2.2.A Reportweb2 0ufficiocooperazione

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COMUNIC_EAD LA COMUNICACIÓN PARA EL DESARROLLO: hacia un Sistema Regional de Información para el Desarrollo Ref. DCI-NSAED/2009/202-380 – cofinanziato dall’UNIONE EUROPEA

IL WEB 2.0 NELL'UFFICIO COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO DELLA REGIONE MARCHE Web 2.0, interazione, innovazione, rivoluzione, mondo del lavoro società civile, partecipazione, no

comunicazione

profit, , collaborazione, democratizzazione,

informalità, nuova

organizzazione, futuro,social network, Pubblica Amministrazione Report a cura di Stefano Ialenti Rielaborazione a cura di: Ufficio Cooperazione allo Sviluppo Regione Marche - Marzo – Settembre 2010


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Indice 1. Un “nuovo” web 1.1 Cosa significa “Web 2.0” 1.2 La “relazione” alla base del web 1.3 Il web come sistema complesso 1.4 L'organizzazione rivista attraverso il Web 2.0

pag. 3

2. Il Web 2.0 ad oggi pag. 9 2.1 La nuova rete in pratica: nuove tecnologie e nuovi strumenti a disposizione 2.2 L'utilizzo nella società civile 2.3 L'utilizzo nel no profit 2.4 L'utilizzo nella Pubblica Amministrazione 3. Un'ipotesi pratica: la costruzione di una piattaforma per l'Ufficio Cooperazione allo Sviluppo della Regione Marche pag. 27 3.1 Analisi di processo 3.2 Criticità 3.3 Proposte di miglioramento 3.4 Conclusioni 4. Sicurezza e legge.

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1. Un “nuovo” web 1.1 Cosa significa “web 2.0” Il termine “Web 2.0” viene coniato nel 2003 da Tim O’Reilly e Dale Dougherty della O'Reilly Media (una casa editrice americana che si occupa di libri e siti internet riguardanti l'informatica) per indicare l’attuale fase in cui si trova internet. Con l’aggiunta di “2.0” si vuole demarcare il passaggio concettuale da una rete composta da siti intesi come contenitori, ad una formata da una serie, sempre in espansione, di possibilità di interazione tra gli utenti e tra questi e gli ipertesti, con una facilità e velocità d’uso che rendono il Word Wide Web simile ad un fascio di applicazioni desktop. Quindi non si tratta di un software specifico, ma di un'insieme di tecnologie che permettono a chiunque abbia a disposizione una postazione internet di compartecipare alla formazione dei contenuti presenti on line. I termini fondamentali di questa “nuova era” sono: condivisione: avere in comune, ma anche dare; decentralizzazione: affidamento di compiti che prima (Web 1.0) erano svolti da poche persone, (Web designer) a molte (potenzialmente tutti gli utenti di internet); quindi la folksonomia (“folk”: popolo, “taxis”: ordine, “nomia”: amministrazione) sostituisce la tassonomia cioè, ad oggi, il sistema di categorie analitiche che ordina la rete è il frutto dell'apporto di ognuno; interconnessione: possibilità di scambiarsi informazioni; leggerezza: non è più necessario possedere ne grandi tecnologie, ne elevate conoscenze/capacità tecniche per partecipare al nuovo web; determinando in tal modo un forte miglioramento dell'accessibilità; serendipità: la possibilità di scoprire cose che non si stanno cercando e proprio mentre si sta cercando altro: le parole chiave utilizzate per classificare le medesime informazioni formano un complesso sistema di rimandi incrociati che ci portano dei contenuti inaspettati verso di noi. Il Web 1.0 era (ed è) un'insieme di progetti che vengono ideati sviluppati e aggiornati; il Web 2.0 è un'insieme di processi nei quali i soggetti, gli oggetti e le motivazioni che muovono i primi nella costruzione dei secondi navigano in un continuo flusso che li ridefinisce di volta in volta. In pratica la “costruzione” del web è interamente nelle mani degli utenti e quindi i contenuti sono il frutto delle “relazioni”1 tra questi. Dal punto di vista tecnico oltre alla creazione condivisa di contenuto on-line, il Web 2.0 è caratterizzato anche dalla pubblicazione immediata del contenuto e dalla sua classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che l'informazione sia subito disponibile a beneficio della comunità. Facendo un breve excursus storico si potrebbe dire che l'era del Web 1.0 è quella del collegamento di documenti ipertestuali statici, con l'avvento dell'era Web 1.5 si assiste alla nascita delle prime bacheche on line e forum, mentre l'era Web 2.0 è quella della rete intesa come piattaforma dove il progressivo uso di applicazioni web, cioè non installate nelle macchine di chi ne fa uso, trasforma un numero sempre maggiore di utenti in compartecipe della crescita del sito sul quale sta navigando. In questo modo si pongono le basi per una nuova intelligenza che è collettiva e connettiva e per un sapere che può essere accessibile senza “possederlo” in alcun senso. Come si è detto, l'utente è allo stesso tempo anche produttore (da qui il termine di “ prosumer2”) 1 2

Con questo termine si fa riferimento a quello di “relazione sociale” usato in Sociologia. Parola mutuata dall'inglese e formata dalla composizione delle parole producer con la parola consumer. Tratto da www.wikipedia.org.


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quindi anche la rete intesa come mezzo d'informazione subisce uno stravolgimento: l'informazione abbandona - in parte - il vecchio approccio top down dei media tradizionali lasciando progressivamente il posto ad uno di “produzione dal basso” dei contenuti (bottom up) comportando una forte spinta verso la pluralizzazione delle fonti. Questo, da un lato significa democraticità e libertà, possibilità di far sentire la propria voce, informazione più ampia e capillare; ma dall'altro potrebbe comportare uno scarso livello qualitativo dei flussi comunicativi, inattendibilità delle informazioni e caos. L'attuale pensiero che circonda questa rivoluzione tecnologica ma anche sociale è da molti considerato fortemente ideologico-propagandistico e noncurante dei problemi, dei danni e dei rischi dell'enorme massa disorganica di contenuto creato dai prosumer (che tra l'altro sono in costante aumento) i quali con il veloce e potente passaparola della rete potrebbero anche incappare in meccanismi uniformanti e “filosofie” omologanti. D'altro canto non si può non considerare che questa immensa e brulicante fonte di pensieri e idee tra loro interrelate porti inevitabilmente ad innovazioni e scoperte. 1.2 La “relazione” alla base del web Per effettuare questo lavoro - e dall'altro lato, per leggerlo - si è dovuto fare un piccolo sforzo, un cambio di prospettiva, far propria un'altra forma mentis e capire cosa nel profondo oggi sia diventato il web: non è più un insieme di oggetti, siti, testi o quant'altro, ne tanto meno un'insieme di soggetti o web designer, ma bensì, un'insieme di “relazioni”. Quindi da questa prospettiva sia gli oggetti che i soggetti acquisiscono, grazie alla forza delle relazioni che li legano, identità plurime, mutevoli e dinamiche. La “relazione” di cui parliamo è composta da due assi: uno che potremmo definire di “riferimento simbolico” o “dotato di senso” ovvero agisco sul web per comunicare qualcosa a qualcuno e, l'altro, definibile di “legame strutturale” ovvero agisco sul web perchè faccio parte di un network oppure di un'organizzazione o di un forum. Questi due assi insieme compongono poi una “relazionale sociale3” che a sua volta li trascende cioè è più della loro somma e quindi è produttrice di effetti in parte imprevedibili. L'individuo entra a far parte di complesse reti per soddisfare propri bisogni/necessità compartecipando alla creazione di un macrosistema in continua evoluzione a 360 gradi. Da questo punto di vista capiamo cosa il web ci può fornire ovvero, ciò che esso produce: dei “beni” nuovi fatti di compartecipazione e collaborazione. Un insieme di “beni” che formano una nuova conoscenza che parte dalla categoria di “relazione sociale” a dalla sottesa interazione cioè dalla possibilità di trasmettere messaggi anche dopo aver criticato, corretto, aggiornato quelli degli altri interagendo sul web “simultaneamente” (in questo caso la parola simultaneità ha un'accezione semantica nuova, non tradizionale dato che sul web per “incontrarsi” non c'è bisogno di essere nello stesso posto nello stesso momento), attraversando la costruzione di comunity e social network. Il “fatto emergente4” è la costruzione di reti di saperi, cioè un sapere che non è fatto dalla somma dei singoli saperi dei soggetti coinvolti ma, bensì, dal loro prodotto o il frutto della continua interazione tra saperi molto diversi e a volte contrastanti tra loro che creano anche “strutture” dai quali nuovi saperi possono nascere. La “relazionale sociale” che incontra la telematica prende il nome di Web 2.0 (ed eventualmente successive web 3.0, 3.5, 4.0 ecc.) che si distingue dal Web 1.0 sia per le potenzialità di partecipazione attiva dell'utente col sito innescando un nuovo modo di comunicare e di pensare, sia per la sua capacità di favorire un'importante trasformazione sociale. I siti più conosciuti di 3 4

P. Donati Introduzione alla sociologia relazionale Angeli, Milano 2002. Si fa con questo termine riferimento alla capacità della relazione sociale di produrre effetti imprevisti.


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questa nuova era sono: Wikipedia5 che è un'enciclopedia internazionale libera in continuo aggiornamento grazie alla possibilità data a chi chiunque di poter scrivere quello che sa, Youtube6 dove ognuno può caricare dei video e Facebook7 noto social network dove si può costruire una pagina che ci rappresenti scegliendo poi di entrare a far parte di una o più reti di altri utenti con i quali interagire. Nel campo lavorativo molto importante è l'applicazione Pbworks8 dove viene offerto uno spazio, più o meno grande, a seconda delle esigenze e del settore in cui si opera per costruire delle reti sociali, collaborando, condividendo file e interagendo con eventuali stakeholders in maniera rapida semplice ed efficace. 1.3 Il web come sistema complesso Il Web 2.0 è un “sistema complesso” cioè è un insieme di parti tra loro legate da un sistema di causalità “reticolare” (ogni azione può avere conseguenze su qualsiasi altra azione) e per poterlo comprendere, ovvero darne una definizione esaustiva prima ancora che spiegarne il funzionamento si deve necessariamente esercitare una forte semplificazione a seconda degli obiettivi che ci si prefigge o dei punti di vista che si assumono. Tuttavia volendo delinearne le caratteristiche generali per orientarci all'interno di tale complessità possiamo dire che: − anche dall'azione di pochi utenti, in breve tempo si può avere un radicale mutamento di tutta la “rete” (o “rete di reti” ) come, ad esempio, il noto social network Facebook che è nato dall'esigenza di mantenere in contatto dei giovani compagni d'università americani; − sia le conseguenze di singole azioni che l'evoluzione di tutto il sistema sono per loro natura imprevedibili; − ci sono fortissimi effetti moltiplicatori di singoli input, ad esempio un mio video caricato su Youtube può essere più volte taggato e linkato facendo in pochi giorni il giro del mondo attraverso milioni di persone. I sistemi complessi non sono la somma degli elementi che li compongono o delle interazioni tra questi ma bensì il prodotto di tutte le relazioni che vi intercorrono e che di fatto sono l'ossatura del sistema stesso e questo può portare al caos e/o ad effetti autorganizzativi. Recentemente un noto matematico di nome Albert-László Barabási 9 ha cercato di dare una definizione il più possibile completa di cosa sia oggi il web descrivendolo tramite leggi matematiche e grafi. In sostanza, senza addentrarsi troppo, le utili informazioni che ci arrivano da questa lettura interessante sono: − il web è un grafo orientato pertanto mettendo dei link creo dei collegamenti simili alle citazioni di un libro che vanno in un'unica direzione:indietro nel tempo; − il web è un mondo piccolo e per raggiungerne un punto qualsiasi devo fare pochi passaggi (su questo punto si notano dei forti addentellati con la teoria dei sei gradi di separazione 10 secondo la quale ogni individuo è separato dalla conoscenza di qualsiasi altro, da un numero limitato – per l'appunto 6 – di “intermediari” che compongono una catena della conoscenza); − in rete ci sono dei connettori (“hub”) molto forti (ad esempio piattaforme con molti link sia in entrata che in uscita che gli danno grande visibilità) che tengono insieme moltissimi nodi tra loro poco connessi; − nel Web 2.0 vale la legge di Pareto per la quale pochi elementi causano la maggior parte delle 5 6 7 8 9 10

www.wikipedia.org. www.youtube.com. www.facebook.com. www.pbworks.com. A. L. Barabási, Link. La scienza delle reti, Einaudi, Torino 2004. Per un approfondimento racconto “Catene” di Frigyes Karinthy oppure il libro Sei gradi di separazione di John Guare (Reading Theatre, 2005).


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trasformazioni; alla rete si aggiungono sempre nuovi nodi ma tendenzialmente vanno a collegarsi con i nodi già fortemente interconnessi.

1.4 L'organizzazione rivista attraverso il web 2.0 L'implementazione delle tecnologie del Web 2.0 all'interno di aziende, pubbliche amministrazioni, enti no profit e associazioni può portare – e ha già portato – a grandi cambiamenti sia nel modo di lavorare che nella struttura organizzativa stessa. Affidandosi maggiormente a comunicazioni telematiche, cioè ai canali come mail, chat e instant messaging piuttosto che ai più tradizionali telefono e fax si possono mandare e ricevere messaggi in qualsiasi momento raggiungendo contemporaneamente anche più soggetti senza, ad esempio, causare, come nel caso del telefono, l'interruzione dell'attività lavorativa dell'eventuale destinatario. Con il “nuovo internet” si fa un ulteriore passo in avanti: con le piattaforme si possono inviare messaggi anche a chi solo potenzialmente pensiamo che possa esserne interessato, il quale con facilità può riceverlo e rispondere a sua volta. Altro aspetto è la possibilità di collaborare (ad esempio con Google Apps ovvero un insieme di tool di gestione e condivisione di documenti) allo stesso oggetto sia esso un documento word o altro, senza bisogno di reale compresenza, data la rapidità nella possibilità di (ri-)aggiornare una pagina immediatamente visibile dagli altri user anzi prosumer. Questa possibilità collaborativa è ulteriormente rafforzata dai sistemi on line di immagazzinamento dati come s3 di Amazon che tra l'altro permettono di fare un modo sicuro eventuali back-up dai propri computer. I flussi comunicativi possono essere sia predeterminati che predeterminanti di reti informali di comunicazione condivisa, ovvero, anche se non sono previsti, si possono liberamente creare legami di interazioni tra soggetti bypassando, in un certo senso, la rigida struttura dei flussi comunicativi “ufficiali” di un'organizzazione. Tutti i flussi comunicativi di una piattaforma 2.0 possono essere graficamente rappresentati e quindi facilmente tenute sotto controllo le intensità dei dialoghi e la quantità di “visite” che subisce un determinato oggetto. Questo ci dà un quadro rappresentativo di alcuni meccanismi interni all'organizzazione che magari prima erano invisibili e ci permette di percorrere nuove vie per raggiungere maggiori livelli di efficienza ed efficacia. Fondamentale una volta inseritesi in quest'ottica collaborativa è favorire la partecipazione dei membri assicurando che qualsiasi tipo di intervento abbia un suo peso all'interno di una piattaforma che sia il più trasparente possibile per guadagnarsi la fiducia dei membri ma anche dei soggetti che potenzialmente potrebbero entrare a farne parte. La fiducia è il collante indispensabile nel Web 2.0, se pensiamo alla possibilità di lasciare commenti e valutazioni come nei famosi Ebay e You Tube ci rendiamo conto come la popolarità sia la leva per la credibilità e come quindi automaticamente si inneschi un sistema di sanzioni a scapito di chi non rispetta le regole dei beni collettivi come ad esempio accade in un social network. Queste forme di controllo diffuso possono all'interno di un'organizzazione essere affiancate all'opera di moderatori o garanti come ad esempio avviene in Wikipedia dove è stato istituito un comitato per il controllo della qualità dei contenuti. Nel caso di un'organizzazione, che è già una community “naturale” cioè un insieme di individui legati dagli stessi interessi, da non sottovalutare è il senso appartenenza (rafforzato dai sistemi di compartecipazione del web 2.0) che porta in parte ad una vera e propria “economia del dono” nel senso sia di “dono oblativo” cioè puro perchè dettato da un orientamento valoriale sia di “scambio reciproco” cioè di volontà di soddisfare un bisogno altrui restituendo quello che si è già ricevuto o donando in vista di un possibile ritorno positivo, cioè costruendo un bene comune, ovvero un'insieme di risorse utilizzabili da tutti.


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Grazie a tutte queste spinte innovative la vecchia struttura burocratico-gerarchica che conosciamo subisce un duro colpo e si fa più reticolare con tanti nodi tra loro interrelati che si vedono continuamente rivedere i propri compiti, le proprie identità formando insieme una struttura fortemente permeabile verso l'esterno tanto, a volte, da non poterne distinguere i confini. La partecipazione, però, non è un risultato scontato neanche all’interno di una intranet. Anche qui, infatti, entrano in gioco dinamiche sociali, paure e resistenze legate soprattutto all’appartenenza a una comunità strutturata e spesso fortemente gerarchica. La paura di bloggare di alcuni dipendenti e dirigenti, ad esempio, può essere dovuta al timore reverenziale che si ha per i propri superiori, al timore di contraddirli o, peggio, alla paura di mettere a rischio la propria o altrui immagine condividendo informazioni con i colleghi. Spesso la paura non è solo nel bloggare ma perfino nel non mostrare i blog altrui, neanche quando parlano della propria organizzazione. Quindi la tecnologia è solo uno strumento e deve necessariamente essere affiancato da una vera e propria “rivoluzione culturale” che sfrutti al massimo il capitale sociale togliendo tutte le barriere alla libera interazione tra i dipendenti o soci che siano. Apertura al singolo apporto di ogni membro dell'organizzazione ma anche agli stakeholder, ad esempio, dando la possibilità ai clienti di partecipare alle attività di produzione dell'output di un'azienda (emblematico a tal proposito il progetto “500 wants you” che ha affidato parte della realizzazione del design della nuova 500 della Fiat ai consigli degli utenti) oppure, nel caso di una pubblica amministrazione, trasformando i cittadini in preziosi “collaboratori” che possano criticare e consigliare un'amministrazione su di un servizio pubblico, o partecipare all'effettiva co-progettazione dello stesso. Confronto delle rappresentazioni grafiche delle strutture organizzative senza (gerarchica) e con (reticolare) l'utilizzo di tecnologie del web 2.0


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2 Il Web 2.0 ad oggi

2.1 La nuova rete in pratica:nuove tecnologie e nuovi strumenti a disposizione. Al tradizionale linguaggio di scrittura sul web, HTML, che descrive la struttura del contenuto logico dei documenti ipertestuali disponibili in rete oggi si è affiancato l'XML che immagazzina dati e raccoglie informazioni e, oltre ad avere potenzialità più ampie del primo, è più semplice da utilizzare su internet ed ha una buona struttura estensibile cioè i suoi programmatori possono definire i propri tag (cioè un insieme di marcatori che consentono di descrivere dati ad esempio per dare indicazioni su come formattare un testo) a seconda del contenuto. Altra importante innovazione sono quel gruppo di tecnologie che vanno sotto il nome di AJAX che può servire ad esempio a scegliere per una soluzione statica piuttosto che dinamica di una pagina web che stiamo progettando e, in questo secondo caso, permetterci di non dover aspettare una risposta del server ad una nostra richiesta, ma la richiesta stessa può agire nella pagina come fosse un'applicazione. Gli altri pilastri sui quali poggia il nuovo web sono l' RSS che ci avverte ogni qualvolta siano apportate delle modifiche ad un sito di nostro interesse e le API (Application Programming Interface) che sono delle “astrazioni” che permettono ai programmatori di non dover sempre riscrivere tutte le funzioni dal nulla, fornendo l'accesso ad ampi database informativi proprietari che, ancora una volta, possono essere utilizzati per creare nuovi mix e combinazioni che, altrimenti, non sarebbero possibili. Per addentrarci nell'argomento “strumenti” si deve ripartire dal succitato termine di “leggerezza” che contraddistingue la nuova era del web e subito si incontrano le suite on line che sono pacchetti applicativi o un insieme di programmi che possono essere utilizzati con qualsiasi sistema operativo, direttamente on line senza il bisogno di essere istallati nel computer. Alcune sono a pagamento e chiuse, altre sono gratuite ed aperte (open source) a modifiche di altri programmatori. Questi “servizi on line” o web service hanno la caratteristica di essere molto intuitivi nel loro utilizzo ed essendo aperti a continui apporti dei loro sviluppatori, -e non solo sono dei “software” sempre più vicini alle reali esigenze degli utenti, e sempre disponibili da qualsiasi postazione internet. Questi nuovi strumenti permettono di portare tutto il contenuto del proprio hard disk (sia software che documenti) on line e metterlo a disposizione, ad esempio, di altri membri della nostra azienda o ente o gruppo di amici eccetera, rendendo possibile una stretta collaborazione. Un esempio può essere Google Apps11 dove i documenti possono essere caricati, creati e modificati on line avendo la possibilità di visualizzarne la cronologia delle modifiche e mettendosi direttamente in collegamento tramite chat con gli altri che hanno accesso alla mi stessa piattaforma. Una suite molto utilizzata dalle aziende private è Enterprise 2.012 che si è rivelato un utile strumento per affrontare le nuove sfide del mercato il quale richiede sempre di più capacità di adattamento e flessibilità organizzativa. É stato utilizzato per far partecipare clienti o investitori al processo produttivo, per sviluppare collaborazione tra aree diverse dell'azienda e per ricevere segnalazioni utili dall'esterno. Parallelamente alle suite sono a disposizione anche veri e propri web desktop (es. Youos13 Goowy14) i quali permettono di trasferire tutte le funzionalità di un computer su internet, creando facilmente una sorta di computer “condiviso” o “condivisibile”, oppure avere l'opportunità di accedere al proprio Desk da ovunque ci si trovi. Altro binario su cui viaggia questa metamorfosi di internet è il blog, nato circa una decina di anni fa, consiste nel creare una specie di diario personale dove si scrivono pensieri e opinioni o si 11 12 13 14

Www.google.com/apps. Per un approfondimento:www.enterprise20.it, http://it.wikipedia.org/wiki/Enterprise_2.0. www.youos.com www.goowy.com


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raccontano fatti eccetera e ad ogni post (messaggio pubblicato) corrisponde un thread cioè un filo del discorso dove i lettori possono lasciare commenti. Anche in questo caso la rete ci mette a disposizione moltissimi servizi gratuiti con i quali crearli, tra i quali ricordiamo Blogger15, Worldpress16, Splinder17 e Livejournal18 e ancora altri, che non sono totalmente dedicati a questa funzione come Twitter19 che permette di pubblicare sul sito anche via sms micro blog di 140 caratteri al massimo. Tutti questi ed altri, sono stati, e sono, fondamentali pezzetti di un puzzle che rappresenta in un certo senso la “nuova” capacità di informare e informarsi della “folla” grazie anche ai continui riferimenti incrociati tra i vari blog. Ma come si fa ad essere sempre aggiornato e seguire gli sviluppi delle tesi e delle argomentazioni che nascono attorno ad un blog senza perdere troppo tempo in questo oceano di post? La risposta sono gli aggregatori sia sotto forma di software tradizionali che di web services grazie ai quali si innesca un meccanismo automatico di consultazione di alcuni siti preferiti che attraverso il sistema RSS ci trasmette dei feed o flussi informativi con tutte le novità provenienti dai blog (o dai siti in genere) in un ordine che abbiamo previsto. Uno degli aggregatori più diffusi è Bloglines20 che suddivide in cartelle i contenuti ricevuti, importa ed esporta interi elenchi di feed potendoli anche scambiare tra utenti. Un altro importante sistema per orientarsi tra i blog sono i tag che sono parole chiave che fanno da etichette ai post (ad esempio se cerchiamo dei blog relativi alla recente legge sulla privatizzazione della gestione delle acque in Italia ci imbatteremo sicuramente nei tag come: “privatizzazione”, “acqua” ed altri) a loro volta i tag possono essere gestiti con quel sistema che va sotto il nome di tagcloud. Nella mia personale cloud avrò in evidenza le parole chiave (che appariranno sullo schermo in diverse grandezze) su cui avrò cliccato più spesso, in quella della “popolarità” avrò invece, quelle più cliccate ad esempio dai blogger o in quella delle “preferenze” avrò quelle che avranno ricevuto i voti migliori. Esempio di tagcloud.

Emblematico del Web 2.0 sono, poi, i Wiki (es. il famoso Wikipedia) che sono degli insiemi di documenti ipertestuali creati da chiunque ne abbia avuto accesso, modificabili in qualsiasi momento da qualsiasi postazione internet, potendone visualizzare la cronologia delle revisioni. La parola Wiki deriva dalla lingua hawaiana e significa “rapido” ed è usato come acronimo “What I Know Is”21 e rappresenta il condensarsi dell'incontro tra i saperi che affluiscono nel sito dando spesso informazioni dettagliate con molti rimandi tramite link per un'eventuale approfondimento 15 16 17 18 19 20 21

www.blogger.com www.worldpress.com www.splinder.com www.livejournal.com www.twitter.com www.bloglines.com Www.wikipedia.org


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o per una verifica delle fonti. L'affidabilità dei sistemi Wiki è stata più volte messa in discussione perchè i contenuti vengono spesso da soggetti non diffusamente riconosciuti come autorevoli ed è per questo che per esempio per Wikipedia è stato istituito un vero e proprio comitato scientifico per il controllo dei contenuti. Dall'altro lato, i sostenitori fanno leva sul fatto che la spinta a compartecipare sia il frutto di un misto tra interesse personale con quello per il bene comune avere una gratuita fonte d'informazione può essere sia vantaggioso per me, sia “eticamente” lodevole allo stesso tempo -. Da non sottovalutare è poi il meccanismo della “reputazione personale”22 la quale subisce cambiamenti ad esempio in base a quante correzioni o cancellazioni avranno subito i contributi di ognuno. Il “sapere dal basso” è ulteriormente diffuso dai molteplici supporti elettronici che hanno a disposizione molti dei prosumer del web, come fotocamere, videocamere e telefoni cellulari coi quali scattare fotografie e registrare video che possono essere facilmente caricati in rete. Dal popolarissimo Youtube, sito dove chiunque può inserire propri video (salvo eventuali censure) al più “selettivo” ForaTv23 che contiene conferenze, dibattiti o interviste a pensatori di spicco organizzati per tema (politica, economia, cultura, scienze, tecnologia e ambiente). Per le fotografie ricordiamo il diffuso Flickr24, l'immenso album fotografico di chiunque voglia condividere le proprie immagini, o più semplicemente salvaguardarle da eventuali “tilt” del proprio computer; anche in questo sito sono nati forum e si sono sviluppati thread di blog, fino al formarsi di vere e proprie community ad esempio attorno ad uno specifico linguaggio fotografico o ad un soggetto da ritrarre. Come Foratv è la versione aulica ed “elitaria” di Youtube a fare da contrappeso a Wikipedia possiamo annoverare Slideshare25 che come dice il nome è un'applicazione web di condivisione di slides di docenti. Le presentazioni sono raggruppate per tag, possono essere inserite in siti o blog, possono essere scaricate e in questo caso sarà proprio lo stesso sito ad inviare una mail consigliando altre slides che trattano lo stesso argomento o uno simile. Restando nel mondo della didattica e della formazione ci si deve soffermare su Diigo26 dove si può collaborare per effettuare una ricerca, sottolineare gli appunti degli altri oppure completarli con i propri, creare gruppi attorno ad un interesse o una materia ed, eventualmente, inserirsi facilmente in uno già esistente. Come si è già capito la collaborazione è uno dei principali motivi - sia nel senso di causa che di fine - dell'affermarsi di questo Web 2.0 che si concretizza anche negli strumenti di costruzione di social network come Ning27, il quale ad un'agevole fase di start up unisce i pregi di crearsi una rete a propria immagine e somiglianza a seconda delle esigenze, ad esempio, dell'azienda di cui si fa parte o del club o del gruppo di amici o quant'altro. Sul lato degli strumenti più specificatamente da lavoro si deve annoverare il Pbworks che dà la possibilità di creare una rete ad esempio attorno ad un tema specifico a cui si sta lavorando, oppure, il preferito dai professionisti Viadeo28 che unisce alle funzionalità del networking anche alcune che aiutano a trovare potenziali clienti o collaboratori o a mettere in luce la propria esperienza lavorativa o i futuri progetti per “farsi trovare” dagli altri. Di social network dedicati a specifiche tematiche ce ne sono molti tra i quali

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Alcuni siti come Ebay hanno istituzionalizzato questo meccanismo inserendo l'opportunità di lasciare messaggi di feedback relativi al gradimento dei venditori o compratori con i quali si è avuto a che fare. www.fora.tv www.flickr.com www.slideshare.net www.diigo.com www.ning.com www.viadeo.com


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potremmo citare Zooppa29 che collega gli addetti ai lavori o amanti della pubblicità, dei video o della grafica in genere, dando visibilità ai lavori e, sfruttando il fenomeno della “coda lunga” dà l'occasione di poter arrivare ad aprirsi una nicchia in un mercato distante magari migliaia di chilometri. Se già da questi brevi cenni sembra di trovarsi davanti ad un mondo da scoprire, in questa nuova era del web ne sta nascendo uno, nel vero senso della parola: Secondlife30 il quale sta diventando veramente un “altro mondo” parallelo, virtuale si, ma con conseguenze possibili anche nel mondo reale. Nato sulla breccia aperta dai cosiddetti giochi virtuali dove si riproduce il più fedelmente possibile la realtà, in cui però si ha un ruolo ed un obiettivo da raggiungere, nel metaverso 31 Secondlife si ha sempre un Avatar - cioè un alter-ego virtuale - ma si ha nessuna missione da compiere e, proprio come nella realtà, si è liberi di “costruirsi” una vita in tutti i sui aspetti. Alcuni residenti di questo mondo sono programmatori 3D e vendono oggetti virtuali in cambio di soldi (Linden Dollars) reali per arricchire l'esperienza del metamondo. Molte aziende lo scelgono per fare pubblicità al proprio marchio generando nuove mode tra i milioni di avatar che compongono questa comunità oppure, come nel caso di ENEL, si possono costruire degli uffici - peraltro sempre aperti – per dare informazioni agli avatar interessati sui servizi e le offerte. Altri hanno utilizzato Secondlife per creare delle classi virtuali di apprendimento dove appunto si possono tenere normali lezioni una volta che si è dato appuntamento agli interessati su di un'isola o all'interno di una determinata struttura. Da questa breve carrellata si può dedurre quanto oggi, ancora più di ieri, la rete sia un gigantesco, intricato e fitto insieme di flussi comunicativi; ma come si fa a non sprofondare nel caos? Ad esempio si può usare Netvibes32 per avere un proprio portale web interamente personalizzabile, anche graficamente con l'utilizzo di widget33 dove si possono postare i nostri feed RSS, inserirci una chat room, dei link significativi, i propri indirizzi mail raggiungibili da un semplice click su di un tasto ed altro ancora; quindi si può avere una pagina che ci rappresenti in quanto navigatori, che ci fornisca a “portata di mano” tutto ciò che ci interessa e che ci è utile. Simile al precedente strumento degno di menzione è Del.icio.us34 che è un sito di social bookmarking35 all'interno del quale gli utenti possono aggiungere i propri link “preferiti”, ovvero i propri bookmarks, condividerli con altri utenti ed, infine, scoprire nuove interessanti risorse grazie ai segnalibri indicati dagli altri. La peculiarità principale di Del.icio.us è la classificazione dei links: l'importanza non tiene conto di logiche commerciali, ma della popolarità di una specifica risorsa e da come questa è stata taggata. Altri strumenti utili sono gli aggregatori di notizie come Digg36 che utilizza un sistema di voti per dare un'ordine di preferenza ad un sito, a una notizia o ad un blog; quindi in tempo reale ci fornisce un'immagine delle tematiche che stanno al centro dell'interesse pubblico. Queste nuove tecnologie a disposizione vengono poi, certe volte, mescolate tra loro (mash up) dando vita a combinazioni interessanti come Mixedink37 piattaforma social che permette a gruppi di persone di 29 30 31 32 33

34 35 36 37

www.zooppa.com www.secondlife.com per un approfondimento http://it.wikipedia.org/wiki/Metaverso. www.netwibes.com Tipici esempi di widget sono i "bottoni" dell'interfaccia grafica di un programma (che possono essere "premuti" per dare comandi al programma stesso) o le “checkbox” usate per compiere delle scelte fra varie opzioni disponibili. I widget sono spesso raggruppati in "raccolte" (toolkits) costruite e messe a disposizione dei programmatori in vari ambienti operativi proprio per facilitare la costruzione di interfacce operatore grafiche da www.wikipedia.org. www.delicious.com In un bookmark è possibile salvare, ordinare e condividere dei siti on line. www.digg.com www.mixedink.com


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organizzare idee, esperienze e opinioni in un unico documento con un sistema Wiki e con un Digg; quindi qui i testi sono caricati, corretti, votati e quindi classificati intermanete dai prosumer. Gli altri mash up oggi molto diffusi sono quelli che combinano (ad esempio Blinn) informazioni, ad esempio, su cosa sto lavorando e contemporaneamente indicando su una mappa dove mi trovo; oppure altri come Chicagocrime38 che miscela dati relativi ai crimini differenziandoli per categoria e localizzandoli su di una mappa. Da quello che si è detto fin qui, non solo i contenuti si moltiplicano velocemente ma anche gli strumenti per veicolarli e costruirli; quindi per tenersi aggiornati sulle ultime novità nel campo dei social network, dei web service o di tutto quello che riguarda il Web 2.0, sono nati dei siti come Equaderno39 o 100web2.040 e molti altri. Poi ci sono vere e proprie piattaforme di incontro tra programmatori come Openkapow41 dove chiunque può mettere a disposizione creazioni mash up dalle quali gli altri possono partire dando vita a nuove combinazioni. Da menzionare anche la recente nascita del wiki riguardante l'e-learning42 che ASFOR Associazione Italiana per la Formazione Manageriale ha sviluppato con il contributo scientifico di SIE-L (Società Italiana di eLearning) e con il supporto tecnologico del Centro METID del Politecnico di Milano. Il Comitato Scientifico che lo gestisce svolge il ruolo di consiglio di redazione, per quanto riguarda i contenuti da inserire, ed un’attività di indirizzo per creare momenti di discussione sui temi dell’e-Learning e per stimolare il confronto scientifico/culturale attorno al Wiki. L'argomento dell'apprendimento “on line” è vasto e di particolare complessità a causa della rivoluzione metodologica apportata dai nuovi strumenti del Web 2.0. Il “vecchio” paradigma che vedeva al centro le iniziative di formazione ora ha spostato il focus sul soggetto, il quale sceglie il percorso didattico senza vincoli di spazio e di tempo e apprende collaborando con gli altri membri del gruppo con i quali condivide i medesimi obiettivi. Si sviluppano così le “comunità virtuali di apprendimento” dove grazie ai Wiki, Podcast, Blog, Instant Messaging si costruisce il learning object sgretolandolo e ricostruendolo in un nuovo insieme. In questo nuovo contesto i docenti e i tutor comunicano e interagiscono coi discenti in tempo reale durante la lezione in aule virtuali, oppure si confrontano, anche successivamente, nei forum e nelle apposite chat. 2.2 L'utilizzo nella società civile La rete è il mezzo di comunicazione che permette a chiunque di accedere ad una mole immensa di informazioni provenienti da molti fonti diverse e, viceversa, consente a chiunque lo voglia di far sentire la propria voce ad un solo interlocutore o ad un pubblico più o meno vasto. Il Web 2.0 con la sua leggerezza sembrerebbe fare dei passi in avanti anche verso una più ampia diffusione delle reali possibilità di far valere gli importanti diritti di accesso all'informazione e alla conoscenza e di libertà manifestazione del proprio pensiero. Per questo nel 2005 le Nazioni Unite hanno dato vita al “Global Digital Solidarity Found”, lo scopo di questo fondo, secondo il suo Statuto, è quello di rendere disponibili le tecnologie dell’informazione e i loro contenuti a tutta la popolazione mondiale, soprattutto alle popolazioni oppresse. Inoltre il fondo si propone di ridurre le disparità economiche, sociali e culturali mobilitando risorse generate da innovativi meccanismi finanziari per lo sviluppo, che sfruttano strumenti legati alla lotta al digital divide. Un altro progetto sviluppato dall’ONU è il “United Nation Information Service” (www.unites.org), che forma volontari competenti in materia di nuove tecnologie pronti a mettere le loro conoscenze al servizio 38 39 40 41 42

www.chicagocrime.org www.equaderno.com ww.100web2.it www.openkapow.org www.glossarioelearning.net


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della formazione nei paesi in via di sviluppo. Negli ultimi anni sono nate altre iniziative, come quelle volte a creare dei computer ultra economici destinati al mercato dei paesi in via di sviluppo, o predisposti per essere donati, come nel programma “One laptop per child” (www.laptopfoundation.org). Recentemente c'è anche chi ha promosso la candidatura di internet a Premio Nobel per la Pace 2010 per le sue capacità di superare confini nazionali o distanze e barriere (di qualsiasi genere) tra etnie o religioni diverse. La rete sta diventando un crogiuolo di tutte le culture del mondo ed è allo stesso tempo “un diritto fondamentale” direbbero alcuni, perchè sembrerebbe essere la via per una reale democratizzazione mondiale. Internet, specialmente nella sua nuova accezione di “Web 2.0” racchiude in sé tutte queste potenzialità ed è per questo motivo che in tutto il mondo si è acceso un dibattito sull'esigenza di diffonderne l'accessibilità con opere infrastrutturali e la cultura con campagne informative e formative. Su scala mondiale anche questo strumento, però, è fortemente legato al livello di sviluppo di ogni paese e le disparità nella distribuzione delle risorse si rispecchiano anche nell'accessibilità alla rete. É chiaro nel secondo (fig.2) ancor più del primo grafico (fig.1) quanto sia ampio il gap dell'accessibilità ad internet tra le diverse zone del mondo Fig.1

Se si analizza il grado di penetrazione di internet nella popolazione ovvero la percentuale degli user sulla popolazione si vede come l'occidente sia ampiamente sopra la media mondiale al contrario dell'Asia e dell'Africa


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Fig.2

Questo digital divide non solo è l'emblema del sottosviluppo, ma l'opinione pubblica mondiale ha iniziato anche a chiamarlo digital exclusion, intendendo con questo termine anche il precludersi di molte strade per lo sviluppo. É causa ed effetto della povertà e dell'arretratezza sociale ed è per questo motivo che negli ultimi anni stanno proliferando campagne per fornire a questi paesi dei computer anche a basse prestazioni, d'altronde come abbiamo visto l'era del Web 2.0 è l'era della “leggerezza”. La diffusione degli strumenti e delle conoscenze informatiche è auspicabile che anche nei paesi in via di sviluppo siano accompagnati dalla diffusione di un internet compartecipato. Anche in questo senso non mancano esempi positivi come il caso del famoso social network Kiva43 che altro non è che un punto d'incontro tra creditori e debitori del microcredito. I membri del network pubblicano i loro progetti sul sito di Kiva e i prestatori seguono il loro sviluppo attraverso un diario internet. Nella maggior parte dei casi, si tratta di imprenditori che chiedono un prestito che può andare dalle poche centinaia a qualche migliaio di dollari. Coloro che vogliono aiutarli a realizzare il loro sogno - perché molto spesso proprio di questo si tratta - possono prestargli contanti, versando 25 43

www.kiva.org


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dollari ciascuno. Una buona percentuale dei prestatori, inoltre offre gratuitamente una piccola cifra in più per i costi di gestione azzerando completamente l'interesse sulla somma da restituire. La diffusione del Web 2.0 è oggi considerata da alcuni l'unica possibilità che possa in poco tempo e con poche risorse far sentire la voce dei paesi in via di sviluppo. Questo processo di diffusione del nuovo web non è però immune da rischi. Stando alle dichiarazioni del direttore di un'azienda che produce antivirus Kaspersky il quale sostiene che oggi con il termine "malware", a differenza di quanto avveniva fino a pochi anni fa, "indica adesso tutta una serie di attività criminali su Internet, che va ben oltre la diffusione di virus come worm, adware e spyware, ma anche l'uso di programmi per il phishing e la sottrazione di informazioni personali e finanziarie" e queste nuove azioni di sottrazione di dati sembrerebbero essere messe in atto in particolar modo dai paesi in via di sviluppo. Oggi queste nuove attività criminose della rete utilizzano i Social Network come esca per attirare gli utenti su siti appositamente predisposti, per poter così rubare loro i dati personali e quindi rivenderli per ricavarne profitto. Presi di mira sono soprattutto i dati di login e i classici dati relativi agli account, i numeri di telefono, gli indirizzi e-mail e le date di nascita. G DATA Security Labs ha determinato come il prezzo al mercato di 500 Mbyte di dati non filtrati si aggiri all’incirca sui 40 euro. Chi acquista questi dati li rivende poi solitamente a call-center in modo tale che questi ultimi possano avere un accesso più agevole a gruppi di clienti 44 Questo non ha però scoraggiato alcune grandi azioni commerciali di un'importante multinazionale come la Microsoft, la quale ha deciso di investire in alcuni paesi emergenti (come Brasile, Cina e India) distribuendo dei pc a carte prepagate che non devono, quindi, essere necessariamente acquistati ma solo “affittati” con queste tessere ricaricabili, anche grazie a questo il passo verso la diffusione del nuovo web è più breve. Mappa diffusione dei Social network nel mondo45 (fig.3)

Dalla lettura di questi dati e dal confronto con quelli relativi alle rilevazioni precedenti si evince che:

44

www.notebookitalia.it

45

http://www.breakingzen.com/2008/10/03/another-yet-map-of-social-networks-popularity/ dati agosto 2008


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- Il Social Network cinese Qzone si conferma il più grande del mondo con 300 milioni di utenti; - Facebook è il leader incontrastato in Europa e viene subito dopo Qzone con oltre 200 milioni di utenti utenti a livello mondiale; - la tendenza di perdita di utenti di MySpace è generale; - V-Kontakte è il più importante Social Network in Russia; - Orkut è diffusissimo in India e Brasile; - Hi5 è il primo Social Network in Perù, Colombia, Ecuador e altri Paesi come Portogallo, Mongolia e Romania; − Maktoob è il più importante Portale di Community nei Paesi arabi. − Ci sono dei paesi dove non si usano social network. Anche l'Italia, non è incolume dal digital divide anche se,come dimostra il prossimo grafico 46 la diffusione di internet è in costante aumento Fig.4

Dai seguenti due grafici (fig.5 e fig.6) si può chiaramente vedere come internet venga usato maggiormente da giovani e da individui con alto tasso di scolarizzazione

Fig.5

46

Dati Eurisko pubblicati ad Ottobre 2008


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Fig.6 Dai prossimi due grafici (fig.7 e fig.8) si deducono chiaramente le prevedibili differenze che intercorrono tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli centri Fig. 7


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Fig.8 2.3 L'utilizzo nel no profit Recentemente le potenzialità del Web 2.0 sono arrivate al centro dell’attenzione nei dibattiti sui nuovi strumenti che possano ampliare le potenzialità degli enti no profit. Associazioni di volontariato, di promozione sociale e organizzazioni non governative ripongono molta fiducia nella possibilità che questi canali riescano a costruire reti tra organizzazioni e ad allargare e migliorare la raccolta fondi e il reclutamento di volontari. I social network con la loro capacità di includere messaggi di chiunque e in qualsiasi forma (testo, foto, video) possono essere utili per promuovere iniziative, lanciare campagne, documentare il proprio lavoro e incoraggiare confronti e dibattiti. Il nuovo web può inoltre essere un utile strumento per trasformare i donatori in soggetti che non danno solo contributi in denaro ma, ad esempio, che danno consigli a chi si trova in situazioni di disagio oppure portando la propria esperienza personale creando così un importante “luogo”di empatia.

Da ricordare nel campo della cooperazione allo sviluppo è il successo avuto dal sito interattivo dell’ONU per la campagna contro la malaria “Nothing but Nets”47 Sempre in questo campo un esempio di Community per il confronto di idee è quello proposto dalla O.N.G. Cestas 48. Sempre questa stessa O.N.G. ha recentemente creato, tramite l'utilizzo di piattaforme open source, degli “ambienti” contenenti informazioni sui loro corsi, materiali per la didattica dando nuove opportunità di incontro - confronto tra tutor, docenti e corsisti. Questo gli permette di proporre un'offerta formativa sottoposta a un sistema di costante monitoraggio e valutazione e che si adatta continuamente alle esigenze dei discenti. Il motto di questa sezione del sito del Cestas è infatti: “Campus Virtuale per l'Apprendimento Sociale della Conoscenza”. Un aiuto importante per le grandi organizzazioni del no profit anche dal punto di vista dell'utilizzo delle nuove tecnologie telematiche è offerto dalla società di consulenza strategica Un Guru49 la quale si ispira a principi di responsabilità ambientale e sociale di impresa. 2.4 L'utilizzo nella Pubblica Amministrazione. Recentemente anche all'interno della Pubblica Amministrazione si è aperto il dibattito sulle potenzialità e sul possibile utilizzo di tali tecnologie e dal Forum Pa di Maggio 2009 è scaturito un documento che prende il nome di “Manifesto Amministrare 2.0”50, il quale è esso stesso 47 48 49 50

www.nothingbutnets.net/ www.retecestas.ning.com www.unguru.it http://manifestopa.pbworks.com/Il-Manifesto.


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sottoposto a commenti on line e nel Marzo 2010 sarà sottoposto a valutazione pubblica. Da tale manifesto è nato un “Tavolo Permanente di Lavoro”, che unisce alcuni Comuni italiani, con lo scopo di estendere il più possibile il contagio alla filosofia del Web 2.0. Le colonne portanti su cui poggia tutta l'architettura di una Pubblica Amministrazione dell'era Web 2.0 sono: una nuova relazionalità tra i back office di diverse PPAA e una politica pubblica costruita su pratiche reali di soddisfacimento dei bisogni; questi due binari sottintendono la costruzione di una PA basata sull'apprendimento continuo cioè sulla circolarità continua tra conoscenza e sperimentazione. I principi generali che ispirano questo cammino della Pubblica Amministrazione sono orientati a rivalutare il ruolo dell'utente: i cittadini devono essere coinvolti e devono avere la possibilità di valutare in maniera facile e intuitiva, infatti nessuno conosce meglio le caratteristiche che un servizio pubblico deve avere rispetto agli utenti degli stessi. Il cittadino diventa “prosumer” cioè egli stesso compartecipa alla produzione del servizio e la cittadinanza tutta deve essere direttamente coinvolta nel processo interattivo (superamento del divide sia culturale che infrastrutturale.) Dall'altro lato della medaglia sono da ricordare le problematiche che l'eventuale implementazione di questi nuovi strumenti porta a dover affrontare oltre al digital divide, ad esempio: come spingere i cittadini a partecipare attivamente e come affrontare le difficoltà di gestione-moderazione degli interventi degli utenti dei siti. Già ci sono alcuni esperimenti messi in atto da singole amministrazioni di creare prosumer, come il tentativo dall'amministrazione del Comune di Senigallia51 di costruire una piattaforma dove si informi sulle attività, sugli eventi e sulle iniziative del territorio utilizzando blog, dando la possibilità di inserire anche testimonianze video e in seguito di commentarle; o anche come l'iniziativa di progettazione urbana partecipata di Genova52. Recentemente è stato anche messo in piedi un barcamp53 per l'innovazione nella Pubblica Amministrazione all'interno del Forum Pa tenutosi lo scorso Maggio. Il barcamp sorge dai concetti emblematici della collaborazione nel mondo del lavoro, quelli di “Open Space Technlogy” e “Knoweledge Cafe”. Il primo è nato dall'esperienza degli organizzatori di conferenze che hanno notato come le persone si confrontino con molto più entusiasmo durante i coffee break che non nelle fasi di lavoro. Da qui si è giunti quindi a considerare l'ipotesi di strutturare un’intera conferenza in modo che i partecipanti si sentano liberi di proporre gli argomenti e di discuterli solo se interessati ad essi. Se il gruppo di lavoro è unito da passione e interesse, allora sarà in grado di auto-organizzarsi e di raggiungere il suo scopo. Una conferenza gestita con il principio del “Knoweledge Cafe” può durare da uno a tre giorni, e prevede solitamente questa agenda: nella prima parte si discute in maniera informale, cominciando a conoscere i vari punti di vista; nella seconda parte si discute approfonditamente del tema in questione; nella terza parte si prendono le decisioni. L' “Open Space Technlogy”, invece, è un tipo di riunione aziendale o seminario organizzativo che mira a fornire una conversazione aperta e creativa su un argomento di interesse reciproco, condividendo idee e intuizioni e di ottenere una comprensione più profonda dell'oggetto in esame e delle problematiche coinvolte. Quindi il “collaborare” significa: partecipare, condividere un ambiente informale, essere liberi di interagire ed è da questi presupposti che nasce il barcamp. Ma cos'è un barcamp? É uno degli emblemi di questo focolare di rivoluzione nel mondo del lavoro, in pratica è una “non conferenza” o una serie di “non conferenze” ovvero un incontro (la fase di incontro inizia ben prima del giorno della riunione grazie ai blog, ai forum e agli altri strumenti del Web 2.0) durante il quale chiunque abbia qualcosa da dire può dirlo (ed essere ascoltato, s'intende) senza 51 52 53

http://senigallia2punto0.wordpress.com/ http://urbancenter.comune.genova.it/ http://www.barcamp.org/InnovatoriPA


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che nessuno “salga in cattedra”, senza che ci sia necessariamente uno che comunichi a molti. Anche in questo caso alla giornata di incontro e confronto vero e proprio precede una lunga fase dove gli iscritti rendono pubbliche le loro idee sia per far conoscere agli altri i progetti di innovazione, sia per creare gruppi di lavoro a seconda delle aree di interesse o competenza. Lo stato dell'arte nell'utilizzo degli strumenti Web 2.0 nella PA è stato fotografato da un recente rapporto54 effettuato dall'Osservatorio Italia digitale 2.0 di Confindustria con la collaborazione del Dipartimento per la digitalizzazione della PA e l'innovazione tecnologica dal quale si ricavano importanti informazioni:  quasi il 50% delle famiglie non usa internet (cifra eclatante se la si confronta con i più “digitalizzati” paesi dell'UE come Francia, Spagna, Germania e Regno Unito);  i cittadini che dialogano con la PA on line (invio moduli) sono il 5% (sempre meno degli altri paesi presi a confronto)  Solo il 37% dei comuni permette di scaricare moduli e solo il 4% ha nel sito procedure veramente interattive come l'avvio e la conclusione di pratiche (e da considerare però che ci sono comuni molto picccoli con delle amministrazioni che non hanno l'ufficio informatica);  altre PPAA come le aziende sanitarie faticano ad andare oltre la logica del web 1.0 (ad esempio sono poche sviluppate le possibilità di effettuare on-line prenotazioni); Ciò che si può dedurre da questo ma anche da altri studi simili è che in Italia non solo c'è una lenta diffusione dell'informatica in genere ma che è ancora assente una cultura dell'interazione con la PA. Gli scenari futuri nell'organizzazione del lavorare nella Pubblica Amministrazione che si possono prevedere una volta che il nuovo web sia effettivamente entrato a regime possono essere riassunti con tre termini: Cloud computing: cioè la possibilità che tutto il sapere possa migrare sulla rete (una rete aperta libera) e che le conoscenze da “mie” diventino “nostre”. Coworking: ovvero che un dipendente pubblico in qualsiasi momento sia coadiuvato nel suo operare magari da un esperto del settore o da un professionista. Nomadic work: implica che chi non ha un lavoro di front office col cittadino non debba garantire la presenza fisica in un luogo e in un determinato orario, congestionando gli spazi e i tempi di una città. Se dal lato dell'innovazione organizzativa internamente alla P.A. qualcosa si sta muovendo, ancora si è molto lontani da un'effettiva applicazione del Web 2.0 nell'erogazione del servizio vero e proprio che sarebbe la parte che coinvolgerebbe più direttamente l'utenza; basti pensare che ancora “fa scalpore” la, seppur buona idea, della Polizia di Stato che ha istituito uno sportello informativo per i passaporti con un agente virtuale contattabile con il servizio di messaggeria istantanea Messanger55 Un tentativo di rendere partecipi i cittadini è il sito www.accessibile.gov.it che chiede agli user di esprimere pareri sui siti delle PP.AA. o fare segnalazioni sulle stesse per evidenziare le carenze ma anche le buone pratiche e per costruire classifiche di gradimento (e quindi di buon funzionamento comunicativo) e, dal punto di vista delle pubbliche amministrazioni, per scambiarsi best practices e avere delle spinte costanti verso il miglioramento. In www.riformabrunetta.it è consentito ai cittadini, pubblici dipendenti e imprese, non solo di conoscere e dibattere i diversi aspetti della Riforma della Pubblica Amministrazione, ma anche di 54

55

Consultabile interamente all'indirizzo web http://www.scribd.com/doc/20421175/Osservatorio-Italia-Digitale-2-0testo-integrale-del-Rapporto http://poliziadistato.it/articolo/14419-Passaporti_Lisa_l_agente_virtuale_per_chi_viaggia


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monitorarne in tempo reale l’implementazione. Altro tipo di timido tentativo di aprirsi al Web 2.0 è quello messo in atto da alcuni comuni della zona del fiume Po che si sono associati formando il GAL56 (Gruppo di Azione Locale Oglio Po terre d'acqua) una vera e propria agenzia di sviluppo locale, divenendo il punto di riferimento sul territorio casalasco-viadanese per l'intercettazione di finanziamenti su diversi filoni: UE, Stato Italiano, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo. La novità è data dalla possibilità di entrare nei portali dei singoli comuni dove si può essere informati su l'avanzamento dei lavori pubblici giudicarli e valutarne la visibilità. Meritevole di menzione è poi, il progetto della Regione Toscana in cooperazione con Poitous Charentes e Catalogna “ Idealeu57 Integrazione dei Fattori Propulsivi per la Partecipazione On-Line a livello regionale in Europa” col quale si è costruita una piattaforma di networking sociale per informare e dibattere sui cambiamenti climatici. Cittadini e stakeholder sono coinvolti per costruire una riflessione partecipata e approfondita per apportare nuovi input ai processi di policy making in campo ambientale-climatico. Altro avamposto della PA nel campo web 2.0 lo si ha nel campo dell'e-learning con la piattaforma istituita dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Xformare58, alla quale ci si può collegare in qualsiasi momento costruendosi il proprio percorso formativo su misura. Gli iscritti hanno a disposizione una mail box per comunicare con il tutor, un'aula virtuale, una chat e un forum per interagire con i colleghi, ambienti di apprendimento collaborativo e una comunità dove confrontarsi sui risvolti pratici delle conoscenze acquisite. Le recalcitranza a tale rivoluzione oltre alle ovvie difficoltà che incontra una P.A. arretrata dal punto di vista dell'utilizzo delle tecnologie elettroniche e del web in genere, è dovuta anche alla propensione degli utenti dei siti istituzionali a voler solamente cercare informazioni 59 (il 76% di coloro che si sono connessi a siti di Amministrazioni in un periodo di alcuni mesi di fine 2007), quindi si necessita sia di formare i dipendenti pubblici e dall'altro di sensibilizzare la cittadinanza infondendo fiducia a partecipare. Sul fronte internazionale non mancano alcuni casi di successo come Intellipedia creato da Office of the Director of National Intelligence, Maryland che è un wiki utilizzato da decine di migliaia di agenti federali per condividere informazioni su alcuni alcuni problemi che necessitano un confronto tra le forze dell'intelligence statunitense; oppure nello stato dello Utah è stato predisposto un altro Wiki dove non solo commentano gli atti politici ma cooperano alla stesura di vere e proprie proposte di legge. In occasione della “Conferenza interministeriale seull'e-gov” tenutasi nella città svedese di Malmo il 19 e 20 Novembre 2009 è stata prodotta un'importante dichiarazione con degli obiettivi da raggiungere entro il 2015 ruotante attorno ai due capisaldi emblematici dei poteri pubblici che operino utilizzando le tecnologie del Web 2.0, cioè: la trasparenza e la partecipazione dei cittadini. Secondo alcuni, si è stati anche questa volta troppo prudenti, non volendo sfruttare a pieno le potenzialità dell'ICT per costruire una P.A. “aperta” sottolineando l'asimmetria che continuerebbe a caratterizzare il flusso comunicativo dell'amministrazione verso il cittadino rispetto al suo (auspicabile secondo le logiche 2.0) contrario.

56 57 58 59

www.galogliopo.it www.ideal-eu.net www.xformare.it Per approfondimenti http://saperi.forumpa.it/files/documents/file/DossierAmministrare2_0.pdf.


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3. Un'ipotesi pratica: la costruzione di una piattaforma per l'Ufficio Cooperazione allo Sviluppo delle Regione Marche 3.1 Analisi di processo. L'ufficio è costantemente informato sui documenti di policy dell'ente finanziatore (principalmente UE) per capire quali sono gli orientamenti sui quali dovrà muoversi e monitora e analizza le opportunità di finanziamento ( I Bandi e i Programmi). Trovata la possibilità di finanziamento in linea con la sua mission, costruisce una rete di partner e inizia l'attività di progettazione (la quale può variare su un'ipotetica linea che va dalla pura sperimentazione al riadattamento di best practices consolidate) vera e propria dove individua (anche in collaborazione coi partner) obiettivi, risorse e azioni relazionando tutto a una “tabella di marcia” detta cronogramma e ad un budget di spesa. Le fasi di progettazione vera e propria e di costruzione di partnership non hanno sempre la medesima sequenza cronologica per tutti i progetti e le due cose possono anche essere, nei fatti, in parte anche contemporanee. Segue la fase di eventuale approvazione, quindi la convenzione tra Ente promotore e Ente Finanziatore. Dopo l'erogazione di un anticipo inizia l'attuazione del progetto stesso. In questa fase sono molto importanti e delicate le attività di: organizzazione del lavoro tra i partners, supporto alla gestione finanziaria, legale e contabile, eventuale predisposizione di pubblicazioni dedicate, supporto alla disseminazione dei risultati, organizzazione di seminari, monitoraggio e valutazione in itinere delle attività. L'ultimo passaggio è la rendicontazione a cui segue una successiva fase di verifica dell'ente finanziatore a cui fa subito seguito l'erogazione del saldo. A questo punto l'Ufficio può delegare qualche soggetto oppure effettuare direttamente un'attività di valutazione ex post. Rappresentazione grafica del ciclo di vita del progetto dell'Ufficio Cooperazione allo Sviluppo e Solidarietà Internazionale della Regione Marche.


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3.2 Criticità. Nel presente lavoro si è pensato di inserire una piattaforma 2.0 nell’attività dell’Ufficio escludendo la parte di competenza dell’ente finanziatore (bando, convenzione, finanziamento, verifica, saldo), ma concentrandosi negli aspetti riguardanti la progettazione, la ricerca e la gestione dei partner, il coordinamento tra questi, l’implementazione delle attività, il monitoraggio e la valutazione. L'attuale organizzazione del lavoro, col suo “scarso” utilizzo di telematica, determina la necessità di tempi lunghi per le attività: di ricerca di partner e collaborazione con gli stessi, di confronto con le altre PA, di coinvolgimento degli utenti finali (o altri soggetti “esterni” come ad esempio professionisti) e della della misurazione della “costumer satisfaction” ovvero della colonna portante della reale efficacia delle azioni, dell'adeguatezza degli obiettivi e della rilevanza delle finalità. Qui di seguito si analizzeranno quegli aspetti delle singole operazioni che troveranno nel corso del presente lavoro proposte di miglioramento. 1. La ricerca di partner avviene con numerosi metodi sia formali che informali ad esempio: si possono visionare schede di vecchi progetti, oppure fare delle ricerche in appositi database, o ancora un partner “consolidato” potrebbe proporre un altro di sua fiducia che a sua volta potrebbe fare lo stesso ma in quest'ultimo caso si necessita di un periodo di tempo per valutarne le caratteristiche. A seconda del prevalere di una o dell'altra modalità i tempi sono più o meno lunghi. Una volta individuati i partner vengono contattati telefonicamente o via mail e si cerca un accordo su una proposta di collaborazione. 2. Sia in fase di progettazione che di attuazione vera e propria, la comunicazione coi partner avviene sempre uno ad uno sia tramite telefono che mail. Nel caso più soggetti stiano collaborando ad esempio allo stesso obiettivo in fase di stesura o alla stessa azione in fase di implementazione la comunicazione uno ad uno spezzettando il flusso di processo causa lungaggini. 3. La ricerca di best practices può avvenire contattando direttamente le altre PPAA anche qui telefonicamente o via mail necessitando di tempi piuttosto lunghi di risposta. Stessa cosa se si richiedono consigli puntuali ad esempio su aspetti specifici di gestione delle attività. 4. Se per monitorare o valutare si richiede un feedback dei destinatari ad esempio attraverso un questionario ci si deve prima accordare sui quesiti (se è coinvolto uno o più partner nell'attività oggetto di studio) poi formularlo e sottoporre il cartaceo al campione rappresentativo che si trova in un paese estero per poi ricevere il questionario stesso o i dati (elaborati e non) dagli attori del progetto presenti all'estero. Chiaramente questa fase ha oltre a dei tempi lunghi anche un'importante utilizzo di risorse come ad esempio un soggetto che si occupi fisicamente della distribuzione dei questionari stessi. 5. Nel caso si necessiti di essere coadiuvati da professionisti o esperti della materia li si deve individuare, contattare, e trovarne un metodo per la collaborazione, inoltre anche in questo caso come in parte anche in quelli precedenti si devono trovare anche tempistiche che concilino i rispettivi impegni. I destinatari diretti e indiretti dei progetti se non volontariamente coinvolti non hanno possibilità di far sentire la propria voce e, oltre a questi, anche chiunque altro abbia consigli critiche od osservazioni di ogni genere non ha possibilità di esprimerle. Rappresentazione grafica del processo nelle modalità attuali. (nella linea orizzontale sono presenti i soggetti coinvolti mentre in quella verticale la dimensione del tempo a cui non è stato possibile attribuire un’unità di misura ben precisa data l’eterogeneità delle operazioni analizzate).


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Ufficio Coop. Svi.

Partner

Altre P.A.

Utenti

3.3 Proposte di miglioramento. L'utilizzo del Web 2.0 e la costruzione di una piattaforma accessibile a tutti i soggetti già citati ma anche a chiunque voglia entrarne a far parte compresi ovviamente professionisti del settore porterebbe ad un sistema di più efficace e rapida comunicazione abbattendo in gran parte le “lungaggini” del processo in questione. In buona sostanza una community pensata come uno spazio di confronto per professionisti della cooperazione internazionale, operatori, studenti di tale settore, PPAA e chiunque abbia un interesse (destinatari dei progetti e non) dove è possibile scambiarsi idee, documenti, immagini, video, partecipare a discussioni moderate da esperti, aprire blog personali collaborare alla creazione di un medesimo documento con apposite sezioni dedicate a progetti e i bandi internazionali. All'interno di questo social network si può prevedere una parte, magari ad accesso controllato, di stretta collaborazione attorno ai vari progetti che l'ufficio si trova ad affrontare. In pratica si potrebbe costruire un portale usando un'applicazione web come Ning60 per il quale non servono ne grandi capacità informatiche ne grandi tecnologie software o hardware a disposizione e allo stesso tempo ci permette di costruire un sito in perfetto stile 2.0 (anche gratuitamente) a seconda delle nostre esigenze. Si è deciso di scegliere Ning data la sua natura di super “mash up” cioè di contenitore dove si possono miscelare social network e web services a 60

www.ning.com


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proprio piacimento, ma questo non significa rimanere vincolati a tale scelta, ma bensì, potrebbe anche solo essere il punto di partenza per valutare successivamente se è il caso di affiancargli altri strumenti o se sostituirlo del tutto. Al suo interno i membri possono essere raggruppati e gestiti e sono in costante interrelazione attraverso blog, forum e chat, inoltre si possono scegliere dei web services per collaborare ad un medesimo progetto. Si può decidere quanto sia libero l'accesso a determinati file o discussioni, creare collegamenti con altri social network o con flussi di informazioni tramite Feed. Paralelamente al Ning sarebbe utile creare (anche questa volta gratuitamente) un wiki con Wetpaint61 per facilitare e velocizzare la collaborazione. Ecco quale sarebbe lo scenario facilmente prevedibile con l'utilizzo del Web 2.0 1. La ricerca dei partner può avvenire in maniera più veloce solamente “navigando” all'interno della piattaforma applicando magari dei “filtri” o parametri per la ricerca oppure, il potenziale partner potrebbe farsi avanti dato che può essere costantemente informato su cosa sta lavorando l'Ufficio tramite ad esempio i Blog visibili in home page, oppure potrebbe semplicemente “cadere” nella nostra rete mentre stava cercando qualcosa su un motore di ricerca o tramite i rimandi che avvengono grazie ai collegamenti. Si può intervenire in questo senso postando dei blog che poi verranno automaticamente organizzati in ordine cronologico e a seconda della popolarità e saranno facilmente rintracciabili attraverso le parole chiave cioè le tag. 2. La comunicazione coi partner e tra partner può non essere uno ad uno, ma anche coinvolgere tutti i soggetti contemporaneamente (volendo si possono mandare messaggi di broadcast cioè direttamente a tutti i membri del network), si possono condividere file velocemente e in qualsiasi momento con tutti postandoli ad esempio sui forum e si può collaborare senza la necessità di una reale compresenza dei soggetti. Si possono organizzare forum per aree tematiche e regolamentarne l'accesso anche creandoli all'interno di gruppi ad ingresso controllato e già dalla home page possiamo avere una visione d'insieme degli ultimi interventi. 3. Con le altre PP.AA. si può creare un grande database dove condividere buone pratiche, scambiarsi consigli, mettere a disposizione informazioni utili. Anche in questo caso oltre a sfruttare gli strumenti succitati, il Ning ci terrà costantemente aggiornati sulle pubbliche amministrazioni che hanno deciso di diventare membri potendo così mandargli un messaggio per farli orientare nella piattaforma. In questo caso si po' prevedere un file con una serie di istruzioni da inviare automaticamente ai nuovi soggetti. 4. Nel caso sia necessario coinvolgere gli utenti finali per attività di monitoraggio o valutazione ad esempio con un questionario, la somministrazione, la compilazione e l'analisi dei dati necessiterebbe di tempi e di risorse molto minori. Ad esempio con una versione online del questionario stesso si potrebbero velocemente raccogliere e riordinare velocemente i dati. Inoltre, gli utenti stessi potrebbero intervenire magari in un forum o con dei blog in qualsiasi momento, dando così la possibilità agli operatori di un determinato progetto ricevere informazioni in anche senza che se ne sospettasse la necessità di approvvigionamento. In questo caso il succitato sistema digg potrebbe provvedere ad organizzarle “automaticamente” 5. Nella piattaforma possono intervenire sia professionisti che tutti coloro che hanno interesse a farlo spingendo così all'interno dei processi nuovi input sia che siano conoscenze tecniche (es. nuove metodologie di progettazione) che non (esempio dei cittadini albanesi potrebbero far luce su problematiche sulle quali si potrebbe intervenire e 61

www.wetpaint.com


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delle quali non se ne era a conoscenza, il flusso delle informazioni può sempre essere ben gestito dal numero di click che riceve un blog). Inoltre si potrebbero utilizzare portali multimediali come UstreamTv dove si può anche apparire in video in diretta decidendo ed avvertendo prima che si vuole sull'ora e il giorno della “diretta” In questo caso si può decidere se operare con il sistema di crediti accumulabili fornendo così al network una “moneta di scambio” virtuale traducibile in soldi veri, oppure se effettuare collaborazioni a titolo gratuito. Tutti i flussi comunicativi possono essere monitorati da un sistema di analisi di dati come Google Analytics che avverte nel caso cambino i rapporti tra i membri del network, rappresenta graficamente il traffico delle comunicazioni dando una visione ad esempio di quante connessioni ci sono state in un determinato periodo al sito e da dove e fornisce i dati dei quali si necessita ordinandoli a seconda delle esigenze con un sistema di API integrato. Un altro aspetto da considerare è la possibilità di far arrivare messaggi ben oltre il nostro Ning. Prendendo in prestito dal marketing la teoria della “coda lunga”così anche i questo contesto, tematiche di nicchia sfruttando i moltissimi legami -seppur deboli- possono viaggiare tra i moltissimi social network con buone probabilità che arrivino a tutti i soggetti che potrebbero esserne interessati. Questo potrebbe avvenire o allargando gli inviti al di fuori del social network importando, ad esempio, dei contatti da Outlook o da una casella di posta, oppure facendo rete con un altro(i) social network. Rappresentazione grafica del processo con la proposta di miglioramento (si nota come la distribuzione verticale abbia subito un significativo “appiattimento” stando a significare risparmio di tempo, senza costi aggiuntivi, quindi maggior efficienza ed economicità).

Uff. Coop. Svi.

Partner

Altre PPAA

Utenti

Altri soggetti62

3.4 Conclusioni. Consapevole di quanto le PPAA siano resistenti al cambiamento, anche a causa della loro dimensione e complessità si è pensato che il processo presentato con l'attuale lavoro sia comunque facilmente attuabile dato lo scarso utilizzo di risorse necessario. La costruzione di una piattaforma web può essere lentamente inserita nell'attività di un ufficio parallelamente alle tradizionali modalità di operare. È comunque ferma convinzione dell'autore del lavoro che dato il continuo work in progress che contraddistinguerebbe l'implementazione di una tale idea, risultano scarsamente prevedibili tutti i vantaggi che ne deriverebbero, pertanto solo innescando un processo circolare di causalità tra sperimentazione e teoria se ne apprezzerebbero i frutti. D'altro canto è facilmente prevedibile come la coralità nell'operare per qualsiasi obbiettivo gestita così efficientemente e depurata dalle storture e dai rischi di caos sia oggi come non mai la chiave necessaria per incrementare l'efficacia di un'azione o di un processo. 62

Scarsamente presenti nelle attuali modalità di lavoro adesso sono un gruppo fondamentale che spinge in direzione di quel possibile effetto emergente della “Relazionalità” che questo processo post-reingeneering ha portato ad incrementare.


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4 Sicurezza e legge

Se si decide, individualmente e non, di entrare a far parte di un social network o di costruirne uno apposito si devono seguire alcune regole di sicurezza di carattere generale: • Cercare una buona protezione di uno scanner antivirus http costantemente aggiornato che controlla i contenuti web prima che questi raggiungano il browser Internet e provochino eventualmente dei danni • Se possibile cercare di non rendere accessibili i propri dati personali a tutti, perchè in caso contrario i motori di ricerca per persone come 123people 63 possono indicizzare, salvare e rendere questi dati personali facilmente disponibili a chiunque, anche con il rischio che si faccia confusione per casi di omonimia. • Mai rispondere a richieste di rivelare password o numeri di account, codici PIN o altre informazioni personali. • Utilizzare una password differente per ogni community. • Essere consapevoli che spesso le aziende che gestiscono i social network monitorano e analizzano il nostro profilo per “venderlo” a campagne pubblicitarie con target mirato • “Diffidare” degli altri prosumer che potrebbero nascondersi dietro false identità o nickname fuorvianti Un altro breve accenno va fatto alla questione dei diritti e delle responsabilità relative all'agire nel nuovo web: • Per la citazione di opere che sono pubbliche in rete va indicato l'URL del sito nel quale la si è trovata indicando anche la data della consultazione perchè potrebbe, nel frattempo, essere stata rimossa o aggiornata64 • Nel caso ad essere citata sia un'immagine è sconsigliato ritagliarla ed inserirla nel proprio spazio per non rischiare di modificarne le caratteristiche e di conseguenza intaccarne il diritto d'autore, ma bensì è auspicabile un collegamento ipertestuale linkando alla fonte • Nel caso di discorsi tenuti in pubblico possono essere messi a disposizione degli utenti a condizione che se ne indichi l'autore la data e il luogo in cui è stato effettuato • Nel caso di un portale di e-learning le immagini (per le immagini artistiche non si hanno vincoli se l'autore è morto almeno 70 anni fa) e le musiche utilizzate devono essere opportunamente degradate fino a raggiungere degli standard consentiti per legge 65 • Per trasferire alcuni diritti al pubblico di internet di proprie opere mantenendone comunque altri esistono le licenze creative commons che tramite l'utilizzo di quattro attributi (“attribuzione”, “non uso commerciale”, “non opere derivate”, “condividi allo stesso modo”) combinabili tra loro consentono di evitare problemi con la legge sul copyright sulla di diffusione di informazioni66 • Nel caso di un blog in giurisprudenza si sono verificati alcuni casi in cui il titolare del blog stesso è stato ad esempio imputato di concorso in diffamazione 67 perchè gli si è attribuita la capacità di controllarne i contenuti anche nel caso di post di utenti anonimi; pertanto meglio prevedere forme di registrazione così che si possa risalire all'autore di un post. Siti internet consultati 63 64 65 66 67

www.100web2.it

www.123people.it Sul tema consultare il lemma “recentismo” in www.wikipedia.com www.pietrofolena.net/blog/?p=292 http://it.wikipedia.org/wiki/Creative_Commons Sentenza del Tribunale di Aosta depositata il 10 Giugno 2006 reperibile su www.penale.it


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www.123people.it www.barcamp.org www.blogger.com www.bloglines.com

www.breakingzen.com www.chicagocrime.org www.delicious.com www.digg.com www.diigo.com www.equaderno.com www.facebook.it www.flickr.com www.fora.tv

www.galogliopo.it

www.glossarioelearning.net www.google.com www.goowy.com

www.ideal-eu.net www.innovazione.gov.it www.kiva.org www.livejournal.com

www.manifestopa.pbworks.com www.mixedink.com www.netwibes.com

www.notebookitalia.it www.nothingbutnets.net

www.ning.com

www.openkapow.org

www.penale.it www.pietrofolena.net www.poliziadistato.it www.retecestas.ning.com

www.scribd.com

www.secondlife.com

www.senigallia2punto0.wordpress.com www.slideshare.net www.splinder.com www.twitter.com www.unguru.it

www.urbancenter.comune.genova.it www.viadeo.com

www.wetpaint.it www.wikipedia.com www.worldpress.com

www.xformare.it www.youos.com www.youtube.com www.zooppa.com

Bibliografia Barabàsi A.L. Link La scienza delle reti, Einaudi Torino

2004 Berlinghieri E. Legge 2.0 il Web tra legislazione e giurisprudenza, ed. Apogeo Milano 2008 Di Bari V. (a cura di) Web2.0 i consigli dei principali esperti italiani e internazionali per affrontare le nuove sfide, Il sole 24 ORE Milano 2007 Donati P. Introduzione alla Sociologia Relazionale, Angeli Milano 2002


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