La Settimana n. 4 del 27 gennaio 2013

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IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

27 gennaio 2013

Livorno amica della famiglia

di mons. Alberto Ablondi

Che importanza ha il modo nella vita! Io starei per dire che il rapporto fra la sostanza di un uomo costantemente uguale e i modi è questo: l’uomo sostanzialmente uguale corrisponde alla verità e il suo cambiamento nei modi corrisponde alla lingua. La verità è sempre la stessa in una lingua che cambia, ma se io non mi preoccupo delle lingue finisco per compromettere la verità. Vorrei dire che l’uomo di ieri e l’uomo di oggi dicono la stessa verità, si preoccupano della stessa verità, però hanno cambiato la lingua. E non diciamo che la lingua non è importante, perché se non c’è questa capacità di adattamento al momento linguistico della vita di ognuno, c’è pericolo che l’uomo resti, mancando il modo, senza sostanza, cioè senza la verità. Una missione d’accoglienza- "L’uomo di oggi e la fede", 1971

Livorno città ideale Per il bene della città, tutelare la famiglia. Approvato il documento, ora si attendono le future iniziative politiche

È tempo di ABBONAMENTI

NICOLA SANGIACOMO

Da quel momento l’ambito politico del on l’approvazione Progetto Culturale ha del documento promosso una serie di “Livorno amica incontri tra i cattolici della famiglia”, è livornesi impegnati in arrivato a una prima politica per verificare la conclusione significativa il fattibilità di questo percorso avviato poco più impegno. Si è arrivati di un anno fa nell’ambito così alla fine del 2012 ad del Progetto Culturale impostare una bozza di diocesano. documento su cui molti Il vescovo, monsignor degli interessati hanno Giusti, che ha partecipato riflettuto e dibattuto in quello delle politiche attivamente agli ultimi tre varie occasioni fino ad abitative a favore della incontri di arrivare all’approvazione famiglia, quello delle approfondimento con il definitiva pochi giorni fa a politiche fiscali di gruppo di Montenero. competenza dell’ente cattolici «La spesa sociale Nel documento locale e quello della impegnati in vengono multiculturalità. deve essere politica, ha indicate Per ognuno di questi riqualificata espresso quattro ambiti vengono indicate soddisfazione proposte questioni concrete su cui e riequilibrata per il risultato concrete di proporre modifiche come, a favore raggiunto, intervento che ad esempio, nell’ambito delle giovani auspicando tendono a della tutela della vita la che i principi rendere la città promozione di consultori generazioni affermati nel più amica della pubblici e privati più in per offrire una documento famiglia, come linea con lo spirito della vengano ora auspicato già legge 194 sull’interruzione prospettiva di presi sul serio nell’incontro di gravidanza. futuro alla città» dai politici e si pubblico di un Alla base di ogni proposta concretizzino anno fa. Le c’è il principio che la in iniziative da realizzarsi proposte si realizzano in spesa sociale del Comune, nelle sedi istituzionali quattro ambiti: quello molto rilevante dal punto competenti. della tutela della vita, di vista quantitativo, Il percorso è cominciato nel gennaio del 2012 quando, nella sala del SABATO 2 FEBBRAIO Consiglio Comunale di Livorno, si svolse un importante incontro pubblico sul tema di un nuovo welfare comunale per la famiglia a cui lle 17.30 di sabato 2 febbraio nella tradizionale feparteciparono il sta della Candelora si terrà la consueta processione presidente nazionale del per la “Vita consacrata”, organizzata dall’USMI (UnioForum delle associazioni ne delle Superiore), che si snoderà dalla Chiesa della familiari, il professor Purificazione (via della Madonna) fino alla Cattedrale. Belletti, il sindaco di In concomitanza con l’inizio della Settimana per la viLivorno, Cosimi, e il ta sul sagrato della Cattedrale verrà diffuso del materiaVescovo, monsignor le dedicato alle finalità della Giornata per la vita e saGiusti. In quella sede fu ranno raccolte le firme per la petizione europea “Uno lanciata l’idea di di noi”. impegnarsi per progettare Alle 18 il Vescovo presiederà la S. Messa, animata dalmisure efficaci per l’USMI, e benedirà poi le neo mamme che hanno parpromuovere e tutelare il torito nel 2012. ruolo sociale della famiglia anche nella nostra città. DI

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LA FESTA DELLA VITA CONSACRATA

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“deve essere riqualificata e riequilibrata a favore delle giovani generazioni per offrire una prospettiva di futuro alla città”. Nello stesso documento si attribuisce importanza notevole all’introduzione di misure di equità familiare nella fiscalità comunale partendo “dal rafforzare e rimodulare le misure specifiche per il calcolo dei carichi familiari, per le famiglie con figli numerosi, con disabili a carico, con neonati, con bimbi in età scolastica”. In questo ambito, che riguarda le varie addizionali comunali, tariffe sui servizi pubblici e altre imposte locali, la possibilità di promuovere la famiglia e il suo insostituibile ruolo sociale diventa effettiva e, quindi, meritano di essere approfonditi gli strumenti da utilizzare a questo scopo. Varato il documento, si apre quindi la fase della realizzazione degli obiettivi proposti con il contributo dei diversi esponenti politici intervenuti nella discussione, tra i quali numerosi consiglieri comunali. Il Progetto Culturale rimette subito in agenda il tema famiglia con un incontro pubblico che si terrà il prossimo 15 febbraio presso la Sala della Provincia con l’intervento del sociologo Sergio Belardinelli che presenterà i risultati delle più recenti indagini svolte sull’argomento.

Toscana oggi e Avvenire ari amici del settimanale, C è tempo di campagna abbonamenti. Quest’anno siamo lieti di annunciarvi una buona nuova: se avete già sottoscritto un nuovo abbonamento all’edizione cartacea di Toscana Oggi/La Settimana o avete rinnovato l’abbonamento in scadenza, riceverete a casa gratuitamente per tre mesi, dal martedì al venerdì, anche il quotidiano «Avvenire». Se non lo avete ancora fatto, sappiate che l’offerta, riservata a chi non è ancora abbonato ad Avvenire, è valida fino al 31 gennaio. Facendo due conti, sottoscrivendo un abbonamento al settimanale regionale di 48 euro, avrete un regalo di circa 60 euro (il costo del quotidiano moltiplicato per 4 uscite settimanali per i tre mesi di promozione). Naturalmente lo scopo ultimo dell’iniziativa è quello di far crescere una cultura cristiana e di educare ad un’informazione seria e rispettosa dei valori cristiani. Scrive il nostro direttore Andrea Fagioli: «Avvenire», il quotidiano dei cattolici italiani, sta riscuotendo ormai da diversi anni grande apprezzamento per la qualità dei propri articoli, delle inchieste, delle rubriche, per la grande attenzione prestata alle problematiche a cui dedicano poco spazio gli altri quotidiani: i fatti internazionali, i viaggi del Papa, gli eventi della Chiesa italiana, la famiglia, la società, la cultura. «Avvenire», quotidiano autorevole e prestigioso, con i suoi inserti («Popotus», «Noi genitori e figli», «I luoghi dell’infinito») è realmente la voce comune dei cattolici italiani, così come il nostro «Toscana Oggi» cerca di essere la voce comune dei cattolici toscani e delle singole diocesi della regione. È per questo che vogliamo offrire ai nostri lettori un’occasione importante: quella di ricevere «Avvenire» in omaggio per tre mesi a chi rinnova l’abbonamento a «Toscana Oggi». È un modo per far conoscere meglio il quotidiano cattolico nazionale e arricchire l’informazione degli amici del settimanale. Per questo vi chiediamo non solo di rinnovare la fiducia alle nostre pagine, ma di diffondere tra i vostri contatti e amici questa opportunità. Ringraziandovi per l’attenzione e il tempo che ogni settimana ci dedicate, vi auguriamo ancora buona lettura Nicola Sangiacomo, responsabile La Settimana - Livorno


TOSCANA OGGI

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

27 gennaio 2013

Il messaggio della Presidenza della CEI per l’insegnamento della religione cattolica

Una testimonianza credibile ari studenti e genitori, nelle prossime settimane sarete chiamati a esprimervi sulla scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc). L’appuntamento si colloca in un tempo di crisi che investe la vita di tutti. Anche la scuola e i contesti educativi, come la famiglia e la comunità ecclesiale, sono immersi nella medesima congiuntura. Noi Vescovi italiani, insieme e sotto la guida di Benedetto XVI, animati dallo Spirito Santo che abita e vivifica ogni tempo, vogliamo ribadire con convinzione che la «speranza non delude» (Rm 5,5). Sono proprio i giovani – ricorda a tutti il Santo Padre – che «con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo… Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace. Si tratta di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene» (BENEDETTO XVI, Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace, 8 dicembre 2011). Noi Vescovi vogliamo anzitutto ascoltare le domande che vi sorgono dal cuore e dalla mente e insieme con voi operare per il bene di tutti. Lo abbiamo fatto nel redigere le nuove indicazioni per l’Irc nella scuola dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo, con l’impegno di sostenere una scuola a servizio della persona. Siamo persuasi, infatti, che la scuola sarà se stessa se porterà le nuove generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione. L’Irc, oggi come in passato, aiuterà la scuola nel suo compito formativo e culturale facendo emergere, “negli” e “dagli” alunni, gli interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la donna, sulla nascita, sul lavoro, sulla sofferenza, sulla morte, sull’amore, su tutto ciò che è proprio della condizione umana. I giovani domandano di essere felici e chiedono di coltivare sogni autentici. L’Irc a scuola è in grado di accompagnare lo sviluppo di un progetto di vita, ispirato dalle grandi domande di senso e aperto alla ricerca della verità e alla felicità, perché si misura con l’esperienza religiosa nella sua forma cristiana propria della cultura del nostro Paese. Cari genitori, studenti e docenti, ci rivolgiamo a voi consapevoli che l’Irc è un’opportunità preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell’infanzia fino ai differenti percorsi del secondo ciclo e della formazione professionale, perché siamo convinti che si può trarre vera ampiezza e ricchezza culturale ed educativa da una corretta visione del patrimonio cristiano-cattolico e del suo peculiare contributo al cammino dell’umanità. Riteniamo nostro dovere di Pastori ricordare, a tutti coloro che sono impegnati nel mondo della scuola, le parole del Papa per questo Anno della fede: «Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha fine» (BENEDETTO XVI, Porta fidei, n. 15).

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Roma, 26 novembre 2012 LA PRESIDENZA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nella festa di DON GIOVANNI BOSCO

I giovani e la crisi L’intervento di don Domenico Ricca al festival di Don Bosco

l Festival Don Bosco apre i battenti e lo fa nello stile che gli è proprio, rivolgendo cioè attenzione ai giovani che vivono con maggior disagio questo tempo di crisi. Lo fa con una presenza autorevole: don Domenico Ricca, cappellano per 33 anni del carcere minorile “Ferrante Aporti” di Torino, lo stesso dove don Bosco svolgeva la sua opera di apostolato. Lo fa anche con un titolo volutamente provocatorio: “La crisi: un buon motivo per dimenticare i giovani?”. Una serata trascorsa a cavallo tra testimonianza e riflessione, dove l’esperienza di vita di questo cappellano riesce a delineare nitidamente le povertà strutturali di una società sempre più stretta nella morsa di una crisi che non lascia intravedere vie d’uscita. Pochi numeri, che pesano come macigni: l’Italia è un paese dove è ormai centrale il problema della sopravvivenza e dove le istituzione politiche e i soggetti sociali vivono da separati in casa; le famiglie sono allo stremo, i consumi sono tornati ai livelli del 1997. L’83% delle famiglie riorganizza la spesa secondo tre parole chiave : risparmio, rinuncio, rinvio. Un italiano su tre è a rischio povertà o esclusione sociale. Il tasso di disoccupazione è al 37%, ai livelli massimi dal 1992: vale a dire che un giovane su tre non ha lavoro.

Nella foto: il parroco don Gino Berto e don Domenico Ricca

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società individualista e disinibita. Adolescenti quindi ammalati di narcisismo, che nascondono profondi sensi di incertezza e inadeguatezza e che vengono così portati a provare diffidenza e invidia verso gli altri, fino a crearsi un isolamento dove la noia e la superficialità la fanno da padrone. Non è un caso che proliferino disturbi dell’alimentazione come anoressia, bulimia e obesità, così come dipendenze di vario genere (da droga, alcol o da pc), attacchi di panico e forme depressive mascherate da comportamenti eccitanti. Questi “equivalenti depressivi”, si traducono appunto in comportamenti spesso autolesionistici, nella ricerca di sensazioni forti che provochino uno stordimento: ad esempio una sfida sulla COME DELINEARE QUINDI strada tra l’irresponsabilità e LE PROBLEMATICHE l’eccesso di alcol per vedere DEI NOSTRI GIOVANI chi arriverà per primo alla PER PORRE UN ADEGUATO morte … un comportamento RIMEDIO? che mette a repentaglio non Rifacendosi alle parole di solo la propria vita, ma anche Benedetto XVI, don Ricca quella di altri. sottolinea che la crisi che Giovani malati di un vuoto viviamo non è solo interiore che cercano a tutti i economica, è anche una crisi costi di colmare: spirituale, la con droghe, questione sociale «Un italiano psicofarmaci, è un questione su tre è a rischio alcol cibo, antropologica. moda, piercing, Molte sono le sfide povertà computer e ispecifiche cui o esclusione tutto (i-phone, idobbiamo dare pad, i-pod, risposta. In una sociale. ecc..). Anche la società dove un Il tasso di dipendenza è un numero troppo disoccupazione altro disturbo alto di giovani non molto frequente studia né lavora, è al 37%, ai tra i ragazzi, che dove i minori sono livelli massimi porta a sempre più fragili e infrangere la poveri di futuro, dal 1992: legge in quanto disaffezionati allo vale a dire il furto, spesso, è studio e minacciati che un giovane l’unico modo (soprattutto al per procurarsi sud) da su tre non ha l’oggetto del organizzazioni lavoro» desiderio. mafiose e dove una La giustizia realtà rilevante è minorile, però, interseca il ormai costituita da minori disagio adolescenziale anche stranieri, il disagio sfocia nel vasto modo della scuola: nelle cosiddette nuove parliamo del bullismo e psicopatologie. dell’evasione scolastica. Queste psicopatologie sono Forme di disagio caratterizzate da un’estrema apparentemente molto facilità di passare all’atto: si differenti, ma che agisce sempre di più e si nascondono entrambe alla pensa sempre di meno. base un profondo senso di Assistiamo a una progressiva inadeguatezza e di vergogna atrofizzazione della fantasia e narcisistica da parte degli della creatività e al adolescenti, costretti a vivere sopravanzare di una cultura in un contesto sociale dove individualista che non tiene l’apparire conta più conto della funzione del dell’essere. limite. E non ne sono immuni Nascono così comportamenti neppure i bambini nell’età agitati o violenti. Molte di compresa tra i 7 e gli 11 anni: queste patologie sono a il 24% di loro ha dichiarato sfondo narcisistico: risultano di aver provato talvolta stati le più frequenti proprio di depressione. perché sostenute da una

COME POTER USCIRE DUNQUE DA UN QUADRO CHE VIENE DIPINTO CON TINTE SEMPRE PIÙ FOSCHE? In questi tempi di drammatica difficoltà, si sono cominciate ad intravedere nella dinamica sociale tre grandi spinte di sopravvivenza: restanza, differenza e riposizionamento. La prima spinta fa perno sulla “restanza del passato”, cioè sul riprendere e rivalutare ciò che resta di funzionante del nostro modello di sviluppo tradizionale: parliamo del valore dell’impegno personale,della solidarietà e l’associazionismo, della valorizzazione del territorio come dimensione strategica di competitività del sistema. La seconda spinta è data dalla crescente valorizzazione della differenza e la voglia di personalizzazione. Ne sono alcuni esempi il politeismo alimentare, la moltiplicazione dei format di vendita, la diffusione di siti web con offerte low-cost e di gruppi di acquisto solidale, la proliferazione delle connessioni mobili e la personalizzazione dell’impiego dei media, con palinsesti multimediali “fai da te”. La terza spinta è data dai processi di riposizionamento, come il ri orientamento dei giovani verso corsi di formazione tecnicoprofessionale con prospettive

di lavoro più certe, l’espansione della distribuzione organizzata e del commercio via web. Il tutto senza dimenticare che la risorsa più importante da mettere a frutto è quella dell’educazione. Servono adulti significativi, capaci di indicare la via e di ispirare così il cuore dei giovani. Essere adulti significativi significa possedere una forte dose di autoconsapevolezza dei propri limiti e delle proprie possibilità, unita a coraggio e audacia. In un ambiente dove abbondano proposte superficiali, i giovani non hanno tempo per coloro che mandano messaggi di ambiguità o offrono parole di condanna, ma hanno un disperato bisogno di qualcuno che fornisca loro gli strumenti per affrontare la vita: autoconsapevolezza, autocontrollo, empatia, per poter ascoltare, risolvere i conflitti e cooperare. Nel tempo del fallimento della comunicazione emotiva, servono dunque persone in grado di far mettere in contatto il cuore con la mente, la mente con il comportamento e il comportamento con il riverbero emotivo che gli avvenimenti della vita incidono nel cuore: queste sono le “connessioni” che fanno di una persona una persona vera. Benedetta Agretti

I prossimi APPUNTAMENTI SABATO 26 GENNAIO ALLE 15.00 All’Oratorio dei Salesiani, “Un mondo di giochi”(elementari e medie) alle 21.00 nel teatro “Spettacolo di varietà” condotto dai giovani DOMENICA 27 GENNAIO ALLE 10.30 Solenne celebrazione 15.00 tornei di basket (Salesiani), calcetto (Ist. Santo Spirito), per i giovani dai 14 anni LUNEDÌ 28 GENNAIO ALLE 21.00 Teatro 4 Mori “Storie per vivere”, musical realizzato dai giovani dell’oratorio S.Spirito GIOVEDÌ 31 GENNAIO ALLE 9.00 In cattedrale, celebrazione per tutta la famiglia Salesiana presieduta dal Vescovo mons. Simone Giusti


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

27 gennaio 2013

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Quattro pietre per le vie della città

LA GIORNATA DELLA Memoria

PER NON DIMENTICARE parola pietra d’inciampo ha, normalmente, Lcoltà, un significato negativo, dimostra una diffiun ostacolo nel cammino, ma lo scultore

“INCIAMPARE” nel ricordo L’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, per non dimenticare chi ha sofferto e pagato con la propria vita, i soprusi e le violenze del regime nazista

DI

GIULIA SARTI

ato e cresciuto in Germania, Gunter Demnig qualche anno fa decise di mettere la sua arte al servizio del ricordo. Ricordo di tutte le vittime del regime nazista proprio nel luogo da cui tutto iniziò. Dopo aver girato l’Europa posizionando le sue Stolpersteine, nel 2009 è arrivato anche in Italia e nei giorni scorsi, invitato dalla comunità di Sant’Egidio, è stato presente a Livorno mentre venivano installate le 4 pietre di inciampo a memoria di 4 ebrei livornesi. Ecco cosa ci ha detto della sua iniziativa particolare.

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Le “pietre di inciampo” sono una sua iniziativa o le sono state commissionate? «È stata una mia idea. Per me era importante che tutto quell’anonimato di quando si parla di deportazioni diventassero nomi veri e che il loro ricordo fosse visibile nel luogo dove tutto era iniziato. Case che fino a un momento prima erano luogo di vita per tutte quelle persone e che in poco tempo si sono trasformate in inizio di sofferenza. Il ricordo non è solo degli ebrei, ma di tutte quelle categorie vittime del regime nazista». La sua storia è legata anche in modo personale alle vittime dei campi di sterminio?

Che cosa sono le STOLPERSTINE? e prime "stolpersteine", pietre di inciampo, furono collocate a Colonia nel 1995. Da lì hanno iniziato a Lcomparire in diversi Paesi europei, raggiungendo un numero che supera le 22.000 pietre. Dal 2010 l’artista Demnig è arrivato anche in Italia, a partire da Roma, passando da Genova per arrivare adesso anche a Livorno. Con le fattezze di un sanpietrino (10x10 centimetri), e installate di fronte alla porta di casa del deportato di cui si vuole fare memoria, riportano sulla placca superiore in ottone, il suo nome, l’anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e, se conosciuta, la data della sua morte. L’idea dell’artista è quella di creare un "inciampo" visivo e mentale che costringa a riflettere.

«No, nella mia famiglia non ci sono né vittime, né carnefici, ma appartengo a quella generazione tedesca senza colpa diretta che però si sente chiamata ad assumersi la responsabilità di ricordare un dramma che è nato nel nostro Paese».

posizionate finora e chi le finanzia? «39000, in 12 Paesi e circa in 1000 luoghi, il privato che ne fa richiesta finanzia anche la pietra e il suo posizionamento con un’offerta».

Da chi parte la richiesta di posizionare le pietre di inciampo? «Spesso sono le famiglie stesse a chiedere la pietra per mantenere memoria, altre gli inquilini del palazzo o scolaresche che dopo un lavoro di ricerca su questi temi le coinvolgono».

In Italia come è arrivato? «La prima pietra è stata posizionata nel 2009 nel ghetto di Roma, da lì mi sono mosso in varie città, Genova, Prato, Merano, Brescia per ricordarne alcune. Poi col passaparola altre città hanno ritenuto l’iniziativa interessante e hanno deciso di chiamarmi, come è successo qui a Livorno tramite la Comunità di Sant’Egidio».

Quante sono le pietre

tedesco Gunter Demnig, che ha disseminato l’intera Europa di "stolpelsteine", di pietre d’inciampo appunto, ne dà una spiegazione completamente opposta. Cosa sono allora queste stolpelsteine che lui stesso ha creato? Materialmente si tratta di pietre rivestite di ottone che recano incise i nomi e i dati di alcuni ebrei livornesi deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti. Nel nostro caso l’inciampo vuole dunque indicare un fermarsi, un riflettere, un fare memoria di ciò che è accaduto, fare memoria della shoah, perché è sempre vero che "chi dimentica il proprio passato è condannato a ripeterlo". Le pietre, alla presenza dello scultore, sono state posate al mattino partendo da via Fiume 2 in ricordo della piccola Franca Baruch, poi in via Cassuto è stata ricordata un altra bambina, Perla Beniacar, infine le ultime due pietre sono state poste in via Verdi in ricordo del professor Menasci e del giovane figlio Enrico che ebbero la sventura di essere arrestati a Roma dai nazisti. Il saluto delle autorità e il corteo. La manifestazione è proseguita nel pomeriggio nella Piazza del Comune, dove Sabatino Caso, della Comunità di S. Egidio, davanti ad uno striscione riportante la scritta: "Non c’è futuro senza memoria" ha spiegato i motivi dell’incontro e ha dato la parola al Prefetto Tiziana Costantino che si è detta "contenta e commossa" dell’iniziativa e ha ricordato le parole di Primo Levi secondo il quale purtroppo "le coscienze possono essere anche sedotte e oscurate" e ha messo in risalto il cammino di libertà compiuto dalle generazioni nel cammino della storia, per arrivare a dire che i diritti conquistati, la libertà, la dignità, si inverano nella nostra Costituzione. L’assessore provinciale Monica Mannucci ha evidenziato che sono proprio i ricordi a caratterizzare la nostra storia e che l’elemento fondamentale è la dignità delle persone, mentre tre sono i valori a cui fare sempre riferimento: l’accoglienza, la tolleranza, la comprensione reciproca. L’assessore alla Cultura, Mario Tredici, ha rilevato che la comunità ebraica è stata un elemento fondativo della nostra città e nel ringraziare Gunter Demnig ha aggiunto che con le sue pietre si vuole restituire alle persone scomparse la loro dignità. E’ poi iniziata la "Marcia della memoria" per le vie del centro, resa più suggestiva perché molti giovanissimi studenti portavano dei cartelli con i nomi tristemente noti dei campi di sterminio: da Treblinka a Bergen Belsen, da Dachau a Sobibor, da Maidanek a Auschwitz. Il corteo si è fermato vicino alla "pietra" di Franca Baruch, quindi vicino alla Chiesa dei Valdesi sono intervenuti il Pastore Klaus Langeneck e la Pastora Lidia Giorgi, seguiti da due rappresentanti dell’Amicizia ebraico-cristiana, Meucci e Raiano. Una riflessione è stata fatta davanti alle pietre che ricordavano il sacrificio del prof. Menasci, docente di Patologia Clinica all’Università di Pisa e di suo figlio Enrico, l’ultima pietra in Via Cassuto ha ricordato Perla Beniacar che aveva fatto insieme a Primo Levi il "viaggio" da Fossoli a Auschwitz. Davanti alla Sinagoga. La cerimonia si è conclusa davanti alla Sinagoga dove il Rabbino Yari Didi ha acceso il primo braccio del candelabro e ha recitato in ebraico il Salmo 83, tradotto poi in italiano, e ha ricordato che per la legge ebraica è vietato sopprimere insieme il padre e il figlio, non lo si fa nemmeno per gli animali, invece questo è accaduto alla famiglia Menasci. Ha terminato recitando la preghiera per il riposo delle anime. Il Vescovo, monsignor Simone Giusti, ha acceso il secondo braccio e ha detto che è sempre bene ricordare perché fare memoria è fondamentale. E’ necessario ricordare -ha aggiunto- che tutti i campi di sterminio erano legali e anche l’Italia non è stata da meno con le leggi razziste, bisogna allora stare attenti nell’accettare supinamente certe idee che possono arrivare a compiere queste tragedie. Quella interrogazione del Signore: dov’è tuo fratello? Ci ricorda che a nessuno è lecito uccidere: ciascuno dovrà rispondere a Dio se ha versato il sangue del fratello. Gli altri bracci del candelabro sono stati accesi da un bambino e da una signora anziana della Comunità di S. Egidio, che ha detto "non c’è futuro in un mondo che tollera la guerra, bisogna perciò lavorare per la pace che è il bene più prezioso di tutti". Anna Ajello, presidente della Comunità di S. Egidio, ha detto che è necessario fare memoria della shoah, una memoria che ci è stata trasmessa dagli ultimi sopravvissuti che ci hanno indicato una vita e un futuro diversi. Di fronte a questi avvenimenti bisogna comprendere, capire, rifiutare, perché c’è sempre una via di bene per poter ricominciare. Il presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri ha concluso la manifestazione ringraziando la Comunità di S. Egidio e Anna Ajello per la riuscita della giornata che ha avuto una larga partecipazione di cittadini. Queste pietre -ha terminato- ci spingono a batterci perché i diritti di tutti siano sempre rispettati. La Comunità ebraica, a più voci, partendo dal Rabbino, ha infine recitato una preghiera per l’ultimo dei sopravvissuti ai campi di sterminio, Isacco Bajona, scomparso pochi giorni prima. Gianni Giovangiacomo


IV

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

27 gennaio 2013

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 25 GENNAIO 7.30 S. Messa per la festa della conversione di San Paolo, presso la Casa delle figlie di S. Paolo in via Corcos 16.00 al Calambrone, convegno catechistico regionale SABATO 26 GENNAIO 9.00 al Calambrone, convegno catechistico regionale 11.30 Levata del Bambino, alla chiesa di S.Andrea Apostolo DOMENICA 27 GENNAIO 11.00 S. Messa e visita alla comunità eucaristica alla chiesa di S. Jacopo 17.30 S. Messa per la festa del voto, in cattedrale LUNEDÌ 28 GENNAIO 10.00 saluto all’ incontro con i dirigenti scolastici in vescovado 10.30 incontro con il Provinciale delle Figlie di San Vincenzo De Paoli in vescovado 11.00 in vescovado, consiglio della Fondazione Caritas 17.00 il Vescovo è a Roma per la commissione beni culturali della CEI MARTEDÌ 29 GENNAIO Nella mattina il Vescovo è a Roma per la commissione beni culturali della CEI 21.00 convegno Associazione Alberto Ablondi in vescovado (vedi locandina in pag) MERCOLEDÌ 30 GENNAIO Nella mattina, udienze clero in vescovado 12.00 inaugurazione del progetto Caritas, “Pane quotidiano per una rete territoriale” ad Antignano GIOVEDÌ 31 GENNAIO 9.00 S. Messa per la Festa della Famiglia Salesiana, in vescovado Udienze laici in vescovado 18.00 S. Messa in occasione della festa patronale alla chiesa di San Giovanni Bosco a Coteto VENERDÌ 1 FEBBRAIO 11.00 il vescovo incontra la comunità educante del seminario SABATO 2 FEBBRAIO 16.30 alla biblioteca labronica, saluto alla presentazione del libro “Giovanni Guarducci, il bagitto e il risogimento” 17.30 processione e S. Messa per la giornata della vita consacrata, inizio della Settimana per la vita e cresime degli adulti (Chiesa della Purificazione- Cattedrale) DOMENICA 3 FEBBRAIO 10.30 S. Messa e cresime alla chiesa di Ss. Maria Assunta a Castell’Anselmo

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Vergottini M. a cura di – Perle del Concilio, dal tesoro del Vaticano II- Ed. EDB, pp. 480, euro 20,00 Per poter gustare e recuperare la ricchezza dell’ultimo Concilio, è uscita questa iniziativa editoriale che estraendo dal deposito conciliare una serie di brevi citazioni, le ha fatte commentare da autorevoli personalità del mondo ecclesiastico e della comunità dei teologi. Con un linguaggio metaforico, il curatore ha voluto estrarre dal forziere conciliare 365 “perle conciliari”, una perla al giorno per un anno intero per mostrare la loro lucentezza e splendore e fare in modo che i credenti approfondiscano la loro fede. Questa raccolta è strutturata in tre sezioni: la prima fa riferimento ai Papi del Concilio, che possono essere considerati come “fermagli di chiusura” che racchiudono la collana di 365 perle pregiate; quindi i testi del Concilio a partire dalle quattro Costituzioni e a seguire i Decreti e le Dichiarazioni; infine le perle bibliche del Concilio. Infatti non può essere trascurata la sorprendente mole di referenze bibliche che sono contenute nei testi conciliari e nell’apparato delle note.

Diocesi informa Beati gli operatori di pace INCONTRO DIOCESANO DI AZIONE CATTOLICA ell’ambito delle “Settimane di AC” l’azione cattolica diocesana, in collaborazione con la comunità parrocchiale di San Benedetto, ha organizzato per il prossimo 26 gennaio a partire dalle ore 15,30 un incontro di preghiera e riflessione sul tema della Pace. Mai come in questi tempi di relativa pace si avverte la necessità di fermarsi e verificare il cammino fatto e guardarsi intorno per prestare attenzione a quelle situazioni di conflitto che ci circondano. Dalle accese “battaglie elettorali” che stanno infiammando gli animi facendo perdere di vista il senso del bene comune, alle violenze perpetrate ai danni di popolazioni inermi in Mali, in Giordania (tanto per citare le più evidenti negli ultimi giorni) e nei numerosi conflitti attualmente in essere è necessario affermare con maggiore fermezza la necessità della pace in tutti gli ambiti. Il Papa nel consueto messaggio di inizio anno ci ha incoraggiato a sentirci tutti responsabili riguardo alla costruzione della pace e partendo da questo messaggio abbiamo chiesto a don Thomasz di portarci la sua esperienza, la testimonianza di una nazione, la Polonia, che è riuscita ad emergere da uno stato di oppressione alla libertà affermando il primato della solidarietà. Vi aspettiamo in San Benedetto in Piazza XX alle 15,30, dopo il momento comune ci divideremo in gruppi per approfondire alcuni brani del Messaggio per la Pace. Anche i ragazzi avranno un momento a loro dedicato presso l’oratorio di San Benedetto. I prossimi appuntamenti per le Settimane di AC saranno: SANT’AGOSTINO Sabato 2 marzo alle ore 16:00 - Settimana sociale "Aumenta la nostra fede" (Lc 17,5) S. CUORE SALESIANI Mercoledì 1 maggio alle 21:15 Festa del Lavoro Veglia di preghiera SAN JACOPO Martedì 7 maggio alle 21:15 Settimana della Comunità - “In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande”. (Mt 8,10)

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BREVI DALLA DIOCESI

Incontro Diaconi SABATO 26 GENNAIO ALLE 16.00 Nel salone della parrocchia di S.Croce a Rosignano Solvay, incontro di confronto sui n. 1-3 della Gaudium et Spes a “50 anni dalla sua promulgazione”; “Il Vaticano II oer una Chiesa a servizio del mondo”

Pastorale della Carità MARTEDÌ 5 FEBBRAIO Siamo in diversi”

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA VITA

LA VITA È IN… CANTO D’ORGANO omenica 3 febbraio alle ore 18.00, D presso la Parrocchia di San Giovanni Bosco in Coteto, si terrà il prossimo appuntamento della stagione organistica, interamente dedicato alla Giornata per la vita. Il Maestro Claudia Termini presenterà un programma molto ricco e variegato: un’occasione unica e straordinaria per scoprire ancora nuovi sorprendenti colori e timbri fra gli innumerevoli che il maestoso organo della chiesa parrocchiale possiede. Sebbene, infatti, - come certamente sapranno coloro che partecipano ormai da tempo ai numerosi concerti che vengono offerti in Coteto - la prima e principale finalità rimanga quella di nutrire spiritualmente gli animi per mezzo dell’arte musicale, non possiamo altresì nascondere l’indubbia elevata qualità artistica dei brani in programma nella prossima serata. L’organista, che già amabilmente aveva iniziato all’ascolto della musica contemporanea gli ascoltatori, eseguendo nel concerto natalizio musiche di O. Mes-

siaen, continua a proporre grandi autori degli inizi del Novecento, come P. Hindemith e C. Ives. Vorrei cogliere l’occasione per rassicurare coloro i quali, non abituati a questo genere di repertorio, si lasciano scoraggiare ben presto nell’ascolto. Come ogni periodo artistico, infatti, anch’esso deve essere in un certo qual modo metabolizzato per poter essere compreso in tutto il suo fascino oppure talvolta - ammettiamolo pure - nella drammaticità caratteristica legata al suo particolare momento storico. Durante l’intera serata gli ascoltatori saranno trascinati lungo tre secoli, toccando alcuni nodi cruciali della storia della musica. Potranno, infatti, ascoltare il fascino del sinfonismo romantico e maestoso di C. Franck, autore noto al grande pubblico, come quello di un altro maestro la cui opera è collocabile nella fase immediatamente successiva, ovvero la fase di transizione fra il postromanticismo e il nuovo linguaggio musicale: M. Reger. Una piccola curiosità: quest’ultimo amava definire l’organo come "fonte di tutta la creazione

musicale". Molto caratteristico, senza dubbio, e certamente di più immediata comprensione, il brano che aprirà il concerto, che presenta una trascrizione originale per organo di un notissimo brano verdiano, La forza del destino. Per gli appassionati, di seguito inseriamo l’intero programma della serata: Giuseppe Verdi (1813-1901), da "La Forza del destino", Sinfonia (trascr. Almasio); César Franck (1822-1890), Primo Corale in Mi magg.; Georg Andreas Sorge (1703-1778), Toccata per ogni Modi; Paul Hindemith (1895-1963), Prima Sonata; Max Reger (1873-1916), Introduzione e passacaglia in re min.; Charles Ives (1874-1954), Variations on "America" . S.B.


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Vivere questo tempo come figli di Dio Continuiamo la lettura della lettera pastorale per l’anno della Fede

B4. L’ITINERARIO INIZIATICO TRA TEOLOGIA E PEDAGOGIA Con il termine "iniziazione" s’intende un’attività importante della vita della Chiesa, quella di far nascere e crescere nuovi credenti. Proviamo a dirlo con le parole dell’Ufficio Catechistico Nazionale: "Per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna a una scelta di fede e a vivere come figli di Dio, ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella chiesa. All’interno di questa visione globale d’Iniziazione Cristiana si possono delineare alcuni elementi costitutivi da tenere presenti nell’IC dei fanciulli e dei ragazzi: a) La dimensione comunitaria L’iniziazione cristiana avviene nella comunità e con la comunità ecclesiale. È la parrocchia il luogo ordinario e privilegiato dell’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi: luogo di iniziative appropriate e di accoglienza; luogo di trasmissione di fede attraverso la testimonianza, la catechesi, i momenti celebrativi; luogo di accompagnamento dal battesimo fino alla completa partecipazione al mistero pasquale con la confermazione e l’eucaristia. b) La dimensione familiare L’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi richiede, anche se in forme diversificate e progressive, la partecipazione e il coinvolgimento dei genitori. La tradizione della Chiesa e il magistero recente riconoscono che i genitori sono i primi e i principali educatori dei figli nella fede. Questo diritto-dovere educativo dei genitori si fonda sull’atto generativo ed è sostenuto dalla grazia del sacramento del matrimonio, per cui il loro compito educativo è considerato un vero e proprio ministero ecclesiale. Riconoscere questo dono e compito dei genitori significa non solo coinvolgere i genitori nel cammino di fede dei figli ma anche valorizzare la catechesi familiare e aiutarli a svolgerla in modo che essa "preceda, accompagni e arricchisca ogni altra forma di catechesi". c) La formazione alla globalità della vita cristiana L’IC è un cammino che introduce nelle dimensioni fondamentali della vita cristiana, aiutando i fanciulli e i ragazzi a farle proprie: l’adesione personale al Dio vero e al suo piano salvifico in Cristo; la scoperta dei misteri principali

della fede e la consapevolezza delle verità fondamentali del messaggio cristiano; l’acquisizione di una mentalità cristiana e di un comportamento evangelico; l’educazione alla preghiera; l’iniziazione e il senso di appartenenza alla chiesa; la partecipazione sacramentale e liturgica; la formazione alla vita apostolica e missionaria; l’introduzione alla vita caritativa e all’impegno sociale. d) Una pluralità di esperienze organicamente collegate L’iniziazione cristiana è un cammino fondato su una pluralità di esperienze tra loro organicamente correlate: l’ascolto della parola di Dio, momenti di preghiera e di celebrazione, la testimonianza l’esperienza comunitaria, l’esercizio e l’impegno di vita cristiana secondo uno stile di vita evangelico. Si tratta di esperienze fondamentali per una piena personalità cristiana che in un processo di iniziazione cristiana i ragazzi devono essere aiutati a vivere. In particolare appaiono decisive su questo punto alcune scelte pastorali che caratterizzano l’itinerario: le tappe celebrative, l’esperienza di gruppo, la pedagogia dei modelli, il concreto esercizio di vita cristiana. e) Un’articolazione unitaria e a tappe L’iniziazione cristiana non può che essere un processo unitario, dal momento che ha come finalità quella di essere scuola globale di vita cristiana e condurre alla partecipazioneassimilazione al mistero pasquale: evento unico celebrato nei sacramenti del battesimo, confermazione, eucaristia. All’interno di questa unitarietà, il cammino di iniziazione cristiana, secondo una sapiente pedagogia cristiana è articolato in tappe, successive e graduali ciascuna con una propria originalità e fisionomia spirituale, con proprie accentuazioni e segni. f) La dimensione esperienziale L’iniziazione cristiana deve fondarsi e realizzarsi su una molteplicità di esperienze coinvolgenti e attive per i fanciulli e i ragazzi; deve essere capace di suscitare le loro domande e di rispondervi in modo vitale per aprire la totalità della loro vita alla fede.

g)Il ruolo insostituibile di accompagnamento dei pedagoghi I1 ruolo primario di accompagnamento compete alla comunità cristiana e ai genitori. Ma, insieme, va sottolineato il compito determinante del catechista e, se inteso nel suo vero significato, del padrino. È il ruolo dell’accompagnamento, come espressione di una paternità spirituale. All’interno di questo ampio quadro globale si colloca il cammino propriamente catechistico. La catechesi non esaurisce l’iniziazione cristiana anche se ne costituisce il momento centrale e fondamentale di cui ogni itinerario di iniziazione non può fare a meno. Una catechesi fedele alle grandi scelte del Documento di base e in particolare: - impostata sulla pedagogia dell’itinerario di fede e sulla dinamica propria della traditioredditio; - focalizzata sulla conoscenza, incontro e iniziazione al mistero di Cristo, "centro vivo della catechesi"; - con una forte accentuazione delle dimensioni ecclesiale, evangelizzante e missionaria; - con il chiaro e definito obiettivo di condurre a una mentalità di fede e a una matura vita cristiana; - secondo il metodo, il linguaggio e la comunicazione della fede pienamente rispondente alla legge della fedeltà a Dio e all’uomo. L’IC, ne dobbiamo essere pienamente consapevoli, è quindi un " avvenimento" che possiede una doppia natura. Quella divina (perché nessuno può rinascere dall’alto da solo) e quella umana (perché la vita nuova è frutto anche della decisione e formazione della persona) e su questo secondo aspetto abbiamo ancora non poco da lavorare. Pertanto l’IC si realizza attraverso l’interazione di tre attività precise. - La prima è la presentazione piena e integrale della proposta cristiana. - La seconda è quella dell’aiuto alla crescita della risposta di fede e la formazione dei nuovi credenti. Essere cristiani, infatti, implica una trasformazione del

proprio progetto di vita, assumendo quello di Gesù e diventando suoi discepoli. - La terza è "assicurare" o meglio rendere presente e interiorizzare il dono dello Spirito attraverso la mediazione dei sacramenti della IC. L’iniziazione avviene infatti dentro un processo formativo, cioè di trasformazione o crescita della persona nella fede, costituito da 4 passaggi: socializzazione, evangelizzazione, interiorizzazione, integrazione. a) Con la socializzazione una generazione trasmette all’altra la ricchezza della sua esperienza, la cultura, e i beni necessari alla vita. b) Ma la persona ha bisogno anche di evangelizzazione ovvero di ricevere la proposta diretta del Vangelo con cui rileggere la propria esistenza e il progetto di vita alla luce della fede di Gesù. c) Interiorizzazione significa passare da un annuncio ascoltato a un annuncio che diventa coscienza e direzione della persona e, quindi, criterio di giudizio e decisione. Frutto dell’interiorizzazione è la conversione. d) Infine l’integrazione mette in evidenza che la iniziazione si compie quando il messaggio ricompone l’unità della persona come discepola. A una veloce analisi si può constatare che alla comunità cristiana non manca la dimensione socializzante! Essa, forse, soffre di alcune inesattezze o di metodi comunicativi poco adatti. Ma la catechesi dei ragazzi, specie dopo la riforma voluta dal Concilio, non ha mai fatto mancare questa attenzione. La prova è che i ragazzi non disertano il catechismo, ma la liturgia domenicale! I problemi sorgono rispetto alle altre dimensioni. Le difficoltà sono di due tipi: pedagogiche e psicologiche. Da una parte bisogna comprendere esattamente quali sono gli aiuti pedagogici per operare le trasformazioni desiderate. L’altra difficoltà rende manifesto che il compito di iniziare implica, da parte di chi ascolta, che possa decidere di sé! La nostra organizzazione della IC dei ragazzi termina prima che essi possano decidere qualcosa della loro vita. Si autoesclude dall’insieme dei processi di crescita dei ragazzi!

La lettera PASTORALE

LA LETTERA PASTORALE/5.........


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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Festa patronale alla parrocchia SAN SEBASTIANO

Nella festa di Sant’ Antonio

Le famiglie: il «nocciolo» di ogni parrocchia

Benedetti siano gli animali e i loro padroni

mma, con il suo bel pelo nero entra E dalla porta della chiesa di Santa Lucia tirando il padrone per il guinzaglio; Mia, un pitbull ancora piccolo, scodinzola; Tilly zampetta tra le panche con un cappottino di lana azzurro. Entrano anche le gabbiette da cui spuntano Pericle e Gemma, due gatti sacri della Birmania, due criceti e un bel pappagallo verde e giallo. Poi entra anche Don Gustavo. Come negli ultimi cinque anni, nella sua parrocchia il 17 gennaio si celebra la benedizione degli animali. La tradizione si lega infatti a Sant’Antonio Abate, padre del monachesimo orientale e patrono degli animali domestici, che si ricorda in questa data. Protettore delle epidemie di certe malattie, sia dell’uomo che degli animali, il santo era molto venerato nel mondo contadino perchè protettore del bestiame, tanto che la sua effigie era spesso collocata all’ingresso delle stalle. La scena è strana mentre il parroco invoca la benedizione e la sua voce è coperta dall’abbaiare di una ventina di cani: "Nel disegno di Dio Creatore, anche gli animali che popolano il cielo, la terra e il mare, partecipano alla vicenda umana. La provvidenza che abbraccia tutta la scala degli esseri viventi, si avvale di questi preziosi e fedeli amici dell’uomo e della loro immagine per significare i doni della salvezza". Si benedicono gli animali, ma anche i loro padroni che li fanno diventare parte della famiglia, e che li riconoscono dono prezioso per molti anziani e persone sole per i quali diventano affettuosa compagnia. G.S.

Nella ricorrenza del Santo Patrono monsignor Giusti ha incontrato le famiglie della comunità guidata dai Padri Barnabiti nizia con l’eccezione che conferma la regola il primo «incontro delle famiglie» del 2013. Da tre anni, infatti, le famiglie di San Sebastiano si riuniscono in oratorio una domenica al mese per sperimentare la gioiosa esperienza delle riunioni di preghiera dopo la cena comunitaria a base di pizza. Divenuto un appuntamento fisso e irrinunciabile per le oltre quaranta persone che vi fanno parte, si è deciso di integrare questa bella iniziativa nel calendario degli appuntamenti fissi che costituiscono l’agenda delle attività parrocchiali. Dal nuovo anno, infatti, gli incontri sono fissati per la terza domenica di ogni mese dalle 19.30. Ispirato alle indicazioni del Vescovo, che da qualche tempo ha sollecitato le comunità parrocchiali a favorire la catechesi delle famiglie, l’“incontro” è stato tenuto a battesimo eccezionalmente di sabato (19 gennaio) proprio dal vescovo Simone. In concomitanza con la festività del Santo Protettore della Chiesa, San Sebastiano, che per la precisione cade il 20 gennaio, monsignor Giusti, infatti, ha concelebrato con il parroco, padre Giovanni Battista Damioli, la Messa solenne dedicata al “difensore della Chiesa”, come fu

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proclamato da San Caio Papa, per la sua opera di assistenza ai cristiani. Il Vescovo si è poi intrattenuto con le famiglie nei locali della parrocchia, condividendo idee, riflessioni, preghiera e

anche... una porzione di pizza. Monsignor Giusti ha ricordato l’importanza che il gruppo famiglie rappresenta per il tessuto sociale parrocchiale, punto di riferimento per le nuove generazioni,

nocciolo duro all’interno del quale sono racchiusi i valori fondamentali della vita: il rispetto e l’Amore. Com’è nato il gruppo famiglie? Tutto ebbe inizio il 10 dicembre 2009, ricorrenza della

LA STORIA San Sebastiano un esempio di coraggio l Santo cui la chiesa è consacrata, visse al tempo di Diocleziano che, Idelle negli anni in cui fu imperatore (tra il 284 e il 305 d.C.), scatenò una persecuzioni più crudeli in tutto l’impero. Sebastiano, nato e cresciuto a Milano ed educato nella fede cristiana, si trasferì a Roma nel 270 intraprendendo la carriera militare fino a diventare tribuno della prima coorte della guardia imperiale. In virtù della sua posizione riuscì ad aiutare con discrezione i cristiani incarcerati, non senza subire tremende conseguenze. Fu fatto arrestare da Diocleziano e condannato ad essere trafitto dalle frecce: legato ad un palo nei pressi del Palatino fu colpito seminudo da tante frecce e, creduto morto dai soldati, lasciato lì in pasto agli animali selvatici. Una nobildonna, a nome Irene, andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, secondo la pia usanza dei cristiani, ma si avvide che il tribuno non era morto e, trasportato nella sua casa sul Palatino, se ne prese cura e, miracolosamente, Sebastiano riuscì a guarire. Ristabilitosi, coraggiosamente proclamò la sua fede davanti a Diocleziano che ne volle la flagellazione a morte, come poi avvenne nel 304, facendone gettare le spoglie nella Cloaca Massima, perché i cristiani non potessero dargli degna sepoltura. La chiesa di San Sebastiano fu eretta nel 1633, tre anni dopo una terribile pestilenza, ottemperando al voto del 1479 quando il Santo, protettore degli appestati, fu eletto compatrono della città in occasione di un’analoga epidemia. Da allora la comunità parrocchiale invoca la sua protezione festeggiandolo il 20 gennaio di ogni anno. G.M.

Madonna di Loreto, cui è dedicata la nota cappellina: dopo la S. Messa vespertina, i membri del coro decisero di fermarsi nei locali della parrocchia per mangiare una pizza, dovendosi incontrare poco più tardi per il canto (era un giovedì, consueto giorno di prove). Fu tale l’entusiasmo per questa piccola esperienza di condivisione che si decise di ripetere il “rito” una volta il mese, aprendo agli altri parrocchiani che avessero voluto partecipare. Da allora il salone parrocchiale si trasforma in teatro di convivialità e allegria, di preghiera e riflessione sotto la guida del parroco. Per mamme e papà, nonni e nonne, figli e nipoti è come ritrovarsi in una grande famiglia! Il gruppo si occupa anche di organizzare eventi parrocchiali come feste, concerti, iniziative di beneficenza e, l’ormai noto, Lab-oratorio del sabato, dopo il catechismo. Gaetano Mastrorilli


LA SETTIMANA DI LIVORNO

Una storia per riscoprire la ricchezza della diversità Dalla favola del veloprotto Checco lo spunto di riflessione per confrontarsi sull’universo della disabilità

C’

Tutte le iniziative da seguire cco gli appuntamenti in programma (in via di definizione) per la SETTIMANA E PER LA VITA. SABATO 2 FEBBRAIO, giornata della vita consacrata Alle 17.30 processione, organizzata dall’USMI, dalla Chiesa della Purificazione (via della Madonna) fino alla Cattedrale. Sul sagrato della Cattedrale saranno raccolte le firme per la petizione europea “Uno di noi”. Alle 18 il Vescovo presiederà la S. Messa e benedirà poi le neo mamme che hanno partorito nel 2012. GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO alle 17 nella sala della Provincia avrà luogo un convegno sui temi dell’eugenetica: "In nome della verità: scienza e fede in Jerome Lejeune" che vedrà la partecipazione del dottor Daniele Tornar, della professoressa Lucia Gelli, del dottor Luca Mastrosimone e dell’onorevole Carlo Casini presidente del Movimento per la Vita. Incentrando la riflessione sulla figura di Jerome Lejeune, del quale è in corso il processo di beatificazione; su questo scienziato sarà

inaugurata una mostra di diversi pannelli, visibili in Cattedrale dal 13 al 20 febbraio. LUNEDÌ 11 FEBBRAIO alle 16 il Vescovo celebrerà la Messa per la giornata del malato nella Cappella dell’Ospedale a cui seguirà la visita al Reparto neonatale e al Reparto delle cure palliative, l’organizzazione è a cura dell’ACOS, della Pastorale della sanità, del Movimento per la Vita e di altre Aggregazioni. VENERDI 15 FEBBRAIO alle 17.30 in Provincia, avrà luogo il Convegno intitolato: "Quale famiglia oggi?", relatore sarà il sociologo dottor Belardinelli, che avrà il compito di rispondere alle provocazioni del Vescovo su quale tipo di famiglia gli italiani desiderano e quale tipo di famiglia è in grado di dare più felicità alle persone. A conclusione di tutte le iniziative GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO in Vescovado si svolgerà il Convegno organizzato dalla Caritas, sui temi dell’handicap e della diversità.

Per Andrea...che ci fa apprezzare la vita Parenti, amici e conoscenti. Mai un dolore, mai un lamento Sempre dolce, con il sorriso e sempre contento. Un grande atleta e attore nato Piscina e palco sei il più quotato. Una cosa però mi casca all’occhio Che c’hai il naso come Pinocchio. Racconti storie e tante fandonie Ma rimane sempre la mia opinione Tu sia bugiardo o menzognero Il miglior nipote sei per davvero!!!

i ho visto nascere e ti vedo grande T Giornate tristi ma poi stupende Vorrei insegnarti ma te m’insegni Che voler bene non ha disegni Lo senti e basta senza pensieri E te di questo non fai misteri Il corpo ha un capo, forse è la mente? Allora il cuore non vale niente? Per te i calcoli o le operazioni son solamente delle visioni, Ma se si parla di vero amore Diventi te il primo attore. Ci dai lezione a tutti quanti

Guardare Andrea, senza essere visti, è come ammirare un fiore. Se piove, il fiore prende l’acqua che gli casca addosso e non si ripara s’incurva sotto le gocce dell’acqua, ma appena spunta il sole il suo stelo si raddrizza e fa vedere tutta la sua bellezza. Andrea sopporta tutto, non reagisce se l’offendi, non si rivolta se lo maltratti o se gli fai male; ma appena può ti annienta con la sua bellezza, che sta nella semplicità, nella spontaneità, nel vero amore. Non riesce a fare un’equazione o una traduzione in inglese, ma è maestro ad insegnarci le cose forse essenziali della vita, come quella di volerci bene fra tutti. Andrea non conosce malizia, non conosce l’invidia, non conosce

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UCSI Toscana news

VERSO LA SETTIMANA per la Vita

era una volta Checco, un veloprotto che era diverso da tutti gli altri: era nato più lento e faceva fatica a stare al passo di chi intorno a lui faceva tutto alla massima velocità, ma nonostante questa sua natura, Checco fu capace di regalare tanta gioia e ricchezza ai genitori e agli amici. È una storia semplice quella del veloprotto lento, eppure di grande efficacia; racconta con delicatezza l’approccio e la convivenza con la diversità, esaltandone gli aspetti positivi e anche indicando il modo giusto di rapportarsi verso chi nasce con i “propri tempi”. A realizzarla sono stati Alessandra Battaglini e Gianluca Neri, in un fascicolo e cd, diffuso in questi giorni dall’Associazione Persone Down e realizzato grazie alla disponibilità del circolo Benci e alla collaborazione della logopedista Silvia Frangerini e delle maestre della classe 1ª A delle scuole D’Azeglio. La favola, arricchita di tanti disegni, accompagnata da cd che racconta la storia mentre scorrono le immagini, può rappresentare davvero un ottimo punto di partenza per affrontare con i ragazzi (ma anche con gli adulti) il tema della differenza, stimolando il confronto e offrendo una visione positiva di questa problematica. La storia di Checco, oltre ad aver fatto parte del programma scolastico di alcune classi elementari, vuol essere uno spunto di riflessione anche per la prossima settimana per la vita, a cui la Diocesi in collaborazione con molte altre realtà, dedicherà la prima metà del mese di febbraio (vedi appuntamenti nel box). Il testo ed i disegni saranno disponibili nei prossimi giorni anche sul sito diocesano (www.diocesilivorno.org).

TOSCANA OGGI

l’avidità. Nel voler bene, non guarda se sei bello o brutto, non guarda il tuo colore della pelle o le tue idee politiche, ti apprezza e basta. chi ama la vita deve per forza voler bene ad Andrea…perché lui è la vita. Viva la pioggia perché ci fa apprezzare il sole Viva chi è bugiardo perché ci fa apprezzare chi è sincero Viva il pianto perché ci fa apprezzare il sorriso Viva la diffidenza e la gelosia perché ci fanno apprezzare la fiducia Viva il superenalotto perché ci fa apprezzare la speranza Viva la prigionia perché ci fa apprezzare la libertà Viva la moltitudine perché ci fa apprezzare la solitudine Viva chi si crede intelligente perché ci fa apprezzare chi lo è veramente Viva l’invidia che ci fa apprezzare l’altruismo Viva l’asprezza che ci fa apprezzare la dolcezza Viva la morte che ci apprezzare la vita Viva le persone down che ci fanno apprezzare tutto questo. Roberto

Pronto il nuovo direttivo regionale ella sede della Fondazione "La Pira" a FiN renze, si è svolta l’assemblea dell’UCSI (Unione dei Cattolici nella Stampa) Toscana. Per l’occasione interventi di varie personalità del mondo del giornalismo e rinnovo del direttivo regionale. Promuovere un’attiva testimonianza cristiana tra gli operatori della comunicazione: è questo uno dei principi basilari dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana (UCSI), il cui comitato regionale si è riunito per la prima assemblea dell’anno. La prima parte dell’incontro è stata dedicata all’etica nella comunicazione politica, con un’intervista di Antonello Riccelli, presidente regionale UCSI e giornalista di granducato TV, ad Adriano Fabris, ordinario di Filosofia morale ed Etica della comunicazione all’Università di Pisa. «Il lavoro del giornalista - spiega Fabris - è fondato sulla credibilità: purtroppo, a grandi livelli ma anche in ambiti più ristretti, oggi vediamo come molti giornalisti preferiscano assumere una posizione netta, spesso entrando a far parte di partiti politici. Dal momento in cui ci schieriamo, come possiamo valutare attentamente ciò che ci succede intorno? In questo modo il giornalista perde la posizione di “garante critico”, che eticamente è propria del comunicatore, ed è fondamentale in tutti gli ambiti della vita civile, soprattutto per il rapporto tra politica e popolazione. È il giornalismo che crea quel ponte tra istituzioni e persone. In questo momento l’intero mondo dei massmedia e della politica sta affrontando un ridimensionamento, e molti giornalisti, purtroppo, si stanno adattando». Dopo l’intervista con Fabris, breve confronto tra alcuni giornalisti intervenuti per l’occasione quali Domenico Mugnaini (ANSA), Mauro Bonciani (Corriere Fiorentino), Edoardo Bianchini (giornalista e blogger) e Luigi Ceccherini (La Nazione), moderati da Mauro Banchini (Ufficio stampa Regione Toscana). Esperienze e testimonianze di molti altri giornalisti, tra cui Andrea Fagioli (Toscana Oggi) e Sara Bessi (UCSI - Politiche giovanili). Nella seconda parte sono stati presi in esame gli effetti della riforma Severino, spiegati da Luigi Cobisi, Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Infine, l’ultima parte della mattinata è stata dedicata al resoconto dei consiglieri uscenti e all’elezione dei componenti del nuovo direttivo regionale. Antonello Riccelli è stato confermato presidente regionale dell’UCSI, ad affiancarlo nel prossimo triennio sarà un direttivo composto da tre uomini e tre donne: Riccardo Clementi (nominato vicepresidente), Leonardo Chiarelli (responsabile Ucsi giovani), Fabio Figara (vice responsabile Ucsi giovani), Andrea Cuminatto, Sebastiana Gangemi (segretariotesoriere), Lorella Pellis, Graziella Teta. L’incontro si è concluso con la Messa celebrata da don Alessandro Andreini dedicata al patrono dei giornalisti San Francesco di Sales nella Basilica di S. Marco. F.F. Nella foto da sinistra Edoardo Bianchini Luigi Ceccherini e Mauro Banchini; nell’altra i partecipanti all’incontro


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TOSCANA OGGI 27 gennaio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO


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