IL GRANELLO di senape Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
18 novembre 2012
di mons. Alberto Ablondi
a Chiesa vive e deve vivere in ogni momento la sua centralità eucaristica. Per essa Lunisce l’Eucarestia e la Chiesa quindi hanno la missione di essere un grande grazie che si a quello del Cristo e si rivolge al Padre; un grazie in cui la Chiesa vuole raccogliere tutti gli uomini, un grazie in cui rappresenta, come interprete, tutti gli uomini, un grazie eucaristico che ha il compito di provocare alla gratitudine tutti gli uomini. L’impegno missionario valorizzerà questa missione eucaristica della Chiesa quando rivolgendosi agli uomini li provocherà anzitutto a dire grazie al Padre; cioè a riconoscere in se stessi dei valori di partenza; a riconoscere che per nessun uomo e in nessuna comunità, per quanto lontana dalla Chiesa, sono assenti dei grandi valori. Questa valorizzazione, questa provocazione a vedere e a scoprire sarà integrazione eucaristica del momento contemplativo, perché costituirà un’occasione importante di dialogo che si sente interpellato a partire dal riconoscimento e dalla scoperta dei propri valori. (Dalla lettera «Siamo comunità? – Impegno missionario della Chiesa»)
Ogni POVERTÀ è SOFFERENZA Crisi economica e continui tagli alla spesa sociale stanno aggravando la situazione, già difficile, di giovani, di famiglie, di emarginati
FARE LOBBY per i poveri di Nicola Sangiacomo
DI FABIO
FIGARA
Mense, dormitori e Centri ascolto si trovano ogni giorno ad affrontare un’emergenza sociale per cui le stesse istituzioni statali dimostrano difficoltà d’intervento
l quadro che emerge oggi, nella nostra zona così come nel resto d’Italia, è piuttosto allarmante: la povertà, sotto varie forme, è dilagante, e muta proporzionalmente vittime non solo di crisi all’aggravarsi della economica o di violenze situazione. Le statistiche dalle quali fanno fatica a riportano aumenti vertiginosi riprendersi, ma che sempre degli interventi delle più spesso affrontano una commissioni e dei volontari crisi psicologica, di valori o Caritas solo nel primo subiscono prevaricazioni dei semestre propri diritti. dell’anno. Tuttavia, tale Ogni Purtroppo le distinzione di tipo povertà oggi famiglie sono puramente è complessa sempre più accademico, non povere, avendo giustifica certo la e concatenata minore di ad altre fragilità mancanza disponibilità di attenzione verso le risorse già per il e sofferenze e le prime forme di soddisfacimento (barboni, vecchie povertà povertà dei bisogni tossicodipendenti, non sono da primari, a cui va prostitute) che, inevitabilmente anzi, risultano considerarsi ad aggiungersi se “la normalità”: “cronicizzate” una situazione non addirittura di malessere, peggiorate. «Ogni si tratta soprattutto dei povertà oggi è pur sempre figli; aumentano complessa e di poveri che, le persone senza concatenata ad fissa dimora e gli nella maggior altre fragilità e sfratti; il lavoro, sofferenze - spiega parte dei casi, quando c’è, è Suor Raffaella poco, spesso Spiezio, hanno precario, in nero presidente della addirittura o mal pagato; Caritas diocesana peggiorato l’immigrazione e le vecchie aumenta, e povertà non sono la propria molti si trovano da considerarsi “la condizione proiettati in una normalità”: si condizione di tratta pur sempre illegalità; le carceri sono di poveri che, nella maggior sovraffollate e mancano di parte dei casi, hanno tutto; crescono la solitudine addirittura peggiorato la degli anziani e purtroppo propria condizione, o sono anche dei giovani; cresce la posti in un contesto sociale dipendenza da stupefacenti, peggiore del precedente. I droghe, alcool e gioco. poveri “di ieri”, secondo In questo sfondo, alcuni molti studiosi, rappresentano sociologi azzardano una fascia della società ormai distinzioni tra “storici” o consolidata, e che possiamo “consolidati” e “nuovi” accettare così. Questo poveri, persone che sono concetto della povertà è in
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realtà inaccettabile! Piuttosto la società intera dovrebbe chiedersi come affrontare tali problemi di esclusione sociale, di vulnerabilità degli individui e di mancanza dei diritti fondamentali». Mense, dormitori e Centri ascolto si trovano ogni giorno ad affrontare un’emergenza sociale per cui le stesse istituzioni statali dimostrano difficoltà d’intervento, considerando la riduzione di risorse sia in termini di liquidità che di presenza di volontari (in molti Centri ascolto ci sono difficoltà oggettive ad avere il minimo numero di persone per il mantenimento di alcuni servizi). «La povertà economica (perdita del lavoro, difficoltà ad arrivare a fine mese) porta con sé anche la presenza di conflitti sociorelazionali all’interno delle famiglie, spesso è causa di una separazione coniugale, e aumentano così le famiglie con genitorialità problematiche e monogenitoriali: da qui l’esigenza di avere dei consultori gratuiti, come quello che avremo presso la Caritas di via Donnini, per il sostegno di tali “emergenze relazionali”, problemi che si ripercuotono inevitabilmente anche sui figli. Molti di coloro che perdono la casa o il lavoro decidono di trasferirsi dai propri genitori, in una “ricomposizione forzata” per una sorta di “mutuo aiuto” presso l’abitazione dei genitori anziani (magari pensionati e
quindi con un’entrata certa), ma ciò comporta ulteriori stati di disagio». Le sentenze per mantenimento della famiglia a seguito di divorzi e separazioni hanno inoltre portato molti uomini ad avere risorse finanziarie limitate, e molti di loro si avvicinano alle Caritas per avere un sostegno morale e un pasto caldo, o anche un posto dove dormire. Poi ci sono le situazioni di violenza fisica e psicologica su donne e su anziani, spesso compiute da parenti stretti come i figli, e le forme di povertà interiore: ad esempio, «anche se nessuno di coloro che ne soffrono lo ammette, la “ludopatia” o “patologia del gioco” ha raggiunto livelli critici». «Ma sono poveri anche i giovani che non hanno più sogni, che fanno un lavoro diverso da quello per cui hanno studiato, che lavorano da precari o che lavorano “in nero”, e che non intravedono comunque la possibilità di avere una casa, una famiglia, un futuro: in questo modo si spegne quella scintilla di speranza che dovrebbero avere per costituire il prossimo futuro». E ancora, abbiamo i poveri di diritti, coloro che vivono in una condizione di negazione o di limitazione dei diritti essenziali e sostanziali sanciti dalle norme fondamentali. «Occorre progettare risposte concrete, per il lungo termine, e non rispondere solo all’emergenza. Il contrasto della povertà deve diventare sempre più un obiettivo condiviso con istituzioni e associazioni di volontariato, ponendo al centro la famiglia, la base della nostra società, e promuovendo un’etica di responsabilità reciproca».
Istituzioni insieme per chi ha bisogno distanza di un anno dal lancio da parte del A Vescovo dell’idea di creare una lobby per i poveri, qualche segnale positivo e concreto in questo senso si comincia a scorgere. Significativo in questa direzione è stato l’accordo, di cui abbiamo dato notizia in queste pagine già nelle scorse settimane, tra la Diocesi e la Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno per finanziare insieme la ristrutturazione dell’immobile di proprietà diocesana che si trova in via Donnini per destinarlo alla creazione del secondo grande centro Caritas presente in città, dopo quello già operante a Torretta. Un impegno finanziario notevole (quasi 800.000 euro) che le due istituzioni hanno concordato per far fronte alle tante nuove povertà che emergono in questo tempo di crisi economica sempre più grave. Ma importante in questo senso potrebbe essere anche la notizia di questi giorni secondo la quale il Comune di Livorno ha trovato l’accordo con l’ordine religioso dei Trinitari per ottenere in comodato gratuito l’edificio di loro proprietà, che si trova in Venezia, per destinarlo alla creazione di abitazioni destinate all’emergenza abitativa. Se confermata nei fatti, è certamente una bella notizia perchè si tratterebbe di una soluzione trovata grazie alla buona volontà di un’ordine religioso e dell’amministrazione pubblica che, insieme, hanno preso un’iniziativa rilevante a favore dei più poveri. Aspettiamo al più presto che all’annuncio seguano i fatti concreti per poter definire anche questo accordo come esemplare. Oltre alla rilevanza concreta delle due iniziative, mi sembra molto interessante sottolineare che non sono state prese da un’istituzione da sola ma sono il frutto di una collaborazione tra istituzioni diverse che, ciascuna secondo le proprie competenze e capacità, decidono di operare a favore di chi ha più bisogno. Dal successo e dall’efficacia di queste prime iniziative dipenderà probabilmente la comprensione e la conseguente realizzazione di una lobby per i poveri. Su queste pagine saremo sempre pronti ad evidenziare e descrivere tutte le iniziative che dimostreranno di rendere concreta quest’idea. Una lobby, non per favorire ua parte, ma per servire i più poveri.
II
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
18 novembre 2012
Il 27 novembre alle 16.30 in duomo
Il ricordo di Alberto Tobia, nelle parole dei confratelli diaconi
Nella festa di San Massimiliano Kolbe
«Nel volto del malato vedo Gesù»
er celebrare la festa di San Massimiliano Kolbe e la PCattedrale data mariana significativa del 27 novembre, in si svolgerà un appuntamento particolare: alle 16.30 S. Messa celebrata da don Giuseppe Coperchini, alle 17.00 rappresentazione teatrale sulla vita di San Massimiliano Kolbe, interpretato dall’attore Renzo Arato. La figura di San Massimiliano è legata al culto mariano della medaglia miracolosa di cui riportiamo in breve la storia. Tanto tempo fa, in un paesello della Francia, Fainles-Montiers, una bambina piangeva perché le era morta la mamma. Si chiamava Caterina. Un giorno salì su una sedia per baciare la statuetta della Madonna e le disse: "ora sarai tu la mia mamma". La bambina crebbe, sentendo la Madonna sempre vicina, pronta ad incoraggiarla e a confortarla, proprio come una madre sa fare. Se dallo splendore del mattino si può presagire la bellezza della giornata, la giovinezza di Caterina non fu che lo splendido mattino di un’esistenza che doveva essere tutta di Dio, della Vergine Santa,della carità più autentica. Giunta all’età di diciotto anni,Caterina entrò nell’ordine delle Figlie della Carità e, ben presto, la Madonna le diede un segno del Suo amore. Aveva solo ventiquattro anni,quando le accadde qualcosa di straordinario. Le Apparizioni Mariane nella cappella di rue du Bac. Caterina era stata da poco trasferita da Chatillon alla casa- madre di Parigi, in rue du Bac,quando nella notte tra il 18 e il 19 luglio1830,venne svegliata da un Bambino risplendente di luce, il suo Angelo Custode, che le disse. "Vieni in cappella,la Madonna ti aspetta." Caterina, sorpresa e fiduciosa, seguì il Bambino nella cappella del convento che era tutta illuminata e, si inginocchiò sui gradini dell’altare, in attesa. Improvvisamente una Signora bellissima venne a sedersi davanti a lei. Era la Madonna che per ben due ore le parlò e l’ascoltò amorevolmente. Questo evento straordinario non fu il solo perché il 27 NOVEMBRE dello stesso anno, la Madonna le apparve di nuovo e le affidò la missione di far coniare una Medaglia: "Fa’ preparare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno sopra di sé sentiranno la protezione della Vergine. Le grazie saranno abbondanti per coloro che la porteranno con fiducia". La Medaglia si propagò in modo prodigioso e, per mezzo suo si ottennero innumerevoli grazie di conversioni,di protezione e di guarigione. Immensa fu la fiducia dei Santi nella Medaglia Miracolosa. S. Caterina Labourè, la distribuiva a tutti,specialmente ammalati e peccatori; S. Teresina, da piccola,metteva le medagliette nelle tasche degli operai; S: Massimiliano Kolbe chiamava le medagliette "munizioni" per ottenere le grazie; S: Pio da Pietralcina teneva sempre in tasca medagliette miracolose da distribuire. La protezione sull’Europa Segno straordinario quanto enigmatico è anche il legame tra il 27 novembre 1830 e il maggio 1949. Nel maggio del 1949, fu istituito a Strasburgo il Consiglio d’Europa, organismo allora privo di poteri politici effettivi e incaricato solo di porre le basi per la costruzione di una federazione Europea. Quel Consiglio l’anno dopo bandì un concorso per ideare la bandiera della futura Europa unita. Un giovane alsaziano, Arsene Heitz, partecipò al concorso con un bozzetto in cui dodici stelle bianche campeggiavano in cerchio su uno sfondo azzurro. Tra i centouno bozzetti giunti da tutto il mondo, il Consiglio d’Europa scelse proprio il suo. Come Heitz raccontò in seguito,egli aveva partecipato al concorso solo per rispondere a un impulso datogli dalla Medaglia Miracolosa. Heitz, devoto della Madonna, era solito recitare ogni giorno il rosario e stava leggendo la storia di S. Caterina Labourè, quando seppe del concorso Europeo. Stimolato da quella lettura, si era procurato per sé e per sua moglie una medaglietta miracolosa che fino ad allora non conosceva. Decise così di partecipare al concorso ispirato dalle dodici stelle che contornano i due cuori sul retro della Medaglia. La bandiera azzurra, colore tradizionale della Vergine, con il cerchio delle dodici stelle fu adottata ufficialmente nel 1955. Oggi, sulla facciata degli edifici pubblici di ogni Paese dell’Unione Europea, accanto ai colori della bandiera nazionale sventola l’azzurro stellato della bandiera Europea e sulle targhe degli automezzi di tutta Europa la sigla della nazione è inserita dentro il vessillo azzurro con le dodici stelle. Su centinaia di cittadini Europei la presenza discreta di Maria vigila amorevolmente. Una presenza discreta, percepibile solo da chi la adotta come Mamma Celeste, come Caterina Labourè Anna De Vito
poche ore nell’Alta Garfagnana, e di preparazione dalla morte del Alberto traeva nuova all’ordinazione. In nostro caro linfa per il suo cammino questo nuovo cammino, amico e spirituale. Alberto non si sentiva confratello diacono Gli anni sono trascorsi adeguato. La sua umiltà Alberto Tobia., mi velocemente ed gli faceva porre una accingo a scrivere queste arriviamo così al 1993, domanda: “Forse il poche righe. Esse non quando Alberto sente, Signore mi sta vogliono essere veramente pressante, la indicando strade assolutamente diverse?”. Tuttavia un elogio il progetto che il Padre di tre figli, vedovo dopo Signore aveva su di funebre (Lui non lo avrebbe Lui era ormai 14 anni di matrimonio, voluto), ma solo Infatti, il con umiltà e amore ha servito tracciato. ed 16 ottobre 1994 esclusivamente la Chiesa livornese nel servizio Alberto veniva un ricordo a chi ordinato Diacono il servizio di Assistente alla parrocchia S. Giovanni lo ha conosciuto per le mani di Spirituale presso Bosco e all’Istituto Pascoli ed apprezzato. mons. Alberto l’Istituto Pascoli di Ho conosciuto Ablondi. Fu Livorno. Questo Alberto, per la assegnato come secondo incarico lo prima volta, nel lontano chiamata a servire il Collaboratore Pastorale svolse con particolare anno 1978, quando io e Signore e la sua Chiesa della Parrocchia di San cura, in quanto, mi disse Danila arrivammo nella che è in Livorno nel Giovanni Bosco in una volta: “Nel volto del Parrocchia di San Ministero Ordinato del Coteto, nella quale era malato vedo il volto di Giovanni Bosco in Diaconato Permanente. cresciuto spiritualmente. Gesù sofferente”. Coteto, dove era allora Inizia per Alberto (come Un’annotazione molto I successivi anni, nei parroco il compianto per tanti altri) un importante: sul piano quali Alberto ha don Vittorio Vital, ed cammino di formazione diocesano gli fu affidato esercitato il Ministero insieme ad Alberto iniziammo un cammino di fede, contrassegnato da momenti di In comunione profonda entusiasmo, ma anche con la comunità diaconale da tante difficoltà. Spesso il cammino che stavamo facendo sembrava fosse tutto in a sera di venerdì 8 novembre scorso è rinato a nuova vita il diacono salita, ma il Signore, che Alberto Tobia della Parrocchia di S. Giovanni Bosco. Alberto, 85 anni è sempre presente e compiuti, aveva avuto qualche giorno prima un infarto, ma si era ripresostiene ogni suo figlio, so ed era tornato a casa dopo pochi giorni di ospedale. Aveva perso la ci è sempre stato vicino moglie dopo soli 14 anni di matrimonio e con caparbietà ed amorevoper superare ogni lezza indicibile aveva svolto il ruolo di mamma per i suoi tre figli: Franostacolo. ca, Sergio e Franco (presbitero presso la Comunità “Nuovi Orizzonti” di Un anno prima, nel Chiara Amirante). Alberto è stato uno di quei cristiani silenziosi, ma in1977, morì sua moglie cisivi ed efficaci nell’annuncio del Vangelo di Gesù mediante una testiElda Corretti ed Alberto, monianza autentica fatta innanzitutto di grande umiltà, di grande spiricon tre figli ancora to di abbandono alla voce di Dio e di grande senso di responsabilità giovani, fu costretto a umana ed ecclesiale. fare anche da madre a Dopo il pensionamento aveva intensificato il suo impegno di evangelizquesti suoi figli. zatore prima attingendo alla spiritualità della Comunità dei Figli di Dio Sempre in quell’anno di don Divo Barsotti e poi attraverso il servizio diaconale svolto con muoveva i suoi primi esemplarità già molti anni prima di essere ordinato il 16 ottobre del passi un gruppo di 1994. spiritualità familiare E’ stato collaboratore discreto e prezioso per anni, fino a quando la saluguidato da don Pier te glielo ha permesso, presso il Seminario quando questi era alla Villa di Giorgio Paolini, Via Numa Campi. La presenza al suo funerale di molti sacerdoti e di composto da tante brave don Piergiorgio Paolini, in quel tempo seminaristi e rettore, è stata la persone con le quali si pubblica attestazione per la fecondità con cui ha svolto questo apostolafece subito amicizia e to. Anche in parrocchia, a partire da don Luciano, gli hanno voluto un insieme a loro gran bene. Alberto, infatti, era attento ai bisogni di tutti. Era di quelli cominciammo ad che al primo posto della sua diaconia metteva l’esercizio instancabile assaporare la bellezza delle opere di misericordia, come ricordato anche dal Vangelo scelto per della Parola del Signore la Messa di sabato scorso in una chiesa tanto gremita quanto riconoe della preghiera corale scente e al tempo stesso addolorata. alla quale Alberto, con Negli ultimi tempi, a causa del suo stato di salute, usciva poco ma era un entusiasmo davvero presentissimo all’interno della famiglia diaconale. Ogni volta che sapeencomiabile, faceva va che i diaconi si incontravano, con una costanza sconvolgente, non facapire, a chi gli era ceva mai mancare la sua telefonata prima e dopo l’incontro per essere vicino, che questa era la informato su tutto! Se dovessi dire qual è stata la beatitudine che ora è strada che il Signore gli chiamato a vivere in pienezza Alberto nella comunione dei santi direi tracciava. Si avvertiva, senza dubbio la purezza di cuore. E allora ad Alberto, che ora sta “veinfatti, che la Parola e la dendo Dio”, chiediamo una particolare preghiera di intercessione per la preghiera erano per Lui Chiesa che ha amato e servito con encomiabile stile di vita umana e crifonte di tanta gioia e stiana! serenità. Dai campeggi diacono Franco Caccavale estivi che ogni anno facevamo nel ridente paesino di Metello
A
UN UOMO DAL CUORE PURO
L
Diaconale, sono stati per Lui un susseguirsi di attenzioni particolari, soprattutto per i malati della Parrocchia e non, ai quali, periodicamente, faceva vista portando loro il conforto del Signore. Gli ultimi tempi sono stati per Alberto un vero calvario. I vari acciacchi dovuti all’età (soprattutto la vista), non gli hanno permesso da fare tutto quello che avrebbe voluto. Ma, nonostante ciò, ha continuato in quella che per Lui era l’attività più importante: portare l’amore del Signore nelle situazione di marginalità. E’ particolarmente significativa la scelta del brano evangelico fatta da don Luciano Musi per la Santa Messa esequiale: era, infatti, tratto dal Vangelo di Matteo, al capitolo 25, riguardante il giudizio finale, al quale Alberto ha sempre guardato con particolare predilezione, perché, diceva Lui, nei piccoli è presente il Signore. Anche il testamento spirituale, lasciato nelle mani del Parroco della Parrocchia di San Giovanni Bosco e da lui letto al termine della Santa Messa, lascia intravedere quella che era la personalità umile e povera dell’amico Alberto. Desidero concludere questo scritto usando le parole del Salmo 22, che, per Alberto, risuonano ora nella liturgia del cielo: ”Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni”. diacono Umberto Paolini
IL 20 NOVEMBRE LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA
Gli incontri del martedì alla parrocchia Santa Rosa artedì 20 novembre alle 21,00 presso la Sala Ablondi della Parrocchia Santa Rosa in via Machiavelli,si terrà M la presentazione dei cosiddetti“Incontri del martedì”,dal titolo“Alla ricerca del buono,del bello e del vero attraverso la storia delle religioni,dell’arte e della scienza”.Lo scopo è quello di diffondere cultura,rendendoci in tal modo consapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda,capaci di dialogare con gli altri e di trovarci insieme a condividere una visione cristiana della società.Coordinatore dell’iniziativa è Fabio Papini che si avvarrà della collaborazione di Padre Maurizio De Sanctis,che tratterà di psicologia,Rodolfo Barontini che affronterà la storia delle religioni,Carla Buffa che si occuperà di storia dell’arte e Luca Mastrosimone che parlerà di scienza.Gli incontri si terranno a partire dalla data della presentazione tutti i martedì fino al 14 maggio,con l’esclusione del periodo natalizio e pasquale. QUESTO IL PROGRAMMA CORSO lineamenti critici di storia delle religioni, tenuto da RODOLFO BARONTINI 27 novembre ore 21,00 Conoscibilità e dimostrabilità dell’esistenza di Dio attraverso la Ragione e la Scienza. 4 dicembre ore 21,00 L’uomo in cerca di Dio: le
religioni animiste.Religioni politeiste: Egitto,Mesopotamia, Grecia,Roma 11 dicembre ore 21,00 L’uomo in cerca di Dio.Religioni panteiste: L’Induismo e il Buddhismo 15 gennaio ore 21,00 Dio si rivela all’uomo: l’Ebraismo. 22 gennaio ore 21,00 La pienezza della Rivelazione di Dio: il Cristianesimo. 29 gennaio ore 21,00 Un ritorno alla legge antica: l’Islamismo CORSO Amare l’arte e la scienza, tenuto da PADRE MAURIZIO, CARLA BUFFA e LUCA MASTROSIMONE 5 febbraio ore 21,00 Attrazione Fatale: Isaac Newton e la gravitazione universale 12 febbraio ore 21,00 Le tecniche nell’Arte organizzazione del lavoro 19 febbraio ore 21,00 Sotto pressione: Daniel Bernouilli e la fisica dell’acqua in movimento 26 febbraio ore 21,00 Greci e Romani a confronto: perfezione e realtà
5 marzo ore 21,00 AltaTensione: Michael Faraday e l’elettromagnetismo 12 marzo ore 21,00 Christus patiens e Christus triumphans - dai Bizantini a Giotto 19 marzo ore 21,00 Il futuro dell’universo: Rudolf Clausius e la seconda legge della termodinamica 26 marzo ore 21,00 Due Grandi: Michelangelo e Caravaggio 9 aprile ore 21,00 Limite di velocità: la relatività secondo Albert Einstein 16 aprile ore 21,00 Pillole di Arte Moderna. 23 aprile ore 21,00 La medicina olistica: curare le persone non le malattie. A cura del Dott.Daniele Corsi 30 aprile ore 21,00 Analisi dei lavori realizzati 7 maggio ore 21,00 Fondamenti di psicologia 14 maggio ore 21,00 Fondamenti di psicologia Per notizie sul corso ed iscriversi mettersi in contatto prima e dopo la messa domenicale con Luca Mastrosimone o Fabio Papini; oppure prima e dopo la messa feriale con Carla Buffa. Quota di iscrizione: 10
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
18 novembre 2012
L’intervista doppia a LAURA E MARTA
III
LE DOMANDE Chi sei?
Alla scoperta della...Sua volontà DI
Cosa facevi fino a circa un mese fa? Eri impegnata in parrocchia?
GIULIA SARTI Come si prende una decisione del genere?
aura Siani e Marta Giuliano, due ragazze delle nostre parrocchie che hanno preso una decisione di cui non si dà notizia tutti i giorni. Da ottobre hanno infatti iniziato il loro "periodo di verifica e orientamento", un percorso che le porterà a capire se la vita consacrata nello spirito salesiano sia la loro strada. Un cammino che stanno vivendo a Bologna in un istituto salesiano e che durerà fino all’estate. Tutte e due impegnate in parrocchia, tutte e due provenienti da famiglie numerose (Laura con le sue due sorelle e il suo gemello, Marta, quinta di sei figli), le abbiamo forse incontrate in molti qualche volta: Laura "bomber" sui campi di calcetto di Amichiamoci, nella squadra della sua parrocchia, quella dei Cappuccini. Marta sui campi dell’oratorio delle parrocchia del Sacro Cuore. Insieme a loro a Bologna a condividere il percorso, altre due giovani ragazze, un quartetto che non arriva a fare 100 anni insieme, con Laura che con i suoi 24 è addirittura la più grande. Abbiamo chiesto a Laura e Marta di condividere con noi questo momento particolare della loro vita di cui la nostra diocesi dovrebbe gioire
L
Pensi che i giovani che vogliono, possano e riescano a vivere una vita più profonda? E tu come hai fatto a sentire la chiamata nel caos del nostro mondo di oggi, soprattutto proprio tra i giovani? Chi ti ha accompagnato nel tuo percorso fin qui?
LE RISPOSTE DI LAURA
Come ha preso la notizia la tua famiglia?
aura, 24 anni, amante del calcetto, della chitarra, del cibo, degli amici…e della Pausini.
L
Facevo l’animatrice all’oratorio dell’Istituto Santo Spirito delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Corso Mazzini, la baby sitter e insegnante di chitarra, studiavo e studio tutt’ora all’università…e tutte le cose che fanno le "persone normali" della mia età!! Si!Alla Santissima Trinità insieme ad altre due ragazze ero animatrice di un gruppo del cosiddetto "dopo-cresima" e suonavo alla messa della domenica. Ci vuole molto tempo, ci vogliono delle persone giuste che ti accompagnino e soprattutto occorre veramente affidarsi totalmente a Lui, con la consapevolezza che una scelta del genere si prende solo per arrivare a quella gioia piena che Gesù ci promette se riusciamo ad entrare nel Suo amore, seguendolo in qualunque modo ci chieda di farlo. Certo che i giovani possono vivere una vita più profonda, ma mi rendo sempre più conto che se mancano delle vere "guide", si è molto più a rischio di perdersi. Il Signore ci manda gli strumenti giusti, e per me è stato proprio così, ma occorre anche essere un po’ "docili"; se si rimane troppo in sé stessi non si riesce a cogliere nemmeno un piccolo segno tra i numerosi che ci manda. Ovviamente gli ambienti che frequentavo e le persone che mi hanno aiutata a capire, hanno favorito notevolmente a far sì che aprissi le mie orecchie…e il cuore. Innanzitutto il cammino di discernimento che ho fatto per tutto l’anno scorso mi ha aiutato moltissimo a capire che bisogna osare e mettersi in gioco per scoprire qual è il proprio posto nella vita, il migliore che ci dà più felicità, che corrisponde al progetto che Dio ha su ognuno di noi. Ma in particolare, oltre alla mia guida spirituale, un’amica molto speciale che mi ha accompagnata nei mesi più duri, prima di fare la mia scelta, con la sua testimonianza di vita e con il suo entusiasmo. Vorrei approfittare per ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato e permesso di arrivare fin qua e di essere quello che sono adesso! I miei genitori, che mi hanno da sempre dato l’esempio, come direbbe Don Bosco di "buoni cristiani e onesti cittadini"; le suore del Santo Spirito, in particolare la direttrice; il responsabile degli animatori dell’oratorio, a cui devo la mia formazione spirituale che, grazie a tutte le proposte che mi ha sempre offerto, ho potuto maturare; un grazie a tutti gli amici che mi hanno sostenuta e vista crescere, e infine, un grazie particolare a Lucia e alle altre "ex aspirine" Beh… a una su quattro figli doveva pur capitare!!! Stupore, incomprensione e ammirazione possono essere le parole più significative per far capire i loro stati d’animo, ma in tutti o quasi, ho potuto vedere la felicità di avermi vista contenta di questa scelta. Molto difficile dirlo, ma in modo chiaro solo da qualche mese. All’inizio curiosità, ma poi è stato tremendo! Primo impatto, o meglio, prima sera devastante. Atterrare in un nuovo mondo dove non conosci quasi nessuno fa paura. La scelta che hai fatto prende forma e i dubbi arrivano ed una velocità unica. Una gran senso di serenità interiore nonostante i momenti di alti e bassi. Sveglia. Lodi e Messa e dopo colazione una piccola meditazione. Il resto della mattina studio per preparare gli ultimi esami e la tesi, facendo una pausa a metà mattinata per fare un po’ di "assistenza" alla ricreazione delle elementari o medie. Nel pomeriggio io e Marta ci alterniamo alla scuola dell’infanzia. Prima di cena rosario e vespri. Nella serata stiamo un po’ insieme in un momento di ricreazione e poi (come da tradizione Salesiana) la buona notte con un pensiero della nostra assistente e una preghiera di ringraziamento per la giornata passata. Se decideremo di continuare per questa strada, ci sarà un anno di postulato a Torino e dopo ancora due anni di noviziato a Roma prima di prendere i voti temporanei. Sono cresciuta tra francescani e salesiani, ma il carisma salesiano mi si addice di più; stare in mezzo ai giovani è qualcosa di unico, tiro fuori veramente il meglio di me stessa…per loro. Bella domanda…la prossima? Scherzi a parte, sono qui per scoprirlo. Questo anno di verifica e orientamento non è nient’altro che un periodo di scoperta di sé e della Sua volontà.
E i tuoi amici?
LE RISPOSTE DI MARTA Marta, ho 22 anni e vengo SAmoono dalla bellissima città di Livorno! la musica, suono abbastanza decentemente la chitarra, ho fatto gli scout da quando avevo 7 anni fino ai 19, ho un sacco di fratelli e sorelle…a casa mia non ci si annoia mai! Vivevo con i miei genitori, adesso vivo a Bologna! Ero una studentessa di Scienze della Formazione all’università di Firenze come Laura e stavo concludendo gli studi, ma questo lo faccio ancora adesso! Ero impegnata nella mia parrocchia e uscivo con i miei amici. Facevo una vita molto semplice come la maggior parte delle ragazze della mia età, non mi sento per niente diversa comunque dalla ragazza che ero prima di partire, io sono sempre la stessa, pregi e difetti! Si moltissimo! Ero catechista di un gruppo di ragazzi di prima media che ho accompagnato fino alla cresima e animatrice all’oratorio dei Salesiani. Beh, premetto che non è una decisione semplice, come tutte le scelte importanti della vita, ma credo che l’ingrediente fondamentale sia la fiducia. L’affidarsi a Qualcuno che ha pensato per te una vita migliore. Ripeto non è semplice, serve tanta fiducia, ma poi quello che ricevi è sempre di più di quello che ti aspetteresti. Credo che chi voglia mettersi in cammino per vivere una vita più profonda come cristiano, ci possa benissimo riuscire. I giovani hanno grandi potenzialità, grandi talenti che possono mettere a frutto per gli altri. Anche se a volte è più facile rimanere nell’ombra, fare delle "mezze scelte" per non rischiare troppo, perché se si sbaglia la delusione è ancora più forte. Quando una persona deve dirti qualcosa di importante lo fa! Anche nel caos, anche nella confusione, siamo noi che a volte non riusciamo ad ascoltare bene, oppure quando abbiamo ascoltato bene, non vogliamo accettare quello che abbiamo ascoltato! Il Signore, per ognuno di noi, fa proprio questo. Ci guarda da sempre, ci chiama e dice qualcosa alle nostre vite, sta a noi decidere se ascoltare o no quello che Lui ha da dirci. Prima di prendere la decisione, mi ha accompagnato più da vicino il mio direttore dell’oratorio di qualche anno fa, che non finirò mai di ringraziare. Ad un certo punto poi ho avuto bisogno di un riscontro al femminile per fare un passo del genere, o anche semplicemente per togliermi delle curiosità, allora mi sono avvicinata a una suora Fi-
Da quando ti ronzava in testa questo pensiero? glia di Maria Ausiliatrice che è stata molto di aiuto. Da sola non ce l’avrei fatta, o forse ci avrei messo molo più tempo. Queste persone, ma anche molte altre, sono state un dono per la mia vita. Di carattere sono una persona che preferisce tenere le cose per sé, quindi ai miei genitori non ho mai detto niente del cammino di discernimento che stavo facendo. Gli ho parlato solo quando avevo già preso la decisone di venire a Bologna. Non sono notizie leggere e che passano inosservate, sono rimasti sorpresi, ma qualcosa si erano già immaginati. Sono riusciti a capirmi anche se io non ho mai detto niente di esplicito. Quando è arrivato il momento di dirglielo sono stati molto comprensivi e non potevano far altro che appoggiarmi. Se sono riuscita a fare questo passo è soprattutto grazie a loro che mi hanno dato un grande esempio di come si risponde fedelmente ad una chiamata. I miei amici sono stati davvero incredibili. Molti degli animatori sono rimasti giustamente sorpresi, ma tutti hanno pensato alla mia felicità, al fatto che se fare questo passo mi rendeva felice, allora non potevano che essere contenti. Non è stato facile dirlo a molti di loro, era un po’ come venire allo scoperto su una parte molto intima di me. Ho anche amici che non frequentano la chiesa o che non credono, ma anche loro si sono resi davvero disponibili nell’accettare la decisione, e curiosi di sapere come avevo fatto ad arrivarci. Diciamo che era da circa un annetto e mezzo che ero in fase di discernimento. Per la mia vita ho sempre pensato altro: una bella famiglia numerosa, con tanti figli come la mia! Con la mia guida spirituale ho cercato di mettermi in un atteggiamento di disponibilità, ed è stato molto difficile farlo. Avevo io in mano le redini della mia vita e non riuscivo a vedere più in là del mio naso. La decisione effettiva di cominciare ad ottobre questo nuovo percorso però l’ho presa a fine agosto. Fino all’ultimo non volevo credere che questa potesse essere la strada per me, ma appena ho fatto la scelta ho tirato un gran sospiro di sollievo, finalmente avevo detto "Sì, ci sto!" Come carattere diciamo che sono un po’ durina! Delle più varie. Ero intimorita per tutto ciò che mi aspettava, per il non sapere bene cosa aspettarsi. Lasciare casa, famiglia, amici, sicuramente non è facile. Però allo stesso tempo ero elettrizzata all’idea di iniziare, di mettere le mani in pasta e cominciare a fare sul serio! E’ come il cacciucco…c’è di tutto e di più!!! Credo che sia un po’ presto per dire che questo è il mio posto. Posso dire però, che quando penso a dove vorrei stare non mi viene in
Che sensazioni hai provato quando sei arrivata a Bologna? Cosa ti fa dire che questo è il tuo posto? Per un anno starai a Bologna…la tua giornata tipo? Finito l’anno come funzionerà? Perché salesiana? Cosa vuoi fare "da grande"?
mente nessun altro posto se non questo. Quindi per me, adesso, per il mio cammino, è giusto essere qui! La giornata inizia presto, molto presto! La sveglia è alle 6.15 (una gran fatica per alzarsi, ma non lo dite a nessuno), il tempo di prepararsi e poi scendiamo in Chiesa per fare con tutta la comunità, lodi, messa e poi colazione. Dopo facciamo meditazione aiutate dalla direttrice della casa, poi comincio a studiare perché devo finire gli ultimi esami per laurearmi. A metà mattina io e Laura ci dividiamo nelle ricreazioni dei ragazzi della scuola. Dopo pranzo e nel pomeriggio torno sui libri, tranne qualche volta quando vado alla scuola materna per dare una mano. Recitiamo il rosario e torniamo in Chiesa con la comunità per i vespri. Cena, ricreazione e buonanotte! Nei fine settimana sono impegnata in un oratorio di Bologna insieme ad un’ altra ragazza, nei cammini ispettoriali del Movimento Giovanile Salesiano e nella Scuola Formazione Animatori. Per chi intende continuare il cammino, il prossimo anno si concretizza con l’entrata in Postulato a Torino. E’ il primo vero e proprio anno formativo, mentre questo primo anno a Bologna serve per vedere, e possibilmente capire, se questo tipo di scelta può fare per noi. Principalmente per i giovani. Stare in mezzo a loro, condividere tutto con loro. Il carisma salesiano lo sento molto vicino a me e alla mia vita, mi rispecchia molto! Credo che la domanda debba essere vista da un punto diverso. Non tanto cosa voglio fare da grande, ma CHI voglio essere da grande! E’ una domanda che ci dobbiamo fare tutti prima o poi, ma che ci viene chiesta poche volte! Io voglio essere una persona migliore per me stessa e per gli altri, una persona felice, che si dona totalmente, che punta in alto, ma che tiene sempre i piedi per terra!
IV
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
18 novembre 2012
Agenda del VESCOVO
SABATO 17 NOVEMBRE 8.00 pellegrinaggio mensile diocesano a Montenero a seguire S. Messa. In tale occasione sarà celebrata la festa del ringraziamento promossa dalla Coldiretti 10.30 incontro con i responsabili del Centro di pastorale per la formazione 17.30 S. Messa per la festa patronale di San Leopoldo a Vada DOMENICA 18 NOVEMBRE 9.30 saluto all’assemblea della consulta regionale delle Aggregazioni Laicali a Villa Alma Pace (vd. Box in pagina) 11.00 S. Messa e cresime alla chiesa della Madonna LUNEDÌ 19 NOVEMBRE 21.00 veglia di preghiera in cattedrale per i seminaristi MARTEDÌ 20 NOVEMBRE 9.00 consiglio della Fondazione Caritas in vescovado MERCOLEDÌ 21 NOVEMBRE 9.00 S. Messa in occasione della festa delle Virgo Fidelis, a Montenero 11.00 S. Messa in occasione delle iniziative per il Seminario alla chiesa di S. Andrea GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE Nella mattina, udienza laici in vescovado 18.30 incontro con i cresimandi in vescovado 21.15 incontro con le aggregazioni laicali in vescovado VENERDÌ 23 NOVEMBRE 10.00 incontro dell’ufficio catechistico regionale in vescovado 16.45 saluto all’incontro dei Cooperatori Paolini alla parrocchia di S. Andrea Apostolo In serata, convegno diocesano dei catechisti a Chiavari SABATO 24 NOVEMBRE 11.00 S. Messa per i combattenti e reduci di guerra alla chiesa di San Ferdinando 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa dei Sette Santi DOMENICA 25 NOVEMBRE 12.00 S. Messa e cresime alla chiesa di N.S. del Rosario 15.30 il Vescovo partecipa all’ingresso di monsignor Agostinelli nella Diocesi di Prato
Libri da LEGGERE
di Mo.C
Forte B. - Dialogo e annuncio. L’evangelizzazione e l’incontro con l’altro- Ed. San Paolo, pp.356, Euro 26,00 Il noto teologo e filosofo, Mons. Bruno forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, pone al centro di questa raccolta il dialogo nel suo rapporto col Vangelo. L’uomo infatti esiste pienamente dialogando, perché si esprime nella sua radicale vocazione all’amore e ne pone in atto la sua progressiva realizzazione. Dal momento che la Buona Novella è annuncio e dono dell’amore infinito, dialogo e proclamazione del Vangelo risultano essere l’uno la via e l’autenticità dell’altra. Nel dialogo rispondiamo al Primo Amore, nello Spirito che ci è stato donato, mediante la Parola fatta carne per noi; nel dialogo testimoniamo agli altri di aver creduto all’amore. Senza dialogo al suo interno, la Chiesa non sarà mai "icona della Trinità". Senza dialogo con la comunità degli uomini, la Chiesa non annuncerà quanto gratuitamente le è stato donato. Anche in questa luce l’ecumenismo, che è il dialogo della carità fatto stile di vita ecclesiale, diventa esigenza imprescindibile del popolo di coloro che hanno creduto al Vangelo dell’amore
Diocesi informa Gli incontri di formazione Caritas Il senso della relazione 4 INCONTRI PER COMPRENDERE IL SENSO CRISTIANO DELL’ASCOLTO Vi invitiamo a partecipare alla formazione per volontari dei cda parrocchiali, gli incontri sono rivolti anche a chi desideri iniziare o approfondire il tema dell’ascolto e della relazione Gli incontri si terranno presso la biblioteca dei Salesiani a partire da giovedì 15 novembre dalle ore 16,30 alle 18,30 I temi trattati saranno i seguenti: 1- Giovedì 15novembre Ascolto: luogo di promozione e di condivisione Suor Raffaella, Diacono Enrico Sassano 2- Giovedì 22novembre: Ascolto e comunicazione Responsabile centro ascolto, Elvira Cosentino 3- Giovedì 29novembre: La relazione di aiuto Coordinatore Villa Benedetta, Filippo Daidone 4- Giovedì 6 dicembre: Il lavoro in equipè Suor Raffaella, Diacono Enrico Sassano Per motivi organizzativi è necessario avere l’adesione via mail all’indirizzo comunicazione@caritaslivorno oppure telefonicamente allo 0586/884693
CONSULTA REGIONALE DELLE AGGREGAZIONI LAICALI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Convegno annuale della Consulta Livorno 18 novembre 2012, Villa Alma Pace (Viale Vespucci 50, Antignano) "Il contributo dei cattolici nella scuola" relazione dott.ssa Rosa De Pasquale, componente della commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati PROGRAMMA 9.30 Accoglienza 9.45 Preghiera e saluto di S.E. Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno 10.00 Relazione della dott.ssa Rosa De Pasquale 11.00 Pausa 11.15 Testimonianze a confronto: AGESC, dott.ssa Maria Grazia Colombo MSAC, sig. Paolo Rametta AIMC, prof.ssa Cristina Giuntini UCIIM, prof. Pierangelo Coltelli 12.15 Interventi e dibattito 13.00 pranzo 14.30 Assemblea della Consulta 16.30 Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Giovanni De Vivo, Vescovo di Pescia, delegato regionale CET per il laicato
BREVI DALLA DIOCESI
Pastorale Giovanile Vincenziana 16 NOVEMBRE ORE 20.00 Preghiera "Signore, insegnami i tuoi sentieri" 17-18 NOVEMBRE Incontro per Fidanzati e giovani sposi "I segni dei tempi"
Cooperatori Paolini VENERDÌ 23 NOVEMBRE ALLE 16.45 Nel salone della parrocchia di S. Andrea Apostolo, presentazione del Decreto conciliare “Inter Mirifica sugli strumenti della comunicazione sociale”
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Nella fede l’ancora della salvezza acque il 1 settembre 1909 a Tàhtàszada (Budapest) da genitori italiani originari di Camporovere sull’Altipiano di Asiago. Quinto di sette fratelli rientrò con la famiglia in Italia in provincia di Vicenza poco prima dell’inizio della guerra. Entrò nel Seminario di Padova dove venne ordinato sacerdote il 3 luglio 1932. Venne scelto dal Vescovo di quella città come segretario particolare. Svolse il suo servizio come Assistente regionale dell’Azione Cattolica delle Tre Venezie, Vice Assistente nazionale dei laureati cattolici, delegato dell’azione cattolica di Padova e Assistente provinciale delle ACLI. Il 26 agosto 1953 venne nominato Vescovo con il titolo di vescovo di Cesarea di Tessalia e, conseguentemente il 4 ottobre dello stesso anno, Vescovo Coadiutore del Vescovo di Verona. Per il suo stemma scelse il motto «Fortiter in Fide» per indicare che nella profonda Fede del Padre troviamo l’ancora della salvezza. La Fede ci rende forti e ci impegna per una testimonianza viva tra i fratelli. Il 19 maggio 1955 fu nominato Vescovo Coadiutore del vescovo di Livorno con diritto di successione. Nel 1957 assunse il titolo di Amministratore Apostolico Sede Plena di Livorno e, alla morte del Vescovo Piccioni, il 10 febbraio 1959, divenne Vescovo Ordinario di Livorno per Coadiuzione. Il 4 aprile 1962 venne promosso Arcivescovo di Gorizia ed in seguito venne traslato alla diocesi Suburbicaria di Porto Santa Rufina il 2 febbraio 1967 per seguire meglio i lavori della CEI di cui fu nominato Segretario generale nel 1966, incarico che ha ricoperto fino
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Un vescovo attento ai problemi sociali e vicino alla vita del seminario
Per un contatto diretto con il suo gregge, il popolo dei livornesi, celebrava ogni Domenica in Duomo la Messa di mezzogiorno
al 1972. Raggiunto il 75° anno di età rinunciò alla sede di Porto Santa Rufina il 7 dicembre 1984. Morì a Roma il 2 giugno 2005. Mentre era vescovo di Livorno ha vigilato con attenzione sulla vita della Diocesi. E’ di quel periodo il protocollo dell’ufficio di cancelleria che è
ancora in uso. Si è indirizzato con circolari, lettere e messaggi ai Livornesi in occasione della Quaresima o altre ricorrenze. Abbiamo una pubblicazione dal titolo «In prima linea» che contiene i discorsi a carattere sociale del periodo 1955-1962. Altri scritti sono «La Fede luce del nostro cammino», «Idee cristiane» e «Catechesi» del 1962, del 1961 «I nostri ragazzi», del 1960 «La santa predicazione», nel l959
UN’INIZIATIVA CHE COINVOLGE molti supermercati della nostra città
La Giornata della Colletta Alimentare Tra Livorno e Collesalvetti aderiscono i supermercati Conad; supermercati Dico; supermercati Ipercoop e Unicoop; supermercati Penny Market; supermercati Pam; supermercati LIDL; supermercati Eurospin; supermercati Ekom
rmai giunta alla 16ª edizione, la Giornata NazioO nale della Colletta Alimentare è diventata, dal suo esordio nel 1997, un importante momento che coinvolge e sensibilizza la società civile al problema della povertà attraverso l’invito a un gesto concreto di gratuità e di condivisione: fare la spesa per chi ha bisogno. Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà. E’ un grande spettacolo di carità: l’esperienza del dono eccede ogni aspettativa generando una sovrabbondante solidarietà umana.
«Vita sacerdotale», per il 1° Maggio 1959 il discorso indirizzato ai lavoratori, e «Livorno Chiesa operante», «La S.Messa», nel 1956 la «Festa di S.Giuseppe lavoratore». Per un contatto diretto con il suo gregge celebrava la Domenica in duomo la Messa di mezzogiorno. Si è dedicato con attenzione al Seminario . Nel 1959 per divergenze di vedute con don Angeli ordinò la chiusura del giornale diocesano «Fides». a cura di Maria Luisa Fogolari, direttrice dell’Archivio storico diocesano
I nostri VESCOVI
IL DODICESIMO VESCOVO DI LIVORNO: MONS. ANDREA PANGRAZIO.........
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Speciale SEMINARIO
IL PENSIERO DI CHI SEGUE IL CAMMINO DI QUESTI RAGAZZI.........
Come in famiglia Monsignor Razzauti racconta il suo ruolo di Rettore
DI MONSIGNOR PAOLO
Nella foto sopra da sinistra: Michele, Lorenzo, Rosario, Luca, Simone, Luigi, don Gabriele, don Ivano, Ramon, Andrea, monsignor Giusti, Vincenzo. In basso da sinistra: Antonino, Claudio e Fabio. A lato, un momento di preghiera nella cappella del Seminario
RAZZAUTI
uest’anno , in accordo con il Vescovo, abbiamo deciso di dare maggiore risalto alla giornata per il Seminario, facendola passare da una semplice giornata di raccolta ad una settimana di riflessione, preghiera, festa ed anche raccolta. Quando lo scorso anno il Vescovo mi chiese questo servizio di Rettore, vi dico sinceramente, che per qualche giorno rimasi sconvolto; quarantadue anni di sacerdozio spesi a servizio della gente in parrocchia ed a livello diocesano; una salute che non era delle migliori, un assestamento di vita sacerdotale che avevo trovato dopo un periodo difficile. Che cosa, il Signore, voleva da me con questa richiesta del Vescovo? Presi in mano la scrittura ed andai a rileggermi il brano del Profeta Elia, quando stanco di tutto e di tutti vorrebbe morire, mentre il Signore lo invita (quasi obbliga) a riprendere il cammino. È un brano sul quale mi sono fermato spesso nei miei anni di vita sacerdotale. Dopo alcuni giorni andai dal Vescovo e gli dissi che se Lui mi chiedeva questo servizio, era la Chiesa ed il suo Signore che me lo chiedevano, ed allora :”eccomi”, pronto, ancora una volta, ad iniziare un nuovo servizio e cammino nello spirito di obbedienza. La cosa mi preoccupava alquanto, soprattutto perché pur avendo fatto dieci anni di seminario, non avevo mai vissuto l’esperienza di educatore. Entrai quasi in silenzio,a piccoli passi e, nelle prime settimane, studiai l’ambiente e cercai, attraverso colloqui, di conoscere le persone. Alcune di queste erano impaurite perché gli ero stato presentato come persona con un carattere duro: un pregiudizio che poi si è rivelato infondato e sono bastate poche settimane per far capire che ero semplicemente un prete al servizio della Chiesa e che, con molta umanità, voleva aiutare le persone a me affidate a crescere nella gioia dell’incontro con il Signore. Questo ha permesso sia nello scorso anno pastorale, sia in quello in corso di creare , all’interno del Seminario, un
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clima familiare, sereno e, in alcuni momenti, anche scherzoso. Ho impostato il mio servizio di Rettore sul dialogo personale ed i ragazzi sanno che, in ogni momento della giornata, possono bussare alla mia porta e sedersi per scambiare qualche parola o approfondire un argomento. In questo anno i seminaristi sono tredici :provengono da diverse parti d’Italia, ma tra loro si sentono come un’unica famiglia e, soprattutto, sanno amare Livorno e la sua gente. Un compito importante che sento di dover alimentare è quello della pastorale vocazionale, per questo chiedo con insistenza ai confratelli sacerdoti di parlare ai loro giovani della vocazione sacerdotale, mostrandola innanzitutto con la loro gioia di vivere il sacerdozio. Sono certo che nella nostra Chiesa livornese ci siano giovani pronti a dire il loro “eccomi” con generosità; tocca a noi saper discernere e soprattutto aiutarli a “lanciarsi” in una avventura bella
e sconvolgente. A questo proposito desidero segnalare un’offerta che, per ora , si limita a due stanze, ma che spero possa allargarsi ad altri locali: il Seminario può ospitare, per alcuni giorni, giovani che vogliano fare ricerca della loro vocazione o che semplicemente vogliano fare esperienza di vita e preghiera comunitaria. Oggi posso affermare che sono contento di aver dato la mia disponibilità alla richiesta del Vescovo e posso, altresì ,affermare che la vita in Seminario mi aiuta a crescere ancora ed a pregare in maniera più solida. Ed anche se “dona” stanchezza e preoccupazioni, è anche capace di dare tanta gioia. È certo che la responsabilità non è poca, ma è altrettanto certo che se il Signore invita a “salire sul monte” mette a disposizione anche la “pagnotta e la brocca d’acqua” come fece per Elia. È evidente che in questo cammino, soprattutto, dall’inizio
di questo anno pastorale non sono solo e la presenza di don Gabriele, come vice rettore, di Padre Damioli come Direttore Spirituale, di don Ivano come Confessore e del diacono Zargani come psicologo, mi sono di sostanziale aiuto e condivisione nella responsabilità educativa. Che cosa dire per concludere? Innanzitutto che ringrazio il Signore per avermi detto “Alzati” e fatto fare questa esperienza; Grazie al Vescovo per la fiducia accordatami; Grazie ai confratelli che mi hanno sostenuto fino ad ora in questo cammino; Grazie all’Equipe formativa del Seminario ; e Grazie ai “miei ragazzi” perché ogni giorno mi fanno rivivere la gioia di stare insieme nel nome del Signore. Vorrei chiedere a tutti di sostenere il Seminario con la preghiera, la vicinanza ed il sostegno economico. Nella speranza di essere il meno indegno possibile per questo servizio.
Ecco chi vive IN SEMINARIO GLI EDUCATORI Rettore : Mons. Paolo Razzauti Vice Rettore: don Gabriele Bezzi Padre Spirituale: P.Giovannni Battista Damioli Confessore: canonico don Ivano Costa Psicologo: Diacono Andrea Zargani Prefetto degli studi: canonico don Piergiorgio Paolini I SEMINARISTI Anno Propedeutico:D’Addona Antonino 1° anno
Salomone Andrea; Cioppa Vincenzo 2° anno Votino Claudio; Bianchi Lorenzo 4° anno: Barbieri Simone 5° anno: Puntriano Pedro; Guidetti Ramon 6° anno Criscuolo Fabio Diaconi: Falanga Luigi; Esposito Rosario; Esposito Luca; Esposto Michele
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LE EMOZIONI DI CHI SENTE LA VOCAZIONE SACERDOTALE.........
La giornata in seminario
Una scelta di vita importante DI
Nella foto da sinistra: monsignor Razzauti, Andrea, il diacono Zargani; seduti: Pedro, Claudio e Luca; dietro: Antonino, Lorenzo, Ramon, Luigi, Fabio e seduti: Vincenzo, Rosario e Michele. In basso, i quattro diaconi: Luca, Michele, Luigi e Rosario
LORENZO BIANCHI
gni volta che la gente viene a sapere che sono in seminario, la prima cosa che mi chiedono è “allora studi per diventare prete?”. Solitamente, uno si limita a sorridere e a rispondere di sì, dilungandosi poi a seconda dei casi e delle richieste su questo o su quell’aspetto della vita seminariale (dove si studia, quando, come, che si mangia, dove e quando si prega, che si fa nel tempo libero ecc…). Ma una simile risposta non centra minimamente l’obiettivo, cioè quello di parlare di che genere di vita uno abbia deciso di intraprendere e perché, e questo in virtù del fatto che il più possibile nei Ognuno deve trovare nella vita la domanda stessa compiti che la strada che il Signore ha di partenza è vengono affidati sbagliata. (anche saper tracciato per lui, anche se spesso Per comprendere spazzare bene un percorrerla è tutt’altro che facile correttamente tale pavimento è scelta di vita, sintomo di dobbiamo prima di tutto facile: ognuno di noi ha maturità!), studiare con capire che cosa sia il una vocazione, non serietà e coscienza (il Seminario: altro non è che solamente chi diventa sacerdote è chiamato ad è il cuore di una diocesi. sacerdote. istruire il popolo sulla Infatti, in esso verrà a fede in Cristo: come potrà formarsi la nuova I PUNTI farlo se rimane generazione dei sacerdoti ESSENZIALI ignorante?) e pregare Dio presenti poi in diocesi, in ogni istante con sincera contribuendo alla crescita Essenziale per un devozione (“Con una della vita cristiana seminarista sono i preghiera fatta bene, all’interno della stessa. Suo seguenti punti: impegnarsi possiamo comandare al obiettivo è l’educazione e la formazione dei giovani che v’entrano, trasformandoli primariamente in veri uomini e, al termine, in sacerdoti. Chi decide di entrare in Seminario lo fa non per passare semplicemente il tempo o per trovare una specie di impiego a posto fisso… coloro che iniziano tale cammino lo fanno perché spinti dal loro credere d’essere stati chiamati da Dio a compiere tale radicale scelta di vita, sì da seguirlo il più vicino possibile.
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cielo e alla terra”, disse una volta il Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney). Ultimo ma non meno importante è l’imparare a vivere della carità divina. Chi ha presente 1Cor 13, 1-13, l’inno alla carità, converrà che sia sicuramente una delle pagine bibliche più toccanti e sublimi e quella che volendo riassume in un’unica parola l’attrazione che noi proviamo verso Cristo e che Cristo prova verso di
Quattro diaconi IN CAMMINO
UNA VOCAZIONE DA CURARE Tale vocazione viene esaminata ogni giorno all’interno del Seminario e curata come un saggio contadino farebbe con il proprio orticello (seminario viene dal latino seminarium, che significa “vivaio”): i candidati entrano a far parte di uno stile di vita basato sulla preghiera, la Messa quotidiana, lo studio, il vivere in comune, la meditazione delle Sacre Scritture e il servizio pastorale nelle parrocchie durante i fine settimana. Questo vissuto permette inoltre di verificare l’attitudine dei singoli ragazzi, constatando se siano o meno idonei a percorrere tale strada: il Seminario, infatti, è luogo di maturazione spirituale e psicologica, non è la meta di arrivo ma bensì il percorso. È proprio per questo che non tutti quelli che entrano in Seminario ne escono poi sacerdoti: spetta al singolo candidato discernere la propria vocazione di vita, aiutato in ciò dal Padre Rettore, dal Padre Spirituale e dal Prefetto agli Studi, curanti ciascuno una specifica parte della persona. Ognuno deve trovare nella vita la strada che il Signore ha tracciato per lui, anche se spesso percorrerla è tutt’altro che
om’è noto alla comunità diocesana di Livorno, questo è il secondo anno che nel seminario “G. Gavi” sono presenti quattro diaconi transeunti. Il diaconato è il primo grado del Sacramento dell’Ordine, che può essere di tipo transitorio o permanente. A quello transitorio accedono i seminaristi che si formano per il sacerdozio ministeriale, mentre quello di tipo permanente include uomini sposati o single per una scelta di vita. Già nella Sacra Scrittura si parla dell’istituzione del “diaconato” nel libro degli Atti degli Apostoli: «I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola». Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.» (At 6, 1-6).
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Cosa fanno i diaconi in seminario? In questo tempo stiamo completando i nostri studi teologici e poi viviamo l’esperienza diretta della pastorale nelle parrocchie a cui siamo affidati, sotto la guida dei parroci. In parrocchia le attività a noi affidate variano dalla preparazione al Battesimo, al catechismo dell’Iniziazione Cristiana, animazione dei gruppi giovanili e dell’oratorio. Inoltre stiamo completando la imminente formazione al sacerdozio. Questo è quanto viviamo e condividiamo con i lettori, ai quali chiediamo di sostenerci con la preghiera. Approfittiamo per invitare tanti giovani della nostra diocesi a volersi unire ai momenti di preghiera che il seminario offre e che sono aperti a tutti. A Santo Stefano e a San Lorenzo, diaconi e martiri, affidiamo questo ultimo tratto di formazione seminariale. La loro intercessione ci aiuti sempre a donare la nostra vita al Signore Gesù Cristo nel servizio ai fratelli. Michele Esposto
noi. Di conseguenza, essendo il sacerdote colui che è preposto non solo all’amministrazione dei Sacramenti, quindi al contatto diretto con Dio, ma anche alla cura pastorale delle anime a lui affidate, necessiterà più di ogni altra cosa della vera carità. Come potrebbe, infatti, celebrare pienamente l’eucarestia con il cuore pieno di astio o disperazione? Come consolare un figlio spirituale se attanagliato dallo sconforto? O peggio, come fare tutto ciò se caduti nell’aridità spirituale, nel mancato contatto con Dio nella preghiera? L’INCONTRO PERSONALE CON DIO La vita del sacerdote è fatta di questo: essere santi e apostoli della carità; il cosiddetto studio viene dopo, è la conseguenza di tali premesse (l’amore verso gli altri spinge -o dovrebbe spingere- ad aumentare la propria cultura sì che gli altri ne possano beneficiare), non è il centro d’essere sacerdote o aspirante tale. È fondamentale di conseguenza per chiunque intraprenda questa via di vita pregare continuamente e con intensità, affinché il Signore possa concedere con lui “un incontro personale e vivo, ad occhi aperti e cuore palpitante” (Giovanni Paolo II).
In occasione della Settimana dedicata al Seminario di Livorno (dal 18 al 25 novembre) sono in programma una serie di iniziative. L’elenco completo è a pag.VIII
QUANDO LA PREGHIERA SCANDISCE LE ORE re sei e mezza: il cicalio della sveglia risuona nella calma O della stanza. La mano si muove a spengerla, per poi afferrare il Breviario: alla debole luce della lampada sul comò inizia la recita della Liturgia delle Ore. I salmi e le pagine tratte da coloro che hanno contribuito all’edificazione della fede cristiana permettono di iniziare al meglio la giornata, con il cuore già calmo e ricco di suggestioni. Alle sette, dopo essersi rapidamente resi presentabili, tutti in cappella per recitare assieme le Lodi mattutine: se le Ore piccole vengono lasciate al tempo di ciascun singolo, le due maggiori vengono celebrate in comune per sottolinearne la solennità e rafforzare lo spirito comunitario. Subito dopo, il Rettore o il ViceRettore si recano in sacrestia e indossano i paramenti liturgici, mentre le altre luci della cappellina vengono accese: inizia la Santa Messa, il momento più importante della giornata, con Cristo che si fa presente e ci accompagna sin dal mattino. Per un quarto alle otto è tutto concluso: il tempo di fare colazione e poi, verso le otto e dieci, tutti sul pullman del seminario per recarsi a Camaiore a seguire le lezioni. Dalle nove a mezzogiorno e un quarto, circa tre ore complessive di lezione in cui a seconda degli anni si impara dalla filosofia alla teologia, dal latino al greco, dai fondamenti della nostra fede sino alle questioni teologiche più attuali. Il rientro a Livorno si ha verso le una del pomeriggio, subito dopo v’è il pranzo in comune al refettorio: i pasti sono sempre molto semplici, a ricordo che l’uomo non vive per mangiare ma mangia per vivere. Il momento è conviviale, ci si scambiano avvisi e battute in serenità; se c’è una qualche festa, viene passato anche un dolce. Il pomeriggio è il tempo dello studio, della meditazione, della preghiera: ognuno lo gestisce come meglio necessita. A seconda dei giorni vi possono essere eventi particolari che modificano leggermente l’orario, come la Lectio ogni venerdì o l’Adorazione Eucaristica del giovedì: momenti solenni che aiutano a sostenere la fede e la scienza del seminarista. È anche il tempo per la confessione o il dialogo, rispettivamente con il padre confessore e lo psicologo, due figure indispensabili per indirizzare correttamente la vita del seminarista. Verso le sei e mezza, se il tempo è buono, si scende in cortile per la recita del rosario meditato, passeggiando con riserbo nel colonnato; altrimenti tutti in cappella. A seguire la meditazione vera e propria che ognuno svolge personalmente su un testo proprio, consigliato dal proprio padre spirituale: vite dei santi, scritti apologetici, ammonizioni morali… Subito dopo i Vespri, l’altra ora magna della giornata. Ecco la cena, alle otto di sera: anche qui il pasto è semplice, a meno che non vi sia qualcuno invitato che poi si trattiene un po’ per parlarci della sua esperienza di vita. Dopo mangiato la sera viene trascorsa in libertà, spesso incontrandosi nella sala tv per vedere qualche cosa assieme o parlare. Al massimo entro le undici ciascuno si ritira nelle proprie stanze, dopo aver recitato Compieta si abbandona al meritato sonno, pronto ad affrontare un nuovo giorno. Lorenzo
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TOSCANA OGGI 18 novembre 2012
LA SETTIMANA DI LIVORNO