GSA 2/2019

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RISTORANTE D’ALBERGO GESTIONE

Ristorante dell’albergo, parola d’ordine: de-alberghizzare di Umberto Marchi

Per Mauro Santinato, presidente di Teamwork, c’è un solo modo di uscire dalla crisi che attanaglia il “food and beverage” di molti hotel: uscire dalle logiche obsolete, rinnovarsi, osare. Trasformare bar e ristoranti dell’albergo da centri di spesa a centri di ricavo. In una parola: de-alberghizzarli. Ve le ricordate quelle vecchie vacanze di un tempo in pensione completa nell’albergo in riva al mare? Pranzo e cena inclusi, e ogni sera a mettere la crocetta sui piatti che volevi mangiare

il giorno dopo? Anni ruggenti di un’ospitalità rustica e ruspante, a loro modo affascinanti.

Cambiano i tempi

Ebbene, scordatevi tutto questo. Il motivo? I tempi sono cambiati, gli ospiti “non sono più quelli di una volta”, il ristorante dell’albergo deve smettere di essere semplicemente “il ristorante dell’albergo”. Letteralmente de-alberghizzarsi, come amano dire dalle parti di Teamwork prendendo spunto da un’espressione cara alla matematica statunitense Grace Hopper: “Bisogna avere il coraggio di scrollarsi di dosso la polvere dei vecchi schemi ac-

quisiti, per andare incontro all’innovazione e affacciarsi su nuovi scenari”, spiega Mauro Santinato, presidente dell’attivissima società di consulenza alberghiera.

Uscire dagli schemi

Ma che cosa significa in concreto? “Partiamo dall’inizio: quello del ristorante è vissuto, dall’albergatore medio, sempre più come un problema e sempre meno come un’opportunità. Sono tantissimi, ormai, gli albergatori che incontro e che si lamentano del ristorante: cosa posso fare con il mio ristorante? Se potessi lo chiuderei, mi fa perdere soldi e basta… e via discor-

23 FEBBRAIO 2019


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