Cuorebio Magazine | Maggio 2016

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approfondimento: agricoltura biodinamica, perchĂŠ la difendo viaggi sostenibili: viaggia con noi! il gesto quotidiano: primavera in fattoria storie del mondo bio: Rosa Maria Bertino

numero 7 maggio/giugno 2016

COD 29248

vi aspettiamo a

porte aperte in campagna

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sommario 3

editoriale

insieme per la terra 4

il lunario

5

news dal mondo bio

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le storie de Le Terre di Ecor

sabbie d’oro nella fertile pianura pontina 10 dall’orto con amore

ciliegie, una tira l’altra 12 le vostre domande 13 approfondimento

nasce il sito co2musicaincarcere.it 14 azienda del mese

Isola Bio 16 il gesto quotidiano

primavera in fattoria 19 storie del mondo bio

Rosa Maria Bertino 20 notizie dalla Fattoria Di Vaira

per la nostra passata un pomodoro da sementi non ibride

22 approfondimento

porte aperte in campagna

36 oggi in cucina con lo chef Martino Beria

sformato di miglio al pesto

25 perché ho scelto bio

in Patagonia con l’Happy Family 26 dai negozi cuorebio

38 viaggi sostenibili

viaggia con noi! 40 consigli per orto e terrazzo

biogreen: una filiera di famiglia 28 oggi leggiamo...

foglie macchiettate e insetti, che fare? 42 salute e benessere

la nostra pelle

29 homemade in cucina

biscotti gelato

44 green generation

una Stella in Africa

30 oggi in cucina

tortillas di mais con guacamole

46 la natura sotto casa

le lucciole: quando l’amore illumina la scia

32 approfondimento

alcune riflessioni sul lavoro

47 con te davanti allo scaffale

la macrobiotica

33 approfondimento

agricoltura biodinamica, perché la difendo

48 l’angolo degli animali

amici per sempre 49 notizie da Baule Volante

lo zucchero di foresta

35 l’esperto in cucina

risotto semintegrale con borragine e ricotta

50 news dal mondo bio

LA BONTÀ DELLA NATURA

PRONTA DA GUSTARE Ogni alimento Bionaturae® é il frutto di un’agricoltura biologica realizzata nel pieno rispetto degli equilibri naturali. Frutta e verdura sono raccolte nel periodo della piena maturazione, per offrirti tutta la bontà che la natura può darti. Passione per la tradizione e processi produttivi di approccio artigianale per farti scoprire, ogni giorno, il piacere dei sapori autentici. 2

cuorebio magazine Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebio www.negozicuorebio.it Stampato da Mediaprint (Vr) su carta ecologica riciclata con inchiostri a base vegetale Editore: EcorNaturaSì SpA via De Besi 20/c, Verona Direttore responsabile: Benedetta Frare Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 27/02/2014 n. 2011


editoriale

chi siamo

insieme per la terra Volentieri ospitiamo, al posto del consueto editoriale, l’intervento di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, che spiega com’è nata l’iniziativa “Porte aperte in campagna. Insieme per la terra”, un incontro tra produttori, commercianti e consumatori sulla creazione di comunità per lo sviluppo di una sana agricoltura e di una sana economia. In attesa di incontrarvi tutti nelle aziende agricole coinvolte, vi invitiamo a leggere anche l’articolo di pag.22 dedicato all’iniziativa. Buona lettura. “Una delle condizioni fondamentali per cui possa esistere una sana agricoltura è che siano poste in essere condizioni economiche sane per la sua sussistenza. Queste condizioni economiche non possono essere garantite dall’attuale mercato dei prodotti alimentari: avendo creato condizioni malsane per l’agricoltura tradizionale, non può che creare condizioni malsane anche per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica. Oltre a lavorare per una nuova cultura agricola, le cui basi stanno nella millenaria cultura tradizionale, coltivata prima nei templi sacerdotali e poi nei monasteri medioevali, rinnovata dall’impulso biodinamico all’inizio del secolo scorso, necessitiamo oggi di un nuovo approccio economico al mondo agricolo e alle sue produzioni. Senza considerare differenze di qualità, differenze di costi, differenze di condizioni sociali, l’attuale mercato anonimo globale crea, anche nel biologico, una condizione di prezzi a cui l’agricoltore è soggiogato. A questa condizione di anonimato, che non tiene in considerazione il valore individuale di ogni azienda agricola, quello sociale, per il territorio e per la salute delle persone, l’unica alternativa possibile è la creazione di piccole o grandi comunità tra produttori, commercianti e consumatori. Ciascuno cosciente del vero valore di un’agricoltura sana, dei prodotti che essa può fornire, della sua funzione sociale per tutta la più ampia comunità umana. All’interno di queste comunità di reci-

proca responsabilità si possono creare le condizioni affinché un prodotto veramente sano passi dal produttore al consumatore, il quale in cambio gli riconosca un giusto prezzo. In questo incontro, e con la consapevolezza dell’interdipendenza tra produttori, commercianti e consumatori, ogni figura è stimolata a superare il proprio egoismo e a sviluppare un senso di comprensione e di supporto alle necessità dell’altro, di cui comunque necessita per la propria sopravvivenza individuale ed economica. Chi consuma capisce così la necessità di sostenerne la produzione con un prezzo adeguato; chi produce sente la responsabilità di dare al suo simile un prodotto di alta qualità, mettendolo nelle condizioni economiche di poterlo acquistare con continuità; chi commercia sente la responsabilità della sua funzione mercuriale a servizio di tutta la comunità. Da questo esercizio nasce una vera fratellanza economica, perché un’economia sana ed efficiente può sorgere solo dalla consapevolezza che ognuno dipende dal lavoro e dalla prestazione dell’altro. In questo modo pratichiamo il vero altruismo e diamo vita a un’economia efficiente che produce solo ciò di cui abbiamo bisogno, evitando sprechi e riconoscendo ai produttori il giusto sostegno economico e finanziario per il frutto del loro lavoro. Dalla pratica agricola e dalla necessità di un cibo sano può nascere il germe per un nuovo modo di concepire l’economia, di comprenderne le sue intime leggi e la sua profonda natura. Da questo esempio, archetipicamente unitario, ma diverso nei singoli casi, potranno nascere una nuova sensibilità e una nuova pratica economica, esempio anche per altri ambiti e altri settori: l’attuale crisi non è che un monito forte, e a volte doloroso, che chiama tutti al rinnovamento. Con questo spirito, e con l’obiettivo di iniziare un processo di consapevolezza per la creazione di comunità fraternamente economiche, invitiamo produttori, commercianti e consumatori ai quattro incontri che si terranno nei prossimi mesi in altrettante aziende agricole italiane.”

la redazione: Giò Gaeta Silvia Valentini Sophie Meneghelli Mariagiovanna Bornia

hanno collaborato a questo numero: Serena Federici di Ecocomunicazione progetti di comunicazione ecologica www.ecocomunicazione.it Benedetta Frare giornalista pubblicista, è direttrice responsabile della rivista. Inoltre è autrice della rubrica il Gesto quotidiano Elena Meglioranzi per la rubrica Davanti allo scaffale Chiara Frascari per la rubrica Homemade in cucina Antonella Carteri medico veterinario, per la rubrica L’angolo degli animali Carlo Triarico presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e direttore di APAB, per la rubrica Approfondimento di p. 33 Paolo Pistis esperto di agricoltura biodinamica, per la rubrica Consigli per orto e terrazzo Fabio Brescacin presidente di EcorNaturaSì, per la rubrica Approfondimento di p. 32 Sabrina Scicchitano fotografa e food stylist per la rubrica Oggi in cucina di p. 30 Benedetta Marchi per la ricetta della rubrica Dall’orto con amore Martino Beria chef e co-fondatore de lacucinavegetariana.it, per le foto e i testi della rubrica Oggi in cucina di p. 36 Gianumberto Accinelli docente di entomologia applicata, per la rubrica La natura sotto casa Franco Mussida per l’approfondimento di p. 13 Serena Gallorini fotografa, per le rubriche I nostri consigli Giulio Bellomia fotografo, per le foto di Scelti e Assaggiati Colin Dutton fotografo, per la foto di copertina Metalli Lindberg per la direzione artistica www.metalli-lindberg.com Mediaprint per la stampa 3


il lunario La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola� alcune parti della pianta o del corpo.

legenda Luna piena nuova

In cucina:

maggio IN CUCINA

giugno CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

IN CUCINA

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il pane

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lo yogurt

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le conserve

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Cura della persona:

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attivitĂ fisica

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giornata di relax

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taglio ritardante capelli/unghie massaggi

Piante di casa:

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di Filippo Zaccaria

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rinvaso

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potatura

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concimazione

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CURA PERSONA

PIANTE DI CASA


news dal mondo bio porte aperte in campagna Partecipa all’iniziativa “Porte aperte in campagna. Insieme per la terra”: quattro giornate di primavera in quattro aziende agricole italiane, biologiche e biodinamiche. Questi gli appuntamenti: • 24 aprile Az. Agr. Amico Bio S. M. Capua Vetere (CE) • 15 maggio Az. Agr. La Collina (RE) • 29 maggio Az. Agr. Cascine Orsine Bereguardo (PV) • 5 giugno Az. Agr. San Michele Cortellazzo (VE) Per approfondimenti, leggi l’articolo di pag. 22 e visita biopartecipa.it

Bio per tutti Continua, nei negozi aderenti, l’iniziativa Bio per tutti: 60 prodotti per la tua spesa di ogni giorno, proposti a un prezzo vantaggioso, con sconti fino al 30%. Approfittane!

in evidenza Azienda Agricola San Michele L’azienda agricola San Michele, storica realtà biodinamica, nata sulle colline nei dintorni di Conegliano, si amplia con nuovi terreni a Cortellazzo, in provincia di Venezia. La nuova sede, che ha da poco terminato il periodo di conversione dei terreni necessario per la coltivazione a biologico e biodinamico, ospiterà un vero e proprio organismo agricolo chiuso, comprendente stalla, caseificio, foraggere, oltre alle coltivazioni di ortaggi e alle piantumazioni arboree. Inoltre, si proporrà come luogo di scambio per agricoltori, studenti e tutti coloro che desiderano approfondire le tematiche relative al biologico e al biodinamico, oltre che come ambiente di studio in materia di biodinamica e antroposofia. Per saperne di più www.biodinamicasanmichele.it Inoltre, non perdere l’opportunità di visi-

Feste di primavera Sentieri nelle scuole Waldorf che uniscono Tornano anche quest’anno le Feste di Primavera nelle Scuole Waldorf di tutta Italia, appuntamenti immancabili che segnano l’arrivo della bella stagione. Si tratta di giornate che portano il gioco al centro dell’evento, ponendo tutti i bambini che partecipano nella condizione di poterne gioire. Insegnanti e genitori lavorano insieme per poter creare la giusta atmosfera, per far vivere a grandi e piccini lo spirito di questo particolare momento dell’anno, di gioia e rinascita. Scopri la scuola Waldorf più vicina a te e le date delle feste di primavera sul sito www.rudolfsteiner.it

Giornata Mondiale della Lentezza Torna la Lunga Giornata Mondiale della Lentezza, giunta quest’anno alla sua decima edizione. Tutti sono invitati a partecipare con il loro piccolo o grande evento, per proporre un nuovo modello di società, più riflessivo e partecipe. Per ulteriori informazioni, www.vivereconlentezza.it

Con il nuovo anno tornano le “passeggiate solidali” di COSPE. Camminate e percorsi di trekking accessibili a tutti, in luoghi suggestivi del nostro Paese: dalle colline toscane ai colli Euganei, dall’entroterra marchigiano alla costa ligure. Accanto a tanti progetti di sviluppo locale legati all’ecoturismo in tutto il mondo (dallo Swaziland al Brasile, da Cuba al Nicaragua), COSPE è infatti impegnato anche in Italia su questo fronte, organizzando passeggiate e trekking “solidali”, durante i quali la conoscenza del territorio intorno a casa si unisce a quella di luoghi lontani dove COSPE porta avanti i suoi progetti. Un fi lo sottile eppure fortissimo che lega tanti posti diversi e che permette ai viaggiatori di sentirsi parte di un lungo sentiero che attraversa il mondo. La quota di iscrizione (circa 15 euro) andrà a sostenere il progetto COSPE che verrà di volta in volta illustrato e raccontato da cooperanti o collaboratori dell’associazione o, là dove possibile, dai beneficiari stessi del progetto. Potete rimanere aggiornati sul calendario delle passeggiate consultando il sito: www.cospe.org. Necessaria la prenotazione.

tarla in anteprima in occasione dell’evento “Porte aperte in campagna. Insieme per la terra”, di cui ti parliamo nell’editoriale di questo numero e nell’articolo di pag. 22

Per info e prenotazioni: COSPE 055-473556 (Marco) marco.lenzi@cospe.org

Terra di Tutti Film Festival Fino al 30 giugno è aperto il bando per iscrivere i propri fi lm alla decima edizione del Terra di Tutti Film Festival, uno spazio di cinema sociale dal sud del mondo organizzato dalle ong COSPE e GVC. Il festival si svolgerà a Bologna dal 5 al 9 ottobre 2016 portando in visione 60 documentari e docufiction da 35 Paesi nel mondo che trattano di immigrazione, sovranità alimentare, diritti umani, cambiamenti climatici ed esperienze di economia sociale e solidale. 5 giorni di visioni, incontri con registi, workshop tematici e spettacoli di arte performativa. Ma non solo a Bologna: per festeggiare il suo decennale, COSPE porterà il Terra di Tutti Film Festival in diverse città italiane: immagini e parole per celebrare un sud del mondo più caleidoscopico che mai! Maggiori informazioni: www. cospe.org www.terradituttifi lmfestival.org

messaggio promozionale

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le storie de Le Terre di Ecor #perunaterrafertile

sabbie d’oro nella fertile pianura pontina 6

ÂŽ


ai sovesci, la rotazione è alla base della conduzione di un’azienda con il metodo biologico. Con la sua estensione di circa 30 ettari in proprietà e in affitto, l’azienda dà lavoro ai numerosi membri della famiglia, ai quali, nei periodi più intensi, si aggiunge anche una decina di collaboratori. Salvatore vede il suo lavoro in un’ottica di miglioramento continuo: “Credo che nessuno possa ritenere di aver raggiunto l’apice: bisogna cercare di migliorarsi e di fare cose nuove che porteranno a sviluppare positivamente la situazione. Tra qualche anno m’immagino l’azienda ancora viva: a me piace coltivare e sperimentare cose nuove”. Il suo è un lavoro tosto e impegnativo, lo sa bene, ma ha cercato di trasmettere la sua passione per l’agricoltura ai figli e conta che, in futuro, saranno proprio loro a mandare avanti il suo progetto.

In queste pagine alcune immagini dell’azienda agricola Salvatore Ferrandes, scattate da Vincenzo Menichella per èQstudio. Nella pagina seguente, alcune foto della Cooperativa Biolatina fornite dall’azienda.

Le aziende de Le Terre di Ecor che abbiamo incontrato per questa uscita della nostra rivista si trovano in Italia centrale, nella fertile pianura pontina. Qui, a pochi chilometri dal mare che rende il clima più dolce e i terreni più ricchi, Salvatore Ferrandes, dell’omonima azienda agricola, e Maurizio e Tonino Falzarano, della Cooperativa Biolatina, portano avanti il loro progetto agricolo nel rispetto dell’ambiente, applicando il metodo biologico e biodinamico. Scopriamo insieme la storia delle loro aziende agricole. Azienda Agricola Salvatore Ferrandes Salvatore Ferrandes, ne è convinto: il biologico è l’unico metodo sostenibile. Ha intrapreso questo percorso oltre 15 anni fa, insoddisfatto di come andavano le cose nell’agricoltura convenzionale. Certo, i primi tempi non sono stati facili, tra molte difficoltà e raccolti andati in fumo; tuttavia, dopo qualche anno, ad affiancare i problemi sono arrivate le soddisfazioni e la consapevolezza che, senza il ricorso alla chimica di sintesi, si ottengono prodotti buoni. “Come in tutte le cose, quando inizi la strada è in salita, anche perché si affrontano problematiche nuove: poi, piano piano si impara e, anche se non è facilissimo, si riesce. Magari non si ottengono grandissime produzioni, ma i prodotti sono buoni” spiega Salvatore e aggiunge:

“Quando si decide di fare una scelta, la si deve portare fino in fondo, non ci si può tirare indietro alle prime difficoltà. E ciò vale anche per chi sceglie di fare agricoltura biologica, sapendo che una volta andrà bene e un’altra male. Ma è la vita, e sono soddisfatto della mia professione e della mia scelta”. Fondamentali sono l’esperienza e l’osservazione della natura. Dice Salvatore: “Col tempo abbiamo capito che le piante hanno bisogno della loro naturalità, di ambienti e di metodi dolci. Non subendo forzature, hanno bisogno di più tempo per crescere, ma così danno anche frutti più saporiti, che durano di più e hanno delle caratteristiche migliori. Un prodotto biologico ha qualcosa in più”. Salvatore è l’erede di una tradizione agricola di famiglia: fu infatti il padre a decidere di trasferirsi a fare l’agricoltore a Latina dall’isola siciliana di Pantelleria: “Questa è una zona vocata dal punto di vista agricolo,” spiega infatti “La terra è molto fertile e ricca, ha il mare a due passi e quindi non fa mai troppo caldo, né troppo freddo”. Inizialmente, l’azienda coltivava un vigneto che, in seguito, Salvatore ha trasformato in frutteto e orto. Oggi, oltre alle fragole, pronte nel mese di maggio, e alle angurie, disponibili nel mese di giugno, coltiva tutto quello che serve per fare rotazioni in campo a sovescio di leguminose, graminacee e prati da rinnovo. Sa bene, infatti, che, assieme

Azienda Agricola Salvatore Ferrandes via Zi Maria 2123 04100 Latina (LT) Cooperativa Biolatina Situata nel Comune di Sabaudia, nei pressi del Parco Nazionale del Circeo, in un territorio teatro di antiche leggende, la cooperativa Biolatina è immersa in una natura a tratti selvaggia, ricca di elementi vitali; i suoi terreni sabbiosi, ricchi di luce e silicio, un tempo erano conosciuti come sabbie d’oro, per il particolare colore che conferivano alle patate e in generale alle abbondanti e saporite produzioni. Nata nel 1985 con un altro nome, è diventata Biolatina nel 2014. All’origine c’era il desiderio di un gruppo di giovani agricoltori di unirsi per sperimentare nuove tecniche produttive: da qui la decisione di adottare prima il metodo biologico e poi quello biodinamico, con certificazione Demeter. A gestire l’azienda oggi sono i fratelli Maurizio e Tonino Falzarano, tra i soci fondatori della cooperativa. La storia della famiglia ha avuto origine ad Airola, in provincia di Benevento: da lì papà Salvatore era partito per trasferirsi nei dintorni di Latina nel 1951. Capostipite di una famiglia di umili origini, composta da ben sette figli, ha trasmesso loro la passione per la terra, ma dissuadendoli dal farla diventare una professione: “Abbiamo sempre avuto a che fare con le piante di pomodori, meloni, cocomeri, insalate e grano, ma nostro padre si è prodigato per farci studiare e ci raccomandava di seguire altre strade e di scegliere altri mestieri, per evitare la vita dura e di sacrificio che l’agricoltura richiede”. Insieme a mamma Carmela, papà Salvatore trasmette ai figli anche valori importanti come il rispetto per la terra e per l’uomo, l’umiltà e l’onestà. Proprio come voleva il papà, Tonino e Maurizio si dedicano inizialmente ad altro, finché la terra, non ha fatto sentire il suo richiamo, come racconta Maurizio: 7


“Mi sono diplomato come tecnico delle attività alberghiere e per qualche anno ho lavorato nell’ospitalità. Poi la terra mi ha rapito e ormai da 31 anni mi occupo esclusivamente di agricoltura, in vario modo: sento le piante, le varie colture, sento la terra che mi chiede tempo e attenzione. A volte mi ritrovo a parlarle e a chiederle di cos’ha bisogno, se ha sete, se ha bisogno di aria… Vi affondo le mani per avere risposta, entro in sintonia e le do ciò che mi chiede. È una sensazione unica, disarmante, spettacolare, vigorosa, profonda e radicale”. Dopo un inizio convenzionale, il passaggio di Biolatina prima al metodo biologico e poi a quello biodinamico è stato quasi obbligato. “Con i metodi convenzionali vedevamo crescere i problemi sulle piante e ci trovavamo a respirare prodotti non certo salutari. Cercavamo un’altra strada; l’introduzione della propoli per curare le piante ci ha fatto aprire gli occhi, mostrandoci che era possibile un’altra via”. Il cambiamento non è semplice e non tutti i soci lo condividevano: “La situazione era pesante: alcuni soci erano usciti e abbiamo dovuto scartare molte produzioni per problemi di qualità. Via via le cose sono migliorate, fino al passaggio all’agricoltura biodinamica, che ci ha fatto raggiungere risultati importanti soprattutto per la fertilità del terreno”. Oggi la cooperativa si estende all’incir8

ca per 100 ettari e, nei periodi più impegnativi, oltre ai soci e alle loro famiglie, vi lavorano circa altre 120 persone. Tonino e Maurizio sono soddisfatti del percorso intrapreso e del loro lavoro quotidiano. A questo proposito spiega Maurizio: “Mettiamo a dimora migliaia di semi e con essi partecipiamo a un atto profondo di amore che compenetra di forze la terra, avviando i processi e la vita di tanti nuovi germogli che saranno piante, foglie, fiori e frutti che si riempiranno di colori, sapori, gusto e fragranza. Questi contenuti meravigliosi e armoniosi poi saranno cibo per il corpo, ma anche pensieri per uomini e donne che fanno scelte consapevoli per sé e per l’umanità. Ogni giorno inizia un nuovo viaggio di piante che portano con loro un messaggio di speranza per la vita. Sì, dopo tanti anni siamo orgogliosi della nostra scelta e sentiamo nascere ogni giorno una sfida per la crescita, che affrontiamo sereni e consapevoli di essere accompagnati da forze sempre nuove e positive, da persone che come noi amano la natura e si prodigano per far fluire energia pura per il bene comune”. Biolatina Cooperativa Agricola, Via Litoranea Km 11.400, Sabaudia, 04100 Latina (LT)

Le Terre di Ecor è una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Il progetto, mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, ha come obiettivo quello di unire le aziende agricole, condividendone esperienze e modalità di lavoro, oltre alla certificazione biologica. Lo scopo è avere prodotti di qualità da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo. EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti di Le Terre di Ecor a un prezzo che remuneri adeguatamente l’impegno degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli. ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile


consigli per la spesa ECOR

ECOR

discolo con gocce di cioccolato

pane bauletto di farro

Preparato con farina integrale di grano tenero e senza olio di palma, è un biscotto dalla classica forma tonda, arricchito con golose gocce di cioccolato. Squisito e fragrante, è ideale per la prima colazione, per iniziare la giornata con dolcezza, oppure a merenda, per una pausa gustosa.

Buono come il pane fresco tagliato al momento, il pane in cassetta Ecor è disponibile in diverse varianti, come questa preparata con farina di farro. Ottimo per spuntini e aperitivi, può essere gustato al naturale oppure leggermente scaldato nel tostapane.

BIRBY

yogurt intero alla mela Uno yogurt intero con purea di mela. Un nuovo gusto, dolcificato esclusivamente con succo di mela concentrato che gli conferisce un sapore particolarmente naturale, rotondo e delicato.

R APUNZEL

ISOL A BIO

crema e latte di cocco

latte di mandorla senza zuccheri

Ingrediente base della cucina orientale, il latte di cocco è ideale con verdure saltate oppure per la preparazione di cocktails e dolci, creme e mousse. Ha la stessa composizione della crema di cocco, che si presenta però come una pasta malleabile, da usare tal quale o diluita.

Un’ottima alternativa vegetale naturalmente dolce e senza glutine, una delizia senza zuccheri che porta con sé tutto il gusto delle mandorle. È ottimo per la prima colazione con i cereali, oppure come aggiunta al caffè o al tè.

ECOR

fette biscottate senza sale aggiunto Fragranti e gustose, sono preparate con farina di frumento, olio extravergine d’oliva e lievito, senza aggiunta di sale: perfette a colazione, con un velo di confettura o miele, sono ideali anche a tavola, come croccante alternativa al pane.

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dall’orto con amore

ciliegie, una tira l’altra Il ciliegio in fiore è uno degli spettacoli più belli che la natura ci offre, un segno tangibile che ormai la primavera è alle porte e che ci siamo lasciati alle spalle l’inverno. Non a caso, in Giappone, sopravvive una tradizione millenaria che consiste nella contemplazione della meravigliosa fioritura dei sakura, gli alberi di ciliegio. Dopo che il ciliegio ci ha deliziato la vista con i suoi delicati fiori bianchi screziati delicatamente di rosa, ecco che ci dona i suoi irresistibili frutti, piccole sfere rosse, gonfie e succose, dal gusto dolce, ma nel contempo piacevolmente asprigno. Chi di voi è riuscito a resistere quando, durante una passeggiata in campagna, le ha viste pendere dai rami?

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Cenni botanici Il ciliegio è una pianta molto antica e dalla provenienza tuttora incerta: per alcuni sembra che sia originario dell’Asia nord occidentale, mentre per altri la sua origine è collocata presumibilmente tra il Mar Nero e il Mar Caspio. Pare che sia stato poi il generale romano Lucullo (I secolo a.C.) il primo a piantarlo in Italia, nel giardino della sua villa. Da lì, si sarebbe poi diffuso in tutto l’Occidente. Dal punto di vista botanico, appartiene alla famiglia delle Rosaceae, la stessa delle rose. Ne esistono due specie, il ciliegio dolce (Prunus avium), molto diffuso in Italia, e quello acido (Prunus cerasus), diffuso nel Nord Europa: dal primo nascono le ciliegie vere e proprie, distinte in tenerine, più piccole, tenere e succose, e duracine (i cosiddetti

duroni), più grandi e sode. Dal Prunus cersasus, invece, nascono le ciliegie marasche e quelle conosciute come amarene. Si potrebbe aggiungere anche l’altra specie Prunus mahaleb, che produce piccoli frutti però non commestibili. Coltivazione e cura Pur non essendo una pianta particolarmente difficile da coltivare, il ciliegio necessita ugualmente di alcune accortezze. Non ama la siccità e ha dunque bisogno d’irrigazioni regolari. Non si trova a suo agio nemmeno con temperature troppo elevate: predilige, infatti, climi temperati e moderatamente piovosi. Inoltre, temendo i ristagni idrici, necessita di un terreno misto, che sia in grado di garantire un buon drenaggio. Può raggiungere anche


la ricetta

torta integrale alle ciliegie

ingredienti per 4 persone • 50 g di crusca d’avena • 200 g di farina integrale di grano tenero • 1 bustina di polvere lievitante per dolci • 5 g di sale • 2 uova • 50 ml d’olio di semi di girasole • 70 g di zucchero di canna integrale • latte fresco q.b. • 300 g ciliegie procedimento 1 Lavate e asciugate le ciliegie; quindi togliete il nocciolo. 2 Montate le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso; aggiungete l’olio a filo, continuando a frullare. 3 Mescolate in una terrina la farina con la crusca d’avena, il sale e il lievito. 4 Versate il composto di uova, olio e zucchero in una ciotola capiente e unite poco alla volta il preparato di farina, lievito e crusca. 5 Mescolate fino a ottenere

altezze piuttosto elevate e, pertanto, deve essere coltivato in campo aperto, non in vaso. Fiorisce in primavera, ma le ciliegie si raccolgono, manualmente, nel periodo che va da maggio a luglio e che, talvolta, può protrarsi fino ad agosto. La raccomandazione è quella di staccarle dal ramo solo quando hanno raggiunto il giusto grado di maturazione: infatti, se raccolte acerbe, acerbe rimmarranno. Acquisto e conservazione Quando si acquistano, le ciliegie devono avere un colore omogeneo e brillante, più o meno rosso, e una consistenza più o meno soda, a seconda delle varietà di appartenenza. Devono risultare sode e asciutte al tatto, con il picciolo ben attaccato e ancora vitale, di colore verde vivo intenso. Si tratta di frutti piuttosto delicati, che deperiscono facilmente e che non hanno una durata prolungata nel tempo. Dopo l’acquisto, si consiglia di riporle in frigorifero, in un sacchetto di carta preferibilmente bucherellato, così da evitare ristagni di umidità che le possono danneggiare. È anche preferibile tenerle lontane da alimenti particolarmente aromatici, di cui tenderebbero ad assorbire gli odori. In cucina, ma non solo Buonissime da sole, le ciliegie sono ingredienti molto versatili per tante ricette

diverse. Ottime per dare un tocco di gusto e colore alle macedonie di frutta, sono indicate anche per la preparazione di plum cake e torte (come quella che vi proponiamo nel boxino). Inoltre, si possono utilizzare per la preparazione di un delicato sciroppo caldo con cui guarnire il gelato alla vaniglia o alla crema: dal contrasto tra il freddo del gelato e il caldo dello sciroppo, ma anche tra il gusto asprigno della ciliegia e quello dolce della crema, nascerà un dessert semplice, ma raffinato. Le ciliegie si prestano anche alla conservazione sotto spirito o all’impiego per la preparazione di liquori dal gusto aromatico. Se avete acquistato ciliegie molto mature, potete utilizzarle per confetture, ideali da spalmare a colazione su una fetta di pane tostato integrale, oppure ottime per farcire crostate e biscotti. Oltre al frutto vero e proprio, la tradizione popolare ci insegna che delle ciliegie si utilizzano anche piccioli e noccioli: con i primi si preparano dei decotti cui si attribuirebbero proprietà depurative. I noccioli, invece, si utilizzano come imbottitura di cuscini che possono essere utilizzati sia freddi che riscaldati, per alleviare dolori o traumi.

un composto denso. Aggiungete il latte poco alla volta, mescolando fino a rendere omogeneo il preparato. 6 Aggiungete ora le ciliegie, tenendone 6-8 da parte per il decoro finale, e mescolate delicatamente. Prendete uno stampo da plumcake rivestito di carta da forno e distribuite sul fondo 1 cucchiaio di zucchero; aggiungete l’impasto livellando la superficie con una palettina. 7 Prendete le ciliegie tenute da parte e, premendo leggermente con il dito, disponetele sulla superficie dell’impasto affossandole un po’. Ricetta e foto di Benedetta Marchi www.fashionflavors.it

Tenuta Fortelongo Fondata nel 1995 a San Giorgio di Perlena, in provincia di Vicenza, la Tenuta Fortelongo è situata in piena collina, a 260 metri sul livello del mare. Lontana dall’inquinamento delle grandi vie di comunicazione stradale, si trova in una zona dal clima mite il cui terreno, di origine vulcanica, è ricco di sali minerali, soprattutto di potassio. La particolare collocazione dell’azienda, sul versante sud ovest, permette la coltivazione ottimale della ciliegia IGP di Marostica, specialità frutticola tipica della zona. La Tenuta Fortelongo è l’unica azienda ad avere sia la certificazione IGP che quella biologica. La cura delle sue piante (ciliegi, arbusti da frutti di bosco e ulivi) avviene con preparati a base di alghe e propoli. Le ciliegie, raccolte al mattino, vengono consegnate la sera stessa per la distribuzione nei negozi specializzati. ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile

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le vostre domande

delle informazioni e l’uso del logo Demeter. Acquisto spesso il miele ma mi sono sempre chiesta da cosa dipende la sua cristallizzazione. Forse dall’aggiunta di zuccheri? Anna (MO)

Mi sono sempre chiesto: il regolamento Demeter, disciplina anche l’apicoltura e la produzione di miele? Marco (AN) Sì, il regolamento Demeter vale anche per l’apicoltura. Il marchio viene concesso alle aziende che rispettano le disposizioni di legge in materia di produzioni biologiche e le direttive Demeter. Del resto, nell’ottica della concezione dell’azienda agricola come organismo vivente a ciclo chiuso, (tipica del metodo biodinamico), l’allevamento delle api riveste un ruolo molto importante, perché incide nell’aumento della resa e sulla qualità delle piante. Ovviamente, vista la loro caratteristica di spostarsi in volo, è molto difficile che le api possano “pascolare” esclusivamente in zone in cui è stato applicato il metodo biodinamico. Fondamentale nell’apicoltura Demeter è dunque la modalità in cui ci si prende cura dello sciame. L’obiettivo primario dell’apicoltura

biodinamica è certamente rafforzare le api, rispettando le loro caratteristiche naturali e la loro autonomia. Gli viene quindi lasciata la massima libertà nella costruzione dei favi (senza ricorrere a telaini realizzati dall’uomo) e nella sciamatura, impulso fondamentale per la riproduzione. Per la costruzione delle arnie devono essere utilizzati solo materiali naturali (legno, paglia, argilla), mentre per l’interno vengono impiegati cera d’api e propoli Demeter. Oltre all’allevamento delle api, il regolamento disciplina anche la produzione del miele. In particolare, stabilisce che la temperatura del miele non debba superare i 35 °C durante passaggi quali la centrifugazione, la pressatura, la purificazione, la decantazione e l’invasettamento, che deve avvenire prima che solidifichi per la prima volta. Direttive precise disciplinano poi l’etichettatura, le modalità d’offerta

Gentile Anna, la cristallizzazione del miele è un processo del tutto naturale, che nulla ha a che vedere con l’aggiunta di zucchero. A provocarlo sono in primo luogo la composizione del miele, in particolare la maggiore o minore presenza d’acqua, la concentrazione degli zuccheri caratteristici, ovvero la presenza di glucosio che è tra quelli che si sciolgono più difficilmente nell’acqua. Anche temperatura e umidità incidono sul processo: sopra e sotto determinate temperature (25 °C e 5 °C), infatti, il miele rimane allo stato solido; se si innesca il processo di cristallizzazione, le differenze “climatiche” incideranno sulla formazione dei cristalli che potranno essere più fini, nel caso di una cristallizzazione rapida, oppure più grossi, nel caso essa sia graduale.

SCRIVETE A: naturasi.it/contatti negozicuorebio.it/contatti

FRULLATI i colori della frutta bio

I Frullati Achillea, densi, ricchi di profumo, di sapore e di proprietà nutritive, come la natura da cui prendono vita, sono un mix di frutta biologica dello stesso colore.

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www.achillea.com


approfondimento

nasce il sito co2musicaincarcere.it Per portare cultura e salute emotiva ai detenuti. Per dare sollievo al disagio affettivo, musicisti e amanti della musica possono aiutare offrendo musica strumentale di tutti i generi e stili da inserire in speciali audioteche Prima di tutto andate sul sito co2musicaincarcere.it. Se siete musicisti, suonate uno strumento o, semplicemente, vi sentite amanti della Musica, seguite le istruzioni che trovate e offrite un po’ della vostra sensibilità musicale, suggerendo i brani di musica strumentale che amate (non canzoni) associandoli a uno dei nove grandi stati d’animo che trovate indicati. Li inseriremo in speciali audioteche poste in alcune carceri italiane, e

attraverso un particolare metodo di ascolto, la vostra Musica risuonerà nel cuore dei detenuti che l’ascolteranno e confronteranno le loro emozioni con le vostre. È un modo per aiutare a rimettere in moto il mondo arcobaleno dei loro sentimenti, schiacciato, oppresso dal nero dell’odio e del risentimento che in quei luoghi si vive, per portare cultura ed educazione emotiva lì dove ce n’è bisogno. Un appello partito da Sanremo. Questa volta non ci sono andato per fare l’ospite all’Ariston, come è capitato alcune volte quando ero con la PFM, ma per parlare a tutti i musicisti italiani. L’ho fatto durante la presentazione del bel libro postumo di poesie di Pino Mango, invitato da Laura Valente. Nel corso dell’appello, ho invitato i musicisti a suggerire brani di

Musica solo strumentale attraverso il sito co2musicaincarcere.it indicando, appunto, oltre al titolo, anche l’emozione che ciascuno ha provato ascoltandolo. Un brano di una colonna sonora, di Musica etnica, classica, jazz, pop, o elettronica ecc… (non canzoni). Per i musicisti e gli amanti del suono organizzato, la Musica è una gioia; un meraviglioso mezzo per vivere e far vivere le nostre più intime emozioni e sentimenti. Sentimenti che, in carcere, per limitare il dolore di quella condizione, vengono soffocati uccidendo anche quelli che quel dolore aiuterebbero ad alleviare. Le audioteche per ora sono quattro: Opera, Monza, Secondigliano, Rebibbia femminile. Diventeranno presto una ventina. Il progetto si chiama CO2, è sostenuto dal ministero della Giustizia col patronato della Presidenza della Repubblica. Organizzato dal CPM Music Institute, è sovvenzionato dalla Nuova SIAE, che con questa iniziativa sociale offre il sostegno degli autori, dei compositori, degli artisti di tutti i comparti creativi e della discografia, aprendo una diversa stagione nella gestione dell’ente. La genialità dei musicisti di tutte le epoche, di tutti gli stili, potrà così essere goduta anche nei luoghi in cui l’unica libertà che non deve essere assolutamente persa è quella del sentire del cuore. Vi ringrazio, e vi chiedo di diffondere a tutti questo appello. di Franco Mussida

Valorizziamo e conserviamo la natura nei nostri allevamenti

Cremoso piacere biologico

Rintracciabilità di filiera

Latte biologico di qualità

Prodotto con colture selezionate di fermenti

Pieno d’amore. Andechser Molkerei Scheitz · Biomilchstraße 1 · D-82346 Andechs Tel. +49 (0) 81 52 / 379-0 · www.andechser-natur.de

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azienda del mese

messaggio promozionale

Isola Bio: biologica e vegetale, da più di 15 anni Isola Bio da oltre quindici anni produce con cura bevande vegetali biologiche, con un’accurata selezione delle materie prime e un’attenzione particolare alla sostenibilità, per portare nelle case italiane il meglio per chi ha scelto un’alimentazione biologica e vegetale. Isola Bio è una vasta gamma di prodotti biologici vegetali naturalmente privi di lattosio, con moltissime referenze senza glutine. Dalle bevande classiche a base di riso, soia e mandorla, passando per una vasta gamma di cereali come avena, miglio, farro e molti altri, per arrivare ai deliziosi mix di riso e mandorla, riso e nocciola, e il famoso Riso Cocco. Isola Bio propone anche bevande dai gusti nuovi come quella a base di Sorgo e assolute innovazioni come la bevanda basata sul riso integrale, caratterizzata dal gusto autentico del riso. Specialisti del vegetale, i produttori di Isola Bio propongono anche una linea completa di succhi di frutta biologici e la linea di creme Cuisine (riso, soia, cocco, miglio e altre), in molti gusti diversi per accompagnare in cucina la creatività dei suoi consumatori. Isola Bio non è solo una garanzia di qualità, ma anche la ”compagnia di bandiera” del biologico italiano, dei cui valori si fa portavoce, esprimendo nel contempo, con tutti i suoi gusti, la sua attenzione all’ascolto dei consumatori. Il mondo Isola Bio è una realtà dinamica e in movimento, costituito da un’azienda agricola, un laboratorio di ricerca, uno stabilimento produttivo e un team che si impegna per portare ovunque la passione che mette nello sviluppo e nella realizzazione dei prodotti. Si tratta di realtà distinte per funzione, ma che lavorano come ingranaggi perfetti nello stesso meccanismo, con l’unico scopo della massima qualità dei prodotti. Parole chiave Biologico, sostenibile, vegetale, innovazione sono le parole chiave della via che l’azienda sta percorrendo con successo 14

i prodotti del mese

praticità e gusto

Isola Bio® Riso Integrale Isola Bio® Riso Integrale è una bevanda biologica completamente vegetale e senza glutine, con una ricetta semplice e pochi ingredienti selezionati, senza zuccheri aggiunti. Il gusto autentico del riso, per chi ogni giorno sceglie un’alimentazione integrale. Il riso integrale non ha subito nessun processo di raffinazione né altri trattamenti industriali: il suo colore é più scuro perché mantiene la crusca e il germe. Viene utilizzato così per la nostra produzione: un riso biologico e grezzo, con un gusto deciso e autentico. Isola Bio® Sorgo Isola Bio® Sorgo è la delizio-

sa bevanda vegetale senza glutine del buongiorno, ideale per la colazione! Una ricetta semplice che porta il sapore di un antico cereale e la carica giusta per cominciare al meglio la giornata. Il sorgo è un antico cereale, una delle prime piante a essere coltivate migliaia di anni fa in Africa occidentale, per poi svilupparsi in Asia ed Europa. Oggi è diffusamente coltivato anche in Italia: quello che utilizziamo, infatti, è italiano! Isola Bio® Latte di mandorla senza zuccheri Isola Bio® Latte di mandorla senza zuccheri è un’ottima alternativa vegetale, naturalmente dolce e senza glutine. Prodotto con mandorle biolo-

giche, è una delizia gustosa per ogni momento della giornata. È una fonte naturale di vitamina E, è adatta agli intolleranti al lattosio e consigliata a vegetariani e vegani. Isola Bio® Miglio La bevanda di miglio Isola Bio® è l’alternativa vegetale dedicata agli intolleranti al glutine che non vogliono rinunciare a dolcezza e bontà. Naturalmente deliziosa, è perfetta a colazione e per la preparazione di piatti e ricette gluten free. La bevanda di miglio Isola Bio® è prodotta con miglio certificato biologico e coltivato in Italia dalla nostra società agricola “La goccia”.


messaggio promozionale

sistema di qualità aziendale ISO che prevede un dettaglio puntuale delle procedure per garantire più elevate performance produttive.

da anni insieme con i consumatori. L’azienda innovativa dove nasce Isola Bio è Abafoods, una realtà di oltre 90 collaboratori, in crescita continua dal 1999. Si tratta di un’impresa italiana, integrata nel territorio, che può vantare un sistema produttivo unico e all’avanguardia, messo a punto e sempre aggiornato. È un’azienda in cui troviamo qualità, sicurezza alimentare e tecnologie che consentono di produrre bevande vegetali fedeli alla promessa di semplicità, naturalezza, bontà che fa ai consumatori. Abafoods non è solo il braccio produttivo di Isola Bio, ma è dove troviamo il suo cuore: è nei suoi laboratori che da 15 anni vengono studiate, testate e sviluppate ricette uniche per portare sempre nuove alternative gustose a chi ha scelto un’alimentazione vegetale. Il controllo di qualità è costante ed è effettuato con severi test di laboratorio su materie prime, ingredienti e prodotti finiti. Tutta la realtà Isola Bio – Abafoods opera con un

La Goccia La Società agricola la Goccia è una realtà tutta Italiana fondata nel 2007 da Abafoods che coltiva, direttamente sul territorio nazionale (con i più vasti appezzamenti in Molise e in Veneto: oltre 400 ettari) secondo il metodo biologico, i cereali, materie prime fondamentali per la creazione delle sue bevande. Le bellissime terre in cui crescono i suoi cereali, dopo una selezione delle varietà e delle sementi e il contatto costante di Abafoods con i suoi agricoltori in tutte le fasi, dalla semina al raccolto, rendono l’intero processo un affare di famiglia, per il quale è necessario un know-how tecnico da veri specialisti. Sostenibilità ambientale Grazie all’uso di materia prima nazionale, Abafoods riduce le emissioni. La sostenibilità ambientale è una delle parole chiave principali per l’azienda. Tutti i suoi pack sono a marchio FSC, una certificazione della carta Tetra Pak® che attesta l’utilizzo responsabile delle foreste con un piano di rimboschimento che rimpiazzi gli alberi utilizzati. Dal 2012 Abafoods è in prima linea per ridurre le proprie emissioni, non limitandosi ad

appianare la propria impronta ambientale, ma trovando nuovi modi per rendere la produzione sempre più sostenibile. Abafoods e il marchio Isola Bio hanno ottenuto tutte le più prestigiose certificazioni internazionali con il massimo dei voti: BRC, IFS e ISO 9001 sia per il sistema che per la filiera produttiva. Ovviamente l’azienda dispone della certificazione biologica rilasciata anche dagli enti di tutti i Paesi esteri in cui ha avviato l’esportazione. Isola Bio è una realtà italiana presente in tutto il mondo proprio per la qualità; la cura dei prodotti e l’innovazione che da sempre sono la forza motrice della sua attività per portare ai consumatori prodotti vegetali biologici e buoni.

ISOLA BIO Via Cà Mignola Nuova 1775 45021 Badia Polesine (Ro) Italy e-mail: isolabio@isolabio.it www.isolabio.com

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il gesto quotidiano di Benedetta Frare

primavera in fattoria In questo periodo le belle giornate si susseguono e ci spingono a stare all’aperto. I lavori nel nostro piccolo orto urbano devono continuare se vogliamo contare sul raccolto di luglio e agosto, quando i nostri pomodorini maturi, le insalate, le zucchine e i cetrioli appena colti saranno tra i protagonisti della nostra tavola. La voglia di stare fuori dopo i lunghi mesi invernali ha il sopravvento e dedichiamo questo periodo anche alle gite fuori porta, nel fine settimana. Tra le nostre mete preferite ci sono le aziende agricole biologiche e biodinamiche. L’idea mi è venuta qualche anno fa, quando in un negozio di alimenti biologici ho “intercettato” un volantino che promuoveva una domenica a “porte aperte” in un’azienda agricola che forniva i suoi ortaggi al punto vendita. Ci

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siamo andati ed è stata una giornata meravigliosa: abbiamo visitato la fattoria e i miei figli hanno potuto toccare con mano i prodotti che utilizzo per preparare i loro piatti preferiti. È stato in seguito a questa esperienza che la mia bambina mi ha proposto di coltivare il nostro piccolo orto! Nella visita all’azienda, lei e suo fratello hanno potuto fare un giro per i campi con carretto e cavallo, mentre i genitori hanno preso parte a un laboratorio sulla panificazione con la pasta madre. Da allora, ogni anno in primavera andiamo a visitare un’azienda agricola diversa: mi piace che i bambini, man mano che crescono, provino questa esperienza di contatto con i produttori e vivano direttamente per una giornata l’origine del cibo. Le aziende agricole hanno tanti volti, ma quelle bio-

logiche e biodinamiche sono accomunate dallo stesso spirito: rispetto dell’ambiente, non solo quello destinato alla produzione ma anche al contesto naturale in cui le coltivazioni sono inserite; rispetto per le persone, quindi consapevolezza di coltivare cibo sano e salutare che nutre e che contribuisce alla salute; rispetto per gli animali, che sono considerati un tutt’uno con l’azienda che contribuiscono a nutrire con il loro concime e ad arricchire con il loro latte. A volte questa esperienza si può condividere non solo per un giorno, ma tutto l’anno. Alcune aziende, infatti, decidono di aprire le loro porte alle scuole attraverso un progetto di fattoria didattica che dà modo a centinaia di bambini di fare un’esperienza a diretto contatto con la terra a cui difficilmente avrebbero altrimenti accesso. Altre volte, come nel caso delle fattorie sociali, il lavoro per la terra e con la terra è una sorta di terapia per le persone in difficoltà psicologica o sociale e diventa uno strumento fondamentale per il loro inserimento lavorativo o si integra con un percorso terapeutico. Lo scorso anno abbiamo deciso di ripetere questa esperienza anche in autunno, partecipando a “Seminare il futuro”, un’iniziativa in cui alcune aziende agricole biodinamiche hanno invitato a seminare i loro campi in una sorta di bellissimo rito collettivo. In una delle nostre gite fuori porta questa primavera, andremo a vedere cosa è nato dalla nostra semina...


consigli per la spesa LE PIUMETTE

muffin al cacao con gocce di cioccolato Un soffice pasticcino, preparato con cacao e arricchito con gocce di cioccolato, morbido e fragrante, grazie alla ricetta a base di yogurt e uova fresche. Ottimo per iniziare al meglio la giornata, è ideale anche a merenda o come goloso fine pasto.

ALCE NERO

frollini

Baule Volante le piume con quinoa e semi di chia Fragranti sfoglie di riso senza glutine, Le Piume con quinoa e semi di chia sono prodotte senza l’aggiunta di grassi né lievito, e sono a basso contenuto di sale; rispondono alle esigenze di tutti coloro che desiderano un prodotto semplice, senza rinunciare al gusto. Ideali in ogni momento della giornata, a tavola in alternativa al pane, o come sfizioso snack.

Prodotti con olio extravergine d’oliva, non contengono aromi naturali né grassi di origine animale e sono dolcificati solo con zucchero di canna. La gamma comprende: frollini integrali, farro, yogurt miele, latte, muesli e cacao oltre a quelli al kamut ®, al farro e cacao arricchiti con gocce di cioccolato.

R ACHELLI

BIONOVA

gelati in coppetta

kefir

Cremosi e freschi, i gelati in coppetta di Rachelli sono disponibili in tanti gusti tra i quali caffè, cioccolato, cocco, pistacchio, nocciola, stracciatella, vaniglia e yogurt. Voi quale preferite?

Il kefir è una rinfrescante bevanda a base di latte e fermenti, originaria del Caucaso. Cremoso e omogeneo, ha un gusto leggermente acido e un aroma dolce. Perfetto da bere la mattina, a colazione, è ideale anche a merenda, per una pausa piacevole e dissetante.

ANDECHSER NATUR

latte fermentato di capra Preparato con latte di capra certificato Bioland, ha un contenuto naturale del 3,5% di grassi minimo. Si presenta cremoso, morbido e denso, con il gusto tipicamente acidulo caratteristico del latte di capra.

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consigli per la spesa ANTICO MOLINO ROSSO

SOTO

Aida segale e grano

mini involtini primavera

Un prodotto unico nel suo genere: una miscela di farine biologiche macinate a pietra, con un’elevata percentuale di segale unita alla farina di frumento e alla farina di semi di lino. L’elevato apporto di fibre e il prezioso olio contenuto nei semi di lino, ricco di omega 3, fanno di questo prodotto una miscela completa ed equilibrata.

Squisiti e croccanti, sono farciti con spaghetti e delicatamente insaporiti con erbe aromatiche. Sfiziosi e velocissimi da preparare, sono ideali come finger food per accompagnare un aperitivo tra amici e si possono gustare anche freddi.

BIOL AB

polpettine vegetali ripiene con ragù di seitan Deliziosi bocconcini dal ripieno morbido e gustoso. Ottimi da scaldare in padella o da infornare per pochi minuti, sono indicati come invitante antipasto, finger food o come secondo piatto da accompagnare con verdure di stagione.

GAUTSCHI

ECOR

maionese di riso

cracker salati senza granelli di sale in superficie

Una rivisitazione 100% vegetale della classica maionese. Indicata anche per vegani, ha un gusto delicato e una buona consistenza che la rende indicata per preparare piatti diversi, dalle semplici tartine ai sandwich, fino a salse e condimenti.

Fragranti cracker 100% vegetali, prodotti con olio extravergine d’oliva e senza olio di palma. Ideali da soli o come sostituto del pane insieme a salumi, formaggi, salse e verdure grigliate. Da provare anche con miele, marmellata o crema al cacao.

VALVERBE

tisana drenante Integratore alimentare a base di Spirea, Frassino, Betulla e Pilosella che favoriscono il drenaggio dei liquidi corporei. Si consiglia l’assunzione due volte al giorno preferibilmente lontano dai pasti.

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storie del mondo bio

Rosa Maria Bertino: germogli di nuove storie Rosa Maria Bertino è una donna dai modi spigliati e dal fare deciso. Insieme ad Achille Mingozzi nel 1993 ha fondato Bio Bank, una banca dati del biologico che pubblica Tutto Bio, l’annuario del bio, e gestisce il portale biobank.it con i social collegati. Andiamo però con ordine e scopriamo insieme chi è questa figura così carismatica che al biologico è arrivata attraverso un percorso a zig-zag: “La mia formazione non c’entra affatto con il bio”, racconta: “Prima ho studiato ragioneria per far contenta la famiglia, che vedeva per me un futuro in banca; a Bologna ho poi frequentato un corso triennale di grafica pubblicitaria e un anno di Dams per far felice me stessa, perché tutto ciò che era artistico mi attraeva irresistibilmente”. In seguito a queste esperienze, nel 1981 fonda insieme al marito una cooperativa di grafica e comunicazione. Nel giro di 10 anni, però, la crisi colpisce il settore, il mercato pubblicitario si restringe e molte agenzie chiudono. Si rende dunque necessaria la ricerca di una nuova strada, che Rosa Maria individua nel solco di una pratica già avviata dalla cooperativa che curava anche un mensile di agricoltura, il quale ospitava in ogni numero un articolo su un’azienda agricola biologica. “Avevo

incontrato e intervistato i pionieri del bio” spiega. “Da questi incontri è venuto il desiderio di saperne di più, la percezione che c’era una spazio informativo da colmare. Ed è così che è nata l’intuizione: perché non fare un annuario sul biologico in Italia? Era il 1993.” Nasce così Bio Bank e, dopo un anno e mezzo di lavoro, l’annuario Tutto Bio, accolto all’inizio con scetticismo: “Alla prima edizione tutti si domandavano: Chi sono questi? Perché lo fanno? Alla seconda edizione il pensiero era: però, insistono… Alla terza abbiamo ricevuto i primi timidi segnali di conferma e abbiamo capito che - forse - potevamo vivere di questo lavoro. Anche per noi, come avviene nel passaggio dall’agricoltura convenzionale a quella biologica, c’è stato un periodo di conversione”. Il biologico, la mia vera scuola Rosa Maria si trova così nel cuore pulsante di un settore che stava via via prendendo forma e che cercava, all’epoca faticosamente, di definirsi: “Quando abbiamo iniziato, il regolamento europeo che ha dato certezza normativa al settore aveva appena un anno e mezzo di vita, era un bebè. Chi aveva iniziato a fare biologico già dalla fine degli anni Settanta ancora

si dibatteva tra sequestri di prodotto e processi, perché la pasta integrale non si poteva chiamare pasta e lo yogurt non si poteva definire biologico. Processi finiti sempre con l’assoluzione, ma intanto le aziende dovevano affrontare ostacoli e sopportare spese legali salatissime. Oggi che il biologico è ben più diffuso, e di questo dobbiamo essere solo felici, la differenza la fanno i valori: il biologico non è un punto d’arrivo, ma di partenza”. Di anno in anno, dopo un incontro avvenuto per caso e approfondito per curiosità, il biologico diventa per Rosa Maria lavoro e vita, per passione. “Il mondo del biologico è stata la mia vera scuola. Non è possibile contare tutte le persone conosciute in questi anni, quelle con le quali abbiamo collaborato, le fiere e i convegni ai quali abbiamo partecipato o che abbiamo organizzato, i libri e i documenti letti e sottolineati. Ogni persona mi ha insegnato qualcosa, mi ha dato uno stimolo per conoscere, studiare, approfondire. Quando ci penso, provo un immenso senso di gratitudine. Ma se dovessi dire ciò che più mi ha colpito è la capacità del biologico di imprimere un cambiamento positivo alla realtà. Re Mida trasformava in oro tutto ciò che toccava, il biologico lo fa diventare vero. E se il bio è vero aggancia sempre altri valori: l’agricoltura biodinamica, le produzioni locali, la difesa del territorio e della biodiversità, l’attenzione alla sostenibilità, la scelta vegana, la legalità, la giustizia sociale, la solidarietà e la dignità. Per questo abbiamo scelto i valori come tema dell’anno per Tutto Bio 2016”. 20 anni, la stessa passione Dal 1993 sono trascorsi oltre 20 anni: è possibile fare lo stesso lavoro con la stessa passione? Cos’è ancora che anima Rosa Maria? ”Aggiornare, organizzare ed elaborare le informazioni nella banca dati Bio Bank, dove oggi sono raccolte oltre 11.000 attività bio, è il nostro pane quotidiano” spiega. “Significa monitorare costantemente una realtà in continua trasformazione tra nuove aperture, cambiamenti e qualche chiusura. Il nostro lavoro editoriale è soprattutto informazione di servizio: attraverso l’annuario Tutto Bio e il portale biobank.it offriamo dati utili nelle piccole cose di ogni giorno, come cercare un ristorante o un agriturismo, il negozio o il mercatino vicino, lo spaccio aziendale o la profumeria. Ma credo che non sarebbe possibile lavorare con la passione del primo giorno, per oltre vent’anni, a una banca dati che elabora ogni anno una quantità enorme di informazioni, senza la consapevolezza che dietro ogni attività ci sono donne e uomini con le loro storie. Le storie sono stimoli, scintille, semi. Per questo, insieme alle informazioni, raccontiamo le storie. Perché da ciascuna, per imitazione, associazione o ispirazione, ne possano germogliare mille altre”. 19


notizie dalla Fattoria Di Vaira

per la nostra passata un pomodoro da sementi non ibride Con questo articolo iniziamo un percorso di approfondimento sulla delicata questione delle sementi, forse poco sentita, ma di grande importanza. Quello dei semi e della loro origine è un tema centrale per l’agricoltura e per chi consuma i suoi prodotti. Gli agricoltori da sempre recuperano le proprie sementi per utilizzarle nelle produzioni successive. Oggi, purtroppo, la situazione è abbastanza critica. Il mercato delle sementi è ormai nelle mani di poche multinazionali e la maggior parte dei semi è ibrida, il risultato di una selezione in grado di garantire costanza di caratteristiche e una resa che renda economicamente sostenibile l’attività dell’agricoltore. Per questo motivo sono spesso una scelta obbligata anche per l’agricoltore biologico e biodinamico. 20

L’ibrido ha inoltre il grande svantaggio per l’agricoltore, e il grande vantaggio per le ditte sementiere, di non essere riproducibile: il seme va riacquistato ogni anno. Un vero dramma, oggi, soprattutto in orticoltura, è poi rappresentato dagli ibridi maschio sterili (in gergo, Cms). Grazie al lavoro di conservazione di tanti bravi e lungimiranti agricoltori abbiamo ancora a disposizione molte antiche varietà, ma oggi non bastano più, perché coltivarle è spesso difficile, la loro disponibilità nelle sufficienti quantità non è garantita perché della loro moltiplicazione si occupano piccoli agricoltori. Viene anche da chiedersi se noi agricoltori abbiamo saputo conservare fino a oggi la sapienza antica che ha consentito di selezionare nei secoli le sementi adatte

alla nostra alimentazione. Va anche detto che in parte le vecchie varietà possono presentare notevoli problemi agronomici, come la suscettibilità ad alcune malattie, una stabilità e una resa produttiva poco soddisfacenti, proprio perché la selezione non è continuata o è stata effettuata con pochi mezzi. Ritengo che oggi l’agricoltore debba concentrarsi nell’attività agricola e mettere a disposizione la sua esperienza a chi è in grado di condividere le conoscenze sulla selezione. La collaborazione è indispensabile: è l’agricoltore che conosce quel che deve produrre, ma è il genetista che ha le basi per arrivare a un risultato soddisfacente. Rudolf Steiner definiva la situazione con il concetto di “divisione del lavoro”. In biodinamica si è da tempo lavorato per una terza via. In biologico e in biodinamico la selezione parte dal presupposto di considerare la pianta come risultato del suo patrimonio genetico e dell’influenza dei fattori ambientali. La selezione in chiave antroposofica prende in considerazione l’evoluzione della pianta e la sua capacità di adattamento nella fase vegetativa che è più influenzata non dalla base genetica, ma dai fattori ambientali. È soprattutto sulla fase vegetativa che dobbiamo agire nel processo di selezione, perché è quella che determina la qualità del prodotto, la sua capacità di adattamento all’ambiente o ai diversi ambienti nei quali la pianta vive. Da anni alcune organizzazioni sementiere come la tedesca Bingenheim e la svizzera Sativa hanno operato in questo senso in stretta collaborazione con aziende agricole biodinamiche per la selezione di nuove varietà di sementi non ibride adatte all’agricoltura biologica e biodinamica. Se guardiamo alla concimazione, nella maggior parte dei casi le varietà selezionate per il sistema convenzionale poco si adattano al biologico. Per noi agricoltori è comune imbattersi in cereali sviluppati per la produzione convenzionale che hanno bisogno di concimazioni spinte per raggiungere il contenuto proteico richiesto dall’industria di trasformazione. Tramite la selezione è possibile individuare varietà sane, gustose, armoniche nella crescita e nella forma della pianta, robuste e resistenti alle malattie. Le sementi sono riproducibili e non di proprietà del detentore del brevetto, non rendono schiavo l’agricoltore, che ha la libertà di scegliere. Con questo auspicio è nata la collaborazione tra Sativa, EcorNaturaSì e la Fattoria Di Vaira. Si è partiti dalla reale necessità di iniziare un percorso di selezione in Italia, dove gli agricoltori oggi hanno poco materiale professionale a disposizione e dove il territorio ha una grande vocazione alla produzione delle sementi. La collaborazione, sostenuta da EcorNaturaSì, si è


tradotta in una presenza stabile di Sativa presso la Fattoria Di Vaira. Viene condiviso il lavoro e il tema delle sementi si vive così come se gli esperti sementieri fossero davvero parte dell’azienda agricola. Nel 2016 la sinergia ha portato alla fondazione di una società italiana che vede come soci la Di Vaira, EcorNaturaSì, Sativa Rheinau, l’associazione antroposofica Rudolf Steiner di Conegliano e Olivier Salomon che, per conto di Sativa, segue espressamente il progetto sementi nell’azienda Di Vaira. Stante la scarsità sul mercato di buon materiale sementiero, in via di deroga l’Unione europea temporaneamente consente di utilizzare sementi di produzione convenzionale (purché non trattate con sostanze chimiche di sintesi), ma la deroga dovrebbe cessare nel 2020. La situazione andrà a scapito del produttore agricolo, che dovrebbe sobbarcarsi anche il problema delle sementi. Il percorso logico è quindi stato il seguente: 1. coltivazione di ortaggi non ibridi biodinamici; 2. selezione varietale per orticoltura e cerealicoltura professionale in biologico e biodinamico; 3. moltiplicazione di sementi orticole non ibride biodinamiche. Ci occupiamo qui del primo punto; gli altri, invece, saranno materia di prossimi approfondimenti.

Coltivazione di ortaggi non ibridi biodinamici: la nuova passata di pomodoro La scelta delle sementi è difficile: ci sono poche varietà orticole non ibride concepite per uso professionale. Si potrebbe aggiungere che nel periodo invernale la Di Vaira produce finocchi, broccoli e cavolfiori e già poter disporre di buoni ibridi sarebbe una buona opzione, dato che oggi sul mercato sono presenti moltissime varietà Cms, giustamente escluse dal disciplinare Demeter. In estate coltiviamo diversi ettari a pomodori e siamo costretti ad acquistare sementi convenzionali perché il mercato non offre altro e perché il poco che è in commercio non è professionale e non garantisce la copertura dei costi di agricoltori professionali e operai pagati come da contratti di categoria. Ma ci rendiamo conto dei limiti di questa scelta, anche se coltiviamo il prodotto con il miglior metodo biodinamico. Da diversi anni Sativa ha messo a punto in Italia un progetto di selezione di diversi tipi di pomodori. La coltivazione avviene prevalentemente a Reggio Emilia nell’azienda biodinamica La Collina, dove Sativa ha finanziato una serra. Il progetto è accompagnato da Mauro Bonfiglioli, genetista/selezionatore di pomodori con lunga esperienza, i cui progetti di selezione hanno luogo presso l’azienda “Tomatocolours”. Nell’ambito della collaborazione stiamo sviluppando varietà

riproducibili e non ibride. Abbiamo iniziato a valutare le prove varietali di Sativa verificando l’idoneità alla trasformazione in passate di pomodoro. Dopo due anni di prove avremo quest’anno la prima varietà di pomodoro (si chiama Mauro Rosso) che esprime una buona resistenza al Fusarium, un fungo patogeno, ma rimane sensibile al marciume apicale. Presenta un bel colore del frutto e un grado Brix (cioè una quantità di sostanza secca) superiore alla media. La semente viene coltivata in biologico e in biodinamico e, in parte, è prodotta proprio alla Fattoria Di Vaira. Quest’anno coltiveremo 3 ettari di pomodoro non ibrido Mauro Rosso e realizzeremo una passata di pomodoro da 350 g in purezza. L’obiettivo che ci poniamo per i prossimi anni è sostituire le varietà sin qui utilizzate per le passate di pomodoro Le Terre Di Ecor – Fattoria Di Vaira con queste selezioni. Il percorso sarà graduale (non possiamo permetterci di rischiare e di sostituire del tutto le varietà sin qui consolidate), ma contiamo che la qualità del prodotto sia indiscutibile e rafforzi così il nostro obiettivo. Oltre a questo ogni anno inseriamo nel nostro piano di coltivazione varietà frutto della selezione Sativa. Le produzioni estive a pieno campo di zucchine gialle, il peperone Yolo wonder e il Jumbo, le melanzane Melonga e le tonde sfumate di rosa.

Pionieri nel biologico dal 1974

Di vetta in vetta

www.rapunzel.de/it

Michael Gebert

l’atleta ha attraversato per quattro volte le Alpi a piedi e con il parapendio. Michael Gebert aveva nello zaino le barrette alla frutta Rapunzel. Per maggiori informazioni www.rapunzel.de/it

Wir machen Bio aus Li Liebe. i b 21


i nostri progetti

porte aperte in campagna incontro tra produttori, commercianti e consumatori per lo sviluppo dell’agricoltura bio e di una economia sana, buona e giusta 22


L’iniziativa “Porte aperte in campagna - Insieme per la terra” è un’iniziativa che vuole coinvolgere nelle aziende agricole biologiche e biodinamiche imprenditori agricoli, produttori, distributori, negozianti e consumatori. Sono quattro giornate di festa per conoscere il bio direttamente dai suoi protagonisti. Siete tutti invitati a partecipare scegliendo l’azienda più vicina a casa vostra. Le date • 24 aprile Az. Agr. Amico Bio S. M. Capua Vetere (CE) • 15 maggio Az. Agr. La Collina (RE) • 29 maggio Az. Agr. Cascine Orsine Bereguardo (PV) • 5 giugno Az. Agr. San Michele Cortellazzo (VE) Il programma 10.30 Accoglienza 11.00 Presentazioni 12.00 Gruppi di discussione 13.30 Pranzo al sacco da casa 14.30 Presentazione azienda agricola, visite guidate, laboratori 17.00 Chiusura giornata Durante le giornate sono previsti workshop e presentazioni con esperti sul tema del giusto prezzo e della filiera. Non mancheranno momenti di approfondimento sulle aziende agricole che ospitano le giornate, per visitarle, conoscerne la storia e le attività. Sono previsti laboratori e attività per bambini, in collaborazione con le scuole Waldorf. Partecipazione Il pranzo è al sacco (da casa) e la partecipazione agli eventi è gratuita. In caso di pioggia o maltempo, l’azienda potrà sospendere l’iniziativa e sarete avvisati via sms.

Vi aspettiamo! Tutti possono contribuire alla costruzione della comunità del bio. Info e iscrizioni su biopartecipa.it Se preferite telefonare: Dalle 15.00 alle 18.00 dal lunedi al venerdi 045/8918611 0438/720410 Utilizzate #biopervocazione sui principali social network per partecipare online a “Porte aperte in campagna – Insieme per la terra”.

Le aziende agricole Az. agr. Amico Bio L’azienda si trova a Santa Maria Capua Vetere (Ce) e si estende su 150 ettari a produzione ortofrutticola, cerealicola, vivaistica e con allevamento. Accanto all’azienda, che vende i suoi prodotti biologici e biodinamici in Italia e in Europa, vi sono uno spaccio aziendale, una fattoria didattica, un agriturismo. L’azienda gestisce inoltre alcuni ristoranti a Capua, Napoli e Londra. Il territorio è quello dell’antica “Campania felix”, caratterizzato da terreni fertili, sole e un clima molto mite. Amico Bio vuole essere un modello per dimostrare che è possibile, anche in questi territori oggi maltrattati, fare un’agricoltura di qualità, rispettosa dell’ambiente e delle persone. L’azienda dà lavoro a un centinaio di collaboratori. Tra le varie attività Amico Bio gestisce anche il sito archeologico di Capua antica, il secondo anfiteatro romano al mondo dopo il Colosseo, che vide, tra le altre, le celebri gesta di Spartaco. Az. agr. Cascine Orsine Fondata da Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI, Cascine Orsine è un’azienda agricola dalle caratteristiche uniche: 650 ettari, tra Bereguardo e il

fiume Ticino, 350 dei quali coltivati e i rimanenti mantenuti a bosco e a lanche, oasi di rifugio di molte specie animali, con una delle più estese garzaie d’Italia. Dai 550 capi di bestiame derivano eccellenti formaggi, ma dall’azienda escono anche cereali, farine, olio extravergine di oliva, carne e miele. Con il supporto del figlio Aldo Paravicini Crespi, le Cascine sono convertite totalmente al metodo biodinamico dal 1976. Qui, dopo decenni di coltivazione irrazionale, sono tornate a cantare le rane, che l’uso massiccio di pesticidi aveva zittito. Da sempre all’attività agricola si accompagnano corsi e seminari sull’agricoltura e l’apicoltura, in un solco che trae dagli insegnamenti della biodinamica la direzione per le attività del presente e del futuro. Coop. agricola La Collina La Cooperativa agricola La Collina nasce nel 1975 da un gruppo di giovani di Reggio Emilia che credono nella possibilità di unire vita, lavoro e accoglienza del disagio sociale. Oggi La Collina è un’azienda agricola che coltiva e alleva con metodo biologico e biodinamico molti prodotti, che vende direttamente nei punti vendita a Reggio Emilia; è una fattoria didattica, che offre programmi articolati per scuole elementari e scuole medie; è una comunità terapeutica che ospita ragazzi con problemi di dipendenza patologica. Az. agr. biodinamica San Michele L’azienda agricola San Michele a Cortellazzo (VE) nasce sulla scorta dell’esperienza di anni di lavoro agricolo a Manzana (TV). Il programma di conversione dei terreni è terminato quest’anno e ora il sito è adatto per la coltivazione biodinamica. Sta per essere costituito un organismo agricolo chiuso con una stalla, caseificio, foraggere, coltivazione di ortaggi, piantumazioni arboree. “Porte aperte in campagna Insieme per la terra” costituisce il primo momento in cui l’azienda si apre alla comunità. L’intento è diventare luogo di incontro e scambio per agricoltori, studenti e tutti gli interessati, ma anche un luogo in cui lavoro agricolo e ricerca possano accompagnarsi e offrire spunti e stimoli di conoscenza per tutti coloro che vorranno visitarla. 23


consigli per la spesa BIOL AB

fusilli di piselli verdi e sedanini di lenticchie rosse

medaglioni di tofu, riso e alghe Una sfiziosa proposta vegana che unisce il gusto esotico delle alghe alle proteine vegetali del tofu e alle proprietà del riso. Facili da preparare, cuociono in 5 minuti in una padella antiaderente e possono essere impiattati con fantasia e semplicità, magari abbinati a un contorno di verdure.

Due specialità a base di legumi che, oltre a esser senza glutine, sono ricche in proteine: i fusilli di piselli verdi sono fonte di ferro, mentre i sedanini di lenticchie rosse hanno un alto contenuto di fosforo, ferro, zinco e manganese. Scopri le ricette per gustarli al meglio sul retro della confezione!

BIO APPETÌ

maionese vegetale Disponibile nel banco frigo, è una leggera crema a base di soia, del tutto simile alla maionese tradizionale per sapore e consistenza, ma preparata senza uova né altri ingredienti di origine animale. Morbida e cremosa, con il suo gusto delicato è ideale per tante ricette diverse.

SCANDIA

BIODELIZIE

carpaccio di salmone reale selvaggio crudo

petto di tacchino al forno preaffettato in rotolino

Il salmone reale selvaggio viene pescato in alto mare, nell’Oceano Pacifico del Nord, e immediatamente surgelato a bordo della nave. Grazie a questa tecnica e alla sapiente lavorazione, Scandia ottiene un prodotto dalle stesse caratteristiche del pesce appena pescato ma con la garanzia della massima sicurezza alimentare per il consumo a crudo.

Buono come fosse affettato al momento, in rotolino (da 80 g), è perfetto per farcire panini, ma è ideale anche da solo, come secondo piatto, magari accompagnato con un contorno a base di verdure di stagione.

BIODELIZIE

salame di culatello Strolghino Un salame di piccola taglia, preparato con rifilature di culatello di suino, il cui nome deriva dal termine “strolga”, ovvero il mago in grado di prevedere il futuro. Questo salametto, infatti, veniva preparato per prevedere l’andamento della stagionatura dei salami più grandi.

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perché ho scelto bio

in Patagonia con l’Happy Family

Negli scorsi mesi vi avevamo raccontato dell’Happy Family, pronta per il suo viaggio in Sud America. In questo numero, pubblichiamo volentieri questa lettera dalla Patagonia in cui Sebastien, Alberta e le piccole Angela e Anna raccontano come sta andando la loro avventura. Ciao carissimi, qualche mese fa, quand’è uscito l’articolo del magazine che presentava il nostro progetto di scoperta del biologico e della sostenibilità in Sud America, si trattava solo di un sogno per il quale stavamo investendo tutte le nostre forze e speranze. Ora, quasi magicamente, ci troviamo seduti al tavolo di un campeggio di El Chalten, di fronte a noi l’imponente Fitz Roy, una delle vette più battute dagli alpinisti di tutto il mondo, a raccontarvi di quello che è stato il nostro viaggio fino a questo punto. Siamo a oltre 1400 km di distanza da Ushuaia, la città che ci siamo lasciati alle spalle il 20 gennaio, carichi di un bagaglio di aspettative e illusioni. Le emozioni accumulate lungo questi chilometri sono tante, s’intrecciano tra loro e tra noi. L’attraversamento della parte bassa della Patagonia, che ci ha impegnato fino ad ora, è stato dedicato più alla famiglia e a trovare un ritmo tra noi quattro e nel viaggio. Si tratta di una zona prevalentemente semidesertica e battuta dai venti che, senza sosta, prendono la rincorsa

attraversando il territorio da nord-ovest a sud-est… praticamente ce li troviamo sempre contro! Sapevamo fin dell’inizio che sarebbe stato così. Quando si è preparati psicologicamente, affrontare le difficoltà dovrebbe essere più semplice, ma quando le raffiche arrivano a 80/100km/h, l’umore ne risente inevitabilmente e, nelle infinite e monotone distese di pampa, alle volte è veramente duro tenere alto l’entusiasmo. La scelta di partire così a sud non è stata casuale: i dislivelli e le alture sono più clementi e si tratta di aree sotto vari aspetti più sicure di altre. In questi spazi sconfinati non si vede molto altro che estancias, immense tenute terriere con pascoli di pecore, selvaggi guanachi e arbusti di calafate (bacche simili ai mirtilli), che spesso abbiamo raccolto. L’agricoltura è praticamente assente, tranne qualche sporadica serra: il clima rigido non permette la coltivazione a pieno campo che delle patate, comunque non comuni da vedere. Distanze infinite separano una città o un paese dall’altro. Il problema principale dell’attraversata in bicicletta di queste lunghe distese è proprio la reperibilità di cibo e acqua: ogni goccia diventa preziosa e il cibo non si spreca! Fortunatamente l’ospitalità rende tutto più dolce. I chilometri che ti separano da casa si accorciano ogni volta che una persona ti apre le porte della sua: a Ushuaia siamo stati ospitati da Roberto e Mabel, una

splendida coppia che ci ha preparato una cena calda coccolandoci come fossimo figli o nipoti; lo stesso è successo a Rio Grande, dove Valeria e Guillermo, con le loro due figlie, hanno condiviso con noi tre giorni delle loro vacanze estive, facendoci assaggiare piatti tipici della Patagonia e raccontandoci curiosità dei luoghi. A Punta Arenas, in Cile, abbiamo avuto l’occasione di visitare con Pancho la scuola di agricoltura e una piccola azienda a ortofrutta biologica coltivata solo in serra. In generale i prodotti biologici qui sono molto rari e si trovano solo in negozi specializzati. Ma non mancano le risorse naturali: nella Terra del Fuoco, che il governo argentino sovvenziona per incentivarne lo sviluppo, vengono estratti gas e petrolio. Nel nostro piccolo stiamo cercando di essere autosufficienti: le biciclette sono fornite di dinamo e per ricaricare i nostri dispositivi elettronici ci siamo dotati di due pannelli solari; viaggiamo sempre con almeno 10 litri di acqua, disponiamo di una pompetta fi ltrante e ci regoliamo in base alle risorse idriche della zona da percorrere. A Puerto Natales, siamo andati in cerca del “Turismo el campesino”, una struttura che si occupa di ricettività sostenibile, iscritto alla rete di Couchsurfing e WWOOF Chile e perciò tra i primi punti che avevamo in programma di visitare: con nostra grande sorpresa, Gloria, la padrona di casa, aveva già sentito parlare di noi, come altre persone che abbiamo incontrato lungo la strada ed è stata contenta di ospitarci in casa sua, dove abbiamo condiviso spazio, tempo e storie con altri giovani viaggiatori di tutto il mondo. Insomma, il nostro equipaggiamento colorato, originale e ingombrante non sta passando inosservato! Non è comunque raro trovare persone che viaggino in bicicletta in queste aree desolate, sole, in coppia o con amici, ma non siamo gli unici a viaggiare con i bambini: pochi giorni fa abbiamo incrociato lungo strada una coppia di ciclisti tedeschi con due bambine di 6 anni e 11 mesi, tutti con il sorriso sulle labbra e una serenità profonda nell’animo. Ora ci stiamo preparando per uno dei tratti più difficili che riattraversa il confine tra Argentina e Cile; il tratto è particolarmente duro per la salita sterrata, ma soprattutto perché per 6 km corre in un canale scavato dall’acqua, impraticabile per le nostre biciclette cariche: dovremo fare un passamano con i bagagli o procedere con le biciclette in spalla. Superato il tratto difficoltoso arriveremo a Villa O’Higgins, da dove risaliremo la mitica Carretera Austral, per poi traghettare fino all’Isola di Chiloè, dove ci aspettano paesaggi meravigliosi e le prime grandi aziende biologiche che andremo a visitare. A presto, l’Happy Family! 25


biogreen: una filiera di famiglia 26

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dai negozi cuorebio

Se è vero, come dice il proverbio messicano, che la casa non poggia le fondamenta sul terreno, ma su una donna, questa sicuramente è mamma Cinzia Bastarelli! E quando una mamma riesce a coinvolgere i figli nel proprio progetto di vita, trasmettendo e condividendo valori e passioni, significa che, oltre ad aver seminato bene, ha potuto farlo su un terreno fertile. I figli Cristian e Mattia Orienti, infatti, rispettivamente di 29 e 28 anni, sono oggi parte importante di questa impresa di famiglia, anzi di questa “filiera” di famiglia, visto che si occupano di produzione, trasformazione e vendita… Ma partiamo dal principio. Cinzia scopre che uno dei suoi talenti è comunicare con la gente e ben presto trova occupazione come addetta alle vendite in alcuni negozi di calzature della sua città. Fermo è un comune marchigiano, oggi capoluogo della provincia omonima, a pochi km dal mare, ed è al centro di un importante distretto calzaturiero. Brava nel consigliare e rispondere alle esigenze dei clienti, Cinzia adora il contatto diretto e amichevole con le persone, anche se vorrebbe qualcosa di più. Così, nel dicembre 2001, quando i due figli sono già grandicelli, decide di avviare in proprio un negozio di alimentari. “Mamma ha aperto il negozio da sola, ma tutti le davamo una mano. Anche mio padre non appena aveva un momento libero dal suo lavoro, aiutava nell’attività, come si fa normalmente in una famiglia” racconta Cristian con orgoglio. Cinzia e i suoi figli, fieri delle proprie origini contadine, continuano ad avere uno stretto contatto con la terra e con la campagna e quindi in tavola spesso ci sono prodotti biologici: piatti semplici della tradizione marchigiana, soprattutto cereali, pasta e tante verdure dell’orto. In negozio Cinzia s’impegna a inserire sempre più prodotti biologici, venendo incontro alle esigenze e alle richieste di tanti clienti attenti, come lei, non solo al benessere personale, ma anche al rispetto dell’ambiente. Arriva così il momento in cui decide di trasformare il negozio interamente in biologico e biodinamico. Nasce “Biogreen”, l’insegna della nuova attività. “È stata una scelta coraggiosa: qui all’inizio sembravamo dei marziani, a parlare di bio! Ma era tempo di liberarsi dai compromessi. Mamma non s’è scoraggiata: con l’aiuto di alcune persone di Ecor e seguendo corsi di formazione è diventata una vera esperta” sottolinea l’altro figlio Mattia. Il negozio si trasforma, diventa più grande (circa cento metri quadrati) e si sposta in una zona di forte passaggio. Cinzia comincia ad aver bisogno di aiuto nella gestione per poter mantenere il buon servizio di sempre ai clienti affezionati e a tutti i curiosi che vi metton piede per la prima volta. Racconta Cinzia: “Nel 2012 è entrato nello staff Cristian, che faceva tutt’altro lavoro,


Cinzia e i suoi figli, fieri delle proprie origini contadine, continuano ad avere uno stretto contatto con la terra e con la campagna e quindi in tavola ci sono spesso prodotti biologici: piatti semplici della tradizione marchigiana, soprattutto cereali, pasta e tante verdure dell’orto.

nella foto di pag. 26, Cristian con mamma Cinzia; in queste pagine, Cinzia e Luisella, Mattia al lavoro

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nel forno, Cristina e Valentina.

ma seguiva e supportava le mie scelte. Quando nel dicembre del 2013 abbiamo deciso di aprire a Porto San Giorgio un altro Biogreen, grande come il negozio di Fermo, ha fatto il salto di qualità della vita”. “E non me ne sono mai pentito” aggiunge Cristian. “Lavorare in un negozio biologico ti fa sentire con l’anima a posto e soddisfatti anche dopo una dura giornata di lavoro. Si è fatto qualcosa di utile per la salute delle persone e per l’ambiente. Questa è la vera ricompensa!”. Porto San Giorgio è un piccolo centro sulla fascia costiera marchigiana: il nuovo negozio di Via Rosselli è meta non soltanto dei concittadini che cercano un bio di qualità, ma anche di turisti che arrivano da tutta Italia attratti dalla bellezza del luogo. La storia non finisce qui: seguendo l’esempio del fratello, anche Mattia lascia il proprio lavoro per completare la “filiera” di famiglia, iniziando due attività a servizio del negozio: coltivare cereali, trasformarli in farina e poi sfornare ogni giorno buon

pane fresco da vendere nei negozi. Un pane di filiera e a Km 0! Il nuovo forno di Fermo, in via Salette, produce non solo pane, ma anche biscotti e crackers, da farine macinate nel proprio piccolo mulino, provenienti da cereali la cui produzione è stata avviata di recente in alcuni terreni attigui: grano duro e tenero, farro, grano khorasan, grano Cappelli e avena. La giornata di Mattia inizia alle 5 di mattina: ci sono da cuocere i vari impasti realizzati il giorno prima con pasta madre. Poi una volta portato il pane in negozio, bisogna seguire il lavoro dei campi: i cereali saranno pronti a luglio, ma bisogna prendersene cura per tutto il ciclo colturale. Anche per Cristian l’impegno è tanto. “Per fortuna la mia compagna Cristina lavora con me in negozio, altrimenti non la vedrei mai, con tutto quel che c’è da fare! E poi sei mesi fa abbiamo avuto una bambina, Giorgia, la gioia della nostra vita” dice Cristian con gli occhi lucidi. “Nel nostro staff c’è Luisella, che è con noi

da 9 anni, e da poco abbiamo assunto Valentina. Con la mia famiglia condivido vita e lavoro, ogni tanto c’è qualche discussione, ma tutto finisce bene, perché siamo molto uniti e ci vogliamo bene. Per quanto possibile, cerchiamo di confrontarci per superare le difficoltà quotidiane, anche se magari non sempre siamo d’accordo sulle soluzioni! Ci organizziamo per i turni di lavoro: di mattina vado presto ad aiutare mio fratello e poi arrivo in negozio”. Capite perché li abbiamo chiamati la famiglia di filiera? Se qualcuno passa da quelle parti, in vacanza, vada a trovarli per conoscerli e per farsi ricaricare le batterie con il loro entusiasmo. biogreen via fratelli rosselli 168 Porto san giorgio (FM) biogreen via salvo d’acquisto 22/a Fermo 27


La Terra è la mia preghiera. Vita di Gino Girolomoni, padre del biologico MASSIMO ORLANDI Emi Edizioni

È durato un anno questo viaggio nella vita di Gino Girolomoni, un anno in compagnia di chi non poteva rispondermi, ma lo faceva ugualmente, con i suoi scritti, con i suoi luoghi, attraverso i suoi amici. È stato un anno in cui non ho ricostruito la vita di una persona, ma l’ho sentita come un lievito prezioso sulla mia. È a questo, credo, che servano le biografie: non ad alimentare

archivi, non a lucidare le vite, ma a mostrare le strade che hanno aperto, perché possano essere proseguite. “La terra è la mia preghiera” non cerca di racchiudere in 200 pagine il Gino Girolomoni contadino o il monaco, il padre dell’agricoltura biologica e l’attivista anti Ogm, il poeta e lo studioso biblico. Semmai prova a tenere vive le domande che Gino ha coltivato affinché incrocino le nostre, producendo ancora vita. Chi sono? In cosa credo? Qual è il mio posto nel mondo? Che contributo posso dare? Gino ha vissuto questi interrogativi con le inquietudini, i dubbi, le speranze di tutti noi, offrendoci però tante, preziose, profetiche tracce di risposta, molti spunti con cui quest’uomo curioso, poliedrico, instanca-

bile ha alimentato la sua vita e ha cercato risposte ai suoi interrogativi. Non si sarebbe mai fermato, se non lo avesse fatto, per lui, il suo cuore, il 16 marzo 2012. Ma non è la data della morte che racchiude il suo percorso. È come se Gino, da saggio contadino, avesse accantonato nel granaio della sua vita temi, idee, proposte, spunti perché ci potessimo approvvigionare per molto tempo, anche dopo la sua partenza. “La terra è la mia preghiera” è solo un segno della presenza di questo deposito d’idee vive, di strade aperte, di spunti, d’insegnamenti. Come i semi che mille volte ha piantato, la storia di Gino si conclude penetrando nel seno della terra, pronta a uscirne con il fascino promettente di ogni germoglio.

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La ricetta è quella della migliore tradizione italiana, glii in gl ingr gred edie ient ntii so sono no que uellllii de dellll’aagr gric icol oltu tura ra bio iolo logi gica ca.. Gustosi e delicati, i nostri dessert sono dedicati a chi, come te, segue un’alimentazione sana e ama i sapori veri. Naturattiva ti offre tanti gusti e due diverse lilinee bi bio: Cremosii di Soia, i squiisit ite speciialit litàà a basso contenuto di grassi; Cremosi di Riso, preparati con estratto di riso e arricchiti con Calcio e Vitamina D2. Peer un u piaace ceree chee puo uoi co concced eder e ti t in qu qual a un u qu quee moomeentto.

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oggi leggiamo...


homemade in cucina

la ricetta biscotti gelato Ingredienti per 5-6 biscotti gelato: per la frolla: 125 g di farina integrale di farro 40 g di zucchero di canna integrale 60 g di olio extravergine d’oliva delicato (o di semi) 30 g di acqua (o bevanda vegetale) 1 cucchiaino raso di polvere lievitante di cremortartaro ½ cucchiaino di vaniglia naturale in polvere per il ripieno: 250 g di ricotta di vacca 30 g di zucchero di canna integrale (oppure 20-25 g di miele) 50 g di cioccolato fondente al 75% 1-2 cucchiai di yogurt bianco intero (facoltativo)

biscotti gelato Coi primi caldi avete voglia di una merenda fresca e golosa? Ecco come preparare in casa con pochi ingredienti dei biscotti gelato senza gelatiera, utilizzando una frolla leggera al farro e un semplicissimo, ma buonissimo ripieno di ricotta e cioccolata. Impossibile resistere!

In primavera e in estate siamo tutti, grandi e piccini, alla ricerca di una merenda fresca... Un’alternativa alla frutta di stagione dolce e matura per un pomeriggio speciale possono essere questi golosi biscotti ripieni che non hanno nulla da invidiare a quelli acquistati, con la differenza di contenere ingredienti che potete scegliere direttamente voi. La frolla morbida, a base di farro integrale, non contiene né burro né uova e il ripieno, velocissimo da fare, è cremoso, ma leggero, grazie all’utilizzo della ricotta e dello yogurt, non eccessivamente dolce. Se lo desiderate, potete omettere la cioccolata tritata o sostituirla con due cucchiai di granella di nocciole tostate o di cocco rapé. I biscotti di frolla possono essere preparati in anticipo e conservati in una scatola di latta, farcendoli con la crema di ricotta solo poco prima del consumo. Oppure potete conservare i biscotti gelato già farciti nel congelatore all’incirca per un mese, avvolti nella carta per alimenti, trasferendoli in frigorifero almeno 20-30 minuti prima della merenda, in modo che riprendano una consistenza morbida.

Preparate la frolla, sciogliendo lo zucchero nell’acqua intiepidita ed emulsionando l’olio. In una ciotola mescolate con cura farina, lievito e vaniglia e versatevi gli ingredienti liquidi, amalgamando prima con un cucchiaio e poi con le mani fino a ottenere un impasto omogeneo, che metterete a riposare in frigorifero per almeno 15 minuti, avvolto nella pellicola. Nel frattempo preparate la farcia: tritate a coltello la cioccolata (in alternativa potete utilizzare gocce di cioccolato) e frullate lo zucchero di canna per ottenere una consistenza fine (oppure aggiungete direttamente il miele). Setacciate la ricotta e, se non risultasse abbastanza cremosa, unite anche 1 o 2 cucchiai di yogurt bianco intero. Conservate questa crema in frigorifero fino al momento dell’utilizzo. Trascorso il tempo di riposo, stendete la frolla a uno spessore di 2-3 millimetri e tagliatela in forme regolari. Trasferitele in una teglia coperta di carta da forno e cuocete in forno caldo a 180 °C per circa 12 minuti. Una volta pronti, sfornate i biscotti e fateli raffreddare completamente su di una griglia per dolci. A questo punto, spalmate una dose generosa di crema alla ricotta sulla faccia inferiore di metà dei biscotti e ricopriteli, schiacciando leggermente e rendendo uniformi i lati con un cucchiaino. Trasferite i biscotti gelato in frigorifero per almeno 2 ore prima di consumarli.

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oggi in cucina

tortillas di mais con guacamole

avocado

Un frutto tropicale ormai conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Pur essendo un frutto, il suo utilizzo non si limita alle macedonie, ma può essere impiegato anche per piatti a base di carne e pesce, piatti unici o come salsa per tartine e tortillas.

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per il guacamole: • 1 avocado maturo • 1 peperoncino verde o rosso • 1 pomodoro ramato • 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva • 1 lime • 1 scalogno • 1 pizzico di sale • 1 pizzico di pepe

LE TERRE DI ECOR - FATTORIA DI VAIRA

olio extravergine d’oliva

Un olio estratto a freddo mediante procedimenti meccanici e ottenuto da olive biodinamiche, raccolte in Italia, prevalentemente delle varietà Leccino e Gentile di Larino, con una piccola quantità di Coratina e Moraiolo.

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DAL REPARTO ORTOFRUTTA

ingredienti per 4 persone


ricetta e foto di Sabrina Scicchitano

per le tortillas: • 600 ml acqua • 300 g farina di mais per polenta istantanea • olio extravergine d’oliva q.b. • un cucchiaino di sale • un pizzico di peperoncino Per preparare il guacamole tagliate a metà l’avocado, sbucciatelo e tagliatelo a pezzi. Mettetelo in un contenitore di porcellana a bordo alto, aggiungete il succo di lime, lo scalogno affettato finemente, l’olio, il peperoncino, il pomodoro a pezzetti, il sale e il pepe. Frullate fino a ottenere una salsa omogenea e senza

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SONNENTOR

grumi. Assaggiate e, se necessario, aggiustate di sale. Coprite con la pellicola e conservate in frigorifero. Per preparare le tortillas, versate la farina in acqua bollente salata, aggiungendo, se lo desiderate, anche un pezzo di peperoncino. Mescolate e fate addensare fino a ottenere una palla. Accendete il forno a 250° e ricoprite le teglie di carta da forno. Tagliate un pezzo di impasto (l’altro avvolgetelo subito nella pellicola), mettetelo tra due fogli di carta da forno e livellatelo molto sottile con il mattarello. Poi alzate il foglio superiore e, aiutandovi con uno stampino tondo di circa 20 cm, create dei cerchi che poi dividerete in otto triangoli come da foto. Lasciateli sulla carta forno, spruzzateli

con olio e un po’ di sale fino. Se non avete lo spruzzatore, spalmate l’olio con un pennellino. Infornate per circa 7/9 minuti. Appena le tortillas cominciano a dorarsi e a diventare belle croccanti sono pronte. Si conservano in un vaso ermetico per più giorni. In alternativa, per ottenere tortillas ancora più croccanti e dal gusto più intenso, potete friggerle in un piccolo pentolino… Guacamole e tortillas: un’accoppiata vincente e irresistibile.

ECOR

peperoncino rosso in polvere in vaso

farina di mais per polenta istantanea

Dal sapore piccante e intenso, è una spezia versatile, indicata per insaporire tante ricette diverse: dai condimenti per la pasta, il classico olio e aglio, alla preparazione di piatti e salse etniche, dal gusto deciso.

La polenta è un piatto tipico della tradizione contadina. Questa farina di mais consente di prepararla in soli 2 minuti. Ottenuta da mais italiano, è indicata anche per la preparazione di altri piatti, come le tortillas.

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approfondimento di Fabio Brescacin, Presidente di EcorNaturaSì

alcune riflessioni sul lavoro A volte discutiamo sul rapporto con i nostri collaboratori e su quale debba essere una sana politica retributiva. Prima di cimentarci in applicazioni pratiche, dovremmo cercare di fare chiarezza su alcuni concetti relativi alla natura del lavoro. Provo a mettere per iscritto alcune riflessioni maturate in questi anni di esperienza e ispirate dal lavoro scientifico spirituale di Rudolf Steiner. Il lavoro ha in sé tre aspetti Il primo aspetto riguarda la sua intima natura. Nel lavoro noi esprimiamo noi stessi, abbiamo la possibilità di mettere a frutto i nostri talenti per crescere individualmente e per mettere a disposizione del mondo le nostre facoltà. Noi con il lavoro, forse più che con ogni altra attività umana, lasciamo la nostra impronta, il nostro segno nel mondo. Il lavoro è pertanto così intimamente connesso al nostro essere che è pura attività spirituale e, da questo punto di vista, non ha nulla a che fare con la vita economica. Pensare, quindi, di retribuire il lavoro è un’aberrazione simile alla vecchia schiavitù. Il lavoro non si può, né si deve, comprare o vendere, perché sarebbe come comprare la più intima essenza di ogni essere umano. Il lavoro, però, quando viene inglobato nella vita economica, e questo è il suo secondo aspetto, produce qualcosa per gli altri. Questo qualcosa, qualsiasi cosa esso sia, un bene materiale o spirituale, diventa, nella sfera economica, merce. La sfera economica per sua natura, e deve essere così, mercifica qualsiasi cosa entri nel suo ambito. Anche una prestazione spirituale di un insegnante o la diagnosi di un medico economicamente diventano merce. La vita economica deve dare un valore alla merce, un valore in denaro. Io compro, o vendo, il frutto della prestazione quindi gli do un valore. L’imprenditore compra la prestazione, il frutto del lavoro dei suoi collaboratori e gli dà un valore che poi con la sua capacità organizzativa e con la sua visione, vende sul mercato e valorizza al meglio. Quindi non si compra né si vende il lavoro, ma il frutto del lavoro, pertanto è giustificato 32

economicamente che la prestazione di una persona sia pagata differentemente da quella di un’altra, perché risulta economicamente più efficace. In questo senso anche il risultato di un’idea può e deve essere pagato, perché un’idea può essere infinitamente efficace a livello economico e un buon imprenditore dalla sua applicazione economica può trarre un enorme beneficio monetario. A questo punto dobbiamo porci una domanda. Chi non ha idee, e chi produce poco, o addirittura nulla, come una persona che ha dei limiti fisici, o magari dei difetti anche morali che sono sempre limiti, ha diritto a lavorare e ad essere retribuita e quindi a vivere e a soddisfare i propri bisogni? Qui entra il terzo aspetto del lavoro o, quanto meno, della retribuzione. Ognuno dovrebbe avere il diritto di lavorare e, comunque, l’intera società umana dovrebbe occuparsi del suo minimo sostentamento. Una parte, quindi, del risultato economico di un’azienda dovrebbe essere destinata, in forma di tassazione obbligatoria o, molto meglio, di tassazione facoltativa gestita da sé o da altri enti pubblici e privati, a sostenere persone non efficaci economicamente, ma che, comunque, hanno diritto di esistenza a prescindere dai loro limiti. Qui, a fianco della natura spirituale del lavoro e dei suoi frutti economici, s’inserisce la sua natura di equità giuridica, che vede ogni persona come essere umano, indipendentemente dalle sue facoltà e dai suoi talenti e dalle sue prestazioni economiche, e la rispetta e la accudisce come tale. Concludendo: • a tutti dovrebbe essere consentito di lavorare per poter vivere la propria Umanità e dare al mondo il proprio contribuito; • a tutti dovrebbe essere garantita una minima retribuzione giuridica per poter vivere dignitosamente; • solo il frutto del lavoro può essere venduto e comprato e ad esso va dato in denaro un valore corrispondente. Quindi, come azienda, dovremmo sentire l’anelito a creare più occasioni di lavoro possibili per dare ad ogni persona l’op-

portunità di far emergere i propri talenti e metterli al servizio della comunità umana, che senza di essi risulterebbe menomata, inventandoci delle attività da mettere a reddito e coadiuvando e sostenendo le libere e sensate iniziative di tutti. Dovremmo garantire a tutti un minimo sostentamento dignitoso per vivere, per se stessi e i propri congiunti. Anche di ciò dovrebbero sempre più occuparsi le aziende sopperendo alla difficoltà che la sfera pubblica sta oggi vivendo. Dovremmo valorizzare il risultato del lavoro dei nostri collaboratori, pagandolo adeguatamente, ed essere in grado di proporlo e valorizzarlo nel mercato presso i nostri consumatori. Così sentiremo veramente il valore di una comunità nuova, di cui ogni azienda può essere il segno, e che deve sopperire alle comunità religiose del passato e alle comunità politiche statali ormai languenti. I collaboratori appartengono all’azienda non solo come prestatori di lavoro, ma come uomini con i loro bisogni e i loro ideali e l’azienda deve occuparsi di loro, e loro dell’azienda, come una vera nuova comunità umana fraterna del terzo millennio. Riporto quella che Rudolf Steiner definì, ancora nel 1905, la legge fondamentale della vita sociale che, se compresa ed applicata adeguatamente, risolverebbe, o almeno darebbe, una sana impronta sociale al nostro esistere e agire e di cui ora sentiamo infinita necessità. La legge recita: “la salute di una comunità di uomini che lavorano insieme è tanto maggiore, quanto meno il singolo tiene per sé i ricavi delle sue prestazioni, vale a dire quanto più di tali ricavi egli dà ai suoi collaboratori, e quanto più i suoi bisogni non vengono soddisfatti dalle sue prestazioni, ma da quelle degli altri. Tutte le istituzioni entro una comunità di uomini che contraddicono questa legge, alla lunga producono in qualche modo miseria e dolore”. Il punto quindi è che sono due cose del tutto distinte il lavorare per i propri simili e il conseguire determinate entrate. In questo senso ricordo un’espressione coniata da un nostro collaboratore che esprime ed eleva tutte le nostre considerazioni precedenti e le sublima in una massima sintesi: LAVORARE È DONARE.


approfondimento di Carlo Triarico, presidente del’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica

agricoltura biodinamica, perché la difendo Condividiamo con voi un articolo di Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, già pubblicato sul quotidiano “la Repubblica” del 15 marzo nella rubrica Lettere, Commenti e Idee. Caro Direttore, l’agricoltura biodinamica è salita alla ribalta della cronaca ed è al centro di incontri, trasmissioni televisive e prese di posizioni sui giornali. Coltivare senza avvelenare non è primato da poco. Se poi i prodotti sono eccellenti, si dà lavoro a migliaia di persone e le esportazioni crescono. A fronte di numerosi articoli scritti da prestigiose firme, sono però comparsi attacchi animosi. Considerando che l’agricoltura biologica e biodinamica è in costante ascesa, c’è la necessità di aprire sul tema un serio confronto. Già oggi l’11,2% della superficie del Paese è coltivato in bio, con un fatturato annuo di 3 miliardi e 600 milioni di euro. È biodinamica la proprietà di “EcorNaturaSì”, il più grande distributore italiano del settore e principale catena italiana di supermercati specializzati, biodinamico è “Natura e Alimenta”, il più grande consorzio del latte biologico. Sono biodinamiche importanti realtà agricole italiane, tra cui “Fattoria Di Vaira”, la più grande azienda agricola del Molise presieduta dal vescovo di Campobasso. Solo le imprese italiane di produzione e trasformazione aderenti al marchio “Demeter”, il logo storico dell’agricoltura biodinamica diffuso in oltre 40 Paesi, raggiungono un fatturato totale di 445 milioni di euro e nonostante ciò l’Italia non riesce a soddisfare tutta la richiesta estera di prodotto. La biodinamica si avvale di disciplinari e protocolli pubblici e pratiche agronomiche ormai consolidate (oltre due milioni di ettari certificati al mondo). Essendo la capostipite dell’agricoltura biologica, non fa uso di pesticidi, fertilizzanti di sintesi e diserbanti. Non inquina e aumenta la fertilità della terra. Diversi atenei del

Paese hanno ospitato studi, corsi, master e dottorati di ricerca su questa disciplina. L’Università Federico II di Napoli ha annunciato di voler istituire un corso di laurea in agricoltura biologica e biodinamica, come auspicato dal ministro dell’Agricoltura Martina. Il nostro Paese è rinomato per la sua agribiodiversità, la varietà di suoli agricoli, piante coltivate e animali allevati. Alcuni ritengono che tutto questo debba essere abbandonato a favore dell’utilizzo di potenti insetticidi e di poche varietà estere di piante e fertilizzanti proprietà delle multinazionali. Occorre poter riflettere attentamente sul futuro modello di sviluppo ed evitare toni estremistici. Ragioniamo allora sul Contributo 99 della “Carta di Milano” prodotto in Expo, ormai un manifesto per il nuovo modello agricolo. Esaminiamo i protocolli innovativi applicati in biodinamica. Chiamiamo all’alleanza diverse culture e professionalità e lavoriamo a una riforma agraria, ormai ineludibile.

La biodinamica è una delle prospettive concrete per far ripartire l’economia dell’Italia È quanto ha proposto un convegno organizzato a febbraio dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica in collaborazione con l’università Bocconi di Milano, il Fai e la Fondazione Feltrinelli. Di primo acchito gli strumenti della biodinamica possono apparire stravaganti, se non si conosce il metodo e dato che non è stata finanziata la ricerca. Ma ora che l’Italia è il primo esportatore europeo di questi prodotti, vale la pena studiare i preparati biodinamici a base di piante, trasformate nelle migliori condizioni per

favorirne l’efficacia. Il “cornoletame” – così dileggiato per il suo curioso nome – è in realtà un preparato a base di letame e corno di vacca, due ingredienti da sempre usati dagli agricoltori per la fertilità. Ne deriva un humus di altissima qualità. Dobbiamo tenerne conto: a dicembre sono cadute il 91% di precipitazioni in meno rispetto alla media stagionale e a gennaio i millimetri di pioggia sono stati gli stessi di quelli di agosto. Dal biodinamico arriva un potenziale antidoto alla siccità e all’intensificarsi di eventi climatici estremi. I terreni così coltivati, concimati con i preparati biodinamici, sono in grado di trattenere mediamente il 55% in più di acqua rispetto a quelli coltivati con i metodi tradizionali. Una straordinaria proprietà che dipende dalla ricchezza (fino al +70%) di humus, la preziosa componente organica del suolo, capace di trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso. In Australia si coltivano ormai centinaia di migliaia di ettari aridi con la biodinamica. L’azienda biodinamica egiziana Sekem ha reso fertili ventimila ettari di deserto, su cui lavorano oggi diecimila agricoltori. È la più grande comunità musulmana in una regione dove con la stregoneria non si scherza. La biodinamica è una delle prospettive concrete per far ripartire l’economia dell’Italia, per creare nuovi posti di lavoro per difendere il nostro territorio, grande attrattiva per il turismo. L’attenzione del Ministro Martina verso la bioagricoltura italiana è dunque un serio atto di responsabilità per un settore in cui l’Italia eccelle e che cresce ogni anno con percentuali a due cifre. Abbiamo tutte le condizioni per diventare una piattaforma mondiale dell’agro ecologia. Rafforziamo allora la ricerca scientifica sull’agricoltura biologica e biodinamica e fermiamo un’anacronistica caccia alle streghe. Serve un’alleanza coraggiosa tra ricerca, sistema sanitario, politica e agricoltura per il futuro della terra e la salute degli uomini. 33


consigli per la spesa PONTE REALE

mozzarella di bufala campana DOP Le mani del mastro casaro “filano” la pasta con energia e ritmo, fino a creare una massa omogenea ed elastica poi “mozzata” con esperienza: è così che nasce la mozzarella di bufala campana DOP Ponte Reale, contraddistinta dal gusto pieno e rotondo.

ZÜGER

quark magro senza lattosio (lattosio <0,1%)

TERRE DI SANGIORGIO

sugo alle verdure, olive e capperi, olive e tonno, e alla bolognese

Il segreto del pomodoro di Terre di Sangiorgio è che viene raccolto solo quand’è maturo: ecco perché ha un gusto unico, che racchiude tutta la fertilità delle campagne piacentine, tradizionalmente vocate a questa coltivazione. Provalo nei sughi alle verdure, olive e capperi, olive e tonno e alla bolognese.

Preparato con latte svizzero, il quark magro senza lattosio (lattosio < 0,1%) si contraddistingue per il suo gusto delicato e per la sua consistenza cremosa. Si presta a molte preparazioni: provatelo semplicemente spalmato sul pane o per squisiti dessert.

IL LEGUME D’ORO

straccetti, medaglioni e salamini di lupino Preparati con farina di lupino, i medaglioni, i salamini e gli straccetti sono facili e veloci da preparare, perché tengono la cottura e mantengono il gusto caratteristico di questo prezioso legume, fonte di proteine.

PERENZIN

San Pietro stagionato Un formaggio da taglio semiduro, a pasta compatta, di colore giallo paglierino chiaro, con un’occhiatura regolare e omogenea, dal sapore morbido e delicato. Stagionato 80-90 giorni, invecchiando il suo gusto assume toni aromatici e piccantezza non eccessiva.

TAIFUN

tofu affumicato Black Forest Un tofu delicatamente affumicato con legno di faggio, condito con tamari e armoniosamente equilibrato con cumino, cipolla e prezzemolo. Deve il suo nome all’impianto di produzione situato proprio ai piedi della suggestiva Foresta Nera.

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l’esperto in cucina

risotto semintegrale con borragine e ricotta In questo numero Giorgio Zaretti, chef del Ristoro delle Cascine Orsine, ci propone una ricetta preparata con una pianta spontanea: la borragine. Un risotto colorato e bello da vedere, dal gusto fresco e primaverile. Ingredienti per 5 persone 400 g di riso semintegrale Rosa Marchetti; 3 mazzi di borragine con fiori; mezzo bicchiere di vino bianco secco; 20 ml d’olio extravergine d’oliva; 50 g di ricotta; 20 g di Parmigiano reggiano grattugiato; sale e pepe. Lavate bene la borragine avendo cura di

separare le foglie più piccole e croccanti dai fiori, tenendone da parte alcuni in una ciotola con acqua fredda. Cuocete le foglie per 15 minuti in acqua bollente salata; quindi scolatele, conservando il brodo. Tostate il riso con l’olio, quindi sfumate con il vino facendolo evaporare molto bene, girando spesso per non farlo attaccare. Aggiungete il brodo poco alla volta e, trascorsi 15 minuti, aggiungete le foglie tritate finemente e i fiori che avrete precedentemente cotto, continuando la cottura per altri 15 minuti. Togliete dal fuoco e mantecate con la ricotta fresca e il Parmigiano reggiano grattugiato. A questo punto, decorate con i fiori e le foglioline che avevate conservato in acqua fredda. Il leggero gusto della borragine, che ricorda vagamente quello del cetriolo, si sposa

benissimo con la ricotta. Ne risulterà un risotto dal sapore fresco, perfetto in questa stagione. In alternativa: se non volete mantecare il risotto con la ricotta, basterà semplicemente girare spesso il riso, così da permettere la fuoriuscita degli amidi che daranno cremosità al vostro piatto. Buon appetito!

Foto di Benedetta Marchi

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sformato di miglio al pesto ECOR

miglio decorticato Per diventare commestibile, il miglio deve essere sottoposto a decorticatura perché il tegumento che lo riviste è coriaceo e impossibile da masticare. Delicato nel sapore, è facile e rapido nella cottura e dunque indicato per preparazioni dolci e salate.

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Ingredienti per 6 porzioni • 200 g di miglio decorticato • 300 g di patate • 300 g di fagiolini per il pesto: • 15 g di basilico fresco • 40 g di mandorle • 30 g di pinoli • 50 g di mandorella al naturale

FATTORIA DELL A MANDORL A

mandorella al naturale

Preparata con olio di mandorla e con una farina di mandorla micronizzata idrosolubile di filiera corta, è un vegan cheese dal gusto delicato, ideale come antipasto o per primi, secondi e insalate. Ottima anche da spalmare.

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oggi in cucina con lo chef Martino Beria


ricetta e foto di lacucinavegetariana.it

• aglio a piacere • olio extravergine d’oliva q.b. • sale q.b. Sciacquate il miglio sotto l’acqua corrente aiutandovi con un colino a maglia fine. Fatelo cuocere in acqua salata per 15-20 minuti a fiamma bassa, poi scolate e lasciate raffreddare. Sbollentate separatamente le patate e i fagiolini. Tagliate le patate a cubetti e i fagiolini a pezzetti di 1-2 centimetri e lasciate raffreddare. Utilizzando un mortaio o aiutandovi con un frullatore a immersione, preparate il pesto frullando le foglie di basilico, le mandorle, i pinoli, l’aglio, la mandorella

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ECOR

insieme a un pizzico di sale e l’olio extravergine d’oliva. In un recipiente versate il miglio e le verdure, condite con il pesto appena preparato, senza amalgamare troppo. Per completare il piatto, potete utilizzare dei pirottini da muffin o degli stampi monodose. Mettete gli stampi in forno a 200 °C per 10 minuti. Se non avete tempo di passarli in forno, potete anche servire gli sformati direttamente nel piatto e guarnirli con un cucchiaino di pesto. Variante: invece degli stampi monodose, è possibile realizzare questa ricetta in una teglia oliata, alternando strati di miglio e di verdure condite con il pesto, da gratinare in forno a 180 °C per 15 minuti.

Martino Beria Martino Beria è chef e co-fondatore del portale di ricette veg lacucinavegetariana.it che si occupa di divulgazione riguardo la scienza e la cultura della gastronomia vegan. Martino e il team di lacucinavegetariana.it tengono corsi e conferenze di cucina 100% vegetale, collaborano con diverse riviste e offrono consulenze aziendali in ambito vegan. La cucina per Martino è la ricerca della giusta armonia tra sapore e ingredienti di qualità, nel rispetto del pianeta e di tutti gli esseri che lo abitano.

ECOR

pinoli

mandorle sgusciate

Contenuti nelle pigne di alcune specie di pini, sono piccoli semi preziosi: ogni pigna impiega infatti ben 3 anni per maturare e ne occorrono 30 kg per ottenere un solo kg di pinoli. Vengono utilizzati per condimenti tradizionali, o per preparare la classica torta della nonna.

Consigliate nelle diete vegetariane e vegane, le mandorle sono utilizzate in molte ricette, sia dolci che salate, alcune delle quali appartengono ormai alla cucina internazionale, come, per esempio, il pollo alle mandorle.

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viaggi sostenibili lezza dei paesaggi e, perché no, approfondendo la conoscenza del biologico e del biodinamico.

viaggia con noi! EcorNaturaSì lavora da anni a fianco degli agricoltori da cui si approvvigiona per i prodotti di qualità che vengono venduti direttamente nei negozi, come gli ortaggi e la verdura, piuttosto che per la materia prima trasformata per realizzare i prodotti confezionati. Questo speciale legame con chi è sul campo tutti i giorni si è trasformato e consolidato nel corso del tempo, nella consapevolezza che una relazione stabile e duratura con un fornitore può portare vantaggi reciproci, che poi si riversano direttamente sul consumatore. Il tema del giusto prezzo è il cardine di questa relazione interna a una comunità di persone che traggono beneficio dall’avere coscienza e rispetto delle rispettive necessità. Oltre agli aspetti più propriamente commerciali, il legame con le aziende 38

agricole comporta anche conoscenza di luoghi bellissimi e molto caratteristici, in Italia come all’estero. Talvolta sono inseriti nei circuiti propriamente turistici, in altre situazioni ne rimangono al margine. Quanto emerge, in ogni caso, è che cascine, poderi, masserie sono sì i posti del lavoro agricolo, ma che questo a sua volta fa parte di un insieme ben più complesso che non si limita ad aratura, semina e raccolto. La dimensione del viaggio declinato in un podere, presso un masseria, in generale in un contesto agricolo, può essere l’occasione, oltre che di “toccare con mano” la biodiversità e la qualità che sono propri dei prodotti che acquistiamo, di conoscere un luogo, delle persone, di passare qualche ora piuttosto che delle giornate nella natura, godendo della bel-

Mettersi in viaggio Per questo abbiamo dato vita a un’iniziativa di “viaggi sostenibili” che coinvolgono le aziende agricole e il territorio che le circonda, in termini di bellezze naturalistiche così come di manifestazioni culturali. Un’azienda agricola con un agriturismo, o con l’appoggio di strutture ricettive nelle vicinanze, può prestarsi molto bene per un soggiorno di qualche giorno o di una settimana, in cui l’ospite possa imparare qualcosa in più sul lavoro agricolo: dalla rotazione, alla produzione, dalle specie cerealicole coltivate all’uso del compost in biodinamica e così via. Inoltre, offre l’opportunità di toccare con mano l’entusiasmo e la dedizione, la fatica e l’impegno che vengono quotidianamente profusi in ogni gesto e in ogni attività, perché sono espressione di come “l’organismo terra” e “l’essere uomo” vivono in un mutuo, simbiotico rapporto che, coltivato con amore e passione, è capace di generare frutti fecondi per entrambi in termini di salute, qualità di vita e tanto, molto di più. L’occasione di una visita di questo tipo, si presta anche alla scoperta di itinerari naturalistici, in campagna come al mare, che possono essere percorsi a piedi direttamente dall’azienda o dopo un breve trasferimento. Come non approfittare delle bellezze paesaggistiche per dei piacevoli momenti di svago e di tranquillità, con la visita presso un sito archeologico piuttosto che in un piccolo museo? Godere di questi momenti significa anche approfondire la storia, le tradizioni, scoprire come mai quel gustoso piatto è cucinato proprio secondo quella ricetta e con quegli ingredienti. Un’alimentazione sana è frutto anche di mani sapienti che conoscono il cibo e che sanno come prepararlo. Conoscere e riconoscere pietanze e sapori aiuta a scoprire persone, testimonianze e manifestazioni artistiche, nella loro immediatezza e nella loro trasparenza, così come sono, vere. Scoperte e incontri Dal nord al sud, dal mare alla montagna i luoghi dove fare queste scoperte sono diffusi in tutto il Paese, molte volte rimangono celati e non ambiscono a essere meta di vacanze, quasi a voler preservare quella spontaneità che li rende così suggestivi; altre volte, invece, si sviluppano in contesti più riconoscibili di cui avvalorano la bellezza, offrendo la possibilità di viverli con maggior tranquillità. L’atmosfera di queste possibili mete per un turismo ecosostenibile e responsabile


è data dai luoghi e dalle persone che li vivono, e che li lavorano. Vuoi perché nati lì, vuoi perché la vita lì li ha portati. In ogni caso è grazie a loro che l’integrità e il fascino del territorio vengono preservati; è grazie a loro che possiamo andare a scoprirli. Possiamo conoscerne le storie, ammirare l’impegno e la dedizione che stanno dietro a precise scelte di vita, sentirci partecipi di progetti con risvolti che vanno oltre l’ospitalità e la produzione dei frutti della terra, che coinvolgono l’intera comunità che su quella terra ha deciso di camminare. L’iniziativa fa quindi da ponte tra persone incuriosite e desiderose di mete alternative ai circuiti più classici, e proposte in cui pratiche e temi agricoli legati al biologico e al biodinamico sono un trait d’union imprescindibile con biodiversità ambientale e culturale. Il nostro sistema agricolo è probabilmente quanto di più prezioso abbiamo: ci offre nutrimento, modella il paesaggio, rispetta la natura, valorizza monumenti, chiese, castelli. L’agricoltura ha origine dalla medesima sorgente da cui nascono tutte le manifestazioni culturali: “cultura” è infatti conoscenza, competenza, risorse. Se una sana agricoltura può offrire oggi tanto in termini di prospettiva di senso e di vita, a maggior ragione può essere luogo d’incontro e di scoperta. Per ulteriori informazioni su questo nuovo progetto, visita il sito naturasi.it, nella sezione dedicata ai viaggi.

i nostri consigli

1 Esprit Equo Pura: tonico Rinfrescante a base di rosa damascena Prodotta dalla distillazione a vapore dei petali della pregiata rosa damascena, questa lozione dalla delicata profumazione è naturalmente ricca di sostanze preziose e ideale per tutti i tipi di pelle; ha proprietà tonificanti e rinfrescanti. 2 Ecor Body Care Shampoo per lavaggi frequenti aloe e pantenolo Uno shampoo ideale per lavaggi frequenti, formulato con tensioattivi di origine vegetale, efficaci e allo stesso tempo delicati sul cuoio capelluto, e con oli biologici dalle naturali proprietà nutrienti, rinforzanti e lucidanti. 3 Weleda Melograno: siero viso Un prezioso alleato per la pelle, da applicare mattina e sera prima del trattamento giorno o notte Weleda abituale. La preziosa formula in gel è un concentrato di sostanze naturali: il succo del melograno contrasta l’azione dei radicali liberi, mentre il gel di aloe regala un’intensa idratazione. Il tessuto cutaneo risulta così rinvigorito e le rughe ridotte.

4 Dr. Hauschka Siero per la notte Un trattamento base per la notte indicato per ogni condizione di pelle, sia per lei che per lui. Vivifica la pelle restituendole luminosità, tono e freschezza grazie alla preziosa composizione a base di fiori e frutti di melo, arricchita da amamelide, ricca di virtù affinanti sull’incarnato. Per un sonno di bellezza straordinariamente ricco di impulsi e una pelle rigenerata, vellutata e levigata. Il Siero per la notte Dr. Hauschka è di qualità vegan ed è certificato naturale di qualità bio in conformità agli standard NATRUE e BDIH. 5 bjobj linea viso: crema viso anti-age Formulata con preziosi oli di avocado e argan, oltre all’acido ialuronico, è ideale per le pelli spente e mature. Nutriente e rassodante, svolge una naturale azione antirughe, donando luminosità e restituendo tono alla pelle, senza ungere. È indicata come base per il trucco o come trattamento rigenerante-intensivo per la notte.

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consigli per orto e terrazzo di Paolo Pistis

foglie macchiettate e insetti, che fare? Mi accorgo che nel mio orticello ho delle foglie macchiettate e vedo alcuni insetti, cosa devo fare? Di che si tratta? È chiaro che non voglio usare sostanze nocive, anche perché ho bambini e animali. Dobbiamo far di tutto affinché le nostre piante siano il più possibile sane e non attaccate da funghi o insetti. Quando compaiono macchie piccole o grandi, di colore scuro o brunastre, a volte marroncine, molto probabilmente si tratta di funghi o batteri microscopici che

danneggiano la cuticola della foglia e possono portare ad un deperimento più o meno veloce dell’intera pianta. Dobbiamo evitare il più possibile che ciò accada pensando alla prevenzione piuttosto che alla vera e propria cura, perché le foglie danneggiate o infette rimarranno visibilmente compromesse. Per lavorare in via preventiva è possibile utilizzare dei decotti e delle tisane che hanno un effetto sia preventivo che curativo. Possiamo utilizzare una normalissima tisana di camomilla, ne basterà una tazza, con l’aggiunta di cinque gocce di olio essenziale di timo rosso

(bio puro al 100%). Tale quantitativo lo si può diluire in dieci litri d’acqua mescolando energicamente almeno per cinque minuti. Irroriamo il liquido nebulizzandolo sulle piante e sul suolo un paio di volte alla settimana preferibilmente la sera o la mattina prestissimo. Un altro rimedio prima che compaiano delle macchie sulle foglie, e nel caso ve ne fossero già, è l’utilizzo dei microrganismi effettivi o microrganismi attivati (EMA). In caso di emergenza al posto degli EMA possiamo utilizzare dello yogurt bio ricco di probiotici alla dose di 300 ml per 10 litri d’acqua

Sicuri che il Lupino... piaccia solo al Lupo o? Disponibili i nuovi prodotti ti Mopur a base di Lupino, p , Medaglioni, Salamini e Straccetti

Agricoltura biologica www.mopur.net

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non clorata. Ricordiamoci sempre di bagnare la superficie fogliare superiore, inferiore, il fusto e il suolo in modo particolare subito dopo una pioggia soprattutto in questa stagione. Nel caso dovessimo vedere la comparsa di insetti indesiderati sopra le foglie e i germogli, come nel caso degli afidi o pidocchi delle piante, allora possiamo utilizzare del normalissimo sapone neutro naturale di Marsiglia, avendo cura di scioglierlo bene in acqua alla dose di un cucchiaio da minestra colmo per litro d’acqua. Utilizziamo uno spruzzino per irrorare bene la pianta. Eseguire l’operazione la sera in modo che la pianta rimanga umida durante la notte. Questi rimedi naturali sono semplici, ma molto efficaci se impiegati con tempestività e cura. Non presentano effetti collaterali su animali e uomini e possono diventare una pratica piacevole.


consigli per la spesa LE CARLINE

RIEDENBURGER

Bianco LisonPramaggiore DOC senza solfiti aggiunti biovegano Un vino dai caldi rifl essi dorati, ottenuto da uve Lison e Chardonnay, con profumo intenso, caratterizzato da note fruttate e floreali, sapore morbido, di lunga persistenza, con elegante sentore di mandorla. Si consiglia di servirlo a 10 °C e di consumarlo entro due giorni dall’apertura.

birra Emmer storica Una specialità a base di grani antichi Eikorn, Dicoccum e Spelta, dal corpo medio, con aromi che vanno dal malto tostato al caramello, note di cacao e retrogusto di nocciole. È indicata per accompagnare antipasti, arrosti di carne, formaggi e dolci.

FATTORIA DI VAIR A LE TERRE DI ECOR

ricotta

È preparata con una piccola percentuale di latte vaccino, che la rende più cremosa rispetto alle ricotte di solo siero. Inoltre, il suo colore tendente al giallo è dovuto all’erba fresca con cui vengono nutrite le vacche allevate in fattoria con il metodo biodinamico.

Baule Volante

AMBROSIAE

Überbar Fitness

farina di lupino

Uno snack 100% vegetale, raw, con superfood e senza glutine, arricchito con proteine di riso integrale germogliato o di canapa. Interamente processato sotto i 42 °C per preservare al massimo tutte le proprietà nutritive degli ingredienti.

Ottenuta dalla macinazione dei semi sbucciati della varietà lupino dolce, è ricca di proteine vegetali. Può essere miscelata ad altre farine nella preparazione di pane e prodotti da forno, ai quali dona un gusto gradevolmente tostato e dolce e ancora più morbidezza. È ottima, inoltre, per addensare salse, minestre e condimenti.

LE TERRE DI ECOR

farina di grano tenero tipo 2 Una farina di grano tenero tipo 2 macinata a pietra e ottenuta da grani coltivati con il metodo biodinamico. Ha caratteristiche intermedie tra la farina integrale e la farina di tipo 1 e può essere utilizzata per la preparazione di pizza, pane, torte, pasta sfoglia, biscotti e focacce.

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salute e benessere

la nostra pelle Ci separa dal mondo esterno ed è l’involucro con il quale ci presentiamo: è la pelle, un organo che racchiude tutto il nostro corpo. Siamo abituati a vederla e a toccarla, ma cos’è esattamente? E come possiamo prendercene cura? Per saperne di più, abbiamo rivolto qualche domanda a Ingrid, erborista, che si occupa del reparto di erboristeria e cosmesi di un negozio biologico. Che cos’è la pelle? Com’è composta? La pelle è un organo che, come prima funzione, ha quella di proteggere gli organi interni dagli attacchi esterni quali parassiti, inquinamento, raggi solari. È formata da tre strati: - epidermide - derma - ipoderma

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Quali sono le caratteristiche di ciascuno strato? L’epidermide si rinnova ogni 20 giorni: essendo ricca di cheratina riesce a proteggere e, in parte, a isolare dagli agenti esterni. Nello strato germinativo, che è la zona in cui si formano le cellule, si forma anche la melanina che è un pigmento bruno il cui compito è proteggere gli strati inferiori dai raggi solari dannosi. Il derma è ricco di collagene che dà elasticità ed estensibilità alla pelle. Contiene inoltre un sistema di vasi sanguigni che portano nutrimento alla pelle, nervi e recettori nervosi che raccolgono gli stimoli tattili, le ghiandole sudoripare che secernono il sudore, costituito da acqua, sali minerali, urea e tossine. Infine, le ghiandole sebacee, che producono il sebo e secrezioni a base di grassi. Questo

mantiene la pelle elastica e permette una funzione batteriostatica. L’ipoderma, infine, è lo strato più profondo ed è costituito da tessuto connettivo nel quale si trovano molte cellule adipose che fanno da riserva energetica e proteggono dal freddo. Esiste un collegamento tra cambi stagionali e pelle? I cambi di stagione, per quanto piacevoli, sono sempre un trauma per il nostro corpo. È molto importante mantenersi idratati bevendo con regolarità acqua e centrifugati di frutta, mangiando verdura di stagione che permette al nostro corpo di mantenere una buona percentuale di vitamine e minerali per il suo equilibrio. La prima a risentire del cambiamento è proprio la pelle! Un’altra cosa utile è ricordare che le esigenze della pelle cambiano con l’inizio del caldo. Per questo, è necessario passare da una crema ricca e nutriente a una idratante ed antinfiammatoria. La stagione calda ormai è alle porte: con l’aumento delle temperature, come funziona la nostra pelle? E come possiamo preservarla? Quando la temperatura esterna aumenta,


la pelle funziona da radiatore: aumenta la sudorazione per cedere all’esterno il calore e raffreddare il corpo. Per mantenere un buon equilibrio della pelle è importante consumare verdura e frutta di stagione e bere regolarmente acqua non fredda per non causare sbalzi termici all’interno del corpo. Anche l’abbigliamento è importante: le fibre naturali, come il cotone e il lino, permettono una buona traspirazione della pelle, senza tuttavia isolarla come fanno invece i tessuti sintetici che creano un effetto serra per niente salutare. L’esposizione al sole deve essere ben dosata: i colpi di calore capitano anche in primavera! Per questo, si consiglia di utilizzare una crema protettiva per il viso: ricordiamoci che il sole è sole anche se non è estate. Con l’approssimarsi della prova costume, una problematica molto sentita dalle donne è la cellulite. Come possiamo affrontarla? La cellulite è un argomento importante. Innanzitutto non bisogna dimenticare che si tratta di una malattia e che, in quanto tale, richiede l’intervento di un medico per il suo trattamento. Possiamo agire solo a livello estetico, intervenendo sugli inestetismi: la classica buccia d’arancia, segno della ritenzione di liquidi, difficile da eliminare. Come possiamo contrastare questi inestetismi? Come abbiamo detto, con una sana alimentazione, un giusto apporto di liquidi, un’adeguata attività fisica e dei piccoli accorgimenti estetici. Si può cominciare con tre impacchi d’argilla ad intervalli di tre giorni uno dall’altro per lo sblocco dei liquidi superficiali, per aprire la strada al lavoro che i fanghi a base di alghe fanno in profondità, stimolando la circolazione e lo sblocco dei liquidi profondi. Anche gli integratori di tarassaco, betulla o pilosella aiutano a drenare i liquidi. Se siamo costanti nell’utilizzo di questi prodotti, i risultati non si faranno attendere! Ci sono integratori specifici che si possono usare per rinforzare la pelle? Ci sono elementi importanti per la pelle per esempio gli omega3, che sono utili per la crescita e la guarigione dei tessuti. Si possono trovare nell’olio di pesce (salmone, sgombro, aringa) ma anche nei semi di lino, di canapa, di zucca, nelle olive nel mais, nell’olio di semi di soia, nell’avocado, nelle uova e nelle bacche di açai. Un altro valido integratore è l’acido jaluronico a basso peso molecolare. Essendo a basso peso molecolare riesce a raggiungere l’ipoderma e stimola la naturale produzione di collagene, che con gli anni produciamo sempre meno, dando un’idratazione profonda e duratura.

i nostri consigli

1 Giardino Botanico dei Berici Infuso alla rosa canina L’infuso alla rosa canina ha un sapore dolce-acidulo e un colore rosso vivace. Dal gusto gradevole, questo infuso è buono da gustare caldo, ma anche nella versione fredda, ideale per una pausa rinfrescante o come sostituto del tè. 2 Linwoods semi di lino macinati Da soli, nello yogurt, con la frutta o nelle insalate, ma anche nei prodotti da forno o nei primi piatti: possono essere utilizzati in tantissimi modi, arricchendo la propria dieta di gusto e di componenti basilari. Macinati a freddo, preservano al meglio le loro proprietà nutrizionali e sono una fonte naturale di Omega 3. Come gli altri prodotti Linwoods, sono senza glutine. 3 Raab Acerola in compresse L’acerola è una pianta originaria delle aree tropicali e subtropicali dell’America, i cui frutti sono molto simili alle ciliegie e hanno un elevato contenuto di vitamina C. È disponibile in compresse da assumere due volte al giorno, lontano dai pasti.

4 Açai Açai in polvere liofilizzato L’açai è una piccola bacca viola-scuro che cresce spontanea nella foresta pluviale dell’Amazzonia e che per questo è un alimento base della popolazione indigena. Viene raccolta in modo sostenibile da piccoli agricoltori che, grazie a questo commercio, ottengono una fonte di reddito stabile. L’açai liofilizzato contiene il 100% di frutta ed è fonte di vitamina B1, ferro e calcio. Può essere utilizzato per preparare una fresca bevanda estiva, oppure aggiunto a yogurt e cereali. 5 Italchile Omegarosaplus con Olio di rosa mosqueta e borragine Un integratore alimentare in capsule a base di oli bio di rosa mosqueta e di borragine ottenuti per pressione a freddo. Sono molto ricche di acidi grassi delle catene Omega 3 (alfa-linolenico) e Omega 6 (di cui gamma-linolenico, acido grasso presente in un numero ristretto di semi).

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green generation

una Stella in Africa

L’entusiasmo e la generosità dei giovani spesso li porta lontano, per mettersi alla prova, ma anche per fare la differenza. È certamente il caso di Stella Beghini: 25 anni, veronese, in tasca una laurea in scienze politiche a Milano e un master a Edimburgo, dal giugno 2015 si trova nello Swaziland con COSPE (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), onlus fiorentina nata nel 1983 e attiva in 30 Paesi del mondo con 150 progetti. Lì si occupa di un progetto su agricoltura ed ecoturismo nel Lubombo, una regione al confine con il Sudafrica e il Mozambico. 44

Esplorando il mondo Stella ha respirato in casa fin da bambina l’attenzione per l’alimentazione, per l’ambiente, per l’altro e le loro interazioni, nascendo all’interno di una famiglia che l’ha sempre portata a riflettere sul cibo e sulla sua provenienza: “L’attenzione alla buona alimentazione e alle origini di quello che portiamo sulla tavola c’è sempre stata nella mia famiglia. Si è anche sempre rinnovata, sperimentando nuove modalità di acquisto e conoscendo sempre più realtà del nostro territorio, giovani e meno giovani. A casa abbiamo anche un orto

che condividiamo con un’altra persona e che per tutto l’anno porta valore aggiunto alla nostra tavola. Siamo anche impegnati nella coltivazione di viti ed ulivi: questi ultimi ci danno ogni danno una quantità di olio sufficiente per il consumo domestico”. Stella cresce quindi in un ambiente stimolante che la porta, negli anni, ad avere le idee sempre più chiare su ciò che desidera approfondire, su quei meccanismi che cercherà via via di indagare attraverso un impegno diretto che non si limiterà al solo studio, ma che la porterà in viaggio in Italia e in Europa, fino a raggiungere l’Africa.


Dopo aver conseguito il diploma, Stella si trasferisce infatti a Milano, dove si laurea in scienze politiche. Subito dopo avverte la necessità di approfondire le dinamiche tra ambiente e società e vola a Edimburgo per frequentare un master in Ambiente e Sviluppo. “Ho deciso poi di approfondire in particolare il tema della sovranità alimentare e le politiche della cosiddetta modernizzazione dell’agricoltura in Etiopia e l’impatto, anche culturale, sui piccoli contadini” spiega. “Ho poi continuato su questa strada con uno stage di sei mesi presso l’ong rumena Ecoruralis che si occupa di sovranità alimentare e accesso alla terra in Romania e che fa parte della rete europea della Via Campesina”. L’incontro con COSPE Queste esperienze importanti e significative spianano la strada al suo trasferimento nello Swaziland, nel giugno dello scorso anno, in seguito all’incontro con COSPE. “Sono arrivata a COSPE per una sintonia di visioni sulle tematiche ambientali e sociali” racconta Stella. “Venire nello Swaziland mi è sembrata una bella opportunità per approfondire sul campo le dinamiche tra conservazione, comunità rurali e agricoltura. Negli ultimi anni COSPE in quest’ambito ha condotto un processo di mappatura partecipata del territorio che offre nuove possibilità di sviluppo e permette alle comunità di esprimere valutazioni critiche sulla gestione ambientale e sociale dell’area (come le foreste, l’area per il pascolo, la gestione dell’acqua). La fase successiva è proporre una gestione più integrata e sostenibile tra conservazione, agricoltura e nuove opportunità”. Nello Swaziland Stella segue principalmente questa parte, lavorando anche con le guide locali per sviluppare una rete di sentieri nell’altopiano. Si occupa inoltre di seguire la parte di documentazione delle buone pratiche in agroecologia, e scrive sul blog terredelcibo.cospe.org per raccontare le storie dei vari gruppi di agricoltori e testimoniare i cambiamenti dovuti alle attività di formazione e assistenza che il progetto sta fornendo. L’esperienza in Africa permette a Stella di affrontare dal di dentro tematiche come la sovranità alimentare, il diritto dei popoli, delle comunità e dei Paesi di definire proprie politiche agricole, del cibo e della terra appropriate, sul piano ecologico, sociale, economico e culturale alla loro realtà. Temi particolarmente rilevanti per un continente da sempre alle prese con gravissimi problemi di distribuzione del cibo e delle risorse. “La mia piccola esperienza mi ha portato a riflettere sulla situazione dei diversi Paesi in cui ho vissuto. In Swaziland il tessuto contadino, base della sovranità alimentare, sta affrontando sicuramente molte sfide. Quella climatica, con una siccità che si è abbattuta per due anni consecutivi sulla regione, sta pesando su tutte le famiglie,

in particolare su quelle più povere che vivono solo dei prodotti della terra. La cultura rurale si basa sull’iterazione tra agricoltura e pastorizia, integrata dalla raccolta di piante selvatiche. Tutto questo bagaglio si sta perdendo progressivamente per vari motivi, dalla forte pressione su un territorio con risorse limitate e da una spinta a produrre sempre più in modo uniforme senza prendere in considerazione la biodiversità locale”. Sugli OGM, talvolta ventilati come la soluzione al problema della fame del mondo, Stella ha le idee piuttosto chiare: “Nell’adozione delle culture OGM non vedo alcuna soluzione per assicurare una sicurezza alimentare globale. Oltre alle criticità che portano (come lo sviluppo di insetti e piante infestanti resistenti, l’aumento del ricorso alle sostanze chimiche di sintesi per citarne solo un paio), le dinamiche sociali di dipendenza non aiuterebbero ad affrontare le sfide reali dei contadini. Intervenire anche sulla chiave politica e studiare un uso più equo ed efficiente delle risorse come acqua, terra e biodiversità farebbe una grossa differenza, ma gli interessi in gioco sono molti alti. Rafforzare reti locali e globali

ed espandere modelli che funzionano, nei campi africani come negli orti urbani europei, deve essere parte fondamentale del nostro impegno”.

COSPE, togheter for change COSPE nasce nel 1983 ed è un’associazione privata, laica e senza scopo di lucro. Opera in 30 Paesi del mondo, con circa 150 progetti, a fianco di migliaia di donne e di uomini per un cambiamento che assicuri lo sviluppo equo e sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la pace e la giustizia tra i popoli. Lavora per la costruzione di un mondo in cui la diversità sia considerata un valore, un mondo a tante voci, dove nell’incontro ci si arricchisca e dove la giustizia sociale passi innanzitutto attraverso l’accesso di tutti a uguali diritti e opportunità.

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la natura sotto casa di Gianumberto Accinelli

illustrazione di Marco Trevisan

le lucciole: quando l’amore illumina la scia

L’ecosistema è l’insieme delle relazioni intercorrenti tra le specie e tra queste e l’ambiente. Da milioni di anni gli esseri viventi interagiscono e comunicano tra di loro creando una rete intricata di voci che corrono veloci in ogni luogo dove risiede la natura. Uno dei “linguaggi” più usati è il colore: il sapore gradevole e zuccherino dei frutti viene raccontato dalle tonalità accese della buccia. Gli uccelli, che conoscono bene gli idiomi degli ecosistemi, interpretano il messaggio nutrendosi dei frutti e trasportando i semi lontano dalla pianta madre. I colori splendenti assumono tutt’altro significato nelle farfalle: essi avvertono i potenziali predatori del veleno con cui le perle dell’aria infarciscono il loro corpo. La profusione di tinte splendenti sta dicendo: “attenzione! pericolo di mal di pancia”! E poi ci sono quelli tenui che si confondono con l’ambiente e che hanno la funzione di nascondere l’animale dai 46

suoi nemici. Anche gli odori veicolano dei significati: il delicato profumo dei fiori annuncia alle api e agli altri insetti impollinatori la presenza del dolce nettare nelle corolle. E poi ci sono i movimenti del corpo: le zanzare, per esempio, esprimono il loro amore scatenandosi in un ballo vorticoso. Osservatele in giardino: quando un gruppetto di zanzare vola disegnando nell’aria un vortice turbolento potete stare certi che da lì a poco tante piccole larve sgusceranno da migliaia di uova. Tra i numerosissimi linguaggi ne esiste uno particolarmente bello e romantico ed è quello usato da un gruppo di insetti che, proprio in questo periodo, illumina d’immenso i prati e i boschi della nostra Italia. Sono le lucciole, piccoli coleotteri dalle caratteristiche particolari. Osserviamo la loro vita attraverso la lente d’ingrandimento del biologo: gli individui che volano disegnando le scie colorate nell’aria sono i maschi innamorati

in cerca di una femmina. Le femmine non hanno le ali e vengono dette neoteniche in quanto non assumono mai le sembianze di un adulto. Non sviluppano mai le ali e, invece di volare, camminano per i prati. La loro forma è vermiforme e sono lunghe circa 20 millimetri. Quando sopraggiunge il crepuscolo e sulla terra scendono le tenebre, le lucciole femmine decidono che è giunta l’ora di cercare il loro principe azzurro. Si arrampicano sopra un filo d’erba e iniziano a emettere il famoso flebile luccichio intermittente. Al pari delle loro compagne, anche i maschi manifestano la loro dolce emozione accendendo la parte distale dell’addome con una luce intermittente. E quando il «lucciolo», sorvolando un prato, intravede su un filo d’erba una luce con la medesima pulsazione, allora il gioco è fatto, l’alchimia dell’amore sarà nuovamente comparsa su questa terra e il mistero della vita verrà tramandato. Il maschio ha infatti riconosciuto, grazie alla particolare intermittenza della luce, una femmina della medesima specie, è sceso e dopo alcuni giorni dalle esternazioni amorose, la femmina deporrà numerose uova da cui sgusceranno tante piccole larve affamate. Questa progenie non si comporterà da figli dell’amore e non manifesterà alcun sentimento poetico: le larve delle lucciole sono infatti dei voracissimi predatori di lumache e chiocciole che attaccano in gruppo sbranandone diversi esemplari. Ed è per questo motivo che le lucciole sono molto abbondanti nei luoghi ricchi di calcare, la sostanza essenziale per l’edificazione della casetta dei molluschi (la chiocciola). Dove ci sono le prede ci sono anche i predatori ed ecco spiegato il ricco sfarfallio luminoso sopra i prati ricchi di calcare. Dopo essersi satollate di molluschi e dopo essere diventate adulte, le lucciole cambiano dieta e alla carne preferiscono il dolce: nell’ultima fase della loro vita esse si nutrono di zuccheri che trovano principalmente nei fiori. Anche se per noi le lucciole brillano tantissimo, in realtà la loro emissione luminosa è alquanto flebile: la lunghezza d’onda della loro luce corrisponde ai 5000-6000 Angstrom, cui l’occhio umano – e quello degli insetti – è sensibilissimo. Grazie a questo espediente, le lucciole risparmiano energia e non scaldano troppo il loro corpo. Ed è questo il motivo per cui le lucciole hanno creato il sistema biologico più efficiente sulla Terra. Il processo chimico che avviene per produrre la luce infatti dissipa solo il 2% in calore. Il 98% dell’energia viene effettivamente convertito in luce. In una normale lampadina a incandescenza circa il 90% dell’energia utilizzata viene dissipata in calore e solo il 10% diventa effettivamente luce. È questa grande efficienza che permette alla lucciola di non bruciarsi durante la ricerca del partner. Una grande efficienza per un grande messaggio.


con te davanti allo scaffale

la macrobiotica Scusi, posso farle una domanda? Quando si fa la spesa tra una corsia e l’altra, nascono sempre interrogativi. Per rispondere ad alcuni di questi abbiamo chiesto a Elena, che da molti anni lavora in un negozio biologico, di raccontarci le conversazioni che avvengono davanti agli scaffali. In questo numero parliamo di macrobiotica. D. Dove posso trovare le alghe? R. Venga, l’accompagno. D. Mi hanno consigliato di aggiungere l’alga kombu quando cucino i legumi. È vero che in questo modo diventano più digeribili? R. Non c’è letteratura scientifica sull’argomento, quello che posso garantire è che la cottura è facilitata.

D. Ma ci sono tantissimi prodotti che non conosco su questo scaffale! Servono per realizzare ricette etniche? R. Sono ingredienti che vengono utilizzati nella preparazione di piatti delle diverse cucine del mondo e per le ricette della cucina macrobiotica. D. L’ho già sentita questa parola, ma non ne conosco il significato. R. Letteralmente significa “grande vita”. Si è sviluppata in Giappone e il principio di base è la relazione tra l’uomo, il suo stile di vita, l’ambiente in cui vive e il suo modo di alimentarsi. La macrobiotica cerca l’equilibrio tra le forze dello yin e dello yang nell’alimentazione, per il raggiungimento del benessere e dell’armonia. D. Ho capito, ma... cosa si mangia?

R. L’alimento base sono i cereali integrali, accompagnati da verdure, legumi, semi oleosi e le alghe, appunto. Come condimenti si usano oli vegetali, salsa di soia, gomasio, aceto di riso e miso. D Che sarebbe... R. È un prodotto fermentato a base di soia, sale e cereali (riso, orzo). Si utilizza come un dado, per la preparazione di zuppe o come insaporitore. D. E questo vasetto di umeboshi? Che cosa sono? R. Sono dei frutti raccolti acerbi, messi sotto sale con foglie della pianta aromatica shiso, che conferiscono anche questa bella colorazione. Con la stagionatura diventano aciduli. Si usano come accompagnamento alle verdure. Si può anche preparare una bevanda. Basta schiacciare in una tazza una umeboshi, aggiungere poca salsa di soia e riempire con tè bancha bollente. Qualche goccia di succo di zenzero e il gioco è fatto. D. Mi piacerebbe approfondire la conoscenza della macrobiotica, è stimolante. R. Ci sono molti libri che possono aiutarla a conoscere meglio questa cucina e quella degli altri Paesi del mondo. Anche in questo ambito lo scambio è un arricchimento per le diverse culture. Arrivederci alla prossima domanda. D: domanda R: risposta

thebridgebio.com

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l’angolo degli animali di Antonella Carteri, medico veterinario

amici per sempre La separazione definitiva da un animale è sempre una prova molto dura da superare. I nostri amici pelosi vivono, purtroppo, per un tempo che è sempre molto limitato rispetto alla durata della nostra esistenza. Non è facile neppure per noi medici veterinari, anche se il nostro lavoro ci porta a contatto ogni giorno con la morte. Accompagniamo per anni i nostri piccoli pazienti e poi ci capita di vederli morire per un incidente, un avvelenamento, una malattia, oppure diventano vecchi e se ne vanno, talvolta senza preavviso. Li conosciamo a fondo, ci affezioniamo a loro e quindi alla

fine soffriamo anche noi per la loro perdita. Quando un animale si avvia verso la fine della sua esistenza per malattia o per semplice invecchiamento, il legame che lo unisce all’uomo diventa inevitabilmente più intenso. Poter permettere al nostro amico una morte naturale è un grande dono che gli offriamo e, secondo me, da preferire all’eutanasia. Non si può generalizzare, ma se lui è tranquillo e non manifesta grandi segni di sofferenza, il mio consiglio è quello di accompagnarlo empaticamente. Serve certamente molto coraggio e forza d’animo, ma quei pochi giorni o poche ore

Per i suoi formaggi, dalla caciotta alla ricotta fino al formaggio latteria stagionato 30 e 60 giorni, la Società Agricola Biodinamica San Michele utilizza solo il latte dell’allevamento aziendale. Allo stesso modo, la Fattoria Di Vaira prepara mozzarelle, scamorze e caciocavallo solo con il latte biodinamico proveniente dal suo allevamento.

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che dedicheremo a lui lo ripagheranno di tutto l’affetto che ci ha dimostrato nella sua pur breve vita. Compagno dei giochi d’infanzia, di gioie e dolori, di segreti condivisi, prima di andarsene aspetterà che tutta la famiglia sia riunita, perfino che torni il figlio da scuola o i genitori dal lavoro. Si sposta così l’attenzione dalla quantità alla qualità della vita, permettendogli di andarsene là dove è vissuto, tra le sue cose, gli odori e i rumori familiari. Questo richiede alla famiglia di adeguare la propria quotidianità, il tempo, le abitudini alla nuova situazione, implicando rinunce e sacrifici.

Per l’animale, morire è un atto naturale come correre o mangiare: lui vive perfettamente nel “qui e ora”, uscirà facilmente dalla vita non dovendo affrontare l’attaccamento alle cose materiali, come capita agli umani. Il ruolo del veterinario è quello di evitare al massimo la sofferenza fisica con l’aiuto di terapie palliative a base di farmaci, rimedi omeopatici, fiori di Bach. Talvolta sarà necessaria l’eutanasia, meglio comunque che si svolga in un contesto domestico o almeno il più possibile tranquillo e protetto. In questo mondo, dove la morte è sempre più tabù e viene tenuta nascosta e lontana dalla nostra quotidianità, avere la possibilità di accompagnare un amico peloso durante i suoi ultimi giorni di vita, è un’esperienza che ci arricchirà e resterà per sempre nel cuore. L’ultimo consiglio, è leggere i libri scritti dal collega e amico Stefano Cattinelli che parlano proprio dell’accompagnamento empatico.

ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile


notizie da Baule Volante

messaggio promozionale

lo zucchero di foresta: una scelta sostenibile In Indonesia, nell’area montuosa di origine vulcanica, vive una foresta pluviale rigogliosa: è un ecosistema prezioso, ambiente e fonte di vita per le piante, gli animali e le popolazioni locali. In questo luogo di speciale biodiversità cresce l’Arenga pinnata, una particolare varietà di palma conosciuta e apprezzata nel Sud est asiatico sin dall’antichità. Coltivata oggi in foreste miste, con metodi che aumentano la fertilità del suolo, la depurazione dell’acqua, la sicurezza alimentare e l’occupazione, offre sostentamento ai piccoli produttori che la utilizzano soprattutto per rica-

varne un gustoso dolcificante. L’Arenga pinnata viene anche utilizzata per importantissimi progetti di riforestazione, poiché rappresenta una valida alternativa alla coltivazione intensiva della palma da olio che, in Indonesia, sta causando grandi problemi ambientali (le emissioni di carbonio, le inondazioni e gli incendi minacciano di distruggere gli habitat naturali e con essi alcune specie faunistiche selvatiche). Ecco perché Baule Volante ha deciso di proporre, aggiungendolo alla gamma di dolcificanti alternativi, proprio questo zucchero, novità esclusiva per l’Italia.

Come si ricava lo zucchero di foresta? Nessuna pianta viene abbattuta o danneggiata: dal taglio dei rami si raccoglie, a mano, la linfa, che viene messa sul fuoco, riducendola a uno sciroppo denso. L’acqua evapora e il succo zuccherino diventa sempre più solido, fino a cristallizzarsi: il risultato finale è uno zucchero dal colore ambrato e dal gusto un po’ caramellato. Lo zucchero di foresta è una naturale fonte di ferro, probabilmente perché le piante crescono su un terreno fertile e ricco di minerali. Il suo delizioso sapore dona una nota aromatica e fruttata

a tisane e bevande, ma può essere utilizzato anche nella preparazione di torte, biscotti e altri prodotti da forno. Dietro le quinte di questo prodotto c’è la Fondazione Masarang, una realtà nata in Indonesia nel 2001 grazie al desiderio di Willie Smits di fare qualcosa di concreto per preservare la foresta pluviale, sostenendo in questo impegno la popolazione locale. Deforestazione, perdita della biodiversità, cambiamenti climatici, povertà e sottosviluppo sono i problemi più urgenti che Masarang sta cercando di affrontare in modo diretto, con soluzioni sostenibili e a lungo termine (www.masarang.nl). In linea con lo spirito del progetto, il confezionamento dello zucchero di foresta Baule Volante è a cura di una cooperativa onlus italiana che favorisce la socializzazione di persone svantaggiate e il loro inserimento nel mondo del lavoro.

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news dal mondo bio Scuola della Biodiversità alle Cascine Orsine Alle Cascine Orsine di Bereguardo, in provincia di Pavia, continua la Scuola della Biodiversità che si prefigge l’obiettivo di fornire competenze nel campo della salute, delle relazioni e dell’alimentazione, sia come accrescimento personale che come aggiornamento professionale. I corsi si terranno la domenica (10.00-13.00; 15.00-18.00) e il lunedì (9.00/9.30-12.00; 13.30- 15.30). Questi gli appuntamenti in calendario nei mesi di maggio-giugno: messaggio promozionale

• 29 e 30 maggio 2016 Dr. Marco Bertoli - Medicina Ayurvedica e Oligoelementi. • 26 e 27 giugno Dott.ssa Patrizia Guazzoni - La comunicazione e l’empatia: le parole possono essere magia.

• 25 e 26 settembre 2016 Dott.ssa Patrizia Guazzoni - La percezione: viaggio nei sensi nel contatto con il mondo. • 30 e 31 ottobre 2016 Dr. Marco Bertoli - Omeopatia e omotossicologia. Medicina Ayurvedica 2. Per informazioni: Patrizia Rota cell. 3494718587 mail: rota.patrizia3@gmail.com Alle Cascine Orsine, oltre a usufruire del nuovo negozio e del punto ristoro, è possibile esplorare l’orto didattico con la sua area dedicata alle piante officinali, aromatiche, tintorie e ProSpecieRara, attraversare i percorsi naturalistici, visitare l’orto professionale e l’area dedicata alle piante autoctone in vaso. Inoltre è possibile accedere ad un ricco programma di eventi come, in alcune giornate, la raccolta in campo e le degustazioni di formaggi e vini locali. Per tenersi aggiornati sulle attività in calendario, visitate la pagina Facebook dell’Azienda Agricola Biodinamica Cascine Orsine.

Più Bene ti accompagna nella scelta degli alimenti, adatti alle tue esigenze, per vivere comunque la tavola con gusto e piacere.

Scopri la “pasta” Più Bene preparata con grano saraceno, mais, quinoa e riso integrale, naturalmente senza glutine. Prova anche i nuovi fusilli di piselli verdi e i sedanini di lenticchie rosse, senza glutine e ricchi in proteine.

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