OSSERVATORIO IMMOBILIARE UNGHERIA Aspetti macroeconomici e fiscali
INFORMATI
OSSERVA
INVESTI
AGOSTO 2017 1
SITUAZIONE MACROECONOMICA La situazione macroeconomica del paese sta sicuramente proseguendo il suo miglioramento, come dimostrano le ultime previsioni dell’Istituto di Ricerca Századvég (fonte vicina al governo), che nella sua pubblicazione di giugno ha stimato una crescita del PIL del 3,8% sia per il 2017 che per il 2018, rispetto al 3,6% e 3,4% prospettati nella pubblicazione di marzo. Crescita del PIL che potrebbe comunque diminuire al 3,5% a seconda del rendimento del settore agricolo, o superare il 4% se il livello degli investimenti andrà oltre le aspettative. Il PIL dovrebbe aumentare in seguito a due fattori: l’incremento dei consumi (secondo Századvég cresceranno del 3,7% nel 2017 e del 4% nel 2018) legato alle normative riguardanti l’innalzamento del salario minimo che porteranno un aumento degli stipendi medi del 12% nel 2017 e dell’8,6% nel 2018; l’intensificazione degli investimenti derivante dalla disponibilità di fondi provenienti dall’Unione Europea e dalla diminuzione dell’imposta sulle attività economiche al 9%.
Principali indicatori economici. (fonte : Fondo Monetario Internazionale, Trading Economics) PIL secondo trimestre 2017 +3,2%
Tasso di crescita PIL annuale 2018 2017
Tasso di rifinanziamento MNB: +0,9% Tasso di inflazione atteso 2018: +3,3%
2016 0,0%
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
3,0%
Italia
2016 0,9%
2017 1,1%
2018 1,1%
Ungheria
2,0%
2,9%
3,0%
Rating finanziario ungherese. Investment grade: qualità medioalta degli strumenti finanziari. ➢ Fitch : BBB- (outlook stabile) Maggio 2017 ➢ S&P: BBB-/A-3 (outlook positivo) Agosto 2017 ➢ Moody’s: Baa3 (outlook stabile) Marzo 2017
Italia
3,5%
Ungheria
Ulteriori notizie positive provenienti da Századvég riguardano il debito pubblico. Infatti secondo l’Istituto dovrebbe assestarsi sul 2,4% del PIL sia per quest’anno che per il prossimo, rispettando quelli che erano gli obiettivi governativi. Infine, secondo il Centro di Statistica Ungherese (KSH), il tasso di disoccupazione si è attestato nel secondo quarto a 4,3%, diminuendo dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 2
SITUAZIONE GENERALE DEL MERCATO IMMOBILIARE Osservando i dati riportati da KSH si può notare come il numero di immobili costruiti nel secondo trimestre si attesta a 2.913 unità, registrando un incremento del 42,8% rispetto al primo trimestre e del 46,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo incremento è stato guidato soprattutto da investimenti di grandi aziende, quasi raddoppiate rispetto al trimestre precedente (854 edifici nel 1Q, 1640 nel 2Q) mentre le costruzioni private sono rimaste pressoché stabili. Questo fenomeno ha caratterizzato soprattutto Budapest, dove il numero di edifici costruiti è passato dai 204 del primo trimestre ai 777 del secondo trimestre, con un incremento quasi esclusivo delle costruzioni provenienti da investimenti di grandi aziende, passate da 53 edifici nel 1Q a 621 edifici nel 2Q. Dati questi che danno un segnale forte sugli investimenti nel settore immobiliare nella capitale magiara. I permessi a costruire hanno riportato un valore record nel secondo quarto dell’anno, dove hanno raggiunto le 10.298 unità, incrementando dunque il già notevole valore di 9.525 registrato nel primo trimestre. E’ lecito di conseguenza aspettarsi un ulteriore incremento di immobili costruiti entro l’anno e nel 2018. I numeri considerati dimostrano che il programma CSOK destinato alle famiglie ungheresi sta continuando a produrre effetti all’interno del mercato immobiliare. Csaba Dömötör, segretario dell’ufficio del primo ministro, ha reso noto come siano state effettuate più di 50.000 richieste per un totale di più di 136 miliardi di fiorini. 3
SITUAZIONE GENERALE DEL MERCATO IMMOBILIARE DEGLI UFFICI Secondo quanto riportato da Cushman & Wakefield, nel secondo quarto del 2017 i rinnovi degli affitti rappresentano il 39% dell’intero mercato degli uffici, mentre gli affitti di nuovi locali e i cambi di locale ammontano al 52%. La percentuale di locali disponibili ha toccato il minimo storico all’8,6%. Gli affittuari sono destinati a rimanere negli uffici attualmente occupati per lunghi periodi, e il fatto che non ci siano numerosi nuovi spazi destinati a sorgere a breve porterà una diminuzione della disponibilità e ad un probabile incremento delle rendite. La zona principale nella quale vengono indirizzate le nuove costruzioni è sempre il corridoio di Váci Út, e normalmente vengono stipulati dei contratti di pre-affitto durante la realizzazione dei progetti. Generalmente si riscontra una situazione positiva, ed è prevista una nuova offerta di 720.000 metri quadri a Budapest nel periodo 2017-2019.
Posizione
€/m2 mese
€/m2 anno
Crescita % annua
Crescita % 5 anni
Budapest (CBD)
22,00
264
4,8
0,9
Budapest (Buda centrale)
16,00
192
1,6
1,3
Budapest (Vaci corridoio)
15,25
183
1,7
1,4
Budapest (periferia)
10,00
120
0,0
-1,9
Cushman & Wakefield
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SITUAZIONE GENERALE DEL MERCATO RETAIL Nel secondo trimestre del 2017, la domanda per le vie centrali come Váci Útca, Arena Plaza, West End, Mammut e Allee è rimasta elevata, e gli affitti subiranno una pressione verso l’alto, come riportato da Cushman & Wakefield. Una crescita importante degli affitti si è verificata in Váci Útca (20%) e Andrássy Útca (22%), oltre che nei centri commerciali principali (6%).
Negozi strada principale €/m2 al mese
€/m2 annuo
Crescita % Crescita % annuale 5 anni
Budapest (Vaci utca)
120
1.440
20,0
5,9
Budapest (Andrassy ut)
55
660
22,2
6,6
Cushman & Wakefield
E’ in corso una espansione dei commercianti locali e stranieri, e la domanda per una nuova fornitura di locali è in crescita. Il miglioramento delle condizioni di mercato ha spinto i fornitori degli spazi a realizzare nuovi progetti, come l’Etele City Centre da 53.000 metri quadri che dovrebbe essere consegnato nell’ultimo quarto del 2019.
Generalmente gli investimenti in grandi centri commerciali provengono da investitori stranieri, mentre le piccole transazioni sono portate avanti da investitori locali. Rendering Etele Plaza
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SITUAZIONE GENERALE DEL MERCATO INDUSTRIALE All’interno del mercato industriale, nel secondo trimestre si è riscontrata una situazione di crescita della domanda accompagnata ad una riduzione della disponibilità, come riportano I dati di Cushman & Wakefield. La percentuale di locali disponibili ha infatti toccato il minimo storico del 5,5% a Budapest.
Il settore registra una carenza di offerta rispetto alla crescente domanda, proveniente sia da aziende esistenti in espansione, sia da aziende che vorrebbero inserirsi nel mercato. La conseguenza è che il tasso di rinnovi è molto elevato, e si attesta al 75%, mentre la scarsa disponibilità e l’aumentare dei costi di costruzione hanno portato ad un aumento degli affitti del 4,3% nel secondo trimestre, che potrebbe incrementare ulteriormente durante l’anno. I rendimenti, rimasti stabili durante l’ultimo trimestre, dovrebbero subire una leggera diminuzione durante l’anno, dovuta alla forte competizione per ottenere i pochi immobili di valore a disposizione.
Posizione
€/m2 mese
€/m2 anno
Crescita % annua
Crescita % 5 anni
Budapest
3,65
43,8
4,3
0,8
Debrecen
3,50
42
0,0
0,0
Miskolc
3,50
42
0,0
0,0
Győr
3,50
42
0,0
0,0
Székesfehérvár
3,50
42
0,0
0,0
Cushman & Wakefield
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SITUAZIONE DEL MERCATO STUDENTI Un mercato sicuramente visto con ottimismo da parte degli investitori è sicuramente quello degli studenti, considerato la più credibile alternativa di investimento ai settori classici dove le rendite sono ormai stabili. Il 49% di un gruppo di investitori coinvolti in primavera in un questionario del CBRE, una delle più autorevoli agenzie immobiliari operanti in Ungheria, ha confermato come nel futuro prossimo il mercato degli studenti sia il più interessante. Secondo Tower International, nota agenzia immobiliare ungherese, ci sarà un aumento degli affitti del 5-10% a Budapest, raggiungendo quindi una media di 155-160 mila fiorini al mese. Durante il primo semestre gli affitti si assestavano su una media di 135.000 fiorini, con un incremento compreso tra l’8% e il 10% a giugno. I mesi estivi sono infatti quelli in cui gli affitti aumentano vertiginosamente in seguito alla grande domanda proveniente dai nuovi studenti universitari. Prezzi che poi tendono a stabilizzarsi durante il primo semestre dell’anno successivo.
Va comunque considerato che la risorsa degli studenti stranieri è spesso soggetta ad un ricambio ‘fisiologico’ trimestrale, semestrale o annuale, e questo può rappresentare un’arma a doppio taglio. Infatti, se è vero che normalmente la locazione di breve periodo può portare rendimenti più elevati, è anche vero che ciò sottopone il padrone di casa ad un maggiore impegno nella ricerca degli affittuari e nella supervisione durante la locazione.
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INVESTIMENTI PER I CITTADINI EUROPEI
Il mercato immobiliare ungherese è essenzialmente aperto a tutti i cittadini stranieri, grazie all’attività del governo locale che, soprattutto negli ultimi anni, ne ha favorito gli investimenti. Sebbene non ci siano particolari restrizioni, occorre evidenziare alcuni vincoli per la compravendita di determinate categorie di immobili. L’acquisto di immobili ad uso abitativo, commerciale ed industriale è totalmente libero da restrizioni e può essere effettuato da persone fisiche, giuridiche, ungheresi o stranieri. L’acquisto di terreni agricoli è soggetto a diverse prelazioni e autorizzazioni che ne rendono particolarmente difficile l’acquisto. Può essere effettuato solo dalle persone fisiche, mentre alle società e alle persone giuridiche non ne è consentito l’acquisto.
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INVESTIMENTI PER I CITTADINI STRANIERI Il mercato immobiliare ungherese è sempre più apprezzato dagli investitori stranieri. Infatti, secondo Ingatlan.com, circa il 6-7% degli acquisti immobiliari in Ungheria è concluso da stranieri, percentuale che sale al 15-20% se si considera solo Budapest. Secondo portfolio.hu, inoltre, nei quartieri più ricercati di Budapest la quota di compratori stranieri è compresa tra il 22% e il 27%. Il flusso di queste transazioni è stato favorito dalla disponibilità di accesso al credito delle istituzioni ungheresi. Secondo Krisztian Vincze, direttore del GDN Real Estate Network’s Credit Center, sebbene la cittadinanza sia importante per richiedere un prestito, ciò che conta maggiormente è la residenza. Inoltre, la possibilità di ricevere credito aumenta se lo stipendio è ricevuto in Ungheria.
La facilità di accesso al credito tuttavia si scontra spesso con le differenze metodologiche e linguistiche che ovviamente si vengono a creare quando si decide di investire in un mercato straniero. Per questo motivo è consigliabile rivolgersi a consulenti esperti che operano sul territorio da tempo ed hanno gestito precedentemente diversi tipi di complicazioni. ITL Group vanta un’esperienza più che ventennale nel settore della consulenza e dal 2013 trova le migliori soluzioni in campo immobiliare assistendo i suoi clienti anche grazie ad una serie di relazioni con le realtà e istituzioni locali che permettono di stringere accordi in maniera rapida e senza incomprensioni. 9
ITER PER L’ACQUISTO DELL’IMMOBILE Per quanto riguarda la procedura d’acquisto dell’immobile, questa risulta sostanzialmente semplice e implica pochi passaggi. L’iter può essere riassunto come segue:
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ASPETTI FISCALI DELL’INVESTIMENTO Imposta di registro E’ pari al 4% del valore dell'immobile da contratto e viene pagata dopo la comunicazione dell'ispettorato delle finanze ungherese. Il valore scende al 2% se l’immobile è acquistato a fini imprenditoriali e con rivendita entro 12 mesi. Imposta sugli immobili A seconda dei comuni può arrivare fino a 1.772 HUF al mq, da corrispondere ogni anno in due rate con scadenza il 15 Marzo e il 15 Settembre, nella generalità dei casi, se l’immobile produce reddito. Esistono comunque delle eccezioni che dipendono dalla libera decisione di ciascun distretto.
Imposta IVA (27% o 5%) A seconda del momento della vendita e della destinazione dell'immobile, ci sono limitazioni nel recupero dell'IVA. Nel caso in cui si abbia diritto al recupero, la liquidazione da parte dello stato è di circa 60 giorni (previo controllo accurato della documentazione comprovante il diritto). Assume particolare importanza la destinazione e la rivendita dell’immobile ai fini dell’obbligo di versamento e/o rimborso dell’Iva nel caso in cui l’immobile comprato ai fini dell’attività d’impresa (non legata alla compravendita immobiliare) dovesse essere rivenduto. L’imposta sul valore aggiunto è stata ridotta al 5% per la vendita di immobili per civile abitazione di nuova costruzione o che hanno ricevuto l’abitabilità nel 2016 nonostante fossero state costruite nel 2015.
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ASPETTI FISCALI DELL’INVESTIMENTO Le imposte sul reddito sono impostate come segue:
Persone Fisiche Se l'immobile viene rivenduto nei 5 anni, si paga il 16% sul differenziale tra acquisto e vendita e questa base diminuisce del 20% per ogni anno a partire dal primo fino ad essere pari a zero il quinto anno.
A questa si aggiunge l‘imposta comunale sulle attività economiche che ha la base imponibile equivalente a quella italiana (vecchia IRES) con un'aliquota del 2%.
Persone Giuridiche A partire dal 1 gennaio 2017 la tassazione sui redditi societari in Ungheria sarà pari ad un'aliquota unica nella misura del 9%. Continua pertanto il ricorso alla leva fiscale per incentivare la presenza e l'ingresso di nuovi business a sostegno dell'economia. La nuova aliquota appare come la più bassa in Europa.
Nel caso di affitti da immobili si paga il 16% e. Se l'affitto totalmente percepito nell'anno supera 1.000.000 HUF (circa 3400 €), si deve versare un’ulteriore imposta sanitaria del 14% sul percepito fino ad un massimo di 450.000 HUF annui. Tuttavia questa tassa ulteriore verrà eliminata a partire gennaio 2018.
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FOCUS: INVESTIRE IN UNGHERIA 5 MOTIVI PER INVESTIRE IN UNGHERIA RISPETTO ALL’ITALIA: RENDIMENTO MAGGIORE
TASSAZIONE INFERIORE
RATING MIGLIORE
MAGGIORE CRESCITA PIL PRO CAPITE
FIDUCIA CRESCENTE DELLE BANCHE
Migliori rendimenti a parità di rischio (dimostrata dal rating paese), minore tassazione e segnali positivi sul futuro quali crescita del PIL pro capite e fiducia bancaria dimostrano come al momento sia più conveniente un investimento in Ungheria piuttosto che in Italia. Nelle prossime pagine vi mostriamo i dettagli della nostra analisi: Valutazione di rischio nell’acquisto di debito pubblico S&P AAA
Germania
AA
Francia Rep. Ceca Slovacchia Polonia
A BBB
Italia
BB
Ungheria/ Portogallo
B
Grecia
CCC CC C 2013
2014
2015
2016
2017
In tema di investimenti è sempre importante osservare il rating creditizio della nazione nella quale si decide di investire per valutare la relazione rischio/rendimento. Nel grafico in alto possiamo osservare come l’agenzia di rating Standard and Poor’s (S&P) ha valutato alcuni paesi dal 2013 ad oggi. Nel 2013 l’Ungheria partiva dallo stesso rating (negativo) del Portogallo, BB. I due paesi hanno viaggiato di pari passo fino al 2015 dove entrambi sono stati valutati in maniera migliore con BB+. Tuttavia dal 2016 l’Ungheria ha ottenuto un ulteriore ‘upgrade’ passando ad un rating di BBB-, lo stesso dell’Italia, ma con addirittura una prospettiva positiva a differenza di quella stabile italiana. I rating assegnati a Grecia, Italia e Polonia mostrano come in questi ultimi cinque anni un miglioramento della valutazione non sia affatto scontato. Se ciò non sorprende per quanto riguarda la Grecia, il confronto con l’Italia è sicuramente significativo, mentre la Polonia per quanto abbia visto un peggioramento del suo rating nel 2016 rimane comunque con una valutazione positiva di BBB+ stabile. (Elaborazione interna ITL Real Estate) 13
FOCUS: INVESTIRE IN UNGHERIA Le due superpotenze europee, Germania e Francia, sono sicuramente un esempio da seguire, con delle valutazioni assolutamente positive e mantenute per tutti gli ultimi 5 anni (AAA per i tedeschi, AA per i francesi). La Rep. Ceca, la Polonia e la Slovacchia formano insieme all’Ungheria il Gruppo di Visengrád. Queste nazioni hanno un passato simile a quello ungherese e per questo motivo, unito alla prospettiva positiva assegnata da S&P, ci si aspetta che l’Ungheria possa ottenere i loro stessi risultati in termini di rating nel prossimo futuro PIL per capita in US$ (fonte: OECD) $50.000 $45.000 $40.000 $35.000 $30.000 $25.000 $20.000 $15.000 $10.000 $5.000 $0 Ungheria
Italia
Grecia
Portogallo 2013
2014
Polonia 2015
Rep. Ceca Slovacchia Germania
Francia
2016
Un altro dato interessante da analizzare è il PIL pro capite anche qui partendo dall’anno 2013 per poi arrivare fino al 2016. Non risulta sorprendente il fatto che in questi quattro anni considerati il PIL pro capite della Grecia sia cresciuto solo del 2,27%, così come il fatto che nei paesi già sviluppati come Francia e Italia la crescita sia stata contenuta (5% e 6,30% rispettivamente). La Germania anche da questo punto di vista rappresenta un esempio da seguire in quanto nonostante avesse un PIL pro capite elevato già nel 2013, ha raggiunto una crescita del 7,96%. I restanti paesi considerati, Ungheria inclusa, sono quelli che sono in maggiore crescita economica o che, come il Portogallo, stanno cercando di riprendersi dopo degli anni di difficoltà economica. Per questo motivo i tassi di crescita del PIL pro capite nel loro caso sono i più elevati tra i paesi considerati. In Ungheria si è verificata una crescita del 9,53%, in Portogallo del 9,72%, in Slovacchia del 9,74%. Il maggiore incremento si è registrato in Rep. Ceca, esattamente del 15,18%, seguita dalla Polonia che ha registrato un aumento del 12,46%. Anche questo indicatore è quindi positivo se si considera che l’Ungheria sta tenendo gli stessi ritmi di paesi storicamente a lei molto simili che però hanno già ottenuto risultati economici più importanti e rating altamente affidabili dalle maggiori agenzie internazionali (come per esempio la Slovacchia). (Elaborazione interna ITL Real Estate)
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FOCUS: INVESTIRE IN UNGHERIA Per investigare sulle potenzialità future del mercato immobiliare ungherese è importante confrontare i dati attuali con quelli relativi al periodo pre-crisi: 2008
2013
2014
2015
2016
MUTUI CONCESSI
145.504
40.663
53.664
68.434
81.184
SOMME EROGATE (MILIONI DI HUF) Di cui: Acquisti di appartamenti esistenti Acquisti di appartamenti nuovi Costruzioni
886.976 (64%) (15%) (12%)
168.261 (68%) (9%) (8%)
253.631 (72%) (6%) (6%)
361.282 (69%) (4%) (5%)
455.725 (74%) (5%) (8%)
DURATA MEDIA (ANNI) Di cui: Acquisti di appartamenti esistenti Acquisti di appartamenti nuovi Costruzioni
15,1 15,6 18,9 18,0
13,6 14,1 16,0 16,2
13,3 15,1 14,6 16,2
13,9 14,8 15,2 15,8
14,5 15,8 16,6 16,4
(Fonte: KSH)
Successivamente ai fasti del periodo pre-crisi (2008) nel settore immobiliare i risultati peggiori sono arrivati nel biennio 2013-2014, nel 2015 si è verificato un ritorno su livelli accettabili mentre il 2016 è stato l’anno della ripresa decisa del mercato. I valori del 2016 rappresentano quindi nella maggior parte dei casi il massimo raggiunto dal periodo successivo alla crisi. Come possiamo vedere la distribuzione del credito è cambiata notevolmente, con solo il 5% dedicato all’acquisto di appartamenti nuovi e solo l’8% dedicato alle costruzioni nel 2016, contro il 15% e 12% del 2008. Tuttavia, rispetto al 2015 il credito erogato per acquisti di appartamenti nuovi e per le costruzioni è quasi raddoppiato, sintomo di una positività nei confronti degli investimenti da parte del settore bancario che lentamente sta portando i dati verso i livelli pre-crisi. Ulteriore sintomo di positività è la durata dei mutui concessi, a livello medio quasi pari ai livelli del 2008 mentre per quanto riguarda gli acquisti di appartamenti esistenti addirittura superiore. Diverso è il discorso per quanto riguarda acquisti di appartamenti nuovi e costruzioni, ma rilevante è il fatto che in un anno la loro durata media sia passata dai 15,2 e 15,8 nel 2015 ai 16,6 e 16,4 nel 2016. Ci aspettiamo nel 2017 un incremento del credito riguardante le costruzioni che potrebbe superare il 10% del totale, ed un incremento del credito per acquisto di appartamenti nuovi in seguito al programma CSOK. Il ritrovato ottimismo e la fiducia crescente delle banche permetteranno probabilmente di allungare la durata dei mutui, con la durata media che potrebbe sfondare quota 15 anni come nei livelli pre-crisi. L’analisi di questi dati porta alla conclusione che il paese sta raggiungendo livelli di sicurezza e affidabilità importanti, e di conseguenza la tendenza degli investimenti immobiliari sarà quella di progetti di lungo termine (tipici di un mercato maturo) con un abbassamento delle rendite rispetto ai progetti di breve termine e alta redditività effettuati negli ultimi anni. (Elaborazione interna ITL Real Estate) 15
FINAL SUMMARY Alla luce dei dati analizzati all’interno di questo Osservatorio, la nostra opinione è che il mercato ungherese è fortemente condizionato dalle politiche nazionali. Reputiamo dunque che alcuni dati siano, per così dire, ‘inflazionati’. Le principali politiche che hanno condizionato il mercato sono due: 1. Il programma CSOK, che rappresenta un incentivo alle famiglie ungheresi ad effettuare l’acquisto di un immobile con una parte, o in alcuni casi il totale del finanziamento, con tassi molto agevolati. 2. La normativa riguardante l’innalzamento del salario minimo nel 2017 e nel 2018 rispettivamente del 15%+8% per i lavoratori generici e del 25%+12% per i lavoratori qualificati. La spinta data da queste politiche si scontra con un mercato che sta effettivamente crescendo, ma che vive alcune difficoltà fisiologiche in un percorso di sviluppo. Nel primo quarto del 2017 KSH ha riportato come i compratori di immobili hanno speso l’8,1% in più rispetto al primo quarto del 2016. Incremento significativo, ma inferiore rispetto a quello in doppia cifra degli anni precedenti, che dimostra come il mercato stia viaggiando verso la stabilità. Una ulteriore novità nel mercato immobiliare ungherese e in particolare in quello di Budapest potrebbe riguardare l’affitto turistico a breve periodo quale fonte di cash flow per piccoli investitori. Nelle maggiori capitali europee è già presente, o lo sarà a breve una normativa apposita in materia, dovuta in particolare all’utilizzo massiccio ed improprio di AirB&B come strumento della i-economy e delle conseguenze che questo utilizzo comporta nei confronti dei condomini (disturbi alla quiete e ricambio frequente di affittuari) e sotto forma di pressioni da parte delle lobby alberghiere che vedono ridotti i loro margini di guadagno. Ultimo esempio è Praga, dove, secondo quanto riporta haszon.hu, il fenomeno di AirB&B è cresciuto a dismisura, risultando in un aumento di venti volte nel numero degli appartamenti affittati, raggiungendo 14.000 unità, e generando un ingresso fiscale mancato di 120 milioni di corone. Si sta valutando l’introduzione di una regolamentazione specifica anche nella capitale Ceca, e a breve la stessa sorte potrebbe toccare a Budapest, dove sono sempre più frequenti le lamentele di condomini e alberghi sulle modalità di utilizzo degli strumenti della i-economy (AirB&B). ITL Real Estate, tramite una analisi giuridico-economica delle normative presenti in tutta Europa e grazie all’esperienza pratica sul mercato locale sta lavorando su diverse strategie per poter continuare a realizzare proficuamente e senza intoppi eventuali investimenti di affitto turistico a breve termine, che rispettino completamente le potenziali nuove normative, ed è in grado di fornire soluzioni tailor-made anche per investimenti di lungo termine. 16
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ITLGroup Kft. è la società leader nella consulenza alle imprese italiane in Ungheria, specializzata sul mercato magiaro dal 1995. In oltre 20 anni di attivitá lo studio ha accompagnato più di 500 societá a capitale italiano ad entrare sul mercato ungherese, sia sotto gli aspetti di internazionalizzazione della produzione che di investimento produttivo e immobiliare.
Federico Michele Brilli Head of Department at ITL Real Estate (+36 1) 269 5679 f.brilli@itlgroup.hu Szilvia Schenk Senior Consultant at ITL Real Estate (+36 1) 269 5679
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