La Settimana n. 42 del 25 novembre 2012

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IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale

Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

25 novembre 2012

a vicinanza, così prossima ormai, di tanti fratelli Musulmani ci pone di fronte al dovere, Ldichiarazione alla azione e alla fatica di dare attuazione agli orientamenti Conciliari della "Nostra Aetate". Le sue affermazioni sono chiare sui valori, concretamente impegnative nelle azioni. Se "la Chiesa Cattolica nulla rigetta di ciò che è vero e sano in quelle religioni" (n.2), dovere dei cristiani sarà conoscerne rispettosamente il loro contenuto dottrinale, confrontarsi sui rispettivi valori e leggere con i fratelli che li propongono le realtà che li circonda; per un comune impegno sul piano umano e per eventuali comuni iniziative sul piano religioso. Se, ancora, la "Nostra Aetate"(n.3) giudica con "stima i Musulmani, i quali adorano l’unico Dio vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra", i Cattolici dovranno facilitare la espressione della fede dei Musulmani offrendo luoghi di culto per la preghiera (come è avvenuto nella mia Diocesi) e dimostrando nella carità, nella preghiera, nella difesa dei diritti, di essere veramente Figli di quell’unico Dio "misericordioso e onnipotente". (Quale atteggiamento dei cristiani verso i Musulmani? 1990)

La giornata di studio promossa dal Progetto Culturale Diocesano

Oltre i confini della terra Giovedì 6 dicembre al Museo di Storia Naturale ncora una volta la scienza A che entra in dialogo con la fede, ancora una volta un’iniziativa promossa dal progetto culturale diocesano, ma questa volta per andare oltre i confini terrestri: «Tra cielo e terra» si intitola la giornata di studio in programma il prossimo 6 dicembre al Museo di storia naturale di via Roma, gentilmente concesso dalla Provincia. La giornata sarà suddivisa in due parti (come da programma nella locandina a pagina VIII): durante la mattina due scienziati: l’astrofisico Piero Benvenuti, professore all’Università di Padova e l’ingegner Valfredo Zolesi, fondatore dell’azienda

aerospaziale livornese Kaiser Italia, incontreranno i ragazzi delle scuole superiori, per dialogare con loro sul tema della vita nell’universo, alla luce delle nuove scoperte scientifiche. Nel pomeriggio invece la riflessione si arricchirà della presenza del vescovo monsignor Giusti, per far sì che la scienza entri in dialogo con la fede: ecco dunque la tavola rotonda a tre voci, a cui «Tra cielo e terra» si unirà l’«apertura al mistero». (Quest’ultimo momento sarà aperto a tutti coloro che vorranno partecipare) In entrambi gli appuntamenti saranno presentati i libri scritti proprio da Zolesi e Benvenuti, intitolati rispettivamente «Tra il fiore e il computer» incentrato sul rapporto tra tecnologia, vita reale e fede e «In saecula saeculorum», sulle dinamiche spazio temporali, entrambi pubblicati con la Pharus editore librario, la casa editrice della diocesi di Livorno. (rif. pag VIII) c.d.

L'INAUGURAZIONE DELLA NUOVA MOSCHEA A LIVORNO

Incontrarsi nella diversità DI

MARTINA BONGINI

l nuovo centro culturale islamico ha aperto le porte alle autorità religiose e civili per festeggiare insieme l’inaugurazione della nuova moschea, un momento importante della storia della nostra città. In questi giorni infatti, dove la tensione nel Medio Oriente sembra essersi nuovamente accesa, un segno evidente di pace arriva da Livorno. Stridente la diversità di immagini: se a migliaia di chilometri, le Momento armi, il sangue e lacrime sono importante per la le lo scenario città e un segno principale di di dialogo tra le una devastazione religioni che umana, qui, guarda al futuro. l’incontro tra le religioni Una costruzione diverse e confessioni, le necessaria strette di mano i sorrisi, sono per una comunità ed una islamica testimonianza in continua forte di un e di un espansione dialogo confronto che è possibile ma soprattutto necessario per guardare al futuro. La sala del nuovo centro, costruito e voluto con i soli propri mezzi dalla comunità musulmana di Livorno, potrà ospitare fino a 350 fedeli; a questa si aggiunge un altro spazio esterno adiacente per la preghiera qualora il locale fosse pieno. Una costruzione necessaria, per rispondere alle esigenze di questa comunità in continua

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espansione. Come ha detto Dyope Mbaye, rappresentante della comunità senegalese «dopo 262 anni, Livorno torna ad avere una moschea e questo - come tiene a precisare - è stato possibile innanzitutto grazie ai contributi degli stessi fedeli e all’aiuto delle autorità civili e delle associazioni che ci hanno accompagnato durante la realizzazione di questo progetto». «Cercheremo di dare l’esempio della figura del musulmano vero e praticante - afferma l’imam

Abdelghani Boukhari e soprattutto cercheremo la pace ed il dialogo con tutti». Oltre alle parole di auguri e di stima provenienti dal mondo laico e dai rappresentanti istituzionali, le diverse voci dei delegati delle religioni e comunità presenti sul nostro territorio, hanno voluto sottolineare come questo

momento sia stato un punto di partenza per una crescita comune per un futuro multiculturale e multireligioso dove la diversità può soltanto essere una fonte di

ricchezza. Dal presidente della comunità ebraica, Vittorio Mosseri a don Luciano Cantini (chiamato a dar voce alle parole del Vescovo Giusti), a Thomas Hagen, rappresentante della comunità Battista, fino ad arrivare a Lino Riccobono delegato della comunità buddista, un unico augurio: quello di pace. Simbolica la fotografia dei tre rappresentanti delle religioni monoteiste sotto l’ulivo, la pianta che per eccellenza rappresenta la pace e la fratellanza, portata in dono dalla parrocchia di San Pio X, che "per territorio" include anche la nuova moschea. Una giornata che ha posto le basi per una condivisione sincera, ed una predisposizione all’incontro di presenze diverse che possono solo migliorare le nostre vite, guardando al sogno di domani dove Livorno potrà essere un simbolo dell’integrazione che ha nel proprio DNA.


TOSCANA OGGI

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

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IN DUOMO

Nella festa di San Massimiliano Kolbe MARTEDÌ 27 NOVEMBRE ALLE 16.30 er celebrare la festa di San Massimiliano Kolbe e la data mariana significativa del 27 novembre, in Cattedrale si svolgerà un appuntamento particolare: alle 16.30 S. Messa celebrata da don Giuseppe Coperchini, alle 17.00 rappresentazione teatrale sulla vita di San Massimiliano Kolbe, interpretato dall’attore Renzo Arato.

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Tutti gli appuntamenti dal 24 al 30 Novembre

Festa di Sant’Andrea, una festa di quartiere SABATO 24 NOVEMBRE 16.00 Inaugurazione della mostra del pittore Biagio Chiesi nel teatro parrocchiale (la mostra durerà dal 24 al 29 Novembre) DOMENICA 25 NOVEMBRE 15.30 Caccia al tesoro "Si salpa!- Alla ricerca della perla preziosa" (Le squadre dovranno essere composte da 4 partecipanti) LUNEDÌ 26 NOVEMBRE 17.00 in oratorio, tornei di biliardino e ping pong 21.00 nel salone, torneo di briscola e scopa MARTEDÌ 27 NOVEMBRE 17.00 in oratorio, torneo console WII 21.00 dibattito incontro su "Il carcere e la società civile. Pena come prospettiva di rieducazione" MERCOLEDÌ 28 NOVEMBRE 16.00 Giochi di strada in Via Sant’Andrea 17.00 nel teatro, gara di dolci 21.15 nel teatro, gara di Karaoke GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 16.00 Cineforum sul film "Happy Feet" segue dibattito 16.30 in oratorio, grande tombolata 21.00 Processione; partenza dalla parrocchia di Sant’Andrea e fiaccolata per le vie del Quartiere (Via Sant’Andrea, Via del Seminario, Via Pellegrini, Via Terrazzini, Piazza dei Mille, Via De Larderel, Via Chiellini, , Via Sproni, Via Del Corona, Piazza del Cisternone, Parrocchia di Sant’Andrea) VENERDÌ 30 NOVEMBRE Raduno d’auto d’Epoca. 15.00 Ritrovo nella piazzetta del vescovado 16.30 sfilata per la città Festa di Sant’Andrea 18.00 Canto solenne dei Vespri di San’Andrea 18.30 Santa Messa solenne e bacio della reliquia del Santo. 20.00 Cena comunitaria Finale Torneo di Pizza, intrattenimento musicale e premiazione dei tornei

PER INFORMAZIONI Iscrizioni a giochi musica e altro: Gabriele Nuterini (3498341050) Oratorio parrocchiale, Via Sant’Andrea 73 dal Lunedì al sabato ore 18-20 TERMINE ISCRIZIONI: DOMENICA 25 NOVEMBRE

La parola alla... CARITAS

Caritas, istituzioni e associazioni unite contro la crisi Nell’attuale stato di avanzamento della crisi economica, con tutte le conseguenze che ne derivano, la Caritas è divenuta sempre più un centro essenziale per l’attivazione e lo svolgimento di attività di sussistenza dei cittadini, sia per quanto concerne le singole parrocchie sia per quanto riguarda l’intera area diocesana DI FABIOFIGARA

olo alcuni dati per riflettere sulla situazione: nel primo semestre del 2012 la Caritas diocesana ha conosciuto un incremento delle persone accolte presso la mensa per più del 60% rispetto a tutto l’anno precedente; un aumento del 38%, sempre per lo stesso arco di tempo, di coloro che si sono rivolti alla commissione del “lavoro” della Caritas per trovare un nuovo impiego; un altro aumento, per l’ultimo biennio, per più dell’80% di coloro che hanno chiesto aiuto presso il Centro Ascolto “Mons. Savio”. E per affrontare tutte le emergenze, sono attivi una serie di accordi con il Comune e con altre istituzioni o associazioni. «Il principale sostegno della Caritas proviene senz’altro dall’8 per mille – spiega suor Raffaella Spiezio, presidente della Caritas - e da varie convenzioni, anzitutto con il Comune, per conto del quale svolgiamo dei servizi essenziali. Per esempio, una trentina di pasti offerti a mensa sono finanziati dal Comune stesso, senza considerare i pasti a domicilio e i pacchi viveri.» Oltre al Comune, fondi e, soprattutto, aiuto pratico, vengono da tutta una serie di associazioni o altri enti che collaborano attivamente nel corso di tutto l’anno. Per l’emergenza abitativa, ad esempio, è rilevante il supporto dell’ARCI livornese e del S.E.F.A. (Self Emergency First Aid), per la gestione di un centro di pronta assistenza e accoglienza abitativa temporanea per i senza fissa dimora in Via Pellegrini 33/35.

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Per venire incontro, invece, all’emergenza lavoro e alle esigenze delle famiglie, dopo il Fondo di Solidarietà, da novembre saranno attivate delle borselavoro grazie all’impegno della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno. L’istituto bancario finanzia anche il progetto “Sperimentando”, per il reinserimento di persone senza fissa dimora o in misura alternativa nella società, in collaborazione con l’UEPE e, inoltre, finanzierà proprio il progetto della “Casa dei Mestieri” nella nuova struttura Caritas di via Donnini. «Abbiamo poi fortunatamente la collaborazione dell’SVS per quanto riguarda l’emergenza Rom e per la copertura di alcuni servizi territoriali del quartiere Shangay, un tempo a carico delle suore; con la Questura ed i Carabinieri, grazie a persone come il Comandante Claudio Gallù, possiamo occuparci della tutela dei minori, delle donne sole, vittime di violenza o indotte alla prostituzione: per questi ultimi due casi, possiamo contare anche sulla collaborazione del Centro Donna, della Provincia e dell’Associazione Randi.» Collaborazioni importanti si hanno anche con la Casa Onlus di Quercianella, in cui sono ospitate persone in convalescenza, e l’Ordine di Malta, che finanzia in parte la struttura di Villa Benedetta a Montenero, dove le suore di S. Anna ospitano gestanti e madri con situazioni di bisogno. L’ASL ha un’importante collaborazione con la Caritas diocesana tramite il SERT e per la cura d’individui con patologie psichiatriche, nonché per immigrati

che presentano malattie infettive. Per l’immigrazione da evidenziare l’importante apporto del CESDI (Centro Servizi Donne Immigrate di Livorno), con i Salesiani per il doposcuola dei ragazzi immigrati e con la comunità di S. Egidio per i Rom, la scuola d’Italiano per stranieri ed il servizio medico. E sono solo alcune delle realtà che si coordinano con la Caritas. Ma un altro servizio, molto importante, riguarda l’emissione delle carte prepagate Kalibra del Banco Popolare, in convenzione con il Comune. In pratica, la Banca mette a disposizione un fondo annuale totale di 13.000 euro da versare, diviso per singole quote, per le necessità di coloro che, segnalati anche dai servizi sociali, versano in situazioni di difficoltà estreme, e per ognuno

dei quali viene attivata una carta. «È un lavoro importantissimo ma molto difficile in quanto, in tutta questa importante serie di operazioni, la Caritas fa’ solo da tramite con il proprio servizio amministrativo gratuito, seguendo le precise indicazioni del Banco Popolare, ma sobbarcandosi anche tutti i problemi, soprattutto relazionali, derivanti da eventuali ritardi. Purtroppo, come può capitare, possono esserci delle lungaggini amministrative sia nella redazione delle liste, sia nelle ricariche delle carte, che sono arrivate ad essere oggi tra le 150 e le 200 unità, e gli operatori della Caritas devono sobbarcarsi lamentele e discussioni per problemi che non sono certo imputabili a loro.» Ed ogni carta contiene tra i sessanta ed i centocinquanta euro: si comprende benissimo quanto

queste cifre, per un singolo individuo così come per un nucleo familiare in difficoltà, possano avere un notevole significato nella vita quotidiana. «Mi preme sottolineare - continua suor Raffaella – che, nonostante tutta la rete di relazioni sul territorio, a causa dell’attuale situazione sociale la maggior parte dei bisognosi rimane senza aiuti e senza tutele, appoggiandosi totalmente alla Caritas. È grazie all’impegno costante e silenzioso di centinaia di operatori, nonché all’apporto fondamentale di professionisti di vari settori, che dedicano gratuitamente giornate intere all’aiuto dei bisognosi, che riusciamo a proseguire nella nostra missione: abbiamo addirittura un medico competente in Neuropsichiatria! E in tutte queste opere s’incarna veramente lo spirito della Caritas.»

Quattro incontri per comprendere il senso cristiano dell’Ascolto

Il senso della relazione i invitiamo a partecipare alla formazione per volontari dei cda parrocV chiali, gli incontri sono rivolti anche a chi desideri iniziare o approfondire il tema dell’ascolto e della relazione Gli incontri si terranno presso la biblioteca dei Salesiani a partire da giovedì 15 novembre dalle ore 16,30 alle 18,30 I TEMI TRATTATI SARANNO I SEGUENTI: 1- Giovedì 15novembre Ascolto: luogo di promozione e di condivisione Suor Raffaella, Diacono Enrico Sassano 2- Giovedì 22novembre: Ascolto e comunicazione Responsabile centro ascolto, Elvira Cosentino 3- Giovedì 29novembre: La relazione di aiuto Coordinatore Villa Benedetta, Filippo Daidone 4- Giovedì 6 dicembre: Il lavoro in equipè Suor Raffaella, Diacono Enrico Sassano Per motivi organizzativi è necessario avere l’adesione via mail all’indirizzo comunicazione@caritaslivorno oppure telefonicamente allo 0586/884693 Vi aspettiamo, Suor Raffaella ed Enrico FONDAZIONE CARITAS LIVORNO o.n.l.u.s.; Via delle Cateratte, 15; 57122 Livorno; C.F. 92089340498 Tel.0586 884693; Fax 0586 829595; www.caritaslivorno.it; E-mail: segreteria@caritaslivorno.it


LA SETTIMANA DI LIVORNO

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CONOSCIAMO Padre Giuseppe Motta

Due “fratelli” ritrovati La comunità dei Barnabiti ha accolto in agosto un nuovo confratello, venuto in aiuto alla parrocchia di San Sebastiano a comunità dei Barnabiti si allarga. Il parroco, Padre Damioli insieme al viceparroco, Padre Ezio Bertini, ha accolto con fraterna ospitalità Padre Giuseppe Motta che la Consulta generalizia della congregazione ha voluto destinare alla parrocchia San Sebastiano. Padre Motta nasce a Pozzo D’Adda, in provincia di Milano il 17 marzo del 1930. Si stabilisce, ancora bambino, a pochi chilometri a Nord Est, precisamente a Pioltello, dove ha modo di fare il chierichetto in una parrocchia dallo spirito "zaccariano". Pioltello, infatti, è luogo di vacanze estive per i seminaristi della congregazione fondata da Sant’Antonio Maria Zaccaria. Il seme è fecondo, ma non è ancora tempo perché la pianta veda la luce: Giuseppe è attratto in maniera decisa da un sentimento che è ancora acerbo e si palesa solo come desiderio di vicinanza alla Chiesa. Tuttavia dopo le elementari decide di frequentare il seminario minore a Cremona presso la Scuola apostolica dei Barnabiti. In seguito ha modo di frequentare il Liceo Classico in quel di Firenze presso l’Istituto La Querce, già caro al compianto Padre Caldiroli. Diviene Prefetto degli studenti e assistente dei

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La storia dei Padri Barnabiti

ragazzi. La professione solenne si tiene a Monza seguita da quattro anni di teologia presso la Pontificia Università Urbaniana a Roma. L’ordinazione sacerdotale avviene nel 1956. Da sacerdote si stabilisce a Cavareno nei pressi di Trento. Qui segue le vocazioni dei ragazzi adolescenti per ben otto anni, dopo i quali insegnerà nella scuola di San Luigi ai ragazzi delle scuole medie e del Liceo, dove rimarrà sino al 1978, quando ritornerà ancora a Firenze, nella parrocchia Madonna della Divina Provvidenza. Si occuperà soprattutto di giovani per ventidue anni, poi sarà a Perugia presso la Casa di Ministero fino al 2005. L’ultima tappa prima di approdare a Livorno lo vede stabilirsi a Bologna nella chiesa di San Paolo, tanto cara a Padre Ezio Bertini. Qui sarà molto vicino a colui che ne diverrà poi il parroco. A San Sebastiano Padre Motta ritrova con grande gioia Padre Ezio Bertini. Entrambi nati nel 1930, entrambi vissuti a Pioltello, chierichetti insieme durante l’adolescenza e poi dopo durante gli anni di preparazione al noviziato, nello stesso anno, il 1956, ordinati sacerdoti. Due fratelli ritrovati. Franca Santini

CINQUE SECOLI DI STORIA congregazione dei Chierici di San Paolo, altrimenti LdettaaRegolari dei Barnabiti, fu fondata alla

La storia dei padri Barnabiti a LIVORNO a storia della chiesa di San Sebastiano LLivorno si intreccia con quella dei barnabiti a e risale agli inizi del 1600. Il 1630, in particolare, fu un anno terribile per le maggiori città della nostra penisola e di quelle dell’Europa del tempo. Anche i nostri concittadini non furono risparmiati dalla più grossa ondata di peste che, per la sua virulenza, fu soprannominata calamitas calamitatum. I Barnabiti, già presenti a Livorno a quel tempo, parteciparono con ardore all’opera di soccorso dei contagiati. E quando, qualche anno dopo, l’acme dell’epidemia era ormai un ricordo, se pur ancora vivo, i livornesi decisero di ottemperare al voto fatto nel lontano 1479, quando, a causa di un’altra perniciosa pestilenza, elessero San Sebastiano, già protettore degli appestati, compatrono della città, dedicandogli anche una Chiesa, che fu eretta nel giro di pochissimi anni. Il primo barnabita giunse a Livorno alla fine del 1500. Padre Giovanni Ambrosio Mazenta di Milano, architetto, mentre era padre proposto nel collegio barnabitico in San Frediano, a Pisa, fu chiamato a presiedere una compagine di architetti e ingegneri per progettare e costruire la nuova città di Livorno. In seguito furono inviati a Livorno i padri Stefano Pellicani di Casalmonferrato e Gaudenzio Solari di

Novara il 5 gennaio 1629 che abitarono presso l’ospedale della Misericordia, officiandone la chiesa di San Francesco. Il 1 marzo 1629 si trasferirono quindi in una casa affittata di via San Giuseppe, e poi ne ottennero una presso la chiesa maggiore del Granduca, con l’impegno di far giungere un altro padre, che poi fu padre Gabriele Spreafigi, molto stimato dai cittadini. l 16 Agosto 1633 la chiesa di San Sebastiano veniva consacrata dall’Arcivescovo di Pisa e venne affidata ai Barnabiti in segno di perenne riconoscenza per l’opera caritativa svolta nel Lazzaretto a vantaggio spirituale e morale dei livornesi colpiti dal flagello della peste. Un’altra tappa fondamentale dell’opera dei barnabiti a Livorno fu la costituzione della scuola pubblica a partire dal 1650, costruita a spese degli stessi Barnabiti con approvazione della popolazione che viveva nelle vicinanze della chiesa. La scuola fu l’unica della città, almeno fino all’anno 1810, in cui si insegnasse la lingua italiana, oltre che la Fede in Cristo. Essa fu frequentata da insigni personaggi livornesi: il Guerrazzi, che riconosceva d’aver dai Barnabiti imparato a scrivere in italiano, Giovanni Marradi, Renato Fucini, mons. Pio Alberto del Corona, Francesco Pera, Enrico Mayer, Ernesto

Rossi, Pietro Vigo. Altro insigne personaggio a frequentare la scuola fu Pietro Mascagni che, per riconoscenza ai Barnabiti, nel 1897 promise di musicare l’inno dei Vespri del Santo fondatore dell’Ordine, Sant’ Antonio Maria Zaccaria. Purtroppo i molteplici impegni non permisero la realizzazione dell’opera musicale, anche se si racconta che Mascagni musicò la celebre Ave Maria, sulle cui note nacque l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana, proprio in quegli anni con l’aiuto dell’organo della chiesa. Dopo la metà del secolo per le scuole dei Barnabiti iniziò un lento ma inesorabile declino: nel giugno 1855 il Governo le aveva ordinate a Liceo divise in due sezioni, la ginnasiale e la liceale. Nel 1860 poi trasportò altrove il Liceo che divenne il governativo Liceo G. B. Niccolini. Il ginnasio rimase per allora a San Sebastiano diretto dai Padri, che vi insegnarono fino al 1883. Oggi la comunità livornese è costituita da tre padri. Dopo la recente dipartita di Padre Giovanni Caldiroli nel maggio 2011 e, quasi sei mesi prima, di Padre Angelo Fumagalli, al parroco Padre Giovanni Battista Damioli e il viceparroco Padre Ezio Bertini, è stato di recente affiancato Padre Giuseppe Motta, proveniente da Firenze. Gaetano Mastrorilli

vigilia del Concilio di Trento, nel 1532 da Sant’ Antonio M. Zaccaria, sacerdote cremonese, insieme con Giacomo Morigia e Bartolomeo Ferrari, patrizi milanesi. Il suo nome deriva dalla casamadre dell’istituto, presso la chiesa di San Barnaba di Milano. I Barnabiti, alle loro origini, crearono qualche problema in seno alla Chiesa, perché mettevano in crisi, con il loro fervore, l’ordine costituito. Dovettero subire, ancora vivo il Fondatore, addirittura due processi per appartenenza a gruppi ereticali già condannati dalla Chiesa, conclusi poi con il completo proscioglimento. La spiritualità "paolina" era basata su alcuni punti basilari: la necessità di una ripresa del "fervore cristiano", riscoprendo il valore del "Crocifisso", segno di purificazione grande e di misericordia divina, il "Crocifisso vivo", vale a dire l’Eucaristia, dove nella celebrazione si fa presente veramente il sacrificio espiativo di Cristo, e la presenza reale nell’ostia consacrata, il Cristo risorto e quindi "vivo" da adorare, ringraziare, implorare, anche con l’esposizione pubblica dell’Ostia consacrata, anche nella forma delle processioni e delle Quarantore. I principi fondamentali della spiritualità dei padri barnabiti sono, dunque, la rinuncia al mondo con i suoi beni e i suoi valori, con particolare attenzione alla rinuncia a sé stessi, la vera santità, amando Dio con tutto sé stesso e dare al prossimo. La vita comunitaria è la caratteristica più peculiare della regola barnabitica, per la quale ogni cosa è soggetta a continua revisione comunitaria. Il voto di castità è vissuto con impegno e nella ricerca della sincera fratellanza tra i confratelli. La povertà è tale che il religioso non ha la capacità di possedere, l’ha invece la congregazione. La sede generalizia risiede a Roma. Il Padre Generale e i suoi quattro assistenti costituisce la Consulta generalizia. Questa prende le decisioni più importanti in tutti gli ambiti dell’apostolato e dell’economia. Il Padre generale e i quattro assistenti vengono eletti direttamente ogni sei anni dal Capitolo Generale (l’ultimo si è tenuto proprio questa estate). Attualmente ricopre il ruolo di Padre Generale Giovanni Villa. In Italia la famiglia dei Barnabiti è divisa in due province: quella del Nord e quella del Centro-Sud cui appartiene la comunità livornese g.m.


IV

TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO

25 novembre 2012

Agenda del VESCOVO

VENERDÌ 23 NOVEMBRE 10.00 incontro dell’ufficio catechistico regionale in vescovado 16.45 saluto all’incontro dei Cooperatori Paolini alla parrocchia di S. Andrea Apostolo In serata, convegno diocesano dei catechisti a Chiavari SABATO 24 NOVEMBRE 11.00 S. Messa per i combattenti e reduci di guerra alla chiesa di San Ferdinando 18.00 S. Messa e cresime alla chiesa dei Sette Santi DOMENICA 25 NOVEMBRE 9.30 S. Messa per il termine dei lavori di ristrutturazione alla chiesa S. Maria Assunta a Torretta 12.00 S. Messa e cresime alla chiesa di N.S. del Rosario LUNEDÌ 26 NOVEMBRE 8.30 assemblea della CET a Quercianella MARTEDÌ 27 NOVEMBRE Nella mattina, udienze clero in vescovado 16.00 nell’ambito della visita pastorale al terzo vicariato, visita agli ammalati della parrocchia di San’Agostino MERCOLEDÌ 28 NOVEMBRE 9.30 in vescovado, consiglio presbiitarale 16.00 S.Messa Centro volontari di soccorso all’ospedale GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 9.30 incontro con il clero giovane, in vescovado 18.00 in vescovado, incontro con i coordinatori delle commissioni del Progetto Culturale VENERDÌ 30 NOVEMBRE Nella mattina, udienze laici in vescovado SABATO 1 DICEMBRE 10.00 giuramento all’Accademia navale di Livorno 16.30 presentazione del libro sull’Arconfraternita della Purificazione e a seguire insediamento del gruppo dei catecumeni 18.00 inaugurazione della chiesa della Purificazione dopo i lavori di ristrutturazione (Via della Madonna) DOMENICA 2 DICEMBRE 12.00 S. Messa con la comunità dei latino americani alla chiesa di SS. Pietro e Paolo 16.00 in vescovado, incontro con il gruppo dei catecumeni adulti

Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Sibelius W. - Il fanciullo di Dio- Ed. San Paolo, pp.200, euro 15,00 Walter Sibelius, saggista e narratore ci presenta sotto forma di romanzo una delle storie più avvincenti del Medioevo : la "crociata dei fanciulli". Francia, 1212, un giovane sacerdote di nome Rolando, viene invitato dal vescovo di Orléans ad indagare e verificare i rischi di un’eresia presso l’accampamento dove si sono radunati migliaia di bambini che hanno ascoltato la chiamata di Stefano, il fanciullo di Dio. Rolando, conquistato dal carisma del fanciullo di Dio, da spia e inquisitore ne diviene il confessore, confidente, consigliere ed amico. Il fanciullo ha avuto dal Signore un singolare incarico: raccogliere una crociata composta da soli bambini, e recarsi con essi presso il Santo Sepolcro per convertire i seguaci dell’Islam con la predicazione e l’esempio. Il fanciullo di Dio riuscirà nell’impresa di portare con sé in terra Santa mille bambini sulle navi, ma dovrà subire crudeli inganni e prove atroci che metteranno in dubbio la sua scelta. La mano della Provvidenza traccerà però un itinerario che sarà prima di tutto una conversione verso la vera fede.

Diocesi informa Ufficio di PASTORALE FAMILIARE

Al via gli incontri per i separati, divorziati e risposati

Il calendario dei «percorsi di luce» "Quello che intraprenderai, ti riuscirà sul tuo cammino risplenderà la luce." (Giobbe 22:28) e sei una persona separata, divorziata o risposata... se desideri fare una esperienza di ascolto, di silenzio e di condivisione, per riscoprire l’amore di Dio...se vuoi incontrare persone che ti possono capire o amici che hanno provato la tua stessa situazione... questi incontri sono per TE!» È questo l’invito rivolto dall’ufficio di Pastorale Familiare, con i volantini diffusi nei giorni scorsi (e disponibile anche sul sito della diocesi) che presentano i «Percorsi di

«S

Luce». Si tratta di una serie di incontri spirituali per separati, divorziati e risposati che si terranno in via Fagioli 1 a partire dal prossimo 26 novembre. In un clima familiare di accoglienza e disponibilità all’ascolto, dalle 21.00 alle 22.45, l’incontro si scandirà secondo tre momenti: la Lettura della Parola (momento dell’ascolto del messaggio della parola di Dio, seguito da una riflessione del sacerdote); la Meditazione e silenzio (guidati ad un breve momento di silenzio per accogliere quanto ascoltato, cercando una nuova luce e gioia interiore) e la Condivisione (raccontarci ed esprimerci liberamente insieme agli altri o

con colloqui personali col sacerdote, in un clima di serenità, apertura ed attenzione). L’Ufficio per la pastorale familiare in questa iniziativa avrà la collaborazione di don Ivano Costa,di Padre Gabriele Bezzi e di mons. Paolo Razzauti. GLI INCONTRI SEGUIRANNO QUESTO CALENDARIO: Lunedì 26 Novembre 2012 Lunedì 17 Dicembre 2012 Lunedì 21 Gennaio 2013 Lunedì 18 Febbraio 2013 Lunedì 18 Marzo 2013 Lunedì 22 Aprile 2013 Lunedì 20 Maggio 2013

Gli incontri sul Concilio Vaticano II 11 ottobre 1962 il papa Giovanni XXIII apriva il Concilio Vaticano II, iniziando così un cammino di Lnon’Ecumenico ritorno per il rinnovamento della Chiesa. 50 anni dopo sentiamo la necessità di ricordare quell’evento ma, soprattutto, sentiamo il bisogno di farci ancora aiutare dal Concilio orientarci per il cammino futuro. Giovanni Paolo II scrisse, nella “Novo Millennio ineunte”: sento più che mai il dovere di additare il Concilio, come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre.” Vengono così organizzati alcuni incontri con testimoni e studiosi del Concilio per ricordare quell’evento e per riscoprire quella “bussola che ci orienta nel cammino per il futuro” MARTEDÌ 27 NOVEMBRE ORE 17.30 E ORE 21.15 Presso la Chiesa Parrocchiale di Castiglioncello Che cos’è un Concilio, che cosa è stato il Concilio Ecumenico Vaticano II… io c’ero. Relatore: don Ordesio Bellini, storico della Chiesa e parroco della Parrocchia dei Sette Santi in Livorno GIOVEDÌ 13 DICEMBRE ORE 17.30 E ORE 21.15 Presso la Chiesa Parrocchiale di Santa Croce Rinnovamento e Tradizione nel Concilio ecumenico Vaticano II Mons Agostino Marchetto, Arcivescovo ex segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e itineranti

RITIRI SPIRITUALI a Diocesi offre la possibilità di percorrere un cammino di riflesLdonsione, preghiera e silenzio attraverso i ritiri spirituali guidati da Ivano Costa. I ritiri si svolgono dalle 9 alle 13 presso l’Istituto Santa Caterina in viale Italia 181 (possibilità di parcheggio interno) secondo questo calendario: sabato 1 dicembre 2012; sabato 12 gennaio 2013, sabato 9 febbraio; sabato 9 marzo; sabato 13 aprile; sabato 11 maggio. Il ritrovo per i ritiri è alle 8.30 in modo da poter cominciare con la massima puntualità, il ritiro avviene nel silenzio e termina con la Messa. È bene portare la Bibbia ed eventuale materiale per appunti. Per informazioni: Carla Lepori 0586802415 ore pasti; Flora Ciulli 3393551889; Marilena Sironi 3457875858; Maria Zalum 3381750480.

BREVI DALLA DIOCESI

Cooperatori Paolini VENERDÌ 23 NOVEMBRE ALLE 16.45 Nel salone della parrocchia di S. Andrea Apostolo, presentazione del Decreto conciliare “Inter Mirifica sugli strumenti della comunicazione sociale”

Ce.Do.MEI LUNEDÌ 26 NOVEMBRE ORE 17.30 Incontro di preghiera nella chiesa della Sacra Famiglia, in occasione dell’ apertura dell’anno ecumenico


TOSCANA OGGI

LA SETTIMANA DI LIVORNO ...

Come annunciare Cristo risorto In questo numero, iniziamo a leggere la seconda parte della lettera pastorale delVescovo per l’Anno della Fede n questa seconda parte del documento propongo alla riflessione e al dibattito del Clero, dei Religiosi, dei Consigli Pastorali, dei genitori, degli operatori pastorali e di tutto il Popolo di Dio, una proposta per una rinnovata Iniziazione Cristiana delle nuove generazione affinché tutta la Chiesa di Livorno s’interroghi su come può oggi generare giovani cristiani, sul come oggi può annunciare e proporre ai ragazzi e ai giovani la fede cristiana.

I

A. IDEE CARDINE: 1. Ripensare l’Iniziazione Cristiana alla luce della questione educativa È necessario inquadrare il ripensamento in atto nella Chiesa Italiana sull’Iniziazione Cristiana nel più ampio dibattito attualmente in atto nella Chiesa e nella società, sulla emergenza educativa. La CEI ha pubblicato un documento molto importante che farà da pietra miliare per questo decennio e pertanto è imprescindibile avviare da esso la riflessione sull’IC. Gli Orientamenti pastorali CEI per il decennio 2010-2020 "EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO "delineano una svolta profonda nella pastorale italiana: l’educazione al centro dell’azione di ogni Chiesa Locale. Ciò significa il primato di Dio, grande educatore del suo popolo e la necessità di saper educare attraverso esperienze dove s’incontra il Signore e non solo attraverso occasioni dove si viene a sapere qualcosa su di Lui. È primaria l’azione educativa del ragazzo e del giovane. 2. C’è un cambio pastorale molto importante: si rimane nell’alveo di un’educazione centrata sull’esperienza ma si sottolinea a differenza degli anni ’70 dove permaneva ancora diffusa a livello popolare, l’evidenza della presenza di Dio, l’esigenza di un primo annuncio del Vangelo capace di condurre alla conoscenza di Gesù Cristo e alla fede in Lui, ciò potrà accadere se il primo annuncio condurrà la persona ad una esperienza personale con il Signore ed ad un affidamento pieno a Gesù. S.Agostino afferma: Molti sono gli ascoltatori, ma non tutti persuasi di ciò che si dice; si convincono solo quelli a cui Dio parla nell’intimo. Ma egli parla nell’intimo a coloro che gli fanno posto; e fanno posto a Dio quelli che non ne lasciano al diavolo. Oggi come ieri, l’evangelizzazione avviene solo quando la persona cerca e fa esperienza della presenza amorevole di Cristo. Gli Orientamenti Pastorali si pongono una domanda: come accade che un uomo diventa cristiano? La risposta è univoca: se incontra Cristo! La conversione

è frutto di un evento personale bello e sconvolgente: l’esperienza di Dio. È sempre stato e sarà sempre così. La Parrocchia pertanto se vuole vivere l’evangelizzazione deve essere luogo di incontro con Gesù di Nazareth e perché questo accada ancora oggi deve avere il coraggio di ripensarsi molto. Quasi rifondarsi a partire dal primato dell’annuncio del Vangelo. Non è sufficiente per la parrocchia parlare di Gesù o fare riti cristiani, deve far incontrare Cristo . "Vogliamo vedere Gesù!" è il desiderio di ieri e di oggi. E i cristiani di oggi, come i discepoli di Gesù ieri, debbono saper condurre a Gesù. Conoscere e proporre i percorsi della preghiera, della carità e dell’intelligenza attraverso i quali l’uomo può ieri come oggi, incontrare e fare esperienza di Dio. 3. Questa svolta pastorale richiede educatori capaci di rispondere alla domanda: "Maestro dove dimori? con l’affermazione dell’apostolo Filippo: "Vieni e vedi" Necessità di operatori pastorali testimoni di ciò che hanno "visto e udito" con fra l’altro, una buona capacità progettuale perché l’educazione richiede un pensato processo educativo. "La catechesi dell’IC, che si sta preparando, deve avere due lati, come una siepe di confine: uno rivolto verso il mistero, e uno verso la cultura vissuta dalle persone che la frequentano." Decisiva è anche l’opzione che l’itinerario fa della natura esperienziale dell’apprendimento.

V

L’esperienza non può essere soltanto evocata (raccontata, letta, narrata) ma costruita insieme". Oggi è necessaria una pastorale a partire dall’esperienza dell’amore di Dio dato che "non possiamo più supporre la fede, dobbiamo proporla" . Affermava il cardinal Danneels, diversi anni orsono con estrema lucidità e, oggi diremo, con spirito profetico: Una volta l’esistenza di Dio faceva parte delle evidenze comuni: si poteva, dunque, partire da questo senso religioso per annunciare Gesù Cristo. Oggi la situazione non è più la stessa e la proclamazione della fede deve prendere altri cammini. E il cardinal Martini confermava: Non si è mai verificato un ateismo di mentalità e di strutture, mentre oggi costituisce l’atmosfera che respiriamo. Questo è il clima che respirano le nuove generazioni. Sta di fatto che per i giovani d’oggi è più difficile credere; eccone alcune ragioni: essi vivono in un tempo di accentuato pluralismo. Le istituzioni, i valori e le stesse religioni, tutto si è livellato agli occhi della gente e, in particolare, dei giovani. Non solo, sovente le istituzioni civili e la Chiesa vivono in regime di aperta concorrenza. I giovani vivono in una società in continua evoluzione dove le istituzioni e i valori non sono pienamente credibili e stabili anzi si afferma che il bene e il male non esistono, tutto è relativo, tutto è frutto di civili convenzioni. Ciò che possono

sentire attendibile e valido oggi, domani non lo sarà più. Avvertono, come vera, solo la loro esperienza personale e, pertanto, questo è il tempo in cui la Chiesa come già l’apostolo Filippo, deve poter dire: "Vieni e vedi" . Questo è il tempo della via della bellezza, della mistica, dell’esperienza di Dio. Il tempo non di parlare della bellezza, ma di indicarne la via affinché ciascuno, se vuole, la veda, la gusti, l’assapori e l’ami. Questa cultura, povera di speranza, è, al tempo stesso, desiderosa di speranza, ma occorre rendere visibile il Mistero della nostra salvezza e il grande sì della fede, rendere visibile il sì all’amore umano e alla vita, e la gioia cristiana; accogliere, inoltre, i veri valori della cultura contemporanea, non trascurando le sue contraddizioni. È necessario una evangelizzazione e, quindi, una iniziazione cristiana, non "compiacente", bensì un annuncio integrale della fede compiuto, però, secondo categorie culturali e teologiche contemporanee. Dobbiamo dire la speranza cristiana dentro le attese dell’uomo. Più che sottolineare le distanze occorre affermare la differenza cristiana, la sua originalità. Il cuore della speranza cristiana è la vita eterna. È la dimensione escatologica della fede. Oggi viviamo nell’eclissi dell’escaton. Ma è proprio l’escaton ad essere capace di generare un rinnovato pensiero antropologico. C’è un intreccio inscindibile fra speranza cristiana e questione antropologica attuale.

La lettera PASTORALE

LA LETTERA PASTORALE/3......

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LA SETTIMANA DI LIVORNO

25 novembre 2012

Don Musi al Serra Club

«Farsi prossimi come la Ronda della Carità»

■ IL VESCOVO ha presieduto l'ingresso del nuovo parroco, don Jean Michel

Ecco la nuova parrocchia della Beata Madre Teresa di Calcutta La prima sede in un ex capannone dell’ortofrutta nel Borgo di Magrignano opo padre Mario Giovacchini, subentrato a padre Fabrizio Civili nella guida della parrocchia della Santissima Trinità in Borgo Cappuccini e l’ingresso di don Cristian Leonardelli, nella chiesa di San Giovanni Gualberto a Valle Benedetta al posto di don Renzo Vignocchi, don Jean Michael Moukouba Bamana è stato ufficialmente accompagnato dal Vescovo alla guida della nascente parrocchia dedicata alla Beata Madre Teresa di Calcutta, nel nuovo rione “Borgo Magrignano” nel quartiere di Salviano. Centinaia i nuovi parrocchiani presenti che, accompagnati dal coro dell’Associazione Sarda, hanno partecipato alla cerimonia d’insediamento. Don Jean Michel sacerdote congolese, in Italia da oltre vent’anni, è giunto a Salviano dopo essere stato nelle parrocchie di S. Luca a

D

ella notte di Natale del 1998, don N Luciano Musi, parroco della Chiesa di S. Giovanni Bosco in Coteto, durante l’omelia fece osservare ai presenti che mentre loro si trovavano al caldo a celebrare la nascita di Gesù, fuori c’erano molte persone al freddo, senza riparo, malate e soprattutto sole, senza che nessuno condividesse con loro la gioia di quella notte che cambiò la storia dell’umanità. La reazione a quelle parole fu immediata e così già per l’ultimo dell’anno un gruppo di persone si era attivato per dar luogo alla “Ronda della carità” che ininterrottamente, organizzandosi poi in modo organico e funzionale, riesce ad offrire pasti caldi durante la notte, agli “ultimi” della nostra città. Questa ronda infatti, alla quale si dedicano attualmente 500 persone, ultimamente poi con l’aiuto di alcuni fedeli della parrocchia del Rosario, ogni notte esce con un pulmino e offre passando da Piazza Damiano Chiesa, dalla piazza della Stazione, Piazza del Luogo Pio, Quattro Mori, Via Grande e Piazza Grande a dare un po’ di sostentamento e calore a coloro che vivono esclusi o ai margini della società. A partire da questa esperienza, il Serra Club di Livorno è andato alla scuola di don Musi per ritrovare il vero senso della fede e vocazione attraverso i volti di coloro che hanno meno di noi. Don Luciano ha cercato di spiegare come il “farsi prossimo” sia il punto centrale della carità perché fa splendere il volto dell’uomo la cui dignità è stata calpestata. Purtroppo in Italia, specie negli ultimi anni con i flussi migratori abbiamo assistito ad una recrudescenza del razzismo sia verso gli immigrati in generale, sia verso i barboni e i derelitti che si esprime con una violenza verbale che li definisce “meno uomini, meno umani di noi”. Queste espressioni vengono usate anche da una certa classe politica che pensa di risolvere il problema emanando «Pacchetti di sicurezza». Nella Parabola del Samaritano invece, Gesù insegna non a conoscere il prossimo, bensì a diventare noi stessi prossimo. Infatti il samaritano è il prossimo dello sventurato ferito da dei briganti che nessuno soccorreva: dal sacerdote al levita. Quando lo vede non esita, sente la responsabilità e si rende disponibile e diventa prossimo non perché è un filantropo, ma perché prova la «compassione» che in ebraico sta ad indicare lo spezzarsi delle viscere, e può pertanto sanare il proprio dolore se cura le ferite altrui. Gesù ci fa capire che il prossimo non esiste di già, ma siamo noi che diventiamo «prossimi» quando decidiamo di compiere il primo passo verso gli altri, e questo è possibile se ci guardiamo dentro. Così facendo non avremo più paura di fare la carità perché non avremo più paura dell’altro, avremo modo di sostare e come il samaritano conoscere chi soffre. La fretta è la nostra grande nemica, non ci fa riflettere, spesso allungando qualche spicciolo pensiamo di avere fatto la carità che in questo caso è cieca. Alla luce del Vangelo, abbiamo il compito-dovere di diventare dono per gli altri, per arrivare agli ultimi e ridare dignità a coloro che pur non avendo un volto, sono invece riflesso della luce divina che Dio ha dato a ciascuna delle sue creature. Mo.C.

Stagno e SS. Pietro e Paolo. “Gesù nato in una grotta o in una stalla, rinasce qui con noi questa sera in questo capannone che fu la sede di un magazzino di ortofrutta”: così ha esordito monsignor Giusti, nel presentare la nuova sede parrocchiale di Salviano 2 - quella che oggi è una dignitosa sede della temporanea chiesa della Beata Madre Teresa e che per il futuro prossimo permetterà lo svolgimento delle celebrazioni eucaristiche e di tutte le attività parrocchiali, infatti era sino a qualche mese addietro un magazzino di frutta e verdura ed il vescovo ha avuto parole di ringraziamento per gli ex proprietari, che hanno accettato la trasformazione d’uso, dando la possibilità ai tantissimi abitanti del nuovo popolato rione di avere una propria parrocchia nata anche grazie all’aiuto di tanti volenterosi. Prendendo spunto dalla liturgia della Domenica, dove si parlava della carità cristiana finalizzata alla cura dei bisognosi, monsignor Giusti ha così proseguito “il donarsi a Dio vede sempre un ritorno positivo nella nostra vita, sotto forma di vari segnali basta saperli individuare.

Se doni al Signore non ci rimetti mai, non si può essere avari con nostro Signore”. L’esempio con la società contemporanea e la crisi che attanaglia non solo Livorno ma l’intero mondo occidentale è stato consequenziale “a causa del fallimento della grande finanza e quindi dei ricchi, si è creata una crisi mondiale che ha però ha colpito i più deboli ed i più poveri. La grande finanza intenta ad arraffare sempre più, proprio

come gli scribi di cui parla il Vangelo di oggi, non è senz’altro in sintonia con Dio. Senza Dio non c’è amore!” Un pensiero su Madre Teresa, che del donarsi ne aveva fatto il suo stile di vita sino al suo ultimo respiro, dimostrando come l’amore porti al Signore, è stato ricordato da don Jean Michel che nei ringraziamenti finali ha letto una toccante preghiera della suora di Calcutta. Roberto Olivato le autorità politiche russe che, nel tempo, portarono a significativi risultati positivi.

I Cooperatori Paolini hanno promosso un incontro sul Concilio. Sono interventi Marco Roncalli e Angelo Montonati

Ldi Livorno, ’Associazione Cooperatori Paolini in collaborazione con l’Associazione Maestri Cattolici e con il Centro Italiano Femminile, ha indetto una giornata di studio, che si è tenuta presso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, sul tema “L’evento Concilio Vaticano II, dialogo tra uno storico e un giornalista”. L’incontro è stato coordinato dalla Collaboratrice Paolina Monica Cuzzocrea, che ha svolto anche il ruolo di giornalista in quanto uno dei relatori, Angelo Montonati, non ha potuto essere presente all’incontro. Lo storico che ha spiegato l’evento conciliare è stato il dottor Marco Roncalli, noto saggista e autore di una importante biografia su Giovanni Paolo I, nonché nipote di Papa Roncalli. L’incontro è stato aperto dalla dottoressa Letizia Gaudenzi del CIF regionale che ha ricordato la sua presenza a Roma all’apertura del Concilio e ha sottolineato che l’obiettivo della serata era quello della lettura del Concilio in una chiave che lo rendesse alla portata di tutti. Il Vaticano II -ha detto il relatore - è stato un Concilio diverso da quelli precedenti che tendevano a stabilire delle norme: è stato un Concilio “pastorale” con lo scopo di avvicinare la Chiesa al mondo moderno, affrontando temi come quello della povertà, della giustizia, della pace, dell’unità dei

Con la guida dello Spirito la forza del cambiamento cristiani e dell’ecumenismo. Ha agito nella continuità della Chiesa aprendosi però al nuovo. C’è stato soprattutto un “mutamento di stile” con l’apprezzamento del mondo contemporaneo nella ricerca di una comune unità di intenti, inoltre ha dato importanza alla “collegialità dei Vescovi” nella conduzione della Chiesa. Roncalli aveva già in mente di fare il Concilio prima di diventare Papa? Aveva avuto delle esperienze precedenti nel fare i Sinodi di Bergamo e di Venezia, era stato per molti anni in Turchia, terra di molti Concili – ha spiegato il relatore aveva scritto svariati volumi sulla figura di san Carlo Borromeo, un grande personaggio capace di risolvere i problemi. Un suggerimento gli era venuto anche dal Cardinale Ruffini sul “mettere in ordine la Chiesa”, ma non era questo lo scopo di Papa Roncalli. Penso che la sua decisione sia stata dovuta, come ha detto il suo segretario Monsignor Capovilla, “ad una ispirazione divina”. Tardini l’ha definì “una idea luminosa”. Fu un “atto di tradizione vivente”, detto con un

linguaggio nuovo, fatto con la volontà di un “aggiornamento” che rendesse la Chiesa protagonista e credibile.

dell’Eco di Bergamo, precisò nei suoi scritti che tra i Padri era avvenuto “un ecumenico scambio di vedute”.

La preparazione La preparazione del Concilio durò ben 44 mesi e il Papa la seguì direttamente. Era stato proposto il metodo dei questionari, il Papa lo bocciò perché non c’era nessuna possibilità di fare osservazioni, mentre riteneva importante, valorizzandolo, il ruolo dell’Episcopato. Il bisogno di una forte regia si attuò con la Commissione Centrale, i cui componenti (i Padri Conciliari) rappresentavano la Chiesa nella sua totalità e avevano la possibilità di confrontarsi in piena libertà. La giornata dell’apertura è rimasta nella memoria, la sera, con il discorso del Papa di portare un bacio ai bambini è stato la dimostrazione di un atteggiamento di apertura e di simpatia verso il mondo, di una Chiesa di tutti, di una Chiesa schierata con i poveri. Interessanti sono i diari dei Padri Conciliari: in particolare quelli di Monsignor Capovilla, che definisce il Concilio “aperto e coraggioso” e non come “congresso o avvento giuridico”. Un sacerdote, direttore

Umiltà e non “buonismo” Sia Giovanni XXIII che Giovanni Paolo I operarono una conversione della mente e del cuore con la conoscenza dei propri limiti – ha illustrato Roncalli - si aprirono al dibattito sulla libertà religiosa ed ebbero la percezione di una società in cambiamento. La loro umiltà, che non è da confondersi con lo stereotipo del “buonismo” tanto in voga, è quella però che sa prendere delle decisioni importanti. La presenza dei Vescovi di tutto il mondo Dal Concilio emerge il ruolo collettivo dei vescovi: non ci furono figure di italiani che brillarono in campo ecumenico, ma Monsignor Agostino Beha tracciò una linea esemplare che sarà proseguita dal Vescovo di Livorno Monsignor Emilio Guano. Per quanto riguarda gli ortodossi, essi si aspettavano una condanna plateale del comunismo, Papa Giovanni XXIII seppe invece mettere in atto una serie di incontri con

Cosa cambiò per i credenti? Il Concilio – ha spiegato il giornalista – mise in atto la riforma liturgica che non è stata un cambiamento puramente estetico. Il Concilio ha messo la Bibbia in mano ai cattolici e ha valorizzato le figure del diacono, del lettore e dell’accolito. Presenta poi il cristiano come un amico delle altre religioni. Il rapporto con gli ebrei si fa più pregnante, su questa direttrice il vescovo Ablondi sarà poi il creatore della giornata ebraico-cristiana. La conclusione del Vescovo Al termine della conferenza è intervenuto monsignor Giusti dando una valutazione sul Concilio. Immaginatevi ha detto il vescovo Simone- se il Concilio non ci fosse stato! Il problema è quello del come sia stato recepito. Per quanto ci riguarda il Papa ha detto che è stato recepito “con grande equilibrio, come si doveva fare”. La secolarizzazione -è stato detto- è stata uno tsunami che ha spazzato via tutta la cultura precedente. I processi veloci del cambiamento hanno spazzato via anche il comunismo. Ma la Chiesa c’è, è rimasta, è sempre presente. Ringraziamo allora lo Spirito Santo che ci ha dato la forza del cambiamento. Non c’è mai stato un periodo nella storia della Chiesa così bello come l’attuale. Abbiamo avuto gli ultimi tre Papi uno più Santo dell’altro! E non abbiamo mai avuto tante attività catechistiche e formative come le abbiamo oggi. Ringraziamo il Signore per il tempo in cui viviamo. Gianni Giovangiacomo


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LA SETTIMANA DI LIVORNO

25 novembre 2012

Viaggio nel mondo della comunicazione Un corso per saperne di più sui Media: l’UCSI (Unione dei giornalisti cattolici) organizza una serie di incontri tra Livorno e Pisa a partire dal prossimo mese di dicembre aperti a tutti e gratuiti ercoledì 5 dicembre, nelle stanze della parrocchia dei Cappuccini a Livorno, comincia il nuovo corso di base per comunicatori organizzato dall’Ucsi Toscana. Un impegno che, grazie alla preziosa collaborazione degli Uffici diocesani per le Comunicazioni Sociali, prosguiremo a Pisa nel mese di febbraio e che poi contiamo di concludere a Firenze, in primavera. Èun’esperienza che la nostra associazione ha già fatto altre volte, è un piccolo ma significativo contributo che intendiamo dare alle nostre comunità locali, grazie anche all’intervento volontario di molti dei soci più preparati. A chi è destinato il corso? Soprattutto a quei giovani che si "affacciano" a questo mestiere e cominciano a scrivere qualcosa sui giornali (anche quelli parrocchiali) o si cimentano con i contenuti di un sito internet. Ma certo non soltanto a loro! Non c’è nessun limite anagrafico, non ci sono requisiti "minimi" di nessun genere per parteciparvi. Si può essere presenti anche solo per capire un po’ di più del mondo della comunicazione. A questo proposito proprio ieri l’Ucsi ha ribadito a tutte le aggregazioni laicali toscane (riunite a Livorno per l’assemblea annuale) la propria disponibilità a collaborare con loro per iniziative congiunte e per far crescere così la cultura della comunicazione. Le iscrizioni a questo corso di base 20122013 (libere e gratuite) sono aperte, basta inviare i propri dati alla nostra email: ucsitoscana@tiscali.it.

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LE DATE DEL CORSO A LIVORNO: mercoledì 5 e lunedì 10 dicembre, nei locali della parrocchia dei Cappuccini (piazza Gavi-Borgo Cappuccini), sempre dalle 19 alle 21 (c’è la possibilità di parcheggio interno). Altri due appuntamenti a gennaio, lunedì 14 e lunedì 21. (A questo proposito ringraziamo il parroco e i suoi collaboratori per l’aiuto che ci stanno dando. A PISA il corso comincerà a febbraio, e sarà ancora in quattro momenti. Abbiamo

pensato ad una integrazione tra gli incontri nelle due città (Livorno e Pisa), proprio per far sì che ognuno possa partecipare anche a tutte le otto serate (anzi, questo è auspicabile!). I TEMI DEGLI INCONTRI Mercoledì 5 dicembre, alle 19: Come si

comunica all’esterno; Costruzione, efficacia ed etica del comunicato stampa. Con Andrea Bernardini (Vita Nova/Toscana Oggi) e Graziella Teta (relazioni esterne Gruppo Piaggio). Lunedì 10 dicembre: Il "codice" della tv e quello di internet, la comunicazione multimediale dei

nostri giorni Lunedì 14 gennaio: Scrivere sul giornale, le regole per un buon articolo Lunedì 21 gennaio: Dare priorità alle notizie: il menabò, la scaletta, il palinsesto. E la verifica delle fonti. A Pisa svilupperemo anche una riflessione sull’etica della

Unione dei giornalisti cattolici news

VERSO UN PERCORSO DI FORMAZIONE CONTINUA

comunicazione a approfondiremo, tra le altre, la questione dei "social network" e quella delle web-radio. LO SVOLGIMENTO dalle 19 alle 19.10: il compito a casa della volta precedente: i dubbi, le difficoltà dalle 19.10 alle 19.50: lezione "interattiva" dei relatori dalle 19.50 alle 20.30: laboratorio: esercitazioni singole e di gruppo dalle 20.30 alle 21: verifica dei risultati COSA PORTARE Almeno un blocco per gli appunti e, se possibile, anche un computer o un tablet. Ad ogni incontro sarà consegnato del materiale multimediale per il lavoro a casa. PER ISCRIVERSI basta una email a ucsitoscana@tiscali.it. Inviare anche i dati e i contatti (telefono, email). L’iscrizione è libera e gratuita, non ci sono requisiti di età o di altro genere. È chiesto solo l’impegno, nei limiti del possibile, a frequentare l’intero ciclo di quattro incontri.

opo l’ultimo incontro tenutosi presso l’Abbazia di S. Galgano, a D Chiusdino (SI), lo scorso 20 ottobre, che ha visto il confronto dei comitati dell’Ucsi Toscana e del Lazio confrontarsi sul tema della disinformazione religiosa, il comitato toscano si è ritrovato mercoledì 7 novembre presso la sede fiorentina della Fondazione "La Pira". Dopo un breve ricordo di Giorgio La Pira (il 5 novembre ricorreva il trentacinquesimo anniversario della morte) e del suo impegno sociale e politico, nel corso della riunione sono stati affrontati altri temi riguardanti i problemi dell’informazione religiosa in Toscana, in vista del prossimo incontro a Barbiana (FI). "Guardo con interesse a queste forme di collaborazione tra diverse associazioni regionali dell’Ucsi spiega Antonello Riccelli, presidente Ucsi Toscana - e possono essere un mezzo per fare ancora di più e per avvicinarci ai territori. Non a caso, con l’Ucsi Lazio, stiamo già lavorando all’appuntamento di Barbiana, sulle orme di don Milani. Presto fisseremo la data, faremo un cammino di riflessione sulla necessità che il giornalista si metta in ascolto, ritrovi l’umiltà, compia un percorso di formazione continua. E che interpreti bene il suo ruolo "al servizio" degli altri. Anche in questo caso valorizzeremo il momento conviviale, uno dei modi migliori per conoscersi e scambiarsi idee." F.F.

ALLA FINE... sarà consegnato un simbolico attestato di partecipazione e i partecipanti saranno invitati all’iniziativa che Ucsi Toscana e Ucsi Lazio organizzeranno ad aprile a Barbiana. In quell’occasione, ripensando agli insegnamenti di don Milani, la riflessione sarà incentrata sul giornalismo di oggi, e sulla necessità, per i giornalisti e i comunicatori, di prepararsi bene ed essere consapevoli dell’enorme impatto che hanno le loro notizie, nel bene e nel male.

VII

Un incontro per capire le necessità e i cambiamenti

Lavoro, salute, sicurezza l presidente della Commissione Lavoro Iindelle Acli provinciali, Carmelo Triglia, collaborazione con il Circolo Arci del Cantiere Navale ha organizzato un incontro, che si è tenuto presso l’Arena Astra di Piazza Luigi Orlando, sul tema “Lavoro sostenibile tra salute e sicurezza”. Nel presentare l’argomento Triglia ha ribadito la necessità di mettere il lavoro al primo posto uscendo da una spirale negativa fatta da aziende che non investono, istituzioni con non controllano e da politiche che non sono in grado di proporre soluzioni. Ha preso poi la parola il Vicepresidente delle Acli, Anacleto Banchetti, che ha detto che l’attenzione al lavoro dovrà essere il tema predominante del futuro. Bisogna dare garanzie ai lavoratori anche «Bisogna nella nostra dare delle realtà livornese, speranze e spetta perciò è necessario alla politica investire sulla impegnarsi sicurezza onde evitare quei perché i rischi che si lavoratori sono verificati all’Ilva di abbiano un Taranto. Bisogna avvenire certo» dare delle speranze e spetta alla politica impegnarsi perché i lavoratori abbiano un avvenire certo. Maurizio Pracchia, segretario del Circolo del Cantiere, ha sottolineato che il lavoro, la salute, l’ambiente, devono trovare un comune denominatore che li unisca in modo virtuoso, mentre alla politica è richiesto un cambio di rotta. La dottoressa Oriana Rossi dell’Asl Medicina del lavoro ha messo in rilievo come la crisi economica abbia determinato una minore attenzione sugli aspetti della sicurezza, infatti i lavoratori hanno, prima di tutto, la “necessità di sopravvivere”, per questo motivo i problemi della sicurezza vengono messi in secondo piano. Inoltre la competitività ricade sui lavoratori che invecchiano sempre di più e sono perciò soggetti a rischi sempre maggiori, specialmente per coloro che sono addetti alla movimentazione dei carichi. E gli infortuni? Sono in diminuzione, ma il fenomeno si spiega perché diminuendo la forza lavoro, diminuiscono di pari passo anche gli incidenti. Riguardo poi ai tumori professionali bisogna sempre usare misure precauzionali per evitare che i danni alla salute siano irreversibili. Il professor Massimo Ampola, sociologo, docente di Tecnica della ricerca sociale all’Università di Pisa, ha ricordato che in questa fase di transizione “dobbiamo scordarci di come abbiamo inteso il lavoro fino ad oggi”. Il lavoro è diventato “mobile” e non è più risolvibile nelle forme tradizionali. Lo “scambio finanziario” che guida l’economia non è più basato sui lavoratori, non ha bisogno degli uomini. Bisogna perciò organizzarsi in maniera adeguata, trovare forme di autonomia che permettano di costruire relazioni di reciprocità e creare istituzioni di bilanciamento. Federico Mirabelli, responsabile del lavoro del PD, si è soffermato sul rischio idrico nella Val di Cecina e sul rapporto, molto precario, tra ambiente e lavoro. In quella occasione i comitati dei cittadini sono stati molto efficienti, e comunque è sempre opportuno, in materia di ambiente e lavoro, cercare soluzioni condivise attraverso obiettivi concreti perché la conflittualità non porta mai a dei risultati. All’incontro è stato anche presente il Segretario Provinciale della CISL, Pardini. Gianni Giovangiacomo

ARCICONFRATERNITA della Purificazione Arciconfraternita della Lpomeriggio ’Purificazione, ha organizzato nel di sabato 1 Dicembre alle16.30 una conferenza del dott. Zucchi e presentazione del libro sulla storia dell’Arciconfraternita. A seguire, alle 18.00 ci sarà la benedizione e S. Messa con il Vescovo mons. Simone Giusti


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