Messa Crismale 2012

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DIOCESI DI TEGGIANO-POLICASTRO

SANTA MESSA CRISMALE PRESIEDUTA DA S.E. REV.MA MONS.

ANTONIO DE LUCA VESCOVO DI TEGGIANO-POLICASTRO

CHIESA CATTEDRALE, 5 APRILE 2012 GIOVEDÌ SANTO



Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

MESSAGGIO AI PRESBITERI Messa Crismale 2012

Non trascurare il dono che è in te (1Tm 4,14) Ate presbitero: “grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro” (1 Tm 1,2). Il 4 febbraio 2012, dopo alcuni mesi dal XXV anniversario dell’unificazione delle Diocesi di Teggiano e di Policastro (Cfr. Decreto della Sacra Congregazione del 30 settembre 1986), ho dato inizio al mio ministero Episcopale in questa meravigliosa Diocesi. Provvidenziale coincidenza! In questo giorno speciale per il ministero ordinato, per la prima volta busso alla porta del tuo cuore per intrattenermi con te, per condividere preoccupazioni, per sussurrarti parole di speranza, per risvegliare la tua spiritualità. Questo fermarmi con te, prendermi cura di te è per me Vescovo, impegno e missione (Cfr. PO 7) e sono certo che anche dalla nostra fraternità e comunione dipenderà la santità della Chiesa di Teggiano-Policastro. 5


L’odierna liturgia ci invita ad inneggiare al Signore per il grande dono del nostro sacerdozio. La Chiesa mette sulle nostre labbra e nel nostro cuore l’acclamazione dell’Apocalisse: "A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen" (Apocalisse 1,5-6). È ancora la liturgia d’oggi a chiederci di rinnovare, nel segno della fedeltà, le promesse che al momento dell’ordinazione presbiterale abbiamo fatto davanti al nostro Vescovo e al popolo santo di Dio. Lasciamoci tutti afferrare, ancora una volta, dallo Spirito del Signore: è lo stesso Spirito di cui ha parlato profeticamente Isaia (Isaia 61,1-3.6.8-9) e di cui ci ha dato testimonianza Gesù nella sinagoga di Nazaret (Luca 4,16-21). A ciascuno di noi, in forza della consacrazione sacerdotale, è concesso di ripetere in verità: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…” (Luca 4,18). Questo versetto, a mio parere, sintetizza molto bene tutta la spiritualità o "vita secondo lo Spirito" di noi presbiteri. Ed è alla luce di queste brevissime parole, che Gesù dichiara essersi pienamente compiute in lui e che per la grazia dell’Ordine sacro si compiono anche in ciascuno di noi, che oggi voglio condividere con te alcune riflessioni sull’esperienza presbiterale costellata dalla comunione e dalla passione per la verità che trovano la loro esplicazione nella Regola di vita, significativo strumento che ti aiuta non solo ad abitare il tempo ma anche e soprattutto a renderlo abitabile.

Il presbiterio e il Vescovo: come corde alla cetra La comunione, voluta da Gesù tra quanti partecipano del sacramento dell’Ordine, deve manifestarsi in modo tutto particolare nelle relazioni dei Presbiteri con il Vescovo. Il Concilio Vaticano II parla a 6


questo proposito di una "comunione gerarchica", derivante dall’unità di consacrazione e di missione. Leggiamo: "Tutti i presbiteri, in unione con i vescovi, partecipano del medesimo e unico sacerdozio e ministero di Cristo, in modo tale che la stessa unità di consacrazione e di missione esige la comunione gerarchica dei presbiteri con l’ordine dei vescovi manifestata ottimamente nel caso della concelebrazione liturgica, questa unione con i vescovi è affermata esplicitamente nella celebrazione eucaristica” (PO 7). Ed ancora: "Per ragione dell’Ordine e del ministero, tutti i Sacerdoti, sia diocesani che religiosi, sono associati al corpo episcopale" (LG 28). Questa comunione si nutre della collaborazione ad una stessa opera: l’edificazione spirituale della Comunità. Certo, ogni Presbitero ha un campo personale d’attività, in cui può impegnare tutte le sue facoltà e qualità, ma tale campo rientra nel quadro dell’opera più vasta con cui ogni Chiesa locale tende a sviluppare il Regno di Cristo. L’opera è essenzialmente comunitaria, sicché ciascuno è chiamato ad agire in cooperazione con gli altri operai dello stesso Regno. A tale proposito consegno alla tua riflessione l’immagine patristica testimoniata da S. Ignazio di Antiochia che, nella sua lettera alla comunità di Efeso, scrive: “Conviene procedere d’accordo con la mente del vescovo, come già fate. Il vostro presbiterato ben reputato degno di Dio è molto unito al vescovo come le corde alla cetra. Per questo dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canti a Gesù Cristo. E ciascuno diventi un coro, affinché nell’armonia del vostro accordo prendendo nell’unità il tono di Dio, cantiate ad una sola voce per Gesù Cristo al Padre, perché vi ascolti e vi riconosca, per le buone opere, che siete le membra di Gesù Cristo. È necessario per voi trovarvi nella inseparabile unità per essere sempre partecipi di Dio”. A me il dono e la responsabilità di far fare coro, a te l’impegno faticoso ma necessario ed esaltante della partecipazione, della 7


corresponsabilità e della complementarietà ecclesiale. Insieme operiamo affinché la nostra comunione “dono dall’alto” sia visibile, concreta, operosa e quindi credibile. “Consacrali nella verità” Essere consacrati nella verità, vuol dire essere consacrati in Cristo, il quale ha detto: "Io sono la via, la verità e la vita". "Consacrali nella verità": il Signore – ha ricordato Benedetto XVI – chiede che Dio stesso li attragga verso di sé, dentro la sua santità. Chiede che Egli li sottragga a se stessi e li prenda come sua proprietà, affinché, a partire da Lui, essi possano svolgere il servizio sacerdotale per il mondo. Consacrali nella verità – ciò vuol dire, dunque, nel più profondo: rendili una cosa sola con me, Cristo. Lègali a me. Tìrali dentro di me. E di fatto: esiste in ultima analisi solo un unico sacerdote della Nuova Alleanza, lo stesso Gesù Cristo. E il sacerdozio dei discepoli, pertanto, può essere solo partecipazione al sacerdozio di Gesù. Il nostro essere sacerdoti non è quindi altro che un nuovo e radicale modo di unificazione con Cristo. Consacrato, sostenuto da Cristo, sommo ed eterno Sacerdote, sii consapevole che attraverso l’esercizio del tuo ministero cresci nella fede e approfondisci la tua vita spirituale che non è soltanto fedeltà alla liturgia e alla pietà, ma è soprattutto necessità di tradurre la tua unione con Dio nella pratica quotidiana della comunione presbiterale e in relazioni interpersonali mature e responsabili. In particolare, preparando l’annuncio della Parola impari ad ascoltarla nel tuo cuore e a renderla risorsa per la tua vita; vivendo l’Eucarestia, sperimenti la gratitudine di diventare capace di consolazione per i fratelli, esercitando il sacramento della riconciliazione verifichi ogni giorno la possibilità di essere segno di benevolenza, riferimento per ogni scelta attraversata dalla misericordia di Dio. La vita spirituale riceve così linfa vitale dal ministero; il ministero vissuto nel suo ordine nutre la vita spirituale. Ti incoraggio a 8


continuare il cammino di santificazione seguendo quanto la Provvidenza ti affida ogni giorno nel tuo ministero per la missione di evangelizzazione della Chiesa. Soffermati su quanto nel tuo ministero già si manifesta come buono, bello, giusto e santo non per i tuoi meriti, ma per l’amore di Cristo Sacerdote. La regola di vita Quest’anno ritengo opportuno richiamare il tema della Regola di vita che è stato sottolineato durante la 56a Assemblea Generale della CEI del maggio 2006 nella quale, i Vescovi hanno trattato della vita e del ministero dei presbiteri indirizzando poi una Lettera ai sacerdoti italiani che ti esorto a rileggere e approfondire nella tua meditazione. Mons. Luciano Monari, nel contesto dell’Assemblea Generale ricordava che: “Dopo il Concilio di Trento e l’istituzione dei seminari si era affermata, poco alla volta, una ‘regola di vita’ del prete abbastanza precisa e costante. Dal mattino alla sera un prete sapeva cosa fare: quali i momenti necessari di preghiera, quali le attività pastorali. Questo modo di organizzare il tempo è irrimediabilmente saltato. Ma non si può vivere bene senza un ordine. Diventa indispensabile costruire una nuova regola di vita che aiuti a rinunciare alle attività negative o superflue e a mettere ordine in quelle necessarie secondo una corretta gerarchia di priorità. Anzitutto difendere ritmi equilibrati e distesi: il riposo e il lavoro, la preghiera e il servizio, il rapporto con gli altri preti e quello coi parrocchiani, lo studio e la distensione… L’equilibrio tra questi diversi momenti va cercato e deciso consapevolmente. Non si può vivere sul ‘momento’ e sperare che le cose si equilibrino e si aggiustino da sé; questo, soprattutto in una società caotica e ‘liquida’come la nostra, è realmente impossibile”. Vorrei ora rilevare l’importanza per noi di avere una regola di vita. Si tratta, in altre parole, della necessità di pervenire ad una disciplina 9


interiore ed esteriore, senza la quale non è possibile vivere bene. La regola di vita non può essere un precetto esterno da osservare ma interiore convinzione da cui scaturiscono scelte consapevoli. Benedetto XVI nell’Angelus del 3 settembre 2006 così ha parlato: “La vita del pastore d’anime deve essere una sintesi equilibrata di contemplazione e di azione, animata dell’amore che tocca vette altissime quando si piega misericordioso sui mali profondi degli altri. La capacità di piegarsi sulla miseria altrui è la misura della forza di slancio verso l’alto”. In un mondo che continuamente cambia, ogni presbitero deve “rimanere dentro le difficoltà e tensioni della vita con una certa serenità e senza il bisogno di frequenti e impulsive gratificazioni devianti, di affrontare con energia e creatività gli ostacoli e le contrarietà ordinarie del ministero, di ritrovare con pazienza, verso di sé e gli altri, un senso buono alla fatica, alla rinuncia, agli insuccessi e ai fallimenti, quindi di ammettere i propri errori da correggere o i peccati di cui pentirsi, con quell’umiltà che è tutt’altra cosa della depressione e del vittimismo. Questa condizione fondamentale, che in buona parte è data dalla sufficiente o buona salute psichica del soggetto, respira e si alimenta solamente nello spazio di un’intimità con se stessi – habitare secum – che si manifesta e cresce in un esercizio personale e semplice, quotidiano e riconoscente di ascolto, di riflessione e di preghiera. In questo spazio di intimità personale, grazie all’ascolto della parola e del Signore e all’opera efficace del suo Spirito, i sentimenti, i vissuti, gli incontri e i legami possono trovare il loro profondo e autentico significato, quindi purificazione e orientamento, assunzione e trasformazione” (E. PAROLARI – D. PAVONE, Ministero alla prova, 572). Ti esorto a scrivere una regola di vita per dare forma alla tua vita. Ricordati di essere il primo responsabile del tuo cammino spirituale. Riascoltiamo un’esortazione di san Carlo Borromeo che la Liturgia delle Ore ci fa leggere in occasione della sua festa: "Ascolta ciò che ti 10


dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè, le distrazioni per quanto puoi… Eserciti la cura d’anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso". Abitare il tempo e renderlo abitabile Ci rendiamo conto che diventa sempre più urgente vivere il tempo non in modo disordinato ma regolato, misurato cioè sugli impegni personali e sociali, spirituali e pastorali che siamo chiamati ad assolvere. Là dove il tempo ci sfugge di mano, diviene per noi difficile se non impossibile una vita sana, buona e bella, veramente significativa ed incisiva da un punto di vista sia umano che spirituale. In una società sempre più accelerata, anche il presbitero rischia di essere schiavo dell’idolatria del tempo, alienato dal vortice che frustra la sua vita umana e depotenzia la sua interiorità. Una mancata educazione all’ascesi del tempo genera una vita disordinata, incapace di stabilire e rispettare una priorità degli impegni: la liturgia santa, la guida della comunità nei diversi modi richiesti, il riposo. Proprio in questa linea si erano espressi i Vescovi italiani scrivendo: "La complessità propria della vita contemporanea rende ancor più acuta la necessità che ogni presbitero scelga e segua, come condizione e frutto di maturità spirituale, una regola di vita, non formalistica ma sapienziale, operativa e concreta. Irrinunciabile appare, anche sotto questo aspetto, il ruolo della responsabilità personale. Tocca ad ogni presbitero prendersi cura del dono della propria esistenza: non solo la vita spirituale e la preghiera, la meditazione, l’apostolato, ma anche gli aspetti più concreti 11


dell’economia personale, della salute, del riposo, del tempo libero…" (Lettera dell'Episcopato italiano ai presbiteri, 22 febbraio 1993). Come aiutarti ad organizzare bene il tuo tempo? Ti consiglio come icona di riferimento la giornata di Gesù (Mc 1,21-39) attraverso cui puoi verificare la tua vita di presbitero, lo scorrere delle tue giornate e per trovare forza per il tuo cammino presbiterale: Gesù insegna nella sinagoga (v. 21); libera l’uomo posseduto dallo spirito immondo (v. 25); entra nelle case per guarire i malati (v. 29); incontra la città presso la porta (v. 33); prega in un luogo deserto (v. 35); predica per altri villaggi (v. 39). Alla luce dell’esperienza di Gesù possiamo dedurre che il segreto per abitare il tempo e renderlo abitabile risiede nel tempo dedicato a Dio. Il tempo dedicato a Dio è un moltiplicatore di tempo, in quanto solo trasferendosi nell’Eterno si può dilatare il tempo, non certo cronologicamente, ma sicuro qualitativamente; per cui dando a Dio del tempo se ne riceve cento volte tanto. Mentre il tempo sottratto a Dio per fare altro è l’opposto, un riduttore, perché senza il contatto con l’Eterno la forza si riduce e lo spirito s’infiacchisce, rendendoci deboli e incapaci di svolgere a pieno la nostra missione. Sono certo che in questo nostro tempo spesso arido e appesantito, il Signore Gesù ci prende per mano e ci invita a proseguire il nostro cammino presbiterale tra la gente con piena fiducia nel suo immancabile aiuto. Il nostro canto sia veramente la nostra confessione di fede: "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla… Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perchè tu sei con me" (Salmo 22,1.4). Ti ringrazio per il tuo impegno e ti sostengo con la mia preghiera. Di cuore ti benedico affidando al Signore e alla Vergine Maria e ai nostri Santi Patroni questa straordinaria avventura ecclesiale che da poco si è aperta per noi! + Antonio Vescovo 12


Preghiera per i presbiteri Spirito del Signore, dono del Risorto agli Apostoli del Cenacolo, gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri. Riempi di amicizie discrete la loro solitudine. Rendili innamorati della Terra, capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. Confortali con la gratitudine della gente, con l’olio della comunione fraterna. Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro. Liberali dalla paura di non farcela più. Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze. Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza. Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano. Fà risplendere di gioia i loro corpi. Rivesti loro di abiti nuziali e cingili con cinture di luce perché, per essi e per tutti, lo Sposo non tarderà. (+ Tonino Bello)

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MESSA CRISMALE

Celebrazione eucaristica La Messa crismale, che il Vescovo concelebra con i presbiteri e durante la quale benedice il sacro crisma e gli altri oli, è considerata una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del Vescovo e un segno della stretta unione dei presbiteri con lui. La Messa crismale è quasi epifania della Chiesa, corpo di Cristo, organicamente strutturato, che nei vari ministeri e carismi esprime, per la grazia dello Spirito, i doni nuziali di Cristo alla sua sposa pellegrina nel mondo. La nuova fisionomia, attribuita dalla riforma post-conciliare alla Messa crismale, rende ancor più evidente il clima di una vera festa del sacerdozio ministeriale all’interno di tutto il popolo sacerdotale e orienta l’attenzione verso il Cristo, il cui nome significa «consacrato per mezzo dell’unzione». Benedizione degli oli L’olio, come l’aria, l’acqua, la luce, appartiene a quelle realtà elementari del cosmo che meglio esprimono i doni di Dio creatore, redentore e santificatore; è sostanza terapeutica, aromatica e conviviale: medica le ferite, profuma le membra, allieta la mensa. Questa natura dell’olio è assunta nel simbolismo biblico-liturgico ed è caricata di un particolare valore per esprimere l’unzione dello Spirito che risana, illumina, conforta, consacra e permea di doni e di carismi tutto il corpo della Chiesa. La Liturgia della benedizione degli oli esplicita questo simbolismo primordiale e ne precisa il senso sacramentale. Giustamente la Messa del crisma si colloca in prossimità dell’annuale celebrazione del Cristo morto, sepolto e risuscitato. 15


Dal mistero pasquale, cuore e centro dell’intera storia della salvezza, scaturiscono i Sacramenti e i sacramentali che significano e realizzano l’unità organica di tutta la vita cristiana. La benedizione del crisma dà il nome di Messa crismale a questa liturgia, che si celebra di consueto il Giovedì santo nella chiesa cattedrale. Infatti, secondo l’antica tradizione, è funzione propria del Vescovo, «una fra le principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio». Il rito della benedizione degli oli, sottolinea pure il mistero della Chiesa come sacramento globale del Cristo, che santifica ogni realtà e situazione di vita. Ecco perché, insieme al crisma, sono benedetti anche l’olio dei catecumeni per quanti lottano per vincere lo spirito del male in vista degli impegni del Battesimo e l’olio degli infermi per l’unzione sacramentale di coloro che nella malattia compiono in sé ciò che manca alla passione redentrice del Cristo. Così dal Capo si diffonde in tutte le membra della Chiesa e si espande nel mondo il buon odore di Cristo. In conformità con la tradizione latina, la benedizione dell’olio degli infermi si fa prima della conclusione della Preghiera eucaristica; la benedizione dell’olio dei catecumeni e del crisma si fa dopo la Comunione.

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ORA TERZA

V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio

aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Inno O Spirito Paraclito, uno col Padre e il Figlio, discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori. Voce e mente si accordino nel ritmo della lode, il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola. O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico, fonte d’eterno amore. Amen. Ant. Prima della festa di Pasqua, Gesù, conoscendo la sua ora, amò i suoi sino alla fine.

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SALMO 118, 65-72 IX (Tet) Meditazione della parola di Dio nella legge In questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti (1 Gv 5, 3). Hai fatto il bene al tuo servo, Signore, * secondo la tua parola. Insegnami il senno e la saggezza, * perché ho fiducia nei tuoi comandamenti. Prima di essere umiliato andavo errando, * ma ora osservo la tua parola. Tu sei buono e fai il bene, * insegnami i tuoi decreti. Mi hanno calunniato gli insolenti, * ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti. Torpido come il grasso è il loro cuore, * ma io mi diletto della tua legge. Bene per me se sono stato umiliato, * perché impari ad obbedirti. La legge della tua bocca mi è preziosa * più di mille pezzi d'oro e d'argento. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.

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SALMO 55, 2-7b. 9-14 Fiducia nella parola di Dio Si descrive Cristo nella passione (san Girolamo). Pietà di me, o Dio, perché l'uomo mi calpesta, * un aggressore sempre mi opprime. Mi calpestano sempre i miei nemici, * molti sono quelli che mi combattono. Nell’ora della paura, io in te confido: * in Dio, di cui lodo la parola. In Dio confido, non avrò timore: * che cosa potrà farmi un uomo? Travisano sempre le mie parole, * non pensano che a farmi del male. Suscitano contese e tendono insidie, † osservano i miei passi, * per attentare alla mia vita. I passi del mio vagare tu li hai contati, † le mie lacrime nell’otre tuo raccogli; * non sono forse scritte nel tuo libro? Allora ripiegheranno i miei nemici, † quando ti avrò invocato: * so che Dio è in mio favore. Lodo la parola di Dio, * lodo la parola del Signore, — 19


in Dio confido, non avrò timore: * che cosa potrà farmi un uomo? Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto: † ti renderò azioni di grazie, * perché mi hai liberato dalla morte. Hai preservato i miei piedi dalla caduta, † perché io cammini alla tua presenza * nella luce dei viventi, o Dio. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. SALMO 56 Preghiera del mattino nella sofferenza Questo salmo si riferisce alla passione del Signore (S. Agostino). Pietà di me, pietà di me, o Dio, * in te mi rifugio; mi rifugio all’ombra delle tue ali * finché sia passato il pericolo. Invocherò Dio, l’Altissimo, * Dio che mi fa il bene. Mandi dal cielo a salvarmi † dalla mano dei miei persecutori, * Dio mandi la sua fedeltà e la sua grazia. 20


Io sono come in mezzo a leoni, * che divorano gli uomini; i loro denti sono lance e frecce, * la loro lingua spada affilata. Innalzati sopra il cielo, o Dio, * su tutta la terra la tua gloria. Hanno teso una rete ai miei piedi, * mi hanno piegato, hanno scavato davanti a me una fossa * e vi sono caduti. Saldo è il mio cuore, o Dio, * saldo è il mio cuore. Voglio cantare, a te voglio inneggiare: * svegliati, mio cuore, svegliatevi arpa, cetra, * voglio svegliare l'aurora. Ti loderò tra i popoli, Signore, * a te canterò inni tra le genti, perché la tua bontà è grande fino ai cieli, * e la tua fedeltà fino alle nubi. Innalzati sopra il cielo, o Dio, * su tutta la terra la tua gloria. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.

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Ant. Prima della festa di Pasqua, Gesù, conoscendo la sua ora, amò i suoi sino alla fine. Lettura breve Eb 4, 14-15 Poiché abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. V. R.

È stato offerto in sacrificio, perché ha voluto: e non ha aperto bocca.

Orazione O Dio, vita e salvezza di chi ti ama, rendici ricchi dei tuoi doni: compi in noi ciò che speriamo per la morte del Figlio tuo, e fà che partecipiamo alla gloria della sua risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

V. R.

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Benediciamo il Signore. Rendiamo grazie a Dio.


Litanie dei Santi

Terminata la celebrazione dell’Ora media, il turiferario si avvicina al vescovo ed egli, mentre uno dei diaconi gli presenta la navicella, mette l’incenso nel turibolo, benedicendolo con un segno di croce. Si ordina, quindi, la processione verso la Chiesa Cattedrale e lungo il percorso si cantano le litanie:

Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà.

Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà.

Santa Maria, Madre di Dio

prega per noi.

San Michele Santi Angeli di Dio

prega per noi. pregate per noi.

San Giovanni Battista San Giuseppe Santi patriarchi e profeti

prega per noi. prega per noi. pregate per noi.

Santi Pietro e Paolo Sant’Andrea San Giovanni San Giacomo San Tommaso Santi Filippo e Giacomo San Bartolomeo San Matteo Santi Simone e Giuda San Mattia Santi apostoli ed evangelisti

pregate per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. pregate per noi. prega per noi. prega per noi. pregate per noi. prega per noi. pregate per noi. 23


Santa Maria Maddalena Santi Discepoli del Signore

prega per noi. pregate per noi.

Santo Stefano Sant’Ignazio d’Antiochia San Lorenzo San Gennaro San Sebastiano San Laverio San Massimiliano Maria Kolbe Sante Perpetua e Felicita Sant’Agnese Santa Caterina d’Alessandria Santa Teresa Benedetta della Croce Santi Martiri di Cristo

prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. pregate per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. pregate per noi.

San Gregorio Sant’Agostino Sant’Antonio abate Sant’Atanasio San Basilio San Martino Santi Cirillo e Metodio San Benedetto San Pietro vescovo San Cono San Lucido San Donato monaco San Francesco Sant’Antonio da Padova San Domenico San Francesco Saverio San Giovanni Maria Vianney Sant’Alfonso Maria de' Liguori

prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. pregate per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi.

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San Gerardo Maiella Santa Caterina da Siena Santa Teresa d’Avila Santa Teresa di GesÚ Bambino Beato Domenico Lentini Beato Giovanni XXIII Beato Giovanni Paolo II Beata Teresa di Calcutta

prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi. prega per noi.

Santi e Sante di Dio

pregate per noi.

Nella tua misericordia Da ogni male Da ogni peccato Dalla morte eterna Per la tua incarnazione Per la tua morte e risurrezione Per il dono dello Spirito Santo

salvaci, Signore. salvaci, Signore. salvaci, Signore. salvaci, Signore. salvaci, Signore. salvaci, Signore. salvaci, Signore.

Noi, peccatori, ti preghiamo Conforta e illumina la tua santa Chiesa Proteggi il Papa, i vescovi, i sacerdoti e tutti i ministri del Vangelo Proteggi la nostra Chiesa di Teggiano-Policastro con il suo vescovo Antonio Manda nuovi operai nella tua messe Dona al mondo intero la giustizia e la pace

ascoltaci, Signore. ascoltaci, Signore. ascoltaci, Signore. ascoltaci, Signore. ascoltaci, Signore. ascoltaci, Signore. 25


Aiuta e conforta tutti coloro che sono nella prova e nel dolore Custodisci e conferma nel tuo santo servizio, noi e tutto il popolo a te consacrato Ges첫, Figlio del Dio vivente, ascolta la nostra supplica

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ascoltaci, Signore. ascoltaci, Signore. Ges첫, Figlio del Dio vivente, ascolta la nostra supplica


CELEBRAZIONE EUCARISTICA


RITI DI INTRODUZIONE Mentre il Vescovo e i Ministri si avviano all’Altare, si esegue il

Canto d’ingresso QUESTO È IL MIO COMANDAMENTO

Rit. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. 1. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino. 2. Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia. 3. Temete il Signore suoi santi, nulla manca a coloro che lo temono. I ricchi impoveriscono ed hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

ECCE SACERDOS MAGNUS

Ecce Sacerdos magnus, qui in diebus suis placuit Deo et inventus est justus, et inventus est justus. Ecce Sacerdot magnus. 28


Il Vescovo: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. Il Vescovo: La pace sia con voi. L’assemblea: E con il tuo spirito.

Il Vescovo: Fratelli e sorelle, in prossimità dell’annuale celebrazione del mistero pasquale, siamo convocati a proclamare le opere meravigliose di Dio e a rendere grazie al Padre che nel suo Figlio, il Cristo Gesù, fa di noi «la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che egli si è acquistato». Anche gli oli e il crisma che saranno benedetti ci ricordano i molteplici doni che il Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo affida al ministero della Chiesa: il sacerdozio comune, il sacerdozio ministeriale, il conforto e la liberazione nella malattia grave e di fronte alla morte. Poiché con la nostra vita non sempre abbiamo corrisposto all’unzione ricevuta da colui che è il solo Santo, chiediamo perdono, implorando la misericordia divina. 29


Pausa di silenzio Il Vescovo e l’assemblea: Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Il Vescovo: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. L’assemblea: Amen.

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Kyrie (De Angelis) La schola: Kyrie, eleison. L’assemblea:

Ky- ri- e,

e-

le- i- son.

e-

le- i- son.

La schola: Christe, eleison. L’assemblea:

Christe,

La schola: Kyrie, eleison. L’assemblea:

Ky- ri- e,

e-

le- i- son.

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Gloria (De Angelis) Il Vescovo:

Glo-ri- a

Schola ed assem-

in excel- sis De- o

et in terra

blea:

pax homi-nibus bonĂŚ vo-lunta-tis.

be-ne-di-cimus te,

te,

Lauda- mus te,

ado-ra- mus te,

glo-ri- fi-camus

gra- ti- as a-gimus ti-bi propter magnam glo-ri- am

tu- am, Domi-ne De- us, Rex cĂŚ-le-stis, De- us Pa- ter

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omni- pot- ens. Domi-ne Fi- li

Chri-ste,

u-ni-ge-ni- te,

Ie-su

Domi-ne De- us, Agnus De- i, Fi-li- us

Pa- tris, qui tol-lis

pecca- ta mun- di,

no-bis; qui tol-lis pecca-ta mundi,

ti- o-nem no-stram.

mi- se-re-re no-bis.

Qui

mi-se- re- re

susci-pe depre-ca-

sedes ad dexte-ram Pa-tris,

Quo-ni- am tu so- lus Sanctus,

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tu so- lus Domi- nus,

Chri-ste,

Pa- tris.

cum Sancto

A-

t u so-lus Al- tissi- mus,

Spi- ri- tu: in glo-ri- a De- i

men.

Colletta Il Vescovo: Preghiamo. O Padre, che hai consacrato il tuo unico Figlio con l’unzione dello Spirito Santo, e lo hai costituito Messia e Signore, concedi a noi, partecipi della sua consacrazione, di essere testimoni nel mondo della sua opera di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Tutti: Amen. 34

Ie- su


LITURGIA DELLA PAROLA Prima lettura Il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri e a dare loro un olio di letizia. Dal libro del profeta Isaia

1, 1-3a. 6a. 8b-9

Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per dare agli afflitti di Sion una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, veste di lode invece di uno spirito mesto. Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti. Io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un’alleanza eterna. Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli. Coloro che li vedranno riconosceranno che essi sono la stirpe benedetta dal Signore. Parola di Dio. Tutti: Rendiamo grazie a Dio. 35


Salmo responsoriale Il salmista: Canterò per sempre l’amore del Signore. L’assemblea ripete: Canterò per sempre l’amore del Signore. 1. Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l’ho consacrato; la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. R. 2. La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte. Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza». R.

36

dal Salmo 88


Seconda lettura Cristo ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

1, 5-8

Grazia a voi e pace da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra. AColui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.Amen. Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Sì,Amen! Dice il Signore Dio: io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!. Parola di Dio. Tutti: Rendiamo grazie a Dio.

Acclamazione al Vangelo Mentre il Libro dei Vangeli viene portato solennemente all’ambone, l’assemblea acclama il Cristo presente nella sua Parola. Gloria e lode a te, Cristo Signore! Lo spirito del Signore è sopra di me: mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

(Is 1, 5-8)

Gloria e lode a te, Cristo Signore! 37


Vangelo Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione.

V. Il Signore sia con voi. R. E con il tuo Spirito. X Dal Vangelo secondo Luca. R. Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di Sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore. Tutti: Lode a te, o Cristo. Il Vescovo bacia il Libro dei Vangeli e benedice l’assemblea. Omelia Il Vescovo tiene l’omelia. Segue una pausa di silenzio per la riflessione personale. 38



Rinnovazione delle promesse sacerdotali

Invitati dal Vescovo i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale, confermando l’impegno di essere fedeli ministri di Cristo, Sommo Sacerdote. Dopo l’omelia, il Vescovo si rivolge ai presbiteri con queste parole: Carissimi presbiteri, la santa Chiesa celebra la memoria annuale del giorno in cui Cristo Signore comunicò agli apostoli e a noi il suo sacerdozio. Volete rinnovare le promesse, che al momento dell’ordinazione avete fatto davanti al vostro vescovo e al popolo santo di Dio? Presbiteri: Si, lo voglio. Il Vescovo: Volete unirvi intimamente al Signore Gesù, modello del nostro sacerdozio, rinunziando a voi stessi e confermando i sacri impegni che, spinti dall’amore di Cristo, avete assunto liberamente verso la sua Chiesa? Presbiteri: Si, lo voglio. Il Vescovo: Volete essere fedeli dispensatori dei misteri di Dio per mezzo della santa Eucaristia e delle altre azioni liturgiche, e adempiere il 40


ministero della parola di salvezza sull’esempio del Cristo, capo e pastore, lasciandovi guidare non da interessi umani, ma dall’amore per i vostri fratelli? Presbiteri: Si, lo voglio.

Quindi rivolgendosi all’assemblea, il Vescovo continua: E ora, figli carissimi, pregate per i vostri sacerdoti: che il Signore effonda su di loro l’abbondanza dei suoi doni, perché siano fedeli ministri di Cristo, sommo sacerdote, e vi conducano a lui, unica fonte di salvezza. Il diacono: Per tutti i nostri sacerdoti, preghiamo. Assemblea: Ascoltaci, Signore.

Poi il Vescovo continua dicendo: E pregate anche per me, perché sia fedele al servizio apostolico, affidato alla mia umile persona, e tra voi diventi ogni giorno di più immagine viva e autentica del Cristo sacerdote, buon pastore, maestro e servo di tutti. Il diacono: Per il nostro Vescovo Antonio, preghiamo. Assemblea: Ascoltaci, Signore.

41


Il Vescovo: Il Signore ci custodisca nel suo amore e conduca tutti noi, pastori e gregge, alla vita eterna. Assemblea: Amen.

42



LITURGIA EUCARISTICA Processione

I diaconi e i ministri incaricati portano all’Altare gli oli e il crisma ed il pane, il vino e l’acqua per la celebrazione. Durante la processione la schola e l’assemblea cantano l’inno:

O REDEMPTOR

La schola: O Redemptor, sume carmen temet concinentium. O Redentore, ascolta il canto dei fedeli che inneggiano a te. L’assemblea ripete: O Redemptor, sume carmen temet concinentium. 1. L’ulivo che il sole feconda 1. Arbor feta alma luce ci ha donato l’olio hoc sacrandum protulit, e il popolo adorante lo offre fert hoc prona præsens turba al Salvatore del mondo. Salvatori sæculi. 2. Consecrare tu dignare, Rex perennis patriæ, hoc olivum, signum vivum, iura contra dæmonum.

2. Re dell’eterna patria, consacra tu stesso quest’olio, simbolo vigoroso di vita contro gli assalti del demonio.

3. Ut novetur sexus omnis unctione chrismatis: ut sanetur sauciata dignitatis gloria.

3. L’unzione del crisma rinnovi gli uomini tutti, e la loro dignità ferita ritorni all’antico splendore.

44


4. Lota mente sacro fonte aufugantur crimina, uncta fronte sacrosancta influunt charismata.

4. Il lavacro del Battesimo cancella tutti i peccati; l’unzione del crisma sulla fronte fa scendere i doni dello Spirito.

5. Corde natus ex Parentis, alvum implens Virginis, præsta lucem, claude mortem chrismatis consortibus.

5. Tu che sei nato dal cuore del Padre, e sei disceso nel grembo della Vergine, strappa alla morte e rivesti di luce chi riceve l’unzione del crisma.

6. Sit hæc dies festa nobis sæculorum sæculis, sit sacrata digna laude nec senescat tempore.

6. Sia questo per noi un giorno di festa che duri nei secoli eterni, giorno santo e glorioso, che mai conosca tramonto.

Giunta la processione alla sede, il Vescovo riceve le offerte. Il ministro che porta l’ampolla per il sacro crisma, la presenta al Vescovo, dicendo: Ecco l’olio per il santo crisma; Allo stesso modo chi reca l’ampolla dell’olio degli infermi dice: Ecco l’olio degli infermi; e chi porta l’ampolla dell’olio dei catecumeni dice: Ecco l’olio dei catecumeni. Infine il Vescovo riceve il pane, il vino e l’acqua. Sulle offerte Il Vescovo: La potenza pasquale di questo sacrificio elimini, Signore, in noi le conseguenze del peccato e ci faccia crescere come nuove creature. Per Cristo nostro Signore. Tutti: Amen. 45


PREGHIERA EUCARISTICA III Il Vescovo invita l’assemblea a innalzare il cuore verso il Signore nell’orazione e nell’azione di grazie e l’associa a sé nella solenne preghiera che, a nome di tutti, rivolge al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

Prefazio Il sacerdozio di Cristo e il ministero dei sacerdoti V. R. V. R. V. R.

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. Con l’unzione dello Spirito Santo hai costituito il Cristo tuo Figlio Pontefice della nuova ed eterna alleanza, e hai voluto che il suo unico sacerdozio fosse perpetuato nella Chiesa. Egli comunica il sacerdozio regale a tutto il popolo dei redenti, e con affetto di predilezione 46


sceglie alcuni tra i fratelli che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza. Tu vuoi che nel suo nome rinnovino il sacrificio redentore, preparino ai tuoi figli la mensa pasquale, e, servi premurosi del tuo popolo, lo nutrano con la tua parola e lo santifichino con i sacramenti. Tu proponi loro come modello il Cristo, perché, donando la vita per te e per i fratelli, si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio, e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso. Per questo dono del tuo amore, o Padre, insieme con tutti gli angeli e i santi, cantiamo con esultanza l’inno della tua lode:

47


Sanctus (De Angelis)

Sanc-

tus,

Sanctus,

Sanc-

mi- nus De- us Sa-

cĂŚ- li et

excel-

sis.

ter-

ba- oth.

ra

Do-

Ple-ni sunt

glo- ri- a tu- a. Ho-sanna

Bene-di-

ne Do- mi-ni. Ho- san-

48

tus

ctus qui ve-

na

in

excel-

in

nit in nomi-

sis.


CP Padre veramente Santo, a te la lode da ogni creatura. Per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l’universo e continui a radunare intorno a te un popolo che da un confine all’altro della terra offra al tuo nome il sacrificio perfetto. CC Ora ti preghiamo umilmente: manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo, perché diventino il corpo e X il sangue di Gesù Cristo, tuo figlio e nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri. Nella notte in cui fu tradito, egli prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse:

Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi. Il Vescovo presenta al popolo l’ostia consacrata e genuflette in adorazione.

Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse: 49


Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me. Il Vescovo presenta al popolo il calice e genuflette in adorazione. Poi continua dicendo: Mistero della fede. L’assemblea: Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta. CC Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell’attesa della sua venuta ti offriamo, o Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo. Guarda con amore e riconosci nell’offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione; e a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito. 1C Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito, perché possiamo ottenere il regno promesso 50


insieme con i tuoi eletti: con la Beata Maria, Vergine e madre di Dio, con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri, San Cono, San Pietro Vescovo e tutti i santi, nostri intercessori presso di te. 2C Per questo sacrificio di riconciliazione dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero. Conferma nella fede e nell’amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il tuo servo e nostro Papa Benedetto, il nostro Vescovo Antonio, il collegio episcopale, tutto il clero e il popolo che tu hai redento. Ascolta la preghiera di questa famiglia, che hai convocato alla tua presenza nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale. Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi. Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria, in Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.

51


Benedizione dell’olio degli infermi I ministri incaricati recano all’altare l’ampolla con l’olio degli infermi e la sostengono davanti al Vescovo che benedice l’olio dicendo: O Dio, Padre di ogni consolazione, che per mezzo del tuo Figlio hai voluto recare sollievo alle sofferenze degli infermi, ascolta la preghiera della nostra fede: manda dal cielo il tuo Spirito Santo Paraclito su quest’olio, frutto dell’olivo, nutrimento e sollievo del nostro corpo; effondi la tua santa X benedizione perché quanti riceveranno l’unzione ottengano conforto nel corpo, nell’anima e nello spirito, e siano liberati da ogni malattia, angoscia e dolore. Questo dono della tua creazione diventi olio santo da te benedetto per noi, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Terminata la benedizione, l’ampolla con l’olio degli infermi viene messa sul tavolo appositamente preparato. Il Vescovo poi continua: CP Per Cristo, con Cristo e in Cristo, CC a te, Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

L’assemblea: Amen. 52


RITI DI COMUNIONE Preghiera del Signore Il Vescovo: Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Il Vescovo con le braccia allargate, insieme al popolo: Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Solo il Vescovo, con le braccia allargate, prosegue: Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. Il popolo conclude con l’acclamazione: Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli. 53


Rito della pace Il Vescovo: Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Tutti: Amen. Il Vescovo: La pace del Signore sia sempre con voi. Tutti: E con il tuo spirito. Il Diacono invita il popolo: Scambiatevi un segno di pace. E tutti si scambiano vicendevolmente un segno di pace.

54


Mentre il Vescovo spezza il Pane Eucaristico, si canta: Agnus Dei (De Angelis) La schola:

A- gnus De- i, L’assemblea:

mi-se-re- re

La schola:

no- bis.

Agnus

De-

i,

L’assemblea:

pecca-ta mun- di:

mi-se-re- re

qui tol- lis La schola:

no- bis.

A- gnus

L’assemblea:

De- i,

qui tol-lis pecca-ta

mun- di: dona no- bis

pa- cem. 55


Il Vescovo, mostrando l’Ostia consacrata e il calice, dice: Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo. L’assemblea: O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato. Il Vescovo e i Concelebranti si comunicano al Corpo e Sangue di Cristo. Anche i fedeli ricevono la comunione.

56


Canti di comunione IO SONO IL BUON PASTORE

1. Io sono il buon Pastore che vive in mezzo a voi: conduco la mia Chiesa che mai tramonterà. Noi siamo il tuo gregge che segue te Gesù.

6. Lo Spirito del Padre dal cielo manderò; la sua testimonianza in voi si compirà. Discendi, o Santo Amore; rimani in mezzo a noi.

2. Non siete più miei servi, vi chiamo amici miei; starò con voi per sempre e a voi ritornerò. Ritorna a noi, Signore, e prendici con te.

7. Andate in tutto il mondo, chiamate all’unità la Chiesa dei miei figli che in croce riscattai. Il Cristo è risorto per non morire più.

3. Ti prego, Padre Santo, conserva i figli tuoi; non toglierli dal mondo: son tua eredità. Preservaci dal male, o Padre di Gesù.

8. Portate ad ogni uomo la mia Carità; cercate nei fratelli la mia identità. Coi poveri di Cristo viviamo in unità.

4. Non c’è più grande amore che di morir per voi; amatevi l’un l’altro con mutua carità. Amiamoci, fratelli; così ci amò Gesù.

9. Prendete e mangiate il pane che vi do; bevete il mio Sangue per vivere di me. Chi mangia questo pane la vita eterna avrà.

5. Se state a me uniti, fratelli in carità, voi porterete frutto ed esso rimarrà. A Cristo noi giuriamo eterna fedeltà.

10. Mangiamo questo pane: è il Corpo di Gesù. Beviamo questo vino: è il Sangue di Gesù. La nostra Pasqua è Cristo! Sia lode al nostro Re. 57


DUM OMNI MODO CHRISTUS ADNUNTIETUR .

Rit.: Dum omni modo Christus adnuntietur. 1. Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. R. 2. Non commette ingiustizie, cammina per le sue vie. Tu hai dato i tuoi precetti perché siano osservati fedelmente. R. 3. Siano diritte le mie vie, nel custodire i tuoi decreti. Non dovrò arrossire se avrò obbedito ai tuoi comandi. R. 4. Ti loderò con cuore sincero quando avrò appreso le tue giuste sentenze. Voglio osservare i tuoi decreti: non abbandonarmi mai. R.

Pausa di silenzio per la preghiera personale.

58


Dopo la comunione Il Vescovo: Preghiamo. Concedi, Dio onnipotente, che, rinnovati dai santi misteri, diffondiamo nel mondo il buon profumo del Cristo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Tutti: Amen.

59


Benedizione dell’olio dei catecumeni

Detta l’orazione dopo la comunione, il Vescovo, con i concelebranti e i ministri, si accosta al tavolo preparato in mezzo al presbiterio e, con le braccia allargate, dice: O Dio, sostegno e difesa del tuo popolo, benedici X quest’olio nel quale hai voluto donarci un segno della tua forza divina; concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l’unzione, perché, illuminati dalla tua sapienza, comprendano più profondamente il Vangelo di Cristo; sostenuti dalla tua potenza, assumano con generosità gli impegni della vita cristiana; fatti degni dell’adozione a figli, gustino la gioia di rinascere e vivere nella tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.

L’assemblea: Amen.

Quindi i ministri chiudono l’ampolla e la mettono sul tavolo appositamente preparato.

60


Benedizione del Crisma

I ministri incaricati portano al Vescovo le ampolle con l’olio per il crisma e il vasetto con le sostanze profumate. Quindi il Vescovo senza dire nulla, infonde le sostanze profumate nell’olio e prepara il crisma. Poi invita tutti alla preghiera dicendo: Fratelli carissimi, rivolgiamo la nostra preghiera a Dio Padre onnipotente, perché benedica e santifichi quest’olio misto a profumo, e coloro che ne riceveranno l’unzione siano interiormente consacrati e resi partecipi della missione di Cristo Redentore.

Tutti pregano per breve tempo in silenzio. Il Vescovo alita sull’ampolla del crisma e quindi pronuncia l’orazione:

O Dio, fonte prima di ogni vita e autore di ogni crescita nello spirito, accogli il gioioso canto di lode che la Chiesa ti innalza con la nostra voce. Tu in principio facesti spuntare dalla terra alberi fruttiferi e tra questi l’olivo, perché dall’olio fluente venisse a noi il dono del crisma. Il profeta Davide, misticamente presago dei sacramenti futuri, cantò quest’olio, che fa splendere di gioia il nostro volto. 61


Dopo il diluvio, lavacro espiatore dell’iniquità del mondo, la colomba portò il ramoscello d’olivo, simbolo dei beni messianici, e annunziò che sulla terra era tornata la pace. Nella pienezza dei tempi si sono avverate le figure antiche quando, distrutti i peccati nelle acque del Battesimo, l’unzione dell’olio ha fatto riapparire sul volto dell’uomo la tua luce gioiosa. Mosè, tuo servo, per tua volontà purificò con l’acqua il fratello Aronne e con la santa unzione lo consacrò sacerdote. Il valore di tutti questi segni si rivelò pienamente in Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Quando egli chiese il battesimo a Giovanni nelle acque del fiume Giordano, allora tu hai mandato dal cielo in forma di colomba lo Spirito Santo e hai testimoniato con la tua stessa voce, che in lui, tuo Figlio unigenito, dimora tutta la tua compiacenza. Su di lui a preferenza di tutti gli altri uomini, hai effuso l’olio di esultanza profeticamente cantato da Davide. Tutti i Concelebranti, senza dire nulla, stendono la mano destra verso il crisma e la tengono così stesa fino al termine dell’orazione.

62


Ora ti preghiamo, o Padre: santifica con la tua benedizione X quest’olio, dono della tua provvidenza; impregnalo della forza del tuo Spirito e della potenza che emana dal Cristo dal cui santo nome è chiamato crisma l’olio che consacra i sacerdoti, i re, i profeti e i martiri. Confermalo come segno sacramentale di salvezza e vita perfetta per i tuoi figli rinnovati nel lavacro spirituale del Battesimo. Questa unzione li penetri e li santifichi, perché, liberi dalla nativa corruzione e consacrati tempio della tua gloria, spandano il profumo di una vita santa. Si compia in essi il disegno del tuo amore e la loro vita integra e pura sia in tutto conforme alla grande dignità che li riveste come re, sacerdoti e profeti. Quest’olio sia crisma di salvezza per tutti i rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo; li renda partecipi della vita eterna e commensali al banchetto della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. L’assemblea: Amen. Quindi i ministri chiudono l’ampolla e la mettono sul tavolo appositamente preparato. 63


RITI DI CONCLUSIONE

Benedizione Il Vescovo: Il Signore sia con voi. L’assemblea: E con il tuo spirito. Il Diacono: Inchinatevi per la benedizione. Il Vescovo: Sia benedetto il nome del Signore.

L’assemblea: Ora e sempre. Il Vescovo: Il nostro aiuto è nel nome del Signore. L’assemblea: Egli ha fatto cielo e terra. Il Vescovo: Vi benedica Dio onnipotente Padre X e Figlio X e Spirito X Santo. 64


L’assemblea: Amen. Il Diacono: Glorificate il Signore con la vostra vita.Andate in pace. L’assemblea: Rendiamo grazie a Dio.

65


Canto finale

LODATE DIO

1. Lodate Dio, schiere beate del cielo. Lodate Dio, genti di tutta la terra. Cantate a Lui, che l’universo creò, somma sapienza e splendore. . 2. Lodate Dio, Padre che dona ogni bene. Lodate Dio, ricco di grazia e perdono. Cantate a Lui, che tanto gli uomini amò da dare l’unico Figlio. 3. Lodate Dio, uno e trino Signore. Lodate Dio, meta e premio dei buoni. Cantate a Lui, sorgente d’ogni bontà, per tutti i secoli. Amen. .

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Canti processionali

SALVE REGINA Salve, Regina, mater misericordiae; vita, dulcedo et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Evae. Ad te suspiramus, gementes et flentes In hac lacrimarum valle. Eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exsilium ostende. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.

SUB TUUM PRAESIDIUM Sub tuum praesidium confugimus, Santa Dei Genetrix; nostras deprecationes ne dispicias in necessitatibus; sed a periculis cunctis libera nos semper Virgo gloriosa et benedicta.

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MAGNIFICAT

L’anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. * D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. 68


ACCOGLIENZA DEGLI OLI SANTI NELLE COMUNITÀ PARROCCHIALI

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È opportuno che gli oli benedetti dal Vescovo il giovedì santo siano presentati e accolti dalla comunità parrocchiale. Alla Messa nella Cena del Signore, il presbiero o i ministri portano le ampolle degli oli benedetti durante la processione d’ingresso. Giunti all’altare le depongono sulla mensa e vengono incensate insieme all’altare stesso. Quindi il presbitero dopo il saluto, prima di introdurre la liturgia del giorno, dice alcune brevi parole sull’avvenuta benedizione degli oli e sul suo significato (cfr. Rituale per la Benedizione degli oli - n. 28). Il presbitero: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. L’assemblea: Amen. Il presbitero: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi. L’assemblea: E con il tuo spirito.

Il presbitero: Fratelli e sorelle, nella nostra Chiesa Cattedrale, il Vescovo Antonio, segno di Cristo Re, Sacerdote e Profeta, in comunione con tutti i sacerdoti, 70


ha benedetto gli oli santi, che abbiamo deposto sul nostro altare. Questi oli, che serviranno per l’amministrazione dei sacramenti nella nostra comunità, sono un dono che esprime la comunione nell’unica fede e nell’unico Spirito, e costituiscono per noi il segno visibile che Cristo ci associa a sé, ci dà la sua vita e anche il suo nome, così da diventare consacrati come Lui: il consacrato del Padre, l’Unto di Spirito Santo e Potenza. Accogliamo con gioia questi segni della grazia e chiediamo al Signore, di essere nel mondo il buon odore di Cristo, per spargere la fragranza della testimonianza della nostra fede. Le ampolle vengono deposte nel luogo che abitualmente è riservato alla loro custodia. La celebrazione prosegue introducendo la comunità al mistero del Triduo Pasquale, di cui questa celebrazione costituisce il prologo. Il presbitero, dice: Con questa celebrazione della Cena del Signore iniziamo la solenne liturgia del Triduo Pasquale. Le parole e i gesti di questo giorno ci fanno rivivere l’Ultima Cena: Mistero dell’umiltà di Cristo e del suo amore per noi nella lavanda dei piedi; 71


Testamento del suo comandamento nuovo di amarci gli uni gli altri come Egli ci ha amato; Memoriale dell’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio ministeriale per rendere presente fino al suo ritorno il sacrificio della nuova Alleanza. Prima di celebrare questi santi misteri, imploriamo dal Signore Gesù il perdono dei nostri peccati affinché, purificati dal suo amore, possiamo aver parte con Lui al banchetto del Regno eterno. Segue l’atto penitenziale e il Gloria. La celebrazione prosegue nel modo solito.

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ADORAZIONE EUCARISTICA PER IL GIOVEDÌ SANTO


EDUCATI DA CRISTO EUCARISTIA Adorazione Eucaristica per il Giovedì Santo 2012 Tutti: Signore Gesù, noi ti adoriamo, ti benediciamo, ti lodiamo, ti ringraziamo per il mistero della tua eucaristia, segno del dono della tua vita per noi e per l'intera umanità. Qui ritroviamo te e ritroviamo noi stessi insieme a te, come tua Chiesa, tuo popolo, tuo corpo vivente nel tempo e nella storia. Qui ci educhi a vivere la tua eucaristia con autenticità tra quello che celebriamo e quello che la vita ci riserva nel quotidiano, con le sue lotte e le sue speranze, che attendono riscatto, liberazione e speranza. Qui impariamo a trasfigurare la nostra esistenza in esistenza eucaristica. Guida: Ripetiamo insieme nella preghiera: La tua Eucaristia, Signore, ci educa all’accoglienza; La tua Eucaristia, Signore, ci educa alla riconciliazione; La tua Eucaristia, Signore, ci educa all’ascolto e al dialogo; La tua Eucaristia, Signore, ci educa all’offerta di noi stessi; La tua Eucaristia, Signore, ci educa alla solidarietà; La tua Eucaristia, Signore, ci educa a renderti grazie; La tua Eucaristia, Signore, ci educa alla comunione; La tua Eucaristia, Signore, ci educa all’annuncio e alla missione; La tua Eucaristia, Signore, ci educa a nutrire speranza. Canto 74


1. L’Eucaristia ci educa all’accoglienza Lettore: Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Giacomo apostolo (2,1-5) Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Guida: Nell’Eucaristia il Signore ci accoglie così come siamo, nella benevolenza e nella grazia del suo amore. Accogliendoci nella sua eucaristia, egli non crea favoritismi, distanze o emarginazioni. Egli ci insegna ad accoglierci vicendevolmente nella fraternità. Ci chiede di non condividere quegli atteggiamenti di discriminazione di cui il mondo si nutre a livello sociale, culturale, politico, economico e che nutrono diffidenze reciproche e rivalità di in base al merito, ai ruoli, ai ceti sociali. L’eucaristia è l’annuncio di una nuova umanità formata e plasmata da Cristo, dove l’unica preferenza è per i più piccoli, i più fragili, nel corpo e nello spirito. Fratelli e sorelle che siamo qui ad adorare e a contemplare il mistero di Cristo, pane spezzato per la vita del mondo, nel silenzio della nostra preghiera, verifichiamo noi stessi, e domandiamoci: mentre il Signore Gesù ci accoglie, a che punto è la nostra capacità di accoglienza degli altri?

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Pausa di silenzio per la meditazione personale. Guida: Invochiamo il Signore ripetendo insieme: Grazie, Signore, perchÊ ci accogli per come siamo; La tua gioia è vederci uniti a te e fra di noi; Educa la Chiesa ad aprire le porte a chi ti cerca; Purifica i nostri cuori da ogni chiusura; Allarga il nostro cuore all'accoglienza; Insegnaci a vivere in fraternità ; Abbatti in noi ogni privilegio e favoritismo; Rendici uomini e donne capaci di relazioni vere; Rinnova il volto della Chiesa in dialogo con tutti. Canto Pausa di silenzio.

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2. L’Eucaristia ci educa alla riconciliazione Lettore: Ascoltate la Parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo (5,23-24; 6,14-15; 7,1-5) Se presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: «Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio», mentre nel tuo occhio c'è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Guida: Nell’eucaristia che celebriamo, il primo atteggiamento che ci viene proposto è quello di manifestare con umiltà davanti a Dio e alla sua comunità radunata la consapevolezza della nostra fragilità spirituale, che si manifesta attraverso parole e gesti negativi. Perdonati dal Signore siamo ricreati come nuova umanità riconciliata nell’amore. E per vivere l’eucaristia senza finzione, ma come risposta alla misericordia del Signore, ci impegniamo a riconciliarci con gli altri; impariamo a perdonare per essere perdonati; ci educhiamo a non giudicare, a non condannare, a guardare agli altri con lo sguardo stesso di Dio "lento all’ira e ricco di grazia". Nella preghiera silenziosa davanti a Cristo Eucaristia, che nell’ultima cena ha perdonato a Giuda, a Pietro e ai suoi, invochiamo 77


su di noi il suo perdono, che diventi fonte di riconciliazione nelle nostre relazioni familiari e di amicizia, nelle nostre comunità, nel nostro quartiere, nei nostri condomini... Pausa di silenzio per la meditazione personale. Guida: Preghiamo e diciamo insieme: Gesù eucaristia, riconciliaci con il Padre; Gesù eucaristia, riconciliaci con noi stessi; Gesù eucaristia, riconciliaci con i fratelli; Gesù eucaristia, riconciliaci con la vita; Gesù eucaristia, riconciliaci con l'universo intero; Gesù eucaristia, riconciliaci con tutte le generazioni; Gesù eucaristia, riconciliaci con gli ultimi e i poveri; Gesù eucaristia, riconciliaci con i nemici; Gesù eucaristia, riconciliaci con chi non crede; Gesù eucaristia, riconciliaci con i lontani. Canto Pausa di silenzio.

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3. L’Eucaristia ci educa all’ascolto e al dialogo Lettore: Ascoltate la Parola di Dio dalla lettera dell’apostolo Giacomo (1,19-25) Fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira. Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. Guida: Il Signore ci raduna nell’eucaristia e spezza per noi, innanzitutto il pane della sua Parola. Come un padre viene incontro a noi e si intrattiene amorevolmente con noi suoi figli in un dialogo che ci dà vita. Quale non deve essere allora il nostro desiderio più grande? Quello di metterci in ascolto docile di quanto ci vuol dire per rispondergli con la gioia della nostra fede consapevole! Come Maria di Nazaret che vive con la Parola di Dio un confronto interiore, come Maria di Betania che si pone come discepola ai piedi del Maestro, come i discepoli di Emmaus che sentono ardere il cuore nell’ascoltare la parola del Risorto… Troppe le parole che ascoltiamo e diciamo dal mattino alla sera, parole che ci raggiungono attraverso suoni, messaggi, immagini. Parole che ci cascano addosso senza che ci diano possibilità per un confronto, un dialogo fraterno, sereno, pacifico. L’eucaristia ci educhi a metterci in ascolto del Signore, a fare spazio alla sua Parola che salva, che vuole 79


trovare dentro di noi accoglienza e risonanza; una parola che educa e purifica le nostre parole umane da ogni ipocrisia, incoerenza e contrasto; una Parola che, come la pioggia, feconda il terreno della nostra vita per tornare al Signore con i frutti della giustizia, della verità, della vita buona e bella del Vangelo. Pausa di silenzio per la meditazione personale. Guida: Apriamo la bocca per celebrare il dono della parola che il Signore ci fa in ogni eucaristia. Diciamo insieme: La tua parola, Signore, è stabile fin dal principio; La tua parola, Signore, è fedele per sempre; La tua parola, Signore, è la mia gioia; La tua parola, Signore, educa alla vita; La tua parola, Signore, apre alla speranza; La tua parola, Signore, rinnova l’esistenza; La tua parola, Signore, è dono del tuo amore; La tua parola, Signore, dilata il cuore; La tua parola, Signore, ci dona sapienza; La tua parola, Signore, ci orienta nel cammino; La tua parola, Signore, porta con sé verità e giustizia; La tua parola, Signore, ci custodisce nella pace; La tua parola, Signore, è il nostro canto di gioia; La tua parola, Signore, è luce ai nostri passi; La tua parola, Signore, è nostro cibo e nutrimento. Canto Pausa di silenzio. 80


4. L’Eucaristia ci educa all’offerta e alla sobrietà Lettore: Ascoltate la Parola del Signore dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-13) Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato . Guida: Se non ci fosse stato quel ragazzo a prestare a Gesù i pochi pani dei poveri e i due pesci, forse non si sarebbe realizzato il suo sogno di vedere sfamata tutta quella gente, che andava a lui insaziabile della sua parola e dei gesti prodigiosi. È bastato il gesto di quel ragazzo, che ha investito tutto sulla parola di Gesù, perchè si realizzasse la vera eucaristia, che è offerta e solidarietà. Come nell’ultima cena quel pane e quel vino sono i segni dell’offerta di Gesù al Padre in 81


solidarietà con gli uomini, così in ogni eucaristia siamo educati a fare della nostra esistenza un’offerta a Dio, al servizio e in solidarietà con i nostri fratelli. Ogni volta dunque che presentiamo il pane e il vino per l’eucaristia, noi raccogliamo le attese, le speranze, le angosce e i bisogni dei fratelli, perché la nostra vita cristiana diventi una vera eucaristia di offerta e di solidarietà. Pausa di silenzio per la meditazione personale. Guida: Preghiamo cantando insieme: Eccomi, eccomi, Signore io vengo. Eccomi, eccomi, si compia in me la tua volontà. Donaci, Signore, la gioia di offrirci per la tua gloria e per il bene dei fratelli, perché l’eucaristia sia vissuta nell’autenticità e nella pienezza della sua grazia. Insegnaci, Signore, a partire dalla tua offerta eucaristica, a condividere quello che siamo e quello che abbiamo con i bisogni degli uomini affamati e assetati di verità e di amore. Sorreggi la nostra fiducia e la nostra speranza, quando avvertiamo l'incapacità di far fronte alle tante richieste di aiuto e di intervento che ci vengono dagli uomini. Mostraci la bellezza e l’efficacia dell'eucaristia nel gesto di spezzare il pane della provvidenza per la fame di tante gente. Fà che ci mostriamo sempre attenti e disponibili ad ogni uomo che cerca il pane della compagnia, della solidarietà e della pace. Canto Pausa di silenzio. 82


5. L’Eucaristia ci educa alla comunione Lettore: Ascoltate la Parola di Dio dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (11,18-27) Carissimi, sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova. Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Guida: L’Eucaristia è comunione al Corpo al Sangue del Signore. È annuncio e testimonianza di unità e di fraternità. Quello che mina alle fondamenta l’autenticità dell’eucaristia è la divisione tra i discepoli del Signore. È la sconfessione stessa dell’eucaristia: l’apostolo Paolo richiama la memoria dell’ultima cena di Gesù con i suoi, quando offre se stesso nel pane spezzato e nel calice del vino condiviso, perché si faccia comunione tra di loro, perché si realizzi 83


l’amore vicendevole, perchè si realizzi la volontà del Padre, che tutti siano una sola cosa con lui. Com’è possibile partecipare all’eucaristia di Gesù, se poi non riusciamo a vivere della comunione che è il suo dono? Com’è possibile celebrare l’eucaristia se poi non vogliamo celebrare in unità l’eucaristia della fraternità, della pace, della riconciliazione, del perdono, dell’aiuto vicendevole, delle relazioni vere e sincere? Com’è possibile presentarci ad un mondo che reclama dai discepoli del Signore l’unica cosa necessaria che è l’amore, se facciamo dell’eucaristia solo un appuntamento settimanale abitudinario, senza che trasfiguri i nostri rapporti? Esaminiamoci davanti a Gesù eucaristia e chiediamo a lui di educarci e di convertirci all’unità e all’amore fraterno. Pausa di silenzio per la meditazione personale. Guida: Diciamo insieme: La tua eucaristia, Signore, è fonte di comunione; La tua eucaristia, Signore, è lievito di unità; La tua eucaristia, Signore, è fermento di carità; La tua eucaristia, Signore, è viatico di compagnia; La tua eucaristia, Signore, ci fa tuo Corpo; La tua eucaristia, Signore, ci fa tua Chiesa; La tua eucaristia, Signore, è la linfa di vita nuova; La tua eucaristia, Signore, è speranza di vita piena; La tua eucaristia, Signore, è segno di solidarietà; La tua eucaristia, Signore, è vincolo di pace. Canto Pausa di silenzio.

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6. L’Eucaristia ci educa alla missione Lettore: Ascoltate la Parola di Dio dagliAtti degliApostoli (2,42-47 ) I discepoli erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. Guida: Ecco l’identikit della comunità cristiana che nasce, si forma, si lascia educare dell’eucaristia, chiamata in questo brano degli Atti degli Apostoli con l’antico termine di "frazione del pane". È quel gesto ripetuto nella memoria del Signore Crocifisso e Risorto che rende la comunità aperta e visibile agli occhi del mondo, una comunità che attrae e affascina per la differenza dei rapporti che si vivono al suo interno e fuori di essa, educati dall’amore di Cristo. Un’umanità nuova, in questo mondo così lacerato e diviso, è possibile grazie all’eucaristia. Un’umanità che diventa annuncio, testimonianza, missione. La comunità eucaristica è contagiosa nel bene, nella carità, nella testimonianza di una vita vissuta in fraternità, in semplicità e nella condivisione. Può essere ancora così, per la Chiesa del terzo millennio, per la nostra Chiesa locale, per la nostra comunità parrocchiale: ogni volta che celebriamo l’eucaristia siamo missionari del vangelo, di una buona notizia, che rinnova il mondo. Pausa di silenzio per la meditazione personale. 85


Guida: Diciamo insieme nella preghiera: Grazie per il dono dell’eucaristia, Signore; Formaci con la tua eucaristia, Signore; Educaci ad essere la tua comunità, Signore; Facci vivere della tua Parola che unisce, Signore; Mostraci la bellezza del condividere, Signore; Fà che spezziamo con sincerità il tuo pane, Signore; Fà che partecipiamo alla vita della comunità, Signore; Rendici uomini e donne eucaristici, Signore; Trasforma l’eucaristia in missione, Signore; Donaci la gioia di testimoniarti ovunque, Signore. Canto A questo punto dell’adorazione si può consegnare un segno ad ognuno dei presenti. Ciascuna comunità scelga il più idoneo: un pezzo di pane da distribuire ai partecipanti, come segno di fraternità che nasce e si alimenta dall’eucaristia; oppure, un cartoncino con un passo tratto dalla Sacra Scrittura, da riprendere e meditare nei giorni del Triduo Pasquale. Durante la distribuzione si può eseguire un canto adatto.

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Conclusione Guida: Con le parole di Sant’Efrem il Siro, dottore della Chiesa, concludiamo la nostra preghiera comunitaria di adorazione e di lode. Da questo momento e per tutta la giornata di domani, fino alla Celebrazione della Passione del Signore, siamo chiamati a continuare l’adorazione in maniera personale e silenziosa. Al ricordo dell’Eucaristia subentra quello del tradimento, della cattura, della passione e della morte di Cristo. Continuiamo a "gustare e vedere quanto è buono il Signore", che si manifesta a noi nel segno del pane spezzato per amore.

Lettore: Benedetta sei tu, o ultima notte, poiché in te si completò la notte dell’esodo d’Egitto; celebrando il Signore nostro la piccola pasqua, si fece egli stesso grande pasqua; una pasqua si innestò in altra pasqua, la festa nella festa. Ecco la pasqua che passa, e quella che non passa; una è la prefigurazione e l’altra il compimento. Tutti: Benedetto sei tu, o santo luogo, ove il nostro Signore spezzò il pane fatto suo corpo. Il rifugio angusto si aprì a scenario per il mondo intero, che da esso fu totalmente conquistato; con Mosè, dall’alto di un monte glorioso venne un’alleanza breve nel tempo; da una modesta dimora, invece, uscì un patto straordinariamente grande che avvolse tutta la terra. 87


Lettore: O sala benedetta! Che, se pure stretta, puoi stare a fronte del mondo intero; ciò che in te si racchiude questa notte, anche se piccolo, riempie l’universo! Benedetto, o cenacolo, nel quale, da mano consacrata, fu spezzato il pane. Tra le tue mura fu pigiato nel calice della salvezza il grappolo d’uva nato da Maria. Tutti: O luogo fortunato! Mai era avvenuto e mai avverrà qualcosa di simile a ciò che tu vedesti: il Signore, appunto, fatto ara sacrificale, sacerdote, pane e calice di salvezza. Egli da solo basta a tutti; e nessuno è a lui necessario; egli è altare e agnello, vittima e sacrificatore, sacerdote e scintilla per il fuoco. Lettore: O cenacolo fortunato! Mai venne imbandita una mensa simile a quella lì preparata, né in palazzi di re, né nell’arca santa, né nel sancta sanctorum del tempio. Tra le tue mura fu spezzato il pane da primizie; tu fosti la prima Chiesa di Cristo, il primo altare; tra le tue mura si vide la prima di tutte le oblazioni. Efrem il Siro L’adorazione comunitaria solenne termina con un canto adatto. 88



Dalla Lettera circolare della Congregazione per il culto PASCHALIS SOLLEMNITATIS sulla Preparazione e celebrazione delle feste pasquali del 16 gennaio 1988

IL TRIDUO PASQUALE 38. La chiesa celebra ogni anno i grandi misteri dell’umana redenzione dalla messa vespertina del giovedì nella cena del Signore, fino ai vespri della domenica di risurrezione. Questo spazio di tempo è chiamato giustamente il «triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto»; ed anche «triduo pasquale» perché con la sua celebrazione è reso presente e si compie il mistero della pasqua, cioè il passaggio del Signore da questo mondo al Padre. Con la celebrazione di questo mistero la chiesa, attraverso i segni liturgici e sacramentali, si associa in intima comunione con Cristo suo sposo. 41. Per compiere convenientemente le celebrazioni del triduo pasquale, si richiede un congruo numero di ministri e di ministranti, che devono essere accuratamente istruiti su ciò che dovranno compiere. I pastori abbiano cura di spiegare nel migliore dei modi ai fedeli il significato e la struttura dei riti che si celebrano e di prepararli a una partecipazione attiva e fruttuosa. 42. Il canto del popolo, dei ministri e del sacerdote celebrante riveste una particolare importanza nella celebrazione della settimana santa e specialmente del triduo pasquale, perché è più consono alla solennità di questi giorni e anche perché i testi ottengono maggiore forza quando vengono eseguiti in canto. [...]

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GIOVEDÌ SANTO Con la Messa celebrata nelle ore vespertine del Giovedì santo, la Chiesa dà inizio al Triduo pasquale ed ha cura di far memoria di quell’ultima Cena in cui il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, amando sino alla fine i suoi che erano nel mondo, offri a Dio Padre il suo Corpo e Sangue sotto le specie del pane e del vino e li diede agliApostoli in nutrimento e comandò loro e ai loro successori nel sacerdozio di farne l’offerta. (Paschalis Sollemnitatis n. 44) La Messa nella Cena del Signore si celebra nelle ore vespertine, nel tempo più opportuno per una piena partecipazione di tutta la comunità locale. Prima delle celebrazione il tabernacolo deve essere vuoto. Le ostie per la comunione dei fedeli vengano consacrate nella stessa celebrazione della Messa. Si consacri in questa Messa pane in quantità sufficiente per oggi e per il giorno seguente. Si riservi una cappella per la custodia del Santissimo Sacramento e si orni in modo conveniente, perché possa facilitare l’orazione e la meditazione: si raccomanda il rispetto di quella sobrietà che conviene alla Liturgia di questi giorni, evitando o rimuovendo ogni abuso contrario. La lavanda dei piedi, che per tradizione viene fatta in questo giorno ad alcuni uomini scelti (non necessariamente dodici), sta a significare il servizio e la carità di Cristo, che venne «non per essere servito, ma per servire”. È bene che questa tradizione venga conservata e spiegata nel suo significato proprio. Durante la processione delle offerte, mentre il popolo canta l’inno “Dov’è carità e amore”, possono essere presentati i doni per i poveri, specialmente quelli raccolti nel tempo quaresimale come frutti di penitenza. (Paschalis Sollemnitatis nn. 46-47-48-49-51-52)

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Il Sacramento venga custodito in un tabernacolo chiuso. Non si può mai fare l’esposizione con l’ostensorio. Il tabernacolo o custodia non deve avere la forma di un sepolcro. Si eviti il termine stesso di “sepolcro”: infatti la cappella della reposizione viene allestita non per rappresentare “la sepoltura del Signore”, ma per custodire il pane eucaristico per la Comunione, che verrà distribuita il Venerdì nella Passione del Signore. Si invitino i fedeli a trattenersi in chiesa, dopo la Messa nella Cena del Signore, per un congruo spazio di tempo nella notte, per la dovuta adorazione al Santissimo Sacramento solennemente lì custodito in questo giorno. Durante l’adorazione eucaristica protratta può essere letta qualche parte del Vangelo secondo Giovanni (Cap. 13-17). Dopo la mezzanotte si faccia l’adorazione senza solennità dal momento che ha già avuto inizio il giorno della Passione del Signore. Terminata la Messa viene spogliato l’altare della celebrazione. E’ bene coprire le croci della chiesa con un velo di colore rosso o violaceo, a meno che non siano state già coperte il sabato prima della domenica V di Quaresima. Non possono accendersi le luci davanti alle immagini dei Santi. (Paschalis Sollemnitatis nn. 55-56-57)

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VENERDÌ SANTO In questo giorno in cui «Cristo nostra Pasqua è stato immolato», la Chiesa con la meditazione della Passione del suo Signore e Sposo e con la adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla Croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l’Eucaristia; la santa Comunione viene distribuita ai fedeli soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore In questo giorno sono del tutto proibite le celebrazioni dei sacramenti, eccetto quelli della Penitenza e dell’Unzione degli infermi. Le esequie siano celebrate senza canto e senza il suono dell’organo e delle campane. Si raccomanda che l’Ufficio delle letture e le Lodi mattutine di questo giorno siano celebrati nelle chiese con la partecipazione del popolo. Si faccia la celebrazione della Passione del Signore nelle ore pomeridiane e specificamente circa le ore quindici nel pomeriggio. Per motivi pastorali si consiglia di scegliere l’ora più opportuna, in cui è più facile riunire i fedeli: per es. dal mezzogiorno o in ore più tarde, non oltre le ore 21. Si rispetti religiosamente e fedelmente la struttura dell’azione liturgica della Passione del Signore (Liturgia della Parola, Adorazione della Croce e santa Comunione), che proviene dall’antica tradizione della Chiesa. A nessuno è lecito apportarvi cambiamenti di proprio arbitrio. Le letture siano proclamate integralmente. Il salmo responsoriale e il canto al Vangelo vengono eseguiti nel modo consueto. La storia della Passione del Signore secondo Giovanni si canta o si

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legge come nella domenica precedente. Terminata la storia della Passione, si faccia l’omelia. Alla fine di essa i fedeli possono essere invitati a sostare per breve tempo in meditazione. Si faccia la preghiera universale secondo il testo e la forma tramandati dall’antichità, in tutta la prevista ampiezza di intenzioni, per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della Passione di Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo. In caso di grave necessità pubblica l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione. La Croce da mostrare al popolo sia sufficientemente grande […]. Tutto questo rito si compia con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza. Si presenti la Croce all’adorazione di ciascun fedele, perché l’adorazione personale della Croce è un elemento molto importante in questa celebrazione. […] Per l’adorazione si presenti un’unica Croce, nel rispetto della verità del segno. Dopo la celebrazione si procede alla spogliazione dell’altare, lasciando però la Croce con quattro candelieri. Si prepari in chiesa un luogo adatto (per es. la cappella di reposizione dell’Eucaristia nel Giovedì Santo), ove collocare la Croce del Signore, che i fedeli possano adorare e baciare e dove ci si possa trattenere in meditazione. L’orario dei pii esercizi (es.“Via Crucis”) e quello della celebrazione liturgica siano composti in modo tale che l’azione liturgica risulti di gran lunga superiore per sua natura a tutti questi esercizi. (Paschalis Sollemnitatis nn. 59-61-62-63-64-66-67-68-69-71-72)

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SABATO SANTO Il Sabato santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e morte, la discesa agli inferi ed aspettando nella preghiera e nel digiuno la sua Risurrezione. E’ molto raccomandata la celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi mattutine con la partecipazione del popolo. Oggi la Chiesa si astiene del tutto dal celebrare il sacrificio della Messa.

LA VEGLIA PASQUALE Per antichissima tradizione questa notte è in «onore del Signore» e la Veglia che in essa si celebra, commemorando la notte santa in Cristo è risorto, è considerata come «madre di tutte le sante Veglie». In questa Veglia infatti la Chiesa rimane in attesa della Risurrezione del Signore e la celebra con i sacramenti dell’Iniziazione cristiana. (Paschalis Sollemnitatis n. 77). L’intera celebrazione della Veglia Pasquale si svolge di notte; essa quindi deve o cominciare dopo l’inizio della notte o terminare prima dell’alba della domenica. Tale regola è di stretta interpretazione. Gli abusi e le consuetudini contrarie, che talvolta si verificano, così da anticipare l’ora della celebrazione della veglia pasquale nelle ore in cui di solito si celebrano le Messe prefestive della domenica, non possono essere ammessi. La Veglia si svolge in questo modo: dopo il “lucernario” e il “preconio” pasquale (prima parte della Veglia), la santa Chiesa medita “le meraviglie” che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio (seconda parte o liturgia della Parola), fino al momento in cui, con i suoi membri rigenerati nel Battesimo (terza parte), viene invitata alla mensa, che il Signore ha preparato al suo popolo, memoriale della sua morte e Risurrezione, in attesa della sua venuta (parte quarta).

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Questa struttura dei riti non può da nessuno essere cambiata arbitrariamente. Per quanto possibile, si prepari fuori della chiesa in luogo adatto il rogo per la benedizione del nuovo fuoco, la cui fiamma deve essere tale da dissipare veramente le tenebre e illuminare la notte. Nel rispetto della verità del segno, si prepari il cero pasquale fatto di cera, ogni anno nuovo, unico, di grandezza abbastanza notevole, mai fittizio, per poter rievocare che Cristo è la luce del mondo. Il rinnovato “Ordo” della Veglia comprende sette letture dell’Antico Testamento prese dai libri della Legge e dei Profeti, le quali per lo più sono state accettate dall’antichissima tradizione sia dell’Oriente che dell’Occidente; e due letture dal Nuovo Testamento, prese dalle lettere degli Apostoli e dal Vangelo. Così la Chiesa «cominciando da Mosè e da tutti i Profeti» interpreta il mistero pasquale di Cristo. Pertanto tutte le letture siano lette, dovunque sia possibile, in modo da rispettare completamente la natura della Veglia pasquale, che esige una durata adeguata. Tuttavia dove le circostanze di natura pastorale richiedono di diminuire ulteriormente il numero delle letture, se ne leggano almeno tre dall’Antico Testamento, cioè dai libri della Legge e dei Profeti; non venga mai omessa la lettura del capitolo XIV dell’Esodo con il suo cantico. Il significato tipologico dei testi dell’Antico Testamento si fonda nel Nuovo, e si rende manifesto con l’orazione pronunciata dal sacerdote celebrante dopo le singole letture; gioverà anche introdurre i fedeli, con una breve monizione, a comprenderne il significato. Tale monizione può essere fatta o dallo stesso sacerdote o dal diacono. Si raccomanda di non celebrare in fretta la liturgia eucaristica; al contrario conviene che tutti i riti e tutte le parole raggiungano la massima forza di espressione. (Paschalis Sollemnitatis nn. 78-81-82-85-86-91)

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Il Cero pasquale E’ opportuno che il cero pasquale, per la verità del segno, non sia di plastica ma di cera e, possibilmente rinnovato ogni anno anche in quelle chiese o oratori dove non ha avuto luogo la Veglia Pasquale. Il cero pasquale, da collocare presso l’ambone o vicino all’altare, rimanga acceso almeno in tutte le celebrazioni liturgiche più solenni di questo tempo, sia nella Messa, sia a Lodi e Vespri, fino alla domenica di Pentecoste. Dopo di questa il cero viene conservato con il dovuto onore nel battistero, per accendere alla sua fiamma le candele dei neobattezzati nella celebrazione del Battesimo. Nella celebrazione delle esequie il cero pasquale sia collocato accanto al feretro, ad indicare che la morte è per il cristiano la sua vera Pasqua. Non si accenda il cero pasquale fuori del tempo di Pasqua né venga conservato nel presbiterio. (Paschalis Sollemnitatis nn. 97-99)

Comunione ai malati Il Giovedì Santo Per gli infermi è opportuno che l’Eucaristia sia presa dalla mensa dell’altare al momento della Comunione alla Messa “nella Cena del Signore”, perché possano così unirsi in maniera più intensa alla Chiesa che celebra. (cfr. Paschalis Sollemnitatis n. 53) Il Venerdì Santo Ai malati, che non possono prendere parte alla Celebrazione della Passione del Signore, si può portare la Comunione in qualunque ora del giorno. (Paschalis Sollemnitatis n. 59) Il Sabato Santo La santa Comunione si può dare solo in forma di Viatico. (Paschalis Sollemnitatis n. 75)

Ottava e Tempo Pasquale Si raccomanda molto che soprattutto nell’ottava di Pasqua la santa Comunione sia portata agli infermi. (Paschalis Sollemnitatis n. 104)

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A CURA DELL’UFFICIO LITURGICO DIOCESANO

RIFERIMENTI ICONOGRAFICI

Le stampe in copertina e nelle pagine 27, 39, 43, 89, sono tratte da «Missale Romanum» - 1780, collezione privata.

Impaginazione e grafica Massimo La Corte STAMPA Via Degli Edili, 101 - SAPRI (SA) Tel. 0973 603365 - E-mail: legatoria.cesare@alice.it


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