La Settimana n. 32 del 15 settembre 2013

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

15 settembre 2013

Offrite a Dio le fatiche del cuore

di mons. Alberto Ablondi

e bisogna proprio essere coraggiosi come Pietro; allora gridiamo e Sla diciamo all’uomo di oggi non le parole che si aspetta, ma una paromisteriosa. Sì, all’uomo di oggi, così ipersensibile sulla sua dignità e quasi complessato di inferiorità, annunciamo che Gesù è il Verbo, che Gesù è la Parola. E per tradurre Verbo e Parola in una forma più comprensibile, diciamo che Gesù è Verbo ed è Parola perchè porta all’uomo una "dichiarazione di amore", che non sminuisce affatto la profondità teologica del Logos, che è perfetta espressione del Padre. Come in ogni dichiarazione di amor eumano, la Parola serve per comunicare tutto l’essere, così la Parola Gesù che "viene fra i suoi" offre a tutti gli uomini l’amore del Dio Trinità. (Corso all’Università Cattolica di Milano 1979-’80)

8 settembre 2013 inizia l’anno pastorale

8 Settembre, Festa della Natività di Maria: la Chiesa livornese riunita a Montenero IlVescovo apre il nuovo anno pastorale guardando al futuro della città. Il tutto all’insegna della figura di Maria

Nelle foto di Roberto Manera tre momenti della celebrazione a Montenero

DI

MAURO DONATEO

LE LINEE GUIDA Si riparte. Come ogni anno, con la festa della nascita di Maria, la nostra diocesi dà il via a tutta l’attività pastorale. Il Vescovo, parlando con i giornalisti al termine della celebrazione, ha indicato i due punti su cui si muoverà la chiesa livornese nei prossimi mesi: «Prima di tutto ci metteremo a servizio della città, dimostrando come sia possibile creare mille posti di lavoro nel giro di un anno. Ho già parlato con persone che lavorano nell’ambito portuale». Ma mons. Giusti è andato anche diretto verso un altro argomento molto importante per la città, le prossime elezioni amministrative: «La campagna elettorale dovrà unire, così si potrà creare lavoro. Noi saremo a disposizione anche in questo caso, suggerendo ai futuri amministratori, come tornare ad assumere». Un pensiero anche agli operai della Delphi («che a gennaio perderanno ogni assicurazione sociale»). L’altro punto pastorale su cui si muoverà la Diocesi, invece, «sarà quello di andare a cercare le persone, proprio come ha chiesto papa Francesco». E riprendendo le parole dette dal Santo Padre all’Angelus domenicale, il Vescovo ha ribadito la sua ferma condanna alla guerra: «Non risolve

nulla, anzi, aumentano i danni e il terrorismo. Bisogna puntare al dialogo. Come ha detto il Papa, le guerre sono quasi sempre commerciali, fatte per vendere le armi». Infine, mons. Giusti è tornato a parlare della Madonna dei Popoli, ammettendo il suo stupore «per il grande consenso che ha suscitato quest’opera». L’OMELIA La celebrazione è cominciata dal piazzale Giovanni XXIII, da dove i fedeli livornesi, che hanno risposto in massa, si sono incamminati verso il sagrato del Santuario, recitando il Rosario. Anche il clero era quasi al completo, presenti anche le autorità e le associazioni del volontariato. Commentando la Parola, il Vescovo ha messo al centro la figura di Maria, indicandola come colei che «ci fa accogliere le croci», infatti, «Maria è detta anche madre addolorata, perché ha visto suo figlio, che aveva fatto del bene, soffrire ed essere crocifisso. Ma Lei non

si è scagliata contro gli assassini di suo figlio». E proprio guardando alle croci della vita che mons. Giusti ha voluto parlare al cuore dei suoi fedeli: «Non vi dico di andarvele a cercare, né di sfuggirle, poiché fanno parte della vita. Vi suggerisco solo di accoglierle. Offrite le vostre sofferenze come ha fatto Maria». Infatti, «bisogna dare un senso al dolore, accogliere la croce e offrirla a Dio, solo così potremo capire che è un dono e far avvenire il miracolo della redenzione. Maria ha saputo amare fino in fondo, ci insegna le fatiche del cuore e dell’essere soltanto amore. Se faremo entrare Gesù nella nostra vita sarà lui a portare le nostre croci». Il Vescovo ha menzionato Giovanni Paolo II, («che aveva definito Maria, “il contatto continuo della verità del suo figlio”»), ma anche Paolo VI («che vedeva nella Madonna l’esempio di come mettere in pratica la volontà di Dio»). Mons. Giusti ha ricordato anche l’importanza dei

miracoli, «che ci sono dati per accrescere la fede» e di come Maria abbia manifestato la sua vicinanza, apparendo più volte. Infine, il Vescovo ha dato anche un suggerimento: «Andatevi a leggere la biografia di santa Gemma da Lucca». IL SEMINARIO Monsignor Razzauti, attuale Rettore del seminario, ha voluto porgere un saluto particolare ai seminaristi: «Abbiamo sette nuovi ragazzi, provengono da fuori città. In totale adesso sono quindici. Sono state rifiutate anche nove richieste, poiché non le abbiamo ritenute pronte, ci vuole un discernimento importante per fare certe scelte. Ringraziamo Maria per queste vocazioni». Infine don Paolo si è lanciato con una preghiera e un auspicio: «Attendiamo che il Signore mandi nuove vocazioni tra i livornesi, le famiglie aiutino in questo, non devono avere paura del sacerdozio dei figli».

NUOVE NOMINE al 21 Settembre don Gustavo Riveiro lascerà la parrocchia di S. Lucia per portare il suo servizio pastorale nella comunità di Oviedo e dal 1° D Ottobre don Piotr Kownacki sarà il nuovo parroco della comunità di Antignano. Don Marcio Farias è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia S. Giuseppe, anche luiinizierà il suo servizio dal mese di Ottobre. Don Cristoforo Pastuszak, infine, è stato nominato dal Vescovo parroco della comunità Sacra Famiglia nel quartiere Shangai.


II

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

15 settembre 2013

IMMAGINI DI UN EVENTO

Inaugurata LA MADONNA DEI POPOLI

MARIA è la mamma del mondo! Centinaia di persone hanno assistito all’inaugurazione della statua, dal mare, in terra e attraverso la diretta di GranducatoTV. Presenti tutte le realtà legate al mare e al porto DI FABIO

FIGARA

na donna che protende un braccio verso le genti di mare, mentre con l’altra stringe al petto il figlio appena nato: è la Madonna dei Popoli, la statua modellata dall’artista cascinese Paolo Grigò. Due anni di lavorazione per un’opera di circa dieci metri di altezza, abbellita con i colori del cielo e dell’oro, che poggia su un basamento ornato dallo stemma della Diocesi, del Comune, dallo stemma della Marina Militare e dai simboli dei rioni di Livorno. Centinaia di persone hanno assistito all’evento, a bordo di tante imbarcazioni diverse, dai rimorchiatori, ai battelli, ai pescherecci, alle barche da diporto, suonando le sirene all’unisono una volta tolto il telo che ricopriva la raffigurazione. Alla cerimonia erano presenti le autorità, tra cui il prefetto Tiziana Costantino, l’ammiraglio dell’Accademia Giuseppe Cavo Dragone, l’ammiraglio della Capitaneria di porto Arturo Faraone, il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà, l’assessore regionale Paolo Tognocchi e il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, il vice questore Paolo Rossi. "La devozione di Livorno per la Madonna è innegabile - ha detto Cosimi - basti pensare a Montenero per rendersene conto. Sono felice che sia giunto a compimento un progetto di questo tipo, voluto con forza dalla gente del mare di Livorno: è giusto che una città come la nostra abbia la protezione della Madonna rivolta verso ciò che rappresenta, da secoli, la risorsa economica principale della nostra città, il mare. E in un momento di difficoltà come questo, non può essere altro che un incoraggiamento per una forte ripresa". Nell’intervento Cosimi ha sottolineato anche l’inutilità di alcune polemiche che hanno preceduto l’evento, invitando a focalizzarsi più sul significato che un’opera del genere ha per la comunità e per tutti coloro che giungono a Livorno dal mare. "Questa è la Madonna di tutti!" ha detto. E quello di Maria è uno sguardo che ricorda quello di tante donne che arrivano nel nostro paese con i barconi della speranza, uno sguardo che sembra perdersi lontano, oltre l’orizzonte, verso le genti del mondo intero, verso Paesi in difficoltà che spesso cercano da noi delle risposte, come accade per coloro che fuggono dalla miseria e dalle guerre, affrontando ogni tipo di difficoltà, imbarcandosi

Madrina della celebrazione era la vedova Michela Robazza, la moglie del pilota morto esattamente quattro mesi fa nell’incidente di Genova della Jolly nero; lei, insieme ai suoi due bambini Alessio e Aurora, ha omaggiato la Madonna di un bouquet di fiori da cui è stato tratta una rosa, poi gettata in acqua per ricordare i caduti in mare. Il Vescovo ha infine benedetto la statua e impartito la benedizione a tutti i presenti. A concludere l’evento è stato lo scultore Paolo Grigò, che, emozionato, ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro compiuto.

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Nelle foto di Fabio Figara e Elia Pappalardo alcuni momenti della celebrazione: la statua ancora coperta all’arrivo delle imbarcazioni con sotto lo striscione che chiama il Papa; il momento dell’intervento delle autorità sotto la statua finalmente scoperta; la statua. Nelle foto in colonna la Fanfara dell’Accaemia Navale che ha accompagnato la celebrazione; la statua coperta dal paracadute prima dell’inaugurazione; la barca degli ormeggiatori che trasportava il gruppo in costume dell’Associazione La Livornina; altre imbarcazioni sotto il molo, ilVescovo che saluta i presenti.

verso l’Europa per trovarvi rifugio. E la Madonna veglia su tutti gli abitanti del mondo, senza distinzioni, perché siamo tutti figli di Dio. In realtà quella di "popoli" è solo una distinzione operata da noi uomini, non esiste nel grande progetto Divino. "Maria ci ama tutti, indipendentemente dal colore della pelle, dalla cultura o dalle usanze diverse ha affermato Mons. Giusti - e per questo è contro ogni forma di guerra e di sopraffazione. Maria è la mamma del mondo! E proprio per questo non può sopportare la guerra". Forte il richiamo del Vescovo alla situazione siriana. "Come si permette uno Stato di bombardarne un altro, creando ulteriori spargimenti di sangue? Una guerra più grande non può essere una via da seguire per porre fine ad altre battaglie. Non sarebbe forse meglio che ogni paese concentrasse i propri sforzi pensando alle situazioni di

La curiosità Anche attraverso lo striscione, regalato dalla famiglia D’Alesio, con la scritta "Papa Francesco Livorno ti aspetta" posto al pontone sotto la stauta, la Diocesi ha rinnovato ancora una volta l’invito al Pontefice a far visita al nostro territorio. La data proposta dal Vescovo a Papa Bergoglio è quella del 25 Marzo 2014, un’altra ricorrenza mariana per il Santo Padre così devoto a Maria, nell’anno del 450° anniversario della Madonna di Montenero a patrona della Toscana e della città.

"casa propria", cercando di risolvere i problemi di povertà, di disoccupazione e di degrado sociale, piuttosto che volersi imporre su altre comunità?" Durante l’inaugurazione sono poi intervenuti il pilota del porto di Livorno Fiorenzo Milani, visibilmente commosso, che due anni fa lanciò l’idea della statua e ne ha seguito la realizzazione passo dopo passo e l’imprenditore Piero Neri, che ha finanziato l’iniziativa con il contributo di altri operatori del porto, e che ha sottolineato come quest’opera sia nata proprio dalla volontà di chi vive la realtà portuale: sia relativa al lavoro di banchina e di terminal che al lavoro in mare proprio dei servizi tecnico-nautici.


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

15 settembre 2013

III

L’incontro nazionale dell’Ordo Virginum

L’INIZIATIVA DI PREGHIERA per la pace

Una provocazione per il mondo

Mai più la GUERRA La Veglia nella chiesa di S. Giovanni Bosco in Coteto e la processione con l’immagine della Madonnina per le vie del quartiere opo l’inaugurazione della statua della Madonna dei Popoli all’ingresso del porto di Livorno, la Giornata di preghiera che Papa Francesco aveva indetto per la pace a Livorno è proseguita in serata nella chiesa di San Giovanni Bosco in Coteto. Alla veglia di preghiera si è aggiunta la processione che ha attraversato le vie del quartiere. All’inizio dell’incontro il parroco, don Luciano Musi, ha dato alcune spiegazioni sul quadro della “Madonnina di Coteto”, l’unica immagine mariana di origine medievale dell’antico borgo di Coteto, e dopo il canto “Mira il tuo popolo” ha dato la parola al vescovo Simone. Il Vescovo ha ringraziato don Luciano per aver subito accettato la proposta che gli aveva fatto di indire una veglia per la pace in comunione con Papa

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Francesco, ha quindi condotto una serrata critica contro la possibilità di una guerra ricordando che “le bombe intelligenti tanto intelligenti non sono”, perché già in passato, con questa scusa, sono state colpite scuole, con dentro i bambini, luoghi pubblici di ritrovo, edifici abitati da ignari cittadini. Rivolgendosi chiaramente agli Stati Uniti e al suo Presidente, ha detto: “Fai questo perché sei una grande nazione ricca e potente, ma chi ti ha dato questo diritto di fare la guerra?”. Se ci sono stati dei crimini -ha aggiunto- spetta agli organismi internazionali intervenire, così come è avvenuto con il Tribunale dell’Aia per le atrocità commesse nel Kosovo e nei territori della ex Jugoslavia. Non si possono dunque dirimere le controversie con atti unilaterali di forza e soprattutto bisogna capire

quale sia la radice di questi avvenimenti. E’ troppo comodo usare il metodo “del prima li faccio litigare, poi vado a dare le bastonate a chi mi pare!”. Non si può vincere la sofferenza con altra sofferenza. Dobbiamo comprendere le ragioni di fondo delle cose, dobbiamo prendere l’esempio dai Francescani di Terra Santa, che come ci ha detto Padre Ibrahim fin dai tempi di San Francesco hanno testimoniato una attenzione verso tutti i popoli, nelle loro case vengono accolti i bimbi disagiati di qualsiasi religione e popolo, la loro azione ci dice che “si può essere amati e rispettati solo se si ama e si rispetta l’altro”. Su uno schermo gigante appositamente allestito è stata quindi proiettata la registrazione, tratta da TV 2000, delle parole pronunciate da Papa

Francesco per la veglia di preghiera tenutasi poche ore prima in Piazza San Pietro, dove fra l’altro, aveva detto: “La violenza e la guerra non è mai la via della pace” e “La pace si afferma solo con la pace”. E’ iniziata poi la processione seguita da numerosi fedeli di tutta la diocesi. Partendo dalla chiesa di Via Toscana l’icona mariana ha attraversato Via dell’Alloro e Via del Gelsomino per fermarsi poi davanti all’immagine della madonna posta in Via della Madonnina di Coteto, dove don Luciano ha invocato la protezione di Maria per i poveri e gli ammalati del quartiere e per il mantenimento della pace nel mondo. Sempre con la recita del Rosario la veglia si è conclusa in Chiesa con la benedizione del Vescovo e con il canto “Dell’aurora tu sorgi più bella”. Gianni Giovangiacomo

Il campo di formazione interdiocesano per catechisti e animatori

Alla ricerca del Catechista perduto 2 lla casa S. Giuseppe delle Figlie della Carità a Quercianella i catechisti e gli animatori delle diocesi di Livorno e di Massa Marittima – Piombino si sono dati appuntamento per un incontro di formazione successivo a quello dello scorso anno. Sotto la direzione di don Fabio Menicagli, responsabile dell’ufficio diocesano per la Catechesi, e con la partecipazione straordinaria della direttrice dell’Ufficio catechistico della diocesi di Massa Marittima e Piombino, prof.ssa Anna Maria Giorgi, i catechisti hanno trascorso un momento di condivisione, di spiritualità e di confronto, attraverso la lettura e l’analisi di testi biblici. Il primo giorno Anna Maria Giorgi ha spiegato cosa significava essere laico prima del Concilio Vaticano II e come siamo arrivati , successivamente, ad una visione organica della Chiesa. Attraverso

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l’analisi di brani biblici ha parlato del popolo di Dio e dell’appartenenza alla Chiesa. Don Fabio ha affrontato le tematiche del “progettare” e ha illustrato il Metodo del discernimento, interloquendo con i catechisti e mettendoli alla prova in varie attività di gruppo. Il secondo giorno don Fabio ha presentato la Struttura del progetto e il Metodo del programmare, invitando i presenti a riconoscerne gli elementi base con un

lavoro di gruppo, infine ha presentato tutti i catechisti della CEI che servono per la catechesi. Nel pomeriggio c’è stata un’esercitazione di ruolo in cui i catechisti, divisi in 3 gruppi, hanno preparato un progetto secondo questi temi: partecipazione alla Messa, confessione e preghiera. E’ stato un momento di condivisione costruttivo che ha introdotto il secondo intervento della prof.ssa Giorgi, riguardo al

Discernimento e l’ascolto della Parola. La serata di Sabato è stata speciale perché, spiegato il significato di digiuno per il cristiano, tutti hanno partecipato alla veglia per la pace indicata da Papa Francesco: in processione, leggendo brani del Vangelo, testimonianze di guerra e cantando lodi al Signore, i catechisti sono andati nella cappellina delle suore Figlie della Carità e hanno pregato con loro, tutti insieme per la pace nel mondo,

adorando il Santissimo Sacramento. Il terzo giorno del campo la prof.ssa Giorgi ha parlato del Progetto del catechista, analizzando la 1ª lettura della Messa e il brano del Vangelo, specificando che la fede è diversa dall’entusiasmo, deve avere radici, il catechista non deve farsi trasportare dalla passione, perché essa potrebbe finire da un momento all’altro e ricordando a tutti che il 1° principio dell’azione del cristiano è l’incarnazione. Questo campo di formazione è stato veramente positivo perché vi hanno partecipato catechisti dai 14 anni in su, generazioni diverse che hanno potuto confrontarsi su diversi aspetti ed esperienze: ognuno ha acquisito qualcosa dall’altro, ognuno ha insegnato qualcosa all’altro. Tutto questo è ricchezza e dono che arricchisce l’animo e che invigorisce ogni catechista nel suo ministero. Monica Calvaruso

n grande grazie al Signore per gli U intensi, significativi e bellissimi giorni a La Verna, dove oltre 200 donne consacrate nell’Ordo Virginum si sono ritrovare per l’incontro nazionale. Il tema trattato “Ordo Virginum provocazione nel mondo contemporaneo” è stato presentato dai relatori in particolar modo sotto l’aspetto del mondo degli affetti, tenerezza, femminilità, sessualità e amore verginale. Le relazioni ci hanno provocato a riflettere quanto la verginità consacrata non va intesa come una rimozione o un annullamento del mondo degli affetti, bensì come un positivo investimento del cuore sotto l’azione dello Spirito, e per questo è necessaria la condizione che il mondo affettivo non sia misconosciuto, ma assunto in modo nuovo, quindi fondamentale è educarsi a una affettività matura capace di relazioni gratuite e stabili. Il tutto attraverso una verginità vissuta in dialogo d’amore con l’uomo e con tutto ciò che lo circonda, che vuol dire misericordia cioè tenerezza, come offerta del proprio corpo impegnandosi nella realtà dove il Signore ci colloca, e questo in segno di carità. Fondamentale è la preghiera che unisce alla storia della quotidianità e mi dona “l’olio” per alimentare il rapporto con il Signore e con gli uomini e le donne nella misericordia e carità. Interessante è stato anche il richiamo alla famiglia di origine ed alla famiglia ecclesiale, la prima dove la vocazione matura ed i legami rimangono perché quella è la realtà santa dove il Signore ha manifestato il suo voler su di noi; mentre nella seconda il legame si manifesta con la chiesa locale, l’obbedienza al Vescovo, vivendo i propri talenti in comunione con lui. Infine, è stato ricordano come sia importante non rinunciare alla vita sociale, partecipare alla realtà pubblica, avere contatti con culture diverse. Significativa è stata la presenza dei Vescovi della Toscana, hanno sempre presieduto la Liturgia delle Ore e la S. Messa offrendoci meditazioni che riprendevano il tema del convegno alla luce della Parola di Dio. Ai Vescovi va il nostro grazie, non solo per la partecipazione, ma soprattutto per l’accompagnamento in questi anni in cui abbiamo maturato la disponibilità ad accogliere in Toscana l’Incontro Nazionale, e con i quali continueremo il nostro cammino di formazione. Interessante la tavola rotonda in cui donne consacrate, alla luce della Gaudium et Spes hanno comunicato la propria esperienza di vita e lavorativa, e come il lavoro spesso è occasione di condivisione e sostegno alle tante difficoltà di vita che oggi incontriamo. Anche l’aspetto della solidarietà ha avuto il suo spazio, infatti nella serata di festa, lo spettacolo oltre a far divertire, ha presentato alcuni progetti a favore di bimbi, sostenuti anche da questo. Ed in conclusione cosa dire: grazie Signore per il dono della Consacrazione, aiutami a far crescere la stessa come e dove vuoi Tu e che la mia vita possa comunicare quanto ascoltato e meditato a La Verna! Giusy D’Agostino


IV

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

15 settembre 2013

Agenda del VESCOVO

Da martedì 10 a sabato 14 settembre mons. Simone Giusti accompagnerà il pellegrinaggio in Polonia DOMENICA 15 SETTEMBRE 10.30 S. Messa e cresime dei giovani e degli adulti in cattedrale LUNEDÌ 16 SETTEMBRE Nella mattina, udienze clero in vescovado Dal pomeriggio di lunedì 16 a venerdì 20 settembre, il Vescovo guiderà il ritiro spirituale dei seminaristi a La Verna VENERDÌ 20 SETTEMBRE 21.00 in vescovado riunione congiunta dei Centri Pastorali SABATO 21 SETTEMBRE Partecipazione al convegno della San Vincenzo alla chiesa di Madre Seton DOMENICA 22 SETTEMBRE 10.30 S. Messa di apertura della settimana biblica alla parrocchia S. Giovanni Bosco

IL 21 SETTEMBRE ALLE 9,00

Nel centenario di Ozanam ALLA CHIESA S. ELISABETTA SETON Relatori: Cardinale Gianfranco Ravasi su: "Fede, cultura, e carità". P. Luigi Mezzadri, CM su "La carità sociale, segno profetico dell’impegno vincenziano". Intervento di Don Gino Franchi parroco della chiesa S. Elisabetta Seton su: "La mia cara Italia". Presentazione degli studi sui soggiorni di Ozanam e del volume su "Il libro dei malati".

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Freni M. - RISCATTO. Romanzo. - Ed. Paoline, pp.174, euro 13,00. "Padre se dovessi morire in questo luogo, vorrei che sulla mia tomba fosse scritto: "VISSE NELL’ OMBRA DEI GIORNI E FU TESTIMONE DELLA FECONDITA’ DELLA COLPA". Sono queste le parole del protagonista Genni Fleris, un bravo giovane siciliano che per vendicare il crudele omicidio di sua moglie, si trova coinvolto in una storia di violenza e di morte ed è condannato a scontare la pena dell’ergastolo. Durante gli ultimi anni della sua trentennale permanenza in carcere, prima di ottenere la grazia del Presidente della Repubblica, mentre è recluso sull’Isola di Marsia, Genni matura il desiderio di dare un senso alla propria vita, apparentemente perduta, aiutato dalla benevolenza e dall’amicizia di vari personaggi (il superiore e la moglie, il cappellano, l’assistente sociale). Con una notevole forza d’animo, da sponde di male e di vendetta, si orienta verso orizzonti di bene e di speranza. Libero dal carcere, si reca come volontario in Kenya e qui si dedica agli altri con un amore che lo porterà a mettere in gioco la sua stessa vita. Himitian E. - FRANCESCO il Papa della gente. Dall’infanzia all’elezione papale, la vita di Bergoglio nelle parole dei suoi cari.- ED. BUR pp. 300 euro 14,00. Vaticanista argentina e intima amica della famiglia Bergoglio, Evangelina Himitian è una delle persone più vicine a Jorge Bergoglio, ed è tra i pochi ad aver seguito da vicino lo straordinario percorso che lo ha portato fino al soglio di Pietro. Riportando per la prima volta le parole dei familiari e raccontando episodi decisivi che ci fanno conoscere il cuore più autentico della scelta d’amore di Papa Francesco, questa commovente biografia ne rivela il lato privato e a noi meno conosciuto: la migrazione dei genitori dall’Italia all’Argentina, l’infanzia nei quartieri popolari di Buenos Aires, la passione per lo studio e i maestri giovanili, gli anni di formazione tra i gesuiti, la nomina a vescovo e la volontà di testimoniare quotidianamente il Vangelo prendendosi cura degli ultimi. Nel ripercorrere i momenti cruciali della vita di Bergoglio, la giornalista, vincitrice del premio dell’Asociacion de Entidades Periodisticas Argentinas nella categoria Diritti Umani, ci accompagna all’origine del suo impegno per costruire una Chiesa povera tra i poveri e tocca le corde più intime dell’uomo che con la sua stupefacente bontà ha riacceso la gioia e la speranza nei cuori di milioni di fedeli in tutto il mondo.

Diocesi informa Due opportunità per il SERVIZIO CIVILE Il Servizio civile al Centro Mondialità 4 posti disponibili “Giovani al servizio della pace e della mondialità” Presso il CMSR sono disponibili 4 posti per giovani da avviare al Servizio Civile Regionale nell’ambito del progetto “Giovani al servizio della pace e della mondialità”. Le attività in cui saranno inseriti i volontari riguardano: - diffusione sul territorio di prodotti del commercio equo per sensibilizzare la popolazione del territorio ad una cultura del consumo critico, responsabile, equo e consapevole; - informazione, educazione e comunicazione per la popolazione locale attraverso campagne di sensibilizzazione e di promozione per la sostenibilità ambientale e la raccolta differenziata dei tappi in PE da incrementare nel territorio livornese; - coinvolgimento delle scuole del territorio attraverso percorsi didattici mirati all’educazione ambientale e formazione degli insegnanti per inserire tale tematica nel programma scolastico; - gestione del "Doposcuola" in cui inserire gli alunni italiani e stranieri del territorio livornese per favorire l’integrazione di bambini disagiati Possono presentare domanda tutte le persone, italiane e straniere, che siano in età compresa tra i 18 e i 30 anni (35 per i diversamente abili) e residenti in Toscana o ivi domiciliati per motivi di studio o lavoro. Le domande devono essere presentate entro il giorno 24 Settembre 2013 al CMSR, via della Madonna n. 32 - 57123 Livorno.

Il Servizio civile alla Caritas È possibile leggere sia sul sito della Caritas diocesana sia su facebook il bando che la regione Toscana ha pubblicato per i giovani che desiderano fare un’esperienza di servizio civile. Il servizio civile permette, ai giovani selezionati, di accrescere la propria esperienza umana partecipando concretamente alla vita sociale attraverso azioni in favore di persone e famiglie bisognose . Il termine di presentazione delle domande, da effettuarsi attraverso consegna a mano o tramite Racc. A/R a Caritas Toscana- Via Pucci 2- 50122 Firenze, è previsto per il 25 settembre. Alla domanda i candidati devono allegare il Curriculum Vitae, un documento d’identità valido e la scheda della sede, per la validità della stessa faranno fede data di consegna o ricezione. Per quanto riguarda le selezioni comunicheremo la data in seguito Maggiori informazioni le trovate al link al sito di Giovani e Servizio della Caritas Toscana http:\\giovanieservizio.caritastoscana.it in cui risultano tutte le sedi e le notizie relative ai progetti della Caritas Toscana

Per maggiori informazioni: visitate il sito www.serviziocivile.toscana.it o contattate il CMSR (lunedì - venerdì, ore 9-13 e 15-18; tel 0586 887350).

Diamo ali alle STRADE LUNEDÌ 16 SETTEMBRE ALLE 21.15 Al Centro Artistico “Il Grattacielo”, incontro dal titolo: «I Giovani e le sfide educative», relatori della serata il pedagogista Lamberto Giannini e l’Assessore al Sociale del Comune di Rosignano Marittimo Elena Ciaffone

IN RICORDO DELL’AMMIRAGLIO Trascorso un mese vogliamo ricordare l’amico e sostenitore Ammiraglio Raimondo Pollastrini. Insieme ai familiari e ai suoi cari celebriamo la S. Messa domenica 15 settembre alle ore 10.30 nella Cappellina della Stella Maris nel Porto di Livorno (varco Valessini).


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LA SETTIMANA DI LIVORNO ..

Cercare e fare esperienza di Cristo Proseguiamo con la lettura della lettera pastorale di monsignor Giusti “Il primo annuncio” 3. L’EVANGELIZZAZIONE NON È MAI COMPIUTA PER SEMPRE Sempre la vicenda umana è caratterizzata da grazia e peccato, caduta e redenzione. Solo i poveri sanno accogliere il Vangelo. Per saper accogliere la misericordia di Cristo e convertirsi occorre essere consapevoli del proprio stato di miseria e voler essere accolti e perdonati. Sin tanto che la persona pensa che può " salvarsi " da sola e considera Cristo e il suo Vangelo al più un bell’accessorio della propria vita ma non l’essenziale della propria esistenza, difficilmente ci sarà spazio per l’evangelizzazione. L’uomo moderno sembra davvero convinto di essere padrone del suo destino. Oggi c’è un nuovo modo di porre e di vivere il problema della salvezza terrena. All’uomo di oggi arride una nuova speranza terrena. Da teocentrica la visione dell’uomo diventa geocentrica e antropocentrica: si è operato un radicale spostamento di interessi un’autentica rivoluzione copernicana nell’universo spirituale dell’uomo. Egli non appare più ai propri occhi come pellegrino che percorre frettolosamente la valle di lacrime di questo mondo, tutto teso verso la terra promessa dell’aldilà. Egli diventa sempre più un sedentario. Alla mobile tenda ha sostituito la solida casa di pietra. Le uniche frontiere che conosce sono quelle terrestri e temporali. Alla speranza teologale ha sostituito una speranza umana e terrena. Una nuova missione e una nuova azione danno un senso nuovo alla sua vita: quello della conquista graduale e inarrestabile del mondo. La fedeltà alla terra e la preoccupazione della costruzione della città terrena hanno avuto ragione sulle speranze e sulle preoccupazioni escatologiche. Una nuova fiducia nell’uomo sta alla base di questa lotta gigantesca. L’uomo non attende più la salvezza dall’esterno, ma se la costruisce con le sue stesse mani. Ma la morte rimane e demolisce tutte le certezze secolaristiche e rompe un cielo limitato solo all’immanenza. Un lamento sommesso si ode: io volevo, io voglio vivere e amare. C’è bisogno di sentinelle del mattino, di uomini e donne che indichino con la loro vita qual’è la strada per essere oltre la morte. C’è necessità di persone che con tutti i propri limiti e sovente affatto migliori di altri, però insegnino l’Amore, insegnino l’essenziale ovveroDio, cuore e cielo di ogni uomo. 4. IL PRIMO ANNUNCIO Come ritrovare il coraggio di annunciare il vangelo di Dio? (1Ts 2,2). Oggi non sono opposizioni esteriori e dichiarate a impedirlo, almeno nel nostro Paese, ma subdole emarginazioni culturali e la tendenza all’asservimento ad “idoli mondani”. Noi cristiani siamo chiamati ad annunciare non una serie di verità astratte o una morale o una filosofia di vita, ma una Persona: Gesù Cristo, crocifisso e risorto. È questo il cuore del messaggio cristiano, come ci insegnano i Vangeli e le prime comunità cristiane.

In un contesto obiettivamente missionario come il nostro occorre riportare al centro di tutte le comunità parrocchiali e delle aggregazioni laicali, il primo annuncio della fede. «C’è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede. È compito della Chiesa in quanto tale e ricade su ogni cristiano, discepolo e quindi testimone di Cristo» Oggi come ieri, l’evangelizzazione avviene solo quando la persona cerca e fa esperienza della presenza amorevole di Cristo. La finalità da raggiungere, nel primo passo del Vangelo, è anzitutto nell’ordine del rapporto personale di fiducia e di amore verso Dio. Dai testi del Nuovo Testamento risulta che già allora c’era una solida e netta consapevolezza di questa finalità dell’annuncio evangelico. Nella preghiera sacerdotale di Gesù si trova la seguente lapidaria formulazione, che sembra essere appunto il programma della prima evangelizzazione: Questa è la vita eterna: che conoscono te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato Gesù Cristo (Gv 17,3). Annotiamo subito, per prevenire fraintendimenti, che questo “conoscere”, nel senso biblico, significa: vivere un rapporto personale con Dio, un rapporto di fiducia e di amore. È quindi molto vicino a “credere in Dio” o “affidarsi a Dio”. Nel testo citato è anche chiaramente affermato, che la vita eterna dell’uomo dipende dall’accettazione e dalla pratica di questo rapporto con l’unico vero Dio e con Colui che Egli ha inviato, Gesù Cristo. Per dare maggiore concretezza a questa finalità che si vuole raggiungere

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con la testimonianza evangelica a livello del rapporto personale con l’unico vero Dio, si potrebbe anche dire che il non cristiano, come primo passo sulla via del Vangelo, è sollecitato a entrare nella prospettiva del primo comandamento. Due testi biblici lo illustrano molto chiaramente. Il primo è il noto testo secondo la splendida formulazione del Deuteronomio: Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le tue forze" (Dt 6,4-5). Come secondo riferimento vale l’indicazione di Gesù a un fariseo, dottore della Legge, che lo interrogava sul comandamento più importante (Mt 22,34-40; cfr. Mc 12,28-34; Lc 10,25-28). Che cosa significa effettivamente l’espressione “credere in Dio”? Quando il cristianesimo parla di “fede in Dio”, o di “fede nell’unico vero Dio”, esso sostiene che non è sufficiente la sola affermazione intellettuale che Dio esiste. Non è soltanto il fatto di sostenere o di pensare, con più o meno certezza, che Dio esiste. Il compito primario per l’uomo credente (senza il quale d’altronde difficilmente potrebbe chiamarsi “uomo di fede” o “credente”) consiste nel vivere un rapporto di fiducia, ossia di fede in Dio, in vista della salvezza o della vita eterna. Il fatto di giungere alla fede in Dio non avviene automaticamente o prevalentemente dallo studio delle definizioni dogmatiche. La conoscenza intellettuale solitamente non genera quella fede in Dio, tramite la quale una persona umana si impegna in un

rapporto di fiducia e di amore verso Dio. I In ultima analisi è un dono di Dio. Il problema centrale è il credere in Dio, nel senso di vivere un rapporto personale con il Dio personale, un rapporto di assoluta fiducia e di amore. Siamo nell’ordine dell’alleanza, che è l’ordine dell’amore e della ragionevole fiducia. Tuttavia la fede in Dio, il fatto di affidarsi a Dio, non va inteso come una specie di atteggiamento puramente volitivo, emotivo o sentimentale, senza che nell’esperienza stessa vi siano alcune indicazioni che sembrano sostenere e motivare tale fiducia. Certamente è soprattutto nell’esperienza con Gesù di Nazareth che i primi cristiani hanno trovato questa motivazione principale per credere in Dio, quale si è rivelato in Gesù Cristo. D’altra parte il fatto di avere fiducia in Dio va anche di pari passo con una determinata idea di Dio. Tale atteggiamento di assoluta fiducia in Dio è inseparabilmente legato a determinate verità e quindi a contenuti dogmatici, che sorreggono la fiducia in Lui. «Il primo annuncio si può quindi descrivere sinteticamente così: ha per oggetto il Cristo croci?sso, morto e risorto, in cui si compie la piena e autentica liberazione dal male, dal peccato e dalla morte; ha per obiettivo la scelta fondamentale di aderire a Cristo e alla sua Chiesa; quanto alle modalità deve essere proposto con la testimonianza della vita e con la parola e attraverso tutti i canali espressivi adeguati, nel contesto della cultura dei popoli e della vita delle persone»

La lettera PASTORALE

LA LETTERA PASTORALE/2.......

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TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

15 settembre 2013

Il capitolo generale delle Figlie di San Paolo

L’incontro regionale dell’ UCSI

Come cambia il modo di fare giornalismo e di fare comunicazione

«CREDIAMO E PERCIÒ PARLIAMO» i è svolto a Ariccia (Roma), il 10° Capitolo generale delle Figlie di San Paolo. 68 Paoline, provenienti da tutti i continenti, si confronteranno sul tema: «Crediamo e perciò parliamo». Con fede audace e profetica facciamo a tutti «la carità della verità». L’argomento, in sintonia con le prospettive dell’Anno della fede e con l’impegno per la nuova evangelizzazione, esprime il cuore dell’identità apostolica delle Figlie di San Paolo, chiamate a vivere e a comunicare Gesù Cristo che è «via, verità e vita» (Gv 14,6), testimoniando e annunciando «la forza e la bellezza della fede» (come si legge nella lettera apostolica Porta fidei di Benedetto XVI) nella cultura della comunicazione e in modo speciale, oggi, con un deciso impegno nella rete. «L’argomento,

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in sintonia con le prospettive dell’Anno della fede e con l’impegno per la nuova evangelizzazione, esprime il cuore dell’identità apostolica delle Figlie di San Paolo, chiamate a vivere e a comunicare Gesù Cristo che è “via, verità e vita”» (Gv 14,6)

Fondate nel 1915 dal beato Giacomo Alberione, autentico apostolo delle comunicazioni sociali, con la collaborazione della venerabile sr. Tecla Merlo, della quale è in corso il processo di beatificazione, oggi le Figlie di San Paolo sono alla vigilia del primo centenario della Famiglia Paolina e della loro stessa nascita.

Presenti in cinquantadue Paesi, per un totale di 2309 sorelle e 235 giovani in formazione, svolgono la loro missione attraverso centri di produzione editoriale multimediale e digitale, riviste cartacee e online, librerie e altri centri di diffusione, siti web, radio e tv (anche web radio e web tv), formazione critica all’uso dei media, animazione sulla comunicazione e biblica. Riferimento costante e irrinunciabile resta san Paolo, l’Apostolo delle genti, da cui le Paoline attingono lo spirito rivivendolo nel presente e avvertendo l’urgenza di riscoprire nella mistica apostolica vissuta da Paolo, e interpretata dal fondatore, la forza unificante della spiritualità e quella profetica della missione. Ed è proprio a partire da un’espressione paolina: «Crediamo e perciò parliamo» (2Cor 4,13), ispiratrice del tema al centro del 10° Capitolo generale, che le partecipanti si confronteranno per individuare percorsi che aiutino a maturare una fede autentica nell’incontro con Cristo e a esprimere la “natura docente” propria della congregazione. Il Capitolo prevede l’elezione del nuovo Governo generale e la determinazione delle scelte prioritarie d’azione apostolica per i prossimi sei anni.

Il futuro del giornalismo Nei giorni scorsi si è tenuto a Livorno l’incontro regionale organizzato da UCSI Toscana. Vari interventi da parte di professionisti invitati per l’occasione

iornalisti di professione e giovani comunicatori si sono confrontati sul futuro del mondo dell’informazione nei locali della Villa “Alma Pace”, sul lungomare di Antignano. I lavori della giornata sono stati introdotti da Antonello Riccelli (presidente Ucsi Toscana, Granducato Tv), Sara Bessi (responsabile nazionale Ucsi Giovani, La Nazione), Leonardo Chiarelli (presidente gruppo Ucsi Giovani Toscana) e da vari giovani comunicatori.

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Per l’occasione Micaela Nasca, giornalista di TgCom24, ha aperto la serie di interventi previsti, analizzando i modi in cui evolve il concetto di “informazione” nell’era di internet e delle tv ”all news”. «Oggi “vince” chi arriva prima sulla notizia – ha spiegato - e i “rivali peggiori”, in queste condizioni, sono i blogger e le reti, in cui ogni utente può offrire il proprio contributo. Tuttavia canali autorevoli che filtrano le notizie dovranno sempre esistere, per offrire un’informazione precisa, dettagliata e, soprattutto, verificata. Di

fronte a queste prospettive, è inevitabile per il giornalista di oggi essere sempre più “multimediale”, conoscere i nuovi metodi di comunicazione e saper scrivere di qualsiasi argomento, pur coltivando l’interesse per uno o più settori specifici.» A seguire, l’intervento del giornalista Francesco Di Costanzo, che ha portato l’attenzione sull’impatto dei social network nel mondo dell’informazione e nel rapporto tra istituzioni e cittadini, e, dopo i lavori

di gruppo, Luca Collodi, direttore della rete italiana di Radio Vaticana, ha affrontato il tema della nuova dimensione del giornalismo nell’era del precariato. «Il ruolo dell’operatore dell’informazione è in crisi: spesso svalutato, il giornalista si trova ad affrontare situazioni che spesso non riesce a gestire, dovendo sottostare a imposizioni esterne. Inoltre le redazioni sono piene di precari e stagisti, ai quali sono richieste adattabilità e disposizione

ad affrontare qualsiasi argomento e tematica. Oltre che essere una situazione inaccettabile per gli stessi collaboratori, rischia di risentirne l’informazione stessa, venendo a mancare sempre più professionisti: a questi, comunque, dovrebbe essere sempre richiesto un serio percorso di formazione continua.» Dopo la pausa per il pranzo, Luigi Cobisi, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ha illustrato e commentato le attuali normative e direttive che regolano la professione e

l’accesso all’albo alla luce dell’ultima riforma degli ordini professionali redatta dal governo Monti. Per concludere, dopo il saluto di Luca Lischi, capo di Gabinetto della Presidenza della Provincia di Livorno, la presentazione della nuova campagna di ascolto di Ucsi Toscana, riguardante le prospettive di impiego per i nuovi comunicatori nelle imprese, nella pubblica amministrazione, nei media tradizionali o su blog e siti internet, e l’adesione alla “Giornata per la Pace” indetta da Papa Francesco. Per le prossime attività dell’associazione è possibile consultare il sito www.ucsi.it Fabio Figara

TRE SETTIMANE PER I GIOVANI

Amichiamoci... pronti, via! ome già annunciato nello scorso numero, Amichiamoci C ha aperto i battenti sabato 7 settembre alla chiesa dei Sette Santi. Ad "inaugurare" questa nuova edizione, come sempre la S. Messa celebrata quest’anno dal parroco don Ordesio il quale, ha sottolineato più volte (prendendo spunto dalle parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani a Rio) la necessità che i giovani facciano "casino" ovvero facciano sentire il proprio grido, la propria voce nella chiesa e ne siano i protagonisti. La serata, animata dalla commissione Caritas per i problemi dell’handicap, è proseguita su uno dei campi di gioco nei quali si sfideranno alcune delle 92 squadre presenti al torneo. Facendo seguito all’appello del Papa, lo staff ha deciso di abolire la braciata in programma lasciando spazio al digiuno o ad un piccolo spuntino.

Nella foto un’immagine del negozio delle suore paoline in via dell’Indipendenza

Particolarmente attesa, la consegna delle maglie: giallo, blu, viola, verde, amaranto…sono solo alcuni dei colori delle 17 realtà partecipanti al torneo, un arcobaleno in piena regola che ha illuminato il grigio dell’asfalto del campo dei Sette Santi. La veglia di preghiera infine, ha concluso la serata di apertura, un momento che ha visto riunirsi, giovani, adulti, ragazzi: un mosaico di persone che ha fatto tesoro per più di un’ora del silenzio e del raccoglimento. m.b.


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

15 settembre 2013

■ YACHTING: il nuovo emporio livornese

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RICORDI DI UN RAGAZZO DI 82 ANNI

Un’agenda di speranza per Livorno

Il libro di Giuseppe Ferrari, volto noto della parrocchia dei Cappuccini

Una scelta coraggiosa DI FABIO

Cambio di sede per il già noto negozio di articoli per imbarcazioni, all’insegna di esperienza e intraprendenza. A dispetto di crisi economica, normative e tassazione esasperanti

FIGARA

avigatori, bussole, boe, catene, ancore, fornelli, corde e molto altro: nel negozio Yachting di Andrea Tortora, sugli Scali Novi Lena 31/33, si possono trovare accessori e oggettistica di ogni tipo per imbarcazioni di piccole e medie dimensioni, in vendita al banco e on-line dal sito www.yachtinglivorno.com. Andrea inizia la sua esperienza nel mondo della nautica lavorando nella ditta del padre, la M.T.F. Italia di via Verga, che si occupa di raccorderia idraulica di primo impianto per i cantieri nautici da più di trent’anni. Dopo cinque anni di duro lavoro, nel gennaio 2010 decide di aprire in proprio questa attività. Recentemente ha deciso di continuare ad investire in questo progetto, trasferendosi di fronte al cantiere Azimut Benetti. Una scelta coraggiosa in un momento non certo facile per tutta l’economia. In particolare, negli ultimi anni, il mondo della cantieristica ha visto una flessione di circa l’80%: ciò è dovuto in parte alla crisi, ma anche a normative che non hanno di certo aiutato il settore. «Livorno è una buona piazza spiega Andrea - ma è composta, per la maggior parte, da proprietari di piccole imbarcazioni, che hanno il rimessaggio e il posto barca soprattutto lungo i fossi e fanno parte di realtà associative locali, quali il Circolo della Pesca o il circolo del moletto “Nazario Sauro”. Molti di loro, tra cui alcuni miei clienti abituali, a causa della crisi hanno perso il lavoro e hanno dovuto, ovviamente, vendere la barca e rinunciare a molte altre passioni. A questi vanno aggiunti i membri degli equipaggi degli yacht di medie e grandi dimensioni, in netto calo se non quasi “scomparsi”.» Infatti, in tutta Italia, i porti turistici risentono dell’applicazione della cosiddetta “tassa di stazionamento” (in seguito corretta con “tassa di possesso”), in vigore dal 1° maggio 2012 con il decreto “Salva Italia”, con la quale è stata tassata la proprietà di imbarcazioni, auto di lusso e aerei.

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«Una volta applicata da noi, la Corsica ha subito abolito la tassazione sulle imbarcazioni, e i suoi moli si sono letteralmente riempiti. Quando uno yacht attracca, resta alcuni giorni nel porto per il rimessaggio. In quel seppur breve periodo, gli equipaggi acquistano materie prime, accessori e frequentano bar, ristoranti e negozi. Questo, ad oggi, manca, e grava enormemente sul settore. Un esempio per tutti è la situazione del nuovo porto turistico di Rosignano: un’ottima struttura, ma svuotata. Inoltre questo tipo di tassazione ha finito per interessare solo una minima parte di tutti i possessori d’imbarcazioni, potendosi applicare soltanto alle barche immatricolate, ovvero a quelle con lunghezza superiore ai 10 metri: in pratica, gli introiti per lo Stato si sono rivelati molto esigui.» Oltre a questo si aggiungono i problemi legati a studi di settore, a politiche fiscali e a

burocrazia locale che spesso mettono in difficoltà i piccoli imprenditori: tassazione in base a previsioni di vendita «impossibili da valutare a priori», tasse sulle giacenze di magazzino invendute (in particolare per il settore nautico) e difficoltà burocratiche legate ad ogni tipo di pratica amministrativa. «Quando decisi di aprire l’attività ci vollero quattro o cinque mesi per avere autorizzazioni e allacciamenti - continua Andrea – senza parlare dei

costi che comporta l’espletamento di queste pratiche; a questi vanno aggiunte spese varie, come la fiscalizzazione del registratore di cassa. Una volta aperta l’attività, ci vuole un po’ di tempo per “ingranare”, e nel frattempo si sostengono spese di affitto e di fornitori. E poi ancora tasse, come la TOSAP, che chiamo la “tassa sull’ombra” della tenda, e le spese per la tenuta di conti bancari, per il POS e molte altre. E quando ho deciso di trasferirmi in questa nuova struttura, ho dovuto praticamente rifare tutto dall’inizio. Purtroppo tutte queste difficoltà gravano sulle attività dedite al piccolo commercio. E in un momento come questo, è difficile a volte riuscire a ritrovarsi uno stipendio a fine mese. Speriamo vivamente che le amministrazioni pubbliche, a cominciare dall’alto, facciano un passo indietro e rivalutino norme e regole per far ripartire l’economia. Nel frattempo, noi artigiani, commercianti e piccoli imprenditori stiamo già operando attivamente per vincere questa sfida».

ell’accogliente cornice del giardino del Circolo Acli N Pio X di Borgo Cappuccini è stato presentato il volume di Giuseppe (per i suoi tanti amici: Beppe!) Ferrari: "Ricordi di un ragazzo di ottantadue anni". Il parroco della Santissima Trinità, padre Mario Giovacchini, introducendo la presentazione al libro, ha rivolto un «grazie di cuore» a Giuseppe Ferrari che «ha lasciato un segno in questa comunità parrocchiale», collaborando nella sistemazione della biblioteca del Convento e soprattutto per aver dato un apporto, significativo ed importante, nella fede, nella cultura, nel teatro, nell’organizzazione dei pellegrinaggi e delle gite. Padre Mario ha terminato ricordando che si sta lavorando per il ripristino della struttura del teatro, in cui Beppe ha versato tante delle sue energie, e ha invitato tutti i parrocchiani a rimboccarsi le maniche affinché l’intera comunità possa crescere e fortificarsi, ha poi consegnato a Beppe la tessera di socio onorario del Circolo. Simonetta Del Cittadino, nota attrice e regista teatrale livornese, ha definito il volume di Beppe come «un pezzo del suo cuore trasferito sulla carta stampata». «Ferrari -ha continuato- racchiude in sé la riservatezza tipica dei sardi e la gioiosità dei livornesi, questo anche perché il nonno era nato a Livorno e dovette poi trasferirsi in Sardegna per lavoro. Nel testo -ha aggiunto- si possono rinvenire tre filoni di lettura: quello relativo alla famiglia e alla terra natia, quello della sua fede e della comunità ecclesiale, e quello, per lui tanto importante, dell’attività teatrale. La famiglia è stata la palestra sulla quale ha edificato gran parte della sua vita, una famiglia sottoposta ad eventi funesti e alle insidie e alla precarietà della guerra. La fede è stata il suo punto di riferimento costante, dalla Sardegna fino all’arrivo nella comunità condotta dai Frati Cappuccini che lo ha abbracciato. Poi il teatro: è stato l’alacre organizzatore di uno dei primi teatri operanti a Livorno. Attraverso le recite teatrali è stato in grado di forgiare attori e tecnici, alcuni dei quali hanno acquisito una certa notorietà, tutto questo grazie al susseguirsi di centinaia di spettacoli alla presenza di un pubblico affezionato e fedele. Il teatro -ha terminato la Del Cittadino- è il luogo ideale per le fantasie e i sogni e Beppe l’amore per il teatro l’ha coniugato con la dedizione e la competenza». Anche Beppe ha preso la parola per spiegare ai tantissimi amici presenti, alcuni venuti per l’occasione da molto lontano da Livorno, che il libro era nato per lenire la tristezza del passaggio da una vita tumultuosa ad una vita sedentaria dovuta alla conseguenza di un ictus. Anche Bruno Damari, del "Il Quadrifoglio", editore del volume, ha dichiarato che la lettura della storia del Ferrari lo aveva affascinato fin dall’inizio e ha auspicato che se ne possa realizzare una ulteriore edizione. Cosa dire ancora del libro di Beppe? Bisogna sottolineare che la seconda parte del volume è dedicato all’ "Albo Fotografico", dove si può ammirare Beppe in una sequela di atteggiamenti da vero attore istrionico, ci sono poi le foto delle "Mostre dei Presepi" che hanno visto la partecipazione di oltre 300 espositori provenienti da tutte le parti del mondo e inseriti nei luoghi più inusuali: in un cesto di vimini, nella radice di un albero, in una acquasantiera. I Presepi infatti non potevano mancare in una parrocchia francescana! Bisogna anche ricordare, e anche in questo caso le fotografie sono numerose, la cura certosina con cui organizzava, fin nei minimi dettagli, i pellegrinaggi e le gite. Partecipare ad un viaggio con lui è sempre stata una bellissima esperienza di vita comunitaria, di divertimento, di cultura e di rinascita spirituale. Grazie allora Beppe per questo libro che hai voluto donarci, Grazie per aver scritto un racconto che è anche "storia", storia della parrocchia, del Circolo, delle donne e degli uomini che vi hanno preso parte, del quartiere di Borgo Cappuccini, della città, una storia di cui si dovrà tener conto. Gianni Giovangiacomo


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TOSCANA OGGI 15 settembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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