Ricordo dei martiri e dei perseguitati nella Veglia di Natale I discepoli di Gesù vengono a trovarsi in una situazione simile a quella del loro Maestro: il martire è colui che dà testimonianza, vivendo questa situazione come l’ha vissuta il Maestro. In comunione spirituale con il vescovo di Musul e i suoi fedeli, che attendono con il digiuno e la preghiera questo Santo Natale e invocano la pace e il ritorno alle loro case, preghiamo anche noi in questa notte santa. Ricordiamo i nostri fratelli perseguitati e uccisi per la loro fede in alcune parti del mondo. Ascoltiamo la loro testimonianza. 1)IRAQ Lettore 1:
“Hanno preso quattro ragazzini, quasi bambini. E hanno gridato loro: “Pronunciate la formula di adesione all’islam”. Loro hanno risposto: “Amiamo Gesù e seguiamo solo Lui”. I jihadisti hanno ripetuto l’ordine, con voce glaciale: “Pronunciate la formula”. Quasi balbettando, gli adolescenti hanno rifiutato ancora: “Non possiamo farlo”. Li hanno decapitati uno dopo l’altro”.
Lettore 2:
Gli aguzzini gli chiedevano di pronunciare la “Shahada”, la testimonianza di fede nell’islam: “Testimonio che non c’è altro Dio al di fuori di Allah e che Maometto è il suo profeta”. Nelle terre conquistate e governate con il pugno di ferro dallo Stato islamico, è questa frase, spesso, a fare la differenza fra la vita e la morte.
Lettore 1:
Il vescovo siro-ortodosso di Mosul racconta con le lacrime le sofferenze dei cristiani uccisi e perseguitati, costretti a vivere sotte le tende mentre avanza l’inverno e il gelo.
Lettore 2:
Il popolo in fuga porta con sé le immagini indelebili delle violenze subite o viste. Le case dei cristiani “marchiate” con la lettera “N” di nazareni e poi espropriate. Le persecuzioni degli yazidi. Le chiese distrutte o trasformate in prigioni. Gli abusi sulle donne. Le esecuzioni pubbliche.
Canto: Chi ci separerà dal suo amore, la tribolazione, forse la spada? Né morte o vita ci separerà dall’amore in Cristo Signore.
2) PAKISTAN Lettore 1:
Asia Bibi ha la febbre, emicranie, comincia a manifestare disturbi psichici a seguito dell’isolamento in cella, dell’oscurità in cui è costretta a vivere. La conferma della condanna a morte è stata un duro colpo. Spera ancora che le sia concessa la grazia.
Lettore 2:
Da oltre cinque anni e quattro mesi la mamma cattolica è rinchiusa in carcere con la falsa accusa di blasfemia. Condannata alla pena capitale, è l’icona della persecuzione verso i non musulmani.
Lettore 1:
Il problema della sicurezza c’è per tutti i cristiani accusati. Devono nascondersi, non posso tornare alle loro case. È importante che l’Occidente mantenga alta l’attenzione 1
su Asia Bibi. È grazie alle pressioni internazionali che la sua sicurezza si rafforza. C’è il timore continuo che qualcuno possa ucciderla, anche in prigione. Lettore 2:
Ogni volta che si apre un processo per blasfemia c’è grande pressione da parte della comunità musulmana. In questo caso particolare, il giudice ha imposto restrizioni nella procedura, ha evitato che potessero controinterrogare i testimoni dell’accusa, che sul piano legale significa praticamente ammettere la colpevolezza del proprio assistito.
Lettore 1:
Lo schema, se è accusato un cristiano, si ripete: basta un testimone che afferma che ha offeso Maometto o il Corano, scatta la violenza della folla - come fu per la coppia bruciata viva il 4 novembre - il reato viene registrato e l’accusato finisce in carcere. Dietro c’è una strategia precisa: fermare la predicazione cristiana.
Canto: Chi ci separerà dalla sua pace, la persecuzione, forse il dolore? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi.
3) SUDAN Lettore 1:
“Non so se potrò mai tornare in Sudan perché per il governo sudanese resto sempre un’apostata e perché ho ricevuto molte minacce da parte di gruppi estremisti. È triste, ma più di tutto voglio che i miei figli crescano in un posto dove nessuno possa dire loro in che cosa credere”.
Lettore 2:
È la storia di Meriam, la giovane cristiana perseguitata per la sua fede, liberata lo scorso giugno, grazie a una mobilitazione internazionale, dal carcere di Karthum, dove era stata rinchiusa per essersi rifiutata di convertirsi all’islam. Dallo scorso agosto, lei e la sua famiglia vivono negli Stati Uniti.
Lettore 1:
I primi tempi erano stati difficili perché al trauma della lunga prigionia e della costante preoccupazione per al salute dei suoi bambini, che erano rinchiusi in cella insieme a lei, si era aggiunta la paura che qualcuno potesse fare del male a lei o alla sua famiglia anche nella loro nuova casa, che la condanna a morte per apostasia pronunciata il 15 maggio scorso da un giudice sudanese l’avesse seguita anche dall’altra parte dell’Atlantico. Tutt’oggi quel timore non l’ha abbandonata completamente. Meriam è costantemente in guardia quando esce di casa o si reca a Messa, cercando sempre di essere accompagnata dal marito e da uno dei parrocchiani.
Lettore 2:
“La persecuzione dei cristiani - racconta Meriam - era dappertutto attorno a me quando ero piccola e mentre crescevo. Alcuni di noi cercavano di nascondere la loro fede, ma la gente lo veniva a sapere lo stesso, lo capiva dal tuo nome, dalla famiglia da cui provieni. Spesso per i cristiani i prezzi nei negozi per te sono più alti, la merce non è disponibile, i posti di lavoro scompaiono, e non ci sono promozioni sul lavoro”.
2
Canto: Chi ci separerà dalla sua gioia, chi potrà strapparci il suo perdono? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore.
Preghiamo Supplichiamo la tua misericordia, o Padre del cielo: siamo certi che tu ci doni segni indelebili della tua presenza con gli occhi, lo sguardo e il cuore di tanti nostri fratelli, testimoni del tuo amore e della verità! Abbiamo accolto con stupore in questa veglia parole di vangelo nuovo da coniugare nella quotidianità: aiutaci ad essere fedeli e perseveranti sulle strade del mondo affinché con la nostra vita sappiamo far nascere Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. Oppure: Signore Gesù, in questo momento vogliamo pregarti cristiani della fede. sottoposti. fede, uno stile di edificante coraggio. i Cchiediamo: on le parole della Liturgia t soffrono persecuzione testimoni autentici e fedeli delle tue prom esse. A m en.
3
per tutti perseguita T i presentiam no A T e in colpevoli “ concedi a a causa d