Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XLI - n.1 - Marzo 2019 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97
48 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 48-1
Dono&Vita Ricerca: con Avis verso nuovi orizzonti
Numero 1 - marzo 2019 - Tiratura e diffusione: 101.000 copie Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue - il nostro sito: www.donoevita.it 10/03/19 17:31
Sommario L’EDITORIALE · Difendere l’ambiente si può, partendo da tutti e da ciascuno
pag. 4
LA PAGINA DEL DIRETTORE · Pillole di memoria e aneddoto inedito su un protagonista Avis
pag. 5
L’INTERVISTA/Pietro Bartolo · “L’inarrestabile emorragia del mondo”: le verità di un Medico
pag. 6
L’INCHIESTA
Dono&Vita Anno XL - n° 4 - dicembre 2018 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia. Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it
· Clima impazzito? L’ambiente dev’essere tutelato a tutti i livelli pag. 8 · Cambia la geografia delle colture Made in Italy. E perfino il vino... pag. 9
REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 346544 Cell. 320 4784837 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it
ATTUALITÀ TRASFUSIONALE
Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello
· Segno meno per la raccolta, anche per il trasfuso, però... pag. 10 · La battaglia del plasma, tutti in campo per l’obiettivo comune pag. 12 · Un dibattito a tutto tondo su una materia prima strategica pag. 14 · Lavoro di squasra: gli emofilici salvadoregni avranno le cure e nasce un’associazione di donatori gratuiti pag. 15
PRŒMIO SAMARITANO 2018 · È “Venemontese” il samaritano 2018, ma ecco le storie di tutti · In breve le “vite” dei 5 candidati e le menzioni speciali
· Nasce grazie anche ad Avis il Centro sociosanitario di Arquata pag. 18 · Da gennaio ad aprile va adeguato lo Statuto associativo pag. 18 · In Bolivia è arrivata attrezzatura radiologica grazie ad Abds pag. 19 · Fondazione TES: il Ministero autorizza esperimenti “in vivo” pag. 19
& INIZIATIVE
· Avis e Comunità marocchine nel giorno della “Marcia Verde” · Dono, religione e laicità nello spazio-tempo. Un convegno per il gemellaggio Venezia-Roma-San Pietro
pag. 20 pag. 21
AVIS E GIOVANI · Bergamo: oltre 1350 giovani parlano del loro “valore” in Avis · Il forum 2018 di Treviso spazia e guarda oltre i confini europei · Facebook non serve solo per selfie o fake news: grazie Chiara! · Il banchetto in piazza funziona? Sì, purché... · I nomi dei ragazzi del Servizio civile 2019 in Veneto
pag. 22 pag. 27 pag. 27 pag. 28 pag. 28
INSERTO BILANCIO SOCIALE · L’estratto del Bilancio sociale 2017 da staccare e conservare da pag. 23
Coordinamento grafico-editoriale: Costantino Gugliuzza BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello VERONA: Costantino Gugliuzza, Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.
Collaboratori fissi e rubriche: Ottaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Lisa Baesso (Alimentazione), Giovanni Lenzo (Attualità trasfusionale), Elena Galbiati e Laura Elia (Scuola).
Hanno collaborato a questo numero: Bernardino Spaliviero, Carlo Assi, Pietro Bartolo, Ufficio stampa Avis nazionale, Gino Foffano, Giuseppe Polo, Roberto Sartori, Laura Zanardo, Alessio Fontana, Luigi Piva, Tanji Bouchaib, Roberto Belli, Silvia Girardi, Enrico Michieletto, Valentina Covre, Chiara... E Avis Salzano, Giuseppe Sciessere, Alice D’Este, Lucia Delsole, Elisa Righetto, Vanda Pradal, Michela Maggiolo, Davide Del Negro, Emanuele zanon, Maurizio Borsetto, Osvaldo Rossi.
Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Ottaviano Cereser, Barbara Iannotta, Michela Rossato. Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione: Art&Media-Castelfranco Veneto (TV) Ottimizzazione immagini: Opero srl - Verona Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) Chiuso in redazione il 6 dicembre 2018. Il prossimo numero uscirà a marzo 2019. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 gennaio 2019. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it
LE SETTE SORELLE · Vicenza da pag. 30 · Venezia da pag. 32 · Treviso da pag. 35 · Verona da pag. 38 · Belluno da pag. 41 · Rovigo da pag. 44
Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.
AVIS & SPORT · A Soave il “DonoDay 2018” si riempie di testimonial sportivi · San stino di Livenza: in 600 per una “camminata” tutta a colori · Noale, un’intera squadra di calcio tutta a donare · Castelfranco: “targati” Avis i nuovi campioni d’Italia di Risiko!
Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it
Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS
pag. 16 pag. 17
REGIONALE E... OLTRE
CONVEGNI
Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it
pag. 46 pag. 46 pag. 47 pag. 47
Quest’anno va di moda il GIALLO Distinguiti, dona il PLASMA
Felice anno a tutti i nostri lettori e a tutti gli amici di Avis
2 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 2-3
10/03/19 17:31
L’EDITORIALE
LA PAGINA DEL DIRETTORE
di Giorgio Brunello presidente Avis regionale
di Beppe Castellano
Preoccupazioni e speranze, guardando al futuro di tutti noi
C
ari donatori, siamo costretti ad aprire questo editoriale con alcune preoccupazioni. Da tempo solleviamo la questione del calo di donazioni, ci preoccupa sempre di più e non vediamo segnali importanti di inversione della tendenza. Lo sappiamo che le cause sono molte, si viaggia di molto, lavori meno stabili, controlli molto più restrittivi, insomma i donatori che donano con maggiore regolarità, i più anziani, vanno in pensione, i giovani vanno a donare molto di rado. E dire che ci sono segnali positivi di aumento di donatori in alcuni territori. Sappiamo che i giovani rispondono con entusiasmo alla domanda di aiuto, ma sono più fragili nel garantire continuità. Che cosa possiamo fare? Dipende da tutti noi ed è compito di tutti trovare soluzioni per superare questo grave problema che sta anche mettendo, in alcuni casi, in crisi il reperimento di sangue per gli ammalati. Stiamo avviando in queste settimane importanti progetti con i giovani e per i giovani, nelle scuole e nelle università. Perchè dobbiamo ascoltarli e dare loro tutta l’importanza e gli spazi di cui necessitano; sono i giovani che parlano ai giovani, sosteniamo le loro progettualità. Speriamo di ottenere spunti e idee per aiutare tutte le nostre Avis a recuperare donazioni, gli ammalati attendono. Il secondo tema è quello del volontariato veneto, ci preoccupa lo stallo e le divisioni nel volontariato organizzato, nei servizi a loro favore, l’incapacità di prendere decisioni condivise. Non mi riferisco al volontariato spontaneo, sempre vivo, ma a quello delle associazioni, soprattutto quelle più grandi e questo
4 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 4-5
interroga anche noi Avis. Dobbiamo riprendere a volare alto e temo che la riforma del Terzo settore non aiuti: rischia di burocratizzare il nostro agire togliendo energia alla nostra missione che è fare solidarietà. Siamo disponibili a confrontarci con tutto il volontariato organizzato e le altre componenti del Terzo settore perché siamo tutti orientati a favore dei più deboli, ma la situazione nazionale e veneta non ci lascia tranquilli. Al centro ci deve esempio essere la solidarietà, la partecipazione, il confronto senza scorciatoie, sono valori non sono negoziabili! Su questi argomenti chiediamo a tutti i dirigenti di sensibilizzarsi e agire nella rete forte e capillare che si muove sempre senza preoccuparsi di ciò che accade fuori dell’impegno quotidiano. Questo però non basta più, dobbiamo aggregare quelli che ci credono e valorizzare questi temi ovunque siamo presenti. E non demorderemo fino a quando non si ritornerà a quel volontariato in cui crediamo: libero, gratuito, collaboratore, ma anche spirito critico delle istituzioni. Nel merito della riforma, stiamo svolgendo le assemblee a tutti i livelli associativi e stiamo modificando gli statuti per adeguarli alla nuova legge del Terzo settore. Come da tempo diciamo... niente panico, ma prepariamoci alle modifiche sostanziali che inizieremo a studiare finito questo primo passaggio di adempimenti alla normativa. Per finire, l’inchiesta di questo numero. Mette al centro la ricerca, per Avis un importante e naturale sbocco della propria azione. Promuoviamo la donazione del sangue e dei suoi componenti, ma siamo attenti anche agli sviluppi della ri-
I primi quarant’anni del vostro Dono&Vita, le novità in arrivo...
L
cerca scientifica, ecco perché sosteniamo gli studi collegati al sangue, nostro dono. Da anni Avis sostiene l’associazione APE e la fondazione TES. Abbiamo deciso di organizzare la prima giornata delle Avis del Veneto per la raccolta fondi a favore delle due realtà. Sosteniamo tutti i tre importanti progetti di ricerca: per la ricostruzione delle cartilagini, per le malattie cardiologie e ultima, ma non ultima, per sconfiggere una brutta bestia: l’emofilia. Concludendo, il prof. Ulderico Bernardi commentando una indagine sul volontariato, scriveva: “uomini e donne comuni con semplici gesti di solidarietà trasmettono condivisione di sentimenti positivi”. Sono foreste che crescono e non fanno rumore, ma vogliamo comunicarlo forte, per dare senso e sostegno a quella parte positiva del Veneto e speriamo voglia dire creare emulazione, soprattutto nelle giovani generazioni. E se, come speriamo, ricevete questo numero prima di Pasqua, tanti sinceri auguri a voi e a tutti i vostri cari.
a “carta stampata” è data da molti vicina all’estinzione. La mole di notizie che ci arrivano e ci bombardano ogni giorno da ogni dove, in particolare via web, sembra destinare i giornali su carta a un definitivo oblìo. Moltissime sono le testate, anche del volontariato, che hanno chiuso negli ultimi anni. Il “vostro” giornale continua invece a resistere, adeguandosi certo anche alle nuove tecnologie. Avis regionale Veneto, prima e unica in Italia, nel lontano 1994 volle un periodico regionale che entrasse in tutte le case dei propri soci. Gli allora dirigenti volevano che fosse “voce” e “palestra d’idee” propositiva e puntualmente informata di tutte le sfaccettature possibili di una grande associazione di volontariato qual’è Avis. Una associazione “strategica” per la sua opera rispetto all’l’intera Sanità, ma strategica per i suoi valori fondanti anche per l’intera Società civile. Gli attuali dirigenti di Avis regionale Veneto sono ancora convinti che “invadere lo spazio fisico” con
la parola scritta sia ancora utile, soprattutto ai fini dell’approfondimento delle troppe “notizie spot” che... passano e vanno. Carta canta? Facciamola cantare ancor meglio... Da questo numero Dono&Vita entra nei suoi “anta”. Il primo numero del periodico regionale (stampato in 2-3000 copie e molto diverso dall’attuale) vide il suo primo “inchiostro” nel 1979. Chi sa di tecniche tipografiche sa anche che, all’epoca, si componevano le colonne con i caratteri a piombo e i giornalisti si limitavano a inviare ai “proto” i loro “pezzi” scritti in doppia o tripla copia (con la carta carbone) sulle loro macchine da scrivere manuali. Ma veniamo alle novità previste per questo anno molto speciale per il nostro-vostro periodico che cerca (poste permettendo) puntualmente di entrare nelle vostre case ogni tre mesi, “sperando” di suscitare la vostra curiosità e farsi leggere e meditare. Andiamo con ordine, anche se c’è che dice che sia parola ostica per l’attuale direttore responsabile:
1) entro il 2019 Dono&Vita si “vestirà di nuovo”. Cambieremo infatti look, stiamo già studiando come renderci anche graficamente più “semplici”, leggibili e fruibili. 2) Chi dimentica il passato, dimentica se stesso. Sempre durante l’anno sarà completata la scansione di tutti i numeri (non solo le prime pagine i cui esempi vedete da pagina 24) e di tutte le pagine pubblicate finora. Un “fiume” di parole e di storia vera che verrà messa a disposizione di tutti anche online. 3) A questo proposito già i delegati all’assemblea regionale di Bassano (13 aprile) potranno ammirare tutte le prime pagine finora pubblicate. Le scansioni saranno realizzate anche grazie a Riccardo e Beatrice, i due ragazzi che svolgono il Servizio civile in Regionale e che, nel farlo, già si stanno appassionando a leggere “ciò che era”. 4) Varie ed eventuali, ma altre novità certamente non mancheranno. Con l’impegno costante nell’informarvi in modo puntuale, corretto, approfondito e verificato.
Ultim’ora: Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha finanziato un progetto Avis
A
l momento di andare in stampa, apprendiamo una notizia dell’ultima ora, “una ottima notizia”. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Avviso 1/2018) ha finanziato il progetto presentato da Avis regionale Veneto “BEST Choice - Benessere, Educazione e Salute sul Territorio” Un progetto strategico che mira alla condivisione di buone pratiche per creare stili di vita sani e la prevenzione dei fattori di rischio per la salute con il fine di promuovere nuovi donatori tra i giovani. Verranno coinvolti gli Istituti sco-
lastici per elaborare delle linee guida e delle linee di intervento su cui i diversi Istituti lavoreranno per la definizione di una campagna di prevenzione e di promozione alla salute (focalizzata sulle tematiche specifiche emerse nella fase precedente). Si coinvolgeranno gli studenti degli istituti superiori perchè propongano progetti; i migliori saranno finanziati e concorreranno a una sfida regionale e successivamente a un Contest nazionale finalizzato a identificare i progetti ritenuti più innovativi ed efficaci.
I progetti ritenuti “vincitori” saranno poi implementati in tutte le regioni aderenti al progetto I partner sono Avis Nazionale e le Avis Regionali di Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Sicilia, Trentino, Umbria, Valle d’Aosta, Toscana oltre alle Admo della Liguria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto e i Medici per la pace Onlus. Aderiscono la Società Scientifica dei trasfusionisti SIMTI, Cittadinanza Attiva, la Regione del Veneto e altri enti pubblici distribuiti sul terriG.B. torio nazionale. 1/2019 · DONO&VITA · 5
10/03/19 17:31
ATTUALITÀ TRASFUSIONALE
Nel 2018 donazioni in linea con il fabbisogno, cala il plasma... di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto
C
ome sempre, a inizio anno è bene fare un consuntivo e verificare come è andata la raccolta nell’anno precedente. Quante donazioni di sangue ci sono state? Sono state sufficienti a soddisfare le esigenza dei nostri ospedali e a contribuire all’autosufficienza nazionale, tenendo fede agli impegni presi? Quante donazioni di plasma ci sono state e se il plasma conferito all’industria per la produzione di plasmaderivati sia stato ancora una volta in linea con gli obiettivi che ci eravamo dati? Possiamo constatare che la raccolta si sangue intero è in linea con quella del 2017 con un leggero scostamento negativo. La diminuzione non è stata uniforme ma ci sono dei Dipartimenti in cui la raccolta è in crescita di oltre 2 punti percentuale ed altri dove abbiamo diminuzioni significative, il più delle volte non dovuti alla mancanza di Donatori ma a carenze organizzative, in primis la carenza di personale medico oramai elemento comune non soltanto nel centri trasfusionali ma in parecchi ambiti della sanità nazionale. Un grande sforzo in questa situazione è stato compiuto dai dipartimenti che per organizzazione sono quelli che richiedono un maggior numero di unità di globuli rossi come Padova e Verona. Le migliori tecniche operatorie (mini invasive) unite alla consapevolezza di utilizzare il sangue solo quando serve hanno fatto sì che il trasfuso sia in calo di 1197 unità pari allo 0.5%. Di conseguenza si è riusciti a mantenere un equilibrio non avendo, durante l’anno, mai dovuto affrontare situazioni di reale criticità. Anche per il trasfuso, così come
6 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 6-7
per il donato, possiamo notare che ci sono alcuni dipartimenti in cui questo è cresciuto, a significare l’implementazione di nuove sale operatorie o il crescere di alcuni centri di specializzazione. Non temiamo certamente la crescita dei consumi se questa è programmata e serve a rendere più efficienti le nostre strutture ospedaliere accrescendone anche la capacità di attrarre pazienti provenienti da altre regioni.
Anche il supporto che il Veneto ha dato per il raggiungimento dell’autosufficienza nazionale è in linea con quanto si era programmato ed anzi il risultato non è solo stato centrato ma siamo andati anche un po’ oltre. Un discorso a parte merita la raccolta di plasma dove il calo delle procedure è stato significativo. Grande è stato lo sforzo, nel secondo semestre, per cercare di recuperare il calo della raccolta.
I primi sei mesi si erano chiusi con un meno 1137 procedure pari a meno 5.2% nei confronti del primo semestre 2017 a fine anno il calo è del 3%. Le cause di questo calo sono state a lungo esaminate e discusse sia a livello associativo che a livello tecnico in regione. In alcuni dipartimenti dove maggiore era l’esigenza di emazie non c’è stata la giusta spinta alla donazione in aferesi, il tutto unito ai problemi oggettivi di durata delle procedure, alla riduzione delle macchine e alla carenza in tutti i dipartimenti di personale sanitario ha portato a questo calo. Che cosa dobbiamo aspettarci per il 2019? E che cosa dobbiamo fare per aumentare la raccolta di sangue intero ed incrementare le procedure di plasmaferesi? Per il sangue intero sono in essere molte iniziative atte a una maggio-
re fidelizzazione dei nostri Donatori e sono programmate campagne di sensibilizzazione. Per il plasma oltre alle campagne di sensibilizzazione che saranno messe insieme nel corso dell’anno, chiediamo ancora una volta più flessibilità di orari da parte delle strutture pubbliche con la possibilità di orari di apertura più ampi e con la possibilità di aperture straordinarie e di potenziare le già
esistenti nei giorni in cui c’è maggiore disponibilità da parte dei Donatori. Si tratta di un problema di tipo organizzativo e se vogliamo insieme crescere siamo pronti a suggerire le modalità organizzative più appropriate. Pur non avendo, ancora, il dato definitivo della raccolta associativa con quello in mio possesso posso affermare che dove la raccolta è gestita dalle associazioni la stessa è in crescita, per cui siamo disponibili a metterci al servizio delle strutture pubbliche per trasferire le nostre esperienze. Ai tavoli tecnici saremo pronti a collaborare ma faremo sentire forte la nostra voce per andare incontro ai nostri Soci ma soprattutto per soddisfare le esigenze degli ammalati che sono da sempre per noi al primo posto.
1/2019 · DONO&VITA · 7
10/03/19 17:31
L’INCHIESTA
Freniamo “l’emorragia” dei ricercatori italiani verso l’estero a cura di Beppe Castellano e Michela Rossato
È
possibile, in Italia, fare ricerca scientifica? E come? C’è abbastanza interesse da parte dei decisori politici verso la ricerca indipendente e non “legata” agli interessi delle case farmaceutiche? Partiamo dall’articolo 9 della nostra, bella, Costituzione repubblicana: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”, cui è direttamente collegato l’articolo 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento...”. Sempre belle le parole della nostra Carta, ma quasi sempre disattese, nel concreto, anche in questo ambito. Un dato, concretissimo, fa infatti riflettere: l’Italia è fanalino di coda in Eurozona come investimenti in Ricerca e Sviluppo con l’1,33% del PIL rispetto alla media europea del 2,03%. E solo poco più della metà deriva da finanziamenti pubblici. La fonte (EUROSTAT) ci dice anche che la percentuale di ricercatori in Italia è pari a 4,73 ogni mille occupati, mentre la media dell’UE è di 7,4 ogni mille. Eppure, nonostante tutto, i ricercatori italiani fanno veri e propri “miracoli”, a fronte dei limitati mezzi. Un’inchiesta di Nature, la più prestigiosa rivista scientifica mondiale, segnala come i nostri scienziati abbiano raggiunto risultati molto interessanti negli ultimi dieci anni, in particolare come “qualità” delle loro ricerche, oltre che come quantità. Gli italiani hanno infatti contribuito alle pubblicazioni scientifiche mondiali, passando da un 3,2% del 2008 al 4% del 2018. La ricerca nostrana, quindi, è apprezzatissima nel mondo. Tanto apprezzata che negli ultimi anni stiamo assistendo a una costante e sempre più marcata
8 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 8-9
“emorragia” di giovani cervelli verso i Paesi esteri. Sembra assurdo, ma in Italia essere altamente istruiti corrisponde a essere altamente sotto-occupati. Secondo i dati ISTAT, infatti, (rapporto sulle “migrazioni internazionali e interne dei residenti 2017”) solo nel 2017 sono stati 28mila i laureati italiani che si sono trasferiti all’estero, di questi sarebbero circa 3000 i ricercatori scientifici. Rispetto al 2016 sono aumentati del 4%, e del 41% rispetto al 2013. Solo un terzo torna nel Belpaese dopo qualche anno, ma sono sempre meno. Una continua perdita di “linfa vitale” per la nostra crescita non solo culturale e scientifica, ma anche economica. Sempre dai dati ISTAT, per buttarla in “soldoni”, per raggiungere il massimo titolo accademico (Ph.D.) valido in tutto il mondo serve una spesa pro capite per ogni studente pari a circa 9mila euro/anno. Moltiplicata per 23 anni di studi, necessari per arrivare al dottorato, tocchiamo i 200mila euro pro capite. Per far loro “produrre” lucrosi brevetti in altre nazioni negli anni a venire. Anche qui sono state
fatte stime e studi che non danno ragione a chi dice (scimiottando chi lo... diceva) che “con la cultura non si mangia”. Si calcola che ammonti a più di un miliardo l’anno il capitale che generano, sotto forma di nuove scoperte sfruttabili commercialmente, i nostri giovani ricercatori. Insomma fra “investimento” negli studi, mancati introiti come brevetti prodotti e mancate tasse, che i nostri giovani verseranno all’estero, dove rimangono a vita... Ci “fumiamo” circa 2 miliardi di euro. Ma perché all’estero si “ricerca” meglio? Oltre a essere premiate, sempre, professionalità e meritocrazia, anche con stipendi stabili molto più interessanti... “Un ricercatore, anche se alle prime armi, in un mese ha a disposizione fondi e mezzi per le sue ricerche pari a quelli che abbiamo a disposizione noi in un intero anno”, ci ha detto un ex professore dell’Università di Padova. Non bastano le ragioni puramente economiche per contribuire tutti a finanziare le “giovani menti” e farle restare fra noi? Proseguite a leggere per scoprire insieme la bellezza di una “Giornata per la Ricerca”.
Per sostenere la ricerca libera tutta l’Avis è sempre in campo
T
enere in Veneto e in Italia ricerche, “cervelli”, ma soprattutto scoperte e risultati che potrebbero cambiare le sorti di tanti malati. Avis regionale, Avis provinciali e comunali del Veneto, assieme all’Abvs, da tempo danno un convinto sostegno alla ricerca scientifica in campo ematologico. Oltre alla pura donazione di sangue e plasma, infatti, nel nostro territorio impegnarsi per far progredire le conoscenze nel campo delle malattie del sangue è ormai nel “dna” avisino. Lo dimostra la positiva esperienza di collaborazione con Telethon, di cui Avis è partner dal 2012 e che proprio in Veneto ha registrato nel tempo alti numeri di adesioni ospitando, nel contempo, anche la segreteria di coordinamento della raccolta fondi in tempo reale, con dirette sulle reti Rai. Grazie al contributo avisino da ogni angolo del nostro Paese, i ricercatori Telethon hanno fatto passi in avanti nella cura di pazienti affetti da malattie genetiche del sangue, come emofilia, talassemia, anemia... Più in sordina e con meno risorse, ma con non meno impegno, hanno lavorato in questi anni nello stesso campo e con il sostegno di Avis anche le due realtà venete Tes e Ape. Con una particolarità: partendo
dal sangue periferico dei donatori, studiano l’utilizzo delle cellule staminali per rigenerare tessuti, cartilagini e parti malate. Tes puntando più sulla ricerca in laboratorio, Ape sulla clinica e su un rapporto stretto con il Centro trasfusionale. Con il sogno, non così lontano ormai dato lo stato avanzato della ricerca, di curare con il trapianto di staminali nel fegato del malato l’emofilia, rara malattia genetica della coagulazione che ad oggi ha come strumento terapeutico primario l’infusione del fattore plasmatico mancante, biologico o da tecnica ricombinante. “Un lavoro certosino che, supportato da Avis a vario livello, sta dando risultati significativi che è giunto il momento di far
conoscere e diffondere il più possibile - spiega il presidente dell’Avis regionale, Giorgio Brunello - perché diventi patrimonio di tutti e da tutti possa ricevere impulso, anche economico”. Prima di Brunello, i Direttivi guidati dai presidenti Alberto Argentoni e Gino Foffano si sono spesi perché la ricerca veneta camminasse accanto e con Avis. Le numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali da parte di medici e biologi di Tes e Ape e i risultati positivi via via resi noti stanno dimostrando che si sta percorrendo la strada giusta. Di qui l’idea di istituire la “Giornata della ricerca” che dia visibilità al lavoro dei giovani ricercatori che Avis sostiene. La data ufficiale di scesa in campo, nelle piazze e dove ogni Avis riterrà opportuno, è la domenica successiva all’assemblea regionale, il 14 aprile “ma si potranno organizzare iniziative anche la settimana prima e dopo – spiega il consigliere Luigi Piva, dell’Esecutivo regionale e responsabile della campagna – ricordando che la ricerca si può aiutare anche tramite il 5 per mille e un bonifico bancario”. Nelle pagine che seguono riportiamo i progetti di ricerca finora messi in campo e i “profili” di Fondazione TES e di APE, Avis per il Progresso Ematologico. 1/2019 · DONO&VITA · 9
10/03/19 17:31
Dove andranno i fondi della campagna di raccolta: carta d’identità di APE e TES
E
T
ES Fondazione per la Biologia e la Medicina della rigenerazione Onlus, è nata nel 2009 ed è formata da Avis regionale Veneto, Avis provinciali e comunali, Abvs e persone fisiche. Ha scelto come principale partner l’associazione dei donatori volontari di sangue per coniugare la ricerca scientifica con la solidarietà e il volontariato. Collabora con i Dipartimenti di Anatomia Umana, Scienze del farmaco, Neuroscienze, Scienze chirurgiche oncologiche e gastroenterologiche dell’Università di Padova, Dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento dell’Università di Verona, Dipartimento di Biotecnologie e Scienze molecolari dell’Università dell’Insubria di Varese, Dipartimento di Organi di senso dell’Università “La Sapienza” di Roma e ha convenzioni con alcune Ulss del Veneto. Tes promuove e sviluppa esclusivamente iniziative di finalità di solidarietà sociale, gestisce in proprio e non, nei luoghi e con le forme più opportune, la ricer-
mofilia A: nuova strategia terapeutica con cellule staminali. Il progetto di ricerca propone una nuova strategia terapeutica per il trattamento dell’emofilia A tramite il trapianto nel fegato del malato di cellule staminali isolate da sangue periferico e da preparati ematici ritenute idonee a promuovere il rinnovamento della popolazione di nuove cellule endoteliali, permettendo al paziente di produrre da solo il fattore VIII di cui è carente. Lo studio ha concluso la prima fase in vitro con risultati molto incoraggianti.
Il Dottor Tagariello (a sinistra) e il Professor Parnigotto, presidenti di APE e TES
ca nel campo della biologia e della medicina rigenerativa, mediante tecniche, percorsi e metodologie compatibili con una visione etica della scienza puntata sulla centralità e l’unicità della persona umana. Promuove la ricerca nel campo della biologia e della medicina rigenerativa basata sulle cellule staminali cordonali e adulte, tratte principalmente dal sangue di donatori volontari. Molte sono le pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Tes ha i laboratori di ricerca presso il Dipartimento di Anatomia Umana di Padova e la propria sede in via Marzolo 13 (Quartiere Portello, Zona Istituti Universitari) a Padova. Presidente è il prof. Pierpaolo Parnigotto.
A
PE Avis per il Progresso Ematologico Onlus, è un’associazione di volontariato Avis. È nata nel 1999, al pensionamento del prof. Agostino Traldi, fondatore nel 1973 del Centro trasfusionale e del Centro per la cura delle malattie del sangue e dell’emofilia di Castelfranco Veneto (Tv), oggi di riferimento nazionale anche per la diagnosi genetica. L’associazione, sostenuta dall’Avis 10 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 10-11
I tre progetti di ricerca già avviati, con le staminali nuovi orizzonti di cura
provinciale di Treviso e da una trentina di Avis comunali dell’ex Ulss 8, ha come scopo il sostegno a borse di studio e di ricerca a favore di medici, biologi e tecnici di laboratorio nel campo delle malattie ematologiche, dell’emofilia in particolare. Ha all’attivo molte pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Grazie alla convenzione tra Ape, Tes, Avis regionale Veneto e Ulss 2 Marca trevigiana, rinnovata fino al 2022, collabora attivamente con Tes in progetti di ricerca scientifici sull’emofilia. Ha sede all’ospedale di Castelfranco Veneto, presso l’Avis comunale. Presidente è il dott. Giuseppe Tagariello.
D
I
nfarto del miocardio L’infarto del miocardio può comportare la morte di poche o molte cellule del tessuto cardiaco, causando la perdita parziale o totale della capacità contrattile del cuore. Nuove ed innovative strategie terapeutiche prevedono di rimpiazzare le cellule morte con cellule staminali in grado rigenerare il tessuto cardiaco e recuperare la capacità contrattile perduta. Nello studio in corso ci si propone di definire il potenziale rigenerativo nel danno cardiaco delle cellule staminali isolate da sangue periferico e preparati ematici.
egenerazione della cartilagine articolare Il progetto si propone il design e lo sviluppo in laboratorio di una innovativa bioprotesi intelligente per la riparazione di danni cartilaginei focali negli sportivi e non solo. Tale protesi sarà realizzata come un sandwich, composto da un polimero sintetico (polivinil alcol ossidato) e da un foglietto di matrice extracellulare cartilaginea di origine umana, nel quale saranno seminate le cellule staminali multipotenti isolate da sangue periferico e preparati ematici, in grado di rigenerare la cartilagine. Lo Studio è già in fase avanzata, grazie al Centro trasfusionale e all’Abvs di Belluno.
Domenica 14 aprile, prima giornata per la Ricerca
A
vis regionale Veneto promuove su tutto il territorio regionale la “Giornata della Ricerca” in collaborazione con le Avis provinciali (che a loro volta hanno coinvolto le Avis comunali) e l’Abvs con le sue sezioni. L’appuntamento è per domenica 14 aprile e tornerà puntuale, ogni anno, la domenica successiva all’assemblea regionale. La campagna di supporto alla giornata, che ogni Avis organizza nei modi che più preferisce, dal gazebo in piazza alla manifestazione, alla rappresen-
tazione teatrale prevede manifesti, totem cartonati e pieghevoli informativi contenenti i tre progetti per le postazioni di raccolta, palloncini e altri gadget Avis. La donazione sarà libera, ma a fronte di un’offerta minima si riceverà una bottiglia da 250 ml di olio extra vergine d’oliva del Garda, Evo 100% italiano Bio con i loghi Tes e Ape. Il titolo della campagna è infatti “Senza ricerca non c’è futuro: è chiaro come l’olio”. Dal prossimo anno si proporrà olio evo di altre zone del Veneto, a rotazione. 1/2019 · DONO&VITA · 11
10/03/19 17:31
Un giorno con le “nostre” dottoresse Tes, nella Scuola di Anatomia Umana, Padova
S
ono ospitati nella sede di Anatomia e fisiologia Umana dell’Università di Padova, i laboratori di ricerca della Fondazione Tes. Su microscopi, provette e colture cellulari da anni stanno lavorando ai progetti di ricerca le giovani biologhe Silvia Barbon ed Elena Stocco. Specializzate in medicina rigenerativa, le due dottoresse sono ormai volti noti nell’ambiente avisino. Sono loro, assieme al prof. Pierpaolo Parnigotto, presidente di Tes e alla dottoressa Rosa Di Liddo, a tenere aggiornati gli avisini sullo stato di avanzamento delle ricerche, sui risultati raggiunti e sulle pubblicazioni realizzate. Conferenze, serate informative e convegni le vedono entusiaste relatrici, mentre proiettano immagini il più semplici possibili per spiegare i passaggi anche tecnici del loro complesso, delicato, ma affascinante lavoro. Serate alle quali sono intervenuti nel tempo e intervengono anche altri protagonisti della straordinaria avventura di ricerca con Avis, dal prof. Claudio Grandi a medici e biologi borsisti di Ape (alcuni impegnati direttamente al Centro trasfusionale e all’ospedale di Castelfranco
12 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 12-13
Veneto). Al Dipartimento patavino, Silvia ed Elena (qui accanto e in... copertina) lavorano a stretto contatto con tanti altri ricercatori di tutte le età, studenti e docenti. E con uno spirito di intensa collaborazione e interdisciplinarietà. “Nel nostro gruppo di ricerca le due giovani dottoresse si sono inserite molto bene, con grande professionalità, serietà e anche autonomia. Un valore molto importante nel nostro campo, dove ogni ricerca va curata come “un figlio” - spiega il prof. Raffele De Caro responsabile dell’istituto di Anatomia Umana al Dipartimento di neuroscienze dell’Università patavina - avere qui Tes è uno stimolo reciproco, perché spinge ad una stretta collaborazione tra diversi specialisti, ad aprire insieme nuovi orizzonti, oltre che a portare con sé i valori dell’altruismo, della generosità e dell’etica anche del volontariato del dono. È importante che il volontariato del dono sostenga tali ricerche”. È un campo che può sembrare “freddo”, l’anatomia umana, ma non è così. Anzi. È proprio partendo dalla conoscenza approfondita del corpo umano che si può entrare nella dimensione della vita come
“dono”. Anche dopo la vita. Non tutti sanno infatti che, al Dipartimento di Anatomia di Padova, si può donare anche la propria... salma per la ricerca scientifica. Normale nel resto del mondo, in Italia la pratica di tale tipo di donazione è quasi sconosciuta e ben poco pubblicizzata per la delicatezza del tema. La Scuola di Anatomia di Padova è la più antica d’Italia ed è ancor oggi la numero uno. L’Università fu fondata nel 1222 e Medicina è certo che si insegnasse fin dal 1250, ben prima di Bologna (prima Università d’Europa, nata nel 1088). Anatomia “esplose” definitivamente nel 1500 con grandi nomi come Girolamo Fabrici d’Acquapendente, ideatore del primo Teatro Anatomico stabile nel 1594 (foto sotto) e Andrea Vesalio, autore del capolavoro “De humani corporis fabrica” del 1543.
“Farò ricerche, e non solo per me stessa” Futura ricercatrice, 21 anni, molto... paziente
L
a storia di Emma Della Libera, 21enne di Vascon di Carbonera forse la conoscono già in tanti. Ha fatto “notizia”, arrivando perfino in Rai da Gramellini, per una scelta... semplicissima: voler a tutti i costi “battere” la sua malattia. Con la “testa”, in tutti i sensi. Della malattia parliamo nel box, ma di Emma abbiamo voluto parlare con sua madre Annalisa Bertazzon (in foto con lei). Emma era infatti impegnata nei suoi studi a Trento, dove è al secondo anno di Scienze e tecnologia molecolari. Inutile chiedere la ragione... “Emma è sempre stata fin da bambina molto tenace, in quello che voleva - ci dice Annalisa - vuole a tutti i costi diventare ricercatrice, anche per trovare una cura per la sua e altre malattie rare”. Come mai a Trento? Non erano più vicine le altre università?
A Trento ha trovato l’ambiente ideale per i problemi fisici che cotinuano ad avanzare. Non che non potessero essere risolti in qualche modo anche altrove, ma per lei è anche una sfida riuscire a cavarsela da sola, abitando autonomamente (pur se con altre coinquiline). L’università, tra l’altro, le ha messo a disposizione tutti i servizi logistici necessari. La stessa città di Trento è attrezzata per i disabili. Oltretutto voleva proprio studiare quelle materie. È sempre stata affascinata dalla scienza. Come avete scoperto la malattia e quando? Emma, anche da bambina, è sempre stata umolto brillante a scuola, riusciva in tutto senza sforzi. All’età di 8 anni circa si sono avvertiti i primi sintomi, leggeri, come giramenti di testa e mancanza di coordinazione. Ma i pediatri ci dicevano che
non era nulla di grave, solo la crescita che la rendeva un po’ goffa, magari un po’ di stress o per farsi notare... Lei amava suonare anche il pianoforte, ma verso i 12 anni si accorse il maestro e anche lei che la mano sinistra non era per nulla coordinata. L’Atassia si era evoluta. Dopo il rifiuto di Emma, a scuola, di fare esercizio sull’asse di equilibrio il suo professore ci chiamò consigliandoci un esame approfondito. Da lì la... sentenza? Non fu neanche facile trovare gli specialisti, alla fine i medici ci dissero che, probabilmente, all’età di 14-16 anni sarebbe rimasta in carrozzina . Anche lei lo sentì, a 12 anni, e decise che non sarebbe stato così. Lei ci ha “trascinati” nell’accettare e lottare contro la malattia, io suo padre e suo fratello, insieme fondammo anche l’associazione con altri con lo stesso problema per “lavorare” insieme.
Atassia di Friedreich, malattia rara che colpisce una persona su 30/50mila
L
’Atassia di Friedreich è una malattia rara, colpisce una persona su 50mila (ma più a nord si sale come latitudine, più aumenta l’incidenza) è una malattia neurodegenerativa ereditaria. È causata da un difetto genetico autosomico recessivo (può quindi esssere trasmessa dai genitori asintomatici). In mancanza di una proteina che ha il compito di “smaltire” i prodotti di rifiuto delle cellule, progressivamente viene compromesso il sistema nervoso.
Da qui la caratterizzazione dello scoordinamento di arti e andatura. A ciò si aggiungono disfunzione oculomotoria, perdita dei riflessi tendinei profondi, segni piramidali, scoliosi e, solo in alcuni casi, cardiomiopatia, diabete mellito, perdita della vista e deficit dell’udito. Attualmente non esistono cure per bloccarla, ma per rallentarne il decorso sì. In particolare con tecniche fisioterapiche che - come nel caso di Emma - contribuiscono a ritardare di molto il ricorso costante
alla... carrozzina. Essendo una malattia rara, quindi considerata “orfana” da chi (le case farmaceutiche) hanno interesse a studiare per produrre farmaci di massa. L’unica strada, anche qui, è la ricerca indipendente e pubblica. Per informazioni ci si può rivolgere direttamente all’Associazione “Ogni giorno per Emma” Onlus, (www. per-emma.it) cui aderiscono numerosi altri giovani e famiglie con lo stesso problema di Atassia di Friedreich. 1/2019 · DONO&VITA · 13
10/03/19 17:31
PLASMA E AFFARI
Processo Poggiolini a Napoli dopo 25 anni la verità storica Servizio a cura di Beppe Castellano
N
on sappiamo, al momento di andare in stampa, come finirà, se con condanne o assoluzioni, come del resto ha chiesto il Pubblico ministero Lucio Giuglano. Secondo il PM non può essere dimostrato il “nesso causale” fra i prodotti plasmaderivati che 8 emofilici (deceduti fino al 2011 di Aids o epatite) hanno usato e le infezioni. La sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Napoli, Antonio Palumbo, è prevista per il 25 marzo alle 14. Forse proprio mentre leggete queste pagine. Ciò che è certo è che la storia infinita del “Processo Plasma Infetto”, le cui indagini partirono da Trento all’inizio del 1994, avrà finalmente un punto fermo. È un punto incontrovertibile e dimostrato a suon di documenti, dati, episodi e testimonianze “vere”. Negli anni ‘70-’80 le case farmaceutiche che raccoglievano plasma negli Stati Uniti e nel Terzo mondo, producendo plasmaderivati poi esportati in tutto il mondo, “non potevano non sapere” dei rischi infettivi connessi alla raccolta, a pagamento, perfino nelle carceri. In alcuni casi, anzi, la pratica della raccolta di plasma fra i carcerati era considerata addirittura “utile”, perché essendo molti i detenuti entrati in contatto con il virus, da quel plasma si potevano produrre le Immunoglobuline specifiche Anti- Epatite B. Il lunghissimo procedimento giudiziario, aperto prima a Trento, e poi a più riprese a Napoli, vede come imputato d’eccellenza l’ormai novantenne ex “Re Mida” della Sanità (foto a lato), direttore generale del settore farmaceutico del Ministero negli anni ‘70-’80, già pluricondannato per tangenti. Anche in questo caso sarebbe presunta la corruzione per aver volutamente ritardato, 14 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 14-15
di oltre un anno, una circolare in cui si imponeva alle Case farmaceutiche di ritirare dal mercato plasmaderivati potenzialmente infetti sostituendoli con quelli trattati al calore e con solventi detergenti. Assieme a lui sono imputati anche gli allora responsabili dell’industria di plasmaderivazione italiana che deteneva - per amore di verità - solo il fra il 5 e il 7% del mercato dei plasmaderivati: la ex Farma-Biagini, ora Kedrion, di proprietà della famiglia Marcucci. Ma vediamo di ripercorrere un minimo di storia, anche se forse non basterebbero tre libri, vista la mole di faldoni ancora custoditi nei sotterranei del Palazzo di Giustizia di Napoli. Risale al 1994, da parte della Procura di Trento, l’apertura di due indagini per abuso d’ufficio ed epidemia dolosa. Nella prima c’erano i nomi di ben 41 indagati di Case farmaceutiche straniere: Bayer (Cutter), Baxter e Immuno. Nella seconda 26 indagati italiani, poi ridotti a 12. Clamoroso fu il famoso “sequestro di plasma infetto” (maggio 1995) custodito nelle celle frigo-
rifere a -30 dei Magazzini generali di Padova. Il sequestro di decine di migliaia di litri di plasma congelato, in parte italiano e veneto e pronto per essere inviato alla trasformazione in plasmaderivati/conto lavorazione, fu ordinato da Procuratore capo di Trento Francantonio Granero e dal sostituto Bruno Giardina. Assieme a quello italiano, che dopo le lunghe analisi venne trovato totalmente “pulito”, c’era plasma di dubbia o sconosciuta provenienza estera risalente agli anni ‘80. La storia del sequestro e dell’inizio delle indagini è riportata in una intervista esclusiva del nostro periodico nel numero di dicembre 1995. Il processo di Trento iniziò con il primo “stralcio” (gli imputati italiani) nel 2001 e in fase dibattimentale a novembre 2002. Un’eccezione sollevata dai “ponderosi” legali della difesa costrinse il Giudice di Trento a trasferire “per competenza” (il primo “reato” sarebbe stato iscritto lì) a Napoli. E qui finì un intero Tir di mille faldoni di indagine. Il procedimento ripartì solo nel 2008, con rinvio a giudizio degli attuali imputati (e di altri scomparsi), ma un vizio di
forma lo bloccò ancora una volta. Nel frattempo sia Granero, sia Giardina di Trento sono morti. E non solo loro. Sembra infatti seppellita anche l’indagine più importante (come “fetta” di mercato) a carico delle multinazionali estere e dell’onnipresente Duilio Poggiolini. Venne archiviata nello stesso 2008 per “difficoltà nelle rogatorie internazionali” e “prescrizione dei reati e non dimostrabilità degli stessi”. L’attuale processo vide prima come reato “epidemia colposa” (oltre 1000 emofilici, di cui metà morti, furono infettati da HIV; altri 3mila circa da Epatite C), ma fu accanto-
nato per prescrizione nel 2005. Con l’opposizione delle parti civili - oltre alle famiglie di 8 deceduti rimaste a chiedere giustizia a Napoli, anche poche Associazioni di emofilici fra cui una veneta - il reato si trasforma in omicidio colposo plurimo aggravato. Nel 2013 il rinvio a giudizio definitivo con il dibattimento che si apre solo a dicembre 2015. Il Pubblico ministero a gennaio scorso ha chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste”, partendo dall’assunto che - pur essendoci tanti colpevoli (le case farmaceutiche e di raccolta plasma
che avevano immesso sul mercato prodotti non testati) - non potevano essere condannati colpevoli “certi”. Il 18 e 19 febbraio, gli avvocati di parte civile (Stefano Bertone di Torino ed Ermanno Zancla di Palermo) con arringhe di più di 12 ore complessive hanno dimostrato come la vera e propria “strage” avrebbe potuto avere dimensioni molto più limitate se si fossero seguite metodologie di cura degli emofilici “alternative” all’infusione massiccia di plasmaderivati commerciali (e più volte è stata citata l’esperienza del Centro emofilici di Castelfranco Veneto) oltre a intervenire per tempo nei controlli su “che cosa” si importava. Gli avvocati hanno messo più volte l’accento sulla, allora come ora, estrema sicurezza del dono volontario, gratuito, non remunerato rispetto al dono a pagamento: “I rischi erano eliminabili ricorrendo a donatori volontari... e comunque escludendo quelli a maggior rischio che invece erano prescelti proprio dai frazionatori di plasma. Da evitare anche il concetto, pericolosissimo, che più autori di un delitto fanno nessun colpevole...”.
Stati Uniti: sono sempre i più poveri a vendere il proprio plasma
I
n un articolo-inchiesta del New York Times del 1° febbraio... 2019 è riportata anche la testimonianza di Jacqueline Watson, mamma 46enne di un giovane condannato all’ergastolo. “Mi ha chiamato mio figlio stamattina dalla prigione, dicendomi che non aveva più soldi sulla sua scheda telefonica. L’unico modo che ho per procurarmeli è donare plasma”. In cambio di 30 dollari, la sig.ra Watson sale sull’autobus e dopo un tragitto di 40 minuti arriva alla CSL Plasma: “L’unica cosa che mi porta qui sono i soldi”, ha dichiarato alla giornalista. La paga supera anche i 30 dollari, specialmente se si tratta della prima donazione (che arriva fino a 50 dollari). I programmi di fidelizzazione e di “raccolta punti” danno diritto a ulteriori benefit. Nei centri di raccolta plasma arrivano persone
di tutti gli strati sociali, ma la maggioranza proviene dalle classi più povere. Heather Olsen, ricercatrice alla Case Western Reserve University, ha raccolto i dati degli ultimi 40 anni dei centri di raccolta plasma “collocati in modo chirurgico nelle aree più povere delle città”. Negli Stati Uniti, (ma anche in Germania e Austria, ndr), è possibile donare plasma anche due volte a settimana, arrivando a oltre 100 donazioni l’anno. E il numero dei donatori e delle donazioni pro capite è in crescita. Per molti si tratta dell’unica entrata, o un’entrata essenziale per coprire le spese di casa o cibo. Uno studio scientifico del 2010 ha messo in correlazione l’elevato nu-
mero di donazioni di plasma americane a una penuria di proteine nel sangue con conseguente maggiore esposizione al rischio d’infezioni. C’è poi un altro rischio, legato alla sicurezza dei pazienti. Sempre in accordo con lo studio della Olsen, un 13% dei donatori mentirebbe al momento della compilazione dei questionari d’idoneità (tra l’altro molto meno “invasivi” dei nostri che vanno firmati come dichiarazione di responsabilità, ndr) Questo, ovviamente, per poter comunque prendere i soldi pur senza avere i requisiti d’idoneità al prelievo. Difficilmente il pur documentatissimo servizio del New York Times servirà a rimettere in discussione il modello “pay for plasma”, per noi anche eticamente impensabile. L’etica, per il modello italiano, è anche ciò che leggiamo a pagina 16. 1/2019 · DONO&VITA · 15
10/03/19 17:31
PLASMA E COOPERAZIONE
REGIONE
Palestina, Albania, Afghanistan il plasma etico salva la vita
Assessorato alla Salute Veneto, la staffetta Coletto - Lanzarin
A
M
hmed, 23 anni, abita nella Striscia di Gaza. È affetto da emofilia A grave con inibitore. Almeno questa è la diagnosi che gli è stata fatta, non essendo disponibili test di laboratorio per il dosaggio del fattore VIII e dell’inibitore. Dopo gravi emorragie, ha subito l’amputazione di una gamba e perso la funzionalità di un occhio. Nonostante tutto Ahmed ha un sorriso contagioso e una forte ironia nell’accettazione della malattia, di cui sono affetti anche i suoi fratelli, anche meno gravi. Sono almeno mille i pazienti emofilici in Palestina. La fornitura di fattori della coagulazione da parte del Ministero palestinese consente il solo trattamento acuto delle emorragie (a domanda). A partire dal 2019, per un triennio, grazie alla donazione dei fattori della coagulazione eccedenti il fabbisogno italiano, ricavati dal c/lavorazione del plasma delle Regioni Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria, sarà possibile anche la profilassi nei bambini con emofilia, prevenendo così le complicanze invalidanti dell’emofilia e programmare interventi chirurgici nei pazienti stessi. La conseguenza sarà un aumento dell’aspettativa e della qualità di vita di questi ragazzi. È in approvazione all’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS) un progetto, promosso dal Centro Nazionale Sangue (CNS) e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per sviuluppare il Registro nazionale di patologia, cartelle cliniche dedicate e l’allestimento di 5 laboratori presso altrettanti Centri e la formazione del personale locale. Il progetto si inserisce nelle iniziative promosse dal Ministero della salute nell’ambito dall’Accordo Stato Regioni del 7 febbraio 2013 16 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 16-17
per l’esportazione di medicinali plasmaderivati a fini umanitari. Coinvolgono anche altri paesi: Afghanistan, Albania, Armenia, El Salvador, India, Serbia e prossimamente Bolivia, Moldavia, Kosovo. Sono stati donati circa 30 milioni di unità internazionali di fattore VIII e IX a partire dal 2013. La Fondazione EMO e FedRed Onlus sono associazioni di emofilici in prima linea in Umbria, Marche e Emilia-Romagna. Oltre a promuovere la qualità della vita degli emofilici di riferimento, fra gli obiettivi costitutivi anche il supporto tecnico-scientifico-operativo alle Regioni e Istituzioni italiane per progetti di cooperazione internazionale. Con i Ministri alla Salute d’Albania e Palestina, Ogerta Manastirliu e Asad Ramlawi, a novembre scorso è partito il Progetto per i due Paesi.
Il Presidente della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, Sen. Pier Paolo Sileri ha affermato come “il sistema plasma e plasmaderivati in c/lavorazione, nel sistema trasfusionale italiano basato sulla donazione volontaria e non remunerata è un bene prezioso, da tutelare. È un modello da esportare, un biglietto da visita per il sistema Italia”.
anuela Lanzarin, vicentina di Rosà, è il nuovo assessore alle Politiche sanitarie della Regione Veneto dal 29 gennaio scorso. Ha raccolto il testimone da Luca Coletto, 57 anni, che a dicembre 2018 è stato chiamato nel Governo a ricoprire la carica di Sottosegretario del Ministero della Salute guidato da Giulia Grillo. A Luca Coletto, in foto sotto, buon lavoro. Manuela Lanzarin, classe 1971, ha iniziato la carriera politico-amministrativa a metà degli anni ‘90. Eletta consigliere comunale di Rosà nel 1997 ricoprì subito l’incarico di
assessore alla cultura e pubblica istruzione. Dal 2002 al 2012 viene eletta sindaco del di Rosà. Al termine del doppio mandato ricopre tuttora la carica di vicesindaco. Nel 2008 fu alla Camera dei Deputati e nel 2015 alle elezioni regionali in Veneto viene eletta consigliera nella Lista Zaia. In Giunta Zaia ha assunto l’incarico di Assessore ai Servizi sociali cui si aggiunge, ora, anche quello della Sanità. Lanzarin è quindi ora referente per diverse materie, interconesse fra loro, eccole: Programmazione sanitaria e socio-sanitaria; Tutela
Lettera da Kabul: “Un grazie dal cuore a tutti voi donatori”
R
ecentemente anche in Afghanistan sono arrivare migliaia di unità di Fattori della coagulazione per gli emofilici. Il dottor Arif Oryakhail (responsabile del progetto a Kabul) ha inviato a Ministero e Cns i ringraziamenti a nome dei pazienti: “Desidero ringraziare vivamente anche a nome del Centro emofilia di Kabul, dei pazienti emofilici afgani, dei loro genitori. La donazione di fattori plasmatici significa per i pazienti emofilici afgani la vita. La maggiore parte dei pazienti è costituita da bambini. I genitori, appena sono stati informati dell`arrivo dei fattori al Centro emofilia di Kabul, si sono messi in viaggio con i loro figli. I piccoli pazienti sono arrivati da tutte le Regioni dell`Afghanistan, con il pericolo di un lungo viaggio pur di poter arrivare al Centro per una somministrazione di fattore. I genitori vivono nell`angoscia di non poter dare una terapia ai loro figli. Senza le donazioni non avrebbero nessuna possibilità di accedere alla terapia. I pazienti emofilici di tutto l`Afghanistan, i loro genitori Vi ringraziano con tutto il cuore e Vi sono profondamente riconoscenti. Speriamo vivamente in una stabile collaborazione futura e di poter assicurare ai pazienti emofilici afgani un trattamento costante e sicuro nel tempo in modo da prevenire le malformazioni causate dalla malattia e di poter dare loro un futuro e una possibilità di vita. L`Afghanistan vi ringrazia”.
della salute; Programmazione edilizia a finalita collettive; lgiene pubblica; Sicurezza alimentare; Servizi veterinari; Programmazione e servizi sociali; Interventi a favore della famiglia, dei minori, dei giovani, degli anziani e portatori di handicap; Non autosufficienza; Nidi e servizi innovativi; Settore del non profit e del volontariato; Rapporti con Istituzioni di assistenza; Flussi rnigratori/Veneti nel mondo; Diritti umani; Minoranze linguistiche; Edilizia di culto; Edilizia residenziale pubblica; Attuazione programma di govemo; Rapporti con il Consiglio regionale. Già l’anno scorso, in occasione dell’Assemblea regionale Avis svoltasi a Peschiera (VR), a rappresentare la Giunta regionale fu proprio Manuela Lanzarin (foto). Nella sua nuova veste di responsabile dell’intera Sanità del Veneto, a maggior ragione quest’anno, ha già assicurato la sua presenza. Dopotutto, svolgendosi la 48ª Assemblea regionale a Bassano del Grappa. Stavolta, dopotutto, è anche di... casa. Ne approfitteremo, naturalmente, per riportare un’ampia intervista su queste pagine sui maggiori punti del Sistema trasfusionale.
Prima volta a Bassano per l’assemblea regionale Avis ed eccovi le date delle Provinciali
L
a 48ª Assemblea regionale di Avis Veneto sì svolgerà il 13 aprile a Bassano del Grappa - Sala Da Ponte, Piazzale Luigi Cadorna 34, a partire dalle 9,30.
Quest’anno anche a livello regionale vi sarà una parte “straordinaria” per l’adeguamento dello Statuto associativo (vedi pag. 20/21). A marzo, sono previste le assemblee provinciali. Vediamo dove... PADOVA - Sabato 23 Marzo - Bagnoli di Sopra - Teatro Comunale “Carlo Goldoni”- Piazza Unità D’Italia 1, ore 14,30; VERONA - Sabato 23 Marzo - Isola della Scala, Palariso, ore 14,30.
ROVIGO - Sabato 23 marzo, San Giuseppe di Frassinelle Pol., frazione Chiesa, ore 14,30. VICENZA - Sabato 23 marzo Schio - Palazzo Faberbox, ore 15,30. VENEZIA - sabato 30 Marzo 2019 - Mirano - Cinema Teatro - Via della Vittoria 75 - ore 8.45 TREVISO: sabato 30 Marzo 2019 a Monastier, Park Hotel Villa Fiorita Via Papa Giovanni XXIII, ore 14.30. 1/2019 · DONO&VITA · 17
10/03/19 17:31
REGIONALE E... OLTRE
Continua lo scambio culturale con Avis regionale Piemonte di Luigi Piva
A
l patto di collaborazione siglato lo scorso 1 settembre 2018 a Venezia fra le Avis regionali di Piemonte e Veneto, ha fatto seguito sabato 26 e domenica 27 gennaio una visita di scambio esperienze di una delegazione Avis Veneto a Torino. Con il presidente Giorgio Brunello, il direttore sanitario Giovanni Lenzo e il segretario Mauro Favret, hanno partecipato Giorgio Gobbo e Luigi Piva dell’Esecutivo, i presidenti provinciali di Treviso Vanda Pradal e Vicenza Giovanni Vantin e i consiglieri nazionali Alberto Argentoni e Gino Foffano, oltre al presidente dell’Avis di Valdagno Cesaro Meggiolaro. Non sono mancati momenti di generosa e gradita ospitalità, con il presidente Giorgio Groppo e i suoi collaboratori a guidare la nostra delegazione nella visita alla città di Torino, al presidente della Fondazione Crt prof. Giovanni Quaglia, alla presentazione della Sindone del prof. Pierluigi Baima Bollone (dalla Sindone, al panorama visto dall’alto della Mole Antonelliana, al Palazzo Madama, sede del primo Senato d’Italia). Il momento associativo più importante si è avuto nella mattinata di domenica 27 gennaio con la visita al Centro di Raccolta Avis di Pianezza, gestito dall’Intercomunale Arnaldo Colombo, punto di riferimento per gli avisini della zona nord della città, dotato anche di sette unità mobili con le quali effettua la raccolta in numerosi comuni della provincia e in altre province limitrofe. È seguito un interessante scambio di esperienze nei campi di attività associativa, con le delegazioni impegnate nel mettere a confronto i problemi e a porre in luce le buo18 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 18-19
Due momenti dell’incontro a Pianezze, presso il Centro di raccolta Avis Torino. In alto, da sinistra: Bruno Piazza, già consigliere nazionale Piemonte, Giorgio Groppo (Presidente Avis Piemonte) e Giorgio Brunello (Avis Veneto)
ne pratiche, con l’intento di favorire il reciproco scambio. Le difficoltà contingenti nell’organizzare e gestire la raccolta associativa, a partire dalla carenza di personale medico e sanitario, hanno fatto evidenziare la necessità di favorire le sinergie per una più incisiva azione di contrasto. La raccolta con i mezzi mobili, effettuata su larga scala in Piemonte, ha riaperto l’interesse Veneto verso un’attività da noi considerata ancora tabù. La comunicazione e la formazione sono stati argomenti ampiamente trattati, insieme al Progetto Scuola Avis Veneto, del quale abbiamo portato in dono alcuni esem-
plari particolarmente apprezzati. Non è mancato, infine, il richiamo all’impegno comune per favorire il recupero del Tempio Internazionale del Donatore di Pianezze. Al termine di due intense giornate di lavoro ci siamo lasciati con il preciso impegno di passare dalle parole ai fatti. Saranno costituiti dei gruppi operativi tematici, incaricati di mettere a confronto le peculiarità e di creare le condizioni per favorire l’interscambio delle esperienze. Tanto per cominciare, dato il preciso interesse riscontrato, Avis Veneto ha offerto di presentare il Progetto Scuola ai dirigenti piemontesi e anche alle scuole piemontesi.
Avis, AdoCes e Admo a Lubiana per il 30° anniversario del primo trapianto di sangue midollare effettuato in Slovenia
V
ivere il volontariato è anche tenere duro insieme nei momenti di difficoltà, festeggiare uniti i traguardi raggiunti per trovare nuovi stimoli e creare rapporti solidi che durano nel tempo al di là delle sigle e dei paesi di origine. Un’amicizia solida e di lunga data unisce l’Avis regionale Veneto e chi si occupa di donazione di sangue e midollo in Slovenia; una collaborazione cementata da progetti condivisi negli anni e scambio continuo di buone prassi. Questo spirito ha portato una delegazione di vecchi e nuovi dirigenti e amici avisini, insieme a due rappresentanti di Admo e Adoces (le associazioni che in Veneto) si occupano di donazione di midollo osseo e cordone ombelicale, a raggiungere Lubiana il 21 gennaio scorso. L’occasione è stata la cerimonia per il trentesimo anniversario del primo trapianto di midollo osseo in Slovenia. L’insostituibile amica Flora, dopo una calorosa accoglienza, ci ha tradotto in tempo reale le parole delle tante importanti figure che si sono alternate sul palco del convegno. Il Primo Ministro, i responsabili dell’ematologia, del settore trapianti, del registro nazionale dei donatori di midollo e dei principali reparti della clinica pediatrica e universitaria di Lubiana si sono alternati tracciando una fotografia dettagliata del sistema sanitario del loro Paese, dei traguardi raggiunti e degli obbiettivi prefissati. Il primo trapianto di midollo osseo, un trapianto autologo, è avvenuto nel 1989 in un momento in cui pochissimo si sapeva di cellule staminali e di trapianti di questo tipo. Impressionante è stato vedere alcune foto dell’epoca e soprattutto l’unico protocollo cartaceo, costituito solo da qualche pagina, esistente al tempo. Ci si rende conto
di come in pochi anni le cose possano evolversi per dare speranza a chi un tempo poteva contare solo su farmaci che riuscivano a tamponare la situazione, ma non a dare prospettive di guarigione. Adesso il registro dei donatori di midollo osseo in Slovenia è molto attivo e dal 1994, anno in cui è avvenuto il primo trapianto da donatore del registro per un paziente degli Stati Uniti, tante vite sono state salvate da chi si è iscritto nel registro tramite un semplicissimo prelievo di sangue. Il momento forse più toccante della giornata è stato quello in cui il più vecchio
trapiantato ancora in vita, che ha ricevuto una donazione di midollo 28 anni fa, ha donato alla struttura ospedaliera un bellissimo quadro rappresentante la foresta di dolore e difficoltà che un malato deve attraversare, per poi però vedere alla fine spuntare tra i rami fitti degli alberi la luce del sole, quella portata dal dono di uno sconosciuto e generoso “fratello”. Al termine del convegno c’è stato un momento in compagnia e una passeggiata per ritrovare o scoprire gli scorci meravigliosi di questa graziosa e vitale città che si snoda lungo le rive del fiume Ljubljanica. Manuela Fossa
1/2019 · DONO&VITA · 19
10/03/19 17:31
VOLONTARIATO E TERZO SETTORE
STATUTI AVIS
Un po’ di chiarezza, anche come termini, sul “Non profit”
Con i nuovi Statuti: Avis è una... Ran, “Rete associativa nazionale”
di Giorgio Groppo
di Redazione
I
l Decreto Legislativo 117 del 3 agosto 2017 sta “obbligando” praticamente tutte le Organizzazioni del Terzo settore e del Volontariato a aggiornare i propri Statuti. Molte volte, però, proprio a livello di “termini” si genera parecchia confusione fra Terzo settore, Non profit (accezione corretta invece dell’inflazionato “No profit”), Cooperative sociali, Associazioni di promozione sociale Organizzazioni di volontariato, ecc. Ciò è stato particolarmente “ingarbugliato” a gennaio, quando si è ventilato il raddoppio dell’Ires per il “volontariato”. Per fare chiarezza sulle varie afeccettature del “Non profit” abbiamo chiesto un intervento esplicativo a Giorgio Groppo, presidente di Avis Piemonte e, da sempre, studioso del settore. Lo ringraziamo.
COOPERATIVE SOCIALI (ONG, Fondazioni non bancarie, enti filantropici, società di mutuo soccorso, ecc.) che sono delle vere e proprie imprese di interesse sociale che non distribuiscono utili; ma i loro dipendenti percepiscono regolari stipendi, quindi non sono Volontari; le grandi istituzioni presenti su tutto opportuno sensibilizzare l’opi- il territorio nazionale sono rapprenione pubblica, sulla differen- sentate dal Forum del Terzo settore za che c’è tra Terzo settore, (unico interlocutore nazionale per Non profit e Volontariato, con l’invi- tutto il Terzo settore). Al loro interto a non fregiarsi sempre e comun- no operano spesso alcuni volontari. que dell’espressione “volontariato”, Prima del Codice del TS erano asquando si va al di là di chi opera sistite da una legge ad hoc. “gratuitamente” ed “esclusivamenASSOCIAZIONI DI PROMOZIOte nell’interesse dei terzi”: NE SOCIALE (APS). Sono quelle TERZO SETTORE. Dopo il Primo che operano gratuitamente, ma settore che è la “Pubblica Ammini- nell’interesse dei propri associati. strazione”, viene il Secondo settore Sono generalmente grandi istituche è rappresentato dal mondo del zioni; hanno anche propri dipen“profit” (percezione e distribuzione denti regolarmente retribuiti, che degli utili), a seguire il Terzo settore non sono Volontari; Le APS sono che rappresenta il mondo del “non rappresentate dal Forum del Terzo profit” (percezione e non distribu- settore.Prima del Codice del TS zione degli utili che, se presenti, erano assistiti da una legge ad hoc. Grandi Organizzazioni di Vodebbono essere reinvestivi). NON PROFIT. Espressione gene- lontariato (ODV). Nel Volontariato rica che, con l’avvento del Codice della gratuità assoluta, in quanto del terzo Settore, rappresenta chi espletata esclusivamente nell’inteopera senza scopo di lucro, senza resse di terzi. Le grandi organizzaprofitto. Al suo interno sussistono zioni hanno propri dipendenti che non possono chiamarsi volontari, comunque le seguenti differenze:
È
20 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 20-21
L
mentre sono volontari i propri soci; Prima del Codice del TS erano assistite da legge ad hoc (L. 266/91); PICCOLE ODV: della gratuità assoluta in quanto espletata esclusivamente nell’interesse di terzi; la grande maggioranza di esse non ha propri dipendenti; tutte non hanno rappresentanza istituzionale. Prima del Codice del TS erano assistite da legge ad hoc (L. 266/91). Sono queste le uniche Istituzioni i cui soci hanno diritto a essere chiamati “VOLONTARI” in quanto essi rappresentano il Volontariato della “gratuità e del DONO A TERZI del proprio impegno”. Possiamo chiederci, fermo il fatto che era immorale raddoppiare l’Ires per gli Enti Non profit, ma che cosa c’entrava l’Ires con le piccole ODV? La gran parte delle ODV (Organizzazioni di Volontariato) non hanno Partita Iva, ma solo il codice fiscale, possono fare attività commerciale marginale (exLegge 266/91) e non sono quindi interessate dall’Ires. Non va quindi utilizzato impropriamente il termine di “Volontariato” e confuso con “Solidarietà” e/o “Terzo Settore”. Il Volontariato, non può mai essere retribuito, in quanto fa della gratuità e del dono la propria stella polare.
’83ª Assemblea generale (straordinaria) di Avis Nazionale svoltasi a San Donato Milanese il 12 gennaio scorso è stata interamente dedicata a tematiche statutarie. La convocazione si è infatti resa necessaria per adeguare i testi statutari alla nuova normativa del Codice del Terzo Settore (D. Lgs. 117 del 3 agosto 2017). Oltre al nuovo testo dello Statuto di Avis Nazionale sono state votate le bozze degli Statuti tipo per le Avis Regionali e/o Equiparate, Provinciali e/o Equiparate e Comunali. Per il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola... “Il nuovo Statuto delle Avis conferma gli ideali che da oltre 90 anni caratterizzano la nostra Associazione e accoglie le sfide che la riforma del terzo settore ha richiesto a noi e a tutto il mondo del volontariato. Diventando a tutti gli effetti una rete associativa nazionale, vogliamo essere sempre più capaci di essere incisivi nelle nostre attività, specialmente in tema di indirizzo, programmazione e controllo. Vogliamo inoltre essere sempre più trasparenti nei confronti dei nostri donatori, degli ammalati che beneficiano delle nostre donazioni e dei nostri interlocutori istituzionali. Grazie anche a strumenti – ora obbligatori – di rendicontazione come il bilancio sociale, la trasparenza sarà sempre più la bussola della nostra mission”. Nella sua relazione introduttiva, Briola ha citato l’intervento di fine anno del presidente della Repubblica, nei passaggi che mettevano in risalto la capacità del terzo settore di costruire un’Italia positiva e generatrice di speranza. “La riforma - ha spiegato il presidente - contiene certamente delle criticità, ma ben sappiamo che il
processo è ancora in corso. Come Associazione avremo il compito di monitorare il cammino dei decreti attuativi, affinché essi salvaguardino quelle peculiarità etiche e solidaristiche tipiche delle organizzazioni di volontariato. Lasciatemi infine ringraziare tutti i delegati presenti. Democrazia e partecipazione sono due elementi fondamentali per Avis e per il volontariato. Ciascun nostro delegato avrà da oggi il compito di riproporre sul territorio tutte i cambiamenti che sono stati approvati e far diventare, nella forma e nella sostanza, la riforma patrimonio condiviso di tutte le nostre 3.400 sedi”. Per Avis Veneto era presente una folta rappresentanza (vedi foto sotto), formata - a termini di Statuto vigente - dai delegati che rappresentavano ognuno 5000 “persone fisiche” (ogni socio Avis è socio di tutti i livelli associativi) e le persone “giuridiche” (ogni singola Avis comunale, provinciale o equiparate). Con il nuovo Statuto approvato all’unanimità, Avis Nazionale è diventata così Ente del Terzo set-
tore (ETS) costituito nella forma giuridica di Organizzazione di volontariato (ODV) e di Rete Associativa Nazionale (RAN). Importanti modifiche hanno riguardato anche gli art. 3 (attività), 4 (sui soci), 6 (Costituzione e adesione delle associazioni locali), 14 (organo di controllo), mentre un nuovo articolo (il 21) entrerà nel merito dell’obbligo del bilancio sociale. Per adeguarsi al nuovo Statuto nazionale, da cui derivano tutti gli altri a livello territoriale, al momento di andare in stampa le Avis comunali del Veneto avevano già provveduto ad approvare il nuovo Statuto-tipo nelle assemblee di gennaio-febbraio. Nella pagina che segue le date e i luoghi in cui si svolgeranno le Assemblee provinciali e Regionale. All’interno di queste i delegati nominati dalle assemblee soci delle stesse Comunali saranno chiamati a fare altrettanto. E che “Rete” (Associativa nazionale) sia... (con la collaborazione di Ufficio Stampa Avis nazionale)
Un’immagine della delegazione di Avis Veneto all’Assemblea nazionale straordinaria del 12 gennaio
1/2019 · DONO&VITA · 21
10/03/19 17:31
TEMPIO DEL DONATORE
IL BELLO DEL VENETO
Far “rivivere” un luogo che ha unito generazioni di donatori
Dedicato a Ottaviano, “anima” di queste pagine sul Veneto
di Michela Rossato
C
ambiamenti in vista per il Tempio del donatore di Pianezze di Valdobbiadene (Tv), da oltre un anno chiuso per inagibilità. Sciolto il Comitato che lo reggeva, a febbraio di quest’anno Avis e Fidas nazionale hanno nominato nuovo commissario Gino Foffano. All’ex presidente di Avis regionale Veneto e attuale consigliere nazionale di Avis è stato, infatti, affidato il compito di far ripartire uno dei più amati luoghi-simbolo della generosità, meta per cinquant’anni di donatori da tutta Italia. Un impegno non da poco viste le condizioni in cui si trova il Tempio, chiuso per gli ingenti danni causati nel tempo da sole, pioggia e neve. Una scelta sofferta, ma resasi necessaria nel dicembre del 2017 per salvaguardare l’incolumità delle persone, data l’impossibilità di una manutenzione straordinaria imminente. Difficile mettere insieme in fretta i 250 mila euro che servono per sistemare la struttura! Donazioni modeste sono arrivate in questi 12 mesi, travagliati anche per il Comitato, ma non sufficienti
22 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 22-23
I
per coprire i costi ordinari. Piccoli interventi sarebbero possibili, ma non basterebbero. Di qui la nomina del commissario per tentare altre strade di reperimento dei fondi necessari. “È una sfida tosta, ma che possiamo vincere, con piccoli e precisi passi - dichiara Foffano che specifica di essere commissario solo del Tempio e non della struttura ricreativa adiacente - e il primo sarà la costituzione di un’associazione di associazioni, che si chiamerà ODVTempio internazionale del donatore, con un proprio Statuto e con personalità giuridica che permetta l’ac-
cesso a un mutuo. Le associazioni già certe di farvi parte sono Avis e Fidas nazionali, Avis Regionale Veneto, Fidas Regionale Veneto, Avis provinciale Treviso, Avis comunale di Valdobbiadene. In forse (al momento di andare in stampa) Aido, Abvs e Fratres. Il passaggio successivo sarà l’assemblea dei soci e la nomina delle cariche associative”. In mezzo, la presentazione della bozza dello statuto alla Curia di Padova che ne è la proprietaria (il Tempio è in provincia di Treviso, ma della Diocesi padovana), la stipula con la parrocchia di una apposita convenzione per la gestione del Tempio, oltre agli aspetti burocratici con gli organi amministrativi. Un groviglio da districare per essere perfettamente a norma. Una volta superata la parte burocratica e nominata la governance, si dovranno trovare i fondi per pagare i lavori tramite l’accesso a mutui, con Avis e Fidas nazionali come garanti. Sui tempi Foffano si dice ottimista: entro l’estate conta di veder costituita la nuova associazione (con sede legale presso la sede di Avis regionale a Treviso e sede operativa a Valdobbiadene) ed entro l’anno il via ai lavori di sistemazione del Tempio.
n quasi ogni numero degli ultimi 25 anni ci ha “regalato” un suo servizio sulle bellezze e le curiosità - seppur “minori” e sconosciute - del nostro Veneto. “Il Bello del Veneto” ha perso la sua “anima” che, pagina dopo pagina, ci faceva scoprire ricchezze culturali e turistiche andando a “scavare” e raccontare direttamente sul posto. Immancabile reflex in mano, a volte affiancata a quella del direttore, qualunque cosa Avis o la redazione gli chiedesse… “eccome, cossa ghe s’è da far? Ndemo!” Ottaviano Cereser, 83 anni compiuti il 1° gennaio, se n’è andato il 13 febbraio 2019. Era uno di quegli avisini che, pur “vecchio” d’età, continuava ad avere per la sua associazione e il “suo giornale” l’entusiasmo e la passione di un ventenne. Donatore da sempre (tessera n° 5, Avis San Donà), dirigente Avis più volte e a più livelli, fino a consigliere regionale. Carica che aveva lasciato nell’ultimo mandato. Era uno di quegli uomini e dirigenti avisini “brontoloni”. Di un brontolìo però che - sempre condito da un sorriso, se non da una sonora risata finale - diventava mezzo per mettersi e metterti in discussione. Oltre che dell’Avis, che non ha mai abbandonato anche quando smise di donare, era socio orgoglioso della “Fameja Alpina”, di quel Corpo degli alpini alle cui adunate nazionali non era mai mancato, se non alle ultime due. Speaker e animatore di società sportive (nuoto, ciclismo, ecc.) anche lì non mancava mai alle occasioni importanti, dove sapeva “raccontare” con un microfono o un megafono ogni particolare, con aneddoti che spuntavano dall’immenso cappello della sua memoria.
Per più di 10 anni, in Avis regionale Veneto, aveva organizzato eventi sportivi e, in particolare, le “biciclettate ecologiche”, ad anni alterni organizzate dalle Avis di Sommacampagna (VR), Castelfranco Veneto (TV), Asolo (TV), Cittadella (PD). Un modo per unire centinaia di avisini di ogni dove. Anche a livello nazionale, lo spedimmo più volte al seguito del Giro d’Italia con la macchina Avis. Lui, che di ciclismo conosceva vita, morte e miracoli di ogni (per noi) semisconosciuto corridore. Sua passione erano anche le foto, con la sua Nikon (digitale, dopo le diffidenze iniziali per “un casseotto lettronico sanza rulin…”) aveva fissato momenti indimenticabili di gare, manifestazioni, momenti avisini. Molti lo ricordano “armato” di reflex a innumerevoli assemblee regionali e nazionali. Sempre per la “sua” redazione e per il “suo” periodico Dono&Vita e a “duello di clic” (vedi foto sopra) col direttore. È stato l’anima anche della sua Avis di San Donà, in tutti i campi,
ma in particolare con le Scuole che anche negli ultimi mesi di vita continuavano a “voler Ottaviano”. Avis di San Donà che in occasione del 60° di fondazione nel 2016, aveva voluto raccogliere in volume tutti i suoi articoli de “Il Bello del Veneto” pubblicati su Dono&Vita fin dalla metà degli anni ’90. Una “guida turistica” alternativa del Veneto del tutto originale. Ne restano poche copie in Avis di San Donà, che aveva appena comunicato a Ottaviano la nomina di “Presidente onorario a vita, il 23 febbraio in occasione dell’assemblea annuale. Da burbero burlone qual’era, invece, lui ha invece “svicolato” pochi giorni prima. C’era la famiglia: la moglie Rosanna che lo ha “affiancato”… in tutto, in 56 anni di matrimonio), c’erano i suoi tre figli, con nipote, a ritirare la pergamena. E c’eravamo anche noi, la “sua” redazione. Ci mancherai, Ottaviano. Ti dedichiamo le prossime quattro puntate de “Il Bello”, con la storia dei 40 anni del “tuo” Dono&Vita. Il direttore
1/2019 · DONO&VITA · 23
10/03/19 17:31
STORIA DI UN PERIODICO/1
I quarant’anni di Dono&Vita, la “voce” di tutti i donatori Avis racconto di Beppe Castellano
C
ercheremo di raccontarvi il più possibile la lunga storia, ormai, di questo periodico con le immagini delle copertine di un’epoca che sembra scomparsa ma che è, invece, sempre attuale. Sempre più attuale, come ideali di
volontariato che si oppongono al regredire culturale e individualista sempre più marcato nella nostra Società. E anche come problemi legati al Mondo trasfusionale. Dal plasma alla “promozione fra i giovani” a... Leggete i titoli d’annata. Intanto una breve “storia” di queste immagini rare. Quando accettai, nel 1994, di dirigere, scrivere, impaginare e... far rinascere un periodico che da poche copie doveva “balzare” oltre le 100mila arrivando in tutte le case dei donatori Avis, mi avvicinò un avisino di Padova. Aveva collezionato il periodico di Avis e Abvs Veneto fin dal 1978 e aveva conservato molti numeri. “È un mio regalo al nuovo direttore - mi disse - che sia di buon auspicio perché il nostro giornale cresca e informi tut24 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 24-25
ti i donatori del Veneto, e che sia la loro forza!”. E mi diede tutti i numeri posseduti fino al 1992, anno in cui erano state sospese le pubblicazioni. Altrettanto fece un dirigente avisino di Castelfranco e, incrociando le due collezioni spuntò un archivio quasi completo. Per un giornalista - Montanelli ci insegnò - l’archivio storico personale è il vero, grande, insostituibile patrimonio per la propria professione. Quindi per me fu un grande, immenso regalo che ho sempre custodito gelosamente. Neanche in Avis regionale (ho scoperto da un paio d’anni, quando abbiamo portato la redazione “fisica” in sede) esisteva la raccolta completa. Come spiego nell’editoriale a pag. 5 non saranno solo le copertine a essere “tesaurizzate” in digitale e messe a disposizione di tutti, ma TUTTE le pagine pubblicate in questo quarantennio. Ma ecco i..
PRIMI ANNI
Se Avis regionale Veneto nasce a
febbraio 1978, in anticipo sulla Riforma sanitaria voluta da Tina Anselmi (Ministro della Sanità che, tra l’altro, interviene subito sul secondo numero del periodico) “avisVENETOabvs” nacque a gennaio 1979 con un numero di prova formato “lenzuolo”. Direttore è lo
stesso Presidente regionale Dino Fabris che resterà tale fino al 1992. Già dal secondo numero si forma una “mini” redazione di responsabili provinciali: Alba barattini per Abvs, Alessandra Cigana per Venezia, Antonio Colace per Rovigo, lo stesso Fabris per Padova, Giuseppe Fongaro per Vicenza, Fernando Meneghelli per Verona e Emilio Tessarin per Treviso. Sempre formato lenzuolo due colori, riporta le “mozioni finali” delle assemblee provinciali e regionale e, dicevamo, anche un intervento del Ministro Tina Anselmi. Già a gran voce, anche sul primo numero del 1980, si parla insistentemente della neces-
sità di produrre “emoderivati” a lunga conservazione sicuri da donatori veneti per le Emofilie e le altre malattie del sangue. Spunta un nome, professor Agostino Traldi, che sarà poi “l’inventore” del c/lavorazione anni dopo per frenare l’importazione di emoderivati infetti. AvisVENETOabvs, prosegue le sue pubblicazioni con un paio di numeri l’anno. Nessuna foto, ma nutriti resoconti integrali delle “Tavole rotonde” e delle assemblee. Per la cronaca in quegli anni il presidente di Avis nazionale era Mario Zorzi, che invia spesso messaggi ai donatori-dirigenti veneti. Nel 1981 vengono rinnovati i Con-
sigli direttivi ad ogni livello. Cambia il presidente regionale, viene eletto Franco Vettoretti da Treviso che nel numero di luglio (il primo dell’anno terzo), mand il suo “messaggio ai donatori”. Sono 70mila all’epoca... Vengono riportati, sempre, le versioni integrali degli interventi dei dirigenti Avs nelle varie occasioni. Curiosità... In Organizzazione e Sviluppo del nuovo Consiglio regionale è indicato un Mondadori Ciro da Verona. Non sappiamo se fosse della famiglia del più grande editore italiano della storia, ma ci informeremo... Primo numero del 1982, luglio. Cambia la testata e, in parte, la grafica: Avis-Abvs Veneto con i relativi “scudetti” romboidali che con mani a coppa (Avis) e lucerna (Abvs) che qualche “anziano” avisino ricorderà ancora e qualche Avis usa ancora, anche se non è più il logo ufficiale. Tra l’altro viene riportata in prima pagina la notizia che Avis regionale ha “stilato la bozza del PIANO SANGUE REGIONALE”, e viene spiegato quali sarebbero i vantaggi della sua applicazione. Si promuove la “sacca multipla”, sia per “soddisfare la necessità di più malati”, sia per separare il plasma dai globuli rossi. Nel secondo numero del 1982, insieme al programma di Avis regionale per il triennio, appaiono le prime due foto in bianco/nero. La prima dedicata a Eros Bellio di 1/2019 · DONO&VITA · 25
10/03/19 17:31
SCUOLA & GIOVANI
Le “strade” per dialogare sul dono del sangue: il progetto di Elena Galbiati
I Avis Treviso, la seconda al 30° di Avis Cittadella. Le pagine diventano 6, sempre formato quotidiano. Diventeranno 8, sempre fittissime di relazioni integrali, nel numero di dicembre (n. 3 anno IV). “I donatori di sangue per un ruolo insostituibile del volontariato nella riforma sanitaria”, titola come nell’assemblea regionale di San Bonifacio (con ampia cronaca minuto per minuto e parola per parola). Viene reiterato l’invito a tutti i dirigenti e donatori a “collaborare al giornale”. Anche qui niente di nuovo, sotto il sole... Aprile 1984 (ma la data dell’anno sulla testata per un refuso è 1983) è dedicato alle im-
minenti Assemblee regionale e nazionale ed è corredato anche da un ampio articolo sulla droga “pericolo numero uno per l’Italia”. I soci complessivi sono 74.577, attivi 68.391; 312 le Avis comunali e ben... 116 i gruppi rionali o aziendali. Alla 13ª Assemblea regionale (A Castelfranco Veneto, 1984) è presente addirittura il ministro della Sanità Costante Degan e l’Assessore veneto Guidolin. Ciò vale una foto in prima pagina. A far loro “degna corona” (uso il termine aulico dell’articolo) numerose altre personalità politico-amministrative. Importante: nel numero di luglio due intere pagine sono dedicate all’Abvs. Le notizie
le valgono, il dottor Caloprisco (primario del CT di Belluno) annuncia infatti del primo “separatore cellulare per aferesi” che occupa un’intera stanza. E spiega ai donatori a che serve... Il 1984 si chiude con l’annuncio della 10ª Tavola rotonda a Padova proprio sulle “nuove tecniche di prelievo”, arriva la plasmaferesi produttiva con non pochi “timori2 da parte dei dirigenti. Timori che, chi ebbe la pazienza di leggere tutto il numero di aprile 1985, vide fugati dalle realazioni degli esperti presenti. Gli emoderivati “nostrani”, e il NO alle importazioni (era scoppiato l’Aids), saranno i protagonisti di tutto il 1985 e 1986.
l progetto Scuola Avis Veneto continua a registrare un significativo incremento delle attività nelle scuole. Di particolare interesse è quest’anno la collaborazione con l’Avis provinciale di Rovigo che ha aderito al progetto scegliendo l’attività “Strade: dialogo sul dono” che, a differenze delle altre proposte formative, è dedicata ad un numero più ampio di ragazzi delle scuole superiori (fino a 100 studenti). Anche la provincia di Vicenza ha richiesto, fin dallo scorso anno, questa nuova attività, arrivando nel 2019 ad organizzare due giornate nell’Istituto Alberghiero di Recoaro Terme (Vi) che hanno permesso di incontrare più di 400 ragazzi provenienti da tutto il territorio provinciale e oltre. L’attività prevede la visione di un filmato (prodotto da Avis Veneto con il coinvolgimento dei giovani all’interno del progetto “Multimedialità e cittadinanza” avente come capofila il Comune di Jesolo e finanziato dalla Regione Veneto”) capace di stimolare una riflessione sul significato della parola “dono”. In particolare, il video affronta questioni relative al tempo del dono,
al meritare o non meritare gesti di dono, al credere nel cambiamento della società attraverso il dono, il tutto accogliendo le incertezze, le convinzioni, i timori, i valori dei ragazzi e delle ragazze senza pregiudizi o indicazioni, a priori, di rette vie da seguire. Particolare spazio, nella discussione successiva alla visione del video, viene dato al tema del coraggio, nel senso latino di “fare col cuore”, credendo che gesti, azioni, posizioni, possano determinare cambiamenti in positivo della
società e dei contesti più intimi. Inoltre, l’attività prevede la testimonianza di qualcuno a cui un gesto di dono ha cambiato la vita e/o che ha avuto esperienze di vita dove il coraggio e il sostegno degli altri gli hanno salvato la vita. L’attività piace molto ai ragazzi e li accompagna, in maniera “leggera” e divertente, in un percorso di riflessione e consapevolezza che si esprime in interventi di quella particolare profondità che (a volte dimentichiamo o non riusciamo a cogliere) riescono ad avere i giovani.
Come aderire al Progetto Scuola Avis regionale, i contatti
I
l Progetto Scuola Avis Veneto propone attività per tutte le scuole di ogni ordine e grado, finalizzate alla promozione della donazione di sangue e dei valori di solidarietà, altruismo, collaborazione, cittadinanza attiva e impegno sociale. Le attività sono state ideate dalla dott.ssa Laura Elia con il supporto degli educatori/
26 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 26-27
operatori che collaborano al progetto e con l’apporto di insegnanti e volontari Avis. Responsabile del Progetto è la dott.ssa Elena Galbiati con cell. 328 6993077 ed email progettoscuola.veneto@avis. it mentre tutte le informazioni relative al Progetto si possono trovare alla sezione scuola del sito di Avis regionale www.avisregionaleveneto.it 1/2019 · DONO&VITA · 27
10/03/19 17:31
Format teatrale a disposizione delle Avis
S
i chiama “Storie dell’anno 2333” lo spettacolo teatrale destinato a bambini dai 6 agli 11 anni e alle loro famiglie sui valori del dono e dell’altruismo. Presentato per il momento solo ai dirigenti delle Avis provinciali, ha l’obiettivo di animare i ragazzi e le loro famiglie in modo divertente e coinvolgente, offrendo al contempo spunti di riflessione importanti sul tema del coraggio, dell’unione per affrontare situazioni altrimenti impossibili, del dono e della solidarietà. Con tale strumento si vuole offrire alle Avis comunali la possibilità di avvicinare le famiglie in diverse occasioni: feste del donatore, feste di carnevale, di Natale, sagre, grest… dialogando con le istituzioni e le associazioni del proprio territorio. Scritto e recitato dai due attori Francesco Pinzoni e Gianni D’Ianni, si propone come performance teatrale dialogante. Ad una parte recitativa, in cui il pubblico è invitato all’ascolto degli eventi, si alternano parti giocose e dinamiche, in cui al pubblico è chiesto di intervenire e partecipare in un ritmo voluta-
mente studiato perché l’attenzione e il coinvolgimento permettano agli spettatori e alle spettatrici di stare, nella narrazione degli eventi, per un tempo di circa quaranta minuti. Successivamente a questa prima parte seguiranno circa venti minuti di gioco e danza che hanno come obiettivo quello di ripercorrere, assieme agli spettatori e alle
spettatrici, i punti focali della storia, i momenti narrativi più salienti, ma anche più significativi dal punto di vista della morale che si vuole trasmettere. Sarà in questa parte, assieme alla successiva più dedicata al coinvolgimento del pubblico adulto che gli attori, preferibilmente accompagnati da volontari avisini, avranno modo di dialogare sui temi del coraggio, del dono e della solidarietà, presentando Avis come un’associazione, fatta di molte persone che assieme possono di più, che si impegna con coraggio per migliorare il mondo a partire da chi ha bisogno di sangue. L’intera performance, comprensiva della parte recitata e della parte di gioco/ animazione indirizzata a bambini e adulti, avrà una durata massima di due ore. Per chi fosse interessato, serve una sala ampia, capace di accogliere il numero di bambini e adulti previsto, seduti ma anche in piedi e animati da giochi e danze. Lo spazio dovrà essere disponibile circa un’ora e mezza prima dello spettacolo per l’allestimento delle scenografie.
Forum nazionale giovani a Roma: Volontari “fantastici” come trovarli
E
ra il tema centrale del Forum Nazionale AvisGiovani 2019, ovvero su come attirare giovani verso il mondo del volontariato del sangue. Avis, non è solo l’Associazione Italiana Volontari
Sangue, ma è molto altro: tra cui volontari che fanno accoglienza presso i centri trasfusionali e le articolazioni organizzative, collaboratori che con i gazebo non fanno mai mancare la presenza dell’associazione durante le manifestazioni locali e tanti altri ancora. Il nocciolo della questione è che manca la corretta comunicazione: ovvero la gente pensa che AVIS NON ABBIA “BISOGNO” di volontari, ma che cerchi solo aspiranti donatori di sangue. Inoltre è emerso che i giovani hanno voglia di avvicinarsi al volontariato, ma ricevono pochi stimoli e hanno pochi strumenti a disposizione per poter crescere all’interno dell’associazione, ma anche il viceversa: a volte la singola comunale non riesce a sfruttare al meglio le potenzialità dei propri volontari. Le soluzioni ci sono e sono la giusta organizzazione e il saper individuare le caratteristiche dei volontari che si cercano e fornire loro una corretta formazione. Gloria Toffoli, Gruppo Giovani Avis Provinciale Treviso A sinistra gli 11 giovani della delegazione veneta
28 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 28-29
Trasgredire veramente? Niente droga tanto sport
S
e “Vuoi trasgredire veramente… Non usare droghe!”. È stato il messaggio che Giorgia Benusiglio ha trasmesso agli oltre mille ragazzi dell’Istituto tecnico M.O. Dal Cero di San Bonifacio presenti al Multisala Cinema Cristallo. Un convegno promosso dalle Avis comunali di Soave, San Bonifacio e la provinciale di Verona sull’importante tema di non far uso di stupefacenti e promuovere la donazione di sangue e organi. La relatrice ha catturato l’attenzione dei ragazzi raccontando la sua triste esperienza. Ancora adolescente, era il 1999, per colpa di una mezza pastiglia di ecstasy finisce in coma a causa di una necrosi al fegato. Si rende necessario un trapianto d’urgenza e solo dopo molti mesi e cure ritorna a vivere. “Sono ormai dodici anni che racconto e “Non smetto” - ha affermato Giorgia
prendendo spunto dal titolo del suo secondo libro-biografia - sarei stupida se pensassi che nessuno farà uso o smetterà dopo avermi ascoltato, ma il mio scopo è dare l’informazione corretta che non ho ricevuto: poi ognuno è libero di decidere di cosa farne della propria vita”. Il successivo dibattito ha affrontato sia il modo di non farsi coinvolgere in certe scelte solo per curiosità o altro, sia il tema della liberalizzazione di farmaci, la nuova frontiera per chi cerca lo sballo. Alla fine del suo intervento, Giorgia ha ribadito quanto sia importante donare: “Un gesto piccolo per
chi lo fa ma grande per chi lo riceve”. Messaggio che è stato ribadito dalla testimonianza di alcuni sportivi: Cristiano Zanus Tortes, Team Manager della Scaligera Basket e le pallavoliste dell’Arena Volley Verona, Francesca Rivoltella e Deborah Lucchetta: “La nostra droga è lo sport, non possiamo farne a meno. Ci dà grinta, adrenalina e ci sprona a dare il massimo”. La presidente dell’Avis di Soave, Ginetta Minchio, ha concluso la manifestazione affermando: “Noi vi abbiamo dato un’opportunità: la vita è vostra, sappiate non svenderla mai”. Mario Lappa
Parte il progetto “Avisport” con i corsi di formazione per dirigenti
U
n’attività di gioco per le associazioni sportive. Sono iniziati a febbraio, con una serie di incontri divisi per provincia, i corsi di formazione per “AviSport”, una nuova iniziativa di Avis regionale Veneto per sensibilizzare al dono gli sportivi over 18 anni e le loro famiglie. AviSport nasce sulle buone e consolidate fondamenta del gioco in scatola “Fiabilas” e si presenta come un viaggio, con dadi e pedine, alla scoperta di comportamenti solidali o comportamenti scorretti nei diversi sport. Un insieme di fortuna, sfortuna e abilità che porterà i partecipanti, divisi per squadre, al traguardo finale in una sfida divertente sul loro stesso terreno: quello dello sport appunto.
Alla fine del gioco, c’è il passaggio al messaggio avisino: la solidarietà, il gioco di squadra, il mettersi assieme per conquistare degli obiettivi accomunano, infatti, i giocatori di una qualsiasi squadra come i volontari di Avis. Il gioco, pensato
per maggiorenni, dura circa un’ora e mezza e può essere ospitato proprio nella palestra in cui gli sportivi si allenano, in un luogo ampio e libero e laddove ci sia la possibilità di utilizzare tappettini, dadi giganti e pedine. A condurre il gioco saranno due o più volontari di Avis comunali o, se richiesto, un operatore del Progetto Scuola di Avis Regionale Veneto. È fondamentale invitare anche le famiglie degli sportivi, per cercare di raggiungere il maggior numero di persone da coinvolgere e sensibilizzare, rispettando il numero complessivo di 100 persone. L’ideazione è di Laura Elia che si rende disponibile a consulenze sul corretto utilizzo e svolgimento dello strumento. Per info: l.elia@avis.it 1/2019 · DONO&VITA · 29
10/03/19 17:31
SERVIZIO CIVILE 2019
Tante culture, tanto entusiasmo per le “new entry” del Veneto a cura di Michela Rossato
S
ono dieci i ragazzi che il 15 gennaio hanno iniziato l’anno di Servizio civile con la nostra associazione. Chi presso l’Avis regionale, chi nelle Provinciali e Comunali. Per un anno saranno impegnati in attività diverse, dall’accoglienza alla segreteria, alla chiamata dei donatori agli incontri nelle scuole… con momenti di formazione comuni. Ve li presentiamo in breve, dando a tutti il nostro benvenuto. Beatrice Barbieri, 21 anni, di Paese (Tv): ho scelto il servizio civile in Avis regionale perché non ho mai fatto esperienze di volontariato di questo tipo (ero stata per lo più animatrice di bambini al Grest estivo). Mi piace aiutare gli altri e far del bene per la società. Al momento, sto svolgendo attività di segreteria e inserimento dati e realizzando i post Fb delle raccolte domenicali.
Riccardo Trevisan, 25 anni, di Villorba (Tv), studia matematica. Avevo voglia e necessità di provare un’esperienza diversa, un cambio di routine, che mi permettesse al contempo anche di ampliare il mio spettro di conoscenze e di abilità, visto che è anche la prima mia esperienza lavorativa “continuativa”. Ho scelto di farla in Avis perché è una realtà che conosco molto bene, sono donatore e spesso collaboro con la mia Comunale. 30 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 30-31
Khadidja Kadi, 22 anni, di Oderzo (Tv), studia Lingue e Letterature straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, donatrice di sangue dal 2017: ho deciso di svolgere il servizio civile all’Avis provinciale di Treviso perché la ritengo un’esperienza formativa, educativa, di crescita civica e partecipazione sociale. E poi aiuta a entrare in contatto con tante persone e realtà di volontariato, in diversi ambiti lavorativi. In Avis e al Centro trasfusionale di Treviso, in particolare, accolgo i donatori. Del Servizio civile ho saputo attraverso Facebook! Mouhamed Sow, 24 anni, nato in Senegal, di Rovigo. Ho scelto l’Avis comunale di Rovigo perché mi piaceva l’idea di collaborare con un’associazione che fa del bene alle persone. In Africa non abbiamo ospedali come qui in Italia e tante persone muoiono anche perché non hanno la possibilità di avere una trasfusione di sangue. Sapere che qui si dona il sangue per aiutare gli altri mi ha incuriosito. Pen-
so che imparerò tante cose grazie a questa esperienza, mi aspetto di crescere sia professionalmente sia a livello personale. L’Italia mi ha accolto e mi sta permettendo di studiare e imparare, vorrei restituire agli altri un po’ di questa fortuna offrendo il mio aiuto. Spero di conoscere tante persone, di integrarmi bene e di imparare abilità che potrò usare in futuro. Mirko Di Vittorio, 21 anni. Figlio di un militare, ho avuto la possibilità di osservare il mondo militare italiano fin da quando ero piccolo, decidendo che non sarebbe stata la mia strada. Da adolescente, ho incontrato in un Centro ricreativo adolescenti un animatore, poi divenuto obiettore di coscienza. Ho capito cos’è il Servizio civile e un giorno, quasi per caso, ho saputo che anche un mio amico lo aveva scelto. Ho deciso che poteva fare per me, ma in quale associazione? In Avis! Con il sangue si salvano molte vite e penso che dare una mano dall’interno possa solo fare del bene. Da questa esperienza alla Provinciale
I ragazzi del Servizio civile Avis Veneto (assieme a tre “colleghi”
di Rovigo mi aspetto una crescita personale sia in generale sia nello specifico tecnico, avendo studiato grafica e comunicazione. L’aspetto medico non è nelle mie corde, ma conto di imparare qualcosa anche da quello. Sibilla Rampazzo, 20 anni, padovana, studia per diventare assistente veterinario: svolgo il servizio civile in Avis provinciale di Padova per poter unire un po’ studio e lavoro e poter racimolare qualcosa per il mio futuro. Ho scelto di intraprendere questo percorso sia perché mi è utile per gli studi che sto facendo, imparando a conoscere l’importanza di sangue, plasma e piastrine, sia perché fin da quando sono piccola sono immersa nel mondo dell’Avis, avendo un’intera famiglia, parenti inclusi, donatori (con parecchie medaglie accumulate) e membri attivi di varie Avis comunali. Sono impegnata nella promozione del dono e nelle prenotazioni, un impegno molto importante per me vista la mia timidezza. Stefania Padoan, 19 anni, Chioggia, studia Scienze motorie e gioca a calcio nel F.C. Venezia Femminile: sono una sportiva
del Friuli) insieme al corso di formazione propedeutico di febbraio
tutti i giovani di non sprecare il loro tempo inutilmente, ma di dedicarsi agli altri, per far del bene e migliorare anche la loro vita. Anna Carli, 26 anni, di Verona, ha la laurea triennale in “Beni culturali” presso l’Università veronese e
e attiva nel mondo del volontariato. Con le mie compagne di squadra ho posato per un calendario il cui ricavato sarà interamente devoluto all’associazione onlus Pianeta Mosaico Friends, che assiste e propone attività sportive per diversamente abili. Ho scelto di conciliare queste due passioni scegliendo questo tipo di Servizio civile. All’Avis comunale svolgo servizio di accoglienza al Centro trasfusionale e effettuo la chiamata dei donatori. Eleonora Pontisso, 27 anni abita a Chioggia (VE). Dopo il diploma in ragioneria, corsi e stage, sono riuscita a trovare un mio spazio nel mondo del lavoro nell’ambito dell’amministrazione spaziando però, mio malgrado, tra un’attività e l’altra, in quanto il periodo non è dei migliori. Ho, però, acquisito un buon bagaglio. Mio padre è iscritto all’Avis di Chioggia da ben più di 30 anni, mi ha sempre coinvolta e mi ha parlato del Servizio civile. Dato che mi sono dedicata al volontariato anche in parrocchia, ho deciso di fare questa esperienza per dare una mano in maniera diversa. Nella sede dell’Avis provinciale di Venezia mi occupo, affiancata da Giovanna Gobbo, di amministrazione e segreteria. La cosa mi gratifica molto, mi sento utile e lo trovo un motivo in più per crescere. Spero magari che una porticina mi si apra o addirittura non si chiuda mai. Consiglio a
sta conseguendo quella magistrale in “Quaternario, Preistoria e Archeologia” presso l’Università di Ferrara: ho deciso di fare il servizio civile per poter fare un’esperienza nuova aiutando gli altri e dando il mio contributo alla società. Ho scelto Avis perché è un’associazione che mi piace, sia per il fine sia per come è attiva sul territorio. In Avis comunale Verona contatto i donatori e prenoto le donazioni, vado nelle scuole per sensibilizzare al dono, al Centro trasfusionale accolgo i donatori. Matteo Duelli, 25 anni, di Pescantina (Vr): Presto servizio come vigile del fuoco volontario del Comando Provinciale di Verona. Avis la conoscevo già perché sono un donatore di sangue, ma volevo conoscere tutte le sue sfaccettature anche nell’organizzazione di eventi e nella promozione del sangue. Saputo da internet del servizio civile, ho scelto l’Avis provinciale. Fino ad oggi, ho potuto constatare che dietro al semplice dono del sangue, Avis ha molte attività di promozione ed organizzazione. Spero di assimilare il più possibile la cultura della solidarietà dai volontari che mi circondano. 1/2019 · DONO&VITA · 31
10/03/19 17:31
LE SETTE SORELLE: VENEZIA
A Mirano si festeggia il 50° con un “Superpapero” d’autore pagine a cura di Giorgia Chiaro
È
stato un “super papero” ad aprire l’anno del 50° all’Avis di Mirano! Disegnata dal noto vignettista Disney Giorgio Cavazzano, la nuova e coloratissima mascotte, con il mantello tipico dei supereroi e l’orgoglio di rappresentare il numero 50 con tanto di cuoricino, accompagnerà tutte le iniziative in programma fino a fine dicembre. “Donare è una scelta di cuore e noi lo facciamo da 50 anni – ha esordito il presidente Giuliano Casotto alla presentazione in Municipio - da quando un gruppo donatori di sangue e volontari fondò l’Avis di Mirano sotta la guida dell’allora presidente Giorgio Campagnaro. Da quei 25 soci e 47 donazioni di allora siamo passati ai 1500 donatori e 3mila donazioni annue di oggi! In questi decenni molte cose sono cambiate, dall’estensione territoriale in cui operiamo (la nostra Comunale opera sui comuni di Mirano e Santa Maria di Sala, alle donazioni (nelle quantità e modalità) al modo di fare associazione, con leggi sempre più stringenti che ci vogliono sempre più professionali. Ma non l’impegno”. Che anzi, proprio quest’anno sarà massimo. Oltre ad ospitare l’assemblea dell’Avis provinciale il 30 marzo, Avis Mirano il 14 aprile sarà impegnata in una ma-
nifestazione podistica per sostenere l’associazione Airett, a maggio alla settimana del volontariato e a S. Maria di Sala, in una manifestazione che precede l’arrivo del “Giro d’Italia” di ciclismo. A luglio sarà di nuovo al Summer Festival, in collaborazione con l’associazione Volare, a settembre tra alla “Lusore Running” a Scaltenigo e alla corsa di Zianigo. Sempre in compagnia del super papero di Cavazzano, che già aveva donato un suo disegno all’Avis Mirano in occasione del 25° di fondazione. Un duplice gesto per un’associazione che ha sempre sentito vicina e che proprio in Municipio, alla presentazione ufficiale del paperotto, l’ha nominato socio onorario. Per Avis erano presenti anche il
presidente della Regionale Giorgio Brunello e della Provinciale Tito Livio Peressutti, oltre ai past president Fabio Gai e Beniamino Nifini, per i Comuni il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello e di S. Maria di Sala Nicola Fragomeni. Laura Zanardo
Chi è l’artista Disney Giorgio Cavazzano
G
iorgio Cavazzano, fumettista di Mirano è tra i principali autori italiani di storie con Topolino e Paperino. Disegnatore di fumetti Disney pubblicati in Italia prima da Mondadori, poi dalla Disney Italia (dal 1989) e dalla Panini Comics dal 2013, oltre a riviste Disney francesi (Mickey Parade, Le
32 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 32-33
Journal de Mickey). Ha “creato” molti personaggi collaterali del mondo Disney. Autore anche di fumetti umoristici di genere realistico, è attivo anche nel campo dell’animazione e della pubblicità. Nella foto accanto riceve dal presidente Casotto la tarega di “Socio onorario” Avis Mirano.
Venezia: un anno, tante iniziative, calo donazioni
U
n 2018 da dimenticare, quanto a raccolta di sangue, per l’Avis comunale di Venezia, che individua le cause del calo nell’invecchiamento della popolazione, nel saldo demografico fortemente negativo e nelle difficoltà organizzative del Centro trasfusionale dell’ospedale civile, con personale ridotto e spazi ristretti che allungano i tempi di attesa e scoraggiano i donatori. Fortunatamente, c’è anche la buona notizia della rinascita, pochi mesi fa e guidato da Filippo Lazzarini, dello storico Gruppo Avis di Burano che va ad affiancare l’infaticabile Gruppo territoriale di Pellestrina. Il 21 dicembre ha organizzato un evento natalizio, in collaborazione con la Protezione civile di Burano, a favore dei bambini dell’isola, ai quali sono stati distribuiti gadget avisini. Anche sull’isola di Murano è tornata l’Avis: grazie alla sensibilità delle insegnanti è sbarcata nell’unica scuola primaria presente l’attività di sensibilizzazione al dono. Tra i suoi gruppi territoriali, inol-
tre, Venezia annovera il Gruppo Actv dei donatori che lavorano per l’azienda di trasporti pubblici veneziana e promuove il dono del sangue con tante iniziative svolte in laguna in autonomia. Nel 2018 ha sponsorizzato due squadre sportive femminili: la pallavolo del Cus di Venezia under 18 e la Net.uno calcio del Lido. Inoltre, ha sostenuto con i suoi volontari la comunità colpita dal terremoto di Norcia, trasportando gratuitamente i prodotti
tipici di quelle zone fino a Venezia per aiutare i produttori a risollevarsi. Avis Venezia è stata presente il 4 dicembre in Bacino San Marco, alla tradizionale regata su caorline di Santa Barbara in partnership con i Marinai d’Italia. Avis ha premiato gli equipaggi vincitori e ha visto gareggiare una giovane socia fresca di donazione di plasma di nome, coincidenza... Barbara! Avis Venezia si è fatta in quattro organizzando, inoltre, assieme all’Ulss3, il tradizionale concerto di Natale all’ospedale civile e il concerto per l’Epifania alla Chiesa contigua all’ex ospedale Giustinian. Per essere presente in altre zone del territorio lagunare, ha infine organizzato un concerto alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, in collaborazione con un istituto scolastico comprensivo cittadino, e il primo concerto avisino a Murano, nello storico Palazzo da Mula. Quattro eventi che hanno dato un’ottima visibilità all’associazione, con locandine affisse in tutta la città e sale gremite di pubblico! Un ringraziamento a Fabio Reggio per l’impegno profuso. Premiati infine i 12 soci avisini (sul podio Elena Almansi, Roberto Gavagnin, Giulietta Luise e Fabio Manzelle) vincitori del concorso fotografico indetto in memoria di Cecchini, le cui foto campeggiano nei 3mila calendari 2019 di Avis Venezia. Davide Del Negro
1/2019 · DONO&VITA · 33
10/03/19 17:31
LE SETTE SORELLE: PADOVA
Padova comunale conferma la linea ascendente del dono
S
uperate le 5 mila donazioni all’Avis comunale di Padova. Nel corso del 2018 si è registrato un significativo incremento della raccolta totale, con 279 donazioni complessive in più rispetto all’anno precedente (pari a +5,9%) per un complessivo 5.014. A crescere sono state soprattutto le donazioni di sangue intero (+282 donazioni, per un totale di 4591 unità, pari al’91,5% del totale), mentre quelle di plasma e piastrine sono rimaste sostanzialmente stabili (-3 donazioni, per totali 423 unità).
A fare la parte del leone è stato il Centro di Raccolta Associativo di via Trasea, che ha raccolto quasi il 90% del sangue intero totale, a riprova del gradimento da parte dei donatori delle modalità di gestione dell’accoglienza e della professionalità del personale del Centro Buone notizie riguardano anche gli iscritti che nel corso del 2018 sono cresciuti e ormai sfiorano quota 3mila. In progressivo aumento la presenza femminile sia tra i donatori effettivi che tra i nuovi che entrano
in associazione. I nuovi iscritti sono stati 397, quindi un buon numero, ma sono ancora tanti i soci che lasciano per motivi di salute o perché abbandonano la donazione. E per chi rimane, la donazione per persona è di 1, massimo due donazioni all’anno di media. “Da qui il crescente impegno del nostro Consiglio Direttivo sia per la messa in campo di attività sempre più efficaci di promozione e proselitismo, ma anche di iniziative finalizzate alla riduzione degli abbandoni”, spiegano alla Comunale di Padova.
Montegrotto: spettacoli di... “cuore” a scuola con un attore-cardiologo
I
l cuore… fa spettacolo! Avis Montegrotto Terme e Avis Torreglia hanno “incantato” centinaia di studenti delle scuole secondarie di primo grado “Vivaldi” e “Facciolati” al Palaberta di Montegrotto, collaborando a dicembre alla messa in scena di uno spettacolo unico nel suo genere. Una performance originale con video, musiche ed animazioni dell’equipe teatrale del dott. Davide Terranova che è attore, ma soprattutto medico cardiologo. In modo del tutto nuovo sono stati mostrati il funzionamento del cuore, cosa mette in moto questo organo, come mantenerlo sano, Sono stati fatti anche cenni storici, artistici e musicali, collegamenti tra cuore e gioia di vivere, affettività. Particolarmente emozionanti alcuni momenti interattivi dello spettacolo, con ragazzi scelti tra il pubblico coinvolti in una serie di prove pratiche di ascolto del battito del cuore, giri in giostra e persino assaggi di alimenti. Per insegnare agli studenti cosa e come mangiare per 34 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 34-35
mantenere in salute e cuore e corpo, infatti, è salito sul palco anche il cuoco Franco Ruggero. A fine mattinata sono stati premiati i ragazzi vincitori del concorso “Che emo-
zione fa il cuore”, collegato proprio alla performance. Lo spettacolo è stato replicato la sera anche per la cittadinanza, con il coinvolgimento di associazioni e istituzioni.
LE SETTE SORELLE: VERONA
In crescita le donazioni 2018, ma occorre fare ancora di più
I
l 2018 è stato caratterizzato dal dato positivo delle donazioni (+1,2%), ma dalla mancanza di un ricambio generazionale dei donatori periodici. L’anno 2017 si era chiuso con un pesante segno negativo recuperato, in parte, nel corso dello scorso anno. Una ripresa che non ha permesso alla nostra provincia, però, di raggiungere l’autosufficienza, costringendoci a ricorrere ancora all’aiuto di altre province venete per garantire l’operatività dei nostri ospedali e le cure necessarie agli ammalati. È da registrare, purtroppo, un significativo cambiamento nelle abitudini dei donatori con una media di meno di due donazioni all’anno. Come già detto altre volte, basterebbe donare con più frequenza, almeno due/tre volte l’anno, per recuperare le sacche di sangue che mancano nella nostra provincia. Sono necessari più donatori, possibilmente giovani, per rimpiazzare i donatori che
ogni anno devono smettere di donare per raggiunti limiti di età o per problemi di salute. Una rilevante complicazione di questo momento storico è la mancanza di medici nei Centri trasfusionali sia a livello locale, sia regionale e nazionale. Già nel corso del 2018 questo problema si è fatto sentire nella nostra provincia, con la chiusura per uno o più giorni di alcuni Trasfusionali, con una conseguente minor raccolta di unità di sangue ed emoderivati e quindi minore disponibilità per chi ne ha bisogno quotidianamente. Persistendo il problema anche per il 2019, con l’auspicio che la situazione non si aggravi ulteriormente, sono state decise le chiusure in alcuni giorni, soprattutto in alcune Unità di raccolta, con una situazione non rosea pure negli altri centri della nostra provincia. Ancora una volta sollecitiamo insistentemente che le Istituzioni competenti trovino urgenti solu-
zioni alla grave carenza di medici, per dare la possibilità ai donatori di garantire, a chi ne ha bisogno, di trovare il sangue necessario ogni giorno. Nonostante le difficoltà del periodo, l’Avis veronese continuerà nel proprio impegno per diffondere la cultura e il messaggio della donazione di sangue, quale gesto concreto di solidarietà. È importante creare nelle nostre comunità una vera presa di coscienza di umanità e di slancio verso l’altro. Con iniziative locali e provinciali si continuerà sia nella promozione mirata nella ricerca di nuovi donatori e nella fidelizzazione di quelli periodici, sia nello stimolare i giovani donatori, superato l’esame d’idoneità, di donare periodicamente. Grazie a tutti i donatori veronesi e ai dirigenti associativi per l’impegno che quotidianamente dimostrate. Buona donazione. Michela Maggiolo, presidente Avis provinciale Verona
Avis Penitenziaria a “Mastro Sogar” e, prima, Befana per l’Abeo
I
l Gruppo rionale di Madonna di Campagna/San Michele Extra e il Gruppo aziendale Avis Polizia penitenziaria di Verona hanno sfilato assieme, il 27 gennaio, lungo le strade di San Michele per la 40ª festa del “Mastro Sogar”. Per la pri-
ma volta è stato allestito un carro Avis con “goccioline” al seguito. Sempre a gennaio, l’Avis Polizia penitenziaria con la Befana Avis aveva portato doni ai bambini del reparto di oncoematologia pediatrica di Borgo Trento, a sostegno del-
le attività dell’Abeo (associazione bambino emopatico oncologico). Con loro il direttore del reparto dott. Simone Cesaro e i consiglieri Abeo e il mimo Sergio. La stessa Befana ha quindi portato i doni ai figli dei poliziotti della Casa Circondariale.
1/2019 · DONO&VITA · 35
10/03/19 17:31
Verona Comunale, un 70° chiuso con il sorriso
N
el 2018 l’Avis comunale di Verona ha compiuto 70 anni. Un anniversario molto importante, al quale abbiamo dato un certo rilievo. Sono molte le persone da ringraziare per questi sette decenni associativi: i primi donatori che fondarono l’Avis il 30 luglio 1948, tutti i presidenti e dirigenti che si sono susseguiti nel corso di tanto tempo, ma soprattutto i donatori, quelle migliaia di persone che nell’anonimato hanno scritto la storia della nostra Comunale. Per festeggiare con il sorriso l’importante traguardo, testimoniando nel contempo l’importanza del dono del sangue, abbiamo optato l’1 dicembre per lo spettacolo di cabaret “Riso fa buon sangue”, all’Auditorium della Gran Guardia. È stato un modo insolito e allegro di parlare di donazione e di solidarietà, un approccio divertente ad una realtà che molto spesso viene sentita lontana e che dobbia-
I
mo, invece, sentire nostra, perché è responsabilità di tutte le persone sane garantire il sangue a chi ne hanno bisogno. Erano presenti tanti donatori, cittadini, persone al di fuori della realtà della donazione, ma anche molti responsabili associativi delle Comunali della provincia di Verona con la presidente dell’Avis provin-
ciale, Michela Maggiolo. Renato Russo, in rappresentanza dell’Avis regionale, è venuto a festeggiare con noi questo compleanno. Per rendere omaggio all’Avis di Verona, durante la serata il Palazzo della Gran Guardia è stato illuminato di rosso, come il sangue donato in questi 70 anni per la salute della collettività. Paola Silvestri
“Merita Fiducia” alle Avis di Bussolengo e Montecchia di Crosara
G
rande giornata, il 24 novembre 2018, presso l’Università degli Studi di Verona! Il Centro servizi del volontariato di Verona, dopo un lungo percorso, ha consegnato la certificazione del marchio “Merita Fiducia” alle Avis comunali di Bussolengo e Montecchia di Crosara, riconfermandola alle Avis di Concamarise e Garda. Le Avis di Terrossa e Palù l’avevano ricevuta lo scorso anno. Il “Merita Fiducia” è una certificazione etica che attesta un percorso di trasparenza nella rendicontazione delle risorse economiche e sociali, dell’attività che un’associazione svolge nel corso dell’anno. Prima di riceverla, le associazioni vengono sottoposte a controlli severi da parte di esperti del settore, proprio per dimostrare la massima trasparenza nell’attività sociale nel Terzo Settore.
36 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 36-37
Legnago: l’importanza della chiamata in comune
Nella provincia di Verona le realtà associative che hanno ottenuto il marchio sono 33, delle quali 6 Avis per un totale di 425.000 ore di volontariato solo nell’anno 2018. Molta soddisfazione anche nel mondo del no profit scaligero, dove l’Avis ha dimostrato con queste
Comunali di saper documentare la propria attività sociale ed economica attraverso documenti apparentemente solo formali, come la relazione al bilancio, la rendicontazione sociale e l’organizzazione di raccolte fondi. Simone Guzzetti
volontari del Centro trasfusionale di Legnago, che collaborano con l’ufficio di prenotazione e chiamata per tutta la provincia, si sono riuniti presso la baita del Gruppo Alpini di Cerea in amicizia e per un resoconto dell’attività svolta. Luigi Piva, responsabile dell’ufficio di chiamata, ha tracciato un bilancio di quanto fatto da quando, nell’ottobre del 2012, l’ufficio ha preso il via, spinto dall’allora primario dott. Francesco Bertola, dai suoi medici e da alcuni volontari. Non senza difficoltà, ma con tanta buona volontà, oggi si è arrivati a circa il 90% dei donatori che prenotano nei Centri trasfusionali e di raccolta di tutta la provincia. 7mila al mese con una media di 300 prenotazioni al giorno. Numeri quasi impensabili qualche anno fa. “Prenotazione significa anche programmazione - ha commentato Piva - avere il sangue che serve quando serve era sicuramente il nostro obiettivo principale, oltre a quello di dare un buon servizio al donatore. In questi anni ci siamo anche migliorati come organizzazione e come strumentazione - ha proseguito - abbiamo dei bravi volontari che vanno ad affiancare il nostro efficiente ufficio di chiamata composto da Erika Ceolini, Debo-
rah Permunian, Alice Rossetto e Marco Faccioli. Il loro lavoro, come quello dei volontari di sala, è importante ed encomiabile, perché sono spesso l’unico contatto tra associazione e donatori, un dialogo che ultimamente si è fatto sempre più tenue e di cui si sente il bisogno”. È poi intervenuto il dott. Giorgio Gandini, direttore del Dipartimento di medicina trasfusionale, il quale ha sottolineato la positività dell’ufficio di chiamata interassociativo gestito insieme da Asfa, Avis e Fidas. “In un momento difficile a livello di organizzazione ospedaliera come questo, avere un’organizzazione del genere al servizio trasfusionale è molto importante, tenendo presente che al primo posto va sempre messo il malato – ha detto - Pos-
siamo anche migliorarci, magari aumentando le donazioni nei giorni feriali che ci darebbero la possibilità di allargare la finestra terapeutica dell’uso delle piastrine, la richiesta di quest’ultime è aumentata del 20%”. Per quel che riguarda i medici la situazione, invece, è molto grave, ha spiegato Gandini: “in pochissimi partecipano ai concorsi per il Trasfusionale, stiamo cercando di portare il problema a Roma per vedere di risolvere nel più breve tempo questa situazione che ci sta facendo fare i salti mortali in tutta la Roberto Zorzella provincia”.
Negrar: il sindaco consegna ai neo 18enni la Costituzione e inviti... a donare
C
ompiere 18 anni è acquisire diritti e doveri, essere partecipi alla vita della comunità, poter votare e donare il sangue: è il messaggio rivolto in municipio ai neo diciottenni di Negrar. Il sindaco Roberto
Grison, con l’assessore ai servizi sociali Ulyana Avola e altri membri dell’Amministrazione comunale, ha consegnato ai ragazzi la Costituzione italiana, un opuscolo e gadget di Avis e Fidas. “La maggiore età rappresenta uno spartiacque nella vita - ha affermato Grison - ed è il momento che ci richiama alla fratellanza e alla solidarietà. La più grande carica politica è quella di cittadino, contiamo su di voi perché il futuro sia migliore”. I ragazzi hanno quindi ricordato Antonio Megalizzi, il giovane giornalista ucciso l’11 dicembre a Strasburgo. A Negrar, su 18mila abitanti, i donatori attivi Avis e Fidas sono 500. “Ne servono di nuovi - ha detto la presidente Avis provinciale Michela Maggiolo - donare il sangue è una scelta che fa del bene e fa stare bene. Gli ospedali veronesi vantano eccellenze sanitarie, occorre tanto sangue e tanti donatori”. Mario Lappa 1/2019 · DONO&VITA · 37
10/03/19 17:31
LE SETTE SORELLE: TREVISO
Donazioni 2018: segno meno che pone qualche interrogativo pagine a cura Ufficio Stampa Avis Provinciale
T
empo di bilanci: l’anno appena terminato è stato ricco di iniziative da parte di tutta l’Avis trevigiana. L’impegno profuso da parte dei presidenti comunali e dei loro collaboratori è stato notevole tuttavia rileviamo, rispetto all’anno scorso, una raccolta che porta un segno negativo. Nonostante siano state soddisfatte tutte le richieste, pervenuteci resta un segno “meno” che desta qualche preoccupazione e qualche interrogativo, soprattutto se dovesse rappresentare un indicatore di tendenza. Anche a fronte di questo segnale troviamo utile tornare sulle domande di sempre: la sfida della gratuità e della responsabilità solidale che la nostra associazione ha deciso di raccogliere fin dalle sue
Appuntamenti Assemblea Provinciale: Monastier di Treviso, 30 marzo; Incontri di Zona: Castello di Godego, 8 luglio; Asolo, 9 luglio; Vazzola, 10 luglio; Conegliano, 11 luglio; Treviso, 12 luglio; Giornata Prov.le Donatore: domenica 1° settembre San Fior; Convegno Formativo: 12-13 ottobre (sabato-domenica a Caorle o altra località; Forum Giovani: Paese, 16 novembre; Auguri di Natale: Pedemontana, 13 dicembre; Concerto di Natale: Tempio Canoviano di Possagno, 14 dicembre. 38 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 38-39
origini, resta ancora il motore delle nostre azioni? Lo sforzo di creare e mantenere legami collettivi e relazioni di reciprocità che rappresenta un tratto distintivo del nostro stile è ancora attivo? La nostra associazione mantiene ancora intatta la sua capacità di rispondere ai bisogni di comunità del nostro tempo? L’attenzione particolare verso chi è in situazione di fragilità, resta ancora il nutrimento principale della nostra motivazione ad operare? Interrogativi che abbiamo il dovere di continuare a praticare. All’interno di essi è possibile ritrovare la strada maestra che poi ciascuno di noi percorre in un modo sempre personale e singolare. All’interno di essi è reperibile l’energia per affrontare le fatiche
imposte dal rispetto delle norme sempre più stringenti che accompagnano il nostro operare, la spinta per mantenere la fedeltà e la continuità dell’impegno anche quando il contesto si fa difficile, conflittuale e poco accattivante. All’interno di essi è la via per il coinvolgimento delle giovani generazioni, per contagiarle con lo spirito della fiducia incondizionata nella loro capacità di fare e di essere. All’interno di essi è la conferma che abbiamo scelto una via senza ritorno: quella che permette all’umanità di esprimere la sua vocazione più bella, più alta e più propria: la capacità di donare e di prendersi cura dell’altro. Vanda Pradal, presidente Avis provinciale Treviso
Presepe di gocce “mondiali” a Postioma
Tante gocce, un solo colore! Originale l’idea dell’Avis di Postioma di Paese (Tv) per la locale rassegna di presepi, chiusa il 20 gennaio. Una creazione che spiccava accanto a quella di altre associazioni, per il colore e per il suo significato. “Con la tecnica della cartapesta abbiamo realizzato delle gocce di sangue tutte uguali - spiegano - differenziate tra loro dai simboli delle diverse
culture”. Sullo sfondo il mondo. “Il messaggio è che il dono del sangue non fa distinzione e viaggia unito con il solo obiettivo di aiutare le persone e di portare loro un nuovo sorriso. Il sorriso non manca alle nostre gocce. Sono felicissime. Celebrano la Natività offrendo in dono l’amore per il prossimo. Nel profondo un po’ guardano il visitatore e lo invitano a diventare donatore!”.
“Uniformi nel donare”, undicesima edizione
U
ndici anni di “Uniformi nel donare”: straordinaria partecipazione di tutte le “divise”. Non è stato un giorno come gli altri, quello del 5 dicembre scorso, al Centro Trasfusionale del Ca’ Foncello di Treviso. Coinciso, tra l’altro, con la Giornata mondiale del volontariato. La Polizia di Stato, quella Locale e Penitenziaria, Carabinieri, Finanzieri, Militari dell’Esercito e i piloti del 51° Stormo dell’Aeronautica di Istrana si sono dati appuntamento all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. In sessanta, tutti in fila dalle 8, hanno voluto donare il sangue. Tutti in divisa e senza distinzione di gradi e stellette. Tutti insieme nella mattinata, nei prossimi mesi in silenzio, senza clamori ma con costanza, com’è nel loro stile. È un esempio di senso civico molto forte quello che lanciano alla popolazione attraverso l’iniziativa “Uniformi nel donare” voluta dall’Avis provinciale di Treviso e dall’Ulss 2, che ha patrocinato l’evento. In tanti avevano chiesto - anche per la prima volta - di poter donare, ma non è stato possibile accogliere tutte le richieste nonostante uno sforzo straordinario di medici e personale sanitario. “Un segnale forte e positivo per la nostra comunità. Donne e uomini ogni giorno impegnati anche di notte a tutelare la nostra sicurezza hanno voluto condividere il dono alla vita - ha detto Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale - Il mio augurio è che questo appuntamento si ripeta ancora per molto tempo”. E poi rivolgendosi ai donatori in divisa: “Vi ringrazio, questo gesto vi fa molto onore. Noi abbiamo bisogno anche di voi e del vostro sangue per garantire l’autosufficienza”. Un’iniziativa forte anche per Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2, che ha stretto la mano a ogni militare e rappresentante delle Forze dell’Ordine in attesa della donazione. “Il cittadino vi sente più vicini. Oggi è la Giornata mondiale del volontariato, un bel
giorno che potrebbe restare permanente per le “Uniformi nel donare ha sottolineato Benazzi - Quella di oggi è stata una doppia donazione: la prima attraverso la solidarietà quotidiana con il controllo della sicurezza del nostro territorio, l’altra quella del sangue che in tanti avete voluto offrire ai malati”. La speciale giornata è un esempio per i giovani
timorosi o che vivono incertezze e perplessità. Un esempio di senso civico, sensibilità e altruismo che conferma e rafforza la vocazione e la scelta di mettersi al servizio della Marca Trevigiana non solo vigilando e rischiando la propria vita ogni giorno per la sicurezza dei cittadini, ma anche in prima persona per i malati. Avis provinciale di Treviso
1/2019 · DONO&VITA · 39
10/03/19 17:31
LE SETTE SORELLE: BELLUNO
Cinquantesimo di fondazione anche per Abves Visome-Castoi pagine a cura di Barbara Iannotta
D
opo numerose altre sezioni del territorio, anche per l’Abvs di Visome-Castoi ha raggiunto il fatidico traguardo dei 50 anni. Domenica 7 ottobre 2018 è stata un’occasione di festa volta a coinvolgere, oltre ai soci donatori, anche la popolazione locale. Dopo la cerimonia religiosa è stata inaugurata la bacheca associativa che ricorda a tutti i cittadini di donare il sangue. Importante, per la buona riuscita dell’evento, l’importante collaborazione dell’Asd Pantera Rosa, del Panificio Facoli Orazio e della Filarmonica di Belluno che ha intrattenuto il pubblico presente con un vero e proprio concerto. Il segretario Pierangelo Da Gioz ha approfittato della grande partecipazione per lanciare un importante messaggio: “La nostra sezione è composta da circa 90 soci attivi ed effettua una media annua di circa 150 prelievi. Abbiamo bisogno costantemente di circa una decina
A
40 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 40-41
È iniziato con tante novità il 2019 dei donatori polesani
pagine a cura di Redazione Rovigo
I
di nuovi donatori all’anno per compensare le persone che vengono sospese (per motivi di salute o di pensionamento). Quest’anno, purtroppo, il ricambio è stato nullo: non abbiamo avuto nuovi donatori”. Il forte appello per il territorio è quindi alla sensibilizzazione, in favore dei potenziali donatori, da parte di chi già dona o ha donato.
l progetto pilota di prenotazione delle donazioni, avviato presso il Centro trasfusionale di Adria per la sola giornata del sabato dall’Ulss 5 Polesana, in collaborazione con l’Ufficio unico di chiamata dell’Avis provinciale Rovigo, ha registrato subito un buon inizio. Dalle associazioni sono stati prenotati complessivamente venticinque donatori, suddivisi nelle cinque fasce orarie 8, 8.30, 9, 9.30 e 10. I donatori si sono presentati regolarmente e puntualmente al Trasfusionale, per cui sia il percorso per l’idoneità sia le donazioni si sono svolte con ordine e con una sensibile riduzione dei tempi di attesa. Barbara Garbellini, presidente dell’Avis provinciale Rovigo, ha affermato che questa importante novità arriva dopo un lungo iter preparatorio, iniziato già con il primario dott. Chiavilli e perfezionato poi con la dott.ssa Scipioni. La speranza è che questa modalità possa far evitare eventuali disagi
Doppio, affollato concerto per orchestra e voci bianche a Belluno Belluno è sempre un Serenissimo Natale. Anche per il 2018 è stata riproposta la formula del doppio appuntamento che, come sempre, è stato supportato anche dalla sezione Abvs di Belluno. Il primo appuntamento è stato il 18 dicembre al Teatro culturale di Belluno e il secondo si è svolto il 20 dicembre al Palazzetto dello Sport di Ponte nelle Alpi. L’evento, un concerto per voci bianche e orchestra, è nato nel 2009 su iniziativa dell’Ufficio scolastico regionale e da allora è cresciuto, andando sempre più a consolidarsi e a diventare un appuntamento tradizionale e fisso.
LE SETTE SORELLE: ROVIGO
Durante il concerto non è mancata l’occasione, per il segretario Pa-
olo Foppa, di ricordare a grandi e piccini l’importanza del dono.
ai donatori e per questa ringrazia il personale medico e infermieristico per la disponibilità ad ascoltare le proposte dell’associazione. I donatori interessati potranno contattare il proprio Centro uni-
co di chiamata di riferimento per concordare data e orario della donazione prenotata presso il Centro trasfusionale di Adria. Se il progetto continuerà con questi risultati, sarà esteso anche ad altre giornate e agli altri Centri trasfusionali. Sopra Adria, a sinistra Rovigo, in basso Trecenta.
Uffici di chiamata
Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli” - Tel./Fax 0426 40520 Rovigo: Via Maffei 5 Tel. 0425 31611 Trecenta: c/o Ospedale “San Luca” Tel./Fax 0425 590579. Tutti con segreteria telefonica.
Dal 1° gennaio, sotto controllo, si può donare fino ai 68 anni
E
dal primo gennaio è partito un nuovo progetto per il Dimt di Rovigo che ha avuto il plauso e la collaborazione delle associazioni dei donatori di sangue del Polesine. I donatori periodici che hanno superato i 65 anni di età, attraverso il loro consenso e la valutazione clinica favorevole da parte dei medici trasfusionisti, potranno donare sino a 68 con periodicità di due volte l’anno. La possibilità di prolungare l’attività donazionale è stata presa dopo un periodo di valutazione ed analisi condotte dai dott. Chiavilli e Scipio-
ni, in concerto con Avis e Fidas. È chiaro che la sicurezza del donatore resterà sempre il primo obiettivo. Chi vorrà continuare a donare il sangue dopo aver com-
piuto 66 anni dovrà sottoporsi all’iter previsto per la prima donazione. Ciò permetterà un continuo monitoraggio per capire se la strada intrapresa è quella giusta.
1/2019 · DONO&VITA · 41
10/03/19 17:31
Il primario del Dimt va in pensione, ricordi di una vita in Centro trasfusionale
H
a raggiunto l’età della pensione, il primario del Dimt di Rovigo, dott. Francesco Chiavilli. Sempre vicino ai donatori di sangue e alle loro associazioni, su “Dono e Vita” cogliamo l’occasione per ricordare il suo percorso e salutare i donatori polesani. Quando è iniziata la sua carriera di medico trasfusionista? Il mio primo incarico è del 1980. Iniziai a frequentare il Trasfusionale come “tirocinante” per 6 mesi, prima dell’esame di stato. In pratica ho scelto il Trasfusionale da subito. Poi ho continuato come medico frequentatore fino al periodo di leva militare. Nel 1983 ho vinto l’avviso per incarico a tempo determinato e poi, di rinnovo in rinnovo, sono stato assunto a tempo indeterminato al Centro trasfusionale (Ct). Quindi è sempre stato in contatto con i donatori di sangue... Sì. Ho studiato i decreti per la concessione dell’idoneità alla donazione di sangue (allora non era possibile donare plasma o multicomponente). Ogni giorno iniziavo il lavoro in ambulatorio e sala prelievi. Terminata la raccolta, passavo in laboratorio di immunoematologia, dove si assegnavano le sacche di sangue per i pazienti ricoverati ed ambulatoriali. Il pomeriggio era dedicato al controllo esami di validazione delle sacche, in pratica tutta la giornata era dedicata alla raccolta e assegnazione del sangue. Visita idoneità: raccomandazioni all’aspirante donatore? Nel corso delle prime visite la maggior parte del tempo era dedicata al colloquio con l’aspirante donatore. Nel corso del colloquio cercavo di spiegare l’importanza della donazione di sangue e la necessità di garantire sacche sicure per i pazienti. Erano gli anni dell’emergenza Aids: si iniziava a capire come agiva il virus dell’Hiv e quindi raccomandavo l’importanza dei corretti stili
42 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 42-43
di vita, sia per la propria salute che per la garanzia della sicurezza per il paziente. Naturalmente il colloquio non si limitava solo a questo, ma cercavo di far capire ai giovani l’importanza di uno stile di vita salutare, con il controllo di fumo, assunzione di bevande alcoliche, insomma era l’occasione per parlare con i giovani della loro vita futura. Rapporto donatore-medico trasfusionista è lo stesso con il medico di base? Direi che, per certi aspetti, il me-
dico trasfusionista assume un ruolo più confidenziale rispetto al medico di base. L’occasione dell’analisi del questionario anamnestico, fatta assieme al donatore, consente di approfondire stili di vita ed osservazione di sintomi molto precoci di alcune patologie, tanto da aver consentito di fare diagnosi tempestive su alcune patologie molto gravi. Ha avuto esperienze dirette con pazienti riceventi? Fortunatamente il Trasfusionale di Rovigo ha sempre avuto nella sua mission l’attività clinica relativa all’ambulatorio trasfusionale. La mia attività è iniziata con l’assistenza ai pazienti talassemici, una trentina di bambini che venivano ogni mese per ricevere la sacca di sangue, che per loro significava la vita. In seguito abbiamo cominciato
a trasfondere anche pazienti adulti, con altri tipi di anemia, il che consentiva loro di evitare ricoveri per le trasfusioni. Preoccupazioni e soddisfazioni vissute nel periodo del suo primariato? Durante la mia direzione del Trasfusionale ho vissuto l’accelerazione della centralizzazione di alcune attività relative alla validazione delle sacche di sangue ed emocomponenti. Di fatto, siamo passati da una totale autonomia ad una dipendenza dal Centro di validazione biologica di Camposampiero, dal momento che le donazioni della provincia di Rovigo non erano così numerose da consentire un’attività totalmente locale. Pur comprendendo l’ineluttabilità della decisione, ho vissuto con preoccupazione questo passaggio importante per l’attività di un Ct. Nel tempo ci siamo adeguati alla nuova realtà e tutto è andato nella direzione corretta. Di soddisfazioni ne ho avute parecchie, ma mi piace ricordare soprattutto l’ultimo periodo, quando abbiamo raggiunto una perfetta sintonia in seno alla Conferenza di Dipartimento (riunioni tra Trasfusionale ed Associazioni donatori) ed è stato meraviglioso lavorare fianco a fianco con le Associazioni donatori. Abbiamo raggiunto assieme importanti traguardi per la nostra provincia e questa è la mia più grande soddisfazione. Cosa si sente di consigliare alle Associazioni che promuovono la donazione? Direi che la cosa più importante è lavorare con grande condivisione, ognuno nel proprio ruolo, per la realizzazione della mission comune, cioè promuovere la donazione di sangue ed organi. Negli ultimi anni in Italia registriamo una flessione rilevante del numero delle donazioni di sangue ed
emocomponenti, tale da preoccupare seriamente per l’autosufficienza nazionale. Dobbiamo garantire, assieme, la possibilità di offrire a tutti i pazienti, chirurgici, dell’emergenza, delle patologie croniche di ricevere sempre il sangue che consenta loro di superare momenti molto critici per loro salute: assieme si può fare! Che messaggio vuole lasciare ai donatori polesani in questo momento di congedo?
Ai donatori che mi hanno accompagnato in questi anni voglio dare il mio più grande ringraziamento per la loro generosità. In questi anni ho visto molti pazienti che hanno avuto le terapie necessarie grazie all’attività generosa di tanti donatori, senza di loro molti pazienti non sarebbero riusciti a superare fasi acute di malattia o anche arrivare all’età adulta con una qualità di vita uguale a quella degli altri più fortunati. Il mio ringraziamento vuole
anche suggerire a tutti i donatori polesani di continuare a donare con regolarità: sono i più generosi come donazione per numero di abitanti in regione. Li invito inoltre a diffondere il messaggio della loro generosità ai giovani, per poter garantire il ricambio generazionale, perché non vanno in pensione soltanto i medici trasfusionisti. Un grande abbraccio a tutti e un arrivederci in Trasfusionale, fino a quando andrò in pensione… anche da donatore!
Tramite l’Avis a Villanova del Ghebbo si insegna l’inclusione
I
l 14° concorso “Riccardo Chinaglia”, promosso dall’Avis comunale di Villanova del Ghebbo per le classi delle medie “Mons. Secondo Porta” ha toccato il tema dell’inclusione. L’opera realizzata si basa sulla traccia che ogni persona lascia nel proprio percorso di vita; traccia che coinvolge gli altri, li arricchisce, ne accresce le potenzialità, determina cambiamenti, soprattutto nella scuola e nei suoi ospiti, in totale evoluzione. Essere testimoni del proprio passaggio e della parte interpretata in questa trama fa capire l’importanza di esserci, senza secondi fini, al solo scopo di fare e donare senza tornaconti. Proprio come l’Avis, che è dono senza interesse, solidarietà ed intreccio di vite, compagna ideale di questa idea. Tecnicamente ogni studente si è posto liberamente
sul pannello e ne è stato segnato il contorno del corpo. Essendo tanti, ogni “ombra” si è intersecata con le altre, creando un intreccio sempre più complesso. Infine, in assoluta libertà ognuno ha riempito gli spazi bianchi con ogni tipo di pigmento, di frottage, e tono di colore desiderasse, andan-
do a definire non più la singolarità dell’individuo, ma il totale del gruppo. Ne è risultato un capolavoro! L’iniziativa rientra nel progetto GdL, la Globalità dei Linguaggi ideata da Stefania Guerra Lisi, una disciplina formativa nella comunicazione ed espressione che ha come finalità la ricerca, l’educazione, l’animazione, la riabilitazione, la terapia, la comunicazione e l’espressione tra gli esseri umani, l’apertura e la disponibilità a tutte le possibilità comunicative ed espressive, verbali o non verbali, senza previe esclusioni. Il Direttivo, in collaborazione dei docenti, per ringraziare i ragazzi per il loro impegno, ha organizzato un momento di festa intitolato “Dove c’è solidarietà c’è gioia” presso la sala polivalente, al quale hanno partecipato i genitori e le autorità durante il quale è stato consegnato un particolare riconoscimento al prof. Cristian Antaridi.
Quanti Babbi e Babbe Natale di Avis e Aido a Boara Pisani!
A
vis e Aido di Boara Pisani hanno organizzato il tour di Babbo Natale in paese. Grazie alla collaborazione fra i volontari, si è formato un bel gruppo che ha permesso di portare avanti questa iniziativa che riscuote da diversi anni il consenso di buona parte della popolazione. Oltre alla consegna dei regali, è stato donato ai piccoli un pizzico di brio e allegria, grazie a magici elfi e valorosi aiutanti. 1/2019 · DONO&VITA · 43
10/03/19 17:31
LE SETTE SORELLE: VICENZA
Inaugurato Faber Box a Schio. E Avis è sempre più fra i giovani
A
Schio è stato inaugurato il “Faber Box”, un Centro di formazione, innovazione e crescita a servizio dell’intera area Campus degli istituti superiori. Nel Centro trovano posto aule studio, sale incontri, spazi multimediali, culturali, musicali, teatrali e ricreativi, una mensa, l’Informagiovani… un vero e proprio punto d’incontro dei giovani e tra i giovani e il territorio. Un’occasione che l’Avis Schio Altovicentino ha colto al volo, dando il proprio contributo per la realizzazione della sala conferenze. Il taglio del nastro si è tenuto il 10 dicembre 2018, e vi hanno partecipato anche il presidente dell’Avis regionale Giorgio Brunello, dell’Avis provinciale di Vicenza Giovanni Vantin e il consigliere di Avis nazionale Gino Foffano (al centro nella foto). “Oggi inauguriamo la meeting box, che sarà punto d’incontro importante per gli studenti che frequentano il “Campus” e che provengono da oltre cinquanta comuni del Vicentino – ha detto il presiden-
te dell’Avis comunale Schio Alto Vicentino, Giulio Fabbri - il messaggio Avis è rivolto a tutti indistintamente, con la speranza che venga raccolto da quanta più gente possibile. Riteniamo sia fondamentale avere volontari ed affiliati giovani; è un’esigenza strategica ed un investimento per il futuro. Il fabbisogno di sangue è sempre alto, per cui l’Avis Schio da qui invita i giovani a compiere un gesto che può aiutare chi si trova in difficoltà. Ci auguriamo
che da questa struttura escano persone formate e pronte ad affrontare la vita in modo positivo; cittadini responsabili che si ispirano ai valori dell’uguaglianza, dell’altruismo e del rispetto per gli altri”. Fabbri ha quindi ringraziato l’Amministrazione comunale, il sindaco Valter Orsi e l’assessore alle politiche giovanili Barbara Corzato per aver coinvolto l’Avis, sottolineando il valore civile e umano dell’attività svolta dall’associazione.
Avis Schio-Altovicentino all’EuroMaster Workshop delle Scuole
U
n incontro degli studenti delle Scuole superiori con funzionari del Parlamento europeo e della Commissione europea ha visto a Schio anche la collaborazione di Avis. Oltre a provvedere al pranzo, l’associazione ha informato i ragazzi sulla donazione di sangue, donando loro anche un cappellino rosso. La giornata “EuroMaster Workshop 2019” era organizzata dal Centro Relazioni europee e abbinata ad un concorso con premio finale un viaggio a Lussemburgo.
44 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 44-45
Castelgomberto-Trissino: Avis e Fidas collaborano con presidenza al... femminile
L
’Avis e la Fidas insieme per il dono del sangue. Il 25 novembre, in occasione del mercatino in piazza Mazzini di Trissino in compagnia di tanti altri gruppi e associazioni di volontariato e l’8 dicembre alla manifestazione per l’accensione dell’albero di Natale in piazza Marconi di Castelgomberto, è stato allestito un punto informativo per la cittadinanza. Assieme a tutti gli altri gruppi associativi, l’Avis di Castelgomberto-Trissino e il gruppo Fidas di Trissino hanno incontrato la popolazione, riscuotendo molta stima e interesse. A far visita al gazebo anche il presidente dell’Avis provinciale di Vicenza Giovanni Vantin. La presidente della Comunale di Castelgomberto-Trissino Sandra Fortuna (nella foto a destra con la segretaria e la tesoriera, tutte donne) e Fidas Silvia Roviaro, entusiaste della riuscita delle due giornate, hanno anticipato che potrebbero essere organizzate altre iniziative simili.
Inizio anno in crescita, come donazioni, per Bassano del Grappa
L
’Avis Bassano del Grappa è partita con il botto, con un aumento di donazioni di oltre 20 unità rispetto a gennaio del 2018. Un buon inizio e un bel “biglietto da visita” per la Comunale, nata meno di dieci anni fa, che ad aprile ospiterà l’assemblea regionale di Avis. L’impegno non è da poco e si unisce all’intensa attività dell’Avis locale tra iniziative nelle scuole e tra la gente, momenti di incontro tra soci, anche conviviali (la cena del baccalà di febbraio) e con donatori di altre Avis. Il 6 gennaio, Avis Bassano si è incontrata con gli amici dell’Avis Borgo Valsugana (Tv) alla Madonna del Frassino di Peschiera. 1/2019 · DONO&VITA · 45
10/03/19 17:31
AVIS&SPORT
RISO FA BUON SANGUE
Un’Avisvillage per informare al Verona Motor Bike Expo
Arriva “Radio fa buon sangue” Ogni venerdì fino a maggio
S
L
empre più grande, sempre più avvolgente, sempre più estremo: è il Motor Bike Expo 2019, rassegna fieristica che si svolge a Verona a gennaio. Ogni anno gli spazi occupati aumentano in virtù della continua crescita degli eventi programmati, così come il calore, il fascino, le curiosità e le emozioni trasmesse dalle oltre 170mila persone presenti. Sempre più estremo perché quattro giorni di fiera, più un quinto per l’allestimento del punto Avis, ti “tolgono tutte le forze”. Una quindicina i volontari costantemente presenti, quattro le band musicali che si sono alternate nell’apposito spazio dedicato all’interno dell’Avis Village, un focal-point pronto ad accogliere chi è già donatore, chi cerca informa-
zioni o chi desidera anche solo un piccolo gadget da portarsi a casa. La presenza di Avis alla fiera è stata ancora una volta apprezzata dal grande pubblico, sia perché ormai è una certezza da ben undici anni, sia per la genuinità dei volontari provenienti da realtà avisine diverse, uniti
in una vitalità unica nel suo genere. A sottolinearlo anche il consigliere Avis nazionale, con delega ai progetti di comunicazione, Claudia Firenze, che ha ringraziato i volontari e applaudito il loro spirito avisino, la coesione e l’impegno. Stefano Costa
Riso Fa Buon Sangue entra nel “catalogo” EMOservizi
Da Tonezza alle Dolomiti donatori sulla neve con ciaspopasseggiate
G
rande successo a fine gennaio, a Tonezza, della bellissima ciaspolata alla quale ha partecipato un centinaio di alunni del Liceo Tron di Schio, alcuni insegnanti di educazione fisica e naturalmente… Avis Schio! Il percorso di circa 9 chilometri è stato impegnativo, ma una fresca nevicata ha reso tutto più piacevole. Alla fine, tutti soddisfatti, ragazzi, professori, volontari avisini e Sci Club Tonezza.
E
Avis Comunale Schio
le copiose nevicate di fine gennaio hanno reso il paesaggio incantato anche per due importanti appuntamenti nel bellunese. Il 16 febbraio, alla villa Gregoriana di Auronzo di Cadore, si è svolta una passeggiata non competitiva al chiaro di luna. Quattro chilometri sulla neve battuta, adatti a qualsiasi appassionato. Più 46 · DONO&VITA · 1/2019
Marzo2019.indd 46-47
a comicità... alla radio! Partita venerdì 22 febbraio, dalle ore 17 alle 19, la nuova avventura “Radio fa buon sangue” del gruppo di comici e cantanti di Riso Fa buon sangue in collaborazione con Radiorcs l’Onda Veronese. Una trasmissione radiofonica con cadenza settimanale (ogni venerdì fino al 19 maggio, con gran finale durante l’assemblea nazionale Avis) per parlare in modo divertente di solidarietà, Avis e donazione del sangue, con ospiti donatori, presidenti di Avis a tutti i livelli, storie, aneddoti e curiosità legati al dono del sangue. “Per seguirci ci sono vari modi - spiega il direttore artistico di Riso Fa Buon sangue, Enrico Cibotto - la diretta audio e video sulla pagina Facebook di Riso fa buon sangue, o scaricando sul cellulare l’APP della radio, al link per il download: per IPHONE https://goo.gl/U2ed7e per ANDROID https://goo.gl/MwUMy4 Musica, risate e appuntamenti in diretta radio dedicati alle Avis Italiane!” Primo ospite telefonico per l’esordio del 22 febbraio è stato il presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola.
impegnativa la Ciaspdolomitica, quest’anno svoltasi tra le montagne di Padola di Val Comelico. In entrambi i casi, tra gli organizzatori,
in prima linea c’erano le locali sezioni dell’Abvs a dare una mano e a trasmettere il messaggio del dono. Barbara Iannotta
G
razie a un accordo tra l’Associazione Amici del Cabaret ed Emo Servizi, da quest’anno per le Avis è possibile organizzare con più facilità una serata di “Riso fa Buon Sangue”. Alla sezione convenzioni-Spettacoli/manifestazioni del sito di EmoServizi si può trovare, infatti, la promozione riservata alle Avis. La comicità di Riso Fa Buon Sangue e il binomio sorriso-donazione stanno ormai spopolando in tutta Italia e oltre alle serate nella nostra regione, sono in aumento le tappe in tante altre, vicine e lontane. Positivo il bilancio del tour 2018 in Veneto: nelle 15 serate organizzate sono stati raccolti e trasmessi alle Avis 208 nominativi di persone interessate alla donazione, 60 delle quali (tramite il gioco-promessa) hanno dato immediata disponibilità alla visita d’idoneità. “L’associazione Amici del Cabaret si occupa del contat-
to diretto con il futuro donatore, e come da accordi passa automaticamente i nominativi raccolti alle Avis di competenza - spiega il direttore artistico Enrico Cibotto (a sinistra nella foto sotto) - Per una valutazione generale interna alla nostra associazione, abbiamo fatto una analisi per raccogliere informazioni su un campione di 70 persone sui 208 nominativi raccolti. Risultato: 15 erano già donatori a fine anno”.
Per quanto riguarda i dati del web, sono stati 1.006.297 i contatti Facebook, con 64.434 visualizzazioni dei video, follower 6.213 in continuo aumento giornaliero, 48.798 mila visualizzazioni in Youtube nel 2018, con 437.938 dell’intera durata del canale e 3.560 visualizzazioni di Tweet. “I nostri canali social sono molto attivi e questi dati ci hanno indotto ad aprire il nuovo contatto Instagram”.
1/2019 · DONO&VITA · 47
10/03/19 17:31