GESTIONE
SOMMINISTRAZIONE LAVORO
La somministrazione di lavoro nelle Multiutility di Massimiliano Brugnoletti*
Quadro di riferimento
44 igiene urbana igiene urbana gennaio-marzo 2020
Le Multiutility operano in settori strategici che, oltre ad essere caratterizzati da un’evoluzione esponenziale della domanda e da una forte innovazione tecnologica, sono al centro delle nuove istanze ambientali, oramai al centro del dibattito globale. Gli studi statistici più accreditati stimano che, entro il 2050, 2,5 miliardi di persone usciranno dallo stato di povertà; essi andranno ad incrementare la domanda dei servizi offerti dalle Multiutility (in effetti vi è una spinta oramai generalizzata ad offrire maggiori servizi, tantoché si studia sempre con maggiore attenzione il fenomeno della servitization), che dovranno nei prossimi anni far fronte ad una sfida epocale. A questo si accompagna un’attenzione sempre maggiore alla “sostenibilità” della crescita, elemento centrale delle politiche del prossimo decennio, dal quale nessun Paese sarà estraneo vista la globalizzazione dei fenomeni. Ne è prova l’“Agenda 2030”, diffusa nel 2015, che impegna tutti i Paesi ONU ad operare a favore dello “sviluppo sostenibile”, declinando 17 obiettivi che concorrono a tale finalità; tra
questi obiettivi assolutamente strategici sono la gestione del “bene” acqua, lo sviluppo e l’accesso all’energia pulita, l’attenzione all’innovazione. Temi, questi, tutti al centro della rivoluzione economica che stiamo iniziando a vivere; un’economia che, da lineare, diventa circolare, dove lo scarto diventa risorsa per un nuovo ciclo produttivo. Le Multiutility sono evidentemente al centro di questa svolta epocale visto i settori industriali in cui operano, dovendo per l’effetto rivedere organizzazione e processi per essere pronti a queste nuove sfide. Non solo. Organizzazione e processi aziendali saranno nei prossimi anni anche sollecitati dalla (già in atto) “rivoluzione digitale”, che determinerà una necessaria trasformazione del business model, in termini di strategie, innovazione, digitalizzazione, regulation e, non ultima, geopolitica. Le grandi sfide del mercato e quella della tecnologia digitale impattano fortemente sulle competenze e sulle qualifiche del personale. Il “capitale umano” delle aziende dovrà essere sempre più al passo con i tempi, adeguarsi alle
sfide dei mercati ed alla rivoluzione tecnologica: la business trasformation che investe tutte le imprese, maggiormente quelle che operano nei mercati con la massima accelerazione innovativa, comporta l’acquisizione di nuove competenze, l’acquisizione di una nuova mentalità (mindset) ed una nuova cultura aziendale: il bisogno di cambiare mentalità e cultura aziendale è la priorità massima delle aziende in questo momento storico. L’impatto potenzialmente più significativo nelle aziende è proprio la rivisitazione dei ruoli, nell’ottica dell’efficienza e dell’operare “agile”; riqualificazione dei ruoli che investe anche quelli apicali, quelli maggiormente orientati al business, che devono essere assolutamente a proprio agio con le nuove tecnologie, maneggiare con maestria e competenza i big data. Tali caratteristiche comportano sempre più una competenza trasversale, una maggiore collaborazione tra le diverse famiglie professionali; transdisciplinarietà che non deve essere confusa con la specializzazione in più campi, ma che declina il concetto di flessibilità, divenuta “chiave di volta” per le aziende, sempre più