IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
22 settembre 2013
E se la carità s’imparasse a scuola?
di mons. Alberto Ablondi
iventerete miei testimoni (Atti 1,8). Così Gesù nel momento «venterete" Ddell’Ascensione apre ai suoi gli orizzonti del mondo. E quel "dinon è solo un comando, tanto meno un invito. "Diventerete" è carico della "forza dello Spirito Santo che sta per scendere"; e ci raggiunge con la stessa immediatezza, con la stessa forza e con gli stessi orizzonti: "in tutto il mondo". Si tratta dunque più di una consacrazione che di un comando; consacrazione con conseguente missione. E questa resta valida e seve3ra; anche se dopo duemila anni i cristiani che la ascoltano non sono più uniti fra loro come lo erano coloro che in quel momento "si trovavano con Gesù". Gennaio 1986, Testimoni...nonostante le divisioni
Per il nuovo anno scolastico la Caritas diocesana propone dei percorsi di crescita personale ai giovani delle scuole livornesi, attraverso l’esperienza dell’incontro con l’altro 47ª SETTIMANA sociale
LA FAMIGLIA: FONDAMENTO DEL FUTURO DI
LUCA LISCHI
ettimana Sociale dei cattolici italiani a Torino: «un serScontributo vizio al dibattito culturale in corso nel nostro Paese, aperto al di tutti gli uomini pensosi, capaci di farsi interrogare
DI FABIO
FIGARA
ensibilizzare gli studenti verso i problemi della nostra società attraverso incontri ed esperienze concrete e, nello stesso tempo, conoscere le loro difficoltà nel mondo attuale: è questo l’obiettivo principale del progetto educativo “Incontra le fragilità 2.0”, nell’ambito del più ampio programma “Giovani, Scuola e Formazione” promosso dalla Fondazione Caritas Onlus di Livorno, che vede la piena collaborazione di tutti gli Istituti Scolastici Superiori della Diocesi per l’anno scolastico 2013-2014. Sono coinvolti nell’iniziativa anche gli Uffici per la Pastorale Scolastica, per la Scuola, per la Pastorale Giovanile e per la Pastorale della Carità della Diocesi, l’Associazione Progetto Strada, i Salesiani di Livorno, il Centro di Prossimità Livorno, la Commissione Handicap della Caritas e il Terzo Tempo Giovani. «L’iniziativa nacque circa tre anni fa, tramite un accordo con il Provveditorato agli Studi di Livorno, per affrontare temi riguardanti le fragilità di oggi, le povertà personali, le insicurezze che minano il futuro, cercando di arrivare alla comprensione del proprio essere tramite l’incontro con chi soffre, scorgendo nella diversità una vera e propria ricchezza.» A parlare è Enrico Sassano, direttore della Caritas diocesana e coordinatore del progetto. «Per questo anno scolastico verrà scelta una classe quarta per ogni Istituto, con cui organizzeremo degli incontri e una festa finale con animatori formati appositamente, compresi fra i 20 e i 30 anni, che dialogheranno con gli studenti in merito agli spunti di riflessione previsti. Ai ragazzi saranno poi proposte esperienze concrete di servizio che li aiuteranno ad apprezzare la bellezza della scoperta dell’altro: sono sicuro che conoscere i problemi altrui serva a poter superare le proprie, comprendendo il valore delle proprie azioni e dei beni materiali. E speriamo anche ad avvicinare i giovani al mondo del volontariato, inteso come dono di sé stessi e del proprio tempo». E non solo: la proposta della Caritas è far sì che la scuola riconosca come
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L’iniziativa nasce tre anni fa, tramite un accordo con il Provveditorato agli Studi di Livorno, per affrontare temi riguardanti le fragilità credito formativo il servizio verso gli altri, e di recuperare situazioni di disagio, familiare e non, vissute da alcuni studenti. «Purtroppo è inutile negare le evidenti difficoltà che hanno oggi le parrocchie e le stesse scuole nell’affrontare il sempre più complesso mondo giovanile - continua Sassano - proprio per questo ogni anno tendiamo ad
implementare il progetto: già per il prossimo vorremmo rivolgerci anche alle scuole medie e collaborare per i dopo-scuola a tempo pieno. La Caritas ha nel proprio DNA la proposta educativa verso gli adolescenti e gli adulti, e sono certo che con questi percorsi anche la Scuola potrà così svolgere ancor di più il ruolo di “palestra di vita”, che apre gli occhi e la mente dei ragazzi ai luoghi in cui crescono e dove si formano come cittadini.»
GLI INCONTRI SI SVILUPPERANNO SUI SEGUENTI TEMI: INCONTRA LE FRAGILITÀ Il lavoro pensato con il gruppo di studenti si divide in due parti: “la fragilità” e “il rovescio della medaglia”. Nella prima parte gli animatori stimoleranno una discussione fra gli studenti per iniziare a definire il tema della fragilità. Successivamente sarà chiesto loro di riflettere sul rovescio della medaglia e cioè sulla possibilità di trasformazione in forza le nostre fragilità METTICI LA FACCIA Individuate alcune delle loro fragilità (insicurezza personale, precarietà), gli studenti potranno esprimere nuovamente e rielaborare il concetto. Gli animatori accompagneranno i ragazzi a comprendere l’importanza di costruire un proprio progetto di vita. Un percorso con obiettivi chiari, basati su principi e valori costruiti nel tempo dal ragazzo. LA SPERANZA Aspettative, sogni, volontà, valori, le stesse fragilità, sono i motori che accendono la speranza per costruire il futuro. Attraverso un gioco, se ne comprenderà la reale forza. Andare incontro all’altro, portare speranza insieme, sarà la riflessione per comprenderne le reali possibilità. Costruire il futuro che sognano richiede tempo, relazione e fiducia. FESTA FINALE Il progetto si conclude con un evento, a cui parteciperanno le classi di studenti coinvolte; uno spettacolo a tema ideato insieme ai propri insegnanti. Potranno presentare un elaborato (video, scritto, cantato, sotto forma di talk show…) Ci saranno poi testimonianze di quattro esperienze di servizio (Caritas, Oratorio Salesiano, Commissione Handicap, Progetto Strada), concordate con gli insegnanti e un dibattito finale.
dalla famiglia, che non è un’ invenzione stagionale, e come tale soggetta a cicliche ridefinizioni. Essa richiede di essere sempre di nuovo compresa nella sua architettura essenziale» (Bagnasco). Contributi, riflessioni, preghiera e momenti di festa in Piazza Castello con le famiglie, i bambini e i giovani sul tema: “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”. Torino, città dei Santi, ha benevolmente accolto i 1300 delegati dalle diocesi di tutta Italia che hanno contribuito al tema proposto con oltre 500 interventi (con 3 minuti di tempo ciascuno per indicare proposte concrete) suddivisi in 8 commissioni tematiche sui temi dell’educazione, della scuola, del lavoro, dell’immigrazione, della pressione fiscale, del welfare, della custodia del creato e dell’abitare la città. Di questi giorni conserveremo la passione, la dedizione e il clima di fraternità che si è respirato. Con piacere ho mandato al nuovo blog diocesano «La Settimana tutti i giorni», quasi in tempo reale, utilizzando i nuovi strumenti di comunicazione, aggiornamenti in pillole sulle giornate. Cercando di cogliere quello che emergeva dall’impegno costante di partecipazione attiva dei delegati. Una fatica di sintesi che mi ha quasi obbligato a trovare forme diverse di linguaggio e questo modesto impegno, comunque, è stato premiato dal ricevere, personalmente, un maggiore aiuto a pensare, ad andare a fondo delle questioni, grazie anche a un metodo di lavoro chiaro e positivo, che ci era stato indicato, fondato su tre verbi: ascoltare, confrontare e proporre. La proposta come obiettivo, come centro nevralgico per offrire risposte concrete e serie alla famiglia, a tutti noi, credenti e non credenti. Anche il premier Letta ha voluto esserci per riconoscere quanto fatto concretamente dalle diocesi per aiutare le famiglie in difficoltà e osservare che “la famiglia esce dalla crisi pesantemente affaticata” e i 1300 cattolici italiani lo hanno a lungo applaudito per questa sua vicinanza e in particolare perché ha ribadito l’impegno del Governo a mantenere e sviluppare politiche di welfare in particolare per le giovani coppie con agevolazioni per mutui e affitti dal momento che la casa, ha sottolineato, rimane una questione prioritaria. E inoltre ha evidenziato l’esigenza di dare risposte affinché il Paese riprenda una dinamica demografica diversa. Per questo c’è bisogno di fiducia. “Solo se c’è fiducia questo Paese si salverà” ha detto, in modo incisivo, Enrico Letta. Del resto investire sulla famiglia rimane l’unica vera alternativa alla crisi a parere del Cardinal Bagnasco: la famiglia è “l’antidoto alla stessa crisi, l’unica alternativa praticabile ad una esasperazione dell’individuo, la cui pesantezza è diventata insostenibile sotto l’imperativo di un’autonomia rivelatasi ben presto ingenua e cinica allo stesso tempo”. Il tema è complesso e richiede la cooperazione e la partecipazione attiva di tanti altri uomini e donne pensosi che a partire dalle comunità locali sappiano coltivare e far fruttificare quanto scaturito a Torino. “Coraggio avanti su questa strada della famiglia!” ha esortato Papa Francesco nel saluto all’Angelus: “Mi rallegro per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie e che è un forte stimolo per le istituzioni e per il Paese”.
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
22 settembre 2013
Un pensiero, una poesia
La voce del silenzio
ei giorni scorsi ho avuto la fortuna N di fare tre giorni di ritiro spirituale nell’Eremo benedettino di Camaldoli, nel Casentino. Fortuna che io ritengo essere stato un dono del Signore e che il prossimo anno - a Lui piacendo - vorrei ripetere. Durante una meditazione mentre mi trovavo immerso nella Foresta Sacra (così si chiama la foresta che circonda l’Eremo), immerso nel silenzio e lontano dal frastuono cittadino, mi sentivo molto vicino al Signore. La sera stessa, prima di andare a letto, ho trascritto in poesia la mia esperienza vissuta al mattino in quella foresta ed ho chiesto la pubblicazione su questo giornale, perché penso possa essere motivo di meditazione per i lettori di questo settimanale. LA VOCE DEL SILENZIO Lungi dal frastornar de la metropoli, immerso nella natural bellezza della Sacra Foresta che cinge il camaldolese Eremo benedettino, odi solo la voce del silenzio che ti parla. Sappila ascoltare e medita: ascolta il sussurrar del vento tra le foglie che ti parla della Divina Immensità; ascolta il gioioso e spensierato svolazzar de’ gai uccelletti che ti parla della Divina Bontà; ascolta il melodioso scorrer del torrente che ti parla della Infinità del Signore; ascolta la bellezza della natura che ti parla del nostro Grande Creatore; ascolta ... La Fede è fatta anche di dubbi, ma ascoltando la voce del silenzio ti accorgi che Dio c’è. Allora i dubbi scompaiono e, qual meraviglioso incanto, ti ritrovi a colloquio con Lui. Ascolta il silenzio, parla con il Signore che Lui, amorevolmente, ti ascolta. Romano Turri
Il Servizio civile alla Caritas diocesana possibile leggere sia sul sito della È Caritas diocesana il bando che la regione Toscana ha pubblicato per i giovani che desiderano fare un’esperienza di servizio civile. Il servizio civile permette, ai giovani selezionati, di accrescere la propria esperienza umana partecipando concretamente alla vita sociale attraverso azioni in favore di persone e famiglie bisognose. Il termine di presentazione delle domande, da effettuarsi attraverso consegna a mano o tramite Racc. A/R a Caritas Toscana- Via Pucci 2- 50122 Firenze, è previsto per il 24 settembre. Alla domanda i candidati devono allegare il Curriculum Vitae, un documento d’identità valido e la scheda della sede, per la validità della stessa faranno fede data di consegna o ricezione. Per quanto riguarda le selezioni comunicheremo la data in seguito Maggiori informazioni le trovate al link al sito di Giovani e Servizio della Caritas Toscana http:\\giovanieservizio.caritastoscana.it in cui risultano tutte le sedi e le notizie relative ai progetti della Caritas Toscana
Nel bicentenario di FEDERICO OZANAM
La Società di San Vincenzo de’Paoli riunita a Livorno n congresso nazionale, un musical, una mostra, una lapide, un concerto e due celebrazioni: sarà tutto questo e molto altro ancora il programma di appuntamenti vincenziani in calendario dal 21 al 27 Settembre (il dettaglio nel box qui sotto). Organizzate in collaborazione con la parrocchia Madre Seton, la Fondazione Caritas Livorno, le Figlie della Carità ed il volontariato Vincenziano, le iniziative coinvolgeranno centinaia di persone tra la città ed i luoghi di Ozanam a Antignano e Montenero. Saranno sei giorni intensi di approfondiemento della spiritualità Vincenziana e di conoscenza del pensiero e della vita di uno dei suoi fondatori Federico Ozanam che trascorse gli ultimi mesi della sua vita proprio a Livorno. Per l’occasione torneranno in scena anche le compagnie dell’Asinello e della Mansarda per riproporre il musical "Chiara e Francesco. L’amore quello vero". (Nella foto un momento della rappresentazione)
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La Settimana Vincenziana DAL 21 AL 27 SETTEMBRE 2013 21 settembre - Parrocchia Seton, Piazza Lavagna ore 9 - 17 Convegno di Studi nel Bicentenario della nascita del Beato Federico Ozanam, con l’intervento del Cardinale Gianfranco Ravasi, di P. Luigi Mezzadri CM e di Don Gino Franchi Per informazioni rivolgersi a Don Gino Franchi: 0586 860438 * ore 21,00 Musical “Chiara e Francesco: L’amore vero” 22 settembre - Antignano – Montenero * ore 9,30 Visita ai luoghi di soggiorno di F. Ozanam ad Antignano * ore 11,30 Celebrazione Eucaristica al Santuario di Montenero presieduta dal Vescovo Emerito Luca Brandolini 24 settembre - Chiostro francescano - Chiesa della Madonna
* ore 17,00 Esposizione mostra sul beato F. Ozanam * ore 21,00 Concerto dell’orchestra “ Ensemble Bacchelli” e lettura di scritti del beato F. Ozanam 26 settembre - Vescovado - via del Seminario * ore 17,00 Inaugurazione lapide di F. Ozanam * ore 17,30 Conferenza “La spiritualità Vincenziana” tenuta da P. Nicola Albanesi CM, a seguire “La presenza Vincenziana a Livorno” tenuta da Don Gino Franchi e dal diacono Andrea Zargani 27 settembre – Cattedrale * ore 18,00 Solenne Celebrazione Eucaristica di San Vincenzo de’ Paoli in Cattedrale, presieduta da S.E. Vescovo Simone Giusti che conferirà il mandato agli operatori della carità.
IL CONGRESSO EUCARISTICO TOSCANO
L’Adorazione eucaristica: un tesoro di forza e di grazia Ospite relatore il cardinale Silvano Piovanelli DI
MONICA CUZZOCREA
i è tenuto a Montenero il Congresso Eucaristico Toscano dei gruppi dell’Adorazione Perpetua. In Toscana sono otto i centri fra cui Firenze, Pistoia, Prato, Donoratico, dove nelle cappelle in cui è esposto il Santissimo, laici e consacrati, si alternano nella continua preghiera, accompagnati dalla certezza che ciascuno può trovare risposta e compimento a quell’ultima domanda di Assoluto. L’Adorazione eucaristica non è una devozione più o meno opzionale dei cristiani, ma il prolungamento dell’azione liturgica di Cristo che si offre a noi nelle specie del pane e del vino. Nell’Eucaristia, il mondo vive da duemila anni della presenza di Cristo. Davanti all’Eucarestia esposta sull’altare del sagrato del Santuario, all’inizio si sono alternati nella recita del Rosario eucaristico i gruppi presenti guidati dai religiosi e religiose che li hanno accompagnati. Il Cardinale emerito Silvano Piovanelli ha quindi tenuto la meditazione partendo dalla considerazione che l’adorazione eucaristica non è una devozione da vivere liberamente, ma è il segreto della vita spirituale dei fedeli e di ogni iniziativa ecclesiale: “si tratta di un tesoro di amore e di forza, di grazia e di testimonianza di cui la Chiesa oggi ha particolarmente bisogno” e citando il Beato Eymard ha ricordato che per porre rimedio all’indifferenza generalizzata che si impadronisce di tanti cattolici, l’unico
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rimedio è l’amore al Gesù dell’Eucarestia. Per rafforzare l’impegno di coloro che si dedicano all’adorazione eucaristica, Piovanelli ha indicato quattro parole: celebrare, adorare, contemplare, vivere. Celebrare la s. Messa è il primo impegno e chiunque partecipa deve viverla come se fosse unica. Adorare vuol dire “essere capaci di stare a lungo alla presenza di Gesù nel tabernacolo per ascoltarne la voce e quasi sentirne i palpiti del cuore”.
Giovanni Paolo II invitava con insistenza all’adorazione eucaristica perché con la nostra fede e il nostro amore è possibile riparare alle trascuratezze, le dimenticanze e gli oltraggi che Cristo subisce in tante parti del mondo. Il contemplare il mistero della S.S, eucarestia è talmente sublime ed elevato da superare ogni comprensione umana. Come non provare stupore e meraviglia in un Dio che si è fatto uomo, che si è fatto compagno di cammino; nella morte si è offerto come prezzo di riscatto e nel momento di accomiatarsi si è donato in cibo nel Santissimo Sacramento, promettendo di donarsi, alla fine, come premio nel cielo! Infine dobbiamo vivere l’Eucarestia che deve dare forma alla nostra vita che deve diventare un rendimento di grazie a Dio continuamente. Se l’Eucarestia diventa il nostro stampo, il nostro modello, anche noi diventiamo dono per gli altri. Maria è la donna eucaristica per eccellenza: la Chiesa ha in lei il modello e la proclama beata perché ha creduto. Essa ha sì generato il Figlio di Dio nella carne, ma più difficile è stato generarlo nella fede. Per l’uomo non c’è fatica più grande che credere, sperare, amare e in Maria può trovare l’aiuto perché la fede lo sorregga nel compiere il cammino cristiano. E tutta la Chiesa “sostenuta da Maria trovi nuovo slancio per la missione nella storia dell’umanità e riconosca sempre più nell’Eucarestia la fonte e il vertice di tutta la sua vita”. Foto Roberto Manera
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
22 settembre 2013
III
Alla Parrocchia San Ferdinando
CONOSCIAMO don Francesco Giovanni Galante
Vita di comunità
Un Salesiano con Francesco nel cuore DI
BENEDETTA AGRETTI
oratorio dei salesiani ha finalmente una nuova guida: don Francesco Giovanni Galante, 34enne abruzzese di Vasto. Fede chiara e granitica, per un ragazzo nato e cresciuto in un oratorio salesiano, all’interno però dell’Azione Cattolica. Un connubio che gli ha permesso di crescere con un forte senso di chiesa, ma sempre e comunque vicino a don Bosco e con un legame speciale anche col poverello di Assisi.
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Quando hai avvertito la tua vocazione? «La conversione è arrivata all’età di 24 anni, quando dopo molte esperienze mi sono chiesto quale fosse “l’esperienza” di vita. Allora Dio, che è sempre sensibile alle nostre aperture, anche se minime, è entrato nel mio cuore con la forza di un Caterpillar. La consapevolezza che il mio cuore fosse consacrato, l’ho avuta il 26 settembre 2002 ad Assisi. Di quel giorno ricordo ancora nitidamente tutto, dagli odori, ai suoni, ai colori: da allora ho capito che l’amore è il senso della mia vita! E ringrazio Dio perché, da quel giorno, nonostante le difficoltà e le sofferenze che sono inevitabili, questa certezza e la gioia che ne deriva, non sono mai venute meno». Un’esperienza di fede forte, dunque, che si imprime a fuoco nel cuore come marchio ormai indelebile. Quando è cominciato il cammino di formazione? «Non ho intrapreso subito questo cammino che mi avrebbe portato ad essere sacerdote salesiano. All’epoca il servizio militare era ancora
Da agosto alla guida dell’oratorio salesiano di Livorno, un giovane sacerdote originario dell’Abruzzo
DUE PRESENZE AMICHE IN PARROCCHIA rano arrivate a Livorno quasi in sordina, Suor Maria Lan e Suor Maria Teresa due giovani minute suore asiatiche. Erano alloggiate presso il locale convento delle Trinitarie attiguo alla chiesa di San Ferdinando, per passare un periodo di riposo. Dopo qualche settimana hanno fatto sentire la loro presenza ed abbandonata la timidezza dei primi giorni, hanno allietato per quasi due mesi le celebrazioni eucaristiche con i loro canti, assieme a Suor Margherita una delle veterane di Livorno. A metà settembre hanno lasciato la nostra città, per fa rientro a Roma presso la Casa Madre, ma la loro simpatia, allegria e serenità rimarrà sempre viva fra i parrocchiani della chiesa di San Ferdinando che le ricordano con affetto e con gli auguri di un sereno avvenire da parte del parroco padre Emilio Kolaczyk e dal suo vice, padre Michele Siggillino.
E
obbligatorio e, nonostante il mio direttore spirituale, il mio amico dell’anima, mi avesse prospettato la possibilità di essere esonerato, ho rifiutato: se veramente l’esperienza di Dio che stavo facendo era così grande, lo sarebbe stata anche dopo un anno. Sono così entrato, anche per dovere affettivo, nell’arma dei carabinieri. Ho trascorso un anno in Veneto, fuori dal mio contesto abituale, lontano da famiglia e amici. Oggi posso definire quel periodo un anno provvidenziale: proprio allontanandomi da tutto e tutti la mia vocazione ha preso forza ed è diventata per me la normalità.» Da lì la decisione di entrare nelle fila di don Bosco … «Sì, sono entrato nell’Ispettoria Adriatica nel 2004. L’anno successivo ho fatto la Prima Professione, mentre quella Perpetua è stata in una data per me commovente, il 17 settembre 2011». Quale significato ha per te questa data? «In questo giorno la chiesa ricorda il dono delle stimmate a San Francesco, un santo al quale sono profondamente legato per ovvie ragioni. È proprio per questo che, quando mi è stata prospettata la possibilità di aggiungere un secondo nome a quello di battesimo ho scelto Giovanni: non solo
«È proprio per questo che, quando mi è stata prospettata la possibilità di aggiungere un secondo nome a quello di battesimo ho scelto Giovanni: non solo perché questo è il nome di don Bosco ma anche perché è quello di battesimo del Santo di Assisi… un nome che funge perfettamente da trait d’union» perché questo è il nome di don Bosco ma anche perché è quello di battesimo del Santo di Assisi … un nome che funge perfettamente da trait d’union». Sei stato ordinato sacerdote il 23 giugno del 2013 e, quasi immediatamente, ti è stata prospettata la possibilità di dirigere l’oratorio di Livorno.
Ora che sei qui, qual è la prima impressione che ti ha dato questa comunità? «Beh, è vero che durante tutta l’estate sono comunque stato in Toscana, precisamente a Colle Val d’Elsa, per un’ esperienza di evangelizzazione di strada che mi ha veramente purificato. Il 25 agosto sono arrivato a Livorno e devo dire che la prima impressione che ho avuto è stata quella di una comunità bella, anche se questo termine è ormai talmente abusato che tende a svilirne il vero valore. In realtà mi sono sentito atteso, non tanto come persona, ma, azzardo un parolone, come pastore. Chiedendo a più persone che cosa si aspettassero dall’incaricato dell’oratorio, mi sono sentito rispondere: “Che tu ci sia”. Quindi un prete “presente” anima e corpo, che spende la propria vita per gli altri. Sarà un cammino impegnativo, ma lo intraprendo con la certezza di essere sostenuto da Dio e da una comunità che si è resa profondamente conto delle cose importanti della vita, perché è giusto prendere coscienza che tutta la nostra esistenza si gioca attorno all’altare».
IL CONCERTO DEDICATO A MASCAGNI È stato un appuntamento particolare, quello a cui hanno partecipato gli spettatori presenti al concerto svoltosi nella navata della chiesa di San Ferdinando. Un appuntamento speciale, perché quel concerto ricco di brani religiosi quali “Agnus Dei” e “Gratias” dalla Messa in Fa maggiore, Invocazione alla Madonna ed altri, onoravano il 150esimo anniversario della nascita di Pietro Mascagni, il concittadino compositore e direttore d’orchestra , nato il 7 dicembre 1863. A fare gli onori di casa i Trinitari parroco padre Emilio Kolaczyk e padre Michele Sigillo. La chiesa, sottoposta a lavori di restauro da alcune settimane, non ha ostacolato la superba esibizione degli artisti: le soprano Alessandra Rossi Trusendi e Valentina Boi e la Mezzosoprano Laura Bioli, affiancate dalle voci maschili Gianni Mongiardino Tenore, Michele Pierleoni Baritono ed il Basso Paolo Morelli. Ad arricchire la serata la Schola Cantorum Labronica e la Corale Mascagni, tutti gli artisti, diretti dai maestri Maurizio Preziosi e Giorgio Maroni, sono stati accompagnati al pianoforte dai maestri Ettore Candela e Laura Pasqualetti. La serata svoltasi a San Ferdinando, ha chiuso la due giorni del “Mascagni
Day” è stata voluta ed organizzata dall’associazione culturale Reset ed il perché lo ha spiegato il suo presidente Enrico Cantone: “L’iniziativa ha voluto porre Livorno alla pari di altre città quali Pesaro che dedica annualmente un festival a Rossini, Catania a Bellini, Torre del Lago Puccini. Anche Livorno non poteva dimenticare il suo Mascagni”. Roberto Olivato
IV
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
22 settembre 2013
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 20 SETTEMBRE 21.15 in vescovado riunione congiunta dei Centri Pastorali SABATO 21 SETTEMBRE Partecipazione al convegno della San Vincenzo alla chiesa di Madre Seton (vedi pag. II) 18.00 S. Messa per l’inizio dell’anno scolastico ed accademico alla chiesa di S. Agostino DOMENICA 22 SETTEMBRE 10.30 S. Messa di apertura della settimana biblica alla parrocchia S. Giovanni Bosco LUNEDÌ 23 SETTEMBRE 8.30 inaugurazione della scuola materna parrocchiale di Montenero 9.30 consiglio della Fondazione Caritas, in vescovado MARTEDÌ 24 SETTEMBRE 9.00 S. Messa in ricordo di mons. Alberto Ablondi alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo 10.00 assemblea del clero in vescovado 21.15 consiglio pastorale diocesano in vescovado MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE Il Vescovo è a Genova per il corso dei catechisti GIOVEDÌ 26 SETTEMBRE Nella mattina, udienze clero in vescovado 17.00 in vescovado, benedizione della lapide di Ozanam 18.30 alla parrocchia dei Salesiani incontro con i cresimandi di settembre e ottobre, genitori, catechisti e parroci VENERDÌ 27 SETTEMBRE Nella mattina, udienze laici in vescovado 18.00 S. Messa per la famiglia Vincenziana e conferimento del mandato agli operatori della Caritas 21.15 consulta delle aggregazioni laicali in vescovado SABATO 28 SETTEMBRE 9.00 intervento in occasione del decennale dell’Associazione Cure Palliative DOMENICA 29 SETTEMBRE 11.00 S. Messa e Cresime alla parrocchia di San Michele al Gabbro
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
Agasso D. Sr., Agasso D. Jr. - PAPA GIOVANNI XXIII, con la versione originale del “Discorso alla luna”. Pp. 157, euro 9,90 Morto cinquant’anni fa il 3 Giugno 1963 Giovanni XXIII Roncalli resta tutt’ora contemporaneo anche delle generazioni che non l’hanno conosciuto. La sua beatificazione avvenuta nell’anno 2000 non è stata una festa del ricordo, nonostante la grande ricchezza di memorie. E’ stata invece un toccare con mano la sua presenza attuale nella Chiesa, nel mondo cristiano e oltre. Ancora oggi tanti continuano a scrivergli, come se fosse vivo, migliaia di lettere e bigliettini di auguri che vengono posti sulla sua tomba specialmente a Natale e a Pasqua. La sua imminente canonizzazione, voluta personalmente da Papa Francesco, ci ricorda che con la sua semplicità e sapienza egli ha saputo parlare al cuore di credenti e non, Questa nuova biografia scritta a quattro mani da Domenico Agasso senior e dal nipote con accuratezza e con una approfondita conoscenza del personaggio, ci porge le notizie giuste che meritano di essere ricordate ed evidenziate. Gli autori prendono per mano il lettore e lo conducono alla scoperta di questa straordinaria figura che così riacquista voce e fascino al di la di tutto quello che è stato scritto su di lui. Il libro è arricchito inoltre, da esclusive immagini del “Papa buono”.
Diocesi informa Il nuovo ANNO
Una doppia formula pensata dall’Ufficio di Pastorale per la formazione cristiana
La scuola di formazione teologica per gli operatori pastorali opo vari anni di sperimentazioni, in accordo con l’assemblea diocesana e dopo la riunione congiunta tra Consiglio Pastorale Diocesano e Consiglio Presbiterale, siamo giunti alla proposta formativa che resterà in vigore per almeno un quinquennio. Riconoscendo il primato educativo dei parroci verso tutti i cristiani che operano nelle parrocchie, la proposta di formazione di base sarà svolta primariamente da essi per ciò che riguarda i contenuti di fede, invece per quello che riguarda la formazione specifica delle aree pastorali sarà svolta dagli uffici pastorali competenti. L’offerta formativa diocesana sarà arricchita dalla Scuola di Formazione Teologica, che sarà
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rivolta a tutti coloro che, in particolare, saranno scelti dai parroci per svolgere una funzione di coordinamento delle attività pastorali nelle parrocchie. Questa la proposta da parte del Centro Pastorale per la Formazione Cristiana, che vuole come sempre essere un aiuto ad ogni parrocchia. Don Fabio Menicagli LA FORMAZIONE PER I NUOVI La SFOP propone per coloro che inizieranno la formazione nelle aree: attenzione alla povertà, liturgica e catechetica; degli incontri per essere avviati nel loro servizio. Questi incontri saranno attivati nei mesi da Ottobre a Dicembre, in modo da permettere di avere una prima
formazione per coloro che si impegnano per la prima volta in un nuovo servizio. Preso atto che non sempre abbiamo nuovi operatori i corsi saranno attivati qualora ci siano richieste. LA FORMAZIONE PER GLI ALTRI La formazione per tutti gli altri operatori pastorali, sarà svolta con ogni probabilità in due sedi una cittadina e una nel V Vicariato, gli incontri saranno quindicinali e si svolgeranno da Ottobre a Maggio. Saranno preceduti da un momento di preghiera insieme e poi si divideranno nei tre ambiti proposti. L’orario sarà dalle 21,00 alle 22,45 LA FORMAZIONE TEOLOGICA Grazie alla presenza di docenti qualificati nella nostra Diocesi, anche quest’anno si attiverà un anno della Formazione teologica che seguirà la calendarizzazione classica (incontri semestrali con cadenza settimanale dalle 19,00 alle 21,00. i corsi saranno semestrali di 14 lezioni ciascuno) LE SEDI Le sedi della SFOP saranno presumibilmente due: una in città, una nel V Vicariato, in base alle iscrizioni che si avranno. Qualora esse fossero esigue si procederà a riunire le sedi per il I e il II anno.
CHI SONO I REFERENTI Le iscrizioni sono fatte in parrocchia, i parroci poi le comunicheranno ai Vicari foranei. Questi ultimi si avvarranno della collaborazione di un referente per la Formazione del vicariato che si occuperà dei collegamenti tra la Scuola e gli iscritti. I COSTI Si richiede un contributo di euro15 per tutti i corsi attivati nell’anno. Il contributo servirà per il materiale e le sedi. I CONTATTI VICARIATI I vic: Don Donato Mollica 0586- 894090 II vic.: Don Cornelio Benchea 0586- 404088 III vic.:Don Matteo Gioia 0586- 804070 IV vic.Dom Luca Giustarini 0586- 576089 V vic.: Don William Bianco 0586- 760137 VI vic.: Don Jacek Macki 0586- 977230 DIOCESI Curia di Livorno 0586- 276211 Don Fabio Menicagli 328- 1676307 Indirizzo mail cpformazionecristiana@gmail .com
BREVI DALLA DIOCESI
Inizio dell’anno scolastico SABATO 21 SETTEMBRE ALLE 18.00 Presso la parrocchia di S. Agostino(P.zza A. Moro), Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Livorno Mons. Simone Giusti per l’inizio dell’Anno Scolastico e Accademico, organizzata dall’ Ufficio Scuola e dall’ Ufficio di Pastorale Scolastica.
Associazione Cooperatori Paolini Livorno VENERDÌ 20 SETTEMBRE 2013 ALLE 18.00 Alla libreria Paoline, presentazione Enciclica Lumen Fidei con don Guido Colombo PSSP di Roma, Direttore della rivista mensile liturgica "Servire La Messa" edizioni San Paolo. SABATO 21 SETTEMBRE ALLE 13.00 Incontro conviviale a Castellaccio; a seguire alle 15.00 meditazione dal titolo "Il laico Paolino alla luce del Concilio Vaticano II" di Guido Colombo, a conclusione S. Messa
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
22 settembre 2013
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Occorre andare incontro alle persone Continuiamo con la lettura della terza parte della lettera pastorale del Vescovo Simone 5. Il primo annuncio oggi è una dimensione che deve attraversare ogni proposta pastorale, anche di quelle rivolte ai credenti e ai praticanti: "Di primo annuncio vanno innervate tutte le azioni pastorali" . In Italia la forma del Primo annuncio assume la consapevolezza che si tratta spesso di un rinnovato annuncio (Secondo annuncio) a persone che già in vari modi, per tradizione o per forme culturali, hanno conosciuto Gesù e il suo messaggio ma non hanno maturato una decisione personale. È necessario aiutare le comunità cristiane locali, cominciando dalle parrocchie, a strutturare in modo più missionario le proprie azioni e la propria presenza dentro il tessuto sociale. Questo è il frutto più chiaro che ci si attende dalla nuova evangelizzazione. In una società in cui con sempre maggior fatica gli uomini e le donne sentono parlare di Dio, e ancor più faticano ad intercettare luoghi ed esperienze che li aprono ad un simile messaggio, emerge il bisogno delle nostre comunità di formulare, con rispetto ma senza paura, una proposta autentica anche in forma di rinnovata apologetica, vivendo con serenità forme di affermazione pubblica della loro fede. Assunto a pieno titolo nel lavoro di riprogettazione in atto degli itinerari di introduzione alla fede, il primo annuncio si dirige ai non credenti, a quelli che, di fatto, vivono nell’indifferenza religiosa. Capita sempre più spesso però che le persone che accedono alla catechesi necessitano di vivere ancora una vera conversione. Perciò, sarà utile che le comunità cristiane dedichino maggiore attenzione a immaginare dei luoghi e degli strumenti di primo annuncio, sia dentro i con?ni delle nostre pratiche abituali di educazione alla fede, che fuori da esse, dentro la vita quotidiana delle persone. È questo il modo con cui la nuova evangelizzazione stimola gli itinerari abituali di educazione alla fede, accentuando il loro carattere kerigmatico, cioè di annuncio, il loro appello alla conversione. Non mancano neppure nella nostra diocesi (si pensi all’esperienza delle "Sentinelle del mattino" o al "Progetto strada" forme di primo annuncio). È invece ancora da immaginare in molte sue declinazioni un primo annuncio che si collochi al livello della vita quotidiana, che miri ai legami di prossimità (nel quartiere, dentro il mondo del lavoro,
aprendo un dialogo e un confronto con le problematiche locali, collocandosi tra le iniziative culturali del luogo). La nuova evangelizzazione è un invito alle comunità cristiane perché pongano maggiormente la loro ?ducia nello Spirito che le guida, sappiano vincere le paure che provano, per riuscire a vedere con lucidità i luoghi e i sentieri attraverso i quali porre la questione di Dio al centro della vita degli uomini di oggi. Una seria pastorale di primo annuncio e la presenza del catecumenato sono una singolare opportunità per il rinnovamento delle comunità cristiane› . 6. Il primo annuncio come metodo In primo luogo è necessario testimoniare l’amore di Dio con l’attenzione alle persone e con le opere in favore delle persone: "Mettere la persona al centro costituisce una chiave preziosa per rinnovare in senso missionario la pastorale e superare il rischio del ripiegamento, che può colpire le nostre comunità". Occorre che i cristiani praticanti si facciano prossimi di chi non crede e non "pratica"; occorre uscire dal tempio e andare incontro alle persone che la vita mette sul nostro cammino; occorre stare in mezzo alla gente e, prima di tutto, in mezzo agli ultimi; non per conquistare, ma per condividere e per proporre. "La fede si trasmette, per così dire, nella forma del contatto, da persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma." Proposta fatta da adulti ad adulti il primo annuncio mette in conto la libertà della persona di aderire o meno al messaggio, non per questo il cristiano diminuirà la stima ed
il rispetto per l’interlocutore. Il tempo degli adulti è prezioso; il primo annuncio sa rispettare, comprendere e valorizzare i tempi ed i ritmi della vita adulta, specie di chi non ha alle spalle un vissuto ecclesiale o semplicemente si vuole accostare ad una proposta prendendosi tutto il tempo per la necessaria ri?essione. Ritorna qui subito la necessità di curare la formazione di cristiani adulti nella fede, capaci di incontrare i non credenti là dove questi vivono, di stabilire con loro rapporti di amicizia e di dialogo e di comunicare loro la propria esperienza di fede, di porre domande che provochino la ricerca. "La fede non è un fatto privato, una concezione individualistica, un’opinione soggettiva, ma nasce da un ascolto ed è destinata a pronunciarsi e a diventare annuncio. Infatti, come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? (Rm 10,14)." 7. Evangelizzare si deve ma come si può ? L’evangelizzazione, lo sappiamo é un processo complesso la quale esige per prima cosa la stima dei cristiani e della Chiesa, " La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola" (cfr Atti 4,32a), "e la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede." (cfr At.6,7) Quando una persona è stimata è anche ascoltata, quando una comunità è bella è anche desiderata. È evidente quindi che il primo momento
dell’evangelizzazione è l’accoglienza, la stima, la disponibilità verso l’altro. Questo esige di fatto umiltà e stima dell’altro e delle sue posizioni o situazioni. Non c’è spazio per il giudizio ne per la presunzione. Linguaggio tipico e da tutti comprensibile è quindi la carità (cfr 1 Cor.13, 1ss). E se si accoglie e si ascolta, si crea una relazione che porta abitualmente al dialogo, conosco e sono conosciuto. Nell’essere conosciuti può darsi che nasca un reciproco interesse alla vita dell’altro e di ciò che la rende unica e bella. Questa bellezza e originalità per un cristiano è Gesù, cuore e centro della sua spiritualità. Il narrare la Presenza che abita la propria vita potrà forse condurre l’altro a desiderare di saperne di più o addirittura a voler provare a conoscerLo. Potrà nascere la domanda dei Greci a Filippo: "vogliamo vedere Gesù" ed allora occorrerà che il cristiano e la sua comunità ove vive sappiamo dire: vieni e vedi. Questo vedere lo condurrà alle Scritture, alla liturgia, alla comunione che sempre il Signore dona alle sue povere e fragili comunità. Il mistero avvolgerà il neofita e se l’incontro con Cristo sarà autentico e profondo si darà il dono della conversione e l’inizio di un cammino (Catecumenato) verso il battesimo e il pieno inserimento nel mistico corpo di Cristo, la Chiesa. Preevangelizzazione, promozione umana, primo annuncio, Catecumenato, battesimo, eucarestia, cresima, condurranno la persona all’incontro pieno con Gesù Cristo e la sua comunità ( la Chiesa) e a divenire anch’egli testimone di ciò che ha visto, toccato, udito. Vi annuncio Cristo perché la mia gioia sia piena.
La lettera PASTORALE
LA LETTERA PASTORALE/3.........
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
22 settembre 2013
UNIVERSO VOLONTARIATO
La Ronda della Carità
A Roma l’incontro nazionale DI AZIONE CATTOLICA
Un’esperienza indimenticabile DI
M ICHELE M ARTELLA
ivorno, 6 Settembre ore 5:30, 4 ragazzi e un animatore partono zaino in spalla alla volta di Roma per l’incontro nazionale dei ragazzi dell’ACR. 4 ragazzi provenienti da diverse realtà parrocchiali uniti in questa esperienza unica nel suo genere. I nostri "eroi" sono Simone Grimaldi (responsabile ACR diocesano), Luca Martella e Sara Pizzonia (Sacro Cuore), Gabriele Ienna (Sant’Agostino) e Sara Menegatti (San Simone). Dopo un viaggio abbastanza faticoso i 5 sono arrivati a Roma, precisamente in via della Conciliazione dove l’evento aveva inizio. Ultima iniziativa associativa per ricordare i 50 anni dal Concilio quest’evento ha riunito più di mille ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia e alcuni gruppi di AC Argentina, Israele e Romania. Abbiamo intervistato due dei partecipanti, Simone e Luca, e ci siamo fatti raccontare l’esperienza che hanno vissuto.
L
uesta settimana sono riprese le Q attività della Ronda della Carità di Coteto, il gruppo di volontari che, ogni sera, gira per le strade di Livorno portando bevande e cibo per i più bisognosi. Si ricorda che sono sempre ben accetti nuovi volontari. Per prestare la propria opera è possibile scrivere a ronda.coteto@gmail.com oppure rivolgersi a don Luciano Musi, parroco di S. Giovanni Bosco, in via Toscana.
Il corso del CISOM
l Gruppo di Livorno del CISOM Idell’Ordine Corpo Italiano di Soccorso di Malta ha organizzato nei mesi di settembre e di ottobre un Corso Base per volontari di protezione civile. Allo stesso parteciperanno oltre trenta volontari selezionati tra i Gruppi CISOM del Raggruppamento Toscana. Sarà proprio il Capo Raggruppamento – Ludovico Pecoraro Ricci Armani – che coordina e gestisce le attività di soccorso del CISOM nella nostra Regione, ad inaugurare il corso che prenderà il via sabato 14 settembre dalle ore 0900 alle ore 1230 presso la sede della Protezione Civile della Provincia in Via Terreni. Le lezioni teoriche riguarderanno l’organizzazione della Protezione Civile Italiana a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Si soffermeranno sulla normativa del volontariato con particolare riferimento alla sicurezza durante le operazioni emergenziali ed andranno ad affrontare con lezioni pratiche l’utilizzo dei mezzi e del materiale in dotazione impiegati durante i servizi svolti sul territorio, con particolare riferimento alle emergenze idrauliche ed idriche. Con questo corso il Cisom Toscana intende incrementare il livello di preparazione dei propri volontari che durante gli ultimi anni hanno prestato soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto dell’Emilia e dalle alluvioni di Aulla, Massa, Albinia e Carrara e che attualmente stanno continuando a prestare la propria assistenza a bordo delle unità della Guardia Costiera dislocate a Lampedusa nel quadro delle operazioni tese a salvare gli immigrati provenienti dal continente africano. Le lezioni teoriche saranno svolte da Dirigenti della Provincia e del Comune di Livorno che con la consueta sensibilità e disponibilità hanno accolto l’invito a svolgere l’attività formativa all’interno delle proprie strutture. Istruttori del CISOM procederanno successivamente a tenere le lezioni pratiche in sito atto a testare le capacità tecniche e di prontezza operativa dei volontari. I più meritevoli a coronamento del percorso formativo, al termine di un esame finale, sia teorico che pratico, raggiungeranno l’ambito attestato.
«Siamo partiti venerdì mattina molto presto - raccontano Arrivati a Roma ci siamo diretti verso via della Conciliazione, storica sede dell’AC per effettuare la registrazione e ricevere il kit del pellegrino. Subito dopo è iniziata una caccia al tesoro nei dintorni della sede. Nel pomeriggio abbiamo pregato nella basilica di San Pietro per pregare alla tomba di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e dopo celebrato la messa con il cardinal Comastri. Nel tardo pomeriggio ci siamo trasferiti presso le strutture ospitanti, cenato e passato la serata giocando e facendo conoscenza con i ragazzi delle altre diocesi». «Il giorno seguente - continuano all’interno dei giardini vaticani abbiamo giocato e vissuto un momento di preghiera per la pace, su invito del Santo Padre. Ci siamo poi spostati nel fossato di Castel Sant’Angelo per un grande gioco sulla tematica delle costituzioni del Concilio. In definitiva un’esperienza stancante ma unica nel suo genere e per questo indimenticabile». Luca era la tua prima esperienza nazionale, che differenze hai visto con la nostra realtà diocesana? «Come prima esperienza nazionale sono rimasto colpito dalla gioia che si intravedeva dai volti di chi aveva organizzato tutto, nonostante le difficoltà oggettive nel gestire più di mille persone. Potevamo muoverci in spazi veramente enormi, rispetto a oratori o campetti parrocchiali a cui siamo abituati». Com’è stato incontrare ragazzi di tutt’Italia? «Farlo in un luogo come San Pietro è certamente una bella emozione, ballare e pregare tutti insieme rafforza l’unione come associazione e come chiesa». Raccontaci il momento più bello «Sicuramente il momento di festa e preghiera nei giardini vaticani: ballare, cantare e pregare tutti insieme ti rende soddisfatto del cammino di fede che abbiamo affrontato dopo la fatica e il caldo micidiale patito». Simone, un bilancio finale dell’esperienza? «Sicuramente molto positivo, abbiamo stretto nuove amicizie, rafforzato il legame con chi già conoscevamo e vissuto un’esperienza che i ragazzi difficilmente dimenticheranno».
Ultima iniziativa associativa per ricordare i 50 anni dal Concilio. Quest’evento ha riunito più di mille ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia e alcuni gruppi di AC Argentina, Israele e Romania. Abbiamo intervistato Simone e Luca, due dei partecipanti della delegazione livornese In alto il gruppo dell’Azione Cattolica Ragazzi Toscana, nelle altre due immagini i ragazzi livornesi
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
Nel torneo di calcetto FEMMINILE
Ad Amichiamoci due calciatrici in abito da suora Due compagne di squadra speciali per la parrocchia dei Cappuccini Qui sopra: suor Beatrice Di fianco suor Monica che gioca con la squadra dei Cappuccini 1
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indossare la maglia fucsia della squadra di calcetto femminile della parrocchia dei Cappuccini, a Amichiamoci 2013 c’è anche Suor Beatrice Neroni, Salesiana dell’Istituto Santo Spirito di Corso Mazzini. Tra questo oratorio salesiano e la parrocchia dei frati c’è da sempre collaborazione e tanti dei ragazzi delle squadre dei tornei sono animatori proprio lì. Insieme a loro Suor Beatrice, fiorentina di nascita, appassionata del pallone e tifosa da sempre della squadra viola. In campo avrà forse pensato di essere
Giovanni Galli mentre il suo polso, nel parare un rigore si fratturava o mentre guardava il suo mignolo che dopo la pallonata presa non
sarebbe più stato lo stesso . "Amo giocare a calcio e penso che sia un modo informale per stare in mezzo ai ragazzi, che è quello a cui sono
chiamata". Ma le sorprese non finiscono qui. Anche l’altra squadra delle ragazze ha una giocatrice particolare:Suor
Monica…presto ve la faremo conoscere, ma se volete vederle in partita, cercatele al campetto di Corso Mazzini! g.s.
L’IDEA DI LORENZO ED ALTRI AMICI: UN GIORNALE PER AMICHIAMOCI
Fratelli nello sport uando in una calda serata di luglio ho partecipato alla riunione organizzativa di Amichiamoci, non immaginavo quanto coinvolgente e impegnativo potesse essere preparare questa manifestazione; è così che al termine dell’assemblea ho pensato di proporre la pubblicazione di un giornale che potesse ulteriormente ampliare gli orizzonti di questo torneo e dare inoltre informazioni tecniche a coloro che partecipano già, per l’occasione dell’inizio di Amichiamoci. Ho così parlato con i membri dello staff e ho poi contattato alcuni potenziali "giornalisti", alcuni hanno declinato l’invito, ma altri hanno accettato con entusiasmo di scrivere qualcosa per contribuire al giornale: scrivendo delle iniziative correlate a questa manifestazione, delle feste e dei tornei. Poi, grazie al grande lavoro del mio amico Andrea e alla disponibilità del parroco di Sant’Agostino, don Matteo Gioia, siamo riusciti ad impaginarlo a nostro avviso in maniera divertente e coinvolgente per il lettore, e in seguito a distribuire ben
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cinquecento copie che sono andate tutte esaurite. La soddisfazione maggiore ci è comunque giunta dai commenti dei presenti che hanno apprezzato molto "L’Eco di Amichiamoci". In molti mi hanno domandato in questi primi giorni di Amichiamoci, come è possibile che lo sport, le partite, uniscano due squadre contrapposte. E anche io me lo sono chiesto per molto tempo, per questo ci ho
tenuto molto al fatto che sul giornale ci fosse un articolo interamente dedicato ai tornei. Lo sport si può appunto vivere in due maniere secondo me: facendo prevalere la rabbia e la voglia di vincere a tutti i costi oppure seguendo un comportamento calmo e riflessivo facendo invece prevalere la voglia di avere nuovi amici, di conoscere nuove persone, di vivere nuove esperienze di cristianità.
Amichiamoci.... IN FOTO
Tornei, festa e preghiera...e non solo
Quest’anno il mio spirito è stato questo, per cui ho deciso che negli spogliatoi mi cambierò sempre con l’altra squadra per capire come viene vissuto Amichiamoci, per confermare la mia tesi che c’è davvero del buono fra noi giovani, che possiamo cambiare il mondo con la pace, ed evitare tanta tensione e tante discussioni, in campo e fuori, anche solo con un sorriso. Lorenzo Corea
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SpecialeAMICHIAMOCI
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LA SETTIMANA DI LIVORNO