doc metodologico Africa-Balcani

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Carta intestata dell’Ente

n. 2 REPORT L ABORATORIO/SEM I NAR IO TITOLO“Le priorità

geografiche: dall’africa ai balcani”

Luogo Ancona Data

24/06/2010

“Progetto EuropeAid/126341/C/ACT/Multi "CONSTRUIRE UN DEVELOPPEME NT POSSIBLE” Ref. DCI- NSA ED/2008/153-805” Programma Attori non statali ed autorità locali nello sviluppo Sensibilizzazione e educazione allo sviluppo in Europa ” ATTIVITA’ DI PROGETTO 2.2 Création des ateliers permanents Laboratorio seminario /Evento

Atelier

Partner Responsabile

Regione Marche

In collaborazione con

Tutti i partner

Anno progetto

2

DESCRIZIONE

Il GDL, formato da rappresentanti di ong, associazioni ed enti locali, ha concentrato la riflessione su alcuni punti prioritari che qui sinteticamente riassumiamo. Il contesto nazionale vede da un lato una insostenibile diminuzione delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo e dall’altro il mantenimento di spese altrettanto insostenibili quali quelle militari e destinate alla sicurezza interna. In questo quadro riteniamo fondamentale che i territori (enti locali e operatori) si muovano in una direzione diversa: - valorizzare la cooperazione decentrata fondata sulle relazioni tra pari; - sostenere e valorizzare il dialogo e l’integrazione delle comunità migranti presenti nel territorio quali portatrici di risorse culturali in grado di arricchire il patrimonio locale, oltre a competenze specifiche necessarie a migliorare le strategie di intervento nei paesi di origine. Emblema di questa contraddizione tra l’orientamento nazionale e i percorsi locali, è rappresentato dal porto di Ancona, spalancato ai traffici delle merci ma drammaticamente chiuso ai rifugiati ed ai richiedenti asilo cui viene impedito l’accesso fisico al territorio: nei fatti il contrario della sua nota definizione di Porta d’oriente e ponte tra culture.


Nello specifico la discussione del GDLsi è concentrata sui seguenti punti: 1) Valorizzare come attore rilevante nei percorsi di cooperazione decentrata le associazioni e le comunità di migranti residenti nel territorio, in una logica di inclusione e dialogo che può arricchire la progettazione condivisa e le iniziative di sviluppo locale. 2) Lavorare per modificare una logica meramente progettuale (donatorebeneficiario) in una logica di processo che vede in maniera paritetica e sinergica l’azione dei territori e degli attori locali che cooperano condividendo obiettivi, metodologie e risorse. 3) Potenziare gli strumenti di conoscenza e relazione diretta con i partners dei paesi beneficiari, per garantire sostenibilità degli interventi, rispondenza ai bisogni reali della popolazione e valorizzazione delle capacità locali e delle buone prassi esistenti. 4) Indicare come principi guida della politica regionale di cooperazione la tutela dei diritti delle persone e delle comunità locali, la salvaguardia dell’ambiente e l’inclusione sociale. 5) Invitare la Regione e gli enti donatori a mantenere una chiara distinzione di principio e di metodo tra cooperazione allo sviluppo e politiche di internazionalizzazione. 6) Invitare la Regione a predisporre strumenti di analisi e approfondimento specifici per i singoli paesi e non solo per macroaree geografiche (es. tavoli paese). 7) Accompagnare i percorsi di aggregazione e co-progettazione tra gli attori del territorio (pubblici e privati) con una chiara distinzione dei ruoli e definizione delle metodologie di intervento, in una logica di ottimizzazione delle risorse e delle capacità (banche dati comuni, anagrafiche competenze etc..). Partecipanti

Materiale REALIZZAT0

20 Brochure, presentazioni, volantino

Osservazioni Link web

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