COSMOGONIA_ Le Supernova del Collezionismo Italiano
a cura di Gianluca Marziani
Città di Spoleto
PA L A Z Z O C O L L I C O L A A R T I V I S I V E
SPOLETO
COSMOGONIA_ VOLUME DUE
_Gianluca Marziani
Amo il progetto COSMOGONIA. E lo affermo nel modo scivoloso degli innamorati, quasi accecato dalla potenza degli abbinamenti, dagli abbracci che antico e contemporaneo ricreano lungo il piano nobile di Palazzo Collicola. Il primo anno mi sono confrontato con la collezione dei coniugi Sciarretta, puntando su una scrittura curatoriale dal taglio mimetico e mai invasivo, secondo precise regole che mi ero imposto e che oggi ho confermato senza remore: nessun chiodo aggiunto, nessuno spostamento di quadri e mobili, allestimenti di taglio silenzioso e organico, come se quelle opere fossero lì dentro da tempo, come se un principe redivivo avesse scoperto l’arte odierna e ne riportasse in diretta alcuni preziosi momenti.
I love the COSMOGONY project. And I say that in the slippery manner which is typical of lovers, almost blinded by the power of matches, by antiquity and contemporariness intertwining with each other along the piano nobile of Collicola Palace. During my first year of direction I dealt with the Sciarretta collection, adopting a mimetic and never invasive curatorial approach, sticking to precise rules which I had imposed on myself and which I now confirm without any hesitation: no added nails, no pictures or furniture moved to a different position, simple and organic arrangements, as if those works had been there for a long time, as if a restored-to-life prince had discovered contemporary art and reported some of its precious moments in real time.
Ad un anno preciso dalla nascita di Palazzo Collicola Arti Visive, ecco il secondo appuntamento cosmogonico tra le collezioni italiane: ad aprire le danze visuali ci pensa Valentina Moncada, gallerista e collezionista, donna di passioni personali e intuizioni felici, curatrice di eventi e mostre dove la fotografia si conferma linguaggio privilegiato ma non univoco. Ci conosciamo da vent’anni, da quando scoprii il suo spazio bianco nel cortile del 54 di via Margutta. Non ho perso una mostra, seguendo i suoi passi da talent-scout, le sfide che altre gallerie non accettavano, godendomi opere che negli anni Novanta non scovavi in nessun museo romano. Mi piace il confronto con questa tipologia di collezionismo, un felice ibrido tra professione e vita privata, il mix più riuscito di grandi amori e avventure coerenti, lampi poetici e anomalie progettuali. Rappresenta una precisa formula del collezionare, fatta di passioni che toccano il mercato ma senza vincolarsi alle leggi del business, vicina ai giovani ma non dimenticando i maestri di riferimento, internazionale per natura senza scordare il valore del proprio territorio.
Exactly one year since the birth of Collicola Palace Visual Arts, the time for a second cosmogonic meeting between Italian collections has come: the visual party is inaugurated by the gallery manager and collector Valentina Moncada, a woman of passionate interests and inspired guesses, and a curator of events and exhibitions where photography asserts itself as a privileged but not univocal language. I have known her for 20 years, since when I discovered her “white space” in the courtyard of via Margutta 54. I have not missed one single exhibition, following her steps as a talent-scout, taking up challenges which other galleries turned down, enjoying artworks that could not be found in any Roman museum in the Nineties. I like to experience this approach to collecting, a successful hybrid between profession and private life, the best-done mixture between great passion and consistent adventures, poetic flashes and planning anomalies. It represents a specific collecting formula, made of passions which appeal to the market without being bound to the rules of business, near to the young without forgetting its own masters, international by nature without neglecting the value of its own territory.
Anche stavolta ho costruito la mostra assieme al collezionista, passando pomeriggi tra le sale del piano nobile, stilando comunanze e posizioni installative, dialoghi e contrasti tra le camere, ipotizzando ribaltamenti di senso e invenzioni di un nuovo senso. Il progetto è nato per germinazioni intuitive, in parte sfogliando le immagini fotografiche delle opere, in parte con la nostra fantasia che evocava atmosfere, densità emotive, stimoli sensoriali. Alla fine abbiamo raggiunto un elenco essenziale, una squadra alchemica che incastra le naturali diversità in una convivenza liquida e al contempo radicata.
Once again, I built the exhibition together with the collector, spending many afternoons in the rooms of the piano nobile, discussing community elements and installation positions, interaction and contrast between the rooms, taking into consideration the overturning of sense and the invention of a new one. We realised the project on intuitive germination, partly browsing pictures of the artworks, partly relying on our own fantasy, which evoked atmospheres, emotional depth, sensorial spurns, In the end, we have obtained an essential element, an alchemical team blending natural differences in a fluid yet rooted coexistence.
Il salone d’apertura, stanza d’accoglienza e sfarzo aristocratico, parte con un volo bloccato a terra, un capolavoro di TONY CRAGG che supporta tutta l’immaginazione attorno ad un’avventura espositiva. Dal ballatoio l’aereo galleggia in altitudine sul pavimento della sala, dal basso si trasforma in paesaggio di reperti ordinati, un mondo di oggetti e ricordi per celebrare le ibridazioni plastiche del pop universale. Davvero il miglior augurio per intraprendere un attraversamento dentro l’attualità della memoria. A conferma di un percorso che evoca impegno e peso specifico, la successiva infilata di stanze comincia dai piedi: ieri con la scultura di Francesco Arena che metteva due blocchi di marmo sotto una calzatura punitiva, oggi con l’apparizione argentata di YAYOI KUSAMA e la sua scarpa surreale, un inno alla passeggiata liberatoria della nostra mente, una vertigine psicomotoria per celebrare le oasi della memoria dentro gli oceani del presente. Subito dopo si passa alla stanza dai muri verdi in cui sbucano tre fotografie di HIROSHI SUGIMOTO. Se ieri toccava ad un paesaggio naturale di Olafur Eliasson, oggi sono gli schermi e i luoghi a ridarci una visione orizzontale dell’occhio d’autore, un taccuino segreto che compare come libro aperto, ipotetico diario di viaggio romantico tra ascensioni mistiche e rigore spirituale. La terza camera cerca il suono nascosto dentro l’opera, un salottino che già l’anno scorso immaginai come camera della musica invisibile. Ieri la fotografia col concerto di incappucciati firmato Sislej Xhafa, oggi una scultura totemica di CHEN ZHEN, reperto prezioso del più catartico tra gli artisti cinesi. La sua luce, i simboli del lettering, la sabbia e alcuni oggetti dietro il vetro, tutto parla di “suoni” e silenzi asiatici che si avvolgono attorno alle note occidentali della visione archeologica. Volevo che le prime camere in sequenza evocassero il clima curatoriale della precedente mostra, intrecciando quel filo rosso che connette i piani della memoria coi campi dell’esperienza. Il resto della mostra scorre con soluzioni d’allestimento più “obbligate” (nella sala col tavolo tondo è quasi impossibile non privilegiare quel punto installativo) ma anche sorprendenti e narrative, tante storie fatte di richiami, aperture, vibrazioni, scosse. Sono state le opere a instillarci un nuovo ordine degli spazi, a stimolare l’anfratto e il dichiarato, il centro netto o l’angolo indeciso. Penso a JOSÉ MARIA SICILIA e al
The reception room, where guests are welcomed by an aristocratic splendour, hosts a flight stuck on the ground, a masterpiece by TONY CRAGG, where all imagination revolves around an expositive adventure. The plane hangs from the long balcony, hovering over the floor of the room; as we get closer to its lower part, it turns into a landscape of tidy relics, a world of items and memories to celebrate the plastic hybrids of universal pop art. Really the best wish for a journey through the topicality of memory. As if to confirm a journey evoking commitment and specific gravity, the following room series starts from the feet: yesterday with Francesco Arena’s sculpture, featuring two marble blocks under punitive shoes; today with YAYOI KUSAMA’s silvery apparition and it surreal shoes, a hymn to our mind’s liberating walk, a psychomotor vertigo to celebrate the oases of memory in the oceans of contemporariness. Straight afterwards, visitors enter a green-walled room, where three pictures by HIROSHI SUGIMOTO peep out. Last year’s natural landscape by Olafur Eliasson is now replaced by white screens and places, which provide us with a horizontal vision of the artist’s eye, a secret diary appearing like an open book, a hypothetical romantic travel log between mystical ascension and spiritual rigour. The third room represents an attempt to find the sound hidden inside the artwork: it is a small parlour which last year I had already conceived as the room of the invisible music. Yesterday Sislej Xhafa’s photograph displaying a parade of hooded characters, today a totemic sculpture by CHEN ZHEN, precious relics of the most cathartic among Chinese artists. Its light, the lettering symbols, the sand and some objects behind the glass, everything talks about Asian “sounds” and silences, wrapping up the Western notes of archaeological vision. I wanted the first sequence of rooms to evoke the curatorial atmosphere of the last exhibition, including that fil rouge which connects the levels of memory with those of experience. The rest of the exhibition features more “inevitable” (in the room with the round table one can hardly avoid privileging that installation area) but also surprising and narrative arrangement solutions, many stories made of references, openness, vibrations, shakes. A new order of spaces was inspired by artworks themselves, which pointed out the ravine and the open space, the clear centre and the indecisive corner. I am thinking of JOSÉ MARIA SICILIA and its
suo quadro floreale dagli echi divisionisti, un richiamo a Pellizza da Volpedo che è stato inserito sull’angolo, in corrispondenza con un vaso di fiori sopra il tavolo. Poggiarlo a terra era un piccolo azzardo ma lo abbiamo messo all’angolo senza titubanze: e subito la rivelazione del dialogo con l’unico vaso di fiori del piano, un gioco in apparenza formale che spiega la meccanica degli spazi, i rapporti tra luci e colori, i confini della decorazione e le aperture dell’invenzione. Ancor più rivelatorio il tavolo coi sei cassetti, al centro di una stanza che era stata pensata da subito per RICHARD AVEDON. Sei fotografie inedite del 1947, una sequenza dal tenore cronofotografico che pareva nata per vivere qui dentro, si è rivelata a perfetta misura di spazio ma soprattutto di tempo mentale. Così ANSELM KIEFER che aveva nel suo genoma il prezioso tavolo circolare: il libro di piombo sembra figlio naturale di quel complemento, partorito dal legno per essere sfogliato da ogni lato con passo sciamanico e circolarità pollockiana. Così anche RACHEL WHITEREAD con uno dei suoi calchi d’esordio, elemento dal chiarore marmoreo al centro di una sala asciutta dove il rigore unisce le distanze figurative. Stesso discorso, infine, per LUIGI ONTANI e la giungla di alberi in bambù, una selva verticale che ci rivela sorprendenti maschere in cartapesta, pura anomalia poetica che abbraccia culture e plasma nuovi immaginari scultorei. Una sequenza da carnevale degli eroici artisti che sono gravitati a Via Margutta, la strada romana dove vive lo stesso Ontani e dove Valentina, nel 1990, ha aperto la propria galleria.
floral picture which echoes the divisionism, a reference to Pellizza da Volpedo which was placed in a corner, in correspondence with a flower vase on the table. It was a bit risky to lean it on the floor, but we put it in a corner without any hesitation: straight afterwards, its interaction with the only flower vase on the floor was revealed, an apparently formal play showing the mechanics of spaces, the reactions between lights and colours, the lines of decoration and the openness of invention. The six-drawer table, in the middle of a room which from the very beginning had been conceived for RICHARD AVEDON is even more revealing. Six unpublished photographs dating back to 1947, a chronophotographic sequence which seemed to be born to live inside this room and turned out to perfectly adapt to space and especially to mental time. The same can be said for ANSELM KIEFER, who had the precious circular table in its own genome: the leaded book seems to be the natural child of that item born from wood to be browsed from all sides at a shamanistic pace and with Pollockian circularity. The same goes for one of RACHEL WHITEREAD’s debut moulds, which stands out with its plaster brightness in the middle of a plain room where figurative distances are bridged by rigour. Finally, the same can be said for LUIGI ONTANI and the bamboo jungle, a vertical forest revealing surprising papier mâché masks and moulding sculptural imaginaries. A carnival sequence of the heroic artists who hung out in Via Margutta, the Roman street where Ontani himself lives and where Valentina opened her own gallery back in 1990.
E poi ci sono le sorprese che sorprendono, il lampo che reinventa lo spazio e ne ribalta il carattere iniziale. James Turrell con la luce sensoriale che plasma l’unica camera senza mobili e definisce un volume del viaggio interiore. Esperienza dentro l’esperienza con la trasformazione dello spazio solido in ambiente cromatico. E ancora PABLO PICASSO con alcuni costumi scultorei del 1917 che ricreano un teatro postcubista dentro il teatralismo scenografico di una camera affrescata. Vero gioco di veggenze ed eclettismi che stupirà per il tasso avanguardista e il tenore poetico del puro genio.
And then there are the surprising surprises, the lightning reinventing space and overturning its initial nature. James Turrell’s sensorial light moulding the only room without furniture and defining a volume of the interior journey. Experience within the experience, while solid space turns into chromatic environment. And then PABLO PICASSO with some 1917 sculptural costumes recreating a post-cubist theatre within the scenographic theatricalism of a frescoed room. A proper play of palmistry and eclecticism, which is going to astonish both for the avant-garde rate and the poetic level of pure genius.
Nel viaggio non mancano alcuni autori italiani più giovani (parola ormai pericolosa in arte ma credo renda il senso anagrafico del percorso), quelli che Valentina ha supportato, visto maturare passo dopo passo, opera dopo opera, mostra dopo mostra. DONATELLA LANDI coi suoi vassoi installativi da cui sbucano tubi misteriosi ad alto tasso simbolico, evocazione del porto di Amburgo in cui gli elementi d’uso funzionale, mescolati al piano sonoro, modificano le coordinate architettoniche. CARLO GAVAZZENI con due lightbox fotografici e una fotografia dal taglio orizzontale: flash di corpi e reperti archeologici, lampi di tempo dilatato e spazio compresso per una visione densa, figlia iconografica di un talento della fotografia dal passo pittorico. FRANCESCO MERNINI e una doppia chiave del suo
The journey includes some younger (nowadays a dangerous word to use in the field of art, but I do think it rams the message home) Italian artists, those who Valentina supported, seeing them mature step after step, exhibition after exhibition. DONATELLA LANDI with her tray-shaped installations, from which highly symbolical pipes come out: in this evocation of the Hamburg harbour functional elements mingle with the sound level, altering architectural coordinates. CARLO GAVAZZENI with two photographic lightboxes and a horizontal photograph: flashes of bodies and archaeological relics, lighting of dilated time and compressed space for a pregnant vision, iconographic creature of a talent of pictorial photography. FRANCESCO MERNINI and a double key to his imaginary: on the one hand a large picture looking into
immaginario: un grande quadro che indaga l’architettura razionalista con attitudine fredda e postmediale; una scultura che sottolinea la concettualità elaborativa dietro un volume abitabile. Due opere connesse per un artista che sembra l’unico vero erede di Gerhard Richter. E’ svizzero ma conosce bene l’Italia DONATO AMSTUTZ, altro artista su cui Valentina ha scommesso e vinto. In mostra due lavori a ricamo che mescolano il ritratto alla cultura dell’equilibrio medicinale, inserendo una tecnica antica nel cortocircuito del presente tecnologico. Quattro autori eterogenei che sentono il valore intuitivo dell’immagine, il potere del volume plastico, l’importanza di una narrazione dietro l’energia estetica e il talento iconografico. Quattro interventi che portano la mostra verso l’evasione avventurosa, verso spazi lontani e luoghi del ricordo, tra malinconia ed emozione percepibile, oltre il confine della materia e delle apparenze. In chiusura sottolineo l’opera che apre la mostra, il capolavoro di CY TWOMBLY che campeggia all’ingresso del piano nobile. Un lavoro di felice sintesi e struggente bellezza, un inedito dal titolo significativo: “Roman Notes”, appunti sismografici dove il tratto ripetuto diviene diapason polmonare e contrappunto dello sguardo. Su quei magici segni, tra flash reali e bagliori dell’animo, si chiude il secondo viaggio cosmogonico con una supernova dalla luce speciale e dal battito lungo. L’odissea di Valentina Moncada ha trovato un porto sicuro. Buona visionarietà a chi, come lei e il sottoscritto, ama vedere “oltre”.
the rationalist architecture with a detached and postmedia attitude; on the other, a sculpture highlighting the conceptual elaboration behind a habitable volume. Two intertwined works for an artist who seems to be Gerhard Richter’s only real heir. DONATO AMSTUTZ, another artist Valentina placed a bet on (and she won it), is Swiss, but knows Italy very well. Two embroideries which blend portrait and culture of medicinal equilibrium, introducing an ancient technique into the short circuit of technological contemporariness. Four heterogeneous artists, who feel the intuitive value of images, the power of plastic volumes, the importance of a narration behind aesthetic energy and iconographic talent. Their presence lends the exhibition the air of an adventurous escape, towards faraway spaces and places of memory, between melancholy and perceptible emotion, beyond the limits of matter and appearances. In conclusion, I would like to draw your attention to the artwork which opens the exhibition, CY TWOMBLY’s masterpiece standing out at the entrance of the piano nobile. An artwork of inspired synthesis and melting beauty, an unpublished work significantly titled “Roman Notes”, seismographic notes where the reiterated stroke becomes pulmonary tuning fork and counterpoint of the eye. On those magical signs, between real flashes and soul glares, our second cosmogonic journey comes to an end, with the special light and the long beat of a supernova. Valentina Moncada’s odyssey landed in a safe harbour. If you love to see “beyond”, as Valentina and I do, might you enjoy the visionariness.
_ODISSEA CONTEMPORANEA
_CONTEMPORARY ODISSEY _Valentina Moncada
Come un bambino rovescia sul pavimento della stanza un baule pieno di giocattoli, TONY CRAGG spargeva in terra i residui di plastica trovati sulla spiaggia e raccolti in sacchi della spazzatura: era il 29 novembre 1990, avevo da poco aperto a Via Margutta un “cubo bianco” destinato a presentare l’arte del mio tempo. Arrivavo da New York e avevo vissuto una grande stagione artistica lavorando nei musei e nelle gallerie della Grande Mela. A Soho, nella galleria di Annina Nosei, avevo conosciuto Jean-Michel Basquiat e Barbara Kruger, Leo Castelli e Ileana Sonnabend, Eli Broad e Germano Celant. Sentivo che il mio momento era arrivato, volevo un mio spazio a Roma proprio dove mio trisnonno aveva costruito tre edifici adibiti a studi d’artista. Ero cresciuta a Via Margutta, la strada e la sua storia avevano lasciato un segno nel mio animo. Il 3 ottobre 1990 inaugurai lo spazio con una personale di Anne et Patrick Poirier. Gianluca Marziani era un attento frequentatore, non perdeva una mostra e divenne presto un interlocutore intelligente e curioso. Vivere nell’arte, respirarla, visitare artisti nei loro studi, curare mostre, collezionare è stata la mia grande passione vissuta nel quotidiano. La mostra a Palazzo Collicola è un percorso fatto di pietre miliari, momenti, pagine di un lungo diario. All’entrata, ad accogliere il visitatore c’è “Roman Notes” di CY TWOMBLY, un’opera della mia collezione privata, il fluire di segni sulle pagine di un diario di bordo, un enigmatico viaggio. E’ come tornare in un luogo d’infanzia per avere uno sguardo diverso ed elettrizzante sul medesimo ricordo. Ogni stanza ha posto una sfida e le opere scelte sono state dettate dalle condizioni imposte dal contesto. Nulla poteva essere cambiato o toccato nel palazzo e il contemporaneo si è subito posto in un dialogo con la storia del luogo. Proprio ieri, spargevo a terra l’aereo di plastica di Cragg… le sue parole mi tornavano in mente, “sono reperti archeologici contemporanei, che differenza hanno con i cocci romani che trovate sepolti nelle vostre rovine? Entrambi sono residui di una cultura, questi sono i nostri e ogni oggetto racconta la storia e il mistero di un vissuto”. Lungo la spiaggia attraverso il tempo, l’aereo di Cragg invita al viaggio.
Just like a child spilling on the floor of a room a trunk full of toys, TONY CRAGG spread on the floor the plastic relics he had found on the beach and gathered into trash bags: it was the 29th November 1990; shortly before I had opened in Via Margutta a “white cube”, which was meant to present the art of my own times. I had come back from New York, where I had experienced a great artistic season working in the museums and galleries of the Big Apple. In Soho, at Annina Nosei’s gallery, I had met Jean-Michel Basquiat and Barbara Kruger, Leo Castelli and Ileana Sonnabend, Eli Broad and Germano Celant. I felt my moment had arrived, I wanted a space of my own in Rome, just where my great-great grandfather had built three edifices to be used as artist studios. I had grown up in Via Margutta: its street and its story had left a mark on my soul. On the 3rd October 1990 I inaugurated the space with a solo exhibition of Anne et Patrick Poirier. Gianluca Marziani was an attentive visitor: he never missed one exhibition, and he soon became a clever and curious interlocutor. Being immersed in art, breathing it, visiting artists in their own studios, curating exhibitions, collecting: this has been my big passion, which I have experienced in everyday life. The exhibition at Collicola Palace is a journey made of milestones, pages of a long diary. At the entrance, visitors are welcomed by CY TWOMBLY’s “Roman Notes”: an artwork belonging to my private collection, the flowing of signs on the pages of a travel log, an enigmatic journey. It is like going back to a place of our childhood, to experience a different and electrifying vision of the same memory. Each room implied a challenge, and the selection of artworks was dictated by the conditions imposed by the contest. In the palace, nothing could be changed or touched, and contemporariness has immediately started to interact with the history of the place. Right yesterday, while I was spreading on the floor Cragg’s plane, his words came back to my mind: “they are archaeological relics, why should they be different from the Roman shards that you find buried beneath your ruins? They are both relics of a culture: these are ours, and each object tells the story and the mystery of personal experience”. Along the beach, Cragg’s plane is an invitation to travel through time.
Ho seguito passo passo la creazione delle maschere di LUIGI ONTANI dedicate agli artisti di Via Margutta. E’ stato un lungo e magico cammino. Vederle riunite qui a Palazzo Collicola insieme alle maschere ideate per la Serpentine Gallery di Londra mi ha riempito di gioia! La meraviglia di allestirle insieme al Maestro creando giochi e rimandi, visivi e culturali, stilistici e formali, ha mosso nel profondo vibranti energie. Era il 2007 quando decisi di celebrare il novantesimo anniversario della visita di PABLO PICASSO a Roma. Fu proprio negli Studi Patrizi di Via Margutta che l’artista creò i primi costumi cubisti per il balletto “Parade” di Serge Diaghilev. Era il 1917 e l’artista affittava uno studio da mio bisnonno. Quando il Maestro Ontani visitò la mostra, rimase colpito e poco dopo per influenza o coincidenza iniziò il lavoro sulle maschere e il tableau vivant. Ora li vedo insieme nei saloni della mostra con i video del balletto cubista e la processione delle maschere: sento tendere un filo trasparente tra il destino dei luoghi e degli incontri. Come Ulisse visitando l’Ade riprende il suo viaggio con nuovo vigore, il passeggiare tra i saloni mi riempie di creatività. “I miei remi come ali di un folle volo” racconta il viaggiatore dell’Odissea… ed ecco alcune opere legate e slegate tra loro all’insegna di una bussola improbabile. Il libro di ANSELM KIEFER, “Star Book”, con pagine di piombo cosparse di costellazioni che rimandano ad un cielo, un paesaggio interiore sognato e sognante di un poeta malinconico. Il suono del porto di Amburgo, forme singolari e ripetute che scandiscono il pavimento con i vassoi e boccaporti di Freihafen, lavoro di Donatella Landi presentato nel 1992. E che dire del cappotto della modella Theo Graham, usato a forma di ali in scatti a sequenza di Richard Avedon presentati per la prima volta dal 1947. Sarà ancora un legame familiare a condurmi verso il baule segretamente custodito con foto mai viste del grande Avedon. Se il movimento suggerisce un battito d’ali, il soffitto in terra di Rachel Whiteread capovolge la nostra percezione tra alto/basso, negativo/positivo. Se il cielo è il mio mare, i miei remi sono le mie ali. JAMES TURRELL è un’altra storia. Venne a Roma nel 1999 e ci trovammo a colazione all’Hotel Parco dei Principi con l’idea di realizzare una mostra ai Mercati di Traiano. Mi parlò dei cieli dell’Arizona, delle stelle e dei crateri, del mistero della luce e di farne parte. “Sono nella luce”: non si tratta più di guardare un’opera ma di entrarci, di varcare una soglia e abbracciare l’ignoto. I suoi volumi di luce cangiante rappresentano un invito al viaggio, una chiamata. L’arte non si fa “guardare” ma diventa “un’esperienza” dove incontriamo noi stessi.
I followed the creation of LUIGI ONTANI’s masks dedicated to the Via Margutta artists step by step. It was a long and magical path. For me it was a joy to see them all together here at Collicola Palace with the masks ideated for the London Serpentine Gallery. The wonderful process of arranging them with the Master himself, creating visual, cultural, stylistic and formal plays and references, stirred vibrant energies deep inside of me. It was 2007 when I decided to celebrate the 90th anniversary of PABLO PICASSO’s visit in Rome. In the Studi Patrizi of Via Margutta the artist created the first cubist costumes for Serge Diaghilev’s ballet. It was 1917 and he was renting the studio from my great grandfather. When the Master Ontani visited the exhibition he was impressed and shortly afterwards, either influenced or by sheer coincidence, he began to work on masks and tableaux vivants. Now I see them together in the rooms of the exhibition, along with the videos of the cubist ballet and the procession of masks: I feel as if an invisible fil rouge connected the destiny of places and meetings. Just as Ulysses, after visiting Hades, resumes his journey with renewed vigour, I fill with creativity as I walk through the rooms. “We of the oars made wings for our mad flight”, tells the voyager of the Odyssey…and here are some works intertwined with each other and detached from each other, as the emblem of an improbable compass. ANSELM KIEFER’s book, “Star Book”, with leaded pages dotted with constellations which are reminiscent of a starry sky, the dreaming and dreamed of interior landscape of a melancholy poet. The sound of the Hamburg harbour, peculiar and reiterated shapes marking the floor with the trays and hatchways of “Freihafen”, an artwork by Donatella Landi presented in 1992. And what about the coat of the model Theo Graham, shaped like a pair of wings in Richard Avedon’s shot sequence presented for the first time since 1947. Once again, it will be a familiar tie to lead me towards the secretly guarded trunk with unpublished photographs by the great Avedon. If the movement is reminiscent of a flutter of wings, Rachel Whiteread’s ceiling on the ground overturns our perception of high/low, negative/positive. If the sky is my sea, my oars are my wings. JAMES TURRELL is quite another story. He came to Rome in 1999 and we met for breakfast at the Hotel Parco dei Principi, with the intention of realising an exhibition in the Trajan’s market. He told me about the skies of Arizona, about stars and craters, about the mystery of light and of being part of it. “I am in the light”: it is no longer about looking at an artwork, but about going into it, crossing a threshold and embracing the unknown. His volumes of changing light represent an invitation to travel, a call. Art is not to be merely “watched”: it becomes an experience, where we meet ourselves.
La calda pittura Spagnola di JOSÉ MARIA SICILIA, i pigmenti su cera liquida che sedimentano e lasciano tracce pittoriche, stratificate come una sapiente archeologia del sapere e del colore. A Mallorca nella sua casa-studio abbiamo parlato del poeta Juan de la Cruz, di quella visione mistica e sensuale cosi propria della cultura Iberica. Notte nuziale e trasfiguratrice.
JOSÉ MARIA SICILIA’s warm Spanish painting, the pigments on liquid wax subsiding and leaving pictorial traces, layered like a masterly archaeology of knowledge and colour. In his home-studio in Majorca we talked about the poet Juan de la Cruz, about that mystical and sensual vision which is so typical of Iberian culture. Transfiguring wedding night.
Nel mio avventurarmi per mari e per monti ho esposto due artisti orientali, la giapponese YAYOI KUSAMA nel 1993 e il cinese CHEN ZHEN nel 1991. La Kusama arrivò in galleria scortata dal suo entourage e con il titolo di “tesoro nazionale vivente” veniva trattata come un’opera d’arte. Allestire con lei le morbide forme falliche argentate poste dentro scarpe d’argento o sulle superfici dei suoi quadri era come far parte della sua visione ossessiva. Ero all’ottavo mese di gravidanza e mi sentivo in sintonia con la mostra. Mi regalò una scarpa argentata e quando mi fece la dedica cominciai a sentire una vibrazione ritmica. Mia figlia quasi nacque quella notte. L’avrei chiamata Yayoi se cosi fosse stato! Chen Zhen invece lo conobbi quando era totalmente sconosciuto. Mi trovavo a Parigi quando il critico Jerome Sans mi disse di andare a trovare un artista cinese appena arrivato dalla Cina. Abitava in un modesto sottoscala, aveva poco da mostrarmi, qualche opera fatta con carta di riso incisa da tracce di oggetti messi in bacheche di vetro. Gli offrii la sua prima personale. Ho ritrovato dei disegni che qui pubblico per la prima volta.
While venturing around the world, I curated the exhibitions of two Oriental artists, the Japanese YAYOI KUSAMA in 1993 and the Chinese CHEN ZHEN in 1991. Kusama arrived at the gallery escorted by her entourage; with the title of “national living treasure” she was treated as an artwork. Arranging with her soft silver phallic shapes placed in silvery shoes or on the surfaces of her pictures was like being part of her obsessive vision. I was eight months pregnant and I felt in tune with the exhibition. She gave me the silvery shoe as a present and I started feeling a rhythmic vibration. My daughter was nearly born that night. If that had happened, I would have called her Yayoi! As for Chen Zhen, he was still completely unknown when I met him. I was in Paris, when the critic Jerome Sans suggested that I should go and visit a Chinese artist who had just arrived from China. He lived in a modest space under a staircase: he did not have much to show me, some artworks made of rice paper and engraved with marks of objects put into glass showcases. I offered to curate his first solo exhibition. I found some drawings which are published here for the first time.
Sono felice di presentare tre giovani artisti, Donato Amstutz che ricama donne addormentate e scatole di narcotici: il sonno, l’abbandono e l’amnesia nel lento cucire di un tempo sospeso e dilatato. CARLO GAVAZZENI, nato nel teatro, che mette in scena un occhio colto e usa la luce come materia, mettendo il fruitore al centro di un dramma sensuale e avvolgente. E poi il talento pittorico di FRANCESCO MERNINI che ci conduce nell’arena metafisica e utopica dell’architettura razionalista, suggerendoci che il punto d’arrivo diventa un nuovo inizio.
I am glad to introduce three young artists. Donato Amstutz, who embroiders sleeping women and narcotic boxes: sleep, abandon and amnesia in the slow sewing of a suspended and dilated time. CARLO GAVAZZENI, whose career began in the field of theatre, stages an erudite eye and uses the light as matter: the observer becomes the centre of a sensual and riveting drama. And then the pictorial talent of FRANCESCO MERNINI, who leads us into the metaphysical and utopian arena of rationalist architecture, suggesting that the finishing line becomes a new beginning.
Ho voluto pubblicare un apparato con tutte le mostre della mia attività poiché vorrei ricordare tutti gli artisti esposti o collezionati. Ognuno rappresenta una fondamentale tappa di un viaggio, la mia Odissea Contemporanea.
I decided to publish a critical apparatus including all the exhibitions of my activity, because I would like to remember all the artists whose works I have exhibited or collected. Each of them represents an essential stage of a journey, of my contemporary Odyssey.
COSMOGONIA_ VOLUME DUE
VA L E N T I N A M O N C A D A _ O D I S S E A C O N T E M P O R A N E A
C Y T W O M B LY
_Roman Notes
1970
_ Palazzo Collicola_ Piano Nobile
TONY CRAGG
_Aeroplane
1979
_Tony Cragg allestisce Aeroplane nella galleria Valentina Moncada _29 Novembre 1990
YAY O I K U S A M A
_Shoe in silver
1976
_Yayoi Kusama allestisce nella galleria Valentina Moncada _1 Giugno 1993
HIROSHI SUGIMOTO
_Carpenter Center
1993
_Bay of Sagami
1997
_Garterbau, Vienna
2001
_Carpenter Center (dettaglio)
CHEN ZHEN
La "LuciditĂŠ" de l'agonie / Le DĂŠtachement n. 3
1993
_Disegni preparatori per la mostra in galleria _31 Gennaio 1991
FRANCESCO MERNINI
_Floating Architecture
2010
_ M u l t i l e v e l Ti m e
2010
_Floating Architecture (dettaglio)
D O N AT O A M S T U T Z
_Prozac
2010
_ W o m a n Va n i s h i n g
2 0 0 9 / 2 0 11
_Woman Vanishing (dettaglio)
D O N AT E L L A L A N D I
_Freihafen
1992
_Galleria Valentina Moncada _29 Aprile 1993
JOSÉ MARIA SICILIA
_Eclipse: Soller
2006
_Galleria Valentina Moncada _4 Ottobre 2006
C A R L O G AVA Z Z E N I
_Untitled 1
2005
_Untitled (Roma dimenticate I)
2010
_Untitled 2
2005
_Untitled 2 (dettaglio)
R I C H A R D AV E D O N
_Senza titolo (Junior Bazaar)
1947
6 fotografie inedite della modella Theo Graham
_Fotografia di R. Avedon 1949 _abito White Satin Column Christian Dior _modella Theo Graham
RACHEL WHITEREAD
_Untitled (Ceiling)
1993
Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
_Visione Britannica II - Notions of space _Galleria Valentina Moncada _14 Maggio 1994
ANSELM KIEFER
_Star Book
2003
Collezione Privata
_Star Book (dettaglio)
JAMES TURRELL
_ To l l y n r e d
1967
_ Pancho (Magnetron) 2000. Courtesy Albion Gallery
PA B L O P I C A S S O
_Il manager americano
_Il cavallo
_Il manager francese
1917
_Igor Stravinsky, Pablo Picasso e Gerald Thyrwitt _Studi Patrizi Roma 1927
L U I G I O N TA N I
_ m a r ’ D E I g u t t AV I
2009
_AuroboruSerpentine
2010
_ Galleria Valentina Moncada_ 26 ottobre 2009
MOSTRE GALLERIA VALENTINA MONCADA (dal 1990)
ANNE ET PATRICK POIRIER HYPOMNEMATA MEMORANDA 3 ottobre 1990 > 15 novembre 1990 Catalogo: Memoria Mundi, Roma 1990. TONY CRAGG 30 novembre 1990 > 15 gennaio 1991 Catalogo: Roma 1991 (con un’intervista di L. Pratesi). CHEN ZHEN 31 gennaio 1991 > 15 marzo 1991 Catalogo: Roma 1991 (testo di C. Christov-Bakargiev e un’intervista di J. Sans) MICHAEL YOUNG TABULA DIFFERENTIAE 5 aprile 1991 > 18 maggio 1991 Catalogo: Roma 1991 (testo di V. Coen). Conferenza dell’artista presso l’American Academy in Rome. LANGLANDS & BELL 6 novembre 1991 > 18 dicembre 1991 Con il patrocinio di The British Council, Roma Catalogo: Roma 1991. In collaborazione con Luis Campana (Frankfurt) e Paley Wright Interim Art (London), testo di A. Dannatt. MAURIZIO PELLEGRIN 15 gennaio 1992 > 28 febbraio 1992 Catalogo: Roma 1992 (testi di L. Pratesi, M. Pellegrin, Collins & Milazzo (NY), progetto di A. Sieff, Transparencies by Corinto (Roma). SHIRAZEH HOUSHIARY 4 marzo 1992 > 30 aprile 1992 Con il Patrocinio di The British Council ANISH KAPOOR Carrara: progetto per una collezione privata, 1992-1993 CHRISTIAN MARCLAY MASKS 20 maggio 1992 > 30 giugno 1992 A cura di L.Williams Catalogo: Roma 1992 (testo di W. Koestenbaum). IMPRONTE DELL’AVVENTURA Luigi Carboni, Luca Sanjust, Leonardo Santoli 4 novembre 1992 > 20 dicembre 1992 A cura di V.Coen ANNE MARIE JUGNET 15 gennaio 1993 - 20 febbraio 1993 VISIONE BRITANNICA I Tony Cragg, Grenville Davey, Shirazeh Houshiary, Alex Landrum, Abigail Lane, Langlands & Bell, Richard Long, Frieda Munro, Julian Opie 23 febbraio 1993 > 30 marzo 1993 A cura di V.Moncada e L.Williams In collaborazione con Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande (Roma) Con il Patrocinio di The British Council, Roma In occasione della mostra è stata presentata la cartella grafica “London Portfolio” con 25 prove d’artista di: Dominic Denis, Angus Fairhust, Damien Hirst, Michael Landy, Langlands & Bell, Nicholas May, Marc Quinn, Marcus Taylor, Gavin Turke, Rachel Whiteread, Craig Wood DONATELLA LANDI 29 aprile 1993 > 29 maggio 1993 A cura di V.Moncada e L.Williams Catalogo: Roma 1993 (testo di L. Pratesi) YAYOI KUSAMA 1 giugno 1993 > 30 settembre 1993 A cura di V. Moncada e L. Williams In collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura a Roma Catalogo: Roma 1993 (testo di B. Bertozzi) MICHAEL YOUNG DESCENDING JACOB’S LADDER 9 novembre 1993 > 31 dicembre 1993 In collaborazione con Turske –Hue –Williams (London) Con il Patrocinio dell’American Academy in Rome Catalogo: in collaborazione con Blum Helman Gallery (New York). IN ALTRE PAROLE Art & Language, Anne Marie Jugnet, On Kawara, Joseph Kosuth, Donatella Landi, Alex Landrum, Simon Linke, Frieda Munro, Chen Zhen 30 marzo 1994 > 28 aprile 1994
VISIONE BRITANNICA II - NOTIONS OF SPACE Alan Charlton, Brad Lochore, Alex Hartley, Mona Hatoum, Rachel Whiteread, Stephen Willats, Craig Wood 14 maggio 1994 > 1 luglio 1994 A cura di G. S. Wright Con il Patrocinio di The British Council, Roma Catalogo: a cura di G. S. Wright, Roma 1994. MAURIZIO PELLEGRIN WORKS 1990-1994 27 settembre 1994 > 5 ottobre 1994 A cura di J. Turner Catalogo: Il Ponte Contemporanea, Galleria Valentina Moncada, Piano Nobile, EOS Arte Contemporanea, Studio Tommaseo, Museo Revoltella (testi di F. Bonami e J.Turner) JOS KRUIT All’interno della rassegna “L’Ottobre degli Olandesi”, 12 artisti contemporanei dai Paesi Bassi in 11 gallerie romane 27 ottobre 1994 > 20 dicembre 1994 a cura di J. Turner, in collaborazione con l’Ambasciata dei Paesi Bassi a Roma e il Ministero degli Affari Esteri Olandesi de L’Aia. NOLI ME TINGERE Oscar Baccilieri, Vittorio Brocatello, Elvio Chiricozzi, Mauro Lucarini, ‘Mistiche Nutelle’, Adriano Tetti, Michael Young 15 dicembre 1994 > 15 gennaio 1995 UNA VISIONE ITALIANA Mario Airò, Daniela De Lorenzo, Eva Marisaldi, Laura Ruggeri, Sabrina Sabato, Tommaso Tozzi, Maurizio Vertugno, Luca Vitone 16 marzo 1995 > 4 maggio 1995 A cura di L. Pratesi Catalogo: Roma 1995 (testo di L. Pratesi) ALEX LANDRUM 20 ottobre 1995 > 4 dicembre 1995 Con il patrocinio di The British Council, Roma DONATELLA LANDI 11 dicembre 1995 > 15 marzo 1996 A cura di V. Moncada e L.Williams Catalogo: Roma 1996 (testi di R. Caruso e C. Casorati). SHOT, UNA VISIONE BRITANNICA Larry Clark, Gregory Crewdson, William Eggleston, Nan Goldin, Jack Pierson, Robert Yarber 2 aprile 1996 > 15 maggio 1996 A cura di C. Perrella Catalogo: Roma 1996 (organizzazione: T. Lombardi, V. Moncada e L. Williams; testi: C. Perrella e L. Beatrice). GILLIAN WEARING BRITISH WAVES – ARTISTI BRITANNICI A ROMA 22 maggio 1996 > 29 giugno 1996 A cura di M. Codognato Con il Patrocinio di The British Council, The Henry Moore Foundation e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte di Torino Catalogo: Allemandi, Torino 1996 (testo di M. Codognato). ANDY Christophe von Hohenberg, Andy Warhol, 29 maggio 1997 > 15 luglio 1997 In collaborazione con Gai Mattiolo e Polaroid Roma CARTIER OBJETS D’ART 4 ottobre 1997 > 28 ottobre 1997 IAN DAVENPORT 5 novembre 1997 > 19 dicembre 1997 Con il patrocinio di The British Council, Roma Conferenza dell’artista alla British School at Rome, 1998. COLOUR FIELDS Ian Davenport, Dominic Denis, Shirazeh Houshiary, Alex Landrum, Simon Linke 19 gennaio 1998 > 25 febbraio 1998 Con il patrocinio di The British Council, Roma. HABITAT Massimo Bartolini, Francesco Bernardi, Luisa Lambri, Mario Milizia, Luca Pancrazzi, Alessandra Tesi 4 marzo 1998 > 17 marzo 1998 A cura di C. Perrella GARRY FABIAN MILLER SECTIONS OF ENGLAND: THE SEA HORIZON Rassegna UK TODAY III 14 maggio 1998 > 15 luglio 1998 Con il Patrocinio del British Council, Roma ROBERTO CARACCIOLO & IAN DAVENPORT 7 ottobre 1998 > 30 ottobre 1998 ANGELA GRAUERHOLZ 11 novembre 1998 > 22 dicembre 1998
Con il Patrocinio del Musée du Québec e del Ministere de la Culture e des Communications e del Ministere des Affaires internationales du Quebec A cura di L. Déry Catalogo: Musée du Québec, 1998. PETER DAVIS 3 febbraio 1999 > 2 aprile 1999 Con il Patrocinio di The British Council, Roma VISIONE BRITANNICA III Thomas Joshua Cooper, Andy Goldsworthy, Zebedee Jones, Brad Lochore 28 aprile 1999 - 15 luglio 1999 Con il Patrocinio di The British Council, Roma
VINCENT GALLO BUFFALO 66 10 novembre 1999 > 10 gennaio 2000 TOKYO GA, UNA VISIONE GIAPPONESE Nobuyoshi Araki, Nan Goldin, Hiromix 22 marzo 2000 > 16 maggio 2000 A cura di C. Perrella JEANLOUP SIEFF THE ART OF FASHION 22 maggio 2000 > 28 giugno 2000 In collaborazione con I. Galitzine MARCO SAMORÈ STANDARD 15 novembre 2000 > 15 gennaio 2001 A cura di L. Pratesi Catalogo: Nuova Anterem, Roma 2001 (testi di L. Pratesi). VISIONIVISIONS, I PRIMI DIECI ANNI Pubblicazione: Charta, Milano 2001 (testi di C. D’Orazio, L. Pratesi e C. Perrella). FIORI Claudio Palmieri, José Maria Sicilia 15 febbraio 2001 > 9 marzo 2001 JAMES TURRELL 28 maggio 2001 > 15 luglio 2001 PETRA FERIANCOVÀ SALUTI DA LILLIPUTTANIA 7 novembre 2001 > 15 gennaio 2002 Con il Patrocinio dell’Istituto Slovacco a Roma JOSÉ MARIA SICILIA 20 marzo 2002 > 10 aprile 2002 DONATELLA LANDI 89 PETITES PIECES 23 aprile 2001 > 30 maggio 2002 THOMAS RUFF Fotografia – Festival internazionale di Roma I 31 maggio 2002 > 15 luglio 2002 A cura di M. Delogu
Con il patrocinio di Alta Roma NEW YORK THE GOLDEN YEARS Jimmy De Sana, Ron Galella, Annie Leibowitz, Roxanne Lowit, Gerry Malanga, Jean Pigozzi, Wolfgang Wesener 8 ottobre 2003 > 19 novembre 2003 A cura di N. Kummer GIALLO D’AUTORE Robert Doisneau, Jeanpaul Najar 21 gennaio 2004 > 17 marzo 2004 ELISABETTA CATALANO GENTE DI CINEMA Fotografia – Festival internazionale di Roma III, a cura di M. Delogu 8 aprile 2004 > 14 maggio 2004 ILEANA FLORESCU ACQUA DI COMETA 19 maggio 2004 > 29 settembre 2004 UBERTO GASCHE GENANA 6 ottobre 2004 > 4 novembre 2004 PLAY ’04 – RASSEGNA VIDEO opere dalle Accademie di Belle Arti di Bologna, Carrara, L’Aquila, Milano, Napoli, Roma, Torino, Urbino, Venezia 5 - 6 novembre 2004 A cura di L. Aiello, C. Casorati, D. Landi e L. Valerio Con il Patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Roma e Comune di Archi Catalogo: Litograf editore, Perugia 2004 (testi di L. Aiello, C. Casorati, M. Chini). PRISCILLA RATTAZZI A RIVEDERCI ROMA 10 novembre 2004 > 10 gennaio 2005 MATTHEW PILLSBURY 02 marzo 2006 > 22 marzo 2006 Con il Patrocinio dell’American Academy in Rome LUCA CATALANO GONZAGA CENTO SCATTI PER CENTO SORRISI 24 maggio 2006 > 31 maggio 2006 Con il Patrocinio del Sovrano Militare Ordine di Malta e del Comune di Roma SITE SPECIFIC Elger Esser, Carlo Gavazzeni, Simryn Gill, Nan Goldin 14 giugno 2006 > 19 luglio 2006 JOSÉ MARIA SICILIA ECLIPSES 2006 04 ottobre 2006 > 10 novembre 2006 MARIO GIACOMELLI COSE MAI VISTE 22 novembre 2006 > 30 gennaio 2007 A cura di E. Cucchi
VISIONI VISIONS I Petra Feriancovà, Zebedee Jones, Anne Marie Jugnet, Karen Kilimnik, Alex Landrum, Donatella Landi, Marco Samoré, Robert Yarber “Micromuseum” Palermo 24 luglio 2002 > 30 ottobre 2002
PICASSO A VIA MARGUTTA – 1919-2007 NOVANTESIMO ANNIVERSARIO 28 marzo 2007 – 30 aprile 2007 Con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, Opéra National de Paris, Teatro dell’Opera di Roma Pubblicazione: Picasso a Roma “Mon Atelier de Via Margutta 53b”, Electa, collana Pesci Rossi, Verona 2007.
DONATO AMSTUTZ 24 ottobre 2002 > 29 novembre 2002 Con il Patrocinio di Pro Helvetia, Canton Nidwalden Kommission FuR Kultur Und Denkmalpflege
ALEXANDER RODCHENKO 04 giugno 2007 > 22 giugno 2007 In collaborazione con Shenker Culture Club di Roma e con Photology
VISIONI 2 Nobuyoshi Araki, Nan Goldin, Thomas Ruff, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto “Micromuseum”, Palermo 2 novembre 2002 > 28 febbraio 2003 A cura di P. Falcone
POLIS Petra Feriancova, Kasia Krakowiac, Michal Moravcik 27 giugno 2007 > 13 luglio 2007 A cura di L. Pribisova Con il Patrocinio dell’Istituto Slovacco a Roma
LEE MILLER 16 gennaio 2003 > 14 marzo 2003
CARLO GAVAZZENI TEATRI D’INVENZIONE 3 ottobre 2007 > 21 dicembre 2007
GARRY FABIAN MILLER THOUGHTS OF A NIGHT SEA 26 marzo 2003 > 30 aprile 2003 Con il Patrocinio di The British Council FERDINANDO SCIANNA Fotografia –Festival internazionale di Roma II, a cura di M. Delogu 22 maggio 2003 > 15 luglio 2003 FRANCO MOSCHINO VUOTO 14 luglio 2003 > 18 luglio 2003
DONATO AMSTUTZ PUBLIC PRIVACY 14 febbraio 2008 > 27 marzo 2008 Con il patrocinio di Pro Helvetia ABELARDO MORELL WHEN IN ROME 11 aprile 2008 > 28 maggio 2008 Con il Patrocinio dell’American Academy in Rome REC MODE– VIDEO RASSEGNA DELLE ACCADEMIE EUROPEE DI BELLE ARTI
Daniela Baraãkova Peter Barényi, Marek Bure‰, Clara De Paoli, Helmut Ege, Mariana Ferratto, Miroslav Kohùt, Juliane Schmidt e Anna Witt 11 giugno 2008 > 20 giugno 2008 Promossa dall’Accademia di Belle Arti di Roma a cura di C. Casorati, D. Landi, V. Moncada, L.Valerio, coordina L. Pribisova. Premio Valentina Moncada Catalogo: Roma 2008 (testi di V. Moncada e G. Lo Russo). VIDEO EXCHANGE Anetta Mona Chisa, Andrea ChreÀová, Pavlina Fichta âierna, Anna Dauãíková, Lubomir ëurãek, Petra Feriancová, Mira Gáberová, Vladimir Havrilla, Vladimir Kordo‰, Monica Kováãová, Patrik Kovaãovsk˘, Matu‰ Lányi, Ilona Németh, Peter Rónai, Milan Tittel, Lucia Tkáãová, Jana Îelibská 10 settembre 2008 > 26 settembre 2008 A cura di L. Pribi‰ová In collaborazione con il Ministero della Cultura Slovacca, l’Istituto Slovacco e l’Ambasciata Slovacca a Roma TROPISMI Mark Dion, Petra Feriancova, Ileana Florescu, Carlo Gavazzeni, Shirazeh Houshiary, Donatella Landi, Thomas Ruff, Hans-Christian Schink 9 ottobre 2008 > 15 dicembre 2008 A cura di V. Moncada PASCAL GAUTRAND WHEN IN ROME, DO AS ROMANS DO 1 febbraio > 20 febbraio 2009 Con il patrocinio di Alta Roma, del Comune di Roma e dell’ Accademia di Francia a Roma Villa Medici Catalogo: Roma 2009 (testi di G. Scaraffia, A. Castellani e C. L. Pisano) THEO BY RICHARD AVEDON Musei Capitolini, Accademia di Francia Villa Medici 1 febbraio 2009 > 1 marzo 2009 Progetto di Alta Roma A cura di V. Moncada Con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Archivio E. C. Saraceni, sindaco di Roma G.Alemanno, F. Mitterrand direttore dell’Accademia di Francia e N. Fiorucci presidente di Alta Roma Catalogo: Arti Grafiche Bianca & Volta, Milano 2009 (testi di V. Moncada). DONATELLA LANDI FOCUS NATURAE 31 marzo 2009 > 30 maggio 2009 NICHOLAS VREELAND PHOTOS FOR RATO Roma, 5 ottobre 2009 > 15 ottobre 2009 Milano, 10 > 12 dicembre 2009 Napoli, 20 > 26 giugno 2010 Mostra itinerante di beneficenza destinata a raccogliere fondi per la ricostruzione in India del prestigioso monastero Rato Dratsang, centro universitario tibetano. Pubblicazione: a cura di V. Moncada e della Rato Dratsang Foundation. LUIGI ONTANI «mar’DEI guttAvi» 27 ottobre 2009 > 30 novembre 2009 Progetto di R. Meucci Reale, Associazione Internazionale Via Margutta A cura di P. Vangelli Tableau Vivant: regia di V. Moncada Con i Patrocinio del Comune di Roma, Macro-Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Associazione dimore storiche italiane e Tridente Catalogo: Luigi Ontani, «mar’DEI guttAvi» (testi di L. M. Barbero, L. Pepe, F. Piccolo, P. Simonelli, P. Vangelli, F. Di Castro, M. E. Tittoni, V.Moncada, A.Villari, L.Ontani), U. Allemandi and C., Torino 2009.
progetto grafico_ Emanuele Marziani
fotografie Piano Nobile_ Giorgio Benni fotografie Archivio Moncada_ Corrado De Grazia fotografia Luigi Ontani_ Ileana Florescu
traduzioni_ Costanza Vettori
ringraziamenti_ Maurizio Lupidi Maria Chiara Salmeri
EXIT GHOST Petra Feriancova, Dorotaenderova, Jaroslav Varga 9 dicembre 2009 > 10 febbraio 2010 A cura di G. Stella Con il Patrocinio dell’Istituto Slovacco a Roma FRANCESCA LEONE FLUSSI IMMOBILI 11 marzo 2010 > 21 aprile 2010
Valentina Di Pietro Emanuele Condò Francesca Foti
CARLO GAVAZZENI VISIONE FUGGITIVA 9 giugno 2010 > 21 luglio 2010 CARLO GAVAZZENI TEATRI D’INVENZIONE 15 ottobre 2010 > 9 gennaio 2010 Casino dei Principi di Villa Torlonia A cura di G. Marziani, in collaborazione con V.Moncada Con il patrocinio del Comune di Roma e Pirelli Catalogo: a cura di C. Napoleone, Edizioni Polistampa, Roma 2010. FRANCESCO MERNINI FLOATING ARCHITECTURE 5 novembre > 17 dicembre 2010 A cura di G. Marziani
_ immagine in prima di copertina Tony Cragg, modello in plastica per Aeroplane, 1979 Museo Riso di Palermo 2009. Fotografia di Valentina Moncada _ immagine in ultima di copertina James Turrell, Eclipse, 11 agosto 1999 Fotografia di Valentina Moncada