TERZA PAGINA RAPPORTO OCSE
Superbatteri, uno “tsunami” da arginare al più presto dalla redazione
20 settembre 2019
Un’interessante (e allarmante) pubblicazione OCSE lancia la sfida alla proliferazione di super-batteri in grado di provocare infezioni molto pericolose. La resistenza antimicrobica è un problema ampio e crescente con il potenziale di enormi conseguenze per la salute e l’economia, a livello globale, ed è diventata una questione centrale ai primi posti nell’agenda della salute pubblica a livello planetario. E l’Italia non fa certo eccezione. Si chiama “Stemming the superbugs tide. Just a few dollars more” la recente pubblicazione promossa da OCSE sul problema, ormai di livello planetario, dei “superbatteri”. Non è affatto un caso che nel titolo venga utilizza-
to il termine “tide”, vale a dire marea, liberamente traducibile con tsunami. Secondo gli osservatori i tassi di resistenza antimicrobica (AMR), già elevatissimi, sono destinati infatti a crescere ulteriormente, in particolare per quanto concerne gli antibiotici di seconda e terza linea.
Quasi 2 milioni e mezzo di morti nei paesi avanzati
Tanto che, se non verrà intrapresa alcuna azione efficace, si prevede che ciò produrrà un significativo onere sanitario ed economico nei paesi OCSE e UE28. Questo onere può essere affrontato attuando iniziative efficaci di sanità pubblica. Questo rapporto esamina le politiche attualmente in vigore nei paesi ad alto reddito e identifica una serie di migliori acquisti per affrontare la resistenza antimicrobica che, se aumentata a livello nazionale, fornirebbe uno strumento economico ed efficace in termini di costi nella lotta contro la resistenza antimicrobica.
Numeri inquietanti
Venendo ai numeri (davvero drammatici), si stima che le infezioni da super-batteri potrebbero provocare circa 2,4 milioni di morti in Europa, Nord America e Australia tra il 2015 e il 2050 se non saranno intensificati gli sforzi per arginare la diffusione della resistenza agli antibiotici. Tuttavia, in tre casi su quattro tali decessi potrebbero essere evitati spendendo appena 2 dollari USA pro capite per attuare misure semplici quali il lavaggio delle mani e una prescrizione più prudente di antibiotici. Un investimento a breve termine volto a contenere la
forte diffusione dei batteri resistenti consentirebbe di salvare vite umane e risparmiare denaro nel lungo periodo.
Una delle peggiori minacce per la medicina moderna
Questa minaccia, una delle maggiori per la medicina moderna, potrebbe essere contrastata sferrando un attacco alla resistenza antimicrobica incentrato su cinque assi: miglioramento delle condizioni igieniche; abbandono delle prassi di prescrizione eccessiva di antibiotici; somministrazione di test diagnostici rapidi per determinare la natura virale o batterica delle infezioni nei pazienti; ritardo della prescrizione di antibiotici; organizzazione di campagne sui media. Un pacchetto di politiche volte a favorire l’igiene nelle strutture ospedaliere e ridurre la prescrizione eccessiva di antibiotici, comprendente programmi di gestione (stewardship) antimicrobica, campagne sui media e utilizzo di test clinici in medicina generale per accertare la natura batterica o virale di un’infezione potrebbe consentire di salvare fino a 1,6 milioni di vite umane entro il 2050 nei 33 Paesi inclusi nell’analisi OCSE. L’investimento in queste politiche si ripagherebbe da solo entro un anno e permetterebbe al termine di ottenere un risparmio annuo di 4,8 miliardi di dollari.
La sfida dell’aumento della resistenza
I governi sono dunque chiamati a fornire una risposta maggiormente incisiva a questa minaccia, in un contesto in cui i neonati e gli anziani costituiscono i soggetti più a rischio. Anche