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Quando entri nel cuore dei Ducatisti sai che ci
La stagione di Álvaro Bautista Arce è riassumibile in una sola parola: vittoria. Dal GP di Aragona al GP di Australia, il pilota spagnolo e la sua Panigale V4 R hanno lasciato le briciole agli altri contendenti. E mentre Ducati è tornata sul tetto della WorldSBK e superato lo storico traguardo dei 1000 podi in campionato, Bautista è diventato il terzo pilota della storia a potersi fregiare di un titolo mondiale sia in MotoGP che in Superbike.
Che sensazione è vincere un Mondiale con Ducati?
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Vincere un mondiale è sempre molto speciale, perché non esiste riconoscimento più grande per il tuo lavoro e per il tuo impegno. È veramente un sogno che diventa realtà. Ma vincerlo con Ducati è ancora più speciale. Perché è un marchio diverso da tutti gli altri, c’è tanta passione, tanto amore per la moto. Quando vinci qui ti rendi subito conto che la tua vittoria non sarà mai dimenticata e ti senti davvero parte della storia.
Come vivi il rapporto con i Ducatisti?
Sono incredibili: ad ogni vittoria mi scrivono in tantissimi, sembra quasi che siano loro a vincere le gare! Vivono la loro passione in modo molto intenso: sono felicissimi quando vinci e tristissimi quando perdi. Questa per un pilota è una bella responsabilità. Ma tu sai che quando vinci entri nel loro cuore e ci resti per sempre.
Si parte sempre per vincere. Ma qual è stato il momento in cui ti sei reso conto che potevi davvero conquistare il titolo?
Quest’anno sono arrivato in Ducati con più consapevolezza e più esperienza. Come pilota mi sentivo nel miglior momento della mia carriera, sia a livello mentale che fisico. Sapevo che con questa moto e con questo team potevo dare il meglio di me. Tre anni fa andavo forte ma per vincere un campionato bisogna essere i più intelligenti, non solo i più veloci.
È ciò che ha detto anche Gigi Dall’Igna: nel 2019 non volevi solo vincere ma volevi stravincere. Quest’anno, invece, già alla prima gara ha capito che tu avevi la mentalità giusta.
Quest’anno sono riuscito a gestire bene ogni gara, perché ho corso ponendomi l’obiettivo di ottenere sempre il massimo da ogni situazione. È stata difficile perché gli avversari sono stati bravissimi e non hanno sbagliato niente, ma noi abbiamo sbagliato ancora meno. Vincere il titolo è stata una conseguenza di questo approccio.
Ora tu e la Ducati siete gli avversari da battere. Cosa significa correre da campione del mondo?
Niente. Ogni volta che si inizia un campionato la stagione precedente non conta più. Si parte tutti da zero punti.

