Identità dinamiche

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IDENTITÀ DINAMICHE Atti del workshop di progettazione dell'identità visiva del sistema cultura del Comune di Montevarchi

LLDESIGN

RETE CULTURALE COMUNE DI MONTEVARCHI

ALIAS2K

CORPORATE IDENTITY

BRAND IDENTITY GUIDELINES

1

IDENTITÀ

1.13

Ginestra

LOGOTIPO E PALETTE COLORE

----Comune di Montevarchi ----Assessorato alla Cultura PANTONE 3265 U C76M0Y63K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0



IDENTITà DINAMICHE



dinamico, partecipato, processuale. Carlo Branzaglia

Mi piace pensare che le identità dinamiche del titolo del progetto mettano alla luce una necessità più generale, al di là della occorrenza concreta (l’immagine del Cassero), ovvero che l’elemento centrale della metodologia progettuale sia non tanto il ‘che cosa’ si voglia realizzare, ma il ‘come’ lo si possa ottenere. Il come, ovvero il percorso, la dinamica, la relazione dunque, quale vero oggetto di qualunque progetto di design. È chiaro che, nel caso specifico, si impone il riferimento al tema dell’identità locale, tanto dibattuto negli anni passati, tanto controverso, tanto (anche) preda di iniziative approssimative e inefficaci. Ed è anche certo che questo tema vada condito con la necessità di individuare linee guida per lo sviluppo della identità, più che rigidi manuali di applicazione della medesima, le quali permettano di declinare uno stile, un comportamento, un modo, più che una logica sequenziale di marchiatura di artefatti (comunicativi e non). E ancora: il ruolo intermedio fra utente e cliente assunto dal designer comporta la necessità di coinvolgere in qualche modo i medesimi nel percorso progettuale. Non si lavora per i clienti ma con i clienti; non si lavora per gli utenti ma con gli utenti. Attraverso i mille gradi della cosiddetta progettazione partecipata che sono core business della cultura del design stesso. Un processo complesso (come deve essere, ad esempio, per una identità) non può esistere senza un dialogo e un feedback continuo. Progettare d’altronde non è produrre qualche cosa, ma armare il meccanismo che permetterà di risolvere uno o più problemi: un processo. Per attivare il quale ci vogliono delle fasi: un brief, una ricerca, un concept, una analisi di feedback, una ridefinizione del progetto,

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una generazione di linee guida e del loro meccanismo di applicazione. Possono essere molti i modi di interpretarle, queste fasi: il meccanismo del workshop, attivato a Montevarchi, è sicuramente quello che permette di condividere pensieri e punti di vista diversi (se non culture, discipline, nazionalità o quant’altro) attorno allo stesso tema. Unica possibilità per generare innovazione e stabilità al tempo stesso: dai dislivelli delle differenze nasce il nuovo, dal controllo dei diversi attori nasce la garanzia di tenuta. Validità e affidabilità, insomma. Guarda casi il progetto ‘vincitore’ è cofirmato da due progettisti, l’uno dei quali locale, l’altra no. Il genius loci ha dinamiche comunque vincolanti, ma non in termini perentori. Piuttosto, alla comunità va consegnato un segno che le appartiene (per poi condividersi con turisti e visitatori momentanei); a maggior ragione perché è un segno che riguarda un bene collettivo, ovvero un luogo e una funzione del ‘pubblico’: dei cittadini, non dei consumatori (come si diceva una volta). D’altro canto, condividere un processo significa anche introdurre competenze di design nel corpo della clientela e dell’utenza. Intendendo appunto il design come processo: non come strumento di confezione prodotti. È il principio educativo tradizionalmente riconosciuto alla base nel dna della cultura del progetto. Oppure si può dire che, il design è lo strumento che permette di introdurre innovazione nel corpo delle organizzazioni (private o pubbliche che siano) stabilizzandole al tempo stesso e contestualizzandovi l’innovazione. Lo si può chiamare design thinking, ma si tratta del processo abduttivo di aristotelica memoria. Che è effettivamente così vicino al modo di operare dei designer. O almeno, a quell’aspetto immateriale così importante nella metodologia progettuale, che prelude e consente l'altrettanto necessaria identificazione di forme materiali.



comunicare le città: montevarchi Emanuela Bonini Lessing

Per chi si interessi di comunicazione visiva, o più in generale di città, non è facile dire quale sia l’immagine più significativa di New York, di Tokio o di Città del Messico. Si tratta di realtà urbane estremamente vaste e complesse, talvolta definite “megalopoli”. Difficile dire quale sia il simbolo o la rappresentazione grafica che le raffiguri in modo univoco. Il più delle volte queste super metropoli offrono di sé contemporaneamente più punti di vista, spesso contrastanti tra loro. Alcune immagini “affiorano” spontaneamente dalla realtà urbana e dipendono dalla posizione geografica delle città, dalla presenza di monumenti o edifici particolarmente famosi (per New York, ad esempio, l’impianto ortogonale di Manhattan, alcuni grattacieli come il Chrysler o come furono le torri gemelle). Altre invece vengono incoraggiate o costruite ad hoc da professionisti della comunicazione visiva (come il celeberrimo marchio “I love NY” realizzato da Milton Glaser negli anni ’70). Queste cosmopoli, caratterizzate da una notevole complessità sociale, urbanistica ed economica, sono sempre meno in grado di controllare unitariamente l’immagine che offrono di loro stesse. Anzi, probabilmente sono del tutto disinteressate a farlo, dovendo risolvere altre priorità. In Europa non esistono vere e proprie megalopoli: Parigi o Londra sono le realtà urbane più simili alle grandi metropoli mondiali. Esse non sembrano controllare l’immagine complessiva di sé, almeno non attraverso un progetto di comunicazione visiva unitario. È soprattutto su grandi progetti di recupero e qualificazione urbana, e sul loro potere comunicativo, che esse puntano: si pensi, a Parigi, al progetto della Défence e ai successivi ampliamenti o alla riqualificazione di ampie aree lungo la Senna. Non il visual design, ma l’architettura e urbanistica tentano di mantenere un filo unitario col territorio urbano, che in realtà è sempre più sfrangiato (i così detti “non luoghi” sono oggi molto più spesso dentro alle maglie della città che non al di fuori). Allo stesso tempo, queste stesse città comunicano attraverso

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una molteplicità di segni grafici anche sovrapposti tra loro, i cui scopi e la cui durata nel tempo possono variare anche di molto: si pensi allo stemma di derivazione araldica di Londra, al marchio realizzato ad hoc per la candidatura alle Olimpiadi del 2012, o ai marchi di promozione turistica. Vi sono poi altri tipi di città, come Amsterdam e Berlino che, attraverso le campagne di autopromozione “I amsterdam” e “BeBerlin”, utilizzano invece proprio la comunicazione visiva come potente strumento per uniformare visivamente un ambiente urbano – culturale e fisico – in realtà estremamente variegato e frammentato. Come il libro “Disegnare le città” di Gianni Sinni e Andrea Rauch ha già mostrato, la realtà italiana è ancora del tutto diversa. A parte Torino, che da diversi anni affianca ad un progetto di parziale conversione dell’economia locale un'attenzione particolare alla comunicazione visiva, sono (stati) soprattutto i centri urbani più piccoli ad intervenire visivamente nel configurare la relazione tra amministrazione e cittadini. Il progetto grafico di Steiner per Urbino, quello di Dolcini per Pesaro, di Rauch a Siena, Arezzo S.I. di Anceschi, rappresentano la storia del public design in Italia. Si trattava e si tratta di realtà cittadine le cui vicende storiche e politiche hanno dato vita ad un ambito culturale e sociale che le ha rese fortemente distinte dal resto del territorio. Si potrebbe dire che il graphic design abbia trovato lì condizioni particolarmente favorevoli per rappresentare visivamente il sentimento di identificazione dei residenti con la cultura del luogo. Uno degli aspetti che contribuisce a contraddistinguere oggi una piccola cittadina italiana come Montevarchi è il fatto che essa è immersa in un paesaggio (inteso come luogo geografico ma anche di scambio di relazioni) non ancora travolto dal fenomeno della “dispersione”, che invece caratterizza alcune aree italiane: quello sfrangiamento del nucleo urbano in mille bracci e propaggini, quel costituire più che un’area metropolitana o una vasta periferia, un arcipelago di funzioni e servizi più o meno casualmente disseminate nel territorio. Sebbene negli anni molte cose vadano cambiando, in realtà urbane come Montevarchi il fenomeno della moltiplicazione delle fonti emittenti della comunicazione, dei veicoli della comunicazione, dei contenuti dei messaggi, della tipologia di utenti ha ancora poca presa. Qui i legami con i luoghi, le tradizioni, la storia, il sapere locale si allentano meno rapidamente che altrove. Rimane piuttosto saldo il loro contributo nel costituire l’identità individuale e collettiva di chi vi risiede. Progettare il volto della città, il sistema di relazioni che intercorrono tra i cittadini, l’offerta di servizi disponibili anche a chi viene da fuori trova nell’immagine coordinata uno strumento coerente ed adeguato, più che altrove. Ma il progetto sviluppato per Montevarchi non riproduce pedissequamente i canoni della tradizione italiana del public design. Esso combina una profonda conoscenza dell’ambito

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culturale e storico nel quale va ad inserirsi, ad una chiara consapevolezza degli strumenti e dei modelli di comunicazione attualmente a disposizione del progettista grafico. Nasce così un sistema visivo, un’immagine coordinata flessibile, che riesce ad articolarsi in più livelli, attraverso la combinazione, l’accostamento, la sostituzione tra loro di più elementi primari. Un’identità visiva che potrà nel tempo inserire al suo interno anche nuovi aspetti, secondo una logica di accoglimento di affinità culturali, più che di prossimità amministrative o geografiche. Il progetto riesce infatti a rendere visibile non solo le principali caratteristiche della città, ma anche quel legame, quella connessione, quel sistema di relazioni che già intercorre tra il nucleo urbano e alcune significative realtà presenti in un più ampio territorio.

Q E. F. Bonini Lessing, Identità del territorio e offerta di servizi, in Paesaggi deltizi e territori fragili. Comparazioni, Venezia, Iuav Digital Lybrary, 2010 Q E. F. Bonini Lessing, Interfacce metropolitane. Frammenti di corporate identity, Et al. Edizioni, Milano, 2010 Q F. Indovina, Dalla città diffusa all’arcipelago metropolitano, Franco Angeli, Milano, 2009 Q A. Rauch e G. Sinni, Disegnare le città. Grafica per le pubbliche istituzioni in Italia, Lcd, Firenze, 2009


un’identità in potenza Gianni Sinni

Porsi la domanda di come si possa oggi progettare un’identità visiva per una pubblica amministrazione significa indagare su uno dei pilastri fondanti del graphic design. Non c’è dubbio che l’immagine coordinata sia uno dei campi di applicazione più praticati da parte dei designer e, probabilmente, uno dei più celebrati. A partire dal primo, celeberrimo, progetto d’identità aziendale realizzato da Peter Behrens per l’AEG agli inizi del secolo scorso, il processo di ricercare un’unità visiva a quell’insieme comunicativo — dal packaging agli edifici, dagli stampati alle uniformi, come puntualizzavano FHK Henrion e A. Parkin — che contribuisce a formare la percezione di un’impresa da parte del pubblico, ha costituito un’irresistibile attrazione per tutti gli addetti ai lavori. Nel secondo Dopoguerra la cosiddetta grafica ha rappresentato, con il suo approccio sistemico all’identità, la rampa di lancio definitiva per l’affermazione del progetto di corporate. Un’immagine coordinata, a partire dall’onnipresente logotipo, è oggi un irrinunciabile obiettivo per qualunque attività, per quanto marginale questa possa essere. Di tale processo, l’epitome è rappresentata da quell’oggetto-totem per eccellenza che è il Manuale di stile. Non è difficile individuare l’origine di tanto successo. L’idea di riuscire a piegare la stessa realtà in una razionale e normata catalogazione di varianti ha sempre costituito un’aspirazione umana fin dai tempi più remoti, quella “vertigine della lista” che ben documenta Umberto Eco, salvo essere, tale aspirazione, continuamente frustrata dall’irriducibilità a semplici categorie di buona parte del mondo. La possibilità di irregimentare tutte le possibilità espressive entro canali predeterminati è così un desiderio che accumuna — curiosamente — dittatori di ogni risma, responsabili marketing e graphic designer. Al di là delle facili arguzie, col tempo è apparso sempre più evidente che se poteva avere

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una qualche utilità per le grandi company, un’immagine istituzionale rigidamente normata poteva risultare scarsamente utile, se non del tutto in contraddizione con le proprie finalità, quando applicata alla sfera delle istituzioni culturali. È per individuare percorsi di comunicazione alternativi all’immagine coordinata monocratica che si sono sviluppate recentemente esperienze progettuali basate su concetti più tolleranti nei quali la flessibilità rappresenta l’elemento fondamentale. Il riconoscimento dell’identità del sistema si sposta così dalla persistenza alla variabilità in una sorta di estensione del principio platonico della simmetria “dinamica” o, per seguire le parole del filosofo, “in potenza”. Ed è proprio con la definizione di “identità dinamica” che si indicano queste nuove prospettive di ricerca. Si spiega così il titolo “Identità dinamiche” che abbiamo voluto dare al workshop che si è posto l’obiettivo di rispondere alla richiesta dell’Amministrazione comunale di Montevarchi di definire l’identità visiva di un insieme complesso di istituzioni culturali cittadine che vanno dalla Biblioteca Comunale, al Cassero, ai Cantieri la Ginestra, per citarne solo alcune di un elenco, in ogni caso, “aperto”. Sulla messa a punto del percorso progettuale e, soprattutto, sulla qualità del risultato hanno positivamente influito due condizioni che raramente tendono a verificarsi: da una parte la possibilità di definire l’immagine grafica partendo da un comune punto “zero” per tutte le istituzioni culturali coinvolte e, dall’altra, la lungimiranza dell’amministrazione che ha riconosciuto nel processo “dinamico” proposto la naturale conseguenza dei percorsi partecipati intrapresi da tempo con l'associazione Artway of Thinking per la stessa gestione delle attività culturali. In questa prospettiva lo stesso nuovo “sistema cultura” cittadino è un’identità dinamica che nel tempo aumenta le sue relazioni e produce co-progettazione e programmazione coordinata. Coerente dunque la scelta dell’amministrazione di puntare per la realizzazione dell’identità visiva su un progetto sicuramente più incerto e complesso, quale quello di un workshop, ma suscettibile di una maggiore aderenza ai principi ispiratori, rispetto alla soluzione più semplice di un classico concorso d’idee che, come dimostrano innumerevoli casi, spesso consegna alla città un risultato avulso da qualunque contesto pur se sottoscritto da una grande firma. È il processo creativo che ha così assunto il carattere di protagonista e che, nella modalità del workshop, ha permesso al nutrito e selezionato gruppo di designer proveniente da tutt’Italia di indagare le caratteristiche più intime del genius loci e di rielaborarle con coerenza. Quello che è emerso dall'esperienza immersiva del laboratorio è dunque una vera e propria grammatica visiva in grado di essere declinata con rinnovata energia a ogni occasione e che vede, per ora, la sua prima applicazione al Cassero e al suo museo della scultura. Il lavoro svolto dal workshop consegna alla città di Montevarchi non solo un prodotto d’identità efficace e contemporaneo ma anche un ben più prezioso metodo di lavoro.



BANDO PER LA PARTECIPAZIONE


condotto da: Gianni Sinni tutor: Donatello D’Angelo.

promosso da Comune di Montevarchi

bando di concorso

identità dinamiche

Il comune di Montevarchi (Arezzo), insieme ai Cantieri La Ginestra, ha pubblicato il bando per la partecipazione al workshop Identità dinamiche, finalizzato alla progettazione visiva del sistema che riunisce le istituzioni culturali della cittadina toscana. Di seguito il bando. Form di iscrizione online. Workshop di progettazione dell’identità visiva del sistema cultura del Comune di Montevarchi

Identità dinamiche a Montevarchi

☛ destinatari

brief dettagliato

Il workshop, aperto a 15 partecipanti, si rivolge a persone diplomate, laureate o occupate nelle discipline del design, dell’architettura,

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2

La creazione di un brand territoriale è stato sempre più spesso applicato, negli ultimi anni, da parte delle amministrazioni pubbliche

Il Cassero Un luogo per imparare a guardare la scultura e un Centro dove scoprire, conoscere, documentare e comunicare la scultura italiana degli ultimi due secoli, con annessa una collezione permanente di oltre 500 opere.

Cantieri La Ginestra Uno spazio “Vivo”, Aperto, Partecipato, Reticolare, Riconfigurabile, dove informare, formare, crescere, esprimersi attraverso nuovi e altri modi di comunicare, sperimentare strumenti e prassi di lavoro di gruppo, partecipare attivamente alla produzione culturale, libera da modelli, aperta, non definita a priori.

la corporate, l’allestimento infografico degli interni, la segnaletica diffusa nell’ambiente urbano, i format di comunicazione per canali audiovisivi e web. Il workshop si svilupperà come un’esperienza progettuale immersiva, in cui troverà spazio l’ideazione individuale e l’elaborazione di gruppo, dirigendosi verso un processo creativo collettivo e quindi una produzione derivante dalla co-progettazione, piuttosto che da un singolo autore. Si offrirà inoltre come un’esperienza di formazione secondo la metodologia didattica learning by doing, e prevede una “simulazione del rapporto con il committente”, attraverso una serie di incontri tra il gruppo di progettisti e i direttori dei poli culturali. Il workshop coinvolgerà un gruppo di 15 partecipanti selezionati in base al curriculum e il portfolio inviati, utilizzando il form preposto. I risultati della selezione saranno comunicati entro 15 giorni dalla data di scadenza per la richiesta, cioè entro il 14 gennaio 2010. Per i selezionati il workshop prevede una quota d’iscrizione di euro 100,00 a titolo di impegno di frequenza. Al termine del workshop, una commissione selezionerà n°2

selezione e iscrizione

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del curriculum vitae e di un portfolio, utilizzzando il form di iscrizione online presente all’indirizzo web www.cantierilaginestra.org e inviandolo all’indirizzo e-mail workshop@cantierilaginestra.org, con oggetto “Identità dinamiche”, entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 30 dicembre 2009. Al curriculum dovrà essere allegato un proprio portfolio in formato pdf e non eccedente i 3 Mb di peso.


Con il titolo Identità dinamiche il workshop si propone l’obiettivo di indagare il tema dell’identità visiva della realtà culturale che sta nascendo a Montevarchi, generata dalla messa a sistema dei vari poli di produzione e promozione culturale presenti nel territorio. Nella visione generale il nuovo “sistema cultura” è un’identità dinamica che nel tempo aumenta le sue relazioni, produce co-progettazione e programmazione coordinata. Nell’affrontare tale tema si porrà particolarmente l’attenzione allo sviluppo di progetti che indagano la capacità relazionale e dinamica degli elementi visivi che compongono il complesso delle identità dei poli culturali, piuttosto che la realizzazione di un sistema monocratico classico basato sul logotipo e sulla sua rigida applicazione. Oggetto del workshop sarà inoltre l’articolazione di progetti di comunicazioni riguardanti

finalità generali

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La Biblioteca Comunale Il primo importante servizio offerto ai cittadini, con le sue principali funzioni di archiviazione, accoglienza e ricerca. Nel sistema cultura, si vuole ampliare la sua vivibilità, includendola nell’ambiente culturale più vasto dei Cantieri La Ginestra.

di città e regioni per creare nei cittadini e nei visitatori un senso di appartenenza e di relazione duraturo nel tempo. L’identità di un sistema culturale viene a identificarsi spesso con la stessa reputazione del territorio di appartenenza e costituisce una parte significativa del suo patrimonio intangibile. In un contesto culturale come quello toscano, altamente competitivo per l’elevata concentrazione di beni storici, artistici e comunitari, la capacità di definire e caratterizzare l’offerta culturale di un centro cosiddetto “minore”,attraverso la valorizzazione di un’identità visiva originale e correttamente costruita, costituisce un indispensabile premessa per il posizionamento, multidimensionale, del territorio. Descrizione delle attività dei poli culturali in oggetto:

La richiesta di partecipazione avviene attraverso la presentazione

scadenze e modalità

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Anno di nascita compreso tra il 1960 e il 1990. Titolo minimo di studio: Scuola Media Superiore con Diploma. Costituirà titolo preferenziale la conoscenza di una lingua straniera. Cinque posti sono riservati, ma non esclusivi, a partecipanti residenti nell’area del Valdarno e della Provincia di Arezzo.

requisiti

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della comunicazione visiva. L’iscrizione a Identità dinamiche è aperta indipendentemente dalla nazionalità e dalla residenza del candidato, nel rispetto dei requisiti richiesti.

Cantieri La Ginestra, località La Ginestra, Montevarchi (AR). L’organizzazione prevede che le attività progettuali siano svolte in una sala attrezzata, con l’ausilio delle necessarie attrezzature informatiche, audio e video. L’amministrazione comunale si farà carico del vitto e del pernottamento dei partecipanti presso strutture selezionate.

sede del corso

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candidati tra i quindici partecipanti in base alle capacità espresse. La selezione comporterà l’assegnazione di una Borsa di Studio di euro 2.000,00 a ogni candidato, erogata dal Comune di Montevarchi a copertura di un impegno teso a partecipare alle successive fasi di sviluppo dell’identità visiva del sistema cultura.


I partecipanti al workshop dichiarano di garantire che gli elaborati che saranno prodotti per la presente iniziativa saranno: di loro titolarità esclusiva con riguardo sia al diritto d’autore sia al diritto di sfruttamento economico e che pertanto non esiste alcun diritto di privativa da parte di terzi su di essi; originali e frutto del lavoro personale di ogni singolo partecipante o frutto

termini di partecipazione

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Il workshop si svilupperà come un’esperienza progettuale immersiva e si svolgerà in due sessioni rispettivamente di 5 e 3 giorni consecutivi: sessione dal 23 al 27 gennaio 2010 sessione dal 1 al 3 febbraio 2010 È previsto un monte ore complessivo di circa 64 ore.

calendario

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diritti di utilizzazione

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prese a maggioranza semplice. Per la validità delle decisioni, è necessaria la presenza di tutti i membri. Ogni membro esprime un solo voto. La giuria sarà composta da 1 rappresentante dell’amministrazione comunale, da 2 rappresentanti dei poli culturali territoriali e da 2 esperti di comunicazione. Il giudizio espresso dalla Commissione è insindacabile e inoppugnabile. Criteri di giudizio La commissione valuterà gli elaborati pervenuti secondo i seguenti criteri: l’originalità e la forza innovativa dell’identità visiva e delle sua forme di applicazione; capacità relazionale e dinamica degli elementi visivi; la capacità di rappresentare i valori del sistema cultura e del territorio; le potenzialità di declinazione dell’identità su un sistema territoriale. I dati personali relativi ad ogni partecipante saranno trattati dal Comune di Montevarchi (attraverso il Titolare del trattamento) al solo fine di consentire la partecipazione al workshop e l’adempimento delle attività ad esso connesse, come sopra evidenziate. I dati potranno essere trattati sia in formato cartaceo che elettronico. Il conferimento dei dati è obbligatorio per tutto quanto è richiesto al fine della partecipazione al workshop e, pertanto, l’eventuale rifiuto a fornirli o al successivo trattamento, potrà determinare l’impossibilità per il concorrente di partecipare al workshop Identità dinamiche, nonché per l’organizzazione di svolgere tutte le attività connesse.

privacy

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svolto. Il sito pubblicherà le immagini dei progetti sviluppati e altresì potranno essere raccolti e presentati attraverso una pubblicazione in forma di pieghevole/catalogo.


La Commissione è composta da 5 membri con diritto di voto. Le decisioni della Commissione sono

commissione di valutazione

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di lavoro di gruppo interno al workshop; inediti e, quindi, non rappresentano alterazioni e riproduzioni di immagini ed elaborati attinti da soggetti e/o fonti terzi. I partecipanti riconoscono che il Comune di Montevarchi e i suoi aventi causa sono pertanto esonerati da ogni responsabilità per eventuali contestazioni circa l’originalità e la paternità delle opere. I partecipanti, tramite la propria registrazione sul sito web sopra indicato e l’inoltro del proprio materiale all’organizzazione del workshop, manifestano in maniera inequivocabile l’accettazione integrale di quanto contenuto nel presente bando, nonché il proprio consenso al trattamento dei dati personali di cui al punto 13.

/ pubblicazioni

L’organizzazione si impegna a divulgare e a valorizzare i risultati del workshop attraverso le azioni che riterrà più opportune. A conclusione dei lavori, una mostrapresentazione dei risultati finali renderà visibile l’intero processo

risultati

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Il Comune di Montevarchi acquisisce i diritti patrimoniali ed i restanti diritti di cui alla legge 633 del 1941 sugli elaborati, disegni, progetti opere e quant’altro realizzato per la partecipazione di ogni individuo al workshop Identità dinamiche. I partecipanti, inoltre, autorizzano il Comune di Montevarchi e i suoi aventi causa a pubblicare i loro progetti in cataloghi, libri, riviste specializzate o altri mezzi di comunicazione di massa. Nulla sarà dovuto ai partecipanti per tale pubblicazione. Il Comune di Montevarchi avrà comunque l’obbligo di indicare la paternità dell’opera.

Comune di Montevarchi Ufficio Cultura tel. 055 9108 230/314 e-mail: workshop@cantierilaginestra.org www.cantierilaginestra.org

informazioni

Il workshop sarà regolato dalle norme della legge italiana; ogni controversia sarà di competenza esclusiva del Foro di Arezzo.

legge applicabile e foro

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I dati forniti, ai sensi di quanto sopra specificato, potranno essere oggetto di diffusione. I dati forniti verranno trattati per l’intera durata del workshop ed anche successivamente per l’espletamento di tutte le attività previste dal presente bando. Il partecipante potrà esercitare i diritti previsti all’art. 7 del D.lgs. 196/2003.



PROCESSO



Con il titolo Identità dinamiche il workshop si è posto l’obiettivo di indagare il tema dell’identità visiva della realtà culturale di Montevarchi_ Nella visione generale il nuovo “sistema cultura” è un’identità dinamica che nel tempo aumenta le sue relazioni e produce co-progettazione e programmazione coordinata_



Si è posta particolarmente attenzione allo sviluppo di progetti che indagano la capacità relazionale e dinamica degli elementi visivi, piuttosto che la realizzazione di un sistema monocratico classico basato sul logotipo e sulla sua rigida applicazione_



L'Oggetto del workshop ha riguardato il progetto di comunicazione per corporate, allestimento infografico degli interni, segnaletica diffusa nell’ambiente urbano, multimedia e web_



Il workshop si è sviluppato come un’esperienza progettuale immersiva, in cui ha trovato spazio l’ideazione individuale e l’elaborazione di gruppo, dirigendosi verso un processo creativo collettivo e quindi una produzione derivante dalla co-progettazione, piuttosto che da un singolo autore.



workshop a cura di Gianni Sinni (designer) Donatello D’Angelo (tutor) partecipanti Marianna Calagna Simona Canacci Dimitri Chimenti Daniela D’Avanzo Veronica Maccari Anna Lisa Mancini Demetrio Mancini Lorenzo Masini Andrea Montagnani Umberto Paesani Alessandro Panichi Lorella Pierdicca Laura Sassi Francesco Zorzi



1

PALETTE URBANA

GENIUS LOCI



COLORI TEXTURE FORME SEGNI





2

4 VISIONI URBANE

METAPROGETTO:


/ Marianna Calagna / Veronica Maccari / Demetrio Mancini /

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— il Cassero M

— Biblioteca Comunale M

— Accademia Valdarnese del Poggio M

2

/ Dimitri Chimenti / Andrea Montagnani / Lorella Pierdicca / Francesco Zorzi /

— Cantieri la Ginestra M

1


/ Lorenzo Masini / Umberto Paesani / Alessandro Panichi / / Simona Canacci / Daniela D’Avanzo / Anna Lisa Mancini / Laura Sassi /

3 4

41



3

2 poposte a confronto

PROGETTO


1

Dimitri Chimenti / Demetrio Mancini / Anna Lisa Mancini Andrea Montagnani / Lorella Pierdicca / Laura Sassi / Francesco Zorzi


munale

matrice

museo paleontologico

matrice base

biblioteca comunale

matrice

la ginestra

museo paleontologico

pattern

la ginestra

il cassero

museo paleontologico

biblioteca comunale

la ginestra

museo paleontologico

matrice base

matrice

pattern

Marianna Calagna / Simona Canacci / Daniela D’Avanzo Veronica Maccari / Lorenzo Masini / Umberto Paesani / Alessandro Panichi il cassero

biblioteca comunale

la ginestra

museo paleontologico

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Dimitri Chimenti / Demetrio Mancini / Anna Lisa Mancini Andrea Montagnani / Lorella Pierdicca / Laura Sassi / Francesco Zorzi


Marianna Calagna / Simona Canacci / Daniela D’Avanzo Veronica Maccari / Lorenzo Masini / Umberto Paesani / Alessandro Panichi

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ILLUSTRAZIONE / ANIMAZIONE / una serie di simboli tratti dalla tipografia di sistema restano tali finché un azione di passaggio sopra uno dei banner sottostanti (link ai siti istituzionali) provoca l’apparizione di un immagine evocativa dell’istituzione

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LOGOTIPI + IL CASSSERO

PROGETTO ESECUTIVO


L’identità visiva della rete delle istituzioni del sistema Cultura del Comune di Montevarchi nasce dal workshop “Identità dinamiche” tenutosi ai Cantieri La Ginestra nel gennaio 2010, promosso dall’assessorato alla Cultura del comune di Montevarchi sotto la supervisione di Gianni Sinni. Dei due progetti presentati, viene selezionato quello del gruppo di lavoro coordinato da Lorella Pierdicca e Francesco Zorzi, cui viene affidata sia la progettazione e redazione del manuale di stile del sistema di identità visiva del sistema cultura di Montevarchi, sia il progetto esecutivo grafico e infografico per l’apertura al pubblico del museo. Il Cassero rappresenta il primo esempio d’uso di un sistema di identità visiva dinamico, progettato per essere applicato ad ogni istituzione culturale della città. La genesi del progetto di identità visiva vede l’identificazione di segni caratterizzanti e ricorrenti nell’architettura della città di Montevarchi: l’arco, l’ovale della pianta della città, la forte verticalità dei vicoli, le chiavi nelle pareti dei palazzi. Dalla composizione di questi primi segni su una griglia a base quadrata, si è determinato un alfabeto originale che verrà utilizzato per comporre il marchio e la texture che accompagnerà (e contraddistinguerà) tutta la comunicazione del polo culturale della città. A questa forte identità iconografica, è stato associato un carattere tipografico disegnato ad hoc sulla stessa griglia compositiva (OvO) che verrà utilizzato per i testi correnti e le titolazioni. L’effetto d’insieme è di immediata riconoscibilità, di forte commistione tra la contemporaneità del segno (del suo utilizzo, del colore) e la classicità delle forme elementari che lo compongono. La prima istituzione culturale ad aver utilizzato il sistema di identità visiva è il Cassero. L’intero edificio è contaminato dal segno/texture che suggerisce (anche solo a livello di percezione inconscia) il percorso da seguire, apre un dialogo tra le opere all’interno del museo e la città. L’intento è stato quello di dar vita ad una sorta di organismo che pervade lo spazio ma non soffoca il visitatore, che rende ben chiara la propria natura senza offuscare l’identità forte dei capolavori contenuti nelle sale, che rimane nella mente di chi lo sperimenta senza diventare ingombrante.

Lorella Pierdicca vive e lavora a Bologna dal 1999 con il marchio LLdesign; si occupa di comunicazione visiva nei settori dell’arte, della cultura e dell’istituzione. >>> www. LLdesign.it Francesco Zorzi vive e lavora a Montevarchi. Responsabile della direzione creativa di Alias, ne cura i progetti di visual e web design; si occupa di comunicazione visiva elaborando principalmente progetti di corporate e visual identity. >>> www.alias2k.com

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ori loriee ella ella erse merse olori ori e e plici mplici della ella nte nte merse erse un un mplici plici olori ori loriee onte nte della ella ella azioni nazioni un i un merse erse didiuna una mplici plici didi enazioni azioni nte nte diiun di una una un edidi nazioni azioni didiuna una edidi

IDENTITY IDENTITY

percorso percorsoprogettuale progettuale

Step Step22SINTESI SINTESI 1.02 1.02

Brandmark: Brandmark: percorso percorsoprogettuale progettuale Genesi : Una ricognizione fotografica lungo le vie della città di Montevarchi alla ricerca di segni forme colori e pattern Step Step 22SINTESI SINTESI nel tessuto urbano. Dall’analisi comparata di visioni diverse sono state cercate affinità di interpretazione tra elementi urbani diversi. Dall’analisi di segni forme colori e pattern nel tessuto urbano della città di Montevarchi sono emerse delle forme geometriche semplici e modulari che sono state fonte di ispirazione per la ricerca di un modulo base progettuale. Il modulo, attraverso combinazioni di orme semplici all’interno di una griglia, consente la creazione di oggetti complessi.

10 10 10 10 10

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Type : l’alfabeto completo in qualche caso comprende diverse tipologie di disegno per la stessa lettera. Questo offre la possibilità di scegliere, in fase di assemblaggio, la forma che meglio si addice alla composizione generale del nuovo marchio che si andrà a creare.


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MONTEVARCHI ALIAS2K

CORPORATE IDENTITY

Logotipi : I vari logotipi sono contenuti in cartelle distinte per evitare errori nel loro reperimento. Sono state realizzate due versioni di ogni logotipo, la prima con la versione completa logo + tagline, la seconda con il solo logo.

LLDESIGN

ALIAS2K

RETE CULTURALE COMUNE DI MONTEVARCHI CORPORATE IDENTITY

BRAND IDENTITY GUIDELINES

1

IDENTITĂ€

1.13

Ginestra

LOGOTIPO E PALETTE COLORE

PANTONE 3265 U C76M0Y63K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0

PANTONE 3265 U C76M0Y63K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0

Dimensione minima del marchio: L 15 mm. OvO 6 pt, outline 0,1 pt


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MONTEVARCHI ALIAS2K

LLDESIGN

ALIAS2K

RETE CULTURALE COMUNE DI MONTEVARCHI CORPORATE IDENTITY

BRAND IDENTITY GUIDELINES

1

IDENTITÀ

1.19

Stralab

LOGOTIPO E PALETTE COLORE

PANTONE 233 U C9M100Y0K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0

PANTONE 233 U C9M100Y0K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0

Dimensione minima del marchio: L 15 mm. OvO 6 pt, outline 0,1 pt

CORPORATE IDENTITY


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MONTEVARCHI ALIAS2K

Logotipo Biblioteca / biblioteca comunale di Montevarchi

LLDESIGN

ALIAS2K

RETE CULTURALE COMUNE DI MONTEVARCHI CORPORATE IDENTITY

BRAND IDENTITY GUIDELINES

1

IDENTITÀ

1.16

Biblioteca

LOGOTIPO E PALETTE COLORE

PANTONE process CYAN U C100M0Y0K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0

PANTONE process CYAN U C100M0Y0K0

PANTONE 123 U C0M15Y100K12 PANTONE 464 U C61M74Y100K0

Dimensione minima del marchio: L 19 mm. OvO 6 pt, outline 0,1 pt

CORPORATE IDENTITY


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MONTEVARCHI CORPORATE IDENTITY

ALIAS2K

LLDESIGN

ALIAS2K

RETE CULTURALE COMUNE DI MONTEVARCHI CORPORATE IDENTITY

BRAND IDENTITY GUIDELINES

1

IDENTITÀ

1.10

Cassero

LOGOTIPO E PALETTE COLORE

PANTONE 172U C0M80Y100K0

PANTONE 241 U C42M93Y28K0 PANTONE 7458 U C57M15Y18K0

PANTONE 172U C0M80Y100K0

PANTONE 241 U C42M93Y28K0 PANTONE 7458 U C57M15Y18K0

Dimensione minima del marchio: L 15 mm. OvO 6 pt, outline 0,1 pt


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Custom disply font : Gli stessi principi compositivi utilizzati per costruire i caratteri che costituiscono l’alfabeto dei logotipi è alla base di un altro font OvO. Ogni glifo è costituito da elementi derivati dalla griglia geometrica di base. In alcuni casi sono state apportate alcune correzioni ottiche. OvO è il font che caratterizza la comunicazione delle istituzioni aderenti alla Rete Cultura del Comune di Montevarchi. Ovo è un font progettato, disegnato e realizzato da Francesco Zorzi e Lorella Pierdicca. È un font completo dei glifi fondamentali, è stato creato nella sola versione regular, ed è installabile su computer che operano con qualsiasi piattaforma (win, mac, linux).

hhii


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Applicazioni / Coordinato base : carte intestate / modulo fax / busta / biglietto da visita

via Trieste 1 Montevarchi (AR) T (biglietteria) 055 9108272- (segreteria) 055 91082 F 055 9108273 info@ilcasseroperlascultura.it www.ilcasseroperlascultura.it

data numero pagine via Trieste 1 Montevarchi (AR) attenzione T (biglietteria) 055 9108272- (segreteria) 055 9108274 F 055 9108273 info@ilcasseroperlascultura.it www.ilcasseroperlascultura.it

pagine e

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attenzione via Trieste 1 Montevarchi (AR) T (biglietteria) 055 9108272- (segreteria) 055 9108274 F 055 9108273 info@ilcasseroperlascultura.it www.ilcasseroperlascultura.it

data numero pagine attenzione

274

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COMUNE DI MONTEVARCHI ALIAS2K

GUIDELINES

CORPORATE IDENTITY

2.08 Applicazioni / Comunizione : invito pieghevole / invito semplice / cartoncino / manifesto 70 x 100 cm

Materiale promozionale

INVITO

In caso di necessità, all’invito semplice si può comporre un pacchetto associando formati diversi. PIEGHEVOLE: formato aperto 210 x 210 mm, chiuso 105 x 210 mm. Stampa 4+1 su carta usomano bianca 250gr. INVITO SEMPLICE: formato 105 x 210 mm. Stampa 4+1 su carta usomano bianca 250gr. CARTONCINO: formato 105 x 105 mm. Stampa 1+1 su carta usomano bianca 250gr.

il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento

il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento Dopo la cerimonia inaugurale, il Sindaco di Montevarchi GIORGIO VALENTINI ha il piacere di invitarLa a colazione presso ristorante Il Giardino via Ammiraglio Burzagli, 39 Buffet > h 13

Si prega di dare gentile conferma T 055 9108314

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Applicazioni / Infografica : vetrofania / stendardo


Applicazioni / Infografica : texture che diventa segno di flusso per il percorso espositivo / esempio di applicazione di icona






Applicazioni / Infografica : vetrofania su vetro del vano ascensore / pannello informativo

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Comune di Montevarchi

o:

workshop di progettazione dell'identitĂ visiva del sistema cultura del Comune di Montevarchi IDENTITĂ€ DINAMICHE Gennaio / Febbraio 2010 promosso da Comune di Montevarchi / Assessorato alla Cultura all'interno del progetto Ginestra Fabbrica della Conoscenza curato da Stefania Mantovani e Federica Thiene [Artway of thinking] condotto da workshop leader / Gianni Sinni tutor / Donatello D'Angelo progetto grafico e impaginazione D'Apostrophe / Firenze stampa Grafiche Cappelli s.r.l. / Sesto Fiorentino finito di stampare nel mese di gennaio 2011

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