Report finale questionario

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Cooperazione decentrata, solidarietà internazionale ed educazione allo sviluppo nelle Marche La prima mappatura 2011-2012

A) COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE B) EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO C) FORMAZIONE D) SOCIAL NETWORK E WEB 2.0

GENNAIO 2012 (REVISIONE LUGLIO 2012)

A cura di Natalino Barbizzi, in collaborazione con Arianna Blasi e Laura Pergolesi

Attività realizzata nell’ambito del Programme: Les Acteurs Non Etatiques et les Autorités Locales dans le Développement – Sensibilisation et éducation au développement en Europe - PROJET EuropeAid/126341/C/ACT/Multi - CONSTRUIRE UN DEVELOPPEMENT POSSIBLE: création d’un Système Permanent de Solidarité Internationale et de Coopération Décentralisée au Développement - Ref. DCI-NSA ED/2008/153-805. Le opinion espresse nel presente documento non riflettono in alcun modo le opinioni dell’UNIONE EUROPEA ma solo le opinioni degli autori.


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Premessa IL VOLONTARIATO E LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE Nel 2010 il CSV Centro servizi per il Volontariato delle Marche ha elaborato QUANTO CONTA IL VOLONTARIATO NELLE MARCHE? I numeri, le caratteristiche ed il valore del volontariato marchigiano; il lavoro è frutto di una collaborazione tra la Regione Marche – Sistema informativo statistico e Osservatorio regionale politiche sociali, il Centro di servizio per il volontariato delle Marche e l’Università di Urbino “Carlo Bo” – Dipartimento di studi su economia, società e politica.

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Da l’elaborazione dei dati della pubblicazione si rilevano alcuni aspetti peculiari di quello che si può definire il Volontariato di Cooperazione, che rappresenta, come si vedrà nel seguito la maggioranza del popolo marchigiano impegnato nella solidarietà internazionale.

Le Associazioni marchigiane rilevate dalla ricerca che si occupano di solidarietà internazionale sono 65 su un totale di 1262 pari al 5,15 % del totale. Anche se numericamente rappresentano una piccola percentuale rispetto al mondo del volontariato marchigiano, le associazioni che si occupano di cooperazione rappresentano il soggetto che in proporzione si rapporta maggiormente con le istituzioni, con il 79% delle associazioni che hanno accordi scritti con enti locali (principalmente comuni poi province ed infine regione). Un altro dato da rilevare dalla ricerca condotta dal CSV è relativo alla composizione anagrafica dei volontari attivi nelle associazioni di volontariato

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Con quasi 1200 volontari attivi che rappresentano il 3% circa degli oltre 40.000 volontari attivi nelle Marche, il volontariato di cooperazione è quello che maggiormente riesce a raccogliere il maggior numero di fondi per associazione, con una media di 108.000 € raccolti per ogni associazione che significa un valore complessivo di quasi 7 milioni di € per questo microcosmo associativo, quasi il 10% di tutti i fondi raccolti dal volontariato nelle Marche. Per quanto riguarda la provenienza della raccolta fondi del settore solidarietà internazionale si rileva che le due prime voci sono donazioni (50%) e sussidi e contributi a titolo gratuito (29%) che rappresentano circa l’80% di tutte le entrate. Le due principali voci di uscita sono l’acquisto di beni (50%), ed i sussidi a terzi (38%). Il volontariato di cooperazione raccoglie 5% del totale delle organizzazioni, ed è principalmente attivo nella progettazione e realizzazione di opere all’estero, nell’organizzazione di aiuti economici all’estero, nel commercio equo e solidale e nelle adozioni a distanza.

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In media ogni organizzazione gestisce quasi 108mila euro all’anno, il valore più alto tra tutti i settori (il doppio delle media delle associazioni di volontariato marchigiano), e impiega 18 volontari (tra i settori è uno dei valori più bassi) ma con la più alta raccolta fondi per singolo volontario di quasi 6.000 € a volontario contro una media regionale di 1.716 €; i dati mostrano quindi della forte capacità dei volontari di attivare risorse private e pubbliche In sintesi da questa prima elaborazione si verifica che le associazioni che rappresentano il volontariato di cooperazione sono caratterizzate da piccoli gruppi di volontari molto attivi, con una capacità di raccolta fondi almeno doppia rispetto alle altre associazioni e ben al di sopra della media regionale. Solo una parte di queste associazioni è iscritta al registro regionale della cooperazione e solidarietà internazionale (circa il 60%) istituito dalla Regione Marche ai sensi della legge 9/2002. Al 31/12/2012 le associazioni iscritte sono 55 di cui 38 sono associazioni marchigiane “tout court” 15 sono associazioni (quasi sempre ONG, Organizzazioni non governative) con sede operativa nelle Marche Due i motivi che sono alla base di questa differenza di numeri: a) Alcune associazioni non hanno necessità i iscriversi al registro regionale in quanto svolgono il proprio lavoro esclusivamente con la raccolta fondi b) Altre associazioni non hanno compiuto i tre anni di attività necessari all’iscrizione al registro regionale Alcune delle caratteristiche evidenziabili nella ricerca condotta dal CSV sono confermate, come mostrato nel seguito, dai risultati del questionario.

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LE MODALITÀ DELL’INDAGINE L’analisi presentata in questo lavoro vuole misurare l’operatività del sistema marchigiano di cooperazione decentrata, solidarietà internazionale e cooperazione allo sviluppo. I dati fanno riferimento al questionario realizzato nell’ambito del progetto EuropeAID DCI-NSA 153-805 “Costruire uno sviluppo possibile” relativo all’INDAGINE SULLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO, SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE ED EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO NELLE MARCHE, realizzato dalla Regione Marche in collaborazione con le ONG CESTAS, CIRCOLO AFRICA, SOS MISSIONARIO Per la realizzazione del questionario sono stati utilizzate le funzioni gratuite di GOOGLE che mette a a disposizione la possibilità di utilizzare i questionari on line attraverso la creazione di semplici moduli web. I questionari sono stati realizzati per tre tipologie di soggetti: a) Le associazioni nate nelle Marche b) Le associazioni con sede operativa nelle Marche c) Enti locali (province e capoluoghi di provincia) I questionari sono visibili su: per associazioni marchigiane, http://urly.it/1dow per

associazioni con sedi operative http://urly.it/1doy

nelle

Marche

per enti locali http://urly.it/1dox. Il riepilogo delle risposte (non aggregate) dei 3 questionari sono disponibili ai seguenti link:

Le associazioni nate nelle Marche http://urly.it/1auy

Le associazioni con sede operativa nelle Marche http://urly.it/1auz

Enti locali (province e capoluoghi di provincia) http://urly.it/1aux

Il questionario è stato elaborato e somministrato nel secondo semestre 2011, con i seguenti risultati quantitativi: HANNO PARTECIPATO AL QUESTIONARIO A) 38 ASSOCIAZIONI MARCHIGIANE (su 40 soggetti invitati a partecipare) B) 15 ASSOCIAZIONI CON SEDE OPERATIVA NELLE MARCHE (su 15 soggetti invitati a partecipare) C) 8 ENTI LOCALI (su 11 invitati tra capoluoghi di provincia e province)

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Le Associazioni che hanno partecipato sono stimate in circa il 95% di tutte le associazioni attive nel settore ed iscritte nel Registro regionale della Cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale

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I RISULTATI A) CARATTERISTICHE GENERALI Analizzando i dati riepilogativi dei risultati dell’indagine, emergono una serie di caratteristiche interessanti; Il 60% delle associazioni nate nelle Marche (di seguito associazioni) si sono costituite dopo il 2000 (e solo il 15% è nato negli anni ’70 –’90); se consideriamo le associazioni nazionali con sede operativa marchigiana (di seguito sedi operative) i dati passano al 13% per quelle nate dopo il 2000 ed al 53% per le associazioni nate negli anni ’70-90). Anche la forma associativa sottolinea che le associazioni sono mediamente giovani; infatti la forma prevalente è l’Organizzazione di volontariato (OdV) rispetto alle sedi operative la cui forma prevalente è l’Organizzazione Non Governativa, che è una forma disciplinata dalla legge 49/87. L’apertura di sedi operative nelle Marche è principalmente avvenuta nel periodo 2005/2010, in concomitanza con la nascita della Legge Regionale 9/2002 sulla cooperazione allo sviluppo e con la creazione di un ufficio regionale con staff dedicato, che ha creato le condizioni per un’apertura di una sede distaccata nelle Marche. Inoltre le associazioni funzionano in prevalenza con soci e volontari e con un ridotta presenza di personale dipendente ed a contratto. La presenza di personale strutturato cresce sensibilmente per le associazioni che hanno sede operativa nelle Marche. Per quanto riguarda i settori di intervento, le associazioni e le sedi operative si occupano sin dalla costituzione di tre prevalenti settori: cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale ed educazione allo sviluppo. Già da questi primi dati si rileva la caratteristica del sistema marchigiano di cooperazione; un sistema ancora giovane, principalmente mosso dal volontariato, ma con un presenza significativa di realtà nazionali che possono offrire spazi di collaborazione e crescita per le realtà marchigiane. Il dettaglio dei dati sugli aspetti generali è disponibile su nell’allegato uno al presente report.

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SEZIONE A) COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE La provenienza dei fondi è sensibilmente diversa per le due tipologie ed è dipendente dalla struttura organizzativa; infatti si riscontra che per le associazioni una prevalenza delle risorse di “donor” legati al territorio, a differenza delle ONG con sedi operative nelle Marche che arrivano molto più facilmente a risorse nazionali ed europee. Tale prevalenza è simile per tutti i settori considerati nel presente rapporto e cioè cooperazione decentrata, solidarietà internazionale, educazione allo sviluppo. Questo dato è pressoché simile rispetto ai numeri sul personale dipendete e ad contratto che è prevalente per le Ong con sedi operative nelle Marche, rispetto alle associazioni locali nelle quali è ancora centrale la figura del volontario. Anche le modalità di accesso ai fondi rispecchiano la situazione sopra evidenziata; per le associazioni marchigiane è prevalente la raccolta fondi e la richiesta diretta di finanziamento agli enti pubblici e privati, per le ong la situazione prevalente Per quanto riguarda l’area geografica di interesse prioritario (priorità 1) per le associazioni l’area principale di interesse è l’Africa subsahariana, seguita da Asia, America Latina e Africa Mediterranea e Medio Oriente; infine come priorità 3 si hanno i Balcani. Con successiva elaborazione saranno evidenziati i singoli paesi di intervento selezionati dal campione. Caratteristica comune per i progetti di entrambe le tipologie associative, sono i settori di intervento prevalenti (sanità e politiche sociali e sviluppo locale) e le categorie di beneficiari (nell’ordine) giovani, donne ed infanzia). Complessivamente il giudizio rispetto al piano regionale triennale di cooperazione è largamente positivo con oltre il 70% di soggetti che esprimono un giudizio di valore pari a 4 su 5 o superiore.

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Inoltre per quanto riguarda il giudizio sugli strumenti di partecipazione istituiti con la L.R. 9/2002 sulla cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale e sulla possibilità che possano favorire reti e collaborazioni tra i diversi attori del territorio si rileva che il gradimento maggiore va principalmente al registro regionale e ed alla conferenza sulla cooperazione e la solidarietà internazionale.

Il dettaglio dei dati sulla sezione cooperazione allo sviluppo è disponibile nell’allegato 2 al presente report.

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SEZIONE B) EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO L’indagine nasce da un progetto europeo di educazione allo sviluppo nell’ambito del programma Attori Non Statali ed Autorità Locali obiettivo 2 DEAR - Development Education and Awareness Raising - volto alla creazione di un sistema regionale di cooperazione e solidarietà internazionale, propone per la prima volta per le Marche un questionario rivolto al tema educazione allo sviluppo declinata secondo le definizioni della carta per l’educazione alla cittadinanza mondiale della ex piattaforma nazionale EAS (ora piattaforma italiana per l’educazione alla cittadinanza mondiale). L’educazione allo sviluppo rappresenta l’attività principale dei soggetti campionati in pochi casi. Tuttavia, anche se su scala ridotta rispetto al settore cooperazione decentrata (dovuto ad un numero inferiore di progetti realizzati) anche per questo settore di intervento la provenienza dei fondi è sensibilmente diversa per le due tipologie ed è dipendente dalla struttura organizzativa; infatti si riscontra che per le associazioni una prevalenza delle risorse di “donor” legati al territorio, a differenza delle ONG con sedi operative nelle Marche che arrivano molto più facilmente a risorse nazionali ed europee. Questo dato è pressoché simile anche rispetto ai numeri sul personale dipendete e ad contratto che è prevalente per le Ong con sedi operative nelle Marche, rispetto alle associazioni locali nelle quali è ancora centrale la figura del volontario. Anche le modalità di accesso ai fondi rispecchiano la situazione sopra evidenziata; per le associazioni marchigiane è prevalente la raccolta fondi e la richiesta diretta di finanziamento agli enti pubblici e privati, per le Ong la situazione prevalente La carta per l’educazione alla cittadinanza mondiale declina l’ECM secondo una serie di definizioni. Nel grafico seguente sono riportati i risultati sul grado di accordo dei soggetti interessati sulle singole definizioni; il dato rilevante è il gradimento maggiore di definizioni legate alla singola persona ed alla

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capacità di coinvolgimento personale, piuttosto che alla capacità di influenzare politiche pubbliche nazionali ed internazionali. Caratteristica comune per i progetti di entrambe le tipologie associative, sono i settori di intervento prevalenti (Educazione e cittadinanza attiva, Intercultura e Diritti umani) e le categorie di beneficiari (nell’ordine) giovani, studenti e cittadinanza in genere).

Una parte del questionario è stata poi rivolta alla questione del fare rete nel territorio marchigiano ed il rapporto con il COM Coordinamento Associazioni Marchigiane. La necessità di lavorare insieme e di condividere strumenti, idee risorse è il dato più condiviso per definire il lavoro di rete.

La costituzione di una rete territoriale è avvertita come necessità per creare un valore aggiunto per le Marche che cooperano nel mondo, per migliorare il coordinamento, per aumentare l’impatto e per lavorare meglio.

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Si segnala che il 19 luglio 2012 il coordinamento informale è diventato MARCHE SOLIDALI, coordinamento formale di oltre 30 realtà di cooperazione e solidarietà internazionale operanti nelle Marche.

Questi elementi confermano l’analisi alla base del progetto “Costruire uno sviluppo possibile” che ha voluto per l’appunto misurarsi con la creazione di un sistema territoriale multiattore e multistakeholders. Per la costruzione di questo sistema i soggetti campionato vedono con favore il riconoscimento dell’educazione allo sviluppo da parte della

Regione Marche attraverso strumenti di legislazione e/o di programmazione.

Il dettaglio dei dati sulla sezione educazione allo sviluppo è disponibile nell’allegato tre al presente report.

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SEZIONE C) FORMAZIONE Il tema della formazione nel settore della cooperazione decentra, solidarietà internazionale ed educazione allo sviluppo è centrale per avere associazioni ed ong sempre più capaci di rispondere alle richieste dei donatori, siano essi pubblici e privati oppure nazionali ed internazionali di sempre maggiori capacità progettuali e gestionali. Il fund raising, la progettazione, il project management, la costruzione di reti sono i temi che maggiormente sono segnalati come prioritari in azioni di formazione. La metodologia di formazione che viene richiesta è per la gran parte delle risposte a forma mista, cioè in parte in aula ed in parte a distanza, proprio per cogliere gli aspetti positivi di entrambe le modalità formative, mentre per la tipologia di formazione che si ritiene essere offerta dai vari corsi di formazione

Si segnale che parte di queste informazioni sono state utilizzate nell’ambito del progetto “Costruire uno sviluppo possibile” per unl corso organizzato dall’ONG Cestas “Progettare lo sviluppo: laboratorio di progettazione partecipata“realizzato da febbraio a giugno 2011, che ha rappresentato un percorso di specializzazione in aula ed a distanza che ha permesso agli iscritti di acquisire specifiche competenze e strumenti per una corretta impostazione dei processi partecipativi nelle politiche di sviluppo sociale e territoriale. Il dettaglio dei dati sulla sezione formazione è disponibile nell’allegato 4 al presente report.

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SEZIONE D) SOCIAL NETWORK E WEB 2.0 Per quanto riguarda il posizionamento della cooperazione marchigiana nel web 2.0 si possono rilevare alcuni aspetti. Lla quasi totalità dei soggetti inseriti nell’indagine concorda nel dire che i social network e gli strumenti del web 2.0 sono strumenti necessari per l’attività di cooperazione e solidarietà internazionale, mentre il numero di soggetti che la utilizzano scende sensibilmente, ad eccezione di Facebook che rappresenta il social network preferito dalla cooperazione marchigiana seguito a distanza da YouTube. Ancora elevato il numero di soggetti che non usano nessun social network. Poco usati sono gli strumenti di web 2.0 tipo spazi wiki e community on line, che significa che ancora l’uso del web di nuova generazione è un uso ancora come utente semplice da parte delle associazioni delle Marche che non riesce ancora ad utilizzare le enormi potenzialità di questi strumenti. Anche da punto di vista di web come canale informativo radio e tv si stanno muovendo i primi passi e nascono sempre nuove radio e nuove tv che producono contenuti esclusivamente via web. Per arrivare ad una programmazione sul territorio marchigiano che tenga conto dei desiderata espressi dai soggetti intervistati sono prioritari temi quali la pace ed i diritti umani, l’immigrazione, la politica internazionale e l’economia solidale. Un primo esperimento in tal senso è stato “Diritti ai progetti” trasmissione sull’educazione allo sviluppo andata in onda nel 2010 e nel 2011 su www.radiofrica.eu. Anche questa attività, realizzata dal Circolo Culturale Africa, è stata realizzata nell’ambito del progetto “Costruire uno sviluppo possibile”. Il dettaglio dei dati sulla sezione social network e web è disponibile nell’allegato 5 al presente report.

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