GSA 7/2017

Page 37

CAMPIONAMENTO MICROBIOLOGICO TECNOLOGIE

superfici contaminate? ci vuole metodo di Simone Finotti

Molto utile nell’industria alimentare e nella Gdo si rivela la recente guida Inail “La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi”. Nel capitolo 4 sono dettagliati impieghi, pregi e criticità delle principali metodologie di campionamento e analisi: piastre a contatto, tamponi sterili, bioluminescenza, sponge bag. Si vede sempre quando una superficie è sporca? In altre parole: la percezione di pulito corrisponde in ogni caso a reali condizioni di sicurezza igienica? La risposta è no. Certo, quando la sporcizia è visibile ad occhio nudo siamo tutti d’accordo, è pacifico che ci sia qualcosa che non va. Il problema inizia a porsi quando lo sporco non si vede: ciò, infatti, non significa automaticamente che non c’è.

Sembra pulito? Mai fidarsi…

Anzi, ci sono agenti patogeni che si annidano anche laddove meno ce lo aspetteremmo, perfino su pavimenti e superfici che all’apparenza sembrano tirati a lucido e brillanti come specchi. Ed è anche il caso dell’industria alimentare e della Grande distribuzione, dove con l’igiene non si può proprio scherzare, perché ne va della nostra sicurezza e dell’immagine (i danni -anche economici- sono incalcolabili), e dove, molto spesso, il “diavolo” si annida nei dettagli. Per questo ci vogliono misurazioni accurate e il più possibile oggettive

che facciano luce anche sullo sporco… più in ombra! Sono le tecniche di campionamento e analisi di cui si tratta diffusamente, e con dovizia di dettagli tecnici, nel capitolo 4 della guida Inail “La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi”, una pubblicazione fresca di uscita che affronta un tema particolarmente sentito in tutti gli ambienti produttivi e commerciali (Inail 2017, 115 pagine consultabili anche in rete dal sito www.inail.it).

Un volume aggiornato, strumento per la sicurezza

Il volume, aggiornatissimo con gli ultimi riferimenti tecnici e normativi, riepiloga lo stato dell’arte della questione, fornendo anche un’attenta analisi della letteratura. Tutto parte dall’ obbligo di assicurare, nei luoghi di lavoro, condizioni igieniche adeguate, previsto dall’art. 64, Allegato IV, p.to 1.3 del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro 81/2008. In questo senso il controllo ambientale dei livelli di contaminazione microbiologica permette di restare a norma, “conoscere le concentrazioni dei microrganismi presenti, escludere la presenza di eventuali patogeni e valutare l’efficacia delle misure adottate per il contenimento del rischio”. In particolare l’attenzione deve essere rivolta al controllo dello stato igienico dei “due principali veicoli di contaminazione microbiologica, cioè l’aria e le superfici con cui i lavoratori sono in contatto nello svolgimento delle loro attività”.

Divisa in più sezioni

Il volume tratta appunto delle superfici, collocandosi sulla scia di una serie di pubblicazioni in tema di rischio biologico, edite dall’Istituto, frutto di studi e attività sperimentali condotte nel tempo dalla Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp). L’obiettivo è individuare criteri ed elaborare strumenti operativi utili alla valutazione del rischio di esposizione ad agenti biologici negli ambienti di lavoro, inclusi lo svolgimento di indagini, sul campo e di laboratorio, e i requisiti prestazionali del personale tecnico adibito alle

37 luglio 2017


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.