NaturaSì Magazine | MARZO-APRILE | Numero 42

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Chiare, fresche e dolci acque Marzo - Aprile 2022

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a casa tua

Gli gnocchi come li faresti tu sempre pronti Classici di patate, agli spinaci, alla zucca, alla segale e spätzle agli spinaci

aziende agricole e mercati super

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Editoriale

Ricordiamoci di fiorire

La redazione: Silvia Valentini Lorenza Gelmetti hanno collaborato a questo numero: Serena Federici di EcoComunicazione www.ecocomunicazione.it Benedetta Frare giornalista pubblicista e direttrice responsabile della rivista Blessed Brands Creative Studio per la rubrica Oggi in cucina (e non solo) Paolo Pistis esperto di agricoltura biodinamica Francesca, Lorella, Silvia Braglia fondatrici di www.disanapianta.net Jasmin Peschke per la rubrica Cosa ci nutre Fabio Dartora tecnico faunista

Acquisire la flessibilità necessaria per affrontare il mutamento, mantenendo però saldi i nostri principi, è la sfida dei tempi moderni ma anche di ogni tempo che ci ha preceduto. Ed è la sfida che, da secoli, la natura si trova ad affrontare all’arrivo di ogni primavera, quando non dimentica di fiorire anche se il paesaggio intorno è tutt’altro che accogliente o malgrado quella gelata improvvisa che la sorprende proprio nel momento in cui sta per sbocciare. Il seme che incontra la terra contiene già in sé il germoglio che può diventare, ma accetta di esporsi a variabili del tutto imprevedibili. Ciò accade anche all’acqua che – quando sgorga dalla sorgente – ha già in mente quando liberamente sfocerà nel mare, ma accoglie il rischio di incontrare ostacoli nel suo naturale fluire. Quello tra crisi e opportunità è un equilibrio sottile e non è facile restare in bilico. C’è il rischio di lasciarsi andare allo sconforto, smarrendo la lucidità necessaria per analizzare le cause delle nostre difficoltà, ma anche quello di perdere di vista la consapevolezza necessaria per prendere atto del cambiamento che stiamo vivendo e di ciò che di buono può portare. Nella maggior parte dei casi, il mutamento resta un’incognita e per affrontare questa incertezza è necessario contare su un bagaglio solido di valori che ci facciano da bussola, anche quando la nostra geografia si fa più instabile, e di obiettivi che diano impulso al nostro movimento. Nel caso di grandi ideali, si tratta anche di comprendere come declinare i valori universali nel nostro ordinario. Come singoli, tutti noi cerchiamo di farlo nella nostra vita di ogni giorno attraverso buone pratiche semplici, ma mai scontate. E come redazione, cerchiamo di fare la stessa cosa anche attraverso le pagine del nostro magazine, costruendo un racconto corale che spazia dalla narrazione dei progetti che caratterizzano il nostro ecosistema alle voci di esperti autorevoli fino alle esperienze di chi ha scelto uno stile di vita più vicino all’essenza delle cose.

Paolo Barberi docente di agronomia presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Alessandro Pattaro ingegnere idraulico Armando Gariboldi naturalista, agrotecnico e divulgatore scientifico Alessandro Isidoro Re giornalista, scrittore e docente; per Hublab si occupa di consulenza, eventi e comunicazione – tra i progetti seguiti, il podcast per NaturaSì “Laboratorio 2050”

Editore: EcorNaturaSì SpA Società Benefit via Palù, 23 z.a. Zoppè, 31020 S. Vendemiano TV Italia P.IVA e C.F. 02010550263 Direttore responsabile: Benedetta Frare Grafica e impaginazione: EcoComunicazione, progetti di comunicazione ecologica Stampato da Mediaprint con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575

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Cosa troverete dunque in questo numero? Parleremo di acqua – risorsa fondamentale per il Pianeta eppure costantemente minacciata da inquinamento, sprechi e cattiva gestione idrica – e agricoltura, privilegiando quei metodi agricoli – come la biodinamica e il biologico – che affiancano sostenibilità agricola e ambientale alla tutela della biodiversità e rispetto dell’organismo agricolo in tutta la sua complessità. Un numero che ci racconta l’importanza della condivisione di ognuno per raggiungere piccoli e grandi obiettivi e che si ispira, anche nella brillantezza dei suoi colori e nell’armonia delle sue rubriche, alla bella stagione ormai alle porte. E che, proprio come la primavera, ci ispira a ritrovare dentro di noi quei valori che ci permetteranno di rifiorire di nuovo.

Editoriale

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Sommario 3 Editoriale

26 Impastiamo Disanapianta

6 Approfondimento

28 Lunario

Ricordiamoci di fiorire

Talete: all’origine del mondo, e all’origine del pensiero

8 In evidenza

Acqua e agricoltura

10 Zuppe di stagione Crema di asparagi

12 Approfondimento

I piccoli corsi d’acqua

14 Le Terre di Ecor

Cascine Orsine, Il Cerreto, Carpaneta e La Decima

19 Cosa ci nutre

Qualità biodinamica: come analizzarla?

20 Oggi in cucina: cereali e legumi Polpette di piselli

23 Impegno sociale KORE Bioshop

Pasta brisée salata

30 Dai nostri fornitori

Acqua Levico: purissima e positiva per il clima

32 Attualità

Donne per il cambiamento.

35 Essenziali per Natura 39 Si, la Natura ha suoi vantaggi 43 Azienda del mese 45 L’angolo della biodiversità 47 Le stagioni nell’orto 49 Bio consigli di lettura 50 Così per Natura

24 Turismo sostenibile Sostenibile benessere

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Talete: all’origine del mondo, e all’origine del pensiero di Alessandro Isidoro Re In principio era… il verbo! – dirà il lettore curioso. E invece, no. In questo caso, in principio era l’Acqua.

L’Arké, in greco “origine”, è stato il principale scoglio attorno al quale tutti i filosofi cosiddetti presocratici (quelli attivi prima dell’avvento sulle scene di Socrate, la “rockstar” del pensiero) si sono arrovellati per lungo tempo. Anassimandro e l’apeiron (l’indefinito che tutto tiene insieme), Anassimene e il Soffio vitale, Pitagora e la simmetria matematica, Parmenide e l’Essere immutabile, Eraclito e il fuoco/logos, Anassagora e i semi, Empedocle e la somma dei quattro elementi… Ma prima di essi – perché c’è sempre un prima – si erge una figura ancor più mitica, una sagoma sfocata sotto la lente della leggenda: in pratica, il primo vero filosofo della storia del pensiero occidentale.

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Approfondimento

Talete l’arte del pensiero Stiamo parlando di Talete. Questo personaggio singolare, vissuto indicativamente tra il 640 A.C e il 545 A.C., originario della Tracia (l’odierna punta sudorientale della penisola balcanica, tra Grecia, Bulgaria e Turchia) può essere davvero individuato come il pioniere della scienza – o meglio, dato il periodo – l’arte del pensiero, inteso da lui come strumento per indagare a fondo la realtà circostante. Un momento fondamentale: il pensiero, con Talete, ritenuto non a torto uno dei “sette savi” del mondo conosciuto, non è più veicolo di narrazione mitica come lo era stato negli esempi preclari di Omero ed Esiodo – forieri delle grandi storie auricolari quali Iliade, Odissea e Le Opere e i Giorni – ma cursore cognitivo atto a decifrare i misteri dell’universo e le sue leggi.


Tale operazione di demitizzazione della conoscenza è molto evidente nel suo diretto successore, Anassimandro, che per primo tenta di dare una spiegazione olistica dell’universo, arrivando (tra i primi) persino a disegnare l’ecumene, la casa comune, il Pianeta Terra.

La nascita della conoscenza Il mistero originario era, appunto, l’origine di questo universo. Un universo ancora caotico e per molti versi inspiegabile, nel quale gli esseri umani si trovavano catapultati (la gettatezza dell’essere, dirà poi Heidegger millenni più avanti) senza spiegazioni né riferimenti. In questo uragano di esperienze, Talete fu il primo uomo a esercitare ciò che dopo di lui verrà chiamata Filosofia: l’amore della sapienza per raggiungere la conoscenza. Una conoscenza che, dirà Aristotele provando a compiere una prima sintesi, deriva sempre dalla domanda iniziale: ti estì? Che cosa è? La nascita della conoscenza, deriverebbe dalla meraviglia davanti ai fenomeni. Questo stupore, come modus essendi, perdura anche ai giorni nostri e muove gli spiriti innovatori a trovare, ora, le soluzioni più sostenibili in un mondo ancora più complesso.

L’origine dell’universo Ma torniamo a Talete. Dove trova la scaturigine dell’universo? Perché l’acqua? Non fuoco, terra, aria, soffio vitale, matematica o sfera verace e cosmica – ma H2O. Il focus delle prime elucubrazioni filosofiche è l’elemento che riempie il nostro pianeta e noi stessi, così semplice eppure così vitale. Il celebre pensatore dell’Anatolia, ritenuto dai più già scopritore della geometria e, stando alle parole di Apuleio, dottissimo studioso delle stelle, ci ha lasciato, tra pochissime tracce, questi folgoranti aforismi, da cui possiamo trarre qualche spunto per le nostre risposte:

«Il più veloce l’intelletto, perché passa attraverso tutto» «Il più forte la necessità, perché tutto domina» «Il tempo è più saggio di tutti, scopre sempre tutto»

Dove trova la scaturigine dell’universo? Perché l’acqua? Non fuoco, terra, aria, soffio vitale, matematica o sfera verace e cosmica – ma H2O. Il focus delle prime elucubrazioni filosofiche è l’elemento che riempie il nostro pianeta e noi stessi, così semplice eppure così vitale. Intelletto e semplicità Come s’evince da questi lampi di sapienza antica, l’intelletto diventa in Talete il bisturi per le più fini operazioni mentali, per comprendere la necessità che domina il tutto e per affidarsi, fiduciosi, al tempo. In secondo luogo, esso, superando la critica della banalità, giunge al pensiero della semplicità (valore imperituro!) che vede nell’acqua, fonte di vita, il brodo primordiale dell’esistenza del genere umano. Essa, divina per i suoi tempi1, non si genera né si distrugge; semplicemente, è. Non solo: Talete, comprendendo che l’alimentazione di tutte le cose è sempre umida (anche dei semi e del calore), ne indica come sorgente l’acqua. L’acqua è il principio di tutte le cose, e tutte le cose sono acqua. Acqua siamo e acqua torneremo, per parafrasi ieratica. Insomma, se possiamo ricavare ancora un nuovo e ultimo insegnamento dalla vita e dal filosofare di Talete, potrebbe essere proprio questo: a posteriori, abbiamo compreso come intelligenza e arché (“principio”) siano note che vibrano all’unisono; e il primo filosofo, seppur ignorandolo, scelse l’acqua come simbolo della ragione che comprende e innova – perché nulla come essa fluisce tra le aporie, pulisce gli enigmi, rigenera e rinfresca la realtà e i corpi e, infine, di continuo e senza sosta, soddisfa la nostra eterna sete di conoscenza.

Mi riferisco ai tanti miti che lo precedono, come quello del dio egizio Nun, che rappresenta l’acqua come sorgente di ogni vita; anche gli stessi Omero ed Esiodo, già citati in precedenza, davano molta importanza al ruolo di Oceano. L’acume di Talete, come primo filosofo, sta nel superare l’epistemologia mitica, dando spiegazioni razionali del perché l’acqua starebbe a principio del cosmo.

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Approfondimento

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Acqua e agricoltura Armando Gariboldi, naturalista, agrotecnico e divulgatore scientifico, ci illustra la relazione tra agricoltura e acqua guidandoci verso un uso più consapevole di questa risorsa.

Assieme all’industria e alle aree urbane, l’agricoltura (compresi gli allevamenti animali) è l’attività umana che più consuma acqua a livello globale. A questo proposito è utile ricordare che solo lo 0,3% di acqua dolce è facilmente accessibile nei fiumi e nei laghi (pari allo 0,008% della totalità dell’acqua presente nel pianeta che, come noto, è in gran parte salata). Il resto si trova nelle falde profonde o nei nevai e nei ghiacciai, soprattutto ai poli. Ebbene, di tutta quest’acqua dolce “facile”, potenzialmente potabile, ne viene realmente utilizzata a sua volta circa l’8% di cui: • 70% nell’agricoltura e zootecnia • 22% nell’industria • 8% per il consumo umano e nel settore dei servizi Quindi, con le attività antropiche e soprattutto con quelle agricole, noi andiamo a intaccare il capitale idrico più prezioso, la parte dell’acqua più pregiata, ma anche quella meno abbondante. Tuttavia, mentre per le altre due attività umane l’uso di questa preziosa risorsa è sostanzialmente a perdere (in particolare, prosciugando le falde idriche profonde per abbeverare le nostre sempre più assetate città), per le coltivazioni una seppur minima parte di essa si trasforma in vegetali. Ovvero in “acqua verde”, che poi in gran parte diventa cibo per noi o per i nostri animali. Quindi, anche il ciclo dell’acqua in agricoltura sarà molto diverso da quello dell’industria o da quello di una grande area urbanizzata e di ciò bisognerebbe tenere conto. C’è poco da fare: per coltivare serve acqua e in molti casi, soprattutto alle nostre latitudini e con il nostro clima, ne serve anche tanta.

Un bene prezioso spesso sprecato Eppure anche nei paesi tecnologicamente più evoluti, come il nostro, vi è ancora un’insufficiente

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In evidenza

consapevolezza del reale valore di un bene ritenuto abbondante e quasi infinito. E, quindi, spesso sprecabile. Le reti idropotabili italiane, ma anche quelle irrigue agricole utilizzate per abbeverare i nostri campi, sono infatti sovente obsolete e/o mal gestite. Con il risultato che a livello nazionale si perde complessivamente in media il 42% dell’acqua potabile immessa in rete, quantificabile in circa 156 litri al giorno per abitante (ISTAT, 2020)! La rete di rogge e canali dedicata all’agricoltura è in media più efficiente, ma anch’essa non utilizza mediamente almeno il 15% dell’acqua disponibile. Salvo poi soffrire di carenza durante i periodi di siccità o di eccesso, quelli in cui sempre più spesso avvengono nubifragi e inondazioni. Una situazione nel complesso spesso drammatica, che appare legata ai modelli di gestione presenti lungo lo Stivale, ancora lontani da quelli di buona efficienza, anche in campo agricolo. Tra l’altro, l’impiego di piani e specialisti ad hoc, la cosiddetta “consulenza irrigua”, è ancora un fenomeno poco diffuso, essendo una pratica che interessa solo il 3,7 % dei volumi irrigui utilizzati nei vari distretti nazionali considerati (ISTAT, 2014). In generale, mentre l’acqua è da sempre un bene comune, il dibattito sulla risorsa idrica si è accapigliato in questi anni attorno a un’interpretazione distorta del famoso referendum “sull’acqua pubblica” del 2011. Invece, oggi i principali problemi legati alla dispersione idrica riguardano proprio gli enti locali, perché sono loro – nella grande maggioranza dei casi – a gestire ancora direttamente sia la risorsa sia l’infrastruttura: «I gestori che operano in Italia nel campo dei servizi idrici per uso civile nel corso del 2018 sono 2.552; nell’83% dei casi si tratta di gestori in economia (2.119), ovvero enti locali, e nel restante 17% di gestori specializzati (433)», come precisa l’Istat. Sottolineando che «sebbene il numero di gestori attivi nel settore si sia molto ridotto (7.826 nel 1999),


In In evidenza evidenza

persiste una spiccata parcellizzazione gestionale», che evidentemente non aiuta a ridurre le perdite di rete.

Non tutte le acque sono uguali Nelle diverse zone d’Italia il totale della superficie agricola utile irrigata va dal 47% nel Centro, al 55% del Nord-Est, al 61% e 65%, rispettivamente, per le isole ed il Sud, sino ad arrivare all’87% del Nord-Ovest. Questo riflette di conseguenza le diverse tipologie di colture (da prevalentemente arboree e vitivinicole in Centro Italia, sino alle risaie del Nord-Ovest). Nel nostro Paese si utilizzano ogni anno 26,6 miliardi di m3 di acqua. Il settore agricolo ne utilizza il 54% (51% irrigazione, 3% zootecnia – dati ISTAT, 2012), ovvero assai di meno della media mondale che abbiamo visto prima. Tra l’altro, negli ultimi anni l’agricoltura italiana ha ridotto il consumo di acqua di quasi il 30% grazie a modelli sostenibili di gestione come l’irrigazione di precisione, ponendo invece scarsa attenzione sulla qualità dell’acqua irrigua: ossia sottovalutando il fatto, ben conosciuto per esempio nell’agricoltura biodinamica, che non tutte le acque sono uguali. Acqua di pozzo (falda), di fiume o meteorica hanno infatti caratteristiche diverse non solo dal punto di vista chimico-fisico, ma anche da quello energetico e della forza vitale intrinseca. E, di conseguenza, anche

della sua “capacità bagnante” o addirittura del suo apporto dato alle piante nelle varie fasi della loro vita (in particolare ai semi durante la germinazione). Tuttavia, siccome tali parametri sono difficilmente dimostrabili secondo metodologie riconosciute dalla scienza ufficiale, tali aspetti rimangono sovente accantonati o limitati agli appassionati della materia o ad agricoltori particolarmente interessati. Eppure, il rapporto acqua-vitalità è sotto gli occhi di tutti e non si può ridurre solo a un fatto meramente biologicomeccanico (materialistico) e quantitativo. Solo se sapremo recuperare, con la coscienza dell’uomo di oggi e le moderne tecnologie, antichi saperi e soprattutto un atteggiamento veramente umile e rispettoso nei confronti dell’acqua, potremo arrivare a comprenderne davvero l’essenza e a utilizzarla al meglio per la Vita, compresa la nostra, quella dei nostri campi e dei nostri animali, che da noi dipendono.

Ascolta Armando Gariboldi anche su Laboratorio 2050, il podcast di NaturaSì, disponibile su Spotify, Apple Podcast e Google Podcasts

In evidenza

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Crema di asparagi

con granola salata, basilico e limone con Blessed Brands Creative Studio

Ingredienti per 2 persone Per la vellutata 350 g di asparagi 100 g di patate gialle 4 cipollotti basilico fresco q.b. scorza di 1/2 limone grattugiata brodo vegetale q.b. olio extravergine d’oliva sale e pepe q.b. Per la granola 100 g di grano saraceno 50 g di fiocchi d’avena piccoli 50 g di semi di zucca 50 g di nocciole 30 g di semi di girasole 30 g di semi di lino 2 cucchiai di tahin 2 cucchiai di salsa di soia 1 cucchiaio di sciroppo d’acero origano fresco q.b. olio extravergine d’oliva sale q.b.

10 Zuppe di stagione

Procedimento Per prima cosa, preparate la vellutata. Lavate e pulite bene le verdure, tagliatele a tocchetti. In una pentola dai bordi alti, assieme a un filo d’olio e un pizzico di sale, appassite i cipollotti. A seguire aggiungete gli asparagi e le patate e rosolate mescolando con cura. Bagnatele con del brodo bollente e cuocetele per 20 minuti circa, fino a quando non si saranno completamente ammorbidite. Aggiustate di sale e di pepe e, se necessario, allungate con dell’altro brodo. A questo punto, frullatele con l’aiuto di un minipimer fino a ottenere una crema morbida e omogenea. Nel frattempo, dedicatevi alla granola. In una ciotola unite gli ingredienti secchi a quelli liquidi e mescolate energicamente fino a ottenere un composto compatto e modellabile. Distribuitelo su una teglia foderata con carta da forno, avendo cura di appiattirlo bene, e cuocete a 180 °C per 15 minuti. Controllate la vostra granola di tanto in tanto e, per evitare che bruci, giratela con un cucchiaio a metà cottura. A questo punto, componete il piatto. In una ciotola, mettere la crema di asparagi, decoratela con qualche manciata di granola e ultimate con del basilico fresco e della scorza di limone a piacere. Servite calda. Qualche suggerimento Se utilizzate gli asparagi bianchi vanno precedentemente pelati lasciando così com’è la punta. Vanno tagliati a rondelle piuttosto sottili in modo da facilitare la cottura e la frullatura. Invece per gli asparagi verdi non serve la pelatura. Come variante alla granola si possono utilizzare crostini di pane raffermo passati al forno o dorati in padella.


Zuppe di stagione Zuppe di stagione 11


Piccoli corsi d’acqua tra sicurezza idrica e conservazione del territorio

L’importanza della partecipazione attiva nella tutela dei piccoli corsi d’acqua per la salvaguardia del terreno e della biodiversità. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere idraulico Alessandro Pattaro.

Innalzamento delle acque a causa del cambiamento climatico, inquinamento delle falde acquifere, ma anche squilibri nell’accesso a questa fondamentale risorsa per la Vita, spesso sprecata da chi non deve fare i conti ogni giorno con la sua mancanza. Quando parliamo di acqua sono moltissimi gli aspetti da affrontare, i quali convergono su vari livelli di una problematica globale, che riguarda tutti noi e che ha a che fare con i nostri comportamenti. Questi aspetti non riguardano solo mari, oceani e grandi fiumi, ma anche tutti quei piccoli corsi d’acqua che attraversano i nostri territori e che hanno un valore dal punto di vista paesaggistico, ambientale e di tutela della biodiversità. Questi i temi affrontati con Alessandro Pattaro, fondatore di uno dei primi studi di ingegneria idraulica e ambientale che punta a un maggiore coinvolgimento del cittadino, partendo dal presupposto che “se non sei parte della soluzione, allora sei parte del problema”.

Lei si definisce un ingegnere al quadrato: che significa? E di cosa si occupa? Io sono laureato in ingegneria idraulica e in ingegneria per ambiti del territorio. Con il mio studio mi occupo di idraulica e ambiente, con una funzione di coordinamento e facilitazione in processi di democrazia partecipativa

12 Approfondimento

e in processi decisionali pubblici, che hanno la funzione di trasformare i conflitti ambientali in politiche di tutela del territorio. In particolare, seguo dal 2002 i “Contratti di fiume”, da quando sono stati introdotti in Lombardia e Piemonte su ispirazione francese: questi “Contratti” sono un ottimo esempio di democrazia partecipativa, perché si basano proprio sul coinvolgimento della popolazione e possono arrivare fino a tavoli di discussione nazionale e internazionale. In particolare, io ho seguito direttamente i tavoli che riguardano i piccoli corsi d’acqua di risorgiva nella bassa e media pianura veneta.

Quali sono le caratteristiche di questi contratti di fiume? I contratti di fiume sono contraddistinti dal fatto di essere processi partecipativi volontari, finalizzati al miglioramento delle componenti ambientali dei fiumi del territorio. Nel tempo, in Italia, si sono evoluti passando dall’impostazione francese, più concertativa che partecipativa, fino a diventare processi sempre più aperti ai diversi portatori d’interesse: dalle associazioni ambientaliste fino a pescatori e agricoltori; dai consorzi di bonifica alla qualità delle acque, fino ai fruitori dei beni collettivi (ciclisti o semplici cittadini che si vogliono godere una passeggiata).


Come nasce un contratto di fiume?

Ci sono delle criticità per quanto riguarda la sicurezza idraulica, perché non sono stati fatti interventi per mettere in sicurezza il territorio, sia per quanto riguarda i corsi d’acqua principali ma anche la rete minore. Accanto a queste, vi sono anche criticità ambientali legate alla qualità delle acque: è davvero difficile trovare corsi d’acqua in buono stato dal punto di vista qualitativo. za, in cui si individuano i temi che la comunità reputa importanti: di cosa vorremmo parlare in questo processo? Di sicurezza idraulica? Di qualità delle acque? Della fruizione condivisa di questo bene collettivo? In questa fase si affiancano due punti di vista: oltre a condividere la percezione da parte della comunità riguardo a un tema specifico, viene anche convocato un esperto che redige un report tecnico; viene stilato, poi, un unico documento che tiene conto di entrambe le posizioni. A questo punto, seguono la Condivisione degli obiettivi strategici per il futuro, il programma d’azione e la sottoscrizione del Programma d’azione. Il contratto si conclude, infine, con una fase esecutiva gestita dall’assemblea, che monitora i progressi nel raggiungimento dell’obiettivo.

Quali sono i principali ostacoli nella realizzazione degli obiettivi che sono stati prefissati? Talvolta i processi si arenano a causa di amministrazioni poco lungimiranti oppure di una cattiva gestione. Un altro problema è legato alla necessità di far concludere

Quali sono le principali criticità legate ai nostri corsi d’acqua? Dipende delle componenti che vogliamo considerare. Per esempio, ci sono delle criticità per quanto riguarda la sicurezza idraulica, perché non sono stati fatti interventi per mettere in sicurezza il territorio, sia per quanto riguarda i corsi d’acqua principali ma anche la rete minore. Accanto a queste, vi sono anche criticità ambientali legate alla qualità delle acque: è davvero difficile trovare corsi d’acqua in buono stato dal punto di vista qualitativo. In genere, possiamo individuare questi aspetti: sicurezza idraulica, qualità dell’acqua, fruizione condivisa del territorio (con corsi d’acqua disseminati di cancelli e recinzioni spesso abusivi) fino alla tutela della biodiversità. Centrale è anche il tema della gestione del rapporto tra fiume e popolazione, perché spesso ci dimentichiamo che l’ambiente di fiume non esiste in funzione del nostro interesse ma dev’essere salvaguardato in quanto habitat. Dobbiamo, infatti, distinguere tra il paesaggio naturale e il paesaggio che si è venuto a creare a seguito di un intervento umano sull’ambiente del fiume.

Tra le sue battaglie quella, per esempio, in difesa dei fossi… Sì, nella zona di Mestre (Venezia) i fossi sono praticamente scomparsi su tutto il territorio urbano, fatta eccezione per qualche piccola area. Noi siamo intervenuti con un manifesto che recita: “Questo fosso non si poteva interrare? A chi serve?” “Serve a tutti, serve anche a te” per sensibilizzare l’opinione pubblica, combattendo il pregiudizio che vede il fosso come un accessorio sgradevole, habitat di pantegane e fonte di spiacevoli odori, quando invece – oltre a far parte della geografia interiore del Veneto – è anche un importante presidio di sicurezza idraulica, di biodiversità e di fitodepurazione. I frequenti fenomeni di allagamento, dovuti a una rete idraulica che non è in grado di ricevere i deflussi, sono fortemente legati a un’omologazione del paesaggio, che porta a eliminare tutto ciò che lo caratterizza in favore di un territorio molto urbanizzato e antropizzato, che dovrebbe essere gestito con grande attenzione.

Ascolta Alessandro Pattaro anche su Laboratorio 2050, il podcast di NaturaSì, disponibile su Spotify, Apple Podcast e Google Podcasts

Approfondimento 13

Approfondimento

Innanzitutto, occorre qualcuno che funga da catalizzatore; c’è bisogno di fondi e di requisiti qualitativi minimi – definiti nel 2015 da Ministero dell’Ambiente, Ispra e Tavolo Nazionale Contratti di Fiume – per creare un processo partecipativo. Servono degli attori che decidano insieme di organizzarsi per tutelare le componenti ambientali di beni collettivi come laghi, falde, fiumi, fossi e tutti i corpi idrici. Viene quindi costituito un primo comitato promotore, che redige un manifesto degli intenti contenente gli obiettivi di massima di questo processo: questa è la prima fase del Contratto. Segue la Condivisione della conoscen-

il processo nei tempi previsti, senza dilungarsi troppo, poiché ciò demotiva i partecipanti al processo. Se non si danno tempi e ruoli certi nei processi, c’è il rischio che decada tutto.


Le Terre di Ecor

Cascine Orsine, Il Cerreto, Carpaneta e La Decima Un profondo legame con la natura, risultato di una scelta di vita che punta all’armonia di tutto l’ecosistema, è la caratteristica delle aziende Le Terre di Ecor, il marchio di alta qualità agricola di NaturaSì.

14 Le Terre di Ecor


Cascine Orsine 750 ettari, di cui solo 500 coltivati: il restante mantenuto a bosco e lanche, piccoli corsi d’acqua caratteristici di questo territorio, offrendo così rifugio per molte specie animali e preservando la biodiversità tipica di questa zona. Siamo a Bereguardo, in provincia di Pavia, all’interno del Parco del Ticino, dove ha la sua sede – circondata da oltre 300 ettari bosco – Cascine Orsine, storica azienda agricola biodinamica circondata fondata nei primi anni Settanta da Giulia Maria Crespi, tra i pionieri della biodinamica nel nostro Paese, in seguito portata avanti prima dal figlio Aldo e, oggi, dal nipote Marco. Tre generazioni che si sono susseguite portando avanti l’eccellenza di questa realtà agricola che ha nella stalla l’elemento fondamentale, estremamente importante per l’equilibrio di tutta l’azienda. Oltre alle coltivazioni di ortaggi, riso e altri cereali, Cascine Orsine comprende

un allevamento bovino: 400 vacche, di cui 150 in lattazione, risultato dell’incrocio di tre razze diverse, per garantire – oltre a longevità e resistenza alle malattie – anche un’ottima qualità del latte che viene lavorato nel caseificio aziendale. Le vacche sono libere di pascolare, anche durante la notte quando la stagione è calda, e tutti gli ingredienti utilizzati per la loro alimentazione provengono esclusivamente dai terreni aziendali.

Il Cerreto “Un atto di responsabilità verso la natura e la Terra”: così dev’essere considerata l’azienda agricola per Paola e Carlo Boni Brivio. Era il 1998 quando decisero di lasciare Milano, insieme ai loro tre figli, per trasferirsi in Toscana, per la precisione a Pomarance, in Val Di Cecina, in un piccolo borgo che scelgono di ristrutturare secondo i principi della bioedilizia e che ora è diventato il cuore di un’ospitalità green e sostenibile. La biodinamica è la naturale prosecuzione di una scelta alimentata da una profonda vocazione di rispetto nei confronti dell’ambiente. In un terreno storicamente

Le Terre di Ecor: molto più di un marchio, ma un’autentica rete di produttori che si prendono cura dell’ambiente naturale, inteso come terreno piante e animali, in cui ricreare un nuovo equilibrio tra uomo e natura. vocato alla coltivazione cerealicola, Il Cerreto – sui suoi 500 ettari, di cui 350 coltivati – produce grani antichi, farro, farro monococco, orzo, avena, grano duro e grano tenero che alimentano il mulino aziendale – una struttura piccola ma polifunzionale – in cui si lavorano le farine che verranno in seguito inviate al pastificio per la trasformazione in pasta. Oltre ai cereali, però, al Cerreto si coltivano anche legumi come ceci, fagioli, lenticchie, frutta, ortaggi ed erbe aromatiche. Tra le ultime novità, la creazione di una stalla che – oltre a permettere all’azienda la produzione di formaggi e derivati – le consente anche di realizzare per intero il ciclo chiuso biodinamico.

Le Terre di Ecor è il marchio di alta qualità biodinamica di NaturaSì: certifica alcune aziende, particolarmente vicine al nostro ecosistema, che hanno scelto di praticare il metodo biodinamico. Realtà a ciclo chiuso, concepite come autentici organismi viventi, che ospitano al loro

interno allevamenti animali, in profonda relazione con le coltivazioni vegetali, e utilizzano i preparati vegetali per incrementare vitalità e fertilità del terreno, salvaguardando la biodiversità.

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Le Terre di Ecor

Dalla Lombardia alla Toscana, passando per il Veneto, Cascine Orsine, Il Cerreto, Carpaneta e La Decima sono quattro delle aziende agricole che fanno parte de Le Terre di Ecor: molto più di un marchio, ma un’autentica rete di produttori che si prendono cura dell’ambiente naturale, inteso come terreno piante e animali, in cui ricreare un nuovo equilibrio tra uomo e natura. Quattro organismi viventi in cui le coltivazioni vegetali e l’allevamento animale si intrecciano, e vitalità e fertilità dei terreni vanno di pari passo con la salvaguardia della biodiversità.


Inquadra il QRcode per conoscere più da vicino gli agricoltori che fanno parte del nostro ecosistema.

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Carpaneta

La Decima

Quella dell’azienda agricola Carpaneta è una storia recente, che però è l’evoluzione di un un progetto molto più antico. Da qualche tempo, infatti, questa storica realtà mantovana ha inaugurato un nuovo percorso che – dopo la conversione al biologico – viaggia verso il biodinamico, sotto la guida esperta degli stessi gestori di un’altra azienda agricola de Le Terre di Ecor: La Decima, di Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza. Con i suoi 150 ettari di terreno coltivabile, ma anche i 20 ettari di Parco Arlecchino e i 42 ettari della Foresta Carpaneta, quest’oasi nel cuore della pianura padana è parsa sin da subito il luogo perfetto per la creazione di un’azienda agricola a ciclo chiuso. Anche se siamo ancora agli inizi di questa impresa, si è potuta osservare una buona risposta da parte del terreno, con degli ottimi raccolti sia in termini qualitativi che quantitativi: segnali incoraggianti che fanno ben sperare anche per il futuro. Storicamente legata alla produzione del riso, come testimoniano alcuni documenti risalenti al 1800, alla già avviata coltivazione di questo cereale, Carpaneta affiancherà anche una nuova linea di cereali (grano saraceno e miglio) e legumi secchi (piselli, ceci, lenticchie), oltre alla produzione di latte.

Anche La Decima di Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza, è un’azienda agricola dalla storia antica, che già negli anni Settanta era una realtà sperimentale orientata alla tutela della biodiversità. E che oggi, con la conversione alla biodinamica, è diventata un autentico punto di riferimento per le aziende agricole di tutto il Veneto. La Decima è il frutto di un lavoro di squadra, una realtà articolata che si estende per 90 ettari, 80 dei quali coltivati a ortaggi e cereali e 5 riservati al vigneto, e che comprende al suo interno anche prati, pascoli, uliveti, siepi, una fattoria didattica. Naturalmente, non può mancare nemmeno la stalla, cuore pulsante per un’azienda agrico-

La biodinamica è la naturale prosecuzione di una scelta alimentata da una profonda vocazione di rispetto nei confronti dell’ambiente. la a ciclo chiuso: dalla mandria di vacche di razza Bruno Alpina arriva non solo il latte, lavorato nel caseificio, ma anche il letame utilizzato per fertilizzare i campi in cui si coltivano i foraggi, principale fonte di nutrimento per gli animali. Infatti, alla Decima le vacche – libere di pascolare all’aperto – vengono nutrite con erba e fieno prodotti negli erbai della tenuta: l’alimentazione più adatta per il loro apparato digestivo di ruminanti. Questo permette di avere un latte STG (Specialità Tradizionale Garantita), certificazione che si ottiene quando l’alimentazione della mandria è costituita da almeno il 75% di erba, pascolo e fieno, senza insilati (foraggi fermentati) e con pochi cereali concentrati. Latte che viene trasformato in formaggi prodotti in malga e yogurt, delicati e cremosi, preparati nel rispetto dei tempi di sviluppo dei fermenti lattici.

Agricoltura biodinamica e anidride carbonica Nel 2020 NaturaSì assieme a Soil and More, un’organizzazione tedesca da anni impegnata nella determinazione degli impatti dell’agricoltura su ambiente e salute, ha condotto uno studio su alcune aziende del proprio ecosistema. Nell’azienda agricola biodinamica San Michele di Cortellazzo (Venezia) si è calcolato che la quantità di carbonio contenuta in un ettaro di terreno è aumentata mediamente di 2,2 tonnellate in un solo anno, dal 2019 al 2020; la CO2 che viene

sottratta dall’atmosfera e incorporata nel suolo supera complessivamente le 8 tonnellate l’anno per ognuno degli ettari coltivati. “Un risultato eccezionale – spiega Jori – dovuto anche al fatto che l’azienda è passata alla coltivazione biodinamica 6 anni fa, e ha quindi un grande potenziale di crescita. Ma si tratta di un indicatore di quello che si potrebbe fare, in termini di contrasto alla crisi climatica, convertendo le pratiche agricole basate sull’agricoltura di tipo industriale e sulla chimica di sintesi, verso un’agricoltura maggiormente rispettosa dell’ambiente e delle persone”.

Le Terre di Ecor 17


foto Ales Maze

TUTTO IL SAPORE AUTENTICO DEL VINO Vini biodinamici La Decima La Decima, azienda agricola di Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza, è una realtà poliedrica, ricca di colture e di biodiversità. Oltre alla stalla, cuore pulsante di ogni organismo agricolo biodinamico che punta a realizzare al suo interno il ciclo chiuso - comprende anche un caseificio, una fattoria

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didattica, prati, pascoli, siepi, uliveti e un vigneto di cinque ettari. Proprio da qui arrivano le uve impiegate per la trasformazione in Decumano senza solfiti aggiunti, Groppello igt, Prosecco extra dry doc e Vespaiolo igt: vini autentici, perfetta espressione di questo territorio. Scopri di più su ladecima.bio


di Jasmin Peschke

Esaminando un cibo biologico difficilmente troveremo residui di pesticidi, perché i pesticidi nel bio non vengono utilizzati affatto. Dati recenti mostrano infatti che il 94% dei prodotti biologici freschi in Europa non contiene pesticidi. E se è presente un residuo questo è dovuto a contaminazione accidentale: si tratta di singole sostanze in basse concentrazioni, ma non di cocktail inquinanti.

Le caratteristiche dei prodotti bio I prodotti biologici sono anche più vantaggiosi in termini di contenuto di nitrati, sostanze indesiderate che, in grandi quantità, possono portare a problemi di salute. E anche le sostanze positive per la nutrizione, come i fitochimici secondari, caratteristica che dipende dell’equilibrio tra i processi di crescita e maturazione nella pianta, sono solitamente elevate nei prodotti biologici: ciò si riflette in un gusto migliore, in un elevato contenuto di zucchero e in un minore contenuto di acqua. Infine, si conservano più a lungo grazie a una adeguata maturazione e al contenuto elevato di antiossidanti associato.

Ingredienti e vitalità Il cibo però non è solo una questione di ingredienti, ma anche di vitalità, specchio dei processi vitali: ciò include la crescita, la maturazione, lo sviluppo e il mantenimento di un carattere specifico. Allo stesso tempo,

Bibliografia di riferimento Schleiffer et al. (2021): Pestizidrückstände auf Bio-Lebensmitteln. Forschungsinstitut für Biologischen Landbau, Frick (CH). verfügbar unter: https://orgprints.org/id/eprint/39911/1/Pestizidrueckstaende_Biolebensmittel_Mai_2021.pdf Lucarini et al. (2012): Influence of growing system on nitrate accumulation in two varieties of lettuce and red radicchio of Treviso. J Sci Food Agric 2012; 92: 2796–2799. DOI 10.1002/jsfa.5526 Juknevičienė et al. (2021): The effect of biodynamic preparations on

resistere alle circostanze avverse è espressione di vita e quindi di qualità del prodotto stesso: per esempio, le mele che possono resistere all’oidio hanno un vantaggio qualitativo. La vitalità può essere esaminata con i cosiddetti metodi di creazione di immagini, impiegati per analizzare il cibo nella sua interezza e non scomposto nelle singole sostanze di cui è fatto. I risultati mostrano che i campioni biodinamici sono caratterizzati da proprietà particolarmente preziose.

Una visione d’insieme Così come non si può giudicare la qualità complessiva di un alimento da una visione limitata ai soli ingredienti, allo stesso modo non si può guardare al cibo senza tenere in considerazione le proporzioni dei suoi nutrienti e le condizioni in cui è stato prodotto. Se l’avocado, per esempio, ha un sapore delizioso di per sé, ma durante la coltivazione viene consumata così tanta acqua che la gente del posto non può più coltivare le proprie verdure, il godimento non è più spensierato. Dipende dalle relazioni e dalle circostanze, sia su piccola che su larga scala. Nel frutto c’è l’equilibrio tra crescita e maturazione, ma anche il rispetto di ogni fase della catena del valore. Questa visione dell’insieme è una caratteristica imprescindibile per il movimento biodinamico ed è ciò che definisce la sua qualità. Perché, come diceva Goethe, il tutto è più della somma delle singole parti.

growth and fruit quality of giant pumpkin (Cucurbita maxima D.). Chem. Biol. Technol. Agric. (2021) 8:60 https://doi.org/10.1186/s40538021-00258-z DOK trial, available here: https://www.fibl.org/de/standorte/schweiz/departemente/bodenwissenschaften/bw-projekte/vergleich-biologischer-und-konventioneller-anbausysteme Peschke (2021): Vom Acker auf den Teller. Was Lebensmittel wirklich gesund macht. AT Verlag

Cosa ci nutre 19

Cosa ci nutre

Qualità biodinamica: come analizzarla?


Polpette di piselli

con salsa alla barbabietola con Blessed Brands Creative Studio

Ingredienti per 12-15 polpette Per le polpette 200 g di piselli spezzati 150 g di rucola 12 ravanelli 1 spicchio d'aglio pelato 2 cucchiaini di paprica affumicata 1 cucchiaino di curry menta fresca q.b. 3 cucchiai di semi di sesamo misti bianchi e neri + q.b. per impanare pangrattato q.b. olio extravergine d’oliva sale e pepe q.b. Per la salsa 160 ml di olio di girasole 60 ml di bevanda di mandorla o di soia non zuccherata 1 barbabietola piccola già cotta 1 cucchiaio di succo di limone sale e pepe q.b.

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Procedimento Per la preparazione delle polpette, cominciate mettendo in ammollo i piselli in abbondante acqua fredda per una notte. Scolateli e sciacquateli bene, dopodiché cuoceteli in acqua fredda finché risulteranno spappolati per circa 50 minuti. Scolateli o raccoglieteli con una schiumarola e, in un contenitore, frullateli con il minipimer assieme alle spezie, all’aglio, alla menta e ai semi di sesamo. Salare quanto basta e, a piacere del pepe. Ora, incorporate pian piano del pangrattato, se necessario, per ottenere un composto modellabile e formate delle piccole palline con le mani. Impanatele nei semi di sesamo misti, disponetele su una teglia foderata con carta da forno, passate un filo d’olio e cuocetele a 180° C per 25 minuti circa, fino a quando non saranno dorate e croccanti. Per la salsa, in un bicchiere dai bordi alti inserite tutti gli ingredienti e frullate con il minipimer, fino a ottenere un composto denso e cremoso. A questo punto, condite anche la rucola con olio, sale, pepe e i ravanelli tagliati a fette. Servite le vostre polpette ancora calde assieme alla salsa e accompagnatele con l’insalata.


Serena Oggiinincucina cucina: cereali e legumi

Oggi in cucina: cereali e legumi 21


BARNHOUSE KRUNCHY JOY PIACERE CROCCANTE CON MENO ZUCCHERO Krunchy Joy Barnhouse è una vera delizia! Il gustoso muesli croccante è sempre la scelta giusta, sia che tu voglia iniziare in bellezza la giornata, che goderti uno spuntino tra un appuntamento e l’altro. C’è sempre una buona ragione per gustare Krunchy Joy. La croccante granola è realizzata con fiocchi d’avena locale e senza olio di palma. Inoltre ha il 30% di zucchero in meno rispetto agli altri krunchy della gamma pur mantenendo lo stesso gusto.

In Krunchy Joy Nocciole i croccanti bocconcini di avena si sposano a deliziose nocciole, farro soffiato e cornflakes. Krunchy Joy Cacao seduce il palato con il cacao anche senza cioccolato e Krunchy Joy Papavero-Arancia ti fa assaporare l‘estate con il gusto e l‘odore tipico di arancia. Lasciati ispirare da Krunchy Joy! È perfetto per la colazione con latte o yogurt, ma è anche fantastico da sgranocchiare da solo come spuntino pomeridiano in ufficio. Krunchy Joy è ottimo anche per le tue creazioni culinarie e ti offre non solo tanta croccantezza, ma anche un gusto straordinario.

BARNHOUSE.IT

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Impegno sociale

Bioshop

Natura e Benessere Dalla collaborazione di NaturaSì con INTERSOS nasce il Bio Shop del Mediacenter di Roma, un’opportunità per sostenere progetti di inclusione lavorativa e attività agricole.

Per NaturaSì, promuovere un’agricoltura sostenibile e un’alimentazione di qualità non può prescindere da un impegno anche in campo sociale, fatto di azioni concrete e di una collaborazione costante con enti e associazioni presenti sul territorio. Tra queste, INTERSOS, organizzazione umanitaria attiva in 19 paesi del mondo e che, in Italia, si occupa in particolar modo di accoglienza in situazioni di emergenza e supporto sanitario, promuovendo spazi protetti per donne, attività sociali, contrasto al caporalato e progetti di formazione. Come testimonia anche l’inserimento di 14 persone nei negozi NaturaSì attraverso contratti di collaborazione o tirocini.

e Benessere è un piccolo shop, terreno di cambiamento sociale. Frutta e verdura bio locale, prodotti alimentari biologici e biodinamici, erboristeria, make up, cura di sé, integratori, consulenze nutrizionali e di bellezza e abbigliamento green del brand OSO Vestire etico inclusivo. Ogni prodotto tiene conto del “giusto prezzo” del lavoro e del rispetto della Terra: un processo complesso, che parte dai diritti fondamenti dell’uomo, alla tutela dei diritti dei lavoratori uniti al rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Entrare nel BIOSHOP KORE significa, quindi, sostenere un lavoro politico di lotta alle diseguaglianze e di contrasto al conseguente aumento del conflitto sociale.

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Rimettere in piedi la propria vita Proprio INTERSOS è l’anima di KORE, impresa sociale nata per l’inserimento lavorativo e il supporto sociale a donne sopravvissute a violenza di genere o vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo e giovani in difficoltà. Parliamo di donne sans papier, neomamme sole, donne che sperimentano vulnerabilità psicologiche alle quali basterebbe una “porta aperta” per rimettere in piedi la propria vita, in un percorso complesso verso l’autonomia e l’empowerment. KORE opera in diverse direzioni, che vanno dall’inserimento lavorativo “protetto” a una sartoria sociale, fino a all’attività agricola per la produzione di piante officinali. E si occupa anche del KORE BIOSHOP Natura e Benessere, una bottega etica presso il Mediacenter, riservato ai dipendenti Mediaset.

KORE BIOSHOP Natura e Benessere Nato dall’incontro fra KORE, INTERSOS, NaturaSì e Fondazione Corte Delle Madri, all’interno degli studi Mediaset di Roma, KORE BIOSHOP Natura

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Sostenibile benessere Se chiedessimo a ognuno di noi qual è la sua idea per concedersi una pausa rigenerante dalla quotidianità, otterremmo risposte diverse: Ospitalità Natura, esplora le differenti declinazioni del benessere, per accogliere le esigenze di ognuno, all’insegna della sostenibilità.

Buon cibo e un calice di vino

Fondamentale è scegliere accuratamente il luogo in cui alloggiare, orientandoci su strutture che abbiano i nostri stessi principi e che adottino con convinzione soluzioni improntate alla sostenibilità. Ospitalità Natura fa proprio questo: riunisce tutte quelle realtà che, attraverso le loro scelte, portano avanti un’idea di vacanza consapevole e sostenibile. Scopri tutte le offerte su ospitalitanatura.it Per informazioni scrivi a info@ospitalitanatura.it

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Locanda La Raia, Monferrato (Alessandria) Un’escursione in bicicletta attraverso le suggestive colline del Gavi, con aperitivo tra le vigne e cena con menù degustazione tra Gavi e Langhe. Tra vigneti, boschi, prati, campi coltivati e due laghi naturali, la Locanda La Raia mette a disposizione dei suoi ospiti l’accesso alla SPA, con percorso Hammam, sauna e piscina riscaldata interna ed esterna, accesso alla palestra e al percorso di Vita all’aperto.


Bio Agriturismo Il Cerreto, Pomarance (Pisa) Vivi l’esperienza di una vacanza in vero equilibrio con l’ambiente, scopri l’agricoltura biodinamica de Il Cerreto: un’azienda agricola ma anche un bio agriturismo immerso nel verde della campagna toscana, per una vacanza che appaga anima e corpo, grazie alle lezioni di yoga incluse nell’offerta. Sostenibilità a 360 gradi con un menù 100% bio, biolago balneabile, adozione di pratiche di bioedilizia.

Wellness SPA e Detox Biovital Hotel Theiner’s Garten, Gargazzone (Bolzano) Un autentico percorso detox, che presta particolare attenzione sia all’alimentazione che ai trattamenti per il corpo con peeling, bagno detergente, impacco rivitalizzante e massaggi di linfodrenaggio, da accompagnare ai trattamenti personalizzati secondo il metodo Theiner’s Garten. Il tutto, immersi fra Alpi e Dolomiti in una struttura 100% green, dalle scelte edilizie fino alla cucina.

In viaggio con Conosci meglio Naturasì

Gli itinerari tra Sicilia e Calabria

NaturaSì è lieta di ospitarvi per visitare la sua sede, la scuola Steiner Waldorf - Novalis e l’azienda agricola San Michele di Cortellazzo.

La Raccolta delle mandorle e degli agrumi in Sicilia dal 5 al 10 aprile 2022 Un viaggio itinerante tra Noto, capitale del barocco, e Siracusa, la patria di Archimede.

Vogliamo invitarvi a conoscere la nostra azienda, gli ideali che la animano e condividere con voi, che siete parte fondamentale della nostra comunità, quanto è stato costruito grazie al vostro apporto e alla fiducia che ci date ogni giorno. Pensiamo che conoscerci e incontrarci sia il modo migliore per alimentare quel senso di comunità e appartenenza che ci dà reciproca forza e motivazione per il presente e per il futuro. La visita è gratuita, su prenotazione. Vi aspettiamo!

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Calendario delle visite: 19 marzo 23 aprile 21 maggio 18 giugno

La miglior Calabria, tra bellezze naturali e rinascita culturale dal 10 al 14 Maggio Un interessante itinerario che unisce alle bellezze di una natura rigogliosa e selvaggia la conoscenza di GOEL – Gruppo Cooperativo, tra le realtà più virtuose nel processo di riscatto e cambiamento in Calabria. Primo bagno e prima raccolta (di capperi) a Pantelleria dal 21 al 28 maggio 2022 Un’occasione per godersi la rinascita della natura in primavera nella cornice di Pantelleria scoglio di terra lavica stretto tra due continenti. Scopri di più: viandantisi.it

Inoltre, domenica 15 maggio ViandantiSì vi offre l’opportunità di scoprire da vicino Agricoltura Nuova cooperativa agricola e sociale alle porte di Roma. Un’occasione per conoscere questa realtà agricola biodinamica, approfondendo le linee guida, le motivazioni e gli ideali che ne ispirano l’operato. Per info e prenotazioni: info@viandantisi.it

Turismo sostenibile 25

Turismo sostenibile

Yoga in Toscana


Pasta brisée salata

con patate, indivia, cipolla rossa e olive ricetta a cura dell’associazione di Disanapianta

Ingredienti

Procedimento

250 g di farina di tipo 2 80 g di birra chiara o acqua frizzante 50 g di olio extravergine d’oliva 1 pizzico di sale

In una ciotola unire la birra (o l’acqua frizzante) e l’olio, aggiungere poco alla volta la farina e il sale e amalgamare gli ingredienti (procedere nello stesso modo se si utilizza un robot da cucina). Trasferire l’impasto sul piano di lavoro infarinato e impastare con le mani fino a ottenere una pasta morbida e omogenea. Far riposare l’impasto in frigo in una ciotola coperta per 15 minuti.

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Per una torta salata si possono utilizzare vari tipi di ripieni e la cottura da prevedere è di 30-40 minuti in forno già caldo a 180 °C. Nel caso il ripieno scelto non necessiti di cottura, si può procedere con la cottura in bianco come segue: foderare lo stampo con carta da forno, stendere sopra la pasta, modellarla sui bordi e tagliare la parte in eccesso; bucherellare con una forchetta, ricoprire con un altro strato di carta da forno e riempire con dei fagioli secchi (per evitare che la pasta si gonfi). Infornare per 15 minuti a 180 °C, eliminare i fagioli e il foglio di carta da forno superiore e lasciare raffreddare. Farcire a piacere e servire o ripassare in forno se indicato.

foto di Blessed Brands Creative Studio

Un’idea per la farcia Come prima cosa preparate una purea di patate che sarà il primo strato del vostro ripieno. Sbollentate l’indivia e delle patate tagliate a dadini, tagliate una cipolla rossa a fette sottili e delle olive. Sopra il primo strato mettete le patate a dadini, l’invidia belga tagliata longitudinalmente, la cipolla, le olive e alcune foglie di maggiorana.

Stendere la pasta con il mattarello formando un disco tondo, un po’ più grande dello stampo che si desidera utilizzare (si consiglia uno stampo di 26-28 cm di diametro o rettangolare di superficie equivalente). Se si decide di preparare una crostata, tenere da parte una porzione di impasto che servirà per formare la copertura finale (tonda o a strisce come la classica crostata). Si può utilizzare la pasta brisée anche per fagottini ripieni o panzerotti farciti a piacere, da cuocere poi in forno per 20 minuti a 180 °C.


Impastiamo Disanapianta Impastiamo Disanapianta 27


Lunario

La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

a cura dell’Associazione Culturale La Biolca

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In cucina

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Orto e giardino

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potatura

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attività fisica

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Acqua Levico:

purissima e positiva per il clima “Una volta che l’acqua viene messa in movimento, essa rivela una grande varietà di attività. Diventa il tramite per tutti i diversi processi di creazione di forme e il luogo in cui c’è un’inesauribile attività di rinnovamento e ricreazione delle forme”. Wolfram Schwenk

Tra le acque analizzate dal laboratorio dall’Istituto per le Scienze del Flusso insieme al laboratorio VitaLab, Acqua Levico “ha mostrato molti elementi tipici dell’acqua, movimenti molto vivaci e diversificati, caratteristici delle acque di alta qualità che si trovano in natura. [...] Ha dimostrato una tendenza particolare a formare flussi spumeggianti, volti [...] ad assorbire gli aspetti di alta qualità dell’ambiente circostante”. La storia di quest’acqua purissima delle Alpi Trentine, minimamente mineralizzata, inizia da una sorgente

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incontaminata a 1660mslm tra i boschi della Valsugana. E continua più a valle, sempre nel nome di un impegno costante per la tutela della Natura, anche grazie allo storico stabilimento, ristrutturato nel 2013 secondo i principi più avanzati di sostenibilità: l’intervento di riqualificazione dell’edificio è avvenuto infatti attraverso una serie di misure finalizzate al risparmio energetico, come l’uso di pannelli fotovoltaici sul tetto e il recupero delle diverse forme di energia prodotte dall’attività dello stabilimento, ad esempio il riscaldamento degli ambienti che deriva dal recupero dell’aria calda utilizzata per il lavaggio delle bottiglie. Dalla sua nascita, Levico Acque si impegna costantemente per la salvaguardia dell’ambiente, dagli investimenti in ambito di sostenibilità alla scelta di imbottigliare esclusivamente in vetro, l’unico materiale puro al 100%, che può essere riciclato all’infinito. Con l’adozione del vetro a rendere inoltre, si riducono sprechi e consumi: ogni bottiglia può infatti essere riutilizzata fino a 30 volte, e si riduce la quantità di plastica immessa nell’ambiente. Ma l’impegno di Lavico Acque, diventata Società Benefit nel 2020, non si è fermato qui: la partnership di lunga data con Blue Valley (realtà italiana di eccellenza, che ha fatto della riduzione delle emissioni di CO2 la sua missione) ha permesso a Levico Acque, già

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Nei nostri incontri precedenti con VitaLab, il laboratorio di analisi di NaturaSì, abbiamo affrontato il tema della vitalità dell’acqua, tra gli aspetti più rilevanti quando parliamo della sua qualità. Un parametro che può essere scientificamente rilevato attraverso il metodo Tropfbild, come vi abbiamo raccontato in dettaglio nel numero di settembre-ottobre del nostro magazine. Tale metodo è stato ideato da Theodor Schwenk (autore del volume “Il Caos sensibile” e pioniere della dinamica del flusso, ndr) e utilizzato dall’Istituto per le Scienze del Flusso di Herrischried in Germania con l’obiettivo di catturare – attraverso le immagini – la capacità dell’acqua di scorrere in modo differenziato e diversificato, prendendo come parametro di riferimento – e come esempio archetipico – l’acqua pura di sorgente.


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dal 2014, di azzerare la quantità di carbonio prodotta nello stabilimento. E dal 2019, ha deciso di non limitarsi a compensare totalmente le sue emissioni, ma addirittura di rimuovere dall’atmosfera più CO2 di quanta emessa in tutto il suo ciclo produttivo e distributivo, il 110%. Per fare

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Il Metodo Tropfbild: alla scoperta della vitalità dell’acqua Scopriamo assieme al laboratorio VitaLab come funziona questa analisi, cercando di spiegarlo in modo semplice: 1 Per prima cosa, viene prelevato un campione di acqua che – senza essere in alcun modo trattato – viene lasciato riposare in un sottile strato all’interno di una vaschetta di gocciolamento contenente glicerina e stimolato al movimento da gocce di acqua distillata che cadono dall’alto a ritmo regolare. 2 Grazie a un apposito strumento di rilevamento basato sul metodo Schlieren si possono individuare così delle forme di flusso che, una volta fotografate dalla prima alla quarantesima goccia, rivelano goccia dopo goccia una serie articolata di immagini con numerosi vortici, all’inizio delicati, in seguito riccamente dispie-

questo e ha avviato, con la collaborazione di WowNature, un programma pluriennale di riforestazione e cura di 24.000 alberi, dalle Alpi al mare, generando impatti positivi verificati dallo standard FSC. Questo la rende la prima “Climate Positive Water” al mondo.

gati, a forma di rosetta e multiformi. 3 L’acqua può fluire rapidamente, in vari modi e, con movimenti dinamici, creare sempre nuove forme, caratterizzate da una profonda complessità: questo è il caso, per esempio, delle sorgenti naturali, come mostra la foto di sinistra. Al contrario, invece, le acque contaminate scorrono in modo passivo e indifferenziato e tendono a sviluppare forme rigide, come si evince dalla foto di destra.

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Donne per il cambiamento Sei voci, sei esperienze diverse che raccontano di un impegno costante e appassionato, per rendere il mondo un posto migliore: dalla musica all’agricoltura, dal sociale all’attivismo ambientale.

Dare voce agli attori protagonisti del cambiamento, raccontando le testimonianze di chi – attraverso diversi progetti che rispecchiano il proprio progetto di vita – ha scelto di contribuire per migliorare il presente e per garantire a tutti un futuro migliore. Cooperazione e collaborazione sono infatti tra i presupposti fondamentali del nostro ecosistema che punta a valorizzare i talenti di ciascuno di noi, nel rispetto della naturale biodiversità umana. Vi raccontiamo qui sei storie – tra loro molto diverse – di sei giovani donne accomunate da un filo rosso: il bisogno di cercare e superare grandi sfide, che contribuiscono non solo a forgiare la loro personalità ma anche a ridisegnare la fisionomia del mondo che ci circonda.

Cooperazione internazionale Sophie Falsini è una ricercatrice che lavora a fianco delle Nazioni Unite per favorire l’inclusione finanziaria femminile nei paesi in via di sviluppo. Dopo alcuni anni trascorsi a fare ricerca in ambito europeo, mossa dal desiderio di vivere in prima persona quello che fino a quel momento era stato “solo” l’oggetto delle sue ricerche, ha lavorato in Kenya, a stretto contatto con la comunità di cui si occupa, per comprenderne le dinamiche culturali e analizzare quelle circostanze che impediscono a molte donne di raggiungere l’indipendenza finanziaria. Un percorso complesso quello che ha deciso di intraprendere, sicuramente non facile né tantomeno scontato, che però attraverso piccoli passi può far raggiungere grandi risultati.

Formazione, assistenza e inserimento lavorativo Da un progetto sociale che si sta muovendo in Kenya a uno più vicino a noi, attraverso il racconto di Elisa Vergnani, operatrice sociale di INTERSOS, un’organizzazione umanitaria attiva in 19 paesi del mondo. In Italia è operativa con diversi progetti rivolti a migranti, soggetti vulnerabili ed emergenze sanitarie: Elisa, in

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Ascolta il loro racconto anche su Laboratorio 2050, il podcast di NaturaSì, disponibile su Spotify, Apple Podcast e Google Podcasts


Sei storie, sei giovani donne accomunate da un filo rosso: il bisogno di cercare e superare grandi sfide, che contribuiscono non solo a forgiare la loro personalità ma anche a ridisegnare la fisionomia del mondo che ci circonda. Dall’attivismo sociale a quello climatico

zione Seminare il Futuro, guidata da Federica Bigongiali, che da anni lavora per creare nuove varietà di semi e riscoprirne di antiche, contribuendo alla biodiversità del Pianeta. Semi Liberi, liberi da manipolazioni genetiche, liberi di essere utilizzati dagli agricoltori e ideali per colture biologiche e biodinamiche, per un’agricoltura libera.

Scoprire sè stessi, attraverso sfide inaspettate Proprio l’idea di un’agricoltura che facesse bene sia all’Uomo che alla Terra è fra le principali ragioni che hanno portato Elissa Giuditta a seguire la Fattoria Di Vaira, storica realtà agricola biodinamica di Petacciato, in Molise, nel suo percorso di rinnovamento, insieme al marito Fabio, occupandosi in particolar modo di ricezione turistica e ospitalità. Un’avventura accolta con grande entusiasmo, nonostante fino a poco prima non conoscesse molto del mondo agricolo e ancor meno di quello biodinamico, con l’obiettivo di condividere la biodinamica con tutti coloro che desiderano approfondire questo tipo di coltivazione.

Roberta Bonacossa è la giovane co-fondatrice, nonché presidentessa, di Change for Planet, associazione nata nel 2020 per occuparsi di sostenibilità in maniera trasversale, con il preciso obiettivo di includere più giovani nella lotta al cambiamento climatico. In pochi anni, con il progetto Be Part Of The Change, hanno creato sedi di dialogo costruttivo, in cui diverse voci si sono potute confrontare in materia di sostenibilità, offrendo soluzioni concrete. L’azione di questo gruppo di giovani ha permesso di creare una rete sociale con imprese, istituzioni e associazioni, sensibilizzando su un tema considerato sempre più vitale, soprattutto fra le nuove generazioni.

Dedizione e una profonda ispirazione

Il futuro è nei semi Guardare con fiducia al futuro, lavorando per dare una mano in più alla Natura, contrastando anche le sfide prodotte dai cambiamenti climatici: è ciò che fa la fonda-

La storia di Marta Arpini ha per protagonista la musica ed è fatta di tenacia, costanza e duro lavoro. Marta è cantante, compositrice, cantautrice, e ha pubblicato da poco il suo primo album “I am a gem”. Il suo percorso accademico è iniziato con lo studio di canto jazz in conservatorio, per poi proseguire con un master ad Amsterdam. Dentro di lei sentiva però una spinta verso la musica ancora più intensa: per questo, ha studiato chitarra da autodidatta ed è riuscita con successo a padroneggiare alla perfezione lo strumento, tanto da comporre canzoni per chitarra e voci, riuscendo, grazie a una profonda dedizione verso la musica, a trasformare la sua vita.

Attualità 33

Attualità

particolare, è attiva a Roma, dove – come vi raccontiamo anche nell’articolo di pag 23 – INTERSOS non solo si occupa di fornire prima assistenza a persone in difficoltà, ma anzi mette in moto un processo di inserimento all’interno della società, per avviare le persone verso una partecipazione attiva alla società e al lavoro.


Gli essenziali

Gli essenziali in cucina

Come in ogni numero tornano le ricette preparate con gli Essenziali per Natura: tre semplici preparazioni ideali per la tua tavola. Scopri inoltre come completare il tuo menù scegliendo tra oltre 100 prodotti di uso quotidiano che non devono mai mancare nella tua dispensa, proposti a un prezzo vantaggioso.

Spaghetti integrali con lenticchie e asparagi

1,20 euro*

Ingredienti per 2 persone: 160 g di spaghetti integrali, 300 g di lenticchie rosse, 2 carote, 3 cucchiai di olive taggiasche, 100 g di asparagi, 2 cipollotti, 2 foglie di alloro, sale e pepe q.b., acqua o brodo vegetale q.b., olio extravergine d’oliva q.b. Appassite in una padella, con dell’olio e un pizzico di sale, il cipollotto. Appena ammorbidito unite le carote tagliati a pezzi e l’alloro. Lasciate cuocere per circa 10 minuti, fino a quando non cominceranno a dorarsi. Unite anche le lenticchie e le olive, coprite con qualche mestolo di acqua o brodo bollente e cuocete per 20-25 minuti, finché non saranno belle morbide. Aggiustate di sale e di pepe e, verso metà cottura, aggiungete gli asparagi tagliati a pezzetti, in modo tale che rimangano belli verdi e croccanti. Cuocete la pasta in acqua bollente salata, scolatela al dente e ultimate la cottura nel sugo, bagnando ancora con dell’acqua calda per amalgamare bene ingredienti e sapori.

Risi e bisi

2,10 euro*

Ingredienti per 2 persone: 200 g di piselli sgusciati, 150 g di riso semilavorato, 100 g di passata di pomodoro, 1 scalogno, olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b., origano fresco q.b., prezzemolo, fresco q.b., scaglie di parmigiano q.b., acqua o brodo vegetale q.b. Per prima cosa, pulite lo scalogno, tritatelo sottilmente e saltatelo in padella con un filo di olio e un pizzico di sale. Aggiungete anche i piselli e lasciateli appassire per circa 10 minuti. A questo punto, unite il riso, tostatelo per pochi secondi e sfumatelo con la salsa di pomodoro. Coprite con dell’acqua bollente o del brodo e cuocete per circa 20/25 minuti, aggiungendo dell’altra acqua se questa si asciugasse troppo. Aggiustate di sale e di pepe. Impiattate il vostro risotto, guarnitelo con qualche foglia di origano fresco, del prezzemolo tritato e scaglie di parmigiano a piacere.

Crostatine con ricotta e mandorle

0,80 euro* a crostatina

Ingredienti per 9 crostatine: 250 g di farina integrale, 50 g zucchero di canna integrale, 60 ml di bevanda vegetale, 60 ml di olio di semi, 1 cucchiaino di lievito per dolci, 1 pizzico di sale, 125 g di ricotta di capra, 100 g di confettura di albicocche, mandorle in scaglie q.b., menta q.b. Unite in una ciotola la farina, lo zucchero, il lievito e il sale. Mescolate gli ingredienti, aggiungete anche i liquidi e lavorate il composto fino a ottenere un panetto liscio e compatto. Lasciatelo riposare coperto in frigorifero per almeno 30 minuti. Per il ripieno, unite in un’altra ciotola la ricotta e la confettura e amalgamate bene il tutto fino a formare una crema morbida e setosa. Passato il tempo di riposo, stendete la frolla con l’aiuto di un mattarello, formate dei cerchi con un coppapasta (che dovrà essere leggermente più grande degli stampini che utilizzerete) e adagiateli all’interno di uno stampo per muffin oliato e infarinato. Farcite ora i vostri cestini con la crema , aggiungete delle mandorle a scaglie e cuocete in forno statico a 180 °C per 15-20 minuti, o comunque fino a quando non saranno ben dorate. Lasciate freddare le vostre crostatine e servitele con qualche foglia di menta. * A persona. I costi delle ricette sono indicativi a causa delle possibili variazioni di prezzo degli ingredienti a seconda della stagionalità, della piazza e della disponibilità.

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Gli essenziali in cucina


Le foto hanno carattere puramente illustrativo. Le offerte sono valide fino ad esaurimento scorte. I prezzi e le foto possono subire variazioni a causa di errori tipografici.

Ecor

Ecor

11,90 € / 500 g

3,30 € / 300 g

NaturaSì

Mandorle sgusciate – Filiera

Composta di albicocca

Ideali come snack, sono un ingrediente versatile, utilizzato in molte ricette, sia dolci che salate, alcune ormai appartenenti alla cucina internazionale.

Solo albicocche italiane, coltivate dagli agricoltori del nostro ecosistema, per questa composta dolcificata con zucchero d'uva. Ideale sul pane o per i vostri dolci preferiti.

1,75 € / 1 kg

NaturaSì

1,80 € / 1 lt

Farina integrale di grano tenero

Latte STG

Ottenuta da grano 100% italiano della filiera Ecor, e macinata a pietra, è ideale per preparare pizza, pane, torte, pasta sfoglia, focacce, biscotti ed altri prodotti da forno.

Latte STG (Specialità Tradizionale Garantita) proveniente da piccole stalle nel parco regionale naturale regionale dei monti Lessini, in provincia di Verona.

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1,25 € / 500 kg

NaturaSì

Spaghetti integrali

Olio extravergine d’oliva IGP Sicilia

Preparati con il grano duro italiano coltivato dagli agricoltori del nostro ecosistema, vengono impastati con acqua di montagna e trafilati al bronzo. In confezione 100% carta FSC.

Estratto a freddo da olive italiane del nostro ecosistema, è un olio dal fruttato medio, con piccante e amaro leggeri e delicati sentori di pomodoro ed erba.

1,80 € / 100 g

Bio Voglia

Gnocchi di patate

Preparata con latte senza lattosio (lattosio <0,1%), è una rivisitazione del più classico tra i formaggi a pasta filata, la mozzarella. Senza lattosio ma buona per tutti.

2,95 € / 90 g

NaturaSì

2,90 € / 400 g

NaturaSì

Mozzarella

Preparati utilizzando solo patate fresche, conservano il sapore autentico delle cose buone fatte in casa e in appena due minuti sono pronti da portare in tavola.

Fattoria Di Vaira - Le Terre di Ecor

21,00 € / 1 kg

Pesto alla genovese senza glutine

Scamorza lavorazione manuale

Basilico genovese DOP, aglio e Parmigiano Reggiano DOP son gli ingredienti di questo pesto senza glutine, preparato seguendo la classica ricetta ligure.

La maestria del casaro racchiusa in questa scamorza a lavorazione manuale, preparata con il latte crudo biodinamico dell’allevamento aziendale.

Fattoria Di Vaira - Le Terre di Ecor

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10,95 € / 750 ml

NaturaSì

5,50 € / 750 ml

NaturaSì

1,50 € / 700 g

Vino rosso da tavola "quotidiano"

Lenticchie rosse decorticate

Ottenuto esclusivamente da uve biodinamiche provenienti dai vigneti della Fattoria Di Vaira, in Molise, oltre al rosso è disponibile anche bianco e rosato.

Molto usate nelle ricette mediorientali, fanno parte anche della tradizione italiana: assai versatili, sono anche un buon addensante per minestre.


4,80 € / 1 kg

NaturaSì

4,50 € / 1 kg

Ecor - Gli sfusi

Riso rosa marchetti semilavorato

Piselli spezzati

Tra le varietà di riso preferite dalla cucina di alto livello, è ideale per risotti che necessitano di chicchi ben sgranati, ma anche per insalate di riso e piatti di alta gastronomia.

Lo sai che, una volta privato della buccia ed essiccato, il pisello fresco si separa in due metà?! Ecco perché si parla di “piselli spezzati”, perfetti per zuppe e creme.

Antico Caseificio Pompeano

5,21 € / 180 g

Antico Podere Bernardi

Parmigiano Reggiano DOP

Yogurt naturale intero e magro

Una lavorazione artigianale, erede di una lunga tradizione, è prodotto con il latte delle vacche che pascolano sulle colline dell’Appennino modenese, a circa 800 metri d’altitudine.

San Michele - Le Terre di Ecor

21,50 € / 1 kg

1,95 € / 450 g

Preparati solo con il latte dell’allevamento aziendale di vacche di razza Bruna alpina, nutrite con i foraggi freschi e secchi coltivati all’interno dell’azienda agricola.

NaturaSì

1,50 € / 700 g

Latteria 30 gg da "latte fieno STG"

Passata di pomodoro

Preparato con il latte fieno STG dell’allevamento aziendale, dove le vacche vengono nutrite con erba fresca e fieno essiccato, gli alimenti più indicati per il loro organismo.

Solo pomodoro coltivato dagli agricoltori del nostro ecosistema lavorato quando è maturo al punto giusto, entro 24 ore dalla raccolta in campo.

Altromercato NaturaSì

4,90 € / 250 g

Caffè Arabica - miscela per moka

Una miscela per moka a base di caffè 100% arabica d’altura, originario dall’America Latina, dove viene acquistato direttamente all’origine.

2,00 € / 150 g

La Città del Sole

Grissini Fragranti grissini in un innovativo pack plastic free formato da un astuccio in cartoncino e da un sacchetto trasparente in Naturflex Film, biodegradabile e compostabile.

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Le foto hanno carattere puramente illustrativo. Le offerte sono valide fino ad esaurimento scorte. I prezzi e le foto possono subire variazioni a causa di errori tipografici.

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Dal 30 marzo al 26 aprile

BioBruni

NaturaSì

Dal 30 marzo al 26 aprile

Kefir intero di capra

Petit semintegrali di farro

Ideale a colazione, questo kefir al cucchiaio – preparato con latte intero di capra – è caratterizzato da una consistenza compatta che lo rende più simile allo yogurt.

Fragranti biscotti secchi, preparati con farina semintegrale di farro italiano, coltivato dagli agricoltori del nostro ecosistema, senza l’aggiunta di aromi, nemmeno quelli naturali.

Dal 2 marzo al 29 marzo

Barnhouse

Krunchy Sun Due croccanti granole preparate con olio di girasole: quella al cioccolato fondente, irresistibilmente golosa, e quella ai frutti di bosco, dal gusto piacevolmente fruttato.

Voelkel

Dal 2 marzo al 28 giugno

Succo di carota Dal colore acceso e dall’aroma intenso, si ottiene dalla spremitura delle carote effettuata all’interno dell’azienda così da preservarne al meglio le caratteristiche organolettiche.

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Isola Bio

Dal 2 marzo al 29 marzo

NaturaSì

Riso zero zuccheri

Spätzle agli spinaci

Preparata con materie prime provenienti dalle terre di Isola Bio, è ottenuta con una semplice lavorazione, che conserva gusto e leggerezza della materia prima.

Tipica specialità tirolese, sono preparati con spinaci italiani, utilizzando farina di grano tenero tipo 2. Cuociono in appena 1 minuto e sono pronti da portare in tavola.

Biolab

Dal 2 marzo al 29 marzo

Le Carline

A base di seitan, sono ideali come secondo piatto vegetariano ma perfette anche come aperitivo, scaldate in padella con un filo d’olio che ne esalta la dorata croccantezza.

Ecor

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Dal 2 marzo al 29 marzo

Dal 30 marzo al 26 aprile

Vino Bianco Lison Pramaggiore DOC senza solfiti aggiunti

Milanesine

Econature

Dal 2 marzo al 28 giugno

Con caldi riflessi dorati, ha un profumo intenso, con avvolgenti note fruttate e floreali ed elegante sentore di mandorla.

Ecor

Dal 30 marzo al 26 aprile

Bocconcini e Fiocchi di soia

Hummus di ceci

Ottenuti da semi di soia pressati a freddo, estrusi e proposti in diversi formati che, una volta reidratati, daranno vita a tante preparazioni veg.

Tipica salsa mediorientale, l’hummus è una salsa a base di ceci ormai famosa in tutto il mondo, ottima con i falafel, ma anche per tartine o per il pinzimonio.

Dal 2 marzo al 29 marzo

Cereal Terra

Dal 2 marzo al 29 marzo

Insalata russa vegana

Vellutate

È arricchita con la curcuma questa insalata russa a base di maionese di soia, preparata con patate, carote, piselli e sedano rapa ottima per gli aperitivi.

Di piselli, di fave e di cicerchie, sono ideali da tenere in dispensa per la pausa pranzo fuori casa, da gustare a temperatura ambiente oppure scaldate per appena 3 minuti.


Rapunzel

La Città del Sole

Yogi Tea

L’Antica Cucina

Dal 30 marzo al 26 aprile

Native

Dal 30 marzo al 26 aprile

Crema di anacardi

Olio extravergine d’oliva

100% anacardi, provenienti dalle coltivazioni del progetto Hand in Hand, per questa morbida crema senza olio di palma che conserva il gusto autentico della frutta secca.

Ottenuto da olive Nocellara, Biancolilla e Cerasuola, spremute a freddo, è un olio fruttato maturo medio con piccante medio ed amaro leggero.

Dal 2 marzo al 29 marzo

Sojade

Dal 30 marzo al 26 aprile

Tortini farro e carota

Dessert di soia Greek style

Soffici tortini preparati con farina di farro e purea di carote, senza olio di palma e con olio di semi di girasole, ideali a colazione o a merenda.

Due dessert 100% vegetali, al naturale e alla nocciola a base di soia, ricchi di proteine e dalla texture vellutata. Ideali da gustare al cucchiaio o per preparare cremosi dessert.

Dal 2 marzo al 29 marzo

The Bridge

Dal 30 marzo al 26 aprile

Detox e tè bianco con aloe vera

Bio avena dessert

La tradizione ayurvedica in bustina: l’infuso detox, con eleganti note di liquirizia, tarassaco e cannella, e il Tè Bianco – con aloe vera, basilico, curcuma e fiori di camomilla.

Due classici dessert all’avena, da oggi con una texture ancora più morbida e cremosa: scoprili nelle varianti al cacao, dal gusto intenso, e alla vaniglia, dalle note più delicate.

Dal 2 marzo al 29 marzo

Le Biodelizie

Dal 2 marzo al 29 marzo

Cassone di grano duro Cappelli

Prosciutto crudo Riserva

Irresistibili calzoni ripieni con una gustosa farcitura dal sapore mediterraneo, a base di pomodoro e mozzarella a basso contenuto di lattosio.

È buono come affettato al momento questo prosciutto crudo in rotolino: confezione richiudibile con il 60% di plastica in meno rispetto alle vaschette tradizionali.

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Azienda del mese

Isola Bio

vegetale e sostenibile Da più di 20 anni portavoce di un’alimentazione consapevole, Isola Bio è l’espressione di una responsabilità etico-ambientale a 360 gradi.

Giorno dopo giorno, parte della biodiversità del nostro pianeta va perduta con conseguenze sull’ambiente e sul suolo: l’estinzione di molte specie animali e vegetali, infatti, può rappresentare una minaccia per le connessioni e l’equilibrio in natura, con conseguente perdita di interi ecosistemi e risorse preziose. Per questo, le aziende sono sempre più chiamate non solo a fornire prodotti di qualità, ma anche a farlo nel rispetto dell’ambiente e, in particolare, della sua delicata biodiversità. È il caso di Isola Bio, brand creato 20 anni fa da Abafoods per offrire prodotti biologici e 100% vegetali e che oggi vanta una responsabilità verso il Pianeta sempre più matura, in particolare attraverso un ambizioso progetto di filiera.

messaggio promozionale

Una filiera certificata e controllata Diversificazione e complementarità delle specie coltivate, abbinamento di agricoltura cerealicola e allevamento per una concimazione organica, lunghe rotazioni delle specie vegetali in appezzamenti di terreni piccoli, recintati con barriere naturali: è così che Abafoods si prende cura della salute dell’ecosistema. Questo è possibile grazie a una filiera agricola che si estende per oltre 700 ettari, dalle campagne pianeggianti del Veneto alle grandi vallate del Molise. Attraverso la Società Agricola “La Goccia”, Abafoods unisce terreni di proprietà in cui piccoli agricoltori coltivano biologicamente e con passione non solo l’Avena ma anche Farro, Miglio, Orzo e Sorgo: i cereali da bere di Isola Bio. Nel caso della mandorlicoltura, affidata a produttori locali italiani, si è optato per ridotti livelli di irrigazione e metodi che aiutano a recuperare varietà antiche di mandorla, tutelando al contempo il suolo grazie a una maggiore copertura vegetale. Stessa attenzione e buone pratiche a sostegno della biodiversità per materie prime come il cocco, prodotto da una rete di coltivatori nelle sue terre originarie

in Asia del Sud, e la soia, cresciuta e selezionata lungo una filiera controllata rigorosamente certificata.

Tra sostenibilità e ricette innovative Abafoods è anche un punto di riferimento per la sostenibilità e utilizza un’energia di tipo green con cui contribuisce a neutralizzare la sua impronta ambientale. Nella fase di produzione delle bevande vegetali, infatti, il calore si trasforma in energia “verde” tramite cogenerazione, che serve ad autoalimentare il processo insieme ai pannelli fotovoltaici installati sui tetti. Le acque impiegate per la produzione delle bevande, infine, sono a “chilometro zero”: estratte da pozzi artesiani interni, vengono purificate, controllate e restituite alla terra per l’irrigazione delle aree agricole circostanti. Quello di Isola Bio è un impegno eco-ambientale a 360 gradi che fa bene al Pianeta, ma anche un continuo viaggio alla scoperta di gusti e possibilità sempre nuovi, come quelli proposti dalle due ultime novità della Casa: Mandorla Proteine e Plant Protein, per un pieno di grinta grazie alle proteine vegetali e di sana delizia.

Azienda del mese 43


Pionieri nel biologico dal 1974

Ritorno alla semplicità –

un goloso piacere con solo tre ingredienti

Una ricetta semplice cremosa dolce tentazione di cocco, datteri e frutta secca – senza l’aggiunta di zucchero e grasso!*

Molto versatile da spalmare sul pane, nel Muesli, per i dolci e tanto altro

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*contiene naturalmente zuccheri


l’unica terra che abbiamo

NaturaSì è partner di Wildlife Initiative in Mongolia per la conservazione e la tutela della biodiversità a livello globale, come ci racconta il tecnico faunistico Fabio Dartora.

Una squadra di ricercatori Italiani impegnati a livello globale nella salvaguardia della biodiversità, che lavorano a stretto contatto con le comunità locali per conservare gli habitat e proteggere specie animali in pericolo. Una squadra che racchiude diverse competenze, dalle spedizioni in campo alla stesura di report scientifici: documenti che puntano su dati solidi per individuare soluzioni concrete, utili a tracciare la difficile strada per la conservazione di specie in declino. Questa è la forza di Wildlife Initiative, professionisti appassionati al servizio dell’ambiente, che oggi operano nella lontana Mongolia per salvaguardare il Gatto di Pallas (Ocotolobus manul), piccolo felino della steppa centroasiatica, e il Leopardo delle nevi (Panthera uncia), noto come il fantasma delle montagne. Le interazioni tra specie vengono studiate con estrema meticolosità da parte dei ricercatori di Wildlife Initiative per far coesistere le attività umane e il benessere delle specie presenti in natura. Dalla Mongolia all’Africa, più precisamente in Congo, dove la sopravvivenza di elefanti e leopardi è sempre più precaria a causa di attività umane spesso illegali tra estrazione mineraria senza regole e bracconaggio, la ricerca svela scenari importanti per approdare alla conservazione sia delle attività umane che dell’ecosistema.

di densità, ecologia delle specie in termini di uso dell’habitat e del tempo, oltre che interazioni spazio-temporali tra specie, consegnano le chiavi per aprire la porta alla conservazione delle specie oggetto di attenzione.

L’esperienza della Mongolia In Mongolia, la squadra di biologi conservazionisti vive assieme ai pastori nomadi, un antico popolo che segue ancora oggi i ritmi della natura. Per giungere alla conservazione è indispensabile penetrare la quotidianità della vita nella remota steppa e contribuire alle attività che compongono la vita dei pastori. A oggi, in quest’area, grazie alle ricerche di Wildlife Initiative, si sono raccolti molti dati sulla presenza e sull’ecologia del Gatto di Pallas e, più in generale, sulla complessa rete faunistica che coinvolge l’area di studio, nella quale è stato possibile trovare affioramenti rocciosi che compongono un mosaico surreale nella steppa sconfinata, unica roccaforte per il piccolo felino. Chiaramente, la necessità di radicare il progetto nell’area e l’esportazione del modello di conservazione su altre aree richiederà diversi anni, ma con l’aiuto dei supporters non vi saranno limiti! Per rimanere aggiornato sulle attività di Wildlife wildlifeinitiative.org

Il modus operandi Ovunque ci sia bisogno nel mondo, in aree particolarmente ricche di biodiversità – motore del pianeta e cuore pulsante della vita – la squadra di Wildlife Initiative è chiamata nel tentativo di salvare gli habitat e le specie in declino. Il modus operandi prevede sempre uno studio preliminare, che include una ricerca sistematica al fine di ottenere il maggior numero possibile di dati sulla comunità animale. Così è possibile stilare una prima e indicativa check-list delle specie presenti nell’area del progetto e ricavare dati preziosi per strutturare le ricerche su specie più minacciate e/o meno conosciute. Da qui è possibile elaborare modelli statistici sofisticati, dai quali si ottengono risultati affidabili. Rigorose stime

L’angolo della biodiversità 45

L’angolo della biodiversità

Iniziative per la terra


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Le stagioni nell’orto

Come coltivare il carciofo di Paolo Pistis

Il carciofo è una pianta che negli orti del nord Italia è poco conosciuta, mentre nel centro-sud è assai comune. Il rialzo delle temperature invernali consente però la coltivazione anche in quelle regioni dove la sua crescita si pensava impossibile. Si danneggia a temperature vicine allo zero, ma resiste anche fino a -8 °C. Per questo è consigliata una serra o un piccolo tunnel per proteggerla dagli sbalzi termici notturni nei luoghi a rischio di gelate. La scelta varietale è influenzata dal luogo di coltivazione, in relazione sia alla resistenza al freddo che alle scelte gastronomiche. Le varietà sono centinaia: quelle maggiormente consigliabili in un orto sono i romaneschi, con capolini carnosi e poco spinosi, nonché le varietà violette spinose, saporite, molto produttive per un piccolo orto familiare, ma con delle spine consistenti sulla cima del capolino, da togliere prima della cottura. La coltivazione del carciofo richiede lavori costanti, ma che vengono ripagati dalla durata della carciofaia che può essere anche di 7-10 anni. Quindi va scelto un luogo soleggiato, sapendo che il carciofo lo occuperà per molto tempo.

Trapianti e concimazione Il terreno deve essere lavorato in profondità, non deve presentare ristagni idrici, deve essere privo di erbe infestanti e con abbondante acqua a disposizione . Generalmente non si utilizzano pacciamature artificiali, semmai pacciamature con paglia. La distanza d’impianto è 80-100 cm sulla fila e 150 cm tra le file. È preferibile prevedere un impianto di irrigazione con ala gocciolante, perché necessita di copiose irrigazioni settimanali. Il terreno del trapianto deve essere ben lavorato e soffice. Poco prima del trapianto è opportuno fare un bagno radice con il preparato biodinamico Fladen Colloidale (reperibile presso Az. Agr. Biodinamica Ca’ Dell’Olmo biodinamicasi@gmail.com). I trapianti vanno eseguiti in primavera tra marzo e aprile oppure tra settembre e ottobre. Le persone più appassionate potranno seminare direttamente il carciofo in alveoli e farsi le piantine in questo modo.

Tuttavia, la tecnica più semplice è quella di acquistare le piantine, se possibile biologiche, e trapiantarle tra marzo e aprile. Se invece siete già in possesso di qualche pianta di carciofo, o conoscete qualcuno che le abbia, potete utilizzare i germogli in eccesso con una parte di radici e in questo caso avrete delle buone piantine da poter trapiantare: se utilizziamo i germogli in eccesso il trapianto va fatto in settembre-ottobre. La concimazione va effettuata con humus di lombrico o letame molto maturo: fate attenzione ad altri concimi troppo ricchi di azoto, perché danno un eccesso di sviluppo vegetativo e fanno ammalare la pianta più facilmente. Se durante il ciclo vegetativo la pianta necessita di impellenti nutrienti potete usare il macerato di ortica.

Tecniche colturali e cure Quando la pianta ha ben radicato ed è seguita con costanti irrigazioni, dopo circa 5 mesi inizierà a fare i primi capolini da raccogliere quando sono ancora chiusi. I capolini centrali sono generalmente ben più sviluppati, mentre i capolini secondari sono più piccoli ma ugualmente gustosi. Al termine della raccolta, la pianta non va più irrigata ma va lasciata appassire. Vanno tolte le parti secche e diradati i germogli che nel frattempo saranno cresciuti. Se vogliamo avere una produzione autunnale, all’inizio dell’estate, dopo un periodo di siccità, le piante vanno irrigate abbondantemente e mantenute irrigate per tutta l’estate. Il diradamento dei germogli che ogni anno crescono alla base è indispensabile per prolungare le produzioni negli anni. Il carciofo è soggetto ad alcune avversità animali, come gli afidi ma anche a piccoli roditori delle radici. Anche la patologie fungine e batteriche possono comparire. Ci verranno in aiuto le tecniche biologiche e quelle biodinamiche per mantenere le piante sane senza l’utilizzo di sostanze dannose alla salute dell’uomo e dell’ambiente. Il carciofo ci darà molte soddisfazioni e, nel caso non dovessimo raccogliere, i carciofi andranno in fioritura e le api ci ringrazieranno del buon nettare.

Le stagioni nell’orto 47


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In omaggio il Calendario da parete!

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Molte persone apprezzano i contributi nei vari settori dell’esistenza di Rudolf Steiner: anche la sua vita e il suo pensiero meritano di essere meglio conosciuti. Studiò molto e frequentò stimolanti ambienti culturali e sociali negli anni della sua formazione, compiutasi fra Vienna, Weimar e Berlino. Avvincenti sono, ancora oggi, le straordinarie conoscenze da lui elaborate negli anni della maturità. Dapprima fu teosofo, poi scrittore e oratore proteso a comunicare i risultati della sua ricerca spirituale. Negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale percorse l’Europa per farli conoscere, ricorrendo anche ad insolite vie artistiche. Dopo la catastrofe bellica, negli anni finali della sua vita, donò all’umanità preziosi impulsi in ambito educativo, medico, scientifico e socio-economico. Steiner era figlio di un ferroviere; egli riuscì a studiare grazie alle sue doti e alle borse di studio. Non scelse una professione riconosciuta e redditizia, pagandone tutte le conseguenze. Ricco di interessi per gli altri e per la cultura, faticò non poco a dire la sua e a farsi ascoltare. Fu un vero scienziato, anche se si occupò di un ambito – lo spirito – oggi quasi espulso dalla ricerca. Combatté con tutte le sue forze contro il riduzionismo materialista, già allora dominante. A un secolo ormai dalla sua morte, la sua figura ha davvero i tratti della profezia.

CALENDARIO DELLE SEMINE 2022 di Maria Thun Editrice Antroposofica Milano Il Calendario delle semine di Maria Thun è basato sui moti stellari, planetari e lunari ed è ora alla sua sessantesima edizione. Concepito da Maria Thun per gli agricoltori e gli orticoltori biodinamici, per i quali costituisce un indispensabile strumento di lavoro, il Calendario è utilizzato con profitto anche dal floricultore professionale e casalingo. Le operazioni di semina, raccolto, trapianto, concimazione e taglio danno migliori risultati se effettuate nei giorni indicati dal Calendario come favorevoli. I consigli contenuti nel Calendario delle semine costituiscono l’applicazione pratica di alcune indicazioni presenti nelle conferenze di Rudolf Steiner, che nel 1924 diedero avvio all’agricoltura biodinamica. Tra i suoi vari aspetti, l’agricoltura biodinamica postula l’influenza delle forze cosmiche sulla crescita delle piante e la verifica sperimentalmente. Il Calendario pone particolare attenzione proprio su questo aspetto.

Bio consigli di lettura 49


Le fragole Dal latino “fragare”, emanare profumo, stando alla leggenda, nacquero dalle lacrime di Venere che piangeva la morte dell’amato Adone e per questo venivano consumate in occasione della festa romana a lui dedicata. La tradizione erboristica ne utilizza anche le foglie, soprattutto delle varietà selvatiche, per la preparazione di un infuso.

I limoni Tra gli agrumi più diffusi, del limone non si butta via proprio nulla: polpa e scorza vengono utilizzate per la marmellata, il succo per marinature e condimenti, la scorza per aromatizzare dessert ma anche primi e secondi piatti. E anche quando sembra ormai “esausto” possiamo utilizzarlo per assorbire gli odori di forno e frigorifero.

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Gli asparagi Facili e veloci da cucinare, oltre alle tradizionali ricette al vapore si possono tagliare a tocchetti e saltare in padella con un filo d’olio. Le punte tagliate sottilmente sono ottime da aggiungere alla verdura cruda. E per una cucina antispreco, non gettate via i gambi: anche se sono la parte più dura, possono essere usati per vellutate, crocchette, frittate e risotti.

Stagione dopo stagione scegli l’ortofrutta dei cosìpernatura: un progetto di NaturaSì che esalta la diversità stessa insita nella Natura e che offre la possibilità di acquistare prodotti agricoli “con le stesse caratteristiche nutrizionali degli altri: solo un po’ più piccoli, o un po’ più grandi, o con qualche imperfezione esteriore che non ne limita le qualità organolettiche”.

I ravanelli A crudo, nell’insalata o in pinzimonio, esprimono al meglio il loro sapore aromatico e pungente, ma forse in pochi sanno che si possono anche saltare in padella come contorno oppure aggiungerli a zuppe, minestroni e frittate. Da conservare anche le foglie, da cucinare come si fa con gli spinaci.

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