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RIDUZIONE delle plastiche degli imballaggi derivanti dall’impiego di fonti fossili

Giuseppe L. Pastori - Tecnologo Alimentare

Come l’impiego di supporti diversi dalla plastica orienta il consumo di salumi pre-affettati e carni rosse verso una maggiore sostenibilità ambientale

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Tra gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo che sono parte integrante della strategia della Commissione per attuare l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, c’è anche quello della riduzione delle plastiche degli imballaggi derivanti dall’impiego di fonti fossili. Si punta a orientare il mercato degli imballaggi nella UE affinché siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente sostenibile e a definire un quadro normativo per le plastiche biodegradabili e a base ecologica [1]. La gestione delle plastiche è un problema globale che riguarda l’inquinamento dell’ambiente e la salute umana. Secondo un articolo di QuiFinanza [2], l’inquinamento della plastica è una vera e propria piaga sociale dei nostri tempi e purtroppo non tutti nel mondo fanno una raccolta differenziata in modo corretto. Il problema è in larga parte legato alle microplastiche che si disperdono nell’ecosistema, entrano nel ciclo dell’acqua e nella catena dell’alimentazione, con effetti dannosi anche sulla salute umana. Per risolverlo, da un lato bisogna lavorare per realizzare un’economia circolare della plastica basata cioè sulla riduzione dei consumi, sul riutilizzo degli oggetti in plastica, sulla ricerca di prodotti sviluppati con materiali alternativi che riducono l’impatto sull’uomo e sull’ambiente.

Si deve migliorare la gestione dei rifiuti puntando all’ottimizzazione della raccolta, sull’incremento del riciclo e sull’ampliamento del mercato delle materie secondarie

Dall’altro si deve migliorare la gestione dei rifiuti puntando all’ottimizzazione della raccolta, sull’incremento del riciclo e sull’ampliamento del mercato delle materie secondarie. È questo uno degli obiettivi della strategia “Dal produttore al consumatore” che fissa i parametri per realizzare un’economia circolare per ridurre l’impatto ambientale dei settori della trasformazione alimentare, considerando che in Europa i rifiuti delle confezioni nel settore food costituiscono oltre il 60% del totale dei rifiuti da imballaggio. Per promuovere la protezione dell’ambiente e favorire la transizione ecologica, la sfida passa – soprattutto in ambito alimentare – nell’utilizzare imballaggi che, rispettando la protezione e la sicurezza degli alimenti in termini di conservazione dei prodotti, abbiano un minore impatto ambientale. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 sono l’impiego del 100% degli imballaggi riciclabili o riutilizzabili e un apporto alla riduzione degli sprechi alimentari [3]. Molte aziende lavorano già costantemente per ridurre l’impiego di plastiche derivanti dal petrolio, sostituendole con il cartone o la carta (che possono essere rivestiti di film antimicrobici idonei al contatto con gli alimenti, ma riducono il peso dell’imballo e l’impronta ecologica) oppure utilizzando plastiche riciclate.

La riduzione dell’utilizzo della plastica è un argomento che è al centro anche del dibattito pubblico: sono infatti i consumatori stessi ad orientare le aziende verso un packaging sostenibile e le nuove generazioni, soprattutto quelle dei millennials, si dicono disposte a pagare anche di più per le confezioni green [4].

Le aziende che impiegano un packaging sostenibile migliorano la reputazione del marchio e ottengono un riscontro economico dai loro investimenti, tuttavia bisogna fare attenzione a quelle che invece praticano il green-washing1. Per evitare di cadere in

Sono i consumatori stessi ad orientare le aziende verso un packaging sostenibile e le nuove generazioni si dicono disposte a pagare anche di più per le confezioni green queste trappole, è importante verificare le certificazioni ambientali e le politiche sostenibili dell’azienda, che possono essere ben rappresentate dalla presenza di un QR Code o di un marchio di certificazione ambientale sulla confezione.

Tecnologie

DI CONFEZIONAMENTO

A CONFRONTO: I PRINCIPI DEL SOTTOVUOTO E DELL’ATMOSFERA PROTETTIVA (FOCUS SULLA CARNE)

Poiché gli imballaggi svolgono un ruolo essenziale nella sostenibilità dei sistemi alimentari, promuovere l’impiego di soluzioni di imballaggio innovative che utilizzino materiali ecologici, riutilizzabili e riciclabili, contribuisce non solo alla riduzione degli sprechi di cibo ma orienta il consumatore a una maggiore attenzione verso la pratica di rispetto ambientale con criteri di sostenibilità. Non si può tuttavia negare il ruolo primario dell’imballaggio nel preservare la qualità dell’alimento e nel proteggerlo dalla deperibilità.

Prodotti come la carne e i suoi derivati, che sono alimenti altamente deperibili, hanno beneficiato e tuttora beneficiano dell’impiego degli imballaggi. Sono stati favoriti nel consumo quando negli anni ’50 del secolo scorso è iniziata un’importante rivoluzione: l’affermarsi di un modello di vendita basato sui supermercati, con il declino (parziale) delle vendite sfuse basate sull’intermediazione di macellai e salumieri nell’offrire prodotti al taglio che andavano però consumati entro pochissimi giorni dall’acquisto. Le vendite a scaffale, con prodotti in competizione tra loro proposti dai diversi marchi industriali, hanno preso avvio dai salumi pre-affettati confezionati in buste plastiche sottovuoto (i primi brevetti del sottovuoto ad uso alimen-

Il confezionamento sottovuoto comporta un aumento del livello di igiene, rispetto ai prodotti affettati a contatto con l’aria, se mantenuto in rigoroso rispetto della catena del freddo tare sono proprio degli anni ’50). Poi l’affermarsi negli anni ’70-‘80 della tecnologia con atmosfera modificata - di cui hanno beneficiato soprattutto le carni rosse in porzioni per il consumatore finale2 - ha contribuito a portare nelle case dei consumatori di tutto il mondo alimenti altrimenti deperibili che potevano essere consumati a distanza di più giorni dall’acquisto.

In questa nuova dinamica, l’imballaggio ha acquisito un’altra importante funzione oltre a quella di proteggere l’alimento: comunicare con i potenziali consumatori [5] per invogliarli alla scelta di questo o quel prodotto anche in base alle specifiche attese di ciascuno di noi.

Con la tecnica del sottovuoto [6], che consiste nell’eliminazione dell’aria e dell’ossigeno dall’imballaggio, si vuole prevenire il deterioramento degli alimenti, l’ossidazione e la proliferazione dei batteri aerobi. Il confezionamento sottovuoto dei salumi affettati, in buste non termoretraibili, ha diversi vantaggi. In primo luogo, estende la durata di conservazione degli alimenti; in secondo luogo, preserva il sapore, il profumo, la freschezza e le proprietà dei cibi. Inoltre, può essere utilizzato sia per i cibi cotti che crudi. Infine, il confezionamento sottovuoto comporta un aumento del livello di igiene, rispetto ai prodotti affettati a contatto con l’aria, se mantenuto in rigoroso rispetto della catena del freddo.

Il confezionamento sottovuoto ha potuto essere utilizzato per conservare una vasta gamma di prodotti alimentari e tuttora viene impiegato nella sua versione più evoluta, che è conosciuta con il termine di confezionamento “skin” per il modo in cui il film superiore aderisce al prodotto poggiato però su una vaschetta, prevalentemente di plastica rigida. Tuttavia il confezionamento sottovuo-

2Occorre distinguere l’abitudine di confezionare sottovuoto i tagli anatomici praticati dai sezionatori diversamente dai tagli porzionati in unità consumatore. La tecnica di confezionare sottovuoto intere parti anatomiche nasce sul finire degli anni ’60: tali tagli vengono distribuiti ai punti vendita, che provvedono poi a porzionare da sé la carne. Lo scopo di questa operazione è di contribuire alla maturazione e alla frollatura della carne (soprattutto quella bovina) ed è conosciuta come wet-aging (maturazione in umido). Ma è solo con l’avvento dell’atmosfera modificata che compaiono sul mercato le vaschette di carne rossa già porzionata in unità consumatore, mentre il sottovuoto si è evoluto poi in sottovuoto skin.

Per evitare un aspetto poco attraente si ha la necessità che le vaschette siano più alte con uno spazio di testa più elevato, e quindi gli imballaggi risultano essere molto più ingombranti to per i salumi e (i formaggi) affettati è stato abbandonato – soprattutto nel nostro paese – a favore del confezionamento in atmosfera modificata [7], che risponde meglio alle esigenze di conservazione e risolve taluni aspetti critici del confezionamento sottovuoto. I vantaggi del confezionamento in atmosfera modificata (MAP: Modified Athmosphere Packaging), che possiamo anche intendere come atmosfera protettiva, risolvono infatti:

1. l’eliminazione dello schiacciamento della confezione dovuto alla pressione esterna esercitata per eliminare l’aria e la conseguente “incollatura” delle fette tra loro, rendendo difficile separarle senza romperle (per questo c’era l’abitudine di interfoliare i crudi tra una fetta e l’altra, mentre i cotti venivano affettati qualche millimetro più spesso delle fette supersottili che siamo abituati ad avere oggi). Nel confezionamento in atmosfera protettiva non si presenta questo inconveniente perché all’interno del packaging è presente il gas inserito nel corso del processo, che compensa la pressione atmosferica;

2. migliora le caratteristiche batteriostatiche del prodotto all’interno della confezione grazie all’azione della CO2 e quindi aumenta la shelf-life. L’anidride carbonica contenuta nelle miscele si scioglie nell’acqua (quindi nell’acqua libera che permea i tessuti e nel tempo tende ad essere assorbita dall’alimento) e nei grassi contribuendo ad abbassare il pH del prodotto e creando un microclima più acido. Que - sto ambiente che si crea nella vaschetta e raggiunge un equilibrio, inibisce le attività batteriche e la formazione di muffe, evitando processi fisici e chimici che interagiscono con la conservazione. Nei salumi da affettare le miscele di gas sono abitualmente composte da CO2 al 20/30% e N2 all’80/70% (dove l’azoto si comporta come gas inerte, ma impedisce lo schiacciamento della confezione);

3. permette ai tagli di carne rossa fresca di mantenere il colore rosso vivo, per una migliore presentazione. In effetti le carni messe sottovuoto tendono a scurire, ma questo carattere scompare quando sono sottoposte nuovamente a ossigenazione. Nonostante la reversibilità del colore il consumatore non è sempre in grado di comprendere positivamente questa caratteristica del sottovuoto e la variazione del colore è sempre stata considerata un aspetto negativo nella valutazione d’acquisto (in assenza di una adeguata comunicazione). Miscele con l’80% di O2 e il 20% di CO2 associate a temperature di conservazione dell’ordine di 4°C possono conservare la carne fresca fino a 10-12 giorni e mantenerne il colore rosso. Tuttavia occorre osservare che anche il confezionamento in atmosfera modificata non è esente da difetti. Dal momento che la miscela di gas, soprattutto l’ossigeno per le miscele adatte alla carne fresca, deve avvolgere completamente il prodotto per esercitare la sua azione protettiva, non ci devono essere parti

Una corretta progettazione del packaging può contribuire al controllo microbico e può preservare i prodotti a base di carne fresca, carni cotte e stagionate per molto più tempo rispetto ai prodotti non confezionati

Qualunque prodotto venga confezionato in atmosfera protettiva o sigillato sottovuoto deve essere di una qualità ineccepibile, preparato con il massimo rispetto delle procedure igieniche in lavorazione in cui il film superiore sigillante stia a contatto con il prodotto, perché in quel punto la carne assumerà un colore più scuro. Ne consegue che per evitare un aspetto poco attraente si ha la necessità che le vaschette siano più alte con uno spazio di testa più elevato, e quindi gli imballaggi risultano essere molto più ingombranti, per mantenere il film di copertura ben al di sopra del prodotto. Inoltre, la posizione delle vaschette negli scaffali è necessariamente orizzontale o tutt’al più messa limitatamente obliqua (non posizionate in verticale) perché il prodotto porzionato o affettato deve rimanere sul fondo della vaschetta senza scivolare, aiutato anche dal disegno tecnico della base che non è liscia ma crea appoggi particolari. Tuttavia, la posizione verticale è richiesta dai distributori che desiderano la massima visibilità dei prodotti e un ingombro minimo. Occorre infine considerare che qualunque prodotto venga confezionato in atmosfera protettiva o sigillato sottovuoto deve essere di una qualità ineccepibile, preparato con il massimo rispetto delle procedure igieniche in lavorazione, secondo quanto definito nell’applicazione dei principi HACCP. È anche per questo motivo che per una maggiore sicurezza alimentare, per entrambe le tecnologie di confezionamento è preferibile abbinare nel caso dei prodotti cotti, come il prosciutto cotto o il würstel, anche un trattamento termico di pastorizzazione oltre alla cottura della carne. Gli elementi che contribuiscono alla qualità della carne, sono il prodotto stesso (muscolo e grasso) e la sua carica microbica iniziale che può provocare odore e produzione di gas, decolorazione e alterazioni del sapore. Per i prodotti trasformati a base di carne, la formulazione è un fattore chiave per la durata di conservazione, a seconda degli ingredienti e dei metodi di conservazione utilizzati (ad esempio, salatura, affumicatura, cottura, ecc.). L’ambiente gassoso intorno alla carne, associato alle confezioni sottovuoto e a quelle MAP è utile per controllare la crescita microbiologica e le

Un imballaggio flessibile sottovuoto è propedeutico per applicare al meglio le alte pressioni (HPP), che sono una forma di pastorizzazione a freddo in grado di inattivare anche la presenza di Listeria reazioni chimiche, ma anche i materiali del packaging devono fare la loro parte, impiegando polimeri con proprietà di protezione dalla luce e anti-UV (per l’azione delle lampade che illuminano i banchi frigoriferi) e dalla formazione di condense (proprietà anti fog): la luce può avere un impatto sul colore dell’alimento per le interazioni con i pigmenti; le condense possono favorire la formazione di muffe e batteri. Anche la temperatura di stoccaggio (e trasporto), influisce direttamente sul tasso di decomposizione, sulla crescita microbica e sullo sgocciolamento. Una corretta progettazione dell’imballaggio, associata a buone pratiche di produzione e a un adeguato stoccaggio, è fondamentale per offrire ai consumatori un prodotto di alta qualità e sicuro.

IL PACKAGING COME L’ABBIAMO INTESO FINO AD OGGI

Gli imballaggi nel corso di questi ultimi settant’anni si sono fatti via via più tecnologici perché la protezione della deperibilità non si focalizza solo nel controllare e limitare la crescita microbiologica durante la vita a scaffale, ma nel caso delle carni rosse e dei salumi si è dovuto tenere conto di altri fattori di deterioramento dell’alimento frutto di un’equazione complessa intrinseca al prodotto stesso. Durante la conservazione, le specialità a base di carne si deteriorano a causa dell’ossidazione dei pigmenti (provocati dalla luce o dalla presenza/assenza di ossigeno), dell’ossidazione e dell’irrancidimento, della crescita microbica (i microrganismi intervengono a loro volta nell’accelerare i processi deterioranti in presenza di essudato, modifica delle condizioni ambientali come il pH e rilascio di enzimi) e persino della disidratazione superficiale. Una corretta progettazione del packaging [8] può certamente contribuire al controllo microbico e, se associata a condizioni di conservazione adeguate, può preservare i prodotti a base di carne fresca, carni cotte e stagionate per molto più tempo rispetto ai prodotti non confezionati, diventando un elemento chiave per ridurre gli sprechi alimentari. Diverse famiglie di materiali sono state abbondantemente utilizzate nelle strutture di imballaggio, tra cui il polietilene (PE), il polipropilene (PP), il polietilene tereftalato (PET), l’alcool etilenvinilico (EVOH), le poliammidi (PA) e il PVDC, oltre a diversi copolimeri all’interno di tali famiglie di polimeri. Questi materiali garantiscono la protezione degli alimenti perché sono in grado di garantire la sigillatura e una corretta ermeticità, offrono una barriera all’ambiente interno proteggendo adeguatamente gli alimenti, resistono all’abuso dovuto all’impatto meccanico.

Se il sottovuoto per i salumi affettati in buste flessibili non termoretraibili è stato pressoché abbandonato a favore delle confezioni in MAP, questo non vuol dire che non sia più

I materiali plastici che costituiscono i film inferiori e superiori sono strutture complesse, che combinano tra loro materiali di diversa natura utilizzato specie per gli alimenti di una certa qualità. Un imballaggio flessibile sottovuoto è propedeutico per applicare al meglio le alte pressioni (HPP), che sono una forma di pastorizzazione a freddo in grado di inattivare anche la presenza di Listeria: necessitano di un packaging flessibile perché uno rigido o con elevato spazio di testa come quello MAP si romperebbe a causa delle pressioni esercitate - fino a 6.000 atmosfere (600 MPa), rendendo vana la tecnica. La tecnologia skin è solo l’ultima evoluzione del sottovuoto introdotta per i prodotti a base di carne di qualità premium come costate e hamburger. Quando pensiamo ad alimenti di alta qualità come carne (compresi hamburger e tagli con osso), salsicce, affettati stagionati e prodotti avicoli, pesce e frutti di mare, formaggi a

La quantità di materiale utilizzato viene ridotta mantenendo le performance di protezione al massimo livello e si punta a sviluppare strutture con proprietà riciclabili, biodegradabili o compostabili pasta dura, le necessità di confezionamento sono molteplici: per impedire la fuoriuscita di liquidi o il formarsi di essudato e garantire la protezione da fattori esterni, le confezioni skin sono perfette per soddisfare queste esigenze. La pellicola superiore, saldata su una base rigida termoformata o preformata, scaldata a determinate temperature, avvolge saldamente il prodotto come una seconda pelle (“skin” in inglese), senza tensioni. I prodotti confezionati in skin possono essere esposti nei punti vendita in posizione verticale, orizzontale o anche appesi senza che l’alimento si sposti. Una volta aperti (senza difficoltà se la pellicola ha caratteristiche di pelabilità) è buona prassi lasciare il prodotto all’aria per 10-15 minuti, per dargli modo di riprendere la naturale ossigenazione e il colore e l’odore originali.

Nel confezionamento in MAP le strutture che compongono il packaging sono state progettate fino ad oggi prevalentemente in plastica, costituita da una vaschetta rigida alla base, termoformata a partire da un laminato di spessore adeguato o preformata, e un film superiore flessibile che si sigilla lungo i bordi, dopo che è stata tolta l’aria e sostituita con la miscela di gas. Perché il condizionamento con il gas sia efficace è richiesto uno spazio di testa più elevato in funzione del volume occupato dal prodotto.

I materiali plastici che costituiscono i film inferiori e superiori sono strutture complesse, che combinano tra loro materiali di diversa natura o con la tecnica della laminazione (la sovrapposizione di più strati mediante adesivi) o con quella più efficace della coestrusione (un procedimento in cui singoli materiali plastici estrusi vengono convogliati insieme nello stesso stampo per produrre una struttura laminare unica prima del raffreddamento) che può inglobare in un’unica matrice anche 7-8 o più elementi di materiali diversi in grado di fornire tutte le caratteristiche necessarie all’imballaggio (proprietà barriera, di permeabilità ai gas, azione anti UV e anti fog, ecc.). Questi sono elementi fondamentali per massimizzare l’estensione della vita utile dei prodotti, fornendo anche un corretto fine vita per il riciclaggio, il riutilizzo o lo smaltimento. Tuttavia in un mondo alle prese con un problema legato all’inquinamento (perché meno del 30% della plastica viene raccolta per essere riciclata), utilizzare un imballaggio sviluppato e realizzato in modo tale da ridurre l’impatto ambientale e l’impronta ecologica è diventato una questione prioritaria di salvaguardia del pianeta.

Il cartone non elimina completamente la necessità della plastica che protegge il cibo dal deterioramento, ne riduce però sensibilmente la quantità

Le Nuove Tendenze

DEL PACKAGING

CHE CONTRIBUISCONO

ALLA SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità negli imballaggi alimentari ha guidato le discussioni negli ultimi anni nell’industria della carne e della salumeria [9]. I consumatori sono concentrati sulla loro salute, sul benessere delle loro famiglie e sull’affidabilità dell’approvvigionamento di prodotti. Vogliono sentirsi bene con ciò che acquistano e iniziano a considerare anche l’impatto che le loro scelte hanno sull’ambiente.

Ecco perché i produttori di imballaggi di oggi che lavorano nel settore stanno cercando di aumentare la resilienza e di trovare nuove soluzioni e innovazioni. Gli sforzi sono rivolti alla riduzione delle plastiche ma anche ad ottenere pellicole durevoli ad alta barriera

I vassoi in cartone politenato rigidi si prestano per essere utilizzati sia con lo skin che con l’atmosfera modificata che prolungano la durata di conservazione e mantengono il cibo sicuro, consentendo minori sprechi alimentari [10]. La quantità di materiale utilizzato viene ridotta mantenendo le performance di protezione al massimo livello e si punta a sviluppare strutture con proprietà riciclabili, biodegradabili o compostabili.

Per decenni gli imballaggi sono stati progettati in plastica perché i costi di produzione dei laminati erano bassi, essendo la plastica derivata dal petrolio e adatta per garantire prestazioni più elevate, specialmente nella carne: quindi cercare di eguagliare tali prestazioni utilizzando materiali sostenibili può essere difficile.

Ci si sta orientando verso i vassoi in PP riciclabili che sono più sostenibili rispetto a quelli in polistirene della carne fresca e in PET per gli affettati.

Inoltre nel settore della carne c’è un aumento di interesse per gli imballaggi in cartone riciclabile e in carta più flessibile, dato che il ciclo di produzione della carta deriva completamente da una gestione sostenibile delle foreste. Si ripianta tanto e più di quello che si preleva (certificazione FSC e PEFC) e si riusa ampiamente materiale riciclato: entrambe sono forme virtuose di economia circolare. Il cartone non elimina completamente la necessità della plastica che protegge il cibo dal deterioramento, ne riduce però sensibilmente la quantità: in effetti è sufficiente stendere sul cartone un sottile laminato di plastica a contatto con gli alimenti per avere una barriera all’ossigeno e permettere la saldatura di un laminato superiore. E una volta aperta la confezione, la pellicola plastica può essere facilmente staccata dal cartone o dalla carta che possono quindi essere riciclati. Il cartone può anche venire fustellato e piegato in un vassoio, per essere eseguito su una termoformatrice e sigillatrice in atmosfera modificata o in skin.

Anche un vassoio di carta rigida che contiene la forma è esterno ai materiali protettivi della confezione in plastica formati all’interno, ma contribuisce a ridurre notevolmente il peso della confezione.

Il cartone o cartoncino politenato utilizzato come base è un materiale sottile e resi-

La conversione degli imballaggi verso materiali più sostenibili come la carta può offrire ai produttori di carne e salumi diversi vantaggi di immagine stente che riesce a mantenere al meglio la freschezza degli alimenti. Inoltre, consente di ridurre il volume dei rifiuti, poiché è più leggero rispetto alla plastica; può essere interamente stampato per riportare maggiori informazioni rispetto a una etichetta, anche riguardo la certificazione dei materiali con simboli e QR Code che può essere ripreso con lo smartphone per conoscere le origini e le certificazioni di prodotto.

La tendenza attuale di utilizzare vassoi di carta o cartone al posto della plastica è una scelta ecologica e sostenibile. Questi supporti sono biodegradabili e possono essere riciclati, il che li rende una scelta migliore per l’ambiente rispetto alla plastica [11].

Inoltre i vassoi in cartone politenato rigidi si prestano per essere utilizzati sia con lo skin che con l’atmosfera modificata, usando confezionatrici polifunzionali in grado di fare l’uno e l’altro prodotto.

Con la tecnologia skin, grazie all’utilizzo del vuoto, la pellicola posizionata nella zona superiore dello stampo aderisce come una seconda pelle sia al prodotto che al supporto a sostegno nella parte inferiore dello stampo, consentendo l’incremento della shelf-life tipico del confezionamento privo di aria.

Le confezioni finali risultano facili da aprire (grazie alla pelabilità dei materiali utilizzati); hanno un notevole appeal visivo; offrono una saldatura totalmente ermetica, con un altissimo grado di sicurezza e bassi rischi di danneggiamento; permettono condizioni igienico sanitario e di conservazione ai massimi livelli. Questo consente il prolungamento della vita commerciale del prodotto in quanto permette allo stesso, in confronto con altri sistemi differenti, di rimanere più a lungo sugli scaffali di vendita, con una maggiore visibilità (grazie anche alla possibilità di una esposizione verticale) e con una riduzione degli sprechi e dei resi per merito di un migliore controllo delle rotazioni e dei magazzini. Ne guadagnano anche i prodotti di salumeria stabilizzati con ridotta attività dell’acqua al di sotto della soglia critica per la crescita dei microrganismi come taluni salumi stagionati, che possono stare esposti in verticale anche fuori dai lineari refrigerati.

Conclusioni

I consumatori oggi, in particolare la generazione dei millennials, sono sempre più preoccupati di limitare il loro impatto negativo sull’ambiente. Per questo sostengono di più le aziende che sono in grado di fornire loro soluzioni di packaging sostenibile che abbiano un impatto minore sull’ambiente.

Sebbene dell’imballaggio alimentare non se ne può fare a meno, in particolare per prodotti altamente deperibili, la conversione degli imballaggi verso materiali più sostenibili come la carta può offrire ai produttori di carne e salumi diversi vantaggi di immagine. In primo luogo, mostra ai consumatori che l’azienda è interessata a preservare l’ambiente, il che può aumentare la fedeltà dei clienti e valorizzare l’immagine della marca. Inoltre, l’utilizzo di materiali sostenibili può contribuire a migliorare l’efficienza della produzione,

L’utilizzo di materiali sostenibili può contribuire a migliorare l’efficienza della produzione, riducendo al contempo i costi e offrendo un maggiore valore ai clienti riducendo al contempo i costi e offrendo un maggiore valore ai clienti. Del resto sebbene gli imballaggi in plastica incidano meno sul costo del confezionamento rispetto ai materiali alternativi, l’attenzione dei consumatori è ormai orientata verso packaging più sostenibili. Utilizzando il cartone, la plastica è ancora necessaria come materiale a contatto con l’alimento, ma se ne impiega molto di meno, quanto basta per creare una sottile lamina. Inoltre il cartoncino può essere presentato con stampe e varietà di colori per veicolare il marchio e i messaggi dell’azienda secondo le tendenze più sofisticate del design grafico. Il Consorzio del Prosciutto di Parma, tra gli altri, ha già segnalato l’intenzione di effettuare la transizione del packaging degli affettati, passando dalla plastica a questi materiali più sostenibili.

La comunicazione è essenziale per veicola-

Bibliografia

re il messaggio sull’importanza di utilizzare un packaging alimentare sostenibile per i prodotti di carne rossa e salumi. E i cartoni sono ideali per presentare le ultime tecnologie digitali che facilitano l’interazione con i consumatori. Queste tecnologie includono i QR Code, l’interazione tramite la realtà aumentata e i tag RFID. Il design dei cartoni è all’avanguardia anche nell’innovazione e nella promozione del marchio, specialmente per i prodotti di qualità premium.

L’impiego di imballaggi in cartone è in continua evoluzione ed è la scelta sostenibile del presente e del futuro. 

1. Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni – Il Green Deal europeo. COM/2019/640 final

2. https://quifinanza.it/green/inquinamento-plastica-cause-conseguenze/544769/. Consultato online il 7 maggio 2023

3. Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni – Una strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. COM/2020/381 final

4. Pro Carton (2018). European Consumers Packaging Perceptions Study - https://www.procarton.com/wp-content/uploads/2018/10/European-Consumer-Packaging-Perceptionsstudy-October-2018.pdf

5. Operazioni M. (2021). Qual è l’importanza dell’imballaggio e come può aumentare le vendite? In DCommerce.it: https://dcommerce.it/ecommerce/qual-e-limportanza-dellimballaggio-e-come-puo-aumentare-le-vendite/ - Consultato online il 18 maggio 2023

6. Yamaguchi N. (1990). Vacuum Packaging. In: Food packaging, Edited by Kadoya T., Academic Press. pp 272-292

7. Mullan M., Mc Dowell D. (2011). Modified Atmosphere Packaging. In: Food and Beverage Packaging Technology – 2nd edition, Edited by Coles R. and Kirwan M. – Blackwell Publishing Ltd. pp 263-294

8. Mazzola N., Sarantopoulus C.I.G.L. (2019). Packaging Design Alternatives for Meat Products. In: Food Processing, Edited by Marc R.A., IntechOpen. DOI: 10.5772/intechopen.88586

9. Hawthorne L.M., Beganovic A., Schwarz M., Noordanus A.W., Prem M., Zapf L., Scheibel S., Margreiter G., Huck C.H., Bach K. (2020). Suitability of Biodegradable Materials in Comparison with Conventional Packaging Materials for the Storage of Fresh Pork Products over Extended Shelf-Life Periods. Foods 9, 1802. https://doi.org/10.3390/foods9121802

10. Cenci-Goga B.T., Iulietto M.F., Sechi P., Borgogni E., Karama M., Grispoldi L. (2020). New Trends in Meat Packaging. Microbiol. Res. 11, 56-67.

11.

Advances in barrier and technologies for achieving sustainable packaging of food products – A review. In: Trends in Food Science & Technology 115, 461-485. https://www.sciencedirect.com/science/article/ abs/pii/S0924224421004106?via%3Dihub

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