25 marzo - DOMENICA DELLE PALME SAN GALLO ore 10,00 benedizione ulivi presso oratorio e S. Messa BOTTICINO MATTINA ore 9,30 benedizione ulivi presso parco piazza del comune, processione, S. Messa in chiesa BOTTICINO SERA ore 10,45 benedizione ulivi presso scuola don Orione, processione e S. Messa in Basilica
A SAN GALLO Lunedì 26 marzo ore 16,00 e 20,00
A BOTT.MATTINA Martedì 27 marzo ore 16,00 e 20,00
A BOTT.SERA Mercoledì 28 marzo ore 16,00 e 20,00 31 marzo- SABATO SANTO ore 9,30 ufficio letture Confessioni individuali - a Botticino Sera 15,00 -18,00 - a Botticino Mattina ore 15,00 - 17,30 - a San Gallo ore 10,00 -11,00
CELEBRAZIONE VEGLIA PASQUALE SAN GALLO ore 18,00 BOTTICINO MATTINA ore 20,00 BOTTICINO SERA ore 22.00
29 marzo - GIOVEDI’ SANTO CELEBRAZIONE DELLA CENA DEL SIGNORE BOTTICINO MATTINA ore 17,00 SAN GALLO ore 19,00 BOTTICINO SERA ore 21,00 (Ogni famiglia è invitata a consegnare la cassettina-salvadanaio per le missioni frutto dell’impegno quaresimale)
30 marzo -VENERDI’ SANTO ore 9,30 ufficio letture E MORTE DEL SIGNORE ADORAZIONE, BACIO al CROCIFISSO. COMUNIONE.
BOTTICINO MATTINA ore 15,00 SAN GALLO ore 17,30 BOTTICINO SERA ore 21,00 La Croce rimarrà esposta in chiesa per la preghiera e la meditazione dopo la celebrazione e nel giorno seguente.
1 APRILE DOMENICA DI PASQUA S.MESSE come orario festivo Ore 16,00: Vespri e Benedizione a Bott icino Sera e a S.Gallo Ore 17,00: Vespri e Benedizione a Botticino Mattina
LUNEDÌ DI PASQUA - Botticino Sera: S.Messe ore 9,00 e 10,45 (parrocchiale) - San Gallo: ore 10,00 S.Messa (parrocchiale) - Botticino Mattina: S.Messa ore 9,30 (parrocchiale) - alla Croce degli alpini, monte Paine ore 15,00
18-19-20-21 maggio 2018 FESTA DELL’UNITA’ PASTORALE “S.ARCANGELO TADINI - Parrocchie di botticino MALAGA – STENIL – RONDA - GIBILTERRA TARIFA - SIVIGLIA - CORDOVA – GRANADA
Pasqua: la festa che celebra la nascita di un mondo nuovo. Pasqua: il “Giorno del Signore” è “Signore dei giorni”. Il giorno che ha fa o il Signore. Gli altri giorni li abbiamo fa noi, sono opere nostre. I giorni del tradimento, dell’abbandono, della fuga, del rinnegamento, dell’odio, della vigliaccheria, della diffamazione, del peccato, li abbiamo inventa% noi. Il giorno di Pasqua, invece, è il giorno creato dal Signore. E’ un giorno nuovo, è il primo giorno della nuova creazione, è il giorno che inaugura un mondo nuovo. Noi abbiamo inventato le tenebre, Lui ci offre la luce. Noi abbiamo accumulato ‘schifezze’, Lui ci inonda di acqua purificatrice. Noi abbiamo cercato, favorito la morte, lavoriamo per la morte, Lui ci regala la vita. Noi abbiamo fabbricato l’odio, Lui ha risposto con l’amore e il perdono. Noi abbiamo scelto il peccato, Lui ha reagito con la misericordia. Noi l’abbiamo condannato, Lui ci ha “grazia%”. Pasqua vuol dire passaggio. Questo è il giorno del “passaggio”. Passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Ora Cristo è il nostro passaggio. In lui passiamo da una situazione di morte alla vita. Lui ci ha fa passare dalle schiavitù al mondo nuovo della libertà. Cristo, oggi, ci offre il “suo” giorno. Ci consegna un mondo nuovo. Dobbiamo tagliare i pon% col vecchio, con l’odio, con le divisioni. Oggi tu o può ricominciare daccapo. C’è un appuntamento da rispe are. Il Signore risorto ci precede, è davan% a noi. Con un Dio che ci precede,
che è sempre “più” avan%, non c’è proprio da stare fermi. “Egli vi precede”: ecco la consegna di Pasqua. Non possiamo stare fermi, bisogna venire fuori. “Non sei solo, Io sono con te! Vieni fuori, c’è la Vita che % aspe a!” Ci invita ad uscire da noi stessi anche quando abbiamo paura di esporci, quando abbiamo paura di “dare troppo”. Inizia l'immensa migrazione di uomini e donne verso la vita, pellegrinaggio infinito che il Vangelo abbrevia nei ges% e nelle parole di Maria di Magdala, che esce di casa quando è ancora no e, quando è ancora buio nel cuore. E vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. La pietra, sigillo della morte defini%va, è smossa, il sepolcro spalancato, vuoto e risplendente nel fresco dell'alba. E fuori è primavera. Qualcosa si muove in Maria: %more, ansia, un fremito, un'urgenza che cambiano di colpo il ritmo del racconto. Corse allora... Può correre ora perché sta nascendo il giorno, deve correre perché è il parto di un universo nuovo. Corre perché l'amore ha fre a, non sopporta indugi. Corre da Pietro e dall'altro discepolo, e le sue parole bruciano i tempi, an%cipano la fede. Non dice: hanno portato via il corpo di Gesù, ma hanno portato via il Signore! Senza volerlo già parla di Gesù come del Signore e come di un vivente. «Correvano insieme tu e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro». Corrono… e le tenebre con le ombre della no e si dissolvono, il cuore ba e forte. Il Risorto ci invita a non mancare ai suoi appuntamen% sorprenden% anche se spesso scomodi. Con tan% auguri per una pasqua da risor%, don Raffaele, parroco
Il Triduo Pasquale La Parola di Papa Francesco
Il Giovedì Santo. Nel pomeriggio, con la Santa Messa “nella Cena del Signore”, avrà inizio il Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, che è il culmine di tu'o l’anno liturgico e anche il culmine della nostra vita cris)ana.
Il Triduo si apre con la commemorazione dell’Ul)ma Cena. Gesù, la vigilia della sua passione, offrì al Padre il suo corpo e il suo sangue so'o le specie del pane e del vino e, donandoli in nutrimento agli Apostoli, comandò loro di perpetuarne l’offerta in sua memoria. Il Vangelo di questa celebrazione, ricordando la lavanda dei piedi, esprime il medesimo significato dell’Eucaris)a so'o un’altra prospe8va. Gesù – come un servo – lava i piedi di Simon Pietro e degli altri undici discepoli (cfr Gv 13,4-5). Con questo gesto profe)co, Egli esprime il senso della sua vita e della sua passione, quale servizio a Dio e ai fratelli: «Il Figlio dell’uomo infa8 non è venuto per farsi servire, ma per servire» (Mc 10,45). Questo è avvenuto anche nel nostro Ba'esimo, quando la grazia di Dio ci ha lavato dal peccato e ci siamo rives)) di Cristo (cfr Col3,10). Questo avviene ogni volta che facciamo il memoriale del Signore nell’Eucaris)a: facciamo comunione con Cristo Servo per obbedire al suo comandamento, quello di amarci come Lui ci ha amato (cfr Gv 13,34; 15,12). Se ci accos)amo alla santa Comunione senza essere sinceramente dispos) a lavarci i piedi gli uni agli altri, noi non riconosciamo il Corpo del Signore. E’ il servizio di Gesù che dona sé stesso, totalmente.
Poi,..., nella liturgia del Venerdì Santo medi)amo il mistero della morte di Cristo e adoriamo la Croce. Negli ul)mi istan) di vita, prima di consegnare lo spirito al Padre, Gesù disse: «E’ compiuto!» (Gv 19,30). Che cosa significa questa parola?, che Gesù dica: “E’ compiuto”? Significa che l’opera della salvezza è compiuta, che tu'e le Scri'ure trovano il loro pieno compimento nell’amore del Cristo, Agnello immolato. Gesù, col suo Sacrificio, ha trasformato la più grande iniquità nel più grande amore. Nel corso dei secoli ci sono uomini e donne che con la tes)monianza della loro esistenza rifle'ono un raggio di questo amore perfe'o, pieno, incontaminato. Mi piace ricordare un eroico tes)mone dei nostri giorni, Don Andrea Santoro, sacerdote della diocesi di Roma e missionario in Turchia. Qualche giorno prima di essere assassinato a Trebisonda, scriveva: «Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e perme'ere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne … Si diventa capaci di salvezza solo offrendo la propria carne. Il male del mondo va portato e il dolore va condiviso, assorbendolo nella propria carne fino in fondo, come ha fa'o Gesù» Questo esempio di un uomo dei nostri tempi, e tan) altri, ci sostengano nell’offrire la nostra vita come dono d’amore ai fratelli, ad imitazione di Gesù. E anche oggi ci sono tan) uomini e donne, veri mar)ri che offrono la loro vita con Gesù per confessare la fede, soltanto per questo mo)vo. E’ un servizio, servizio della tes)monianza cris)ana fino al sangue, servizio che ci ha fa'o Cristo: ci ha redento fino alla fine. E questo è il significato di quella parola “E’ compiuto”. Che bello sarà che tu8 noi, alla fine della nostra vita, con i nostri sbagli, i nostri pecca), anche con le nostre buone opere, con il nostro amore al prossimo, possiamo dire al Padre come Gesù: “E’ compiuto”; non con la perfezione con cui lo ha de'o Lui, ma dire: “Signore, ho fa'o
tu'o quello che ho potuto fare. E’ compiuto”. Adorando la Croce, guardando Gesù, pensiamo all’amore, al servizio, alla nostra vita, ai mar)ri cris)ani, e anche ci farà bene pensare alla fine della nostra vita. Nessuno di noi sa quando avverrà questo, ma possiamo chiedere la grazia di poter dire: “Padre, ho fa'o quello che ho potuto. E’ compiuto”. Il Sabato Santo è il giorno in cui la Chiesa contempla il “riposo” di Cristo nella tomba dopo il vi'orioso comba8mento della croce. Nel Sabato Santo la Chiesa, ancora una volta, si iden)fica con Maria: tu'a la sua fede è raccolta in Lei, la prima e perfe'a discepola, la prima e perfe'a credente. Nell’oscurità che avvolge il creato, Ella rimane sola a tenere accesa la fiamma della fede, sperando contro ogni speranza (cfr Rm 4,18) nella Risurrezione di Gesù.
re di Dio: un bagliore rompe l’oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la no'e è “più no'e”, è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell’amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa no'e la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice “ormai…”, ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con Lui. La nostra vita non finisce davan) alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cris)ani siamo chiama) ad essere sen)nelle del ma8no, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fa'o le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all’alba del primo giorno della se8mana.
E nella grande Veglia Pasquale, in cui risuona nuovamente l’Alleluia, celebriamo Cristo Risorto centro e fine del cosmo e della storia; vegliamo pieni di spe- Cari fratelli e sorelle, in ques) giorni del Triduo Santo ranza in a'esa del suo ritorno, quando la Pasqua avrà non limi)amoci a commemorare la passione del Signore, ma entriamo nel mistero, facciamo nostri i la sua piena manifestazione. suoi sen)men), i suoi a'eggiamen), come ci invita a A volte il buio della no'e sembra penetrare nell’ani- fare l’apostolo Paolo: «Abbiate in voi gli stessi sen)ma; a volte pensiamo: “ormai non c’è più nulla da fa- men) di Cristo Gesù” (Fil 2,5). Allora la nostra sarà re”, e il cuore non trova più la forza di amare… Ma una “buona Pasqua”. proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell’amo-