Fg brochure 2013

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4a mostra concorso eccellenza green trentina

31 maggio | 1 giugno 2013 MART c.so Bettini 43, Rovereto


PRESENTAZIONE

4a mostra concorso eccellenza green trentina Nella cornice del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart) sono stati messi in mostra i progetti delle aziende selezionate per il primo premio e per il premio del pubblico di Fare Green. Fare Green è la mostra-concorso dell’eccellenza green promossa da Habitech e Trentino Sviluppo e rivolta ad aziende, professionisti ed enti pubblici del Trentino. Fare Green seleziona i migliori prodotti, servizi d’avanguardia o idee progettuali in grado di dimostrare un reale contributo verso la sostenibilità. Quest’anno, alla sua quarta edizione, il concorso ha avuto come tema specifico la Terra, in sintonia con il tema scelto dal Comune di Rovereto per l’edizione 2013 della Notte Verde. Fare Green ha il sostegno di Ecoopera e del Comune di Rovereto ed è realizzato in collaborazione a Do.it snc - Ambiente Trentino e Terra Institute.

Ambiente Trentino


CONSORZIO ORTOFRUTTICOLO VAL DI GRESTA

La Val di Gresta è ormai ovunque nota come l’orto biologico del Trentino. La conformazione del territorio, tra i 250 e i 1400 metri, le condizioni microclimatiche, i terreni diversificati, l’esposizione verso sud, l’ambiente non violato da insediamenti industriali, ricco di boschi e terrazzamenti hanno sempre favorito le produzioni di alta qualità. I prodotti coltivati in valle sono numerosi e dalle caratteristiche organolettiche assai pregiate. In particolare si trovano patate di montagna, carote, sedano rapa, cavoli cappucci trasformati in crauti, radicchio, ma anche cavolfiori, verze, porri, cipolle, cicorie, lattughe, zucchine, cetrioli, fagiolini. Grazie alla lungimiranza del Consorzio e delle aziende agricole a conduzione familiare sparse per l’intera vallata, da anni la Val di Gresta ha sposato l’agricoltura biologica.

Il Consorzio ortofrutticolo Val di Gresta si costituisce nel 1969 sulle orme di un preesistente Consorzio produttori ortofrutticoli di Ronzo Chienis. Oggi può contare 120 soci e una movimentazione media di 25.000 quintali di ortaggi all’anno. La svolta biologica è avvenuta nel 1984 e oggi l’80% dei terreni è rigorosamente bio (certificato I.C.E.A.), mentre il restante 20% è condotto seguendo i principi dell’agricoltura integrata.

L’ORTO BIOLOGICO DEL TRENTINO

Un’impresa cooperativa capace di fare della coltivazione di ortaggi biologici un obiettivo territoriale, di dare valore alle produzioni locali storiche con indotto di turismo sostenibile e cura del paesaggio, costruendo un brand unico e irripetibile per un’intera vallata.

Il termine “agricoltura biologica” indica l’uso di diversi metodi colturali di produzione che tendono ad escludere l’uso di prodotti chimici di sintesi (concimi, insetticidi, fungicidi, diserbanti, ecc.) e che invece, per esaltare la produttività del terreno e la resistenza delle colture alle avversità, sfruttano le interazioni naturali fra gli organismi viventi sul e nel suolo, l’ambiente fisico e le tecniche agronomiche. Gli ortaggi biologici venduti dal Consorzio ortofrutticolo Val di Gresta sono contrassegnati sulla confezione dal simbolo grafico di una coccinella e quattro di questi prodotti hanno recentemente ottenuto il marchio Qualità Trentino.

Via Longa 86/90 38060 Ronzo-Chienis (TN) Tel.: +39 0464802922 info@valdigresta.org www.valdigresta.org

L’attività del Consorzio ha dimostrato che l’agricoltura biologica è un’opportunità per le popolazioni montane ed è un esempio importante di economia corta con produzioni di qualità.

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“CLARA”: PER LA DECONTAMINAZIONE DEI TERRENI INQUINATI

BIODERMOL AMBIENTE Srl bioreattori dove avviene la degradazione biologica a opera della biomassa attiva aggiunta. Il processo può dirsi a buon diritto best available technology in quanto può risanare il terreno inquinato in linea con la volontà del legislatore. I maggiori vantaggi del processo Clara riguardano il riutilizzo della risorsa “terreno”, evitando la sua messa in discarica, e le emissioni di co2 molto contenute rispetto ad altri metodi di smaltimento.

L’idea innovativa alla base del processo CLARA è costituita dall’impiego sul posto di un bioreattore che tratta una sospensione in acqua del terreno contaminato, mettendo a disposizione dei microrganismi autoctoni presenti nel suolo una miscela di enzimi in grado di accelerare i tempi di decontaminazione. L’azienda nasce nel secondo dopoguerra producendo enzimi per l’industria farmaceutica e diversificando poi l’attività con formulazioni attive a base di miscele di enzimi, microrganismi e nutrienti per il trattamento di reflui civili ed industriali e per il trattamento di rifiuti. Forte di questa esperienza Biodermol si affaccia agli anni 2000 con una propria offerta nel settore delle biotecnologie per l’ambiente, fino al recente sviluppo di processi biologici per la bonifica di terreni inquinati da idrocarburi mediante l’accrescimento di microrganismi autoctoni e l’impiego di enzimi. Il loro utilizzo, applicato su base industriale, ha l’effetto di “degradare” sostanze inquinanti, decontaminando così il terreno. È il metodo del biorisanamento, o bioremediation, che avviene anche in natura grazie alle colonie microbiche autoctone del terreno, ma con tempi di degradazione molto lunghi e antieconomici. Questa è la portata innovativa del processo di Biodermol, che ha da poco ottenuto il Brevetto europeo.

Nel 2008, in collaborazione con CEii Trentino, Biodermol ha progettato un nuovo impianto mobile di trattamento, capace di inviare la frazione fine inquinata in

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Con tale impianto nel 2009 Biodermol ha avviato la bonifica a Trento Nord di un sito inquinato, un ex deposito di carburanti di 1.000 mq di superficie. L’operazione ha ridotto l’inquinamento da idrocarburi a un valore inferiore a 50 ppm, limite previsto dalla L.152/2006 per le aree residenziali. Il controllo finale, eseguito dall’Appa, ha confermato il risultato positivo e il Comune di Trento ha certificato l’avvenuta bonifica nel novembre 2011. I risultati ottenuti da Biodermol si misurano in un abbattimento di circa il 90% del carico inquinante del terreno in un tempo misurabile in ore contro i tempi di giorni o settimane vantati dalle migliori tecniche di risanamento biologico oggi sul mercato, e anche le analisi dei costi di bonifica hanno confermato la competitività di questo processo.

Via G. di Vittorio, 91 38015 Lavis (TN) Tel.: +39 0461 241550 info@biodermol.it www.biodermol.it/


COMUNITÀ DELLA VALLE DI SOLE

Il cuore del progetto, che ha coinvolto anche le scuole della Valle, è costituito dal calcolo di: 1) Biocapacità; 2) Impronta Ecologica; 3) Impronta Ecologica del residente e del turista; 4) gap tra Biocapacità e Impronta Ecologica della Valle di Sole. L’Impronta Ecologica (I.E.) è un indicatore internazionale di pressione ambientale. Con esso si misura la quantità di territorio necessaria a soddisfare i consumi e assorbire le emissioni e i rifiuti di una popolazione in un dato territorio. La Biocapacità dipende invece dalle qualità geofisiche di un’area e indica la quantità di territorio biologicamente produttivo che ogni cittadino ha a disposizione

per soddisfare le proprie abitudini di consumo e stili di vita. L’analisi di questi ultimi ha stabilito che l’I.E. dei circa 15.500 residenti solandri è pari a 4,64 ettari globali (gha) pro capite. In tale valore sono racchiuse le abitudini di consumo alimentare, dimensione e riscaldamento delle abitazioni, l’acquisto di beni e servizi, i trasporti, ecc. ed è di poco superiore alla media nazionale, stimata in 4,52 gha pro capite. L’I.E. dei turisti in Valle di Sole è invece di 13,67 gha pro capite. Gli arrivi nel 2008 sono stati 568.390, per una media di 6,8 giorni, che equivalgono a 10.551 turisti (o abitanti equivalenti) per un anno. L’Impronta Ecologica Totale della Valle di Sole è quindi ottenuta dalla somma delle impronte ecologiche di residenti e turisti ed è pari a 216.200,63 gha. La Biocapacità della Valle di Sole, definita con l’analisi delle categorie di uso del suolo e della bio-produttività che le caratterizza, è pari a 76.055,32 gha (superiore alla superficie reale di 61.073,79 ha). La differenza tra i valori di I.E. e Biocapacità della Valle denota una condizione di deficit ecologico: vengono consumate risorse quasi tre volte maggiori di quelle disponibili e questo disequilibrio è totalmente dovuto ai consumi dei turisti.

Via 4 Novembre, 4 38027 Malè (TN) Tel.: +39 0463 901029 segreteria@comunitavalledisole.tn.it www.comunitavalledisole.tn.it

Con i dati ottenuti si è infine stimato il cosiddetto “Overshoot Day”, cioè il giorno dell’anno in cui vengono consumate le risorse che la Valle è in grado di generare per quell’anno, cioè il giorno in cui si iniziano a consumare le risorse destinate alle generazioni future. L’Overshoot Day della Valle di Sole è l’8 maggio (mentre l’Overshoot Day mondiale per l’anno 2012 è il 22 agosto): un dato che deve far pensare e preoccupare.

L’IMPRONTA ECOLOGICA E BIOCAPACITÁ DELLA VALLE DI SOLE

Calcolare l’Impronta Ecologica e la Biocapacità della Valle di Sole, sollecitare l’opinione pubblica locale a riflettere sull’uso sostenibile delle risorse, realizzare iniziative idonee di formazione e sensibilizzazione in tema di sostenibilità: erano questi gli obiettivi del progetto promosso dalla Comunità della Vale di Sole, che in questo modo ha scoperto, con qualche preoccupazione, anche il suo “Overshoot Day”.

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LA PRATICA DEL BUON SENSO NELLA COLTURA DEL TEROLDEGO

AZIENDA AGRICOLA REDONDÈL Successivamente, in cantina, si lavora cercando di interferire il meno possibile, preservando la materia prima ottenuta dal lavoro in vigna e utilizzando tecniche di vinificazione e affinamento artigianali e tradizionali, come il recupero del legno di castagno, che i contadini locali utilizzavano per necessità essendo meno costoso del rovere e facilmente reperibile nei boschi limitrofi, e della vinificazione (anche) in rosato, oggi quasi dimenticata, diffusa ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico, quando in cambio del vino si ottenevano cavalli e legname per lavorare e mantenere il vigneto.

Il Teroldego accompagna la famiglia Zanini dal secolo scorso: già il bisnonno lo produceva e lo esportava in Austria, quando ancora Trento era sotto la corona asburgica. Oggi Redondèl porta avanti l’eredità con i connotati di una “piccola azienda agricola” che vuole valorizzare il territorio con la pratica del buon senso nella coltura del Teroldego e con la crescita di una piccola e originale impresa sostenibile. Simbolo di una viticoltura tradizionale e di territorio, il Teroldego è l’elemento distintivo di Redondèl, che fonda la sua attività sulla coltivazione di quest’uva e la sua trasformazione in tre diversi vini: Assolto, Dannato e Beato(me). Attraverso una gestione naturale del vigneto, definita di buon senso, che prevede il rispetto della biodiversità e il recupero dei ritmi e delle conoscenze contadine autentiche, Paolo Zanini lavora per ottenere un prodotto finale sostenibile, dove il concetto di sostenibilità non coinvolge solo l’aspetto ambientale, ma anche quello culturale e sociale.

Il tutto ha inizio in vigneto, dove si svolge la gran parte del lavoro. Le vigne hanno tra i 25 e gli 80 anni, sono divise in sette appezzamenti nella zona settentrionale della Piana Rotaliana e vengono allevate tradizionalmente a pergola doppia trentina. Pratiche colturali mirate alla minimizzazione dell’impatto ambientale (inerbimento spontaneo a protezione del suolo, sfoltimento del manto fogliare, controllo manuale delle rese e raccolta a mano) garantiscono un prodotto salubre e rappresentativo del territorio, preservato da condizionamenti innaturali.

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Si inseriscono in quest’ottica di tutela e conservazione anche la scelta di adottare cartoni da 9 bottiglie, invece dei classici da 6, per limitare il consumo di carta e di utilizzare carta riciclata per il materiale comunicativo e promozionale. Il logo aziendale è l’ammonite, la chiocciola fossile tipica delle Dolomiti, l’unico essere vivente che con la crescita non cambia mai la forma e le proporzioni. Il nome, Redondèl, è quello di uno degli appezzamenti dell’azienda, storicamente vocato alla coltivazione del Teroldego, dalla forma leggermente arrotondata, citato nell’Estimo rurale di Mezzolombardo del 1540-42.

Via Roma, 28 38017 Mezzolombardo (TN) Tel.: +39 0461 605861 info@redondel.it www.redondel.it


PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Il progetto “Ecoristorazione Trentino” è partito con una fase di sperimentazione su alcuni esercizi campione che ha favorito la definizione di un disciplinare di certificazione e del relativo sistema di attribuzione di un’etichetta che può essere richiesta da tutti i ristoratori trentini. Allo scopo di facilitare l’adesione al circuito è stato attivato un servizio di Help Desk gratuito e permanente per rispondere alle richieste e offrire consulenza. Per ottenere il marchio vanno soddisfatti sette requisiti obbligatori e raggiunto un punteggio minimo con il soddisfacimento di alcuni requisiti facoltativi. Cinque le aree in cui è stato suddiviso il Disciplinare: alimenti e bevande (priorità ai prodotti locali e biologici); rifiuti (priorità alla

ecoristorazione TRENTINO Piazza Dante,15 38122 Trento (TN) Tel.: +39 0461 495111 www.eco.provincia.tn.it/Ecoristorazione_Trentino

riduzione); energia e acqua (priorità al risparmio energetico e idrico); acquisti non alimentari (priorità ai prodotti “verdi”); informazione, comunicazione, educazione ambientale. In particolare, gli eco-ristoratori sono tenuti a proporre un menù a filiera trentina, in grado di dare il giusto risalto alle produzioni locali e assicurare una riduzione dei trasporti e delle relative emissioni inquinanti in atmosfera. Sono inoltre rilevanti l’obbligo di inserire nel menù almeno due fra ingredienti principali, alimenti o bevande provenienti da agricoltura biologica e l’obbligo di informare il cliente della possibilità di ordinare acqua del rubinetto, avendo come unica alternativa acqua minerale in bottiglia di vetro con vuoto a rendere proveniente anch’essa da filiera trentina. Altra azione significativa è quella che invita il cliente all’asporto del cibo non consumato. Un gesto vantaggioso per tutti, dal grande valore ambientale ed etico: il ristoratore vede ridursi la frazione di rifiuto organico da smaltire, mentre il consumatore trasforma in cibo ciò che altrimenti sarebbe finito nel cestino. Il tutto reso possibile dall’utilizzo di un’eco-vaschetta in carta FSC e totalmente compostabile, che la Provincia ha realizzato e messo a disposizione degli eco-ristoratori trentini.

PROGETTO “ECORISTORAZIONE” TRENTINO

La Provincia Autonoma di Trento ha iniziato a coinvolgere nel 2011 le principali associazioni di categoria operanti nel settore della ristorazione per attivare un progetto di sostenibilità ambientale rivolto agli operatori del settore. Dopo poco più di un anno, gli esercizi in possesso del marchio sono già 53 e numerosi sono quelli che lo hanno richiesto.

Nel 2013 al sito istituzionale è stato affiancato un blog legato a una pagina Facebook molto frequentata. Il blog accoglie rubriche sulle ricette suggerite dagli eco-ristoratori, consigli sulle buone pratiche in cucina, notizie sugli eventi che hanno a che fare con l’ecoristorazione.

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