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Quando ti trovi a 91 punti dalla vetta della classifica, solo la follia può tenerti aggrappato al sogno di un titolo mondiale. Quella, oppure un’ostinata convinzione nel lavoro proprio e di quello del team. È così che Pecco Bagnaia ha riaperto un campionato che sembrava finito, e ha riportato a Borgo Panigale un titolo atteso da quindici lunghi anni.

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Pecco, cosa significa vincere un Mondiale? E cosa significa vincerlo con Ducati?

Da italiano, è semplicemente il massimo possibile. Io poi son sempre stato un grandissimo fan di Ducati. Vincere con questi colori è sempre stato il mio sogno fin da bambino, e crescendo questo sogno è diventato sempre più forte. Essere riuscito a realizzarlo è stata un’emozione fortissima, che mi ha ripagato di tutti i sacrifici di questi anni.

Gigi Dall’Igna ha detto che sei sempre stato un pilota velocissimo, ma che quest’anno hai imparato a vincere anche quando non eri il più veloce. Che cosa è cambiato?

In realtà io penso che le prove siano un momento in cui testare e sperimentare, e che il vero potenziale si veda sempre in gara. Noi, ad esempio, per tutto l’anno abbiamo fatto le prove con gomme molto usate. Questo ci faceva sembrare poco veloci, ma poi in gara il discorso cambiava completamente. Sicuramente, però, a Silverstone eravamo davvero in difficoltà. A livello personale essere riuscito a fare la differenza in quella gara è stato molto bello.

È stato quello il momento decisivo?

Lì ho capito che ce la potevamo fare. Nel weekend avevamo faticato tanto, partivo quinto. Ritrovarmi davanti e andare a vincere la gara mi ha dato una bella spinta.

Al punto da completare la rimonta più incredibile nella storia della MotoGP. Cosa ha reso possibile questa impresa?

Non abbiamo mollato mai. A inizio anno la moto non funzionava come ci aspettavamo e ci siamo ritrovati a -91. Avremmo potuto darla persa ma io volevo tutto tranne che un altro secondo posto. Ci siamo messi lì, abbiamo lavorato veramente bene e nella seconda parte siamo stati spaventosi. Io non ho mai smesso di crederci, e vincere dalle difficoltà, all’ultima gara della stagione, è stato ancora più bello.

I Ducatisti attendevano da tanto questa vittoria. Com’è stato festeggiare insieme a loro?

Loro mi sono sempre molto vicini. Sono incredibilmente legati al marchio, e questo a volte li porta a essere molto critici. Ma proprio per questo io mi rivedo in loro. Anch’io sono attaccatissimo a Ducati e sono il primo a essere critico nei miei confronti. Sono davvero felice di aver dato loro la gioia di questa vittoria. Le scene di festa a Borgo Panigale mi hanno fatto venire i brividi.

Ora tu e la Ducati siete gli avversari da battere. Cosa significa questo?

Correre da campione del mondo, con il numero uno sulla carena, è sicuramente diverso. Ma io non sono affatto preoccupato, anzi. A Valencia, per certi versi, mi sono tolto un bel peso dalle spalle quindi, sinceramente, non sono mai stato così carico!

Álvaro Bautista Arce

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