NaturaSì Magazine | SPECIALE EXPO MILANO 2015

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Expo 2015. Abbiamo scelto di portare i nostri valori nel Parco della BiodiversitĂ . Agricoltori, produttori, negozianti e clienti: la comunitĂ del biologico #perunaterrafertile

speciale

COD 28750

EXPO MILANO 2015

nutrire la terra, per nutrire il pianeta 1


sommario 3

editoriale

un’occasione per la comunità del biologico 4

EcorNaturaSì

la nostra storia in 10 frasi 6

EcorNaturaSì

le origini 9

EcorNaturaSì

lavoro e valori 12 approfondimento

14 negozi NaturaSì e Cuorebio

tutti bio per vocazione 16 i progetti

Le Terre di Ecor 22 i progetti

Alimenti Ritrovati 26 i progetti

La filiera italiana 28 i progetti

Seminare il futuro: è il seme l’origine della vita

biologico: valore o costo? Per le foto di questo speciale si ringraziano: Colin Dutton, Vincenzo Menichella per èQ studio, Sabrina Scicchitano, Benedetta Marchi, Sebiana Gaiotto. Si ringraziano anche tutti i fotografi ai quali non è stato possibile risalire. In copertina: foto di Colin Dutton

30 Sativa

Bioverita e ProSpecieRara: per accrescere la biodiversità nel biologico 32 i progetti

Adotta una zolla 34 EcorNaturaSì

un impegno per tutti la nostra mission

speciale EXPO MILANO 2015

Editore: EcorNaturaSì SpA via De Besi 20/c (Vr) tel 0458918611 www.naturasi.it www.naturasi.it/app info@naturasi.it www.facebook.com/naturasi.italia Direttore responsabile: Luigi Speri Redazione: Giò Gaeta-Silvia Valentini Realizzazione grafica: Ecocomunicazione.it, progetti di comunicazione ecologica Art Direction: www.metalli-lindberg.com Stampato da Mediaprint (Vr) su carta Eural Offset riciclata 100% FSC® con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575 Questa rivista può contenere messaggi promozionali

Perché coltiviamo bio, perché commercializziamo bio, perché mangiamo bio L’agricoltura biologica non è qualcosa di arcaico, è il giusto equilibrio che ci permette di guardare al nostro futuro e a quello delle generazioni a venire. Le persone si avvicinano al biologico per motivi diversi. Chi perché desidera una sana alimentazione, chi per mangiare cibi più saporiti. Altre persone ancora perché è rispettata la dignità degli esseri umani, degli agricoltori come di tutti gli attori della filiera, siano essi vicino a noi o da un’altra parte del globo, cercando di dare concretezza a un’economia che sia al servizio dell’uomo e non sua condizionatrice. Non da ultimo, per l’aspetto ambientale: l’agricoltura biologica preserva, rispetta e vivifica la Terra che abitiamo. O ancora, perché l’agricoltura biologica ci dà una terra fertile e un alimento vivo adatto a nutrire l’essere umano, non solo di sostanze, ma anche di quella forza della quale ha sempre più bisogno in una società distante dalla natura. Questo insieme di valori forma il cuore dell’agricoltura biologica e spiega, in parte, perché sentiamo la necessità di dedicarle il nostro impegno. Ma è come guardare a uno a uno i rami di un albero senza coglierne l’immagine completa: c’è qualcosa di più ampio che tende a sfuggirci. Nella prima lettera ai Corinzi, San Paolo (2,14 Cor.) scrive “L’uomo animale, però, non può comprendere le verità dello Spirito di Dio, esse sono pazzia per lui, e non è capace di

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intenderle, perché possono essere capite solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica tutto con discernimento”. L’uomo animale, che è in ogni uomo, sente la bramosia dell’avere, la fame di riempirsi di risorse, di sfruttare per avere di più. Con un pc di ultima generazione in una mano e una clava nell’altra, segue la logica del “mors tua, vita mea” perché questo gli ha insegnato la storia, perché così va il mondo. Non è capace di intendere le verità dello Spirito. È logico, è scontato e inconfutabile che tutto funzioni così. L’uomo spirituale che è dentro a ogni uomo, invece, sa che non può esserci vita se non condivisa con gli altri uomini, con gli animali e con l’ambiente. Sente che deve andare oltre la logica atavica dell’uomo animale. Che il bene non è vero bene se non lo è per tutti. Sa, senza prove scientifiche, ma con certezza incrollabile che, altrimenti, al genere umano attenderebbe la più gelida e colpevole morte. E sa, al di là di ogni timore, che la responsabilità è posta nelle sue mani. Attraverso i valori dell’agricoltura biologica e biodinamica ci solleviamo dall’uomo animale. Osserviamo l’albero e ne cogliamo l’essenza. Abbiamo coscienza che tutti devono cibarsi, tutti devono vivere, ma l’alimento è anche un mezzo per supportare in noi un percorso più ampio. Sappiamo che l’uomo animale può essere un utile strumento, ma siamo certi che non possiamo vivere senza aderire all’uomo spirituale.


editoriale

un’occasione per la comunità del biologico Quello che leggerai in questo magazine rappresenta la storia di EcorNaturaSì e di tutte le persone che, come noi, fanno parte della grande comunità del biologico: agricoltori, imprese di trasformazione, negozianti e clienti. Tutto ciò non rappresenta solo il nostro passato, ma è il presente e, soprattutto, il futuro: quello che vogliamo, che dobbiamo ancora fare e che è parte della nostra più intima e profonda missione. Questi principi ci hanno condotto fino a oggi e per tutti questi anni; ci hanno fatto incontrare meravigliosi e generosi collaboratori che hanno contribuito a costruire questo edificio materiale e spirituale che è EcorNaturaSì. Hanno contribuito alla nostra

I nostri principi e valori restano una guida per il nostro cammino di azienda e, se sapremo seguirli con coerenza e fedeltà, ci salveranno nonostante i nostri umani limiti ci portino talvolta a errare

credibilità agli occhi di un numero sempre più crescente di consumatori che, riponendo la loro fiducia in noi, hanno reso possibile quello che oggi siamo e rappresentiamo. I nostri principi e valori restano una guida per il nostro cammino di azienda e, se sapremo seguirli con coerenza e fedeltà, nonostante i nostri umani limiti ci portino talvolta a errare, ci salveranno. “Non saremo perfetti come desideriamo” afferma Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, “ma siamo sicuri che la luce dell’ideale, alta e magari lontana, sempre di fronte a noi come una stella cometa, ci indicherà la via da percorrere”. Per questo motivo essere presenti a Expo è una grande opportunità per la comunità del biologico. Quando ti sta veramente a cuore il benessere dell’uomo e della terra, quando la frase “nutrire il pianeta” non è un semplice slogan, ma l’obiettivo del tuo lavoro, avere la possibilità di far conoscere al mondo l’impegno di tante persone, e quanto c’è dietro a un prodotto biologico, è senz’altro un’occasione unica ed eccezionale. È un modo per lanciare un appello, per focalizzare l’attenzione su qualcosa che esiste: un modello sostenibile di attività economica che riesce a trasformare il profitto in cultura, in impegno sociale, creando posti di lavoro e garantendo un futuro agli agricoltori e alla terra. Un modello di ciclo chiuso economico come il miglior esempio di azienda biodinamica: quello che la terra mi dona, alla terra restituisco. Lo vogliamo condividere con te, che sei entrato nella nostra comunità biologica. Per conoscerci meglio, scopri chi siamo leggendo questo magazine. 3


EcorNaturaSì

la nostra storia in 10 frasi Abbiamo costruito una rete di rapporti, ognuno con una propria diversa sfumatura che è poi diventata la nostra biodiversità di “persone del biologico”.

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La nostra forza sono da sempre le persone che lavorano con noi: collaboratori, agricoltori, artigiani trasformatori, negozianti e clienti.

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Le persone sono il nostro capitale: la loro dedizione, il loro impegno, il non mollare mai di fronte alle difficoltà, il proseguire nonostante, agli inizi, il mondo intorno non credesse in noi. Farsi bastare una piccola breccia in certi muri di gomma o di indifferenza.

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Cerchiamo di stimolare la “resilienza” nella rete di persone che fanno parte del biologico: “sono stanco, aiutami ad andare avanti e a ritrovare la motivazione e l’energia per portare avanti la nostra bandiera”.

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All’inizio con poche risorse, anche umane, mano a mano che il nostro esempio creava curiosità, adesione e condivisione di intenti, il gruppo cresceva. I piccoli negozi andavano sostenuti, spronati, incitati a continuare questo meraviglioso viaggio intrapreso.

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Quando sai che ti impegni per una cosa giusta, alla fine della giornata, nonostante i piedi, le mani, le braccia e la schiena siano doloranti perché hai lavorato la terra, o hai riempito scaffali e parlato con la gente senza sederti e fermarti mai, puoi posare la testa sul cuscino e ricordarti che anche questa è stata una giornata memorabile. Un altro passo è stato fatto in difesa dell’ambiente e della natura e per l’evoluzione dell’uomo.

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Negli anni ’80 ci chiamavano ambientalisti catastrofisti perché scoperchiavamo le pentole, perché informavamo e diffondevamo pensieri diversi e strani. Vendevamo prodotti di cui nessuno aveva sentito parlare, oppure che ricordavano il passato di semplicità, ma anche di povertà dei nostri genitori e nonni: integrale, orzo, yogurt intero fatto in casa, senza coloranti, senza sostanze chimiche. Ci dicevano: “Siete contro la

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modernità, siete il passato”. Oggi invece si sono accorti che siamo il futuro. Ora siamo ricchi: di relazioni costruite nel tempo, di fiducia, di rispetto, di sostegno reciproco tra agricoltori e clienti che possono sentirsi parte di una stessa comunità. Ci sono fornitori e clienti con cui abbiamo rapporti da oltre 25 anni.

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Non siamo nati con l’obiettivo di fare business, nessuno di noi avrebbe mai immaginato di arrivare dove siamo arrivati. Abbiamo raccolto i frutti del nostro lavoro e li abbiamo distribuiti e rimessi in circolo. Per noi l’economia è a servizio dell’uomo e non il contrario, in una prospettiva di altruismo e non di egoismo.

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Quando siamo partiti, la nostra idea era di dare: alle persone alimenti sani; agli agricoltori la possibilità di coltivare la terra in un certo modo. Creare qualcosa in ambito economico, sociale e che avesse un passo evolutivo.

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Anche oggi, ci impegniamo a dare a tutti la possibilità di pensare che, anche con un piccolo gesto quotidiano come quello della spesa, pur acquistando un solo prodotto al mese, si può contribuire a dare un corso diverso al futuro. Ognuno può essere parte della nostra comunità del biologico; amiamo e sosteniamo la biodiversità anche tra gli uomini A pagina 4 nella foto di gruppo alcuni amministratori e fondatori di EcorNaturaSì: da sinistra Aldo Rovatti, Maria Pozzobon, Claudio Fava, Fabio Brescacin, Roberto Zanoni e Gabriele Navilli; in questa pagina in alto a destra Roberto Zanoni, direttore generale EcorNaturaSì, con Rosella Danzi, direttore progetto Naturasì; in basso a sinistra Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, in una foto d’archivio. 5


EcorNaturaSì

le origini

Un gruppo di giovani: Ariele di Conegliano La storia di EcorNaturaSì comincia nel 1985 con l’apertura di un piccolo negozio di prodotti biologici e biodinamici, la cooperativa Ariele di Conegliano Veneto, (Treviso) avviata grazie all’impegno di un gruppo di giovani, alcuni dei quali sono ancora tra gli amministratori di EcorNaturaSì e della Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner che di EcorNaturaSì è oggi il socio di maggioranza. L’iniziativa, volta al sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e della pedagogia steineriana, fu possibile proprio attraverso la forza dello spirito e della volontà messe in comune da questi giovani, ispirati dalle idee di Rudolf Steiner sul rinnovamento dell’agricoltura e della vita sociale e dall’approfondimento avviato sulla scienza della nutrizione. In quel periodo cresceva l’interesse verso una sana alimentazione; nel contempo, anche in Italia, alcuni agricoltori, iniziavano a produrre con i metodi biologico e biodinamico, scelti come alternativa all’introduzione dei sistemi industriali in agricoltura e all’uso sempre più massiccio di prodotti chimici di sintesi. La cooperativa Ariele voleva far incontrare le esigenze di un consumatore, sempre più attento alla qualità dei prodotti, con i pionieri dell’agricoltura biologica che, dal canto loro, avevano necessità di uno sbocco commerciale. Così come a Conegliano, un po’ in tutta Italia nascevano associazioni o cooperative di consumatori cui serviva un servizio costante di approvvigionamento dei prodotti; sempre più persone si avvicinavano a questo mondo non richiedendo solo riso integrale e prodotti macrobiotici, ma una gamma sempre più ampia di alimenti freschi e confezionati. In parallelo, quindi, facevano capolino, o crescevano, la produzione e la trasforma6

zione dei prodotti biologici che, inizialmente, erano per lo più importati da Germania o Olanda, paesi in cui agricoltura e alimentazione biologica avevano cominciato a svilupparsi già dalla fine della guerra. La GEA La GEA, fondata assieme a una piccola azienda biellese attiva nell’import-export di prodotti prevalentemente biodinamici, cominciò a fornire regolarmente una gamma di prodotti sia freschi che confezionati ai negozi bio. Nel 1987 GEA (è il nome che la mitologia greca dà alla Madre Terra) affianca la Cooperativa Ariele. Si tratta di una struttura per il servizio di fornitura (in particolare di prodotti freschi) ai primi punti vendita specializzati in Veneto e in molti centri del resto d’Italia. Sempre nel 1987 il gruppo di promotori si indebita per acquistare i 25 ettari sulle colline di Conegliano poi destinati alla cooperativa agricola San Michele, per affiancare il lavoro agricolo all’attività commerciale, in piena aderenza all’ideale di partenza. Tra questi pionieri del biologico, chi concentrato nella produzione, chi nella vendita al consumatore, chi nella distribuzione, iniziò un rapporto di fiducia e di collaborazione che rimane attivo e fecondo, ancora oggi, dopo trent’anni. Attorno a questo ideale di servizio all’agricoltura, e quindi alla Terra, si aggregarono molte persone, offrendo il loro lavoro e dando molto di più di quanto ricevevano come retribuzione, apportando con il loro impegno e con l’ideale che lo ispirava il capitale necessario allo sviluppo del progetto. Una storia racchiusa in un marchio: Ecor Dopo una decina d’anni d’attività, le persone di GEA decidono di fondere la loro

La lemniscata nel marchio Ecor, ora presente anche nel marchio NaturaSì recentemente rinnovato, assume una forma aperta, che può essere vista anche come un germoglio, simbolo di crescita e di evoluzione, ma anche di rispetto per la biodiversità, o come un cuore, la forma più riconoscibile per comunicare l’amore, la cura, la devozione, il fluire della Vita, ma anche il fluire della giusta quantità di denaro dal consumatore al produttore e di prodotti di qualità, nel senso inverso, dal produttore al consumatore attività con quella di altre tre aziende, la Farnia di Rolo (RE), la Pro-Natura di Gargazzone (BZ) e l’Entroterra di Pianezze San Lorenzo (VI), che con i medesimi ideali svolgevano lo stesso lavoro in altre zone d’Italia. Nel 1998 nasce Ecor SpA.


denaro

merce

EcorNaturaSì produzione

vita giuridica

commercio

diritti

consumo

talenti

(uguaglianza) La creatività ed i talenti individuali coltivati da una libera vita culturale fluiscono e fecondano la vita economica. I valori creati dalla vita economica devono sostenere sia le funzioni dello stato giuridico che la libera vita culturale, per attingere continuamente nuove forze creative per il proprio rinnovamento.

Come il cuore è nell’organismo umano il regolatore del flusso sanguigno, così nell’organismo economico il commercio, in forma non egoistica, deve regolare il flusso della giusta quantità di denaro, dall’ambito del consumo a quello della produzione, e della giusta quantità e qualità di merce, in senso inverso, dalla produzione al consumo.

vita culturale

(libertà)

denaro

vita economica

(fratellanza)

economia ed ecologia con il cuore per l’evoluzione dell’uomo e della natura


Osservare il logo di Ecor è come rivivere la storia dell’azienda. Racchiude i valori e la missione in un’efficace sintesi grafica che rimanda a un complesso di significati: gli interessi sociali e culturali dei fondatori, i principi steineriani e dell’agricoltura biodinamica. La locuzione latina “nomen omen” (nel nome, un’intenzione di futuro) ben si presta in questo caso: nel marchio Ecor si riconosce un condensato di motivazioni e ideali fondanti. ECOR da ”eco”, come ecologia, ma anche come economia, “cor” come cuore, l’organo che regola il flusso del sangue nell’organismo e ne percepisce i bisogni, così come un’azienda di distribuzione deve percepire e servire i bisogni che vengono dalla sfera del consumo e da quella della produzione. • La forma geometrica scelta è il quadrato: quattro lati, come le aziende fondatrici. Ma anche perché è il simbolo della terra e della concretezza, perché l’ideale dell’uomo deve calarsi nella quotidianità. • All’interno di uno sfondo verde, il colore che ricorda la naturalità, è inserita una figura che è una lemniscata elaborata. • Una particolare curva che rappresenta i processi di sviluppo della Vita e, più in generale, il fluire armonioso tra sfere polari, ma complementari. Ecor diventa subito la più importante azienda distributiva italiana servendo ormai a livello nazionale quasi tutti i negozi biologici con un servizio notturno (gli autisti custodiscono le chiavi dei punti vendita), con consegne prima settimanali poi bi-settimanali fino all’odierna cadenza tri-settimanale, con prodotti freschi e secchi, confezionati e sfusi. Ecor affianca, da subito, all’assortimento completo e al servizio logistico, un servizio di sostegno professionale ai negozi bio specializzati, chiamato prima Collabora, poi B’io e poi sfociato nell’attuale progetto CuoreBio. Questo ha permesso a molti punti vendita di associare all’ideale che li ispirava una nuova professionalità per soddisfare consumatori sempre più numerosi ed esigenti. L’incontro con NaturaSì Dalla sua fondazione, Ecor ha vissuto un incessante percorso di crescita, segnando nel 2005 una delle tappe più significative della sua storia: lo scambio azionario con NaturaSì, la più importante catena di supermercati specializzati che porterà poi, nel gennaio 2009, alla fusione delle due aziende nell’attuale EcorNaturaSì SpA. L’operazione fu il logico risultato di una sinergia cresciuta negli anni, guidata dai valori comuni degli operatori delle due aziende. NaturaSì era sorta nel 1992 per introdurre nel settore una nuova proposta, sviluppando punti vendita più ampi e più moderni con approccio professionale, 8

La terra ci dona i suoi frutti, il nutrimento per l’uomo. “Noi di EcorNaturaSì sappiamo che l’amore e la cura per la terra la rendono fertile e viva e le consentono di offrirci i prodotti necessari al nostro benessere e alla nostra salute”

aprendosi a consumatori abituati a forme moderne di acquisto e introducendo le attività di marketing, che sembravano quasi “blasfeme” per i pionieri del bio. NaturaSì aveva colto che, ormai, il settore biologico si stava aprendo e iniziava a coinvolgere nuove fasce di consumatori, più “laici” rispetto a quelli della prima ora (che rimangono, comunque, il nocciolo duro di clienti fedeli e attenti dei negozi specializzati). In questo processo di apertura e di lettura delle esigenze della società, NaturaSì ha avuto un ruolo determinante, prima osservato con occhio critico dai pionieri, poi compreso, accettato e fatto proprio anche dai negozianti “duri e puri” degli albori. Nel 2008 entra nella famiglia EcorNaturaSì anche Baule Volante, storica azienda bolognese impegnata dal 1987 nella distribuzione di prodotti biologici a erboristerie, negozi specializzati, bar e piccoli negozi. Valori e impegno che restano nel tempo Cosa distingue la missione di EcorNaturaSì? La commercializzazione di prodotti biologici e biodinamici, certo, ma anche la ricerca della più alta qualità del prodotto, il sostegno al rinnovamento dell’attività agricola, l’attenzione ai risvolti sociali del proprio lavoro, con l’intento di contribuire al benessere delle persone e della società, unendo economia ed ecologia. È proprio la fedeltà a principi fondanti, come il rispetto per l’ambiente, la trasparenza nei confronti del produttore e del consumatore, il sostegno all’agricoltura biologica e biodinamica che ha premiato l’azienda in termini di fatturato e utili e l’ha portata a espandere la sua attività. In vent’anni è cresciuta la collaborazione con i fornitori, per trovare assieme la via migliore per una produzione di qualità. È cresciuta e si è rafforzata la rete dei negozi serviti, a insegna Natu-

raSì e Cuorebio, grazie anche alle nuove aperture e all’ampliamento delle superfici esistenti. Il listino dei prodotti distribuiti si è arricchito di anno in anno, contando oggi circa 5000 referenze, garantendo così un’ampia scelta biologica di alta qualità. Fertilità della terra La terra ci dona i suoi frutti, il nutrimento per l’uomo. “Noi di EcorNaturaSì sappiamo che l’amore e la cura per la terra la rendono fertile e viva e le consentono di offrirci i prodotti necessari al nostro benessere e alla nostra salute”. Ogni granello, ogni zolla, ogni campo rappresentano un veicolo per la Vita da rispettare e da amare. I prodotti bio sono frutto di un metodo agricolo che concilia produzione e ambiente e che nutre la terra donandole Vita in modo naturale. L’esclusione di sostanze chimiche di sintesi (fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, anticrittogamici, ecc.), l’adozione della rotazione delle colture e della tecnica del sovescio, contribuiscono a donare nutrimento, armonia e vita al terreno. Possiamo interpretare tutta l’attività di EcorNaturaSì come il tentativo di far fluire armonicamente il passaggio tra produzione agricola e consumo, tra attività economica e cultura. Oggi, i valori di EcorNaturaSì sono rappresentati anche dall’assetto societario in cui la Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner detiene la quota di maggioranza, utilizzando questa posizione per mantenere vivi gli ideali fondanti nell’attività quotidiana dell’azienda e utilizzandone i benefici economici per il sostegno, in particolare, all’agricoltura biodinamica e alla pedagogia steineriana con le scuole Waldorf. Sana alimentazione Dal rispetto della terra e della natura provengono alimenti che nutrono, in modo sano ed equilibrato, corpo, anima e spirito, aiutando a stare bene. EcorNaturaSì offre prodotti biologici e biodinamici certificati che provengono da realtà selezionate, da produttori agricoli e aziende di trasformazione che rispecchiano l’identità dell’azienda e che ne condividono i valori, con l’obiettivo di fornire quanto di meglio possibile in termini di qualità e di sicurezza alimentare. Si tratta di produttori che hanno scelto di dire “sì alla natura”, ispirati dall’idea dell’azienda agricola come organismo vivente, che con impegno e dedizione lavorano la terra escludendo prodotti chimici di sintesi, rispettando i cicli naturali di maturazione, e allevano animali con foraggi biologici e senza mangimi OGM o l’uso preventivo di antibiotici. Si tratta di aziende di trasformazione capaci di produrre eccellenza senza coloranti, conservanti e altri additivi, con i conseguenti effetti positivi.


EcorNaturaSì

lavoro e valori

“Per noi il miglior prodotto possibile è il migliore per la salute delle persone e per la vita della natura che ci circonda”

Valori e Cultura Produzione biologica e biodinamica

Il controllo qualità

EcorNaturaSì

I prodotti a marchio: Ecor e NaturaSì i negozi: NaturaSì e Cuorebio

“Diffondere prodotti biologici e biodinamici per migliorare non solo la salute delle persone, ma anche quella della terra e dell’ambiente in generale”: è questa la mission di EcorNaturaSì SpA. Caratterizzano la mission, infatti, la scelta di distribuire esclusivamente prodotti biologici e biodinamici, la ricerca della più alta qualità del prodotto, l’impegno diretto nell’attività agricola e l’attenzione ai risvolti etici del lavoro. Per questo EcorNaturaSì pone particolare attenzione all’adozione di tecniche e processi che abbiano il minimo impatto ambientale possibile, scegliendo di offrire ai clienti solo prodotti provenienti da aziende che adottano gli stessi principi. Produzione biologica e biodinamica EcorNaturaSì è impegnata nel sostegno di aziende agricole che abbracciano i valori aziendali, prendendosi cura dell’ambiente e della terra. Le aziende agricole biodinamiche che, pur non appartenendo direttamente al gruppo, partecipano particolarmente alla sua missione e hanno con essa un legame societario diretto o indiretto sono quattro: la Società agricola biodinamica San Michele – Tre Marie di Conegliano (Treviso), di proprietà della Fondazione Rudolf Steiner, la Fattoria Di Vaira di Petacciato in

La distribuzione: il polo di San Vendemiano e Baule Volante

provincia di Campobasso, partecipata dal gruppo e da molti negozi, amici e sostenitori del biologico, le Cascine Orsine a Zelata di Bereguardo (Pavia), di proprietà della famiglia Crespi Paravicini, e l’azienda agricola biodinamica La Raia della famiglia Rossi Cairo, situata nelle colline di Gavi, a Novi Ligure, Alessandria (vedi articolo di pag. 10). Oltre a queste aziende legate societariamente al Gruppo o ai suoi soci, EcorNaturaSì coltiva un rapporto di fraterna collaborazione economica con moltissime altre aziende, sia in Italia che in altri Paesi, alcune delle quali sono entrate a far parte del progetto Le Terre di Ecor (di cui trovate informazioni a pagina 16 di questo magazine). Un ulteriore passo verso l’elevazione della qualità del prodotto e della relazione economica con l’azienda, con i negozi specializzati e con i consumatori. La distribuzione: il polo di San Vendemiano e Baule Volante Attraverso la sede di San Vendemiano (TV), EcorNaturaSì garantisce la distribuzione di un catalogo di quasi 5000 referenze con il suo centro logistico, oggi il più importante polo distributivo di prodotti biologici in Italia, con consegne a più di 1000 negozi di alimentazione biologica. Dal 2008 fa parte del gruppo

anche Baule Volante, storica azienda biologica bolognese. La società, con un listino di 3500 prodotti, soprattutto artigianali e specialità regionali, serve in Italia circa 4500 punti vendita tra erboristerie, piccoli negozi specializzati, farmacie, parafarmacie, gastronomie, bar, ristoranti e negozi tradizionali con angolo o settore di alimentazione bio/naturale. I negozi: NaturaSì e Cuorebio Le proposte commerciali del Gruppo EcorNaturaSì hanno un obiettivo comune: offrire ai consumatori la possibilità di acquistare prodotti biologici e biodinamici sicuri e certificati, in una rete di punti vendita dove è possibile condividere esperienze, competenze e buone pratiche per un’alimentazione sana e sostenibile per la natura. L’insegna NaturaSì, fondata a Verona nel 1992, raggruppa attualmente circa 150 negozi bio in Italia, sia a gestione diretta che in franchising, e altri 2 in Spagna. Presente nelle maggiori città, propone un format moderno, basato su una continua trasmissione di conoscenze, esperienze e servizi. Cuorebio conta oggi di circa 300 negozi

“Diffondere prodotti biologici e biodinamici per migliorare non solo la salute delle persone, ma anche quella della terra e dell’ambiente in generale”: è questa la mission di EcorNaturaSì SpA associati, dislocati soprattutto in centri di medie e piccole dimensioni e ha come elementi distintivi l’attenzione alla personalizzazione e alla flessibilità dei servizi offerti. Poi c’è NaturaSì online Shopping, per 9


produzione biologica San Michele • Fondata nel 1987 da un gruppo di studiosi dell’antroposofia, la società agricola biodinamica San Michele a Manzana di Conegliano (TV) è formata da circa 200 ettari, in proprietà e in affitto, coltivati con metodo biodinamico. Divisa ora in due lotti, uno a Conegliano e l’altro nei pressi di Treviso, verrà in futuro accorpata in una nuova locazione a Cortellazzo, vicino a Jesolo, in provincia di Venezia, ora in fase di conversione al biodinamico. Vi si producono ortaggi, latte, cereali e uva. In particolare la nuova azienda di Cortellazzo è concepita come luogo di formazione e d’incontro per bambini, studenti e famiglie.

Fattoria Di Vaira • È del 2007, invece, l’avvio in Molise dell’Opera società agricola biodinamica Di Vaira, in collaborazione con alcuni negozianti del biologico e altri soci. La Fattoria Di Vaira di Petacciato (CB), in affitto da un ente benefico, è un’azienda agricola di oltre 500 ettari che ha l’obiettivo non solo di coltivare prodotti di qualità secondo i rigorosi criteri dell’agricoltura biodinamica, ma anche di creare un qualificato e rilevante centro italiano di sperimentazione e formazione su questi metodi.

Cascine Orsine • Fondata da Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI, le Cascine Orsine a Zelata di Bereguardo (PV) nei pressi del fiume Ticino è un’azienda agri-

AZIENDE AGRICOLE

DISTRIBUZIONE

cola biodinamica di 650 ettari, di cui 350 coltivati. Dai 550 capi di bestiame derivano eccellenti formaggi, ma dall’azienda escono anche cereali (in particolare riso), farine, carne e miele. L’azienda è anche un importante centro di formazione sull’agricoltura biodinamica, ospita un negozio NaturaSì ed è meta di visite sia all’azienda che al parco del Ticino.

La Raia • A partire dal 2013, la famiglia Rossi Cairo ha trasformato l’azienda La Raia da convenzionale a biodinamica con certificazione Demeter. Nei 180 ettari della tenuta si coltivano viti di Cortese e Barbera, oltre a cereali antichi come il farro monococco e la segale. Le varietà di piante presenti, compresa un’estesa corona di boschi di castagno, acacia e ciliegio, permettono una significativa produzione di miele. Nei pascoli vengono allevate vacche di razza piemontese. L’azienda ospita una scuola steineriana gestita dall’associazione “Intorno al melo”. Nel 2013 è stata creata la Fondazione La Raia - arte cultura territorio con l’obiettivo di promuovere, in Italia e all’estero, una riflessione critica sul paesaggio, attraverso contributi che riguardano più campi d’indagine, come attività artistiche, culturali, didattiche, scientifiche e di ricerca volte a promuovere anche la conoscenza specifica del territorio del Gavi.

RETAIL

PRODOTTI A MARCHIO

prodotti biologici e biodinamici

EcorNaturaSì SpA Baule Volante Srl NaturaSì negozi bio, shop online e ristorazione

alimenti biologici e prodotti naturali NaturaSì prodotti a marchio

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scegliere e comporre il proprio carrello, ricevendo a casa la spesa bio. In tutta comodità si ha l’opportunità di acquistare i prodotti biologici confezionati per la colazione, il pranzo e la cena, alimenti e accessori per neonati e bambini, prodotti per la cosmesi e l’igiene personale della famiglia, prodotti per la pulizia della casa, libri e riviste. A breve saranno disponibili anche prodotti freschi, proprio come in un vero supermercato bio. I prodotti a marchio Ecor e NaturaSì Un processo di continuo miglioramento della qualità e della scelta degli ingredienti, l’attenzione alle esigenze dei consumatori e ai prezzi: queste le caratteristiche dei circa 500 prodotti a marchio Ecor tra freschi e secchi, confezionati e sfusi (latte e latticini, gastronomia, eccetera), igiene personale, pulizia della casa e cosmesi. Un nome che vuole essere garanzia di controlli sui fornitori, di attenta messa a punto delle referenze e di approfondite analisi di prodotto e di processo a tutela della salute dei clienti. Sulla stessa linea è la private label NaturaSì. In entrambe le gamme sono presenti anche prodotti provenienti da Paesi del Sud del mondo, garantiti dalle organizzazioni di commercio equo e solidale (Fair Trade Organization). I fornitori Più di 500 fornitori collaborano in buona parte anche da oltre 20 anni con EcorNaturaSì. La conoscenza dei produttori e delle aziende, lo scambio reciproco di conoscenze, competenze e informazioni per creare un costante percorso di miglioramento hanno costruito nel tempo articolate fi liere. La salute economica e sociale dei fornitori è considerata e curata al pari di quella di EcorNaturaSì: è il presupposto per mantenere relazioni sane e durature per il bene di tutti gli anelli della fi liera, dal produttore al consumatore. Il progetto agricolo Da qualche tempo EcorNaturaSì ha avviato anche un progetto agricolo che si prefigge l’obiettivo di dar vita a una comunità degli agricoltori, base della sua fi liera. Attraverso questo progetto, EcorNaturaSì offre alle aziende agricole supporto commerciale, finanziario, gestionale, logistico e agronomico, attraverso la formazione degli agricoltori. Inoltre, svolge attività di ricerca sui metodi di coltivazione e sulle sementi, in particolare collaborando con l’azienda svizzera Sativa, ora presente anche in Italia, e con l’organizzazione internazionale ProSpecieRara (vedi l’articolo di pagina 30). Il progetto agricolo sfocia nel marchio Le Terre di Ecor, che raggruppa le aziende che hanno posto particolare attenzione alla qualità e al concetto di organismo


agricolo e che hanno con EcorNaturaSì un particolare rapporto di collaborazione anche economica. Il controllo qualità Oltre ai controlli previsti dal regolamento europeo sul biologico (n. 834/2007), il team dell’ufficio Assicurazione qualità di EcorNaturaSì esegue attività capillari e approfondite con l’obiettivo di creare una fi liera sicura dal campo alla tavola, garantire la tranquillità di produttori e consumatori e offrire la massima trasparenza. Per prevenire problematiche, effettua audit nelle aziende partner, visiona strutture e impianti, cura verifiche sul

campo, in particolare nei momenti più delicati per le colture. Tramite prelievi di campioni, esegue un attento controllo di tutta la merce che arriva al magazzino di San Vendemiano (Tv), per verificarne la conformità a ogni requisito merceologico e di legge. Nel caso di reclami, interviene per individuare difetti sul prodotto segnalato e attiva le misure necessarie per risolvere il problema nel minor tempo possibile. Si occupa anche della gestione delle emergenze sanitarie e delle allerte comunitarie; fornisce informazioni sulla qualità dei prodotti a negozianti e consumatori. Si preoccupa anche di verificare la conformità legale delle etichette dei

polo scolastico steineriano di Zoppè Progettato secondo i principi della filosofi a steineriana, comprende anche vari laboratori, come l’aula scultura, l’aula pittura, le aule di musica, di fisica, di euritmia, di informatica e di falegnameria. Tutto secondo lo spirito della pedagogia steineriana. Per info www.lacruna.it

condivisione di valori L’idea di una vita più in sintonia con la natura e la profonda convinzione che l’agricoltura biologica sia l’unica sostenibile, in grado di salvaguardare l’ambiente e la salute dell’uomo: questi sono i principi e le motivazioni che nel 1987 hanno ispirato la nascita di Baule Volante, e ancora oggi, arricchiti e rafforzati, guidano la crescita dell’azienda. Il nome dell’azienda è originale e deriva da una fi aba di Andersen, in omaggio a Rapunzel (in Italia “Raperonzolo”), il marchio tedesco di cui ancora oggi commercializza i prodotti. In oltre 25 anni di attività, Baule Volante è diventato un marchio di riferimento per tutto il mondo biologico italiano, sinonimo di affi dabilità e qualità, con oltre 3500 clienti, in

maggior parte negozi di alimentazione naturale ed erboristerie. Oggi propone un assortimento di 500 prodotti a proprio marchio, oltre a un ampio catalogo di 3000 referenze tra alimenti biologici e articoli non food. Nel 2008 Baule Volante entra a far parte del Gruppo EcorNaturaSì, decisione scaturita dalla condivisione dei valori legati all’agricoltura e all’alimentazione biologica, e dal comune obiettivo di garantire un servizio sempre più effi ciente ai punti vendita e per soddisfare al meglio le esigenze di un numero crescente di consumatori.

www.baulevolante.it

prodotti a marchio Ecor e NaturaSì, concordando con il fornitore un piano annuale di analisi e verifiche per assicurare il pieno rispetto degli standard di qualità. L’ufficio si occupa infine degli imballaggi e della riduzione dell’impatto ambientale: con l’ufficio Marketing ha avviato un progetto di riduzione dei materiali di confezionamento, per rendere sempre più lieve la sua impronta ecologica. Sui prodotti a marchio Ecor e NaturaSì vengono, infatti, riportate indicazioni sulle corrette modalità di smaltimento degli imballaggi. Ortofrutta: i controlli Particolare attenzione è riservata all’ortofrutta: non si prende in considerazione soltanto il prodotto finito, ma anche il terreno e la pianta nei vari momenti del ciclo produttivo. I principali parametri di controllo riguardano pesticidi, micotossine, OGM e il mantenimento della fertilità del suolo. Le visite riguardano sia i nuovi fornitori (per accertare il possesso dei necessari requisiti), sia quelli già scelti in precedenza, per verificare periodicamente la qualità del loro lavoro. Controlli e analisi in campo, sulle piante e sui frutti sono stati strumenti utili per impostare con i produttori relazioni di collaborazione continua, per trasmettere suggerimenti sulle varietà più idonee per le singole aree geografiche, sulle metodologie più utili da applicare, sempre guidati dall’obiettivo di fornire prodotti sicuri e di qualità. Valori e cultura EcorNaturaSì ha sempre considerato parte dei propri valori fondanti l’impegno per la promozione di una sana alimentazione, del rispetto delle persone (dai fornitori ai collaboratori, ai negozianti e ai clienti finali), della cura della terra e di un’economia che contribuisca allo sviluppo dell’intera comunità, creando le condizioni per relazioni fra gli individui eque e rispettose. L’azienda considera fondamentale la formazione d’individui liberi e responsabili, anche attraverso una sana vita culturale. In questo modo possono crearsi le forze creative e sociali in grado di alimentare e rinnovare l’attività economica, con l’obiettivo di costruire il futuro. Attraverso la Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner, l’azienda finanzia progetti sociali: nell’ambito dell’agricoltura biodinamica sostiene la società agricola biodinamica San Michele di Manzana di Conegliano (TV); nell’ambito della pedagogia ha contribuito a creare e sviluppare il polo scolastico steineriano di Zoppè, San Vendemiano (TV). La Libera Scuola Steiner Waldorf Novalis è una scuola paritaria in ogni grado di istruzione. Ospita tre sezioni di Materna, la Primaria, la Secondaria di primo grado, il biennio della Secondaria di secondo grado (il triennio è in via di attivazione). 11


approfondimento

biologico: valore o costo?

È vero, il biologico ha un costo, diciamo le cose come stanno. Ma rispetto a cosa? Ecco alcune riflessioni sul costo nascosto del convenzionale e sul vero valore del biologico. Più caro, ma rispetto a cosa? Per questo è necessaria una riflessione sulla differenza tra il vero costo dell’agricoltura, chiamiamola così, intensiva e il valore vero e la convenienza del biologico. Se osserviamo più attentamente quello che, all’apparenza, oggi risulta essere più conveniente, incidendo meno sul budget della spesa quotidiana, scopriamo che, a breve o a lungo termine, probabilmente richiederà un ulteriore esborso da parte del singolo cittadino. Costo nascosto Un prodotto da agricoltura convenzionale, oltre a poter essere inquinato da sostanze chimiche di sintesi, troppo di frequente inquina a sua volta l’ambiente e costringe la società ad assumersi altri costi per cercare di disinquinare il territorio. I costi necessari a “ripulire” l’ambiente in cui viviamo sono regolarmente sostenuti dal cittadino/contribuente. Se dun-

Una spesa bio ci insegna ad acquistare “il giusto” senza riempire i carrelli di prodotti che poi vengono gettati nella spazzatura

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que tali costi per la tutela dell’ambiente venissero calcolati anche nel prezzo con cui viene acquistato un prodotto biologico, forse questo non apparirebbe poi così caro. E non lo sembrerebbe se si considerasse anche il risparmio in termini di costi sanitari potenzialmente legati alla presenza di residui di sostanze indesiderabili. Valore del biologico In un prodotto bio sono presenti, quindi, dei “valori” nascosti, non calcolati subito al momento dell’acquisto. L’agricoltura biologica permette di consumare meno acqua e meno energia fossile, non è causa di erosione del suolo, di cui preserva la qualità; evita la contaminazione dell’acqua e il conseguente inquinamento dei bacini idrogeologici. La fi liera biologica è impegnata nel garantire un reddito adeguato a coloro che sono impegnati a mantenere fertile la terra, sottraendola a un possibile futuro di abbandono e a un conseguente degrado o a un destino di cementificazione, togliendo bellezza e meraviglia al paesaggio. Salvaguardia del territorio rurale e del paesaggio Laddove nel convenzionale si susseguono chilometri e chilometri di coltivazioni piatte e senza vita, nel biologico si cerca di implementare siepi, macchie boschive, alberi pronti ad accogliere uccelli, piccoli animali utili in agricoltura, prati e fiori che sono l’habitat naturale d’insetti, lucciole, farfalle e api, fondamentali per l’impollinazione. Molte specie di fauna locale, infatti, trovano rifugio e sopravvivenza in un’azienda biologica, esempio di biodiversità anche in pochi ettari. Un paesaggio agricolo coltivato a

biologico si estende ai nostri occhi esaltando la bellezza naturale del nostro patrimonio ambientale e non lo mortifica schiavizzando la natura a completo servizio del mercato, senza ripagarla di quanto viene sottratto, per esempio con il taglio di alberi e altra vegetazione per recuperare terreni da utilizzare per un’agricoltura intensiva. Dove finirebbe la nostra bella Italia senza la conservazione del suo paesaggio? Giusto compenso per il lavoro dell’agricoltore Nel valore di un prodotto biologico dovrebbe essere compresa anche la qualità di un lavoro retribuito dignitosamente, calcolando un giusto prezzo, basato non su astratte e spesso ingiuste logiche di mercato, bensì sul costo effettivo di tutti i passaggi della coltivazione senza sostanze chimiche di sintesi. È evidente che per tradurre tutto questo in realtà, e per agire in coerenza, non è possibile accettare la pericolosa chimera del prezzo troppo basso, all’insegna del quale vengono spesso sacrificati, oltre alla qualità dei prodotti, anche i diritti dei lavoratori, vengono affamate le aziende agricole, prosciugate le risorse naturali e resa sterile la terra. Sfruttamento senza limite delle risorse La logica dello sfruttamento intensivo, della sovrapproduzione, della tecnica e dell’industrializzazione applicate alla Natura, portano ai risultati che nel corso degli anni abbiamo imparato a conoscere: mucca pazza, pollo alla diossina, vino al metanolo, uova contaminate, frodi alimentari e, all’estero, a campi coltivati a mais OGM. Sono frutti di una mentalità che tutto giustifica per il guadagno di pochi.


Fare la spesa bio significa avere un approccio orientato ad acquisti più attenti per quanto riguarda la qualità e quantità, sviluppando al contempo una gestione migliore e diversa delle proprie risorse economiche. Se pensiamo che in Italia si getta via una quantità esorbitante di cibo (stando ai dati emersi, sembrerebbe che ogni famiglia butti via circa 7 euro di spesa alla settimana), pare evidente che non abbiamo bisogno di aumentare la quantità, ma solo di acquistare quello che serve veramente. Una spesa bio ci insegna ad acquistare “il giusto” senza riempire i carrelli di prodotti che poi vengono buttati nella spazzatura, perché troppi rispetto al nostro fabbisogno alimentare o perché scadono.

cosa serve per nutrire il pianeta? L’agricoltura biologica è in grado di nutrire un pianeta che nel 2050 dovrebbe raggiungere i 10 miliardi di persone? Non sarà piuttosto necessario raddoppiare l’attuale produzione agricola? Anche di questo ha parlato Giovanni Dinelli, dell’università di Bologna, in occasione del 33° convegno “Alleanze per nutrire il pianeta” organizzato a Milano dall’Associazione per l’agricoltura biodinamica. Dinelli è partito dalla considerazione che la produzione industriale agricola oggi fornisce il 95% delle derrate alimentari proposte dalla grande distribuzione; prima d’ora l’uomo non aveva mai prodotto tanto. Ha proposto quindi il calcolo effettuato da Eric

Ci aiuta un po’ di quella saggia “economia domestica” che consigliava di compilare bene la lista della spesa, scegliendo prodotti di stagione, evidenziando quel che non deve mai mancare, concedendoci le golosità con equilibrio, imparando a cucinare gli avanzi e a non avere troppi scarti quando si puliscono e preparano frutta e verdura. Perché ricordiamoci che del prodotto bio si può tranquillamente mangiare tutto: anche la buccia. La sfida bio e l’home food Per questo, poco tempo fa abbiamo chiesto a una famiglia di Verona, papà, mamma (entrambi occupati) e due bambine in età scolare (e di appetito), di calcolare quale fosse la loro spesa alimentare mensile (circa 500 euro) e di provare a

Holt Gimenez in “Food Rebellions! Crisis and the Hunger for Justice”. Considerata l’attuale produzione mondiale di derrate alimentari, Gimenez ha moltiplicato le principali classi di alimenti per il loro apporto calorico, ottenendo la produzione mondiale annuale di calorie alimentari. Il valore, diviso per 2500 kcal (le calorie giornaliere che ciascun individuo dovrebbe introdurre nel proprio organismo nell’ambito di una dieta equilibrata), ha dato un quoziente vicino ai 10 miliardi di persone, ben più della popolazione mondiale attuale: già oggi produciamo alimenti sufficienti a sfamare chi nascerà nel 2040! Se, poi, riducessimo del 15% il consumo di carne, l’attuale produzione agricola basterebbe oggi al sostentamento di ben 14 miliardi di persone: la popolazione mondiale prevista per il 2070. Ciò che stride, ha rilevato Dinelli, è che nonostante questa sovrapproduzione sono

mangiare bio per un mese, seguendo un menù preparato da una nutrizionista. Quali i risultati? La spesa bio ha superato solo di circa 70 euro quella convenzionale. Come? ”L’unica diversità è che se si mangia bio e integrale ci si sazia di più, soprattutto se si parte da alimenti base come cereali, legumi e si è pronti a fare dell’home food, cioè se si prepara in casa pane, torte salate, pizze e dolci” racconta mamma Serena. “Ma anche se lavoro sono riuscita sempre a preparare tutto. Bisogna solo organizzarsi bene, coinvolgendo la famiglia nella preparazione dei pasti. Non è necessario stravolgere la propria vita, ma sicuramente dedicare un po’ d’amore e cura per la propria alimentazione quotidiana. Impegnativo, ma non impossibile”.

ben 842 milioni le persone sottonutrite e 1,2 miliardi le persone malnutrite. Mentre, dall’altra parte, ci sono 1,5 miliardi di persone in sovrappeso e 500 milioni di obesi. Insomma, quel sistema che potrebbe sfamare 10 miliardi di persone sostiene oggi all’incirca 4 miliardi di persone. Ma allora, la domanda che dobbiamo porci non è se l’agricoltura biologia è in grado di nutrire il pianeta, ma se abbiamo davvero bisogno di accrescere la nostra produzione attraverso un’agricoltura che non si cura del benessere dell’uomo e dell’ambiente, ma solo della produttività. Non è piuttosto il caso di ripensare alle modalità di distribuzione delle risorse, così da consentire un più equo accesso al cibo? www.convegnobiodinamica.it www.biodinamica.org

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i negozi NaturaSì e Cuorebio

tutti bio per vocazione Un’alleanza per un futuro sostenibile I negozi biologici rappresentano da sempre l’anima di EcorNaturaSì. È proprio attraverso la loro attività che i consumatori possono conoscere i valori e i progetti di EcorNaturaSì, entrando in relazione con gli altri attori della fi liera: agricoltori e imprese di trasformazione. Possiamo definirli, quindi, il cuore pulsante di questa comunità biologica, il primo interlocutore per chi si avvicina al biologico. Le donne e gli uomini che vi lavorano condividono da sempre con i loro clienti uno stile di vita coerente con la scelta di avvio di un’attività che non è solo commerciale. Con amore, ma anche con coraggio e impegno, hanno contribuito a diffondere un modo diverso di fare agricoltura e cultura, soprattutto in periodi in cui il settore degli alimenti biologici era poco noto, se non visto con la diffidenza che derivava dalla scarsa conoscenza.

Le donne e gli uomini che lavorano nei negozi, da sempre condividono con i loro clienti uno stile di vita coerente con la scelta iniziale di avvio di un’attività non solo commerciale

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Nel tempo questa comunità biologica è cresciuta e si è sviluppata, ma lo spirito e la fi losofia che hanno sempre contraddistinto le persone dei negozi sono gli stessi degli inizi, pur nella diversità di percorsi e motivazioni che le hanno spinte a iniziare l’attività. Nella comunità biologica gli agricoltori sono i custodi della terra, che mantengono viva e fertile, mentre i negozianti sono i testimoni di uno stile di vita a difesa dell’ambiente e gli “informatori” di una cultura alimentare e gastronomica che può oltrepassare i confini dell’Italia e dell’Europa. Molti negozi si sono rinnovati sia esteticamente, con nuovi ambienti, colori e luci, sia nell’assortimento e nell’esposi-

zione, prestando sempre più attenzione al consumatore in un ambiente piacevole che gli consenta una pausa dai ritmi frenetici che la quotidianità impone. Questo rinnovamento è stato motivato dal desiderio di offrire ai clienti un posto caldo, accogliente e moderno, che evidenzi i valori fondanti, incentrati sull’importanza di un’agricoltura sana e di qualità. All’interno di ciascun negozio è stato creato un percorso che inizia con l’ortofrutta, dove si celebra la profonda relazione dell’uomo con la terra, relazione da cui dipende la vita. Seguono poi il reparto dei prodotti freschi, in cui si è cercato di recuperare l’atmosfera della “vecchia bottega”, e quelli dei prodotti confezionati, dell’erboristeria, dei libri o dei vini. Consapevolezza, del ruolo della terra

NaturaSì, bio per vocazione •La società viene fondata a Verona nel 1992 con il nome di “I.S.I.R. - Istituto Italiano di Reforming”, che già evidenzia il carattere anche divulgativo della “mission” aziendale. •Nel 1993 apre nella città scaligera “Naturalia”, primo supermercato di prodotti biologici in Italia; nel 1994 si decide di dar vita a una nuova realtà imprenditoriale. L’insegna viene modifi cata in “NaturaSì” e parte il progetto per la diffusione del marchio attraverso il franchising (affiliazione commerciale). •Nel gennaio 1995 viene inaugurato a Milano il secondo punto vendita, in comproprietà con Gea. A settembre apre a Brescia il primo supermercato “affiliato NaturaSì”.

•Da allora sono stati inaugurati circa150 negozi a gestione diretta e in affiliazione commerciale (franchising). Sono presenti nelle principali città italiane e offrono un assortimento molto vasto: più di 4.000 referenze biologiche e naturali. •Nel 2002, forte dell’esperienza sul mercato italiano, l’insegna NaturaSì è approdata a Madrid, in Spagna, con l’apertura di due punti vendita.


Due sono le insegne più conosciute: NaturaSì e Cuorebio. NaturaSì è la più nota catena di supermercati in Italia, specializzata nella vendita di prodotti alimentari biologici. In alcune città stiamo portando avanti il progetto ristorazione. Le mani esperte dei nostri chef permettono a materie prime semplici e biologiche di diventare piatti gustosi: dal campo alla tavola. Per maggiori informazioni visita il sito www.naturasi.it Cuorebio è una rete di negozi biologici fondata 25 anni fa; conta a oggi circa 300 negozi, per lo più dislocati in piccoli centri.

e del cibo, semplicità, nella scelta dei materiali e nelle modalità di comunicazione, valore del cibo sono i principi ispiratori che hanno guidato questo processo di rinnovamento dei punti vendita. In questo modo, entrando in un negozio biologico si percepisce un mondo in cui viene assicurata qualità e certificazione di provenienza, la certezza di un ambiente salubre e pulito, l’attenzione e la cura per il benessere delle persone. Le attività culturali organizzate sono volte a promuovere il rispetto dell’ambiente, della biodiversità, la solidarietà con i piccoli produttori anche fuori dall’Italia, la diffusione dell’informazione sull’agricoltura biologica e biodinamica e sull’importanza delle sementi non OGM Anche i magazine distribuiti nei punti vendita contribuiscono a rafforzare la comunità del biologico attraverso rubriche su agricoltura e stili di vita, approfondimenti sulla natura e l’ambiente.

Cuorebio, i negozi biologici Nata come B’io e poi trasformata in Cuorebio, è una rete, un progetto associativo di negozi biologici. Sin dai suoi esordi il progetto è stato contraddistinto dalla volontà di aggregare negozi che si riconoscono in valori comuni, ma che desiderano conservare e valorizzare indipendenza, identità e legame con il proprio territorio. Per questo Cuorebio – i negozi biologici è un marchio che va ad affi ancare, e non a sostituire, quello dei singoli negozi. Oggi il progetto Cuorebio comprende circa 300 punti vendita, con un assortimento di circa 4000 referenze divise tra freschi, secchi e non food.

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i progetti

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Riunire gli agricoltori che operano nel rispetto della fertilità della terra e che credono in una nuova relazione sociale ed economica

remuneri adeguatamente il lavoro degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli.

Le aziende “Le Terre di Ecor” Fattoria Di Vaira È nel 2007 che inizia il progetto Di Vaira. Un azionariato diffuso guidato da EcorNaturaSì prende in gestione la storica azienda molisana per trasformarla in una fattoria biodinamica. Situata a Petacciato (CB), a pochi chilometri dal mare, si estende per 530 ettari suddivisi tra vigneto, oliveto, terreni per orticole, foraggere e seminativi. Qui si producono quindi diverse varietà di ortaggi, olio, formaggi e vino. Al centro di tutto, la stalla di bovine da latte, nutrite, come la biodinamica insegna, principalmente con foraggi aziendali.

Mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, “Le Terre di Ecor” si pone l’obiettivo di unire aziende agricole biologiche, condividendone esperienze e modalità di lavoro. Riunire gli agricoltori che operano nel rispetto della fertilità della terra e che credono in una nuova relazione sociale ed economica tra produttori, commercianti e consumatori è sempre stato tra gli obiettivi di EcorNaturaSì. Per questo, l’azienda ha deciso di dare vita al progetto “Le Terre di Ecor”, che ha portato alla definizione di una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Lo scopo è avere prodotti di

qualità provenienti da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo. Le aziende di Le Terre di Ecor, in particolare si impegnano a: • Garantire adeguate condizioni di lavoro in azienda. • Rispettare e migliorare nel tempo la fertilità della terra. • Rispettare e migliorare la biodiversità ambientale e agricola. • Utilizzare concimi organici, sovesci e lunghe rotazioni. • Ottenere prodotti biologici e/o biodinamici di qualità. EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti provenienti dalle aziende de Le Terre di Ecor (ortofrutta, yogurt, formaggi, cereali, eccetera) a un prezzo che

Società Agricola Biodinamica San Michele Nata nel 1987 per volontà dei fondatori della Libera Associazione (oggi Fondazione) Rudolf Steiner, intenzionati a mettere in pratica i principi dell’antroposofia applicandoli all’agricoltura, oggi si estende su circa 200 ettari (un centinaio a ortaggi) dislocati nei comuni di Breda di Piave, Maserada e Spresiano, i cui terreni, composti da sedimenti sabbiosi, sono particolarmente adatti all’orticoltura. Sulle colline di Conegliano, presso la sede storica, si trova l’allevamento di vacche da latte, da cui nascono i formaggi a marchio San Michele-Le Terre di Ecor. In futuro verrà accorpata in una nuova locazione a Cortellazzo (VE). Cascine Orsine Fondata nel 1976 da Giulia Maria Crespi e condotta oggi dal figlio Aldo Paravicini 17


Crespi, è una storica realtà agricola biodinamica in provincia di Pavia, all’interno del parco del Ticino, tra il fiume e Bereguardo. La fascia lungo il Ticino è stata mantenuta a bosco e a lanche, oasi di rifugio di molte specie animali, così da preservarne la naturale biodiversità. Nella lavorazione dei terreni vengono utilizzate tecniche che salvaguardano la fertilità del suolo. L’azienda comprende un allevamento bovino il cui latte viene

impiegato per produrre formaggi e yogurt. Terre di Lomellina Situata all’interno della Garzaia della Rinalda, l’azienda agricola “Terre di Lomellina” si estende per 80 ettari. A fondarla (e a gestirla tuttora) è stata Rosalia Caimo Duc, prima della famiglia a occuparsi di agricoltura; laureata in scienze agrarie, Rosalia ha imparato dai

suoi collaboratori, cercando di “rubare il mestiere”. Oltre al riso, coltura alla quale la Lomellina è tradizionalmente vocata, coltiva grano, farro, orzo, girasole, soia, colza, fagiolo borlotto, grano saraceno e loietto, spostando di anno in anno le colture in un piano poliennale di rotazione. Cooperativa Manduvira La cooperativa Manduvira, che produce lo zucchero a marchio Le Terre di Ecor, si trova in Paraguay, nel dipartimento di Arroyos y Esteros che conta 22000 abitanti, solo 6000 dei quali vivono “in città”: gli altri vivono ancora in comunità rurali. Al momento della fondazione, nel 1975, contava solo 39 soci, ora diventati 1500, 850 dei quali producono canna da zucchero certificata Fairtrade dal 1999. EcorNaturaSì normalmente paga Manduvira il 20% in più di quello che è il prezzo dello zucchero bio in sud America: contribuisce così al sostegno di progetti di istruzione e sanità per i figli degli agricoltori. Azienda Agricola Sambruceto Nel 2002 Daniele Baruffaldi rileva due piccoli castagneti con piante plurisecolari a Marradi, in provincia di Firenze. Per amore dei luoghi decide di prendersene cura rispettando l’ambiente: il biologico si configura come l’unica scelta possibile per un castagneto situato a 8 km dalla prima strada, al quale si può accedere solo a piedi. Daniele coltiva il famoso “marron buono di Marradi”, che già nel Seicento a Londra era ritenuto “the best chestnut of the world”, e lo fa come gli antichi Romani 2000 anni fa. Ma guarda anche al futuro e innesta piante che daranno i primi frutti tra qualche anno. L’Ambiente Naturale La storia di questa azienda, situata a Gambara, nella bassa bresciana, inizia nel 1993, quando Ettore Tiziano e sua moglie Maria Rosa decidono di provare a coltivare a radicchio un piccolo appezzamento ereditato. Da allora la superficie condotta è aumentata fino a coprire circa 14 ettari, su cui si producono oggi ottimi ortaggi. Ettore, da sempre contrario all’uso di sostanze chimiche di sintesi, fin da subito ha coltivato i suoi ortaggi con il metodo biologico, trasmettendo l’amore e il rispetto per la Natura anche ai tre giovani figli, coinvolti nella conduzione dell’azienda. Azienda agricola biodinamica Cortesi Mauro Mauro Cortesi ha ereditato dal padre la passione per la terra e per l’agricoltura che lo contraddistingue da oltre 30 anni. Dal 1990 ha scelto di coltivare la sua azienda frutticola di Lugo di Ravenna con il metodo biodinamico, del quale condivide valori come il rispetto dei cicli naturali e l’attenzione alla sostenibilità

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ambientale. Su una superficie di 12 ettari, oggi coltiva non solo diverse varietà di frutta (pesche, nettarine, mele, pere), ma anche viti e seminativi, oltre a mantenere boschi e siepi. La sua è anche una splendida fattoria didattica.

e che voleva farla in maniera diversa, convertendo l’azienda al biologico. Da circa vent’anni coltiva la cipolla rossa di Tropea, antica varietà tipica della zona, utilizzando solo seme riprodotto e piantine aziendali.

Società agricola Brio Mazziotta Situata in Basilicata tra le antiche contrade di Campagnolo, Vetrano e Montescaglioso, un territorio che coniuga bellezza del paesaggio, storia e tradizioni, è un’azienda agricola giovane. È nata nel 1996, convertendo al metodo biologico la coltivazione delle varietà di olivi rustici e tipici Ogliarola del Bradano, Coratina e Leccino, ma anche l’aranceto (Navel e Tarocco) e i ciliegi Ferrovia, Giorgia e New Star. In inverno produce soprattutto ortaggi (broccoli, bietole, verze, cavoli ecc.). Collabora a programmi di educazione scolastica dedicati all’agricoltura biologica e al paesaggio.

Azienda agricola Miola Francesco Situata nell’entroterra veneziano, a Bojon, frazione di Campolongo Maggiore, è un’azienda di sette ettari a conduzione familiare. Dopo gli studi di agraria, Francesco Miola decise di convertirla al biologico. Adotta le buone pratiche caratteristiche del metodo biologico: niente sostanze chimiche di sintesi, piantumazione lungo i confini di alberi ad alto fusto, che contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio ambientale e fungono da barriera contro inquinamenti esterni, concimazione organica da cumulo e macerati di piante, difesa dai parassiti grazie alla lotta biologica (lancio di insetti e organismi utili). Coltiva ortaggi e cereali.

Azienda orticola Filogea Quando si parla d’insalata, Daniele Colussi ha le idee chiare: “Dev’essere buona, dev’essere coltivata bene, deve nutrire il corpo e deve nutrirlo bene. Quello che produciamo non può essere semplicemente insalata”. Originario del Friuli, poi trasferito in Veneto e infine a Viterbo (Lazio) per inseguire la sua scelta biologica, Daniele produce insalatine a foglia e minestroni biodinamici di IV gamma. I suoi terreni si estendono per 11 ettari e mezzo, su suolo vulcanico, ricco di microelementi, che lavora utilizzando compost per incrementarne la fertilità. Cosmo Bio È a Palagianello, Terra delle Gravine, in Puglia, che ha sede l’azienda agricola Cosmo Bio di Giovanna Fazzeni e Carmelo Mansueto. Qui il clima mite è favorevole alla coltivazione di agrumi, frutta e ortaggi. Da sempre ispirata a un’agricoltura sostenibile, questa azienda familiare, fondata nel lontano 1940, si tramanda di generazione in generazione ed è passata prima al metodo biologico e poi, 6 anni fa, alla biodinamica. In linea con questa impostazione, l’obiettivo futuro è creare un ciclo chiuso: per questo, sono stati creati dei semenzai aziendali e si vorrebbero introdurre anche vacche sia per il latte, ma anche per il letame! Azienda agricola Bartuli Francesco L’avventura nel biologico di Francesco Bartuli ha inizio ormai più di 40 anni fa. Ha infatti dato vita alla sua azienda agricola nel 1972. Si tratta di 30 ettari a Briatico, nella provincia calabrese di Vibo Valentia. Appena diplomato ragioniere, Francesco si rese conto che il lavoro d’ufficio non faceva per lui, scegliendo di dedicarsi all’attività di contadino. Ben presto si accorse che fare agricoltura non gli bastava,

Azienda agricola Natile Vincenzo L’azienda nasce vent’anni fa grazie alla volontà di Giuseppe e Rosa che inizialmente producono uva da tavola e olive da olio nel territorio di Marina di Ginosa, in provincia di Taranto. La gestione dell’azienda passa ai figli Paolo e Vincenzo che, dopo studi e ricerche, cinque anni fa decidono di convertirla al metodo biologico-biodinamico per accrescere la qualità delle produzioni, ma anche per salvaguardare il loro territorio. Oggi coltivano ortaggi, uva da tavola, cereali e legumi. Nel 2010 l’azienda ha ottenuto la certificazione biodinamica con il marchio Demeter. Azienda agricola Olivieri Stefano Situata a Nogara, in provincia di Verona, l’azienda agricola Olivieri Stefano si estende per 7 ettari. È stata avviata direttamente come azienda biologica nel 1991, prima a indirizzo frutticolo, poi orticolo. Oggi coltiva cetrioli, pomodori, meloni e diverse varietà di crucifere. Per mantenere la fertilità del terreno, utilizza letame compostato e sovesci; durante lo sviluppo colturale ricorre all’estratto di canna da zucchero, fertilizzante a basso titolo azotato, ma molto ricco di potassio, che aiuta a garantire un ottimo equilibrio alla pianta e un eccellente profi lo organolettico agli ortaggi.

in sintesi agricoltura biologica e biodinamica L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione che esclude l’uso di sostanze chimiche di sintesi (fungicidi, insetticidi, diserbanti e concimi); è disciplinata dal Regolamento europeo 834/2007 e 889/2008 con successive modifi che e integrazioni. Per salvaguardare la naturale fertilità del terreno, gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e tecniche agricole come il sovescio e la rotazione delle colture. Al posto di pesticidi e anticrittogamici, usano sostanze di origine naturale, insetti antagonisti e, soprattutto, prevenzione. L’eliminazione di piante infestanti, o malerbe, viene eseguito sia manualmente (scerbatura) che meccanicamente con attrezzi agricoli specifi ci o sfruttando la tecnica della falsa semina. L’agricoltura biodinamica, che ricade a tutti gli effetti nell’ambito del regolamento CE n. 834/2007 e 889/2008 segue e utilizza altre tecniche ideate e tramandate grazie agli insegnamenti di Rudolf Steiner (1861-1925). Considera l’azienda agricola un organismo vivente, in cui le coltivazioni sono integrate dall’allevamento animale che fornisce il materiale organico per mantenere la fertilità del suolo. Per incrementare la vitalità del terreno e le difese della pianta utilizza particolari preparati dinamizzati a base di sostanze naturali e letame. Nel calendario delle lavorazioni tiene conto dei cicli astronomici e lunari. L’agricoltura biologica e biodinamica sono gli unici metodi di coltivazione che escludono per legge gli OGM. Il regolamento europeo è chiarissimo: gli organismi geneticamente modifi cati (OGM) e i prodotti da questi derivati o ottenuti sono incompatibili con il concetto di produzione biologica.

Azienda agricola Perina Daniele Daniele Perina è un agricoltore di tradizione che ha avviato la conversione dell’azienda nel 1991, dopo aver seguito un corso di agricoltura biologica. Oggi l’azienda si estende per 11 ettari nelle campagne di Buttapietra, in provincia di Verona. Su questi terreni, prima utilizzati per i frutteti, Daniele ha avviato la coltivazione di ortaggi che si succedono nel tempo, 19


secondo la pratica della rotazione delle colture, fondamentale nella produzione biologica per non affaticare il terreno e garantire la qualità delle produzione: si tratta di pomodori, insalate, peperoni, cavolfiori, costa da bieta, fagioli, cetrioli e zucchine. Azienda agricola Ranaldo Vincenzo È a sette chilometri da Ginosa, in provincia di Taranto, che ha sede questa azienda agricola nata dalla passione di Vincenzo Ranaldo per l’agricoltura. Nel suo bagaglio vi è una tradizione agricola in continua evoluzione, che ha visto il passaggio dal convenzionale al biologico e poi al biodinamico, mossa dal desiderio di salvaguardare la salute dell’uomo e dei suoi figli, contribuendo nel contempo alla tutela dell’ambiente. Dai suoi terreni arrivano sulle nostre tavole con il marchio Le Terre di Ecor uva da tavola e ortaggi come finocchio, cicoria e cavolo. Azienda agricola Ferrandes Salvatore È in provincia di Latina, nella pianura pontina, molto vocata all’agricoltura grazie ai terreni molto fertili e al clima ideale dovuto alla vicinanza del mare, che ha sede quest’azienda agricola di 20 ettari che pratica l’agricoltura biologica da oltre quindici anni. Il padre dell’attuale titolare scelse di trasferirsi qui dalla natia Pantelleria, ma fu Salvatore che decise di convertire l’azienda al metodo biologico, trasformando il vecchio vigneto in un frutteto e avviando la coltivazione di ortaggi. L’azienda pratica la rotazione delle colture che, insieme ai sovesci, è tra le basi dell’agricoltura biologica. Azienda agricola Scappini Cristiano Fondata nel 1998 da Cristiano con la moglie Roberta, l’azienda si estende all’incirca per quattro ettari nelle campagne di Isola della Scala (Verona). La coppia ha iniziato il proprio progetto biologico per amore della natura e dell’uomo e lo porta avanti con caparbietà. Roberta ha lasciato il lavoro in fabbrica e Cristiano ha sfidato i dubbi iniziali dei genitori, contadini convenzionali. Oggi coltivano all’incirca una decina di ortaggi, in base alla stagionalità. Azienda agricola Simmarano Domenico L’azienda agricola di Domenico Simmarano si estende per 12 ettari ai piedi delle colline che delimitano la valle del Bradano, in Basilicata. Di famiglia contadina, Domenico ha scelto il biologico ormai da oltre vent’anni, recuperando lo spirito del nonno, ma all’insegna della modernità. Insieme al figlio Marco, lavora ogni giorno con passione, non perdendo mai di vista l’obiettivo di offrire prodotti che 20

rispettino la salute dell’uomo e che siano coltivati in modo sostenibile per l’ambiente. Praticando la rotazione delle colture, produce all’incirca 30 specie diverse di ortaggi, rispettando i cicli stagionali. Fondamentale per l’azienda è favorire la diffusione dell’alimentazione biologica nel suo territorio. Azienda agricola Valsugana L’azienda agricola Valsugana è una realtà biologica nata nel 1985 quasi per gioco, come racconta il fondatore. È situata a Spera, in Valsugana, tra Trento e Bassano, un’area che vanta una lunga tradizione agricola, grazie alla naturale fertilità dei terreni, che viene incrementata utilizzando il letame degli animali aziendali opportunamente compostato con l’aggiunta di preparati biodinamici. Sui suoi 6 ettari Ruggero Tomaselli e sua moglie non utilizzano nessun altro tipo di concimazione: i terreni sono naturalmente ricchi e vitali. Coltivano soprattutto mele e pere. Azienda agricola Borgato Luciano Lattuga, pomodori, melanzane, finocchi, cicoria, cavolfiori, porro e radicchio invernale veronese. Questi sono gli ortaggi coltivati dall’azienda agricola di Luciano Borgato: due ettari e mezzo di terra a Saonara, piccolo centro delle provincia padovana. È dal 1984 che Luciano coltiva con metodo biologico, una scelta etica guidata dalla passione per l’agricoltura e dalla volontà di coltivare senza inquinare l’ambiente, rispettando la vitalità del suolo e i naturali ritmi di crescita delle piante. I concimi chimici utilizzati nel convenzionale, oltre a inquinare le falde, aumentano la quantità d’acqua contenuta negli ortaggi. L’azienda è un grande orto nel quale Luciano rispetta la terra, nutrendola e lavorandola con passione giorno dopo giorno.

Cooperativa agricola Ca’ Magre È nella bassa pianura veronese, a Isola della Scala, che ha sede la cooperativa agricola Ca’ Magre. È la fine degli anni Ottanta quando un gruppo di amici decide di cambiare lavoro per dedicarsi all’agricoltura biologica, alternativa sostenibile a quella convenzionale sempre più dipendente dalla chimica. Consapevole dell’importanza della biodiversità, sui suoi circa 30 ettari la cooperativa coltiva numerose varietà di ortaggi, alcuni anche poco noti o dimenticati. Fondamentale è il rispetto della stagionalità dei prodotti e la salvaguardia della Terra che deve essere vivificata, proteggendola e mantenendola fertile grazie all’impegno e al lavoro di chi la coltiva con passione. Cooperativa Osiris È dal 1988 che la Cooperativa Osiris di Postal, in provincia di Bolzano, coltiva mele, pere, patate, piccoli frutti e produce succhi e concentrati di mele certificati Demeter. È stata fondata da un piccolo gruppo di agricoltori che, volendo mettere in pratica gli insegnamenti di Rudolf Steiner, praticavano l’agricoltura biodinamica già all’inizio degli anni Ottanta. Obiettivo tecnico principale non era solo sostituire la chimica, ma prendersi cura del suolo garantendone la fertilità attraverso pratiche come il cumulo, cui vengono aggiunti i preparati biodinamici. Attualmente, la cooperativa è composta da 35 soci che coltivano circa 150 ettari. Alcuni dispongono anche di stalle, che forniscono il letame utilizzato per la concimazione dei frutteti. Tenuta Forte Longo Fondata nel 1995 a San Giorgio di Perlena, piccola frazione di Fara Vicentino, la Tenuta Forte Longo di Riccardo Casarotto è un’azienda agricola biologica in piena


collina, a 260 metri sul livello del mare: in questa zona, lontana dall’inquinamento prodotto dalle grandi vie di comunicazione, il terreno è ricco di sali minerali, soprattutto di potassio. Oltre ai frutti di bosco, la Tenuta arricchisce l’offerta de “Le Terre di Ecor” con una specialità tipica: le ciliegie IGP di Marostica. Huracán fruit, Antigua, Laino Hnos Le azienda agricole Antigua e Huracán Fruit sono di proprietà della famiglia Garrido che coltiva mele e pere in Argentina, in una zona bagnata dal Rio Negro. Dal 2008 applica il metodo dell’agricoltura biologica-biodinamica; tra i frutteti i braccianti dell’azienda possono coltivare i propri orti. Nella stessa zona anche la famiglia Laino coltiva mele e pere con il metodo dell’agricoltura biologicabiodinamica. La collaborazione con “Le Terre di Ecor” offre a questi produttori sostenibilità economica e sociale, ma dà anche al consumatore italiano la possibilità di gustare un prodotto fresco quando in Italia non sono disponibili le produzioni nazionali. Cooperativa Apbosmam Questo progetto nasce nella Valle del Chira, alluvionale, in gran parte incolta, nell’estremo nord del Perù, a soli quattro gradi di latitudine dall’Equatore. La zona è bagnata dalle acque dell’omonimo fiume, che giungono abbondanti dalla diga Poechos. Qui, nel 2001, ha cominciato a svilupparsi la coltura del banano biologico. I piccoli agricoltori nel 2006 si sono uniti nella cooperativa “Apbosmam”, con sede a Mallaritos, nella provincia di Sullana (Piura), realizzando un modello dal punto di vista sociale e della sostenibilità ambientale. Attualmente i soci sono 316 (gli appezzamenti più grandi sono di due ettari); i prodotti sono certificati bio e Fairtrade; recentemente la cooperativa ha avviato una serie di iniziative sociali.

bio decalogo 10 buone ragioni per mangiare bio 1. l’agricoltura biologica salvaguarda e migliora la naturale fertilità della terra e la qualità delle acque superfi ciali e di falda; 2. la frutta biologica si può mangiare con la buccia, perché non è spruzzata con sostanze chimiche di sintesi, è buona di sapore e piace a grandi e piccini; 3. gli animali possono pascolare liberamente in campi biologici e non vengono sottoposti a trattamenti con antibiotici a scopo preventivo; 4. l’agricoltura biologica rifiuta gli organismi geneticamente modifi cati 5. i prodotti biologici sono ottenuti senza sostanze chimiche che inquinano l’ambiente; 6. l’agricoltura biologica ha cura sia della salute di chi coltiva la terra che di chi ne mangia i frutti;

7. l’impianto delle aziende biologiche aiuta a mantenere integro e armonioso il paesaggio rurale, contribuendo a rendere bello il nostro territorio; 8. l’agricoltura biologica dà un futuro all’agricoltura, perché restituisce alla terra i nutrienti che questa dona alle piante; 9. al posto delle sostanze chimiche di sintesi (fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, anticrittogamici ecc.) l’agricoltura biologica mette in campo il lavoro attento dell’uomo e tecniche innovative e sostenibili; 10. con le rotazioni, le consociazioni e l’assenza di trattamenti con sostanze chimiche di sintesi, l’agricoltura biologica arricchisce la biodiversità, sia dei preziosi microrganismi del suolo che di piante e animali, contribuendo a ricreare e mantenere l’equilibrio della natura.

Queste sono solo alcune delle aziende che fanno parte de “Le Terre di Ecor”: molte, infatti, se ne aggiungeranno nei prossimi mesi. Seguite il progetto sul sito ecor.it/leterrediecor, dove potrete trovare anche i video dedicati ai produttori.

Nelle foto della pagina precedente: Carmelo Mansueto, Cristiano e Roberta Scappini. In queste pagina il gruppo della San Michele e Rosalia Caimo Duc. 21


i progetti

Riscoprire sapori antichi salvaguardando la biodiversità e tutelando il nostro territorio: sono questi alcuni degli ingredienti che hanno portato alla creazione della linea “Alimenti Ritrovati” di Ecor. Il frutto di un progetto importante che ci permette di fare un viaggio nel tempo, alla scoperta di antiche varietà di cereali e legumi ormai quasi scomparse, e nello spazio, attraverso zone d’Italia tradizionalmente vocate alla coltivazione di determinate specie agricole. Un progetto che affonda le sue radici nella tradizione agricola del nostro territorio, reso possibile grazie all’impegno e alla tenacia 22

di contadini biologici che hanno scelto di coltivare varietà che, in passato, hanno caratterizzato il nostro territorio, ma che in seguito sono state abbandonate, a favore di varietà più produttive e più semplici da coltivare. Si tratta di specie antiche, ormai quasi sconosciute, sopravvissute nei ricordi di chi da bambino le ha assaggiate nei piatti preparati dalle nonne e di chi, da adulto, ha consapevolmente deciso di coltivarle in nome della biodiversità e della tutela ambientale. Sono i sapori di un tempo che ritornano sulle nostre tavole, permettendoci di sperimentare sapori nuovi, ma nel contempo antichi,

facendo rivivere le storie dei nostri bei territori agricoli. La cicerchia Originaria del Medio Oriente, era nota già ai tempi dei Romani che la chiamavano “cicercula”. Per molto tempo è stata considerata un legume povero che ha permesso ai contadini di sfamarsi quando non avevano a disposizione alimenti più ricchi. Stando alla testimonianza di alcuni importanti testi di gastronomia, è stata nobilitata nel corso del Rinascimento, fino ad arrivare anche sulle tavole dei ricchi per poi, però, scomparire.


Appartenente alla famiglia delle leguminose, è una pianta erbacea perenne, simile a quella dei ceci; è robusta, non necessita di particolari trattamenti, si adatta a crescere anche in condizioni molto difficili, su terreni poveri e aridi, e resiste anche alle basse temperature. La sua raccolta richiede però una grossa mole di lavoro perché deve essere effettuata manualmente; probabilmente è stata questa caratteristica a condannarla a un lungo oblio durato secoli. La roveja Conosciuta in Europa fin dalla preistoria, sembra che condivida con la cicerchia le origini mediorientali; progenitrice del pisello comune, ha in realtà una classificazione botanica incerta. Cresce spontaneamente lungo le scarpate e nei prati: per questo, insieme ad altri legumi poveri come lenticchie, cicerchie, fave, e a cereali come orzo e farro, è stata tra i protagonisti dell’alimentazione di pastori e contadini. Oggi è poco diffusa, ma un tempo era coltivata lungo tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, soprattutto nella zona dei monti Sibillini; grazie alla sua resistenza alle basse temperature, si adatta a crescere anche a quote elevate. I suoi steli tendono a coricarsi a terra e per questo la sua raccolta è faticosa e poco agevole e richiede un duro impegno fisico. Questa, probabilmente, è tra le ragioni che hanno portato, nel tempo, all’abbandono della sua coltivazione. Figlia di un bellissimo fiore, la roveja si presenta con sfumature colorate, rosse, verde scuro, marroni e grigie. Appena raccolta, in realtà, la sua colorazione tende solo alle diverse sfumature del verde, per poi diversificarsi con l’ossigenazione.

sul livello del mare, è un’Indicazione Geografica Protetta (IGP). Può essere utilizzata in brodo, per la preparazione di zuppe, o asciutta, per accompagnare cereali e verdure di stagione. Farro monococco in chicco e in farina Conosciuto anche come farro piccolo, insieme all’orzo è stato, probabilmente, tra le prime specie coltivate dall’uomo, migliaia di anni fa, nell’area della Mezzaluna Fertile (tra gli attuali Iran, Iraq e Turchia). Per molto tempo, è stato il cereale alla base della dieta delle popolazioni agricole, fino a quando, secolo dopo secolo, gli sono stati preferiti frumenti più produttivi e più facili da trebbiare. La sua pianta all’apparenza potrebbe apparire fragile e delicata, ma in realtà è robusta e tenace. Forse l’hanno fortificata i millenni di coltivazioni su terreni spesso difficili che l’hanno portata a crearsi delle autodifese naturali, rendendola resistente a malattie e stress ambientali. Ciò la rende sicuramente indicata per il metodo biologico, ma la sua resistenza alle basse temperature la rende adatta anche alla coltivazione in zone alto collinari o montane. Il farro monococco viene proposto sia in chicco che in farina per permettervi di utilizzarlo in numerose preparazioni culinarie. Farina e pasta di grano duro Timilia Il grano duro Timilia (conosciuto in dialetto siciliano anche come Tumminia) è un’antica varietà autoctona della Sicilia: il pane nero di Castelvetrano, tipicità dell’isola, viene preparato, ancora oggi, utilizzando la sua farina. Originariamen-

te coltivato come mezzo di sostentamento per le famiglie contadine, è stato a lungo considerato uno dei grani alla base dell’economia agricola siciliana: veniva infatti utilizzato anche come moneta di scambio. Si semina ai primi di gennaio, o anche prima nel caso di condizioni climatiche favorevoli, e si raccoglie verso la metà di luglio. La sua pianta, dall’apparato radicale molto robusto, ha una spiga allungata, un gambo resistente, ma sottile, che supera il mezzo metro di altezza e un piccolo seme di colore ambrato scuro. È una pianta forte, che compete bene con le erbe infestanti, alle quali non permette di crescere sotto di sé; tuttavia non ha una resa elevata e probabilmente per questo ne è stata abbandonata la coltivazione. Ritroviamo questo cereale tra le farine e la paste degli Alimenti Ritrovati. La farina, ottenuta da grano duro Timilia macinato a pietra, è ottima per l’autoproduzione di pasta e di pane a lievitazione naturale. La pasta, preparata con semola integrale di grano duro Timilia, è il frutto di un lento processo produttivo che prevede la trafi latura a bronzo dell’impasto e l’essiccazione a basse temperature; è disponibile in tre diversi formati, caserecce, busiate e fusilli.

semi liberi per contadini liberi e custodi dei loro semi

Lenticchia di Altamura Con il lino e la lana, è annoverata tra le tre L che, in passato, resero famosa la città di Altamura. Si tratta di una varietà gigante locale, di colore verde fieno, che ha rischiato di scomparire negli anni Settanta. Anche se, di norma, viene indicata come “buona” solo la lenticchia piccola, quella di Altamura nel 2011 è stata dichiarata, dal Gambero Rosso, la terza lenticchia più buona d’Italia. Si semina ai primi di gennaio e non ha una resa molto elevata (circa 10 quintali per ettaro): si tratta, infatti, di una pianta piuttosto delicata. Tradizionalmente, la lenticchia di Altamura viene mangiata da sola, magari con una bruschetta preparata utilizzando il pane di Altamura, altra specialità della zona, e arricchita con alloro e pomodorini. Ma ottimo è anche l’abbinamento con riso o farro, insaporiti da semi di sesamo o di girasole. Lenticchia di Castelluccio di Norcia Da sempre coltivata nei piani carsici attorno a Castelluccio di Norcia, ad altitudini che arrivano fino a 1400 metri 23


Grano duro integrale spezzato Biancolilla Il grano duro Biancolilla è un’altra antica varietà siciliana, riproposta attraverso il progetto Alimenti Ritrovati. Conosciuto anche come Bianculidda in dialetto siciliano, ha un’inconfondibile spiga bionda, alta e delicata, con fi lamenti dalle sfumature grigio/nere e chicchi dell’intenso colore dell’ambra. Per ottenere lo spezzato di grano duro integrale, che fa parte della linea, viene utilizzata la stessa macina impiegata per la macinatura a pietra delle farine; tale procedimento, però, viene effettuato in modo più leggero, così da spezzare il grano senza tuttavia ridurlo in farina. Per godere appieno del suo profumo e del

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suo gusto saporito, si consiglia di servirlo risottato. Farine: grano duro Russello, grano duro Percia Sacchi e grano tenero Maiorca Russello, Percia Sacchi e Maiorca sono tre antiche varietà di grano tipiche della tradizione siciliana. Presso il mulino a pietra naturale di Castelvetrano Selinunte, in provincia di Trapani, vengono macinati i grani utilizzati per le farine degli Alimenti Ritrovati preparate con questi cereali. Lì, il mastro mugnaio pratica ancora a mano la rabbigliatura, ovvero la manutenzione delle righe e dei canali, necessaria per mantenere affi late queste antiche macine. Dal grano duro Russello,

che si contraddistingue per l’alta spiga, si ottiene una farina utilizzata per molte preparazioni tradizionali della Sicilia e, in particolare, per pane e focacce. La farina di grano duro Percia Sacchi, il cui nome letteralmente significa “buca sacchi” a causa della particolarità delle sue spighe, viene utilizzata per preparare pasta e pane. Dal grano tenero Maiorca, infine, viene ricavata una farina indicata per dolci e biscotti, ma anche per pane, pizze e focacce.


Si tratta di specie antiche, ormai quasi sconosciute, sopravvissute nei ricordi di chi da bambino le ha assaggiate nei piatti preparati dalle nonne e di chi, da adulto, ha consapevolmente deciso di coltivarle in nome della biodiversità e della tutela ambientale

BN

Per vedere il video dedicato al progetto e per saperne di più visita il sito ecor.it/alimenti ritrovati

la ricetta

pane con grano duro di Sicilia

Ingredienti per una pagnotta da 1 Kg circa 500 g di semola di grano duro varietà a scelta (Russello o Percia Sacchi) 300 ml di acqua 150 g di pasta madre già rinfrescata due cucchiaini di sale Facoltativo a questo impasto potete aggiungere i vostri condimenti preferiti: dall’olio extravergine di oliva ai semi misti (di girasole, di papavero, di zucca, ecc.), fino alla frutta fresca e essiccata, a fiocchi o ai cereali soffiati Preparazione Sciogliete velocemente la pasta madre nell’acqua, poi cominciate ad aggiungere la farina, sempre impastando con le mani. Dopo aver utilizzato circa metà farina, aggiungete il sale, meglio se disciolto in un po’ d’acqua. Unite poi la restante metà della farina, lavorando a lungo l’impasto fino ad ottenere un composto liscio, elastico e omogeneo. Fate lievitare in una ciotola coperta da un canovaccio umido (o da una pellicola per alimenti bucherellata) per 4-5 ore a temperatura ambiente, finché il volume dell’impasto non sarà raddoppiato.

Trascorso questo tempo, rovesciatelo su un tagliere infarinato e formate una pagnotta, che trasferirete su una teglia rivestita con carta da forno. Coprite la pagnotta con un canovaccio, per evitare che si formi la crosta in superficie, e fate riposare per un’ora circa. Infornate poi in forno già caldo a 250 °C e cuocete per 10 minuti, abbassate poi la temperatura a 200 °C e continuate la cottura per altri 30-40 minuti circa. In questo modo avete ottenuto 1 kg di pane gustoso, in grado di mantenersi fresco per l’intera settimana.

Ricetta di Riccardo Astolfi www.pastamadre.net Foto di Sabrina Scicchitano

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i progetti

La filiera italiana

La trasparenza è uno dei valori in cui, da sempre, EcorNaturaSì crede fortemente: per questo, ha scelto di offrire a tutti coloro che ogni giorno scelgono i suoi prodotti sempre maggiori informazioni, dalla coltivazione delle materie prime alla loro trasformazione, fino alla tavola. È nata così la fi liera di Ecor, un progetto del gruppo EcorNaturaSì alimentato dal desiderio di condividere valori importanti quali l’importanza dell’agricoltura biologica e biodinamica, della cura del terreno per mantenerlo sempre sano e fertile, del lavoro agricolo equamente retribuito. Si tratta di un progetto articolato, fondato sull’attiva collaborazione tra aziende e agricoltori, che si ritrovano fianco a fianco sin dalla stesura di un programma pluriennale di semine e raccolti. Un lavoro a più mani che aiuta a promuovere la sostenibilità delle aziende agricole, garantisce il giusto compenso per il lavoro effettuato e contribuisce a tutelare il nostro patrimonio rurale e paesaggistico. Così come EcorNaturaSì, anche gli agricoltori che partecipano alla sua fi liera sono consapevoli che è ormai giunto il momento di cambiare il mondo agricolo, attraverso un forte impegno che salvaguardi la ricchezza del suolo e la biodiversità del territorio.

Di che “pasta” è fatto il nostro grano La pasta bianca e integrale, quella di grano duro Cappelli e la specialità di farro della fi liera italiana Ecor sono realizzate utilizzando cereali prodotti da aziende agricole italiane selezionate con cura e 26

scelte sulla base di due criteri fondamentali. Il primo, strettamente agronomico, ha condotto alla valorizzazione di realtà che, per tecniche e conoscenze, sono in grado di produrre un buon grano. Il secondo criterio, invece, ha guardato alle persone, privilegiando chi con EcorNaturaSì condivide l’impegno per la tutela della terra, per un biologico di qualità e per una gestione della propria impresa rispettosa del lavoro e delle persone. Ovvero chi, come EcorNaturaSì, crede in una “gestione sacra” della terra, che si esplica attraverso tecniche agricole che garantiscono la migliore vitalità del prodotto e mantengono fertili i terreni dove cresce. La materia prima proveniente dall’Italia centro settentrionale viene macinata presso il Mulino Grassi di Parma, una realtà fondata nel 1934 e gestita oggi da Silvio Grassi che spiega così il suo lavoro, la sua missione: “Trasformare un prodotto della terra, non ancora commestibile, in cibo per l’uomo”. Investimento nella ricerca, negli impianti produttivi e nell’organizzazione aziendale sono i punti di forza di questo mulino che dispone di impianti meccanici e pneumatici e attrezzatura a selezione ottica per la pulitura del grano: un’accurata pulitura, infatti, salvaguarda al meglio la qualità del chicco anche nelle fasi di stoccaggio che avviene all’interno di silos raffreddati ad aria. La velocità delle macchine di molitura viene regolata in base alla materia prima e allo sfarinato da ottenere per garantire la qualità del prodotto finito. La materia prima proveniente dal Sud Italia, invece, diventa semola in Puglia, presso il Molino De Vita: situato a Casalvecchio di Puglia, ai margini della pro-

vincia di Foggia, è un impianto moderno che lavora, però, con i tempi di una volta. Nicola De Vita racconta così il percorso nel suo mulino: “Il grano, scaricato e immesso nei nostri silo, in breve tempo viene portato a temperature e condizioni di umidità adeguate per la sua perfetta conservazione; lo raffreddiamo con aria che prendiamo dall’ambiente esterno e immettiamo nei silo al fine di non sottoporre il grano a shock termici. Tutto il processo è monitorato con attrezzature di ultima generazione, così da conoscere, in ogni momento, la situazione di ogni silo e garantire la tracciabilità del prodotto. Il grano viene poi macinato con la stessa fi losofia della delicatezza usata per il raffreddamento, in modo da non stressarlo eccessivamente nel processo tecnologico della macinazione. Le nostre macchine hanno un basso numero di giri che consente di evitare il surriscaldamento del prodotto, per conservare al meglio tutti i valori nutrizionali, ma anche le sensazioni e gli odori che la natura ci ha regalato con il grano. Vogliamo che tutto questo avvenga come una volta, anche se la tecnologia è importante per il controllo delle diverse fasi di lavorazione. Molti anni fa il grano era posto sulle aie, poi trebbiato e conservato nei magazzini; noi abbiamo voluto riprodurre questo metodo antico e naturale in una struttura moderna”. Una volta trasformati in semola, i grani e il farro diventano penne, fusilli e gli altri formati presso il pastificio Felicetti di Predazzo, in provincia di Trento, storico produttore della pasta biologica a marchio Ecor. Fondato nel lontano 1908, è una realtà storica che ha saputo rinnovarsi attraverso l’adozione di significative misure di riduzione del proprio impatto


ambientale: il 90% dell’energia viene prodotto utilizzando fonti pulite e rinnovabili (fotovoltaico e cogenerazione), le emissioni di CO2 vengono controbilanciate grazie ai suoi boschi in Val di Fiemme. Nel pastificio la semola viene impastata con l’acqua di montagna che sgorga da una sorgente nel cuore del Latemar; il semilavorato viene quindi modellato nei diversi formati, che passano poi alla fase dell’essiccazione.

Cereali, legumi e farine La fi liera italiana di Ecor comprende anche altri prodotti che dalla terra arrivano sulle nostre tavole attraverso il minuzioso controllo fin dalla semina. È il caso di orzo mondo Demeter, segale Demeter, farro perlato, grano tenero, farro dicocco perlato e decorticato Demeter (da settembre 2015) , fagioli cannellini, mais per pop corn, lenticchie piccole, lenticchie verdi, soia gialla, piselli spezzati, fagioli borlotti, grano saraceno, avena integrale in chicco e miglio decorticato. Ma fanno parte della fi liera italiana anche il semolato di grano duro Cappelli, la semola di grano duro, il semolino di riso, la crusca di grano tenero e la farina di miglio.

Per ulteriori informazioni sul progetto, visita il sito ecor.it/fi lieraitaliana

la ricetta

farfalle con scamorza e zucchine Ingredienti per 4-5 persone 300 g di farfalle integrali Ecor 4 zucchine piccole 1 scamorza 1 mazzetto di maggiorana fresca 2 cucchiai di olio extravergine di oliva 2 cucchiai di aceto balsamico 1 pizzico di pepe sale qb

a fettine e la scamorza a julienne. Condite con scamorza e zucchine la pasta preparata in precedenza, aggiungete le foglie di maggiorana fresca e guarnite con un’emulsione di aceto

balsamico, olio extravergine di oliva, sale e pepe a piacere. Servite fredda. Ricetta e foto di Benedetta Marchi www.fashionflavors.it

Procedimento Fate cuocere la pasta al dente, scolatela, passatela sotto l’acqua fredda e versatela in una terrina capiente. Aggiungete un filo di olio extravergine di oliva, mescolate e mettetela da parte. Tagliate le zucchine a fettine di circa 5 mm di spessore, e fatele cuocere sulla griglia da entrambi i lati. Tagliate ulteriormente le zucchine

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i progetti

Seminare il futuro: è il seme l’origine della vita È dall’incontro del seme con la fertilità del terreno che si genera una nuova piantina la quale, lentamente, cresce, traendo il suo nutrimento dalla terra che la ospita. Il gesto concreto della semina, gioioso, ma nello stesso tempo profondo, porta dunque in sé tutto il mistero di una nuova vita che nasce e infonde a chi lo compie una sincera emozione, che coinvolge ogni anno tutte le persone che prendono parte a Seminare il futuro. “Serve un’agricoltura più responsabile. Più naturale, meno chimica. Ecco perché occorre diffondere coltivazioni

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ecosostenibili e biodinamiche. Il futuro? Un sano ritorno alla terra, come passaporto per la nostra salute e per quella dei nostri figli. È ora che i consumatori conoscano ciò che mangiano, il contrario di ciò che cercano le multinazionali, che moltiplicano i loro business anche grazie alla disinformazione”. Queste le parole con cui Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI e fondatrice dell’azienda agricola biodinamica Cascine Orsine, lo scorso anno ha accolto i molti partecipanti che vi si sono radunati per prendere parte a Seminare il futuro. Nata in

Svizzera nel 2006, Seminare il futuro è un’iniziativa di semina collettiva che si pone l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, sottolineando l’importanza della sovranità alimentare locale e la consapevolezza che i semi biologici e biodinamici rappresentano una vera opportunità. Dalla Svizzera, di anno in anno è stata abbracciata da numerosi Paesi. In Italia è arrivata nel 2011, su iniziativa di EcorNaturaSì: nel nostro Paese coinvolge ormai decine di aziende agricole biologiche e biodinamiche, da nord a sud, isole comprese, e migliaia di persone che ogni anno si danno appuntamento per rinnovare l’atto della semina con l’antico metodo a spaglio, cioè con le mani. Rappresenta un’esperienza unica, e molto sentita, di entrare in contatto con la terra che, grazie al suo nutrimento, permette al seme di generare una nuova vita; inoltre, offre ai consumatori la possibilità di conoscere gli agricoltori che tutti i giorni, con fatica, amore e passione coltivano i campi, e agli agricoltori la possibilità di conoscere i loro consumatori.

Unire il cuore alla terra L’evento si svolge contemporaneamente in diverse aziende agricole biologiche e biodinamiche e offre a ciascun partecipante l’occasione di compiere il gesto della semina, nello stesso tempo simbolico e concreto perché in grado di unire


il cuore alla terra. Questo è ciò che si evince anche dalle parole dell’agricoltore biodinamico Peter Kunz che, insieme a Ueli Hurter, selezionatore di cereali biologici, ha fondato e ideato Seminare il futuro: “Noi siamo tra il cielo e la terra, tra questi dobbiamo creare la comunicazione; l’atto della semina inizia da un gesto del braccio, che parte fisicamente con la mano vicino al cuore. Questa semina è l’origine di quello che poi per noi sarà il nutrimento, sarà il pane. Non è una cosa banale, ma un gesto importante che va al cuore dell’uomo”. La semina garantisce la sopravvivenza sulla terra; di generazione in generazione, l’uomo ha compiuto questo gesto scambiando i semi con altri coltivatori. Oggi, però, non è più così: la produzione delle sementi è nelle mani di poche grandi imprese che decidono cosa produrre, condizionando le nostre scelte alimentari e riducendo in un angolo i piccoli coltivatori. Seminare il futuro diventa così un’iniziativa importante anche per il ruolo di tutela delle piccole realtà agricole che rischiano di essere schiacciate dal mercato globale. Continua Peter Kunz: “La responsabilità che ci prendiamo verso la terra e il seme è il nostro modo di dire no alle multinazionali. Seminare il futuro è dunque un’iniziativa importante anche dal punto di vista sociale; è un modo per contribuire alla tutela di tutte le piccole realtà agricole che ogni giorno si scontrano con la realtà di una produzione delle sementi concentrata nelle mani di poche grandi imprese che, decidendo cosa produrre, finiscono col condizionare le nostre scelte alimentari. Attraverso eventi come questo viene sancita l’importanza della sovranità alimentare locale e la consapevolezza che i semi biologici costituiscono la più valida alternativa agli OGM. Tutte le sementi impiegate nella nostra semina sono biologiche e biodinamiche, provenienti da un processo di selezione che mira a ottenere piante sane, robuste e riseminabili, rinunciando all’uso di ibridi e alla manipolazione genetica”. Tra gli obiettivi di Seminare il futuro vi è dunque certamente quello di promuovere un’agricoltura libera dagli OGM. Ma cosa sono gli OGM? Gli organismi geneticamente modificati, o “transgenici”, sono esseri viventi il cui patrimonio genetico è stato cambiato, eliminando o aggiungendo, con tecniche di manipolazione genetica, geni provenienti da specie diverse. Le piante OGM più coltivate in alcuni Paesi del mondo, sono soia, mais, colza e cotone, per lo più destinate all’alimentazione animale, al biodiesel e alla creazione di tessuti. I geni inseriti artificialmente nel loro patrimonio genetico sono per ora di due tipi: uno rende la pianta resistente a un determinato diserbante, obbligando quindi ad utilizzarne in quantità sempre maggiori che vengono così immesse nell’ambiente,

Domenica 11 ottobre 2015: torna Seminare il futuro

mentre l’altro la induce a sviluppare una tossina nociva ad alcune specie di insetti. In Italia (e in quasi tutta l’Unione europea) è vietata la coltivazione di OGM. La quasi totalità della soia e del mais importati per produrre i mangimi (non quelli biologici) è OGM o contaminata da OGM. Si tratta di organismi viventi che possono riprodursi e disperdersi nell’ambiente: la sola misura efficace per contrastarli è prevenire la loro diffusione. Per questo, in agricoltura biologica non si usano affatto. Il regolamento europeo sull’agricoltura biologica (n. 834/2007) è chiaro nella valutazione: “Gli organismi geneticamente modificati e i prodotti derivati o ottenuti da OGM sono incompatibili con il concetto di produzione biologica e con la percezione che i consumatori hanno dei prodotti biologici”. Per questo motivo, “è vietato l’uso di OGM nella produzione biologica”. Questa contrarietà è ribadita da Seminare il futuro, un’iniziativa che ha ormai assunto le dimensioni di un movimento d’opinione per un avvenire senza OGM.

Per ulteriori informazioni, sulle modalità di partecipazione visita il sito www.seminareilfuturo.it

Noi siamo tra il cielo e la terra, tra questi dobbiamo creare la comunicazione; l’atto della semina inizia da un gesto del braccio, che parte fisicamente con la mano vicino al cuore. Questa semina è l’origine di quello che poi per noi sarà il nutrimento, sarà il pane. Non è una cosa banale, ma un gesto importante che va al cuore dell’uomo

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Sativa

Bioverita e ProSpecieRara: per accrescere la biodiversità nel biologico La sede di Sativa è presso l’antico monastero di Rheinau, in Svizzera, a pochi passi da Schaffhausen e dalle maestose cascate del Reno: fondata nel 1998, ma erede di esperienze risalenti agli anni ’60, è un’azienda che lavora sulla selezione di sementi per l’agricoltura biodinamica. Il suo principale obiettivo è sempre stato quello di garantire semi non OGM adatti per l’agricoltura biologica e biodinamica, attraverso il diretto coinvolgimento di agricoltori, hobbisti e consumatori. A Rheinau vengono create nuove varietà non ibride di ortaggi specificamente adatte per l’agricoltura biologica, 30

mantenendo un vero e proprio dialogo tra la pianta e il suo ambiente. Produzione propria di sementi bio e biodinamiche Nel suo lavoro Sativa unisce passione e competenza, producendo direttamente i semi nella tenuta di Rheinau, ma anche, e soprattutto, attraverso una rete di piccoli produttori certificati biologici e Demeter, più della metà dei quali in Italia. I tecnici di Sativa forniscono assistenza qualificata ai vari produttori e garantiscono il controllo di ogni coltivazione. Nella primavera 2014 è iniziato un nuovo progetto

di produzione in collaborazione con EcorNaturaSì e con l’azienda biodinamica Di Vaira; Sativa produce semi biodinamici direttamente sulle terre della Di Vaira e su terreni vicini di altre aziende biologiche e biodinamiche. L’importanza della selezione di nuove varietà per l’agricoltura biologica: il marchio Bioverita L’agricoltura biologica richiede varietà specifiche e indipendenti dall’industria sementiera convenzionale, che si sono specializzate in sementi ad alta resa, ma che richiedono un massiccio ricorso alle


grano e orticole sia scomparso dall’inizio del Novecento. Attualmente 20 specie vegetali nel mondo forniscono più del 95% delle calorie (solo tre – grano, mais e riso – il 50%). Oltre ai semi contraddistinti dal marchio Bioverita, Sativa produce anche sementi di varietà antiche. Le varietà del passato rappresentano un bene culturale prezioso, non solo perché offrono un ricco patrimonio di colori, forme e sapori, ma perché sono la base per le varietà future. Per questo Sativa, in collaborazione con la fondazione svizzera ProSpecieRara, che dà il suo nome alla linea, si impegna per il loro mantenimento. A breve, questo progetto sarà collegato anche con il progetto Alimenti Ritrovati di Ecor (cui è dedicato l’articolo di pagina 22).

sostanze chimiche di sintesi per la fertilizzazione e la difesa, quindi non adatte a una produzione ecosostenibile. Oggi per molte specie l’agricoltura biologica dipende ancora da varietà ibride sviluppate dall’industria sementiera per un’agricoltura molto “spinta”. Le varietà ibride garantiscono uniformità e rendimento, e possono diventare una scelta obbligata per la sostenibilità economica dell’azienda agricola. Ma le varietà ibride non sono riproducibili (l’agricoltore deve riacquistare il seme ogni anno) e sono in mano a poche grandi imprese sementiere, magari le stesse che sviluppano OGM. L’evoluzione della genetica vegetale diventa sempre piu rapida: gli ibridi di nuova generazione (maschiosterilità) mostrano che, in futuro, il confine con gli OGM diventerà sempre più sottile, con l’arrivo crescente sul mercato di varietà brevettate e sterili. In questo contesto un lavoro di selezione biologica come fonte di nuova biodiversità diventa fondamentale: da essa dipende la qualità del seme e della piantina che da esso si svilupperà. Un alimento sano e gustoso può nascere solo da una fonte genetica altrettanto sana e vitale. Tramite la selezione è possibile individuare varietà sane e adatte alla coltivazione con il metodo biologico, mantenere e accrescere la biodiversità e fornire prodotti dal gusto più intenso. La selezione viene effettuata sulla base di più fattori: il gusto del prodotto, l’armonia nella crescita e nella forma della pianta, la sua salute, la sua robustezza e la sua naturale capacità di resistere alle malattie. Le nuove varietà create portano il marchio di Bioverita, associazione che vede a fianco di Sativa numerosi selezionatori, produttori e commercianti specializzati del biologico fra i quali EcorNaturaSì. La collaborazione con EcorNaturaSì La collaborazione di EcorNaturaSì con Sativa si articola in un progetto di ricerca

Questa «selezione partecipativa» costituisce la parte più originale e coinvolgente del lavoro di Sativa, una collaborazione trasparente e solidale fra genetisti e agricoltori

Sementi anche per hobbisti Sativa ha scelto di rendere disponibili i frutti di questo lavoro di selezione anche agli appassionati che si dedicano all’orto di casa, proponendo bustine di semi identici a quelli destinati ai professionisti. Tra queste ci sono nuove varietà contraddistinte dal logo Bioverita, selezionate fin dall’inizio secondo il metodo biodinamico, basandosi su criteri non solo agronomici (rendimento e uniformità), ma anche su gusto e armonia della pianta.

Bioverita per lo sviluppo di varietà biologiche non ibride per il territorio italiano che esaltano qualità e gusto, incrementando anche la biodiversità e la ricchezza varietale. Numerose prove colturali sono state effettuate presso diversi produttori italiani. Oltre a nuove varietà di carota, in fase finale di selezione, EcorNaturaSì ha affidato a Sativa il compito di lavorare sulla selezione di nuove varietà di broccolo, finocchio e zucchina. Da tre anni nella Fattoria Di Vaira (a Petacciato, in Molise), durante ogni campagna (autunnoinverno) vengono selezionate le migliori piante di linee-popolazione nate dagli incroci effettuati nel centro di ricerca in Svizzera. Questa «selezione partecipativa» costituisce la parte più originale e coinvolgente del lavoro di Sativa, una collaborazione trasparente e solidale fra genetisti e agricoltori per ottenere piante sane, robuste e riproducibili. Recupero di varietà antiche e rare: il marchio ProSpecieRara I semi sono un patrimonio dell’umanità che dev’essere protetto e valorizzato. Gli ibridi hanno ridotto il peso di molte antiche varietà locali perfettamente adattate agli specifici territori. La perdita della biodiversità coltivata è stata drammatica nel corso del ventesimo secolo: si stima che il 98% delle varietà di

Le nuove varietà selezionate in biologico portano il marchio Bioverita, i cui punti cardinali sono: • varietà sane e robuste, adatte alle condizioni dell’agricoltura bio; • varietà gustose e saporite; • varietà di rendimento buono e stabile; • varietà riproducibili (non ibride); • sviluppo della biodiversità e ricchezza varietale.

ProSpecieRara Le antiche varietà ritrovate per il biologico portano il marchio ProSpecieRara che sta per: • salvaguardia e mantenimento della biodiversità coltivata; • varietà con spiccate qualità di forme, colori e sapori; • varietà a impollinazione aperta (non ibride); • varietà antiche come fonte della biodiversità futura; • varietà antiche riproposte nella filiera biologica dal produttore al consumatore.

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i progetti

Fai la formica e non la cicala. Prenditi cura oggi per ciò che ti servirà domani. Sostieni il lavoro di un agricoltore biologico. Scopri come su

adottaunazolla.bio In Italia la superficie agricola utilizzata si estende per 12.856.000 ettari (Fonte INEA 2013 su dati del 2012). Distribuendola sulla nostra popolazione di 59,7 milioni di persone, ciascuno di noi ha quindi a disposizione all’incirca 2000 m2 di terreno: sono quelli che ci danno il nostro cibo e che devono essere mantenuti e salvaguardati nella loro fertilità. Tutti noi ne siamo responsabili, ma deleghiamo questa funzione agli agricoltori i quali, prima ancora di raccogliere i frutti, e di sapere come andrà il raccolto, devono anticipare il denaro per permettere al cibo di arrivare nei negozi e quindi sulle nostre tavole. È da queste considerazioni che è nata l’iniziativa “Adotta una zolla”, della quale è partita da poco la nuova edizione; un’iniziativa simbolica per sostenere in modo concreto il lavoro dell’agricoltore seguendo il ritmo della natura e della terra che ogni giorno ci nutre, attraverso i suoi frutti. «Noi siamo abituati a trovare il pane e altri alimenti nei negozi e poi sulla tavola. Non ci poniamo il problema di quello che è successo prima» spiega Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì. «Ma se troviamo questi prodotti in negozio, significa che qualcuno ha provveduto a lavorare il terreno, a seminare, a togliere le infestanti, ha dovuto antici32

pare del lavoro e del denaro. Attraverso questa iniziativa vogliamo coinvolgere i consumatori a dire “bene, siccome quel pane mi riguarda, contribuisco con un gesto simbolico alle spese di produzione che l’agricoltore deve sostenere. In questo modo, tutti noi possiamo diventare custodi della terra”». Come partecipare ad “Adotta una zolla”? Sul sito adottaunazolla.bio è possibile scegliere tra 9 aziende agricole biologiche e biodinamiche, aderenti al progetto Le Terre di Ecor e produttrici di ortofrutta. Rispetto alla prime edizione, l’edizione 2015 di “Adotta una zolla” prevede due modalità di adozione: una della durata di 3 mesi, versando una quota di partecipazione di 50€, e un’altra della durata di 12 mesi, con una partecipazione di 200€. La persona che ha adottato riceverà dei buoni spesa di pari importo da spendere in un punto vendita scelto tra quelli elencati sul sito. Però, così come l’agricoltore attende il tempo del raccolto con pazienza e costanza, allo stesso modo l’adottante potrà utilizzare i buoni solo dopo 3 mesi dalla loro emissione. L’adozione è riservata solo ai residenti in Italia.

Come mai è richiesto un contributo proprio di 50 € per l’adozione di ciascuna zolla? Sì è ipotizzato che il costo di produzione di un ettaro (10.000 m2) di grano è di 1000 euro; dunque, per adottare uno spazio pro-capite di 2000 m2 sarebbe necessario “sostenere” l’agricoltore anticipando 200 €. Per allargare la partecipazione all’iniziativa, si è deciso di permettere l’adozione di una zolla corrispondente a 500 m2, un quarto dello spazio procapite, con un costo di adozione di 50 € per ciascuna zolla. Questa zolla rappresenta un’unità di misura simbolica. I suoi 500 m2 darebbero 150/200 kg di grano necessari per produrre una quantità di pane sufficiente al nutrimento di una persona per un anno. Il diario del campo In questa sezione, disponibile sul sito adottaunazolla.bio, saranno a disposizione contenuti speciali dedicati al biologico e al biodinamico per conoscere cosa avviene in campo.

Per ulteriori informazioni e per prendere visione del regolamento completo, visita il sito adottaunazolla.bio


Come viene calcolata una zolla?

12.856.000 ettari

59.7 milioni di persone

(SAU Superficie Agricola Utilizzata)

(Popolazione italiana)

Noi siamo abituati a trovare il pane e altri alimenti nei negozi e poi sulla tavola. Non ci poniamo il problema di quello che è successo prima

0,215 ettari=2.150m² SAU/procapite

Edizione 2015*

8.600€ Quota che una persona dovrebbe spendere per acquistare la propria quota di terreno (40.000€/ettaro valore fondiario medio)

Quali sono le aziende agricole nelle quali è possibile adottare una zolla? Si tratta di aziende agricole dislocate in diverse zone della nostra penisola: • azienda agricola Simmarano di Montescaglioso (Matera); • azienda agricola Fattoria di Vaira di Petacciato (Campobasso) • azienda agricola Borgato Luciano di Saonara (Padova)

Prima edizione

dal 12 ottobre 2014 al 12 gennaio 2015

Com’è andata?

• azienda agricola Ambiente Naturale di Gambara (Brescia) • azienda agricola Ca’ Magre di Isola della Scala (Verona) • azienda agricola Filogea di Viterbo • azienda agricola Salvatore Ferrandes di Latina • azienda agricola Daniele Perina di Buttapietra (Verona)

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Aziende agricole

biologiche e biodinamiche

497 Persone coinvolte

564

Zolle adottate

• società agricola biodinamica San Michele di Conegliano (Treviso)

*al momento della stampa, in via definizione

282mila m² terreni coltivati

Partecipa anche tu alla seconda edizione! adottaunazolla.bio 33


EcorNaturaSì

un impegno per tutti EcorNaturaSì è una comunità di lavoro che opera nel mercato del biologico per migliorare la salute dell’Uomo, della Terra e della Società nella quale viviamo, attraverso la qualità

dei propri prodotti e del proprio operato economico e culturale. L’azienda vuole creare una filiera produttiva e distributiva trasparente e consapevole, che mira alla salute economica e sociale,

non solo propria, ma anche dei consumatori, dei negozi e dei fornitori, altrettanto importanti, con un’attenzione particolare al sostegno dei produttori agricoli.

la nostra mission prodotti ed ambiente

consumatori

futuro

I prodotti distribuiti dalla nostra azienda devono contribuire a migliorare la salute dell’uomo, della terra e dell’ambiente nel quale viviamo.

Consideriamo e rispettiamo i consumatori come individui che cercano i nostri prodotti per la loro salute e la salute dei loro cari.

Vogliamo contribuire con i nostri ideali e il nostro operato alla realizzazione di un futuro dove l’Uomo è consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità nella relazione con gli altri uomini e nella cura verso la Terra e verso tutti gli esseri della Natura.

cultura sviluppo del mercato Vogliamo far crescere il mercato dei prodotti biologici, in particolare attraverso i negozi specializzati, per condurre il mercato da una condizione di anonimato a una condizione di relazione trasparente e consapevole tra tutti coloro che ne sono partecipi.

clienti e fornitori Con i nostri clienti e i nostri fornitori miriamo a creare relazioni trasparenti e durature nel tempo. La loro salute economica e sociale dev’essere da noi considerata e curata quanto meno al pari della nostra.

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La cultura della sana alimentazione e della cura della terra e della natura fa parte della nostra missione economica e sociale. Vogliamo trasmetterla ai nostri collaboratori, clienti, fornitori, consumatori e alla società nella quale operiamo.

economia e società Riteniamo che l’economia debba contribuire a un sano sviluppo dell’intera comunità sociale creando le condizioni di una rispettosa ed equa relazione tra gli individui e le condizioni per una loro crescita individuale.

collaboratori I nostri collaboratori sono persone che vivono una parte importante della loro vita svolgendo una funzione specifica all’interno della nostra azienda. L’esperienza di lavoro deve essere per ogni collaboratore l’occasione per un miglioramento personale e di relazione.

capi Nell’azienda deve esserci una ripartizione dei compiti, delle mansioni e conseguentemente delle responsabilità. Fare crescere professionalmente e socialmente i propri collaboratori dovrebbe essere il compito primario di ogni responsabile.


LUCIANO BORGATO

Rosalia Caimo Duc

TERRE DI LOMELLINA

Alexius Terzer

OSIRIS

Gli agricoltori delle Terre di Ecor. Persone autentiche. Lavorano con impegno per garantirti la bontà e la qualità del cibo, senza sfruttare ed impoverire la terra. Perché la sua fertilità è vita e nutrimento per tutti. Scopri le loro storie e i loro prodotti. Condividi i loro valori.

#perunaterrafertile

ecor.it 35


Grazie agli agricoltori biologici e biodinamici che, con il loro lavoro, mantengono viva e fertile la terra.

Grazie ai fornitori e ai produttori che trasformano le materie prime biologiche e biodinamiche in buon cibo quotidiano. Grazie ai clienti dei nostri negozi che ogni giorno, con le loro scelte, sostengono l’agricoltura biologica e biodinamica.

Grazie

ai negozianti che ogni mattina aprono i loro negozi e mettono a disposizione di tutti esperienza e professionalità.

Grazie

ai nostri partner che hanno collaborato con noi per la realizzazione di questo evento.

Grazie alle persone della nostra e impegno ne rendono possibile l’evoluzione.

azienda che con passione

Scegliere un negozio NaturaSì, significa essere certi di acquistare cibi biologici e biodinamici, selezionati e certificati. Ma vuol dire anche avere a cuore la salute della terra ed il rispetto delle risorse naturali. Una scelta sicura e positiva, che puoi fare in tutti i NaturaSì d’Italia. Vieni a trovarci!


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