Cuorebio Magazine | Novembre 2014

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NOVEMBRE/DICEMBRE 2014 dall’orto con amore

il topinambur salute e benessere

cuorebio magazine

Azienda in Trasparenza

Fattoria di Vaira

Sileno e l’arte del casaro

la piramide alimentare attività naturali

Euritmia: espressione dell’anima

i n se r t produt o t o ri

Le Ter di Ecore r


sommario 3

editoriale

una legame che ci unisce 4

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Azienda in Trasparenza

14 storie del mondo bio

Goel: fare ciò che si dice e dire ciò che si fa

Fattoria di Vaira Sileno e l’arte del casaro

16 oggi in cucina

la qualità risponde

18 speciale

dall’orto con amore

il topinambur 10 azienda del mese

English Tea Shop 12 il lunario di cuorebio

cestini di Natale per tutti i gusti viaggio all’origine del cibo 20 salute e benessere

la piramide alimentare

23 il valore della qualità

la varietà dei semi 24 il gesto quotidiano

buoni propositi 25 attività naturali

Euritmia: espressione dell’anima 26 turismo alternativo

capodanno in Sicilia, da Erice a Castellammare

27 l’angolo dei più piccoli

bambini, è Natale! 28 angolo delle buone pratiche

una settimana bio 29 attualità

Le Terre di Ecor

cuorebio magazine Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebio www.negozicuorebio.it Art Direction: www.metalli-lindberg.com Impaginazione: Ecocomunicazione.it

Stampa: Graficart

33 l’angolo del giardino

Editore: EcorNaturaSì Spa via De Besi 20/c (VR)

34 vivere a impatto quasi zero

adotta una zolla

news

un legame che ci unisce

Il Gambero Rosso premia Ariele Ristoro e Pizza Bio

Per il MAGAZINE utilizziamo inchiostri vegetali e carta Lenza Top Super riciclata 100%

32 oggi leggiamo...

la stella di Natale: come curarla

editoriale

Direttore responsabile: Luigi Speri Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 27/02/2014 n. 2011

inserto produttori Le Terre di Ecor Questo mondo è una meraviglia. Non c’è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia - ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente di essere parte di questa meraviglia - ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova? Tiziano Terzani

Siamo arrivati quasi al termine di questo 2014. Tante le notizie, gli argomenti e le iniziative “sfogliate” sul nostro magazine. Abbiamo condiviso con voi lettori tutte le informazioni possibili sul mondo del biologico e biodinamico, con buone notizie su nuove attività a difesa dell’ambiente e della salute dell’uomo, senza dimenticare, comunque di tenervi al corrente anche su argomenti scottanti come la situazione di pesticidi e OGM in Italia. In particolare quest’anno abbiamo seguito con voi l’andamento della semina OGM da parte di un agricoltore friulano, e la positiva (per il biologico e non solo) conclusione, grazie anche all’impegno profuso dalla task force “per un’Italia libera da OGM”. Il nostro desiderio per l’anno nuovo è di continuare a tenervi aggiornati, con positiva fiducia in un futuro diverso e possibile, invitandovi, però, a restare vigili, a non abbassare mai la guardia, osservando e riflettendo, con indipendenza e libertà di pensiero, su 2

cuorebio magazine

A pochi mesi dalla sua apertura, l’Ariele Ristoro e Pizza Bio di Conegliano (Treviso), che fa parte della rete Cuorebio, è stato inserito tra i 20 premiati con 3 tazzine e 3 chicchi del premio “Bar dell’Anno” della Guida dei migliori bar d’Italia del Gambero Rosso. Inoltre, ha ricevuto la menzione speciale della giuria per la “ricerca, le scelte di sostenibilità e fi liera, una fi losofia vincente’’.

quanto ci circonda, facendo sentire la propria voce, anche se fuori dal coro. I negozianti Cuorebio, che ogni giorno vi accolgono nei loro punti vendita, fanno da cassa di risonanza per la nostra comunicazione e da “ponte” con gli agricoltori e produttori biologici, mettendo a disposizione prodotti di qualità, controllati e certificati, pronti per essere da voi scelti e trasformati in cibo buono e sano (seguendo anche le nostre ricette). Insomma c’è un legame che ci unisce, una rete di cui condividiamo il disegno, che ci accoglie tutti. Perché c’è un posto per tutti: per chi coltiva bio e per chi lo cucina, per chi lo acquista e mangia tutti i giorni o anche solo una volta la settimana, per chi è vegetariano, vegano, onnivoro, allergico o intollerante (ma solo al cibo…), per chi si fa da sé il pane o lo yogurt e un sacco di altre cose, per chi conserva e trasforma tutti gli avanzi, per chi fa la raccolta differenziata, per chi sta iniziando a cambiare il proprio stile di vita cercando di avvicinarsi all’impatto zero (già uno o due andrebbero bene), ma anche per chi è incerto e non sa da che parte cominciare. Insomma in questa piccola comunità c’è una porta aperta per entrare e un’altra per uscire (e magari per rientrare ancora), uno spazio per discutere se non si è d’accordo e uno per festeggiare insieme se è Natale (come in questo numero) o se semplicemente si è raggiunto un risultato importante (vedi la soluzione della semina OGM). E, come dice Terzani, fare parte della stessa meraviglia che è la vita. Buona lettura!

Lo staff di Cuorebio

A partire da questo numero, all’interno di Cuorebio Magazine troverete le schede dedicate ai produttori de Le Terre di Ecor, con le ricette preparate utilizzando i prodotti di stagione da loro coltivati.

Bio per tutti Fino al 31 gennaio 2015 continua, nei negozi Cuorebio aderenti, l’iniziativa Bio per tutti: per la vostra spesa bio, potrete scegliere tra gli oltre 70 prodotti selezionati con un occhio di riguardo al prezzo. Bio per tutti è un mondo di specialità biologiche per tutte le famiglie.

errata corrige Ci sono stati segnalati alcuni errori di stampa nella pagina degli indirizzi inserita nel numero di settembre-ottobre del nostro magazine. Riportiamo dunque qui di seguito le correzioni relative ad alcuni punti vendita del Friuli Venezia Giulia: il punto vendita Biolife di Sistiana (TS) è una nuova apertura; il punto vendita Biolife Zoefood di Via Fabio Severo, a Trieste, è una nuova apertura con all’interno anche un punto ristoro. Infi ne, il Centro il Settimocielo di via San Giacomo in Monte di Trieste non comprende un punto ristoro e non è una nuova apertura. Ci scusiamo con gli interessati per la svista. cuorebio magazine

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in queste pagine: Sileno e alcune immagini della Fattoria Di Vaira foto interne di Colin Dutton; foto di copertina di Sabrina Scicchitano

azienda in Trasparenza

Fattoria di Vaira consigli per la spesa

Sileno e l’arte del casaro

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cuorebio magazine

Serve molta pazienza e tranquillità per diventare un bravo produttore di formaggi, ma a Sileno Di Bernardo queste qualità certo non mancano. Il casaro della Fattoria Di Vaira, infatti, conosce i ritmi della terra e degli animali (proviene da una famiglia di pastori abruzzesi e lui stesso, fino a trent’anni, ha praticato la pastorizia e la transumanza) e sa che per fare un formaggio buono serve prima di tutto un ottimo latte, prodotto da animali cresciuti in salute e in un contesto di benessere, senza stress. “Fare il casaro è un lavoro che richiede una grande passione; se non ce l’hai, è praticamente impossibile farlo bene – racconta – perché fisicamente è un’attività molto impegnativa, si lavora sempre con l’aria calda e umida del caseificio, condizione faticosa soprattutto in estate, e si tengono le mani immerse nei mastelli con l’acqua caldissima per la lavorazione e la mozzatura dei formaggi. D’altra parte, uno degli aspetti che più amo di questo lavoro è che davvero non si finisce mai di imparare e di migliorarsi: ogni giorno si presenta un’occasione per scoprire nuovi metodi e nuove produzioni. È una gran soddisfazione, che ripaga delle

fatiche”. La Fattoria biodinamica Di Vaira ha mantenuto qui a Petacciato, in provincia di Campobasso, un’impostazione tradizionale, con la presenza sia di una stalla di vacche da latte che di 500 ettari tra seminativi, vigneti, oliveti e ortaggi ed è quindi l’ambiente ideale per la realizzazione dell’organismo aziendale che prevede la biodinamica. Qui coltivazione e allevamento seguono con rigore gli insegnamenti di Rudolf Steiner (1861-1925), che sottolineava l’importanza dello stato di equilibrio fra le principali componenti dell’azienda agricola: il terreno, la pianta, l’animale e l’uomo. Sileno è uno di questi tasselli fondamentali, l’anello di congiunzione fra la fattoria e i suoi abitanti e una delle gamme di prodotti certificati Demeter che da qui escono per raggiungere i negozi Cuorebio: le mozzarelle, la ricotta, la scamorza, il caciocavallo, la caciotta e il nuovo formaggio spalmabile. Sileno – che abita a Termoli con la moglie e i due figli – è nato ad Alfedena, in provincia de L’Aquila. “Ho iniziato a conoscere questo lavoro in famiglia, poi ho smesso per un lungo periodo, durante il quale ho lavorato in una gastronomia. Lavorare alla

Di Vaira mi ha dato modo di ritornare alle origini, svolgendo un’attività che mi piaceva”. Alla Fattoria tutti lo conoscono come una persona tranquilla e riservata, ma anche come un ottimo insegnante, che sa spiegare con pazienza a chi passa per il caseificio, in primis gli ospiti dell’agriturismo, le diverse fasi del suo lavoro. Un’attività per niente semplice. “La cosa a cui davvero va posta la massima cura ed attenzione è la pulizia: degli ambienti, delle attrezzature in ogni singolo componente, del latte e del modo in cui viene trasportato, stoccato e trattato” spiega con calma. “Quando inizio la mia giornata di lavoro, verso le sette – racconta – per prima cosa vado a prendere il latte appena munto per portarlo subito in caseificio e versarlo nella macchina polivalente che mi permette le diverse lavorazioni dei formaggi. A seconda di quelli richiesti in quel dato giorno, il latte si riscalda o si termizza a 65°. Qui da noi la materia prima non subisce il processo di pastorizzazione, perché abbiamo scelto di produrre formaggi a latte crudo”. Le fasi di lavorazione prevedono l’innesto dei fermenti specifici per i vari formaggi, l’aggiunta del caglio per avviare la coagulazione, la rottura della cagliata – “naturalmente diversa per ogni formaggio” sottolinea Sileno – e il prelievo del siero per produrre la ricotta. Se si fanno formaggi a pasta fi lata, c’è l’attesa della maturazione della pasta, altrimenti si può direttamente mettere il formaggio nelle fuscelle che si fanno poi scolare sul tavolo aspersore. “Per i formaggi a pasta fi lata invece – spiega ancora Sileno – una volta completata la maturazione della pasta, avviene la fi latura in acqua a 85° nel mastello di lavorazione e quindi la realizzazione delle forme a mano, lavoro che di solito completo nel primo pomeriggio”. Il lavoro cambia ogni giorno a seconda del tipo di formaggio da produrre, a parte le ricotte che escono fresche dal piccolo caseificio della Di Vaira tutti i giorni. “La lavorazione più delicata è quella della mozzarella: serve una grande attenzione per capire la giusta maturazione della pasta, che varia ogni volta perché il latte è sempre diverso e di conseguenza dev’esserlo anche la sua lavorazione” racconta ancora Sileno, che spiega come la metodologia casearia per la trasformazione del latte di produzione biodinamica in formaggio non sia tanto differente da quella convenzionale. “La differenza sta nella qualità del latte, me ne rendo ben conto ogni giorno: il latte è la mia materia prima e un latte buono mi dà la possibilità di ottenere un prodotto buono, anzi a volte speciale, come penso possano ben dire i consumatori che conoscono i nostri prodotti”. cuorebio magazine

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il giusto prezzo azienda in Trasparenza

ricchezze. Viene trasformato in mozzarelle esclusivamente il latte aziendale, con la massima garanzia di tracciabilità.

i formaggi di Fattoria

I formaggi freschi a pasta fi lata Per ottenere le mozzarelle la materia prima viene riscaldata solo fino a 34-36 gradi e sono previste due successive rotture della cagliata. Poi si lascia maturare la pasta e quindi si procede alla fi latura. Si impasta fino a ottenere una massa compatta ed elastica, che viene successivamente modellata a mano o con un’apposita macchina, ottenendo i diversi formati. Dopo il rassodamento e l’immersione in un liquido salato, si passa al confezionamento. La pasta del fior di latte è consistente, ricca di siero. Di colore bianco porcellana, ha una superficie liscia e lucente. Il fior di latte si può trovare in vari formati come treccione, treccine, bocconcini, ciliegine e nella classica forma rotonda, in diversi formati.

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cuorebio magazine

Per curare le mucche si usa l’omeopatia e gli animali, se non sono al pascolo, hanno uno spazio coperto sufficiente per muoversi comodamente. Da quando l’allevamento è stato convertito alla biodinamica, inoltre, si evita di tagliare le corna agli animali: un gesto crudele, che compromette anche diversi fattori legati alla salute dei bovini, al temperamento e alla loro socialità. Come il latte crudo diventa formaggio Nel piccolissimo caseificio aziendale vengono lavorati la scamorza, il caciocavallo, la caciotta e il formaggio spalmabile. Le mozzarelle fior di latte disponibili nei negozi Cuorebio di tutta Italia, invece, vengono realizzati in un caseificio esterno, che lavora sempre a latte crudo. In Molise la tradizione della lavorazione del fior di latte è molto forte e la maestria del Caseificio Iannone consente di offrire un prodotto lavorato a regola d’arte. La lavorazione a latte crudo cambia ogni giorno, dando un prodotto non standardizzato. A volte è più saporito o consistente, a volte lo è meno, ma questo è segno che il latte è vitale. La diversità fa parte della scelta biodinamica ed è una delle sue

I detersivi e i detergenti chimici sono un elemento imprescindibile della vita quotidiana, ma spesso si parla del loro impatto sull’ecosistema. Com’è possibile conciliare il rispetto per l’ambiente con le abitudini di ogni giorno? Quando si può parlare di “detersivi ecologici”? Grazia (VE) I prodotti detergenti che si utilizzano per le pulizie domestiche sono soggetti a specifiche regolamentazioni. Va detto anche che non tutti

FATTORIA DI VAIRA Contrada Colle Calcioni s.n.c. Comune di Petacciato Campobasso www.fattoriadivaira.it

SPECIALE DETERSIVI

i detersivi hanno lo stesso impatto ambientale. Una componente importante è rappresentata dai tensioattivi che nei detersivi ecologici sono di origine vegetale, mentre nei prodotti convenzionali sono di derivazione petrolchimica e dunque maggiormente inquinanti per l’ambiente. Oltre a ciò nei detersivi ecologici certificati secondo uno dei disciplinari attualmente disponibili i prodotti non possono essere formulati con sostanze di sintesi come sbiancanti ottici o altri additivi che aumentano il grado di

Sento parlare di tensioattivi: potreste spiegarmi cosa sono e a cosa servono? Come si riconoscono? E nel caso di tensioattivo ecologico, cos’è che lo differenzia da uno inquinante? Sebastiano (GE) I tensioattivi sono sostanze che, per la loro composizione chimica, hanno la capacità di rimuovere lo sporco. Non tutti i tensioattivi inquinano allo stesso modo, ne esistono anche di “buoni”. Si dividono in quattro famiglie principali: tensioattivi anionici, non ionici, anfoteri e cationici. L’etichetta li deve riportare per legge, elencandoli per intervalli di quantità (< 5%, tra 5 e 15%, tra 15 e 30% e > 30%). I tensioattivi

utilizzati nei detersivi ecologici certificati sono ottenuti da materie prime di origine vegetale e quindi quando si ritrovano nell’ambiente sono maggiormente biodegradabili. Un tensioattivo si può considerare ecologico quando si degrada sia in ambienti ossigenati (aerobici), come per esempio le acque dei fiumi, sia in ambienti privi di ossigeno (anaerobici), come i fondali fangosi. I tensioattivi immessi sul mercato europeo sono certamente biodegradabili in ambienti aerobici, ma non tutti lo sono anche in mancanza di ossigeno. Questo ne determina il grado di incompatibilità ambientale e la pericolosità anche per quelle forme di vita che abitano sul fondo di mari e fiumi.

SCRIVETE A: Qualità, Cuorebio Casella Postale 31020 Zoppè (Tv), info@negozicuorebio.it

Azienda in Trasparenza è il nostro modo per raccontarti l’essenza del nostro lavoro, a sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e a tutela dell’attività dei produttori, vero patrimonio culturale, da rispettare e valorizzare. Il giusto prezzo è quello che garantisce una remunerazione equa, senza costare alla natura e alla salute dell’uomo, in termini di inquinamento e spreco di risorse.

29% 52% 19%

produttore trasporto, immagazzinamento e distribuzione punto vendita ed eventuali scarti

consigli per la spesa

Le mozzarelle, la ricotta, la scamorza, il caciocavallo, la caciotta e il nuovo formaggio spalmabile della Fattoria Di Vaira sono realizzati con latte crudo, il quale non viene sottoposto ad alcun trattamento di scrematura, omogeneizzazione, pastorizzazione o ultrafi ltrazione. Questo ne fa un alimento vivo, che esalta le caratteristiche di partenza e mantiene intatto il gusto originale, risultato di moltissimi fattori, come le caratteristiche della razza che produce il latte, l’alimentazione degli animali, la stagione e il clima. Chi produce latte crudo deve prestare più attenzione sia al benessere animale che alla condizioni dell’allevamento, due fattori cruciali per la qualità del latte. Le vacche qui si nutrono per la maggior parte con foraggi aziendali, con piccole integrazioni di cereali e legumi, per lo più di produzione interna. La maggior autosufficienza possibile è uno dei principali obiettivi dell’azienda. Le vacche della Di Vaira mediamente producono 16 litri di latte al giorno, un valore decisamente inferiore a quello di tante aziende, anche biologiche, dove le farine costituiscono anche il 40% della razione giornaliera. Alla Fattoria si pratica la rimonta interna e quindi le nuove generazioni di animali sono nate e cresciute in azienda. In molte aziende si usa il latte in polvere, ma alla Di Vaira si preferisce nutrire le vitelle con il latte vaccino per i primi cinque mesi, anche grazie a un gruppo di vacche balie. È un sistema costoso, anche perché quasi due quintali di latte al giorno sono sottratti alla trasformazione, ma gli animali crescono diversamente. Purtroppo il prezzo del latte non remunera questi sacrifici: ecco perché molte stalle sono in crisi. Anche la fecondazione delle manze rispetta gli animali: altrove, solitamente, le manze vengono fecondate già a 14 mesi, per anticipare il recupero del costo, ma qui si preferisce lavorare su animali selezionati nell’ottica della longevità, della salute e anche del buon carattere, piuttosto che della sola quantità di latte prodotto. La qualità è infatti inversamente proporzionale alla produttività: è un elemento fondamentale per chi lavora principalmente a latte crudo.

la qualità risponde

inquinamento del detersivo. I detersivi ecologici sono quindi molto complessi da produrre e necessitano quindi di maggiori costi di formulazione, ma sono più rispettosi dell’ambiente e anche della nostra pelle.

Busiate, fusilli e caserecce: ecco la nuova pasta integrale di grano duro Timilia. Ultima nata nella famiglia Alimenti Ritrovati, antiche varietà di cereali e legumi per riscoprire le tradizioni italiane e salvaguardare la biodiversità. Scoprili sul sito: www.ecor.it/alimenti-ritrovati

cuorebio magazine

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notizie dal mondo bio BIOVEGAN

ANDECHSER

scorzette di arancia e limone grattugiate

latti fermentati mango/vaniglia e fragola

Proveniente dal progetto Hand in Hand di Rapunzel, è un’alternativa vegetale al burro. Può essere impiegato per torte e glasse ed è l’ideale per preparare in casa il cioccolato. Basta scioglierlo a bagnomaria a 30-35 °C prima di mescolarlo con altri ingredienti.

Naturattiva propone un ampio assortimento di dessert e bevande vegetali. La bevanda di soia viene proposta nella versione al naturale, light e con calcio. Quest’ultima si caratterizza per un gusto gradevolmente dolce che la rende perfetta da consumare così com’è.

CASCINA BIANCA

BIONATURAE

yogurt magro alla nocciola IGP Piemonte

mirtillo e frutti di bosco da spalmare Due proposte perfette da spalmare sul pane o sulle fette biscottate, per iniziare al meglio la giornata o per concedersi una golosa merenda di frutta. Sono indicate anche per preparare dessert o come farcitura per crostate e biscotti ripieni.

Ingredienti 3 carciofi, 3 pezzi di radice di topinambur, 1 patata media, 2 spicchi di aglio tritato, 1 limone (succo e buccia), brodo vegetale, prezzemolo tritato, olio extravergine d’oliva, sale Procedimento Mondare i carciofi eliminando le foglie esterne. Tagliare a metà i cuori e privarli delle spine centrali. Immergerli in una ciotola con acqua e succo di limone. Lavare i topinambur fregando la parte esterna e pelandoli. Pelare la patata. Tagliare la patata e i topinambur a quadretti e i carciofi a fettine. Soffriggere 3 cucchiai di olio con l’aglio e aggiungere le verdure. Saltarle 2/3 minuti, salare e coprirle con il brodo. Cuocere per 15 minuti e spegnere. Frullare fino alla consistenza di una vellutata. Aggiustare di brodo vegetale se necessario. Impiattare e spolverare con prezzemolo tritato, la buccia grattugiata di limone e un filo d’olio. www.disanapianta.net

burro di cacao porzionato

bevanda di soia con calcio

cuorebio magazine

il topinambur

vellutata di carciofi e topinambur

RAPUNZEL

NATURATTIVA

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la ricetta

Andechser propone un’ampia gamma di latti fermentati, adatti per soddisfare i palati più diversi. La variante alla fragola incontra i gusti classici, mentre quella al mango e vaniglia è perfetta per chi cerca sapori più esotici.

Non appena sminuzzate, le scorzette vengono liofilizzate e confezionate in atmosfera protettiva per preservarne al meglio sapore e profumo. Queste scorzette grattugiate sono perfette per dare una nota agrumata ai vostri piatti dolci e non solo.

Uno yogurt denso e cremoso, arricchito dal gusto unico della nocciola Piemonte IGP. Coltivata tra Cuneo, Asti e Alessandria questa nocciola si contraddistingue per le eccellenti qualità organolettiche. In formato da 500 g e da 125 g x 2.

dall’orto con amore

Botanicamente noto come Helianthus tuberosus, il topinambur è un tubero commestibile appartenente alla famiglia delle Asteraceae o Compositae, conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme, rapa tedesca e patata canadese. Sembra, infatti, che sia proprio nativo del Canada e che, come molti altri prodotti originari d’oltreoceano, sia arrivato in Europa dopo la scoperta dell’America. È una pianta perenne dal fusto piuttosto alto, che può raggiungere anche i 3 metri d’altezza, contraddistinta da inconfondibili fiori gialli: chi di voi non li ha visti colorare fossati e rive di piccoli corsi d’acqua? Fioriscono a fine estate e, come i girasoli (cui peraltro assomigliano, anche se sono molto più piccoli), seguono con la corolla il sorgere del sole. Pare che proprio a questo comportamento si debba il suo nome botanico composto dalle parole helios, che in greco significa sole, e anthos, che significa invece fiore. Un tempo, il topinambur era molto utilizzato e diffuso, fino a quando è stato poi soppiantato dalla ben più conosciuta patata. Anche se è stato rivalutato, resta comunque un ortaggio non molto diffuso, che in molti non conoscono e non sanno come

utilizzare. In realtà, si presta a molti utilizzi in cucina ed è piuttosto facile da coltivare, anche nell’orto di casa. Si può iniziare interrando un tubero acquistato oppure partendo dal seme; è un’operazione che, se va a buon fine, andrà fatta soltanto una volta perché, dopo che la pianta ha attecchito, si moltiplicherà autonomamente e non sarà dunque necessario procedere a una nuova semina. Il trapianto o la semina devono avvenire in primavera, mentre la raccolta viene effettuata in inverno, o verso la fine dell’autunno, quando la parte superiore della pianta è ormai secca. Nel caso di terreni compatti, sarà necessario l’aiuto di un forcone, mentre potrà essere effettuata manualmente nel caso di terreni sciolti. Il topinambur è un ortaggio rustico, che inizia a dare i suoi frutti sin dal primo anno di coltivazione. Non ha particolari esigenze, va solo prestata attenzione al fatto che tende a essere piuttosto invadente con le altre colture. È una pianta piuttosto resistente, sia nel caso di climi caldi che freddi, anche se predilige un clima caldo-temperato e un’esposizione in pieno sole; per quanto riguarda le sue esigenze idriche, nella fase di crescita è me-

glio innaffiarla regolarmente, ma in seguito è in grado di resistere anche alla siccità. Al momento dell’acquisto, il topinambur deve apparire sodo e senza ammaccature. Una volta a casa, si consiglia di riporlo in frigorifero, avvolto in un sacchetto di carta, tenendo presente, però, che non si conserva molto a lungo. Il topinambur ha un sapore che ricorda quello del carciofo e si presta particolarmente all’abbinamento con questo ortaggio, ma anche a quello con le patate. Ha una superficie irregolare che non lo rende facile da pulire: si consiglia quindi di lavarlo e spazzolarlo accuratamente, prima di sbucciarlo. È un tipico ingrediente della cucina piemontese: viene infatti usato per la bagna cauda e con la fonduta. Può essere utilizzato crudo, grattugiato sulle insalate oppure tagliato a fettine e condito con olio, limone (che inoltre impedisce che annerisca), sale e prezzemolo. Se invece si decide di cuocerlo e presentarlo come contorno, lo si può bollire in acqua salata o cuocere al vapore oppure in padella, ma anche friggere. È inoltre utilizzato per zuppe, minestre e risotti. cuorebio magazine

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di tè all’anno, la fabbrica funziona solo per un turno al giorno, dalle 7.00 alle 15.30, senza turni di notte, né nei giorni festivi: un approccio molto particolare, che permette ai lavoratori di migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita. A capo dell’azienda vi sono Gamini Jayaweera, maestro miscelatore, fondatore e presidente, Suranga Herath, direttore generale, e Ranjeeva De Silva, che è a capo del marketing.

azienda del mese

English Tea Shop

I prodotti English Tea Shop Dopo aver iniziato la conversione al biologico dei piccoli agricoltori suoi fornitori, fin dai suoi primi giorni di vita, il marchio può oggi vantare un’ampia scelta di miscele biologiche uniche, proposte in tagli di diverse dimensioni e confezionate in pack differenti e inconfondibili. Proprio i pack hanno contribuito a rendere questo brand tra i più famosi brand di tè al mondo. Chi ama i prodotti English Tea Shop, infatti, non li apprezza, esclusivamente per la selezione degli ingredienti e per le loro caratteristiche organolettiche, ma anche perché rappresentano un nuovo modo di vivere il biologico. Le confezioni spiccano infatti per la loro allegria, per i colori vivaci e per il loro aspetto giovane e trendy, una veste accattivante sicuramente apprezzata dai tanti consumatori che ormai sono affezionati a questo brand. Sri Lanka: Amazon Teas Un fattore che ha certamente dato un enorme contributo al successo di English Tea Shop è la “Amazon Teas”, l’impianto di produzione dei suoi pregiati tè che, a dispetto del nome, è situata nello Sri Lanka (ex Ceylon). Per le sue strutture di confezionamento, l’Amazon Teas ha ottenuto tutte le principali certificazioni di sicurezza alimentare e i macchinari per insacchettare il tè svolgono un lavoro degno di un’opera d’arte. Con una capacità di produzione di oltre 750 milioni di bustine 10

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prodotto del mese

tè e infusi

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Nel suo impianto di produzione dello Sri Lanka, paese che vanta una lunga tradizione nella produzione del tè, English Tea Shop produce un’ampia gamma di tè e infusi biologici, abbinando le conoscenze tradizionali con moderni processi produttivi. Vengono proposti in confezioni gioiose e colorate da 20 filtri che li rendono non solo buoni da gustare, ma anche belli da vedere. Per gustarli al meglio si consiglia di mettere il filtro in una tazza e aggiungere 200 ml di acqua bollente; lasciare quindi in infusione per 5-6 minuti e aggiungere limone, zucchero o miele a piacere. I tè vengono miscelati secondo la migliore tradizione

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british. English Breakfast (1) e Early Grey (2) sono due tè classici inglesi. Entrambi vengono preparati utilizzando miscele di tè nero, biologico e Fairtrade, coltivato nello Sri Lanka; l’Early Grey si contraddistingue per l’aroma naturale di bergamotto. Come dice il nome, il White Tea (3) è invece un delizioso tè bianco, naturalmente dolce, dal tocco leggero e dall’aroma delicato. Oltre ai tè, English Tea Shop propone poi un ampio assortimento di infusi, sempre in attraenti confezioni da 20 filtri. Ve ne proponiamo alcuni. Il tè verde melograno (4) è una miscela dolce e aromatica, ricca di gusto, che

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ENGLISH TEA SHOP (UK) LTD Unit 6, Abbey Road Business Centre Abbey Road, Pity Me County Durham DH1 5JZ United Kingdom www.etsteas.co.uk

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stuzzicherà le vostre papille gustative. Abbina l’aromatico tè verde ai profumati petali di rosa e a pezzi di melagrana matura. L’aroma naturale di melagrana completa questo infuso assolutamente unico. Il Cioccolato Super Berry Burst (5) è un infuso ricco di sapore, con sorprendenti note piccanti che danzeranno sul vostro palato. Senza caffeina, è preparato con rooibos, ibisco, pezzi di fave di cacao tostate, liquirizia, vaniglia, estratti di lampone, di ribes nero e di melagrana, completati dagli aromi naturali del cioccolato, di fragola e lampone.

consigli per la spesa

English Tea Shop è un’azienda britannica fondata nel 2012 con l’intento di commercializzare in tutto il mondo i suoi tè prodotti nello Sri Lanka, che oggi vengono venduti in oltre 35 Paesi, non solo in Europa. Sin dal principio, l’obiettivo principale dell’azienda è stato quello di proporre al mercato internazionale una gamma assolutamente unica di tè e infusi biologici, prestando attenzione alla salute dei consumatori, senza però perdere di vista i produttori, garantendo condizioni eque ai piccoli agricoltori nel sud del mondo che coltivano le piantine di tè.

Qualità dei prodotti e responsabilità sociale English Tea Shop non vuole limitarsi a offrire prodotti buoni dal punto di vista organolettico, ma vuole fare molto di più. S’impegna, infatti, a utilizzare i migliori ingredienti, provenienti da piccole aziende agricole di tutto il mondo, che coltivano in maniera responsabile. La scelta di produrre tè biologici, alcuni dei quali certificati Fairtrade, è garanzia dell’impegno dell’azienda e degli agricoltori suoi partner ad adottare pratiche sostenibili che preserveranno la terra come dono anche per le generazioni future. Una volta arrivati alla fabbrica, gli ingredienti vengono puliti e sottoposti a fumigazione con metodi naturali, come previsto dalla normativa sul biologico. Le sostanze chimiche sono del tutto escluse da qualsi-

asi momento della fase produttiva: tutti gli aromi utilizzati nelle miscele sono naturali, come stabilito dalle normative sul biologico, e non si utilizzano aromi sintetici elaborati utilizzando sostanze chimiche. Oltre alla scelta degli ingredienti e all’attenzione ai processi produttivi, English Tea Shop ha avviato un progetto di responsabilità sociale unico, ispirato a valori quali l’amore, la cura e il cambiamento. Il progetto si propone di elevare il tenore di vita e migliorare le competenze trasversali di tutti i collaboratori. Oltre ai corsi e ai workshop che mirano a diffondere la conoscenza dei lavoratori nelle aree di sviluppo della personalità, nella finanza domestica, nel marketing e in altre discipline, il progetto prevede anche la fornitura di articoli come computer e oggetti di cartoleria. L’obiettivo per il futuro è accrescere le dimensioni del progetto, così da poter migliorare continuamente i contributi ai lavoratori e alle loro famiglie.

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il lunario La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

notizie dal mondo bio

novembre

dicembre

LUGLIO

LUGLIO IN CUCINA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

IN CUCINA

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le conserve

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rinvaso

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potatura

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concimazione

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legenda Luna piena nuova

In cucina:

Cura della persona: taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica giornata di relax

Piante di casa:

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

PERLAGE

BIOHOMBRE

Prosecco spumante di Valdobbiadene Animae Brut DOCG senza solfiti aggiunti

parmigiano reggiano DOP grattugiato

Un vino di colore giallo paglierino intenso con riflessi verdognoli. Ottimo come aperitivo, è indicato anche a tutto pasto per accompagnare risotti, pesce e dessert. Si consiglia di servirlo a una temperatura di 8-10 °C.

Solo le forme selezionate di Parmigiano Reggiano BioHombre sono destinate alla grattugia. Il formaggio così ottenuto viene in seguito confezionato in atmosfera protettiva, naturalmente senza aggiunta di conservanti e senza processi di essicazione. In bustine da 45 g.

MACHANDEL

fagioli bianchi al naturale

ECOR

pane azzimo di farro

Machandel propone un ampio assortimento di ortaggi, ma anche di legumi, in vetro. Come questi fagioli cannellini conservati in acqua e sale marino. Ideali per tutti coloro che nella loro alimentazione non vogliono rinunciare ai legumi.

Il pane azzimo ha una storia antica: un tempo si preparava cuocendolo sulle pietre o sulla cenere roventi. Si prepara con farina e acqua, senza lieviti né processi di fermentazione. Ecor lo propone in diverse varietà, come quella a base di farina di farro.

LA SPIGA BIO

BIONATURAE

ravioli di farro vegetariani

olio extravergine d’oliva

Un morbido impasto di farina di farro racchiude un gustoso ripieno vegetariano: questo è il segreto di questi ravioli. Un primo piatto che si prepara in poco tempo, adatto per pasti veloci, senza rinunciare a sapore e qualità.

Un olio extravergine d’oliva di colore verde con riflessi dorati, ottenuto da spremitura meccanica a freddo. Con il suo gusto intenso, con sentori di mandorle fresche, è perfetto per condire ed esaltare i sapori di verdure, pasta e pesce.

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cuorebio magazine

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Fino a oggi abbiamo dedicato questo spazio alle persone che con le loro tante attività hanno dato un importante contributo per lo sviluppo del biologico. In questo numero abbiamo deciso di raccontarvi la storia di Goel, un gruppo cooperativo che opera principalmente nella Locride, in Calabria, ma che si considera un ponte di collegamento anche con altre realtà, italiane ed estere, nella lotta contro la ‘ndrangheta e le massonerie deviate. Il nome Goel ha radici bibliche (in ebraico significa “riscattatore”) e sta a significare la funzione di liberazione e riscatto che il consorzio intende rivestire nel territorio nei confronti delle fasce sociali escluse ed emarginate. L’ha spiegato bene Vincenzo Linarello, fondatore e presidente di Goel, che ci ha raccontato in cosa consiste l’attività del gruppo e ci ha spiegato il collegamento con l’agricoltura biologica. Il motto di Goel è fare ciò che si dice e dire ciò che si fa. La missione, chiaramente indicata nello statuto, è semplice e precisa: “per il cambiamento della Locride e della Calabria nell’affermazione piena della libertà, della democrazia, della sussidiarietà, della giustizia sociale ed economica, del rispetto dei diritti delle persone e fasce sociali più deboli e marginali, del bene comune delle comunità locali.”

Goel: fare ciò che si dice e dire ciò che si fa 14

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Cangiari: il primo marchio di moda eco-etica di fascia alta in Italia. In calabrese e siciliano, “cangiari” significa “cambiare”, se stessi, ma anche il mondo. I tessuti degli abiti CANGIARI sono prodotti al telaio a mano e realizzati con materiali e colorazioni biologiche. Inoltre, la produzione è completamente Made in Italy. I Viaggi di Goel: una gamma di pacchetti turistici, proposti attraverso il Tour Operator “Turismo Responsabile”, per offrire una nuova immagine della Locride e della Calabria. I temi dei pacchetti proposti sono legalità, gastronomia, artigianato, natura, scuola e sociale. Per scoprire queste e altre iniziative di Goel, www.goel.coop

Il gruppo nasce nel 2003 come frutto di un percorso decennale d’impegno della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Locri-Gerace, per contrastare la disoccupazione e per attivare un cambiamento profondo nel territorio, attraverso un sistema di sviluppo equo. “Con le arance, infatti, noi riconosciamo ai nostri soci un prezzo minimo di 40 centesimi al kg, otto volte più dei 5 centesimi ai quali normalmente vengono pagate. È un prezzo nato dal calcolo fatto con i nostri agricoltori per stabilire la base minima per pretendere il lavoro legale nelle aziende agricole”.

consigli per la spesa

storie del mondo bio

Goel Bio All’interno del gruppo sorge ben presto l’esigenza di creare una cooperativa sociale agricola biologica (certificata da Icea, Istituto di certificazione etica e ambientale), per rispondere sia alle aggressioni della ‘ndrangheta che al prezzo degli agrumi, talmente basso da non coprire i costi di produzione e quelli dei braccianti. Il gruppo ha invitato a farne parte tutte le aziende agricole biologiche o disposte ad avviare la conversione e che avevano subito aggressioni. Nasce così Goel Bio. A cui, dopo poco tempo, hanno iniziato ad avvicinarsi anche aziende che, pur non essendo vittime, sceglievano di prendere una posizione esplicita contro la ‘ndrangheta. I soci di GOEL Bio appartengono a tre categorie: cooperative sociali che fanno inserimento lavorativo di persone svantaggiate, aziende agricole vittime di ‘ndrangheta e altre aziende che, pur non essendo vittime, vogliono opporsi alla ‘ndrangheta. “Abbiamo aggregato tutte queste realtà per creare una filiera organizzata fino alla distribuzione e per farle diventare più forti. Volevamo anche dare un messaggio al resto del territorio: chi decide di mettersi contro la ‘ndrangheta non è uno che non ha capito nulla della vita, ma addirittura riceve un prezzo maggiore per i suoi prodotti, vince sul mercato. È questo il messaggio che vogliamo mandare avanti”.

Goel è anche…

Contratti rigorosi “In cambio di tutto questo” continua Linarello “i nostri soci firmano un contratto di conferimento molto rigoroso dal punto di vista etico, in cui si obbligano a lasciarsi ispezionare l’azienda senza preavviso. Nel caso in cui vengano rilevate irregolarità, o lavoro nero, il socio viene esplulso da GOEL Bio e sono previ-

ste sanzioni da 10.000 euro. Tutto questo è codificato in un protocollo, che a breve sarà reso pubblico sul nostro sito www.goel.coop/bio”. La collaborazione con EcorNaturaSì “EcorNaturaSì è diventata socio sovventore di Goel Bio, con un accordo che va oltre la fornitura di prodotti, in primis le clementine, in vendita nel reparto ortofrutta dei negozi Cuorebio. Per noi questa condivisione assume un significato molto importante, anche di sostegno non solo da un punto di visto economico per la nostra missione. Ci fa sentire meno soli e isolati, perché l’affermazione della legalità non può essere un problema solo del Sud”. Alleanza per la Calabria “Insieme a tutte queste attività, siamo molto attivi nella lotta all’infiltrazione della ‘ndrangheta anche nelle altre regioni. Nel 2008 abbiamo avviato la rete Alleanza

con la Calabria che ha lo scopo di combattere la ‘ndrangheta insieme ai calabresi anche fuori dalla Calabria. Questo movimento oggi conta 750 enti, organizzazioni e imprese di diverso tipo in tutta Italia e più di 3200 persone che hanno aderito a titolo individuale. Sul nostro sito ci sono anche altri dettagli”. Dove trovare i prodotti Goel Bio Da novembre, potete trovare nei negozi Cuorebio, oltre alle clementine, altri prodotti a marchio Goel Bio: le marmellate di clementine, bergamotto e di agrumi misti, l’olio extravergine di oliva Geracese monocultivar, le vellutate di peperoncino e di cipolle rosse, il miele di fiori d’arancio e il nettare d’api al mandarino e di bergamotto.

GOEL BIO www.goel.coop/bio cuorebio magazine

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foto e styling di Sabrina Scicchitano

tre varianti per soddisfare le diverse esigenze dei vostri ospiti

oggi in cucina

• 1 manciata di pistacchi • 2 cucchiaini di aceto balsamico • olio extravergine di oliva

Ingredienti per 12 cestini

cestini di Natale per tutti i gusti

• 3 barattoli di fave • 2 confezioni di pasta sfoglia

Per il cestino onnivoro:

• 1 confezione di salmone selvaggio • 2 cucchiai di yogurt al naturale • 1 manciata di pistacchi • olio extravergine di oliva

Per il cestino vegano:

• 2 cucchiai di crema di farro • 1 manciata di pistacchi • olio extravergine di oliva

Occorrente: • fagioli secchi

Per il cestino vegetariano:

• 1 etto di gorgonzola

Accendete il forno a 180°. Srotolate la pasta sfoglia e ricavate dei cerchi grandi come i vostri stampini: se necessario, imburrateli e passateli con burro e farina, eliminandone l’eccesso. Appoggiate la pasta curando bene il bordo con le dita; tagliate alcuni quadrati di carta da forno, appoggiateli sopra la pasta e riempite con fagioli secchi; infornate per 12/15 minuti finché li vedrete appena dorati sui bordi. Intanto scolate e sgusciate a mano le fave,

passatele al setaccio o frullatele aggiustando di sale e unendo un filo d’olio. Dividete la crema in tre ciotoline: in una aggiungete un cucchiaio di crema di farro, in un’altra un cucchiaio di yogurt, nell’altra un cucchiaino d’aceto balsamico, poi un filo d’olio su tutte. Togliete la carta da forno e i fagioli dai cestini: riempitene 4 con la crema di fave e yogurt, inserendo al centro una rosetta creata con fettine sottili di salmone, altri 4 con la crema di farro e fave, e altri 4 con la crema di fave e aceto balsamico, con pezzettini di gorgonzola. Spezzettate i pistacchi e decorate tutti i cestini.

MACHANDEL

ISOLA BIO

ARRIGONI

carpaccio di salmone reale selvaggio

fave al naturale

crema di farro da cucina

gorgonzola dolce DOP

Le fave sono legumi noti nella tradizione gastronomica mediterranea fi n dall’antichità. Machandel, specialista nelle verdure in vaso di vetro, le propone provenienti da coltivazione biodinamica. Ideali come contorno, ma anche come ingrediente per tante ricette.

Una squisita crema da cucina completamente vegetale, a base di farro. Il suo gusto leggero la rende un ingrediente versatile, indicato per tante ricette: dalle salse ai piatti salati fino ai dessert. Nel pratico formato Edge da 200 ml, con tappo richiudibile.

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consigli per la spesa

SCANDIA

Il salmone reale selvaggio viene pescato nel nord del Pacifico da pesca sostenibile e trattato a bordo della nave per garantirne freschezza e salubrità anche nel consumo a crudo. Confezionato in a.p. è pronto per essere gustato nella sua naturalezza.

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• carta forno • stampini

Un formaggio erborinato, con una pasta morbida burrosa e fondente, prodotto con latte di vacca intero. Con il suo gusto dolce e la sua consistenza cremosa, è l’ideale semplicemente spalmato sul pane, ma si presta anche a golose ricette.

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speciale

viaggio all’origine del cibo sarà disponibile da dicembre il terzo Quaderno di Valore Alimentare

i quaderni

viaggio all’origine del cibo per un’alimentazione di qualità

Autori 7ari

Si chiama “Viaggio all’origine del cibo” e si può considerare l’essenza del messaggio che la rivista online Valore Alimentare porta avanti da ormai dieci anni. E di un viaggio vero e proprio si tratta in questo libro, partendo da una considerazione: del cibo di cui ci nutriamo e che introduciamo nel nostro corpo, sappiamo nulla o poco e spesso in maniera confusa. Del cibo non ci preoccupiamo più, salvo quando origina dei disturbi e ci condiziona la vita. Riappropriarci di questo valore è invece necessario per capire chi siamo, da dove veniamo e (anche) dove vorremmo andare. Il viaggio per riappropriarci di questo elemento vitale parte dal regno vegetale e quindi dalla terra e dalla sua fertilità che non viene considerata dall’agricoltura convenzionale e invece viene coltivata e 18

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nutrita nell’approccio biologico e biodinamico (Paolo Pistis, agricoltore biodinamico). Il secondo passaggio è dedicato agli animali e a come vivono negli allevamenti tradizionali, confrontati con quelle realtà che rispettano le caratteristiche proprie di ciascuna specie (gli allevamenti biologici, descritti da Marcello Volanti, veterinario). La prima parte si conclude trattando i processi di conservazione e trasformazione: vegetali e animali diventano parte della catena produttiva allo scopo di creare alimenti più o meno lavorati e “conditi” a seconda dei gusti dei consumatori teorizzati dalla moderna industria alimentare (Andrea Curioni, Università di Padova) e a seconda delle esigenze di conservazione. Il viaggio prosegue approfondendo alcuni degli aspetti di più stretta attualità che interrogano il mondo dell’agricoltura, ma non solo: i danni alla salute derivati dall’impiego di pesticidi (Carlo Modonesi, Università di Parma) e i rischi insiti negli OGM (Marcello Buiatti, genetista). L’ultimo passaggio è dedicato alla qualità del cibo (Matteo Giannattasio, Università di Napoli, direttore scientifico della rivista on-line): come fare a riconoscere un cibo di qualità e che cosa intendiamo con questo concetto. Come scegliere nella consapevolezza di avvicinarci a una qualità attendibile, nel rispetto della nostra salute e di quella della terra che dovrebbe starci a cuore. “Viaggio all’origine del cibo” vuole percorrere a ritroso il cammino che le generazioni precedenti non avevano bisogno di intraprendere, dato che vivevano un rapporto più sacro e riconoscente nei confronti di ciò che madre natura elargiva. Un cammino che oggi abbiamo bisogno di ripercorrere con consapevolezza, per riappropriarci di un rapporto più sano con ciò di cui ci nutriamo e di cui siamo fatti.

i negozi cuorebio ti augurano buone Feste!

Gravidanza e alimentazione “Gravidanza e alimentazione: nutrire anima e corpo con cibo di qualità” è il primo dei Quaderni di Valore Alimentare. Firmato da Matteo Giannattasio, il libro parte dalla convinzione, suffragata da dati scientifici, che con un’alimentazione sana ed equilibrata fin dal concepimento si possa ovviare a tanti disturbi legati alla gravidanza e contribuire al benessere del nascituro. Ha anche l’obiettivo di suggerire le migliori condizioni per una ritrovata serenità in questo particolare momento di attesa. Allergie e intolleranze Impegnato da diversi anni nell’ambito della ricerca scientifica universitaria e in quello medico, collaborando con il servizio di Allergologia dell’ospedale San Gallicano di Roma, Matteo Giannattasio ha firmato anche il secondo dei Quaderni di Valore Alimentare, “Allergie e intolleranze alimentari. I consigli, le diete e il cibo di qualità”. Il libro approfondisce tematiche su cui la confusione regna spesso sovrana, elencando le differenze tra allergia e intolleranza, presentando i test più accreditati e attendibili e affrontando il tema delle diete più appropriate. Molta attenzione viene dedicata alla qualità del cibo e si parla anche di prevenzione.

www.negozicuorebio.it

Per le vostre feste, un cremoso fine pasto

“mascarpone” dolce vegan 200 g di fagioli cannellini già cotti 75 g di dessert di soia bianco al naturale • 25 g di sciroppo di agave • 20 g di crema di burro d’arachidi • •

messaggio promozional-letterario

valore alimentare

Procedimento Lavorare i cannellini con un frullatore a immersione fino a ottenere una consistenza morbida. Con una frusta, per evitare la formazione di grumi, incorporare lo sciroppo d’agave al dessert di soia. Trasferire la crema di cannellini in una ciotola e aggiungere il dessert di soia così dolcificato, amalgamando il tutto. Incorporare il burro d’arachidi, continuando a lavorare il composto con la frusta ancora per qualche minuto, fino a raggiungere una consistenza soffice e spumosa. Si conserva in frigorifero per tre giorni in un contenitore ermetico. Può essere utilizzato come base per i dolci che prevedono l’uso di mascarpone, come il tiramisù e come crema per accompagnare panettone e pandoro.

coppette di crema al “mascarpone” Per 4 persone: • 300 g di “mascarpone” dolce vegan (vedi ricetta a lato) • 50 g di crema di mandorle • 100 g di frutta secca mista • 50 g di uvetta sultanina • sciroppo di acero (facoltativo) Aggiungere al “mascarpone” vegan la crema di mandorle e amalgamare bene. Far riposare il composto almeno due ore in frigorifero. Disporre una base di frutta secca e uvetta nelle coppette e ricoprire con la crema. Guarnire con altra frutta secca e un po’ di sciroppo d’acero.

Ricetta e foto a cura di Grazia Cacciola www.erbaviola.com

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salute e benessere

la piramide alimentare Da decenni il consumismo alimentare dilaga nei Paesi industrializzati (mentre, paradossalmente, nei Paesi del terzo mondo si può ancora morire di fame). Dal consumismo alimentare al dilagare delle malattie degenerative il passo è stato breve e perciò molti Paesi affetti da questa piaga hanno avvertito la necessità di elaborare “linee guida per una sana alimentazione” tenendo conto delle indicazioni dell’OMS1. Quelle attualmente proposte in Italia e in molti altri Paesi occidentali si ispirano più o meno tutte alla benemerita dieta mediterranea2, ma ciascun Paese, nell’elaborare le proprie, ha tenuto anche conto delle locali tradizioni culinarie3. La piramide alimentare non è altro che una rappresentazione in forma geometrica, la piramide appunto, di queste linee guida.

Com’è strutturata la nostra e quali sono i pilastri che la sorreggono? Quella che presentiamo è stata costruita prendendo a modello due piramidi elaborate da esperti, “La Piramide Alimentare italiana” (www.piramideitaliana.it) e “La Piramide Alimentare Toscana” (www.regione.toscana.it). La piramide alimentare italiana Gli alimenti sono riuniti in 6 gruppi in base alle loro prevalenti caratteristiche nutrizionali. Ciascun gruppo è collocato in uno dei 6 piani in cui è divisa la piramide a seconda della frequenza con cui gli alimenti che vi appartengono devono essere consumati: più bassa è la frequenza, più in alto è la collocazione. Pertanto, alla base della piramide sono collocate frutta e verdura perché, per il

loro elevato contenuto in sostanze salutari, sono gli alimenti che vanno consumati con maggiore frequenza. Poi al piano di sopra si trovano quelli che apportano, sotto forma di amido, i carboidrati complessi (cioè composti da lunghe catene di glucosio) che sono i nutrienti che dobbiamo assumere quotidianamente in maggiore quantità. Proseguendo ancora verso l’alto, troviamo in successione gli altri alimenti che devono essere consumati con sempre minore frequenza. I pilastri su cui si regge la piramide sono otto. Mancandone anche uno soltanto, la piramide traballa e il nostro metabolismo rischia di andare in sofferenza. Possono allora comparire i sintomi della sindrome metabolica (glicemia e colesterolemia oltre, anche se di poco, i valori normali; lieve ipertensione e fegato grasso) che è l’anticamera del diabete e delle malattie cardiovascolari di natura degenerativa. Stando alle statistiche, soffrirebbe di questa sindrome un europeo su sei4. Primo pilastro: solo alimenti freschi e trasformati con processi naturali La piramide alimentare è edificata con i seguenti alimenti: • Alimenti freschi, vegetali e animali (frutta, verdura, latte, pesce, carne, uova); • Alimenti vegetali, come cereali, legumi,

patate e castagne, che si conservano a lungo naturalmente. I cereali vanno consumati integrali o semintegrali e il pane da preferire è quello ottenuto lievitando l’impasto con la pasta madre. • Prodotti che si ottengono sottoponendo alimenti come latte, farina e olive, a processi biologici naturali, come la fermentazione (yogurt, pane, formaggi freschi), eventualmente seguiti da un processo di maturazione (formaggi stagionati), oppure a trattamenti tecnologici di estrema semplicità (pasta, olio extravergine di oliva, burro). Secondo pilastro: le porzioni Si rispetta la piramide alimentare non solo consumando gli alimenti secondo la frequenza quotidiana raccomandata, ma anche rispettando a ogni pasto le porzioni suggerite. Le porzioni degli alimenti presenti sullo stesso piano della piramide sono diverse perché è diverso il loro apporto in specifici nutrienti. Per esempio, tra gli alimenti che apportano l’amido, la porzione di patate è più alta di quelle del pane e della pasta, proprio perché il loro contenuto in amido è più basso. Le porzioni di frutta e verdura sono soltanto orientative, quindi possono anche essere superate (ovviamente senza abusare). Man mano che si va verso l’alto, il rispetto delle porzioni (oltre che della frequenza) degli alimenti, soprattutto di quelli animali, deve essere sempre più rigoroso, perché gli eccessi comportano il rischio di insorgenza di malattie. La ricerca sta provando che un’eccessiva assunzione di proteine animali porta all’acidificazione del sangue con conseguente aumento del rischio di patologie degenerative, tra cui il diabete5, l’osteoporosi6, forse, addirittura, alcune forme di cancro7. di Matteo Giannattasio. Per approfondire l’argomento, scarica la guida completa sul sito valorealimentare.it/piramide

Bibliografia 1.Rapporto OMS-FAO. La nutrizione come strumento di prevenzione Fondazione Empam (www.indim.it). 2. Sofi F. e coll. Adherence to Mediterranean diet and health status: meta-analysis.

i nostri consigli

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4 1

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1 Valverbe Tisana ai frutti rossi Una tisana perfetta per riscaldarsi nelle fredde giornate invernali. Nasce dalla combinazione di rosa canina, karkadè, bacche di sambuco, foglie di fragola, di lampone e di ribes nero che maturano lungo i sentieri di campagna, nei boschi ombrosi e nelle fitte siepi, con l’aggiunta di aroma naturale di lampone. 2 Valverbe Tisana al melograno Tutte le virtù del melograno per un infuso gradevole, dal gusto pieno e naturalmente dolce. Accanto al melograno, tra gli ingredienti troviamo frutti di rosa canina, foglie di fragola, arancio, karkadè e aroma naturale di arancio.

BMJ 337, 1344 (2008) (www.bmj.com). 3. Food-based Dietary Guidelines in Europe. Eufic Review 10/2009 (www.eufic.org). 4. L’epidemia di sindrome metabolica. Alimentazione oggi 3/2006 (www.eufic.org). 5. Fagherazzi G e coll. Dietary acid load and risk of type 2 diabetes. Diabetologia, 57,313 (2014). 6. Buclin T e coll. Diet acids and alkalis influences calcium retention in bone. Osteoporosis Int. 73, 118 (2001).

2

3 Giardino Botanico dei Berici Cannella in canna Pungente e calda, la cannella dona a tutte le pietanze un aroma inconfondibile. Può essere utilizzata per tante ricette ed è l’ideale per arricchire i dessert: celebre è l’abbinamento con la mela. Perfetta per i piatti delle feste, viene utilizzata anche per tisane e infusi.

4 Italchile Balsamo labbra in stick Un balsamo labbra che, grazie alla rosa mosqueta, al burro di karitè e alla calendula, contribuisce a mantenere la naturale idratazione e morbidezza delle labbra. La particolare texture ne favorisce l’applicazione, lasciando un leggero film protettivo che aiuta a proteggere la pelle dalle aggressioni climatiche. Perfetto per il freddo ormai alle porte. 5 Weleda Crema fluida Malva Bianca senza profumazione Formulata con ingredienti dalle specifiche proprietà lenitive, ideale anche per le pelli più delicate, la linea baby alla malva bianca di Weleda è concepita senza profumazione, per renderla più tollerabile. È indicata per l’uso quotidiano perché gli estratti di malva bianca aiutano la cute a trovare il suo equilibrio e hanno un effetto calmante. Si compone di 3 referenze: la crema per il viso, la crema fluida e la crema protettiva.

7. Corpet DE e coll. Epidemiological evidence for the association between red and processed meat intake and colonrectal cancer. Meat Sci. 98, 115 (2014). 20

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il valore della qualità di Marcello Buiatti

notizie dal mondo bio

la varietà dei semi

CANSIGLIO

CA’ VERDE

scandola per piastra

scamorza affumicata

Un formaggio a pasta semipressata la cui forma ricorda la “scàndola” ovvero, in veneto, l’assicella di legno usata per la copertura dei tetti. Si può affettare e cuocere alla piastra senza colature perché la crosta edibile ne mantiene la forma.

Un formaggio a pasta filata con un gusto dolce e aromatico, una pasta di colore bianco ambrato e una buccia dorata. Infatti, dopo un breve periodo di maturazione, come da tradizione, questa scamorza viene esposta al fumo sprigionato da trucioli di faggio.

VAL D’ORCIA

marzolino di Pienza Un formaggio prodotto con il latte delle pecore che pascolano sui verdi pascoli della Val D’Orcia, in Toscana, cui vengono aggiunti caglio, sale e fermenti lattici selezionati. Stagionato 15-20 giorni, si contraddistingue per la forma ovale.

LATTERIA PERENZIN

caciotta di vacca con caglio microbico senza sale aggiunto Preparata con latte di vacca e con caglio microbico, senza l’aggiunta di sale in lavorazione, è un caciotta dolce e delicata, ma saporita, con una pasta morbida e una crosta leggerissima. In confezione sottovuoto da 750 g.

Cominciò allora la “domesticazione”. Gli uomini selezionarono specie animali e vegetali che si riproducevano più rapidamente, erano più prolifiche e resistevano meglio ai cambiamenti dell’ambiente. All’inizio, scelsero le varietà e le razze migliori senza puntare a omologarle: sapevano, infatti, che non avrebbero resistito ai cambiamenti degli ambienti. Questa doppia spinta, da un lato all’omologazione e dall’altro alla diversificazione, è arrivata fino ai giorni nostri. Negli anni della Rivoluzione verde, la FAO, che l’aveva promossa per ridurre la fame nel

mondo, mandò alcuni tecnici nella zona di Oaxaca, in Messico (dove il cibo di base è il mais) per chiedere ai contadini le caratteristiche ideali della “varietà ottimale”. Le risposte di uomini e donne furono diverse: i primi chiesero che il mais avesse una precisa morfologia; le donne risposero che volevano varietà diverse fra loro, che dessero ogni anno una buona produzione resistendo agli eventi climatici. Questo comportamento era per loro naturale e tramandato da millenni, ma in contrasto con le linee guida della FAO che puntavano alla “ottimizzazione” di piante e animali. Era un modo di operare che derivava dal cosiddetto “ideotipo di Donald”, un selezionatore scozzese che proponeva di ottimizzare le diverse parti delle piante una a una, costruendo uno schema ottimale di ogni pianta a prescindere dall’ambiente. Molte

Tratto da www.valorealimentare.it

“La bontà è l’ unico investimento che non fallisce mai” Henry David Thoreau

Il nostro obiettivo è allevare polli nel rispetto:

REDORO

MOLINET

olio extravergine d’oliva da 3 lt

Riesling DOC

Un olio estratto a freddo, di colore giallo oro con riflessi verdi, confezionato in latta da 3 l. Il suo gusto delicato lo rende perfetto per esaltare i sapori di tutti i piatti della dieta mediterranea, sia caldi che freddi.

Circa 9000 anni fa, gli esseri umani cessarono di spostarsi per cercare il cibo raccogliendo piante spontanee, pescando e cacciando e diventarono agricoltori, scelsero ambienti in cui fermarsi e cominciarono a seminare piante e allevare animali.

varietà prodotte seguendo questo metodo si rivelarono buone dov’erano state selezionate e permisero di aumentare la quantità di cibo disponibile riducendo il numero degli affamati. In seguito, però, la situazione è regredita, perché molte varietà non si adattavano alle diverse condizioni ambientali; allora cominciò, anche in zone in cui in precedenza erano sconosciuti, l’uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, così come delle macchine agricole, che avevano (e hanno) prezzi non raggiungibili per le comunità contadine povere. Le grandi imprese, inoltre, cacciarono (e cacciano) i piccoli agricoltori dalle terre e le convertono a soia, mais, cotone e colza, ora geneticamente modificati. Spesso le multinazionali sono le stesse che hanno introdotto il brevetto industriale anche sugli esseri viventi e hanno brevettato anche molte piante non OGM, ma senza dubbio importanti proprio per la loro variabilità. Pagheremo cara la carenza di biodiversità: il cambiamento climatico sta accelerando e il cibo dipende dai semi brevettati da poche grandi imprese. Per fortuna ci sono movimenti contadini – e non solo – che contrastano con forza questo andamento.

Ottenuto da vitigno riesling italico in purezza, è un vino di colore giallo paglierino chiaro, ottimo con antipasti di verdure, carni bianche e pesce. Per godere appieno delle sue caratteristiche, si consiglia di servirlo a una temperatura di 8-10 °C.

dell’ambiente

dell’animale

utilizziamo la forza della natura ed ampi spazi verdi.

selezioniamo razze che si adattano maggiormente al territorio, con piena libertà di movimento.

del consumatore

alimentiamo i nostri animali con cereali, erba ed insetti.

principalmente

Il risultato: ottenere un prodotto genuino, con la pelle sottile e delizioso al palato Azienda Agricola San Bartolomeo km 7,200 Viterbo 01100 Tel. 0761/251782 - Tel. 0761/354438 - Fax 0761/356055 www.pollosanbartolomeo.it - sanbartolomeoemv@gmail.com

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il gesto quotidiano di Marco Geronimi Stoll

buoni propositi “Ho già provato tre volte, ma questa è quella buona” dice il sig. B nel garage, mentre toglie dall’auto tre borsoni di spesa “da tre settimane non tocco una sigaretta: stavolta non aspetto capodanno, il 2015 a tabacco zero è già cominciato!” Dunque anche B fa scelte salutistiche: il sig. A si congratula mentre prende dal cestello della bici il suo sacchetto e insieme camminano verso la rampa “è che da quando ho smesso ho già preso quattro chili.” “Oh! perchè ogni tanto non vieni con me a correre?” “Il giovedì vado in palestra: tanto è vicina, cinque minuti di macchina”. “Cioè fai 2 km in auto per correre 2 km a piedi sul tapis roulant?” Maledetto sarcasmo, gli è scappata e ora si morderebbe la lingua; ha tante virtù, il sig. A, ma non la diplomazia.

Però B non se la prende: “hai ragione” risponde sorprendentemente “ma non ce la farei a correre d’inverno come fai tu”. “Più che altro cammino svelto; per il freddo basta vestirsi a cipolla”. “Correre: ecco un proposito per il 2015! Potrei farmi regalare a Natale un abbigliamento tecnico da running, che marca mi consigli?” “Prima vedi se ti abitui a correre, dopo eventualmente compri gli accessori: se no è la solita trappola del consumismo...” eccola di nuovo, la sua boccaccia che spara sentenze ... Ma anche stavolta B gli dà ragione: cosa sta succedendo? Forse quando ascolti davvero una persona, poi quella ti ascolta più volentieri. Arrivano alla rampa e B sta per chiamare l’ascensore. “Dai! per tre piani possiamo farcela a piedi, no?”

“Certo, quand’ero studente stavo al quinto piano d’una casa senza ascensore: pesavo 10 chili meno” dice così, ma non si muove. “Però adesso ho tutta questa spesa...” “Ti aiuto io, passami l’acqua, che pesa”. Cominciano a salire parlando. “Da studente avevo un trucco: salire le scale pensando a qualcos’altro, se no non finiscono mai...” “Però ora ansimi già al primo piano”. “... devo allenarmi un po’”. “Ma in palestra con quelle macchine, non la senti la fatica?” “Più che altro mi stufo subito, ma quando uno paga...” “Beh, eccoci arrivati, e gratis: usare ogni giorno le scale, ecco un proposito per l’anno prossimo”. “Mi sembra una cosa un po’... semplice, non è che uno si sente un eroe”. “Riserva l’eroismo per le sigarette”. “Ma no, non è così difficile: riesco a smettere perchè ho scoperto che c’è poco di eroico”. “Vuoi dire che i buoni propositi funzionano quando sono poco eroici?” “Sì: ma guarda! mi hai fatto scoprire un pensiero che avevo in mente, ma non lo sapevo”. È così. Tutti i pensieri del mondo sono già nella nostra mente; ascoltare persone diverse ci aiuta a tirarli fuori.

Come inizi una lezione? I primi esercizi servono a prendere consapevolezza di se stessi e del proprio corpo. Non spiego troppo, ma stimolo a fare dei movimenti ben precisi che aiutino a “sentire”, cioè a prendere consapevolezza del proprio corpo. Tra gli esercizi basilari c’è quello di sentire la gravità e la levità, di “entrare” nello spazio dietro e in quello davanti a noi. Prima di fare un gesto, è importante sentirne l’esperienza interiore. Qual è l’obiettivo dell’euritmia? L’euritmia serve ad armonizzare, attraverso il movimento, le attività del pensare, sentire e volere, le tre parti di cui l’anima umana è composta. Aiuta a creare un insieme unitario. Al giorno d’oggi, per esempio, molte persone pensano, fanno e non si fermano ad ascoltare i sentimenti. Oppure sentono fortemente ciò che provano, ma sono deboli nel pensare e nell’agire. Il pensiero prende il sopravvento tanto da diventare un peso, oppure è quasi inesistente. Si può dire lo stesso della volontà. L’euritmia aiuta ad accrescere la coscienza di queste tre parti e a trovare un’armonia.

attività naturali

Euritmia: espressione dell’anima In due conferenze tenute a Dornach e a Penmaenmawr, poi riunite nell’opera “Euritmia, una presentazione”, Steiner affermava che “in quanto movimento, l’euritmia è linguaggio, è espressione dell’anima umana”. Per conoscere più da vicino questa disciplina, ne abbiamo parlato con Melissa Scheel, che la insegna presso la scuola Steiner Waldorf di Grezzano di Mozzecane, in provincia di Verona. Come spiegheresti che cos’è l’euritmia a una persona che non la conosce? Esistono tre branche di euritmia: artistica, pedagogica e terapeutica. Per ognuno di questi tre campi abbiamo un’euritmia musicale e un’euritmia della parola. Può sembrare che si tratti di una danza, ma in realtà non è così: quando balliamo, infatti, sentiamo la musica, sulla base della quale eseguiamo il movimento. Nell’euritmia, 24

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invece, devi “entrare” nella musica, studiarne le qualità e le leggi per comprendere cos’è: non si tratta solo di gesti eseguiti per accompagnarla, ma di movimenti per manifestarla. Il gesto euritmico è l’espressione di tutto ciò che vive dentro a quel suono. Forse non è semplice da capire, ma i movimenti che normalmente facciamo con la laringe quando parliamo o cantiamo, vengono espressi attraverso i gesti euritmici. C’è una base musicale oppure un canto che si effettua quando si fa euritmia? Nell’euritmia musicale c’è una base di musica classica, ma non si canta né si ode cantare. Nell’euritmia della musica – rigorosamente dal vivo – noi “cantiamo” con le braccia e il resto del corpo. Nell’euritmia della parola, invece, “parliamo” col corpo mentre qualcun altro recita.

Si pratica in gruppo o anche da soli? Anche da soli, però cambia molto se l’euritmia vien praticata in gruppo, il che porta a una coscienza della socialità. Muovendosi in un gruppo si può sviluppare la capacità di percepire l’altro e di entrarvi in relazione, così da sviluppare un maggior senso della socialità. L’euritmia artistica viene insegnata anche in alcune aziende proprio per aiutare a migliorare la facoltà di rapportarsi con gli altri e di cooperare. Nell’euritmia ricorre spesso questo elemento sociale, del “sentire lo spazio” tra le persone, prendendo coscienza dell’altro tramite dei movimenti in comune per creare una “sintonia visibile”. Ciò la rende un’attività importante da svolgere a scuola perché, attraverso movimenti armonici, aiuta i bambini a percepire le loro capacità di entrare in relazione con gli altri. Questi movimenti aiutano anche nella sfera del pensare, perché si ha a che fare con forme nello spazio da muovere insieme, una sorta di coreografie, che talvolta possono essere molto complesse, come le forme geometriche. In prima, seconda e terza classe i bambini praticano euritmia una volta a settimana, in seguito due volte; nella scuola media si può fare anche tre o quattro volte, se ne hanno voglia. Vedo che i bambini, se la lezione è ben riuscita, escono dalla classe più tranquilli, più presenti nel loro corpo, nella loro anima, in se stessi e, anche per questo, più felici, pronti per svolgere attività più intellettuali. PER INFORMAZIONI www.scuolawaldorfverona.it cuorebio magazine

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l’angolo dei più piccoli nella foto sotto: l’antico tempio di Segesta

bambini, è Natale! In questo numero prepariamo alcuni decori per la tavola delle feste. Bastano pochi attrezzi e il gioco è fatto.

capodanno in Sicilia, da Erice a Castellammare Un capodanno diverso, camminando in Sicilia? In Sicilia, certi viaggi hanno un sapore unico e inconfondibile. Questo ne è un esempio, un “viaggio di mare e di passione”, mentre i nostri passi calpestano dolomie aguzze tra palme nane. Un viaggio a piedi in riva al mare, in un territorio da sempre in balia delle sue onde, dove il cibo, la gente, le tradizioni e l’aria che sa di salsedine parlano chiaro. Ci raccontano di questo pezzo di costa, l’estremo lembo nord occidentale della Sicilia, una terra che parla fenicio, arabo, spagnolo. Lo stesso e unico mare che per chissà quali motivi ancestrali spinge su questo pezzo di costa tutti i tonni del mediterraneo. 26

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Le antiche tonnare di Bonagia e Scopello, le torri di avvistamento e vecchi pontili con case padronali arricchiscono e delineano il paesaggio costiero. Il cammino che la Compagnia dei Cammini propone a capodanno inizia su un monte, il Monte San Giuliano, dove sorge il suggestivo borgo medievale di Erice. Poi si scende verso il mare… mare a sud, mare a nord, mare a ovest, faro naturale e antico punto di riferimento per la navigazione laddove il canale di Sicilia incontra quello di Sardegna e dove cambia nome in mar Tirreno. Da qui la vista è spettacolare, le isole Egadi puoi quasi toccarle con mano, le coste

tunisine le senti anche nel cibo (il favoloso cous cous di pesce) e le saline di Trapani e di Marsala biancheggiano all’orizzonte. Il percorso a piedi continua a est, verso Custonaci, Macari, Scopello, è un viaggio itinerante per borghi sospesi tra campagna e mare, gli orti contadini si confondono ora in mezzo ai vigneti, il mare vigila e in mezzo al nulla ecco apparire un antico tempio greco, intatto, imponente, spettacolare. È Segesta, e raggiungerlo a piedi, e sdraiarsi a riposare sui gradoni del teatro antico, ha un altro sapore dal vivere quei luoghi in semplice gita turistica. La riserva dello Zingaro è un pezzo di storia e di passione siciliana. Si trova proprio in mezzo al cammino, e a capodanno il gruppo ci soggiorna per ben due giorni, un tratto di costa impervia, profumata, selvaggia che è ormai diventata un simbolo per tutti i siciliani. La riserva nacque nel 1990 e venne istituita dopo una lunga battaglia popolare e di movimenti che si opponevano a un progetto di grave speculazione territoriale. Qui è successa una cosa strana, bellissima e unica nella storia isolana: la gente ha occupato la terra e ha marciato unita solo per difenderne la bellezza… e ha vinto... Sì, questo viaggio ha proprio un sapore unico e inconfondibile. Questo è uno dei tanti viaggi a piedi che la Compagnia dei Cammini organizza a capodanno. Tutte le informazioni le potete trovare sul sito www.cammini.eu

consigli per i viaggi

turismo alternativo

Procuratevi: • alcuni vasetti di yogurt o panna (quelli rivestiti di cartoncino che sono più sottili) • alcuni fili di lana • una forbice a lama liscia • una forbice a lama zig-zag • un forafogli • alcuni lumini

Siete pronti? Separate il cartoncino dal vasetto, che laverete e asciugherete. Per realizzare i portatovaglioli e i portabicchieri tagliate con la forbice a lama liscia il bordino più spesso, con la forbice a lama zigzag create tre triangoli come da foto e poi con il forafogli fate i buchini come un alberello di Natale o come più vi piace. Per i portalumini, tagliate il bordo più spesso con la forbice a lama liscia poi o a ondine con la forbice a lama liscia, oppure ritagliate il bordo del bicchierino con la forbice a zigzag, e poi divertitevi con il forafogli: potete tracciare dei disegni o dei fori per infilare i fili di lana tutto intorno e fare nodo e fiocco. Liberate la vostra fantasia! Potete anche preparare diversi portalumini, metterli in una bella scatolina e regalarli a Natale. Oppure presentarli a tavola come decorazioni: è un modo originale e unico per festeggiare, con materiale riciclabile e low cost! Le soluzioni sono tantissime e tutte legate alla semplicità e al vostro gusto, potete anche colorarli con i pennarelli per plastica e scrivere i nomi degli invitati o un regalo per i nonni. Metteteci tutto il vostro ingegno e il vostro impegno e poi sarete contenti di dire “questi li ho fatti io!”. Sarà un regalo semplice, ma preziosissimo e unico.

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angolo delle buone pratiche

te. Invece, non ho ancora imparato ad apprezzare il tofu fino in fondo.

attualità

Come ha fatto a conciliare gli impegni di vita e di lavoro con l’autoproduzione suggerita? Non ho avuto grossi problemi con i tempi richiesti dalla sfida, a parte rinunciare per una settimana a uscire fuori a pranzo con i colleghi e a cena con gli amici. A volte mi è capitato di cenare molto tardi dopo essermi fermata a lungo in ufficio, ma non è stata una tragedia. Imparare a pensare e cucinare programmando le azioni utili per quello che mangerai il giorno successivo è importante e utile e credo che sia quello che fanno le persone che gestiscono in modo intelligente cucina e dispensa. Fondamentale per riuscire a mangiare i legumi è ricordarsi di metterli in ammollo il giorno prima. Io ne ho fatti cuocere un po’ la mattina prima di andare al lavoro, li ho lasciati freddare per poi completare la cottura la sera. Quali sono stati i momenti più gratificanti di questa esperienza? Forse poterne parlare con tanti amici grazie alla condivisione su Instagram, Twitter e su D.it. Molte persone mi hanno detto di essersi incuriosite e di aver provato alcune ricette e di esserne rimaste soddisfatte.

una settimana bio

Quando si parla di biologico, in molti avanzano la solita obiezione: “il biologico è troppo caro per le mie tasche”. Per questo, abbiamo lanciato una sfida: mangiare biologico per una settimana, seguendo il menù di una nutrizionista, ma contenendo i costi. Ad accoglierla, la primavera scorsa, è stata Elisa Poli, giornalista di D.repubblica.it, che ha raccontato la sua esperienza nell’articolo “Ma mangiare bio costa davvero troppo?” Noi le abbiamo rivolto qualche domanda. Qual è stata la molla che l’ha spinta a fare questa esperienza? Ho accettato la proposta per un interesse che già avevo per tutto ciò che è biologico e a basso impatto ambientale. Inoltre, dopo 28

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un periodo abbastanza stressante, non mi dispiaceva l’idea di staccare un po’ e mettermi alla prova cucinando tutte le sere dopo il lavoro. Certo, sapevo che sarebbe stato faticoso, ma era, appunto, una sfida. Infine imparare qualche trucchetto per risparmiare continuando a mangiare biologico mi attirava. Il menù proposto ha stravolto le sue abitudini oppure c’era già una coerenza con il suo stile di vita? Non le ha stravolte, direi che le ha decisamente migliorate. Ho scoperto nuovi modi di fare colazione e come utilizzare dei cereali, per esempio miglio e amaranto. Soprattutto il miglio è velocissimo da cucinare e perfetto per preparare sformati e polpet-

La sua spesa alimentare è variata di molto? Non direi. Ho rinunciato solo ai formaggi, che mangio molto spesso e di cui sono golosa, e a qualche porzione di pesce. Solitamente non mangio carne a casa. Consiglierebbe questa esperienza anche ad altre persone? E quali suggerimenti darebbe per affrontarla nel migliore dei modi? Sì, anche solo per una settimana. Si tratta di rinunciare per pochi giorni a snack, e a pranzi e cene fuori casa, di lavoro o con amici: si può fare, i vantaggi sono molti come il risparmio e un effetto detox immediato. Tra l’altro, nulla vieta di invitare a cena parenti e conoscenti per assaggiare insieme le nostre creazioni o portarle anche a qualche collega. La sfida, così, diventa più condivisa e divertente. Quale ricetta le è piaciuta di più? Una tra l’altro molto facile da preparare, il timballo di ricotta con asparagi. Le piacerebbe continuare l’esperimento in un’altra stagione? Sì, mi farebbe molto piacere riprovare il menu proposto dalla nutrizionista, con nuovi ingredienti di stagione e nuove ricette.

Le Terre di Ecor #perunaterrafertile “Le Terre di Ecor non vuole indicare una proprietà dell’azienda. È una definizione semplice di un sentire comune, condiviso con i nostri partner. Insieme abbiamo costruito un’alleanza in difesa della Terra, volta a portare sulle tavole prodotti buoni tra cui frutta e verdura biologica di qualità. I prodotti da agricoltura biologica e biodinamica Le Terre di Ecor non appariranno più anonimi agli occhi di chi li sceglie ma porteranno un valore aggiunto: la certezza della provenienza e l’orgoglio di sentirsi parte di un progetto importante”. Fabio Brescacin

Le Terre di Ecor è una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Il progetto, mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, ha come obiettivo quello di unire le aziende agricole, condividendone esperienze e modalità di lavoro, oltre la certicazione biologica. Lo scopo è avere prodotti di qualità da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo. Le aziende di Le Terre di Ecor in particolare si impegnano strenuamente a: • Garantire adeguate condizioni

di lavoro in azienda. • Rispettare e migliorare nel tempo la fertilità della terra. • Rispettare e migliorare la biodiversità ambientale e agricola. • Utilizzare concimi organici, sovesci e lunghe rotazioni. • Ottenere prodotti biologici e/o biodinamici di qualità. EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti di Le Terre di Ecor a un prezzo che remuneri adeguatamente il lavoro degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli. Attualmente il progetto Le Terre di Ecor riunisce circa 30 aziende agricole biologiche, alcune anche biodinamiche, non soltanto italiane. Le Terre di Ecor nei negozi Cuorebio All’interno dei negozi Cuorebio i produttori che fanno parte della rete Le Terre di Ecor sono evidenziati con diversi materiali di comunicazione. Prime tra tutti le locandine che spiegano bene il progetto, gli opuscoli che avete trovato anche all’interno del Cuorebio Magazine di settembre-ottobre, le schede dei produttori cuorebio magazine

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con le ricette di stagione, inserite nel numero che state leggendo. A OR I FATT AIR A DI V

so to diffu rica ionaria questa sto ica. e : un az Vaira in gestion biodinam tra to Di ria si de proget aSì, pren a fatto ri suddivi . ta in un ur izia il 07 in a EcorNat sformarla per 530 et seminativi 20 e Nel per tra estende sieme ggere che, as a molisana (CB), si ticole, fora to aziend a Petaccia rreni per or a te Situat , oliveto, to vigne

Fin

Az. Agricola

CA’ MAGRE

A z. Ag ricola

SC A P

PINI

io oc c h

Fondata l’aziend nel 1998 da a agric Cristian Scala, ola si o con es ne la iniziato lla provincia tende per qu moglie Ro berta attro pe di Veron portano r amore de a. Come ettari a Iso , lla avanti la de racconta con ca natura e de no, ha lla parbiet ll’uom nno o à il lor o proge e ancora og gi tto bio logico .

Cavolo

Az. Agricola

NATILE VINCENZO

Scala, che ha veronese, a Isola della È nella bassa pianura Ca’ Magre. Sui suoi terreni, sede la cooperativa agricola numerose varietà di ortaggi, all’incirca 30 ettari, coltiva ate, consapevole dimentic o note poco alcune anche sità. dell’importanza della biodiver

Cavolo nero L’azienda si trova L’az a Marina di Ginosa , in provincia di Tarant Paolo e Vincenzo cinque anni fa decido o. no di conver tirla al metod t do biologico e biodin amico per accres delle produzioni, cere la qualità ma anche per salvag uardare un territor sempre più devast io ato dall’inquinam ento.

Uva

Poi, nel reparto ortofrutta, un grande adesivo tondo sul pavimento e i cartellini con i nomi dei produttori inseriti nelle lavagnette, nel banco dei formaggi alcune etichette con il logo che evidenziano le aziende che partecipano a Le Terre di Ecor e, nel frigo dei latticini e sugli scaffali, dei frontalini colorati per i prodotti confezionati, come il riso, le farine, le passate, lo yogurt ecc.

notizie dal mondo bio

Chi ha visitato il padiglione 33 a Sana ha potuto vedere e conoscere personalmente gran parte dei produttori del progetto Le Terre di Ecor che esponevano i prodotti delle loro aziende agricole come in un mercatino di paese. Ognuno di loro ha conversato con i visitatori della fiera, raccontando gli inizi, parlando della propria realtà e dei problemi da risolvere sul campo non utilizzando nessun tipo di sostanza chimica di sintesi ecc.

ANTICO MOLINO ROSSO

ALCE NERO

Biopizza istantanea

prodotti FairTrade

Per un’ottima pizza di grano tenero, farro e grano khorasan kamut ®. La confezione, riciclabile al 100%, contiene la farina miscelata con lievito istantaneo che fa “crescere” la pizza direttamente in cottura, riducendo così i tempi di preparazione. Adatto agli intolleranti al lievito Saccharomyces cerevisiae.

Alce Nero FairTrade unisce più di 12000 famiglie di produttori in alcune delle zone più vocate del Sud del mondo, che coltivano cacao in Perù e Costa Rica, lavorato in polvere e per delicate tavolette di puro cioccolato, zucchero di canna in Perù, Cuba e Costa Rica e molti altri ancora.

Per seguire le loro storie è possibile visitare il sito ecor.it/leterrediecor e vedere i video in cui i produttori de Le Terre di Ecor parlano di sè e del loro rapporto con la terra, il biologico e il biodinamico.

Cascina Mana alleva le sue galline fin dal primo giorno di vita, lasciandole libere di razzolare all’aperto e nutrendole con i cereali coltivati nei propri terreni. Deposte da galline di razza bianca livornese, queste uova hanno l’insolito, ma caratteristico guscio bianchissimo.

polline Raccolto dalle api, viene selezionato dagli apicoltori di Conapi. Il polline costituisce l’essenziale fonte proteica dell’alimentazione delle api ed è il prodotto dell’alveare più equilibrato nelle sue componenti. Grazie al suo aroma floreale, può essere consumato da solo o assieme a yogurt, gelati o succhi di frutta.

bevande

am iare il

biologici vegetali naturalmente senza lattosio ideali nell’alimentazione vegetariana e vegana

P

rodot Riso ti con l ’amore Riso+Calcio Riso+Mandorla Riso+Vaniglia Avena Avena+Calcio Riso+Choco Grano Saraceno dessert Riso+Orzo e Riso Riso+Cacao Riso+Cocco Quinoa e Riso Riso+Vaniglia Avena+Cacao Avena+Vaniglia alternativa vegetale alla panna da cucina

Avena

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uova bianche livornesi CUOR DI MIELE

la tua buona energia quotidiana

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CASCINA MANA

af d n e i dell’az

GALLONI

®

thebridgesrl.com Vicenza - Italy

speck Alto Adige IGP Lo speck Alto Adige IGP è il fiore all’occhiello di Galloni. Viene proposto in trancio senza cotenna da 1 kg sottovuoto, che vi consente di gustarlo affettato al momento. Tagliato a dadini è un ottimo aperitivo e un ingrediente perfetto per tante gustose ricette.

novità

Pain d’epices al Cranberry Ispirato alla ricetta del Nord Europa, il Pan speziato Baule Volante è prodotto con farina di segale e miele, senza l’impiego di olio di palma. Il Pan d’epices con i mirtilli rossi e cranberry è una originale e deliziosa variante, ideale a colazione, con il tè del pomeriggio, oppure con il gelato!

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l’angolo del giardino

oggi leggiamo... Formaggi Veg. Latte, yogurt e formaggi vegetali fatti in casa

GRAZIA CACCIOLA

Guida invernale al crudismo. Consigli e ricette

SARA CARGNELLO

Edizioni Sonda

Una guida che spiega passo dopo passo come preparare in casa “latte”, “yogurt” e “formaggi” da legumi e cereali e come impiegarli nelle ricette più classiche, dalla pizza alla cheesecake, dal risotto alle lasagne, dalla caprese alla fonduta piemontese. Oltre 600 immagini e tutte le indicazioni pratiche su ingredienti, attrezzature e ricette. Con tanti consigli, frutto dell’esperienza dell’autrice.

la stella di Natale: come curarla

Disponibile in formato digitale, scaricabile sul sito blog.missvanilla. it, è una guida per tutti coloro che intendono approcciarsi a uno stile di vita sano e naturale. Oltre alle ricette, affronta i seguenti punti: la dieta crudista, l’alimentazione nei periodi freddi, stagionalità di frutta e verdura, cibo crudo in inverno, suggerimenti, le spezie che scaldano il cuore, la mente e il cibo, cosa mangiare, i superfoods.

Guida alle microvacanze in Italia

valore alimentare i quaderni

viaggio all’origine del cibo per un’alimentazione di qualità

Autori 7ari

Le “stelle di Natale” sono originarie del Messico e, allo stato selvatico, crescono anche fino a quattro metri. Quelle che, invece, troviamo nella maggior parte dei vivai sono sottoposte a un trattamento con ormoni chimici artificiali che hanno lo scopo di “nanizzare” le piante e abbreviarne la vita. Durante la coltivazione in serra, in generale, subiscono trattamenti molto frequenti con concimi chimici e antiparassitari. Per fortuna non tutti i vivaisti seguono questo sistema.

Viaggio all’origine del cibo

EDUARDO GROTTANELLI DE’ SANTI

AUTORI VARI

Altreconomia

I Quaderni di Valore Alimentare

Una guida rivolta a tutti coloro che vogliono viaggiare in modo responsabile, scegliendo brevi viaggi all’insegna del rispetto dell’ambiente e della legalità. cento piccoli viaggi e settanta operatori attivi nel turismo responsabile, con decine di strutture di accoglienza e ristorazione in tutta Italia. Una guida per partire tutto l’anno e scoprire anche mete poco conosciute.

Un viaggio, partendo da una considerazione: del cibo sappiamo nulla o poco e spesso in maniera confusa. Del cibo non ci preoccupiamo più, salvo quando origina dei disturbi e ci condiziona la vita. Riappropriarci di questo valore è necessario per capire chi siamo, da dove veniamo e dove vorremmo andare. Disponibile da dicembre; per approfondimento vedi articolo a pagina 18.

La posizione È importante non metterle vicino a una fonte di calore, in un posto luminoso, ma mai alla luce diretta. Dobbiamo procedere, poi, a un’operazione di depurazione che

consiste nell’innaffiare con dei microrganismi effettivi (EMA), reperibili presso negozi del naturale o garden specializzati. Procediamo con innaffiature una volta alla settimana. Contemporaneamente mettiamo in uno spruzzino un cucchiaio di microrganismi in un litro di acqua minerale (non di rubinetto). Spruzziamo nebulizzando e avvolgendo con un velo la pianta. Questa operazione aiuta a disintossicarla, a fare in modo che nelle radici si sviluppi una flora batterica probiotica e a nutrirla senza l’ausilio di altre concimazioni. Continuiamo questa operazione per diversi mesi, avendo cura di tenere la pianta in un luogo caldo, mai al di sotto dei 20 gradi, pena la perdita delle foglie, sempre in una zona lumi-

nosa e mai alla luce diretta. Verso i primi di aprile sarà fortemente deperita. Conviene potare con le forbici gli apici vegetativi che avevano il fiore, per favorire il ricaccio e le gemme laterali. In estate La stella di Natale potrà essere messa anche all’esterno, ma solo verso la fine di maggio. Potremo aggiungere al terriccio 2 cucchiai di leonardite (reperibile nei garden center): è una roccia naturale sedimentaria ricca di sostanza organica che aiuta l’emissione di nuove radici. Durante l’estate è importante non dimenticare le innaffiature ed evitare ristagni idrici nel sottovaso. A fine agosto sarà importante distribuire sul terriccio del vaso il preparato

biodinamico Fladen. Durante il ciclo vegetativo togliamo le foglie ingiallite, usando sempre dei guanti. Verso i primi di ottobre la pianta va riposta subito al caldo, tra i 15 e i 25 gradi. Poi, nei primi giorni di novembre, la collocheremo nel posto più buio della casa per circa 15-20 giorni. In seguito va messa nuovamente in ambienti luminosi e caldi. L’alterazione del fotoperiodismo favorirà la fioritura che, con un po’ di fortuna, colorerà la nostra casa. E, se noteremo una crescita in altezza, probabilmente saremo riusciti a depurarla da tutte le sostanze ormonali sintetiche che l’hanno nanizzata. di Paolo Pistis, tratto da www.valorealimentare.it

I tanti gusti del cioccolato Il seme del cacao è un prodigio di sapori. Contiene più di 1000 diversi aromi! Le varianti di Krunchy al cioccolato disponibili sono due: fondente nocciole e al latte. Provalo, è una vera delizia! Dal 1979 Barnhouse produce cereali per la colazione con passione ed esperienza. Propone un ampio assortimento di croccanti granole, disponibili in tanti gusti diversi per accontentare le esigenze più disparate.

„Krunchy bio dal 1979. La Barnhouse Naturprodukte è stata fondata nel 1979 come azienda esclusivamente biologica. Ad oggi siamo uno dei pochi produttori di cereali per la prima colazione bio.“

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Bio dal 1979 www.barnhouse.de

messaggio promozional-letterario

La granola al cioccolato è un goloso classico: è perfetta a colazione, con yogurt, latte o bevande vegetali.

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adotta una zolla

Valore Alimentare

fai la formica e non la cicala: prenditi cura oggi per ciò che ti servirà domani

La piramide alimentare di valore alimentare

Nella guida scritta dal prof. Matteo Giannattasio troverai

Quali sono i principi su cui si basa una corretta alimentazione? Nella piramide alimentare c’è tutto quello che ci serve per vivere in salute e prevenire le tre pericolose “iperâ€?: iperglicemia, ipercolesterolemia, ipertensione.

• Come è composta la piramide

Il 12 ottobre 2014 ha preso il via l’edizione rinnovata di “Adotta una zollaâ€?, iniziativa valida nei negozi Cuorebio aderenti: adottando una zolla, avrete l’opportunitĂ di sostenere il lavoro dell’agricoltore seguendo il ritmo della natura e della terra che, con i suoi frutti, ci nutre ogni giorno. Lo sapevate che in Italia la superficie agricola utilizzata si estende per 12.856.000 ettari (Fonte INEA 2013 su dati del 2012)? Se la distribuiamo sulla nostra popolazione di 59,7 milioni di persone, ciascuno di noi ha quindi a disposizione all’incirca 2000 mq di terreno: sono quelli che ci danno il nostro cibo e che devono essere mantenuti e salvaguardati nella loro fertilitĂ . Anche se tutti noi ne siamo responsabili, deleghiamo questa funzione

agli agricoltori. Questi ultimi, però, prima ancora di raccogliere i frutti, e di sapere quindi come andrĂ il raccolto, devono anticipare il denaro per permettere al cibo di arrivare nei negozi e quindi sulle nostre tavole. “Noi siamo abituati a trovare il pane e altri alimenti nei negozi e poi sulla tavola. Non ci poniamo il problema di quello che è successo prima – spiega Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSĂŹ – ma se noi troviamo questi prodotti in negozio, significa che qualcuno ha provveduto a lavorare il terreno, a seminare, a togliere le infestanti, e ha dovuto anticipare del lavoro e del denaro. Attraverso questa iniziativa noi vogliamo coinvolgere i consumatori a dire: bene, siccome quel pane mi riguarda, io contribuisco alle spese di produzione che l’agricoltore deve sostenere.

In questo modo, tutti noi possiamo diventare custodi della terraâ€?. Come funziona “Adotta una zollaâ€?? Collegandovi al sito adottaunazolla.bio, potrete scegliere un’azienda agricola e individuare la zolla di terra che desiderate adottare. Versando la quota di partecipazione di 50 â‚Ź (il pagamento può avvenire con paypal e carta di credito), effettuerete l’adozione; riceverete quindi all’indirizzo e-mail indicato al momento dell’iscrizione una lettera di ringraziamento del produttore e 5 buoni da 10 â‚Ź ciascuno. Proprio come l’agricoltore attende il tempo del raccolto, potrete utilizzare i buoni dopo 3 mesi a partire dal 15°/30° giorno del mese in cui avrete effettuato l’adozione: in pratica, se adotterete il 16 ottobre potrete spendere il buono dal 30 gennaio, se adotterete il 3 novembre potrete spendere il buono dal 15 febbraio. Potrete scegliere se spendere i buoni in un’unica soluzione oppure per 5 spese diverse, nel negozio Cuorebio scelto tra quelli elencati sul sito; per farlo avrete altri 3 mesi di tempo. Come mai l’adozione di ciascuna zolla richiede un contributo proprio di 50 â‚Ź? Abbiamo ipotizzato che il costo di produzione di un ettaro (10.000 mq) di grano è di 1000 euro; dunque, per adottare uno spazio pro-capite di 2000 mq sarebbe necessario “sostenereâ€? l’agricoltore anticipando 200 â‚Ź. Per permettere a tutti coloro che lo desiderano di partecipare all’iniziativa, abbiamo pensato di dare la possibilitĂ di adottare una zolla corrispondete a 500 mq, Âź dello spazio pro-capite, con un costo di adozione pari a 50 â‚Ź per ciascuna zolla. La zolla, inoltre, rappresenta un’unitĂ di misura simbolica, che assume un valore particolare perchĂŠ è la porzione di terreno su cui

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vengono prodotti circa 150/200 kg di grano, sufficiente per produrre la quantitĂ di pane necessaria al nutrimento di una persona per un anno.

A merenda, cioccolato o biscotto?

Le zolle adottate, dove si trovano? Si tratta di quattro aziende italiane, situate nel centro-sud Italia:

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• azienda agricola Simmarano a Montescaglioso (in provincia di Matera); • azienda agricola Ranaldo Vincenzo a Ginosa (Taranto); • azienda agricola Cosmo Bio a Palagianello, Terra delle Gravine (Taranto);

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senza glutine

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alimentare italiana • La rotazione degli alimenti • Le combinazioni alimentari • Il rispetto della stagionalità • L’attenzione per la qualità • L’attività fisica

Per approfondire l’argomento, leggi l’articolo di pagina 20. E per scoprire l’intera piramide alimentare di Valore Alimentare vai su valorealimentare.it/piramide e la potrai scaricare gratuitamente!

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• azienda agricola Fattoria di Vaira a Petacciato (Campobasso). Le zolle adottate saranno individuabili sul sito perchĂŠ porteranno il vostro nome (che potrĂ essere quello reale oppure un nickname di fantasia). Una volta effettuata l’adozione, posso scoprire cosa ne è stato della mia zolla? Nel Diario del Campo, pubblicato sul sito adottaunazolla.bio, ci sarĂ un aggiornamento periodico per seguire l’andamento della coltivazione: dalla giornata di lavoro, scandita dai ritmi della terra e della Natura, alle condizioni metereologiche, fino ai racconti dell’agricoltore, con informazioni e spiegazioni sul suo lavoro. Chi ha adottato la zolla, inoltre, avrĂ a disposizione dei contenuti speciali dedicati al biologico e al biodinamico.

Per ulteriori informazioni sull’iniziativa e per conoscerne il regolamento completo visita il sito adottaunazolla.bio cuorebio magazine

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