Bollettino diocesano 2016

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DIOCESI DI TEGGIANO -POLICASTRO

BOLLETTINO DIOCESANO Organo ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia

Gennaio-Dicembre 2016



CONFERENZA EPISCOPALE CAMPANA



PER UNA PASTORALE PIÙ ATTENTA ALLA PERSONA CONCRETA LETTERA AI PRESBITERI DELLE DIOCESI DELLA CAMPANIA Carissimi confratelli nel sacerdozio, nel nostro incontro a Salerno (10-11 ottobre) abbiamo riflettuto sulla recezione sull’Esortazione apostolica “Amoris laetitia” nelle nostre comunità. Ringraziamo Papa Francesco per questo dono fatto alla Chiesa: il documento offre una grande opportunità. Anche noi Vescovi siamo coinvolti in un cammino di discernimento e ci interroghiamo sulla ricaduta del documento nel vostro ministero. Il documento non dà “ricette” ma apre percorsi da intraprendere e possibilità da scrutare. Esso richiede una conversione della nostra pastorale, che consiste nel dare maggiore centralità alla persona concreta e nell’investire tempo e competenze per il suo ascolto e accompagnamento. Sappiamo che già la pastorale ordinaria assorbe molto del vostro tempo e delle vostre energie. Ora, anche a causa di una inadeguata interpretazione del documento, siete ancora più pressati da tanti fedeli che vivono situazioni di relazioni ferite, i quali si rivolgono a voi per avere risposte immediate (come, ad es., per l’accesso ai sacramenti, l’idoneità di padrino, ecc.…). Nell’attesa di indicazioni più organiche da parte nostra, vogliamo rivolgervi subito una parola di orientamento e di sostegno. Voi, infatti, siete “il prossimo più prossimo del vescovo e il comandamento di amare il prossimo come se stesso comincia per noi vescovi precisamente con i nostri preti” (Papa Francesco). In primo luogo, vi invitiamo a non procedere ad una lettura affrettata e parziale del documento, ma ad approfondirlo, preferibilmente insieme con gruppi di famiglie, con spirito sinodale. Inoltre, è necessario un percorso serio di accompagnamento delle persone, senza sconti né scorciatoie. Siamo consapevoli che dobbiamo apprendere tutti la difficile “arte dell’accompagnamento e del discernimento”, per la quale dobbiamo riconoscere che c’è una carenza di formazione. Infine, “siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle” (nr.37). Vogliamo anche richiamare alcuni possibili rischi, quali, ad es., quello di procedere in ordine sparso o in modo frammentario, con l’inevitabile conseguenza di mettere in atto pratiche difformi che inducano a sepa-

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rare i sacerdoti, dividendoli in cosiddetti “lassisti” e “rigoristi”, creando disorientamento tra i fedeli. In questi giorni ci siamo posti alcuni interrogativi che vogliamo condividere con voi. Dobbiamo chiederci come è impostata la pastorale familiare nelle nostre diocesi: - c’è una preparazione remota al matrimonio? - Come è strutturata la preparazione prossima al matrimonio? - Ci si limita a interventi di esperti o, invece, è un vero cammino catecumenale al sacramento? - Come mettere in atto nelle nostre diocesi l’accompagnamento di coloro la cui relazione matrimoniale si è infranta? - Come impostare l’itinerario di discernimento che orienta i fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio e alla comunità? - E noi, vescovi e presbiteri, siamo preparati per il discernimento in questione? - E le persone che vivono le situazioni di fragilità sono disponibili a fare un cammino di discernimento oppure vogliono tutto e subito? - Infine, come discernere quali forme di esclusione attualmente praticate (ad es., l’incarico di padrino, di catechista, di lettore, ecc..) possano essere superate? - E, in generale, come riannunciare la bellezza del Vangelo della famiglia? Come vescovi, ci impegniamo a continuare la riflessione e ad offrire in tempi congrui alcune linee comuni, evitando che esse diventino una sorta di “prontuario” ma siano orientamenti di un cammino concreto. Siamo, infatti, consapevoli che è certamente opportuno indicare dei criteri ma ogni pastore non può evitare la fatica del discernimento. Cari presbiteri, facciamo nostro l’invito che Papa Francesco rivolge alle famiglie a conclusione dell’Esortazione: “Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa” (Nr.325). I vostri vescovi

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VESCOVO



MESSAGGIO PER LA QUARESIMA

Con la celebrazione del mercoledì delle ceneri la Chiesa si immerge nella Quaresima come tempo della conversione, del ritorno a Dio con tutto il cuore. Non è mai troppo tardi! Dio attende sempre il nostro ritorno: «Questo è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, anche a crimini gravi, è il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni, della dignità, degli affetti, della stessa vita. Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è ben altro. Dio non si stanca di tendere la mano. È sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. È sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia» (Papa Francesco, Misericordiae vultus, 19). Nell’Anno giubilare della Misericordia sentiamo ancora più forte questa esigenza dello spirito. Non possiamo far passare altro tempo! Sperimentare e offrire misericordia è l’impegno che vede coinvolta tutta la comunità cristiana, senza esclusione di alcuno. Avvertiamo l’impegno di riscoprire la misericordia come struttura della propria spiritualità. Non esiste una “stile” misericordioso, i cristiani non hanno bisogno di stile... esiste la “spiritualità” della misericordia, senza la quale la vita passa in un tristissimo grigiore che avvelena. La misericordia spalanca il cuore, apre nuove vie, abbellisce la vita di tutti, ricuce rapporti, supera le difficoltà, in una parola conferisce all’esistenza l’orizzonte stesso di Dio. Elemosina, digiuno e preghiera diventano i capisaldi della vita cristiana se vissuti nell’ottica del Vangelo. La Quaresima si ripresenta come proposta aperta a tutti per la riscoperta del battesimo, un itinerario che però deve essere accompagnato dall’ascolto della Parola di Dio, significativamente ricordato dalle parole del sacerdote mentre lascia cadere sul nostro capo la cenere: Convertiti e credi al Vangelo. L’esperienza dell’ascolto si completa con la carità che si manifesta verso tutti. «Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! Lo chiediamo per l’intercessione materna della Vergine Maria,

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che per prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina a lei donata gratuitamente, ha riconosciuto la propria piccolezza (cf Lc1, 48), riconoscendosi come l’umile serva del Signore (cf Lc 1, 38)» (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2016). Il giorno radioso della Resurrezione non ci trovi impreparati ad accogliere lo splendore di una vita nuova, ristabilisca in noi la certezza che il Signore Risorto porterà a compimento la sua promessa di eternità per tutti. Buona Quaresima! Teggiano, 10 febbraio 2016 Mercoledì delle Ceneri + P. Antonio Vescovo di Teggiano-Policastro

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SANTA MESSA DEL CRISMA Omelia Misericordiosi come il Padre Cattedrale di Teggiano 23 marzo 2016

Carissimi Presbiteri, fratelli e sorelle, sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio (2 Cor 1, 3-4). Abbiamo bisogno della consolazione e della tenerezza di Dio che in questo Anno Santo della Misericordia dobbiamo riscoprire e sperimentare. La Parola di Dio, l’esempio di Gesù Cristo ci spingono a modellare il nostro cuore per essere misericordiosi come il Padre. È una grazia ritrovarci per questa celebrazione nella quale rendiamo grazie per il dono del Sacerdozio ministeriale e si rinnova la consapevolezza dell’annuncio odierno: Lo Spirito del Signore è sopra di me (Lc 4, 18). La prima lettura di oggi contiene la straordinaria profezia di Isaia, alla comunità di ritorno dall’esilio, annuncia che Dio non abbandona! Dio ristabilisce un’alleanza eterna! La chiamata e la missione del profeta sono descritte innanzitutto dall’unzione che nel linguaggio biblico indicano l’elezione da parte di Dio, attraverso la quale affida un compito. I destinatari di questo particolare ministero sono i poveri, i miseri, chi vive nell’umiltà e nella sofferenza. Il profeta è chiamato a prendersi cura di costoro, curando le ferite e “fasciando le piaghe dei cuori spezzati” (cf Is 61, 1) e soprattutto a proclamare la liberazione e la salvezza. La consolazione e la gioia sono i doni particolari che Dio fa nell’anno di grazia, nel quale sarà ristabilita la dignità di Israele. È questo il tema che riprende anche la seconda lettura nella quale il sacerdozio di Cristo viene partecipato a tutti i credenti, così da divenire

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un popolo sacerdotale. L’offerta che essi presentano a Dio sarà il sacrificio di Gesù Signore unito al sacrificio di sé stessi. Il Vangelo ripercorre la profezia contenuta nella prima lettura. Questo brano si trova all’inizio della terza parte del Vangelo di Luca nel quale è narrato il ministero di Gesù in Galilea. Dopo il battesimo e l’esperienza del deserto Gesù si trova nella sinagoga di Nazareth dove si reca per la preghiera e per l’ascolto della Parola. L’inizio del suo ministero, secondo l’evangelista Luca, coincide con questo racconto. Egli si alza a leggere il passo di Isaia in cui si parla dell’unzione, della elezione e della missione del profeta. Ciò che è contenuto nell’oracolo di Isaia può essere accostato alla missione del Messia, ecco perché Gesù applica a se stesso e alla propria attività ciò che è contenuto nel libro di Isaia. Nel momento in cui Gesù inizia a parlare la profezia si compie e si realizza in lui. Egli rivela così la sua dignità sacerdotale che non si limita alla celebrazione del culto, ma si realizza anzitutto nella proclamazione di un anno di grazia che restituisce all’uomo, ferito e umiliato, la sua dignità. Egli, davanti ai suoi concittadini, si presenta come il profeta messianico unto dal Padre per una missione universale. La celebrazione di oggi viene chiamata “quasi epifania della Chiesa, corpo di Cristo, organicamente strutturato, che nei vari ministeri e carismi esprime, per la grazia dello Spirito, i doni nuziali di Cristo alla sua sposa pellegrina nel mondo” (cf Introduzione alla benedizione degli olii). In questa Eucarestia, con particolare evidenza, è espressa l’unità del ministero sacerdotale, rappresentata dal Vescovo e dai presbiteri. Uniti a noi i cari diaconi prossimi all’ordinazione presbiterale, i diaconi permanenti e voi fedeli che, partecipando del sacerdozio di Cristo mediante il battesimo, celebrate con noi il sacrificio redentore del Signore. In questa celebrazione verranno consacrati gli olii con i quali i fedeli saranno segnati per ricevere forza e vigore: “segno sacramentale di vita perfetta e di salvezza ormai compiuta per quanti vengono rinnovati nel lavacro del battesimo” (Orazione di consacrazione del crisma). Cari Presbiteri la Messa del crisma è il momento nel quale ognuno di noi ritorna con la mente al giorno della propria ordinazione sacerdotale quando, attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione del Vescovo, siamo stati inseriti nel sacerdozio eterno di Gesù Signore. Tra non molto risuoneranno per noi tutti le domande che confermeranno gli impegni che abbiamo assunto in quel giorno davanti a Dio e alla Chiesa. Tutto ciò ci permetterà di tornare alle nostre comunità inondati dalla gioia di aver risposto nuovamente e per sempre il

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nostro SI pieno, indiviso, radicale. Questo significa che la vita del presbitero deve ritrovare in Dio la sua centralità, tralasciando ambizioni, velleità e fantasie individualistiche. Quotidianamente riconsegniamo la vita a Dio, consacrandoci ad un ministero sacerdotale fedele e fecondo, vissuto nella fraterna condivisione, a servizio della nostra gente. Oggi noi riscopriamo la bellezza e il significato del nostro sacerdozio, avvertiamo che la chiamata non è frutto di particolari doti, ma è benevolenza e predilezione di Dio per noi; guardati da Dio e avvolti dalla sua misericordia, abbiamo sentito rivolto a noi personalmente l’invito del Maestro: Tu seguimi! Constatiamo che questo amore, predilezione e misericordia di Dio per noi non viene mai meno, anzi ogni giorno il Signore rinnova questa sua scelta, rimanendo fedele alla sua parola. Il Sacerdozio ha visto la luce nel cenacolo, nel momento in cui Gesù lasciava alla Chiesa il suo Corpo e Sangue, come Alleanza eterna ed irrevocabile. E pur tra mille difficoltà, consapevoli delle nostre debolezze e ritardi, nuovamente rispondiamo a quell’amore che ci ha interpellati e al quale, nello slancio della nostra giovinezza, abbiamo risposto: Ecco manda me (Is 6, 8). A partire da questa gratuità e da questo amore di Dio, dobbiamo rispondere con coraggio alle sfide che il nostro contesto pone al ministero ordinato. Anzitutto essere misericordiosi: Papa Francesco ha richiamato più volte che la misericordia non è per nulla un aspetto secondario del ministero, anzi la misericordia di Dio diventa il modello al quale ispirare il nostro essere preti al servizio del popolo di Dio. Per questo non è concepibile un prete scostante, ripiegato su sé stesso, un prete ruvido nelle relazioni interpersonali; un prete lontano dagli altri confratelli, che non avverte la necessità di stare insieme a loro, di condividere i traguardi, gli ostacoli: non vive certamente serenamente il suo ministero. La misericordia, d’altro canto, non si improvvisa. Non è un abito che si indossa e si dismette a piacimento. Una spiritualità di misericordia non si raggiunge solamente con uno sforzo puramente umano, c’è bisogno di Dio e della sua Parola, da cui impariamo ad essere misericordiosi. Quando peraltro noi compiamo opere di misericordia e ci occupiamo di qualcuno, lo facciamo certo per suo vantaggio e questo abbiamo di mira, ma ne deriva, non so come, anche un vantaggio nostro, poiché l'opera di misericordia che eroghiamo a vantaggio del bisognoso Dio non la lascia senza ricompensa. Questa ricompensa presa in grado sommo consiste poi nel godere pienamente di

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lui, o, per tutti noi che godiamo di lui, nel godere, in lui, anche di noi gli uni degli altri (S. Agostino, De doctrina christiana, 33.35). La luce della Parola illumina la nostra giornata, è un impegno che ci siamo presi nel giorno dell’ordinazione diaconale: Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni. La Parola di Dio è misericordia che ci viene elargita ogni giorno e con essa ogni giorno c’è il bisogno di confrontarsi, nella consapevolezza che essa forma, plasma e ci rende misericordiosi. Non possiamo sottrarre tempo per l’incontro con la Parola di Dio perché essa dà senso alla nostra giornata, ai nostri impegni, al nostro lavoro. Dalla Parola di Dio impariamo la misericordia, da essa comprendiamo come amare il prossimo significa servirlo con misericordia: Dobbiamo comprendere che il prossimo è colui che dobbiamo servire con misericordia, se ne ha bisogno, o che dovremmo essere disposti a servire qualora ne avesse… Ora nessuno può essere eccettuato, nessuno escluso dai nostri doveri di misericordia, quando il precetto si spinge fino all’amore dei nemici (S. Agostino, De doctrina christiana, 30.31). Poiché l'essenza divina è più eccellente di noi e supera la nostra natura, il comandamento per il quale amiamo Dio è stato distinto da quello dell’amore del prossimo. Egli infatti usa misericordia a noi in forza della sua bontà, noi ce ne usiamo gli uni gli altri per la bontà di lui. Cioè: egli usa a noi misericordia perché possiamo godere di lui, noi ci usiamo misericordia gli uni verso gli altri, ma ugualmente per godere di lui (S. Agostino, De doctrina christiana, 30.33). Così San Gregorio Magno delinea il ministero sacerdotale: Le labbra del sacerdote custodiscono la scienza e dalla sua bocca ci si aspetta l’annuncio della Legge, perché egli è l’angelo del Signore degli eserciti (Ml 2, 7). Anche a voi però, se volete, è consentito raggiungere la meta sublime espressa dal nome. Se ciascuno di voi, infatti, per quanto è in suo potere e assecondando la grazia dell’ispirazione divina, allontana il prossimo dal male, si impegna ad esortarlo a compiere il bene, ricorda a chi pecca il Regno eterno e il supplizio, quando formula i contenuti di questo divino messaggio esplica, in verità, le funzioni di angelo. Nessuno dica: Non mi riesce di dare consigli e sono inadatto a esortare. Per quel che ti è possibile, intervieni, per non dover rendere conto, nei tormenti, di aver esposto a rovina chi ti era stato affidato. Non più di un talento aveva ricevuto, infatti, chi si preoccupò di nasconderlo anziché di farlo fruttificare. Sappiamo anche che nel

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Tabernacolo di Dio non furono costruite solo coppe ma, per comando del Signore, anche bicchieri. Le prime indicano la grande scienza, gli altri la dottrina limitata e modesta. C’è chi, gran conoscitore della vera dottrina, cattura la mente degli ascoltatori, e, insegnando cosi, porge davvero una coppa. Un altro non riesce a trasmettere alla perfezione ciò che sente, ma se in qualche modo compie l’annuncio offre al gusto il suo modesto bicchiere…E infatti una carità ben più grande alimentare con il nutrimento della parola l’anima che vivrà in eterno, che saziare con un cibo terreno il ventre di una creatura destinata a morire. Non negate pertanto, o fratelli, al vostro prossimo la carità della parola. Con me esorto voi stessi ad evitare discorsi vani e a guardarci dalle chiacchiere inutili (Le 40 omelie sui Vangeli, I, VI, 6). In comunione con voi, carissimi fratelli presbiteri, ringrazio il Signore per il sacerdozio che ci ha resi sua immagine. Un motivo di personale ringraziamento al Signore è il dono di questo presbiterio della nostra Chiesa di Teggiano-Policastro, alla quale mi sento legato da un vincolo sacramentale che si incarna nelle relazioni umane, nella condivisione di progetti e speranze. In molti ho riscontrato tanta generosità ad investire tempo ed energie in esperienze nuove, pronti a rimotivare la loro adesione al servizio della Diocesi. Certo non sono mancate lentezze, ritardi, progetti “congelati” in attesa di nuove disponibilità. Certamente ciò che motiva me e voi non sono gusti e pareri personali, dietro ogni indicazione c’è sempre il dialogo leale e fraterno che alimenta il rispetto e ci dispongono ad accogliere i voleri di Dio. L’Anno Santo della Misericordia spinga ciascuno di noi a compiere ciò che a Dio piace di più. Il Papa, spiegando il motivo per cui aveva indetto questo Giubileo straordinario, ha spiegato: “Nella nostra epoca di profondi cambiamenti, la Chiesa è chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E il Giubileo è un tempo favorevole per tutti noi, perché contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurità del peccato, possiamo diventare testimoni più convinti ed efficaci… Il Giubileo sarà un “tempo favorevole” per la Chiesa se impareremo a scegliere “ciò che a Dio piace di più”, senza cedere alla tentazione di pensare che ci sia qualcos’altro che è più importante o prioritario. Niente è più importante di scegliere “ciò che a Dio piace di più”, cioè la sua misericordia, il suo amore, la sua tenerezza, il suo abbraccio, le sue carezze!” (Papa Francesco, Udienza Generale, Piazza San Pietro, Mercoledì, 9 dicembre 2015).

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Il dono di grazia ricevuto ci spinga ad una donazione totale e generosa, senza risparmi, perchĂŠ la parola di misericordia sia rivolta a tutti gli uomini. Ci assista e ci accompagni la Vergine Maria, Madre della Misericordia e custode premurosa del nostro Sacerdozio. Amen.

AMEN.

+ P. Antonio De Luca Vescovo

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MEMORIA DI SANT’ALFONSO M. DE LIGUORI PATRONO DEL PONTIFICIO SEMINARIO INTERREGIONALE CAMPANO Omelia Napoli 27 aprile 2016

Carissimi, ritengo di non poter tracciare un profilo adeguato di S. Alfonso in un tempo necessariamente limitato. La portata straordinaria della sua opera meriterebbe molto di più, per questo mi limiterò ad alcune considerazioni che, sono certo, troveranno in seguito spazio di approfondimento nel vostro studio. Ci sono persone che nella storia lasciano tracce profonde del loro passaggio che il tempo non riesce a cancellare. Uomini e donne che non hanno ritenuto di conservare gelosamente per se i doni ricevuti, ma di metterli al servizio dell’uomo per un suo integrale sviluppo. Santi che, in un preciso momento della vita, hanno deciso di seguire Cristo con la precisa consapevolezza che in questa vocazione rientrava l’uomo e la sua altissima chiamata alla santità. S. Alfonso De Liguori ripone l’essenziale della vita cristiana nella logica dell’amore, “Tutta la santità e la perfezione di un’anima consiste nell’amare Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore”1. L’amore genera conoscenza, interpella la coscienza, da significato all’esperienza della sequela Christi. Così si esprimeva Papa Benedetto XVI e Papa Francesco riprende nella Evangelii gaudium al n. 7, «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva»2. S. ALFONSO M. DE LIGUORI, Pratica di amare Gesù Cristo, cap. I. BENEDETTO XVI, Deus caritas est, 1 in http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est.html 1 2

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La liturgia della Parola ci propone il ministero del Messia così come delineato dal Profeta Isaia nella prima lettura. Il Profeta reca un lieto annunzio, un vero e proprio grido di salvezza rivolto a Israele povero e prigioniero, schiavo in Babilonia. È l’annunzio di un giubileo, tempo sacro nel quale lo schiavo era liberato, i debiti condonati, un tempo di pace che scaturiva dal ristabilimento della giustizia. La Chiesa oggi è inserita nel Giubileo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco; le parole di Isaia riecheggiano ed hanno lo stesso effetto di redenzione, di salvezza, di pace ristabilita. Il Giubileo nasce e si motiva con una grande forza profetica, spinge alla verifica, invoca l’uguaglianza, impone persino la restituzione (Gen 1; Es 12; Lv 25), apre nuovi percorsi e suscita interrogativi. La reale mistica di un Giubileo ha sempre una valenza teologale, relazionale e sociale. Una forza eversiva e spirituale che spinge a denunciare le prevaricazioni, a risanare i rapporti eliminando finzioni e doppiezze; a smascherare le strategie di affermazione, di successo, e di apparenza che si costruiscono spesso sulla debolezza altrui e le umane fragilità. La Chiesa che celebra il Giubileo della Misericordia deve traboccare di misericordia come il cuore del Padre. Non è abbastanza riconoscere ed identificare Dio come misericordioso, la comunità dei credenti, per essere tale, deve avvertire come sua specifica missione la misericordia. Gesù Cristo ha insegnato che l’uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma che è pure chiamato a “usar misericordia” verso gli altri: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt. 5, 7). Il brano del Vangelo riporta la nostra attenzione sul discorso missionario di Gesù alla sua comunità. Matteo riassume l’attività di Gesù che percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Gesù vede davanti a se le folle che sono «come pecore senza pastore» (Mt 9, 36) e da qui nasce il desiderio della missione. Già nell’A.T. l’espressione era usata dai profeti per indicare un popolo disperso, senza unità e senza una guida certa e sicura. Anche l’immagine della messe appartiene al vocabolario dell’A.T., in modo particolare alla predicazione profetica. Quest’ultima si riferisce alla mietitura, che ha bisogno di operai pronti a raccogliere e a vagliare il grano buono dal cattivo. Non è più il tempo dell’attesa, della preparazione, ma è il tempo del raccolto di ciò che è stato seminato. Per questo sulla bocca di Gesù queste parole suonano come richiamo all’urgenza della missione. Con la

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sua presenza la salvezza è già operante, la promessa si compie. La Chiesa di ogni tempo è interpellata a rendere presente questo mistero che si compie in Gesù Cristo, redentore dell’uomo. L’opera di S. Alfonso oggi sembra non trovare lo giusto spazio di attenzione. Siamo consapevoli che la storia dell’uomo è sottoposta all’alternarsi di sensibilità e spiritualità diverse. Ciò influisce anche sull’attenzione che si riserva ai Santi che hanno determinato nel loro apostolato una vera e propria svolta nell’approfondimento teologicopastorale. È il caso di S. Alfonso! Senza dubbio, tuttavia, il pensiero alfonsiano ha contribuito a riqualificare il rapporto dell’uomo con Dio non più in termini di rigorismo, ma inquadrando questa relazione in un’ottica di benevolenza. La morale di S. Alfonso è tutta incentrata sulla benignità che scaturisce dal Vangelo. A lui si deve l’intuizione di non sovraccaricare le coscienze con sentenze inappellabili, creando spesso disperazione della propria situazione: «Ho deciso di dare alla luce questa nuova opera (la Theologia moralis) che mantenga una posizione media tra le opinioni troppo benigne e troppo severe»3. «Alfonso fu il rinnovatore della morale: a contatto con la gente incontrata in confessionale, specialmente nel corso della predicazione missionaria, egli gradualmente e non senza fatica sottopose a revisione la sua (FORMAZIONE) mentalità, raggiungendo progressivamente il giusto equilibrio tra la severità e la libertà. A proposito del rigorismo spesso criticato nel sacramento della Penitenza, che egli chiamava “ministero di grazia e di perdono”, soleva ripetere: “Siccome la lassezza, ascoltandosi le confessioni, ruina le anime, così loro è di gran danno la rigidezza. Io riprovo certi rigori, non secondo la scienza, che sono in distruzione e non in edificazione. Coi peccatori ci vuole carità, e dolcezza: questo fu il carattere di Gesù Cristo. E noi, se vogliamo portare anime a Dio e salvarle, Gesù Cristo e non Giansenio dobbiamo imitare che è il capo di tutti i missionari”4. E nella sua opera maggiore di morale scrisse, tra l’altro, queste mirabili parole: “Essendo certo, o da ritenere come certo... che agli uomini non si devono imporre cose sotto colpa grave, a meno che non lo suggerisca un’evidente ragione Theologia moralis, Praefatio, ed. GAUDÉ, I, Roma 1905, p. LVI. A. M. TANNOIA, Della vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso Maria Liguori, III, Napoli 1800, p. 88; cf. Ivi, pp. 151,191-192 3 S. ALFONSO M. DE LIGUORI, 4

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(...). Considerando la presente fragilità della condizione umana, non è sempre vero che sia più sicuro avviare le anime per la via più stretta, mentre vediamo che la Chiesa ha condannato tanto il lassismo quanto il rigorismo” (S. Alphonsus M. De Ligorio, Theologia moralis, II, Roma 1907, p. 53)»5. Inserito pienamente nella riflessione teologica del XVIII sec. Alfonso ha toccato con mano la grave crisi che la morale viveva in quel periodo. Ciò che ha permesso a S. Alfonso di creare una sua visione della morale che ancora oggi conserva una straordinaria attualità è stato il contatto con la vita reale delle persone, sentendone il bisogno e talvolta lo sconforto nel quale piombavano a causa della durezza delle impostazioni della morale del suo tempo. Le intuizioni pastorali di Alfonso nascono dal suo impegno nell’evangelizzazione dei poveri e tra questi i più abbandonati. La salvezza della persona è il criterio ispiratore della teologia di S. Alfonso. Egli stesso, nella formulazione della sua proposta, afferma: «Nel corso del lavoro missionario, abbiamo scoperto che la sentenza benigna è comunemente sostenuta da numerosissimi uomini di grande onestà e sapienza… la sentenza rigida non solo ha pochi patroni e seguaci-e questi dediti forse più alle speculazioni che all’ascolto delle confessioni-ma è anche poco probabile»6. Oggi si fa un gran parlare di questioni morali, soprattutto riguardo alla vita matrimoniale, l’ultimo Sinodo dei Vescovi e la pubblicazione della Amoris laetitia hanno suscitato grandi attese: da una parte chi desiderava un radicale cambiamento, dall’altra chi invece ritiene che basta applicare le norme esistenti per dirimere le questioni. «I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche»7. «Non si deve gettare sopra due persone limitate il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa, perché il matrimonio come segno implica un processo GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Spiritus Domini. Dissertatio scolastico moralis pro usu moderato opinionis probabilis, in Dissertationes quatuor, Torino, 1832, p. 77-78. 7 FRANCESCO, Esortazione Apostolica Amoris laetitia. 5 6

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dinamico, che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio»8. Alcuni passaggi dell’Amoris laetitia sono una evocazione del pensiero alfonsiano, soprattutto in riferimento alla coscienza e la relazione che essa ha con le norme, le questioni dottrinali. Ciò che secondo Papa Francesco qualifica tutto ciò è l’apertura della coscienza alla grazia: «Per molto tempo abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla grazia, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie, consolidato il vincolo degli sposi e riempito di significato la loro vita… Stentiamo… a dare spazio alla coscienza dei fedeli, che tante volte rispondono quanto meglio possibile al Vangelo in mezzo ai loro limiti e possono portare avanti il loro personale discernimento davanti a situazioni in cui si rompono tutti gli schemi. Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle»9. Alfonso realizza delle innovazioni in quasi tutti i campi nei quali ha espresso il suo ingegno. Le Cappelle Serotine nelle quali inizia ad esprimere un concetto che sarà ripreso in seguito dalla riflessione teologica, specialmente dalla teologia spirituale: la chiamata universale alla santità. È chiaro fin da subito a S. Alfonso che essa non è prerogativa di pochi, ma è per tutti. Da qui nasce la scuola di vita cristiana che sono le Cappelle serotine, una scuola per laici che porterà un frutto straordinario di santità tra le persone più umili soprattutto tra il laicato. Una vera e propria esperienza non solo di formazione religiosa, ma di vera promozione umana. Dove arriva il Vangelo solo lì c’è vera e propria realizzazione e promozione della dignità umana. Il suo biografo P. Antonio Tannoia delinea le caratteristiche del ministero di Alfonso all’indomani della sua ordinazione presbiterale, soprattutto quando riporta che «operava egli nel Mercato e nel Lavinaro, ove vi è la feccia del popolo napoletano; anzi godeva vedersi circondato dalla gente più vile…questa gente piucchè ogn’altra aveva Alfonso a cuore…Tanti e tanti, ancorché scellerati e peccatori, che non lasciavano di frequentarlo, non solo presero in orrore il peccato, ma addivennero Anime di orazione non

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Ibid., 122. Ibid., 37.

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ordinaria, e sommamente impegnati in amare Gesù Cristo»10. Ormai vecchio, a Pagani, il ricordo delle Cappelle serotine è custodito con particolare vivacità. «Una delle ultime gioie fu sentire dall’Architetto Napoletano Giuseppe Mauro, interrogato con ansia riguardo alle Cappelle serotine se fossero frequentate: Sì, e non potete credere il bene che si fa, e che quantità di gente bassa vi concorre: vi si veggono ancora de’ cocchieri santi. Cocchieri santi a Napoli, riprese Alfonso con esultanza Gloria Patri… voi l’avete inteso don Giuseppe? Gloria Patri, cocchieri santi a Napoli»11. L’intento di Alfonso non era di inculcare il terrore di Dio, la paura per il giudizio: tutto nella sua opera di predicatore e di scrittore è servito a creare nel cuore delle persone la fiducia e la confidenza nella misericordia di Dio. Come ricorda S. Giovanni Paolo II la spiritualità di S. Alfonso è una spiritualità di popolo12. Non sorprende più di tanto una tale definizione: non appena Alfonso si accorse che tante persone vivevano come se Gesù Cristo non fosse mai esistito, non esitò un attimo a consacrare tutta la sua vita per l’annunzio dell’abbondante Redenzione. Si comprendono così le parole di un grande conoscitore della pietà popolare: «Ha posto lui, senza parere, sulle labbra di tutti, anche degli analfabeti, le parole di Teresa d’Avila e Giovanni della Croce. Ha suggerito al popolo i termini più alti nelle formule più umili, gli affetti più estatici nei vocaboli più quotidiani. Ha creato, nei semplici, un cuore di santi e grandi santi. Ha detto parole, le quali come lui-e lui come Gesù-restavano tra la gente più povera e sprovveduta: il popolo cristiano non ne ha conosciute molte di eguali, nessun maggiore»13. La misericordia è l’architrave che sorregge la vita della Chiesa14 secondo la felice intuizione del Santo Padre Francesco. Questo aspetto della vita divina, che deve incontrare anche la disponibilità umana, ha intriso tutta la vita, gli scritti, gli insegnamenti e la teologia di S. Alfonso. Alla sua scuola si apprende, senza paura di fraintendimenti, cosa A. TANNOIA, Della vita ed istituto del Venerabile Servo di Dio Alfonso M.a Liguori vescovo di S. Agata de’ Goti e fondatore della Congregazione de’ preti missionari del SS. Redentore, vol. I, Napoli 1798, p. 35-36. 11 THEODULE REY-M ERMET, Il Santo del secolo dei lumi, Città Nuova, II ed. 1990, p. 822. 12 GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Spiritus Domini. 13 G. DE LUCA, Sant’Alfonso il mio maestro di vita cristiana, a cura di O. Gregorio, Roma 1983, p. 131. 14 FRANCESCO, Bolla indizione Giubileo Misericordiae vultus. 10

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significa essere misericordiosi come il Padre. Il suo apporto allo studio e all’approfondimento della teologia della vita cristiana sono tuttora un insegnamento certo e garantito. Un impegno che ora si rivolge a noi, per rispondere sempre e sempre meglio all’appello accorato di Papa Francesco di rimettere la misericordia al centro della vita della Chiesa. Maria, Madre e modello di Misericordia, ci assista e ci doni di essere misericordes sicut Pater. Amen. + Antonio De Luca Vescovo

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MORIRE DI SPERANZA Preghiera in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa Riflessione Napoli, Basilica dei Ss. Severino e Sossio 23 giugno 2016 La Parola di Dio poc’anzi ascoltata ci introduce in modo straordinariamente efficace in questa veglia di preghiera. Il grande discorso di Gesù sulle realtà ultime e quindi definitive si chiude con la grandiosa pagina evangelica del giudizio che, oltre a richiamarci sul senso più genuino della carità, ci mostra inequivocabile chi è Gesù Cristo. Alla grettezza mentale di chi si ferma a fare calcoli di profitto, Dio risponde con la sua caratteristica principale: la misericordia! Perfino la conoscenza di Cristo è subordinata all’accoglienza del bisognoso, nel quale egli si identifica. E il metro di giudizio è lo stesso per tutti: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt. 25, 40). A Dio sta a cuore l’accoglienza degli esclusi, dei poveri, degli abbandonati e nel suo giudizio prevale solo ciò che siamo stati in grado di fare e di non fare nei loro confronti. Tutto si relativizza di fronte all’urgenza dell’accoglienza, perfino il sacrificio, la lode, il culto: «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? - dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is. 1, 11-17). Queste parole del Profeta Isaia ci inchiodano alle nostre responsabilità richiamando il dovere di continuare ad essere nel

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mondo presenza di Cristo accogliente. I discepoli di Gesù sanno riconoscere in chi ha fame, sete, in chi è straniero, nudo, malato, carcerato la presenza del Signore che si rivela nella piccolezza. Questa pagina non è un semplice invito alla carità: è una pagina di cristologia, che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo. Su questa pagina, non meno che sul versante dell’ortodossia, la Chiesa misura la sua fedeltà di Sposa di Cristo (Giovanni Paolo II, NMI, 49). Il nostro convenire in questo luogo ha un preciso dovere di giustizia e di ricordo per tutti coloro che, nella speranza di trovare un futuro migliore, ha trovato invece la morte nel tentativo di raggiungere la nostra Europa. Questo dramma tuttavia sembra che non trovi una giusta collocazione nelle nostre considerazioni, questo fenomeno suscita pietosa commiserazione e poca concretezza. È vero sono tanti gli sforzi per offrire una dignitosa accoglienza, ma non sempre i risultati ci mettono al riparo dalla deprimente eventualità che tanti nostri fratelli perdano la vita ancor prima di toccare terra. Come far fronte a questa continua emorragia di vita? Quali iniziative siamo in grado di porre perché ciò non accada più? Sentiamo forte il monito che proviene dal Santo Padre che, sempre più spesso, oltre alle parole ci offre un esempio reale di come è possibile farsi carico del dolore di tanti esseri umani, giovani, donne, bambini. La concretezza di un messaggio, che non deve restare inascoltato, ci obbliga ad assumere responsabilità di fronte all’indifferenza di troppi. Resta un modello la coraggiosa iniziativa dei Corridoi umanitari: «Assistiamo ogni giorno a nuove tragedie del mare, afferma Marco Impagliazzo Presidente di S. Egidio, ma abbiamo dimostrato che un’alternativa è possibile. È urgente che anche altri Stati europei adottino questo sistema che, oltre a salvare vite umane, garantisce, grazie ai controlli effettuati in partenza, la sicurezza per tutti e facilita l’integrazione»15. È un intervento che intende ostacolare le forme di illegalità che coinvolgono il traffico di esseri umani e aiutare quanti inseguono il legittimo sogno di una vita migliore16.

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È un progetto, nato da un protocollo d'intesa sottoscritto il 15 dicembre 2015 dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale - Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie, dal ministero dell’Interno - Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Fcei e dalla Tavola valdese. 16 Il progetto dei corridoi umanitari finora ha consentito di far arrivare in Italia in condizioni di sicurezza 280 persone, tra cui alcuni bambini ai quali è assicurata l’istruzione scolastica.

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L’urgenza di attuare progetti percorribili come questo è data dal fatto che mai come nel 2016 le morti in mare ha toccato cifre impressionanti. Secondo un calcolo dell’Onu diffuso il 31 maggio il numero delle persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa dall’inizio del corrente anno è di 2.510, anche se il numero ad oggi raggiunto è di ben 2868, cifre che hanno fatto definire il Mare nostrum “tomba di speranza”. Abbiamo bisogno di aprire il cuore oltre alle frontiere. Le storie di queste persone spesso non si conoscono, i loro racconti sono pieni di sofferenza mista a speranza, non possiamo impedire a nessuno di sognare una qualità di vita migliore rispetto a quello si ha per nascita, religione, cultura, Paese di provenienza. Padre Mussie Zerai, prete eritreo che ha posto il salvataggio dei migranti al centro della sua attività, ricorda come, sempre più spesso, le traversate della speranza di trasformano in incubi di tragedia e di morte. Traversate sempre più lunghe, sempre più costose e soprattutto sempre più pericolose per questi clandestini che cadono nelle mani di trafficanti senza scrupoli, mettendo talvolta a rischio la propria integrità fisica. «Le donne sono le vittime principali e non si tratta solo di stupri occasionali: alcune di loro hanno raccontato di essere state ridotte in un vero e proprio stato di schiavitù sessuale», ha denunciato il prete eritreo in una sua lettera aperta, aggiungendo che «i minori non sfuggono a questo genere di trattamento: arrivano in numero crescente e molti portano i segni dei gravi abusi che hanno subìto». L’antidoto alle pericolose attraversate (in mare e nel deserto) potrebbero essere i corridoi umanitari. Si tratta di cambiare logica per operare soluzioni che garantiscano la possibilità di vie di accesso legali dei rifugiati nei nostri Paesi. Alla possibilità mortifera di innalzare muri e barriere l’Unione Europea deve farsi carico e deve rispondere a questo appello di umanità. Se finora l’atteggiamento più frequente è stata la chiusura, ora si erge davanti a tutti l’imperativo dell’accoglienza. I naufraghi, prima che le nostre imbarcazioni, cercano le nostre coscienze; la nostra cultura dello spreco e dell’indifferenza non esita a far spettacolo e a giocare con frivolezza a fare i naufraghi! E non basta la buona volontà di alcuni Stati, ma tutti i Paesi coinvolti nell’accoglienza non possono non avvertire l’estrema necessità, l’appello etico che nasce dalle richieste di coloro che fuggono da guerra, fame, persecuzione, torture. L’immigrazione oggi determina la psicosi dell’invasione e la paura

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del terrorismo. In realtà i respingimenti e le chiusure non sono forieri di integrazione, né di pacifica convivenza, piuttosto sono indice di debolezza identitaria e di memoria corta. In ultima analisi accogliere non è solo un dovere cristiano, ma è un indicatore di civiltà ed una istanza giuridica. (cf Convenzione di Ginevra del 1951 che definisce il diritto d’asilo e lo status di rifugiato). L’Europa, oltre alle radici cristiani, nei secoli ha mostrato di poter offrire i frutti di un impegno a favore dell’uomo e quando ci si dimentica di ciò allora dobbiamo temere; infatti una comunità che si costruisce senza rispettare l’autentica dignità dell’essere umano, dimenticando che ogni persona è creata ad immagine di Dio, finisce per non fare il bene di nessuno. «Chi lascia la propria terra lo fa perché spera in un futuro migliore, ma lo fa anche perché si fida di Dio che guida i passi dell’uomo, come Abramo. E così i migranti sono portatori di fede e di speranza»17, affermava Benedetto XVI a cui fa eco Papa Francesco: «Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono. Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti. Perché ognuno di voi può essere un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità»18. Credo che l’accoglienza sia uno dei modi per declinare positivamente il Giubileo straordinario della Misericordia, nell’Alleanza stabilita con Dio e nella concretezza dei rapporti con ogni essere umano. + P. Antonio De Luca Vescovo

BENEDETTO XVI, Angelus 13 gennaio 2013, festa del Battesimo del Signore. FRANCESCO, Videomessaggio nel 35° anniversario del Centro Astalli per i rifugiati, 19 aprile 2016. 17 18

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TELEGRAMMA PER IL 65° DI SACERDOZIO DEL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI

Nella felice ricorrenza del 65° anniversario dell'Ordinazione Presbiterale del Papa emerito Benedetto XVI, il Vescovo Mons. De Luca ha inviato, anche a nome dell'intera Diocesi, un telegramma con il testo che segue: LIETA RICORRENZA SUO GIUBILEO SACERDOTALE MONS. ANTONIO DE LUCA ET DIOCESI TEGGIANO-POLICASTRO ELEVANO FERVIDE PREGHIERE AL SIGNORE PER SUO PREZIOSO MINISTERO DI PREGHIERA ET INTERCESSIONE ET INVOCANO SUANAPOSTOLICA BENEDIZIONE. MONS. ANTONIO DE LUCA

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ORIENTAMENTI PASTORALI ANNUNCIARE LA SPERANZA per il nuovo umanesimo in Gesù Cristo «Prigionieri della speranza!» (Zac 9,12) Alle comunità parrocchiali, ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici, alle associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali Fratelli e sorelle, il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede, per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi (cfr Rm 15, 13). Dopo aver sostato nella contemplazione del volto di Gesù Cristo, Misericordia del Padre, riprendiamo il percorso pastorale diocesano dei tre trienni: Educare alla fede (2012-2015); Educare alla speranza (2015-2018); Educare alla carità (2018-2020)1. Il Giubileo straordinario della Misericordia è stata l’occasione per sperimentare la grazia di Dio che ci ha chiamati alla fede, e con il suo amore, che guarisce e perdona, infonde in noi la forza della speranza e alimenta la carità, che ci permette di “vivere per Lui” (cfr Sal 22, 30). Ci ricorda Papa Francesco: «Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato» (Misericordiae Vultus, 2). Annunciare la speranza sarà il percorso pastorale dell’anno che si apre. Ci guideranno le indicazioni derivate dai lavori del V Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze 9-13 novembre 2015) e l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco. Un grato ringraziamento agli Uffici Diocesani e a quanti hanno offerto la loro collaborazione per individuare il percorso proposto. 1

A. DE LUCA, Orientamenti pastorali 2014/2015. Diocesi di Teggiano- Policastro.

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1. Prigionieri della speranza (Zc 9, 12) Questo testo del profeta Zaccaria, ispira l’icona biblica di riferimento che ci aiuterà in questo nuovo anno pastorale. In modo particolare, vorrei sottoporre alla vostra attenzione e meditazione la condizione del credente che il profeta riassume in una significativa espressione: “prigionieri della speranza”. Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina. Farà sparire il carro da guerra da Èfraim e il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra. Salvezza d’Israele Quanto a te, per il sangue dell’alleanza con te, estrarrò i tuoi prigionieri dal pozzo senz’acqua. Ritornate alla cittadella, prigionieri della speranza! Ve l’annuncio oggi stesso: vi ripagherò due volte. (Zc 9, 9-12) Il capitolo nono del libro del profeta Zaccaria può essere diviso idealmente in due principali sezioni: nella prima (9, 1-8) il profeta annunzia un pesante e opprimente messaggio di giudizio contro le nazioni; nella seconda (9, 9-17) l’uomo di Dio indirizza un messaggio di speranza e conforto, per un futuro glorioso e pieno di benedizioni. Il profeta rivolge ai deportati in Babilonia un invito incoraggiante e accorato: “Tornate alla cittadella” (9,12), cioè la roccaforte. Gli ebrei sono invitati a guardare con gioia verso la loro patria, verso Gerusalemme, la città di Dio; avrebbero dovuto guardarla come un luogo di rifugio sicuro per il loro futuro. «La Chiesa ringiovanisce in forza del Vangelo e lo Spirito continua-

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mente la rinnova, edificandola e guidandola»2, in un continuo cammino di conversione, per essere «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui» (1Pt 2,9), il quale ci ha chiamati dalle tenebre alla luce (cfr At 26,18). Per annunciare le ragioni della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15) è necessario accogliere il grido profetico di Zaccaria: tornare alla fortezza. Vogliamo guardare e correre verso la nostra “città” di rifugio che è Gesù Cristo, il Signore3! In Lui troviamo riparo dalle insidie del mondo e protezione dagli assalti del maligno. In Gesù Cristo, e solo in Lui, possiamo trovare ciò di cui abbiamo bisogno, perché Egli è la roccia del nostro cuore (cfr Sal 73,26), che ci ripete: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). L’invito del profeta è rivolto ai “prigionieri della speranza”, ad un popolo che nutre aspettative, che attende fiducioso l’intervento divino. Dio ci liberi dalla prigionia della delusione; dalla prigionia delle circostanze, della malattia, dello sconforto, della paura e dell’ansia; dalla prigionia del timore per il futuro; dalla prigionia dei vizi e dell’indifferenza. Dio può liberare da ogni forma di prigionia e ci rende liberi in Gesù Cristo (cfr Gal 5,1). Così, afferrati e conquistati da Cristo (cfr Fil 3,12), siamo “prigionieri della speranza”, in senso positivo, cioè portatori e annunciatori della speranza che libera e salva. È necessario nutrire speranza, alimentare la santa aspettativa che Dio interviene ancora oggi, come buon Samaritano, chinandosi sull’uomo ferito. La nostra speranza è che Egli continuerà a salvare i perduti; a battezzare con lo Spirito Santo; a chiamare al ministero; a guarire gli ammalati; a provvedere ogni giorno ai nostri bisogni; a consolare gli afflitti. Ecco perché nel nostro testo biblico di riferimento, Zaccaria invita il popolo all’esultanza per la gioia ritrovata, per la speranza che si riacCONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera Iuvenescit Ecclesia (15 maggio 2016) 1. 3 Cfr Gv 20, 1-10. La corsa di Pietro e Giovanni verso il sepolcro rappresenta la speranza dell’uomo che guarda al futuro, oltre le contingenze del presente. Questa speranza non resta delusa nel vedere la tomba vuota, perché la risurrezione è il segno definitivo dell’amore di Dio, che supera anche l’ultimo ostacolo per la vita: la morte. 2

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cende con le promesse di Dio e del suo Messia. E questa speranza non delude (cfr Rm 5,5)! «Donami speranza, quando ogni speranza umana svanisce e la china si fa scivolosa. Rendi un pò più desti i miei occhi, affinché vedano il germoglio che si arrampica in me e cresce. Donami speranza, quando la mia vita ha smarrito la parola capace di risvegliare il mondo. Donami speranza, quando sto alla soglia in attesa, nell’ultima luce della sera. Donami speranza, per dare riposo al fratello nel suo cammino di spine. Donami speranza, per andare verso il mistero, tremante, silenzioso, tutto a prua, senza svegliare il Maestro. Donami speranza, Tu, pellegrino dell’eternità, orizzonte chiaro, libero respiro. Accoglimi dopo questa vita, noviziato dell’infinita speranza». (Don Luigi Verdi)

2. La speranza: uno sguardo teologico Benedetto XVI, nell’enciclica sulla speranza Spe salvi, scrive: «La “redenzione”, la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino»4. 4

BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Spe salvi (30 novembre 2007) 1.

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Il concetto di «speranza», nel contesto in cui oggi viviamo, non sembra essere molto chiaro, soprattutto in un periodo storico nel quale regna tanta incertezza sul futuro dell’uomo sia come individuo, che è chiamato a progettare e a realizzare il suo avvenire, sia come membro di una collettività, che sembra chiudere sempre di più lo sguardo verso l’orizzonte futuro, per concentrarsi unicamente sul tempo presente carico di incertezze. In questa prospettiva non sembra esserci affatto spazio per la speranza, come se questa fosse una mera illusione di chi non vuole affrontare i problemi del quotidiano, aspettando la soluzione di un intervento esterno a sé e al suo tempo. Se facessimo poi un sondaggio tra le persone sul significato di «speranza», molto probabilmente le risposte farebbero riferimento ad una realtà piuttosto banale e superficiale, incapace di far sorridere l’uomo permettendogli un’esistenza fiduciosa e serena, anzi amareggiandolo ancora di più per la sua inconsistenza e vanità. Per questo motivo oggi l’uomo è sempre più triste e concentrato unicamente sui suoi problemi, non vedendo alcuna luce all’orizzonte, immerso com’è nelle sue nebbie, illudendosi di poter trovare salvezza unicamente nelle sue capacità nel campo della cultura, delle scienze, della tecnologia, escludendo così qualsiasi possibilità di apertura al trascendente. Già l’apostolo Paolo si era scontrato con questa mentalità, quando scrive agli Efesini, ricordando la loro condizione di vita prima di incontrare il vangelo di Cristo che ha donato loro la speranza, cambiando così anche la qualità della loro vita: «Ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo» (Ef 2, 12). Benedetto XVI a tal proposito commenta: «Naturalmente egli [Paolo] sa che essi avevano avuto degli dèi, che avevano avuto una religione, ma i loro dèi si erano rivelati discutibili e dai loro miti contraddittori non emanava alcuna speranza. Nonostante gli dèi, essi erano “senza Dio” e conseguentemente si trovavano in un mondo buio, davanti a un futuro oscuro»5. Nelle pagine della Sacra Scrittura la speranza è sempre collegata alla certezza della presenza di Dio, alla fiducia nella sua assistenza e 5

BENEDETTO XVI, Spe salvi 2.

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provvidenza. Il popolo di Israele, esiliato in Babilonia, al momento del ritorno in patria si rende conto di aver molto sbagliato nei confronti di Dio, venendo meno all’alleanza poiché gli uomini di Israele si erano sposati con donne pagane. Nonostante questo stato di cose, il popolo ebraico non cade nella disperazione e sa di avere con Dio ancora un’altra possibilità: «Allora Secania, figlio di Iechièl, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a Esdra: “Abbiamo prevaricato contro il nostro Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo. Orbene, a questo riguardo c’è ancora una speranza per Israele. Facciamo dunque un patto con il nostro Dio, impegnandoci a rimandare tutte le donne e i figli nati da loro, secondo la volontà del mio signore e rispettando il comando del nostro Dio. Si farà secondo la legge!”» (Esd 10, 2-3). Proprio la speranza riposta in Dio permetterà anche ai giudei osservanti di resistere ed affrontare la violenta persecuzione di Antioco Epifane: «Noi poniamo in Dio la speranza che egli ci usi presto misericordia e ci raduni nel luogo santo, da ogni regione posta sotto il cielo; egli infatti ci ha liberati da grandi mali e ha purificato questo luogo» (2 Mac 2, 18). Restando nel secondo libro dei Maccabei, incontriamo al capitolo 6 una profonda comprensione ed interpretazione, guidate certamente da una grandissima speranza in Dio, delle sventure che colpiscono il popolo giudaico come segno di correzione, benevolenza ed attenzione da parte di Dio per il suo popolo eletto: «Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di pensare che i castighi non vengono per la distruzione, ma per la correzione del nostro popolo. Quindi è veramente segno di grande benevolenza il fatto che agli empi non è data libertà per molto tempo, ma subito incappano nei castighi. Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con le altre nazioni, attendendo pazientemente il tempo di punirle, quando siano giunte al colmo dei loro peccati; e questo per non

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doverci punire alla fine, quando fossimo giunti all’estremo delle nostre colpe. Perciò egli non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo. Ciò sia detto da noi solo per ricordare questa verità» (2 Mac 6, 12-17). Soltanto con uno sguardo pieno di speranza, l’uomo può giungere a leggere in maniera positiva anche le sventure più grandi, permettendogli una vita serena, perché pone tutta la sua fiducia in Dio, proprio come testimoniano – più avanti nel racconto – anche i sette fratelli che non temono la morte ed affrontano coraggiosamente il martirio (cfr 2 Mac 7, 1-42). Il tema della correzione dell’uomo da parte di Dio ricorre anche nel libro di Giobbe, dove si parla di speranza per il misero che a suo tempo vedrà fatta giustizia6. L’uomo che ha fiducia in Dio e ripone in lui la sua speranza certamente non resterà deluso e questo suo sentimento gli permette di non abbandonarsi allo sconforto. Giobbe mantiene viva la sua speranza fino alla fine, nonostante le sventure e la sua malattia, conservando una continua tensione verso un futuro migliore, che gli consente di sopportare pazientemente la sua condizione, pur non riuscendo a comprendere a pieno l’agire di Dio nella sua vita. La stessa fiducia in Dio, nel momento in cui si prende consapevolezza della caducità della vita, anima il salmista che si ritrova disarmato di fronte al suo nemico e per questo sente di poter manifestare nel canto la sua speranza: «Sì, è come un’ombra l’uomo che passa. Sì, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga. Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza» (Sal 39, 7-8). Il libro dei salmi può essere considerato lo specchio dell’animo umano, perché in questi canti emerge tutta la vita dell’uomo, con le sue gioie e le sue difficoltà cariche di dolore e paura; ma l’orante scorge sempre all’orizzonte la luce della speranza che lo rianima, dandogli ancora la forza di cantare la fede in Dio che non abbandona le sue creature nelle prove della vita. Per questo il salmista invita alla lode dicendo: 6

«C’è speranza per il misero, ma chi fa l’ingiustizia deve chiudere la bocca. Perciò, beato l’uomo che è corretto da Dio: non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, perché egli ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana» (Gb 5, 16-18).

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«Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare» (Sal 62, 6-7). Troviamo ancora il canto della speranza nel salmo 71: «Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio, dal pugno dell’uomo violento e perverso. Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza» (Sal 71, 4-5). Interessante, invece, è notare nel salmo 119 come la speranza viene mediata attraverso la parola di Dio che – oltre ad illuminare il credente nelle scelte della vita, permettendogli così di fare continuo discernimento – rassicura l’uomo proprio in forza della sua verità e quindi della fedeltà di Dio alle sue promesse: «Ricordati della parola detta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza. Questo mi consola nella mia miseria: la tua promessa mi fa vivere» (Sal 119, 49-50). Nella lettera ai Romani, San Paolo parla della speranza che anima il cristiano, ormai libero dalla schiavitù della legge e giustificato dalla grazia di Cristo: «Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 2-5). In questo testo si vede come la speranza viene fuori da un percorso compiuto dall’uomo. Tale percorso prende avvio dalla tribolazione, come più volte attestato anche nell’Antico Testamento: basti pensare al libro di Giobbe o ai numerosi salmi di lamentazione, nei quali l’orante, afflitto da varie prove, pone sempre in Dio la sua speranza di liberazione e di salvezza. Inoltre si nota che la speranza è collegata con il dono dello

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Spirito Santo7, garanzia e anticipo di quella salvezza che si realizza nella piena partecipazione alla vita di Gesù risorto. Quando Paolo parla della vita secondo lo Spirito, al capitolo 8 della lettera ai Romani, egli afferma che è lo Spirito Santo che ci abilita, come figli di Dio, a pregare il Padre e alimenta la speranza della gloria futura, poiché nell’uomo, come anche in tutta la creazione, rimane costante una continua tensione verso il futuro compimento del progetto di Dio. In vista di questa futura gloria, il cristiano che vive secondo lo Spirito relativizza anche le sofferenze presenti, forte della certezza della salvezza, e questo gli permette un’esistenza serena nonostante tutte le avversità che gli si presentano. «Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio» (Rm 8, 18-27). Da questo breve percorso biblico, si può notare come sia diversa la portata del significato cristiano di speranza rispetto alle accezioni comuni del termine, secondo le quali essa indicherebbe semplicemente un 7

«Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo» (Rm 15, 13).

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superficiale desiderio di un’occasione fortunata. Dai testi della Sacra Scrittura, invece, si evince che la speranza è sempre connessa con la fede, di cui spesso diventa sinonimo, nella provvidenza di Dio che ordina e guida in modo razionale le leggi naturali e le vicende della storia. Per il cristiano la speranza è possibile, nonostante il male, perché implica già nel presente la certezza della salvezza futura, che gli permette così di aprirsi con fiducia a ciò che lo attende, per cui diventa capace di esprimere la propria fede, oltrepassando i limiti della sua condizione creaturale, assecondando quella interiore tensione verso l’infinito, l’eterno ed il trascendente. Nelle Confessioni sant’Agostino ci ricorda: «ci hai fatti per te, ed il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te»8. Scrive ancora Benedetto XVI a tale riguardo: «La fede non è soltanto un personale protendersi verso le cose che devono venire ma sono ancora totalmente assenti; essa ci dà qualcosa. Ci dà già ora qualcosa della realtà attesa, e questa realtà presente costituisce per noi una “prova” delle cose che ancora non si vedono. Essa attira dentro il presente il futuro, così che quest’ultimo non è più il puro “non-ancora”. Il fatto che questo futuro esista, cambia il presente; il presente viene toccato dalla realtà futura, e così le cose future si riversano in quelle presenti e le presenti in quelle future»9. Di fronte all’operato di Dio, alla fedeltà alle sue promesse, alla continua sua provvidenza, con la consapevolezza che il futuro atteso nella speranza è già, in qualche modo, presente, il cristiano non può che provare meraviglia e stupore.

3. La speranza generatrice di un nuovo umanesimo in Gesù Cristo «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia»10. Questo incontro con il Signore alimenta la speranza che rinnova l’umanità e «genera sempre storia»11. Nello scorso mese di novembre, la Chiesa italiana si è ritrovata a AGOSTINO, Confessioni 1,1.5. BENEDETTO XVI, Spe salvi 7. 10 FRANCESCO, Esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013) 1. 11 FRANCESCO, Evangelii gaudium 181. 8 9

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Firenze per il quinto Convegno ecclesiale nazionale, riflettendo sul tema del nuovo umanesimo in Gesù Cristo. La proposta si è sviluppata a partire da cinque verbi significativi che sono stati individuati: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Questi verbi rappresentano i tratti peculiari della persona e dell’agire di Gesù, vero uomo e vero Dio, il quale «proprio rivelando il mistero del Padre e del suo Amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione»12. Questo significa che l’antropologia deve essere ricostruita assumendo la cristologia come “principio” e “forma” del discorso cristiano sull’uomo. Lo ha affermato san Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica: «Cristo, Redentore del mondo, è Colui che è penetrato, in modo unico e irrepetibile, nel mistero dell’uomo ed è entrato nel suo “cuore”»13. Per comprendere veramente chi è l’uomo, quindi, è necessario far riferimento alla Rivelazione che è Gesù Cristo. Egli è la cifra, il simbolo, il punto di vista sintetico, la forza gravitazionale delle grandi tensioni del reale: tra finito ed infinito, tra verità e storia, tra macrocosmo e microcosmo. Cristo è il compimento ed il Redentore dell’uomo, perché è Colui in cui siamo stati predestinati «prima della fondazione del mondo» (Ef 1, 4-5), è Colui in virtù del quale e nel quale e in vista del quale tutte le cose sussistono (cfr Col 1, 16-17), perché in Lui era la vita (cfr Gv 1, 4). Lo scorso anno pastorale, caratterizzato dalla celebrazione del Giubileo straordinario della Misericordia, abbiamo coniugato il tema della misericordia di Dio con i cinque verbi del Convegno ecclesiale di Firenze. Ci soffermiamo, quest’anno, sul tema dell’annuncio della speranza che genera un nuovo umanesimo in Cristo Gesù. Anche questo percorso pastorale sarà scandito dalle “cinque vie” di Firenze. Uscire per annunciare la speranza. Il nostro modello di riferimento è sempre Cristo. Egli «pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2, 6-7). Con la sua Incarnazione, Cristo “esce” dal seno del Padre (cfr Gv 1, 18) per farsi prossimo all’uomo ed annunciargli la speranza della salvezza, 12 13

CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes 22. GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Redemptor hominis (4 marzo 1979) 8.

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dopo il peccato. Così ci viene ricordato anche dalla Preghiera Eucaristica IV: «E quando, per la sua disobbedienza, l’uomo perse la tua amicizia, tu non l’hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza. Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore. Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è nato dalla Vergine Maria; ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia»14. Come Cristo, la Chiesa è chiamata ad uscire, a «prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva»15. Annunciare la speranza. Se l’Incarnazione può essere considerata l’“uscita” di Cristo per redimere l’uomo, l’annuncio della sua Parola è lo strumento per far conoscere questo progetto di salvezza. Il Verbo, che in principio era presso Dio e che si è fatto carne (cfr Gv 1, 1.14), è allo stesso tempo Colui che annuncia la salvezza e che viene annunciato come salvezza. Egli è l’eterno Amato ed in Lui tutti ci riscopriamo amati. Questo riaccende in noi la speranza di trovare sempre una nuova 14 15

Messale Romano, Preghiera eucaristica IV. FRANCESCO, Evangelii gaudium 24.

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possibilità di vita oltre i nostri fallimenti personali; ma siamo anche chiamati ad annunciare questa stessa speranza che si genera incontrando il Signore. «La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. […] Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! In definitiva, «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo» (1 Gv 1,3). La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova»16. Abitare la speranza. Chiamati a dialogare con il mondo contemporaneo, significa condividerne i dolori e le angosce, le gioie e le speranze17. «Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia»18. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. […] Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue FRANCESCO, Evangelii gaudium 264. Cfr CONCILIO VATICANO II, Costituzione pastorale Gaudium et spes (7 dicembre 1965) 1 18 CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes 1. 16 17

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né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria. (Gv 1, 1.9-14) Con la sua Incarnazione, Cristo è venuto ad abitare il nostro tempo ed il nostro spazio. Il Santo Padre Francesco, nella sua prima Enciclica Lumen fidei, sostiene che «il tempo è sempre superiore allo spazio. Lo spazio cristallizza i processi, il tempo proietta invece verso il futuro e spinge a camminare con speranza»19. Sul modello di Cristo, siamo tutti chiamati ad abitare lo spazio, ma soprattutto il tempo, portando la speranza cristiana nella vita e nell’impegno sociale, facendo particolare attenzione all’inclusione sociale dei poveri, avendo cura delle fragilità20. Educare alla speranza. La speranza cristiana ha un intrinseco legame con l’impegno etico nel mondo. Come battezzati, quindi risorti con Cristo a vita nuova, siamo chiamati all’amore totale, gratuito per l’uomo e per il mondo, sino a dare la vita. In questo modo, mediante la testimonianza cristiana, siamo anche educatori alla vita buona del Vangelo21. Questo significa evangelizzare la politica con il suo impegno per il bene comune, l’economia, affinché sia davvero equa ed inclusiva22, ed il denaro sia sempre considerato un mezzo e mai un fine oppure un idolo23. La speranza cristiana ci educa ad avere uno sguardo attento anche alla qualità degli spazi che viviamo (ambiente naturale, ambienti urbani) e alle relazioni interpersonali, oggi sempre più superficiali. Ci ricorda, infatti, Papa Francesco che «nella cultura dominante, il primo posto è occupato da ciò che è esteriore, immediato, visibile, veloce, superficiale, provvisorio. Il reale cede il posto all’apparenza»24. FRANCESCO, Lettera enciclica Lumen fidei (29 giugno 2013), 57. Cfr Evangelii gaudium 222225. 20 Cfr FRANCESCO, Evangelii gaudium 186-216. 21 Cfr CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 (4 ottobre 2010). 22 Cfr FRANCESCO, Evangelii gaudium 53-54. 23 Cfr FRANCESCO, Evangelii gaudium 57-58. 24 FRANCESCO, Evangelii gaudium 62. 19

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Per avere un riferimento biblico possiamo leggere l’esortazione all’apostolo Pietro ai neobattezzati: «Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita. Vivete sottomessi ad ogni umana autorità per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come inviati da lui per punire i malfattori e premiare quelli che fanno il bene. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti, come uomini liberi, servendovi della libertà non come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re» (1Pt 2, 11-17). La speranza trasfigura il mondo. Nella liturgia eucaristica, subito dopo aver pregato il Padre nostro, la Chiesa ci fa elevare al Signore ancora una richiesta: «Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l’aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo»25. «Il misterioso incontro tra la nostra povertà e la sua grandezza»26 è un dono di misericordia di Dio che ci trasfigura già qui ed ora, liberandoci dal peccato. San Paolo, infatti, ci ricorda che «Cristo ci ha liberati per la libertà» (Gal 5,1), ma continua ammonendo: «che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri» (Gal 5, 13). Attendiamo che si compia la beata speranza nella carità operosa, invocando sempre che venga il suo Regno, poiché Gesù ci ha detto: «il 25 26

Messale Romano, Riti di comunione. Messale Romano, 29 dicembre, Orazione sopra le offerte.

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regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc 17,21). Questo significa che il cristiano rimane fermo nell’attesa di ciò che desidera più di ogni altra cosa, e cioè la visione beatifica di Dio e la vita eterna; e tuttavia si prodiga affinché questo Regno possa espandersi già nel nostro tempo, per cui diventa sempre più urgente essere nel mondo una presenza incisiva e credibile. Sarà possibile soltanto nella misura in cui ci lasciamo trasfigurare dalla grazia santificante di Dio e così, ricevendo quella Luce, possiamo rifletterla a nostra volta nel mondo, con una chiara testimonianza di fede. È urgente riscoprire la missionarietà della comunità cristiana, perché la speranza che viene da Dio possa trasfigurare il nostro tempo ed il nostro mondo. Papa Francesco, infatti, ci ricorda: «La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo. Quando sostiamo davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo tutto il suo amore che ci dà dignità e ci sostiene, però, in quello stesso momento, se non siamo ciechi, incominciamo a percepire che quello sguardo di Gesù si allarga e si rivolge pieno di affetto e di ardore verso tutto il suo popolo. Così riscopriamo che Lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato. Ci prende in mezzo al popolo e ci invia al popolo, in modo che la nostra identità non si comprende senza questa appartenenza»27.

4. Indicazioni pastorali Il Convegno pastorale diocesano, celebratosi a Teggiano nei giorni 16 e 17 giugno, ci ha dato la possibilità di riflettere sul percorso che intendiamo intraprendere, come Chiesa diocesana, per il nuovo anno pastorale: annunciare la speranza. Prima di tutto ci è stato “ri-detto” la spiritualità da seguire, che appartiene da sempre alla Chiesa: la sinodalità. Si tratta non di una tecnica, ma di uno “spirito”: è spirito di comunione, camminare insieme come fratelli; spirito di discernimento, guardare la realtà. La sinodalità è metodo che richiede: darsi tempo, confrontarsi, darsi dei criteri. I criteri sono: la verità, cioè non avere paura di guardare la realtà, non chiudere 27

FRANCESCO, Evangelii gaudium 268.

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gli occhi; la complessità, non semplificare, non vedere soltanto, ma guardare; la speranza, sapere che il bene è all’opera sempre e quindi cercarlo; la progettualità. Auspico, ancora una volta, che lo stile sinodale possa trovare concretezza soprattutto nelle varie foranie, in modo tale che le parrocchie camminino in una pastorale d’insieme, mettendo a servizio di tutti i carismi di ognuno. Anche per noi sono un monito le parole di Papa Francesco: «si possono riscontrare in molti operatori di evangelizzazione, sebbene preghino, un’accentuazione dell’individualismo, una crisi d’identità e un calo del fervore. Sono tre mali che si alimentano l’uno con l’altro»28. Nell’incontro con i rappresentanti del V Convegno Nazionale della Chiesa in Italia (Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze, 10 novembre 2015 ) il Santo Padre ha consegnato il progetto verso cui camminare,: “Sebbene non tocchi a me dire come realizzare oggi questo sogno, permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato…”. Pertanto abbiamo pensato di organizzare la Scuola del Vangelo con un esplicito riferimento all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco e le indicazioni dei Vescovi italiani al Convegno Ecclesiale di Firenze. Anche gli appuntamenti mensili di spiritualità presbiterale, saranno organizzati nella prospettiva della Evangelii gaudium. L’accompagnamento dell’Ufficio diocesano e la paziente cura dei Vicari foranei assicurerà che la proposta formativa raggiunga gli operatori pastorali e anche quei battezzati che vanno alla ricerca di una rinnovata motivazione di fede, nonché ai cosiddetti cristiani della soglia. Nelle nostre parrocchie coltiveremo quella prospettiva di un umanesimo convinto e autentico, fatto di piccoli gesti: l’incontro, uscendo senza paura verso coloro che sono ai margini, verso le periferie segnate dalle fragilità di vario tipo. Una Chiesa che esce è anche una Chiesa che conosce bene il proprio territorio, perché la comunità 28

FRANCESCO, Evangelii gaudium 78.

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cristiana è sentinella che legge le situazioni, che attraverso una competente e sistematica comunicazione, appassiona ed educa alla vita buona del Vangelo. L’Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali, oltre ad offrire un contatto immediato e tempestivo, offrirà un percorso e una qualità di umanesimo che passa attraverso la parola buona nella vita della persona, per incoraggiare, correggere, educare e edificare la comunione. Un grato riconoscimento va a quanti animati da buona volontà, si impegnano ad offrire tempo ed energie per assumere nelle comunità il ministero di catechisti e di operatori pastorali in genere. Ad essi va indirizzato ogni risorsa per una formazione consona al servizio che rendono, accanto ad un impegno assiduo nella vita liturgica della comunità e nelle varie proposte formative parrocchiali e diocesane. Le nostre comunità vivano l’umanesimo della condivisione. Per abitare dobbiamo essere inabitati da Cristo. Un fugace ed occasionale impegno nella comunità ecclesiale, nelle relazioni, nella politica, nella legalità non sono il segno di un autentico abitare. C’è bisogno di attesa, impegno e lunghe scadenze. Un serio esempio, che interpella la nostra coscienza, è rappresentato da coloro che ai nostri giorni decidono di intraprendere pericolosi viaggi per realizzare la speranza di una vita migliore o dai tanti giovani che cercano di costruirsi un futuro in terre lontane. Con coraggio ed entusiasmo entriamo in un dialogo e un confronto coraggioso e disinteressato. Lo indica Papa Francesco: “I Pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo. Sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra, benché siano chiamati alla pienezza eterna, perché Egli ha creato tutte le cose «perché possiamo goderne» (1 Tm6,17), perché tutti possano goderne. Ne deriva che la conversione cristiana esige di riconsiderare «specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune»29.

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FRANCESCO, Evangelii gaudium 182.

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Una sfida sempre attuale per la nostra Chiesa resta l’educazione. Prima di tutto è necessario arginare la pericolosa piaga dell’indifferenza educativa che spesso viene colmata da un eccesso di “istruzioni per l’uso”. Educare richiede tempo, attesa, pazienza e fiducia, abbandonando la logica ossessiva dei risultati. È sempre in agguato il rischio di ricondurre l’azione pastorale o ad un frenetico attivismo o al contrario ad una ripetizione ciclica e monotona di gesti ed eventi che hanno perso la freschezza di una sorgiva adesione al Vangelo, perdendo di vista l’Essenziale. È importante, prima di ogni altra azione umana, lasciarsi trasfigurare dalla grazia di Dio. Si curi bene la celebrazione eucaristica, soprattutto la domenica, ma anche altri momenti comunitari, in modo speciale l’adorazione eucaristica. Soltanto una solida spiritualità, alimentata dalla Parola di Dio e dalla preghiera, diventa un’efficace azione evangelizzatrice e pastorale. Le cinque vie che scandiscono il percorso pastorale, sono la metodologia per alimentare la speranza e per debellare una visione pessimistica e sfiduciata verso il mondo contemporaneo, l’entusiasmo e la passione evangelizzatrice rendono generativi i nostri percorsi, che passano attraverso “alleanze e concretezza”. Un rinnovato slancio merita il nostro dialogo pastorale con i giovani, sempre più in preda ad incertezza e disorientamento. In realtà abbiamo l’occasione di incontrarli nei momenti decisivi delle loro scelte e non possiamo trascurare di proporre loro la «speranza affidabile» che è Cristo Gesù. La speranza è la virtù capace di rendere appassionante e convincente la proposta cristiana ai giovani. Le occasioni che ci riserva la pietà popolare possono essere l’inizio di un incontro e di un percorso autenticamente cristiano. La speranza costituisce un richiamo continuo nell’insegnamento del Santo Padre Francesco, in modo particolare quando si rivolge ai giovani: «Per favore non lasciatevi rubare la speranza. I giovani sono la speranza di un popolo. Questo lo sentiamo dire dappertutto. Ma che cos’è la speranza? È essere ottimisti? No. L’ottimismo è uno stato d’animo… La speranza è qualcosa di più. La speranza è sofferta. La speranza sa soffrire per portare avanti un progetto, sa sacrificarsi… La speranza è feconda. La speranza dà vita… La speranza è feconda. La

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speranza si dà nel lavoro… E se io incontro un giovane senza speranza – l’ho già detto una volta – quel giovane è un “pensionato”. Ci sono giovani che sembrano andare in pensione a 22 anni. Sono giovani con una tristezza esistenziale. Sono giovani che hanno puntato la loro vita sul disfattismo di base. Sono giovani che si lamentano. Sono giovani che fuggono dalla vita. Il cammino della speranza non è facile e non si può percorrere da soli. C’è un proverbio africano che dice: “Se vuoi andare in fretta, vai solo, ma se vuoi arrivare lontano, vai accompagnato”… La speranza ci parla di una realtà che è radicata nel profondo dell’essere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore. Senza dubbio, questo comporta un rischio. Chiede di essere disposti a non lasciarsi sedurre da ciò che è passeggero e caduco, da false promesse di felicità vuota, di piacere immediato ed egoista, di una vita mediocre, centrata su sé stessi, e che lascia nel cuore solo tanta tristezza e amarezza. No, la speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa»30. L’Ufficio scuola ci aiuterà a conoscere il mondo giovanile della nostra Diocesi con il contributo e la collaborazione degli insegnanti della religione cattolica. La famiglia resta il progetto di vita che dobbiamo proporre e sostenere. La famiglia non si improvvisa e non si inventa. Sappiamo a quanti rischi e fragilità è sottoposta. Il Magistero di Papa Francesco illumina il cammino di tante famiglie, sempre più oggi molti apprendono la verità della famiglia dalle sue parole e dal suo insegnamento. «Nelle famiglie sempre, sempre c’è la croce. Sempre. Perché l’amore di Dio, il Figlio di Dio ci ha aperto anche questa via. Ma nelle famiglie, dopo la croce, c’è anche la risurrezione, perché il Figlio di Dio ci ha aperto questa via. Per questo la famiglia è – scusate il termine – una fabbrica di speranza, di speranza di 30

Saluto del Santo Padre ai giovani del Centro Culturale Padre Felix Varela, La Habana, Domenica, 20 settembre 2015.

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vita e di risurrezione, perché è Dio che ha aperto questa via… In famiglia ci sono le difficoltà. Ma queste difficoltà si superano con l’amore. L’odio non supera nessuna difficoltà. La divisione dei cuori non supera nessuna difficoltà. Solo l’amore è capace di superare la difficoltà. L’amore è festa, l’amore è gioia, l’amore è andare avanti… Il sogno di Dio continua irrevocabile, continua intatto e ci invita a lavorare, ad impegnarci in favore di una società pro familia. Una società dove “il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo” continui ad essere offerto in ogni casa alimentando la speranza dei suoi figli»31. L’Ufficio diocesano di pastorale familiare avrà a cuore di predisporre ogni cura per offrire la vicinanza e il sostegno alle famiglie, programmando un itinerario di formazione che miri a rivalutare in chiave cristiana la vocazione al matrimonio. Molta strada ci attende nell’attuazione del Direttorio liturgico-pastorale. È uno strumento significativo per arginare modalità improprie e individualistiche della fede cristiana. Una consapevolezza condivisa ed alimentata permette tutti di sottrarci ad un ‘lasciar fare religioso’ che è fonte di conflittualità e di disappunto pastorale. La stessa azione liturgica deve acquistare un decoro ed un rispetto che rivela l’intima natura della chiesa peregrinante del tempo. Ruoli, compiti, ministeri vanno compresi valorizzati, e sostenuti. L’azione liturgica è la modalità originale e propria con la quale la comunità annuncia e vive la speranza. Ed è proprio in essa che apprendiamo che «La speranza è la fatica del non arrendersi alla sproporzione tra ciò che ho tra le mani e ciò che attendo, la fatica degli occhi che si aprono» (Ermes Ronchi). «La Vergine Maria, modello della beata speranza, ripose in Dio ogni fiducia: attese nella speranza e generò nella fede il Figlio dell’uomo, annunziato dai profeti, e collaborando con ardente carità alla sua opera, divenne madre di tutti i viventi. A lei, primogenita della redenzione, guardano come ad un segno di sicura speranza e consolazione quanti si protendono verso la libertà piena, finché splenda glorioso il giorno del Signore»32, con queste parole della liturgia, vi assicuro il costante ricor31

Discorso del Santo Padre, festa delle famiglie e veglia di preghiera, B. Franklin Parkway, Philadelphia Sabato, 26 settembre 2015 32 Cfr Messe della Beata Vergine Maria, Prefazio Maria Vergine Madre della speranza, 37.

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do nella preghiera e vi affido ai nostri Santi patroni e a Maria Vergine, Madre della santa speranza. Teggiano, 15 agosto 2016 Solennità dell’Assunzione della B.V. Maria + Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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ORDINAZIONE PRESBITERALE Don Antonio Calandriello Omelia “Tu ci hai scelti, Signore, per ricolmarci dei tuoi beni” Cattedrale di Teggiano 4 settembre 2016 Carissimi fratelli e sorelle, cari sacerdoti, oggi una rinnovata pentecoste dona alla nostra Chiesa diocesana un nuovo presbitero. L’imposizione delle mani, la preghiera consacratoria introdurranno Don Antonio in quel dinamismo di grazia che lo configura a Cristo, sommo ed eterno sacerdote. Ringrazio per questo la SS.ma Trinità che ancora una volta guarda con benevolenza questa Chiesa di Teggiano-Policastro; ringrazio i presbiteri presenti che condividono con generosità la bellezza del ministero ordinato; ringrazio te, Antonio, che con particolare attenzione non hai lasciato cadere nel vuoto la chiamata del Signore. Il ringraziamento si estende alla comunità formativa del Seminario Metropolitano, alla tua famiglia che ti ha sempre sostenuto ed incoraggiato; ai parroci che hanno seguito l’inizio e la maturazione del tuo percorso formativo. Da oggi entri a far parte della famiglia del presbiterio diocesano, in essa edificherai il mistero della Chiesa che è prima di tutto comunione. Mi piace ripetere quanto ha scritto Papa Francesco in EG n. 99: “Desidero chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). È quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa … in noi … perché il mondo creda» (Gv 17,21). Attenzione alla tentazione dell’invidia! Siamo sulla stessa barca e andiamo verso lo stesso porto! Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri, che sono di tutti”. I preti ottimi organizzatori, di grande cultura, con l’arditezza di idee, ma senza comunione, minacciati dall’individualismo e dall’isolamento pastorale, fanno tanto, fanno molto, ma tutto senza anima. Non

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lasciarti sfiorare mai da questa tentazione! Un prete in balia della solitudine pastorale e nell’isolamento presbiterale…è pericoloso! La Parola di Dio ci mostra il mistero della libera e misericordiosa iniziativa di Dio. L’uomo diventa custode del divino, lo annuncia e lo testimonia. S. Paolo chiede all’amico Filemone, che da poco ha abbracciato il Vangelo, un gesto di decisiva ricomprensione persino delle relazioni sociali. Lo schiavo e fuggitivo Onesimo deve ritornare, ma deve essere accolto non come schiavo, ma come fratello. Il Vangelo impone continue verifiche. Gesù poi ci consegna una luminosa comprensione di significato dell’essere discepoli. Né calcoli, né compromessi, né consensi, né simpatie, ma libertà persino dai legami affettivi familiari...non atteggiamenti rinunciatari, ma ricomprensione di tutte le relazioni alla luce del Regno. Questa consapevolezza stabilisce una gerarchia di verità “non negoziabili” che richiedono la spiritualità del distacco e della fedeltà. Questa è forma di sequela che ripropone autenticamente la questione “Dio”. Scrive p. Davide Turoldo: “Sbagliarci su Dio è il peggio che ci possa capitare, perché poi ci sbagliamo su tutto, sulla storia, sull'uomo, su noi stessi, sul bene e sul male, sulla vita…”. Benedetto XVI ha compreso fino in fondo questa sfida è afferma: “Perché la Chiesa riesce sgradita a così tante persone, e addirittura anche a credenti, anche a persone che fino a ieri potevano essere annoverate tra le più fedeli o che, pur tra sofferenze, lo sono in qualche modo ancora oggi?...Alcuni soffrono perché la Chiesa si è troppo adeguata ai parametri del mondo d’oggi; altri sono infastiditi perché ne resta ancora troppo estranea”...Per questo “Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana”. Uno scrittore italiano, Leonardo Sciascia scriveva: “Io mi aspetto che qualche volta i cristiani accarezzino il mondo in contropelo”, significa riappropriarci della responsabilità di parlare di giustizia, di salvaguardia del creato, di accoglienza, di eternità, con coraggio, senza complessi di inferiorità e con profezia. Il Concilio Vaticano II ha racchiuso il ministero sacerdotale nella triplice funzione dell’insegnamento, della santificazione e della cura pastorale (Presbyterorum Ordinis 4-11).

• Caro Don Antonio il ministero della Parola prevede l’annuncio esplicito della Parola di Dio. Negli anni di formazione l’hai studiata, ti

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sei confrontato con le sue esigenze, essa ha alimentato la tua adesione al Signore, ti è stata di sostegno nei momenti di sofferenza. Quanto più sarà viva in te, tanto più potrai trasmetterla a coloro che la provvidenza porrà sul tuo cammino. • Il ministero della santificazione rimanda alla celebrazione dei sacramenti che ha al suo centro la celebrazione dell’Eucarestia. “Questo è il mio corpo…Questo è il mio sangue…”. Queste parole pronunciate da Gesù saranno ripetute da te in forza del ministero che il Signore stesso ti affida e senza il quale risultano incomprensibili e inspiegabili. • La cura pastorale è infine la passione che si mette servendo i fratelli. “Esercitando la funzione di Cristo capo e pastore per la parte di autorità che spetta loro, i presbiteri, in nome del vescovo, riuniscono la famiglia di Dio come fraternità viva e unita e la conducono al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Per questo ministero, così come per le altre funzioni, viene conferita al presbitero una potestà spirituale, che è appunto concessa ai fini dell’edificazione, Nell’edificare la Chiesa i presbiteri devono avere con tutti dei rapporti improntati alla più delicata bontà, seguendo l’esempio del Signore. E nel trattare gli uomini non devono regolarsi in base ai loro gusti bensì in base alle esigenze della dottrina e della vita cristiana, istruendoli e anche ammonendoli come figli carissimi secondo le parole dell’Apostolo: «Insisti a tempo e fuor di tempo: rimprovera, supplica, esorta con ogni pazienza e dottrina» (2 Tm 4,2)” (P. O. 6). Papa Francesco ci ha consegnato nuovi spunti di riflessione e nuove metodologie che con coraggio dobbiamo attuare nella vita pastorale delle nostre comunità. “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità” (E. G. 33). Non ti sfugga il monito di S. Gregorio Magno: “Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò che è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Infatti, come un discorso imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia nell’errore coloro che potevano essere istruiti” (Regula pastoralis, l. II, c. 4: Migne, Patrologia Latina, t. 77, coll. 30-31). Dovrai esercitare il gravoso ministero della riconciliazione, incontrai le ferite aperte di un’umanità sempre più bisognosa del balsamo del perdono divino.

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Il ministero sacerdotale impone un radicale cambiamento, una continua conversione ed un rinnovato slancio di generosità. Assumi questa responsabilità di fronte alla Chiesa ed ogni giorno sarai chiamato a rinnovare questa fedeltà. Non sei tu il centro, non lo è nessuno qui, quello è il posto che appartiene a Gesù Cristo, il quale ci ha acquistati a caro prezzo. Disponi la tua esistenza sulle esigenze del Vangelo, dispiega i tuoi giorni in compagnia di Dio e dell’uomo. Nella preghiera troverai il coraggio per proseguire un cammino che oggi si apre davanti a te. Percorrilo con generosità e disponibilità a Dio e alla sua Chiesa. Tessi con pazienza le trame di una spiritualità di comunione presbiterale. Rifiuta ogni contro testimonianza che potrai scorgere nei tuoi fratelli sacerdoti, ma trattieni il bene che certamente troverai in noi. Esercitati nella carità e nella misericordia che ti faranno essere un uomo di riconciliazione e di pace. Da uomo libero sii pronto a rispondere con generosità alle esigenze della Chiesa e soprattutto “non temere mai, figlio e fratello carissimo, non dubitare mai del tuo Sacerdozio. Non lo isolare mai dal tuo Vescovo e dalla sua funzione nella Santa Chiesa. Non lo tradire mai!” (Paolo VI, omelia per l’ordinazione presbiterale, 17 maggio 1970). La speranza alimenti incessantemente il tuo ministero, senza cedere alla tentazione disfattista che tutto va inesorabilmente male e che non vale la pena impegnarsi: “Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9)”(E. G. 85). “La speranza è la fatica del non arrendersi alla sproporzione tra ciò che ho tra le mani e ciò che attendo, la fatica degli occhi che si aprono” (Ermes Ronchi). Abbiamo pregato col salmo responsoriale dicendo: “Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione”. Si, don Antonio, il Signore è nostro rifugio e la nostra meta. Egli ti ha scelto per ricolmarti dei suoi beni. Ti custodiremo con la preghiera e la fraterna vicinanza.

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La Beata Vergine Maria, S. Cono e S. Pietro Vescovo intercedano per te, ottengano per te il dono della fedeltà, sostengano i passi del tuo ministero sacerdotale e lo rendano fecondo e generoso. Affido alla meditazione di tutti una preghiera del Beato Cardinale Newman: Caro Gesù / aiutami a diffondere il profumo di Te / ovunque io vada. / Sommergimi con il tuo Spirito e la tua vita. / Entra in me e prendi possesso del mio essere così pienamente / che tutta la mia vita possa essere solo / irradiazione della tua. / Risplendi attraverso di me e in me. / Ogni persona con cui entro in rapporto / possa sentire la tua presenza dentro di me. / Che osservino e non vedano più me, ma solo Gesù! / Rimani con me! / Allora comincerò a risplendere / come tu risplendi; / a risplendere così da essere una luce per gli altri; / la luce, Gesù, verrà tutta da Te, / niente di essa sarà cosa mia; / sarai Tu / che risplendi sugli altri attraverso di me. / Che io possa lodarti / come tu vuoi; / risplendendo su chi mi sta attorno. / Che io predichi Te senza predicare, / non con la parola, ma con l’esempio: / con la forza che avvince, / con il fascino attraente di ciò che faccio, / con l’evidente pienezza dell’amore / che il mio cuore nutre per Te. Amen (J. H. Newman). + p. Antonio De Luca

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MESSAGGIO PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2016-2017 Carissimi studenti, stimati Dirigenti, docenti e personale Ata, l’inizio dell’Anno Scolastico segna un percorso nella vita di ogni giovane, ragazzo, o fanciullo, che si affaccia ad una nuova soglia del sapere. Nella comune ricerca della verità mai nulla è scontato o ricoperto di ovvietà. Tutto ha il sapore di una conquista e di una scalata verso quelle relazioni nuove con il mondo del sapere che ci consegna la realtà ed in un certo senso ci costituisce custodi e responsabili. In una società che corre velocemente verso inedite conquiste della scienza e della tecnica abbiamo bisogno di formarci tutti verso quel sano discernimento per alimentare il rispetto della dignità della persona, la coniugazione e l’accoglienza delle differenze e della multiculturalità, che mette al bando ogni forma discriminatoria ispirandosi a quel sano principio dell’incontro e dello scambio. Nella consapevolezza che i percorsi educativi sono sempre più autentici nella misura in cui edificano percorsi di liberazione e di responsabile protagonismo nella prospettiva del bene comune, auguro a tutti un ottimo anno scolastico in una conclamata alleanza educativa tra le istituzioni. Nella speranza di un futuro vivibile in una “casa comune” più amata e rispettata ciascuno ritrovi il senso della propria vita e la motivazione di ogni impegno. Tutti benedico di cuore. + p. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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MEMORIA DI SAN VINCENZO DE PAOLI Omelia nella vigilia Napoli 26 settembre 2016 Ringrazio di cuore i missionari Vincenziani che, con squisita gentilezza, hanno voluto invitarmi a presiedere questa Eucarestia ricordando la grande testimonianza di fede, speranza e carità di S. Vincenzo De Paoli, un uomo che ha segnato un solco e ha lasciato tracce profonde nella storia e nella spiritualità della nostra gente. Nella preghiera colletta vi è un particolare che delinea la grande personalità di S. Vincenzo e ancora oggi, per tanti motivi, è di grande importanza. La preghiera afferma: “O Dio, che per il servizio dei poveri e la formazione dei tuoi ministri hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli lo spirito degli Apostoli…”. Anzitutto i poveri: quanti sforzi compiono le nostre Chiese locali per soccorrere i poveri, con quanta maternità esse sono vicine alle situazioni di dolore e di prova. La povertà intesa nel modo più ampio possibile…mancanza di lavoro, incapacità ad assolvere al dovere di mantenere i figli, immigrati che chiedono braccia aperte per accogliere…tante povertà oggi attanagliano il nostro contesto di vita. S. Vincenzo ci indica la carità, che non è sempre risposta a tutto, con precisione ed esattezza, ma è incarnare un modus, oggi molti amano ripetere il termine stile, preferisco spiritualità, cioè un modo di impostare l’esistenza includendo sempre e comunque tutti. Il cristiano non ha stile, ma vive una spiritualità, con coraggio e rinnovato slancio. Secondo elemento: formazione dei ministri. Un punto nevralgico oggi, come anche in passato. Papa Francesco ci ha offerto proposte nuove per la formazione nei seminari, soprattutto ci interroga su quale tipologia di preti vogliamo per le nostre comunità. Il Papa ha in mente un’immagine di Chiesa che rispecchia un bisogno essenziale dell’essere comunità che annuncia il Vangelo della gioia, è la Chiesa in uscita. Per questo la formazione dei ministri non può prescindere da questa indicazione che autorevolmente il S. Padre ci chiede di attuare. Quale Chiesa (quella di sempre, così come voluta da Gesù Cristo, cioè in uscita missionaria) e quale presbitero per questa Chiesa (prete missionario…). Un

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aspetto per nulla secondario è la nuova Ratio fundamentalis che la Congregazione per il Clero sta approntando per il prossimo futuro e che prevede la formazione come una “esperienza discepolare”, che formi il seminarista, proponendogli una costante e crescente configurazione a Cristo, Pastore e Servo, da proseguire per tutto il corso della sua vita da prete. L’intercessione di S. Vincenzo De Paoli sostiene questi due ambiti in cui la Chiesa oggi si gioca la sua credibilità e la sua reputazione. La Parola di Dio narra sempre un progetto, una proposta, un modo concreto di vivere come discepoli di Cristo. E in questo anno giubilare della misericordia sono provvidenziali le parole del Profeta Isaia che costituiscono un lieto annunzio, una buona notizia, un Vangelo di salvezza. Oggi, come al tempo del Profeta, riecheggia nel mondo un annunzio di liberazione, che libera l’uomo dalle antiche e nuove schiavitù, una parola di dignità restituita soprattutto a chi è schiacciato dal sopruso e dalla violenza. Anche il nostro Mezzogiorno sente il bisogno di risollevare la testa, in un sussulto di novità e di dignità, troppi sono ancora i motivi che tengono prigionieri i segni della rinascita di questa terra meravigliosa, ma troppo spesso umiliata e offesa. Il Profeta annuncia un messaggio di speranza destinato ai poveri, ai malati, ai prigionieri, agli emarginati. «Il Giubileo nasce e si motiva con una grande forza profetica, spinge alla verifica, invoca l’uguaglianza, impone persino la restituzione (Gen 1; Es 12; Lv 25), apre nuovi percorsi e suscita interrogativi. La reale mistica di un Giubileo ha sempre una valenza teologale, relazionale e sociale. Una forza eversiva e spirituale che spinge a denunciare le prevaricazioni, a risanare i rapporti eliminando finzioni e doppiezze; a smascherare le strategie di affermazione, di successo, e di apparenza che si costruiscono spesso sulla debolezza altrui e le umane fragilità. La Chiesa che celebra il Giubileo della Misericordia deve traboccare di misericordia come il cuore del Padre»1. Il Vangelo appena ascoltato tratto dall’evangelista Matteo riassume in poche battute l’attività di Gesù. Matteo infatti sta introducendo in questa sezione del suo Vangelo il discorso missionario, il secondo dei cinque grandi discorsi che il suo Vangelo contiene. Gesù dunque percorreva tutte la città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, A. DE LUCA, Messaggio alla Diocesi di Teggiano-Policastro per il Giubileo della Misericordia, 29 novembre 2015. 1

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proclamando la lieta notizia del Regno e sanando ogni malattia. Nella fisionomia del Maestro è contenuta la vocazione del discepolo, anzi esse si intrecciano formando un’unica grande realtà umana e divina, che segna il momento stupendo ed esaltante in cui l’uomo può rispecchiarsi nell’immagine di Dio. Come Gesù il discepolo è chiamato ed interpellato ad annunciare il giubileo, cioè a dire all’uomo che solo la speranza può tenerlo prigioniero (Zac 9,12), secondo quanto è narrato nel Profeta Zaccaria che invitava il popolo all’esultanza per la gioia ritrovata, per la speranza che si riaccende con le promesse di Dio e del suo Messia. Il Vangelo infatti contiene una straordinaria potenza di liberazione nella quale ognuno deve sperare, senza lasciare spazio alla monotonia e al grigiore della vita, sempre più attraversata dal disorientamento e dalla perdita di senso. In quanto discepoli del Signore portiamo a tutti la speranza che è lui, il Signore, a condurre la sua Chiesa e noi siamo come indicatori di una presenza che riempie tutto di senso, il mondo, l’esistenza dell’uomo e dona la gioia di essere accolti e rinnovati. È accoglienza di Dio che visita sempre la nostra vita e mai si stanca di ripetere all’uomo quanto egli lo ami. Santi non si nasce, ma si diventa. E questo cammino verso la perfezione è lento, esige tempo e pazienza, comporta una maturazione. Ciò per noi vale quanto un incoraggiamento. Vorrei quasi dire che ci fa piacere sapere che Vincenzo de’ Paoli non è stato subito il San Vincenzo a noi tutti noto; ma che anche lui ha dovuto affrontare la salita e combattere contro la mediocrità, che ognuno di noi continuamente registra nella propria vita. Per questo vorrei soffermarmi con qualche considerazione su due punti interessanti della biografia di San Vincenzo de’ Paoli: su un episodio cioè della sua adolescenza, e sul periodo trascorso come precettore nel palazzo della nobile famiglia de’ Gondi tra il 1613 e il 1616. Veniamo al primo punto. San Vincenzo non amava che la gente si formasse di lui una buona opinione, e molto più che lo si considerasse come un santo. Per questa ragione una volta, di proposito, confessò: «Quand’ero ragazzetto e mio padre mi portava in città, avevo vergogna di andare con lui e di riconoscerlo per mio padre, perché era malvestito e un po’ claudicante». In un’altra occasione, sempre con l’intenzione di fugare ogni venerazione intorno alla sua persona, ricordò questo particolare episodio: «una volta, al collegio in cui studiavo, mi vennero a

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dire che mio padre, che era un povero contadino, chiedeva di me. Rifiutai di andare a parlargli, facendo così un gran peccato». Molto bello è il commento fatto da André Frossard su questo episodio. Egli osserva: «San Vincenzo de’ Paoli ricorderà per tutta la vita questa crudeltà di adolescente; essa l’accompagnerà sino al termine del suo viaggio. Lo sguardo che posava sugli umili e sui diseredati scorgeva in essi la persona stessa di Gesù Cristo; e forse anche, talora, quel padre alla porta del collegio, il berretto in mano, i cui occhi manifestano sorpresa quando lo si rinvia, che si volge lentamente e se ne va, un leggero sudore sulla fronte, mentre il figlio un po’ pallido e teso intuisce quella tenerezza che si allontana claudicando nei suoi vecchi abiti, sull’antica via della sua miseria».2 Pensando al giovane Vincenzo, che non accolse il proprio padre perché aveva vergogna della sua povera condizione, viene in mente il giovane della parabola che prima disobbedisce al comando del padre, e poi, pentitosi, compie il suo dovere andando alla vigna (Mt 21, 28-31). Felice disobbedienza quella che diventa occasione di un’obbedienza più piena e più consapevole! Sicuramente si tratta di un’obbedienza purificata, piantata sulla roccia dell’umiltà. Il ricordo del padre che si allontana, triste e mortificato, servì certamente a San Vincenzo per riparare quell’antico guasto, facendo tanto bene a tutti i poveri che poi beneficò. Il volto di ogni povero divenne così per lui l’occasione di incontrare Gesù Cristo e, con Lui, il suo povero padre che un giorno aveva così profondamente umiliato. Davvero Dio riesce a trarre bene anche dalle situazioni apparentemente irrecuperabili! Le nostre miserie, purificate dalla grazia, diventano quei ricettacoli di misericordia di cui ci parla papa Francesco. Il bene, che tante volte si compie, si solleva non di rado sulle macerie di antichi errori o fallimenti. Esempi più o meno paralleli al caso di San Vincenzo li troviamo nella vita anche di altri santi: basti ricordare San Paolo, Sant’Agostino, Sant’Ignazio di Loyola. Pensare a questa particolare dinamica della grazia, la quale s’insinua finanche nei nostri errori, ci porta da un lato a lodare umilmente la misericordia infinita di Dio, dall’altro ad annunziarla a tutti, forti della nostra personale esperienza. Il secondo punto biografico di San Vincenzo su cui vorrei meditare è il periodo da lui trascorso come precettore presso la famiglia de’ A. FROSSARD, Il vostro umile servitore Vincenzo de’ Paoli, Roma, Città Nuova, 1995, pp. 1415. 2

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Gondi. Vincenzo aveva assunto le funzioni di precettore dietro indicazione del futuro cardinale de Bérulle, che era il suo direttore spirituale. Furono circa tre anni di impegno vissuto nell’ombra. Assolto il suo compito, San Vincenzo si ritirava nella sua camera «come in una certosa», si legge nella sua prima biografia. Cioè senza prendere parte alla vita mondana di quell’illustre famiglia presso la quale prestava servizio. Se avesse voluto, avrebbe anche potuto, considerata la stima di cui godeva in quella casa. Ma niente. San Vincenzo, impartite le lezioni, oppure, svolto il suo ministero sacerdotale, rientrava nella sua camera dalla quale non usciva se non per riprendere il suo consueto ufficio. Nessuna curiosità, nessuna intromissione nella vita illustre e galante del palazzo in cui viveva. Così per circa tre anni! I biografi si domandano come mai il signor de Bérulle lo abbia indirizzato a quell’ufficio. Molto verosimilmente si trattò di un impiego suggerito come momento di transizione verso ciò che la Provvidenza avrebbe a suo tempo manifestato. Il signor de Bérulle sapeva che Vincenzo possedeva la stoffa del sacerdote autentico; ma probabilmente in quel periodo non era ancora ben chiaro il modo più opportuno di mettere a frutto i suoi talenti. Così quegli anni che agli occhi di un superficiale potrebbero sembrare un periodo sprecato, costituiscono invece quasi una veglia d’armi. Se Vincenzo si ritirava volentieri nella sua stanza dopo aver compiuto il suo dovere di precettore, è perché in quel riserbo veniva maturando la sua vocazione nell’umiltà del silenzio e dell’ascolto di Colui che non ci lascia mai soli. Nostro Signore Gesù Cristo per trent’anni condusse una vita nascosta ed umile a Nazareth. Dio, che sa tutto, lascia che la natura umana assunta compia il suo lento cammino di maturazione, lavorando, riflettendo, meditando, incontrando gli altri. Trent’anni di cui sappiamo assai poco, e che tuttavia sono come la lunga radice di ciò che rivelano i tre anni di ministero itinerante. Nel chiuso della sua camera, Dio viene modellando il cuore apostolico di San Vincenzo, che poi si rivelerà operativamente negli anni che seguirono. Ne possiamo allora trarre due notazioni per noi. La prima è che, una volta ricevuta la chiamata dal Signore, spesso occorre altro tempo perché il chiamato comprenda il particolare progetto a cui Dio lo sta indirizzando. Chi, non avendo ancora ultimato la formazione o ancor troppo giovane, si “tuffa” in discorsi di pastorale come se avesse già capito tutto, va aiutato piuttosto ad internarsi di più nello spirito di meditazio-

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ne; Dio non mancherà a suo tempo di illuminare e di far comprendere i suoi “progetti pastorali”. Che cosa può sembrare più santo dell’apostolato per il prossimo? Eppure San Basilio Magno non permetteva ai religiosi del suo monastero di uscire prima di essere ben sicuri che nel mondo non avrebbero perso il continuo ricordo di Dio, e che il tesoro nascosto nel loro cuore fosse ben custodito, al riparo dai ladri. Altro che tempo perso! Vivendo ritirato come un certosino, San Vincenzo si preparava ad essere il grande missionario che poi si rivelò. La seconda notazione viene di conseguenza. Spazi e tempi per ritirarsi in solitudine e pregare non debbono mai mancare nella nostra vita. Congedate le folle, Gesù sentiva il bisogno di salire sul monte a pregare. Non era lo “staccare la spina” del gergo giornalistico di oggi; era invece il riconfermarsi nella propria missione. Chi non prega, chi non medita o prima o poi smarrisce la strada. Così, zitto zitto, senza mai perdere fiducia nella Provvidenza, quell’umile prete che fu San Vincenzo si è guadagnato i più onorevoli giudizi della storia. Davanti a lui perfino Voltaire si tolse il cappello, quando affermò con decisione: «Il mio santo è San Vincenzo de’ Paoli».3 Amen.

+ p. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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A. FROSSARD, cit., p. 149.

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ORDINAZIONE PRESBITERALE Don Antonio Romaniello Omelia Concattedrale di Policastro Bussentino 1 ottobre 2016 Carissimi amici, fratelli e sorelle, carissimo Antonio, oggi la nostra Diocesi e la Chiesa intera sono in festa per la tua ordinazione presbiterale perché in essa vede compiersi il disegno d’amore di Dio per te. Il Signore non dimentica la sua Chiesa, la nutre con la sua parola e i sacramenti, la perfeziona con la carità, la rende splendente con la speranza, la rinvigorisce nella comunione, la fortifica nella fede. Come assemblea santa chiederemo per te il dono dello Spirito Santo. Insieme ai presbiteri presenti imporrò le mani sul tuo capo: questo antico gesto insieme alla preghiera di consacrazione ti renderanno ministro di Cristo, annunciatore forte e mite della parola che salva. Oggi tanti ti fanno corona per gioire con te. I tuoi genitori, i familiari, i parroci che hanno seguito il tuo percorso di formazione, i fedeli che hai incontrato nel tuo servizio parrocchiale, ognuno oggi chiede per te il dono della fedeltà. La Parola ascoltata ci immette in questo dinamismo di grazia e ci introduce in un tema di particolare importanza per la nostra esistenza: la fede. I discepoli hanno iniziato a comprendere che per mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù c’è bisogno di fede. E non è difficile scorgere quanto la fede dei discepoli sia fragile e debole. Per questo chiedono: «Aumenta la nostra fede» (Lc 17, 6). Una richiesta legittima, profonda, sincera che nasce dalla consapevolezza di un bisogno reale. Nella sua risposta Gesù tralascia il discorso della quantità, non è quello che interessa, Gesù punta ad inquadrare il discorso sulla genuinità della fede, quanto essa sia radicata in Dio e nelle sue promesse. Allora sì che non ne occorre tanta, ma bisogna chiedersi quanto la nostra fede sia autentica. Un minimo di fiducia in Dio è sufficiente per operare i più grandi prodigi e segni, secondo quanto Gesù stesso afferma usando l’immagine del gelso che, pur radicato saldamente nella terra, è in grado di spostarsi se gli si comanda con fede. Qui si inserisce l’affermazione

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dell’apostolo Paolo nella sua lettera ai Romani «Il giusto vivrà per la sua fede» (Rm 1, 17), attinta dal profeta Abacuc nella prima lettura di oggi. La fede salva e dona vita e l’evangelista Luca, lungo tutto il suo Vangelo, vuole sottolineare questo aspetto, soprattutto quando narra i miracoli operati dal Signore. La guarigione del paralitico avviene grazie alla fede sua e dei suoi accompagnatori (Lc 5, 20), alla peccatrice in casa di Simone (Lc 7, 50), alla donna che soffre di terribili emorragie (Lc 8, 48), al lebbroso straniero che torna indietro per ringraziare Gesù per la sua guarigione (Lc 17, 19), al cieco di Gerico (Lc 18, 42) Gesù ripete sempre le stesse parole: «La tua fede ti ha salvato». Non la fede dell’uomo, ma la sua fede nella potenza di Dio libera l’uomo dalla sua condizione di sottomissione al male. La fede dell’uomo è condizione necessaria perché Dio agisca: infatti senza l’assenso di fede dell’uomo Dio non opera nessun segno, nessun prodigio, senza la fede dell’uomo Dio ha le mani legate! L’incredulità dell’uomo ha una sorprendete forza che riesce a bloccare l’azione di Dio: «E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità» (Mt 13, 58). La fede autentica ci proietta nell’orizzonte di Dio, ci fa uscire da noi stessi, ci fa porre ogni fiducia in lui. Perché Dio possa agire ha bisogno dello spazio interiore della fede del credente il quale si fida e si affida a quanto Dio ha rivelato e che in ultima analisi è la piena e definitiva realizzazione della vita umana. La fede ha una forza straordinaria quando essa è radicata veramente in Dio. Per questo la fede non è credere in un apparato di verità dogmatiche che conferiscono certezze, avere fede non significa imbastire una forbita disquisizione teologica, non consiste nell’integralismo di chi non accetta dubbi. «La fede è un contatto profondamente personale con Dio, che mi tocca nel mio tessuto più intimo e mi mette di fronte al Dio vivente in assoluta immediatezza in modo cioè che io possa parlargli, amarlo ed entrare in comunione con lui. Ma al tempo stesso questa realtà massimamente personale ha inseparabilmente a che fare con la comunità: fa parte dell’essenza della fede il fatto di introdurmi nel noi dei figli di Dio, nella comunità peregrinante dei fratelli e delle sorelle. L’incontro con Dio significa anche, al contempo, che io stesso vengo aperto, strappato dalla mia chiusa solitudine e accolto nella vivente comunità della Chiesa. Essa è anche mediatrice del mio incontro con Dio, che tuttavia arriva al mio cuore in modo del tutto personale. La fede deriva dall’ascolto (fides ex auditu), ci insegna san Paolo. L’ascolto a sua volta implica sempre un partner. La fede non è un prodotto della riflessione e neppure un cercare di penetrare nelle

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profondità del mio essere. Entrambe le cose possono essere presenti, ma esse restano insufficienti senza l’ascolto mediante il quale Dio dal di fuori, a partire da una storia da Lui stesso creata, mi interpella»1. La seconda lettura inquadra l’esortazione dell’apostolo Paolo al suo discepolo Timoteo a ravvivare il dono di grazia ricevuto mediante l’imposizione delle mani dello stesso apostolo. Certamente vi erano motivi che potevano mettere in pericolo la testimonianza di Timoteo, per questo Paolo lo invita a non vergognarsi del Vangelo, né della testimonianza da dare al Signore. Proprio il dono dello Spirito, ricevuto attraverso l’imposizione delle mani, ha conferito a Timoteo uno spirito non di timidezza, ma di forza, di amore, di saggezza, che lo abilita a compiere la sua missione di capo della comunità cristiana. L’esercizio del ministero ordinato non può escludere la sofferenza, soprattutto nell’annuncio del Vangelo, sull’esempio di S. Paolo, che si trova in carcere proprio per il Vangelo. L’annuncio del Vangelo infatti costituisce il primo dovere dei presbiteri: «Il popolo di Dio viene adunato innanzitutto per mezzo della parola del Dio vivente che tutti hanno il diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti. Dato infatti che nessuno può essere salvo se prima non ha creduto, i presbiteri, nella loro qualità di cooperatori dei vescovi, hanno anzitutto il dovere di annunciare a tutti il Vangelo di Dio seguendo il mandato del Signore: “Andate nel mondo intero e predicate il Vangelo a ogni creatura” e possono così costituire e incrementare il popolo di Dio»2. Caro Antonio a poche settimane dalla chiusura dell’Anno santo della misericordia si inserisce questa liturgia di ordinazione presbiterale che ti rende immagine vivente di Cristo, pastore e servo del suo popolo. Per questo ti invito ad aver presente il richiamo urgente di Papa Francesco che scaturisce in ultima analisi dal Vangelo stesso e che permea la vita della Chiesa intera: declina la tua esistenza alla luce della misericordia che resta l’unica modalità in cui annunciare ancora oggi, con credibilità, la gioia del Vangelo; non vi sono altre possibilità! «Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la 1 2

La fede non è un’idea ma la vita - Intervista al Papa emerito Benedetto XVI. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Presbyterorum ordinis, 4.

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legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato»3. In questo Anno santo della Misericordia assume particolare rilievo la domanda che, nella liturgia di ordinazione, ti chiederò: «Vuoi insieme con noi implorare la divina misericordia per il popolo a te affidato, dedicandoti assiduamente alla preghiera, come ha comandato il Signore?». La tua generosa risposta riconfermerà la tua adesione libera alla chiamata ad essere presbitero, lasciandoti prendere totalmente a servizio della Chiesa universale e particolare, senza porre condizioni e senza anteporre preferenze e gusti personali. In un contesto di esasperata esaltazione della libertà il sì che pronuncerai sarà un richiamo alla fondamentale vocazione di ogni battezzato: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4, 34). Accanto alla misericordia mi permetto di sottolineare la virtù della speranza sulla quale la nostra Chiesa diocesana soffermerà la sua riflessione nel prossimo futuro. In quanto presbitero sarai l’uomo della speranza e con la vita e la testimonianza generosa di carità dovrai sempre e a tutti rendere ragione della speranza che Cristo ha messo nel cuore del cristiano (cf 1Pt 3, 15). «È necessario nutrire speranza, alimentare la santa aspettativa che Dio interviene ancora oggi, come buon Samaritano, chinandosi sull’uomo ferito. La nostra speranza è che Egli continuerà a salvare i perduti; a battezzare con lo Spirito Santo; a chiamare al ministero; a guarire gli ammalati; a provvedere ogni giorno ai nostri bisogni; a consolare gli afflitti»4. Noi tutti ti saremo accanto, pregheremo per te invocando l’aiuto e l’intercessione della Beata Vergine Maria e dei nostri Santi Patroni Cono e Pietro Vescovo perché il tuo sacerdozio sia segno concreto e tangibile dell’infinita misericordia del Padre. AMEN + p. Antonio De Luca

PAPA FRANCESCO, Misericordiae vultus, 2. A. DE LUCA, ANNUNCIARE LA SPERANZA per il nuovo umanesimo in Gesù Cristo Anno pastorale 2016/2017 «Prigionieri della speranza!» (Zac 9,12). 3 4

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NOVENA DI SAN GERARDO MAIELLA Omelia Materdomini 13 ottobre 2016 Cari amici, fratelli e sorelle, un’intima gioia attraversa il mio cuore per essere in questo luogo benedetto dalla presenza della Materdomini e di S. Gerardo. Per questo ringrazio i Confratelli redentoristi che hanno voluto invitarmi a presiedere questa Eucarestia nella novena per la festa di S. Gerardo. La Parola proclamata ci introduce nel mistero che celebriamo. Il Vangelo che abbiamo ascoltato contiene una delle pagine più dure e severe di tutto il NT. Gesù si trova a pranzo in casa di un fariseo ed è proprio l’atteggiamento del padrone di casa che fa scoppiare la polemica: egli si meraviglia che Gesù, prima di iniziare a mangiare, non avesse fatto le abluzioni. Gesù intuisce il giudizio del fariseo contro di lui, nota il disappunto di questo fedele osservante della legge ed inizia una dura invettiva contro le tradizioni, gli usi e le prescrizioni della legge per smascherare tutti quelli che si nascondevano dietro una fedele osservanza di essi. Gesù in questa pagina evangelica, mostra una forza ed una energia sorprendente. Anzitutto rimprovera i farisei di limitarsi ad una osservanza di norme e tradizioni secondarie, tralasciando un vero impegno di fedeltà a Dio. Ad un autentico rinnovamento interiore, costoro preferiscono fermarsi a ciò che appare, per essere irreprensibili e puri agli occhi degli uomini. Si preoccupano di ostentare una purezza esteriore che, in realtà, non tocca per nulla la loro interiorità. Non hanno scrupoli a tralasciare il più genuino senso di giustizia, soffermandosi a norme e prescrizione del tutto secondarie, rispetto all’amore per Dio e per il prossimo. Si preoccupano di rispettare un rituale ormai irrilevante, senza avere a cuore ciò che veramente conta. Dio guarda il cuore! Non si ferma all’esterno, non si lascia abbagliare da una religiosità irreprensibile ed ingessata, non ama essere onorato con le labbra, mentre il cuore è lontano da ogni forma di vero impegno di crescita nella fede. Un vero ricercatore di Dio e della sua volontà si sforza di far coincidere l’interno con l’esterno per essere puro ed irreprensibile davanti a Dio.

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Non tralascia l’impegno perché la giustizia e la carità occupino il primo posto nel rapporto con il prossimo, consapevole che la coscienza dell’uomo non può essere narcotizzata dal rispetto di un apparato di regole che mortificano e deprimono. Un motivo di rimprovero ulteriore è la mancanza di coerenza di scribi e farisei. Gesù li accusa di confermare con le loro opere (innalzare monumenti ai profeti) la azioni diaboliche dei loro padri che avevano ucciso i profeti mandati da Dio. Credono di essere i custodi della memoria degli antichi profeti, uccisi dai loro padri, ma non hanno alcuna intenzione di ascoltare i profeti viventi, primo tra tutti Gesù. Anzi: nutrono nei confronti di Gesù un odio che presto si sarebbe trasformato in follia omicida. Ecco perché Gesù dice che sono identici ai loro padri! Ai dottori della legge Gesù non risparmia un duro rimprovero per la loro mancanza di coerenza tra ciò che dicono e ciò che fanno, accusandoli di tenere sotto scacco le persone, negando loro di entrare in relazione con Dio, chiudendo a doppia mandata la porta della conoscenza, non entrando loro e senza lasciare entrare gli altri. Gesù intende dimostrare che spesso si è rigidi e severi con gli altri, mentre con se stessi si è sempre indulgenti. È questo l’atteggiamento di chi predica, ma non pratica! Di chi si sofferma a lodare se stesso, disprezzando gli altri, di chi carica sugli altri pesi e carichi gravosi che schiacciano ed umiliano una umanità già spesso sofferente. “Anche noi, oggi, possiamo fare «due cose semplici» per non cadere nel medesimo errore dei farisei. Primo, umiltà; secondo, preghiera. Questa gente non pregava. Non aveva bisogno di pregare. Si sentivano sicuri, si sentivano forti, si sentivano “dei”. Umiltà e preghiera: con l’umiltà e la preghiera andiamo avanti per ascoltare la Parola di Dio e obbedirle” (Papa Francesco). Umiltà e preghiera è la vita dei Santi, di coloro che generosamente hanno attualizzato nella loro esistenza l’assoluta priorità di Dio, senza tralasciare una particolare attenzione per i fratelli. È quanto ci ricorda Papa Francesco quando afferma che è necessario uscire “da sé verso il fratello come uno dei due comandamenti principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per fare discernimento sul cammino di crescita spirituale in risposta alla donazione assolutamente gratuita di Dio. Per ciò stesso «anche il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza». Come la Chiesa è missionaria per natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per

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il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove”1. E soprattutto la carità che non si limita a dare qualcosa, ma è immergere la vita umana in Dio. Dio è carità! E carità è amore. Davanti a noi abbiamo questa stupenda immagine di S. Gerardo. Mentre assiste i poveri e gli affamati che erano davanti alla portineria di Materdomini durante il rigidissimo inverno del 1754-1755, è rapito nella contemplazione di Dio. Esercitando la carità delle opere nei confronti dei bisognosi, Dio gli fa gustare una forte intimità, che è amore e contemplazione. La carità delle opere: “L’ufficio di portinaio comporta la distribuzione delle elemosine ai mendicanti. Gerardo è felice. I cari poveri! Eccome se ve ne saranno di poveri, in quell’anno! L’inverno 1754-1755 è rigorosissimo: bestie e gente sono stati costretti a rimanere rinchiusi dentro casa, con la prospettiva di morire di fame e freddo. Ogni giorno porta più di 120 mendicanti alla porta. P. Caione, uomo di grande cuore, ha autorizzato Gerardo a soccorrere i poveri con ogni risorsa che riesce a rimediare in convento. Non aveva scelto male! Gerardo si dà da fare tanto che la sua carità comincia…a infastidire e preoccupare gli altri confratelli. Primo fra tutti il fratello panettiere. -Si deve fare la carità, certo, ma qui non si fa altro che sfornare pane per i poveri!...Sarebbe ora che il P. Superiore comprenda…” La comunità è senza pane. “Il P. Rettore chiama Fratel Gerardo e gli rimprovera l’imprudenza commessa… non c’è nemmeno una briciola…”. Gerardo dice: “Andiamo a vedere lo stesso! Vanno e trovano la madia piena di pane fragrante!”2 La carità è contemplazione del volto di Cristo che, in modo particolare, si identifica nei poveri e sofferenti: “Se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi » (Mt 25,3536). Questa pagina non è un semplice invito alla carità: è una pagina di cristologia, che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo. Su questa pagina, non meno che sul versante dell'ortodossia, la Chiesa misura la sua fedeltà di Sposa di Cristo”3. PAPA FRANCESCO, Evangelii gaudium, 179. THEODULE REY-MERMET, San Gerardo Maiella, Il “Pazzerello” di Dio, Valsele Tipografica, Materdomini 1992, pp. 123-125. 3 GIOVANNI PAOLO II, Novo millennio ineunte, 49. 1 2

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Oltre alla carità delle opere Gerardo ha vissuto la carità spirituale. Ha ristabilito la pace nelle famiglie e ha spento il fuoco dell’odio nel cuore di gente disperata. Emblematico l’episodio di Castelgrande, dove due famiglie ormai nutrivano vicendevolmente un odio mortale. “In seguito ad una lite violenta, il notaio Martino Carusi aveva ucciso il figlio di suo cugino Marco Carusi. Un odio implacabile era maturato fra le due famiglie…Niente e nessuno era stato capace di riappacificare i due schieramenti…P. Cafaro pensò al suo vecchio novizio: Solo Gerardo può riportare l’amore e la pace…Gerardo…va a trovare Marco Carusi, padre della vittima…e ottiene…la sua promessa di perdonare…La moglie…interviene…spalleggiata dalle figlie: Tu hai perdonato l’assassino di tuo figlio? Tu non sei un padre, non sei nemmeno uomo! Guarda questo vestito macchiato del sangue di tuo figlio che grida vendetta…Gerardo…convoca la madre e le sorelle e con amabilità cerca di addolcire quelle belve…Ma restano insensibili, feroci. Istante supremo! Gerardo si getta in ginocchio, tira fuori il crocifisso, lo lancia drammaticamente a terra e grida: Allora venite, calpestate Cristo crocifisso! ...sprofondarono tutti in un angoscioso silenzio. Avanti, avvicinatevi, mettetevelo sotto i piedi! ...Non c’è via di mezzo: o perdonate o calpestatelo pure. Scegliete! Il muro di odio non cede, allora Gerardo si alza, e con uno sguardo terribile, tuona con una voce da giudizio finale: Ebbene, eccovi il verdetto di Dio! Vostro figlio è in purgatorio e non ne uscirà finché durerà il vostro odio. In quanto a voi, se continuate ad ostinarvi, vi sovrasta un castigo troppo spaventoso tanto che non oso annunciarvelo! Ma non dubitate: se non perdonerete, vi colpirà. Si alza, raccoglie il crocifisso e si avvia verso la porta…Allora, all’improvviso, la resistenza si infrange…Perdoniamo, perdoniamo!”4 La disponibilità a compiere sempre e comunque la “bella” volontà di Dio, mettono Gerardo in una condizione simile a quella di S. Paolo: Non sono più io che vivo, ma cristo vive in me! “Prima di mettersi a letto, in attesa di sorella morte, il santo scrive su un cartello: “Qui si fa la volontà di Dio, come vuole e per quanto egli vuole!”… Poi raggiante dice al Superiore: “La volontà di Dio ed io siamo una cosa sola”5. THEODULE REY-MERMET, San Gerardo Maiella, Il “Pazzerello” di Dio, Valsele Tipografica, Materdomini 1992, pp. 91-93. 5 ADOLFO L’ARCO, San Gerardo Maiella, Il cantore della volontà di Dio, Editrice San Gerardo 2003, p. 103. 4

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In questo Anno santo straordinario della Misericordia, Gerardo può, a ragione, essere indicato come un luminosissimo testimone di misericordia e carità. Nella sua pur breve esistenza ha attuato uno straordinario programma di vita che lo ha condotto alle vette più alte della perfezione. Non possiamo scorrere le opere di misericordia spirituali6 e corporali7 e non vedere in filigrana la vita di San Gerardo. Per questo, con fiducia e confidenza, ci rivolgiamo a lui, perché ci ottenga lo stesso amore, carità e misericordia del suo cuore e ci accompagni all’incontro con Cristo Signore. Amen.

+ p. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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Opere di misericordia spirituali: Consigliare i dubbiosi Insegnare agli ignoranti Ammonire i peccatori Consolare gli afflitti Perdonare le offese Sopportare pazientemente le persone moleste Pregare Dio per i vivi e per i morti 7 Opere di misericordia corporali: Dar da mangiare agli affamati Dar da bere agli assetati Vestire gli ignudi Alloggiare i pellegrini Visitare gli infermi Visitare i carcerati Seppellire i morti

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MESSAGGIO PER LA CONCLUSIONE DEL GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA “Grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell’amore” (2 Gv 1,3). Il Giubileo, tempo di grazia che viene dall’alto e scende sulle nostre persone e comunità, voluto da papa Francesco, giunge a conclusione. Nel rito di apertura vi era una bellissima invocazione: “O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, donaci di vivere un anno di grazia, tempo propizio per amare te e i fratelli nella gioia del Vangelo”1. Il Giubileo è un tempo opportuno di Misericordia, che opera nei nostri cuori di credenti e in tutta la società. Nasce, dunque, una domanda: ma il cuore dei battezzati e l’intera società sono stati toccati da questa Misericordia Divina? Ed in che modo? In particolare: avvertiamo come prioritario il bisogno di far diventare il Vangelo vera cultura che educa e fa crescere i nostri territori? Insorge nel mio cuore un interrogativo che condivido con voi tutti presbiteri, diaconi, religiosi/e e fedeli laici: abbiamo vissuto in profondità questo tempo di grazia? Ora è il tempo della testimonianza. Papa Paolo VI disse: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni”2. Il centro della vita spirituale di questo Giubileo è stata la beatitudine della Misericordia. Nel Vangelo di Matteo risuona questa parola di Gesù: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7). Questa parola è rivolta principalmente a noi presbiteri e diaconi che continuamente siamo operatori di misericordia, alle religiose chiamate attraverso il loro carisma ad essere misericordiose accanto agli ultimi, ai religiosi che, vivendo in comunità, sono chiamati a sperimentare quotidianamente la misericordia e poi farne parte agli altri, e ai seminaristi che custodiscono nel cuore il sogno di una Chiesa in uscita missionaria. Ma nelle complesse vicende del mondo, quanta misericordia 1 2

Dal Rito di apertura della Porta Santa. PAOLO VI, Discorso ai Membri del «Consilium de Laicis» (2 ottobre 1974).

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anche i laici sono chiamati ad accogliere e ad esercitare in prima persona in ogni ambito del vissuto! Gesù, senza fare distinzioni, proclama “beati” coloro che hanno il cuore aperto ai poveri di ogni tipo, un cuore aperto alle miserie umane. Un cuore capace di amare seriamente. Ma anche un cuore che, continuamente, insieme a tutto il popolo di Dio, si mette alla ricerca della Misericordia del Signore. Sant’Agostino, il grande cercatore di Dio, dirà apertamente: “Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te”3. Chi può dire di non sentire questa misteriosa inquietudine? Molti uomini spinti dal desiderio della verità, hanno incontrato Dio; altri, apparentemente, soffocano l’insopprimibile nostalgia di Dio. Noi presbiteri, anche se continuamente sommersi da domande di sempre ed interrogativi inediti, abbiamo il compito di donare misericordia, di illuminare di Divino tutto ciò che è umano, e di rafforzare il presente con lo sguardo verso l’Eterno. Ecco il percorso semplice di un rinnovato umanesimo in Cristo Gesù. Cosa abbiamo imparato da questo Giubileo? Sicuramente abbiamo appreso che per essere dispensatori di misericordia dobbiamo anche noi assimilarla e sperimentarla continuamente. La misericordia rigenera le relazioni interpersonali, familiari, sociali ed ecclesiali. Una pericolosa insidia incombe su tutti: la superficialità, la fretta, l’incomunicabilità. Sono tutti segnali forieri di quell’indifferenza “globalizzata che ci rende vicini, ma non ci rende fratelli”4. Il mio pensiero va a voi che siete stati scelti per esercitare un’autorità civile o militare, o ricoprite il delicato incarico di essere responsabili delle istituzioni educative del nostro territorio, e più in generale a tutti i fedeli laici. Papa Francesco nell’omelia del Giovedì Santo di quest’anno, ha usato un’espressione che vorrei consegnarvi: “La misericordia restaura tutto e restituisce le persone alla loro dignità originaria”5. Carissimi, oggi la dignità umana viene più volte calpestata. Solo facendo un lavoro di sinergia, possiamo restituire all’umanità quel dono che Dio ha fatto all’inizio con la creazione: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (Gen 1, 26). Non dimenticate mai che noi portiamo, in tutto quello che siamo e facciamo, la 3

AGOSTINO, Le Confessioni, I,1,1. BENEDETTO XVI, Caritas in veritate, 19. 5 FRANCESCO, Omelia nella Santa Messa del Crisma (24 marzo 2016). 4

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presenza di Dio. L’uomo non può e non deve essere dimenticato. L’oblio dell’uomo è oblio di Dio, e viceversa. Molti poveri e bisognosi, italiani e migranti, bussano alle porte delle nostre comunità civili e parrocchiali cercando conforto e solidarietà. Nella Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II leggiamo: “Si può pensare legittimamente che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza”6. Insieme possiamo aprire le porte della misericordia e della solidarietà. Apriamo le porte alla dignità umana e insieme sperimentiamo la grave responsabilità di edificare il bene comune, in questo tempo in cui lo smarrimento e la gran confusione potrebbero indurre alla paura e alla rassegnazione. Il lavoro diventa sempre più precario, la famiglia vacilla e si connota di fragilità, il mondo vive il dramma delle guerre, “fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22)”7. Resta prioritario ed emergente anche per il nostro territorio la questione ambientale. In un contesto come questo, insieme siamo chiamati a costruire una società radicata nella speranza che sappia incarnare una ecologia integrale che “richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata»”8. Nella prospettiva delle alleanze e delle concretezze, rivendichiamo il riconoscimento del capitale umano che i nostri territori generano in rapporto alla qualità della vita e ad una conversione ecologica globale e che le nostre popolazioni hanno gelosamente custodito. Sappiamo che bisogna sconfiggere l’ossessione del computo numerico, l’idolatria dei risultati e delle efficienze economiche. Non possiamo rassegnarci alla difesa esclusivamente verbale delle cosiddette “aree interne”, c’è un impegno concettuale, reale ed economico che dobbiamo assolutamente richiedere alle istituzioni centrali. Voi famiglie, che ogni giorno avete le preoccupazioni e le gioie del focolare domestico, siete chiamate e vivere sempre più nell’unità. 6

CONCILIO VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes (7 dicembre 1965), n. 31. FRANCESCO, Enc. Laudato si' (24 maggio 2015), n. 2. 8 Ibid., n. 225. 7

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Diventate i custodi gli uni degli altri! Volgete spesso il vostro sguardo al volto misericordioso di Cristo: Lui che ha vissuto l’esperienza terrena con un padre ed una madre, conosce le fatiche e le speranze della quotidianità. A lui affidate voi stessi e i vostri figli, perché si sentano abbracciati dalla tenera misericordia del Padre e comprendano che essa è frutto della vostra preghiera. Non stancatevi di essere famiglia, di essere genitori, di essere figli. Papa Francesco all’apertura del Concistoro, ha rivolto ai cardinali presenti queste parole che consegno a voi: “La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata, e quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità. Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà, con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d’amore”9. La Chiesa non vi abbandona, ma vi accompagna e vi custodisce. Abbiate sempre in voi il coraggio di ricominciare e chiedete a Maria, madre della Misericordia, di donarvi gli stessi sentimenti e lo stesso amore che furono della famiglia di Nazareth. Cari giovani, lasciatevi abbracciare dalla Misericordia di Dio! Non fate prevalere in voi un mondo che vi offre false chimere e sogni irrealizzabili. Vivete la vostra giovinezza sperimentando la gioia di essere veramente importanti per Dio. Lui che non tradisce, non abbandona e non dimentica, vi porta sul palmo della sua mano. Siate sognatori di cose belle, vere, autentiche, fidandovi di Dio! Solo così sperimenterete veramente il grande amore misericordioso che lui ha verso di voi. Non scoraggiatevi mai, né diventate preda della disperazione. Non abbiate paura! Se voi lo volete e se in voi vi è la speranza, cambierete il mondo e non lascerete che il mondo cambi voi. Ma, soprattutto, non lo lascerete cambiare dagli altri. Vivete senza creare steccati, ma ponti. Non chiudetevi in voi stessi, ma gridate con la gioia e con la vita il vostro essere credenti. Il cristiano autentico è sempre un rinnovatore, uno che va controcorrente, uno che pensa positivo. Mi piace ricordare quanto afferma il Cardinale Carlo Maria Martini: “La vera distinzione non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa”. Aiutateci a comprendere, carissimi giovani, il vostro linguaggio, ad intercettare i 9

ID., Parole al Concistoro Straordinario (20 febbraio 2014).

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vostri sentimenti, a valorizzare la grande sete di autenticità e di pienezza di vita che portate in voi. Vivete la vita nella gioia vera, avendo fiducia nel Signore! A voi, cari presbiteri, il cammino giubilare ci ha ricondotti alla logica di sempre: la comunione affettiva ed effettiva tra noi, tra le parrocchie, nell’orizzonte foraniale, poi quello diocesano ed infine con un territorio concreto. La parrocchia è lo spazio naturale per ogni autentico cammino di fede, non esistono parrocchie isolate, autoreferenziali, ma solo parrocchie “in rete”, o meglio “in condivisione”. Papa Francesco, nello scorso mese di luglio, durante la Giornata Mondiale della gioventù, parlando ai vescovi polacchi, ha detto: “Oggi essere parroco è faticoso: portare avanti una parrocchia è faticoso... il rinnovamento della parrocchia è una delle cose che i vescovi devono avere sempre sotto gli occhi…”10. La parrocchia si rinnova con la catechesi, la visita capillare alle famiglie, la disponibilità al discernimento, all’accompagnamento spirituale personale, all’animazione di associazioni, movimenti, gruppi e alla cura dell’oratorio. Il recupero della Domenica, giorno del Signore, Pasqua della settimana, nonché ultimo segno cristiano del nostro occidente laicizzato, richiede che mettiamo ogni impegno perché le nostre liturgie “splendano per nobile semplicità”11, sapendo che “di ben poca utilità saranno le cerimonie più belle o le associazioni più fiorenti, se non sono volte a educare gli uomini alla maturità cristiana”12. Tuttavia non chiudiamo gli occhi al territorio, ai problemi sociali. A noi il compito di segnalare derive, intercettare il disagio, offrire collaborazione e sostegno a coloro a cui compete trovare soluzioni, “così la Chiesa, con i singoli suoi membri e con tutta intera la sua comunità, crede di poter contribuire molto a umanizzare di più la famiglia degli uomini e la sua storia”13. Mettiamo al bando l’individualismo pastorale e la solitudine presbiterale. Mi auguro che ognuno di voi possa dire: “La misericordia mi ha toccato il cuore”. 10

FRANCESCO, Incontro con i vescovi polacchi, Discorso del Santo Padre, Cattedrale di Cracovia, mercoledì, 27 luglio 2016. 11 CONCILIO VATICANO II, Cost. sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium (4 dicembre 1963), n. 34. 12 CONCILIO V ATICANO II, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Presbyterorum ordinis, (7 dicembre 1965), n. 6. 13 CONCILIO VATICANO, Cost. pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes (7 dicembre 1965), n. 40.

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A voi tutti, fratelli e sorelle in Cristo, uomini e donne di buona volontà, che ogni giorno portate i pesi della quotidianità, la stanchezza di giorni apparentemente senza vigore, a voi rivolgo una parola di speranza. Il Giubileo spero che non sia stato solo un momento celebrativo, ma una vera esperienza di fede. Chiuse le Porte sante cosa porteremo con noi? La conclusione di un anno di iniziative? Un anno di riflessioni sulla Misericordia di Dio? No, avremmo sciupato il nostro tempo. Ora, a conclusione di questo anno di grazia, siamo chiamati tutti, ma soprattutto noi credenti, a far scoprire ancora più forte la presenza di Dio in mezzo a noi. E quando le nubi della fatica e della disperazione, del dolore, della paura, dell’angoscia sembreranno prevalere, tutti insieme alziamo lo sguardo verso i cieli e chiediamo a Colui che ci è Padre e fonte della vita di donarci i suoi stessi sentimenti, in particolare i sentimenti di umiltà e di mitezza. Una volta rivestiti di questi due doni potremo, con la vita e le opere, annunziare le meraviglie del Padre celeste: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo” (Ef 2, 45). Il Giubileo ci ha ricordato che non siamo mai soli. Lui cammina accanto e, “come ai discepoli di Emmaus, ci svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi”14. La nostra Chiesa di Teggiano-Policastro, in un rinnovato sussulto di speranza annunciata, celebrata, e testimoniata, attinga forza dalla consapevolezza che Dio ci precede, ci accompagna e, con amore, vigila su tutti noi. Questa certezza sia la nostra forza e la nostra speranza. Di cuore vi benedico. Teggiano, 13 Novembre 2016 XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

+ p. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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CEI, Rito della Messa, Preghiera Eucaristica Va, Dio guida la sua Chiesa.

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CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL BEATO VINCENZO ROMANO

Omelia Basilica S. Croce - Torre del Greco 26 novembre 2016 Sia lodato Gesù e Maria! Un grato ringraziamento al Signore che oggi mi dona l’intima gioia di presiedere questa celebrazione Eucaristica in preparazione alla festa liturgica del Beato Vincenzo Romano. Il ringraziamento naturalmente si estende al Parroco, il carissimo don Giosuè Lombardo, ai sacerdoti suoi collaboratori, a tutti i sacerdoti presenti ai quali mi lega l’affetto sacerdotale nella condivisione dell’unica vocazione al servizio del Vangelo. Con il cuore colmo di gratitudine ogni giorno mi ricordo di loro perché ebbi la gioia di servire questo presbiterio nella condivisione di progetti e di percorsi pastorali. L’appartenenza a questa Città mi fa sentire a casa! Grazie per la fraterna accoglienza. A tutti i presenti rivolgo il più caro ringraziamento e la promessa della preghiera per tutte le necessità ed i bisogni di ognuno di voi. Agli assenti, perché anziani o ammalati, assicuro il più vivo ricordo, sapendo che la loro sofferenza sale a Dio come sacrificio di soave odore (Ef 5, 2). Con questa celebrazione iniziamo il nuovo percorso dell’anno liturgico, la Chiesa rientra in un tempo di preparazione ad accogliere il Signore non solo nel suo Natale, tra qualche giorno, ma soprattutto predispone noi credenti ad accogliere il Signore Gesù ogni giorno ed in ultima analisi ad accoglierlo nella sua venuta ultima, quando verrà a giudicare i vivi e i morti. Come in questo caso, non sempre il Vangelo ci lascia tranquilli. Anzi il Vangelo viene a scardinare ogni nostra illusoria sicurezza. E lo fa senza sconti perché seguire il Maestro non è una cosa semplice. Egli richiede onestà e coerenza. E non sempre noi cristiani siamo in grado di essere discepoli convinti, di essere membra di Cristo. Spesso crediamo che seguire Gesù significhi essere più o meno brave persone, che vanno a messa, che si confessano almeno una volta all’anno e che preghino un paio di volte al giorno. Tutto ciò non basta! Il cristiano deve

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ogni giorno confrontarsi con il Vangelo e da esso trarre la giusta direzione dell’esistenza. Come la bussola che orienta il cammino, che segna le coordinate e dirige verso la meta. Cristiano è colui che fa entrare il Vangelo nelle pieghe più intime dell’esistenza e che trasforma il Vangelo in vita concreta. Abbiamo bisogno di riscoprire il valore assoluto della Parola di Dio che dà senso all’esistenza, che la trasforma e che permette di essere discepoli di Gesù. Non basta essere persone religiose, dobbiamo diventare persone di fede, che nulla antepongono al Signore. Il Vangelo di questa sera ci lascia interdetti. Cerchiamo sicurezze ed invece troviamo l’enigma. “Tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (Mt 24, 44). Il tema della vigilanza trova qui la sua giusta collocazione. Il giorno del ritorno del Signore è imprevedibile, è sconosciuto a tutti, per questo il richiamo ad essere vigilanti e pronti ad accogliere il Signore che viene. Tuttavia il Vangelo resta una “buona notizia” ed anche l’apparente enigmatica pagina del Vangelo odierno contiene un messaggio di speranza. La comunità dei credenti attende il ritorno del Signore e, anche se sconosciuto, questo momento arriverà e segnerà la nostra unione con lui. Il cristiano è colui che vive in uno stato di attesa continuo, come se il Signore dovesse arrivare da un momento all’altro. Questa attesa però non getta nello sconforto e nell’agitazione, ma anzi concentra l’impegno in una condizione di rettitudine e di preparazione. S. Paolo mette in guardia la comunità di Tessalonica con queste parole: “Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo!” (2Ts 2, 1-3). Ad una generazione che cerca segni la risposta è che la venuta del Signore non verrà accompagnata da segni chiari e incontrovertibili, così come accadde nei giorni di Noè, quando il diluvio colpì coloro che erano tutti intenti alle faccende di ogni giorno. L’atteggiamento del cristiano è contenuto nel verbo caratteristico dell’avvento “Vegliate” più volte richiamato dal Vangelo. A questo si contrappongono il sonno, l’indifferenza e l’inerzia. Sono questi atteggiamenti che smorzano l’entusiasmo, appiattiscono la vita determinando una pericolosa deriva esistenziale. L’avvento contiene una straordinaria certezza: colui che è già venuto, verrà ancora. La vigilanza consiste nel vivere “come in pieno giorno: non in mezzo a orge e

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ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie” (Rm 13, 13). L’avvento ci allena a riconoscere il Signore sempre, ogni volta che bussa alla porta della nostra esistenza e si presenta non con i segni chiari che lo contraddistinguono, ma nei poveri, immigrati, emarginati. Lì si gioca la nostra fede, nell’accoglienza di coloro con i quali Cristo si è per sempre identificato. La nostra quotidianità, i nostri impegni, le nostre faccende possono allentare la tensione, sommergendo la nostra vita di preoccupazioni ed ansie, distogliendo l’attenzione, la mente e il cuore dall’unica nostra fondamentale questione: la venuta del Signore. In preparazione alla festa liturgica del Beato Vincenzo Romano vorrei sottolineare alcuni aspetti che possono essere di aiuto nel nostro cammino di fede. Cosa ha da dire ancora a noi il Beato Vincenzo Romano? Può la distanza temporale dalla sua esistenza terrena affievolirne il messaggio? Cosa ha fatto questo semplice prete di provincia per essere ricordato ancora? Innanzitutto resta un modello per i sacerdoti impegnati nella cura delle anime. Spesso siamo alla ricerca del meglio, desiderando posti ed incarichi che scegliamo, credendo di essere necessari in un luogo piuttosto che in un altro. Papa Francesco la chiama autoreferenzialità. Il Beato ci insegna l’umile obbedienza e la gioia di essere dove Dio ci vuole. A tal proposito risentiamo le sue parole dopo aver ricevuto la nomina a Preposito Curato di questa Parrocchia di S. Croce: “Ho accettato la cura delle anime in virtù di santa obbedienza, per non commettere un aperto peccato grave; avrei voluto piuttosto la morte, che aggravarmi di questo sì pericoloso peso della cura delle anime. Questa carica non si può accettare né per onore né per interesse o altro fine, ma soltanto per volontà di Dio, il quale come assoluto Padrone esige questo servizio da me”. E quotidianamente si rivolgeva al Signore con queste parole: “Signore, niente posso, niente sono, niente so, la Cura è vostra; nella vostra parola, come San Pietro, mi getto in questo mare […]. O Gesù: io sono l’asinello sotto di voi, voi guidatemi, voi tiratemi, voi regolatemi”. Un altro aspetto è la sua immensa carità, esercitata non solo in vita, soccorrendo miseri ed affamati, privandosi spesso egli stesso del necessario, ma anche dopo la sua morte assicurando la sua continua protezione alla nostra Città e a tutti i suoi abitanti. Tante le attestazioni dei fedeli che hanno constatato la sua presenza nelle ore più difficili e terribili della loro esistenza. La sua carità era così radicale che spesso restava senza il necessario e, non poche volte, “il grande elemosiniere”, come era chiamato dal popolo di Torre del Greco, doveva egli stesso

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chiedere l’elemosina. La sua carità si dimostrava soprattutto soccorrendo i poveri, aiutando le fanciulle a comporre la dote per il matrimonio, sostenendo le famiglie dei marinai che partivano per estrarre il corallo. Una carità senza limiti che il Beato esercitò fino all’ultimo dei suoi giorni. Un’altra caratteristica del Beato è la sua attenzione per un impegno pastorale attento e diligente. La sua era una pastorale tipica del suo tempo alla quale egli però riservava tutto il suo tempo e la sua attenzione, senza mia sottrarsi ai suoi impegni che spesso occupavano gran parte della sua giornata. La preghiera innanzitutto. Ad essa riservava il tempo migliore, con la celebrazione Eucaristica e le soste prolungate davanti al SS.mo Sacramento. Al Signore presentava le necessità del suo popolo, intercedendo per il bene ed il progresso spirituale dei fedeli affidati alle sue cure pastorali. Le ore della notte, spesso, erano dedicate allo studio, alla preghiera e alla lettura spirituale. Nel 1820, per l’insistenza di degnissimi sacerdoti, si rassegnò a pubblicare un volumetto in cui, oltre alla Messa pratica, si trovava un Rosario meditato per il popolo. Insegnava il catechismo ai poveri concluso dalla recita degli atti cristiani, dalla benedizione col Crocifisso e dalla distribuzione dell’elemosina. La domenica pomeriggio dopo aver cantato i vespri, il Beato teneva ancora una lunga istruzione al popolo, prima d’impartire la benedizione eucaristica, e a tarda sera faceva un giro tra le “Cappelle serotine”, dove erano raccolti giovani e uomini. Nella sua azione pastorale riservava un’importanza centrale all’annunzio della Parola di Dio. A tal proposito era solito dire: “La parola di Dio è quella prodigiosa semenza che produce buona vita, buona morte e il paradiso”. Il suo Maestro fu S. Alfonso M. De’ Liguori, insigne missionario del nostro Mezzogiorno, il quale, proprio per l’annunzio del Vangelo ai più abbandonati, aveva fondato una Congregazione di Missionari, dediti alla predicazione e all’annunzio dell’Abbondante Redenzione. Per gli ammalati e i moribondi aveva una particolare attenzione e carità, soprattutto per quelli che, a causa di malattie ripugnanti, versavano in particolare necessità. L’impegno pastorale del Beato Vincenzo Romano aveva anche una squisita finalità sociale. Egli sapeva che la fede alimentata dalla formazione e dalla preghiera, aveva una salutare ricaduta anche nella formazione di buoni cittadini, contribuendo ad eliminare i vizi, ad estirpare il male, a sradicare l’immoralità.

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Grande ed immensa la sua ereditĂ ! Confortati dalla sua testimonianza anche noi affrontiamo il buon combattimento della fede, per condividere al di lĂ della morte, la stessa corona di gloria. A Maria SS.ma, qui venerata dal Beato Vincenzo Romano e da tutti noi come Vergine Immacolata, interceda per noi e ci indichi la strada che conduce al suo Figlio, GesĂš Cristo, nostro Signore. Amen. + p. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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PRESENTAZIONE DEL XXV RAPPORTO IMMIGRAZIONE «La cultura dell’incontro» è il tema del XXV Rapporto Immigrazioni 2015, curato da Caritas-Migranti. “Affiancando la metodologia prettamente statistica a quella qualitativa… riusciamo a dare un volto, una voce ai tanti incontri realizzati quotidianamente”, soprattutto lo strumento ci aiuta a passare dalle sensazioni sui migranti ad un reale sguardo sulle persone (30% la percezione; 8,2% i numeri reali). Le migrazioni e gli spostamenti umani acquistano un’importanza decisiva, sono l’espressione di altre e più gravi derive, «il mondo non può essere analizzato solo isolando uno dei suoi aspetti, perché «il libro della natura è uno e indivisibile» e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali, e altri aspetti» (Laudato sii 6). A livello mondiale 250 milioni di persone vivono fuori dal paese in cui sono nate, e 60 milioni di rifugiati cercano protezione. «È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile» (Laudato sii 25). Si emigra a causa dei cataclismi ambientali – inondazioni, desertificazioni, carestie – anche se le vittime di disastri ambientali, secondo la convenzione internazionale di Ginevra, non possono essere riconosciuti come profughi, ma migranti lavorativi; si emigra a causa della miseria generata da gravissimi squilibri economici, si fugge da guerre, dittature, discriminazioni. Siamo 7 miliardi di persone, ma solo 1,75% della popolazione detiene il 56% del reddito complessivo e il 23% vive in condizione di estrema povertà. Il tema migranti è diventata carta vincente nelle demagogiche scelte di alcune lobby; come non ricordare il referendum di Brexit o anche la competizione elettorale negli USA. Partiamo dal primo dato: oggi in Italia ci sono 5,9 milioni di stranieri [1]. Numero generale che comprende sia gli immigrati regolari che i non regolari. Complessivamente si parla di un +0,9 nel 2016, quest’anno che ha visto 400mila arrivi in Europa, una buona parte dei quali, 170mila, in Italia. Secondo l’ultimo report mensile del Ministero

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del Lavoro, sono 6.500 i minori giunti in Italia senza famiglia e di cui si sono perse le tracce dopo l’identificazione. Anche se il 2016 non si è ancora concluso lo si può già definire l’anno record degli sbarchi: al 27 novembre sono giunti in Italia via mare 171mila migranti. Il numero, infatti, si è triplicato negli ultimi cinque anni. Ricordiamo, però, che le vittime complessive, i morti in mare, sono 4,690 persone. Tra quelli che riescono ad arrivare una su tre è un minore non accompagnato: quelli sbarcati sulle nostre coste quest’anno sono stati 23mila. L’Europa reagisce in ordine sparso smentendo di fatto gli ideali di solidarietà e accoglienza che sono nel DNA dell’atto fondativo dell’Europa. “Migration Compact”, presentata dall’Italia all’Unione Europea, coglie nel segno: favorire investimenti e sviluppo è il modo migliore per frenare, nel medio e lungo periodo, i flussi migratori. Ma per ora la proposta non ha fatto i passi concreti che si proponeva. L’insano convincimento che la costruzione di muri renderebbe quasi possibile isolarsi da ciò che accade intorno è segno di una miopia politica e sociale dalle conseguenze devastanti. Dai muri e dai ghetti si è sprigionata sempre una forza pericolosa ed eversiva incontrollabile. La globalizzazione non è solo declinata in termini di vantaggi e di maggiori opportunità di spostamenti, comunicazioni, profitti, spinge anche a nuove convivenze, inediti approcci, e nuovi dialoghi, e ad un’apertura verso la strategia degli ingressi temporanei, o definitivi, legali attraverso i “corridoi umanitari”. La verità è che negli ultimi 15 anni i migranti a livello planetario sono cresciuti del 41%, una velocità doppia rispetto al ritmo di aumento della popolazione globale. Così i Paesi più poveri localizzati nell’Africa Sub-Sahariana accresceranno la tensione migratoria economica verso l’Europa. La loro dinamica demografica produrrà 400 milioni di abitanti in più tra oggi e il 2036. Di questi 166 milioni saranno giovani adulti tra i 20 e i 44 anni. Papa Francesco concludendo l’anno giubilare ci ha invitati a leggere le tradizionali opere di misericordia corporale e spirituale alla luce delle nuove povertà del mondo odierno. Queste sono un invito concreto perché le comunità cristiane e ogni credente diano spazio alla fantasia della misericordia, per far crescere una “cultura della misericordia basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli” (Mm 20). Accanto alle lodevoli e belle iniziative umanitarie dell’accoglienza e dei primi soccorsi serve un’azione politica convinta che miri ad

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integrare, dialogare e generare la corresponsabilità e il civile coinvolgimento. Solo la prospettiva dell’incontro come opportunità e risorsa può sottrarci alle paure e ad una imperdonabile indifferenza.

+ P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

[1] Gli stranieri residenti in Campania al 1° gennaio 2015 ammontano a 217.503, Nella città metropolitana di Napoli risiedono la metà dei cittadini stranieri, seguono Salerno (22%), Caserta (19%) Avellino (6%) e Benevento (3%).

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MESSAGGIO PER IL NATALE 2016 A Natale si fa strada la speranza! Ripartire da Dio per un rinnovato impegno dell’uomo. Il Dio cristiano a Natale si fa uomo e in questo evento straordinario che taglia la storia, riesce a rimettere in moto un’Alleanza ed una prospettiva di vita che riabilita la creatura umana e la porta a sognare il divino, a intravedere l’Eterno. Dio a Natale riparte con la creatura, “L’uomo non è più pensabile senza Dio e Dio non è più pensabile senza l’uomo, poiché egli ci ha rivelato la sua trascendenza nell’incarnazione di Gesù Cristo e la sua santità con la sua solidarietà con noi nella vita e nella morte”. Ma a Natale anche noi siamo di fronte alla possibile scelta di ripartire da Dio. A fronte di un diffuso senso di sfiducia, di un calo di impegno e di civiltà, di una rarefazione di passione per la verità, non serve vivere la festa come un alibi per nasconderci i veri problemi né indulgere a dolciastre formule beneauguranti che nulla hanno dell’autentica virtù cristiana della speranza. Ripartire da Dio vorrebbe significare la messa in discussione dei nostri individualistici punti di vista per allargare lo sguardo oltre di noi. La speranza del Natale è che finalmente siamo stati innalzati ad una dignità indicibile, di intelligenza, bontà, tenerezza, che solo una colpevole disattenzione potrebbe farci ignorare. Ripartire da un evento che ha segnato la storia dell’umanità, al momento in cui Dio fa irruzione nel nostro mondo: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4, 4). Consapevoli del dono immenso della nostra gratificante elezione a figli di Dio riprendiamo coraggio e forza per annunciare la nostra speranza, Cristo Gesù fatto uomo. Avviciniamoci con fiducia al Bambino Gesù, solo da lui il mondo può riacquistare la pace. “Il nostro Salvatore affin di darci maggiore confidenza s’è fatto bambino…chi mai si atterrisce di accostarsi ad un bambino? I bambini non ispirano già spavento e sdegno ma dolcezza e amore…” (S. Alfonso). Per ripartire da Dio è necessario avere anche chiara la prospettiva della conversione e del riordinare i nostri impegni, la nostra fraternità, la nostra carità verso i più poveri ed abbandonati, verso chi attende un gesto di cristiana accoglienza e solidarietà. Dio non è una teoria…ma è una rivelazione: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete

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e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi (Mt 25,35-36). Questa pagina non è un semplice invito alla carità: è una pagina di cristologia, che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo. Su questa pagina, non meno che sul versante dell'ortodossia, la Chiesa misura la sua fedeltà di Sposa di Cristo” (Novo Millennio Ineunte, 49). Accogliamo l’invito di Papa Francesco: “Apriamo i nostri cuori a ricevere la grazia di questo giorno, che è Lui stesso: Gesù è il “giorno” luminoso che è sorto all’orizzonte dell’umanità. Giorno di misericordia, nel quale Dio Padre ha rivelato all’umanità la sua immensa tenerezza. Giorno di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia. Giorno di pace, in cui diventa possibile incontrarsi, dialogare, e soprattutto riconciliarsi. Giorno di gioia: una «gioia grande» per i piccoli e gli umili, e per tutto il popolo (cfr Lc 2,10)” (Papa Francesco, Messaggio Urbi et Orbi 2015). Auguri di Buon natale a tutti. + p. Antonio De Luca

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PREGHIERA PER LA FAMIGLIA Signore Gesù, che a Nazareth, tra gioia e fatica, con Maria e Giuseppe, sei cresciuto in età, sapienza e grazia, fa’ che anche le nostre famiglie diventino casa e scuola di vera umanità. Il perdono ci assicuri il futuro. La carità ci consegni all’Eternità. La fedeltà profumi di Divinità. La Misericordia ci educhi all’accoglienza. Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, affidàti alla Tua Provvidenza, rafforziamo i santi vincoli dell’amore. O Signore della vita, l’invocazione del Tuo nome benedetto, sia la nostra fiduciosa supplica e il nostro solido conforto. I poveri che amiamo, ci accompagnino verso il Tuo Regno. Ora e sempre nei secoli. Amen.

+ Antonio De Luca Vescovo

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CURIA



DECRETI E NOMINE

S.E. Mons. Antonio De Luca, in data: 12/01/2016 ha concesso le indulgenze alle parrocchie della Forania di Camerota. 14/01/2016 ha nominato Don Vincenzo Federico, Vicario episcopale per un patto sociale di Misericordia nell’Anno Giubilare. 14/01/2016 ha nominato Don Vincenzo Federico, Direttore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro. 02/02/2016 ha sciolto il Solidum Prot. 10/2015 Parrocchia San Marco Teggiano. 02/02/2016 ha nominato Don Vincenzo Gallo, Parroco della Parrocchia S. Marco in San Marco di Teggiano. 20/02/2016 ha concessole indulgenze alle parrocchie di Polla in occasione della missione cittadina. 01/03/2016 ha nominato per un triennio Don Pasquale Pellegrino, Assistente Azione Cattolica “settore giovani”. 10/03/2016 ha eretto Santuario Diocesano la cappella di S. Anna in Monte San Giacomo dal 26/7/2016. 22/03/2016 ha nominato Don Pasquale Lisa, Incaricato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. 07/04/2016 ha concesso le indulgenze alla Parrocchia di Sicilì in occasione del novenario e della festa della Madonna dei Martiri (dal 4 al 14 maggio 2016). 07/04/2016 ha concesso le indulgenze alla parrocchia di Morigerati in occasione del novenario e della festa di S. Demetrio (dal 18 al 26 agosto 2016). 07/04/2016 ha concesso le indulgenze alla Chiesa Madonna della Misericordia in Teggiano in occasione del novenario e della festa della Madonna (dal 2 all’11 settembre 2016). 14/04/2016 ha concesso le indulgenze alla Chiesa Madonna della Misericordia in Sala Consilina in occasione del novenario e della festa della Madonna (dal 28 aprile al 7 maggio 2016). 23/04/2016 ha decretato la recessione dal Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Salernitano-Lucano.

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28/04/2016 ha nominato Don Donato Ciro Varuzza, Direttore dell’Ufficio diocesano per gli oratori per un triennio. 10/05/2016 ha concesso le indulgenze alla Parrocchia S. Maria Maggiore in San Rufo dal 5 al 14 giugno 2016. 14/05/2016 ha nominato Don Cono Di Gruccio, Cappellano delle Suore Domenicane di Padula. 14/05/2016 ha concesso le indulgenze alla Parrocchia Immacolata in Sapri in occasione del novenario e della festa di S. Vito (dal 14 al 22 giugno 2016). 29/05/2016 ha nominato P. Patrik Koval, Vicario parrocchiale a Pantano di Teggiano. 29/05/2016 ha dedicato l’Altare della Parrocchia S. Giacomo Apostolo in Monte San Giacomo. 11/06/2016 ha modificato il titolo della Parrocchia di Catelruggero in “Maria SS.ma delle Nevi e S. Antonio di Padova”. 16/07/2016 ha nominato Don Agnello Forte, Parroco di Monte San Giacomo. 09/08/2016 ha concesso le indulgenze alla Chiesa Maria SS. di Portosalvo in Villammare (dal 11 agosto al 08 settembre 2016). 11/08/2016 ha dedicato la Chiesa e l'Altare della Parrocchia Maria SS. di Portosalvo in Villammare. 06/09/2016 ha eretto Santuario Diocesano la Chiesa Maria SS. Incoronata in Castelluccio Cosentino. 08/09/2016 ha nominato Don Donato Ciro Varuzza, Direttore Servizio diocesano di Pastorale Giovanile, Centro diocesano Vocazioni, formazione ministranti. 08/09/2016 ha nominato Don Antonio Romaniello, collaboratore del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile, Centro diocesano Vocazioni, formazione ministranti 08/09/2016 ha nominato i coniugi Angelo Imparato e Teresa Moscarella, Responsabili dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. 08/09/2016 ha nominato Don Antonio Toriello e Don luciano La Peruta, assistenti spirituali dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. 10/09/2016 ha nominato P. Antonio Emanuel Basso, Parroco di Cristo Re Polla. 13/09/2016 ha decretato l’estinzione della Congrega del SS. Rosario e Nome di Gesù in Terranova.

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24/09/2016 Ha eretto a Santuario la Chiesa Maria SS. della Selice in Corleto Monforte. 27/09/2016 ha concesso le indulgenze alla Chiesa di San Rocco in Caselle in Pittari (dal 28 settembre al 09 ottobre 2016) 15/11/2016 ha nominato Don Martino Romano, Vicario della Forania di Policastro. 15/11/2016 ha nominato P. Massimiliano Polito, Vicario parrocchiale di San Cristoforo. 22/11/2016 ha dedicato l’altare della Chiesa di San Rocco in Bosco. 13/12/2016 ha nominato Don Simone Lacorte, Parroco della Parrocchia San Nicola di Bari e della Parrocchia San Cono in Castelcivita. 13/12/2016 ha nominato Don Simone Lacorte, Parroco della Parrocchia San Nicola di Bari in Controne. 17/12/2016 ha nominato Don Donato Romano, Parroco della Parrocchia S. Anna in Montesano sulla Marcellana. 17/12/2016 ha nominato Don Ivan Sarto, Amministratore Parrocchiale di San Nicola di Bari in Aquara. 17/12/2016 ha nominato P. Patrizio Koval, Vicario Parrocchiale di San Nicola di Bari in Aquara. 17/12/2016 ha nominato Don Pasquale Gaito, Cappellano Ospedale di Polla. 17/12/2016 ha nominato Don Pasquale Gaito, Vicario Parrocchiale di Prato Perillo.

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ORDINAZIONI E MINISTERI • Il giorno 10 marzo 2016, nella Cappella del Seminario Metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano-Faiano, S.E. Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, ha ammesso agli ordini sacri il seminarista Angelantonio Costantino, della Parrocchia San Nicola di Bari in Castelcivita. • Il giorno 7 aprile 2016, nella Cappella del Seminario Metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano-Faiano, S.E. Mons. Giuseppe Giudice, Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, ha istituito accoliti i lettori Vincenzo Contaldi della Parrocchia Maria SS. Delle Grazie in Lentiscosa e Simone Gentile della Parrocchia Immacolata in Sapri. • Il giorno 21 giugno 2016, nella Chiesa Cattedrale di Teggiano, S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro ha istituito lettori Alvaro D’Ambrosio, della Parrocchia San Giovanni Battista in Terranova, Antonio Oliviero della Parrocchia SS. Trinità in Trinità di Sala Consilina e Rocco Marcello Stranieri della Parrocchia San Pietro Apostolo in sala Consilina. • Il giorno 4 settembre 2016, nella Chiesa Cattedrale di Teggiano, S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro, ha ordinato presbitero il diacono don Antonio Calandriello della Parrocchia santuario Cuore Immacolato di Maria in Varco Notar Ercole di Sassano. • Il giorno 10 settembre 2016, nella Chiesa Cattedrale di Teggiano, S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro ha ordinato Diaconi gli accoliti Vincenzo Contadi della Parrocchia Maria SS. Delle Grazie in Lentiscosa, Antonio Marino della Parrocchia Santuario Sant’Antonio Abate in Vibonati e Simone Gentile della Parrocchia Immacolata in Sapri. • Il giorno 27 settembre 2016, nella Chiesa Cattedrale di Teggiano, S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro ha istituito accoliti i lettori Alvaro D’Ambrosio, della Parrocchia San

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COLLETTE ANNO 2016


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Al via “Protetto. Rifugiato a Casa Mia”, un progetto di accoglienza e integrazione che vede insieme come protagonisti rifugiati e famiglie. “Protetto. Rifugiato a Casa Mia” è coordinato da Caritas Italiana e sul territorio della Diocesi di Teggiano-Policastro vedrà la supervisione della Caritas diocesana attraverso la figura di un operatore diocesano. La Caritas diocesana di Teggiano-Policastro già da alcune settimane ha avviato una prima fase di monitoraggio per poter individuare 10 beneficiari e 10 famiglie accoglienti. I beneficiari dovranno essere cittadini stranieri titolari di un permesso di soggiorno definitivo, potranno essere singoli o nuclei familiari. Nello specifico, ci si rivolgerà soprattutto a coloro in uscita dai circuiti di accoglienza ordinaria (Cas – Centri di Accoglienza Straordinari e SPRAR – Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) in essere sul territorio diocesano. L'accoglienza vera e propria tra alcuni beneficiari e alcune famiglie già individuati verrà avviata già a partire dalla prossima settimana. Dopo i primi colloqui conoscitivi, la famiglia e il direttore della Caritas diocesana firmano l'accordo di accoglienza. I beneficiari potranno essere accolti nell'abitazione dove risiede la famiglia tutor, presso locali parrocchiali o presso istituti religiosi. La durata dell'accoglienza è di 6 mesi durante i quali ogni singolo percorso di integrazione verrà costantemente monitorato. “Protetto. Rifugiato a Casa Mia” vuole essere un tassello di congiungimento tra il rifugiato e la comunità, la linea di partenza per raggiungere alcuni obiettivi quali l'orientamento e l'accompagnamento all'inserimento sociale, abitativo e lavorativo. «Auspichiamo – dice Don Martino De Pasquale Direttore della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro - che questa esperienza di accoglienza non sia solo delle singole famiglie ma delle intere comunità parrocchiali».

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Per ogni progetto di accoglienza è previsto un kit di integrazione volto a favorire attività ricreative, sociali e culturali per poter arricchire la conoscenza reciproca. Non è la prima volta che la Caritas diocesana di Teggiano-Policastro diventa protagonista dell'accoglienza diffusa. Lo ha fatto nel 2013, in seguito all'Emergenza NordAfrica, partecipando insieme ad altre 12 Caritas al progetto sperimentale “Rifugiato a Casa Mia” che vide 2 famiglie accogliere 3 ragazzi dell'Africa sub sahariana. Lo ha fatto a Natale del 2014 quando ha promosso il progetto “Ed ecco la stella” che ha visto per tutto il periodo natalizio le famiglie del territorio del Vallo di Diano, degli Alburni e del Golfo di Policastro accogliere nei giorni delle vacanze 20 minori stranieri non accompagnati. Un'esperienza in realtà mai conclusa visti i legami di amicizia nati tra i giovani migranti e i giovani delle famiglie accoglienti. Le famiglie interessate all'iniziativa possono dare la propria adesione rivolgendosi a Don Martino De Pasquale Direttore Caritas diocesana di Teggiano-Policastro cell + 39 338 9936565 Lucia Patrone – Operatore progetto “Protetto. Rifugiato a Casa Mia” cell. +39 39 39796103 o scrivendo a immigrazione@caritasteggianopolicastro.it

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Laboratorio corale

“La presenza dei cori nelle liturgie va valorizzata e rilanciata, nella consapevolezza che i cantori, perché battezzati, mentre sono parte dell'assemblea celebrante, all'interno di essa svolgono un vero e proprio ministero liturgico, aiutando a pregare e coinvolgendo l'assemblea stessa ad una più attiva partecipazione. Pertanto, i membri della schola cantorum abbiano anche un'adeguata formazione liturgica e musicale” (Direttorio liturgico-pastorale). Raccogliendo l'invito del Direttorio liturgico-pastorale della nostra Diocesi e l'esigenza di una formazione musicale, l'Ufficio Liturgico Diocesano in collaborazione con le Foranie di Policastro e Camerota, e il Coro Interparrocchiale, propongono ai Cori Parrocchiali delle due Foranie un “Laboratorio Musicale”.Tale percorso vuole offrire una formazione musicale di base (lettura musicale, solfeggio, canto, ecc.) tale da incrementare e incentivare qualitativamente il servizio dell'animazione musicale nelle Parrocchie. Il Laboratorio sarà tenuto gratuitamente con cadenza settimanale dal M° don Antonio Toriello, Responsabile e Direttore del Coro Interparrocchiale, presso il salone Parrocchiale di Policastro Bussentino. Affinché diventi un momento davvero arricchente e formativo, si richiede una frequenza costante che possa assicurare un percorso lineare e fruttuoso. Gli incontri di formazione Musicale si affiancano al percorso ordinario del Coro Interparrocchiale, che propone oltre l'animazione di alcune Celebrazioni particolari, gli incontri di catechesi e formazione liturgica, nella consapevolezza che “il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia” (Sacrosantum Concilium 112). Calendario laboratorio Gli incontri si terranno alle ore 19.00, nel salone parrocchiale di Policastro, nei seguenti giorni: 17 febbraio, 24 febbraio, 2 marzo, 9 marzo, 16 marzo, 30marzo, 6 aprile, 13 aprile, 20 aprile, 27 aprile. Per informazioni: comunicazioni@diocesiteggiano.it

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IN MEMORIAM



Don Raffaele Sorgente Il Vescovo di Teggiano-Policastro Mons. Antonio De Luca, unitamente alla Comunità diocesana, affidano a Cristo Buon Pastore don Raffaele Sorgente e, mentre ne ricordano il generoso ministero, rendono grazie al Signore ed elevano preghiere di suffragio. Nato ad Aquara (SA) il 23 maggio del 1926, ordinato sacerdote il 29/06/1953, don Raffaele era Canonico Cantore del Capitolo Cattedrale. Le esequie saranno presiedute dal Vescovo martedì 19 gennaio alle ore 15:30 nella Cattedrale di Teggiano.

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Don Vincenzo Diotaiuti Martedì 10 maggio è deceduto Don Vincenzo Diotaiuti. Don Vincenzo era nato a Camerota (SA) il 29 gennaio del 1944 ed era stato ordinato sacerdote il 28 giugno del 1970. Il Vescovo Mons. Antonio De Luca e il clero della Diocesi di Teggiano-Policastro, lo affidano nella preghiera a Cristo Buon Pastore perché lo conduca alla vita piena ed eterna. Le esequie saranno celebrate il 12 maggio alle ore 9:30 nella chiesa di S. Maria in Camerota.

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AGENDA



Data ven, 01/01/2016 11:00 ven, 01/01/2016 19:30

sab, 02/01/2016 sab, 02/01/2016 19:00 dom, 03/01/2016 18:00

mar, 05/01/2016 mar, 05/01/2016 15:00 mar, 05/01/2016 18:00 mer, 06/01/2016 11:00 mer, 06/01/2016 16:00

mer, 06/01/2016 17:00 sab, 09/01/2016 18:00

dom, 10/01/2016 dom, 10/01/2016 18:00

lun, 11/01/2016 11:30 lun, 11/01/2016 17:30

mar, 12/01/2016 09:30

ven, 15/01/2016 18:00

Evento

Luogo

Celebrazione Eucaristica Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo per il Gruppo dell'Esperienza Giornata di incontro del Vescovo con i seminaristi Veglia di preghiera e concerto per la pace Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Antero, patrono Incontro foraniale dei sacerdoti Incontro con la ComunitĂ sul bene comune Premio Diano sport Celebrazione Eucaristica Rappresentazione dell'arrivo dei Re magi e Celebrazione Eucaristica Rassegna Cori polifonici Il Vescovo partecipa all'inaugurazione delle opere restaurate Incontro Mensile delle religiose Il Vescovo presiede l'apertura del Giubileo della Misericordia Commissione Arte Sacra Il Vescovo partecipa alla presentazione del calendario della Bottega dell'orefice Formazione Preti ordinati nel decennio - a cura di don Luca Ferrari

Teggiano, Cattedrale Chiesa San Rocco, Sala Consilina

Il Vescovo partecipa alla Notte nazionale del Liceo Classico

Palestra Liceo Classico "M.T. Cicerone", Via Matteo Giannone, Sala Consilina, SA

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Pertosa Casalbuono

Teggiano Teggiano, SA, Italia Teggiano, Cattedrale Polla, Cappuccini

San Pietro al Tanagro Parrocchia Santa Maria Maggiore Atena Lucana Roccagloriosa, Monastero S. Mercurio Santuario S. Antonio Polla

Teggiano, SA, Italia Parrocchia S.Alfonso, Via Nazionale, Padula, SA, Italia Pontecagnano, Seminario Giovanni Paolo II


Data sab, 16/01/2016 18:00

dom, 17/01/2016 11:00

lun, 18/01/2016 mar, 19/01/2016 09:30 mer, 20/01/2016 19:00 sab, 23/01/2016 17:00 sab, 23/01/2016 20:00

dom, 24/01/2016 dom, 24/01/2016 09:30 dom, 24/01/2016 17:30

mar, 26/01/2016 09:30 dom, 31/01/2016 11:00 dom, 31/01/2016 18:00 mar, 02/02/2016 mar, 02/02/2016 19:00 mer, 03/02/2016 11:00

gio, 04/02/2016 10:30 sab, 06/02/2016 sab, 06/02/2016 09:30

dom, 07/02/2016 11:00

Evento Celebrazione dei Primi Vespri della festa di S. Antonio Abate Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Antonio abate, titolare e patrono CEC -Assemblea Il Vescovo incontra il collegio dei Vicari Foranei Incontro di preghiera per l'unità dei Cristiani Celebrazione Eucaristica nella festa dei Santi Sposi Inizio percorso preparazione al matrimonio Forania degli Alburni 51° Congresso Eucaristico Internazionale ACR - Festa della Pace Il Vescovo partecipa al Musical dedicato a don Peppe Diana Incontro mensile del clero Inaugurazione Chiesa S. Martino Sacramento della Confermazione Incontro foraniale dei sacerdoti Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Celebrazione Eucaristica nella festa di San Biagio, patrono Conferenza stampa "Rifugiato a casa mia" Giornata Diocesana per la Vita Il Vescovo partecipa al dibattito Una scuola per il territorio Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo

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Luogo Vibonati, Santuario di S. Antonio Vibonati, Santuario

Pompei Teggiano Atena Lucana, Chiesa S. Maria Maggiore Sapri, Parrocchia Immacolata Zuppino

Cebu, Filippine Torre Orsaia Associazione culturale onlus "Tempo e memoria" Polla Padula, Convento S. Francesco Teggiano, SA, Italia Sala Consilina, Parrocchia S. Anna

Parrocchia S. Marco Evangelista, Teggiano Sicilì

Seminario vescovile, Teggiano Sala Consilina, Chiesa di S. Anna Montesano sulla Marcellana Parrocchia dell'Immacolata, Scario


Data dom, 07/02/2016 18:00

lun, 08/02/2016

mar, 09/02/2016 09:30 gio, 11/02/2016 10:00

gio, 11/02/2016 16:00

ven, 12/02/2016 17:00 sab, 13/02/2016 10:30 sab, 13/02/2016 16:30 dom, 14/02/2016 dom, 14/02/2016 11:00

dom, 14/02/2016 17:00 lun, 15/02/2016 sab, 20/02/2016 11:00 dom, 21/02/2016 18:00

mar, 23/02/2016 09:30 mar, 23/02/2016 15:00 mer, 24/02/2016 10:00 ven, 26/02/2016

Evento

Luogo

Formazione operatori pastorali, Avv. Gianfranco Amato Il Vescovo trascorre una giornata con i seminaristi della Diocesi

Parrocchia S. Anna, Sala Consilina

Il Vescovo incontra il collegio dei Vicari foranei Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella Giornata Mondiale del Malato Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella Giornata Mondiale del Malato Via Crucis Convegno Progetto CittĂ Vallo di Diano Celebrazione per le Quarantore con la Messa Il Vescovo tiene il ritiro USMI Celebrazione Eucaristica nella festa parrocchiale del malato e dell'anziano Convegno Mons. Caldarola CEC - Esercizi Spirituali

Teggiano

Commissione Arte Sacra Statio Quaresimale per ricevere il dono dell'indulgenza giubilare Ritiro di Quaresima: "FraternitĂ e Misericordia" Il Vescovo incontra i seminaristi CEC - Incontro regionale Migrantes Liturgia penitenziale Forania di Teggiano-Sala Consilina

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Polla, Ospedale

Sapri, Ospedale

Buonabitacolo, Cimitero Seminario Vescovile Teggiano Parrocchia S. Anna Montesano Pompei NA, Italia Torre Orsaia

Prato Perillo, SA, Italia Mugnano del Cardinale, AV, Italia Serre, Santuario S. Maria dell'Olivo Pontecagnano, Seminario Giovanni Paolo II Pontecagnano, Seminario Giovanni Paolo II Pompei


Data mar, 01/03/2016 mar, 01/03/2016 18:00

ven, 04/03/2016 16:00

ven, 04/03/2016 16:00

ven, 04/03/2016 18:00

sab, 05/03/2016 18:00

dom, 06/03/2016 09:30

dom, 06/03/2016 12:00

dom, 06/03/2016 16:00

dom, 06/03/2016 18:00

mar, 08/03/2016 18:00 mer, 09/03/2016 11:00 mer, 09/03/2016 18:30

Evento Incontro foraniale dei sacerdoti Il Vescovo conferisce il mandato missionario ai Saerdoti e Seminaristi per la missione cittadina Via Crucis e Sacramento della Penitenza e Riconciliazione per i giovani della Forania di Polla “24 ore per il Signore” con Adorazione Eucaristica e Celebrazione Penitenziale nelle Parrocchie Celebrazione Eucaristica e cresime nella solennità di S. Pietro Papacarbone, Patrono della Diocesi Il Vescovo presiede l'Eucaristia nell'anniversario della nascita al cielo di Sr. Teresa di Gesù obbediente Ritiro Spirituale per le famiglie e i fidanzati della Forania degli Alburni Il Vescovo incontra e presiede l'Eucaristia per le famiglie e le coppie di fidanzati della Formia Alburni Via Crucis e Sacramento cena Penitenza per i giovani Forania Polla Il Vescovo presiede l'Eucaristia al termine della missione cittadina Il Vescovo tiene la catechesi quaresimale Precetto pasquale Forze Armate Celebrazione penitenziale Forania di Padula-Montesano

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Luogo

Parrocchia Cristo Re e Sacro Cuore di Gesù, Polla Polla, Calvario

Parrocchie della Diocesi

Policastro Bussentino, Concattedrale

San Giorgio a Cremano, NA

Postiglione

Chiesa S. Maria Postiglione

Polla, Calvario

Parrocchia San Nicola Polla Monte San Giacomo, SA, Italia Parrocchia Ss. Trinita, Sala Consilina Buonabitacolo


Data gio, 10/03/2016 17:00 sab, 12/03/2016 17:00 sab, 12/03/2016 18:30

dom, 13/03/2016

dom, 13/03/2016 dom, 13/03/2016 11:00

dom, 13/03/2016 16:00 lun, 14/03/2016 12:00 ven, 18/03/2016 17:00 sab, 19/03/2016 19:00

dom, 20/03/2016 11:00 dom, 20/03/2016 18:00 lun, 21/03/2016

mar, 22/03/2016 11:00

mer, 23/03/2016 17:30 gio, 24/03/2016 18:30 ven, 25/03/2016 15:30 ven, 25/03/2016 19:00 ven, 25/03/2016 21:00 sab, 26/03/2016 22:00

Evento Statio Quaresimale Forania di Camerota Il Vescovo celebra il trigesimo di sr. Ernesta Consegna del Vangelo ai Confermandi - Foranie di Policastro e Camerota Celebrazione Eucaristica nella commemorazione di S. Sabino, protettore Incontro Mensile delle religiose Celebrazione Eucaristica a conclusione delle Quarantore AC - Convegno per la Settimana Sociale Esercizi spirituali del clero Inaugurazione Via Crucis e statio quaresimale Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo per la conclusione della missione dei Padri Domenicani Benedizione delle Palme e Celebrazione Eucaristica Via Crucis vivente Giornata Diocesana della GioventĂš - Liturgia penitenziale Il Vescovo presiede l'Eucaristia presso il liceo scientifico Messa Crismale Celebrazione Eucaristica in "Coena Domini" Commemorazione della Passione del Signore Via Crucis vivente Via Crucis interparrocchiale Solenne Veglia Pasquale

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Luogo Santuario Pietrasanta, San Giovanni a Piro Vibonati, SA, Italia Policastro Bussentino, Concattedrale Sanza

Padula, Convento S. Francesco Tortorella

Sala Consilina

Lentiscosa Torre Orsaia, SA, Italia

Teggiano, Cattedrale Padula, SA, Italia

Padula, SA, Italia

Teggiano, Cattedrale Teggiano, Cattedrale Teggiano, Cattedrale Pertosa Polla Teggiano, Cattedrale


Data dom, 27/03/2016 11:00

lun, 28/03/2016 12:00

sab, 02/04/2016 18:00

sab, 02/04/2016 20:00 mar, 05/04/2016 sab, 09/04/2016 18:30 dom, 10/04/2016 dom, 10/04/2016 dom, 10/04/2016 16:30

dom, 10/04/2016 18:00 mar, 12/04/2016 09:00 mer, 13/04/2016

gio, 14/04/2016 16:00 ven, 15/04/2016 17:00

sab, 16/04/2016 18:00 dom, 17/04/2016 dom, 17/04/2016 11:45 dom, 17/04/2016 18:30 lun, 18/04/2016

Evento

Luogo

Celebrazione Eucaristica nella Risurrezione del Signore Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna di Castello Immissione canonica in Parrocchia di Don Elia Guercio Convegno premiazione giornalismo Incontro foraniale dei sacerdoti Sacramento della Confermazione Incontro Mensile delle religiose Incontro sacerdoti ordinati nell'ultimo triennio Giubileo dei Musicisti e dei Cantori

Policastro Bussentino, Concattedrale

Sacramento della Confermazione Incontro sacerdoti ordinati nell'ultimo decennio Il Vescovo partecipa al pellegrinaggio foraniale di Padula Montesano Udienza generale S. Padre Il Vescovo incontra i seminaristi Convegno Giuristi cattolici

Sacramento della Confermazione Giornata "Giovani e Vocazioni" Sacramento Confermazione Festa diocesana ragazzi Visita alla Diocesi di Napoli

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Sala Consilina, Santuario della Madonna di Castello Parrocchia S. Pietro apostolo, Sala Consilina San Marco, Teggiano

Sala Consilina, Parrocchia SS. Annunziata Roccagloriosa, Monastero S. Mercurio

Santuario Maria SS. di Pietrasanta, San Giovanni a Piro Postiglione, SA, Italia

Piazza San Pietro, Vaticano

Pontecagnano, Seminario Giovanni Paolo II Parrocchia S. Alfonso, Padula Padula, SA, Italia

Montesano Scalo Polla, SA, Italia Procida


Data mar, 19/04/2016 09:30 ven, 22/04/2016 16:00

ven, 22/04/2016 19:00

sab, 23/04/2016 sab, 23/04/2016 19:00 dom, 24/04/2016 11:00 dom, 24/04/2016 19:00 lun, 25/04/2016 mar, 26/04/2016 09:30 mar, 26/04/2016 18:00

gio, 28/04/2016 19:00

ven, 29/04/2016 17:00 ven, 29/04/2016 19:30 sab, 30/04/2016 sab, 30/04/2016 18:30 dom, 01/05/2016 11:30

mar, 03/05/2016 mar, 03/05/2016 19:00

mer, 04/05/2016 18:00

Evento

Luogo

Il Vescovo incontra il Teggiano collegio dei Vicari foranei Inaugurazione sede Certosa di San Lorenzo, d'esame Università Pegaso Padula Celebrazione presieduta dal Vescovo triduo S. Marco Giubileo dei ragazzi Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione Il Vescovo incontra le Salesiane Incontro mensile del clero

Parrochia San Marco Teggiano Città del Vaticano Marina di Camerota, SA, Italia Casalbuono Caselle in Pittari, Chiesa di San Rocco

Padula, Convento S. Francesco Il Vescovo presiede la Santuario Madonna di Celebrazione Eucaristica Viggiano, Viggiano Il Vescovo celebra Seminario Interregionale l'Eucaristia nella festa di s. Napoli Alfonso , Patrono del Seminario Interregionale Giubileo amministatori Santuario Pietrasanta Festa diocesana dei Teggiano, SA, Italia ragazzi Pellegrinaggio Mariano Forania del Fasanella Sacramento della Camerota, Chiesa di San Confermazione Daniele Celebrazione Eucaristica Atena Lucana, Chiesa di nella festa di San Michele San Michele arcangelo, patrono Incontro foraniale dei sacerdoti Immissione canonica in Parrocchia S. Stefano Sala Parrocchia di Don Elia Consilina Guercio Apertura Porta Santa Sicilì, SA, Italia

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Data gio, 05/05/2016 17:30

ven, 06/05/2016 10:00

ven, 06/05/2016 18:00

ven, 06/05/2016 20:00 sab, 07/05/2016 10:00 sab, 07/05/2016 18:00 dom, 08/05/2016 12:00 dom, 08/05/2016 18:30 dom, 08/05/2016 21:00 lun, 09/05/2016 19:30

mar, 10/05/2016 18:00

mar, 10/05/2016 19:00

Evento Pellegrinaggio Giubilare delle Parrocchie delle Foranie di Policastro e Camerota Il Vescovo partecipa alla manifestazione "occhio alla strada" Celebrazione Eucaristica nella novena di S. Michele Arcangelo, patrono Sagra parrocchiale del carciofo bianco Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione Concerto Mons. Frisina Celebrazione Eucaristica nella festa di San Nicola, patrono Saluto e benedizione ai partecipanti pellegrinaggio Unitalsi per Lourdes Celebrazione Eucaristica

gio, 12/05/2016 09:30

Esequie di Don Vincenzo Diotaiuti

gio, 12/05/2016 18:30

Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nel XX anniversario della Beatificazione di Gennaro Sarnelli Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna dei Martiri, patrona Sacramento della Confermazione Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Biagio, patrono

ven, 13/05/2016 10:30

ven, 13/05/2016 17:30 sab, 14/05/2016 11:00

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Luogo Santuario Maria SS. di Pietrasanta, San Giovanni A Piro SA, Italia ITIS Sala Consilina

San'Angelo a Fasanella, Santuario Grotta S. Michele Pertosa Montesano Scalo Bosco Casaletto Spartano Sapri, Patrrocchia S. Giovanni Battista Camerota, SA, Italia Roccagloriosa, Chiesa di San Nicola Parrocchia S.Alfonso, Via Nazionale, Padula, SA, Italia Montesano Scalo, SA, Italia Parrocchia S. Maria Delle Grazie, Piazza Armando Diaz, Camerota, SA, Italia Ciorani, SA, Italia

Casaletto Spartano, Santuario Santa Marina, SA, Italia SicilĂŹ


Data sab, 14/05/2016 18:30

dom, 15/05/2016 11:00

dom, 15/05/2016 17:00 lun, 16/05/2016 mar, 17/05/2016 07:00 mar, 17/05/2016 12:00 mar, 17/05/2016 17:30

mer, 18/05/2016 11:00

ven, 20/05/2016 19:00 sab, 21/05/2016 sab, 21/05/2016 18:00 dom, 22/05/2016 11:30 dom, 22/05/2016 18:30 lun, 23/05/2016 18:00 mar, 24/05/2016 09:00 mar, 24/05/2016 10:00 mer, 25/05/2016 10:00

gio, 26/05/2016 19:00 ven, 27/05/2016 ven, 27/05/2016 15:00

Evento Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Vittorio, patrono Celebrazione Eucaristica e Cresime nella festa di S. Sofia, titolare e patrona Ordinazione Episcopale di Mons. Felice Accrocca CEI - Assemblea Generale Pellegrinaggio alla Madonna di Sito Alto Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Pasquale Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna della Selice Celebrazione Eucaristica nella festa dell'Annunziata, patrona Sacramento della Confermazione Meeting vita consacrata Giubileo delle famiglie e de fidanzati Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica Sacramento della Confermazione Consiglio Pastorale Diocesano Consiglio Diocesano Affari Economici Il Vescovo incontra il collegio dei Vicari foranei Commissione Migrantes

Sacramento della Confermazione Incontro Metropolia Il Vescovo incontra i seminaristi

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Luogo Pertosa

Poderia, Santuario

Latina Roma Sala Consilina, Chiesa di San Pietro Apostolo Galdo degli Alburni Corleto Monforte

Licusati, Santuario

Silla, SA, Italia

Santuario Pietrasanta Parrocchia Ss. TrinitĂ Sala Consilina Sapri, Parrocchia Immacolata Padula, Salone Parrocchia S. Alfonso Teggiano, Economato Teggiano Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, Piazza Bartolo Longo, Pompe Serre, Chiesa di San Martino Pontecagnano, Seminario Giovanni Paolo II


Data dom, 29/05/2016 11:00 dom, 29/05/2016 16:00

dom, 29/05/2016 18:00 lun, 30/05/2016 lun, 30/05/2016 18:30 mar, 31/05/2016 09:30 mar, 31/05/2016 16:30 mar, 31/05/2016 19:00 gio, 02/06/2016 07:00 gio, 02/06/2016 10:00

gio, 02/06/2016 12:00

gio, 02/06/2016 18:45

ven, 03/06/2016 10:30

sab, 04/06/2016 17:30 dom, 05/06/2016 10:00 dom, 05/06/2016 16:30 lun, 06/06/2016 mar, 07/06/2016 gio, 09/06/2016 10:00

Evento Dedicazione dell'Altare

Luogo

Monte San Giacomo, SA, Italia L'Ordinario militare in Italia Trinita', Sala Consilina, SA, presiede la celebrazione Italia Eucaristica Celebrazione Eucaristica e Teggiano, Cattedrale Processione Celebrazioni in onore di San Giovanni a Piro, Maria SS. di Pietrasanta Santuario di Pietrasanta Celebrazione Eucaristica Chiesa Madonna della presieduta dal Vescovo Selice Corleto Monforte Incontro mensile del clero Teggiano, Chiesa S. Martino Conclusione dell'anno Monte San Giacomo catechistico Celebrazione Eucaristica Capitello, SA, Italia Processione Madonna di Sala Consilina Sito Alto Festa di fine anno Teggiano catechistico e prima confessione bambini Forania degli Alburni Celebrazione Eucaristica Sala Consilina presieduta dal Vescovo Sito Alto Celebrazione dei Primi Teggiano, Cattedrale Vespri della SolennitĂ di San Cono, patrono della Diocesi Celebrazione Eucaristica Teggiano, Cattedrale nella solennitĂ di san Cono, patrono della Diocesi Sacramento della Buonabitacolo Confermazione Celebrazione Eucaristica Sanza, Monte Cervati per l'apertura del Santuario AC - Festa unitaria degli Roscigno incontri CEC - Assemblea Montevergine Incontro foraniale dei sacerdoti Il Vescovo incontra i Teggiano, SA, Italia Segretari Foranie

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Data ven, 10/06/2016 13:00

ven, 10/06/2016 19:30 sab, 11/06/2016 18:00 sab, 11/06/2016 20:00 dom, 12/06/2016 dom, 12/06/2016 11:00 dom, 12/06/2016 11:30

dom, 12/06/2016 19:00

lun, 13/06/2016 06:30 lun, 13/06/2016 10:00 lun, 13/06/2016 18:00

mar, 14/06/2016 11:30 mar, 14/06/2016 19:00

mer, 15/06/2016 11:00 mer, 15/06/2016 18:00

gio, 16/06/2016 18:00 ven, 17/06/2016 18:00

Evento Il Vescovo partecipa agli esami di qualifica professionale Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione Concerto corale Diocesi Aversa Incontro regionale ragazzi Celebrazione Eucaristica cappella S. Antonio Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Angelo Spinillo Celebrazione Eucaristica e benedizione del Pane nella vigilia della festa di S. Antonio, patrono Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Antonio Mons. Ravinale presiede la Celebrazione Eucaristica Celebrazione Eucaristica nella festa di Sant'Antonio, patrono Sacramento della Confermazione Celebrazione Eucaristica nella vigilia della festa di S. Vito Celebrazione Eucaristica nella festa di San Vito Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Vito, patrono Convegno Pastorale Diocesano Convegno Pastorale Diocesano

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Luogo Istituto superiore A. Sacco S. Arsenio Sala Consilina, Parrocchia S. Antonio Arenabianca Parrocchia Ss. Annunziata Sala Consilina Pozzuoli, NA, Italia Castelcivita, SA, Italia Parrocchia S. Stefano Sala Consilina Capitello

Polla, Convento S. Antonio San Rufo, SA, Italia Castel Ruggero

San Rufo, Santuario della Madonna della Tempa Scorzo

Tortorella, Chiesa di San Vito Sapri, Parrocchia Immacolata


Data sab, 18/06/2016

sab, 18/06/2016 18:00

dom, 19/06/2016 07:00 dom, 19/06/2016 19:00 lun, 20/06/2016 18:30 mer, 22/06/2016 18:00 gio, 23/06/2016 10:00

gio, 23/06/2016 18:00

ven, 24/06/2016 09:30

ven, 24/06/2016 19:00

sab, 25/06/2016 10:00

sab, 25/06/2016 16:00

sab, 25/06/2016 19:00 dom, 26/06/2016 11:00

dom, 26/06/2016 18:00 mar, 28/06/2016 19:00

Evento Il Vescovo partecipa alla Beatificazione della Ven. Maria Celeste Crostarosa fondatrice delle Monache Redentoriste Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Marina, titolare e patrona Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Antonio Sacramento della Confermazione Il Vescovo conferisce il Ministero del Lettorato Sacramento del Confermazione Convocazione Metropolia

Il Vescovo partecipa alla preghiera organizzata dalla Comunità S. Egidio per i migranti Celebrazione Eucaristica nella solennità di S. Giovanni Battista Celebrazione Eucaristica nella festa di San Giovanni Battista, festa della Comunità Il Vescovo partecipa alla manifestazione Pedalando in Cerreta Il Vescovo partecipa al Convegno Management de sistemi di sicurezza Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione

Celebrazione Eucaristica Sacramento della Confermazione

164

Luogo Basilica Cattedrale, Foggia, FG, Italia

Santa Marina

Montesano sulla Marcellana Cappuccini Petina Cattedrale Teggiano Parrocchia S. Giovanni Evangelista Sassano Seminario Arcivescovile, Via Pompei, Pontecagnano Faiano, SA, Italia Napoli, NA, Italia

Polla, Cappuccini

Padula, Chiesa di San Giovanni Battista

Tortorella, SA, Italia

Parrocchia dell'Immacolata Scario Parrocchia S. Giovanni Battista e S. Nicola di Bari, Piazza del Popolo, Roccaglo Fortino Torraca


Data mer, 29/06/2016 09:30

mer, 29/06/2016 11:45

mer, 29/06/2016 17:30

gio, 30/06/2016 17:00

gio, 30/06/2016 19:30

gio, 30/06/2016 21:00

sab, 02/07/2016 18:30

dom, 03/07/2016 10:30 dom, 03/07/2016 16:00 dom, 03/07/2016 17:30 gio, 07/07/2016 19:00

ven, 08/07/2016 07:00

sab, 09/07/2016 dom, 10/07/2016 10:30 dom, 10/07/2016 12:00

dom, 10/07/2016 17:30

Evento Il Vescovo presiede l'Eucarestia nella SolennitĂ dei SS. Pietro e Paolo Celebrazione Eucaristica nella solennitĂ dei Ss. Pietro e Paolo Il Vescovo presiede l'Eucaristia per il 65 anniversario di Sacerdozio di Don Romano Tardugno Il Vescovo partecipa l convegno Verso un' ecologia sociale Sacramento della Confermazione

Luogo San Pietro Al Tanagro, SA, Italia Montesano Scalo

Parrocchia San Marco, Teggiano, SA, Italia

Family Center Srl, Polla, SA, Italia

Parrocchia S.Alfonso, Via Nazionale, Padula, SA, Italia Il Vescovo inaugura la casa Postiglione, SA, Italia di accoglienza per i migranti Celebrazione Eucaristica Battaglia, Chiesa Madonna nella festa della Madonna delle Grazie delle Grazie Celebrazione Eucaristica Cattedrale, Teggiano, SA, Italia IV Festa diocesana dei Pertosa popoli Sacramento della San Pietro Al Tanagro, SA, Confermazione Italia Celebrazione Eucaristica Acquavena per l'esposizione della statua della Madonna del Carmine Celebrazione Eucaristica Polla, Parrocchia S. Nicola nella novena della dei Latini e S. Maria dei Madonna del Carmine Greci AC - Percorso Frassati Sacramento della Tardiano Confermazione Celebrazione Eucaristica Camerota, Chiesa Santa nella festa di San Vincenzo Maria delle Grazie Ferreri, patrono Celebrazione Eucaristica Corleto Monforte nella festa di Santa Barbara, patrona

165


Data sab, 16/07/2016 11:00

sab, 16/07/2016 16:00

sab, 16/07/2016 17:30 sab, 16/07/2016 19:00

dom, 17/07/2016 10:30 dom, 17/07/2016 18:00

lun, 18/07/2016 20:30

mar, 19/07/2016 19:00 mer, 20/07/2016 19:00 sab, 23/07/2016 18:00

dom, 24/07/2016 11:30 dom, 24/07/2016 18:30 lun, 25/07/2016 18:30

mar, 26/07/2016 11:30

mar, 26/07/2016 18:30 gio, 28/07/2016 11:00

Evento Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna del Carmine Il Vescovo incontra i giovani della Diocesi che partecipano alla GMG Saluto ai ragazzi del grest Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna del Carmine e processione Sacramento della Confermazione Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo per la festa S. Francesco di Paola e processione via mare Fiaccolata verso il Santuario della Madonna e Celebrazione Eucaristica Sacramento della Confermazione Sacramento della Confermazione Il Vescovo partecipa alla manifestazione di premiazione del Procuratore antimafia Franco Roberti Sacramento della Confermazione Il Vescovo inaugura il lapidarium Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Cristoforo, patrono Il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica nella festa patronale Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Anna Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Lucido, patrono

166

Luogo Tortorella

Prato Perillo, SA, Italia

Prato Perillo, SA, Italia Sala Consilina, Chiesa di San Pietro Montesano sulla Marcellana Parrocchia Immacolata Sapri

Buonabitacolo, Chiesa madre Parrocchia S. Nicola Castelcivita Sicignano degli Alburni Silla, SA, Italia

Buccino, SA, Italia Chesa S. Andrea Teggiano S. Cristoforo di Ispani

S. Arsenio

Monte San Giacomo Aquara


Data ven, 29/07/2016 11:00 ven, 29/07/2016 19:00

sab, 30/07/2016 19:00 dom, 31/07/2016 11:00 dom, 31/07/2016 18:00

lun, 01/08/2016 11:00

lun, 01/08/2016 20:00

mar, 02/08/2016 11:00

mar, 02/08/2016 19:00

mer, 03/08/2016 10:00

mer, 03/08/2016 16:00

gio, 04/08/2016 18:30 ven, 05/08/2016 11:00

ven, 05/08/2016 17:00 sab, 06/08/2016 11:00

Evento

Luogo

Sacramento della Confermazione Il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica per linizio del triduo a S. Alfonso Sacramento della Confermazione Celebrazione Eucaristica per il motoraduno Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna del Carmine, patrona Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica nella festa di S. Alfonso Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Alfonso, titolare Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Onofrio, patrono Celebrazione Eucaristica nella SolennitĂ di S. Alfonso, titolare Il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica nel trigesimo della morte di Antonio Radesca Il Vescovo celebra l'Eucarestia nel I anniversario della morte di Don Elia Giudice Celebrazione Eucaristica Celebrazione Eucaristica nella festa della Madonna della Neve, patrona Processione Madonna della Neve Il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica nella Festa del Ss.mo Salvatore

Sanza, Chiesa madre

167

Basilica S. Alfonso Pagani

Controne Corleto Monforte, SA, Italia Postiglione

Parrocchia S. Alfonso Avellino Padula, Parrocchia S. Alfonso Petina

Marina di Camerota

Montesano Scalo, SA, Italia

Buonabitacolo, SA, Italia

SicilĂŹ, SA, Italia Celle di Bulgheria

Sanza, SA, Italia Gauro, SA, Italia


Data sab, 06/08/2016 19:00

dom, 07/08/2016 10:30

dom, 07/08/2016 18:30 lun, 08/08/2016 10:50

mar, 09/08/2016 19:30 mer, 10/08/2016 10:00

mer, 10/08/2016 12:00

mer, 10/08/2016 19:00

ven, 12/08/2016 18:30 sab, 13/08/2016 19:00

dom, 14/08/2016 10:00 dom, 14/08/2016 18:30 dom, 14/08/2016 20:00

lun, 15/08/2016 18:30

Evento

Luogo

Celebrazione Eucaristica per l'inizio della novena dell'Assunta Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Donato, compatrono Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Gaetano Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Vincenzo, patrono Sacramento della Confermazione Il Vescovo parteciapa alla conferenza stampa di presentazione convegno internazionale scrittori italo canadesi Il Vescovo presiede l'ora media nella festa di S. Lorenzo Celebrazione Eucaristica nella festa dell'Immacolata, titolare Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Teodoro Celebrazione Eucaristica nella novena della Madonna del Cardoneto Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Sacramento della Confermazione Pellegrinaggio giubilare a piedi dalla Concattedrale di Policastro al Santuario di Pietrasanta e affidamento della Diocesi alla Madonna Processione e Celebrazione Eucaristica presiedute dal Vescovo nella solennitĂ dell'Assunzione della B.V. Maria

Padula, Chiesa di San Giovanni Battista

168

Controne

Caiazzano, SA, Italia Castelluccio Cosentino

Torre Orsaia Chiostro S. Francesco Teggiano

Certosa di San Lorenzo, Viale Certosa, Padula, SA, Italia Scario

SicilĂŹ Ottati

Villammare, SA, Italia Policastro Bussentino Policastro Bussentino, Concattedrale

Policastro Bussentino, Concattedrale


Data mar, 16/08/2016 08:30

mar, 16/08/2016 11:00

mer, 17/08/2016 19:00

gio, 18/08/2016 10:30 gio, 18/08/2016 16:30

sab, 20/08/2016 19:00 dom, 21/08/2016 10:30

dom, 21/08/2016 19:00 ven, 26/08/2016 11:00

ven, 26/08/2016 18:30 dom, 28/08/2016 20:00 lun, 29/08/2016 lun, 29/08/2016 11:00

mer, 31/08/2016 20:00 sab, 03/09/2016 17:00

dom, 04/09/2016 18:00

Evento Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Rocco, protettore Celebrazione Eucaristica nella festa di San Rocco di Montpellier, patrono del Comune Il Vescovo presiede l'Eucaristia nella novena di S. Demetrio Celebrazione Eucaristica nella festa di S. Rocco Il Vescovo partecipa raduno dei giovani di Azione Cattolica Sacramento della Confermazione Celebrazione Eucaristica nella festa patronale dei Ss. Nicola e Rocco Celebrazione Eucaristica con i villeggianti Celebrazione Eucaristica nella festa di San Demetrio, patrono Festa della Madonna di Costantinopoli Celebrazione Eucaristica nella festa di san Rocco Settimana del Vescovo con i seminaristi Celebrazione Eucaristica nella festa del martirio di S. Giovanni Battista Celebrazione Eucaristica per le vittime della strada Il Vescovo partecipa alla Consacrazione Episcopale di Mons. Domenico Battaglia Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-S. Agata de Goti Ordinazione Presbiterale del diac. Antonio Calandriello

169

Luogo Ispani

Sicignano degli Alburni

Morigerati, SA, Italia

Bosco, chiesa di S. Rocco Ascea, SA, Italia

Celle di Bulgheria Montesano sulla Marcellana Sapri, Parrocchia San Giovanni Battista Morigerati

Parrocchia S. Cono Castelcivita Sala Consilina, Chiesa di San Rocco

Terranova

Sapri, Porto Chiesa Cattedrale Catanzaro

Teggiano, SA, Italia


Data mar, 06/09/2016 09:30

Evento

Luogo

Il Vescovo incontra il collegio dei Consultori, il collegio dei Vicari Foranei e i Segretari Celebrazione Eucaristica con i seminaristi della diocesi Celebrazione Eucaristica preseduta dal Vescovo

Teggiano

gio, 08/09/2016 19:00

Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo

Sicignano degli Alburni, SA, Italia, Cappella S. Maria del Serrone

ven, 09/09/2016 19:30

Presentazione squadra Valdiano Il Vescovo presiede l'Ordinazione diaconale Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Biagio, patrono Lab-Oratorio per coordinatori e animatori di Oratorio Zona Vallo di Diano, Alburni e Fasanella Udienza Generale con Papa Francesco della Forania degli Alburni Lab-Oratorio per coordinatori e animatori di Oratorio Zona Vallo di Diano, Alburni e Fasanella 26° Congresso Eucaristico Nazionale Lab-Oratorio per coordinatori e animatori di Oratorio Zona Vallo di Diano, Alburni e Fasanella Incontro Presidenze AC

mar, 06/09/2016 18:30

gio, 08/09/2016 10:30

sab, 10/09/2016 18:00 dom, 11/09/2016 10:00 dom, 11/09/2016 17:30

mar, 13/09/2016 18:00

mer, 14/09/2016 08:00

mer, 14/09/2016 18:00

gio, 15/09/2016 gio, 15/09/2016 18:00

sab, 17/09/2016 17:00 lun, 19/09/2016 18:30

Sacramento della Confermazioe

170

Parrocchia Santa Maria di Loreto, Arenabianca

Chiesa Concattedrale Policastro Bussentino Poderia, SA, Italia Atena Lucana, Chiesa di Santa Maria Maggiore

Polla, Centro Parrocchiale S. Giovanni Paolo II

Città del Vaticano, 00120 Città del Vaticano Polla, Centro Parrocchiale S. Giovanni Paolo II

Genova, Italia Polla, Centro Parrocchiale S. Giovanni Paolo II

Prato Perillo, 84039 Prato Perillo SA, Italia Villammare, 84079 Villammare SA, Italia


Data mar, 20/09/2016 09:30

gio, 22/09/2016 18:30 sab, 24/09/2016 15:00 sab, 24/09/2016 17:00

dom, 25/09/2016 11:30 dom, 25/09/2016 16:00

lun, 26/09/2016 18:00

lun, 26/09/2016 18:00

mar, 27/09/2016 10:45

mar, 27/09/2016 18:00

mer, 28/09/2016 18:00

gio, 29/09/2016 12:30

gio, 29/09/2016 18:00

Evento Presentazione del Direttorio Liturgico-pastorale ai sacerdoti Sacramento della confermazione Giornata regionale per l'Ambiente Presentazione Direttorio liturgico-Pastorale (Zona Vallo di Diano, Alburni e Fasanella) Sacramento della Confermazione Presentazione Direttorio liturgico-Pastorale (Zona Golfo di Policastro) Il Vescovo presiede la Celebrazione Eucaristica nella vigilia di San Vincenzo De Paoli Lab-Oratorio per coordinatori e animatori di Oratorio Zona Golfo di Policastro Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella traslazione delle reliquie di S. Cono Lab-Oratorio per coordinatori e animatori di Oratorio Zona Golfo di Policastro Lab-Oratorio per coordinatori e animatori di Oratorio Zona Golfo di Policastro Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Michele arcangelo, patrono Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Michele Arcangelo

171

Luogo Padula, SA, Italia, Convento San Francesco

Vibonati, SA, Italia Nola, NA, Italia Prato Perillo, SA, Italia, Salone Parrocchiale

Trinita', 84036 Trinita' SA, Italia Policastro Bussentino SA, Italia Via Vergini, 51, Napoli, NA, Italia

Scario, 84070 Scario SA, Italia

Cattedrale S.Maria Maggiore, Via Discesa S.Maria, 84039 Teggiano SA, Italia Scario, 84070 Scario SA, Italia

Scario, 84070 Scario SA, Italia

Sala Consilina, SA, Italia, Parrocchia SS. Annunziata

Bellosguardo, 84020 Bellosguardo SA, Italia


Data

Evento

Luogo

sab, 01/10/2016 18:00

Il Vescovo presiede l'Ordinazione Presbiterale del diac. Antonio Romaniello

Policastro Bussentino, SA, Italia

dom, 02/10/2016 16:30

Inizio missione giovani Celebrazione Eucaristica e concerto Celebrazione del Sacramento della Confermazione Commissione arte sacra Celebrazione del Transito di S. Francesco

Parrocchia S. Matteo e S. Margherita Sicignano degli Alburni Sala Consilina, Chiesa di S. Stefano

dom, 02/10/2016 19:00

lun, 03/10/2016 12:00 lun, 03/10/2016 18:30

mar, 04/10/2016 mar, 04/10/2016 17:30

sab, 08/10/2016 19:00 dom, 09/10/2016 dom, 09/10/2016 18:30 lun, 10/10/2016 mer, 12/10/2016 10:00 gio, 13/10/2016 09:00

gio, 13/10/2016 18:00

ven, 14/10/2016 10:00 sab, 15/10/2016 17:00

dom, 16/10/2016

Incontro foraniale dei sacerdoti Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Francesco, patrono Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica Incontro mensile delle Religiose Partita della legalitĂ Assemblea CEC Consiglio Presbiterale Diocesano Il Vescovo detta la meditazione al ritiro del clero dell'Arcidiocesi di Benevento Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica nella novena di S. Gerardo Riunione interforaniale Policastro-Camerota Celebrazione Eucaristica S. Giuseppe Moscati santuario S. Sofia Festa unitaria AC

172

Teggiano, SA, Italia Convento S. Francesco D’ Assisi, Via Francesco de Sanctis, 84034 Padula SA, It

Policastro Bussentino

Casalbuono, SA, Italia

Palestra salus Teggiano Salerno SA, Italia Teggiano, 84039 Teggiano SA, Italia Seminario Arcivescovile, Viale Atlantici, Benevento, BN, Italia Santuario S. Gerardo Maiella, Materdomini, AV, Italia Policastro Bussentino, SA, Italia Poderia

Buonabitacolo, 84032 Buonabitacolo SA, Italia


Data dom, 16/10/2016 17:30

dom, 16/10/2016 19:30

lun, 17/10/2016 18:00

mer, 19/10/2016 10:30 ven, 21/10/2016 17:00

sab, 22/10/2016 11:30

sab, 22/10/2016 16:00

dom, 23/10/2016

dom, 23/10/2016 11:00

dom, 23/10/2016 18:00

dom, 23/10/2016 18:30 lun, 24/10/2016 lun, 24/10/2016 19:00

Evento Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa dei S. Gerardo Maiella Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa dei S. Gerardo Maiella, titolare Consiglio Pastorale Diocesano

Incontro Regionale Migrantes Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nel I anniversario della morte di Don Amedeo Parascandolo Il Vescovo presiede l'Eucarestia per i giovani di AC Celebrazione Eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione di Alfonso Fusco Giornata pro-seminario Forania di Padula-Montesano Immissione canonica di Fra Antonio Basso in Parrocchia Il Vescovo partecipa al Giubileo diocesano dei ministranti celebrazione Eucaristica Il Vescovo incontra i seminaristi della Diocesi Il Vescovo incontra i Sindaci del Fasanella Presentazione orientamenti pastorali forania di Polla

173

Luogo Silla, SA, Italia

Tardiano, SA, Italia, Parrocchia San Gerardo Maiella Parrocchia Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Via Nazionale, 263, 84034 Padula SA, Pompei, 80045 Pompei NA, Italia Buonabitacolo, SA, Italia

Santuario S. Gerardo Maiella, Materdomini, AV, Italia Angri, SA, Italia

Parrocchia Cristo Re Polla

Convento S. Francesco D’ Assisi, Padula, SA, Italia

Convento S. Francesco D’ Assisi, Padula, SA, Italia Castelcivita, SA, Italia Atena Lucana, SA, Italia


Data mar, 25/10/2016 09:30

mar, 25/10/2016 19:00

mer, 26/10/2016 18:00 sab, 29/10/2016

dom, 30/10/2016 10:00

dom, 30/10/2016 11:30

lun, 31/10/2016 06:00

lun, 31/10/2016 09:30 mar, 01/11/2016 11:00

gio, 03/11/2016 18:00 ven, 04/11/2016 19:00

sab, 05/11/2016 09:30

sab, 05/11/2016 17:00

dom, 06/11/2016 16:00

Evento Incontro mensile del clero

Luogo

Convento S. Francesco D’ Assisi, Via Francesco de Sanctis, 84034 Padula SA, It Presentazione orientamenti Sala Consilina, SA, Italia pastorali forania di Teggiano-Sala Celebrazione Eucaristica San Giovanni A Piro, SA, Italia #partirexricominciare Ritiro Diocesano dei Giovani Il Vescovo saluta i Hotel Acteon Palace Di partecipanti di Piazza CTG Santino Di Giore, Atena lucana, SA, Italia Celebrazione Eucaristica Parrocchia San Pietro e presieduta dal Vescovo ed San Benedetto Polla inaugurazione anno catechistico Celebrazione Eucaristica Sant'Arsenio, 84037 presieduta dal Vescovo Sant'Arsenio SA, Italia nell'ottavario di preghiera per i defunti Il Vescovo incontra il Teggiano, 84039 Teggiano collegio dei Consultori SA, Italia Celebrazione Eucaristica Cattedrale S.Maria presieduta dal Vescovo Maggiore, Via Discesa S.Maria, 84039 Teggiano SA, Italia Presentazione orientamenti Roccagloriosa, SA, Italia pastorali forania Camerota Il Vescovo inaugura Parrocchia San Ferdinando Re, Strada Statale 18 l'oratorio parrocchiale Tirrena Inferiore, Capitello, SA Il Vescovo incontra i Teggiano, SA, Italia sacerdoti ordinati nell'ultimo decennio Il Vescovo presenta gli Parrocchia Santa Barbara orientamenti pastorali Corleto Monforte forania Fasanella Il Vescovo presiede la Parrocchia San Marco celebrazione Eucaristica Teggiano nella Festa degli anziani

174


Data lun, 07/11/2016 18:00

mar, 08/11/2016 mar, 08/11/2016 16:30 mer, 09/11/2016 16:00

gio, 10/11/2016 19:00

ven, 11/11/2016 11:00

ven, 11/11/2016 17:30

dom, 13/11/2016 dom, 13/11/2016 16:30

lun, 14/11/2016 19:30

mar, 15/11/2016 15:30 mer, 16/11/2016 mer, 16/11/2016 18:30

sab, 19/11/2016 09:00

lun, 21/11/2016 10:30

Evento Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica nel X anniversario della morte di don Giuseppe Cataldo Incontro foraniale dei sacerdoti Il Vescovo partecipa al Convegno "Dopo di noi" Inaugurazione anno accademico - relatore P. Raniero Cantalamessa Presentazione orientamenti pastorali forania di Policastro Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica per i caduti di Nassiriya Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Martino, patrono Incontro mensile delle Religiose Celebrazione Diocesana Conclusiva del Giubileo Straordinario della Misericordia Il Vescovo incontra i membri dell'Ufficio diocesano famiglia e vita Il Vescovo incontra i seminaristi della Diocesi Migrantes - Riunione Metropolia Il Vescovo partecipa al Corso di formazione per i Vescovi sul nuovo processo matrimoniale Il Vescovo partecipa al Concistoro per la creazione di nuovi Cardinali Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo per la Virgo Fidelis

175

Luogo Policastro Bussentino, SA, Italia

Sala Consilina, SA, Italia Pontecagnano, Seminario Metropolitano Policastro Bussentino, SA, Italia Licusati, SA, Italia

Serre, 84028 Serre SA, Italia

Cattedrale, 84039 Teggiano SA, Italia

Teggiano, SA, Italia

Pontecagnano, Seminario Giovanni Paolo II

Tribunale apostolico della Rota Romana

CittĂ del Vaticano

Santuario Pietrasanta San Giovanni a Piro


Data mar, 22/11/2016 17:30 mer, 23/11/2016

sab, 26/11/2016 18:00

dom, 27/11/2016 dom, 27/11/2016 dom, 27/11/2016 16:00 dom, 27/11/2016 17:30

mar, 29/11/2016 09:30 mer, 30/11/2016 19:30

sab, 03/12/2016 18:30

dom, 04/12/2016 17:30

dom, 04/12/2016 19:00

lun, 05/12/2016 mar, 06/12/2016 mar, 06/12/2016 10:30

Evento Dedicazione dell'Altare della chiesa di San Rocco Il Vescovo partecipa alla presentazione del Volume di Mons. Esposito sulla liturgia Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica per il Beato Vincenzo Romano Giornata pro-Seminario Forania di Camerota Ritiro di Avvento - Giornata identitĂ AC Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Il Vescovo incontra le Congreghe e i Comitati festa zona Golfo di Policastro Incontro mensile del clero Presentazione Orientamenti pastorali forania degli Alburni Il Vescovo presiede la celebrazione Eucaristica per l'ammissione agli ordini dei diaconi Il Vescovo incontra le Congreghe e i Comitati festa zona Vallo di Diano-Alburni-Fasanella Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Barbara Assemblea CEC Incontro foraniale dei sacerdoti Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Nicola, patrono

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Luogo Bosco, SA, Italia Napoli, NA, Italia

Basilica di Santa Croce, Torre del Greco, NA, Italia

Sala Consilina, 84036 Sala Consilina SA, Italia Buonabitacolo, Cimitero Chiesa di S. Mercurio, Piazza Europa, 84060 Roccagloriosa SA, Italia Convento S. Francesco, Padula, SA, Italia Postiglione

Cattedrale, Teggiano, SA, Italia

Trinita', 84036 Trinita' SA, Italia

Trinita', 84036 Trinita' SA, Italia Pompei, 80045 Pompei NA, Italia

Castelcivita, Parrocchia San Nicola di Bari


Data mar, 06/12/2016 17:00

mer, 07/12/2016 09:30

gio, 08/12/2016 11:00

gio, 08/12/2016 16:00

dom, 11/12/2016 dom, 11/12/2016 dom, 11/12/2016 17:00

lun, 12/12/2016 10:00

lun, 12/12/2016 17:00 mer, 14/12/2016 18:00

mer, 14/12/2016 19:00

sab, 17/12/2016 17:00

dom, 18/12/2016 11:30

dom, 18/12/2016 18:30

Evento Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo nella festa di S. Nicola, patrono Il Vescovo inaugura la mostra "La sfida dell'incontro" Sacramento della Confermazione

Luogo Controne, 84020 Controne SA, Italia

Certosa di San Lorenzo, Viale Certosa, Padula, SA, Italia Parrocchia S. Maria Maggiore, Via Antonio Cafaro, 23, 84037 Sant'Arsenio SA, Ita Celebrazione Eucaristica e Sapri, SA, Italia, processione presiedute dal Parrocchia Immacolata Vescovo nella solennitĂ dell'Immacolata Giornata pro-Seminario Forania di Polla Incontro mensile delle Religiose Il Vescovo inaugura la Parrocchia San Michele Arcangelo, Padula, SA, mostra dei presepi Italia Il Vescovo incontra i Cava de' Tirreni, SA, Italia Presbiteri giovani dell'Arcidiocesi di Amalfi-Cava dei Tirreni Il Vescovo incontra i diaconi transeunti Il Vescovo tiene la Parrocchia San Giacomo Apostolo, Via M. Aletta, catechesi di avvento Monte San Giacomo, SA, Italia Il Vescovo partecipa alla Certosa di San Lorenzo, chiusura della mostra "La Viale Certosa, Padula, SA, sfida dell'incontro" Italia Il Vescovo prende parte Sala Consilina, SA, Italia all'inaugurazione del Centro Michelina Garone Celebrazione Eucaristica Convento frati minori presieduta dal Vescovo cappucini via San Francesco 88 Vietri di Potenza Il Vescovo presiede la Parrocchia San Lorenzo celebrazione Eucaristica martire Torre Orsaia

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Data lun, 19/12/2016 10:30 lun, 19/12/2016 17:30 mar, 20/12/2016 09:30

mar, 20/12/2016 16:00 mar, 20/12/2016 19:30

mer, 21/12/2016 17:00 gio, 22/12/2016 10:00 gio, 22/12/2016 11:00 gio, 22/12/2016 17:30 gio, 22/12/2016 19:30

ven, 23/12/2016 06:00

ven, 23/12/2016 11:00 ven, 23/12/2016 17:00

sab, 24/12/2016 23:30

dom, 25/12/2016 11:00

lun, 26/12/2016 17:00

Evento

Luogo

Incontro sul bene comune Teggiano, SA, Italia con il Dott. Angelo Scelzo Celebrazione Eucaristica Corleto Monforte, SA, Italia per l'erezione del Santuario Incontro mensile del clero Parrocchia Immacolata, Lungomare Guglielmo Marconi, 84070 Scario SA, Italia Il Vescovo presiede la Ospedale civile celebrazione Eucatistica Immacolata Sapri Il Vescovo incontra i Parrocchia S. Alfonso rappresentati dei gruppi Padula scalo famiglia foraniali Il Vescovo tiene la Roscigno, SA, Italia catechesi di Avvento Auguri natalizi Curia Teggiano, SA, Italia, salone del Seminario Il Vescovo presiede la Ospedale civile Luigi Curto celebrazione Eucaristica Polla Il Vescovo presieduta la Aquara, SA, Italia celebrazione Eucaristica Il Vescovo partecipa Municipio, Piazza all'inaugurazione della Municipio, Corleto Casa Comunale Monforte, SA, Italia Il Vescovo presiede la Parrocchia San Michele Arcangelo, Strada celebrazione Eucaristica Comunale Santa Maria, Bellosguardo, SA, Il Vescovo incontra i Teggiano, SA, Italia seminaristi Il Vescovo partecipa ad Prato Perillo, SA, Italia "Una giornata dedicata al disabile" Celebrazione Eucaristica Cattedrale Santa Maria Assunta, 84067, Vico presieduta dal Vescovo Duomo, 84070 Policastro nella notte di Natale Bussentino S Celebrazione Eucaristica Cattedrale S.Maria presieduta dal Vescovo nel Maggiore, Via Discesa giorno di Natale S.Maria, 84039 Teggiano SA, Italia Ordinazione Diaconale Cattedrale, 84039 Teggiano SA, Italia

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Data mar, 27/12/2016 18:00

ven, 30/12/2016 18:30

sab, 31/12/2016 11:00

sab, 31/12/2016 17:00

Evento Il Vescovo partecipa all'Ordinaizione Episcopale di Mons. Giuseppe Giuliano, Vescovo eletto di Lucera-Troia Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo per la festa delle famiglie Sacramento della Confermazione

Luogo Chiesa Cattedrale Nola

Celle di Bulgheria, 84040 Celle di Bulgheria SA, Italia

Tardiano, SA, Italia, Parrocchia San Gerardo Maiella Celebrazione Eucaristica e Cattedrale S.Maria Te Deum presieduti dal Maggiore, Via Discesa Vescovo S.Maria, 84039 Teggiano SA, Italia

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Sommario

Conferenza Episcopale Campana Lettera ai Presbiteri delle Diocesi della Campania

5

Vescovo Messaggio per la Quaresima Omelia per la Messa Crismale Omelia nella memoria di S. Alfonso M. De Liguori, Patrono del Pontificio Seminario Interregionale Campano Riflessione alla Veglia di Preghiera in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa Telegramma per il 65° di Sacerdozio di Benedetto XVI Orientamenti Pastorali anno 2016-2017 Omelia per l’Ordinazione Presbiterale di don Antonio Calandriello Messaggio per l’inizio dell’Anno Scolastico Omelia per la Memoria di San Vincenzo de Paoli Omelia per l’Ordinazione Presbiterale di don Antonio Romaniello Omelia nella novena di San Gerardo Maiella Messaggio per la conclusione del Giubileo Straordinario della misericordia Omelia per la Celebrazione Eucaristica in preparazione della festa del Beato Vincenzo Romano Presentazione del XXV Rapporto Immigrazione Messaggio di Natale Preghiera per la Famiglia

9 11 17 24 28 29 51 56 57 63 67 72 78 83 86 88

Curia Decreti e nomine Ordinazioni e ministeri Collette anno 2015 Rendiconto relativo alla erogazione delle somme attribuite alla Diocesi dalla Conferenza Episcopale Italiana per l’anno 2016

91 94 96 99


Avvenimenti

107

In memoriam Don Raaele Sorgente Don Vincenzo Diotaiuti

Agenda

149 150

153



DIOCESI DI TEGGIANO-POLICASTRO www.diocesiteggiano.it e-mail comunicazioni@diocesiteggiano.it

Editing, impaginazione e grafica Massimo La Corte

STAMPA Via Degli Edili, 101 - SAPRI (SA) Tel. 0973 603365 - E-mail: legatoria.cesare@alice.it


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