IL GRANELLO DI
senape
di monsignor Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
3 febbraio 2013
Perché la comunità diocesana sia famiglia
come ogni grande missione, non inizia con una daLnellata;a maternità, non si improvvisa. In ogni donna, prima del matrimonio, sua infanzia per l’equilibrio che acquista, nella fanciullezza per il modo cui si apre, nella giovinezza per i valori che sa conquistare e fare propri, si prepara il tessuto della maternità. Il marito non ha ancora volto, i figli non ancora la vita, la donna però prepara già in sé il nutrimento vitale di valori di scambio per l’uno e di dono per gli altri. Questa giornata dunque è anche per le future mamme: per quante non sono mamme, ma fanno da «mamme». Una missione d’accoglienza, Festa della Mamma, 1971
Solidarietà in tempo di crisi
Inaugurato dalla Caritas diocesana con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno il progetto Goccia a Goccia per sostenere le famiglie bisognose IL 10 APRILE 2013
Una rete di solidarietà DI
ENRICO SASSANO*
n questo periodo siamo impegnati a visitare le parrocchie per incontrare i parroci ed i loro collaboratori nel servizio di carità. Una decisione dettata dalla necessità di rinsaldare i rapporti attraverso la conoscenza reciproca e lo scambio di idee, di ascoltare proposte, informazioni legate alle difficoltà e agli affanni che un po’ tutti stiamo vivendo. Dagli incontri emerge generalmente il desiderio di essere più vicini; non solo con la Caritas diocesana, ma anche tra le Caritas parrocchiali e i loro centri di ascolto, che avvertono il necessità di «sentirsi di più» tra di loro. La Caritas diocesana sarà ovviamente impegnata a favorire questo processo di riavvicinamento che non è solo un «fare rete» ma un ritessere ancora il tessuto diocesano per vivere la chiesa famiglia di Dio.
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Una situazione sempre più difficile Negli incontri sin qui avuti, è stata confermata la grave situazione di impoverimento delle famiglie e l’impossibilità, per tante parrocchie, di soddisfare le richieste di aiuto. Gli stessi pacchi alimentari, dovendo essere ripartiti su più famiglie di prima, sono divenuti qualitativamente e quantitativamente insufficienti. Una situazione resa già evidente dal centro di ascolto diocesano che ha fatto maturare la decisione di potenziare, per quanto possibile, la rete di solidarietà nel territorio per le famiglie in difficoltà. Il fatto di non avere grandi mezzi a disposizione impone operare per un cambiamento culturale attraverso il ricupero dei valori che aiutano la convivenza civile. Per questo ci si propone di intensificare la lotta agli sprechi, l’uso più
attento delle risorse, la educazione al valore della solidarietà, la sensibilizzazione e il coinvolgimento della cittadinanza nella raccolta su vasta scala di piccole elargizioni economiche ecc.. Per poter realizzare quanto detto, la Fondazione Caritas ha formulato un progetto chiamato Goccia a goccia.
Il pane quotidiano Una fase di attuazione di tale progetto, denominata il pane quotidiano, prevede la realizzazione di un magazzino nel quale accentrare tutte le donazioni di generi alimentari (anche freschi) che affluiscono alla Caritas diocesana, di giorno in giorno. Gli alimentari, così ottenuti, saranno redistribuiti poi alle parrocchie che ne hanno fatto richiesta, non essendo in grado di rispondere alle attuali richieste di aiuto. L’obbietivo è, dunque, quello di ricostituire pacchi alimentari qualitativamente in grado di soddisfare, sia pure in parte, i bisogni familiari. Il 30 gennaio 2013, è stato inaugurato appunto questo Centro, grazie alla generosità della Parrocchia di Santa Lucia in Antignano, parte del progetto, che mette a disposizione i volontari della comunità e alcuni ambienti idonei all’immagazzinaggio e alla gestione della distribuzione dei viveri. L’altrettanto generosa partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno ha permesso, sempre in collaborazione con la Fondazione Caritas, di costituire un Fondo Sostegno destinato appunto all’acquisto di generi alimentari di prima necessità. A questo si aggiunge la collaborazione dei Centri Ascolto parrocchiali, che hanno in carico le situazioni di bisogno e che
hanno aderito all’iniziativa. Il loro coinvolgimento ha permesso l’individuazione di un paniere di generi di prima necessità, rendendo possibile l’inizio dell’approvvigionamento di alimenti effettivamente necessari per offrire un pacco viveri equilibrato. Si sta quindi provvedendo ai relativi acquisti all’ingrosso. Con la realizzazione del progetto le parrocchie saranno in grado di meglio aiutare le 250 famiglie bisognose da loro segnalate.
E poi la Rete territoriale di solidarietà Come si vede si tratta di un progetto che coinvolge parrocchie, istituzioni civili, Caritas e famiglie, che va incontro alla obbiettivo di realizzare la rete territoriale di solidarietà. Il progetto, infatti, prevede di allargare la partecipazione per poter proseguire negli interventi sino a quando sarà necessario. A tale scopo si sta provvedendo al censimento delle Aziende operanti nel settore della distribuzione dei prodotti alimentari e di prima infanzia per ottenere la loro l’adesione alla Rete
A Roma dal Papa Territoriale di Solidarietà. Stiamo proponendo altre convenzioni per la donazione dei prodotti non più commerciabilizzabili ex legge del «Buon Samaritano» (legge 155/03). Al momento infatti è in essere (dal 2005) quella con la Unicoop Tirreno per tutti i centri vendita della diocesi di Livorno. Ricercheremo poi il coinvolgimento dei negozi e delle imprese per attivare il meccanismo di detrazione fiscale del valore dei beni donati. Ed ancora, daremo vita ad iniziative di piccole elargizioni economiche (dona resto, dona cent..) destinati al finanziamento dei servizi ed interventi della Fondazione Caritas di Livorno. Infine …continueremo ad utilizzare la fantasia per attraversare questi tempi cercando di traghettare più gente possibile sulla riva della serenità nella famiglia, non solo attraverso gli aiuti economici ma soprattutto rendendola consapevole che nessuno è lasciato solo a combattere per mantenere la propria umana dignità. *direttore Ufficio diocesano di pastorale della Carità
Le fasi di attuazione del progetto La prima fase (dicembre 2012 – gennaio 2013) vedrà la ristrutturazione e l’arredo di un deposito generale della Caritas Livorno (nei locali adiacenti la vecchia chiesa di Antignano) destinato all’immagazzinamento di generi alimentari (aiuti Agea, donazioni..) ed altri generi di prima necessità (vestiario, prodotti per l’infanzia...), questa prima fase sarà sostenuta da un contributo Fondazione Cariliv di 5.000 euro La seconda fase (febbraio – dicembre 2013) invece vedrà la costituzione di un Fondo Sostegno destinato all’acquisto di generi alimentari di prima necessità in favore di famiglie prese in carico dai Centri Ascolto parrocchiali che hanno aderito all’iniziativa. Destinatari son otre 250 famiglie bisognose segnalate dalle Parrocchie. Anche in questa fase la Fondazione contribuirà con un sostegno di 25.000 Euro. La terza fase (marzo – dicembre 2013) infine sarà un vero e proprio piano d’Azione, con un censimento Aziende del settore della distribuzione dei prodotti alimentari e prima infanzia; promozione della Campagna di adesione alla Rete Territoriale di Solidarietà; Stipula nuove Convenzioni per la donazione dei prodotti non più commerciabilizzabili ex legge del «Buon Samaritano» (legge 155/03); Incentivi alle imprese attraverso la attivazione del meccanismo di detrazione fiscale del valore dei beni donati; Introduzione di iniziative di piccole elargizioni.
gni cinque anni il Papa incontra le Chiese O locali, il 2013 è la volta della Chiesa d’Italia e nel mese di aprile in particolare sarà la volta di Livorno! Come già avvenuto in passato la Diocesi organizza un pellegrinaggio a Roma, insieme al Vescovo, in occasione di questo appuntamento speciale con il Santo Padre Benedetto XVI. Sono al vaglio degli organizzatori due possibilità: 1 giorno dalla mattina alla sera, oppure 2 giorni. Ecco i programmi indicativi. MERCOLEDÌ 10 APRILE 2013 Ore 04.30 circa Partenza dalle parrocchie della Diocesi, in bus G.T. da Livorno per Roma. Sosta lungo il percorso per il ristoro. Alle ore 10.30 partecipazione in Vaticano all’Udienza Generale del Santo Padre. Al termine tempo a disposizione per il pranzo libero o visite individuali. Nel pomeriggio celebrazione della Santa Messa in S. Pietro presieduta dal Vescovo Mons. Simone Giusti con la proclamazione del Credo. Al termine rientro in bus a Livorno con arrivo previsto in serata. QUOTA Euro 40,00 ISCRIZIONI PRESSO: PHARUS VIAGGI oppure la propria PARROCCHIA MARTEDÌ 9 E MERCOLEDÌ 10 APRILE Martedì 09 aprile: partenza dalle parrocchie della Diocesi di Livorno in bus per Roma con soste lungo il percorso per il ristoro facoltativo. All’arrivo visita della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere e del suo complesso. Situata nel cuore del vecchio rione di Trastevere, la Basilica sorge sulla casa della martire. Dell’antico edificio rimane il grande mosaico dell’abside. Al termine tempo libero per il pranzo. Nel pomeriggio continuazione della visita di Roma con la Basilica di Santa Maria in Trastevere e San Bartolomeo all’Isola. Al termine trasferimento in Istituto o hotel. Cena e pernottamento. Mercoledì 10 aprile: prima colazione e partenza per Città del Vaticano per partecipare alle ore 10.30 all’Udienza Generale del Santo Padre. Al termine tempo a disposizione per il pranzo libero o per le visite individuali. Nel pomeriggio celebrazione della Santa Messa presieduta dal Vescovo Mons. Simone Giusti. Al termine rientro in bus a Livorno con arrivo previsto in serata. Quota indicativa: Euro 125,00 per persona La quota comprende: bus G.T. – trattamento di mezza pensione dalla cena del primo giorno alla prima colazione del secondo giorno – assicurazione sanitaria – accompagnatore.
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TOSCANA OGGI
Assicurazione sociale per l’impiego
Una nuova misura per la dispoccupazione on il 2013 è nata l’ASpI, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego, la nuova indennità di disoccupazione. In prospettiva delle imminenti elezioni politiche gli addetti ai lavori prevedono interventi normativi fortemente modificativi. Proviamo, tuttavia, a scattare una fotografia a questo istituto così come si presenta in questo «preciso momento storico». Il nuovo nome del trattamento di disoccupazione è deciso e regolamentato dalla «Legge Fornero», nell’ottica della gestione di un ammortizzatore utile a tamponare una condizione temporanea di disagio, in vista di una pronta ricollocazione nel mercato del lavoro della persona disoccupata. I cambiamenti riguardano l’ampliamento dei soggetti interessati, l’aumento della misura, l’aumento della durata e il sistema di finanziamento. Tra i beneficiari rientrano, adesso, oltre a tutti i dipendenti del settore privato, anche gli apprendisti e i soci di cooperative con contratto di lavoro subordinato e i dipendenti a tempo determinato delle amministrazioni pubbliche. La misura del sussidio aumenta dal 60% al 75% (o meglio 75% per i primi sei mesi, 60% per i successivi 6 mesi). La durata può essere di 8 mesi per i disoccupati di età pari o inferiore ai 50 anni, o di 12 mesi per i disoccupati di età superiore ai 50 anni. Il sussidio è finanziato dai datori di lavoro tramite un contributo ordinario, un contributo addizionale e un ulteriore contributo dovu- «Tra i beneficiari to in caso di interruzione di un rientrano, oltre a tutti rapporto di lavo- i dipendenti del ro a tempo inde- settore privato, anche terminato per causa diversa gli apprendisti e i soci dalle dimissioni. di cooperative con Il contributo ordinario è versato contratto di lavoro sempre, mentre subordinato e i quello addizio- dipendenti a tempo nale riguarda i contratti di lavo- determinato delle ro a tempo deter- amministrazioni minato e può essere recuperato pubbliche» in caso di trasformazione a tempo indeterminato. Il contributo per interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato corrisponde al 41% del valore massimo che può avere l’ASpI, per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni. La spesa può diventare significativa. «Sono senza lavoro e non sono io che non voglio lavorare. Non ho dato le dimissioni. E’ il mio datore di lavoro che ha avuto un calo di commesse inaspettato e mi ha dovuto licenziare». Questo è un esempio di situazione che rientra nella disoccupazione involontaria, requisito essenziale perchésia possibile accedere al sussidio. «Da disoccupato, registrato come tale al Centro Impiego, devo verificare di avere i requisiti contributivi per accedere alla nuova indennità mensile: almeno due anni di assicurazione e almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione. Un calcolo specifico individua la media della retribuzione per ottenere la base di calcolo. Se il risultato di questo calcolo individua una retribuzione media di 1.180 euro, mi spetterà un’indennità pari al 75% di tale importo. Devo presentare la domanda entro due mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, a pena di decadenza. Devo presentarla entro l’ottavo giorno dalla cessazione del rapporto per poterne usufruire pienamente. Questo «cuscinetto» mi consentirà di cercare un nuovo impiego con più tranquillità Mentre usufruisco dell’ASPI, mi aspetto che ai miei tentativi di inserimento lavorativo, si affianchi un aiuto concreto da parte del Centro per l’Impiego. Spero che mi arrivi una proposta a cui non posso rinunciare, oppure la possibilità di arricchire la mia formazione per migliorare il valore della mia candidatura. Inoltre, posso chiedere l’anticipazione dell’indennità pari a tutte le mensilità ancora da percepire per avviare un’attività imprenditoriale». L’ASpI prende il posto della disoccupazione ordinaria e la mini-ASpI interviene in sostituzione della disoccupazione con i requisiti ridotti, quando non ci sono i requisiti per la prima. Nel 2016 anche l’indennità di mobilità sarà sostituita dall’ASpI. Angela Blanco
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
3 febbraio 2013
Un mese dedicato alla riflessione SULLA VITA UMANA
Generare la vita vince la crisi on la celebrazione di SABATO PROSSIMO 2 FEBBRAIO avrà inizio ufficiale il mese dedicato alle tematiche della vita: una serie di appuntamenti per riflettere sull’esistenza umana, per sostenerla in ogni suo momento: al suo inizio, alla fine, nel suo corso. L’apertura, proprio nella GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA, avrà luogo in cattedrale: ma il ritrovo è alle 17.30 alla Chiesa della Purificazione (Via della Madonna) da dove partirà la processione verso la Cattedrale. Alla processione sono invitati a partecipare in particolar modo i religiosi, visto che quest’anno la data coincide anche con la Giornata da sempre dedicata alla Vita Consacrata. Alle 18.00 il Vescovo presiederà la S. Messa in Duomo, festeggerà i religiose e le religiose e benedirà le neo mamme che hanno partorito nel 2012. Sul sagrato della Cattedrale saranno raccolte le firme per la petizione europea «Uno di noi».
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Il primo appuntamento di approfondimento è in programma invece GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO con il convegno «In nome della verità. Scienze e fede in Jéròme Lejeune», alle 17.30 nella sala della Provincia. Parteciperanno il dottor Daniele Tornar, professoressa Lucia Gelli, dottor Luca Mastrosimone e l’onorevole Carlo Casini. L’incontro sarà moderato dal dott. Ugo De Carlo. LUNEDÌ 11 FEBBRAIO alle 16.00 sarà invece celebrata dal Vescovo una Messa nella cappella dell’Ospedale per tutti gli ammalati, in occasione della Festa della Madonna di Lourdes. A seguire la visita al Reparto neonatale e al Reparto delle cure palliative. Altro convegno da non perdere VENERDÌ 15 FEBBRAIO alle 17.30 nella sala della Provincia, intitolato: «Quale famiglia oggi?», quale tipo di famiglia gli italiani desiderano e quale tipo di famiglia è in grado di dare più felicità alle persone. Relatore sarà il sociologo professor Sergio Belardinelli dell’Università di Bologna. In ricordo dei bambini mai nati LUNEDÌ 18 FEBBRAIO alle 21.00 in Cattedrale si
Tutti gli appuntamenti di Febbraio svolgerà la Via Crucis a cura delle Aggregazioni Laicali con accompagnamento all’organo M° Giorgio Maroni e voce soprano Rosalia Gonzales. Infine GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO «La ricchezza delle diversità», un appuntamento preparato dalla caritas Diocesana sui temi dell’handicap, della non autosufficienza e della disabilità. In Cattedrale sarà visibile dal 14 al 20 Febbraio una mostra con diversi pannelli intitolata «In nome della verità, scienze e fede in Jéròme Lejeune».
La petizione europea «Uno di noi» no di noi» è la campagna «vitaU promossa dai Movimenti per la nei ventisette Paesi della Ue per arrivare al riconoscimento giuridico dell’embrione. Serve un milione di firme per far intervenire il legislatore europeo. Ma l’obiettivo è ben più ambizioso. Per questo adesso è il momento della mobilitazione con la possibilità di aderire anche online (sul sito www.oneofus.eu) al progetto. «Occorre un maggiore sforzo da parte di tutti, innanzitutto sul piano culturale, prima ancora che politico, affinché la cultura della vita, che sono certo sia maggioritaria tra la gente del nostro Paese, così come tra i popoli
dell’intera Unione europea, abbia giusta considerazione, trovi spazio e sostegno», spiega Franco Miano, presidente nazionale di Azione cattolica, che insieme con numerose sigle del mondo delle associazioni e dei movimenti presenti in Italia ha firmato un appello a favore dell’iniziativa. Per Miano «serve un’opera educativa dell’uomo per l’uomo, della vita per la vita. Solo così si potrà agire contro chi, spesso per puro interesse politico o economico, per meschine convenienze di parte, sostiene il più delle volte politiche di fatto abortiste o comunque contrarie a ogni forma di rispetto della vita umana».
Chi era Lejeune
érôme Lejeune, lo scienziato che ha scoperto le basi genetiche della sindrome di Down, medico Jappassionato nella cura dei suoi piccoli pazienti, fu studioso intelligente, acuto e infaticabile ed il primo docente di Genetica all’Università di Parigi. Lejeune visse profondamente la deontologia medica ippocratica; lo studio delle basi biologiche della vita umana ha rappresentato il fulcro delle sue ricerche e delle sue battaglie etiche. Le sue ricerche sul genoma umano erano finalizzate ad accrescere la conoscenza delle malattie genetiche al fine di curarle e, comunque, di migliorare la vita di chi ne era affetto. Per anni difese la sopravvivenza dei bambini malati, la vita nascente e morente opponendosi tanto all’aborto ed all’eutanasia quanto all’uso indiscriminato di alcune sperimentazioni scientifiche sull’embrione umano. Lejeune, sostenuto anche da una autentica fede cristiana, affrontò eroicamente questa battaglia fino alla fine. La mostra su Lejeune è stata presentata per la prima volta al Meeting di Rimini nel 2012; essa viene esposta a Livorno a cura del Movimento per la Vita di Livorno, in collaborazione con la Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Livorno e l’Associazione Italiana Persone Down.
UN’ASSOCIAZIONE AL SERVIZIO DEL CITTADINO
Il Movimento Cristiano lavoratori cambia sede a Lega consumatori Livorno ha laLpersciato la storica sede di via Cecconi trasferirsi in Scali d’Azeglio, 40, grazie all’ospitalità del MCL (Movimento cristiano lavoratori). Le due associazioni, aventi entrambe matrice cristiana, hanno trovato un’ottima intesa, sia sul piano ideale che programmatico. Ad esprimere soddisfazione per l’accordo sono Anna Maria Magnani, presidente MCL Livorno e Andrea Raiano, presidente Lega consumatori Livorno. Presenti all’iniziativa anche Mons. Giuseppe Coperchini, cappellano MCL, Vittorio Benedetti, pres. patronato SIAS Livorno, i volontari della Lega consumatori Luca Boccara e Laura Albertini e il legale dell’associazione Claudia Pagni. Lo sportello della lega consumatori sarà aperto il martedì e il mercoledì dalle 16 alle 18 e il venerdì dalle 10 alle 12. Il numero di tel. è 0586880110 e il fax è 0586896128. La
mail è livorno@legaconsumatori.it. Ricordiamo che la Lega consumatori offre gratuitamente aiuto legale a tutti i consumatori e gli utenti che si associano. La tessera dell’associazione è dal 2006 ferma a 25 euro annui. Inoltre è prevista una tessera di solidarietà a partire da 2 euro per i simpatizzanti o coloro che, versando in condizioni economiche disagiate, non possono pagare l’intera quota. Nell’ufficio di Livorno si può attivare qualsiasi tipo di pratica, comprese le conciliazioni telefoniche ed energetiche. Particolare attenzione viene prestata alla situazione delle famiglie, specie quelle numerose o in disagio economico, in merito alle problematiche inerenti alle tariffe o al rischio di indebitamento. Vengono promosse inoltre iniziative di formazione o informazione rispetto a temi cari alla Chiesa Cattolica, quali il rischio del gioco d’azzardo e l’opposizione all’apertura domenicale e festiva dei su-
permercati e la tutela della famiglie in genere. Per il MCL è l’occasione per completare il servizio all’utenza, che vede già il CAAF, il patronato SIAS, e l’ALS (Associazione lavoratori stranieri). Sarà molto importante l’azione congiunta rispetto al tema degli sgravi sulle utenze o sulla TIA, specie in un anno come il 2013 dove sono previsti gravi rincari, particolarmente per l’acqua. Per il 2013, nonostante la grave crisi che attraversano tutti i patronati italiani, è previsto inoltre un rafforzamento del settore dei servizi agli immigrati e agli anziani che necessitano di un servizio di cura alla persona o alla famiglia (colf e badanti), continuando anche la collaborazione già instaurata con la Caritas di Livorno. Per ogni informazione ricordiamo che il MCL è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, dal lunedì al venerdì. Il numero di tel. è 0586-880110, il fax è 0586-896128. La mail è info@mcl.livorno.it.
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
3 febbraio 2013
CONOSCIAMO l’Istituto Santo Spirito
Lo spirito di don Giovanni Bosco alla base dell’educazione dei bambini e dei ragazzi della scuola
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Una proposta di... buona lettura
Il card. Carlo Maria Martini
Una scelta per crescere
GIULIA SARTI
a struttura in stile liberty è quella che all’inizio del secolo Tommaso Pate e consorte donarono alle Figlie di Maria Ausiliatrice, arrivate a Livorno appositamente per aprire un nuovo istituto (vedi box). Al suo interno, a qualche passo dai campi dell’oratorio, dal salone col teatro e dalla «casa» delle suore, c’è anche il polo scolastico. Scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Diverso da 100 anni fa forse nell’aspetto, mantiene lo spirito con cui nacque: quello di Don Bosco. «Tre sono le parole chiave della nostra metodologia che si ispira ai principi dei fondatori», spiega Suor Fiorella Mioda, direttrice dell’Istituto Santo Spirito. «Ragione, religione e amorevolezza. Una triade che attraverso l’insegnamento, cerca di far crescere i ragazzi sviluppando la capacità di scegliere con consapevolezza, facendo scoprire loro il valore delle cose». Non ci si limita quindi al solo apprendimento, ma si crea un percorso di accompagnamento personale e personalizzato che renda i ragazzi protagonisti della loro vita. «Ai docenti è chiesto di condividere un progetto, dei valori e principi che mirino ad una crescita culturale e integrale della persona in modo armonioso». Tra loro, una trentina in tutto, la maggioranza è laica, con 344 alunni di cui prendersi cura. Uno dei punti di forza sta proprio nella «Comunità educante» nella quale sono impegnati non solo gli insegnanti e le religiose, ma le famiglie intere. «Durante l’anno scolastico viene lanciata una proposta formativa di crescita umana e cristiana che coinvolge i genitori in attività educative e di condivisione. In questo modo si cerca di creare una relazione tra le varie figure coinvolte perché possano tutte insieme collaborare nell’accompagnamento anche fuori dalla classe».
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Il salto nel «pubblico» Il vero esame della validità del metodo educativo sta forse nel passaggio dalla scuola media a quella del mondo «pubblico» con l’ingresso nella scuola superiore. «Si ha questa idea che in un ambiente “privato” il ragazzo sia protetto, abbia vissuto in un mondo ovattato. Credo che se abbiamo lavorato bene, usciti da qui i ragazzi abbiano acquisito gli strumenti per saper affrontare il mondo e saper fare scelte responsabili, chiare e motivate, in modo autonomo».
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2014 sono aperte fino al 28 febbraio, recandosi direttamente in segreteria. Una delle novità è il percorso internazionale per la scuola primaria e dell’infanzia: «Si valorizza la lingua inglese con attività specifiche tenute sia da insegnanti di inglese che da madrelingua, tutto all’interno delle ore curriculari».
Formazione per giovani e adulti Anche se da qualche anno non esiste più la scuola superiore, all’interno dell’Istituto c’è un’altra opera che garantisce formazione e accompagnamento anche ai più grandi: il CIOFS/FP (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane/Formazione Professionale). «Sono corsi di formazione biennali, finanziati dalla Regione attraverso la Provincia, per ragazzi tra i 16 e i 18 anni che per vari motivi hanno lasciato la scuola», spiega Suor Nila, responsabile del centro. «Oggi ci sono quattro percorsi attivi in collaborazione con alcuni istituti professionali della provincia: quello per diventare operatore di vendita, ristorativo, termoidraulico e turistico, a breve ne partiranno altri quattro, per un totale di
più di 100 ragazzi». Anche in questo caso la parola che risuona è accompagnamento: «C’è un team che organizza la struttura del corso tra aula e stage, ma c’è un percorso che coinvolge anche le famiglie perché sia data attenzione alla persona e continuità una volta terminata la formazione, creando una rete in cui convergono diverse componenti educative». Accanto a questi ci sono anche corsi di riqualifica per disoccupati che attraverso l’acquisizione di nuove competenze, cercano di reinsersi nel mondo del lavoro. (http://www.ciofsfptoscana.it) Le iscrizioni «Anche noi – continua Suor Fiorella – abbiamo sentito le difficoltà del momento e con i soli contributi statali, a dispetto di quanto pensano molti, non riusciremmo a pagare gli insegnanti». Quelle per l’anno scolastico 2013-
Oltre la scuola L’altra particolarità che distingue questa scuola è la possibilità di vivere al suo interno anche momenti extrascolastici nello stesso clima di condivisione e crescita: «Oltre l’oratorio, a cui molti allievi partecipano, nella nostra struttura sono presenti l’associazione sportiva dilettantistica “Circolo 3A”, che offre ai bambini e ai ragazzi la possibilità di crescere attraverso diverse attività sportive e l’associazione C.G.S. Personalità, che propone attività culturali come il teatro e, nel periodo estivo, il summer english: dieci giorni in cui gli allievi possono vivere una bella esperienza in montagna o all’isola d’Elba con insegnanti madrelingua». Per qualsiasi informazione è possibile visitare il sito del Polo scolastico all’indirizzo http://www.fmalivorno.it
LA STORIA DELL’ISTITUTO SANTO SPIRITO
Nel quartiere di Borgo Cappuccini da 110 anni e suore del "Santo Spirito" come comunemente le ricorda la popolazione della città, giunsero a LloroLivorno il 25 settembre del 1903. Il treno che le condusse nella nostra città per dare inizio alla "avventura" le scese alla vecchia Stazione di San Marco: erano cinque Figlie di Maria Ausiliatrice accompagnate dalla madre Luigina Cucchietti e ad attenderle erano i conti Tommaso Pate e signora, che accompagneranno spiritualmente ma soprattutto materialmente per circa un trentennio della loro vita le fortune dell’Istituto stesso. Dalla casa di via del Testaio dove furono accolte dalle consorelle che già vi abitavano, una carrozza le portò con i coniugi Pate nel quartiere di Borgo dei Cappuccini, in via Umberto (oggi Corso Mazzini) dove il conte Tommaso aveva comprato per loro e per la loro "impresa" dei locali, finemente arredati. La nuova casa assunse il nome "Asilo Santo spirito", non perché fosse esclusivamente dedicata all’infanzia, ma perché rifugio per ogni povertà spirituale e per tutti i tipi di carità. Fu la famiglia Pate a chiedere che la nuova casa salesiana fosse dedicata allo Spirito Santo. La prima attività, nel 1903, fu l’apertura dell’Oratorio festivo, un mese dopo le Scuole Elementari e poi l’Asilo. L’istituto si allargò, ancora grazie all’aiuto della famiglia Pate, e nel 1906 sorse la Scuola Popolare, il laboratorio e le scuole festive e i corsi di cultura e catechismo. Il 1909 fu l’anno in cui venne aperta la Scuola Professionale di beneficenza per le giovinette povere e per quelle che, finita l’istruzione obbligatoria, volevano rendersi maggiormente utili a sé e alla famiglia. Suddivisa in due sezioni, accoglieva le bambine sotto i 12 anni con lavori di cucito,ricamo e rammendo e quelle più grandi con taglio, sartoria e stireria. Il tempo passa e nel 1925 aprono le scuole medie, che, dopo un periodo di pausa, riaprono pochi anni fa, in coincidenza con la chiusura del Liceo della Comunicazione, in vita per diversi anni. Storia tratta da Istituto Santo Spirito, Cento anni di educazione nella storia (1903-2003), Carlo Adorni
hi è il profeta che dà il titolo al voC lume? È il Cardinale, Arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, un sacerdote, una persona, che ha saputo interpretare alla luce del Vangelo il nostro tempo, esserne coscienza critica e indicarne delle mete condivisibili. L’autore del libro è il giornalista del Corriere della Sera, Marco Garzonio che, nel corso degli anni, ha intrattenuto un rapporto amicale con il cardinale, riuscendo così a capire le tante sfaccettature della sua personalità, dice infatti nel prologo: «Ho conosciuto Martini e l’ho frequentato per più di trent’anni». Le parole, dette e scritte da Martini, non dispensano pillole di certezze date una volta per sempre e buone per ogni stagione ma danno una forza capace di generare energia interiore. Innamorato della «Parola» l’ha spezzata come pane nel magistero della vita. Sono molti i temi che Marco Garzonio affronta nelle pagine del libro, uno di questi è il sogno di Martini per l’effettuazione di un nuovo Concilio «come stimolo per ripetere ogni tanto, nel corso del secolo che si apre, una esperienza universale tra i Vescovi che valga a sciogliere qualcuno di quei nodi disciplinari e dottrinali che riappaiono periodicamente come punti caldi delle Chiese europee e non europee (pag. 118)». Un altro episodio significativo che viene messo in evidenza è quello della Lega che, tramite Irene Pivetti (laureata in Lettere all’Università Cattolica!) si prodigò in una raccolta di firme, nel settembre del 1992, per allontanare Martini da Milano. La Pivetti accusava il Cardinale di legami tra «il partito degli affari e la Curia milanese» a causa di un presunto abuso edilizio. Martini raccolse la solidarietà di tutti i milanesi, anche di coloro che erano ben lontani dalla fede cattolica. La verità è che la Lega voleva mettere le mani su quel formidabile bacino di consensi rappresentato dal voto «cattolico». L’anno successivo la Pivetti dovette fare marcia indietro tanto che il Corriere della Sera pubblicò un articolo dal titolo: La leghista sulla via di Canossa. Chiarisce Garzonio: A chi tentò di tirare il lembo del suo mantello a destra o a sinistra, il Cardinale rispose che alla Chiesa non si può chiedere un giudizio politico, né tanto meno di pronunciarsi in appoggio ad un candidato (pag.266). Nel linguaggio di Martini sono costantemente presenti due parole: responsabilità e discernimento, infatti assumersi le proprie responsabilità significa farsi carico di una risposta per risolvere i problemi, mentre il discernimento richiede di stabilire una scala di priorità per pensare, scegliere, agire. Il discernimento è la bussola che indica la direzione, ma ciascuno ha una propria responsabilità nell’imboccare la via più adatta. Nelle pagine finali del volume Garzonio scrive: tra le responsabilità di un personaggio pubblico c’è anche il suo morire, il 20 maggio 2007 paventando che fosse l’ultima Messa che celebrava a Milano, Martini disse: «La morte è solo un ostacolo da superare, se possibile, con eleganza, per essere proiettati nel regno di Dio». Solo una persona come lui era in grado di far coincidere l’estetica con l’etica. Si irradiava dalle parole di Martini il bisogno di contemplare l’icona della resurrezione. L’icona di cui il mondo ha bisogno, «che rapisce veramente i cuori (pag.459)». Gi. Gi. Marco Garzonio, IL PROFETA – LA VITA DEL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI, Mondadori, pag. 471, euro 19.
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TOSCANA OGGI 3 febbraio 2013
LA SETTIMANA DI LIVORNO
Agenda del VESCOVO
Diocesi informa VENERDÌ 1 FEBBRAIO 11.00 il vescovo incontra la comunità educante del seminario SABATO 2 FEBBRAIO 16.30 alla biblioteca labronica, saluto alla presentazione del libro «Giovanni Guarducci, il bagitto e il risogimento» 17.30 processione e S. Messa per la giornata della vita consacrata, inizio della Settimana per la vita e cresime degli adulti (Chiesa della Purificazione-Cattedrale)
Domenica 17 febbraio l’incontro regionale dell’Azione cattolica
Comunità familiare
DOMENICA 3 FEBBRAIO 10.30 S. Messa e cresime alla chiesa di Ss. Maria Assunta a Castell’Anselmo MARTEDÌ 5 FEBBRAIO Nella mattina, udienze clero in vescovado MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 21.00 in occasione della visita pastorale al III vicariato, incontro con gli animatori dei gruppi giovanili alla parrocchia di San Jacopo GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO Nella mattina, udienze laici in vescovado 17,30 alla Sala consiliare della Provincia, convegno dal titolo «In nome della verità». Scienze e fede in Jéròme Lejeune» VENERDÌ 8 FEBBRAIO 9.30 incontro con i vicari foranei in vescovado
ALLA PARROCCHIA DEL SACRO CUORE
Un ciclo di seminari per il benessere della famiglia e della società
12.00 visita all’avvisatore marittimo del porto
Nella biblioteca dei Salesiani alle 21 19.00 in seminario, Lectio Divina con i seminaristi e i giovani
7 febbraio: “Il codice materno e paterno: l’armonizzazione delle differenze per una sana crescita dei figli” 7 marzo: “L’intelligenza emotiva e l’empatia come base per un ascolto reciproco e competente” 11 aprile: “La famiglia al centro della rete educativa, aspetti e potenzialità”
SABATO 9 FEBBRAIO 9.30 incontro con l’economo diocesano e i consigli affari economici delle parrocchie della diocesi
Gli incontri verranno tenuti da due psicoterapeuti dell’Aspic Toscana. Se questo materiale interessa, fammi sapere, così li seguo. Un’altra cosa: ho avuto un contatto (tardivo per il numero sulla Giornata della Memoria peccato)con una donna sopravvissuta al lager. È stata deportata quando era bambina e ha visto con i suoi occhi tutte le violenze possibili: se interessasse una testimonianza, lei sarebbe disponibile.
DOMENICA 10 FEBBRAIO 11.30 S. Messa e cresime al Santuario di Montenero 17.30 S.Messa e incontro con un gruppo di famiglie
BREVI DALLA DIOCESI
Concerto d’organo DOMENICA 3 FEBBRAIO ORE 18.00 In occasione della Giornata per la vita, è in programma il concerto d’organo del maestro Claudia Termini
Pastorale della carità MARTEDÌ 5 FEBBRAIO «Siamo in diversi»
Concerto GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO ORE 21.00 Terzo Concerto della sesta Stagione di Musica da Camera al Teatro Cral Eni di Livorno.
Programma della giornata 9.30 S.Messa nella cattedrale presieduta dal Vescovo, mons. M. Meini 10.45 Saluti delle autorità e del presidente nazionale AC Franco Miano e dell’assistente nazionale AC mons. D. Sigalini 11.00 Relazione dal titolo "Famiglia perché" di Giuseppe Dalla Torre (Rettore dell’Università LUMSA di Roma) 12.00 Dibattito in assemblea 13.00 Pranzo presso il seminario di Fiesole 14.30 Tavola rotonda coordinata da Paolo Nepi (delegato regionale di AC) Intervengono: Marco Sposito (vice presidente nazionale per il settore Giovani AC), Mauro Garuglieri (già referente nazionale per la famiglia AC), Valentina Raimondo e Omar Ghelardini (Giovane famiglia di Azione Cattolica) 16.00 Previsti altri interventi e confronto in assemblea 17.00 Conclusioni
Su Granducato tv e sul sito www.diocesilivorno.org
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
3 febbraio 2013
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Comunicare la fede ai ragazzi 2.0 «C
Un libro che possa aiutare ogni catechista ad entrare nel linguaggio dei ragazzi di oggi
constatazione che le tecnologie informatiche stanno imprimendo un forte cambiamento nelle forme dell’organizzazione e della trasmissione delle conoscenze. I ragazzi prendono sempre più le distanze dalla lettura dei testi scritti tradizionali irresistibilmente attratti da quelli «virtuali», perché corrispondenti al modo di vivere e comunicare tra di loro. Questa situazione ha interessato la didattica che,
Le parole della FEDE
Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato della stessa sostanza del Padre Continuiamo la lettura del Credo, attraverso la riflessione di don Alberto Vanzi l soggetto di questo passo del Credo è ancora il Figlio Unigenito, Ilal’unico Signore Gesù Cristo. Del Figlio viene detto e creduto dalChiesa che è Dio e che condivide con il Padre la stessa sostanza divina. Il passo è solenne e finalizzato, prima ad affermare che Gesù sia Dio: «Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero», poi a negare, nella seconda parte, che Gesù sia una creatura: «generato, non creato della stessa sostanza del Padre». Si afferma e si nega. Si afferma che Gesù di Nazareth, quello che l’Apostolo Giovanni, nella sua prima lettera, afferma di aver toccato, udito, sentito, visto, quello di cui ha fatto un’esperienza che ha coinvolto tutti i suoi sensi, è Dio. Non un quasi Dio, un semi-Dio. È proprio Dio quello che gli apostoli hanno seguito. Si scongiura, poi, che il Figlio possa essere creduto anche più eccellente tra le creature. Il modo di venire del Figlio dal Padre non ha niente a che vedere con la creazione. Il Figlio è generato, non creato. Gesù Cristo è il Figlio di Dio, è anch’Egli Dio, e nonostante ciò vi è un solo Dio. Non importa che non possiamo capirlo: così ci è stato rivelato. don Alberto Vanzi
aggiornando le tipologie di insegnamento, ha inventato formule di apprendimento più dinamico, multimediale, interattivo e a «rete». L’adozione dei nuovi media incontra le nuove generazioni su un territorio di comprensione a loro più congeniale e familiare, favorendo il coinvolgimento cognitivo e motivazionale. Questa nuova sensibilità comunicativa, derivata dal «costruttivismo», potrebbe essere assunta anche da quanti lavorano nel delicato e urgente campo della comunicazione della fede ai ragazzi di oggi. Per superare l’attuale soglia di immobilismo didattico, la catechesi dovrebbe ispirarsi al concetto-chiave di «interesse» e di «motivazione» che è alla base di ogni curriculum conoscitivo ed esperienziale. E nello stesso tempo, adottare quelle formule comunicative che entrano più facilmente in connessione con i «giovani naviganti» degli spazi virtuali. Partendo da queste premesse, il volume fa comprendere che oggi, il format in grado di rispondere in modo facile ed accessibile – ma non unico – al problema della comunicazione della fede alle nuove generazioni, sia l’ipertesto su carta. Ispirandosi al modello online, fatto di parole e immagini, «nodi» (pagine di testo), link (parola-chiave, «pulsanti») e unità informative, la «versione cartacea» apre a molti percorsi di lettura e rappresenta un ambiente di apprendimento interattivo particolarmente ricco e dinamico. E con un alto «potenziale educativo», sotto l’attenta regia del catechista. Valerio Bocci, laureato in Catechetica, direttore dell’editrice Elledici, per 21 anni direttore della rivista per ragazzi Mondo Erre. È docente di comunicazione presso la Facoltà Teologica Salesiana di Torino e autore di innovativi sussidi catechistici sui Comandamenti, il Credo, le Parabole, la Preparazione alla Cresima, proposti con l’innovativa formula dell’ipertesto su carta. COMUNICARE LA FEDE AI RAGAZZI 2.0. Una proposta di catechesi comunic-attiva Autore: Valerio Bocci Editrice: Elledici Pagine: 256 Prezzo: 15 euro
Il libro è disponibile per il prestito alla biblioteca diocesana.
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ome comunicare la fede ai ragazzi di oggi, sempre connessi con i nuovi media, iperattivi e cittadini di un mondo virtuale?» È l’interrogativo che i catechisti di oggi ripetono come un ritornello. Invocano ricette «pronto in tasca» per tenere buoni i soliti bulli che rovinano l’ora di catechismo faticosamente preparata con cartelloni e foto, con giochi e attività. Il più delle volte i catechisti riversano solo sui ragazzi la responsabilità di un fallimento annunciato. Non pensano che, forse, «il problema» sono loro. Perché non parlano la lingua e non sanno ascoltare i «Nativi Digitali», i nuovi esploratori del web 2.0. Non capiscono e non parlano il linguaggio dei fans di Harry Potter e dei divi della musica. A questi catechisti basterebbe ricordare che i ragazzi, dopo tutto, non sono peggiori dei loro «colleghi» di qualche anno fa: sono semplicemente «altrove», con la testa, con il cuore, con la vita. Basterebbe trattarli da protagonisti di un’esperienza condivisa e non solo come destinatari di un messaggio proposto come una lezione scolastica. Quali «parole», linguaggi e strumenti adottare, allora, per annunciare loro la Buona Notizia? Un tentativo di risposta potrebbe arrivare dalle pagine di questo libro che propone riflessioni, verifiche e esempi concreti di catechesi «comunic-attiva». Un mix di parole e immagini, idee e suggerimenti che entrano in connessione con i «ragazzi 2.0». Il volume parte dalla
CATECHESI
COME TESTIMONIARE E TRASMETTERE LA FEDE, IN UN MONDO SEMPRE PIÙ MULTIMEDIALE.........
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
3 febbraio 2013
SABATO 2 FEBBRAIO
La festa della vita consacrata
Settimana di preghiera PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
Cristiani in cammino
lle 17.30 di A sabato 2 febbraio nella tradizionale festa della Candelora si terrà la consueta processione per la «Vita consacrata», organizzata dall’Usmi (Unione delle Superiore), che si snoderà dalla Chiesa della Purificazione (via della Madonna) fino alla Cattedrale. In concomitanza con l’inizio della Settimana per la vita sul sagrato della Cattedrale verrà diffuso del materiale dedicato alle finalità della Giornata per la vita e saranno raccolte le firme per la petizione europea «Uno di noi». Alle 18 il Vescovo presiederà la S. Messa, animata dall’Usmi, e benedirà poi le neo mamme che hanno partorito nel 2012.
La ripresa del Tavolo delle religioni
Valori comuni per crescere insieme a storia del Tavolo delle Religioni Linfatti non risale a tempi così lontani. Fu Mons. Diego Coletti, in collaborazione con il CeDoMEI, l’assessore per la Cultura Massimo Guantini e grazie a un prezioso cammino di preparazione, a firmare uno statuto di «La speranza, collaborazione occasionale emersa nel con i rappresentanti confronto, delle altre è quella religioni. In di rilanciare seguito, purtroppo, proposte dopo soli due significative o tre anni di attività, la già fatte lodevole in passato, iniziativa non ma le quali riuscì a trovare non trovarono una normale prosecuzione. una loro Negli ultimi realizzazione anni Mons. Simone Giusti concreta» ha più volte riproposto lodato e riproposto il Tavolo delle religioni come utile strumento di collaborazione a livello cittadino, una collaborazione che portasse un messaggio religioso di speranza nella nostra città. Mercoledì 23 gennaio, in occasione della ripresa dei lavori del Tavolo delle Religione presso il Comune, l’assessore per la Cultura Marco Tredici ha invitato i rappresentanti di tutte le religioni presenti sul territorio. L’assessore, in quell’occasione, ha posto all’ordine del giorno la nuova presidenza al turno, chiedendo un maggior coinvolgimento di tutte le religioni sul territorio per il bene delle generazioni e delle nazionalità presenti. E’ stato in seguito scelto il nuovo coordinatore del Tavolo delle Religioni nella persona di don Piotr Kownacki, già delegato della Diocesi per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e Direttore del CeDoMEI. Proporre il suo nome per la candidatura è stato un segno di stima e di riconoscimento da parte delle comunità cristiane e non solo presenti alla riunione. La speranza, emersa nel confronto, è quella di poter rilanciare proposte significative già fatte in passato, ma le quali non trovarono una loro realizzazione concreta; inoltre, da parte di tutti, è stato dimostrato l’entusiasmo circa la promozione di nuove iniziative di carattere interreligioso e interculturale, che potrebbero far rivivere nella nostra città l’autentico clima di città delle nazioni e delle religioni, un dialogo sereno e costruttivo che ricerchi sempre più valori comuni nella più piena crescita umana. m.b.
Tre momenti della giornata di apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. In basso: l’Agape comunitaria alla chiesa evangelica valdese e la predicazione della pastora avventista StefaniaTramutola, alla chiesa di S.Andrea a Castiglioncello
a Diocesi di Livorno, col CeDomei e i diversi movimenti impegnati nel dialogo ecumenico e le Chiese Evangeliche e Ortodossa Romena, hanno scandito il loro ritrovarsi a pregare per l’unità, in quattro significativi momenti. Quest’anno il sussidio per le celebrazioni era stato preparato insieme al Consiglio nazionale delle Chiese dell’India perché era importante che per parlare di unità dei cristiani si partisse da una ferita che è assai dolorosa ed evidente nella società indiana; quella delle discriminazioni nei confronti dei Dalit, i cosiddetti «fuori casta» storicamente relegati all’ultimo posto nella gerarchia sociale. Si stima che circa l’80% dei cristiani in India sia «fuori casta» e dunque particolarmente esposto a questo tipo di problema. Pertanto la santità personale e la ricerca della giustizia sociale sono il crocevia da cui passare per poter camminare verso l’unità dei cristiani.
cui il vero proprietario è il Signore, ha rimarcato quanto nella realtà tutto questo sia disatteso: continuano ad esserci due classi con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Nell’oggi i poveri dell’India, i senza casta, incarnano purtroppo questa realtà ed è quanto mai vera invece la beatitudine evangelica che dice «beati i mansueti perché erediteranno la terra».
L
L’APERTURA DELLA SETTIMANA Monsignor Simone Giusti nella giornata di apertura del 18 Gennaio presso la Chiesa del Sacro Cuore ai Salesiani, riprendendo le parole del Profeta Michea che invita a seguire il Signore che esige che gli uomini pratichino la giustizia, ricerchino la bontà e vivano con umiltà davanti a Dio, ha ricordato la necessità di un impegno che può arrivare fino al martirio affinché siano la giustizia e la misericordia gli impegni precipui per dar luogo ad un dialogo vero e che sia testimonianza di un credo che ha in Cristo il fulcro centrale. A 50 anni dalla celebrazione del Concilio Vaticano II il dialogo e il ritrovarsi tra i cristiani non è più una novità. Se guardiamo alle numerose presenze nella nostra città, soprattutto della comunità
ortodossa, gli incontri con le altre chiese e il dialogo ebraico-cristiano, possiamo dire che tutto questo «sta diventando una cosa ordinaria»; ma perché possa proseguire anche dal punto di vista teologico dobbiamo avere come riferimento la Scrittura la quale ci aiuterà anche a comprendere i giusti atteggiamenti morali. La Pastora Battista, Lidia Giorgi, ha presentato la metafora del cammino quale espressione di un vero dialogo. Infatti il camminare fin dall’inizio della storia dell’uomo, ha fatto si che egli abbia guardato il mondo da un’altra prospettiva e tuttora fa si che tutti coloro che intraprendono un cammino, acquistano un atteggiamento di disponibilità all’incontro con coloro con i quali camminano e con coloro che incontrano e che hanno a loro volta una propria storia; del resto nella Bibbia “il popolo di Dio è il viandante per eccellenza”. Essere ecumenici quindi vuol dire essere fedeli in cammino, essere dei viandanti. IL CULTO VALDESE Nel secondo appuntamento ecumenico presso la comunità valdese, il Pastore Marco Fornerone riallacciandosi al «camminare» quale luogo privilegiato per un dialogo,
prendendo spunto dalla lettera ai Galati di Paolo che dice la chiesa essere il luogo della libertà e dell’unità «dove non esistono la discriminazione e l’oppressione», ecco che dobbiamo percorrere delle strade che portino a questa piena realizzazione. Siamo invitati a riconoscere gli sforzi delle comunità oppresse in tutto il globo, come i Dalits in India, mentre protestano contro tutto ciò che rende schiavo l’essere umano: «come cristiani impegnati verso un’unità sempre più ampia e condivisa, impariamo che eliminare ciò che separa le persone l’una dall’altra è un elemento essenziale della pienezza di vita e della libertà dello Spirito …… lo spazio della libertà ci viene donato perché adempiamo alla legge che dice Ama il tuo prossimo come te stesso». ALLA PARROCCHIA DI SANT’ANDREA A CASTIGLIONCELLO Nel terzo incontro che si è tenuto a Castiglioncello, ospiti del Parroco Don Francesco Fiordaliso, la Pastora Avventista Stefania Tramutola presente a Livorno da pochi mesi, commentando il brano del Levitico che parla del Giubileo e della proprietà della terra e della libertà, di
LA CONCLUSIONE CON I VESPRI ORTODOSSI La Settimana di Preghiera si è conclusa presso la chiesa della Misericordia in Via Verdi con i Vespri Ortodossi officiati da Padre Ciprian. Don Piotr, delegato ecumenico della Diocesi ha invitato a non relegare il dialogo nella sola Settimana come se fosse una scelta opzionale: Cristo ci invita a vivere nell’unità. Purtroppo se alziamo lo sguardo vediamo che in 63 Paesi ancora non c’è la libertà religiosa, ogni tre minuti muore un cristiano e 180.000 muoiono in un anno. I cristiani in India provengono dalla casta più bassa, 380 milioni vengono ancora discriminati o fatti schiavi nei paesi arabi. Ecco che l’ecumenismo deve diventare un respiro comune; Cristo chiede questo nostro impegno tutti i giorni dell’anno ovunque siamo: come Chiese abbiamo una sola fede, una sola speranza, un solo Battesimo. Significativo il saluto finale del Commissario della Misericordia, Paolo Padoin di Firenze, il quale sottolineando la vocazione del volontariato al principio di unità e di solidarietà, ha invitato la Misericordia a mantenere vivo questo spirito perché solo così si testimonia la fede in Cristo. Monica Cuzzocrea
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
3 febbraio 2013
La celebrazione della FESTA DEL VOTO
Un aiuto alla famiglia del piccolo Angelo D’Alessandro
A Maria chiediamo: luce, grazia, discernimento
a parrocchia di S. Martino del Ldonquartiere di Salviano, e il parroco Raffaello Schiavone, comunicano che chiunque volesse aiutare la famiglia del piccolo Angelo D’Alessandro, morto nell’incendio della sua abitazione, può farlo attraverso il seguente numero di conto corrente intestato alla mamma Simona Truglia: C.C 2805,74 - IBAN IT 13 P 01030 13910 000000280574.
a tradizionale Festa del Voto è iniziata in Piazza Grande dove il vescovo, monsignor Simone Giusti, ha benedetto la corona floreale che due Vigili del fuoco, con l’aiuto di una scala hanno deposto sul quadro della Madonna prospiciente la piazza. Ha preso poi la parola il sindaco, Alessandro Cosimi, che ha fatto appello alla speranza affinché sia da sprone per un mondo migliore e per una città in lutto a causa della morte del piccolo Angelo dovuta all’incendio della sua abitazione. La nostra comunità – ha aggiunto – deve guardare al futuro con maggiore impegno e, in una crisi così profonda, bisogna lavorare insieme nella solidarietà. Livorno regge più di altre città, ma si richiede a tutti un impegno maggiore. La famiglia rimane un centro di valori e i cittadini devono rispettarsi reciprocamente, la comunità – ha terminato – deve vivere, sperare, costruire un futuro per i più giovani. Poi, in processione, recitando il rosario, i fedeli sono entrati in cattedrale, quindi in apertura della Messa il Vescovo ha detto che la Festa del Voto ha la caratteristica della Festa penitenziale e che quest’anno assumeva un tono più mesto a causa degli ultimi accadimenti che hanno visto la morte di un bambino, in questo frangente domandiamo alla Madonna: luce, speranza, grazia, aiuto. Anche quest’anno abbiamo «assaggiato» il terremoto, immaginatevi – ha terminato – cosa possa essere stato quel terremoto che, tanti anni fa, mise in fuga tutta la popolazione livornese! Alla concelebrazione hanno preso parte moltissimi cittadini oltre al sindaco, al prefetto, al presidente della Provincia, al provveditore, a tutte le autorità militari e ad alcuni consiglieri comunali.
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LA RIFLESSIONE DEL VESCOVO Dopo la lettura del brano del Vangelo sulle nozze di Cana, monsignor Giusti ha condotto una riflessione sull’agire di Maria, che è sempre un agire attento alla vita di noi tutti, una attenzione particolarmente rivolta al nostro territorio e alla nostra città che si esprime in un legame di protezione. Cosa ci insegna Maria? I quattromila ex voto presenti nel Santuario ci dimostrano che «una madre sta sempre vicino ai suoi figli», Lei, che vive in Paradiso, ci invita a compiere un viaggio che ci porta ad oltrepassare la porta della morte per aprirci alla pienezza dell’amore di Dio. Il Paradiso dunque come pienezza del tempo e
della vita. Tutto questo però non ci esime da un impegno verso il nostro territorio, si richiede perciò la nostra operosità, l’aiutare coloro che sono nel bisogno, la costruzione della civiltà dell’amore. Maria ci insegna a guardare verso di lei, come lei è attenta verso tutti noi. Ci chiede un impegno coerente, fattivo, concreto, a partire da chi ha bisogno. Monsignor Giusti a questo punto ha ringraziato don Raffaello, parroco della comunità a cui apparteneva il bambino morto nell’incendio, e anche la Caritas per essersi subito messa a disposizione della famiglia. La perdita di un figlio fa impazzire di dolore, ma in Dio niente è perduto, l’ha chiamato a sé, Angelo è
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I piccoli vincitori di «Presepi in Mostra»
Le scuole che hanno gareggiato
stato salvato ed ora sta insieme agli altri angeli: è possibile vivere con coloro che ci hanno preceduto nella morte e che ci aprono le vie del cielo. L’INVITO A SCEGLIERE BENE ALLE PROSSIME ELEZIONI Il Vescovo ha sottolineato ancora che occorre più solidarietà e impegno perché si sviluppi la città, lavorando insieme, in unità di intenti. Ha poi detto che ogni cittadino deve avvalersi del diritto di votare e per far questo deve documentarsi e formarsi una propria coscienza critica, quindi fare una scelta responsabile e in piena libertà senza mai demonizzare l’altro nella convinzione che ogni persona possa dare il
meglio di sé. Monsignor Giusti in quello che è anche il giorno della Memoria, ha ricordato la Shoah e la deportazione degli ebrei come un fatto che «fa vergogna all’uomo» e ha terminato citando San Bernardo: il demonio teme chi vive nella fraternità, nella comunione, nell’unità, e
di fronte a qualsiasi avvenimento il cristiano deve sempre rispondere con l’amore. Dopo l’omelia l’Arciconfraternita di S. Giulia ha offerto all’immagine della Madonna la cera votiva donata dal Comune di Livorno. Gianni Giovangiacomo
La politica? Cercasi uomini per il bene comune Al festival di don Bosco si parla dei politici che non riscuotono più la fiducia dei cittadini el quadro del Festival dedicato a don Bosco il tema della crisi N della politica e dei politici che non riscuotono più la fiducia dei cittadini è stato affrontato con l’incontro «La politica? Una testimonianza: Cercasi uomini per il bene comune», con la partecipazione del prof. Mario Primicerio ex sindaco di Firenze e del prof. Emanuele Rossi docente di Diritto Costituzionale all’Università di Pisa, moderati dal giornalista Antonello Riccelli. LA FIGURA DI LA PIRA Il professor Emanuele Rossi ha esordito dicendo di essere stato «allievo di un allievo» di La Pira, il professor Ugo De Siervo che, in un suo saggio, aveva definito La Pira come una «figura complessa». Perché complessa? Perché era stato un giurista, un politico come Costituente e come sindaco, un mistico per la sua grande spiritualità, un operatore sociale se si pensa alla sua mensa per i poveri, e poi ancora: uomo di Chiesa e di cultura. De Siervo scrive che era visto come un personaggio «strambo», il filosofo Croce, molto critico, lo definì «bizzarro». Fu un uomo di preghiera con la quale innervava la vita sociale e politica, per lui però l’orazione non poteva bastare perché, laicamente, «bisognava anche scendere in campo». Studioso di Diritto romano, ne prende le distanze quando afferma che «la persona è sempre il fine, lo Stato lo strumento», un concetto che seguirà durante i lavori dell’Assemblea Costituente in cui sarà relatore dei «principi» fondamentali contenuti nei primi articoli della Costituzione, insieme a Dossetti e a Lelio Basso. Il suo impegno fu quello di costruire una Costituzione «cristianamente ispirata» basata sul principio della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori nella vita delle aziende. Lo stesso Stato doveva essere subordinato a qualcosa di più alto come le strutture supernazionali. Voleva che la Costituzione, come proposta personale, iniziasse con l’invocazione a Dio: In nome di Dio il popolo italiano si dà la presente Costituzione..., che poi ritirò a causa dei molti ostacoli, ricevette però l’approvazione di don Sturzo. Come proposta per i nostri giorni La Pira ci invita all’operare cristianamente su più fattori, su più fronti, in cui ciascuno alimenta l’altro, alla ricerca di uno «stesso sentire» perché la verità si costruisce «insieme». A COSA SERVE LA POLITICA? Il professor Mario Primicerio si è posto due domande: A cosa serve la politica? E a chi serve la politica? Per la prima domanda don Mi-
lani ci dà la risposta perché diceva che l’agire da soli è una forma di egoismo, chi invece agisce insieme fa politica. La politica vuol dire partecipazione nel prendere le buone decisioni, vuol dire misurare gli strumenti ai fini che si vogliono raggiungere, del resto se non c’è politica non c’è nemmeno democrazia. Riguardo alla seconda domanda: la politica serve non a chi fa la voce grossa e ha le spalle larghe, ma a chi non ha la possibilità di difendersi da solo. Quindi La Pira affermava che se si vuole il bene delle persone si deve fare politica, e per il cristiano questo non è un optional ma qualcosa di automatico. La Pira diceva che Dio vuole la salvezza del suo popolo e la politica ci spinge a costruire degli uomini e una società che ci prepari all’incontro con il Padre perché la storia umana è anche storia della salvezza. Il politico secondo La Pira deve essere una persona «che pensa», che abbia il senso del fine a cui giungere, che si impegna a costruire il consenso intorno alla soluzione che viene scelta, insieme, e che dovrà essere la cosa migliore fra quelle raggiungibili. La Pira non fu certamente un fondamentalista ma un laico che si rese conto che la mediazione politica spetta ai laici e non alla Gerarchia ecclesiastica, non esistono governi «tecnici» ma «competenze tecniche» perché le scelte sono sempre un fatto politico. COME MAI NON CI SONO PIÙ DEI LA PIRA? Rossi ha affermato che anche oggi ci sono tante persone perbene che fanno politica e forse ci sono anche dei santi. Al tempo della Costituente il «personale politico» era inesistente, c’era la ricerca delle persone migliori, non esistevano i «politici di professione». Rimane però il fatto che non basta essere buoni cristiani per essere bravi politici, oltre ad essere onesti bisogna anche essere competenti. In molte diocesi si erano create delle scuole di formazione alla politica rivolte ai giovani, sarebbe il caso di riprendere questo esperimento. Secondo Primicerio nel passato c’era una maggiore libertà d’azione per il sindaco che poteva liberamente scegliere i propri collaboratori da mettere in Giunta senza chiedere il parere dei segretari dei partiti o del vescovo. Naturalmente per ogni candidato si presuppone sempre l’onestà, poi ci vogliono le capacità. Per Primicerio bisogna appoggiare politici che diano speranza, persone che prendano delle decisioni che possano cambiare in meglio le cose. Dall’insegnamento di La Pira abbiamo capito che la comunità cristiana deve pensare «insieme» su certe priorità, una comunità che deve sempre essere animata dalla speranza, sarebbe un peccato mortale non avere speranza! Gi.Gi.
iunto alla quinta edizione, il concorso G organizzato dall’associazione La Funicolare vede la conclusione l’ultima domenica di Gennaio. Numerosi i vincitori per ogni sezione er quasi due mesi, nei corridoi del Psono chiostro del Santuario di Montenero, state esposte decine di opere, composizioni creative raffiguranti la Sacra Famiglia, i Magi, i Pastori, ma anche scene di vita quotidiana che s’intrecciavano con scene della Natività: e così, bambini e insegnanti, associazioni e artigiani esperti hanno arricchito le giornate di pellegrini e curiosi con l’esposizione dei loro presepi. Ed ecco la «classifica»: per la Sezione «Infanzia» viene premiata la Scuola Materna «Lido Rossi», classi del quarto e del quinto anno; per la sezione «Primarie», viene premiata la 1ª A della scuola «B. Brin». Per la sezione «Scuola Secondaria di primo grado» premiata la Succursale di Montenero delle Scuole MICALI; nella sezione «Parrocchia della Diocesi di Livorno» prima classificata è la Parrocchia di Parrana S. Martino; Maurizio Petrucci si aggiudica il primo premio per la sezione «Amatori/Artigiani». Nella sezione «Catechismo della Parrocchia di Montenero» vince il gruppo del Castellaccio; per le associazioni di volontariato sale al primo posto del podio la P.A.V.; premio speciale per l’impegno al Gruppo 3ª Età «Don Fedele»; invece, l’opera più votata dai visitatori del Santuario è stato il presepe realizzato dal Gruppo del 1° anno di Catechismo di Montenero. I primi classificati di ogni sezione sono stati premiati, al termine della S. Messa delle ore 11.30, alla presenza dell’Assessore Walter Nebbiai e del Priore del Santuario don Alessandro Paradisi. F.F.
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