IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 lasettimana.livorno@tiscali.it Notiziario locale
Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
16 dicembre 2012
uel Natale di duemila anni fa! Era proprio ora che Dio si facesse vedere. Perché troppi Q erano gli equivoci sul suo conto. Chi lo scambiava con l’imperatore, chi con una statua, chi con un personaggio mitologico. E il Natale oggi? Anche oggi direi: "abbiamo ancora bisogno che Dio si faccia vedere" e proprio come un "Gesù Bambino"! perché anche fra noi Dio è tanto deformato…come quando lo si scambia con il prete, o con il cristiano in genere; mentre questi hanno il dono di aver incontrato Dio e il compito di aiutare gli altri ad incontrarlo. In questo Natale, ai credenti che possono sempre deformare in sé l’immagine di Dio e ai non credenti per aiutarli a cancellare eventuali immagini sbagliate vorrei dire: guardate questo Bambino e capite che il Dio cristiano non è una forza oscura che invade la vita dell’uomo e la mutila della sua intelligenza o della sua libertà, tutt’altro, egli ha bisogno di noi come un bambino e per questo ci impegna a sviluppare liberta, intelligenza, capacità umane e altri doni perché possiamo collaborare con Lui e fare un mondo più bello (Omelia di Natale 1979)
Ai cattolici impegnati in politica
SCIENZA e FEDE camminano insieme
IL NATALE DEI POLITICI CON IL VESCOVO SABATO 22 DICEMBRE IN VESCOVADO ome succede ormai da diversi anni il Vescovo Simone, C in prossimità del Natale, invita i credenti impegnati in politica a una giornata di riflessione e preghiera. Quest’anno l’appuntamento è per sabato 22 dicembre presso il Vescovado. Si inizierà con la celebrazione dell’Eucarestia presieduta da monsignor Giusti e si proseguirà con una meditazione incentrata sull’attualità dell’impegno dei cattolici in politica. Nella seconda parte sarà presentato un documento dal titolo “Livorno, amica della famiglia” realizzato nella commissione politica del Progetto Culturale diocesano. L’incontro è aperto a tutti i cattolici che sono impegnati a vario livello nell’ambito socio – politico. (locandina pag VIII)
TRA CIELO E TERRA
Alla ricerca di un «nesso significante» DI
Progetto Culturale. Presentati i primi due testi della collana Stenone. La testimonianza autorevole di due scienziati credenti
NICOLA SANGIACOMO
cienza e fede possono camminare insieme, lo hanno dimostrato a Livorno l’astrofisico Piero Benvenuti e il tecnologo Valfredo Zolesi che hanno presentato i due primi libri della collana Stenone di Pharus editore. Un’intera giornata di studio, promossa dal Progetto Culturale diocesano, in cui hanno incontrato, nella mattinata, un centinaio di studenti delle scuole superiori cittadine e, nel pomeriggio, i tanti che hanno scelto di trovarsi al Museo di Storia Naturale per ascoltare la straordinaria esperienza dei due scienziati credenti. I due testi, freschi di stampa e diffusi in questi giorni in forma promozionale, intendono diventare uno strumento utile per gli operatori pastorali che devono affrontare il tema del rapporto tra scienza e fede. Il primo, dal titolo «In saecula saeculorum», di cui è autore il professor Benvenuti, affronta, in forma elementare, l’evoluzione dei concetti di spazio e di tempo nella scienza moderna fino ad arrivare al concetto attuale di «continuo spazio temporale». Ma nello stesso testo il noto astrofisico propone anche dei percorsi di approfondimento teologico che possono avvantaggiarsi della conoscenza «fisica» dello spazio e del tempo. Un bell’esempio di dialogo fecondo tra scienza e fede. Il secondo, firmato dall’ingegner Zolesi, si intitola «Tra il fiore e il computer» e affronta il rapporto tra la tecnologia e la fede; lo fa in modo originale attraverso un
S
racconto di fantascienza («una mia grande passione fin da giovane», ha confessato l’ingegnere), una lettura biblica e una serie di provocazioni forti che tendono a smentire con la forza della razionalità alcuni luoghi comuni che sono diffusi anche in ambito scientifico. Il testo è arricchito dalla presenza di alcune schede di approfondimento destinate al lavoro in gruppo curate dal professor Filippo Arru e da un bel fumetto, disegnato da Lorenzo Bernardini adatto ai
giovani (ma non solo) che racconta per immagini la storia che fa da sfondo alla riflessione. La testimonianza dei due autori e i testi appena pubblicati contribuiscono a sfatare uno dei luoghi comuni più diffusi nel modello culturale dominante nella nostra storia recente, quello secondo il quale la scienza è nemica della fede e più si approfondisce una e più ci si allontana dall’altra. Lo ha confermato anche il professor Benvenuti quando ha auspicato la realizzazione di
un’alleanza tra scienziati ed annunciatori della fede per avvicinarsi progressivamente alla verità; lo ha testimoniato l’ingegner Zolesi quando ha raccontato come, al termine del faticoso lavoro di preparazione di una missione spaziale, spesso gli scienziati, provenienti da paesi e culture molto diverse tra loro, si ritrovino insieme, davanti a un bicchiere di birra, a parlare di Dio. Ma per convincersi davvero di questo e poterne dare ragione in ogni ambiente è bene cominciare a confrontarsi con questi
IL VESCOVO GIUSTI HA AUSPICATO NUOVI ORIZZONTI PER LA RICERCA
Per una scienza nuova, libera e laica «INDAGARE SU TUTTI I FENOMENI, ANCHE QUELLI PIÙ MISTERIOSI» onsignor Giusti ha tratto le conclusioni della giornata di studio su Scienza e Fede promossa M dal Progetto Culturale diocesano partendo dal concetto di felicità. «La gente - ha detto cerca la felicità che consiste nel vivere amando, essendo amati, per sempre. E’ questa la felicità eterna a cui tende l’Universo che non può essere il risultato del caso. La scienza non può spiegare con il caso quei fenomeni per i quali non trova una motivazione razionale; come Chiesa siamo chiamati ad incoraggiare tutti ad usare l’intelligenza che è quella che ci fa ragionare e trovare d’accordo». «Purtroppo - ha proseguito – nel pensare al Dio creatore siamo ancora oggi vittime di un’iconografia classica che ha distorto la nostra conoscenza: Michelangelo, dipingendo la Cappella Sistina ha realizzato una meravigliosa opera d’arte, ma teologicamente ha sbagliato. Le forme stereotipate con cui ha rappresentato Dio Padre e Gesù hanno avuto una grande fortuna nel tempo ma hanno condizionato la conoscenza religiosa dei secoli successivi. Dio Padre non può essere immaginato in forma umana come un vecchio con la barba bianca perché questo allontana la nostra fede dalla realtà di un Dio eterno, onnipotente, misericordioso, infinito». Il Vescovo è quindi passato a parlare del ruolo della scienza nel mondo contemporaneo: «La scienza deve riuscire a superare i limiti di ciò che attualmente conosciamo, studiando i fenomeni che avvengono in natura, tutti i fenomeni. In questo senso - ha continuato monsignor Giusti - auspico che la scienza possa essere sempre più libera e laica, non condizionata da schemi culturali del passato e da modelli interpretativi immodificabili. Allora chiedo agli scienziati di studiare anche i fenomeni che finora non sono stati oggetto delle loro ricerche, come, ad esempio, quello che avviene qui a Montenero; perché certi fenomeni - si è domandato provocatoriamente il Vescovo - come alcune guarigioni inspiegabili, avvengono a Montenero e non sotto i quattro Mori ?» «La medicina – ad esempio - ci testimonia come, nel paziente che vuole guarire, il sistema immunitario risponde meglio: perché allora non approfondire questi aspetti e ricercare anche il valore terapeutico della religione?» n.s.
temi partendo magari dai primi due testi della collana Stenone ideata e voluta da monsignor Giusti che ha concluso la giornata con un intervento particolarmente apprezzato di cui potete leggere in questa stessa pagina. (Nelle foto: in alto un momento della conferenza del mattino: da sinistra J. Pelosi, V. Zolesi, P. Benvenuti e L. Lischi, sotto il pubblico dei ragazzi; in basso la conferenza del pomeriggio con il Vescovo e il pubblico)
ra cielo e terra, alla ricerca della vita nell’universo. Due momenti di incontro e dialogo al Museo di Storia T Naturale del Mediterraneo della Provincia di Livorno: un luogo di scienza dove un astrofisico, il professor Piero Benvenuti e uno scienziato aerospaziale,Valfredo Zolesi, hanno parlato a persone diverse, di età diverse, con ruoli diversi. Una scienza che si pone i tanti interrogativi che incalzano da sempre l’uomo e che desidera andare alla ricerca continua del sapere, alla ricerca della verità. Una scienza che riconosce e sa che ci sono dei limiti e per questo sente la necessità di cambiare assai spesso prospettiva, di andare oltre. Perché l’universo è vuoto con i nostri attuali criteri di spazio e anche le tecnologie che utilizziamo sono “vecchie”per cogliere un universo che è in continua espansione e che si presenta come “una creazione continua”, e di cui, ecco un nostro grande limite, riusciamo a cogliere solo una minima parte, appena il 5%. E l’altro 95% come sarà costituito, come si presenterà? Ecco un qualcosa che sappiamo esistere ma non vediamo. Sono tante le cose che non si vedono eppure ci sono: anche l’aria non la vediamo ma sappiamo che c’è pena la nostra stessa vita, anche il nostro pensiero esiste ma non lo vediamo. Non vediamo la forza che muove il nostro corpo ma la forza esiste. Anche il vento esiste ma non si vede. Ecco, Dio è un po’ come il vento, c’è ma non si vede. Una scienza laica, non ideologica, sente il bisogno di andare oltre, di rispondere ai tanti fenomeni non ancora e non sempre spiegabili con la ragione e con le attuali conoscenze scientifiche. Molti fenomeni presenti nella realtà quotidiana necessitano di lasciare aperta una riflessione profonda che desideri indagare senza preconcetti e senza apparati ideologici acquisiti una volta per sempre. Occorre una scienza aperta, capace di mettersi in discussione e di farlo sempre. Una scienza, quindi, che è in grado di considerare il “dubbio”e il “limite”alle attuali conoscenze. Essi, infatti, rappresentano sani fondamenti di indagine scientifica su cui spingere la ragione a trovare sempre altre strade, altri modi leggere la realtà. Una scienza pensante e dialogante che supera quindi le visioni ideologiche e si interroga “sul come passare da quel poco che si sa al tantissimo che si riesce a pensare”. Una scienza poi che ripensa ai concetti di spazio e tempo. Uno spazio e un tempo che mi aiutano a collocare il mio vissuto: uno spazio limitato, nel quale vivo, che desidera raggiungere spazi più lontani, oltre la luna. E un tempo fondato sul kronos, sul “logorio”del tempo quotidiano scandito dall’orologio, fatto di tante azioni e riempito di tante cose, che non è sufficiente per cogliere il senso del nostro esistere e che quindi sente la necessità di liberarsi nel kayròs, il tempo dell’oltre, per trovare un “nesso significante”tra noi e l’altro,“sotto cieli nuovi e in una terra nuova, dove ogni lacrima è asciugata…in saecula saeculorum…..”. Luca Lischi
II
TOSCANA OGGI
LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 dicembre 2012
L’inaugurazione del Centro di ricerca IMAGO 7
Una verità ormai inconfutabile: Padre Gabriele ha il cervello!
L’incontro organizzato dalla COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO
Il coraggio di essere uomini di fronte alla violenza Due storie di morte, due storie di vita: il racconto di chi ha vissuto in prima persona il rapporto con persone condannate alla pena capitale
questa la notizia che ha fatto il giro del mondo È scientifico internazionale; il giorno 6 Dicembre scorso presso il Centro IMAGO 7 e’ stata collaudata la nuova risonanza magnetica a campo ultra-alto RM 7Tesla la prima in Italia, a prestarsi come primo volontario umano e’ stato Padre Gabriele Bezzi. I motivi che hanno spinto padre Gabriele non sono stati solo scientifici ma soprattutto di ordine morale e di fede, ha voluto con questo suo gesto aiutare quanti in futuro si dovranno sottoporre a tale esame diagnostico ad accelerare i tempi di collaudo. Fede, scienza, tecnologia uniti per aiutare l’uomo a progredire nel campo della medicina a servizio delle persone malate. Ma lasciamo direttamente a padre Gabriele la possibilità di dirci le sue emozioni e le sue convinzioni: «e’ stata una giornata emozionante, mi sono sentito come un astronauta in partenza per un mondo sconosciuto, non tanto esterno a me nello spazio circostante, quanto dentro di me, un’esplorazione di quella realtà intima e preziosissima che e’ il nostro cervello. L’ho fatto con sempliciste credendo di poter aiutare tante persone che in futuro si serviranno di questa gigantesca macchia a conoscere meglio le loro patologie celebrali. Un viaggio emozionante ma al tempo stesso vissuto nella consapevolezza di fare qualcosa di utile. Un gesto che come donatore di sangue ho ripetuto tante volte e che rifarò anche il prossimo 14 Dicembre: dare una goccia del proprio tempo per gli altri: donare sangue, donare tempo, ma semplicemente donare qualcosa di noi stessi e’ semplicemente importante! La fede e la ragione quando servono l’uomo non sono mai in contrasto, anzi sono “Sorelle”, direbbe San Francesco, che si accompagnano sulla stessa strada. Dopo circa un’ora di esame sono riuscito fuori dal macchinario felice e contento, accolto dal lampo dei fotografi come un vero astronauta al rientro dalla missione nello spazio, sono seguite le domande dei medici, meravigliati di come il mio cuore abbia continuato a battere a 57 pulsazioni al minuto per tutto il tempo dell’esame senza mai denotare stati di emozione ma questo e il frutto dell’allenamento della corsa e del fatto che sono pure un subacqueo. Mi hanno fatto vedere le foto del mio cervello scannerizzato il lungo ed in largo con risoluzione di 200 micron, tutto a posto e questa e’ stata la prova che anch’io possiedo un cervello, grandissimo dono di cui render grazie ogni giorno per quanto ci permette di fare». Il giorno 15 Dicembre, alle ore 10,30, presenti le Autorità Religiose e Civili l’inaugurazione ufficiale del Centro di ricerca IMAGO 7, viale del Tirreno Calambrone (Pisa).
DI
BENEDETTA AGRETTI
ell’ambito dell’iniziativa mondiale "Città per la vita" per l’abolizione della pena di morte, la comunità di Sant’Egidio ha partecipato, come fa ormai da anni, organizzando un incontro per sensibilizzare l’opinione comune su un tema spesso sentito troppo distante da noi. Presenti all’incontro Marco Perelli, Sabatino Caso e Bud Welch. L’introduzione è di Sabatino Caso, il quale spiega con passione come sia nato l’impegno della Comunità di Sant’Egidio verso i detenuti nei vari bracci della morte. Sostanzialmente è una profonda riflessione che nasce come frutto di un lavoro con i poveri. Una storia su tutte è emblema di questa lotta: quella di Dominique Green, un ragazzo texano condannato a morte per un omicidio, mai realmente commesso, durante una rapina. Dominique fu condannato nel 1993, ad appena 19 anni. Fu catturato con la violenza e sottoposto ad un interrogatorio senza che gli fosse concesso un avvocato. Successivamente, l’avvocato di ufficio, il solo che poteva permettersi vista l’estrema povertà dei suoi mezzi, non presentò in tempo le carte che avrebbero permesso la sua scarcerazione. Condannato senza prove a suo carico, vide respingere persino la domanda di grazia presentata dagli stessi familiari della vittima, i quali erano certi della sua innocenza. Dominique si trovò così a scontare la sorte dei poveri come lui, chiusi nel braccio della morte, il cui sistema di detenzione è sostanzialmente un sistema razziale: i trattamenti durissimi rischiano di farlo impazzire per la totale negazione della speranza e della dignità umana. Tuttavia fa appello alle sue risorse interiori e reagisce a quella bestialità cominciando a scrivere. Le sue lettere vengono pubblicate verso la fine degli anni 90: proprio rispondendo a una di queste lettere, nasce l’amicizia tra Dominique e la Comunità di Sant’Egidio, un’amicizia che è durata fino al giorno dell’esecuzione e che, per tanti aspetti, continua ancora oggi. Dominique cercava di dare un senso alla sua via, nonostante fosse consapevole di avere un tempo limitato. Così scriveva: "sono prigioniero nel braccio della morte… ho bisogno di qualcuno che voglia aiutarmi. Ho pensato che voi siete in grado di aiutarmi a trovare qualcuno che abbia tempo di scrivermi o di aiutarmi, perché io negli ultimi tempi non sapevo proprio come chiedere
N
aiuto o amicizia.. La solitudine di questo luogo comincia ad avere effetto su di me, anche perché ho realizzato che posso finire per morire qui per qualcosa che non ho commesso…" e ancora "… nel braccio della morte ci sono persone buone e intelligenti, ma molte di loro non hanno mai avuto nessuna possibilità nella vita: Guarda me, la mia vita stava solo cominciando ed è finita per una menzogna. Perché?". Attraverso la vicenda di Dominique comincia a scorrere un fiume di riflessioni. Questo ragazzo, questo amico che ha dato forza per andare oltre nella lotta contro la pena di morte, con le sue parole ha schiuso la finestra su un mondo dove la disumanità la fa da padrone. La lotta per salvare Dominique da una fine profondamente ingiusta non ha purtroppo avuto l’esito sperato: fu giustiziato il 26 ottobre del 2004, appena trentenne, a scapito di tutti gli appelli e le iniziative in suo favore. Ma la famiglia di Dominique, che per lui era proprio la Comunità di Sant’Egidio, ha raccolto il suo ultimo desiderio: quello di mantenere viva la sua memoria. La battaglia contro la pena di morte ha bisogno di uno sforzo comune, per questo la Comunità si è adoperata affinché questa lotta fosse al centro di una riflessione globale. Ha promosso una raccolta di firme in varie parti del mondo, firme presentate poi all’ONU nel 2007. E’ stata istituita "Città per la vita", una giornata che chiama le città a riflettere su questo male assurdo del nostro secolo: dare la morte per mano dello Stato. Hanno aderito all’iniziativa 1600 città in 87 paesi. Lo
scopo è quello di creare un dialogo fra società civili, un dialogo che coinvolga anche le amministrazioni. Annualmente viene anche organizzata una conferenza dei ministri della Giustizia delle varie parti del mondo (vedi Mongolia, Illinois e Nicaragua solo per citarne alcuni), che funge da laboratorio per una riflessione più approfondita. Questo sforzo congiunto ha prodotto un cambiamento politico: su 200 paesi che applicavano la pena di morte, 150 l’anno abolita, un risultato che fa ben sperare per la prosecuzione di questa battaglia. Una battaglia di civiltà, combattuta senza il supporto del mass-media, ma che ha avuto e continua ad avere un forte supporto popolare. E un’altra storia di dignità e civiltà umana viene da Bud Welch, strenuo oppositore della pena di morte, il quale ha vissuto sulla propria pelle il dolore più crudele che si possa provare: la perdita di sua figlia, Julie Marie, morta ad appena 23 anni nell’attentato di Oklahoma City, assieme ad altre 167 persone. Membro dell’associazione abolizionista americana Murder Victims Families for Reconciliation e del Board of Directors of the Oklahoma City National Memorial Foundation, Welch si è battuto tenacemente contro la condanna a morte dell’autore dell’attentato, Timothy Mc
Veigh. La sua forza sta nell’aver affrontato a mani nude un dolore profondissimo, che gli ha fatto toccare con mano i limiti della natura umana. In balia di un prepotente senso di vendetta scaturito dall’odio verso chi gli aveva, senza motivo, tolto sua figlia, ha trascorso mesi d’inferno, durante i quali ha lucidamente pensato di poter uccidere l’attentatore con le sue mani. La risalita dal baratro è cominciata quando Welch, esaminando la propria coscienza, ha capito che anche se Mc Veigh fosse morto, questo non avrebbe accelerato il suo processo di guarigione. E’stata, questa, una presa di coscienza radicale, che portato Welch ad incontrare persino il padre dell’attentatore. Molte volte si sono incontrati, questi due padri, approfondendo sempre più il loro legame, perché è più ciò che li lega rispetto a ciò che li divide. Non più odio quindi, ma solidarietà verso chi, parola di Welch, è stato più sfortunato. Come padre, Welch, si ritiene più fortunato: può parlare della sua Julie, ed è quello che fa da 15 anni a questa parte, mantenendo viva la sua memoria. Il padre di Tim Mc Veigh, invece, convive col rimorso di aver sbagliato con suo figlio. Bud Welch si è sempre detto convinto che essere contro la pena di morte volesse significare la sua maniera di rendere onore alla memoria di sua figlia Julie, la quale una volta, da piccola, gli aveva rivelato tutta la sua amarezza di fronte ai detenuti del bracci della morte uccisi da uno stato che, come lei stessa disse, insegnava ai bambini ad odiare. Sei anni dopo l’attentato di Oklahoma City, Tim Mc Veigh fu giustiziato. Come aveva previsto Welch, questa esecuzione non gli ha procurato sollievo, anzi … ha acuito il dolore di due padri: la pena capitale è odio e vendetta e proprio a causa dell’odio e della vendetta Julie Marie è morta. Rimane, in tutto questo dolore, la consapevolezza che l’odio non si sconfigge con l’odio e che bisogna trovare il coraggio di essere uomini di fronte alla violenza … per Dominique, per Julie Marie e persino per Tim Mc Veigh.
IL RINGRAZIAMENTO DI GIOVANNI ALLA CARITAS
A cuore aperto …. uesta mia testimonianza, dettata più dal Q cuore che dal cervello,dimostra quanto sia giusta la frase scritta da Papa Giovanni Paolo II: “Solo l’amore potrà cambiare la faccia del nostro pianeta”. È da poco passato un anno da quando,per una serie di motivi personali e familiari, mi sono trovato, da un momento all’altro in una situazione drammatica: al solo pensiero di quei giorni mi vengono ancora i brividi ed i miei occhi si riempiono di lacrime. Disperato e confuso non sapevo nemmeno cosa fare. Avvolto dal buio più assoluto,io sempre piuttosto ottimista, non avevo più nemmeno una briciola di speranza. Una persona eccezionale, Anna , sempre in prima
linea nell’aiutare il prossimo, mi ha consigliato di rivolgermi al centro di ascolto della Caritas diocesana, l’ho fatto e per questo non smetterò mai di esserle grato. In via delle Cateratte ho trovato aiuto materiale e morale. Ho toccato con mano il vero amore, quell’amore che, secondo Papa Giovanni Paolo II, potrebbe cambiare la faccia della terra. Dove c’è amore e carità c’è Dio: è proprio vero! Ho ripreso a sperare. La mia strada è ancora in salita, ma so di non essere solo. Un immenso “grazie” a Suor Raffaella, ad Elvira, a Serena, ai tanti volontari che si prodigano per i fratelli sfortunati. Giovanni
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
16 dicembre 2012
Gli appuntamenti per vicariato
L’AZIONE CATTOLICA INCONTRA monsignor Luigi Bettazzi
La novena di Natale e la benedizione dei fidanzati
50 anni dal Concilio: ecco il momento giusto
l Vescovo incontrerà i fidanzati della Idella diocesi e li benedirà in occasione novene di Natale: SABATO 15 DICEMBRE 18.00 S. Messa, novena e benedizione dei fidanzati del II vicariato alla chiesa di San Matteo MARTEDÌ 18 DICEMBRE 21.00 novena e benedizione dei fidanzati del III vicariato alla chiesa della Seton MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE 18.00 S.Messa, novena e benedizione dei fidanzati del I vicariato alla chiesa di Santa Caterina 21.00 novena e benedizione dei fidanzati del IV vicariato alla chiesa di Santa Lucia ad Antignano
Un testimone verace del Vaticano II racconta il significato di questo evento e di ciò che ne è seguito: «Non basta “saper mangiare” l’ostia per dire di aver fatto la comunione, ma bisogna mangiarla insieme» Azione Cattolica ha incontrato un ospite speciale: mons. Luigi Bettazzi Di solito appena si sente dire la frase scontata «l’età non conta», spesso si tende a fare una risata e a non darle molto credito. Ma quando si vede scendere dal treno una persona di ottantanove anni, accompagnata solo da una stampella e dalla valigia, non si può che ricredersi. Specie se il viaggio è cominciato dal Piemonte. Ebbene sì, anche questo è monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e padre conciliare. Oltre a una così grande forza fisica (a luglio è stato operato all’anca), gli altri elementi che colpiscono di lui sono il sorriso e la luce dei suoi occhi, quando parla del Concilio Vaticano II. Si vede e si capisce che
L’
quell’esperienza lo ha segnato. Ci crede veramente nelle parole del Concilio, e lo testimonia girando l’Italia per raccontarlo. L’incontro, organizzato dall’Azione Cattolica, è avvenuto lunedì 3 dicembre in Vescovado, nella sala Fagioli, di fronte a un discreto pubblico e con la partecipazione di altre aggregazioni laicali che hanno collaborato per la buona riuscita dell’evento. L’obiettivo era risvegliare l’interesse per il Concilio nel suo cinquantesimo anniversario, soprattutto nell’Anno della Fede fornendo alcune chiavi di lettura fornite da uno dei “padri conciliari” ancora viventi. C’erano i giovani, principali invitati, ma anche tanti adulti. La serata è stata
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VENERDÌ 21 DICEMBRE 18.00 novena e benedizione dei Fidanzati del VI vicariato alla chiesa di S. Maria Assunta a Castell’Anselmo 21.15 novena e benedizione dei fidanzati del V vicariato alla chiesa di Santa Croce a Rosignano Solvay
Al ritiro di avvento degli operatori pastorali
presentata da Lavinia Bernardini, incaricata MLAC Toscana, a moderare Gabriele Maremmani, amministratore diocesano AC. Dopo il saluto di mons. Giusti, Bettazzi ha cominciato il suo discorso, durato circa un’ora e tutto rigorosamente in piedi. Non ci si stanca a sentirlo parlare. La sua esposizione è brillante, simpatica, spesso accompagnata da aneddoti sui vari padri conciliari. Un piacere ascoltarlo. Ma soprattutto, riesce a far respirare l’atmosfera che ha vissuto nel Concilio. Quando racconta dei 2500 vescovi provenienti da tutto il mondo, ognuno con la propria visione ecclesiastica, si appassiona nel dire che lì ha capito la bellezza della Chiesa Cattolica. Mentre parla della Gaudium et Spes, cerca di trasmettere il valore fondamentale dei laici.
LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER I SENZA TETTO
Un piano per l’emergenza freddo e associazioni di Volontariato: Caritas, SVS, Misericordia e CISOM si uniscono per organizzare l’emergenza freddo in caso di precipitazioni nevose. Servizi specifici vengono offerti nelle strutture della Caritas e del SVS. Saranno a disposizione tra 40/50 posti per la notte per tutte le persone senza fissa dimora. Le altre associazioni Misericordia e Cisom collaborano mettendo a disposizione i loro mezzi per il trasporto delle persone e per il servizio notturno.
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A disposizione degli ospiti ci saranno cambio di biancheria e vestiario, coperte, pasto caldo serale e prima colazione. Il piano sarà operativo nel seguente modo: Ore 18.30 cena calda presso la Caritas "Porto di fraternità" in Via delle Cateratte 15 Ore 19.30 trasporto presso la Sede SVS in Via delle Corallaie - Picchianti, per alloggio notturno Ore 8.00 colazione presso Sede SVS PER RISPONDERE AL MEGLIO A QUESTA EMERGENZA SI CHIEDE LA COLLABORAZIONE DI TANTI VOLONTARI OLTRE A COPERTE, SACCHI A PELO E SCARPE. IL PIANO FREDDO È COORDINATO DALLA CARITAS PER QUALSIASI INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL 0586884693 OPPURE SEGRETERIA@CARITASLIVORNO.IT
Ripete spesso la parola «comunione» e «insieme», poiché non basta «saper mangiare l’ostia per dire di aver fatto la comunione, ma bisogna mangiarla insieme». Un atteggiamento di totale apertura al mondo, dove la Chiesa vive il suo ministero nel servirlo, testimoniando la figura di Cristo, «luce di tutti gli uomini». Bettazzi ha evidenziato come, rispetto ai precedenti venti, ci sia stata una continuità dogmatica nel Concilio Vaticano II, ma non ha mancato di sottolineare, invece, la discontinuità sotto il profilo pastorale. Da questo punto di vista è stata sicuramente una rivoluzione “copernicana”, dove i rapporti mondo-società e gerarchia-laicato si sono ribaltati. Inoltre, ha aggiunto che l’obiettivo di Giovanni XXIII non era quello di mutare le verità di fede, ma solamente saperle ridire in modo che potessero essere accolte dalla società contemporanea. Dopo aver risposto alle domande del pubblico, il vescovo emerito ha invitato a non puntare il dito contro nessuno per la mancanza della piena attuazione del Concilio, poiché tutti ne siamo responsabili. Infine, con grande ottimismo verso le giovani generazioni, ha concluso affermando: «Il famoso padre Congar diceva che un vero Concilio, per essere ben capito e ben vissuto ha bisogno di cinquant’anni: ecco questo è il momento!» Mauro Donateo
È necessaria una formazione permanente lla Parrocchia dei Sette Santi si è tenuA to il ritiro d’Avvento degli Operatori Pastorali con monsignor Giusti. Per l’Anno della Fede che stiamo vivendo, monsignore ha tenuto un primo momento dove a partire dall’articolo di fede “Credo in Dio Padre Onnipotente”, facendo riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica, ha proposto un DVD al quale lui stesso aveva collaborato per la realizzazione per l’Ufficio Catechistico della CEI. Riponendo al centro la necessità che fede e ragione dialoghino perché “la verità non è solo verità di ragione”, la proiezione con rigorosità scientifica accompagnata dal Magistero della Chiesa, invita gli operatori pastorali a ragionare sulla fede e a saper argomentare. Monsignor Giusti, ha quindi sottolineato quanto mai urgente e necessaria una formazione permanente per “sapere ricercare e rendere ragione della nostra speranza” e saper rispondere alle domande che l’uomo smarrito ci pone. L’adorazione Eucaristica, la recita dei Secondi Vespri e alcune brevi riflessioni conclusive, hanno segnato la seconda parte dell’incontro. La preghiera per l’uomo di fede è la via privilegiata perché essa porta l’uomo a confidare in Dio che è amore e vita. Ci sono dei gradini da percorrere e sono quelli delle Beatitudini: solo se siamo poveri, umili, miti, se proviamo dolore per i nostri peccati, se proviamo misericordia, se diventiamo operatori di pace sapremo privilegiare la via del cuore, quella che ci farà chiedere al Signore di servirsi di noi per annunciare il messaggio di salvezza perché Dio vuole che nessuno si perda. Mo.C.
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Agenda del VESCOVO VENERDÌ 14 DICEMBRE Nella mattina, udienze laici in vescovado 17.00 incontro con i cattolici di Tivoli impegnati in politica e nel sociale, a Tivoli SABATO 15 DICEMBRE 8.00 pellegrinaggio diocesano mensile a Montenero 15.00 ritiro di avvento con i diaconi permanenti alla cappella del Monastero del Carmelo 18.00 S. Messa, novena e benedizione dei fidanzati del II vicariato alla chiesa di San Matteo 20.00 cena con l’ordine degli ingegneri allo Yacht club DOMENICA 16 DICEMBRE 10.30 S.Messa e cresime alla chiesa di S. Giusto a Parrana San Giusto 16.00 ritiro di avvento delle religiose all’istituto Maria Ausiliatrice LUNEDÌ 17 DICEMBRE 16.30 tavola rotonda alla Camera di Commercio "Raccontare un territorio: le sue eccellenze, la crisi, le proposte 20.00 scambio di auguri con il Serra Club allo Yacht Club MARTEDÌ 18 DICEMBRE Nella mattina, udienze sacerdoti in vescovado 16.00 S.Messa di Natale con gli operatori sanitari e ACOS alla cappella dell’ospedale 21.00 novena e benedizione dei fidanzati del III vicariato alla chiesa della Seton MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE 10.00 S.Messa Precetto di Natale della Polizia e Vigili del Fuoco alla chiesa della Purificazione 11.00 benedizione del presepe al mercato centrale 12.00 auguri ecumenici in vescovado 18.00 S. Messa, novena e benedizione dei fidanzati del I vicariato alla chiesa di Santa Caterina 21.00 novena e benedizione dei fidanzati del IV vicariato alla chiesa di Santa Lucia ad Antignano GIOVEDÌ 20 DICEMBRE 10.00 udienze laici 10.30 incontro con l’equipe del seminario in vescovado 12.00 auguri con le Autorità in Vescovado: presentazione del progetto di via Donnini 18.00 Natale dell’allievo all’Accademia Navale VENERDÌ 21 DICEMBRE 8.30 incontro con gli operatori e i dirigenti dello stabilimento ENI a Stagno 11.00 auguri Movimento Cattolico Lavoratori 12.00 auguri del personale della curia 18.00 novena e benedizione dei fidanzati del VI vicariato alla chiesa di S. Maria Assunta a Castell’Anselmo 21.15 novena e benedizione dei fidanzati del V vicariato alla chiesa di Santa Croce a Rosignano Solvay SABATO 22 DICEMBRE 9.00 ritiro dei politici: S. Messa e incontro, in vescovado (vedi locandina pag VIII) DOMENICA 23 DICEMBRE 17.00 S. Messa e ritiro spirituale per un gruppo di famiglie in vescovado
Libri da LEGGERE
di Mo.C.
VITALI F. -LA DOMENICA DEI PICCOLI. Avvento e Natale (anno C)- Ed. Paoline pagine 48, euro 3,80 Come iniziare i piccolissimi, che ancora non frequentano il catechismo, alla celebrazione eucaristica senza che si annoino? Questo progetto, che si sviluppa nel ciclo dei tre anni della liturgia festiva e che ha già riscosso consenso con i cicli dell’anno A e B, offre uno strumento adatto ai più piccoli, ricco di giochi, attività e figure da colorare: il tutto per non annoiarsi durante la messa e tenersi occupati, divertendosi sugli stessi testi biblici proclamati in chiesa. Il messalino si focalizza sui due momenti più importanti dell’anno liturgico: Avvento e Natale, Quaresima e Pasqua. Queste sono infatti le feste più seguite dalle famiglie con figli piccoli. I libri sono un valido aiuto per la catechesi domestica affidata agli adulti che seguono il cammino di fede dei bambini.
Diocesi informa La Giornata missionaria dei RAGAZZI
Domenica 20 gennaio all’Istituto Santo Spirito
Con Gesù ho imparato a credere A tutti i parroci Ai catechisti e animatori e. ragazzi Agli Istituti Religiosi Alle Scuole Cattoliche toricamente, il 6 gennaio, oltre ad essere il giorno dell’Epifania, è anche la Giornata Missionaria dei Ragazzi (GMR), ma nelle diocesi, per esigenze diverse, possono anche festeggiarla in un’altra data vicina. La GMR è, in un certo senso, la prima data missionaria, perché oltre ad essere all’inizio dell’anno, è il giorno in cui il Vangelo ci fa riflettere sulla manifestazione di Gesù a tutti i popoli. Anche i Ragazzi Missionari, testimoniando la gioia dell’amicizia con Gesù, sono un segno in mezzo ai loro amici, tante piccole luci che illuminano il sentiero che conduce all’incontro con Cristo e la Sua Gioiosa Parola e in questa festa i Ragazzi Missionari dei cinque continenti celebrano il loro impegno per la Missione La nostra Chiesa livornese, ormai da tanti anni, celebra questa iniziativa con una giornata di incontro e di festa dei bambini e ragazzi della nostra diocesi. Un appuntamento che ogni anno consente di ritrovarsi per qualche ora nella gioia ma anche per riflettere e pregare insieme per
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aiutare i più piccoli a sentire proprio l’impegno imprescindibile della missione. L’appuntamento è per DOMENICA 20 gennaio, dalle ore 14.45 alle ore 18.00, presso l’Istituto S. Spirito, in Corso Mazzini 199 a Livorno. Il tema della giornata è: CON GESU’ HO IMPARATO A CREDERE e affonda il suo significato nella celebrazione dell’Anno della Fede che stiamo vivendo. Il motivo quindi di questa lettera, a cui alleghiamo il volantino con il programma dettagliato, non è solo quello di invitarvi alla manifestazione ma anche e soprattutto quello di venire "preparati" aiutando i vostri ragazzi a riflettere, nei singoli gruppi, sulla bellezza della fede cristiana e sulla gioia del condividere questo messaggio con tanti altri ragazzi sparsi in tutto il mondo. Non spetta certo a noi suggerirvi cosa e come fare: le vostre capacità e la vostra fantasia sicuramente vi aiuteranno a trovare il modo migliore e più adatto per ogni singola realtà.
Ci permettiamo dunque solo di consigliarvi di parlarne prima (ecco perché vi scriviamo in anticipo) e, se lo volete, di usufruire del materiale della giornata che già dovreste avere, perché consegnato insieme a quello dell’Ottobre Missionario, o che comunque potete richiederci o scaricare direttamente dal sito www.missioitalia.it. Siamo certi che voi parroci saprete coinvolgere, con la preziosa collaborazione dei vostri catechisti ed animatori, i ragazzi della parrocchia e lo stesso gli Istituti Religiosi e delle Scuole cattoliche, affinché vi sia una partecipazione non solo significativamente numerosa ma, soprattutto preparata. Rimanendo a disposizione per ogni eventuale necessità, auguriamo a tutti voi, alle porte dell’Avvento, di vivere in pienezza la preparazione al mistero del Dio che si è fatto bambino per stare vicino ad ognuno di noi. Ufficio Diocesano di Pastorale Missionaria Don Giuseppe Coperchini
BREVI DALLA DIOCESI
Incontro Diaconi SABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.00 Presso il monastero delle suore Carmelitane, ritiro di Avvento. Meditazione offerta da monsignor Giusti
Cooperatori Paolini SABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.45 Incontro con don Bruno Simonetto, PSSP direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Firenze
USMI DOMENICA 16 DICEMBRE ALLE 16.00 Presso l’Istituto Maria Ausiliatrice, ritiro d’Avvento con mons. Simone Giusti su "La fede nella santa famiglia"
Concerto d’organo natalizio DOMENICA 16 DICEMBRE ALLE 18.00 Presso la Parrocchia di San Giovanni Bosco in Coteto, si terrà l’ormai tradizionale Concerto d’organo natalizio
Assemblea Società Asili Infantili di carità È convocata l’assemblea dei soci della Società Asili Infantili di Carità in prima convocazione alle ore 22 di lunedì 17 dicembre 2012 e in seconda convocazione il giorno MARTEDI’ 18 dicembre 2012 alle ore 18,30 presso la sede di Via Liverani 6 con il seguente ordine del giorno: Comunicazioni del presidente; Presa visione bilancio consuntivo 2011 e preventivo 2013; Varie eventuali
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LA SETTIMANA DI LIVORNO ....
Che cosa dobbiamo fare? CHI HA DUE TUNICHE NE DIA UNA A CHI NON NE HA Troppo spesso l’interpretazione di questo passo rischia di sbilanciarsi verso l’impossibile: certamente, in questo momento io ho da mangiare, e milioni di persone no. Io ho da bere, e milioni di persone no. Si tratta di una situazione scandalosa, di uno squilibrio e di un disordine inaccettabile. Perché nessuno interviene? Perché nessuno pone rimedio? Perché Dio non interviene? LO SGUARDO DEL DOMINATORE Proviamo però a pensare a che cosa sarebbe necessario per colmare direttamente tutti gli squilibri e le ingiustizie che rileviamo nel mondo. Per vederle e intervenire istantaneamente sarebbe necessario assumere la posizione del dominatore: occorrerebbe avere un potere illimitato di conoscenza e di supervisione su tutta la terra, e un potere illimitato di intervento. Occorrerebbe essere qualcuno che con la sua vista, la sua intelligenza, il suo potere esecutivo, abbraccia tutto il mondo. In una parola, occorrerebbe essere il dittatore - o i dittatori - del mondo. Oppure che Dio agisse come il gigantesco dittatore del mondo. Ma una simile prospettiva non è possibile per noi, e non è neppure stata scelta da Dio: nel Natale faremo memoria di Dio che si fa piccolo per salvare il mondo… LA CARITÀ ACCESSIBILE Ascoltiamo dunque ciò che propone il Battista: si tratta di uno sguardo umile, concreto, accessibile nello spazio e nel tempo. Chi ha due tuniche,
«Uno sguardo umile, concreto, accessibile nello spazio e nel tempo. Chi ha due tuniche, dia: non all’irraggiungibile, ma al visibile, a chi sta vicino» dia: non all’irraggiungibile, ma al visibile, a chi sta vicino. Non lo sguardo del dominatore, che pretende di risolvere le ingiustizie del mondo, o di mettersi al posto di Dio, ma lo sguardo del fratello, che si accontenta di accorgersi del
fratello che ha vicino, e comincia con semplicità a mettere ordine nella sua vita, condividendo il di più con i fratelli. «Accontentatevi» aggiunge il Battista «Non esigete»: ai soldati e agli esattori non è chiesto di
Le parole della FEDE
..Creatore del cielo e della terra.. Continuiamo la spiegazione del Credo, attraverso la riflessione di padre Gabriele Bezzi a Bibbia stessa si apre con questa Lprincipio solenne dichiarazione: «In Dio creò il cielo e la terra». In questa prima frase possiamo vedere come una sorta di cerniera che unisce i due grandi libri della rivelazione di Dio: uno è quello che possediamo scritto ovvero la Sacra Scrittura ma non ci dobbiamo dimenticare del primo grande libro scritto da Dio che è quello della Creazione. La creazione è la prima immagine che noi vediamo appena nati, il primo momento nel quale l’uomo si rende conto di essere su questo mondo ed esplora le profondità dei cieli e le vastità dei mari. In questa bellezza che è diffusa intorno a noi si nasconde la bellezza eterna del suo creatore. L’uomo allora, scopre nella sua vita che la bellezza rimanda a qualcosa di ulteriore, di più grande della bellezza stessa di Dio. Padre Gabriele Bezzi
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rinunciare alla loro posizione, ma di esercitarla con misura, in spirito di onestà. LA DOMANDA BATTESIMALE La domanda delle folle trova una corrispondenza interessante negli Atti degli Apostoli: è la richiesta che perviene a Pietro dopo la Pentecoste. Si tratta della richiesta che precede il Battesimo. Si tratta forse della domanda che ciascuno di noi è invitato a farsi, se vuole riscoprire tutte le potenzialità del Battesimo e del dono ricevuto. La risposta non è in nessun caso un elenco di cose da fare: ma un invito alla conversione, ad una trasformazione della vita, che non deriva solo dalle nostre forze, ma anche dall’azione dello Spirito in noi. Non avremo mai finito di donare a chi ha meno di noi; non avremo mai finito di esplorare i confini dell’onestà e della correttezza; la conversione non si esaurisce in un gesto, ma deriva dall’incontro con la novità di Dio, che tende a trasformare tutta l’esistenza. IN ATTESA DI COLUI CHE È PIÙ FORTE DI NOI Dobbiamo dunque rinunciare a uno sguardo più ampio? Dobbiamo dare per persa la battaglia contro le ingiustizie a livello mondiale? Certamente no: siamo chiamati invece a rinunciare ad essere dominatori e dittatori utopici, che nascondono l’inazione dietro all’enormità dei problemi, e a cominciare ad essere umili fratelli, concittadini, persone che compiono briciole di giustizia; sapendo che il dominatore della storia è un altro, invocando colui che è “più forte”, e che pure ha scelto di farsi debole, di farsi piccolo, di mettere la sua tenda tra noi.
SpecialeAVVENTO
TERZA DOMENICA DI AVVENTO.....
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
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Gli incontri dell’Associazione per l’Amicizia ebraico cristiana
«IL VANGELO EBRAICO»
ella bellissima sala degli specchi N del museo civico "G.Fattori" di Villa Mimbelli di Livorno, l’amicizia ebraico cristiana ha presentato un interessantissimo libro: «Il Vangelo ebraico. Le vere origini del cristianesimo» che ha richiamato un folto pubblico. L’associazione costituitasi ufficialmente il 28 Gennaio 2011 grazie alla volontà di un gruppo di soci fondatori di entrambe le tradizioni, sotto la presidenza della dottoressa Caterina Meucci, ha come scopo la conoscenza reciproca, il rispetto e l’amicizia tra ebrei e cristiani, al fine di eliminare pregiudizi, combattendo ogni forma velata o palese, di antisemitismo e collaborando nella difesa dei valori ideali e morali comuni. Essa si pone ad un livello diverso rispetto a quello dei soggetti istituzionali di entrambe le tradizioni, ma intende operare in piena sintonia e collaborazione con gli stessi, guardando però al livello più importante quale quello della vita quotidiana, intessuta di rapporti non sempre facili, ma che ci interpella continuamente. Questa associazione nata in Francia nel 1942 conta ora in Italia nove gruppi e quella livornese è la più recente. L’inizio comunque di questo percorso di dialogo che come ha ricordato il Dott. Guastalla, fa propria l’espressione di Mons. Ablondi che considerava il dialogo come ricerca dell’alterità contrariamente al proselitismo, è cosciente di quanto sia importante avere molta delicatezza e pazienza e soprattutto "essere in buona fede". La presentazione di questo libro è stata certamente un segno di un dialogo serio in quanto la tematica in essa contenuta, pur non essendo di immediata comprensione, ha fatto percepire chiaramente come da entrambe le parti ci sia la volontà di studiare, approfondire le origini del Cristianesimo superando gli antichi pregiudizi che hanno diviso per secoli le due comunità. I relatori, il Prof. Marco Cassuto Morselli presidente Amicizia Ebraico Cristiana di Roma e Don Gino Berto parroco della Chiesa del Sacro Cuore di Livorno, pur nella difficoltà del testo che vede cristiani ed ebrei nello studio del Cristianesimo del I secolo, hanno entrambi sottolineato che il dialogo si pone sui confini di entrambi, cercando di arricchirci della sapienza dell’altro e che non segnano l’esclusione ma l’inclusione. Il francese Andrea Frossard diceva infatti che se i cristiani sono debitori ai greci per la filosofia e ai romani per il diritto, al popolo ebraico lo sono per tutto il resto perché ci hanno insegnato Dio. Ecco che la lettura di questo libro scritto da uno dei più importanti talmudisti moderni, Daniel Boyarin, pur paragonabile "ad un veliero contro vento su acque agitate, con un comandante dalla competenza indubbia, una volta tornati sulla terra ferma, ci fa scoprire il cristianesimo e l’ebraismo come non li abbiamo mai visti prima", ma la rilettura dei passi più familiari delle Sacre Scritture, acquistano nuova luce e costringono ebrei e cristiani a ripensare "radicalmente le proprie identità e il loro modo di rapportarle" (dalla prefazione del Premio Pulitzer Jack Miles). Mo.C.
Rivivere il PASSATO
La ristrutturazione della chiesa dell’Arciconfraternita della Purificazione
Una «casa» per chi è in cerca di Dio l Centro Culturale A Diocesano di Via della Madonna, alla presenza del Vescovo Simone Giusti, del Delegato vescovile per le Confraternite, monsignor Paolo Razzauti, del Presidente della provincia Kutufà, degli assessori comunali Tredici e Nebbiai e di un folto pubblico, è stata presentata la ricerca storica sulla “Venerabile Arciconfraternita della Purificazione di Maria Vergine e catecumeni”. Oggi è un giorno importante -ha detto il Governatore dell’Arciconfraternita Paolo Lugetti- sia perché celebriamo la storia della nostra istituzione grazie alle ricerche del dottor Enrico Zucchi, sia per la ristrutturazione della Chiesa della Purificazione, già dei Greci Uniti, con la collocazione nella facciata di due statue distrutte dai bombardamenti, si tratta quindi di due copie che hanno ridato alla Chiesa il suo aspetto originario. Ha poi ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a questa realizzazione, in particolare una signora livornese che con il suo cospicuo lascito si sono potuti effettuare gli interventi di restauro e conservativi, attuati da Fabrizio Gianbastiani e dai suoi operai. La parola è poi passata all’autore della ricerca storica, Enrico Zucchi, che si è autodefinito “un topo d’archivio”, ha precisato di aver svolto la sua vita lavorativa in qualità di chimico, ma di aver sempre coltivato la passione per la storia di Livorno. La sua ricerca ha avuto inizio dallo studio di una medaglia d’argento con la scritta “merito di presenza” recante la figura di una
colomba, medaglia che veniva concessa agli affiliati più meritevoli dell’Arciconfraternita della Purificazione. Per la redazione del volume l’autore si è avvalso dei documenti rinvenuti all’Archivio di Stato, all’Archivio della Purificazione e soprattutto all’Archivio Diocesano, il volume è arricchito dalle foto della collezione di Giorgio Cencelli. La storia dell’Arciconfraternita si apre nel 1708 nel Convento dei Domenicani con il nome di Congregazione del Rosario, avrà poi sede presso il cimitero urbano di Livorno in conseguenza delle leggi emanate dal Granduca. Soppressa nel 1712 venne riaperta nel 1719 con la richiesta al granduca dell’autorizzazione per poter svolgere l’educazione cristiana dei catecumeni.
L’Arciconfraternità troverà sede nel Palazzo del Refugio per passare poi nel cimitero del Seminario Gavi. Con la riforma giansenista del clero toscano le Confraternite vennero abolite, ma dopo la rivolta popolare del 1790 le Chiesa vengono riaperte e le Confraternite possono ritornare. Sono stati rinvenuti segni della presenza dell’Arciconfraternita nella Chisa del Soccorso dove è ancora visibile il dipinto di una Madonna e si parla dell’acquisto di un organo, a cui, sembra, non fu estraneo il grande Giuseppe Verdi. Per quanto riguarda l’educazione dei catecumeni, Zecchi ha sottolineato che nel corso degli anni ne furono presenti circa 250, in gran parte appartenenti alla religione ebraica. Per quanto riguarda gli Statuti dell’Associazione
già nel 1863 erano stati approvati dall’apposito Ministero dei Culti. Come Associazione funebre nel 1854 viene costruito un cimitero in diretta continuità con quello della Misericordia, tra le tombe dei cittadini illustri c’è anche quella di Costanzo Ciano. Come Chiesa dei Greci Uniti subì i bombardamenti del 1943 e fu proprio in quella occasione che vennero rubati la maggior parte degli argenti della Chiesa. Zucchi ha infine ricordato tre avvenimenti importanti: quello della ricostruzione, della consacrazione nel 1970 da parte del Vescovo Ablondi e l’inaugurazione dell’Iconostasi nel 1985. Il Governatore Lugetti ha poi invitato il Vescovo a consegnare un Diploma di benemerenza allo storico Zucchi e all’Ingegner Fogolari che aveva dato il proprio competente aiuto nel reperire un consistente materiale documentale nell’Archivio Diocesano. Il Vescovo si è poi complimentato con l’autore per la ricerca “documentata e
minuziosa” nella quale ha aggiunto- emerge il legame profondo della Arciconfraternita con i catecumeni. Oggi vogliamo ripristinare questo legame insediandoli in questo luogo, creando qui una “casa per adulti” che chiedono di essere battezzati e creando anche per loro una opportunità di formazione. Vuole essere una casa che permetta sia di entrare in dialogo per chi è in ricerca di Dio, sia per coloro che che vogliono avvicinarsi al cristianesimo. Dovrà essere anche il luogo dove si “formano i formatori dei catecumeni” che dovranno affrontare un cammino di tre anni, si tratta perciò di preparare persone che possano accompagnare gli adulti in questo cammino in quanto si è constatata l’esistenza di una domanda crescente. Il Vescovo ha ricordato che la nuova Chiesa sarebbe il luogo più adatto per la comunità ucraina di celebrare l’Iconostasi e i loro riti. All’incontro sono stati presenti i nuovi responsabili della Sovrintendenza alle Belle Arti, i dottori Lenzi e Torni, due vecchi amici del Vescovo Simone. Invitato a parlare il dottor Lenzi ha detto che Livorno “ha un passato straordinario”, per cui bisogna “recuperare appieno la sua dignità di città internazionale, erede di un patrimonio storico che noi abbiamo la responsabilità di rivitalizzare”. L’incontro è terminato con l’inaugurazione della Chiesa della Purificazione ritornata a nuova bellezza dopo i lavori della ristrutturazione. Gianni Giovangiacomo
L’APERTURA DELL’ANNO ECUMENICO ALLA CHIESA DI SHANGAYI
Voi dunque pregate così ella Parrocchia di N Shangai sì è tenuto l’incontro ecumenico di preghiera che ha visto presenti le varie confessioni cristiane e movimenti ecclesiali che sono impegnati nel dialogo ecumenico. Don Piotr responsabile Ce.do.Mei, all’apertura dell’incontro, ha sottolineato quanto siano importanti i momenti in cui le varie confessioni si riuniscono a pregare, perché dediti alla ricerca della Verità a partire dalla Parola di Dio, senza finzioni e ipocrisia. Siamo tutti in cammino verso la Pasqua eterna e nella preghiera abbiamo il mezzo profondo per trovare Dio e riconoscere in noi le debolezze e per purificarci e compiere quindi un atto di libertà perché il male non abbia l’ultima parola. La pastora battista Lidia Giorgi nella meditazione, facendo riferimento alla preghiera del Padre Nostro, ed evidenziandone la brevità ed
essenzialità, ha invitato ad avvicinarci al Padre con uno spirito rinnovato, riconoscendo in Lui la relazione di filialità e di fiducia e riconoscendo nell’oggi la sua volontà
affichè venga il suo Regno. Ogni giorno infatti abbiamo bisogno della Sua presenza, del suo perdono e della sua benedizione. Quando terminiano la preghiera con l’espressione "liberaci dal male" ricordiamo a noi stessi che non siamo ancora in possesso di quel bene nel quale non soffriremo più
alcun male e questa domanda come dice s. Agostino ha un significato larghissimo "perché in qualunque tribolazione si trovi il cristiano, con essa esprima i suoi gemiti, con essa accompagni le sue lacrime, da essa inizi la sua preghiera, in essa la prolunghi e con essa la termini". Mo.C.
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LA SETTIMANA DI LIVORNO
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VII
LA «BIANCA» DI GORGONA
Va in scena il NATALE
La scoperta che ha aperto nuove prospettive di studio e possibilità di altri progetti sull'isola che ospita il carcere
TUTTE LE MANIFESTAZIONI ORGANIZZATE DALL´ASSOCIAZIONE LA FUNICOLARE A MONTENERO NEL PERIODO NATALIZIO 8 dicembre 2012 - 27 gennaio 2013: 5a Ediz. PRESEPI IN MOSTRA (Santuario) 8 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013: PRESEPE in Funicolare 15 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013: NATIVITA´ NELL´ARTE Riflessioni su una nascita (installazioni e sculture), Giardini del Santuario di Montenero 19 Dicembre 2012 ore 15.00: BABBO NATALE IN PIAZZA DELLE CARROZZE Raccolta delle letterine (a cura Uff. Postale Montenero) 24 dicembre 2012 ore 23.30: BABBO NATALE SCENDE DAL CAMPANILE DEL SANTUARIO 6 Gennaio 2013 ore 11.00: BEFANA IN PIAZZA DELLE CARROZZE
Sabato 8 dicembre il gruppo dell’associazione Acsi “La Funicolare”di Montenero ha inaugurato la quinta edizione di “Presepi in mostra”, concorso aperto a studenti livornesi ed artisti italiani DI FABIO
FIGARA
pere in terracotta, in cartone, scolpite nel legno, quadri e un "presepe vivente": aggirandosi per i corridoi del chiostro del Santuario è possibile ammirare la scena della Natività riproposta in varie forme e con vari materiali e colori. Ad esempio, ecco Maria, Giuseppe e il Bambino in una grotta identica alla fortezza rappresentata nello stemma di Livorno; ecco una composizione di disegni e fotografie, in cui sono immortalate scene di vita quotidiana con disegni sulla nascita e infanzia di Gesù; e ancora, una meravigliosa radice di olivo da cui è stato ricavato un Presepe intero. "Siamo veramente soddisfatti della risposta che ci è arrivata in termini di pubblico e di partecipanti - spiega Francesco Lamacchia, presidente dell’associazione organizzatrice esporremo le opere fino al 27 gennaio, poi proclameremo i vincitori di quest’edizione. Contemporaneamente, oltre a tutta un’altra serie di eventi, abbiamo deciso di dedicare un secondo concorso solo alle sculture di artisti, opere che verranno ospitate nei giardini del Santuario dal 15 dicembre al 6 gennaio." All’inaugurazione è intervenuto don Alessandro Paradisi, priore della comunità
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monastica vallombrosana. "Sono veramente onorato di poter ospitare anche quest’anno la mostra sui Presepi - ha
affermato don Alessandro - e noto con piacere un aumento della qualità delle opere partecipanti e una numerosa partecipazione.
Da San Francesco ai giorni nostri
UN PO’ DI STORIA SUL PRESEPE l primo presepe, storicamente certo, è quello I1223 voluto da San Francesco la notte di Natale del a Greccio. Esso ci restituisce l’atmosfera e la descrizione dei Vangelo di Luca: il cielo stellato, le piante, la grotta e veri attori quei contadini e pecorai che accorsero con i loro cani, greggi e lanterne. C’erano anche un bue ed un asino, ma il Santo non volle attori a rappresentare Maria, Giuseppe ed il Bambino. Sappiamo che fu celebrata la Messa ed il Vangelo fu letto e commentato dallo stesso Santo e che i presenti frati ed umili contadini innalzarono canti e lodi al signore per quell’intera notte piena di gioia, misticismo e di visioni divine. Certamente la scena della Natività e quelle del ciclo (Adorazione dei Pastori) erano scelte da sacre rappresentazioni annualmente offerte sui sagrati o all’interno delle chiese durante tutta l’alto Medioevo, ma l’iniziativa di San Francesco ebbe una vastissima risonanza e, dopo l’anno 1223, si generalizzò. Dai presepi viventi con attori, comparse ed animali in carne ed ossa si passò ben presto a quelli con figure scolpite nella pietra o nel legno, a grandezza naturale, che furono collocate in una cappella ed esposte tutto .l’anno. A differenza di oggi, le grandi sculture erano statiche e solenni, come possiamo vedere nel presepe storicamente importante di Arnolfo del Cambio (1289) conservato in Santa Maria Maggiore a Roma. Poi, attraverso le terrecotte invetriate e policromate del 1400 e del 1500, i bassorilievi in marmo (dove sono presenti tutti gli elementi dei moderni presepi: la grotta stalla, gli
Purtroppo in Italia l’importanza del Presepe è andata diminuendo, di pari passo con la crisi culturale e dei valori religiosi che stiamo vivendo, preferendo l’installazione dell’albero, secondo le usanze nordeuropee. Non dobbiamo dimenticare che San Francesco d’Assisi, vista l’impossibilità per la maggior parte delle persone di recarsi in Terra Santa, volle riproporre per primo la scena della Natività, dando inizio a questa stupenda tradizione: cerchiamo di riscoprirne il valore!" Particolarità di questa
inaugurazione è stata la partecipazione del "Presepe vivente" della Parrocchia di Parrana S. Martino: i bambini della catechista Veronica Raglianti hanno impersonato Maria, Giuseppe, angeli, magi e pastori… perfino la stella cometa! "Tengo molto alla tradizione del Presepe - spiega Veronica - e con la creazione di questa scena, facendo improvvisare i bambini come attori, spero che apprezzino il Natale non solo come l’arrivo di regali, ma soprattutto perché rappresenta il momento della nascita di Cristo."
animali, San Giuseppe dormiente, i pastori, gli angeli danzanti e musicanti in cielo, lo sfondo roccioso ed il tempio pagano fatiscente), si arriva al presepio inteso come rappresentazione tridimensionale strettamente collegata alla scenografia teatrale. Quando si parla di presepe associamo subito la parola a quelli napoletani, animati, popolari e drammatici allo stesso tempo, senza quelli magistrali realizzati in legno in Lombardia ed in Alto Adige o, in terracotta, da Modena fino all’Abruzzo. Gli abilissimi modellatori sono chiamati "figulini" In Italia fiorirono vere e proprie scuole di presepi: oltre la napoletana, quella pugliese/lucana e soprattutto quella siciliana. Svariati materiali furono utilizzati nella realizzazione delle figurine: il legno, la terracotta, la cera, la cartapesta, lo stucco, il gesso ed il corallo integrato dal rame e dall’oro (Sicilia). E tante figurine erano pregiate, artisticamente fini e dettagliate nelle fattezze e negli abiti, al punto da divenire oggetto di dono ad ambasciatori e corti straniere, oltre che parte di doti nuziali e da essere oggi esposte nei più importanti musei. Collegate al Natale nacquero e, in parte, ancora oggi sopravvivono diverse tradizioni, alcune strettamente religiose, altre culinarie e altre ancora di chiara origine pagana o nordeuropea: dalle pastorali cantate davanti al presepio al gioco popolare della tombola; dal cenone magro alla Messa di mezzanotte; dalle fiaccolate notturne all’arrivo dei doni da parte di Babbo Natale. E di questo passo non si finirebbe mai perché, come vedremo, il presepio si è diffuso in tutto il mondo e intorno ad esso, e nei dodici giorni che corrono dalla vigilia all’Epifania sono fiorite tante tradizioni che sarebbe ingiusto non far conoscere. Francesco Lamacchia
na varietà di ulivo sconosciuta fino ad oggi, nata e U cresciuta proprio nella piccola isola dell’Arcipelago toscano, e caratterizzata da particolari olive "a punta": Francesco Presti, consulente agronomico della Casa di Reclusione dell’isola, ci ha raccontato la sensazionale scoperta. "Da un paio d’anni studio queste piante, una nuova varietà cresciuta grazie all’isolamento di questi ultimi trecento anni. Probabilmente furono proprio i monaci Certosini di Calci, giunti sull’isola per viverci e lavorarci, ad introdurla. Grazie a studi approfonditi, in collaborazione con il dott. Claudio Cantini dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Particolari olive Arboree (IVALSA) del Consiglio Nazionale «a punta» delle Ricerche, ho avuto cresciute grazie la possibilità di confrontare il DNA delle all’isolamento della Gorgona e di questi ultimi piante di compararlo con quello degli ulivi trecento anni catalogati fino ad oggi, attingendo informazioni da un database internazionale. Il risultato è stato quello che pensavo: proprio una nuova varietà di ulivo! Tuttavia ho iniziato uno studio approfondito anche dei documenti storici, per trovare testimonianze più precise sulle attività dei Certosini." La nuova cultivar è stata così iscritta nel luglio del 2012 nei registri del Repertorio Regionale delle risorse genetiche autoctone toscane, ai sensi della LR 64/04. Questi ulivi, classificati comunque in via d’estinzione (solo una ventina di piante), sono controllati ed accuditi da Presti e dal gruppo di detenuti impegnato in progetti di lavoro quali l’orticoltura, la viticoltura, l’olivicoltura, l’allevamento di bovini, ovini, caprini, suini, equidi, avicoli ed api, nonché la produzione di olio, vino, conserve, marmellate, formaggio, carne e miele. "La Gorgona è un microcosmo unico che ha visto passare innumerevoli persone, sia che fossero uomini liberi o detenuti, religiosi o militari, contadini o pescatori; e infatti si è creata così una realtà ricca di bellezze e, allo stesso tempo, di affascinanti contraddizioni: da una parte il carcere, al cui interno sono ovviamente limitate le libertà individuali ma, allo stesso tempo, le attività lavorative dei detenuti permettono loro di girare liberamente all’interno dell’isola, di vivere a contatto con la natura, di creare un rapporto speciale anche con gli animali e di avere la possibilità di tornare nel mondo del lavoro con una professionalità: insomma, un grande laboratorio sociale e didattico." Allo stesso modo, il fatto di essere nate in luogo chiuso ha permesso ad alcune piante, come appunto alla "Bianca", di svilupparsi autonomamente e di rappresentare così un’entità nuova nel panorama botanico internazionale. E lungo le strade dell’isola la varietà di profumi, odori e colori dànno un’idea di quante meraviglie naturali convivano sull’isola. "Sull’isola vivono più di cinquecento specie vegetali censite su un territorio molto limitato - continua Presti piante spontanee erbacee, una ricca macchia mediterranea, boschi di pini e di lecci; e, da quest’anno, abbiamo anche la "Bianca". E non escludo assolutamente che l’isola possa nascondere altre sorprese!" Adesso questa nuova scoperta può rappresentare una nuova grande risorsa per l’amministrazione penitenziaria, al fine di creare un nuovo progetto per il lavoro e la formazione della popolazione detenuta, ad esempio con la creazione di una nuova filiera per la produzione di un olio monovarietale unico. "Mia figlia si chiama Bianca, e ho deciso di dare proprio questo nome alla "nuova" pianta. Tuttavia il colore della pasta ottenuta dalle olive, e probabilmente dell’olio che, forse, un giorno potremmo produrre, è piuttosto scuro: come per ogni aspetto dell’isola, anche in questo mi piace vedere un’affascinante contraddizione! Purtroppo la crisi c’è, e si fa sentire anche in termini di finanziamento dei progetti.Tuttavia siamo ottimisti: il modello detentivo della Gorgona, all’avanguardia nel difficile panorama delle carceri italiane, ha sempre superato momenti di difficoltà, e ce la farà anche stavolta." F.F.
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LA SETTIMANA DI LIVORNO