Opuscolo olio di palma

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ATTIVITA’ DI RICERCA SCIENTIFICA SULL’OLIO DI PALMA Anno Scolastico 2016/2017

REALIZZATO DALLE CLASSI : II I – II L COORDINATI DAI DOCENTI: Persiano Cinzia, Scalese Giuliana e con la collaborazione di Sguazzo Sofia Dirigente Scolastico Dott.ssa Angela Nappi 1


Nell’ambito del progetto “alimentalamente”, gli alunni della classe II I e II L hanno affrontato, dal mese di marzo, con un approfondito lavoro di ricerca e di analisi, la controversa questione dei danni alla salute provocati dal consumo di olio di palma, presente, fino a poco tempo fa, in molti prodotti alimentari. Il lavoro di ricerca è nato dalle domande che gli alunni si sono poste quando, nell’ambito della “settimana della frutta”, hanno analizzato le etichette delle merendine abitualmente consumate durante la ricreazione. Dall’analisi è emerso che la moda del momento è la dicitura “senza olio di palma” nei prodotti alimentari: ma questo grasso vegetale è davvero pericoloso per la salute? Dalle prime ricerche effettuate, sono emersi altri aspetti significativi della questione, che hanno spinto gli alunni ad indagare su problematiche connesse allo sfruttamento ambientale e alla violazione dei diritti umani. Gli allievi, dunque, partendo dalla consapevolezza che la competenza scientifica è strettamente legata alle seguenti attitudini: • • • •

curiosità; valutazione critica; interesse per questioni etiche; rispetto per la sicurezza e la sostenibilità, relativamente all’impatto del progresso scientifico e tecnologico sull’individuo, la famiglia, la comunità e le questioni di dimensione globale,

hanno affrontato il lavoro di ricerca con l’obiettivo di: • • • • • • •

distinguere le informazioni corrette dalle bufale del web; di analizzare i PRO e i CONTRO di tale olio; di analizzare l’impatto ambientale; di analizzare il problema legato alla raffinazione; di analizzare la questione sull’olio di palma “sostenibile”; di analizzare l’aspetto legato alla “legalità” approfondendo ulteriormente un aspetto del progetto sulla legalità sviluppato nelle classi seconde, durante il corrente anno scolastico; di realizzare un video documentario sulla ricerca scientifica effettuata.

Fasi del lavoro svolto Gli alunni hanno analizzato e documentato le informazioni preliminari riguardanti i grassi (saturi, insaturi, idrogenati e trans), per poi passare all’olio di palma. Continuamente sollecitati e stimolati dalle docenti, hanno fatto un approfondito lavoro di ricerca attraverso documentari, filmati, inchieste, articoli di giornali, reperiti dal web e non. Gli obiettivi sono stati suddivisi tra le due classi: la seconda L si è occupata dei “contro” dell’olio di palma e dell’impatto ambientale, la seconda I si è occupata invece di ricercare i “pro”, di analizzare il processo della raffinazione e l’aspetto legato ai diritti umani.

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Una volta raccolti tutti i documenti e le fonti, sono state analizzate le informazioni attraverso continue attività di brainstorming e raccolta dei punti salienti. Ogni settimana è stato analizzato un aspetto emerso dall’attività di ricerca e i ragazzi hanno tratto le loro conclusioni che poi hanno condiviso e socializzato. Raggiunti gli obiettivi prefissati, i ragazzi hanno realizzato dei cartelloni, un videodocumentario in cui ognuno ha esposto uno degli aspetti analizzati e un ppt nel quale hanno evidenziato soprattutto gli aspetti della legalità e dell’impatto ambientale. Breve sunto di ciò che è emerso. L’olio di palma è un olio vegetale non idrogenato, che si ricava dalla spremitura della polpa del frutto della palma da olio, Elaeis guineensis, una pianta originaria dell’ Africa e oggi ampiamente coltivata in Malesia, Indonesia ed America Latina. In Occidente il suo utilizzo si è diffuso negli ultimi cinquant’anni e negli ultimi dieci anni sostituisce burro e margarina. Infatti si trova nel pane, nelle merendine, nei biscotti, in creme sia salate che dolci, negli omogeneizzati e altri prodotti per bambini, in diversi cibi pronti sia secchi che congelati, ma anche nei cosmetici, nei prodotti per la cura del corpo e la pulizia della persona, quali saponi, creme e shampoo. Dal 2014, una normativa europea ha imposto trasparenza sulle etichette alimentari, quindi al posto della generica voce “oli vegetali” o “grassi vegetali”, troviamo le voci “olio vegetale di palma” (oppure “oli vegetali di palma, colza, ecc..) o semplicemente “olio di palma”. L’olio di palma è sotto accusa per i seguenti motivi: 1) il suo contenuto di grassi saturi sarebbe nocivo per la salute; l’olio di palma si differenzia infatti, dagli altri grassi di origine vegetale, per la prevalenza dei grassi saturi, ne contiene circa il 50%, tanto da risultare più simile ai lipidi di origine animale. Questo può incrementare rischi per la salute, soprattutto per quelle fasce di popolazione più vulnerabili quali bambini, anziani, dislipidemici, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari e ipertesi; 2) la sua coltivazione sta danneggiando l’ambiente, perché comporta l’abbattimento delle foreste tropicali per fare spazio alle piantagioni, distruggendo così l’habitat di molte specie animali; 3) recentemente, è stato osservato che, a temperature superiori ai 200 °C, più degli altri oli vegetali, svilupperebbe sostanze che, ad alte concentrazioni, sono genotossiche, ovvero possono mutare il patrimonio genetico delle cellule; 4) I’ olio di palma è prodotto con gravi violazioni dei diritti umani in Indonesia, dove bambini anche di soli otto anni e donne lavorano in condizioni pericolose. Lo ha denunciato Amnesty International, in un rapporto intitolato “Il grande scandalo dell’olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti”. Tale rapporto è il risultato di un’indagine sulle piantagioni dell’Indonesia appartenenti al più grande coltivatore mondiale di palme da olio, il gigante dell’agro-business Wilmar, che ha sede a Singapore, fornitore di nove aziende mondiali: AFAMSA, ADM, Colgate-Palmolive, Elevance, Kellogg’s, Nestlé, Procter & Gamble, Reckitt Benckiser e Unilever. 3


Le conclusioni a cui si è arrivati è che, l'olio di palma non è certo il grasso più salubre che esista, ma nemmeno il peggiore, prima di bandirlo bisogna verificare con che cosa lo si sostituirebbe. Molti prodotti che mostrano sulla confezione la scritta "senza olio di palma" contengono olio di cocco o burro di cacao, che sono altrettanto nocivi. Dal punto di vista nutrizionale, l’olio di palma rappresenta una percentuale estremamente esigua degli acidi grassi saturi ingeriti mediamente dagli italiani. E a renderlo pericoloso o meno per la salute, non è tanto la quantità ma il tipo di lavorazione a cui è sottoposto, al pari di ogni altro grasso vegetale. Il crescente ricorso alla dicitura “senza olio di palma” nei prodotti di largo consumo appare quindi più dettato da ragioni di marketing. Limitare in generale l’assunzione di grassi saturi, variare l’alimentazione sulla base dei criteri della dieta mediterranea, non demonizzando mai in modo assoluto un singolo ingrediente, sono sempre e comunque le soluzioni migliori per soddisfare il palato preservando la salute. Bisogna fare acquisti più intelligenti, leggendo meglio le etichette di ciò che si compra, e cercare, comunque, di ridurre il consumo di snack e spuntini con grassi saturi, sostituendoli con frutta e verdura di stagione. Basti pensare che:

• un biscotto è formato da almeno 10 ingredienti diversi, più o meno salutari, più o meno grassi; • una mela è sempre al 100% fatta solo da mela.

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