra Tommaso Campanella e S. Tomas Moro, passando per le esperienze di S. Francesca Romana, e San Filippo Neri, per giungere al Concilio Vaticano II e alla Gaudium et Spes. La Costituzione che chiede alla Chiesa di avere cuore, di essere innamorata del suo Signore e del mondo che lui è venuto a salvare. Forse l’accento più importante del tempo che viviamo, va posto su due aspetti fondamentali della Chiesa: il fare e l’essere. Qui ha ricordato che la carità è una virtù teologale, dono di Dio che richiede in noi e nelle nostre opere una presenza costante, uno spazio coerente per Gesù, altrimenti le cose che facciamo, anche per gli altri, perdono di senso. L’educazione sociopolitica che la Chiesa offre deve essere questa: dare cuore, dare speranza, dare fiducia. La funzione della Caritas rimane essenziale per la comunità cristiana, se manca quella Caritas, non c’è parrocchia. I SERVIZI COMUNI * La delegazione regionale gestisce insieme alcuni importanti servizi: l’Osservatorio Regionale delle povertà, che raccoglie tutti i dati rilevati dai Centri di Ascolto diocesani e parrocchiali, li rielabora e, in collaborazione con la Regione Toscana,
proposizione di percorsi che aiutino tanti di loro a superare la condizione di totale indigenza. Il servizio di formazione regionale sarà ulteriormente potenziato.
...l’accento più importante del tempo che viviamo, va posto su due aspetti fondamentali della Chiesa: il fare e l’essere... ...la carità è una virtù teologale, dono di Dio che richiede in noi e nelle nostre opere una presenza costante, uno spazio coerente per Gesù, altrimenti le cose che facciamo, anche per gli altri, perdono di senso... pubblica annualmente un Dossier sulle povertà che diventa il riferimento del Governo regionale per le politiche sociali e delle Caritas diocesane per avere un quadro in movimento dei bisogni nuovi e vecchi su cui impostare le loro azioni pastorali. * L’Ufficio Giovani e servizio che testimonia una particolare attenzione al mondo giovanile. Quest’anno anche la nostra Caritas diocesana ha tre giovani in servizio civile regionale permettendo loro una particolare attenzione agli ultimi oltre ad un aiuto ai servizi in atto. La messa in
comune delle esperienze pastorali in tale ambito ha permesso di verificare il robusto impegno e la collaborazione con gli altri Uffici pastorali che le caritas offrono al mondo giovanile. Un impegno che verrà ulteriormente rafforzato con iniziative regionali comuni. * I Laboratori Caritas e i Centri di Ascolto. Il Gruppo di promozione regionale ha evidenziato la necessità di insistere sulla formazione degli operatori, alfine di mantenere alta la capacità di ascolto dei poveri, servizio fondamentale per riuscire nell’opera di accompagnamento e di
I GRUPPI NAZIONALI DI CARITAS Sono gruppi che, a livello nazionale, sviluppano idee e progetti per garantire sostegno e strumenti operativi per il servizio pastorale delle Caritas diocesane. A tali gruppi partecipano i rappresentanti delle Delegazioni regionali. Sono il Gruppo di promozione Caritas, il gruppo Educazione alla mondialità e stili di vita, il gruppo Promozione Umana. I tre referenti regionali hanno relazionato sul lavoro svolto nell’ultimo periodo. Il rappresentante regionale per la Promozione Umana, Mauro Nobili, già direttore della nostra Caritas Diocesana, ha lasciato il suo incarico nazionale avendo l’apprezzamento di tutta la delegazione per le capacità e l’impegno che ha messo nel suo servizio. È stato sostituito dal Direttore della Caritas diocesana di Firenze. LA NOSTRA ACCOGLIENZA I lavori della delegazione si sono svolti in un clima consolidato di amicizia e collaborazione. La nostra Caritas ha proposto una particolare attenzione alla nostra città. I delegati hanno visitato l’ultima opera aperta dalla Fondazione Caritas, Casa Benedetta, presso le Figlie di Sant’Anna a Montenero, per madri con bambini che hanno subito violenze. Poi hanno fatto cena nel quartiere La Venezia e successivamente hanno visitato la chiesa di Santa Caterina, dove hanno ricevuto un omaggio musicale dal Coro gospel Joyful, che, in forma gratuita, ha proposto un piccolo concerto in loro onore, molto apprezzato. Enrico Sassano, direttore ufficio diocesano di pastorale per la carità
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
15 luglio 2012
La speranza di un uomo che ha lasciato alle spalle un passato difficile per ricominciare una nuova vita
LA STORIA di Anastasio
III
In gita a Siena
CON GLI AMICI DELLA CARITAS
Una nuova vita, una nuova famiglia DI FABIO
FIGARA
vari lavori, ed era difficile che ci fossero dei problemi arba e capelli in tal senso. E io volevo brizzolati, un bel lavorare e rendermi utile. sorriso ed uno sguardo Così ripresi a fare il da cui traspare tutta la meccanico, nella piccola Vent’anni, sono qui da sua voglia di ricominciare, officina all’interno del vent’anni. dopo quasi trent’anni di carcere, riparando qualsiasi Sono solo non ho più carcere per omicidio: tipo di mezzo si presentasse, nessuno. Anastasio finisce comprese le auto Sono stato deriso, umiliato, di scontare gli interne di servizio. «È difatti Vent’anni di pane amaro, ultimi anni della Fortunatamente Condito solo dello stesso pena in regime di fondamentale avevo modo anche sale. libertà vigilata di lavorare con dare la Il tempo è comunque tramite il servizio numerosi mezzi passato. in Caritas agricoli, la mia possibilità Solo ora mi rendo conto che diocesana, in specialità, e di ai detenuti Ormai mi restano pochi aiuto al custode insegnare ad alcuni di studiare mesi Liborio e agli altri che volevano volontari, e presso imparare qualcosa e di poter altre strutture del mestiere». maturare religiose. L’organizzazione la coscienza Nato a S. della struttura Ferdinando di elbana era molto contro gli “infami”, come del lavoro, Puglia (FG), ad diversa da quelle in spesso avviene da altre parti, perché possano cui Anastasio aveva ci avrebbe causato delle otto anni si trasferisce con la vissuto severissime punizioni in “rinascere”, sua numerosa precedentemente. termini di semi-libertà, di avere una famiglia prima in «Per delle scelte uscite controllate e altro possibilità Francia, poi a precise del direttore ancora. Con questa politica, Milano, dove e del comandante insieme alla creazione di di reintegro rimane fino alla della polizia “posti di lavoro”, all’interno nella società, penitenziaria fine degli anni della struttura non accadde Ottanta. È un interna dell’epoca, mai niente per circa una volta esperto il cavaliere Mario vent’anni, fatta salva una usciti» meccanico, anche Palazzo, al diatriba scoppiata tra due se a Milano fa il contrario di quanto carcerati, nel 2005, per futili bidello (ed esperto avveniva nelle altre carceri, motivi, che purtroppo ebbe manutentore) per quindici non esisteva la separazione un tragico epilogo». anni nell’Istituto Salvatore tra coloro che avevano È difatti fondamentale dare Allende. compiuto reati “infami” la possibilità ai detenuti di Poi accade il peggio, e (pedofilia, stupro) e gli altri studiare e di poter maturare Anastasio si trova detenuti, ma ogni carcerato la coscienza del lavoro, catapultato nella realtà era considerato alla stregua perché possano “rinascere”, carceraria milanese, prima di degli altri. E sapevamo bene avere una possibilità di S. Vittore, poi di Opera, per che tentare di fare “giustizia” reintegro nella società, una arrivare infine a Porto Azzurro, dove trascorrerà circa vent’anni della sua vita. «Il carcere di S. Vittore racconta - era una grande struttura ma sovraffollata: tuttavia, ogni detenuto poteva avere tutto, in termini di servizi, e c’era possibilità di lavorare. Anche nel carcere di Opera, benché al tempo fosse in uso da poco in quanto struttura completamente nuova, si poteva godere di servizi decenti; purtroppo, a causa di un’organizzazione ancora mediocre e alle lungaggini amministrative, non c’erano grandi possibilità di lavoro: molti dovevano aspettare almeno un anno prima di dedicarsi ad una qualche attività lavorativa all’interno del carcere.» Poi la svolta, il trasferimento al carcere di Forte S. Giacomo. «Quando arrivai a Porto Azzurro trovai un istituto “svuotato”: c’era stato l’indulto, nel ’90, ed erano rimasti per lo più ergastolani o detenuti con pene molto lunghe, che quindi sapevano di dover restare per sempre o quasi all’interno del carcere. Proprio per la mancanza di persone, esistevano maggiori Nelle foto Anastasio insieme a Liborio, il custode del Porto di Fraternità, la struttura della possibilità di occuparsi di Caritas in via delle Cateratte
B
La poesia di ANASTASIO
VENT’ANNI
Al mio fine pena. Cosa farò, Dove andrò, solo ora penso Alla mia prossima libertà E quasi ne ho paura, so che Là fuori tutto è cambiato gli amici I posti che frequentavo solo Adesso sento il peso dei miei anni E guardo i miei compagni di Sventura provando un senso Di tristezza perché nei loro Occhi vedo me stesso
volta usciti. «Oggi la realtà carceraria è mutata completamente - continua Anastasio - oltre al sovraffollamento e all’arrivo di extracomunitari, che ha comportato modifiche fondamentali nelle strutture e nelle leggi, anche la crisi economica ha colpito duramente: la mancanza di fondi ha dato un duro colpo alle possibilità di lavoro e di studio dei detenuti. Inoltre sono del parere che entrambe debbano necessariamente andare di pari passo: che senso ha far studiare una persona se poi non lo si aiuta ad avere pratica nel lavoro quotidiano? Ormai, quando ci sono, troviamo nelle carceri quasi esclusivamente percorsi scolastici o universitari. Intendiamoci, è già molto difficile che i datori di lavoro assumano ex carcerati, ma è ancora più difficile che prendano persone senza esperienza!» E così Anastasio continua a lavorare, tanto che matura l’idea, una volta terminato il percorso in carcere, di gestire una piccola attività, magari proprio come meccanico o manutentore. Nel frattempo conosce i volontari della Caritas, e chiede di poter dare loro una mano. «In tutti questi anni di reclusione - racconta Anastasio – ho avuto modo di maturare, di arrivare ad avere consapevolezza di quello che ho fatto, di quanto abbia sbagliato. Ho fratelli e vari altri parenti che non vedo e non sento ormai da anni, mi hanno abbandonato tutti. Invece ho trovato un sacco di aiuto da persone completamente sconosciute, spesso volontari legati alle Parrocchie o alle Caritas zonali come Licia Baldi, della Caritas di Porto Azzurro: in loro ho trovato la mia nuova famiglia, e sono molto felice di potermi rendere utile per qualcosa di positivo.»
rima gita con gli amici della Pstabilita Caritas: la scelta della meta, nel corso di una delle abituali assemblee in cui ci confrontiamo e scambiamo idee con i nostri Amici, è ricaduta su Siena. Ci siamo trovati di fronte al porto di Fraternità e dopo due ore trascorse serenamente chiacchierando siamo arrivati a destinazione. Dopo esserci rifocillati avevamo appuntamento con il direttore della Caritas locale che ci attendeva in Piazza del Campo. Abbiamo avuto la possibilità di ammirarla in versione Palio, da poco trascorso, con la sabbia che ancora portava le orme dei cavalli. Per alcuni era la prima volta nella città e non siamo rimasti delusi, rappresentava bene quella storicità che tutti si aspettavano. Prima del pranzo abbiamo proseguito la gita turistica con una visita del bellissimo Duomo godendoci una piacevole passeggiata. Il pranzo dalle Figlie della Carità è stato per tutti una parte molto significativa della giornata, ci siamo sentiti accolti con semplicità e verità, tutti uguali, tutti a casa. Condividere il pasto e la giornata in
un contesto diverso da quello in cui, operatori, volontari ed ospiti, ci incontriamo quotidianamente è stata un’occasione importante che ci ha aiutati a viverci più liberamente, un po’distanti dai problemi e le polemiche che possono presentarsi nel giorno per giorno. Terminato il pasto è stato interessante visitare con una delle sorelle la locale mensa Caritas per scoprire insieme similarità e divergenze e notare per chi non ne aveva avuto l’occasione lo sforzo che sta’ dietro all’organizzazione dei pasti dal recupero dei cibi freschi alla corretta conservazione. Nella fase digestiva, dato anche il caldo, abbiamo optato per un po’di riposo nella cornice dell’orto dei Pecci, orto medievale gestito da una cooperativa sociale che favorisce il reinserimento di ragazzi con problemi di dipendenze. Lì abbiamo passato un po’di tempo al fresco e ci siamo rimessi in sesto per ripartire Tutti i partecipanti hanno vissuto una giornata positiva e ci auguriamo che ci siano altre occasioni per scoprirci in maniera diversa ed accrescere il senso di familiarità che si sta costruendo negli ambienti Caritas. Tutti i partecipanti
IV
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
15 luglio 2012
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 13 LUGLIO 9.00 Saluto al convegno nazionale sulla portualità organizzato dall’ordine degli ingegneri di Livorno 10.30 incontro con i vicari episcopali in vescovado SABATO 14 LUGLIO 15.00 S. Messa al campeggio organizzato dalla Commissione Handicap della Caritas a Rosignano DOMENICA 15 LUGLIO 10.30 S. Messa e ingresso del nuovo parroco alla chiesa di Ss. Maria Assunta e Lorenzo a Castell’Anselmo 18.00 Il vescovo a Montignoso, celebra la Messa per la Madonna peregrina di Fatima LUNEDÌ 16 LUGLIO 9.00 S. Messa per la festa della Madonna del Carmelo, al monastero del Carmelo MARTEDÌ 17 LUGLIO 9.30 incontro con i direttori degli uffici pastorali in vescovado 11.30 udienze sacerdoti in vescovado MERCOLEDÌ 18 LUGLIO 13.00 incontro con i dirigenti della Cassa di Risparmi di Livorno, in vescovado VENERDÌ 20 LUGLIO Nella mattina, udienze laici in vescovado SABATO 21 LUGLIO 8.00 pellegrinaggio mensile diocesano a Montenero, a seguire S. Messa 21.00 concerto promosso dal Rinnovamento Carismatico alla Terrazza Mascagni Da domenica 22 Luglio a Domenica 29 Luglio, il Vescovo accompagna il pellegrinaggio in Terra Santa
Dal 27 luglio al 5 agosto EFFETTO VENEZIA DEDICATO ALLA GRECIA oncerti, spettacoli teatrali, mercati e artisti C di strada, si daranno appuntamento dal 27 luglio al 5 agosto per la 27ª edizione della tradizionale kermesse «Effetto Venezia». Dopo i profumi di Spagna (2010) e la douce France (2011), l’edizione 2012 sarà dedicata ad un altro paese del Mediterraneo: la Grecia: “Una scelta – hanno spiegato - che mette in luce i fondamenti della nostra comune civiltà, che richiama la presenza della comunità greca nella fondazione e nella vita di Livorno, e che vuol essere anche un gesto di affettuosa solidarietà verso un Paese che attraversa una fase assai difficile della sua vita come membro della comunità europea”. Così il quartiere livornese ospiterà storie e ambientazioni che si rifanno al mitico paese di Ulisse e di tanti altri eroi ellenici, mettendo in risalto però non solo ciò che l’antichità ci ha tramandato, ma anche gli aspetti moderni di questo paese fratello del mar Mediterraneo: mercati, danza, gastronomia e installazioni. «Un insolito Ulisse – preannuncia il ricco programma - ripercorrerà la sua Odissea lungo i canali medicei del quartiere. Chiunque dall’alto delle spallette dei canali potrà assistere alle avventure dell’eroe di Itaca e per i più fortunati ci sarà posto anche sul barcone che ospiterà Odisseo durante le tappe del suo percorso». «La musica – continuano a spiegare gli organizzatori - regnerà sovrana per tutte e dieci le serate della manifestazione: omaggio agli Abba, con la colonna sonora del film Mamma Mia (ambientato negli scenari mozzafiato delle isole greche) ed accattivante omaggio anche al genio musicale di Demetrio Stratos, nonché alla “Diva, Divina, Dea” Maria Callas, ed anche la manifestazione di chiusura della rassegna vedrà uno spettacolo di opera lirica in piazza della Repubblica». Particolarità di quest’anno saranno le installazioni: tra queste un gigantesco Cavallo di Troia e per la gioia dei più piccoli, un labirinto ed i saggi animali delle favole di Esopo.
Diocesi informa CAMBIA L’ORARIO delle Messe Parrocchia S. Leopoldo Vada Feriale: Martedì ore 08.30; Mercoledì, Giovedì e Venerdì ore 18.00 Prefestivo ore 18.00 Festivo: ore 08.00 10.30 -18.00 Dal 01\07 al 26\08 ore 09.15 in località Tesorino
BREVI DALLA DIOCESI I Cooperatori Paolini e l’Associazione Il Centro, hanno organizzato per LUNEDÌ 16 LUGLIO, ORE 18 presso Il Caffè Ginori, Piazza della Vittoria, Castiglioncello Presentazione del libro “ Suor Lucia De Gasperi, Disarmata di sè ” di Francesco Giovannini Relatore: dott. Angelo Montonati, giornalista e vaticanista per le testate del gruppo San Paolo Moderatore: dott. Enrico Dello Sbarba
Cresime degli adulti DOMENICA 9 SETTEMBRE ALLE 11.30 Alla chiesa della SS.ma Trinità il Vescovo celebrerà le cresime degli adulti
Parrocchia Ss. Cosma e Damiano (Nugola) Dal 1° luglio al 15 settembre Sabato ore 19 Domenica ore 9.30 Feriali ore 19.00 (ogni giorno il prete è disponibile per le confessioni prima della Messa)
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
Capovilla N., Tusset B. - Voglia di normalità. Finestre di resistenza nonviolenta palestinese.- Ed. Paoline, pp. 120 + DVD, euro 18,00. Nandino Capovilla, referente nazionale della campagna " Ponti e non muri" promossa da Pax Christi International, presenta con Betta Tusset, laureata in Lettere moderne, un nuovo lavoro a quattro mani sulla condizione del popolo palestinese nei Territori Occupati. In questo libro, denuncia e speranza s’intrecciano nella descrizione di un grande desiderio di normalità rappresentato dalla casa, che per i palestinesi è insieme luogo simbolo delle sofferenze e delle ingiustizie, ma anche della voglia di riscatto. Gli autori sono riusciti a parlare con alcune famiglie palestinesi che oltre a parlare della propria casa, hanno aperto il loro cuore e hanno offerto loro l’occasione di condividere un momento di intimità domestica: gesti consueti che rendono unica la quotidianità della loro vita sotto assedio. Hanno raccontato per esempio, come si vive in un’abitazione occupata dai soldati o con il muro di divisione ad un metro dal proprio cancello o, ancora, come si affronta la giornata sotto una tenda perennemente abbattuta dall’esercito. Le loro testimonianze, talvolta così drammatiche da sfiorare l’inverosimile, comunicano un vissuto che sembra ripetersi identico da generazioni: diversi sono i fatti storici, ma uguale la sofferenza di chi è costretto a subirli senza disporre della propria vita. Il libro è arricchito da una breve ma toccante Presentazione di Filippo Landi, giornalista, corrispondente Rai da Gerusalemme. Allegato al volume, Palestina. Homeless, un documentario in dvd di Andrea Canepari, Guendalina Di Marco e Davide Neglia, (prodotto dall’Associazione culturale LiberArti). Brunello C.Viva di nuovo. Come sono guarita dall’anoressia.- Ed Paoline, pp.176, euro 14,50 L’anoressia è una drammatica esperienza che oggi coinvolge un numero crescente di persone: in prevalenza giovani donne, anche se ormai questa malattia sta superando ogni " steccato " di genere ed età. Benché ancora molti si limitino a considerarla come la degenerazione di manie estetiche, finalmente si sta diffondendo la consapevolezza che si tratti di una profonda sofferenza psicologica. Viva di nuovo restituisce la dolorosa esperienza dell’autrice che, consapevole della violenta realtà della malattia per averla vissuta sulla propria pelle, si rivolge in modo coinvolgente e confidenziale a chi attraversa la stessa sofferenza, perché ne è direttamente colpito o perché vive la vicinanza a una persona anoressica (famiglia, amici, insegnanti, educatori, sacerdoti, animatori, medici, terapeuti). In questo libro, la narrazione dell’esperienza vissuta non è fine a se stessa, ma si pone in dialogo, proponendo suggerimenti concreti per aiutare a voltare pagina e offrendo un motivo di speranza a chi ormai dispera. Presentando il problema secondo un inusuale approccio spirituale, l’autrice mostra il necessario cammino di riconciliazione e risurrezione che accompagna il percorso di guarigione e che, soprattutto, permette di riemergere profondamente rinnovati
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LA SETTIMANA DI LIVORNO ..
Il Vescovo che istituì il giornale diocesano
Originario di Castelfranco, monsignor Matteoli fu il nominato vescovo dopo aver fatto il parroco per venti anni nel suo paese natale opo la partenza del Vescovo Franchi, nel periodo di Sede Vacante in cui reggeva la diocesi il Vicario Capitolare Mons. Morteo, scoppiarono disordini in città. Con un decreto del 26 maggio 1898 venne
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ordinato da parte del Commissario straordinario Heusch, lo scioglimento di tutte le associazioni e movimenti cattolici con la motivazione che avevano propagato sentimenti contrari all’unità della patria ed allo Statuto. Tutti i
circoli dell’Azione cattolica e tutti i Comitati parrocchiali dell’Opera dei Congressi creati da mons. Pacini e Franchi vennero soppressi. Il vescovo designato alla successione di Mons. Franchi fu Mons. Giulio Matteoli.
Nato a Castelfranco il 28 agosto 1841 ed entrato giovinetto in Seminario, venne ordinato sacerdote nel 1864. Per venti anni fu parroco nel suo paese natale e poi venne eletto vescovo di Sovana e Pitigliano nel 1889. Nel 1896 venne trasferito in qualità di vescovo alla diocesi di Pescia e di qui fu trasferito a Livorno. Prese solennemente possesso della Diocesi l’8 dicembre 1898. Nella sua prima lettera pastorale enuncia il suo programma che si prefigge di dare importanza alla catechesi e di fare sorgere oratori festivi anche per le ragazze. Purtroppo la sua salute è malferma. A causa di una amministrazione fallimentare destituì il rettore e vice direttore del Seminario. I Seminaristi furono invitati a trascorrere le vacanze estive presso le rispettive abitazioni sotto la vigilanza dei loro parroci. Poi la situazione precipitò e il 18 ottobre il vescovo decise la chiusura temporanea del Seminario. Il 9 novembre gli studi dei seminaristi continuarono con la prestazione gratuita degli insegnanti. Per la quaresima del 1900, pur essendo malato, mons. Matteoli inviava ai suoi diocesani una nuova lettera pastorale sul tema della penitenza. Egli trascorreva la convalescenza presso la villa dei Sigg. Bertagni nel rione di S.Jacopo. Qui venne a trovarlo suor Savina Petrilli, fondatrice delle
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Sorelle dei poveri., che desiderava fondare anche a Livorno una casa per il suo Ordine. Mons. Matteoli la esortò a comprare a tal fine la villa Bertagni, che i proprietari desideravano vendere. L’affare andò in porto e così le Sorelle dei poveri poterono aprire a Livorno l’Istituto di S.Caterina con un asilo e le scuole elementari. L’Istituto è sempre stato di grande aiuto per la parrocchia di S.Jacopo. Oggi le suore gestiscono nell’Istituto un pensionato per donne anziane. Nel 1988 Suor Savina Petrilli è stata proclamata beata. Durante questo periodo di convalescenza mons. Matteoli approvò l’erezione a parrocchia di N.S. del Rosario di Pompei, dell’Oratorio dei Siro Maroniti di via delle Siepi e la fondazione del nuovo giornale diocesano Fides il cui primo numero uscì il 30 giugno 1900. Nel mese di luglio, in seguito alle notizie che giungevano dalla Cina sulla rivolta dei Boxer, il Vescovo volle suffragare i martiri, missionari e laici cinesi convertiti, vittime di quei tragici avvenimenti con una funzione religiosa in Cattedrale. Dopo pochi giorni, il 27 luglio 1900, la morte lo colpì nella villa Bertagni. Venne tumulato nel Cimitero della Misericordia nella tomba che era stata di mons. Gavi. A cura di Maria Luisa Fogolari, direttrice archivio storico diocesano
I nostri VESCOVI
MONSIGNOR GIULIO MATTEOLI NONO VESCOVO DI LIVORNO.......
15 luglio 2012
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
15 luglio 2012
L’INAUGURAZIONE
Torna a vivere l’antico organo di Castellanselmo Restaurato dalla Fondazione Cassa di Risparmi
Il bilancio dell’anno passato e le idee e le proposte per il prossimo futuro
L’ufficio CATECHISTICO
Un motore sempre acceso! i andare in ferie proprio non se ne parla, perché se c’è un periodo migliore per “sperimentare” la vita da catechista è proprio quello dell’estate, stagione dei campeggi parrocchiali, degli oratori e dei grest. Il catechista non si ferma mai, e neppure l’ufficio catechistico diocesano va in vacanza; nuove idee ed iniziative in cantiere per l’anno prossimo sono nelle menti di don Fabio Menicagli e degli altri responsabili.
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Don Fabio, si è concluso da poco l’anno catechistico: come direttore dell’Ufficio puoi fare un bilancio? «Non è facile fare un bilancio, ma certamente possiamo dire che il lavoro svolto in questo anno ha portato a una conoscenza maggiore della Diocesi, e contemporaneamente a sviluppare un nuovo piano per la formazione degli operatori, in modo particolare per i catechisti. Le iniziative che abbiamo proposto non sono state molte
30, attraverso i Gav (Gruppi di animazione vicariale) che dovranno esser riattivanti in alcuni vicariati».
perché abbiamo cercato di focalizzarci sul convegno diocesano, preparato con gli incontri vicariali. Oltre a questo importante impegno , abbiamo organizzato una gita diocesana per i catechisti; entrambi gli appuntamenti hanno avuto una buona risposta, anche se come spesso accade purtroppo mancano alcune parrocchie all’appello. Tutto ciò però non ci scoraggia, l’importante è essere partiti e aver verificato che quello che avevamo proposto funziona». Gli obiettivi per il prossimo anno: idee, iniziative, etc… «Il prossimo anno sarà un anno piuttosto impegnativo; innanzitutto, a seguito della mancanza di alcune importanti forze venute a mancare, sarà necessaria una riorganizzazione dell’Ufficio stesso e dei vari settori di attenzione. Dal punto di vista “pratico”, ci attenderà la preparazione del
convegno diocesano come lo scorso anno, che avrà per tema l’Iniziazione Cristiana, poi come sempre , la formazione dei catechisti over 30 nei mesi tra gennaio e marzo e infine la collaborazione con il Servizio di Pastorale Giovanile per la formazione dei catechisti under
A settembre, prima dell’inizio dell’anno pastorale ci sarà un campo per catechisti, di che cosa si tratta? «Saremo ospiti delle suore Vincenziane di Quercianella dal 21 al 23 settembre. L’intento di questi tre giorni è quello di fornire una prima esperienza di formazione e di vita comunitaria per i nostri catechisti soprattutto per i più giovani; l’obiettivo principale che vorremmo raggiungere è quello di far sì che ognuno di loro prenda coscienza della propria vocazione a questo servizio educativo nelle parrocchie e nella diocesi. Naturalmente saranno i benvenuti anche i catechisti over 30 perché, per fare il catechista l’età non conta, basta sapersi mettere in gioco!» Martina Bongini
IL VIAGGIO DI DON GINO FRANCHI A PARIGI
Sulle tracce di Federico Ozanam uando chiesi alla nostra amica Letizia Q di prenotarmi i biglietti ella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Lorenzo, N nell’antico borgo di CastellAnselmo, è conservato un antico organo dell’Ottocento. Si tratta di un pregevole esemplare di scuola lucchese e, come attesta l’etichetta autentica rinvenuta all’interno della secreta, è stato costruito nel 1831 dal celebre organaro Domenico Pucci (Lucca, 1781-1854). Gli organi prodotti da questo famoso artigiano si distinsero per la particolare cura e raffinatezza costruttiva e per la splendida fonica e quello ospitato dalla chiesa di CastellaAnselmo è il 31esimo dei 130 che Pucci costruì nel corso della sua operosissima attività. La cassa lignea che racchiude l’organo è invece attribuibile a Paolino Bertolucci (Lucca, 18031887) giovane allievo e principale collaboratore del Pucci. Tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del secolo successivo, l’organo fu restaurato e parzialmente modificato dalla ditta “Giuseppe Paoli & Figli” di Campi Bisenzio, famiglia di organari, agguerriti concorrenti del Pucci, ma l’impianto originale, in massima parte e malgrado il pessimo stato di conservazione, è comunque pervenuto fino ai giorni nostri. Da molto tempo l’organo non veniva più suonato e neppure era stato sottoposto ad interventi periodici di manutenzione. Da qui il suo particolare stato degrado, evidenziato soprattutto nelle componenti lignee attaccate dal tarlo e dall’ossidazione delle piccole componenti in ferro delle meccaniche che fanno pensare ad una passata permanenza in ambienti con elevato tasso di umidità. I lavori di restauro, finanziati dalla Fondazione con un contributo complessivo di 92 mila euro, sono iniziati nel 2007 e si sono conclusi quest’anno. L’intervento ha permesso di recuperare una testimonianza preziosa: adesso l’organo tornerà a suonare e ad accompagnare le funzioni religiose della Chiesa che in questi giorni sta vivendo momenti di intensa attività religiosa ed anche l’insediamento del nuovo parroco don Antonio Sapienza. L’organo è stato inaugurato con un concerto dei maestri Manfredini e Gibellini, alla presenza dei restauratori, dei finanziatori dell’opera e dei rappresentanti della Diocesi.
per Parigi, subito si propose di accompagnarmi perché, libera dai gruppi, voleva andare a passeggio sui tetti di Parigi. Ed effettivamente ci siamo andati: una ferrovia sopraelevata trasformata in un giardino di tre o quattro chilometri di verde e di fiori e con vista sui "tetti di Parigi". Lo scopo però del mio andare in Francia non era proprio quello, anche se qualche giorno di vacanza mi ci voleva: sono andato con due scopi. Prima di tutto per una ricerca sul nuovo "amore" delle mie ricerche, il Beato Federico Ozanam, e poi un pellegrinaggio ai luoghi più cari della "Famiglia, Vincenziana". Il primo giorno ho celebrato a Rue du Bac, nella Cappella dove nel 1830 l’Immacolata apparve a S. Caterina Labouré e le disse di coniare una Medaglia con la Sua immagine, quella che è stata chiamata la "Medaglia Miracolosa". Credo sia questo il luogo dove affluisce il maggior numero di fedeli, sia in riferimento alle apparizioni della Madonna, sia perché in questa Cappella si venera la Reliquia del cuore di S. Vincenzo, il corpo di S. Luisa de Marillac e il corpo di S. Caterina Labouré. Ho concelebrato con sacerdoti, uno indiano, uno etiope, uno francese con la chiesa stracolma nonostante il giorno feriale, mi sono raccolto il preghiera e poi ho avuto la possibilità di aver un colloquio con la Madre Generale delle Figlie di Carità, Suor Evelyn Franc, che finalmente mi ha promesso che, l’anno prossimo, in uno dei tre viaggi che ha programmato in Italia,
Il prossimo anno a Livorno un convegno nazionale per celebrare il bicentenario della nascita di questo beato
farà visita alla nostra chiesa dedicata a Madre Seton e alla nostra Comunità. Qui ho incontrato anche Amin de Tarrazi, che per tanti anni è stato Presidente Mondiale della Società di S. Vincenzo de’ Paoli: il 29 giugno del 1974 era ad Antignano per un Convegno della S. Vincenzo e venne ad incontrare il Padre Generale dei Vincenziani che era a benedire la Prima Pietra della nostra chiesa: sulla pergamena che mettemmo c’è anche la sua firma. È lui che mi ha accompagnato alla sede centrale della S. Vincenzo, al Museo che lui ha messo insieme con i ricordi del Beato Federico Ozanam e mi ha regalato i volumi dei documenti sulla sua Beatificazione e i volumi
delle sue lettere: una grande fatica poi per portarli, ma che ho fatto con il grande piacere di avere questo bel patrimonio culturale e di ricerca. Il secondo giorno sono stato sulla Tomba di S. Vincenzo de Paoli a Rue de Sèvres e ho avuto la possibilità di concelebrare con la
Comunità dei Padri Vincenziani (una volta questa era la Casa Generalizia) ed ho avuto la fortuna di trovare trai concelebranti anche Padre Luigi Mezzadri, Postulatore della Congregazione e che due anni or sono venne nella nostra parrocchia in preparazione del cinquantesimo della mia Ordinazione. Con lui ho potuto concelebrare anche il i giorno dopo nella Cripta della della chiesa di S. Giuseppe des Carmes dove c’è la Tomba di Federico Ozanam: era questa, in fondo, la meta più ambita anche in vista del bicentenario della nascita di questo Beato che ha trascorso
gli ultimi quattro mesi della sua vita a Livorno assistito dalle cure amorevoli dei confratelli livornesi della Società di S. Vincenzo de Paoli, che era già stata fondata nella nostra città nel 1851, prima in Toscana e seconda in Italia. Il prossimo anno il Convegno per celebrare, a livello nazionale il Bicentenario della nascita di Federico Ozanam si terrà nella nostra chiesa. Il pellegrinaggio a Parigi comunque è continuato, l’ultimo giorno siamo arrivati anche al cimitero di Montparnasse alla tomba della Beata Rolalie Rendu, ispiratrice dell’opera di Federico Ozanam. Comunque c’è stato il tempo di visitare anche tante altre belle cose, di mangiare al Quartiere Latino o all’Étoile ai "Champs Élisées" o a Rue de Rivoli o a Montmartre, di visitare Palais des Vosges, la Basilica del S. Cuore o fare una gita notturna in "bateu mouche" sulla Senna. Abbiamo visitato anche la mostra di Modigliani e perfino la sua tomba al Cimitero "PèreLachaise". don Gino Franchi
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
15 luglio 2012
Alla chiesa di ROSIGNANO MARITTIMO Piccoli TESORI
DI
La maternità di Maria come un tesoro La madre di Dio e i quindici misteri del Rosario
ANGELA BLANCO
miei appunti riportano una segnalazione avuta da una esperta conoscitrice di arte e mi spingono a cercare uno dei tesori della Chiesa dei Santi Giovanni e Ilario di Rosignano Marittimo. L’ho trovato all’altare dedicato a Maria Santissima delle Grazie, a destra dell’altare maggiore. Leggendo il mio taccuino sapevo che l’opera doveva essere complessa, perché costituita da un quadro centrale di piccole dimensioni, circondato da un intarsio in legno, a sua volta circondato da 15 quadretti più piccoli. Subito mi sono saltati agli occhi i riccioli dorati dell’intarsio che spiccano sullo sfondo bordeaux e appesantiscono un po’ lo sguardo, ma il lavoro di intaglio, risalente al XVII secolo, resta di per sé pregevole. Il vero tesoro, però, è in mezzo a tutti quei riccioli e, figurativamente, viene presentato da due putti dorati, anch’essi intagliati nel legno: è il piccolo quadro dipinto su tavola, raffigurante Maria Madre di Dio con il Bambin Gesù, realizzato nel XIV
I
secolo. Maria indossa un vestito rosso e porta sul capo un mantello blu, ha i capelli sciolti sulle spalle e il suo atteggiamento è quello di una mamma, semplicemente e misteriosamente mamma. Gesù è un bambino grassottello che, in piedi, sorretto dalle mani materne, alza il dito indice della mano destra nell’atteggiamento di chi insegna. Dalla mia posizione di osservatrice non riesco
a vedere con chiarezza quanto raffigurato nei quindici quadretti che fanno da cornice all’opera stessa. Si tratta di piccole
stampe ad olio del XIX secolo che riproducono i quindici misteri del Rosario. I cinque misteri della gioia sono collocati
alla destra di Maria e dall’alto verso il basso sono: l’annunciazione, la visita di Maria ad Elisabetta, la nascita di Gesù, la presentazione al tempio e Gesù tra i dottori del tempio. I cinque misteri del dolore sono collocati in basso e sono: Gesù a Getsèmani, la flagellazione, l’incoronazione di spine, la salita al calvario e la morte in croce. I cinque misteri della gloria sono a sinistra di Maria e, dal basso verso l’alto, sono: la risurrezione, l’ascensione, la pentecoste, l’assunzione di Maria al cielo e Maria regina degli angeli e dei Santi. La corona in legno dorato posizionata al di sopra di Maria, mi appare ora in tutto il suo significato. Quest’opera è un libro da leggere per chi si rivolge a Maria e un’occasione per ricordare che “a tutti è chiesto di guardare a Maria con atteggiamento di ascolto e di semplicità”, come si legge nella legenda vicino all’altare.
Un palco per tutti Il Livorno Village Summer Festival ella splendida cornice N del Parco di Villa Corridi si è tenuto il “Livorno Village Summer Festival”, l’immancabile appuntamento organizzato dall’Associazione “Grande Blu” insieme a “RadioLivorno.TV” con il Patrocinio del Comune di Livorno. «Il festival - dice Martina Salsedo, direttore artistico - contribuisce alla conservazione e valorizzazione della nostra città, prevede la conoscenza delle proprie risorse culturali e il nostro palcoscenico, da sei anni, ospita in primo luogo artisti e associazioni culturali livornesi, riunite in nome dell´autoconservazione della nostra Livorno. La partecipazione attiva di associazioni sportive e di volontariato contribuisce e attinge dal nostro festival risorse economiche valide e ci motiva nello sviluppo d’idee in tale direzione». Una serie di concerti, esposizioni e manifestazioni sportive che hanno animato le serate livornesi dal 4 al 15 luglio: giusto per citarne alcune, oltre agli spettacoli tenute da scuole di chitarra e ad esibizioni di danza e di arti marziali, sono intervenute band
Undici giorni di iniziative per valorizzare la città, durante i quali, associazioni sportive, culturali e musicali si sono succedute sul palco e negli spazi di Villa Corridi come i Beatbox, cover band dei Beatles per il “Beatles Day”, i Riff Raff Cagliari (Ac/Dc tribute band), i Radio Hot (per i Red Hot Chili Peppers tribute), i “The Rose” (Janis Joplin tribute band), i Black Tunes Cover band e «in esclusiva estiva – continua Salsedo al nostro Festival abbiamo avuto l´amatissimo cantautore livornese Bobo Rondelli e un gruppo storico del pop - beat rock italiano, i Dik Dik». F.F.
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L’ultimo incontro di approfondimento sul Concilio Vaticano II
UN PROGETTO AFFASCINANTE La relazione di don Gino Berto a serata conclusiva ha visto protagonista L don Gino che ha trattato il tema: Il Concilio Vaticano II oggi – Una Chiesa che vuole dire il Vangelo nell’oggi dell’uomo. Il Vaticano II -ha esordito- è un progetto affascinante che purtroppo deve essere ancora realizzato compiutamente perché in molti manca la consapevolezza dei contenuti del Concilio. I Concili sono pietre miliari nel cammino della Chiesa, lo scrittore inglese Chesterton diceva “Non si scriverà una storia dell’Europa finché non si riconosca il valore dei Concili”, ma il Vaticano II cerca di superare anche l’eurocentrismo rivolgendosi all’umanità intera. L’assise nasce dalla lungimiranza di Giovanni XXIII che voleva dare un nuovo dinamismo e un nuovo slancio alla Chiesa al di fuori di un programma già precostituito, ma dando ai Vescovi, nella loro collegialità, la facoltà dei temi da trattare. Vescovi che, provenienti da ambienti e contesti diversi, non potevano che entrare in dibattito tra loro proponendo tesi diverse, ma alla fine su tutti e tutto è prevalsa l’azione dello Spirito Santo. Il Concilio avvenne negli anni ’60, anni di fermenti dentro e fuori la Chiesa, il rinnovamento era sentito da tutti, ma tutto doveva compiersi “nella fedeltà ai principi, alla dottrina, alla tradizione”. Il Vaticano II è stato definito “un Concilio pastorale” perché ricercava un metodo adeguato di comunicazione per arrivare alla coscienza di tutti, la Chiesa dunque si mette in dialogo con il mondo e con il tempo. Don Gino si è soffermato sui suoi protagonisti: Papa Giovanni XXIII, Paolo VI e anche Giovanni Paolo II che lo ha celebrato ricordandone il 25° e il 40° e nella “Redemptor hominis” affermava: chi segue Cristo uomo perfetto, si fa lui più uomo. Due personalità livornesi sono state sostenitrici del Concilio: monsignor Guano, che vi ha partecipato e monsignor Ablondi che ha cercato di realizzarlo specialmente attraverso il dialogo ecumenico. Il Concilio non è stato “inventato”, ma “preparato”, preparato dal movimento liturgico, da quello biblico, ecumenico e patristico, tutti rivolti ad una “Chiesa di comunione” con Dio e con i fratelli. Ci sono -ha continuato don Gino- delle parole significative che privilegiano l’intreccio tra la Chiesa, Cristo e l’uomo, si tratta del dialogo, della relazione, della comunità che si fa comunione, come sottolineava il Vescovo Alberto, la cui realizzazione è un grande impegno. C’è anche una proposizione, più volte ripetuta, è “in”: la Chiesa è nel mondo e il mondo è nella Chiesa. C’è poi l’uso di un linguaggio nuovo: riconciliazione invece di confessione, Eucarestia invece di Messa, presbitero invece di sacerdote, Chiesa popolo di Dio invece di Chiesa società perfetta, iniziazione cristiana invece di dottrina. Il pensiero che pervade tutti i documenti è “rinnovamento”, un rinnovamento che ha sempre al centro Cristo e che si spinge, come diceva monsignor Sartori, verso l’ecumenismo e l’attività missionaria. Più che una Chiesa istituzione si delinea una Chiesa comunità che vuole vivere la comunione, guai allora ad una Chiesa arroccata ma una Chiesa aperta e accogliente. “I segni dei tempi” consistono nel capire gli uomini nella loro realtà per farli incontrare con Dio, bisogna perciò considerare l’uomo così com’è perché, dice la Gaudium et Spes, “nulla di ciò che è umano è estraneo alla Chiesa”. I “laici”, cioè tutti i battezzati, sono dotati di dignità sacerdotale, profetica e regale, e i loro carismi sono al sevizio della Chiesa e degli altri, i laici perciò non sono dei “ricevitori passivi” come erano prima del Concilio, ma protagonisti della Chiesa attraverso una partecipazione responsabile. Don Gino ha terminato parlando della Chiesa d’oggi e ha auspicato che la Chiesa sappia intercettare le domande di significato dell’uomo d’oggi, “saper offrire ragioni di vita e di speranza”, vedere con ottimismo la salvezza dell’uomo come lo vede il Signore. Una Chiesa che esclude non è il Vaticano II, deve essere una Chiesa che svela Cristo all’uomo d’oggi, una Chiesa che serve e non si serve, una Chiesa non di frequentatori ma di testimoni impegnati, una Chiesa che ha come priorità l’Eucarestia, non solo domenicale, per portare ciascuno sulla via della comunione. Gianni Giovangiacomo
Lutto a redazione, anche a nome dei è vicina a don Gino Berto Lperlettori, la morte della mamma Ada, avvenuta nei giorni scorsi.
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TOSCANA OGGI 15 luglio 2012
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