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Il filo diretto tra Bologna e l’NBA

Ci sono personaggi ed eventi che hanno segnato il destino del capoluogo emiliano, legandolo indissolubilmente con la lega di pallacanestro americana.

L’ottavo episodio della docu-serie Hoop Cities ci racconta proprio questo. E lo fa attraverso immagini e voci ben specifiche, come quella di Ettore Messina, ex allenatore Virtus ed ex assistente allenatore dei San Antonio Spurs, dell’ex giocatore fortitudino Gianluca Basile, o ancora di Marco Belinelli, l’unico giocatore italiano ad aver vinto un titolo NBA.

A completare il quadro, si intrecciano anche i racconti di altre figure che hanno avuto un ruolo decisivo nell’evoluzione del basket bolognese. Ad esempio quella dello storico ristoratore bolognese dall’animo fortitudino Filippo Venturi, o dell’ex giocatrice della Virtus femminile Rae Lin D’Alie, o ancora quella di Simone Motola, Presidente dell’A.S.D. Basket Giardini Margherita e organizzatore del torneo “Playground Giardini Margherita”.

Tutte personalità che, in un modo o in un altro, hanno tracciato la propria strada dentro e fuori dal parquet, segnando inevitabilmente anche il destino di Bologna Basket City.

L’episodio di Hoop Cities dedicato a Bologna, riconosce alla città il suo titolo di Basket City. Perché Bologna non è “solo” al centro della Motor Valley, ma è anche una delle capitali europee del Basket.

Bologna non è certo una metropoli, infatti la città conta circa 400.000 abitanti. Nonostante questo, è l’unica città ad avere due squadre di basket rivali, così famose da avere entrambe così tanti tifosi.

Nei quarantadue minuti dell’episodio Hoop Cities Bologna, vengono citati diversi esempi per riuscire a descrivere la potenza e la tensione generate da una rivalità storica come quella tra Virtus e Fortitudo. Una rivalità che, negli altri Paesi, si può ritrovare tra squadre che risiedono a chilometri e chilometri di distanza, o a molte ore di volo l’una dall’altra. Qui invece siamo nella stessa casa. Sotto lo stesso tetto.

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