Approfondimenti
Smart Working & Facility Management Negli ultimi venti anni, forte delle innovazioni tecnologiche, il mondo del lavoro ha subito una forte impennata verso una dimensione di flessibilità e maggiore adattabilità, con lo scopo di conciliare la vita lavorativa e quella privata, raggiungendo così la frontiera dello “smart working”. Il lavoro subordinato acquisisce così un’accezione sempre più “autonoma”, andando a rendere più sottile la differenza con il lavoro autonomo propriamente detto. Basandosi su un rinato rapporto di fiducia tra datore di lavoro e subordinato, ha lo scopo di rendere le attività più produttive tramite la combinazione di flessibilità, autonomia e cooperazione, parallelamente all’ottimizzazione degli strumenti e degli ambienti di lavoro. Durante l’ultimo anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, molte aziende italiane si sono dovute adattare alla condizione di lockdown e chiusura totale, abbracciando all’improvviso una tipologia di lavoro più flessibile, chiamata impropriamente smart working. Tale classificazione è molto più simile a quella del “telelavoro”, che segue i ritmi del classico lavoro in sede e ha ben poco di smart. Smart Working & Facility Management Over the last 20 years, thanks to innovations in technology, the world of work has experienced a major shift towards a dimension of flexibility and greater adaptability, with the goal of achieving a balance between work and personal life, thus reaching the frontier of “smart working”. Being a company employee therefore takes on a more “independent” sense, making the distinction between employed and self-employed even more subtle. Based on a rekindled relationship of trust between employer and employee, it aims to make activities more productive by combining flexibility, autonomy and cooperation, alongside optimising tools and working environments. During the last year, the ongoing health emergency has forced many Italian companies to adapt to lockdowns and a complete shutdown. They have suddenly had to embrace a more flexible approach to work, which is incorrectly referred to as smart working. Such way of working is much closer to that of “teleworking”, which replicates work in the office at home and has little to do with the smart concept.
Daniele Sciullo*
Lo Smart Working: stato dell’arte Benché all’estero se ne parlasse già dalla prima metà degli anni 2000, il concetto di “smart working” (o “lavoro agile”, così come definito dalla L. 81/2017) è entrato con forza nel vocabolario di tutti gli italiani con l’avvento del Covid e con le prime avvisaglie di chiusura generale a causa della pandemia. Sarebbe però opportuno specificare che l’utilizzo che si fa in Italia dell’espressione “smart working” è decisamente improprio.
14
FMI Facility Management Italia n.40/2021
La tipologia di lavoro proposta dalla maggior parte delle società italiane è quella del “lavoro da remoto” o “telelavoro”, che segue i ritmi del classico lavoro in sede e ha ben poco di smart o agile. Il concetto fondamentale del lavoro agile, così come inteso dalla succitata legge, è che l’accordo tra le parti non è più legato a vincoli orari e di luogo, ma solamente alla fiducia tra committente e lavoratore, che sarà così libero di definire le modalità di lavoro basandosi semplicemente sul raggiungimento dei suoi risultati. Un approccio decisamente innovativo