Dono&VitaGiugno2024

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Assemblee Avis: occasioni di confronto per imparare a migliorarsi

Il Veneto sulla strada buona per vincere le sfide di plasma e rinnovamento

I giovani in Avis e nel volontariato: iniziative e testimonianze

03. Editoriale della presidente | Assemblee Avis: occasioni di critiche costruttive per imparare e migliorarsi

Editoriale del direttore | Tutto ciò che devi fare è scrivere una frase vera, scrivi la frase più vera che conosci

04. Attività trasfusionale | Il Veneto accelera nella raccolta di plasma, con tutte le Avis che hanno inserito il turbo

06. Assemblea regionale | Torna a salire il numero dei nuovi donatori in Veneto e la raccolta plasma registra un’impennata

Tutti i dati dell’Avis Veneto

08. Intervista Assessora Lanzarin | Avis è e resterà un pilastro insostituibile della donazione di sangue e plasma

09. Uno studio dice che: | Donare sangue senza ansia, paure o stress si può. Con un ambiente familiare e un’atmosfera accogliente

10. Inchiesta giovani | Giovani, Avis, dono e impegno concreto in associazione. Alcuni dati nazionali e testimonianze dirette dal Veneto

11. Giovani: esperienze e testimonianze | Volontari. In Avis o in altri settori. Alcuni giovani si raccontano

Donatori e non, ma anche impegnati nella vita associativa a vari livelli

Un impegno tra lavoro e quotidianità, ma anche amicizia e gioia

Aumentano i nuovi donatori. Le proposte del Gruppo Giovani Avis affinché diventino anche volontari attivi

Avis Live Music II, il racconto dello spettacolare ed entusiasta lavoro di 150 giovani avisini

16.

90ª Assemblea nazionale a Vicenza | Le vere sfide dell’Avis in vista del Centenario 2027: autosufficienza plasmaderivati e tanti giovani in Avis

Maurizio Borsetto, una vita per l’Avis e per il dono

18. Pradal in Assemblea nazionale | Il nostro sistema sanitario “modello” sta mostrando disomogeneità sul territorio nazionale

19. Le Avis di Vicenza per la 90ª Assemblea | Le Avis del Vicentino, le loro attività, il loro impegno anche in Assemblea nazionale

20. Avis & Scuola | Chiuso l’anno scolastico, un bilancio del Progetto Scuola regionale: interventi più mirati per essere più incisivi.

21. Fondazione Tes | Fondazione Tes sostiene la ricerca per riparare il nervo periferico con le “neuroguide intelligenti”

22. Dal Veneto | Tre appuntamenti di formazione online e in presenza, insieme i giovani avisini di Veneto e Piemonte

Per il 20° della Giornata Mondiale il Veneto ancor più “illuminato” di rosso e giallo

23. Territorio | “Terzo tempo” per l’Avis provinciale Treviso. Dono&Sport dopo volley e basket arriva anche al rugby

Tempio del Donatore | “Raccontiamo la nostra storia. Una sfida per il futuro” Il video-racconto del Tempio del Donatore

Numero 1 - giugno 2024: Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Tiratura e diffusione: 87.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia.

Editore - Segreteria - Amministrazione: AVIS Regionale Veneto via Ospedale, 1, 31100 Treviso tel. 0422 405088 | avis.veneto@avis.it

Redazione: Via Ospedale, 1, 31100 Treviso | tel. 0422 405088 | redazione.dono-vita@avis.it

Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Vanda Pradal

Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it

In redazione: Valentina Calzavara - v.calzavara@avis.it

Idea grafica e impaginazione: Vassalli Associati | Piove di Sacco (PD) | www.vassalliassociati.com

Contributi fotografici: Archivio Beppe Castellano, Valentina Calzavara, Venceslao Melato e Panino Films srl. Stampa: Elcograf - Verona.

Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

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Assemblee Avis: occasioni di critiche costruttive per imparare e migliorarsi

Questo numero di Dono&Vita segna la conclusione di tutte le Assemblee di Avis, a livello Comunale, Provinciale, Regionale e Nazionale. L’Assemblea dei Soci è l’occasione per fare il punto sulle attività svolte, condividere progetti futuri e discutere su come migliorare il nostro impegno volontario a sostegno di coloro che si trovano in situazioni di fragilità. È occasione di mettere in discussione le nostre azioni e decisioni, così da poter imparare dai nostri errori e migliorare continuamente. Essere critici nei confronti del nostro operato ci aiuta a crescere e a diventare migliori, garantendo al contempo la massima qualità del nostro essere volontari. Non dobbiamo aver paura di ricevere critiche costruttive, ma bensì accoglierle con umiltà e apertura mentale per poter evolvere e progredire nella nostra missione.

Sebbene siamo in grado di garantire l’autosufficienza per i Globuli Rossi, non possiamo dire lo stesso per il Plasma. Nonostante una significativa crescita nella raccolta nel 2023 (+8,93% rispetto al 2022, con un totale di 28.696 donazioni rispetto alle 26.344 dell’anno precedente) frutto delle numerose iniziative promozionali messe in atto da tutte le sedi Avis del Veneto e ABVS. Dobbiamo intensificare i nostri sforzi, certamente, ma abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni. È da tempo che ci lamentiamo della carenza di personale sa-

nitario e degli orari ina- deguati per le donazioni, che non ten- gono conto degli impegni di lavoro e familiari dei donatori e donatrici. Per questo è indispensabile tro- vare nuove strategie per reclutare, fidelizzare e valorizzare gli operatori sanitari; nonché per rendere più flessibili gli orari della donazione. Solo le istituzioni possono darci una mano in questo senso.Inoltre il nostro sistema sanitario, pur essendo considerato un modello unico, sta mostrando disomogeneità sempre più evidenti sul territorio nazionale.

Questa disparità si riscontra anche nella medicina trasfusionale, settore in cui ci sentiamo coinvolti attivamente. Non da ultimo rivolgo un caloroso benvenuto ai nostri 10.333 nuovi iscritti del 2023.

Grazie a tutti per il Vostro lavoro straordinario e la Vostra dedizione. Siamo pronti ad affrontare qualsiasi sfida con determinazione e unità. Guardiamo al futuro con fiducia, consapevoli che insieme possiamo raggiungere grandi traguardi. Siamo una squadra eccezionale.

Vanda Pradal | Presidente Avis regionale Veneto

Tutto ciò che devi fare è scrivere una frase vera, scrivi la frase più vera che conosci

Stamane, facendo colazione con una tazza - forse la preferita che uso - mi sono ritrovato a riflettere per l’ennesima volta su tale frase. Il mug mi fu regalato anni fa, da una persona, che mi disse: “È un omag gio per te, grazie”. Non sapeva che Hemingway è una delle mie letture preferite fin da adolescente. Fu de finito un “artigiano” della scrittura, giornalismo o libri che fossero. La radice di artigiano è latina: Ars-Arte. Lui si svegliava molto presto per scrivere. Io no. Pur considerandomi piccolo artigiano nel mio mestiere - e immensamente meno bravopreferisco scrivere nell’opposto silenzio della tarda serata. Ma il termine artigiano c’entra col nostro mestiere di giornalisti? Cito da Treccani: “Chi esercita un’attività (anche artistica) per la produzione (o anche riparazione) di beni, tramite il la voro proprio e senza lavorazione in serie...” Sì, lo siamo. O dovremmo esserlo. L’informa zione è un bene inestimabile. Sempre citando Ernest:

“La gran cosa è resistere e fare il nostro lavoro e vedere e udire e imparare e capire. E scrivere quando si sa qualcosa; e non prima; e (omissis, ma c’era una parolaccia) non troppo dopo”. Vedere, udire, imparare, capire... poi spiegare a chi ci legge ciò che abbiamo imparato. Cesellando e “riparando” parole e articoli (nostri e altrui), titoli, immagini e forma grafica. Lo abbiamo fatto in tutti questi anni di Dono&Vita - non solo su carta, che sta scomparendo - ma anche sul vostro Dono&Vita web che è il futuro? Non sta a noi dirlo.

Beppe Castellano | Direttore responsabile Dono&Vita

Il Veneto accelera nella raccolta di plasma, con tutte le Avis che hanno inserito il turbo

Un primo quadrimestre positivo

Il trend positivo registrato nel 2023 continua nel 2024. La raccolta da parte di donatori Avis si mantiene stabile per il sangue intero, mentre mostra un deciso aumento per le donazioni di plasma +6.76 e di multicomponent +11.48%.

Il dato del Centro Nazionale Sangue indica che nei primi 4 mesi del 2024 la Regione Veneto abbia conferito all’industria di plasma derivazione 32.092 chilogrammi a fronte di 30.298 del 2023 +5.92%. A livello nazionale l’aumento dei chilogrammi di plasma conferito è stato del 5.22%.

Pertanto è ancora una volta necessario ringraziare i Donatori tutti per l’impegno e la costanza nel donare. Questo ci consente di mantenere alto il numero delle donazioni per 1000 abitanti, con valori che, sia per il sangue intero, sia per il plasma sono superiori alla media nazionale. Un plauso va anche alle nostre Avis provinciali per l’impegno nella gestione della chiamata e della prenotazione che consente, anche in momenti difficili legati alla cronica carenza di personale sanitario nonché alla difficoltà per molti di avere giornate libere, di raggiungere tali risultati. La programmazione donazioni/utilizzo sangue deve essere il più possibile precisa. Più volte abbiamo chiesto che ci sia in-

dicato quanto serve, sulla base dello storico e delle esigenze trasfusionali programmate.

A noi il compito di garantire il costante approvvigionamento di sangue intero. Per il plasma il discorso è ovviamente diverso, poiché lo stesso va conferito alle industrie per la plasmaderivazione in conto lavorazione. Non c’è quindi l’esigenza contingente, ma è il quantitativo totale che fa la differenza, visti i continui aumenti nell’utilizzo di immunoglobuline - medicinali plasmaderivati driver - sia a livello locale, sia nazionale e internazionale. È per questo che diventa sempre più necessario incrementare l’efficienza dei separatori cellulari per aferesi, aumentando le disponibilità di tempo di utilizzo con aperture pomeridiane dei Centri trasfusionali. Ma non solo.

di plasma da parte di donatori iscritti all’AVIS quadrimestre gennaio-aprile 2023-2024

Donazioni

Donazioni di sangue intero donatori AVIS quadrimestre gennaio-aprile 2023-2024

Sarebbe l’ideale rendere possibile la donazione nei fine settimana, il sabato e la domenica, cosa che avviene al momento in modo molto marginale in Veneto.

Situazione sangue intero

Nei primi quattro mesi del 2024 il Veneto è in controtendenza come utilizzo di emazie. Nel corso di tre mesi su quattro abbiamo, infatti, assistito a un aumento del consumo di emazie concentrate rispetto ai corrispondenti mesi del 2023. L’aumento si è verificato precisamente in gennaio, febbraio e aprile. Questo dimostra che non dobbiamo mai abbassare la guardia, dobbiamo sempre fare attenzione all’evolversi della situazione trasfusionale. È importantissimo se vogliamo continuare a garantire il sangue ai nostri ammalati e a sostenere anche le regioni che non sono, al momento autosufficienti. È sempre più difficile controllare tutti i pezzi del puzzle. Ci troviamo come con una macchina di Formula uno, va monitorata e registrata, giorno per giorno, in ogni suo componente, se vogliamo arrivare al traguardo. Le prospettive sono comunque positive, i volontari attivi sono fortemente motivati, ci aspettiamo come Avis un 2024 con risultati uguali se non migliori dell’ottimo 2023.

Al via il sistema informatico unico regionale

A questo proposito, fra le novità introdotte nel 2024, abbiamo l’implementazione della piattaforma informatica per il settore trasfusionale, da parte di Azienda Zero. Il nuovo sistema di prenotazione è attivo dai primi di maggio nel Dimt (dipartimento trasfusionale) di Vicenza. Nel corso dell’anno vedrà partire in sequenza gli altri dipartimenti trasfusionali provinciali, sino ad arrivare ad un sistema informatico unico a livello regionale. Ciò dovrebbe garantire la possibilità ai Donatori di poter donare in province diverse da quella solita, oltre a una serie di nuove possibilità nella prenotazione. Come Associazione ci auguriamo che quanto promesso sia realizzato. Rammarica il fatto di essere rimasti inascoltati quando abbiamo chiesto di partecipare al tavolo tecnico, per verificare a monte eventuali problematiche e non doverle poi risolvere nel momento dell’implementazione. Se tutto andrà per il verso auspicato, ne saremo felici. Ma non nascondiamo una certa paura che non è nel cambiamento, a cui siamo abituati, ma nel fatto che le nostre esigenze associative siano state non sempre ascoltate. Dopo Vicenza sarà la volta di Venezia, a seguire gli altri dipartimenti andranno a utilizzare un linguaggio comune.

dott. Giovanni Lenzo | Direttore sanitario Avis regionale Veneto

2023 2024
PADOVA
ROVIGO TREVISO VENEZIA VERONA VICENZA ABVS TOTALE

Torna a salire il numero dei nuovi donatori in Veneto e la raccolta plasma registra un’impennata

“Il plasma raccolto da donatori volontari Avis e dell’Abvs nel 2023 è cresciuto dell’8,93% rispetto all’anno precedente, raggiungendo le 28.696 donazioni, miglior risultato degli ultimi sei anni.

La stessa soddisfazione è per i nuovi donatori, arrivati a 10.333, finalmente tornati a salire dopo quattro anni di calo (erano stati 9.269 nel 2022, prima 9.739 e 9.715)”.

Un impegno notevole per i dirigenti dell’associazione e per i donatori tutti, date anche le difficoltà.

Soddisfazione

alla

54ª Assemblea regionale

Con queste parole la presidente di Avis Veneto, Vanda Pradal, ha aperto la 54ª assemblea di Avis regionale, il 27 aprile al Montresor Hotel Tower di Bussolengo (Vr).

Buona anche la raccolta di sangue intero arrivata, sempre con Abvs a 176.710 unità, pari al 73% del totale raccolto in Veneto (il resto è raccolto dalle altre associazioni di donatori).

“Siamo riusciti a soddisfare il fabbisogno di sangue degli ospedali e dei malati della nostra regione – ha proseguito la Pradal – e di mandare in lavorazione per la trasformazione in farmaci plasmaderivati più del plasma preventivato, nonostante le difficoltà”.

“Il plasma è un bene importante e strategico per la sanità – ha spiegato il direttore sanitario di Avis regionale, dott. Giovanni Lenzo – e lo dimostrano i notevoli aumenti di consumo di farmaci plasmaderivati che trovano sempre più utilizzo in molte patologie. Ammalati che prima non erano trattati con derivati del plasma (albumina, immunoglobuline, antitrombina, fattore VIII e IX, fibrogeno…) infatti, ora lo sono e rispondono molto bene a questo tipo di terapie”.

Il Veneto è autosufficiente per il fattore VIII, e ha raggiunto nel 2023 la sostanziale autosufficienza per albumina e immunoglobuline endovena.

Parlare di gentilezza di questi tempi è più che mai importante. Ritengo che tutto abbia inizio dalle parole e dai gesti che rivolgiamo agli altri. Il nostro corpo, la nostra voce, il nostro viso, le parole che adoperiamo sui social media, non solo rivelano chi siamo, ma allo stesso tempo ci portano a comunicare verso l’esterno, e sono a tutti gli effetti il modo più eloquente che abbiamo di porgerci verso il mondo. Saperlo fare con empatia, capacità di ascolto e di confronto, senza scadere nello scontro e nell’offesa, rappresenta un obiettivo imprescindibile, all’interno delle nostre comunità, così come

Continuano, infatti, la carenza di personale medico e sanitario, i tempi troppo lunghi per l’idoneità dei nuovi donatori, gli orari poco flessibili dei Centri trasfusionali, i diversi sistemi di prenotazione della donazione nelle Ulss, le scarse risorse per i centri di raccolta associativa domenicale (nelle province di Padova, Treviso e Venezia)…

I primi mesi di questo 2024, tra l’altro, indicano un aumento dei consumi anche di globuli rossi, per cui un grande sforzo dovrà essere profuso dalle associazioni per soddisfare le esigenze degli ospedali.

in una comunità solidale qual è quella formata dai donatori e donatrici dell’Avis. È stata una bella opportunità poter dialogare con i volontari e le volontarie di questa tematica in occasione dell’Assemblea Regionale di Bussolengo a Verona. Insieme, abbiamo potuto riflettere sugli strumenti che possono aiutarci a disinnescare la rabbia prima che questa ferisca gli altri, sotto forma di violenza fisica, emotiva e psicologica, senza dimenticare che anche l’indifferenza davanti a un’ingiustizia, è violenza. Il copione dell’aggressività è sempre lo stesso, usa il più debole come bersaglio, non a caso, vediamo che sui social, i primi destinatari della rabbia sono i portatori di una fragilità, la diversità e il genere. Per questo, Avis ha sì la missione di contribuire al dono del sangue e del plasma, ma di pari passo, attraverso la cura dei legami associativi, sollecitando gli strumenti del dialogo, della partecipazione, della condivisione, può essa stessa diventare una potente promotrice dei buoni valori che fanno progredire la nostra società.

Intervento a Bussolengo di: Cinzia Tani | Giornalista e scrittrice

“Serve, quindi, sempre di più, un coordinamento costante e continuo fra i dipartimenti trasfusionali e Avis per una ottimale gestione delle risorse – ha sottolineato la Pradal - Ancora una volta chiediamo di non essere solo spettatori, ma protagonisti, coinvolti per portare e discutere le nostre richieste, per soddisfare le esigenze regionali e contribuire all’autosufficienza nazionale. Difficoltà ce ne sono state, ce ne sono e ce ne saranno, non abbiamo paura delle sfide e siamo aperti al cambiamento, ciò che può migliorare a livello di sistema ci trova pronti come associazione a una proficua e duratura collaborazione. Non siamo disponibili ai diktat e alle imposizioni. Abbiamo le idee chiare su come si possano ottenere dei miglioramenti senza grandi oneri, ma solo migliorando l’organizzazione”.

Richiesta che Avis Veneto rivolge da tempo ed è tornata a rivolgere all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, presente all’assemblea e coinvolta nella tavola rotonda della mattinata con i presidenti delle Avis provinciali, il presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola, il direttore del Centro Nazionale sangue Vincenzo De Angelis e la responsabile del Crat Monica Troiani. “Chiediamo alla Regione di prendere oggi un impegno reale e concreto – ha ribadito la presidente regionale Avis - l’avvio di un tavolo tecnico permanente e periodico dove Avis, assieme alle altre parti coinvolte, sia attore”

Anche perché la finalità ultima del grande impegno dei volontari di Avis, dai dirigenti ai 130mila donatori, è l’ammalato, mantenendo l’autosufficienza regionale di sangue e contribuendo all’autosufficienza nazionale.

Un impegno che Avis regionale e i suoi volontari mettono in campo in Veneto attraverso molte iniziative e attività per incrementare il numero di donatori, in primis nelle scuole.

“Grazie al progetto scuola di Avis Veneto, nell’anno scolastico 2023/24 ci sono stati oltre 1500 interventi: dalle scuole dell’infanzia (71) a quelle superiori (285) passando per le primarie (702) e medie (451) – ha detto il responsabile del Progetto Scuola e segretario di Avis Veneto Cesare Meggiolaro – per un totale di 38mila studenti totali incontrati”.

Michela Rossato

Tutti i dati dell’Avis Veneto

Grazie ai donatori di Avis Veneto e Abvs, nell’anno 2023 sono state raccolte 176.710 donazioni di sangue intero. Rispetto al 2022, c’è stato un aumento (+2.703, pari a un +1,55%). Quelle di plasma sono passate da 26.344 a 28.696 (+ 2352, pari a un +8.93%). Le donazioni di multicomponent e piastrine sono passate da 3.065 a 3.434 (+369, pari a un +12,04%).

Nel 2023 si è riusciti a soddisfare il fabbisogno degli ospedali e dei malati della regione e a cedere ad altre regioni 4.511 unità di sangue intero.

In Veneto si dona nei Centri trasfusionali degli ospedali in tutte e sette le province e nelle articolazioni organizzative della raccolta associativa presenti nelle province di Padova, Treviso e Venezia, che contribuiscono per il 30% alla raccolta di sangue intero.

I donatori totali Avis e Abvs in Veneto nel 2023 sono stati 129.681, con un incremento rispetto al 2022 (erano 129.116).

La fascia d’età più rappresentata è quella tra i 46 e i 55 anni (27%), seguita da quella 36-45 anni (20,5%), 26-35 anni (20%); 56-65 anni (19%), 18-25 anni (12%) e oltre i 65 anni (1,5%).

Le donne sono state 46.092, pari al 35,54% del totale. Nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni le donne sono state 7707 e hanno superato gli uomini, 7410.

I nuovi iscritti del 2023 sono stati 10.333, in aumento rispetto all’anno precedente (erano stati 9.269 nel 2022 (erano stati 9.269 nel 2022, prima 9.739 e 9.715).

Avis è e resterà un pilastro insostituibile della donazione di sangue e plasma

Un patto tra Avis e Regione Veneto, per creare un tavolo di confronto permanente. L’istanza, avanzata a gran voce da tutte le Avis Provinciali e sostenuta dalla Regionale, è stata accolta pubblicamente dall’assessore alla sanità del Veneto, Manuela Lanzarin.

Assessore, in che modo questo impegno si sostanzierà? «Prima di tutto desidero esprimere un sentimento di gratitudine per chi, come voi, ha fatto del dono una ragione di vita. Detto questo, il dialogo e la stretta collaborazione sinergica, con l’obiettivo ben preciso della salute delle persone, hanno sempre contraddistinto la nostra azione, pur nelle difficoltà oggettive contingenti. La Regione si sta muovendo da tempo per dare maggiore forza al Crat con la nomina di un Direttore che possa avere prospettive operative di lunga durata. Come sapete è già stato espletato un bando di concorso mesi fa che non ha dato gli esiti sperati. Comunque, sarà ovviamente il Crat a guidare il tavolo di confronto su cui la parte professionale (i Dimt) e la parte Associativa, con il governo della Direzione della Programmazione Sanitaria regionale, dovranno lavorare per individuare i percorsi e le soluzioni più opportune e sostenibili per garantire oggi e nel futuro l’apporto ottimale di sangue ed emocomponenti per tutti i cittadini, partecipando anche agli obiettivi di autosufficienza nazionale».

Cosa fare per aumentare la raccolta di plasma?

«Aumentare la raccolta di plasma si traduce nell’aumento del plasma da inviare all’industria di frazionamento per la produzione di farmaci plasmaderivati che sono spesso, come nel caso delle immunoglobuline e dei fattori della coagulazione, farmaci salvavita. Si tratta di un obiettivo da raggiungere aumentando la disponibilità dei donatori a rivolgersi con maggiore frequenza a questo tipo di donazione, soprattutto per quei gruppi sanguigni per cui la richiesta di globuli rossi è scarsa come il gruppo AB o B. Una diversa organizzazione della raccolta, rispetto a quella attuale, deve però fare i conti con l’attuale disponibilità di risorse umane, sia nei Servizi pubblici che nelle Unità di Raccolta Associativa che vivono gli stessi problemi del pubblico».

Dietro al buon uso del sangue, c’è da parte della Regione un disegno per frenarne la raccolta?

«Nel corso degli ultimi anni si è verificata una riduzione dei consumi di globuli rossi a livello nazionale, e anche nel Veneto. Non c’è quindi alcuna strategia nascosta, è solo l’evoluzione naturale della gestione della raccolta che accompagna il progresso tecnologico della scienza medica. Avis è e resterà un pilastro insostituibile della donazione di sangue».

Pregi e difetti del nuovo sistema di prenotazione?

«Ha il vantaggio di essere un sistema regionale, che permetterà di condividere le agende dei vari centri di raccolta e, in prospettiva, di avere una maggiore offerta di donazioni sul

territorio regionale. Più che di difetti, parlerei della necessità di adeguarsi a quanto previsto dalla normativa nazionale italiana che prevede di accedere a qualsiasi portale della Pubblica Amministrazione mediante lo SPID o la Carta di Identità Elettronica (CIE): è così anche per il portale del donatore e bisognerà che tutti ci abituiamo. Dobbiamo però osservare che in fase di avvio nella provincia di Vicenza non si sono state segnalate grosse difficoltà da parte dei donatori tanto è vero che nelle prime due settimane di funzionamento del portale ci sono state 966 prenotazioni con 3.052 donatori che hanno effettuato l’accesso con SPID o CIE».

La gestione della chiamata dei donatori resterà in capo ad Avis?

«La chiamata del donatore per la donazione è compito specifico dell’Associazione a cui il donatore è iscritto: lo prevede la Legge 219 del 2005. Il nuovo sistema informativo ha tenuto conto di tutte le richieste pervenute dalla componente associativa compatibili con l’attuale normativa, confermando il ruolo dell’associazione nella gestione della chiamata».

Perché il Veneto non dispone ancora di un’autoemoteca?

«Posso garantire che sarà predisposto un tavolo di lavoro costituito da esperti della materia, a cui potrà partecipare anche un rappresentante delle Associazioni, per la definizione dei requisiti minimi specifici, secondo quanto previsto dalla legge 22/2002, analogamente a quanto è stato fatto per le ambulanze».

Donare sangue senza ansia, paure o stress si può. Con un ambiente familiare e un’atmosfera accogliente

Donare il sangue con il sorriso e senza troppe preoc cupazioni? Si può. Sono le prime conclusioni di una ricerca scientifica che ha analizzato il livello di un ormone lo “steroideo cortisolo” nella saliva dei donatori... mentre donano. Ma anche prima e dopo. Un ormone che, quando sale, rivela lo stato di ansia e/o stress. Lo studio, che dovrebbe essere pubblicato a breve in una rivista scientifica internazionale del setto re, è stata realizzata dall’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con Università di Padova, Cnr-Ifc di Milano e Fondazione Onlus TES. Oltre, naturalmente, all’Avis regionale Veneto nella cui assemblea sono stati presentati i primi risultati. Responsabile del progetto di ricerca è Andrea Gambaro, professore ordinario e vice direttore del Dipartimento Scienze ambientali, informatica e statistica, espertto di Chimica analitica, all’Università di Venezia. Per capire e spiegare l’utilità del progetto lo abbiamo intervistato per raccontarci - in parole “povere” - genesi, procedimento e risultati della ricerca.

Professor Gambaro, intanto come è nata l’idea?

un metodo analitico per la determinazione degli indicatori di stress nella saliva; 2) Verificare una possibile variazione della tensione nervosa nelle varie fasi della donazione e individuare il momento più “critico”; 3) Confrontare le diverse reazioni alla tensione fisica fra genere (maschi e femmine) e esperienza di donazione: veterani, non veterani, prime donazioni.

Non ha quindi coinvolto soltanto donatori “navigati”... No, anzi. Il 13.8% erano alla prima donazione, il 33% non veterani e più della metà (il 53,2%) veterani di lungo corso.

Quali sono stati, in breve, i risultati?

L’andamento temporale degli indicatori di stress è decrescente nel corso della donazione. Con il momento di leggera maggior tensione nella fase A, all’arrivo nel Centro prelievi. Nelle due fasi successive - dopo la visita medica e la donazione.

Lo dimostra una ricerca scientifica promossa da Avis regionale, TES e le Università di Venezia e Padova

Premetto che sono donatore dell’Avis e sono stato anche presidente dell’Avis di Meolo. È un settore di studio di cui mi occupo e quindi abbiamo pensato, come ricercatori, di sottoporre l’idea della ricerca applicata ai donatori in fase di donazione. con un semplice prelievo di... saliva. Come hanno dimostrato altri studi recenti il cortisolo è rintracciabile anche nella saliva.

Quindi, prima durante e dopo la donazione? Ma che cos’è il Cortisolo esattamente?

Il cortisolo è un ormone prodotto dal surrene su impulso del cervello, è “l’ormone dello stress”. Nei momenti di maggior tensione causa aumento di glicemia e grassi nel sangue, mettendo a disposizione l’energia di cui il corpo ha bisogno.

Quanti donatori sono stati coinvolti nella ricerca e dove?

Ha coinvolto 111 donatori di sangue in diverse sedi di raccolta Avis nella provincia di Venezia (Marcon, Meolo, San Stino di Livenza) e Treviso (Villorba e Mogliano). Il 28,8% erano donatrici donne e 71.2% uomini. La ricerca si è svolta nel trimestre giugno-agosto del 2023. Tre gli obiettivi. 1) Sviluppare e validare

Ci sono state marcate differenze di ansia e stress fra donne e uomini o in base all’esperienza donazionale?

Non sono state riscontrate sostanziali differenze tra genere e assiduità al dono. I primi donatori hanno livelli di cortisone solo leggermente più elevati, ma in fase A. Si sono notate alcune differenze di responso fra le diverse sedi di raccolta dati. Ma questo è probabilmente dovuto, in particolare, al caldo più o meno intenso della scorsa, torrida estate durante la quale si è svolta la ricerca o all’ambiente più o meno accogliente.

Un donatore/trice diciamo “coccolati” sono molto meno... stressati? Di solito nel centri di raccolta Avis ci sono colleghi donatori o volontari Avis che fanno servizio. Esattamente. La nostra conclusione è che le condizioni di stress dipendono più dall’ambiente e dalle sue condizioni, piuttosto che dalla donazione in sé. Un clima disteso e famigliare garantisce una migliore esperienza alla donazione.

Uno studio nei Centri trasfusionali dove non sono presenti volontari all’accoglienza avrebbe risultati simili? Forse no. Ma sarebbe scientificamente da dimostrare. Beppe Castellano

Il team di ricerca era composto dal professor Andrea Gambaro, dal ricercatore Matteo Feltracco, dalla ricercatrice Giovanna Mazzi e la laureanda Agata Alterio. Quest’ultima, in particolare, ne ha tratto spunto per la sua tesi di laurea. Eccoli a lato e qui sotto in tre sedi Avis.

Giovani, Avis, dono e impegno concreto in associazione. Alcuni dati nazionali e testimonianze dirette dal Veneto

Si è molto parlato, in Assemblea nazionale Avis a Vicenza, della necessità di reclutare giovani donatori. Ma che non donino soltanto, bensì che si impegnino anche nella vita associativa. Dai tantissimi dirigenti di lungo corso (non chiamiamoli “anziani”) è stato ripetutamente auspicato un ricambio generazionale anche nei direttivi Avis. Una ideale “trasfusione” di nuove idee, nuovi modi di operare per la promozione del dono, nuova linfa propositiva e operativa. Ma c’è spazio, in questo senso, per i giovani volontari che abbiano voglia - nonostante le difficoltà dell’essere giovani oggi e la “fluidità” della vita lavorativa attuale - di impegnarsi seriamente nel Volontariato Avis? Quello che va oltre il semplice dono di sangue e plasma? O non risuona sempre l’eterno “Si è sempre fatto così”?

Fa riflettere una parte della relazione dell’Esecutivo della Consulta giovani nazionale, esposto in plenaria a Vicenza da Greta Pieracci, 30 anni da Avis Toscana, Vice coordinatrice dell’Esecutivo della Consulta.

Avevamo già programmato una breve inchiesta, grazie alle redattrici Michela Rossato e Valentina Calzavara sull’impegno di chi è già donatore e su chi non lo è, ancora. Ciò che ha detto Greta è sicuramente un buon punto di partenza per… capire.

Spesso viene posta la questione secondo cui non ci sarebbero abbastanza giovani in Avis. Ecco, a tal proposito, vi invito a osservare alcuni risultati derivanti dall’analisi dati riguardanti la presenza giovanile in tutta Italia. In media, in ogni regione, la percentuale dei giovani donatori e collaboratori tra i 18 e i 35 anni rappresenta circa il 31% del totale, andando da un minimo di 20% a un massimo di 45%. Inoltre, in quasi tutte le regioni i giovani donatori sono in aumento: in termini as-

soluti, la Lombardia è prima in classifica, anche per il numero di residenti in regione, seguita da Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto, regione con il numero di donatori giovani più stabile. Tuttavia, in tutta Italia i presidenti under 35 sono 239, ovvero il 7.32% del totale, di cui 141 nell’area Nord, 32 nel Centro e 66 nel Sud.

La regione con la quota maggiore di under 35 nei ruoli di presidenza è il Friuli-Venezia Giulia (14.58%) seguita da Basilicata (14.12%) e Provinciale Equiparata Regionale Trentino (13.64%)

I giovani in Avis sono in crescita ma, nonostante ciò, quelli che ricoprono cariche associative sono la minoranza, dunque, c’è sicuramente tanto lavoro che possiamo fare per migliorare questo aspetto e assicurare continuità e benessere per la nostra associazione.

Su questo ed altri argomenti sulla “condizione giovanile” in Avis, oltre alle interviste con tanti giovani veneti che trovate nelle prossime pagine, abbiamo realizzato un’intervista con Greta Pieracci che troverete in Dono&Vita web.

Beppe Castellano

Volontari. In Avis o altri settori. Alcuni giovani si raccontano

Treviso: Niccolò Budoia, 27 anni

Mi chiamo Niccolò Budoia, ho 27 anni e vivo a Fontanelle, tra Oderzo e Conegliano, in provincia di Treviso. Attual mente lavoro e seguo il motorsport, sono un gior nalista e racconto alcune delle gare di rally che si svolgono in Italia, oltre al campionato europeo della disciplina. Ho portato avanti alcune esperienze di volontariato nel mio paese, soprattutto mentre frequentavo il liceo. Sono stato uno degli animatori del Grest di Lutrano, una frazione di Fontanelle, e ho allenato una squadra di “piccoli amici” nell’Usd Fontanelle, la società calcistica locale. L’ho fatto perché il contatto con i bambini, certo a volte faticoso, porta anche a rivedere il modo di approcciarsi alle persone, tendendo a migliorare la capacità di interazione. L’Avis fa parte della mia famiglia

Venezia: Mahdis Amiri, 30 anni

Mi chiamo Mahdis Amiri ho trent’anni sono nata in Iran, studio all’università Ca’ Foscari di Venezia e vivo a Me stre. In queste settimane sto preparando un esame nell’ambito del master che sto frequentando in Scienze linguistiche. In questo momento sono molto concentrata e impegnata sulla mia formazione e adoro Venezia, sia per le esperienze che sto facendo, sia per il programma di studi che sto frequentando, ma anche per la storia e l’arte che sono presenti in ogni suo angolo. Tutto ciò è una bella avventura per me. Devo dire che, più volte, mi è capitato di pensare a cosa posso fare io per il prossimo, al contributo che potrei dare nell’ambito dei progetti di volontariato che la chiesa organizza per supportare le persone meno abbienti che magari stanno attraversando un momento di difficoltà

Verona: Camilla Rugolotto, 20 anni

da decenni. A mio nonno è stata consegnata la benemerenza oro con diamante quando ha smesso di donare il sangue, e solo per raggiunti limiti di età: ne aveva effettuate oltre 150! Mio papà ha donato per molti anni e mia mamma fa ancora parte dell’associazione. Anche io per un periodo ho donato il sangue, ad un certo punto ho dovuto interrompere, ma appena mi sarà possibile tornerò a donare. Lo trovo un gesto completamente naturale: non toglie quasi tempo alle cose che ciascuno di noi ha da fare e porta un bene inimmaginabile a chi ne ha bisogno. Oggi il mio tempo libero è scarso, viaggiando spesso in Europa e trovandomi quasi ogni weekend a seguire le gare in giro per l’Italia. Se di qui a breve riuscissi a ritagliarmi qualche ora a settimana, sarei ben contento di destinarla al volontariato!

economica oppure di fragilità personale. Mi piacerebbe poter fare la mia parte in tal senso, aderendo a qualche programma di volontariato e non escludo di farlo prima o poi, quando mi sarò inserita meglio a Venezia e avrò perfezionato lo studio delle lingue, compreso il mio italiano. Della donazione di sangue non conosco molto. Un mio amico, Yuri, mi ha parlato dell’associazione Avis e così sono andata a curiosare nel sito e ho avuto modo di approfondire quello che gli avisini fanno per il dono del sangue e del plasma. Personalmente, finora non ho mai donato il sangue, non ci avevo mai pensato convintamente, però, adesso che ne so un po’ di più, grazie al passaparola e alla mia rete di amicizie che sto sviluppando a Venezia, credo che potrei impegnarmi in tal senso, per contribuire con questa forma di generosità rivolta a chi ha un problema di salute.

Mi chiamo Camilla Rugolotto, ho 20 anni e sono originaria di Verona. Attualmente studio giurisprudenza all’Università di Trento. Buona parte delle mie energie è dedicata allo studio, ma riesco anche a ritagliarmi del tem po per portare il mio contributo nella Rete degli studenti medi, un’associazione che si occupa anche di volontariato, rivolgendosi ai giovani delle scuole superiori e agli universitari. Al volontariato, quindi, dedico un po’ del mio tempo, tra i momenti dell’anno in cui sono maggiormente impegnata: quando organizziamo la raccolta di beni alimentari e vestiario a inizio anno e lo scambio dei libri a fine estate. Ultima mente, per la Festa di aprile, ho preso parte all’or ganizzazione di alcune giornate di formazione e aggre

gazione rivolte alla comunità veronese. Quello che più mi preme, come impegno personale, è sostenere la riappropriazione degli spazi cittadini e dei luoghi di inclusione. Alla donazione di sangue e plasma ho pensato spesso, ma ad oggi non l’ho mai fatta. Sono diventata maggiorenne da poco e il trasferimento in un’altra città per gli studi non ha agevolato il fatto di poter diventare una donatrice, ma l’intenzione c’è e mi piacerebbe realizzarla nel prossimo futuro. Conosco l’Avis e non ho paura dell’ago. Ho sentito parlare molte volte dell’associazione alle superiori e all’università. In generale, penso che il volontariato sia un bell’impegno di tempo, tutte le attività richiedono una cura importante ma quel che ritorna è un fattore di crescita, oltreché una grande soddisfazione.

Testimonianze raccolte da Valentina Calzavara

Donatori e non, ma anche impegnati nella vita associativa a vari livelli

Vicenza: Alessia Leone, 24 anni

Sono Alessia Leone, 24 anni, di Cassola, iscritta all’Avis di Bassano del Grappa (VI). Dono dai 18 anni e frequentando il Centro trasfusionale ho avuto modo di conoscere Avis. Mi è stato chiesto da subito se mi andava di mettermi in gioco anche in associazione e ho detto di sì. Stu diando Medicina, la sentivo vicina. Sono quindi entrata in un gruppetto di giovani avisini e in Consiglio Direttivo. Non è facile, però, partecipare alla vita associativa: studio e vivo per lo più a Padova, lo scorso anno sono stata mesi all’estero per l’Erasmus, il prossimo anno potrei cambiare sede universitaria per la specializzazione. Cerco di conciliare sia la donazione (una all’anno in media) sia l’impegno in Avis, ma è piuttosto complicato. Credo che tra i motivi della scarsa presenza di giovani in Avis, ci siano sicuramente studio e lavoro, spesso fuori città,

Padova: Omar Camisotti, 33 anni

regione o Italia. Altra cosa: se per un pensionato l’impegno in Avis riempie una grossa fetta del proprio tempo, per noi giovani ne è invece un ritaglio, inevitabilmente. Perciò, il ritrovarsi per proporre idee e organizzare iniziative insieme, non vuol dire per forza fare la classica riunione in sede, e per forza con i dirigenti presenti, ma anche trovarsi tra noi per un aperitivo, una pizza… Che non significa che non prendiamo le cose seriamente. I soliti meccanismi, le riunioni “fiume”, il “si è sempre fatto così” sono per noi un disincentivo ad una partecipazione attiva, fanno perdere entusiasmo. Entusiasmo che si può recuperare quando ci confrontiamo con altri giovani, condividendo con loro il nostro modo di fare Avis e sensibilizzazione. Forum e Avisiadi, ad esempio, sono un buon incentivo e la nostra Avis ci spinge a parteciparvi. Il problema è sempre conciliare i tempi.

Mi chiamo Omar Camisotti, ho 33 anni, sono lau reto in ingegneria e sono all’Avis di Monselice da tre anni. Mia mamma è donatrice, io non lo sono ancora. Sono partito dando una mano quando serviva, e ora partecipo attivamente alle iniziative del Gruppo Giovani Avis, nato di recente. Stiamo facendo attività di sensibilizzazione, eventi di vario tipo per avvicinare i giovani della zona. Allo stesso tempo partecipiamo alle manifestazioni regionali che ci permettono di conoscere altri giovani avisini e di fare formazione, imparare, confrontarci con altri, come il forum e le Avisiadi. Abbiamo in cantiere una manifestazione simile di più

Rovigo: Giulia Morgana Munari, 20 anni

Mi chiamo Giulia Morgana Munari, ho 20 anni e sto concludendo il mio anno di Servizio civile all’Avis provincia le di Rovigo. Diventare donatrice è stato il mio primo pensiero al compimento dei 18 anni, oltre alla patente. Tra i familiari ho dei donatori e per me è stato naturale pensarci. Tra l’altro, quello della donazione era diventato un argomento anche a scuola. All’ultimo anno delle superiori ho ricevuto informazioni sul Servizio civile in Avis e ho deciso di provarci. È un’esperienza che mi sento di consigliare proprio in quella fase di passaggio tra la le superiori e il mondo del lavoro o l’università, perché permette di maturare, di crescere umanamente, di acquisire delle compe tenze. Io ho ricevuto molto, anche in termini di valori

giorni anche nel nostro territorio. Impegnarsi in attività di volontariato, qualunque esso sia, è una scelta. Implica, ovviamente, un dare qualcosa in più, che va oltre il lavoro, la famiglia, lo sport, la propria quotidianità. Io ho scelto di dare idee, tempo, impegno anche fisico e mentale a un qualcosa che ritengo utile alla collettività. Far conoscere Avis e la donazione a più persone possibili, aiuta ad incrementare i donatori a beneficio degli ammalati. Pensare come, organizzare iniziative, e farlo insieme ad altri giovani fa stare bene, ti regala entusiasmo, amicizia, condivisione di obiettivi, divertimento. Almeno, per me è così. Ed è bello, siamo come una famiglia.

e di esperienze, specie nelle attività nelle scuole. Ho visto un’attenzione da parte dei ragazzi che mi ha piacevolmente sorpreso. È stato un anno bello, in un ambiente positivo. Unica cosa che suggerirei è di concentrare la nostra formazione Scu nelle prime settimane, in modo da avere subito una base di informazioni e di preparazione. Mi piacerebbe rimanere in Avis dopo questa esperienza, ma mi attende il terzo anno di filosofia all’Università di Bologna e mi dovrò concentrare molto sullo studio. So già che avrò poco tempo, ma non escludo di dare una mano, quando sarà possibile. Ai giovani dico di provare sia a donare sia a partecipare alle iniziative Avis, soprattutto quelle in cui ci sono altri giovani e gruppi di giovani perché sono coinvolgenti e danno entusiasmo.

Un impegno tra lavoro e quotidianità, ma anche amicizia e gioia

Este: Anita, Chiara, Antonio, David, 25 anni

Chiara, David, Antonio e Anita hanno 25 anni e sono quattro amici. Fanno parte del Gruppo Giovani Avis di Este, nato qualche anno fa e piuttosto attivo. Partecipano alle iniziative proposte dai “colleghi” del Regionale e ne organizzano altre sul proprio territorio: manifestazioni sportive, passeggia te sui colli, biciclettate, gite sulla neve, eventi culturali… tutto ciò che possa attirare altri giova ni. Li abbiamo incontrati all’assemblea di Avis na zionale, alla quale han no voluto partecipare per conoscere meglio l’associazione, chi la guida a tutti i livelli, gli altri volontari della nostra e delle altre regioni.

Sono Chiara Bertolaso, insegnante. Sono donatrice da quando ho 18 anni, e per me è stato naturale diventarlo, perché lo era già mio papà. Sono entrata in associazione per donare, ma anche per dare una mano a fare cultura del dono, ad organizzare iniziative per altri giovani. Fare volontariato è un impegno certo, ma lo si può conciliare con la propria vita personale e lavorativa. In media ci incontriamo una volta al mese, un paio d’ore, di più se ci sono manifestazioni da organizzare.

Sono David Cavaliere, informatico e dono dalla maggiore età. Ho sempre seguito gli eventi di Avis, ma a fare la differenza è

stato conoscerla a scuola, soprattutto attraverso le varie testimonianze che ci sono state proposte. Mi hanno colpito perché erano esperienze di vita reali. Poi il fatto che Chiara, la mia fidanzata, fosse donatrice, ha fatto il resto. Fare volontariato è un impegno, ma è importante perché si fa del bene e si aiuta a diffonderlo.

Antonio Marchioro, sono programmatore Cnc e ho 25 anni. Mi sono avvicinato ad Avis convinto da amici, a uno stand fuori dalla chiesa. Dono e collaboro ad organizzare eventi. Fare volontariato vuol dire dedicare una parte del proprio tempo agli altri e farlo in Avis vuol dire promuovere la donazione, che salva delle vite. Ma vuol dire anche stringere amicizie, trascorrere del tempo in allegria, fare qualcosa insieme. E questo lo rende bello.

Anita Stella Zaglia, sono libraia. Non sono donatrice, ma una volontaria del Gruppo Giovani dell’Avis di Este. Vi sono entrata tramite Antonio e organizziamo davvero tante cose. Idee ed entusiasmo non ci mancano. Siamo una sessantina in totale, una quindicina i più attivi. Ci impegniamo volentieri, perché ormai siamo un gruppo di amici. Se si vuole, il tempo per dedicarsi al prossimo si trova. Lo si ritaglia in base alla propria vita.

Interviste di Michela Rossato

Aumentano i nuovi donatori. Le proposte del Gruppo

Giovani Avis affinché diventino anche volontari attivi

Sono molti, in Veneto, i giovani che donano sangue e plasma. I nuovi iscritti del 2023 sono tornati a salire dopo alcuni di anni di calo e questo è un dato molto interessante. Sono ancora pochi, però, i giovani che vanno oltre la donazione e che si mettono in gioco in Avis. Con i ragazzi del Gruppo Giovani di Avis regionale Veneto e con il loro referente Mattia Peron, che organizzano forum, iniziative per i giovani e le imminenti Avisiadi, abbiamo cercato di capire il perché.

I giovani di oggi, vengono giustamente chiamati per effettuare la donazione di sangue, che è quel piccolo gesto che cerchiamo di promuovere per la salute di molte persone. Molto spesso, però, non vengono informati su cosa si può fare in Avis, sul fatto che esiste un gruppo Avis nella città in cui vivono, che possono realizzare eventi/attività di promozione e formazione per i propri coetanei e in collaborazione con altre associazioni. La soddisfazione per aver donato qualcosa, può continuare anche in altri modi e momenti all’interno della vita associativa. Magari non ritengono di essere in un periodo “stabile” della loro vita (l’instabilità economica, mentale e sociale nei giovani è un fattore in continuo aumento), il che li porta a non avventurarsi a provare o a conoscere cose nuove. Oppure vivono con la convinzione di essere già pieni di cose da fare ed evitano di aggiungerne altre. Nelle cose di tutti i giorni, in ogni causa politica, climatica o sociale, la maggior parte delle persone se ne frega, mentre quelli che fanno qualcosa vengono chiamati “attivisti”, rivoluzionari. Noi giovani nei nostri eventi di promozione e formazione all’interno di Avis, ci sentiamo a modo nostro “attivisti”, capaci di uscire dalla confort zone e pronti a partecipare nelle attività per rendere la nostra associazione al passo

con i tempi. Poi come si dice, i giovani attirano i giovani. L’età media dei nostri volontari è molto alta e i giovani presenti in associazione sono ancora pochi. Ecco perché il Gruppo giovani regionale vuole dare una mano in questo senso, promuovendo e provando a rendere accattivante la nostra associazione con idee e mezzi nuovi.

Che cosa comporta, in termini di tempo, risorse, energie… impegnarsi in Avis? Probabilmente non se ne ha la percezione, da fuori.

Sicuramente vuol dire dedicarvi del tempo. Oggi per un giovane dedicare del tempo come volontario, tra lavoro, vita privata… è difficile. Ecco perché è opportuno fargli capire cosa può fare e cosa può imparare nella nostra associazione durante il tempo libero che ha a disposizione, anche magari qualcosa che lo può aiutare nella vita di tutti i giorni. Noi, anche per il nostro evento estivo, le Avisiadi 2024, siamo organizzati in gruppi di lavoro e in base alle nostre disponibilità. Di solito, per gli incontri cerchiamo di trovarci in presenza o online almeno una volta al mese. Quindi, l’impegno non deve essere continuo ogni settimana. Ognuno offre come e cosa desidera, ma nel momento in cui si vede concretamente il risultato di questo impegno, arriva spontaneamente la voglia di voler darsi da fare di più, ricordandosi che nel momento di difficoltà non saremo da soli.

Voi organizzate eventi che possano richiamare i giovani e avvicinarli a quello che c’è “oltre il braccio steso”. Per l’organizzazione dei vari eventi, quanto potrebbero essere preziosi l’aiuto, le idee, la capacità organizzativa e a volte anche la professione di tanti altri giovani avisini?

Quando organizziamo un evento formativo e conviviale per giovani, diventa l’occasione per noi come gruppo di pensare a nuove idee, di imparare cose nuove e di ampliare le nostre conoscenze, di fare squadra, di fare nuove amicizie, di portare il nostro sapere e capacità in un bel contesto. Abbiamo bisogno di raccogliere suggerimenti da chi è da molti anni nell’associazione o anche da chi non lo è ancora, perché l’esperienza conta molto per evitare di commettere errori o di generare incomprensioni su quello che vogliamo portare avanti. Solo con la collaborazione tra tutti si ottengono i migliore risultati. Abbiamo la fortuna di avere la volontà di una squadra unita, determinata a superare gli ostacoli e a fare da collante con tutti, giovani e meno giovani.

Avis Live Music II, il racconto dello spettacolare ed entusiasta lavoro di 150 giovani avisini

Il dietro le quinte di Avis Live Music è fatto dell’impegno e dell’energia di 150 giovani volontari e volontarie. Anche quest’anno sono stati loro i veri protagonisti della buona riuscita dell’evento che, per la seconda edizione, ha portato sul palco di Riese Pio X (TV) artisti di fama, capaci di creare emozioni unendo voce e musica. Un’occasione per coinvolgere le famiglie e parlare a ragazzi e ragazze dell’esperienza del dono. Ecco allora le testimonianze di due giovani al timone dell’organizzazione.

Racconta Matteo Dalla Rosa: «Da quando sono entrato in Avis, ho sempre avuto un pensiero costante. Puntare sui giovani, dar loro fiducia, responsabilizzarli, non è solo necessario, è vitale per la nostra realtà. In una parola, rendere la nostra associazione interessante e coinvolgente per i coetanei è un investimento per il presente e per il futuro. Personalmente, quando ero più piccolo ho avuto la fortuna di avere chi mi desse spazio e modo di esprimere le mie idee, senza calpestarle, facendomi crescere e accompagnandomi nel mondo del volontariato. Questo è stato per me molto importante, un modo per misurarmi e per crescere, per imparare e per mettermi in gioco, provando a portare le mie idee e le mie energie all’in-

ro di tanti volontari e volontarie, un’esperienza sicuramente adrenalinica. Di fatto, con eventi come questo stiamo anche rispondendo ad una necessità: le nuove generazioni sono meno numerose e la richiesta di sangue, soprattutto plasma, è in crescita. Potremmo soddisfare questa domanda solo aumentando il numero di iscritti e facendoli donare regolarmente. Questo è il nostro obiettivo, e la musica è sicuramente uno dei mezzi più potenti per trasmettere questo messaggio, per tessere nuovi legami tra i giovani».

Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Tranquillin: «I giovani vanno intercettati nel loro mondo, lanciando i gusti messaggi. Questo è sempre stato uno dei miei ideali: cercare di capire come raggiungere un target, senza però snaturare ciò che si vuole veicolare. Forse sarebbe più semplice fare un evento Avis con musica Trap e bevande alcoliche per portare cinquemila giovani dai 18 ai 30 anni, rispetto a una proposta pop-rock con sole bevande analcoliche. Però nel primo caso, si punta alla massa ma senza mantenere fede ai valori che l’Avis porta con sé come associazione. Oggi più che mai abbiamo bisogno di contattare i più giovani, e così è nata l’idea

terno dell’associazione, per dare il mio contributo. E da quel momento, non ho più smesso. Penso quindi che i giovani, se coinvolti nel modo giusto, siano ricchi di energia e positività, perché sanno essere volenterosi, hanno voglia di portare un po’ di novità e qualche miglioria al mondo che ci circonda. Un buon modo per cominciare è partire dall’impegno associativo che, con piccoli passi e piccoli gesti, può arrivare a fare grandi cose a favore delle nostre comunità.

Va proprio in questa direzione Avis Live Music, l’evento musicale Avis dedicato a ragazzi e ragazze, che non vuole essere solamente uno strumento per raccogliere nuove adesioni alla nostra associazione, ma anche una grande opportunità per coinvolgere le nuove generazioni, per insegnare loro cosa sia il volontariato, e trasmettere il messaggio Avis con i suoi valori e le molte forme per esprimerlo. Lo si può fare anche con una due giorni di concerto, dove è possibile apprezzare il lavo-

di Avis Live Music, un format per giovani e le famiglie, dove artisti più o meno noti del panorama italiano, con testi e valori in linea con il mondo della donazione, si esibiscono ad un evento Zero gradi, confermando che si può fare festa anche in modo alternativo.

Avis Live Music è quindi quella vetrina di inizio estate dove i giovani hanno due opportunità per essere parte del mondo della donazione del sangue: come pubblico partecipante oppure come volontari al servizio della manifestazione. Se a 18 anni mi avessero proposto un evento del genere, avrei vissuto per una settimana al parco, aiutando la manifestazione in ogni possibile attività. Sono cambiati i tempi? Forse sì, però i risultati ci stanno dando ragione, i giovani hanno un cuore grande e importanti valori, spetta a noi trovare il giusto modo per avvicinarci a loro e coinvolgerli».

Le vere sfide dell’Avis in vista del Centenario 2027: autosufficienza plasmaderivati e tanti giovani in Avis

Si può dare di più, senza essere eroi... Parafrasando una vecchia canzone italiana, si può sintetizzare così ciò che è emerso dalla 90ª Assemblea nazionale Avis che si è svolta presso la Fiera di Vicenza dal 24 al 26 maggio. Anche se già si dona molto, come Avis.

Le donazioni di sangue e plasma delle Avis italiane sono state complessivamente 1.992.590, pari a un incremento di ben due punti percentuali rispetto all’anno precedente. Le donazioni complessive di globuli rossi in Italia sono state 2.508.394 I soci iscritti all’Avis hanno raggiunto quota 1.294.822, che si traduce in un aumento - di nuovo in salita - dello 0,5%.

La sfida dell’autosufficienza

Ancora più importante è la crescita delle donazioni di plasma. Il nostro Paese, infatti, lo scorso anno ha inviato oltre 880mila chili, il 4% in più del 2022, alla produzione di farmaci impiegati nella cura di numerose patologie. Tra queste ricordiamo l’emofilia, le malattie epatiche, le ustioni, i trapianti, le immunodeficienze primitive e acquisite, oltre alla prevenzione dell’epatite B, del tetano e molti altri approcci terapeutici e di prevenzione presenti e soprattutto futuri.

a Jesolo Lido nel 1997), è stato proprio il Veneto, come a rinnovare la sfida di quasi 40 anni fa. Per tre giorni, 1200 delegati Avis da tutta Italia, in rappresentanza del quasi milione e 300mila donatori volontari di sangue e plasma hanno seguito, molti attivamente, i lavori.

“Si sono confrontati su molti fronti, dalla raccolta di sangue e plasma nazionale all’impegno nella cooperazione internazionale alle campagne di comunicazione, con interventi di tutte le delegazioni regionali”, ha spiegato la presidente di Avis Veneto Vanda Pradal “Il titolo dell’Assemblea,“La scelta che unisce” ha fatto da filo conduttore dei lavori - continua Pradal - Una scelta volontaria, anonima, periodica, gratuita e associativa di milioni di persone di tutte le età. È ciò che permette a milioni di pazienti di curarsi, guarire e salvarsi. Una scelta, una responsabilità che è al contempo personale sì, ma soprattutto collettiva”. Ma Vanda Pradal ha posto anche l’accento - nel corso del suo intervento in assemblea nazionale - sui problemi da risolvere anche in Veneto.

I due focus della 90ª Assemblea nazionale: ringiovanimento della base associativa e incremento della raccolta di plasma

Ed è questa la più grande sfida che attende Avis nazionale: l’autosufficienza di plasma per produrre farmaci in conto lavorazione. Una unicità italiana di qualità che mantiene la proprietà pubblica di materia prima (il plasma) e dei preziosissimi medicinali prodotti. Viene pagato alle industrie farmaceutiche il solo costo di lavorazione. Il nostro Paese deve ancora raggiungerla, tale autosufficienza. Sarà dovuta, al traguardo, esclusivamente a donatori Volontari, Periodici, Non remunerati (in alcun modo) e per la maggior parte Associati. Siamo attualmente al 70% circa del fabbisogno di plasma. Il Veneto fu la prima regione, nel lontano 1986, a partire con tale modalità. Ora è patrimonio nazionale.

Il Veneto ospitante

Ad ospitare l’assemblea nazionale, dopo 27 anni (l’ultima fu

“Ci preoccupa una riforma che va verso il federalismo e la regionalizzazione sempre più spinta, ci espone al rischio di creare livelli non uniformi di assistenza”, ha affermato Pradal.

“Lo stesso vale per la gestione complessiva di sangue e plasmaderivati - ha continuato - da una parte è un sistema unico e da considerare un “modello”. Dall’altra si inserisce in una Sanità che, se regionalizzata ancor più, potrebbe generare standard non uniformi per tutti”. Pradal ha poi rivendicato, sul tema plasma, come nonostante le difficoltà di personale e i limitati orari di apertura dei centri trasfusionali, il Veneto abbia raccolto nel 2023 quasi il 9% in più.

Un’ampia sintesi dell’intervento della Presidente Vanda Pradal lo trovate girando pagina.

Il presidente nazionale sul plasma

“Sebbene l’Italia sia autosufficiente nella raccolta di sangue intero per uso ospedaliero - ha sottolineato il presidente nazionale Gianpietro Briola - non lo è ancora per la raccolta di plasma.

Gran parte della delegazione di Avis Veneto alla 90a assemblea Avis nazionale

Siamo ancora costretti a importare dall’estero circa il 20/30% dei medicinali plasmaderivati”. E ciò che si importa è ricavato da datori di plasma a pagamento”. L’esborso complessivo per la Sanità nazionale è di quasi 200 milioni di euro annui. Sono i dati forniti durante gli interventi del dottor Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale Sangue e del dottor Francesco Fiorin, presidente della SIMTI (Società Italiana Medicina trasfusionale e Immunoematologia. La Società scientifica, proprio dal 29 al 31 maggio a Rimini è stata impegnata nel suo 45° Congresso nazionale, celebrando i 70 anni di fondazione. “L’obiettivo è più che mai incentivare questa forma di donazione attraverso campagne di sensibilizzazione e interventi strutturali per favorire una maggiore capillarità dei punti prelievo”, ha poi affermato Briola.

Il coinvolgimento dei giovani

“Per raggiungere questo obiettivo è più che mai importante incrementare il numero di donatori giovani - ha poi aggiunto Briola - soprattutto nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni. Sono passati in Italia dai 227.991 nel 2011 ai 196.158 nel 2022, pari a un calo del 14%. Per questo stiamo puntando molto sui giovani – ha continuato – Già dallo scorso anno, attraverso progetti innovativi e nuove tecnologie come la realtà virtuale, stiamo stimolando in particolare negli studenti una riflessione sui temi della solidarietà, della cittadinanza attiva e dell’altruismo.

Parallelamente - ha illustrato Briola - abbiamo lanciato la campagna di comunicazione “Mettiti in gioco, dona il sangue”, rivolta soprattutto alla fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni e sviluppata partendo proprio dalle loro osservazioni e punti di vista sui temi del dono. A supportare queste azioni di sensibilizzazione c’è stato anche il lancio del nostro canale Tik-Tok, il social network utilizzato soprattutto da adolescenti e neomaggiorenni”

L’interessante libro-ricerca sui giovani donatori

Durante l’assemblea, a questo proposito, è stato presentato il libro “Giovani e dono del sangue”. È una ricerca, in collaborazione con l’Università di Bologna, in cui è stata direttamente

coinvolta la Consulta Giovani nazionale. È zeppa di dati interessantissimi, ottenuti da 3.200 questionari cui hanno risposto altrettanti giovani avisini. Si può richiedere in Avis nazionale. Sempre a proposito di Giovani donatori, a latere dell’Assemblea generale si è svolta una riunione, partecipatissima, anche della Consulta nazionale giovani. Presente una nutrita delegazione di giovani veneti che hanno invitato i coetanei alle Avisiadi di luglio a Jesolo.

Autorità ed ospiti

All’assemblea hanno fra gli altri portato il proprio saluto, in apertura venerdì, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, i presidenti di Avis provinciale Vicenza Giovanni Vantin e Comunale Gaetano Bellon. Sono intervenuti anche i presidenti nazionali delle altre associazioni di donatori: per la Fidas Giovanni Musso e per la Fratres Vincenzo Manzo. Messaggi, letti in assemblea, anche da parte del Presidente della Repubblica Mattarella, del Governatore del Veneto Zaia e della premier Meloni.

A più riprese, in molti interventi anche delle Regionali, è stato ricordato il consigliere nazionale del Veneto, Maurizio Borsetto. È stato proiettato anche il video sulla storia del Tempio Internazionale del Donatore di Valdobbiadene.

Beppe Castellano (ha collaborato Michela Rossato)

Maurizio Borsetto, una vita per l’Avis e per il dono

Maurizio Borsetto, scomparso il 2 aprile scorso, è stato ripetutamente ricordato in Assemblea nazionale. Non solo era uno dei quattro consiglieri nazionali in carica espressi dal Veneto, ma era stato anche presidente di EMOServizi. Consigliere di Avis regionale per anni, in Esecutivo con la presidenza di Gino Foffano era stato tesoriere dal 2013 al 2017. In precedenza, ovviamente, aveva ricoperto molte cariche nella sua Avis comunale, Noale. Per due mandati era stato anche presidente della Provinciale di Venezia. Ve nerdì 29 marzo, in tarda mattinata, aveva lasciato il Centro trasfusionale dove - da volontario come sempre - aveva svolto

servizio di accoglienza. Al ritorno a casa l’improvviso ictus. “Maurizio è esempio di altruismo e solidarietà incondizionata che porterò sempre con me - ha detto il presidente nazionale Briola - ricordando con affetto il suo sorriso e la positività. Qualità che possono essere d’esempio per tutti noi e per le nuove generazioni che si affacciano al mondo del volontariato.”

Maurizio anche dopo la morte non ha voluto smentirsi, nel donarsi. Socio anche dell’Aido, ha donato tutti i suoi organi. Per il Veneto, in Consiglio nazionale, gli è subentrato Alessandro Viali. (B.C.)

Il nostro sistema sanitario “modello” sta mostrando disomogeneità sul territorio nazionale

“Il futuro della sanità pubblica, la necessità di garantire equità di accesso alle cure in tutto il nostro Paese, anche sul fronte della donazione di sangue e plasma, rappresentano delle priorità assolute per la nostra associazione”. L’intervento della presidente di Avis Regionale del Veneto, Vanda Pradal, alla novantesima assemblea nazionale ha voluto ricordare l’appello dei quattordici big della scienza che denunciano la grave crisi in cui versa il servizio sanitario nazionale chiedendo alle istituzioni di intervenire per la sua salvaguardia.

“Proprio in relazione a questo dobbiamo tornare a dire che il ristoro sulle donazioni che riceviamo è insufficiente per l’attività della raccolta associativa, tant’è che per retribuire i medici e infermieri dobbiamo “attingere” alle risorse per la promozione, a scapito di progetti di fidelizzazione e “reclutamento” di nuovi donatori. Le tariffe sono ferme al 2019 e da anni viene tralasciato anche l’aumento Istat. La richiesta di un aggiornamento delle risorse economiche disponibili per la definizione della base economica su cui costruire la convenzione è un aspetto assolutamente inderogabile” ha rimarcato Pradal. Di pari passo, la carenza di personale medico e infermieristico, rappresenta un ulteriore elemento di riflessione.

“Una sofferenza che va a discapito delle metodologie del lavoro e del sistema con cui avviene la raccolta del sangue che ha già dei ritardi importanti. Occorre agire per superare le rigidità contrattuali e altre criticità che non sono affrontabili solo aumentando il personale (ammesso che qualcuno sia ancora interessato a fare il medico trasfusionista). E ancora, il sistema attuale permette la raccolta solo dalle 8 alle 10 di mattina, e sabato e domenica solo per grazia ricevuta, si fa difficoltà ad andare incontro alle necessità di sangue e plasma interpretando le esigenze dei donatori e donatrici che richiedono maggiore flessibilità affinché il dono sia compatibile con i tempi di vita, lavoro e familiari. Servono quindi risposte realiste; insomma, è fondamentale che il sistema investa in intelligenza strategica e manageriale”.

L’intervento del Veneto in Assemblea nazionale chiede quanto prima anche il nuovo Piano plasma e una “rete” di collaborazione e interscambio plasmaderivati fra le Regioni

Prosegue Pradal: “Se per i globuli rossi siamo sostanzialmente in grado di garantire l’autosufficienza così non è per il plasma. Anche se nel 2023 la raccolta in Veneto è stata importante con un più 8,93% grazie alle tante attività messe in campo per la promozione della donazione da parte di tutta l’Avis. In questo momento dobbiamo ahimè, acquistare al di fuori della nostra nazione gli emoderivati che ci mancano. Chiediamo pertanto alle istituzioni un impegno affinché sia emanato il 2° piano plasma e che l’attenzione nel rendere la donazione sempre più efficiente ed efficace sia contemplata nella programmazione quinquennale finalizzata alla costruzione della rete nazionale basata sulla cooperazione fra i quattro Accordi Interregionali Plasma e il CNS. La rete dovrebbe consentire la produzione di specifici lotti di farmaci di ogni accordo Interregionale, da distribuirsi alle regioni facenti parte degli altri accordi, parliamo di farmaci essenziali per malattie relativamente poco frequenti, ma di grande costo e di relativa disponibilità sul mercato. Ciò renderebbe economicamente più sostenibile ed efficiente il Sistema trasfusionale italiano che per normativa è solo pubblico, riconoscendo il valore importante delle Associazioni di volontariato che pretendono e garantiscono trasparenza ed efficacia”.

Non da ultimo: “Considerata la rilevanza numerica degli avisini si ritiene che il registro unico associativo sia assolutamente indispensabile”. Un pensiero va quindi al futuro prossimo: “La prossima assemblea sarà elettiva. Auspichiamo che i criteri che guidano la scelta delle diverse candidature trovino fondamento soprattutto nello spirito di servizio che deve contraddistinguere chi si assume responsabilità associative. E auspichiamo che venga dato il giusto spazio ai giovani. L’assemblea elettiva è l’occasione per confermare il coraggio di guardare avanti e guardare in alto. Perché come direbbe Luis Sepúlveda: Vola solo chi osa farlo”.

Valentina Calzavara

Le Avis del Vicentino, le loro attività, il loro impegno anche in Assemblea nazionale a maggio

Per il presidente di Avis provinciale Giovanni Vantin “è stato un onore ospitare l’importante tre giorni nazionale. Vicenza è stata felice di accogliere gli avisini d’Italia i sia ai tavoli di lavoro sul sistema trasfusionale italiano, sia a conoscere le sue bellezze culturali, artistiche e gastronomiche. La nostra è una realtà con un forte spirito di solidarietà e un pullulare di attività e iniziative di sensibilizzazione al dono, specie nel mondo della scuola. La presenza in città e nel nostro territorio di delegati avisini da ogni parte d’Italia porta a tutti noi volontari del Direttivo e delle Avis comunali vicentine una speciale ventata di entusiasmo!”.

Nella varietà di associazioni di donatori diverse, che più di ogni altra in Veneto caratterizza la provincia di Vicenza, spiccano le attività delle sedici Avis comunali. Nella scuola, in particolare, i volontari sono molto attivi. Accanto agli operatori di Avis regionale, da anni trasmettono il valore della donazione e della solidarietà dalle scuole dell’infanzia alle superiori, con oltre 5mila studenti incontrati da settembre ad oggi. Le Comunali coinvolgono le nuove generazioni anche attraverso altre iniziative, come la decorazione di panchine dedicate al dono all’Avis di Cornedo e a quella di Valdagno

Giovani cuochi e camerieri della scuola alberghiera Dieffe, invece, hanno conosciuto la donazione all’assemblea provinciale Avis, per la quale hanno preparato il pranzo, ospitata quest’anno dall’Avis di Lonigo. La pedalata dei bambini è la divertente manifestazione che organizza l’Avis di Brogliano lungo l’Agno assieme alla Pro Loco, con la quale collabora alle iniziative locali. Musicoterapia con i ragazzi in difficoltà, tovagliette e bicchieri Avis in carta riciclata a tutte le sagre, incontri nelle scuole e all’alberghiera sono i punti di forza dell’Avis di Recoaro Terme. L’Avis di Malo e Monte di Malo “firma” intere squadre giovanili di calcio, basket… così come l’Avis Schio AltoVicentino è legata da anni a “Bimbingoal”, Primi calci, alle gare di mountain bike… L’Avis di Piovene Rocchette ha una squadra di mezzofondisti e il proprio logo sulle divise delle locali squadre di calcio e pallavolo. A Bassano del Grappa l’Avis si è avvicinata al Baskin, il nuovo sport di basket inclusivo con la squadra formata da atleti che hanno diversi gradi di abilità. È l’Avis più giovane del vicentino (2012) ed erano a distribuire a tutti la cartellina assembleare. Ogni 25 novembre organizza, con le altre sigle del dono, la mattinata di donazione in rosa, per dire no alla violenza contro le donne. A partecipare sin dalla prima edizione l’Avis di San Pietro di Rosà, attiva anche nel proprio paese. Avis Bassano, Valdagno, Cornedo e di recente Povolaro, fanno parte della rete delle associazioni delle “Città del Dono”.

Ha fatto il giro d’Italia, invece, la campagna dei cinque grandi testimonial sportivi dell’Avis dell’Altopiano di Asiago: Asja Zenere, sciatrice alpina, Federico Benetti, ex Asiago Hockey 1935, Andrea Pasqualon, ciclista, Sergio Rigoni, ex fondista e Roberta Rodeghiero, pattinatrice artistica su ghiaccio. All’Avis di Castelgomberto Trissino si organizzano incontri su temi sanitari e sociali (marzo in rosa, diabete, cuore), serate culturali e mostre. È arrivata fino in Tanzania l’iniziativa del Direttivo dell’Avis Lupia Poianella che ha adottato un bambino a distanza, oltre ad aver distribuito materiale scolastico in una scuola bisognosa. Grande festa di paese è quella organizzata dall’Avis di Velo d’Astico al Parco del donatore, ogni anno il 14 giugno. L’Avis di Vicenza, nata nel 2006, è presente alle manifestazioni di piazza, in particolare con il Csv e con Telethon. Ha dato una mano all’organizzazione dell’assemblea nazionale.

“Come Avis comunale siamo felici di aver contribuito a essere punto di riferimento per Avis Nazionale, collaborando a tutti i livelli per il coordinamento e l’organizzazione della 90ª As-

semblea, il più grande evento annuale della nostra associazione. Dopo ventisette anni, è toccato nuovamente al Veneto ospitare questo appuntamento che lascia un segno positivo per il nostro territorio e la nostra comunità. Il nostro impegno sarà di continuare su questa strada, contribuendo a crescere come Avis nel tessuto associativo locale. Garantiremo il nostro apporto al dono del sangue e del plasma, promuovendo un volontariato attento, responsabile e generoso”, ci ha detto Gaetano Bellon presidente dell’Avis Comunale Vicenza.

Michela Rossato

Chiuso l’anno scolastico, un bilancio del Progetto Scuola

regionale: interventi più mirati per essere più incisivi

Siamo alla fine dell’anno scolastico. Presentiamo alcuni dati sull’attività complessiva nelle Scuole, di ogni ordine e grado, riferite al Progetto Scuola di Avis Regionale.

Le attività proposte

Si va dai laboratori di disegno e pittura creativa alle letture animate, dal teatro d’immagine ai giochi da tavolo Fiabilas e GiocAvis, ai filmati/discussioni. Tutte le proposte educative vengono sviluppate e modulate in base all’età degli studenti. Trattano tematiche riferire a solidarietà, altruismo, collaborazione, cooperazione, impegno sociale e cittadinanza attiva, valori rivolti all’attenzione verso l’altro.

I numeri degli interventi a fine anno scolastico Riportiamo i dati dell’anno scolastico 2023/2024, confrontandoli con quelli dell’anno precedente. Nel 2023/2024 gli interventi nelle scuole dell’infanzia sono stati 92 contro i 159 nel 2022/23; nelle scuole primarie 704, 895 nel 2022/2023; nelle scuole medie 457, 511 nel 2022/2023; istituti superiori 285, 346 nel 2022/2023. Sono stati 5 gli interventi richiesti in centri estivi e in centri parrocchiali (grest).

Attivita complessive per tipologia scuola

Altro

2

Estate 0 5 0 0 0 0 0 5

Infanzia 28 40 8 13 3 0 0 92

Medie 104 189 80 46 6 16 16 457

Primaria 131 317 133 88 22 4 9 704

Superiori 72 149 6 49 9 0 0 285

Totale complessivo 335 702 227 196 40 20 25 1545

Altro 1 1 1 3

Medie 202 128 20 61 66 26 8 511

Primaria 364 199 6 133 139 48 6 895

Infanzia 87 44 23 4 1 159

Superiori 208 89 4 35 10 346

Totale complessivo 862 461 30 253 215 78 15 1914

Le uscite per Provincia e le Avis Coinvolte

Il totale degli interventi con i 23 operatori formati sui vari progetti - affiancati dai volontari Avis - sono stati nell’anno scolastico appena concluso 1545, contro i 1914 dell’anno precedente. La provincia che ha registrato il maggior numero di interventi è Treviso (702 contro gli 862 del 2022/2023), seguita da Venezia (335/462), Verona (227/215), Vicenza (196/253), Padova (40/78), Belluno (20/30) e Rovigo (25/15). Le Avis comunali del Veneto messesi in gioco nell’ambito del Progetto Scuola regionale, con

il coinvolgimento dei propri volontari, sono state 148 contro le 154 del 2022/2023. La provincia che ne ha coinvolte di più è stata quella di Treviso con 60, pari al 68% delle sue Comunali. La più alta percentuale di adesione delle proprie Avis di base è la provinciale di Vicenza, con l’87% delle proprie Comunali coinvolte nel progetto. Nella tabella sottostante le Avis che hanno usufruito degli operatori del Progetto Scuola.

Numeri in calo? Ecco le ragioni

Il Referente in Esecutivo regionale del Progetto Scuola, il segretario Avis regionale Cesare Meggiolaro: “Il Progetto, così diffuso in tante province, si conferma un fiore all’occhiello della nostra Regionale”. Commentando i numeri, rispetto all’anno precedente, Meggiolaro precisa: “L’anno scolastico 2022/2023, subito dopo gli anni del Covid-19, è stato l’anno record per gli interventi nelle scuole. C’era la voglia di tornare, da parte delle Scuole stesse, alla normalità”. Meggiolaro ha poi continuato: “Un’altra ragione per la quale c’è stato un leggero calo: le Avis comunali e provinciali, in accordo con Avis regionale, hanno richiesto interventi più “mirati” sulle varie fasce d’età. Nelle scuole d’infanzia ed elementari, infatti, si è ridotto il numero degli interventi. C’è da dire anche che una grossa provincia avisina ha diminuito gli interventi con gli operatori del Progetto regionale, intensificando gli interventi diretti con i propri volontari”

C’è da precisare anche che nelle province che hanno bassi numeri di adesione al Progetto regionale, l’attività nelle scuole non è ferma, anzi. Padova, Belluno e Rovigo hanno intense e diverse modalità di approccio nelle scuole.

Beppe Castellano

Numero uscita
Conteggio di Comunali

Fondazione Tes sostiene la ricerca per riparare il nervo periferico con le “neuroguide intelligenti”

La ricerca scientifica applicata alla medicina per offrire una nuova prospettiva di cura a quei pazienti vittime di una lesione o di un grave trauma oppure colpite da una patologia del nervo periferico, che comprende le fibre nervose e i gangli che collegano l’encefalo e il midollo spinale con le altre parti del corpo, consentendo il passaggio di informazioni fondamentali al sistema nervoso centrale, quali il movimento degli arti (mani e braccia in primis) oltre alle sensazioni della cute e al movimento fisiologico degli organi interni. Nei laboratori dell’Università di Padova, con il dipartimento di Scienze del Farmaco e la sede di Anatomia Umana del dipartimento di Neuroscienze, insieme al costante sostegno scientifico ed economico della Fondazione T.E.S onlus, è stata sviluppata una “neuroguida intelligente” capace di stimolare la rigenerazione ottimale del nervo periferico danneggiato. Grazie alle più innovative tecniche di ingegneria tissutale, il gruppo di lavoro ha messo a punto un biomateriale innovativo chiamato polivinil alcol (PVA) ossidato (OxPVA). Il polimero, che ha già mostrato un comportamento chimico, meccanico e biologico estremamente interessante per l’utilizzo come neuroguida, sta aprendo la strada per arrivare a creare una protesi innovativa e personalizzata in base alle “esigenze” del paziente. Il promettente progetto è stato presentato lo scorso 18 maggio, durante l’incontro «La Rigenerazione del Nervo Periferico: Nuove Prospettive di Cura dalla Ricerca» a

Padova, durante il quale sono intervenuti Andrea Porzionato, professore di Anatomia Umana; e Cesare Tiengo, professore di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, afferenti al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Padova.

“Le lesioni nervose periferiche influenzano significativamente la vita dei pazienti e la ricerca lavora intensamente su questo tema per rispondere ad una domanda di salute sempre più forte. Il 18 maggio abbiamo presentato alla cittadinanza le nuove prospettive di cura del nervo periferico, che sono frutto di un percorso già tracciato, che l’Università di Padova sta perseguendo e noi come fondazione T.E.S. onlus stiamo supportando, per fare degli ulteriori passi avanti, rendendo possibile l’implementazione della metodologia individuata fino a poterla rendere esportabile sull’uomo” commenta Francesco Magarotto, vicepresidente di Fondazione T.E.S.

Il punto di partenza è una chirurgia mirata e minimamente invasiva. “Si è visto che, usando le cellule staminali è possibile riparare meglio i nervi, rigenerandoli. Finora la chirurgia demolitiva ha utilizzato prevalentemente innesti e cuciture, ma quando siamo in presenza di un nervo strappato, le metodiche che impiegano delle “neuroguide” producono una saldatura migliore tra i nervi, mantenendo i flussi e una maggiore percentuale di utilizzo dell’apparato muscolo-scheletrico rispetto alle tecniche del passato”

Tipicamente, la riparazione attraverso una sutura chirurgica è la strategia preferenziale per ripristinare la continuità di un nervo compromesso perché lesionato da un taglio, ma se il danno fosse più esteso, questo potrebbe non essere possibile in tutti i casi. Ecco allora che il ricorso ad una protesi per guidare la rigenerazione del nervo, potrebbe dare nuove chance al paziente.

“La necessità di superare le criticità nella gestione delle lesioni nervose periferiche ha stimolato la ricerca di strategie terapeutiche alternative, tra cui le più promettenti risultano essere proprio quelle messe in campo dalle tecniche di ingegneria tissutale” aggiunge Magarotto.

Il percorso di ricerca proseguirà grazie all’impegno della ricercatrice Elena Stocco e di un professionista di supporto, che arriverà nei prossimi mesi per lavorare sul progetto.

A sostegno dell’iniziativa di presentazione hanno parteciperanno le formazioni padovane, coro Tanai con quaranta elementi e un vasto repertorio di canti popolari, sacri e di montagna, nonché il coro Notenere composto da quindici elementi con canti gospel tradizionali e contemporanei. In rappresentanza di Avis ha partecipato il dottor Giovanni Lenzo, vicepresidente vicario della Regionale.

Valentina Calzavara

Tre appuntamenti di formazione online e in presenza, insieme i giovani avisini di Veneto e Piemonte

Avis regionale Veneto e Avis regionale Piemonte, con i loro Gruppi Giovani, hanno organizzato il percorso formativo “Avis: la responsabilità dell’impegno e della condivisione. Aver cura delle relazioni interpersonali e della complessità organizzativa nella quale s’intrecciano” Si articola in tre appuntamenti online (i primi si sono tenuti il 30 maggio e il 12 giugno, il prossimo il 19 settembre alle ore 20.15) e un incontro residenziale il 28 e 29 settembre a Pieve del Grappa (TV), presso gli Istituti Filippin. L’incontro di maggio ha affrontato “Le alleanze educative e formative territoriali per il miglioramento della cultura della solidarietà” con relatore il prof. Piero Cattaneo, ex docente di metodologia della progettazione educativa dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il secondo ha approfondito il tema “Avis: appartenenza associativa tra impegno e responsabilità” con relatore il prof. Aluisi Tosolini, dirigente scolastico del liceo scientifico e sportivo “A. Bertoluc-

ci” di Parma ed ex docente di Didattica presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e presso la SISS dell’Università di Parma. Il webinar del 19 settembre sarà su “Rapporti, relazioni in una società sempre propensa all’aggressività sociale” (con possibilità di iscriversi fino a 48 ore prima sulla piattaforma Google Meet). La due giorni residenziale di fine settembre, invece, è coordinata da Carlo Donadel. Prevede un convegno e sei gruppi di lavoro, con iscrizioni entro il 9 settembre. Per info e iscrizioni rivolgersi alla segreteria di Avis Veneto allo 0422 405088.

Per il 20° della Giornata Mondiale il Veneto ancor più “illuminato” di rosso e giallo

Altro grande successo per la campagna “M’illumino del Dono”, ideata da Avis Veneto per celebrare la ventesima Giornata mondiale del Donatore di Sangue. L’iniziativa, giunta quest’anno alla terza edizione, sempre in collaborazione con Abvs, ha riscontrato nel tempo un crescendo di entusiasmo e di adesioni sul territorio. L’invito rivolto alle sedi comunali e provinciali di Avis e Abvs del Veneto, e alle amministrazioni locali, era di illuminare di rosso un luogo simbolico della propria città, come ad esempio la propria sede, un monumento storico, un sito di interesse archeologico, artistico o culturale, oppure un luogo di cura. L‘illuminazione dei monumenti era prevista dalle ore 21.00 di lunedì 10 giugno, per tutta la settimana, fino a domenica 16 giugno. O la sera del 14 giugno. In parecchie realtà, l’accensione delle luci è stata accompagnata dalla presenza dei volontari, da un’attività di volantinaggio o gazebo informativi, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della donazione di sangue e plasma e sulle modalità per aderire alle nostre associazioni e al dono. L’invito rivolto a tutti

da Avis Veneto è stato anche di dare visibilità all’iniziativa, con foto e video, da pubblicare sui social proprio e di Avis regionale utilizzando l’hashtag #milluminodeldono.

M.R.
“Terzo tempo” per l’Avis provinciale Treviso. Dono&Sport dopo volley e basket arriva anche al rugby

Non c’è due senza tre: il volley, il basket e, per la prima volta, anche il rugby. L’Avis provinciale di Treviso è ridiscesa in campo per l’iniziativa Dono&Sport, dedicata alla sensibilizzazione alla donazione, coinvolgendo sportivi e oltre 1.500 volontari. In occasione del match dei Leoni è stato annunciato il sodalizio con il Benetton Rugby, che si aggiunge alle storiche collaborazioni con le Pantere della Prosecco Doc Imoco Volley e per la Nutribullet Treviso Basket. “Per la decima edizione di “Dono&Sport” siamo stati davvero felici di poter essere presenti con la maglia di Avis al fianco delle tre società sportive per lanciare il nostro appello alla donazione di sangue e plasma.

La nostra associazione, che conta nella Marca 33mila soci, abbraccia quei principi che sono propri dello sport, rilanciando la solidarietà e i corretti stili di vita” ha sottolineato Stefano Pontello, presidente di Avis Provinciale Treviso, nel momento dello scambio di maglie con i partner sportivi e il saluto delle rispettive mascotte. “I nostri donatori e donatrici hanno preso posto sugli spalti per assistere alla partita e fare il tifo ad ogni match, abbiamo vissuto insieme tante emozioni. Ancora una volta, lo sport è diventato occasione di incontro e condivisione dei valori cari alla nostra associazione, quali il rispetto e il gioco di squadra, per garantire il nostro dono a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Grazie al sostegno del mondo sportivo cerchiamo di sensibilizzare e coinvolgere in questo gesto di altruismo nuove persone” conclude Pontello.

“Raccontiamo la nostra storia. Una sfida per il futuro” Il video-racconto del Tempio del Donatore

È stato presentato in anteprima alla 90° Assemblea Generale Avis, che si è tenuta a Vicenza dal 24 al 26 maggio, il video realizzato dall’ODV Tempio. Un documentario che narra la storia del Tempio Internazionale del Donatore di Pianezze di Valdobbiadene.

Si tratta di un documento che racconta una “storia italiana” del passato e che svela il profilo storico e culturale germogliato nell’animo di alcuni cittadini, sulla base della loro esperienza di vita vissuta in un luogo testimone della Prima Guerra Mondiale, con il suo carico di distruzione, di sofferenza e di

sangue versato. Su questa base si è voluto trasformare una postazione di cannone in uno spazio testimone del dono di vita e di pace.

La costruzione del Tempio fu una scelta coraggiosa di quegli uomini, che lo videro realizzato solo dopo diciassette anni dall’inizio dei lavori, portati avanti fra mille difficoltà. Alla fine, a vincere fu la loro caparbietà, la convinzione e l’alto valore del loro progetto, fonte di vita.

Con questo video-documentario, l’ODV Tempio ha voluto raccogliere i ricordi storici e le esperienze degli anziani del luogo, tramite interviste, racconti, e i più recenti interventi di restauro, al fine di non dimenticare i valori che hanno animato le coscienze dei donatori di allora, armati di tanto coraggio e speranza; e impegnati per la realizzazione di un Tempio dedicato al dono del sangue e degli organi.

Il video proposto diventa quindi non solo un racconto del passato, ma rappresenta anche per il tempo odierno un valore storico del territorio e non solo, da tramandare alle future generazioni, alle scolaresche, ai gruppi che visiteranno il Tempio e a quanti sono interessati a condividere una lezione di storia che genera una sfida per il futuro.

Gino Foffano | presidente dell’ODV Tempio

Valentina Calzavara
Belluno

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