IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217
l cammino verso l’incontro ecumenico impegna Icolare dunque ogni cristiano; ma è naturale che un particompito, che una specifica vocazione debba essere riconosciuta anche alle signole comunità locali. A questo proposito sono importanti le parole dell’Arcivescovo di Canterbury, Dott. Ramsey: "Nessuna chiesa locale può rivendicare a sé la lealtà del cristiano se non conducendo al di là di se stessa, alla famiglia universale che rappresenta".
lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo
Una missione di accoglienza, Ecumenismo e Apostolato biblico, 1972
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
20 gennaio 2013
Uniti sotto il segno dell’amore
L’Unità dei cristiani
Nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani l’intervista a padre Ciprian della Chiesa ortodossa romena. «Dentro di sé un cristiano non può non essere ecumenico, aperto agli altri pur essendo nati in un’altra fede, altrimenti la sua vita non potrebbe stare sotto il segno dell’amore» DI
MARTINA BONGINI
In alto: un momento della celebrazione nella chiesa ortodossa romena Qui sopra: padre Ciprian insieme a don Piotr Kownacki, dirrettore del Ce. Do.MEI, ufficio pe rl’ecumenismo e d il dialogo interreligioso
e chiese sono perciò anzitutto chiamate ad accettare la severa sfida di comunicazione che le raggiunge e le condanna là dove in esse le diversità che dovevano essere doni per l’unità sono invece diventate divisioni per le fratture». Queste parole di monsignor Alberto Ablondi ci introducono alla celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; in un momento storico in cui il dialogo sembra essere sempre più difficile, le chiese cristiane di Livorno, come ogni anno si ritrovano per pregare insieme, ma anche per conoscersi e comprendersi nella diversità. Per questo siamo andati ad intervistare il padre della chiesa ortodossa romena a Livorno, padre Ciprian Catalin Calfa.
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Come è nata la chiesa ortodossa romena a Livorno? «L’arcivescovo metropolita della Metropolia ortodossa romena dell’Europa occidentale e meridionale Iosif Espresse, viste e le necessità religiose pastorali e missionarie dei fedeli ortodossi romeni di Livorno e Provincia, sempre più crescenti, decise nel Gennaio del 2007 di fondare l’attuale parrocchia ortodossa romena "San Paisio di Neamt". Il compito di dar vita a questa nuova realtà fu dato al reverendo padre Ioan Sarpe, e in seguito, dall’agosto 2008 è stato chiesto a me di portare avanti questo bellissimo progetto». Come descriverebbe la sua comunità? « È una comunità giovane ed energica, che comprende tutte le categorie d’età. Dico energica perché tutti hanno una grande voglia di mantenere e di non dimenticare le proprie radici. È una bellissima sfida quella di riuscire ad integrarsi pur rimanendo fedeli alle origini. Sta alla nostra natura umana dare risalto ad una cosa nel momento in cui questa si perde (a causa della lontananza del proprio paese nel nostro caso); mi riferisco alle tradizioni, alla lingua, al bisogno di partecipare ogni domenica alla liturgia, di vedere i nostri bambini partecipare al catechismo. I bambini della nostra comunità, ringraziando Dio sono molti, sono loro nostro futuro; l’importanza della loro crescita ed educazione è fondamentale per la società futura, una società che si delinea sempre più cosmopolita, più varia. Per questo dico sempre che siamo tutti responsabili della loro educazione, sia in ambito familiare, religioso e sociale».
Domenica 27 GENNAIO
IL VOTO DEI LIVORNESI A MARIA DI MONTENERO ono passati secoli da quel 27 Gennaio del Sdimenticare 1742, ma i livornesi non vogliono il voto compiuto dai loro
Quali sono, se ci sono, le difficoltà che riscontra la sua comunità? «Essendo una comunità sempre più in crescita, le sue necessità sono sempre più numerose e soprattutto diverse; la speranza è quella, un domani, di avere una chiesa per la nostra comunità organizzata secondo la tradizione e con un orario di apertura quotidiano, per essere così sempre al servizio di chi ne ha bisogno». Questa è la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. Che significato ha per la chiesa ortodossa romena questo momento? «L’ecumenicità della nostra preghiera consiste nel fatto che ognuno di noi porta a Dio e agli uomini come dono, la più bella forma specifica della propria tradizione e di testimonianza della devozione verso lo stesso Dio, mettendo in luce gli aspetti che ci uniscono e non quelli che ci dividono. Dentro di sé un cristiano non può non essere ecumenico, aperto agli altri pur essendo nati in un’altra fede, altrimenti la sua vita non potrebbe stare sotto il segno dell’amore. Noi cristiani dobbiamo pensare all’unità della chiesa perché colui che è il sostenitore dell’universo, e nello stesso tempo, il capo della Chiesa, è Gesù Cristo. L’unità nell’intero universo è sempre più evidente, quanto più la chiamata del redentore Gesù Cristo per l’unità della sua chiesa, deve diventare per noi una chiamata di salvezza. Per questo devo rendere grazie alla chiesa cattolica, per il suo atteggiamento ecumenico nel sostenere la comunità
ortodossa di Livorno che ha bisogno di aiuto per organizzare e rispondere alle esigenze della pastorale dei fedeli ortodossi, cercando di mantenere la loro identità religiosa e allo stesso tempo di integrarsi nella vita della società italiana. Nella cooperazione ecumenica "pratica" non perdiamo la nostra identità, ma la arricchiamo, poiché questa si afferma non isolandosi dagli altri cristiani ma cercando con loro il dialogo. La conoscenza reciproca e la reciproca assistenza sul piano spirituale e sociale sono già fasi di un lavoro per l’unità dei cristiani». Com’è il dialogo con le altre chiese cristiane e con le altre religioni presenti a Livorno? «Abbiamo un buon rapporto con le altre chiese cristiane e le altre religioni, ed è un grande dono per me incontrarmi con loro ed essere presenti agli appuntamenti ecumenici che insieme organizziamo. È sempre un’occasione per approfondire e conoscere l’altro da un anno all’altro». Che cosa si augura per il futuro? «Mi auguro che la nostra comunità possa ritrovarsi nell’immensa gioia che dà la fede, l’amore cristiano ed infine tanta serenità e salute. Mi auguro inoltre che i rapporti costruiti fino ad ora con le altre chiese e le autorità della città possano essere sempre così fruttuosi». IL PROGRAMMA DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI È PUBBLICATO A PAG. VIII
antenati a Maria di Montenero. Dopo il disastroso terremoto che quasi rase al suolo la città, ma che grazie alla protezione della Madonna non provocò vittime, i livornesi promisero infatti alla Vergine che avrebbero ricordato questa data per sempre, posticipando in segno di rispetto le feste del carnevale, partecipando alla Messa solenne in duomo e donando 10 libbre di cera al Santuario per tener viva la fiamma sotto l’immagine di Maria. La diocesi, come ogni anno celebrerà la ricorrenza in due momenti alle 17.30 in piazza Grande, santo ROSARIO e OMAGGIO FLOREALE all’immagine della Beata Vergine Maria (sopra le arcate dei portici lato nord est della piazza) con la collaborazione dei Vigili del Fuoco. alle 18.00 processione verso la Cattedrale, CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta dal Vescovo e OFFERTA DELLA CERA VOTIVA da parte dell’Arciconfraternita di S. Giulia donata dal Comune di Livorno.
TOSCANA OGGI
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
20 gennaio 2013
La parola alle CARITAS PARROCCHIALI
Comunione e Liberazione
Gesù si è fatto povero perché noi poveri fossimo ricchi
Per i 50 anni dal Concilio Vaticano II on la proclamazione de “l’Anno della fede”, Benedetto XVI, ha affermato in modo inequivocabile che la fede non è più un presupposto ovvio – se mai lo fosse stato – ma anche addirittura negato (Porta fidei, 2). Accogliere questo dato che il Santo Padre ci offre è il primo modo per ridestare – non solo per chi è cristiano una coscienza adeguata di quell’avvenimento, che duemila anni fa suscitò il più grande scombussolamento della storia, e che, là dove è vissuto autenticamente provoca continuamente un’ umanità nuova. Non si tratta, tuttavia, di mettere in atto efficaci piani pastorali o strategie. Tutto questo è necessario, ma in ultima analisi, insufficiente, perché manca quel quid essenziale di cui l’uomo contemporaneo ha bisogno per interessarsi nuovamente della fede. J. Carron nel suo intervento all’ultimo Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione osserva: “Per suscitare questo interesse abbiamo un alleato dentro l’uomo di qualsiasi cultura e condizione. Noi sappiamo che il cuore dell’uomo è fatto per l’infinito. E questo desiderio, anche se sepolto sotto mille distrazioni ed errori, è incancellabile. Rimane in lui l’attesa di un compimento. Perché nessun «falso infinito» ? per usare un’espressione di Benedetto XVI ?, con cui tante volte identifica il suo compimento, riesce a soddisfarlo. «Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso? Cosa potrà dare l’uomo in cambio di sé?» (Mt 16,26). A questa attesa, però, non può semplicemente rispondere una dottrina, un insieme di regole, una organizzazione, ma piuttosto l’avvenimento di una umanità diversa. Come disse don Giussani durante il Sinodo sui laici del 1987, «ciò che manca non è tanto la ripetizione verbale o culturale dell’annuncio. L’uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata. È un impatto umano che può scuotere l’uomo di oggi: un avvenimento che sia eco dell’avvenimento iniziale, quando Gesù alzò gli occhi e disse: “Zaccheo, scendi subito, vengo a casa tua”». Allora come oggi, solo una creatura nuova, un testimone di una vita cambiata può suscitare di nuovo la curiosità per il cristianesimo: vedere realizzata quella pienezza che uno desidera raggiungere, ma non sa come.” Con questa consapevolezza il movimento di Comunione e Liberazione - rispondendo all’invito del Consiglio Presbiterale che sollecita le Aggregazioni Laicali a presentare i documenti conciliari - intende promuovere una serie di incontri che possano aiutare ha riscoprire questo interesse per una possibilità di vita cambiata.
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Il primo incontro si terrà 18 gennaio ore 21.15 presso l’Auditorium Fondazione San Carlo Borromeo (via Lopez, 44 – Livorno) come introduzione alla conoscenza del decreto Ad Gentes. Interverrà Riccardo Lucchesi responsabile del Movimento di Comunione e Liberazione di Livorno. Il secondo appuntamento sarà il 25 gennaio ore 18.00 presso la sala conferenze di Villa Henderson via Roma. Interverrà Sua Eccellenza Mons. Luigi Negri Arcivescovo di Ferrara che terrà una Lectio Magistralis sulla costituzione Gaudium et Spes e sul decreto Ad Gentes. Il terzo appuntamento il 23 marzo, si terrà un concerto con Martino Chieffo (figlio del cantautore Claudio Chieffo recentemente scomparso) che ripercorrerà significativamente, attraverso letture e canti del padre, il decreto Ad Gentes (data e luogo da concordare). Per Comunione e Liberazione Andrea Capaccioli
Fondata dal Beato Antonio Federico Ozanam (di cui quest’anno ricorre il 200° anniversario della nascita), la Società di San Vincenzo De Paoli ha conosciuto una nuova vita, dopo un lungo periodo di inattività, grazie all’impegno dei volontari della Caritas parrocchiale e del parroco don Luca Bernardo Giustarini a carità è una delle basi su cui si fonda la dottrina della Chiesa spiega don Luca - non è certo un’attività opzionale, anche se purtroppo, a volte, lo diventa. San Vincenzo De Paoli lo aveva capito molto bene: dopo essersi dedicato a lungo all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano della flotta navale e apostolo della carità in mezzo a poveri, malati e sofferenti, materiali e spirituali, lottando per i diritti degli umili contro i soprusi dei potenti del suo tempo, arrivando a fondare i Preti della Missione e le Figlie della Carità. Per la sua dedizione agli ultimi e per le sue predicazioni può essere considerato uno dei fondatori di quella che potrebbe essere definita una “teologia” della Caritas. Non possiamo dimenticare che, come scrive San Paolo, “Gesù da ricco che era si è fatto povero perché noi poveri fossimo ricchi”, dandoci così un grande insegnamento di umiltà. Il nostro grande impegno è proprio quello di riconoscere il volto di Cristo in ogni povero». Negli anni immediatamente precedenti vi era un gruppo
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composto da alcune volontarie laiche, conosciute come “Dame della Carità”, e il servizio di raccolta e distribuzione dei viveri era affidato al parroco don Andrea Rossi, predecessore di don Luca, il quale aveva anche iniziato un servizio di visita domiciliare, fondando il gruppo “Don Fedele”. «Avvalendoci dell’esperienza di tutti questi operatori continua don Luca - abbiamo potuto dare nuova vita a quella che oggi è una Onlus, “il Gruppo di volontariato vincenziano”, alla cui porta bussano circa 250 persone, per la maggior parte livornesi. Purtroppo la povertà si presenta sotto varie forme, che chiedono un sempre maggior impegno da parte di tutta la
società: anziani che non arrivano alla fine del mese con la pensione, famiglie che hanno perso il lavoro e la casa, persone malate… E, insieme a loro, tantissimi bambini. Per non lasciare a dormire in automobile, in roulotte o per strada alcune famiglie con i piccoli, abbiamo adibito una vecchia foresteria ad abitazione, ricavandone sei stanze per altrettante famiglie con una cucina in comune. Purtroppo il povero fa paura, crea in noi un “terrore” inconscio difficile da gestire e da affrontare: ma proprio per questo dobbiamo impegnarci maggiormente, perché questo è ciò che ci chiede Cristo». La distribuzione del pacco alimentare, con i contributi di Agea e Banco Alimentare, avviene l’ultimo venerdì del mese dalle 14.30; hanno diritto al pacco tutti coloro che presentano una dichiarazione ISE non superiore alla soglia prevista, di comune accordo, con la Caritas diocesana (all’incirca 7000 euro), mentre il Centro Ascolto è aperto tutti i martedì per l’intera mattinata (in alcuni casi apre addirittura
due volte per la quantità eccezionale di richieste). Attualmente è in progetto l’organizzazione, almeno per tre volte all’anno, di “pranzi comunitari” con l’aiuto della Misericordia di Montenero, uniti a momenti di preghiera. Perché è importante non solo “dare” il pacco, ma anche offrire assistenza spirituale e morale per il recupero delle persone in difficoltà, principi basilari promossi dallo stesso San Vincenzo e dal Beato Ozanam. «Purtroppo dobbiamo adattarci alla situazione che stiamo vivendo: a causa di una classe politica senza scrupoli e interessata solo al proprio ritorno economico e sociale, stiamo vivendo un’epoca simile a quella del dopoguerra, con l’affacciarsi di realtà che un tempo pensavamo essere solo “roba da Terzo mondo”; e nonostante tutto, da chi ha in mano potere politico ed economico, non arriva nemmeno un segno di conversione, nessuna riduzione di privilegi e di stipendi! Ma noi dobbiamo farci forti dell’insegnamento di Gesù, e non mollare mai». Fabio Figara
SI È’ CONCLUSA LA MANIFESTAZIONE «NATIVITÀ’ NELL’ARTE» A MONTENERO
La nascita di Gesù ispira gli artisti Per l’edizione 2012 sono stati registrati moltissimi visitatori ei giorni delle festività natalizie il Santuario di S. Maria delle Grazie ha visto l’affluenza di molti devoti, ma anche di curiosi e di appassionati d’arte, pronti ad ammirare le installazioni e le sculture partecipanti all’edizione 2012 di “Natività nell’Arte”, la mostra inaugurata il 15 dicembre e terminata sabato 12 gennaio. «La mostra ha dato l’opportunità agli artisti di esprimersi sul tema della Natività, con le loro opere visive e le loro installazioni; e visto l’alto livello di maestria dei partecipanti, abbiamo infine deciso di non assegnare un “primo premio”, in quanto sarebbe stato veramente riduttivo». A parlare è Francesco Lamacchia, presidente dell’Associazione LA FUNICOLARE, che da sempre organizza la manifestazione in collaborazione con
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i Monaci del Santuario e con il Patrocinio della Circoscrizione 5 del Comune di Livorno. Molti gli artisti partecipanti: Marco Bedon, già primo classificato per due edizioni del Premio “Città di Livorno” e
finalista nella mostra “Cento Presepi” a Roma; Marilinda Bria, esperta di lavorazione di ceramica e bronzo; Olinto Cioni, con la sua installazione in metallo; Beatrice De Laurentiis, con la sua terracotta patinata; Sonia Finocchietti; Floriana Gerosa, esperta nei lavori con la creta; Bruno Florio; Antonio Gorini, intagliatore; Edoardo Luchini, appassionato di lavori con la cartapesta; Piero Mochi; Simone Malizia; Arturo Molinari, esperto di lavorazioni sul bronzo; Gianfranco Pellegrini, Elena Roncoli e Roberto Saviozzi. Tutte le fotografie delle opere sono visionabili sul sito: monteneronativita.blogspot.it F.F.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
NOMINATO il commissario
A Paolo Padoin le redini della Misericordia
Alla presenza del presidente nazionale e regionale dell’Arciconfraternita e del vescovo di Livorno è stato presentato il nuovo commissario della società di viaVerdi
DAL 2010 A OGGI
ppena diffusa la notizia si è scatenato il toto nome ed i Media negli ultimi giorni ne hanno fatti tanti. È Paolo Padoin il Commissario della venerabile Arciconfraternita della Misericordia, nominato come da statuto, su richiesta unanime di dirigenti e soci confratelli per placare le discordie che si erano create negli ultimi anni sulla gestione di questa istituzione cittadina (a fianco potete leggerne la storia ed il resoconto delle ultime vicende). Padoin, ex prefetto di Firenze, che resterà in carica per 12 mesi, è stato ufficialmente presentato nella sede di via Verdi, dal Presidente nazionale delle Misericordie Roberto Trucchi e dal responsabile delle Misericordie toscane, Alberto Corsinovi, insieme al vescovo monsignor Simone Giusti. La presenza del Vescovo in particolare, ha significato quanto la persona del nuovo commissario sia gradita anche a livello ecclesiale e come la diocesi di Livorno intenda investire sulla Misericordia, che per sua natura si caratterizza proprio come espressione religiosa del servizio civile e caritativo. «Vorrei come vescovo, come Diocesi – ha detto monsignor Giusti durante la presentazione e l’insediamento del nuovo commissario – veder rafforzata la caratteristica di ecclesialità della Misericordia, e constatare che i servizi offerti siano sempre più in sinergia con quelli della Caritas diocesana, in uno spirito di servizio e volontariato come è proprio della natura di questa Istituzione; inoltre mi piacerebbe che diventassero sempre più forti i legami con il territorio e di conseguenza con le parrocchie: un rapporto che mi sembra indispensabile per recuperare anche l’interesse delle nuove generazioni e instradarle sulla strada del servizio al prossimo». Nel suo intervento il neo commissario ha parlato della sua quarantennale esperienza di Prefetto come uomo a servizio dello Stato per diventare ora uomo a servizio della Misericordia. Per il suo lavoro è stato spesso chiamato ad assumersi delle responsabilità laddove altri settori dello Stato non lo facevano quindi anche alla Misericordia non si esimerà dal prendere le decisioni giuste dopo aver ascoltato coloro che la vivono sia come dipendenti che come volontari. Padoin ha conosciuto molto bene le Misericordie nella sua esperienza di Prefetto dopo il terremoto di San Giuliano in Molise e come Prefetto di Firenze. Padoin è consapevole dei grossi tagli che si sono verificati nel sociale per cui si adopererà per gestire la Misericordia nel modo migliore possibile. Già nella giornata di mercoledì sarà a Livorno per iniziare a gestire operativamente l’Arciconfraternita. c.d.
ficoltà del mondo del volontariato l’allora Preposto Giovanni Giannone rassegnò le dimissioni e venne quindi avviato il processo elettorale che vide scontrarsi due liste con linee di pensiero diverse sulla gestione della Misericordia. Alle elezioni si arrivò con un clima piuttosto teso, situazione che non cambiò neanche dopo la diffusione dei risultati. Il clima di tensione continuò ma nel frattempo da entrambe le parti venne avviato un dialogo finalizzato al tentativo di trovare una conciliazione per il bene della Misericordia. I numerosi contatti dettero come risultato la proposta di dar vita ad un Magistrato, che è il consiglio di amministrazione della Misericordia, che fosse espressione di entrambe le componenti. All’inizio dell’estate del 2011, dopo le dimissioni del Magistrato in carica, si tennero nuove elezioni con un’unica lista. Il tentativo però non ha dato buon esito tanto che le divergenze tra i membri del Magistrato sono
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CHI È PAOLO PADOIN aolo Padoin è nato il 25 gennaio 1947 a dove ha compiuto tutti i suoi studi fino PallaFirenze, laurea in Giurisprudenza, conseguita nel 1969. E’ procuratore legale, avendo conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione nel 1972. E’ coniugato con Lucia Lazzerini, professore ordinario di filologia romanza all’Università di Firenze. Ha svolto per un anno pratica legale ed è stato poi assunto dalla Fondiaria Assicurazioni di Firenze. Nel 1972, vincitore di pubblico concorso per funzionario della carriera direttiva nell’Amministrazione civile dell’Interno, ha iniziato il servizio presso la Prefettura di Arezzo; successivamente ha svolto le funzioni di dirigente
20 gennaio 2013 Nella foto: da sinistra Paolo Padoin, Alberto Corsinovi responsabile delle Misericordie toscane; RobertoTrucchi Presidente nazionale delle Misericordie e il vescovo Giusti
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Un po’ di storia sull’Arciconfraternita
NATA PER AIUTARE IL PROSSIMO
LA SITUAZIONE ATTUALE E IL PERCHÉ DEL COMMISSARIAMENTO el 2010, dopo numerose N grida di allarme lanciate sulla situazione di grave dif-
provinciale della protezione civile, capo di gabinetto e viceprefetto vicario nella Prefettura di Firenze e nel Commissariato del Governo del capoluogo toscano. Nel 1992 il Ministro dell’Interno gli ha conferito l’incarico di Commissario per l’istituzione della nuova provincia di Prato. Nominato prefetto nel 1993 e destinato al Ministero dell’Interno, presso l’Ufficio legislativo, ha ricoperto gli incarichi di Responsabile dei servizi informatici, di Direttore centrale degli istituti di istruzione della Polizia di Stato e di Direttore centrale del personale dell’ Amministrazione civile. Nel maggio 1997 è stato nominato prefetto di Pavia, dal giugno 2000 al febbraio 2003 è stato prefetto di Pisa, dal febbraio al dicembre 2003 prefetto di Campobasso (dove ha affrontato i problemi dell’emergenza post-terremoto che ha
state tali da far decadere il Magistrato a causa delle dimissione della maggioranza dei componenti. La fratellanza ha quindi richiesto, secondo lo Statuto, ai vertici regionali e nazionali delle misericordie e al Vescovo di Livorno che venisse nominato al più presto un commissario (un delegato della Confederazione Nazionale delle Misericordie) che governasse la Misericordia di Livorno piuttosto che rischiare le ennesime e laceranti elezioni. Le Misericordie italiane sono del tutto autonome tra loro ma per migliorare il proprio servizio hanno dato vita all’inizio del 1900 a una Confederazione Nazionale che avesse lo scopo di coordinare le attività delle confraternite. L’attuale presidente è Roberto Trucchi. Negli ultimi anni poi, a seguito delle numerose riforme federaliste del nostro Paese, anche le misericordie si sono dotate di nuove strutture come la Conferenza Regionale delle Misericordie che attualmente è presieduta dall’Avv. Alberto Corsinovi. G.T.
colpito San Giuliano di Puglia e altri comuni della zona), dal dicembre 2003 al marzo 2008 è stato prefetto di Padova, dal marzo 2008 all’agosto 2010 prefetto di Torino, dall’agosto 2010 al marzo 2012 prefetto di Firenze.Vincitore di concorso internazionale per funzionario presso l’U.E. nel 1979, ha prestato servizio dal 1980 al 1984 quale amministratore presso la Commissione dell’Unione europea a Bruxelles, occupandosi delle questioni relative alla libera circolazione delle merci e alla prestazione dei servizi. Nel 1984 ha dato le dimissioni dall’U.E., tornando alla Prefettura di Firenze. È autore di numerose pubblicazioni.
a Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Livorno è un’associazione di fedeli laici della Chiesa Cattolica fondata il 19 aprile del 1595 sull’esempio della Misericordia di Firenze. Scopo della Misericordia è di quello di dare sostegno il prossimo avendo come base l’insegnamento evangelico delle Opere di Carità sia spirituali che corporali. A costituirla sono stati cinque popolani che secondo la tradizione si sono riuniti una sera di aprile nell’osteria di don Antonio d’Austria per discutere dell’increscioso fatto di un mendicante morto in mezzo alla strada e lì abbandonato. Fu in questa occasione che fu deciso di costituire una gruppo organizzato di cittadini che, in modo volontario, si occupasse di soccorrere ed eventualmente di occuparsi dei corpi dei defunti anche dando loro una degna sepoltura. Dal 1595 la “Fratellanza”, così si chiamano il corpo dei soci della Misericordia, ha dato alla Città di Livorno un enorme sostegno quando questa era sempre agli albori (Livorno fu dichiarata città nel 1606). Molti cittadini di ogni estrazione culturale e sociale hanno dedicato il proprio tempo all’aiuto del prossimo nel più totale anonimato in modo che non potessero ricevere meriti nella vita terrena ma facendo tutto nel segreto del proprio cuore secondo quanto scritto nel Vangelo (Matteo 6-1,4). Da ricordare che la Misericordia realizzò in città numerosi ospedali rivolti a dare assistenza a tutte le fasce di popolazione, anche per coloro che vivevano a margine della società come poveri, stranieri e detenuti. Altro servizio importante era quello dell’accompagnamento dei condannati a morte al patibolo dando loro un adeguato sostegno spirituale. L’accompagnamento veniva effettuato anche con un grande Crocifisso che viene tutt’ora custodito nella Chiesa di Via Verdi. L’ultimo servizio di accompagnamento è stato effettuato il 9 aprile 1854 in occasione dell’ultima condanna alla pena capitale avvenuta a Livorno. L’antica sede sorgeva in via San Francesco all’angolo con Largo Duomo, oggi viene ricordata con una lapide a cui viene apposta una corona di fiori con una cerimonia ogni 29 di agosto in occasione del Santo Patrono San Giovanni Decollato. Questa sede fu distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, per cui fu necessario individuare un’altra sede. La Nazione Britannica venne quindi in aiuto donando l’area circostante il Cimitero Anglicano e la loro chiesa che venne poi consacrata da Mons. Piccioni come chiesa cattolica. Sorgeva quindi l’attuale sede posta in via Verdi, 63. G.T.
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TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
20 gennaio 2013
Agenda del VESCOVO
VENERDÌ 18 GENNAIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 17.00 ai Salesiani, apertura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 18.30 in vescovado, incontro con i cresimandi i genitori ed i catechisti SABATO 19 GENNAIO 8.00 pellegrinaggio mensile diocesano al Santuario di Montenero, a seguire S. Messa 18.30 S. Messa in occasione della festa patronale alla chiesa di San Sebastiano
Diocesi informa
DOMENICA 20 GENNAIO 10.00 alla chiesa della Seton, incontro con i genitori dei ragazzi del catechismo 11.00 S. Messa in occasione della visita pastorale al II vicariato alla chiesa della Seton 15.00 il Vescovo saluta i bambini all’istituto Santo Spirito in occasione della Giornata per l’Infanzia Missionaria 16.00 incontro dal titolo "Esperienza della fede nei Vangeli" organizzato dalla comunità dei Figli di Dio
Giovedì 17 GENNAIO PIETRE D’INCIAMPO Memoria della deportazione degli ebrei a Livorno Il giorno 17 gennaio, alle ore 16.00, la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Livorno hanno organizzato una fiaccolata in memoria degli ebrei livornesi deportati durante la seconda guerra mondiale. La fiaccolata partirà da Piazza del Municipio. Durante la fiaccolata, che si snoderà nella vie del centro cittadino, verranno collocate quattro "pietre di inciampo". Le "pietre di inciampo" sono state ideate dall’artista tedesco Gunter Demning, che sarà presente alla manifestazione, per ricordare in Europa tutti i deportati nei campi di concentramento. "L’inciampo" serve appunto a fermarsi a riflettere su quanto è accaduto in Europa in quegli anni. Sono ormai più di 22.000 le "pietre di inciampo" già collocate in Europa, presso i luoghi dove vivevano le vittime prima dell’arresto. La fiaccolata si concluderà presso la sinagoga alle ore 18.00 con la cerimonia conclusiva
LUNEDÌ 21 GENNAIO 18.30 alla chiesa della Seton, incontro con i catechisti, in occasione della visita pastorale al III vicariato MARTEDÌ 22 GENNAIO Nella mattina, udienze clero in vescovado MERCOLEDÌ 23 GENNAIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 15.00 visita al laboratorio di vetro strutturale all’Università di Pisa 20.00 incontro con il consiglio d’amministrazione dell’IDSC GIOVEDÌ 24 GENNAIO 9.30 incontro con il clero giovane in vescovado 16.00 S. Messa alla chiesa di S. Giuseppe in Ospedale, in occasione dell’anniversario di morte del prof. Massimo Ceccarini VENERDÌ 25 GENNAIO 7.30 S. Messa per la festa della conversione di San Paolo, presso la Casa delle figlie di S. Paolo in via Corcos 16.00 al Calambrone, convegno catechistico regionale SABATO 26 GENNAIO 9.00 al Calambrone, convegno catechistico regionale 11.30 Levata del Bambino, alla chiesa di S.Andrea Apostolo DOMENICA 27 GENNAIO 11.00 S. Messa e visita alla comunità eucaristica alla chiesa di S. Jacopo 17.30 S. Messa per la festa del voto, in cattedrale
Libri da LEGGERE
25 e 26 GENNAIO Commissione Regionale Toscana per la dottrina della fede e la Catechesi Seminario di studio degli uffici catechistici della Toscana
Giovani e Vangelo: un incontro ancora possibile Costruire comunità cristiane accoglienti e significative: per un nuovo annuncio della fede ai giovani Venerdì 25 Gennaio e Sabato 26 gennaio al Centro Regina Mundi al Calambrone
di Mo.C.
Goldstein P. – La ragazza di Sighet. Da Auschwitz alla California: una storia di speranza- Ed. Paoline, pp. 298, euro 17,00 Nel 1960 Hindi Roth Bart, mentre viveva in California insieme a molti deportati sopravvissuti, ha deciso di parlare della propria esperienza nei campi di concentramento, un passato che fino ad allora teneva chiuso dentro di sé, ma che esce poi con una tale violenza a causa delle emozioni violente vissute nella deportazione. Aiutata dalla coautrice Goldestain, ci narra la sua storia a partire dal 1939 quando il mondo sembrava impazzito e nel 1942 la guerra entrò ferocemente anche nella sua casa in Transilavania. Suo padre e due dei suoi fratelli, furono segregati nei campi di lavoro e la maggior parte della sua famiglia fu soppressa insieme ad altri sei milioni di persone. Ad Auschwitz fu abbinata al numeroA-7666 e per mesi fu trattata “peggio di un animale”. Attraverso le sofferenze, essa ha imparato il significato della parola tolleranza, compassione, e ha percepito la potenza che risiede in ciascuno e la straordinaria importanza della famiglia nella nostra vita e “ha realizzato che la felicità è solo uno stato mentale transitorio e che Dio ci ha dato gli strumenti per usufruirne qualunque sia la condizione in cui ci troviamo”.
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: segreteriapastorale@diocesipistoia.it 0573/976133 (dal martedì al sabato ore 9.30-12.00)
BREVI DALLA DIOCESI
Incontro Diaconi SABATO 26 GENNAIO ALLE 16.00 Nel salone della parrocchia di S.Croce a Rosignano Solvay, incontro di confronto sui n. 1-3 della Gaudium et Spes a “50 anni dalla sua promulgazione”; “Il Vaticano II oer una Chiesa a servizio del mondo”
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO ....
Il Vescovo del Concilio asce a Genova il 16 agosto 1900, ordinato sacerdote nella Basilica lateranense il sabato delle Tempora di Avvento 1922. Al Pontificio istituto Biblico consegue la licenza in Scienze Bibliche nel 1924. A Genova dal 1924 al 1934 è Vicario cooperatore nella Parrocchia di S.Fruttuoso. Insegnante di Storia ecclesiastica e Sacra Scrittura nel Seminario. Dal 1926 curò l’assistenza spirituale e culturale ai giovani del circolo degli universitari cattolici genovesi. Fu Assistente FUCI del circolo maschile. Nel 1934 Vice Assistente Centrale FUCI. Nel 1941 fu Canonico teologo della Chiesa Metropolitana di Genova. Nel 1943 fu Vice Assistente centrale del movimento Laureati di AC e nel 1955 Assistente Centrale dello stesso movimento. Contribuì alla formazione della cultura religiosa di molte generazioni di studenti e futuri professionisti. Assistente di Pax Romana, Consulente ecclesiale del Comitato Docenti Universitari e Membro della Commissione per l’Apostolato dei laici. Nel 1948 venne insignito del titolo di Prelato domestico di Sua Santità. Fu eletto vescovo di Livorno da Giovanni XXIII il 27 aprile 1962, consacrato nella Cattedrale di Genova dal Card. Siri il 31 maggio. Fece il suo ingresso a Livorno il 1 luglio 1962. Nei giorni precedenti la consacrazione, esprimendo la sua ansia di fronte al nuovo incarico, aveva scritto fornendoci un grande esempio di disponibilità alla volontà del Padre: Gesù mi ha chiamato questa volta in una maniera precisa … Chi sa che non sia la svolta della mia vita ! Gesù mi ha chiesto di lasciare tutto ciò che facevo,ciò a cui aspiravo… per fare cose che più mi pesano , mentre a volte mi sento stanco.. Questa è l’occasione per dire un bel sì al Signore volentieri,non stentato. Il Signore mi darà almeno Lui forza, coraggio, saggezza, amore energia…. Mi
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La sua grande passione e capacità per la comunicazione, indusse monsignor Guano a riaprire il settimanale diocesano «La Settimana» per tenersi in contatto con tutta la Diocesi dalla quale doveva restare lontano a causa della malattia
vuole a lavorare alle cose sue , per la Gloria del Padre , per la salvezza e la pace degli uomini, mi vuole per fare …la Chiesa di Livorno .. mi vuole a pregare con Lui . Come motto per il suo stemma scelse Gloria Deo - Pax Hominibus: Questo è stato anche il titolo della sua prima lettera pastorale ai Livornesi che concludeva con queste parole: Ora il mio primo pensiero e il mio primo servizio non potrà
che essere per voi, per questa Chiesa di Livorno… che ora Egli affida a me come sposa…per la quale Egli vuole che io mi doni: questa Livorno che ha, lo so, i suoi gravi problemi che destano non poche ansie e preoccupazioni in non pochi di voi….ma che ha insieme la vivacità del suo temperamento…che vive attivamente attorno al suo porto,che ha una storia gloriosa… che ospita degnamente un ambiente di studio e di
Le parole della FEDE ...CREDO IN UN SOLO SIGNORE GESÙ CRISTO, UNIGENITO FIGLIO DI DIO, NATO DAL PADRE PRIMA DI TUTTI I SECOLI... Continuiamo la spiegazione del Credo, attraverso la riflessione di don Edoardo Medori nnanzitutto credere nel “Signore”, significa credere in un Sovrano; al Dio IDioche è sempre esistito, appartiene questo titolo. solo è in se stesso la pienezza dell’essere, Egli è colui che è senza origine e senza fine: questa è la nostra fede; io credo, noi crediamo! Credo in Gesù Cristo, nato dal Padre prima di tutti i secoli: qui si afferma che per l’uomo c’è una bellissima notizia, quale? Che è arrivato Gesù! Gesù Cristo, figlio del Dio vivente. Questa promessa di mandare Gesù, Dio l’aveva fatta ad Abramo, quindi si perde nei secoli, ma viene realizzata in un tempo ben preciso: quello del re Erode e dell’imperatore Cesare Augusto. Gesù quindi è un figlio umano a tutti gli effetti, perché nasce da donna ed è anche una verità storica, perché egli nasce sotto la legge, ed il suo compito è quello di riscattarci dal peccato e renderci figli adottivi di Dio stesso. E come sappiamo che Gesù Cristo è il figlio di Dio? È Dio stesso che ce lo dice. Quando? Nel giorno in cui Gesù riceve il Battesimo nel fiume Giordano; si spalancano i cieli e Dio Padre fa sentire queste parole: “Questi è il mio figlio prediletto”. Egli è dunque l’unico, l’unigenito, colui che è davvero figlio di Dio, che lo conosce in una relazione unica ed eterna con Lui. Questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù Nostro Signore. Amen. don Edoardo Medori
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preparazione quale l’Accademia Navale. Aveva una grande facilità di parola e di comunicazione. Nel 1963 scrive ripresa del Concilio e invito alla Pasqua. Nel 1964 Tempo di Rinnovamento, nel 1965 Incontro della famiglia Cristiana con Dio Padre. Altri scritti: la Parola di Dio nella Chiesa; In monte Domini, Riflessioni sulla Pasqua, Natale fra disperazione e speranza. Nel 1966 la lettera pastorale "Nello spirito del Concilio". Nel 1966 riapre il giornale "La Settimana" affidandone la direzione a Don Roberto Angeli. Ha molto amato il settimanale diocesano e non mancava di scrivere un articolo ad ogni numero. In tal modo riusciva a tenere il contatto con la Diocesi dalla quale doveva tenersi lontano a causa della malattia. Anche durante i periodi di degenza a Genova o durante le sedute del Concilio al quale presenziò autorevolmente si teneva in contatto con i suoi collaboratori e con il suo Vicario generale mons. Amedeo Tintori. A causa del progredire della malattia nel 1966 chiese al Santo Padre l’aiuto di un vescovo Ausiliare. Gli fu inviato mons. Ablondi che arrivò a Livorno il 16 agosto. come coadiutore con diritto di successione e Amministratore apostolico sede plena. In quella occasione confidò al suo Vicario: Continuerò ad essere vescovo di Livorno ,pur essendo totalmente sollevato dalle responsabilità di governo della diocesi. La malattia andò aggravandosi e il 20 settembre volle ricevere l’unzione degli infermi, circondato da familiari ed amici e da una rappresentanza del suo clero e del laicato livornese. Morì a Genova il 26 settembre 1970. I funerali vennero celebrati a Genova nella Cattedrale di cui era stato Canonico dal card. Siri e poi a Livorno. A Livorno vi parteciparono tre Cardinali (Florit, Pellegrino, Roy), quindici vescovi da tutta Italia, clero, personalità e tanta folla commossa, stretta intorno al feretro in un silenzio impressionante. Volle essere sepolto nel cimitero della Misericordia a Livorno, nel campo dei bambini. a cura di Maria luisa Fogolari
I nostri VESCOVI
MONS.EMILIO GUANO TREDICESIMO VESCOVO DI LIVORNO .....
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IL PROGRAMMA
La festa di don Bosco 18 GENNAIO ALLE 21.00 Presso il teatro dei Salesiani incontro dal titolo: "La crisi: un buon motivo per dimenticare i giovani?" relatore don Domenico Ricca 23 GENNAIO 18.30-22.00 Al Teatro dei Salesiani "La politica? Una testimonianza: La Pira. Cercasi uomini per il bene comune", relatori prof. Mario Primicerio, prof. Emanuele Rossi. Conferenza, buffet, dibattito 26 GENNAIO ALLE 15.00 All’Oratorio dei Salesiani, "Un mondo di giochi"(elementari e medie); alle 21.00 nel teatro "Spettacolo di varietà" condotto dai giovani 27 GENNAIO ALLE 10.30 Solenne celebrazione 15.00 tornei di basket (Salesiani), calcetto (Ist. Santo Spirito), per i giovani dai 14 anni 28 GENNAIO 21.00 Teatro 4 Mori "Storie per vivere", musical realizzato dai giovani dell’oratorio S.Spirito 31 GENNAIO 9.00 In cattedrale, concelebrazione presieduta dal Vescovo mons. Simone Giusti CONCORSO FOTOGRAFICO 2 Categorie: "Don Bosco ha i miei occhi"( Don Bosco oggi) e "Don Bosco ai miei occhi" (dove o come trovo Don Bosco) Consegna delle foto entro e non oltre il 20 Gennaio
A Valle BENEDETTA Nel corso delle feste natalizie il gruppo delle catechiste ha organizzato una serie di eventi. E non solo enti di novità a Valle Benedetta per il gruppo di don Cristian V Leonardelli, parrocco di S. Giovanni Gualberto dallo scorso ottobre: una riorganizzazione completa delle attività parrocchiali, a cominciare dal catechismo per i bambini e dai gruppi d’incontro per le famiglie con catechesi per gli adulti, un progetto (in cantiere) per un piccolo Centro ascolto Caritas e molto altro. Le volontarie hanno recentemente animato le giornate di festa con una serie di appuntamenti, culminati, un po’ in anticipo, con la “Festa della Befana” il pomeriggio del 5 gennaio. «Nel corso delle festività natalizie abbiamo organizzato molte iniziative spiega Stella Ugazzi, catechista e una delle organizzatrici della manifestazione - per l’Epifania è comparsa all’improvviso la “nostra” Befana attraversando il bosco, e l’abbiamo aiutata a salire su una vecchia Bianchina, di fronte allo stupore dei bambini accompagnati da genitori, da nonni e da zii: abbiamo così seguito “la vecchina” fino al piazzale antistante la chiesa, dove ha raccontato una storia e ha distribuito una settantina di calze piene di dolcetti, per poi condividere il banchetto a base di panettone , pandoro, aranciata e coca cola preparato appositamente per l’occasione: vedere i volti felici e stupiti dei bambini della Valle ha rappresentato per noi una gioia indescrivibile». Un’occasione, non solo per i bambini, ma per tutta la gente della zona, di ritrovarsi e di scambiare idee e progetti per il nuovo anno. Tutte le attività della Parrocchia e del gruppo di Valle Benedetta sono visionabili collegandosi alla pagina facebook “parrocchia S.G. Gualberto di Valle Benedetta” (www.facebook.com/ParrocchiaValleBe nedetta). F.F.
Il giorno dedicato a GIADA MENICAGLI
Quella ragazza che parla ai cuori Nel 10° anniversario della sua nascita in Cristo enerdì 4 gennaio, alle 17.00, la famiglia, gli amici e i conoscenti di Giada Menicagli si sono riuniti presso la Chiesa della Sacra Famiglia di Shangay con tutta la comunità e con molte persone della diocesi di Livorno, per la celebrazione della Santa Messa, in memoria della sorella in Cristo: una ragazza solare che ha amato la vita affidandosi totalmente a Dio e che durante la sua malattia ha trasmesso la propria fede ai sofferenti in cammino con lei. Giada rifletteva e riflette ancora la luce del Signore, donava amore perché lei stessa provava un grande amore per Gesù Cristo. Durante la sua breve ma intensa e significativa vita, si domandava spesso: “Cosa vuole che io faccia il Signore?”. Vedendo la comunità di Shangay così unita nella sua memoria, vedendo la chiesa affollata da amici di ogni città, che hanno conosciuto Giada attraverso i libri “Schegge” e “La tua Sindone”, vedendo i rappresentanti dei gruppi di preghiera dei carcerati e tutte quelle persone che non l’hanno conosciuta direttamente, ma che hanno sentito parlare del suo carisma, della sua dolcezza e si sono avvicinati a dato un senso vero alla sua vita. Dio grazie a lei, abbiamo già una risposta Ricorda ancora: - Giada ha accettato di definitiva alla sua umile domanda: essere vivere in Cristo, noi abbiamo vissuto 10 testimone di Cristo, essere la luce di Cristo anni fa la sua nascita in Cristo, eravamo per la gente nella vita di tutti i giorni. qua, lei era qua splendente di luce… La messa è stata celebrata dal fratello don ancora ci ritroviamo tutti gli anni per Fabio, concelebrata ringraziare del dono dal parroco don Piotr che il Signore ci ha «Giada rifletteva e riflette Kownacki e Padre fatto per averci dato ancora la luce del Signore, Michele Siggillino, il un esempio. Giada è padre spirituale dei donava amore perché lei stessa nella gioia come 10 carcerati. I carcerati, gli anni fa, contenta di provava un grande amore amici di Giada, coloro avere incontrato il suo per Gesù Cristo» ai quali lei ha portato Cristo , il suo Gesù. la Parola e per i quali Al termine della lei è la luce e il mezzo per arrivare a Dio. celebrazione il parroco don Piotr ha Don Fabio durante l’omelia ha dato un aggiunto che l’amore di Giada verso Cristo messaggio a tutti i cristiani, un messaggio porta nella comunità una luce di speranza di pace, un messaggio d’amore, un e che la presenza di Giada è sentita in messaggio di speranza. parrocchia. Per noi è una santa - affermaSiamo riuniti qui spinti dall’amore di prega con noi tutto il giorno in questa Giada, uniti dall’amore in Cristo - dice don comunità, qui con noi per sempre. Fabio – il cristiano, che ha incontrato Gesù e che lo ama, ama tutti, anche chi non DAL SUO DIARIO capisce la sua missione. Continua Come non possiamo ricordare, infine, ciò affermando che la fede di Giada è partita che Giada stessa scrisse nel suo diario:- Chi proprio dalla chiesa della Sacra Famiglia mi ama sarà amato dal Padre mio e anche ed è per questo che la comunità deve fare io lo amerò e mi manifesterò a luiesperienza di Cristo per dimostrare un atto E’ proprio un dono d’Amore di Cristo per d’amore verso il prossimo. E Giada è stata tutti noi. Magari perchè ci Aspettiamo una vera testimone di Cristo, testimone Qiualcosa di Meglio, o quello che per tanti bambini, per don Fabio stesso, vogliamo. Potremmo anche raggiungere anzi per lui è una santa, una santa perché tale traguardo, ma non sarà mai quello più testimone dell’amore di Cristo, che ha edificante. Potremmo anche non
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raggiungerlo affatto e soffrirne. Che cosa accade se sbagliamo? Il Signore, nella sua grande Misericordia, spesso cerca di usare i nostri errori per farci arricchire. E’ allora importante rispondere "sì", anche se non è un progetto immediato. Esso è comunque dono da parte dell’alto che si ferma, attende la risposta dal basso. In poche parole: " E’ la più bella poesia dirti il mio SI per sempre e nel segreto parlarne con Te, semplici cose, parole che Tu sai, note che io canto nel tuo silenzio. E’ Pace Intima, la tua pazienza qui, mistero che non so spiegarmi mai. E’ il cielo limpido è gioia pura che mi fa conoscere chi sei per me. Sembra Impossibile ormai, pensare ad altre cose, non possono fare a meno di Te". Durante la stessa Messa è accaduto un fatto strano, ho provato un forte senso di affetto verso una persona; lo strano è che tale sentimento proveniva da te. Lunedì 23 è stato difficile trovarmi faccia a faccia con il passato, ma la sera mentre facevo il cartellone, eri con me. E NEL SILENZIO MI HAI PARLATO. E’ STATO BELLO. Signore stand by me. Tu sei già qui ed io sto dicendo "sì". Gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente te ne ringrazio". Monica Calvaruso
LE ULTIME NOTIZIE DALLE AGRREGAZIONI LAICALI
Settimana per la vita e convegno sulla famiglia l vescovo monsignor Giusti Iriunione ha aperto la consueta della Consulta dei laici dicendo di aver partecipato a Roma ad un incontro sulla riforma della catechesi dell’iniziazione cristiana in cui aveva avuto modo di far apprezzare il contributo delle Aggregazioni Laicali nel formare i giovani al senso della Chiesa locale, abbandonando così ogni tipo di centralismo. Monsignor Giusti ha poi ricordato la prossima visita “ad limina” dei Vescovi della Toscana invitando le Aggregazioni alla collaborazione nella stesura di un documento complessivo sulle attività diocesane. Al centro dell’incontro c’è stata la programmazione della «Settimana per la vita» che si aprirà in vescovado mercoledì 30 gennaio con una conferenza stampa di presentazione delle iniziative. Questo sarà il programma in linea di massima: Sabato 2 febbraio alle 17.30 nella festa della Candelora si terrà la processione per la “Vita consacrata”, organizzata dall’USMI, che si snoderà dalla Chiesa della Purificazione fino alla Cattedrale. Sul sagrato della Cattedrale verrà diffuso del
materiale dedicato alle finalità della Giornata per la vita e saranno raccolte le firme per la petizione europea “Uno di noi”. Alle 18 il Vescovo presiederà la S. Messa, animata dall’USMI, e benedirà poi le neo mamme che hanno partorito nel 2012. Giovedì 7 febbraio alle 17 nella sala della Provincia avrà luogo un convegno sui temi dell’eugenetica: “In nome della verità: scienza e fede in Jerome Lejeune” che vedrà la partecipazione del dottor Daniele Tornar, della professoressa Lucia Gelli, del dottor Luca Mastrosimone e dell’onorevole Carlo Casini
presidente del Movimento per la Vita. Sulla figura di Jerome Lejeune, del quale è in corso il processo di beatificazione, sarà inaugurata una mostra di diversi pannelli, visibili in Cattedrale dal 13 al 20 febbraio. Lunedì 11 febbraio alle 16 invece sarà celebrata una S. Messa nella Cappella dell’Ospedale a cui seguirà la visita al Reparto neonatale e al Reparto delle cure palliative. Venerdi 15 febbraio alle 17.30 in Provincia, avrà luogo il Convegno: “La famiglia oggi”, relatore il sociologo dottor Belardinelli, che avrà il compito di rispondere a due
domande proposte dal Vescovo: Che tipo di famiglia gli italiani desiderano? Quale tipo di famiglia è in grado di dare più felicità alle persone? A conclusione di tutte le iniziative giovedì 21 febbraio ci sarà il Convegno diocesano organizzato dalla Caritas, in vescovado alle 15.30, su handicap, disabilità e non autosufficienza. Tra le iniziative in calendario ricordiamo gli appuntamenti promossi da Comunione e Liberazione a 50 anni dal Concilio Vaticano II (di cui potete leggere a pag II). I membri della Pastorale per la famiglia hanno inoltre ricordato che l’8 e il 9 giugno sarà organizzata la “Festa della famiglia” con l’intervento del dottor Ezio Aceti, la giornata prevede momenti di animazione per i bambini, momenti di preghiera e veglia di adorazione del Santissimo, il 9 è prevista la S. Messa del Vescovo e il pranzo con gli Scout. Al termine dell’incontro il Vescovo ha chiesto la collaborazione delle Aggregazioni Laicali per il pellegrinaggio diocesano a Roma il 10 Aprile con l’udienza dal Santo Padre. Gianni Giovangiacomo
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Andate e fate discepoli tutti i popoli! ari giovani, vorrei far giungere a tutti voi il mio saluto pieno di gioia e di affetto. Sono certo che molti di voi sono tornati dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid maggiormente "radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (cfr Col 2,7). Quest’anno, nelle varie Diocesi, abbiamo celebrato la gioia di essere cristiani, ispirati dal tema: "Siate sempre lieti nel Signore!" (Fil 4,4). E ora ci stiamo preparando alla prossima Giornata Mondiale, che si celebrerà a Rio de Janeiro, in Brasile, nel luglio 2013. Desidero anzitutto rinnovarvi l’invito a partecipare a questo importante appuntamento. La IOVEDI’ 17 GENNAIO alle ore 21,15 ci ritroviamo in vescovado celebre statua del con il Vescovo e con don Marcio Farias Nougueira, il prete brasiCristo Redentore, liano che accompagnerà i giovani a Rio de Janeiro, per parlare della che domina quella GMG. bella città Ricordo le modalità di partecipazione al pellegrinaggio: brasiliana, ne sarà il * Periodo più lungo, preceduto dalla settimana di gemellaggio missimbolo eloquente: sionario (periodo compreso tra il 15 e il 30 luglio 2013). le sue braccia aperte * Periodo più breve, che comprende la Giornata vera e propria (23-28 sono il segno luglio) e i giorni necessari per l’arrivo e per la partenza al ritorno. dell’accoglienza che * Oppure partecipazione “a distanza”: seguiremo la GMG passo dopo il Signore riserverà a passo insieme, ma da Livorno! tutti coloro che Vi aspetto. verranno a Lui e il d. Federico suo cuore raffigura l’immenso amore che Egli ha per ciascuno e per ciascuna di voi. dei Vescovi ha dedicato i suoi esempio, al Beato José de Lasciatevi attrarre da Lui! lavori a "La nuova Anchieta, giovane gesuita Vivete questa esperienza di evangelizzazione per la spagnolo del XVI secolo, incontro con Cristo, insieme ai trasmissione della fede partito in missione per il tanti altri giovani che cristiana". Perciò sono Brasile quando aveva meno di convergeranno a Rio per il contento che anche voi, cari vent’anni e divenuto un prossimo incontro mondiale! giovani, siate coinvolti in grande apostolo del Nuovo Lasciatevi amare da Lui e questo slancio missionario di Mondo. Ma penso anche a sarete i testimoni di cui il tutta la Chiesa: far conoscere quanti di voi si dedicano mondo ha bisogno. Cristo è il dono più prezioso generosamente alla missione Vi invito a prepararvi alla che potete fare agli altri. della Chiesa: ne ho avuto una Giornata Mondiale di Rio de 1. Una chiamata pressante sorprendente testimonianza Janeiro meditando fin d’ora La storia ci ha mostrato quanti alla Giornata Mondiale di sul tema dell’incontro: giovani, attraverso il dono Madrid, in particolare "Andate e fate discepoli tutti i generoso di se stessi, hanno nell’incontro con i volontari. popoli!" (cfr Mt 28,19). Si contribuito grandemente al Oggi non pochi giovani tratta della grande esortazione Regno di Dio e allo sviluppo dubitano profondamente che missionaria che Cristo ha di questo mondo, la vita sia un bene e non lasciato alla Chiesa intera e annunciando il Vangelo. Con vedono chiarezza nel loro che rimane attuale ancora grande entusiasmo, essi hanno cammino. Più in generale, di oggi, dopo duemila anni. Ora portato la Buona Notizia fronte alle difficoltà del questo mandato deve dell’Amore di Dio manifestato mondo contemporaneo, molti risuonare con forza nel vostro in Cristo, con mezzi e si chiedono: io che cosa posso cuore. L’anno di preparazione possibilità ben inferiori a fare? La luce della fede all’incontro di Rio coincide quelli di cui disponiamo al illumina questa oscurità, ci fa con l’Anno della fede, giorno d’oggi. Penso, per comprendere che ogni all’inizio del quale il Sinodo
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17 GENNAIO L’incontro dei livornesi
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IL LOGO UFFICIALE
Un simbolo che racchiude la fede e...il Brasile! n grande cuore, che racchiude, U stilizzati, a partire dalla zona superiore, in verde, la Croce pellegrina e il "Pão de Açúcar", il "Pan di Zucchero", la famosa collina di Rio de Janeiro. Al centro, in giallo oro, il Cristo Redentore, simbolo della città e, nella parte bassa, in blu, è riportato il litorale brasiliano. Simboli e colori brasiliani per il logo della Gmg di Rio de Janeiro (23-28 luglio 2013) che ha per tema "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28,19). Vista nel suo complesso l’immagine rappresenta Gesù che chiama i suoi e li invia ad annunciare il Regno dei cieli. L’autore del logo si chiama Gustavo Huguenin, un
grafico di 25 anni, nativo di Cantagalo, regione montagnosa dello Stato di Rio de Janeiro, risultato vincitore tra 200 partecipanti. A premiarlo è stato dom Orani João Tempesta, vescovo di Rio e presidente del Comitato per la Gmg 2013, alla presenza di oltre 100 vescovi, autorità civili e politiche come il governatore dello Stato di Rio, Sérgio Cabral. In un’intervista al sito dell’arcidiocesi di Rio, Huguenin, che frequenta un gruppo di rinnovamento carismatico cattolico, ha affermato che il suo lavoro "è stato frutto di fede e preghiera. Sono felice che questa immagine venga associata all’incontro di tanti giovani con Cristo e con il Papa nelle giornate di Rio".
esistenza ha un valore inestimabile, perché frutto dell’amore di Dio. Egli ama anche chi si è allontanato da Lui o lo ha dimenticato: ha pazienza e attende; anzi, ha donato il suo Figlio, morto e risorto, per liberarci radicalmente dal male. E Cristo ha inviato i suoi discepoli per portare a tutti i popoli questo annuncio gioioso di salvezza e di vita nuova. La Chiesa, nel continuare questa missione di evangelizzazione, conta anche su di voi. Cari giovani, voi siete i primi missionari tra i vostri coetanei! Alla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, di cui quest’anno celebriamo il 50° anniversario, il Servo di Dio Paolo VI consegnò ai giovani e alle giovani del mondo un Messaggio che si apriva con queste parole: "È a voi, giovani uomini e donne del mondo intero, che il Concilio vuole rivolgere il suo ultimo messaggio. Perché siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Siete voi che, raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domani: voi vi salverete o perirete con essa". E concludeva con un appello: "Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!" (Messaggio ai giovani, 8 dicembre 1965). Cari amici, questo invito è di grande attualità. Stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: il progresso tecnico ci ha offerto possibilità inedite di interazione tra uomini e tra popolazioni, ma la globalizzazione di queste relazioni sarà positiva e farà crescere il mondo in umanità solo se sarà fondata non sul materialismo ma sull’amore, l’unica realtà capace di colmare il cuore di ciascuno e di unire le persone. Dio è amore. L’uomo che dimentica Dio è senza speranza e diventa incapace di amare il suo simile. Per questo è urgente testimoniare la presenza di Dio affinché ognuno possa sperimentarla: è in gioco la salvezza dell’umanità e la salvezza di ciascuno di noi. Chiunque comprenda questa necessità, non potrà che esclamare con san Paolo: "Guai a me se non annuncio il Vangelo!" (1 Cor 9,16). [...] Il messaggio intero è su http://www.gmg2013.it/gmg_2 013/00002288_GMG_2013.html
Speciale GIOVANI
DAL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ.........
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