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ISPRA: rifiuti e raccolta differenziata in aumento in Italia

di Alessio Ciacci

Crescono i rifiuti, crescono le raccolte differenziate. i dati iSPra certificano un’italia a due velocità: bene il nord, deficitario il centro-sud, nonostante incoraggianti segnali di inversione di tendenza. resta inevaso il nodo dell’impiantistica per il recupero materia: enormi flussi di rifiuti viaggiano dal centro sud verso il nord, generando un impatto non più accettabile.

In controtendenza rispetto ai due anni precedenti, nel 2021, abbiamo assistito ad un aumento dei rifiuti urbani in Italia, passati da 28,9 milioni di tonnellate del 2020 alle 29,6 del 2021. La produzione aumenta del 2,4%, nonostante le direttive europee spingano tutti i Paesi Membri a ridurre la produzione di scarti. La notizia positiva è che l’aumento dei rifiuti è dissociato, ed inferiore, rispetto all’aumento del PIL, che tra il 2020 ed il 2021 è stato del 6,7%.

L’auspicio dunque è che si renda sempre più effettivo il disaccoppiamento tra produzione e rifiuti, grazie a continue e più efficaci iniziative di prevenzione dello spreco di materiali.

Cresce la raccolta differenziata

Altra nota mediamente positiva è l’incremento della raccolta differenziata che a livello nazionale è arrivata al 64%.

Non è dunque stato raggiunto il livello di differenziata (65%) che per legge avremmo dovuto conseguire nel 2012, anche se negli ultimi venti anni sono stati fatti passi da gigante (eravamo a poco più del 10% all’inizio del millennio). Abbiamo ancora grandi differenze nel Paese considerando che la diffe- renziata ha raggiunto il 71% al Nord, il 60% al centro ed il 55% al sud. Il vero obiettivo per la sostenibilità non è la raccolta differenziata, solo uno strumento, bensì il riciclo di materia. Entro i prossimi anni, secondo il Pacchetto Economia Circolare EU, dovrà raggiungere il 65%. Nel nostro Paese mediamente il 15% delle raccolte differenziate finisce a smaltimento come scarto e questo vuol dire che dovremmo puntare a incrementare la qualità delle raccolte ed arrivare almeno all’80% di RD a livello nazionale.

I trend regionali, provinciali e cittadini

Ma cosa succede nelle Regioni italiane? Sono nove (erano 7 nel 2018) quelle che superano l’obiettivo di legge del 65% di RD. Sul podio, in ordine, si confermano Veneto (76,2%), la Sardegna (74,9%) e Lombardia (73%). Grande merito alla Sardegna che in pochi anni, partendo dalle ultime posizioni, ha saputo dare un grande impulso a tutti i Comuni con una legge regionale ben architettata. Crescono a 61 le province italiane che superano il 65%. Il podio rimane lo stesso del 2020 con Treviso prima (che continua a crescere e raggiunge l’88,6%), seconda Mantova e terza Belluno. Ottima performance della Provincia di Trapani (la prima provincia siciliana ad entrare nella classifica) che aumenta di quasi 10 punti arrivando al 74,1. Oristano e Nuoro sfiorano l’80% come Parma e Novara, mentre Pordenone e Reggio

Emilia superano anche questa soglia. Lucca, prima toscana della classifica, raggiunge il 76,7%. Cresce di un altro mezzo punto, Venezia, la metropoli del nostro paese con le più alte raccolte differenziate arrivate al 73,2%, seguita da Milano e Padova. Le ultime due si confermano Catania e Palermo. Quest’ultima riesce addirittura a diminuire passando dal 14,5 al 13,6.

Problema plastiche

Se confrontiamo le percentuali di raccolta differenziata con le percentuali dei materiali effettivamente recuperati, riscontriamo come uno dei problemi principali sia nella filiera delle plastiche: rappresentano l’8,8% tra le raccolte differenziate ma solo il 5,5 di riciclo. Dunque, informazione, controlli e sensibilizzazione sono importanti a garantire una buona qualità degli scarti. Ma anche politiche che rendano più omogenei gli imballaggi, con l’ottica di favorirne il loro effettivo riciclo.

Un’impiantistica insufficiente

Se le raccolte differenziate crescono, anche al sud, non crescono abbastanza purtroppo gli impianti, soprattutto per il trattamento della frazione organica. Considerando che circa il 40% delle raccolte differenziate è umido o verde, l’insufficienza impiantistica comporta la migrazione di grandi flussi di rifiuti verso il nord del Paese. La Campania per 490 mila ton (3/4 della propria produzione), il Lazio per 285 mila ton (poco più della metà della propria produzione) e la Toscana per 215 mila ton (quasi la metà della propria produzione), esportano circa 1 Milione di tonnellate delle poco più di 7 prodotte a livello nazionale. La Campania nel 2021 ha aumentato l’esportazione rispetto all’anno precedente del 14% circa, il Lazio e la Toscana hanno aumentato di circa il 10%. Per dinamiche ben poco comprensibili le risorse del PNRR sugli impianti di trattamento dell’organico sono finite in altre Regioni Italiane ed ora il Ministero sta pensando di intervenire, con ulteriori finanziamenti, per risolvere questa situazione di difficoltà che spesso limita l’aumento delle stesse raccolte differenziate.

Tariffazione puntuale: performances ed equità Da sempre famiglie e imprese sono abituate a pagare l’acqua o l’energia in funzione dei rispettivi consumi. Ma sui rifiuti solo in alcuni Comuni italiani funziona la stessa logica, grazie ai sistemi di tariffazione puntuale. Secondo l’indagine ISPRA, i comuni che nel 2021 adottano il sistema di tariffazione puntuale (TP), sono 1.198, con una popolazione complessiva di 8.268.861 abitanti, pari al 15,2% del totale dei comuni italiani e al 14% della popolazione nazionale. La distribuzione per ora è prevalentemente al NORD e sono diventati 14 i Comuni con oltre 50 mila abitanti ad adottare questo metodo tariffario. Parma la città più grande, con quasi 200 mila abitanti. Generalmente la principale variabile introdotta nei sistemi di tariffazione puntuale per le utenze domestiche è il numero di ritiri del rifiuto non riciclabile anche se diversi comuni hanno iniziato ad introdurre anche la frazione organica come ulteriore stimolo, per i contesti adeguati, di spinta ai sistemi di compostaggio domestico. Il prossimo anno, ed in quelli a seguire, potremo capire meglio gli effetti e le ricadute dei progetti finanziati dal PNRR sugli impianti e sulle raccolte differenziate, se riusciranno a colmare la distanza tra nord e sud del nostro paese. Paesi poveri di materie prime, come l’Italia, non hanno altra scelta se non per recuperare il più possibile delle materie prime dei nostri scarti, compresi i RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), e dare sempre maggiori sostegni alle aziende del settore del riciclo, incentivando accordi di filiera e criteri ambientali minimi sempre più alti, in particolare per gli acquisti del settore pubblico.

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