GESTIONE INCIDENTI IN HORECA
Infortuni nell’horeca, l’insidia è dietro l’angolo di Umberto Marchi
22 FEBBRAIO 2020
Cadute, tagli, scivolamenti, contusioni, ustioni, sostanze caustiche e inalazioni improprie: anche se non ci si pensa, è lunga la lista di potenziali infortuni che possono interessare chi pulisce nell’horeca. Si tratta di luoghi di lavoro apparentemente tra i più sicuri, ma in realtà pieni di insidie più o meno nascoste. E si sa, il diavolo fa le pentole ma non... Sul lavoro, lo sappiamo bene, la sicurezza è un valore non negoziabile, a cui tutti i datori dovrebbero riservare un’attenzione particolare. A volte però non è sempre così, e vuoi per superficialità, vuoi per imprudenza o disattenzione, gli infortuni si verificano eccome, spesso con conseguenze drammatiche.
Anche l’horeca è un contesto “a rischio”
Anche nella ristorazione e, più in generale, nell’horeca, il rischio è sempre in agguato: infatti, sebbene apparentemente si tratti di ambienti di lavoro sicuri, la presenza di particolari attrezzature e prodotti chimici, la temperatura di alcuni oggetti, sostanze o componenti, la frequente necessità di lavorare in altezza e la particolare tipologia di attività svolte rendono potenzialmente pericoloso il lavoro di chi pulisce.
Un archivio ricchissimo
Per rendersene conto è sufficiente dare un’occhiata all’archivio di Informo, il sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi sul lavoro, al-
la cui realizzazione hanno collaborato i principali soggetti istituzionalmente preposti alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, come il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso gli Assessorati regionali alla sanità e i Dipartimenti di prevenzione delle Asl, l’Ispesl, l’Inail, con il contributo delle Parti Sociali. Il sistema rappresenta ad oggi, forse, il migliore strumento per l’analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Esempi concreti
Ma entriamo nel vivo e cerchiamo di analizzare alcuni esempi malauguratamente concreti… come quello del cameriere che ha perso la vista (e non è un’esagerazione, ahinoi) durante le operazioni di pulizia e disostruzione del lavandino del banco bar con soda caustica concentrata in acqua bollente: una bolla d’aria formatasi nelle tubature ha
purtroppo provocato un reflusso di soluzione caustica che è schizzato negli occhi del malcapitato. Portato al pronto soccorso, e ricoverato in un reparto oculistico ospedaliero, il lavoratore ha perso l’uso della vista a causa di ustioni alcaline, ha sviluppato una gravissima crisi depressiva ed è morto pochi mesi dopo per carcinoma al colon.
Le disastrose conseguenze della superficialità
La scheda Informo pone l’accento sul fatto che il lavoratore non fosse stato formato/informato, e soprattutto non indossasse adeguati dpi: non indossava occhiali di sicurezza o schermo facciale; pulizia lavandino con soda caustica non corretta. Ma sarebbe stato ancor meglio, diciamo noi, avvalersi, per questo tipo di interventi, di personale manutentore o pulitore specializzato, come quello messo a disposizione da imprese del settore. Rivolgersi a pro-