GESTIONE
Codice unico, la mossa del CNEL contro
I “CONTRATTI PIRATA” S
Il CNEL – Consiglio Nazionale Economia e Lavoro ha presentato il 6 dicembre scorso un’importante novità: l’introduzione, prevista dal DL Semplificazioni (76/2020) del codice alfanumerico unico dei Contratti collettivi nazionali di lavoro. Vediamo cos’è e perché è così importante per imprese e lavoratori, specie in un settore come quello delle pulizie/ multiservizi/ servizi integrati, storicamente alle prese con fenomeni di dumping ai danni dei lavoratori.
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inalmente una buona notizia sul versante contratti: poco più di un mese fa il CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ha annunciato l’introduzione del Codice alfanumerico unico dei Contratti collettivi nazionali di lavoro.
Un “mostruoso” proliferare di contratti di Augusto Monachesi
Responsabile del Fondo ASIM (Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa del Settore delle Imprese Esercenti Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/ Multiservizi) e Responsabile Operativo di Onbsi, Organismo Nazionale Bilaterale Servizi Integrati
24 GSA gennaio 2022
Facciamo un passo indietro. Già in tempi non sospetti, in più di un’occasione e da più parti, era stato sollevato il problema dell’esagerato proliferare – anche nel nostro settore e nei comparti affini – di centinaia di contratti di lavoro siglati senza l’intervento dei sindacati e delle associazioni datoriali comparativamente più rappresentativi, sottolineando il rischio più che concreto di favoreggiamento al dumping contrattuale e salariale.
I contratti “pirata”: una costante in molti settori Non stiamo parlando di episodi sporadici, che minacciano il tessuto economico e produttivo del nostro Paese in maniera blanda, ma di centinaia di contratti, definiti non a caso “pirata” proprio per l’assenza delle naturali dinamiche di contrattazione che sottendono la stesura di un regolare CCNL di categoria. Questo scenario appare ancora più chiaro consultando l’archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro del CNEL, che al momento conta 933 contratti solo nel settore privato, di cui più di un terzo sottoscritti, appunto, senza l’intervento delle parti sociali riconosciute anche dal CNEL come “rappresentative”.
La necessità di semplificare e regolarizzare In quest’ottica l’articolo 16-quater del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 (cd. “decreto Semplificazioni”), convertito, con modificazioni, in legge 11 settembre 2020, n. 120, ha istituito il codice alfanumerico unico per indicare i contratti collettivi nazionali di lavoro attribuito dal CNEL in sede di acquisizione del contratto nell’archivio nazionale dei contratti. I codici assegnati dal CNEL ai CCNL già depo-