Libretto Missione Mariana centenario di Fatima

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Diocesi di Teggiano-Policastro

Missione Mariana Centenario delle Apparizioni di Fatima



Diocesi di Teggiano-Policastro

Missione Mariana Diocesana



Messaggio per la Missione Mariana diocesana in occasione del centenario delle apparizioni della Beata Vergine a Fatima

Carissimi fratelli e sorelle, il 2017 è l’anno del centesimo anniversario delle apparizioni della Madre di Dio a Fatima. È l’anno in cui, come Chiesa diocesana in cammino, vogliamo incontrare Cristo unica nostra speranza (cfr. 1Tm 1,1). Chiediamo a Maria di prenderci per mano e di accompagnarci a Lui. Vogliamo fare nostre le parole che il grande Dottore della Chiesa, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, innalzava fiducioso alla Immacolata Madre di Dio: O bella mia speranza dolce amor mio Maria tu sei la vita mia, la pace mia sei tu. Quando ti chiamo e penso a te, Maria, mi sento tal gaudio e tal contento che mi rapisce il cuor. 3


Se mai pensier funesto viene a turbar la mente, sen fugge allor che sente il nome Tuo chiamar. In questo mar del mondo tu sei l’amica stella, che può la navicella dell’alma mia salvar. Prendi il mio cuor, Maria, è Tuo non è più mio prendilo e dallo a Dio ch’io non lo voglio più. Sotto il tuo bel manto, amata mia Signora, vivere voglio ancora, spero morir un dì. E se mi tocca in sorte finir la vita mia, chiamando Te Maria, mi tocca il cielo ancor.

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Introduzione «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi»1. Sono le parole che papa Benedetto XVI pronunciò nella omelia durante la Messa nel decennale della beatificazione dei pastorelli Giacinta e Francesco, nella spianata delle Basiliche, a Fatima, il 13 maggio 2010. Sin da prefetto della Congregazione della Fede, Ratzinger ha avuto a che fare con le apparizioni portoghesi del 1917: infatti, nell’Anno santo del 2000, stila quel commento al terzo segreto che di fatto ne spiega in modo autorevole l’autentico significato e si pone come la posizione ufficiale della Chiesa. Tornando a Fatima da Papa, con la sua precisazione ci comunica che non è un evento che appartiene a un passato polveroso, non è materia solo di ricordo o di studio, seppur appassionato; si tratta, invece, di una realtà ancora estremamente attuale, viva, che non cessa di interpellarci. La rivelazione di Fatima è un dono di Dio al nostro tempo, il Signore che parla, che si fa presente a noi attraverso la Sua Santissima Madre. Se ripercorriamo l’itinerario delle Apparizioni, potremo capire la pedagogia del Signore e della Madre Sua nel portare

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BENEDETTO XVI, Omelia pronunciata durante la Santa Messa sulla Spianata del Santuario di Fatima, 13 maggio 2010, nel X anniversario della Beatificazione di Giacinta e Francesco.

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pian piano i tre pastorelli della Cova d’Iria a comprendere cose sempre più profonde, ma sempre così semplici e così importanti. E la via attraverso la quale il Signore porta questi fanciulli a comprendere pian piano i disegni di Dio su di loro e sull’umanità, questa grande via, questo grande crocevia, se vogliamo, è il Cuore Immacolato di Maria. Esso è, per così dire, la rivelazione di Dio a Fatima. È il Cuore che custodisce le cose di Gesù, è il Cuore che custodisce le verità della fede, il Cuore che si scambia con quello di Dio. Dio stesso ha rivelato questo Cuore, che è il Cuore che più e meglio di ogni altro si è conformato a Lui. È il Cuore nel quale unicamente abita Dio, il Tabernacolo di Dio. Ecco perché il Signore rivela questo Cuore, perché Lui dimora solo in questo Cuore, Cuore purissimo: dimora di Dio fra di noi. E Dio sceglie questo Cuore, lo prepara, lo plasma immacolato, perché poi Lui in esso vi abiti, perché Lui stesso possa entrare in questo Cuore e prendervi dimora, riposo, rifugio. Una prima grazia che potremmo chiedere a Maria per questo suo pellegrinare per le nostre comunità, potrebbe essere quella di aprire i nostri cuori, spesso duri, sordi alla Grazia di Dio, indifferenti ed egoisti, e accogliere in dono il suo Cuore.

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Cuore di Maria: dimora di Dio È il Cuore di Maria la dimora di Dio in mezzo a noi, il luogo dove abita Dio. Dio voleva farsi conoscere, venire tra noi, e, per farlo, ha pensato che il modo più adatto fosse proprio questo Cuore, scegliere questo Cuore e riservarlo per sé. Lui lo ha fatto da quando si è incarnato. Dio è l’Eterno. E dalla sua Eternità ha pensato di scegliersi questo Cuore nel quale dimorare, nel quale incarnarsi. “Cuore” nella Bibbia non è soltanto un organo vitale dell’uomo, o un membro del corpo. Siccome il lessico ebraico è povero di “lemmi”, ecco che molto spesso un solo vocabolo ha un significato molto ampio, implica molte cose, ha molte sfaccettature, molti significati. Così, “cuore” nella Bibbia non indica soltanto quest’organo che pompa il sangue, ma ha un significato figurativo, è “figura”, e, allo stesso tempo, indica l’interiorità dell’uomo, indica la spiritualità dell’uomo, ciò che costituisce intimamente la persona. Nella Bibbia, “cuore” indica i pensieri dell’uomo; il “cuore” è simbolo che rimanda all’amore, al pensiero come scelta, come desiderio, come rinuncia, come – purtroppo può accadere – idolatria e iniquità (cfr. Sal 18,15; 72,7; Sir 37,17; Eb 4,12). Quando Israele si prostituisce – per usare una parola 7


biblica (cfr. ad es. Ger 3,3 ss.) – rinnega il suo amore sponsale per Dio, sceglie altri dei, idolatra le divinità pagane. Israele commette così un grave peccato di adulterio, e l’adulterio è concepito nel cuore, come l’amore vero dello sposo per la sposa è sempre concepito nel cuore, non nella carne. Nella Bibbia “cuore” indica ciò che fa parte della vita interiore dell’uomo, ciò che costituisce la vita spirituale. Lo stesso amore non è concepito nella carne, nelle ossa. L’amore, come il pensiero, parte dall’anima, parte da questo centro interiore dell’uomo, il suo “cuore”. Qui subito possiamo ricordare la Beatitudine di Gesù: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8). La purezza del cuore è capacità di vedere ciò che non si vede. Un cuore limpido come un bicchiere di acqua cristallina, come un’acqua che sgorga in alta montagna, questo cuore puro è capace di Dio (capax Dei), perché è l’uomo che nel suo intimo, rinunciando agli idoli e alla sporcizia, con umiltà si apre a Dio; con la sua intelligenza, i suoi sentimenti, i suoi gli affetti, è capace di Dio, della Purezza, della Bellezza. Dire “Cuore Immacolato di Maria”, allora, significa alludere alla persona di Maria. Quando diciamo “Cuore Immacolato”, vogliamo esprimere il mistero di Maria, il suo amore materno, la sua intelligenza, i suoi affetti, i suoi desideri, i suoi pensieri, i suoi ricordi, la sua memoria. Tutto fa parte del cuore 8


e promana da esso. Tutto ciò che costituisce una persona, quindi, in primis, la sua dimensione spirituale, tutto è compendiato in questo cuore.

Cuore di Maria: Tenda di Dio in mezzo a noi Il Cuore Immacolato di Maria è il Cuore purissimo che vede Dio e ne diventa il Tabernacolo, la Dimora, “la Tenda” (cfr. Es 31,7) – per usare delle espressioni bibliche – “la Tenda di Dio in mezzo a noi” (cfr. Gv 1,14). Dio vuole abitare in mezzo a noi e ha bisogno di un rifugio, di una tenda, e questa Tenda è Maria, il Cuore Immacolato. Dio abita nei suoi pensieri, Dio abita nel suo amore, Dio abita nei suoi ricordi, nei suoi desideri, nelle sue aspirazioni, nelle sue preoccupazioni di Madre, nei suoi dolori materni: tutto è compenetrato da questa presenza di Dio in Lei. Il Cuore Immacolato di Maria sintetizza il Mistero di Maria. Ascoltare perciò da Lei a Fatima: «Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato», significa che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione alla Madonna, facendoci partecipi di tutto il Mistero di Maria, permettendoci di entrare nel Mistero di Maria, attraverso la porta del suo Cuore. Ancora: dire che Dio vuole stabilire questa devozione al Cuore Immacolato significa dire che Dio 9


vuole mostrare a tutta l’umanità, l’unico suo vero abitacolo. È come se ci dicesse: Solo per mezzo di questo Cuore posso abitare con voi, in mezzo a voi. Lo ha fatto quando si è fatto carne, divenendo uomo, prendendo la nostra carne in questo Cuore, che diventa la sua stessa via in questo mondo. Maria è un Cuore che il Signore ha scelto da sempre, e che a Fatima ci viene donato come presenza, come attualità, adesso. È un Cuore che ha voluto nel tempo, e che in questo tempo così difficile, così tormentato, quale è quello in cui noi viviamo, dona di nuovo a tutti noi, uomini e donne di buona volontà, capaci, cioè di accogliere il suo invito a «comprendere i segni del tempo che significa comprendere l’urgenza della penitenza… questa è la risposta giusta al momento storico, caratterizzato da grandi pericoli»2. Papa Benedetto XVI, nella omelia già citata del 13 maggio del 2010, spiega perché il messaggio profetico di Cova da Iria ci tocca da vicino. Quel messaggio non è scomparso tra le pieghe dei libri di storia perché in ogni epoca siamo peccatori, preda del Maligno, e perciò sempre bisognosi di giustizia e di misericordia. «L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromper2

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Commento teologico al Messaggio di Fatima, Città del Vaticano 2000.

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lo… », afferma il Papa emerito. «Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” (memorie di Suor Lucia, I, 162)». Così prosegue: «Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo». Carissimi amici, l’appello di Fatima nasce in un grande e importante snodo storico, in un momento epocale della storia. E chi non vede che anche il nostro tempo è un grande momento epocale, una svolta? Una svolta in cui siamo davanti a un bivio. O Dio o la distruzione con un ghigno satanico. Già lo diceva san Giovanni Paolo II, quando pronunciò l’atto di affidamento al Cuore Immacolato di Maria, l’8 ottobre del 2000: «L’umanità possiede oggi strumenti d’inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie. Ha acquistato straordinarie capacità d’intervento sulle sorgenti stesse della vita: può usarne per il bene, dentro l’alveo della legge morale, o può cedere all’orgoglio miope di una scienza che non accetta confini, fino a 11


calpestare il rispetto dovuto ad ogni essere umano. Oggi come mai nel passato, l’umanità è a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo, o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù». Pensiamo alla bomba atomica. Pensiamo al fanatismo del terrorismo islamico. Ma pensiamo anche al peccato presente nella Chiesa: all’egoismo, alla sete di potere, alla mancanza di carità, di solidarietà, di apertura verso gli altri e di accoglienza vera, a cui continuamente ci richiama Papa Francesco. Credo, però, che dovremmo soffermarci anche su un peccato ancor più sottile e meno appariscente: una sorta di affievolimento della fede, di cedimento alle logiche mondane, di timidezza nell’annuncio cristiano nella sua totalità, di trascuratezza nella conoscenza della storia della Chiesa e della sua tradizione bimillenaria, privilegiando una testimonianza priva di radici e che, in forza anche di un populismo sempre più imperante, ignora persino il depositum fidei che abbiamo ricevuto e che, a nostra volta, dobbiamo affidare ad altri. Carissimi amici, vi richiamo alla Speranza! Il Signore mostrandoci il Cuore della sua Madre tenerissima, ci invita ad accoglierlo! Se lo accogliamo, il mondo sarà trasformato in un giardino dove abita di nuovo Dio in mezzo a noi. «Il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia visibile, ma-

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terna, della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia»3. Visitando le nostre Comunità parrocchiali, in questo anno centenario delle apparizioni a Fatima, Maria diviene il cammino e la guida sicura per andare incontro a suo Figlio, Redentore del mondo, e ci ridice il Suo Amore particolare per ognuno di noi. Fidiamoci di Lei. Ascoltiamola mentre ancora una volta ci invita: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. Teggiano, 11 febbraio 2017 Memoria della B. Maria Vergine di Lourdes + Antonio, Vescovo

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BENEDETTO XVI, Intervista in aereo di ritorno dal viaggio Apostolico a Fatima, 14 maggio 2010.

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Missione Mariana Le apparizioni di Fatima sono un avvenimento determinante nella Chiesa Cattolica, non solo per l’importanza che hanno assunto per innumerevoli persone e per la loro ampia diffusione nel mondo, ma anche per il loro intimo legame col messaggio evangelico, per la profondità con la quale segnano l’esperienza di fede di molti cattolici e per la portata profetica dei loro appelli. La Chiesa ha confermato che esse presentano una proposta credibile e valida di concretizzazione della vita cristiana. Il messaggio di Fatima è eloquente per i credenti di tutti i tempi; non è rimasto imprigionato ad un’epoca passata ma proietta un dinamismo per il nostro presente e apre orizzonti di fede per il futuro della storia del genere umano. Dal momento che gli avvenimenti di Fatima sono un appello fatto all’umanità del nostro tempo, anche la celebrazione del primo centenario cerca di essere uno strumento di questo appello attuale. Non si tratta, pertanto, di segnalare semplicemente un anniversario storico, le cui ripercussioni si riducono ad un momento del passato. Il pellegrinaggio di Papa Benedetto XVI alla Cova da Iria, nel maggio del 2010, nella sequenza dei suoi predecessori, ci mostra, in qualche modo, che nel messaggio di Fatima c’è un insieme di elementi che possono diventare veicolo di evangelizzazione, cammino per la conversione e per l’incontro con Gesù 14


Cristo. In questo senso, anche questa celebrazione dovrà rappresentare un contributo qualificato per approfondire ed attualizzare questo messaggio; potrà costituire un impulso nel rinnovamento e rafforzamento della fede, presentandosi come un aiuto per la crescita spirituale del popolo di Dio. La Missione Mariana si inserisce in questo centenario, prima di tutto e soprattutto, come “nuova tappa evangelizzatrice” (EG n. 1). Ci guideranno le parole di Papa Francesco: «Vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché “ha rovesciato i potenti dai troni» e «ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1,52.53) è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. È anche colei che conserva premurosamente “tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). […] Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione» (Evangelii gaudium n. 288). Il tema scelto, partendo da Evangelii gaudium e recependo il percorso pastorale proposto dal nostro 15


Vescovo negli Orientamenti Pastorali 2016-2017, vuole mettere al centro la Famiglia, nelle diverse sue componenti (sposi, genitori, giovani, bambini, anziani) che, incontrando il Signore, si edifica e vive della gioia del Vangelo (cfr. EG n. 1) e, accompagnata da Maria, riconosce nel Cristo risorto e glorioso la sorgente profonda della speranza (cfr. EG n. 275). Dall’incontro con il Signore il cuore di ognuno prende consapevolezza «che la vita non è la stessa senza di Lui» e, al contempo, nasce l’esigenza della testimonianza perché «quello che hai scoperto, quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza, quello è ciò che devi comunicare agli altri» (cfr. EG n. 121). La Missione sarà caratterizzata principalmente da momenti di catechesi e celebrazioni, lasciando il giusto spazio alle espressioni della pietà popolare che, giustamente favorite e orientate, non dovranno scadere nel devozionismo fine a sé stesso. A tal proposito solo illuminanti le parole del Papa: «Nella pietà popolare, poiché è frutto del Vangelo inculturato, è sottesa una forza attivamente evangelizzatrice che non possiamo sottovalutare: sarebbe come disconoscere l’opera dello Spirito Santo. Piuttosto, siamo chiamati ad incoraggiarla e a rafforzarla per approfondire il processo di inculturazione che è una realtà mai terminata. Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui 16


dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione». (EG n. 126)

Organizzazione La Missione si terrà nel periodo febbraio-maggio 2017, nelle sette zone pastorali della Diocesi: Foranie di Teggiano-Sala, Polla, Padula-Montesano, Alburni, Fasanella, Policastro, Camerota. Missione Nei giorni immediatamente precedenti l’inizio della Missione, in ogni Parrocchia, si organizzeranno dei “centri di ascolto” nelle famiglie per pregare il Rosario e proporre una catechesi preparatoria sul messaggio di Fatima e il significato della Missione Mariana; prevedere, in preparazione alla Missione, la visione del DVD sulle apparizioni di Fatima. Per l’inizio della Missione l’accoglienza dell’immagine della Madonna di Fatima sarà concordata tra i parroci interessati e dovrà prevedersi la Celebrazione Eucaristica con catechesi introduttiva. Durante la Missione programmare le Catechesi secondo il seguente schema (sarà cura dell’Ufficio Liturgico fornire il materiale per la preparazione delle catechesi): 17


a. Causa nòstrae laetìtiae La gioia del Vangelo Parola di Dio: Come alla Visitazione «Il bambino sussultò nel grembo» (Lc 1, 39-56); Magistero: Evangelii Gaudium n. 1 La gioia del Vangelo; b. Regina familiae – edifica la famiglia Parola di Dio: Come a Cana «Non hanno più vino» (Gv 2, 1-12); Magistero: Evangelii gaudium n. 24 Prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare. c. Stella matutina – e dona speranza Parola di Dio: Come a Pentecoste «Concordi nella preghiera con Maria» (At 1-2) Magistero: Evangelii gaudium n. 284 Maria, la madre dell’evangelizzazione. Prevedere nei giorni della Missione: - Celebrazione del Sacramento della Penitenza e Riconciliazione – «O Gesù, perdona le nostre colpe… » (Apparizione della Madonna, 13 luglio 1917 - cfr. Memorie di Suor Lucia, pag. 174); - Adorazione Eucaristica – «Mio Dio! Io credo, adoro, spero e ti amo!» (Apparizione dell’Angelo, 1916 - cfr. Memorie di Suor Lucia, p. 77); 18


- Rosario meditato – «Pregate il rosario tutti i giorni, per ottenere la pace per il mondo» (apparizione della Madonna, 13 maggio 1917 – cfr. Memorie di Suor Lucia, pag. 170); - Incontro di preghiera con i bambini e i ragazzi; - Visita agli ammalati - «Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio» (Apparizione della Madonna, 13 giugno 1917 – cfr. Memorie di Suor Lucia, pag. 83); - Celebrazione della festa della famiglia (anniversari – soprattutto 25°, 50° e 75°) con coinvolgimento dei fidanzati. Post-Missione Diocesi: Pellegrinaggio Diocesano a Fatima presieduto dal Vescovo dal 24 al 29 luglio 2017. Parrocchie: Nella settimana dall’8 al 12 Ottobre, in preparazione all’Anniversario dell’ultima apparizione (13 ottobre) e della Celebrazione conclusiva Diocesana (14 ottobre), in tutte le Parrocchie: Settimana Missionaria - Preghiera del Rosario con meditazione della Parola di Dio, con particolare intenzioni missionarie 19


(Papa Francesco: «Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei Santi… È la preghiera del mio cuore»). - Riflessioni sul tema: «Tutti siamo discepoli missionari» (EG nn. 119-121); - Solennizzare la Celebrazione del 13 ottobre (l’Ufficio Liturgico fornirà appositi sussidi). - Preparare i fedeli e sollecitare la partecipazione alla Celebrazione conclusiva che si terrà nella Cattedrale di Teggiano il 14 ottobre con l’atto di affidamento alla Madonna.

Calendario 11 febbraio – Indizione della missione mariana; 13 maggio e 13 ottobre - Celebrazioni parrocchiali. 14 ottobre - Celebrazione conclusiva presieduta dal Vescovo e atto di affidamento alla Madonna.

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STORIA DELLE APPARIZIONI DI FATIMA  Le apparizioni dell’angelo (1915-16) Lucia racconta nelle sue memorie che nel 1915, mentre si trovava con alcune compagne a pascolare le greggi presso i possedimenti paterni, vede una misteriosa figura “simile ad una statua di neve”. Fuggita, non volle raccontare nulla ai familiari. Un altro giorno mentre essi si riparavano dalla pioggia e giocavano, era apparsa nuovamente quella figura, «un giovane fra i quattordici e i quindici anni, che il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo», interpretato come un angelo e precisamente l’angelo della pace. Questi aveva invitato i bambini a pregare prostrati insieme a lui in riparazione delle offese subite da Dio da parte dei peccatori, in particolare con le parole: «Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anima, divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso è offeso, e per i meriti infiniti del suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori». Lucia narra che sia lei che Giacinta potevano udire le parole dell’angelo, solo a Francesco risultava impossibile: egli ascoltava le parole ripetute dalla sorella e dalla cugina. Riapparso nuovamente nell’estate del 1916, si 22


rivela come angelo protettore del Portogallo, chiedendo ai tre di fare sacrifici per la salvezza della loro patria, devastata dalle guerre civili. Durante l’apparizione porta in mano il Calice e l’Ostia che, insieme ai bambini, adora, poi dà l’Ostia a Lucia e il Sangue del Calice a Francesco e a Giacinta, invitandoli a fare sacrifici in riparazione degli oltraggi al sacramento dell’Eucaristia.

 Le apparizioni della Madonna (1917) Passano alcuni mesi e i tre pastorelli, mentre pascolano il gregge presso la “Cova di Irìa”, in un terreno di proprietà del padre di Lucia, vedono un lampo improvviso, come di un temporale imminente. Preoccupati per le loro pecore, mentre cercavano di metterle al riparo, vedono un secondo lampo circa a metà strada lungo la discesa, mentre una bellissima signora appare loro sopra un piccolo elce verdeggiante. È 13 maggio 1917, «Non abbiate paura non voglio farvi del male», dice la Signora; Lucia, sbalordita, chiede: «Di dove venite, Signora?». «Vengo dal cielo», rispose, chiedendo ai tre pastorelli di recarsi in quello stesso luogo il tredici di ogni mese, per sei mesi consecutivi fino a ottobre, raccomandando loro inoltre di pregare il rosario affinché la prima guerra mondiale potesse finire e i soldati, fra i quali il fratello di Lucia, potessero tornare alle proprie case. Con queste ultime raccomandazioni la visione scompare. Scesi dalla 23


Cova i pastorelli tornano alle loro case. La piccola Giacinta racconta tutto alla madre che, preoccupata, chiede aiuto alla cognata Rosa, madre di Lucia, la quale rimprovera aspramente la figlia pensando a una menzogna. Lucia cerca inutilmente di difendersi dalle accuse ma, vedendo che tutto era inutile, preferisce tacere. Il 13 giugno, a mezzogiorno, la Madonna riappare ai pastorelli rivelando a Lucia che Giacinta e Francesco sarebbero presto morti, mentre lei sarebbe rimasta ancora sulla terra per far conoscere al mondo ciò che aveva visto; poi mostra ai bambini il suo cuore ferito da spine pungenti. Terminata l’apparizione i bambini tornano a casa. La madre di Lucia, credendola una bugiarda, maltratta la figlia e la conduce dal parroco che la interroga e le insinua il sospetto che quella visione sia in realtà una manifestazione diabolica. Il 13 luglio i bambini tornano alla Cova di Irìa, dove sono radunate circa cinquemila persone, molte delle quali desiderose di prendersi gioco dei tre bambini. A mezzogiorno si ripete l’apparizione: Lucia si lamenta con la Signora per tutti i maltrattamenti subiti, ricevendo come risposta l’invito a offrire le sue sofferenze per la conversione dei peccatori; dopodiché viene mostrata ai tre pastorelli la visione dell’inferno, riportata testualmente dagli scritti di suor Lucia: «La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, 24


i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento». Lucia aggiunge che la Madonna aveva poi rivelato ai pastorelli la seconda parte del segreto (la prima era appunto la visione dell’Inferno): «La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che 25


si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace». L’apparizione si conclude dopo poco. Tutto il Portogallo aveva cominciato a parlare degli strani avvenimenti accaduti a Fatima, accusando i pastorelli di essere millantatori, vittime di una congiura clericale. Il sindaco di Vila Nova da Ourém (di cui Fatima è una frazione), dapprima convoca Lucia, suo padre e Manuele, padre di Giacinta e Francesco, minacciando di arrestarli, dopodiché, la mattina del 13 agosto, con la scusa di condurre i pastorelli alla Cova di Irìa, li trascina in prigione per costringerli a confessare. Ma i ragazzini sembrano davvero irremovibili: nonostante le minacce e la paura non negano le apparizioni né rivelano al sindaco i segreti che hanno ricevuto dalla Madonna. Non sapendo più come intimidirli, il 15 agosto il sindaco li rimanda a casa. I bambini, a causa di quanto accaduto, non erano potuti andare il giorno 13 alla Cova di Irìa e l’apparizione non c’era stata. Quattro giorni più tardi, il 19 agosto, la Madonna appare nel luogo dei “Valinhos”, a circa 500 metri da Aljustrel e chiede ai Pastorelli di tornare il giorno 13 del mese seguente alla Cova da Iria, promettendo che nel mese di ottobre avrebbe lasciato un segno. Poi, assumendo un aspetto più triste, conclude: «Pregate, pregate molto, e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all´inferno perché non vi è chi preghi e si sacrifichi per loro». Il 13 settembre sono radunate alla Cova di Irìa 26


circa trentamila persone, fra le quali molti malati in barella. A mezzogiorno i testimoni presenti riferiscono di aver visto un globo luminoso scendere dal cielo verso l’elce. La Madonna appare e promette a Lucia la guarigione di alcuni dei malati. Poi chiede di utilizzare il denaro che la gente donava per costruire lì, alla Cova di Irìa, una cappella a lei dedicata.

 Il miracolo del sole Il 13 ottobre del 1917 circa settantamila persone, provenienti da ogni parte del Portogallo, si raccolgono alla Cova de Irìa. Già da molte settimane si è diffusa la notizia delle apparizioni della “Signora” e del miracolo promesso per ottobre. In mezzo alla gente comune ci sono anche nobili, ingegneri, medici, notai e, ovviamente, giornalisti e fotografi, tra i quali anche parecchi anticlericali, decisi a dimostrare come le apparizioni fossero soltanto una commedia escogitata dal parroco di Fatima. Dal cielo, completamente coperto di nubi, scende una pioggia incessante. Scortati dai familiari, arrivano Francesco, Giacinta e Lucia, i tre piccoli veggenti. Raggiungono, a fatica, il leccio su cui abitualmente si posa la “Signora” ed iniziano a pregare il Rosario. A mezzogiorno, nonostante continui a cadere la pioggia, Lucia chiede di chiudere gli ombrelli e la folla obbedisce. Pochi istanti dopo appare la “Signora”, più luminosa del solito. Tutti i presenti notano una nuvoletta bianca muoversi intorno al 27


gruppo. Lucia chiede: «Chi siete e che volete da me?». Questa volta la celeste Signora risponde di essere la Madonna del Rosario e di volere che in quel luogo venga costruita una cappella in suo onore. Raccomanda di recitare sempre il Rosario, poi conclude: «Bisogna che tutti si convertano, che domandino perdono dei loro peccati e che non offendano più Nostro Signore che è troppo offeso». Dopo aver detto questo, apre le mani che si riflettono nel sole. A questo punto, mentre Lucia grida: «Guardate il sole!», avviene il miracolo: le spesse nubi si squarciano ed appare il sole che comincia a roteare, a cambiare di colore, a danzare nel cielo e poi ad avvicinarsi progressivamente alla terra, come se stesse per precipitarvi. «Il sole mantenendo i suoi rapidi movimenti rotatori, sembrò essere libero di muoversi nel firmamento, e di spingersi, rosso sangue, verso la terra, minacciando di distruggerci con la sua enorme massa. Furono dei secondi davvero terribili» (testimonianza del Dott. Almeida Garmett). Non appena il fenomeno si conclude, la folla si riversa entusiasta sui pastorelli: Francesco riesce a fuggire, Giacinta viene condotta via da un amico, Lucia invece si ritrova senza velo né trecce, poiché alcuni fanatici gliele hanno tagliate! Questa fu l’ultima apparizione che i tre pastorelli ebbero insieme. I bambini Giacinta e Francesco, come predetto dalla Madonna, dopo molte sofferenze, andarono in Paradiso. Non così Lucia (custode del terzo segreto), alla quale la Madonna disse: «Dio 28


vuole che tu rimanga nel mondo per far conoscere il mio Cuore Immacolato … Poi verrai anche tu in Paradiso». Nell’ottobre del 1930 il vescovo Alves Correia da Silva annunciò che la Chiesa riconosceva la verità di quanto era accaduto e permetteva ufficialmente il culto della Madonna di Fatima. Nel 1940, il papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria e il 4 maggio 1944 la Santa Sede istituì la Festa del Cuore Immacolato di Maria.

 L’entrata in convento di Lucia dos Santos Dopo la morte della cugina, Lucia decise di abbandonare Fatima per studiare e seguire la vita consacrata. Il 17 giugno 1921 entra nel collegio cattolico di Vilar (Oporto), diretto dalle suore di santa Dorotea. Nel 1925, a diciotto anni, Lucia entra nel convento di Pontevedra, in Spagna, dove il 10 dicembre, ha un’altra apparizione della Madonna, che le comunica la sua “Grande promessa”: la comunione riparatrice nei primi cinque sabati del mese: «Guarda figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento mi configgono con bestemmie e ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarmi, e dì che tutti coloro che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa Comunione, reciteranno un rosario e mi faranno compagnia 29


per quindici minuti, meditando i quindici misteri del Rosario con l’intenzione di alleviare la mia pena, Io prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza delle anime». Nel 1926 suor Lucia lascia il convento di Pontevedra per entrare nel noviziato a Tuy, dove pronunciando i primi voti il 3 ottobre 1928 e i voti perpetui il 3 ottobre 1934. Il 13 giugno 1929: mentre si trovava in cappella a pregare, è irradiata dalla luce della Trinità, con a fianco la Madonna, che raccomanda alla veggente di inviare una lettera al Papa, chiedendogli di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato. Poiché questo non avvenne, due anni dopo suor Lucia, mentre si trovava convalescente a Rianjio, vicino Pontevedra, riferì un’altra visione, questa volta di Gesù stesso, che si lamentava per la lentezza della Chiesa nell’adempiere le sue richieste: «Fai sapere ai miei ministri, che non hanno voluto soddisfare la mia richiesta, che si pentiranno e l’adempiranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre avrà molto da soffrire». Nella notte dal 24 al 25 gennaio 1938 una straordinaria aurora boreale illumina il cielo del Portogallo: la veggente ritiene che quella è la grande luce predetta dalla Vergine, preludio della seconda guerra mondiale. In occasione della rivoluzione comunista in Spa30


gna, sfociata nella sanguinosissima Guerra Civile (1936-1939) con migliaia di sacerdoti e religiosi massacrati, per ragioni di sicurezza suor Lucia viene trasferita nel Collegio di Sardão, a Vila Nova de Gaia, dove rimane per qualche tempo. Il 20 maggio 1946, suor Lucia può rivedere il luogo delle apparizioni, recandosi alla Cova da Iria. Il 25 marzo 1948, lascia l’Istituto di Santa Dorotea e a 41 anni, entra nel Carmelo di San Giuseppe a Coimbra con il nome di Suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato; la scelta di un Ordine di clausura fu approvata dal vescovo di Coimbra e da papa Pio XII, perché si rendeva necessario preservarla dal gran numero di visite anche curiose, che la tormentavano e per farla ritrovare tranquillità e spazio per la meditazione e la crescita della sua vita spirituale. Il 13 maggio 1949, suor Lucia veste l’abito di S. Teresa e il 31 maggio 1949 fa la professione come carmelitana scalza. Lucia tornerà a Fatima diverse volte: il 13 maggio 1967, incontrando papa Paolo VI; nel 1981 per dirigere nel Carmelo, un lavoro di pittura sulle apparizioni di Fatima, ancora il 13 maggio 1982 quando incontrò per la prima volta papa Giovanni Paolo II, incontro che si ripeté il 13 maggio 1991 quando il papa si recò a Fatima una seconda volta nel decimo anniversario dell’attentato; il 13 maggio 2000 per la beatificazione dei due suoi cugini. 31


Suor Lucia è vissuta nel Carmelo di Coimbra, appartata e silenziosa per 57 anni, ed è morta a 98 anni il 13 febbraio 2005. Il 19 febbraio 2006, la sua salma è stata trasferita con grande partecipazione di popolo, nella Basilica della Vergine di Fatima, accanto ai Beati Francesco e Giacinta Marto. Il 13 febbraio 2008, 3° anniversario della morte di Suor Lucia, il Santo Padre Benedetto XVI, ha concesso la dispensa in relazione al periodo di attesa previsto dal Diritto Canonico (cinque anni) per l’inizio del Processo Diocesano di Beatificazione e Canonizzazione. Il 30 aprile 2008, il vescovo di Coimbra, Albino Cleto D., presso il Carmelo di Santa Teresa, alla presenza di tutta la Comunità delle Suore Carmelitane, ha dato inizio al processo di Beatificazione della serva di Dio Suor Lucia dos Santos. Il 13 febbraio 2017, nel centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima e a dodici anni dalla morte di Suor Lucia, si chiude la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione.

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 I Pontefici a Fatima Il 13 maggio 1967, nel cinquantesimo anniversario della prima apparizione di Fatima, papa Paolo VI, che già aveva donato una rosa d’oro al santuario affinché a Maria fossero affidate le sorti del mondo, si recò in pellegrinaggio a Fatima, scrivendo un’enciclica per l’occasione. Fu però Giovanni paolo II, successore di Giovanni Paolo I (che aveva avuto colloqui personali con suor Lucia), il papa maggiormente legato alle apparizioni di Fatima. Egli visitò Fatima in tre occasioni – nel 1982, nel 1991 e nel 2000. L’attentato a Giovanni Paolo II avvenne mercoledì 13 maggio 1981, ad opera di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola. Soccorso immediatamente, fu sottoposto ad un intervento di 5 ore e 30 minuti, riuscendo a sopravvivere. Le pallottole trapassano il corpo del Papa ma non ledono gli organi vitali. Più tardi dirà: «Una mano ha premuto il grilletto, un’altra mano materna ha deviato la traiettoria del proiettile. E il Papa agonizzante si è fermato sulla soglia della morte». Convinto che fu la mano della Madonna a deviare quel colpo e a salvargli la vita, volle che il proiettile fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima. Esattamente un anno dopo Papa Giovanni Paolo II si reca a Fatima e dice: «Vengo dunque qui oggi perché proprio in questo giorno dello scorso anno, in piazza San Pietro a Roma, si è verificato l’at33


tentato alla vita del papa, misteriosamente coinciso con l’anniversario della prima apparizione a Fatima, che ebbe luogo il 13 maggio del 1917. Queste date si sono incontrate tra loro in modo tale che mi è parso di riconoscervi una speciale chiamata a venire qui. ed ecco, oggi sono qui. Sono venuto a ringraziare la divina provvidenza in questo luogo che la Madre di dio sembra avere così particolarmente scelto». Durante la visita del 2000, egli beatificò i due veggenti Giacinta e Francesco. Rese inoltre universale la Festività della Madonna di Fatima, facendola includere nel Messale Romano. Nei giorni dall’11 al 14 maggio 2010, anche Benedetto XVI, in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei veggenti, si è recato a Fatima. In occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria, e accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica e dei Vescovi portoghesi, Papa Francesco si recherà in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Fátima dal 12 al 13 maggio 2017.

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PREGHIERE


Preghiera di accoglienza Il Parroco:

Fratelli carissimi, in questo anno centenario dell’apparizione della Vergine a Fatima, vogliamo guardare a Maria perché renda più forte ed efficace la nostra testimonianza di credenti. La Vergine Santa, come duemila anni fa raggiunse la cugina Elisabetta, così oggi si fa pellegrina tra le nostre case, per portarci il suo Figlio Gesù. Animati dalla fede in Cristo Salvatore, che si è degnato di nascere da Maria, accogliamo la Santa Vergine e invochiamola perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e il suo Cuore Immacolato sia per ognuno rifugio e via che conduce a Dio.

Tutti:

Salve Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva, a Te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. 36


Orazione Il Parroco:

Preghiamo. O Dio, tu hai voluto che Maria, madre del tuo Figlio, fosse anche nostra Madre; fa’ che, perseverando nella penitenza e nella preghiera per la salvezza del mondo, ci adoperiamo con tutte le forze per la crescita del regno di Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Tutti:

Amen.

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Preghiera di saluto Il Parroco:

Fratelli carissimi, si conclude oggi la visita di Maria, pellegrina nella nostra comunità parrocchiale. Nella certezza che la sua presenza materna non ci abbandona mai, vogliamo rinnovarle l’affidamento della nostra vita, delle nostre famiglie, soprattutto quelle che vivono momenti di difficoltà e di crisi, dei malati, degli anziani, e di quanti hanno maggior bisogno della protezione della Madonna.

Tutti:

Beata Maria Vergine di Fatima, con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata. Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla. Accogli con benevolenza di Madre l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara. 38


Siamo certi che ognuno di noi é prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori. Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità. Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen.

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Ave di Fatima Il tredici maggio apparve Maria a tre pastorelli in “Cova d’Iria”. Ave, Ave, Ave Maria. Ave, Ave, Ave Maria. Ed ei spaventati di tanto splendor, si dettero a fuga con grande timore. Splendente di luce veniva Maria e il volto suo bello un sole apparia. E d’oro il suo manto avea ricamato; qual neve il suo cinto nitea immacolato. In mano un Rosario portava Maria, che addita ai fedeli del cielo la via. Dal maggio all’ottobre sei volte Maria ai piccoli apparve in “Cova d’Iria”. “Miei cari fanciulli, niun fugga mai più; io sono la mamma, del dolce Gesù. Dal ciel son discesa a chieder preghiera pei gran peccatori con fede sincera. Ognor recitate mia bella corona: a quel che si prega sue grazie Dio dona”. Un inno di lode s’innalzi a Maria, che a Fatima un giorno raggiante apparia. 40


Preghiere di Fatima Il messaggio di Fatima invita con forza alla preghiera. Prima l’Angelo, poi la Vergine, insegnano ai tre bambini delle stupende preghiere, semplici e popolari, che racchiudono in sé la fondamentale teologia di tutta la tradizione cristiana. I bambini imparano la preghiera anche dai gesti della Vergine, che dolcemente giunge le mani in atteggiamento di supplica, e dall’Angelo, che si prostra per adorare il Mistero Trinitario ed il Mistero Eucaristico.

Nella primavera del 1916, mentre Lucia e i suoi cuginetti Francesco e Giacinta stavano pascolando il gregge presso la Loca do Cabeço, vedono avvicinarsi una figura che suor Lucia descrive come «un giovane di 14-15 anni, più bianco della neve, che il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo, e di una grande bellezza». Racconta suor Lucia: «Arrivando presso di noi, disse: Non abbiate paura! Sono l’Angelo della Pace. Pregate con me. E inginocchiatosi per terra, piegò la fronte fino a toccare il suolo, e ci fece ripetere tre volte questa preghiera:

Mio Dio, credo, adoro, spero e ti amo. Ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano. Poi, alzandosi, disse: Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria ascoltano la voce delle vostre suppliche. Le sue parole restarono talmente impresse nella nostra mente che mai più le dimenticammo. E da quel giorno passavamo lungo tempo, così prostrati, ripetendole, certe volte, fino a cader di stanchezza» (Memorie di suor Lucia, pag. 77). 41


Nell’autunno 1916 sempre sulla stessa collina, Lucia, Francesco e Giacinta stanno ripetendo molte volte la preghiera insegnata loro dall’Angelo ed ecco che questi appare tenendo nella mano sinistra un Calice; sopra è sospesa un’Ostia da cui cadono alcune gocce di Sangue dentro il calice. Racconta suor Lucia: «L’Angelo lasciò sospeso in aria il calice, s’inginocchiò presso di noi, e ci fece ripetere tre volte:

Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, ti adoro profondamente e ti offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui egli è offeso. E per i meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria ti domando la conversione dei poveri peccatori. Dopo si alzò, prese nelle sue mani il calice e l’Ostia. Diede a me la sacra Ostia, e divise il Sangue del calice tra Giacinta e Francesco dicendo nello stesso tempo: Prendete e bevete il Corpo e Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio» (Memorie di suor Lucia, pag. 79).

Il 13 luglio 1917, durante la terza apparizione, la Vergine Maria invita i tre pastorelli a perseverare, a continuare a recarsi il 13 di ogni mese alla Cova d’Iria e a pregare il rosario ogni giorno. La Madonna promette per ottobre un segno che tutti potranno vedere. Poi la Vergine mostra ai bambini la terribile visione dell’inferno e affida ad essi un messaggio per l’umanità

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che dovranno, per ora, tenere segreto, con la promessa consolante che infine il suo Cuore Immacolato trionferà. Al termine la Madonna insegna loro una preghiera. Suor Lucia riporta le parole che dice loro la Vergine: «Quando reciterete il rosario, dopo ogni mistero dite:

O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua misericordia. Seguì un momento di silenzio… E come al solito, cominciò ad alzarsi in direzione dell’oriente fino a sparire nell’immensa distanza del firmamento» (Memorie di suor Lucia, pag. 174).

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Preghiera giubilare di consacrazione Salve, Madre del Signore, Vergine Maria, Regina del Rosario di Fatima! Benedetta fra tutte le donne, sei l’immagine della Chiesa rivestita di luce pasquale, sei l’onore del nostro popolo, sei il trionfo sul male. Profezia dell’Amore misericordioso del Padre, Maestra dell’Annuncio della Buona Novella del Figlio, Segno del Fuoco ardente dello Spirito Santo, insegnaci, in questa valle di gioie e di dolori, le verità eterne che il Padre rivela ai piccoli. Mostraci la forza del tuo manto protettore. Nel tuo Cuore Immacolato, sii il rifugio dei peccatori e la via che conduce a Dio. Unito/a ai miei fratelli, nella Fede, nella Speranza e nell’Amore, a Te mi affido. Unito/a ai miei fratelli, attraverso di Te, a Dio mi consacro, o Vergine del Rosario di Fatima. E alla fine, avvolto/a dalla Luce che dalle tue mani giunge a noi, darò gloria al Signore per i secoli dei secoli. Amen. 44


IL SANTO ROSARIO Dalla Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II (2002) 1. Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Essa ben s’inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a «prendere il largo» («duc in altum!») per ridire, anzi “gridare” Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come «la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6), come «traguardo della storia umana, il fulcro nel quale convergono gli ideali della storia e della civiltà» (GS 45). Il Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio (MC 42). In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore. 6. A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune circostanze storiche. Prima fra esse, l’urgenza di invocare da Dio il dono della pace. Il Rosario è stato più volte proposto dai miei Predecessori e da me stesso come preghiera per la pace. All’inizio di un Millennio, che è cominciato con le rac-

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capriccianti scene dell’attentato dell’11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che «è la nostra pace» avendo fatto «dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia» (Ef 2, 14). […] Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale. 11. Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: «Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19; cfr. 2, 51). I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati quei ricordi a costituire, in certo senso, il “rosario” che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena. Ed anche ora, tra i canti di gioia della Gerusalemme celeste, i motivi del suo grazie e della sua lode permangono immutati. Sono essi ad ispirare la sua materna premura verso la Chiesa pellegrinante, nella quale Ella continua a sviluppare la trama del suo “racconto” di evangelizzatrice. Maria ripropone continuamente ai credenti i ‘misteri’ del suo Figlio, col desiderio che siano contemplati, affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica. Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria. 12. Il Rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato, come sottolineava Paolo VI: 46


«Senza contemplazione, il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: “Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità” (Mt 6, 7). Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze» (MC 47). 15. Il Rosario ci trasporta misticamente accanto a Maria impegnata a seguire la crescita umana di Cristo nella casa di Nazareth. Ciò le consente di educarci e di plasmarci con la medesima sollecitudine, fino a che Cristo non «sia formato» in noi pienamente (cfr. Gal 4, 19). Questa azione di Maria, totalmente fondata su quella di Cristo e ad essa radicalmente subordinata, «non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, ma la facilita». È il luminoso principio espresso dal Concilio Vaticano II, che ho sperimentato tanto fortemente nella mia vita, facendone la base del mio motto episcopale: Totus tuus. Un motto, com’è noto, ispirato alla dottrina di San Luigi Maria Grignion de Montfort, che così spiegava il ruolo di Maria nel processo di conformazione a Cristo di ciascuno di noi: «Tutta la nostra perfezione consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo. Perciò la più perfetta di tutte le devozioni è incontestabilmente quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un’anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un’anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo». Mai come nel Rosario la via di Cristo e quella di Maria appaiono così profondamente congiunte. Maria non vive che in Cristo e in funzione di Cristo!

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Il presidente:

O Dio, vieni a salvarmi. L’assemblea:

Signore, vieni presto in mio aiuto. Il presidente:

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. L’assemblea:

Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Il presidente e l’assemblea:

Mio Dio, credo, adoro, spero e ti amo. Domando perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano. Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, ti adoro profondamente e ti offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, indifferenze con cui egli è offeso. E per i meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria ti domando la conversione dei poveri peccatori. (L’Angelo della pace ai tre bambini di Fatima - 1916)

O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’Inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. (La Madonna a Fatima - 13 luglio 1917)

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Misteri della gioia «Meditare i misteri “gaudiosi” significa entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell’Incarnazione e sull’oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto “buona notizia”, che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo» (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae 20).

1. L’annuncio dell’angelo a Maria Nel primo mistero gaudioso contempliamo l’Annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine. Maria l’annuncio celeste ascoltò e il Figlio di Dio in lei s’incarnò. Ave, ave, ave Maria.

L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il 49


sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1, 30-38) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, la fede di Maria, perché ti accogliamo come lei nella nostra vita. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

2. Maria visita Elisabetta Nel secondo mistero gaudioso contempliamo la visita di Maria a Elisabetta. Ai monti di Giuda Maria salì: e il grande mistero di grazia compì. Ave, ave, ave Maria.

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che 50


ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. (Lc 1, 39-45) Breve momento di silenzio.

Insegnaci, Signore, a donare agli altri, come Maria, la gioia della tua presenza. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

3. Gesù nasce a Betlemme Nel terzo mistero gaudioso contempliamo la nascita di Gesù a Betlemme. La Madre beata sul fieno adagiò il Bimbo divino e poi l’adorò. Ave, ave, ave Maria.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, 51


perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2, 17) Breve momento di silenzio.

Ti preghiamo, Signore, per tutti i bimbi che vedono la luce: aiutaci a rendere questo mondo ospitale e vivibile nella pace. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

4. La presentazione di Gesù al Tempio Nel quarto mistero gaudioso contempliamo la presentazione di Gesù al tempio. Col Bimbo Maria al tempio salì, il vecchio profeta li vide e gioì. Ave, ave, ave Maria. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosé, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le 52


braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». (Lc 2, 22-23. 25-32) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, il coraggio di tua Madre per seguirti nei momenti di gioia come in quelli di dolore che inevitabilmente scandiscono la vita di tutti. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

5. Il ritrovamento di Gesù nel Tempio Nel quinto mistero gaudioso contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio. Gesù fra i Maestri del Tempio restò; tre giorni la Madre per lui trepidò. Ave, ave, ave Maria. I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viag-

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gio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. (Lc 2, 41-47) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, di ascoltare attenti la tua Parola e come Maria imparare a custodirla e a meditarla nel nostro cuore. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

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Misteri della luce «Passando dall’infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, “misteri della luce”. In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è “la luce del mondo” (Gv 8, 12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno» (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae 21).

1. Il battesimo nel Giordano Nel primo Mistero della luce contempliamo Gesù che viene battezzato nel Giordano da Giovanni. Giovanni al Giordano Gesù battezzò: lo Spirito Santo su lui si posò. Ave, ave, ave Maria.

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. (Lc 3, 21-22) Breve momento di silenzio.

Rendici, come Maria, Signore, docili al tuo Spirito e attenti a rispondere agli appelli del Padre. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe… 55


2. Le nozze di Cana Nel secondo Mistero della luce contempliamo Gesù che, alle nozze di Cana, cambia l’acqua in vino. A Cana tuo Figlio la gloria svelò, la tua intercessione benigno ascoltò. Ave, ave, ave Maria.

Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. (Gv 2, 1-5) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, la fede di Maria nella tua potenza perché anche oggi, vedendo i nostri bisogni, possa colmarli dei tuoi doni. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

3. L’annuncio del Regno di Dio Nel terzo mistero della luce contempliamo Gesù che annuncia il Regno di Dio e invita alla conversione. L’avvento del regno Gesù proclamò, ministra di grazia a Lui ti associò. Ave, ave, ave Maria. 56


Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. (Mt 9, 35-36) Breve momento di silenzio.

Ti preghiamo, Signore, per la nostra conversione e perché possiamo essere sempre testimoni credibili del tuo Vangelo. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

4. La trasfigurazione Nel quarto mistero della luce contempliamo Gesù che si trasfigura sul monte Tabor. Gesù si riveste di luce e splendor, il Padre dal cielo proclama il suo amor. Ave, ave, ave Maria.

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosé ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosé e una 57


per Elia”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. (Mt 17, 1-5) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, di accoglierti nella nostra vita nel momento della tua gloria come nel momento della croce, per poter condividere con te un giorno la beatitudine eterna. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

5. L’Eucaristia Nel quinto mistero della luce contempliamo Gesù che, durante l’Ultima Cena, dona il suo Corpo e il suo Sangue. Nel Corpo e nel Sangue a noi si donò, la nuova Alleanza, Gesù consacrò. Ave, ave, ave Maria.

Mentre mangiavano, Gesù prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più 58


del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio”. (Mc 14, 22-25) Breve momento di silenzio.

Ti preghiamo, Signore, dona a noi, che mangiamo dello stesso Pane, di divenire uno stesso corpo abitato dallo stesso Amore. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

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Misteri del dolore «Ai misteri del dolore di Cristo i Vangeli danno grande rilievo. Da sempre la pietà cristiana, specialmente nella Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis, si è soffermata sui singoli momenti della Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell’amore ed è qui la sorgente della nostra salvezza. Il Rosario sceglie alcuni momenti della Passione, inducendo l’orante a fissarvi lo sguardo del cuore e a riviverli» (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae 22).

1. L’agonia di Gesù Nel primo Mistero doloroso contempliamo Gesù che agonizza nel Getsemani. Nell’Orto, bagnato di sangue e sudor, pregando agonizza Gesù Redentor. Ave, ave, ave Maria.

Gesù uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”. (Lc 22, 39-46) 60


Breve momento di silenzio.

Dona, Signore, il conforto della presenza di Maria a tutti coloro che agonizzano e che attendono l’incontro con te. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

2. La flagellazione di Gesù Nel secondo mistero doloroso contempliamo Gesù flagellato nel pretorio di Pilato. Gesù flagellato a sangue non ha chi l’ami e, soffrendo, ne sente pietà. Ave, ave, ave Maria.

Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. (Mc 15, 12-15) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, la grazia di saper soffrire nella pace le ingiustizie della vita e di offrire ciò che la tua volontà permette che si attui nella nostra esistenza. 61


Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

3. L’incoronazione di spine Nel terzo mistero doloroso contempliamo Gesù coronato di spine. Per noi coronato di spine è il Signor, il Re della gloria, Gesù Redentor! Ave, ave, ave Maria.

I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: “Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna”. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. (Gv 19, 2-5) Breve momento di silenzio.

Ti preghiamo, Signore, di liberare il nostro cuore dal pregiudizio, dalla violenza e dal disprezzo che possiamo provare per qualsiasi uomo. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

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4. Il viaggio al Calvario Nel quarto mistero doloroso contempliamo Gesù che sale al Calvario, carico della croce. Portando la croce Gesù stanco va. Chi fino al Calvario seguirlo vorrà? Ave, ave, ave Maria. I soldati presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. (Gv 19, 16-19) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, la forza di portare le nostre croci quotidiane e trovare in te la consolazione nell’ora della nostra morte. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

5. La crocifissione e la morte di Gesù Nel quinto mistero doloroso contempliamo Gesù che muore in croce. Gesù dalla croce a te ci affidò e subito dopo soffrendo spirò. Ave, ave, ave Maria. 63


Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cléopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito. (Gv 19, 25-30) Breve momento di silenzio.

Ti preghiamo, Signore, di rivelarci la misericordia del Padre e di poter essere anche noi avvolti dall’abbraccio materno di Maria. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

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Misteri della gloria «La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all’immagine di Lui crocifisso. Egli è il Risorto!». Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell’Ascensione. Contemplando il Risorto il cristiano riscopre le ragioni della propria fede (cfr. 1 Cor 15, 14), e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò – gli Apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus –, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un’esperienza non meno intensa della nuova esistenza del Figlio glorificato» (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae 23).

1. La risurrezione di Gesù Nel primo mistero glorioso contempliamo la risurrezione di Gesù. È vinta la morte, esultino i cuor, risorto alla vita è il Cristo Signor. Ave, ave, ave Maria.

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non ab65


biate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. (Mc 16, 1-8) Breve momento di silenzio.

Donaci la tua grazia, Signore, perché la gioia e la fede nella tua risurrezione non si spengano mai in noi. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

2. L’ascensione di Gesù al cielo Nel secondo mistero glorioso contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo. Ascende il Signore, al Padre egli va, un dì nella gloria Gesù tornerà. Ave, ave, ave Maria.

Poi, Gesù, li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. (Lc 24, 50-53) 66


Breve momento di silenzio.

Signore dei tempi e dell’universo, ti chiediamo di insegnarci a camminare verso la speranza della vita nuova. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

3. La discesa dello Spirito Santo Nel terzo mistero glorioso contempliamo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo. Uniti a Maria gli Apostoli allor, accolgon con gioia lo Spirito Amor. Ave, ave, ave Maria. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. (Lc 24, 50-53) Breve momento di silenzio.

Effondi ancora su di noi, Signore, la potenza dello Spirito Santo e rendi vivo in noi l’amore per te e per il Padre. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe… 67


4. L’assunzione di Maria al cielo Nel quarto mistero glorioso contempliamo l’assunzione di Maria Vergine al cielo. La vita terrena per lei si compì, con gli Angeli al Cielo la Vergin salì. Ave, ave, ave Maria. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. (Lc 1, 46-50) Breve momento di silenzio.

Donaci, Signore, di vivere con lo sguardo proteso verso i beni da te promessi per desiderare ardentemente la beatitudine che non avrà mai fine. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

5. L’Incoronazione di Maria Nel quinto mistero glorioso contempliamo l’incoronazione di Maria, Regina del cielo e della terra. Tra glorie e splendori Gesù la esaltò, la Vergine Madre, «Regina» chiamò. Ave, ave, ave Maria. 68


Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. (Ap 1, 1) Breve momento di silenzio.

A noi, che la contempliamo Regina del Cielo, fa’, o Signore, che non manchi mai la sua protezione materna. Padre nostro • 10 Ave Maria • Gloria al Padre O Gesù, perdona le nostre colpe…

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Alla fine del quinto mistero La guida:

Preghiamo per il Santo Padre Francesco e per le sue intenzioni. Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce vergine Maria. Oppure:

Salve Regina, mater misericórdiae; vita, dulcédo et spes nostra, salve. Ad te clamámus, éxsules filii Evae. Ad te suspirámus, gementés et flentes in hac lacrimárum valle. Eia ergo, advocáta nostra, illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte. Et Iesum, benedíctum fructum ventris tui, nobis post hoc exilium osténde. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. 70


Litanie lauretane Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà.

Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà.

Cristo, ascoltaci. Cristo, esaudiscici.

Cristo, ascoltaci. Cristo, esaudiscici.

Padre del cielo, che sei Dio, abbi pietà di noi. Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio, ˮ ˮ Spirito Santo, che sei Dio, ˮˮ Santa Trinità, unico Dio, ˮˮ Santa Maria, Santa Madre di Dio, Santa Vergine delle vergini, Madre di Cristo, Madre della Chiesa, Madre della divina grazia, Madre purissima, Madre castissima, Madre sempre vergine, Madre immacolata, Madre degna d’amore, Madre ammirabile, Madre del buon consiglio, Madre del Creatore, Madre del Salvatore, Madre di misericordia, Vergine prudentissima, Vergine degna di onore, Vergine degna di lode, Vergine potente, Vergine clemente, 71

prega per noi. ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ


Vergine fedele, Specchio della santità divina, Sede della Sapienza, Causa della nostra letizia, Tempio dello Spirito Santo, Tabernacolo dell’eterna gloria, Dimora tutta consacrata a Dio, Rosa mistica, Torre di Davide, Torre d’avorio, Casa d’oro, Arca dell’alleanza, Porta del cielo, Stella del mattino, Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei cristiani, Regina degli Angeli, Regina dei Patriarchi, Regina dei Profeti, Regina degli Apostoli, Regina dei Martiri, Regina dei veri cristiani, Regina delle Vergini, Regina di tutti i Santi, Regina concepita senza peccato originale, Regina assunta in cielo, Regina del santo Rosario, Regina della famiglia, Regina della pace.

ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ ˮˮ

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore. 72


Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci, o Signore. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietĂ di noi. Prega per noi, Santa Madre di Dio. E saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo. Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito, per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Angelus Ángelus Dómini nuntiávit Mariæ. - Et concépit de Spíritu Sancto. Ave, María. Ecce ancílla Dómini. - Fiat mihi secúndum verbum tuum. Ave, María. Et Verbum caro factum est. - Et habitávit in nobis. Ave, Maria. V. Ora pro nobis, sancta Dei génetrix. R. Ut digni efficiámur promissiónibus Christi. Orémus. Grátiam tuam, quǽsumus, Dómine, méntibus nostris infunde; ut qui, Ángelo nuntiánte, Christi Fílii tui incarnatiónem cognóvimus, per passiónem eius et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum. Amen. Glória Patri.

Testo italiano:

L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria. - Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ave Maria. 74


Eccomi, sono la serva del Signore. - Si compia in me la tua parola. Ave Maria. E il Verbo si fece carne. - E venne ad abitare in mezzo a noi. Ave Maria. V. Prega per noi, santa Madre di Dio. R. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo. Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen. Gloria al Padre.

Regina caeli Regina caeli, laetare, alleluia. Quia quem meruisti portare, alleluia. Resurrexit, sicut dixit, alleluia. Ora pro nobis Deum, alleluia. V. Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia. R. Quia surrexit Dominus vere, alleluia. 75


Oremus. Deus, qui per resurrectionem Filii tui Domini nostri Iesu Christi mundum laetificare dignatus es, praesta, quaesumus, ut per eius Genetricem Virginem Mariam perpetuae capiamus gaudia vitae. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

Testo italiano:

Regina dei cieli, rallegrati, alleluia. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia, è risorto, come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi, alleluia. V. Rallegrati, Vergine Maria, alleluia. R. Il Signore è veramente risorto, alleluia. Preghiamo. O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine, concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Preghiera per la famiglia Signore Gesù, che a Nazareth, tra gioia e fatica, con Maria e Giuseppe sei cresciuto in età, sapienza e grazia, fa’ che anche le nostre famiglie diventino casa e scuola di vera umanità. Il perdono ci assicuri il futuro. La carità ci consegni all’Eternità. La fedeltà profumi di Divinità. La Misericordia ci educhi all’accoglienza. Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, affidati alla Tua Provvidenza, rafforziamo i santi vincoli dell’amore. O Signore della vita, l’invocazione del Tuo nome benedetto, sia la nostra fiduciosa supplica e il nostro solido conforto. I poveri che amiamo, ci accompagnino verso il Tuo Regno. Ora e sempre nei secoli. Amen. + Antonio De Luca Preghiera alla Madonna O Vergine Maria, discepola del Signore, illuminata dalla Spirito la Parola ti abita, ti custodisce e ti ispira. Tu generi l’Eterno donandoci la luce del mondo. Il peccato c’insidia e la debolezza ci avvolge, l’umano rende opaco il Divino che abita in noi. Donaci di scoprire la nostra vocazione: portare frutti nella carità per la vita del mondo. La comunione ci protegga dalla competizione. Il dialogo ricomponga le differenze e ci renda liberi e fedeli in Cristo! Amen. + Antonio De Luca Preghiera alla Madonna O Vergine Maria, Madre del Redentore e Madre nostra noi t'invochiamo: pellegrini d'amore, mendicanti di perdono, cercatori di Dio, imploriamo la Grazia. 77


Ti supplichiamo: rialzaci nella sconfitta, rafforzaci nella prova, illuminaci nel dubbio. Nell'amarezza della solitudine dacci la tenerezza di Dio. Nella seduzione di fugaci miraggi donaci la fortezza della fedeltà. Nel brivido di illusorie promesse rigenera la purezza del cuore. Non ci posseggano i dolorosi rimpianti e le nostalgie non impediscano la nostra missione. Rendici adoratori del Padre in Spirito e Verità! Con te ritroviamo il sentiero, riprendiamo il cammino, possediamo la metà, Cristo Gesù! + Antonio De Luca Preghiera davanti alla Croce Gesù, siamo davanti alla tua croce! Contempliamo il tuo Volto sfigurato, le mani trafitte, il cuore lacerato, che ancora effonde sangue ed acqua. Amati e benedetti, ma anche rei e carnefici. Ci affidi alla Vergine Maria, in lei ci rifugiamo e imploriamo il tuo perdono, contemplando la sua spirituale bellezza combattiamo l’oscuro fascino del male. Calpestiamo una terra da te redenta, nella Chiesa da te sognata, santa e peccatrice. Eppure indugiamo nei tortuosi sentieri del calcolo interessato, smaniosi di prove della tua presenza, assetati di riconoscimenti vuoti. Solo tu, Crocifisso e Risorto, puoi rinverdire la nostra spirituale giovinezza; solo tu puoi inviarci ad annunziare il Vangelo con rinnovato ardore ed entusiasmo. Solo tu, al tramonto del nostro giorno terreno, potrai intimarci l’ordine di sciogliere le vele... «Si salpa…!». E solo in te e nella tua morte redentrice siamo certi dell’abbraccio benedicente del Padre Tuo e nostro. Amen. + Antonio De Luca

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Celebriamo il Sacramento della Riconciliazione «Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa». (Lc 15,20-24) Il Sacramento della riconciliazione è stato istituito da Gesù il giorno di Pasqua: il Cristo Risorto dona agli apostoli, nella potenza dello Spirito santo, la potestà di rimettere i peccati (cfr. Gv 20, 22-23). Dunque il sacramento della riconciliazione è un evento della Pasqua, cioè di incontro con il Cristo Risorto che perdona, sana, santifica ed invita a vivere una vita da Risorti, cioè libera da ogni peccato. Il battezzato è una persona in cammino di conversione permanente, in continuo ritorno alla casa del Padre ed in continuo rinnovamento nello spirito. Il Sacramento della riconciliazione si colloca come punto di arrivo di questo itinerario di conversione e punto di partenza di una nuova conversione. Pertanto, preparati all’incontro con il Risorto che ti dice oggi come ha detto ieri: «Ti sono rimessi i tuoi peccati» (Lc7,48); «Va e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11). L’esame di coscienza non deve fermarti al tuo passato, ma far riconoscere il peccato ed aprirti con 79


speranza al futuro, camminando su nuove strade e costruendo la tua personalità a misura della maturità di cristo (Ef4,13). Chiedi al Signore di illuminare il tuo cuore e la tua mente con la sua Parola. Sia essa il criterio per valutare il bene e il male vissuto fino ad oggi ed il nuovo progetto che ti predispone a vivere da figlio della luce. «Da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “Lo conosco” e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato» (1Gv 2, 3-6).

Preghiera per iniziare l’esame di coscienza O Dio nostro Padre, che manifesti il tuo Amore e la tua Misericordia, soprattutto nel Sacramento del perdono, donami lo Spirito di verità perché io possa riconoscere i miei peccati e confessarli con umiltà. Perdonami se qualche volta mi arrendo passivamente al peccato e donami un cuore grande per non sottrarmi agli appelli del vangelo, della mia coscienza e della presenza degli altri, e servirli nella gioia e nella pace. Amen. 80


Esame di coscienza Vita con Dio Lasciati illuminare dalla Parola di Dio: «Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze. Guardati dal dimenticare il Signore». (Dt 6, 4.12) • Dedico un po’ di tempo a riflettere su come vivere da cristiano (cercare la volontà di Dio), in famiglia, sul lavoro, di fronte ai problemi della vita e della società? Che cosa faccio per conoscere meglio Gesù Cristo? • Leggo e prego spesso con il Vangelo? • Partecipo alla Messa domenicale per incontrare i fratelli, per ascoltare la Parola del Signore e ricevere il suo Corpo? • Ricevo consapevolmente e senza superficialità il Sacramento dell’Eucaristia e della Riconciliazione? • Vivo la domenica come “giorno del Signore e della famiglia” o mi lascio travolgere dal lavoro, dal bisogno di guadagno, dall’eccessivo divertimento o pigrizia? • Ho accusato e giudicato Dio per tutto ciò che non è andato come io volevo o sono stato capace di accogliere con fiducia la sua volontà? • Dedico, ogni giorno, un po’ di tempo alla preghiera per approfondire il mio incontro con Dio 81


e per affidarmi a Lui? Prego solo quando ho bisogno di aiuto, oppure so anche ringraziare il Signore per i tanti segni e benefici del suo amore? • Insieme alla mia famiglia prego e ringrazio il Signore per la salute, il cibo, il dono dei figli e altro...?

Vita con il prossimo Lasciati illuminare dalla Parola di Dio: «La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità; non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine». (1Cor 13,4-8) «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». (Gv 13,34) • I miei sentimenti sono stati sempre rivolti al bene del prossimo e l’ho aiutato nelle difficoltà? Oppure sono stato orgoglioso, scontroso, egoista, geloso, prepotente e ho sprecato denaro in cose inutili o capricci? • Ho insultato, offeso, calunniato qualcuno? Ho sentito il desiderio di vendicarmi? • Sono invidioso di ciò che gli altri hanno o sanno fare? 82


Vita personale e familiare Lasciati illuminare dalla Parola di Dio: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”». (Rm 8,14-15) «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia dì Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto». (Rm 12, 1-2) • Ho saputo guidare con intelligenza e prudenza i miei pensieri, oppure mi sono fatto dominare dalle mie fantasie, dai miei desideri, dalle mie azioni usando un linguaggio scurrile, discorsi, visioni, giornali, siti? • Ho cura delle mie cose e dell’ambiente che mi circonda? • So accettare critiche con umiltà rendendomi conto dei miei errori, oppure sono superbo e arrogante con chi mi corregge? • I miei genitori (figli) possono fidarsi di me? Li aiuto? Sono ubbidiente? Prego per loro? • Collaboro per il bene della famiglia, oppure faccio valere i miei diritti e il mio egoismo? 83


• Cerco di creare un clima sereno e gioioso, oppure scarico sugli altri le mie tensioni e malumori? • Ho cercato di far crescere la mia famiglia secondo la volontà di Dio? Ho pregato insieme ai miei familiari? Ho parlato di Dio ai miei figli oppure con il comportamento e il linguaggio li ho allontanati da Dio? • Hai offeso la vita commettendo un aborto o cooperando ad un aborto? Quale comportamento ho verso gli anziani? • Ho tradito, anche solo con il pensiero e con il cuore, mio marito, mia moglie, il mio fidanzato, la mia fidanzata? Impegno sociale Lasciati illuminare dalla Parola di Dio: «Fratelli, dovete rinnovarvi nello Spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità». (Ef 4, 23-28) • Mi sono sforzato di dare il meglio sul lavoro, oppure sono stato pigro, indolente, irresponsabile? • Mi sono impegnato, secondo le mie possibilità, a favorire il bene comune, oppure ho favorito l’ingiustizia e la corruzione? 84


• Ho fatto il mio dovere nei confronti di chi ha bisogno? Ho accolto iniziative a favore dei poveri vicini e lontani, oppure sono rimasto indifferente? Impegno nella Chiesa Lasciati illuminare dalla Parola di Dio: «E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune... Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo e in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte». (1Cor l2, 7.11-13.27) • Sono cosciente di appartenere alla Chiesa (famiglia dei figli di Dio)? • Ho partecipato alla vita della mia comunità parrocchiale, mettendo a disposizione un po’ del mio tempo e delle mie capacità? • Sento amore per la mia comunità ed ho accolto le iniziative di formazione e di carità promosse dalla parrocchia? Ho pregato e promosso la nascita di vocazioni sacerdotali e religiose? • Ho criticato inutilmente e con cattiveria il parroco e i laici che si impegnano in parrocchia? • Ho pregato per i Pastori della Chiesa: il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose?

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ANNO GIUBILARE DI FATIMA Concessione dell’Indulgenza Plenaria Per celebrare degnamente il centesimo anniversario delle Apparizioni di Fatima è concesso, per mandato di Papa Francesco, un Anno Giubilare, con l’annessa indulgenza plenaria, dal 27 novembre 2016 fino al 26 novembre 2017. L’indulgenza plenaria del Giubileo è concessa: a) ai fedeli che visitano in pellegrinaggio il Santuario di Fatima e che lì partecipano devotamente a qualche celebrazione o preghiera in onore della Vergine Maria, pregano con la preghiera del Padre Nostro, recitano il Simbolo della fede (Credo) e invocano la Madonna di Fatima; b) ai pii fedeli che facciano visita devotamente ad una statua della Madonna di Fatima solennemente esposta alla pubblica venerazione in qualche chiesa, cappella o luogo adatto, nei giorni dell’anniversario delle apparizioni (il 13 di ogni mese, da maggio ad ottobre 2017) e lì partecipino devotamente a qualche celebrazione o preghiera in onore della Vergine Maria, preghino la preghiera del Padre Nostro, recitino il Simbolo della fede (Credo) e invochino la Madonna di Fatima; c) ai fedeli che, per età, malattia o altri gravi motivi, non possono muoversi se, pentiti di tutti loro peccati e con la ferma intenzione di mettere in pratica, appena possibile, le tre condizioni sotto indicate, davanti ad una piccola statua della Madonna di Fatima e nei giorni delle apparizioni, si uniscano spiritualmente alle celebrazioni giubilari, offrendo con fiducia a Dio misericordioso attraverso Maria le loro preghiere e sofferenze, o i disagi della propria vita. Per ottenere l’indulgenza plenaria, i fedeli, veramente penitenti e animati dalla carità, dovranno soddisfare ritualmente le seguenti condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.

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Indice

Messaggio del Vescovo per la Missione Mariana diocesana Missione Mariana

3 14

Storia delle apparizioni di Fatima Le apparizioni dell’angelo Le apparizioni della Madonna Il miracolo del sole L’entrata in convento di Lucia dos Santos I Pontefici a Fatima

22 22 23 27 39 33

Preghiera di accoglienza

36

Preghiera di saluto

38

Ave di Fatima

40

Preghiere di Fatima

41

Preghiera giubilare di consacrazione

44

Il Santo Rosario Misteri della gioia Misteri della luce Misteri del dolore Misteri della gloria

45 49 55 60 65

Salve Regina

70

Litanie lauretane

71

Angelus

74

Regina caeli

75

Preghiere

77

Il Sacramento della Riconciliazione

79

L’indulgenza giubilare

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A cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano

Impaginazione e grafica Massimo La Corte STAMPA Via Degli Edili, 101 - SAPRI (SA) Tel. 0973 603365 - E-mail: legatoria.cesare@alice.it




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